Oggetto del Consiglio n. 1328 del 24 febbraio 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1328/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno ad avviare un'indagine preliminare per l'individuazione di un percorso legislativo volto alla definizione di criteri di realizzazione di bacini di medie, piccole e micro dimensioni per lo stoccaggio dell'acqua per il contrasto all'inaridimento del suolo e per una più efficace attività antincendio".
Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere l'analisi dell'ordine del giorno con il punto n. 45. Per l'illustrazione della mozione, ha chiesto la parola il consigliere segretario Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Sono diverse le organizzazioni che riferiscono sui vari problemi in atto o a breve, medio termine inerenti la disponibilità di un bene primario come l'acqua. Nelle premesse della nostra mozione ci siamo focalizzati sul rapporto dell'European Drought Observatory, cioè l'Osservatorio europeo sulla siccità, secondo cui risulta un quadro chiaro e preoccupante ottenuto combinando tre indicatori di siccità: il primo, confronto con le precipitazioni annuali e quelle degli anni passati nello stesso periodo; il secondo, l'anomalia di umidità del suolo; il terzo, la valutazione dell'impatto di siccità sulla vegetazione. La combinazione di questi indicatori evidenzia il rischio di desertificazione che classifica in arancione - e noi in questo periodo storico siamo abbastanza avvezzi alla definizione di colori - una vasta porzione del Piemonte, la costa romagnola, territori sparsi di Toscana e Umbria ma intacca sorprendentemente anche zone alpine tra le quali spicca la Valle d'Aosta. Questo rapporto associato alla constatazione sul nostro territorio regionale di una stagione invernale alla quale stiamo assistendo con il più basso livello di precipitazioni e innevamento registrato negli ultimi decenni non può non generare preoccupazione, soprattutto in vista di stagioni estive che registrano puntualmente innalzamenti delle temperature e della relativa evaporazione al suolo. Il vento, l'altro elemento che subiamo ormai da mesi, ha prodotto su buona parte della neve depositata quello che in fisica - ed entro nell'ambito accademico del Presidente della Regione - si chiama sublimazione, ovvero il passaggio diretto dallo stato solido a quello aeriforme, senza passare attraverso la fase liquida, vuol dire che buona parte della neve non si è sciolta ed è penetrata nel terreno ma si è direttamente dissolta nell'aria. In più gli incendi ai quali abbiamo assistito nelle settimane scorse hanno dimostrato l'estrema vulnerabilità delle nostre risorse forestali e sicuramente hanno posto alcuni spunti di riflessione sui sistemi più idonei a svolgere le operazioni di spegnimento.
Tutto questo non vuole essere da parte nostra una lettura catastrofica della realtà, però vuole aprire i nostri occhi ai problemi per poter essere all'altezza della loro gestione. Per aprire gli occhi, spesso è necessario il passaggio attraverso la preoccupazione, nel senso etimologico del termine, cioè nel senso di derivazione latina prefisso "pre" e verbo "occupare", vale a dire occuparsi prima, vale a dire prevenire. In quest'aula queste semplici parole sono la sintesi esatta del compito del Governo regionale che potremmo riassumere interamente in ordine di urgenza in gestire e prevenire. La parola d'ordine in tutti i settori della Pubblica Amministrazione, quindi del buon governo, è programmazione. È esattamente questa la natura e l'intenzione della nostra mozione, richiamando quanto riferito dal presidente ANBI, Francesco Vincenzi, che dice: "il fenomeno della siccità pone l'urgenza dell'avvio di un piano di invasi medio-piccoli, a iniziare dalle zone più a rischio, perché più si aspetta più sarà difficile invertire la tendenza verso l'inaridimento del suolo". In conseguenza a tale osservazione l'ANBI ha definito un piano per la realizzazione di duemila laghetti artificiali sul territorio nazionale, da nord a sud, e il PNRR, acquisendo tale progetto, si propone di raddoppiarne il numero.
Nell'ottica del gruppo Lega Valle d'Aosta è chiaro che per ragioni tecniche immaginiamo bacini di stoccaggio idrico finalizzato all'irrigazione, ricordiamoci che l'irrigazione occupa tra il 60 e il 70 percento del consumo complessivo di acqua, così come abbiamo già in mente accorgimenti esecutivi sia dal punto di vista finanziario che geotecnico, paesaggistico, così come botanico, inteso anche come coltivazione botanica all'interno dei bacini per garantire un ecosistema che eviti l'effetto stagno, l'imputridimento e anche manutentivo. Noi queste idee le abbiamo, su queste idee stiamo studiando ed è proprio per questo che noi, a questo punto dello studio e dell'approfondimento del lavoro che stiamo svolgendo come gruppo Lega, abbiamo voluto condividere, vogliamo condividere con voi, con l'intera Aula, in particolar modo con il Governo della Valle d'Aosta questo progetto estremamente importante per il bene comune.
Possiamo assistere ad esempi in altre Regioni su come si è operato in tale linea; a onor di cronaca con approfondimenti minori, forse più immediati, rispetto a quanto stiamo svolgendo noi come lavoro di approfondimento e di studio. Altre Regioni, come l'Emilia Romagna, a seguito dell'estate 2017, considerata una delle più torride e avare di pioggia, leggo un articolo del 2018: "investe sul potenziamento delle infrastrutture irrigue al servizio dell'agricoltura, mettendo sul piatto 18 milioni di euro per incentivare la realizzazione e/o l'ampliamento di bacini di raccolta dell'oro blu a uso irriguo di piccole e medie dimensioni. Questo per citare un esempio.
In linea alle premesse esposte, il nostro gruppo Lega Valle d'Aosta propone con questa mozione al Governo regionale "di avviare, entro il termine di sessanta giorni, attraverso gli uffici regionali - quindi chiarisco non attraverso l'affidamento di un incarico, uno studio di fattibilità, che presuppone impegno economico, ma attraverso le nostre risorse, il nostro personale tecnico inquadrato nella Pubblica Amministrazione, quindi attraverso gli uffici regionali - un'indagine preliminare per l'individuazione di un percorso legislativo che conduca alla definizione dei criteri di realizzazione di bacini di medie, piccole e micro dimensioni per lo stoccaggio dell'acqua e delle relative misure di incentivazione per privati e aziende, al fine di contribuire con immediatezza al contrasto dell'inaridimento del suolo e per dotare altresì la nostra Regione di idonei bacini opportunamente distribuiti sul territorio nell'ottica di una più efficace attività antincendio". Un lavoro grande, ambizioso, che non è scevro di sfide importanti e impegnative, si tratta di saper programmare e gestire un tema immenso e delicato che abbraccia l'intero ecosistema, sia in riferimento agli ambiti ambientali, naturalistici, paesaggistici, oltre quelli economici, scientifici, tecnici e normativi. Si tratta di una sfida imponente ma, a proposito di sfide, ricordo in conclusione di questa presentazione quanto ha detto Martin Luther King: "la vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e convenienza, bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide". Grazie per l'attenzione.
Presidente - A questo punto apriamo la discussione generale. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Nell'ambito della discussione di questa mozione credo che ci sia anzitutto da notare che il problema dell'aridità dei suoli in Valle d'Aosta non è da oggi, non è un problema che riscontriamo soltanto oggi, tant'è che fin dal Medioevo si realizzarono delle opere imponenti per l'irrigazione dei suoli. Si pensi, per esempio, anche soltanto al R? Courthoud, un'opera colossale lunga 25 chilometri realizzata tra il 1393 e il 1433; è il lavoro di un'intera generazione per quelle successive, per portare le acque dal Vallone delle Cime Bianche alle colline di Émarèse, di Saint-Vincent, di Challand. Relativamente ai cambiamenti climatici, fra i dati certi che riguardano in modo significativo la nostra Regione abbiamo sicuramente l'accelerazione del riscaldamento medio più che in altre zone e la conseguente diminuzione delle riserve di acqua rappresentate dai ghiacciai; secondariamente il verificarsi di eventi meteo estremi, che abbiamo avuto modo tutti di vedere, le piogge violente, i lunghi periodi di siccità come quello che stiamo affrontando, anche trombe d'aria e temperature massime da record.
Rispetto alle precipitazioni annue complessive, non abbiamo ancora i dati certi di riduzione delle piogge, sono certamente più concentrate maggiormente sotto forma di pioggia anche però alle quote elevate. Il problema quindi di trattenere le acque e di limitare l'inaridimento del suolo è un problema che esiste e che va sicuramente affrontato. La soluzione però, a nostro avviso, non è quella di consentire dei prelievi o degli invasi a ditte, a società private com'è anche previsto nella mozione, che non c'entrano direttamente con il problema prospettato nella mozione stessa, infatti si offre con quest'impegno una possibilità a privati di utilizzare l'acqua pubblica secondo le loro intenzioni e anche, perché è previsto questo, di incentivarli. Non è una manovra che ci sembra corretta, le acque - lo sappiamo - sono regionali, esistono delle norme ben precise per il rilascio delle concessioni che devono essere rispettate. Diversa sarebbe invece l'idea che sia la Regione a effettuare un censimento degli invasi naturali e artificiali già presenti sul territorio regionale e a verificare la possibilità di crearne di nuovi, questa è una cosa che si potrebbe fare a mo' di studio, anche probabilmente - è da verificare - utilizzando i soldi del PNRR. In pratica noi crediamo che, se ci sono dei soldi a disposizione anche per effettuare eventualmente interventi in questo senso, sia più opportuno che li gestisca direttamente la Regione.
Presidente - Sempre in discussione generale, ha chiesto la parola al consigliere Distort per secondo intervento, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Mi brucio già subito il mio intervento ma vorrei rispondere immediatamente alla collega Minelli innanzitutto con una soddisfazione immensa nell'aver citato la nostra storia medievale e la lungimiranza che noi abbiamo saputo mettere in atto, nelle generazioni che ci hanno preceduto nel periodo medievale per quanto riguarda la formazione di reti idriche; tra l'altro, da buon credente e buon cattolico ricordo che tra i committenti in massima parte compaiono organi ecclesiastici. Questa quindi è la storia del nostro Paese, del nostro territorio.
Tengo a precisare comunque che, riguardo alla sua precisazione: "converrebbe che ci fosse un lavoro dal punto di vista regionale, quindi dell'ente pubblico, per il censimento, per l'individuazione, per l'approfondimento dei bacini esistenti anziché lavorare sugli interventi singoli", io le dico che una non esclude l'altra, perché abbiamo inserito entrambe nell'impegnativa. L'impegnativa vuole creare esattamente uno studio preliminare, capire qual è lo stato dell'arte e capire in che modo ci si può muovere. Per quanto riguarda i bacini, lei ha citato l'azione di prelievo verso i corsi d'acqua, io mi sono ben guardato da parlare di prelievo, voglio rassicurarla. Nella formulazione, negli approfondimenti in corso l'utilizzo di bacini vuole essere non tanto una disseminazione del territorio di punti di strutture deputate alla sottrazione dell'acqua rispetto alle aste torrentizie, ma noi sappiamo, proprio per le modificazioni climatiche in atto, che saremo esposti a eventi piovosi abnormi; vuol dire probabilmente periodi di siccità che si alternano a periodi di forti cadute. Nei periodi di intense precipitazioni meteorologiche sotto forma di pioggia e non certo di neve noi ci troviamo di fronte al problema di piene in qualunque tipo di asta torrentizia, a qualunque livello. Il pensiero, l'occupazione di una sana amministrazione quindi è aver cura e prevenzione rispetto al territorio esattamente in questa linea. Noi rendiamoci conto che le dighe svolgono varie funzioni e noi dobbiamo arrivare a questa visione del concetto di diga, del concetto di bacino, nelle varie funzioni, anche la funzione di laminazione delle piene,che è fondamentale. Questo è un elemento assolutamente da prendere in considerazione, qui si vorrebbe che arrivasse l'approfondimento da parte degli uffici. Ho evitato di esporre un'intera attività di approfondimento per evitare di trasformare in un momento accademico quella che è semplicemente la proposta di avviare un lavoro di approfondimento.
Aggiungo un altro elemento: è vero che noi siamo dotati in buona copertura del nostro territorio di sistemi di irrigazione attraverso l'attività dei consorzi, che però prevedono l'erogazione dell'acqua soltanto in un certo periodo dell'anno, dovuto ovviamente anche ai rischi di gelivazione e degli effetti di ovvi problemi manutentivi, ma tra marzo e ottobre, se va bene, riusciamo ad avere una copertura del servizio di irrigazione attraverso i consorzi. Nel periodo tra ottobre e marzo - e non vuol dire dal 31 ottobre al 1° marzo, a volte succede dai primi di ottobre alla fine di marzo - si instaura questo periodo in cui, come, ad esempio, nell'inverno in corso, ci troviamo con una forte siccità. Le devo confidare, non per citazione della storia della mia famiglia, che devo ringraziare il mio bisnonno che ha costruito a fine dell'Ottocento un invaso per la captazione di un'acqua di sorgente che comunque sarebbe defluita in un ruscello, un invaso di circa 30 mila litri che permette alla frazione in cui abito e agli aventi diritto di poter usufruire di questa risorsa idrica. Questo permette - glielo posso assicurare - di irrigare le parti di terreno sia per mantenere un discreto inerbimento ma anche per attività di coltura di alberi.
Questo problema, così come si pone nel mio caso, si pone in tantissimi altri casi, allora ecco che la realizzazione di questi bacini può diventare interessante. Le dico di più, perché io conosco il suo approccio ideologico, che, pur essendo diverso dal mio, arriva forse paradossalmente allo stesso risultato: io immagino che ci sia da parte sua una preoccupazione, che è un proliferare di opere strutturali relative alla realizzazione di bacini che possa andare a deformare e a incidere negativamente sull'assetto del paesaggio ed è proprio per questo che io le voglio dire che lo studio, nel momento in cui noi chiediamo di approfondire i criteri, dovrà tener conto anche del concetto di inserimento nel paesaggio, perché qualunque opera, qualunque intervento edilizio a carico del paesaggio lo può sì disturbare, ma anche migliorare. Ho ritenuto opportuno intervenire per effettuare questi chiarimenti non certo per svolgere un'azione di persuasione occulta nei suoi confronti ma lei mi ha dato l'occasione di poter effettuare ulteriori approfondimenti rispetto ai contenuti di questa mozione.
Presidente - Altri vogliono intervenire in discussione generale? Invito chi lo volesse fare, a prenotarsi. Non vedo richieste di prenotazione, chiudiamo la discussione generale. Per il Governo, ha chiesto la parola l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Qualche minuto per una prima parte di risposta, un po' per cogliere anche l'occasione per illustrare quanto già in nostro possesso nell'ambito dell'antincendio boschivo. La Regione è dotata sin dal 1984 di un piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, tutto previsto dalla legge regionale n. 85/1982: "Norme per la difesa dei boschi dagli incendi", dalla legge nazionale 353/2000. Il piano è stato oggetto di numerose revisioni, l'ultima risale al 2017, con l'approvazione del decreto n. 101/2018. Il piano è predisposto e curato dal Nucleo antincendio boschivo del Corpo forestale della Valle d'Aosta e affronta in maniera sistematica le attività di programmazione, previsione e lotta agli incendi boschivi nella nostra regione. Il piano individua anche al suo interno azioni di prevenzione indiretta, quali, ad esempio, le attività di divulgazione ambientale, di educazione presso le scuole, ma soprattutto individua quelle dirette come la realizzazione di viabilità forestale, qui mi associo al collega Distort, certi interventi non vanno sicuramente a deturpare ma sicuramente aiutano la salvaguardia di un territorio, lo abbiamo visto anche in questi giorni durante l'incendio di Fontainemore in una zona priva appunto di dette viabilità, soprattutto prevede la realizzazione e la manutenzione di riserve idriche antincendio, oggetto puntuale della mozione in argomento. Il piano inoltre individua puntualmente le principali criticità rilevate in ogni distretto antincendio analizzando il rischio locale, elenca gli interventi e le attività ad attivare, come, ad esempio, la necessità di migliorare appunto la copertura di viabilità o la necessità di affrontare manutenzioni su rete di distribuzione dell'acqua, ancora di eseguire interventi selvicolturali per diminuire il carico di incendio, infine l'opportunità di costruire punti di approvvigionamento. Nelle valutazioni effettuate vengono chiaramente presi in considerazione anche gli altri usi e le altre finalità, ad esempio, in qualche caso, laddove è possibile, le vasche di carico hanno contemporaneamente finalità antincendio rurale a servizio di impianti agricoli di irrigazione, ciò al fine di razionalizzare sia la disponibilità delle risorse idriche esistenti ma anche per contenere il costo finanziario di tali infrastrutture. In particolare, nel capitolo attività di previsione e prevenzione e approvvigionamento idrico del piano sono esattamente definiti i criteri di realizzazione di bacini di medie e piccole e micro dimensioni per lo stoccaggio dell'acqua in ottica di un'efficace attività antincendio boschivo, in linea con quanto suggerito dalla mozione.
Queste sono alcune considerazioni che mettono in evidenza gli strumenti in nostro possesso in materia di antincendio boschivo; l'attenzione ovviamente è alta anche sul fronte agricoltura, dove congiuntamente ai consorzi di miglioramento fondiario coinvolti stiamo lavorando al fine di sviluppare e supportare gli iter progettuali avviati al fine di poter accedere alle varie opportunità di finanziamento.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Per completare un po' la risposta, intanto va detto che l'argomento che è portato in Consiglio con questa mozione è di grande interesse, in particolare in questo momento storico, e non lo è solo per la Valle d'Aosta, anche se la Valle d'Aosta ha sicuramente degli aspetti da un lato delle opere che sono legate in maniera molto stretta con la nostra storia, sono stati ricordati poc'anzi, in particolare per le opere di grande ingegneria del passato potrebbe essere un museo per quanto riguarda l'uso delle acque in ambiente montano, e su questo credo che siamo tutti consci dell'importanza della valorizzazione di questi aspetti storici, quindi mi fa piacere che siano stati ricordati. Dall'altro lato la Valle d'Aosta è anche una sorta di laboratorio, lo abbiamo ricordato in queste settimane in diverse occasioni, in diversi incontri anche di alto livello scientifico, e lo è, sempre parlando di acque, per la sua geologia, per la sua idrologia, per gli aspetti nivologici legati al fatto di avere, da un lato, le vette più alte d'Europa e, dall'altro, un territorio completamente montano, con una gestione sicuramente molto complessa dal punto di vista della gestione delle acque come dicevamo prima, cosa che secoli di storia ci hanno in qualche modo insegnato.
Quello che richiama la mozione, in particolare l'Osservatorio sulla siccità, ho approfondito un po' la questione... in realtà l'Osservatorio si occupa - d'altronde il titolo "Osservatorio" in buona sostanza lo dice - di una fotografia della situazione, di un sistema di allertamento meteo, di monitoraggio però in tempo reale della situazione e non studia tanto la tendenza climatica in prospettiva, questo viene fatto da altri studi. Ci troviamo di fatto su due livelli temporali che sono ben distinti e che hanno la difficoltà a essere confrontati su un ragionamento di prospettiva, però è fuori di dubbio il fatto che gli scenari futuri sono indubbiamente quelli che lei ha citato. La stessa ARPA in questi giorni aveva diffuso i dati in cui si evidenzia la situazione in particolare di questa stagione invernale, in cui abbiamo un territorio che è assolutamente povero di neve e questo anche in prospettiva, loro hanno degli indici che usano per calcolare in buona sostanza, in base alla quantità di neve, il corrispettivo poi in fase di scioglimento in metri cubi di acqua, questo denota a livello di stoccaggio di acqua per le prossime stagioni, in particolare per la fine dell'estate, una situazione molto pesante da questo punto di vista. Si è parlato di progetti anche di PNRR, fra l'altro, proprio nello specifico noi abbiamo presentato due progetti nell'ambito di progetti presentati a ottobre scorso, due progetti proprio di invasi che hanno questa funzione, una funzione sia di stoccaggio per uso irriguo e anche eventualmente antincendio.
L'Assessore ha fatto una disamina molto puntuale sulla situazione, la rete di sistemi antincendio, quelli che invece i nostri piani hanno messo a punto sono dei documenti un po' più generici, in particolare abbiamo il plan climat che concerne la definizione dei futuri scenari del nostro territorio in scala più regionale e poi abbiamo la strategia regionale di adattamento al cambiamento climatico di cui abbiamo parlato diverse volte nelle ultime settimane, che in buona sostanza confermano scenari futuri in cui la diminuzione della disponibilità delle acque, in inverno e in estate in particolare, sarà un problema da gestire soprattutto peraltro nella fascia di media montagna, che peraltro è anche quella che ha maggiori rischi dal punto di vista degli incendi, quindi c'è un doppio problema da risolvere. Sempre in questi documenti si è evidenziata la necessità di intraprendere di conseguenza delle azioni che devono essere volte proprio a ottimizzare il consumo, com'è stato detto, in tutti i settori, da quello idropotabile a quello agricolo, a quello idroelettrico a quello antincendio, a quello anche per uso per la produzione di neve artificiale, eccetera, tutte iniziative che devono essere tese alla tutela della qualità dell'acqua e dell'ambiente. Questi documenti hanno però evidenziato - e condivido quello che ha detto la collega Minelli - la necessità di un ulteriore confronto e un ulteriore approfondimento dal punto di vista scientifico proprio per individuare le situazioni per le quali risulta opportuno programmare in maniera più specifica la realizzazione di nuovi accumuli o eventualmente adattare quelli esistenti in una logica molto generale, come dicevo prima, dando a questi bacini una valenza molto ampia e non specifica solo per uso agricolo.
La realizzazione di questi bacini è sicuramente una delle misure necessarie per aumentare la resilienza mi verrebbe da dire, ma è un termine che non mi piace, per adattare la realtà dei nostri territori di montagna a questo cambiamento climatico che è sempre più pressante, però su questo credo che sia assolutamente necessario un approfondimento proprio dal punto di vista dell'analisi scientifica, cosa che è in corso ma che richiede ancora degli sforzi di approfondimento maggiore. Questo lo dicono proprio questi primi piani che sono giunti a una conclusione del ciclo e hanno dato questi primi risultati ma che per una messa a terra puntuale di questi studi vanno fatti ulteriori approfondimenti. Lei ha parlato, soprattutto in replica a quanto detto dalla collega Minelli, di un lavoro di approfondimento, io su questo sono assolutamente d'accordo, l'ho detto nell'intervento, la mozione però dice una cosa diversa: "impegna il Governo, entro sessanta giorni, ad avviare un'attività legislativa". Questo, secondo me, è un aspetto che al momento non è accoglibile, semplicemente perché non è l'iniziativa legislativa il prossimo passo da fare. Il prossimo passo da fare è completare l'analisi scientifica per poi decidere se è necessaria una legge, se è necessario un altro tipo di passaggio per predisporre e aggiornare questa pianificazione regionale che, io condivido con lei, sia necessaria. Sicuramente dobbiamo tornare su questo argomento, io sono anche disponibile a prendermi un impegno a condividere una futura mozione che vada in questo senso, ma non è, secondo me e secondo noi, condivisibile la mozione così come è presentata perché anticipa ai prossimi sessanta giorni già l'avvio di un'attività legislativa che invece, a mio avviso, deve avvenire in un secondo momento a conclusione di un'attività pianificatoria più compiuta.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Grazie assessore Sapinet, grazie presidente Lavevaz.
Io ho avuto la netta sensazione, per tutta la durata dell'intervento dell'assessore Sapinet, così come per il 99,9 percento della durata del suo intervento, Presidente, che ci fosse il totale allineamento. Io capisco che l'italiano, per quanto sia una lingua complessa che riesce a scendere nei dettagli più facilmente di altre lingue, si presta allo stesso tempo, proprio per la sua complessità, a essere equivocata, però sinceramente io le dico che un'impegnativa che dice: "avviare entro sessanta giorni, attraverso gli uffici regionali, un'indagine preliminare per l'individuazione di un percorso"... io le dico sinceramente che mi sono fatto delle remore a presentare una mozione che desse così tanto spazio all'iniziativa di Governo, perché nei presupposti, o comunque nelle dinamiche di un esponente di opposizione è insito l'incalzare il Governo, ma qui è tutt'altro che incalzare, poi è ovvio che individui un percorso legislativo ma l'individuazione di un percorso vuol dire anche elementi che mettiamo in atto, sotto quale forma lo definiamo, in che ambito entriamo: entriamo nell'ambito urbanistico, entriamo nell'ambito della sicurezza, entriamo nell'ambito idrogeologico, di difesa del suolo. Sinceramente ho la sensazione che o diciamo le stesse cose ma per una dinamica tra opposizione e maggioranza esiste la consuetudine di non accettare le iniziative, oppure veramente ci stiamo muovendo su un equivoco, stiamo dicendo due cose guardando da due punti di vista. D'altronde quasi 2500 anni fa c'era già arrivato Aristotele quando diceva che l'essere lo si dice in modo molteplice, così succede della verità, la verità è una ma ci sono tanti punti di vista che non vanno a relativizzare la verità perché rimane sempre adaequatio intellectus ad rem come diceva Tommaso D'Aquino, però ci sono punti di vista, punti di osservazione diversi.
La mozione, secondo quanto lei mi dice, non è accoglibile e, di conseguenza, immagino che chieda il ritiro o diversamente voi vi asterrete. Io, mi permetta, ma concludo il ciclo con la votazione, non mi preoccupa il dover incassare una sconfitta dal punto di vista numerico perché comunque ci sono premesse in quanto lei ha detto che sono estremamente interessanti e che faranno sì che prossimamente ci saranno ulteriori atti ispettivi per andare a indagare la situazione e lo stato dell'arte su un tema estremamente importante, anche perché su questo si gioca il concetto di sostenibilità. La sostenibilità è proprio il nostro impegno odierno di cedere alle generazioni che ci seguono un territorio che sia ospitale. Questo è quanto viene richiesto a un Governo, questo è quanto ribadiamo noi con questa mozione e questo sarà l'ulteriore approfondimento che noi svolgeremo in futuro.
Io chiedo pertanto di mettere in votazione la mozione anche per poter osservare quali forze politiche si definiscono in allineamento o con le quali sia necessario stabilire un diverso e ulteriore approfondimento. Grazie per l'attenzione.
Presidente - Se non vi sono altri interventi o dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione... ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ho ascoltato con attenzione sia il primo che soprattutto le precisazioni del secondo intervento del collega Distort; devo dirle, collega, che io condivido buona parte dell'analisi che lei ha fatto riguardo alla situazione generale, all'excursus storico per quanto riguarda il problema delle acque nella nostra regione.
Riguardo invece all'impegno della mozione, ciò che crea quella che lei ha chiamato preoccupazione è il principio stesso che un pezzo di quell'impegno va a sostenere, cioè che occorre incentivare aziende e privati che vadano a utilizzare le acque che sono, o almeno dovrebbero restare completamente pubbliche. Le considerazioni che ha fatto l'assessore Sapinet, in particolare sull'utilizzo dei bacini per fronteggiare il problema degli incendi, che peraltro era anche contemplato nella mozione, è sicuramente interessante ,così come l'ipotesi di pensare a uno stoccaggio delle acque per gli usi agricoli, ma proprio perché questi usi, quello relativo allo spegnimento degli incendi o quello relativo agli usi agricoli, sono sostanzialmente degli utilizzi pubblici, rivolti alla collettività, la proposta di incentivare un'iniziativa privata in questo senso non ci convince. Questo non significa una posizione contraria all'opportunità di realizzare dei bacini di proprietà pubblica per questi scopi, non è questa la posizione e l'atteggiamento. Rassicuro sul fatto che non c'è una preclusione ideologica perché si fa spesso ricorso qui all'aggettivo "ideologico" inteso in senso negativo quando esprimiamo una posizione. Mi sembra che questo sia un po' fuori luogo, anche perché, dal punto di vista etimologico, il significato di "ideologico" è sia ciò che concerne un'ideologia, quindi viene visto in senso rigido, negativo, ma è anche ciò che si riferisce alle idee, quindi in questo senso l'idea è chiara e credo che la proposta che un po' è venuta - e non so se potrà essere ripresa in un secondo tempo - di fare degli studi in questo senso per capire che cosa c'è, che cos'è possibile utilizzare meglio, che cos'è possibile implementare attraverso appunto la creazione di qualche altra situazione, di qualche piccolo o medio invaso che possa servire a questi scopi potrà essere ripresa successivamente. Era per spiegare anche al collega Distort la posizione.
Presidente - Vi sono altre dichiarazioni di voto? Metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Erika Guichardaz, Jean-Pierre Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Minelli, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.