Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 662 del 9 giugno 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 662/XVI - Approvazione del piano triennale degli interventi di politica del lavoro 2021/2023.

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 30 Consiglieri, possiamo riprendere i lavori. Punto n. 5.02 all'ordine del giorno. L'assessore Bertschy per la relazione, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-SV) - Avremo modo questo pomeriggio di confrontarci in aula sul piano delle politiche del lavoro, piano triennale, che arriva in un momento estremamente importante, per questo documento e ovviamente per cittadini ed imprese. Il piano di politiche del Lavoro mancava come strategia nella nostra regione ormai da tempo, in questi due anni si è cercato di riorganizzare una progettualità, di rimettere in efficienza gli organismi che gravitano intorno al mondo del lavoro, quindi in particolare il Consiglio politiche del lavoro, e soprattutto si è cercato di concertare, collaborare e coinvolgere nella maniera migliore possibile le associazioni di categoria, i sindacati, le forze sociali e ovviamente tutte le strutture dei vari Assessorati e tutti coloro che hanno avuto il piacere - gli ordini, i consulenti del lavoro - di offrire una collaborazione in una fase appunto molto importante per questa progettualità che si metterà in campo.

Il piano del lavoro, che nasce in maniera concertata, ha vissuto in questo periodo due fasi: quella che nella precedente legislatura ci ha visti prossimi ad approvare il documento, poi la pandemia ha rallentato i lavori e ha permesso però - e lo dico in senso positivo - di riprendere questa programmazione tenendo già in considerazione alcuni degli effetti della crisi economico-sociale che abbiamo vissuto e che viviamo che necessitano di risposte da parte nostra.

Il piano si articola in una maniera che permette anche, a nostro avviso, una facile lettura e soprattutto si propone di dare avvio a una serie di politiche che andranno nel corso del tempo poi verificate e ovviamente pensate e ripensate nella logica della progettualità che le contraddistingue.

Nel portare questo documento alla sua discussione, da parte nostra l'intenzione è quella di metterci in condizione di avere un percorso regionale per le nostre politiche attive, ma di tenere nella massima considerazione quello che ormai da qualche anno sta avvenendo sul piano nazionale: con l'introduzione del reddito di cittadinanza vi è stata una rivisitazione completa di un sistema di attenzione alle politiche del lavoro e oggi mi pare che tutto questo sia nuovamente in discussione e il Ministro delle politiche per il lavoro ha annunciato per il mese di luglio ulteriori modifiche alle politiche attive per il lavoro.

A livello politico si sta generando un dibattito importante sul tema dei licenziamenti, del blocco dei licenziamenti, e questo dibattito ovviamente va valutato e deve essere oggetto di attenzione anche da parte nostra nella collaborazione che ha appunto permesso di arrivare alla definizione di una serie di azioni strategiche per far sì che tutto questo sia orientato, guidato e governato e da parte nostra sostenuto con le politiche che dovremmo mettere a disposizione.

Il piano ha una visione di breve-medio periodo per le azioni puntuali ma una visione di lungo periodo per le azioni più strategiche e strutturali; si articola in una breve analisi di contesto, in un'identificazione delle sfide, in un'identificazione degli obiettivi prioritari e delle azioni strategiche.

In questo senso troverete - avete avuto modo di leggere e poi nel dibattito potremmo approfondire ancora - come sia necessario ragionare in termini di sistema e soprattutto coinvolgere tutti gli attori del sistema. Anche qui in questi giorni è sempre più evidente come la necessità di collegare il sistema domanda-offerta risponda non semplicemente a delle logiche numeriche ma necessiti di un approccio anche in termini qualitativi.

A volte abbiamo i posti di lavoro da offrire ai lavoratori e mancano le competenze, a volte le competenze sono differenti da quello che la potenzialità in termini occupazionali non permette di affrontare.

È molto importante orientare la formazione dei nostri giovani, riorientare la formazione delle persone che hanno bisogno di risposte per ritornare nel mercato del lavoro e - parleremo anche dell'iniziativa che il consigliere Aggravi ha portato in aula sui disoccupati di lungo periodo - allo stesso tempo porre attenzione, seguire l'evoluzione dello sviluppo economico del territorio, che è un po' quello che dobbiamo provare a fare attraverso questo documento.

Il documento non è un documento autoreferenziale - e questo con i consiglieri Erika Guichardaz, Giulio Grosjacques e Stefano Aggravi più volte è stato detto all'interno del dibattito del Consiglio politiche del lavoro, deve essere un documento trasparente e soprattutto che permetta a coloro che dovranno trarne dei benefici di poterlo verificare, monitorare e appunto ritarare nel caso che alcune delle azioni che si propone di mettere in campo non raggiungano i risultati che sono stati pensati e finanziati.

La logica è quella di metterci in discussione, avere delle idee ma metterle in discussione e soprattutto esser capaci di auto-valutarle ma di farci valutare anche da coloro che di queste azioni hanno bisogno.

Si divide in quattro target: giovani lavoratrici e lavoratori, imprese e poi le fragilità, l'inclusione socio-lavorativa.

Per i giovani più volte l'abbiamo detto: c'è una questione che riguarda in generale l'Europa e noi purtroppo come Paese in questo senso siamo molto in ritardo, dobbiamo fare in modo che i giovani trovino percorsi di formazione e d'istruzione sempre più coerenti con lo sviluppo economico sociale, ma soprattutto che vedano negli impianti generali le risposte migliori, sia in termini d'inserimento nel mondo del lavoro, sia appunto in termini di formazione, sia nella collaborazione che deve nascere sempre di più tra enti di formazione e imprese.

In questo senso ci sono delle idee abbozzate, altre che stanno avanzando, e bisogna far sì che queste idee, oltre che dalle risorse finanziarie, siano sostenute da una progettualità ma anche da un coinvolgimento, in particolare dal mondo delle imprese.

Dobbiamo far crescere il nostro modello di formazione professionale per renderlo appetibile e interessante per i giovani e per le famiglie.

Sulle lavoratrici e sui lavoratori è chiaro che l'impatto della pandemia c'è, c'è anche in Valle d'Aosta, soprattutto dobbiamo capire che impatto ci sarà nel medio periodo perché speriamo tutti che nell'immediato la ripartenza possa offrire occasioni di lavoro: stanno emergendo - anche qui da noi come in altri posti - le criticità del sistema, anche in termini contrattuali, di alcuni settori, in particolare nel campo del turismo, in particolare in quei settori basati sulla forte stagionalità e che non permettono a volte la stabilizzazione delle persone, ma anche quel rapporto di fiducia che nasce tra imprese e lavoratori.

Allora rispetto a questo dobbiamo da un lato far acquisire sempre più competenze, permettere alle persone di ritornare nel mondo del lavoro, migliorare gli enti di formazione ma, allo stesso tempo, dobbiamo pensare insieme alle forze sociali, in particolare i sindacati, a come intervenire in quelle situazioni che creano difficoltà al dare la stabilità nel tempo. Il piano non può che proporsi - e lo deve - di far crescere le sicurezze sociali perché le persone, in particolare i nostri giovani, possano sviluppare, durante il corso della loro vita, un percorso che permetta loro di vivere e - come tutti abbiamo potuto fare nel passato - di mettere in campo gli investimenti per costruirsi una casa e per darsi delle sicurezze.

Per quanto riguarda le imprese, ci sono settori che nella pandemia hanno avuto delle grosse difficoltà, altri che hanno invece avuto la capacità di assorbire alcuni effetti, addirittura rendendoli positivi; sul mondo delle imprese dobbiamo cercare di far sì che ci siano da un lato gli investimenti necessari perché possano svilupparsi - nella legge di domani daremo una prima risposta rispetto anche al sistema degli investimenti per rendere più competitivo tutto il settore - ma allo stesso tempo dobbiamo far sì che le imprese si sentano coinvolte dalla crescita della nostra economia e soprattutto che si sentano coinvolte in questa azione di rilancio, anche delle competenze delle persone.

Abbiamo bisogno di buone imprese in Valle d'Aosta, abbiamo bisogno di buoni lavoratori, abbiamo bisogno di mettere insieme questi due importanti fattori per far sì che l'occupazione sia stabile e sempre migliore. Investire nelle imprese è investire nella comunità, coinvolgere le imprese nello sviluppo e nei nostri percorsi ci permetterà e ci permette di essere sicuramente più resilienti nei confronti della crisi.

È ovvio che il capitale umano deve essere un interesse comune, il capitale umano è fatto dai lavoratori che devono essere oggetto di tutte le attenzioni per far sì che ci siano le strategie giuste a livello produttivo.

Negli scorsi giorni i abbiamo fatto insieme alcuni sopralluoghi in quegli impianti che a livello industriale sono fermi da tempo e anche su questi - seppur non faccia parte del piano delle politiche del lavoro - le riflessioni che sono iniziate devono tradursi in progetti concreti per rioccupare luoghi che a livello industriale sono fermi ormai da quindici vent'anni in Valle d'Aosta, quindi sono temi che debbono trovare delle risposte perché gli impianti improduttivi non producono né sviluppo né occupazione.

Infine una grande attenzione dovrà essere rivolta, soprattutto in questa fase di crisi, all'inclusione socio-lavorativa e alle fragilità.

In questo senso, come sempre purtroppo avviene, sono le persone più deboli che si trovano in difficoltà durante le crisi e a queste persone dobbiamo dedicare la maggiore attenzione per far sì che anche la coesione sociale sia l'elemento che unisce le azioni strategiche del piano delle politiche del lavoro. Ci sono in Valle d'Aosta numerosi enti, le forze sociali ci credono e - se n'è parlato alcuni giorni fa in occasione della discussione sull'agricoltura sociale, le fattorie sociali - ci sono tante associazioni che lavorano per l'inclusione socio-lavorativa.

Dobbiamo unire un po' tutti in questo progetto che si deve portare appresso i finanziamenti per la formazione ma soprattutto una nuova cultura da far nascere nel mondo dell'impresa e nella comunità.

Inclusione socio-lavorativa vuol dire investire tempo e energie da parte di tutti, ma vuol dire anche garantire una crescita sociale di tante famiglie e una maggiore dignità di tanti lavoratori.

Il piano esprime ovviamente delle sfide, degli obiettivi, tutti migliorabili e integrabili, ma anche per questo obiettivo inizia un percorso importante che andrà portato all'attenzione di tutti una volta che il piano sarà approvato.

L'aspetto più importante a mio avviso è che il piano trova già nella discussione di questo Consiglio regionale una risposta forte in termini d'investimento finanziario. Direi che, per la prima volta dopo tanti anni, si ritorna a veder finanziato il piano con risorse dirette da parte dell'Amministrazione regionale: nella legge aiuti Covid che discuteremo domani solo per il finanziamento del piano politiche del lavoro sono previsti 19 milioni di euro, ci sono poi le misure per quanto riguarda il lavoro, la Naspi e l'integrazione per coloro che in questo momento sono in cassa integrazione a integrazione reddito; questi finanziamenti vanno ben utilizzati per dare una risposta alle imprese più in crisi, ai lavoratori più fragili e vanno trovate delle soluzioni anche nuove, sperimentali.

Alcune le abbiamo già discusse all'interno del Consiglio delle politiche del lavoro, una su tutte è il progetto bon d'emploi, ma ce ne saranno altre. Dobbiamo provare a cambiare direzione rispetto a certi problemi che comunque ci sono, sui quali dobbiamo intervenire e dobbiamo appunto cercare di migliorare la situazione.

I centri dell'impiego ormai da più di un anno e mezzo sono oggetto di una riorganizzazione - di un potenziamento prima e di una riorganizzazione oggi - e si sta cercando di fare in modo che diano sempre migliori e più puntuali risposte in termini di servizio, che vivano in maniera innovativa e coraggiosa la sfida con gli enti che a livello privatistico danno risposte nel lavoro, quindi ci sono gli enti accreditati, ci sono gli enti di formazione.

I centri d'impiego devono essere un po' il fulcro di queste politiche; con gli enti privati che appunto lavorano in questa direzione bisogna avere la capacità di costruire una rete forte a protezione delle fragilità e a valorizzazione delle qualità e delle competenze, perché attraverso questa rete si possono costruire più opportunità, migliori opportunità, e, ovviamente, nel costruire queste opportunità bisogna intervenire sulla precarietà, sulla fragilità di certi settori contrattuali e sulla difficoltà che, anche in Valle d'Aosta, per esempio i giovani ancora trovano nell'inserirsi nel mondo del lavoro.

Ringrazio tutti quelli che hanno prodotto questo primo risultato, non è che un punto di partenza, ringrazio i colleghi del Consiglio che hanno lavorato e portato il loro contributo all'interno del Consiglio delle politiche del lavoro. Con l'approvazione del piano inizia un percorso che vedrà il coinvolgimento delle Commissioni nel Consiglio delle politiche del lavoro, perché ci saranno poi tutta una serie di delibere applicative di vari strumenti che dovranno essere oggetto di confronto e di discussione.

L'attenzione che deve essere data al lavoro, l'attenzione che deve essere data ai giovani, alle donne, l'attenzione che deve essere data a quelle persone che sono ormai in età avanzata ma hanno ancora da lavorare per arrivare alla pensione necessita di azioni che la politica, la buona politica che si sta cercando di fare, deve esprimere e deve avere il coraggio di portare avanti nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Da parte mia, nel presentare questo piano, presento un documento che è ovviamente come tutti i documenti perfettibile e migliorabile ma è l'inizio di un percorso per costruire delle migliori opportunità di crescita nel mondo del lavoro e di crescita sociale per la nostra regione.

Presidente - Apriamo la discussione generale. Consigliere Aggravi ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Semplicemente per aggiungere alcuni elementi alla discussione e per confermare il nostro pieno appoggio a questo documento, questo documento che, come ricordava l'Assessore, da tanto tempo doveva essere rinnovato, infatti quando ho avuto l'occasione di gestire la stessa delega dell'Assessore, mi sono trovato in una situazione in cui il piano era ormai più che vecchio.

Ben venga il fatto che finalmente oggi si possa avere uno strumento di programmazione che non serve soltanto a condurre un'analisi ferma e statica della situazione attuale, tra l'altro in un momento molto complesso che ci aprirà, purtroppo o per fortuna, a delle sorprese e a delle occasioni, perché nessuno sa di preciso cosa accadrà nei prossimi mesi, tenuto anche conto di quell'effetto che in parte abbiamo e avremo occasione di discutere relativamente a una misura, il blocco dei licenziamenti, che creerà dei contraccolpi soprattutto nel momento in cui la ripresa sarà più completa.

Uno strumento di programmazione che ovviamente, alcune sono già state citate, ha delle caratteristiche peculiari. Io vorrei soffermarmi in particolare su due-tre aspetti.

Il primo, quello della previsione di una modalità, di un'unità per la gestione delle crisi aziendali è un qualcosa che purtroppo ci interessa al di là del momento pandemico, al di là dell'attuale crisi. Lo abbiamo già visto, ci sono già stati degli esperimenti, delle sperimentazioni, di cui si è fatto tesoro e all'interno del piano appunto si prevede un modello che potrà essere utilizzato nel prosieguo; speriamo il meno possibile, ma comunque c'è.

Una politica attiva della formazione, come diceva giustamente l'Assessore, che spesso ha una problematica in più: siamo una realtà piccola, abbiamo dei numeri piccoli, ma abbiamo delle esigenze di formazione, spesso anche molto specialistiche. È complesso organizzare o comunque attirare l'offerta formativa di queste necessità e quindi vediamo con grande favore la politica dei voucher formativi, o comunque la possibilità d'integrare una formazione magari più generalista, più richiesta anche presso di noi con delle necessità specifiche di alcuni attori, tra l'altro ricordiamo che se vogliamo essere attrattivi è anche necessario giustamente permettere a realtà magari anche piccole ed estremamente specializzate e specialistiche di avere della manodopera e delle specializzazioni maggiori, tenuto anche conto che io penso che il progetto della zona franca della ricerca si colleghi direttamente con questo.

A questo punto ovviamente -voglio citarlo perché ne parleremo anche meglio domani con la discussione della legge Covid - anche la possibilità di sfruttare i voucher per l'utilizzo e la fruizione degli ITS: ovviamente spesso lo ricordiamo, sempre per un discorso di numero, da noi è complicato oggi pensare di avviare una filiera vera e propria della formazione in questo campo, ma possiamo sicuramente accedere ad altre realtà e sostenere appunto fruitori di questi importanti istituti - che tra l'altro sono stati citati non soltanto nel discorso di apertura del nuovo Governo Draghi ma soprattutto anche in altri momenti - che vanno sicuramente potenziati anche perché questa mattina abbiamo parlato di Unione Europea e l'Italia ha un gap notevole sulla potenzialità espressa da questi istituti.

È bene anche ricordare, e l'abbiamo fatto in seno al Consiglio politiche del lavoro, di dire: bene, abbiamo uno strumento di programmazione, abbiamo definito che cosa fare, servono le risorse e domani ci saranno, ma soprattutto è necessario fare un piano di attuazione e soprattutto definire dei meccanismi di monitoraggio, perché altrimenti il piano rimane statico e non attivo. Meccanismi di monitoraggio che devono anche servire, forse a maggior ragione in questa situazione, eventualmente a revisionare o aggiustare in corso d'opera un piano che potrebbe anche dover occuparsi di situazioni che oggi non sono state previste per effetto appunto di come andranno le cose nel prossimo breve periodo, io direi, perché sul medio sinceramente non so come si potrà evolvere il sistema e soprattutto il mercato del lavoro.

In ultimo, un aspetto di fondamentale importanza: si è anche spesso parlato - se non erro durante la discussione del DEFR - di una riforma della formazione professionale: ecco che qua tutto si deve legare, perché se da un lato abbiamo la necessità di conoscenze, di expertise e di risorse che possono essere impiegate in realtà produttive che già ci sono o che si insedieranno in Valle, vi è soprattutto la necessità di prevedere che i nostri giovani possano avere e fruire una formazione che gli consenta di essere competitivi non soltanto nel mercato locale, ma anche in generale nel mercato del lavoro e soprattutto, io direi, di dare più dignità e importanza alla formazione professionale, perché è inutile creare tutta una serie di specializzazioni o comunque di realtà formative che rimangono sulla carta e non danno un vero futuro alle persone e ai giovani... non lo dico in senso dispregiativo, lo dico in senso estremamente pratico, perché spesso e volentieri quella che viene chiamata formazione professionale nasconde delle specializzazioni e delle specificità importantissime che spesso dobbiamo poi recuperare secondo altri canali e in altre forme senza valorizzarle abbastanza; invece, a livello europeo e soprattutto - dipende come li vediamo - di diretti partner o competitor europei, ovviamente la situazione è ben diversa.

Penso ad esempio a un paragone che spesso viene fatto tra la realtà della Baviera e la realtà del Nord Italia: sono le due realtà europee più interconnesse dal punto di vista produttivo industriale, bene, è ora che la Valle d'Aosta si riproponga all'interno del sistema produttivo del Nord Italia come una realtà sicuramente di piccole dimensioni ma che può attirare delle specializzazioni e delle specialità particolari che possono ovviamente attrarre e produrre delle risorse competitive che possono derivare direttamente dai nostri giovani.

Ben venga l'approvazione di questo programma e sicuramente la nostra parte, come già abbiamo fatto in più occasioni con singole iniziative, ma ne parleremo poi domani, avverrà in questa aula, ma soprattutto in seno al Consiglio politiche del lavoro.

Presidente -. Consigliera Erika Guichardaz ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Solo per aggiungere alcuni elementi rispetto a questo piano che andiamo ad approvare oggi, un piano che mi vede per la prima volta partecipe in un Consiglio politiche del lavoro e, sinceramente, rinnovo i complimenti che ho già fatto all'assessore Bertschy, perché il clima collaborativo e partecipato di quel Consiglio fa sì che si arrivi secondo me a uno strumento che è un po' quello che il Consiglio aveva già elaborato in precedenza, perché noi siamo arrivati in una fase successiva dove i tavoli di lavoro erano già all'opera da tempo ma che ha visto da subito un gran fermento e una grande condivisione fra tutti.

È evidente che iniziative di questo tipo fanno sì che ci si possa poi trovare tutti - l'ha detto bene prima il consigliere Aggravi - un po' all'interno di quel piano; ognuno di noi ha in qualche modo contribuito a scriverlo e sicuramente non sfuggirà a nessuno che è uno strumento di programmazione importante che, come dico, vede coinvolte tante persone sotto il punto di vista sociale, perché, naturalmente, per le mie competenze mi sono più che altro rivolta al tavolo riferito agli svantaggiati o comunque alle persone in difficoltà, ma anche all'interno di quel tavolo c'è sempre stata una grande condivisione fra imprese, fra persone del mondo del volontariato, fra persone riferite ai sindacati.

È sicuramente un lavoro faticoso e bisogna rendere merito soprattutto ai dipendenti e ai dirigenti dell'Assessorato politiche del lavoro che in ogni riunione riescono comunque a portare sempre temi interessanti, si citava prima quello dei voucher formativi, ma altri temi sono stati affrontati nell'ultimo Consiglio politiche del lavoro, per far comprendere quanto lavoro stia dietro a questo strumento di programmazione.

Quindi, con rinnovata stima per il lavoro fatto e per la modalità di lavoro che viene adottata, il nostro Gruppo voterà a favore di questo piano.

Presidente - Altri? Consigliere Padovani ne ha facoltà.

Padovani (PCP) - Per unirmi innanzitutto ai complimenti che devono essere rivolti all'Assessore e ai colleghi per questo importante punto di partenza, come l'ha giustamente definito l'assessore Bertschy, punto di partenza dal quale si potrà sviluppare tutta quella serie di politiche che serviranno a risolvere le grandi questioni che colpiscono il mondo del lavoro anche in Valle d'Aosta.

Accolgo con favore la programmazione e il coordinamento che viene rappresentato in questo documento, perché penso che le buone politiche siano fatte programmando e coordinando il lavoro di tutte le strutture interessate e vorrei citare alcune delle questioni che sono in campo che riguardano certamente la Valle d'Aosta ma che sono questioni che riguardano il mondo del lavoro in generale, penso innanzitutto alla questione della sicurezza sul posto di lavoro, tema che giustamente è presente in questo piano e che in Italia vede numeri drammatici se pensiamo che a oggi, nel 2021, ci sono circa due morti al giorno sul posto di lavoro.

Penso anche alla questione della precarietà, precarietà che colpisce le giovani generazioni che vedono contratti, quando va bene, di sei mesi, quando va male di qualche settimana, ma che colpiscono sempre di più anche le fasce di età più avanzate.

Precarietà che ovviamente non permette alle persone - soprattutto ai giovani ma a tutte le persone di qualsiasi età - di pensare con tranquillità a ripartire, a crearsi un futuro che sia un futuro certo e sereno.

Penso anche alla questione drammatica dell'aumento dei Neet, dico drammatica perché pensare che ci siano persone, soprattutto persone in una fascia giovane di età, che non studiano e che rinunciano anche a cercare il lavoro, credo sia una questione davvero preoccupante e che vada indagata con un'attenzione particolare, perché la perdita di fiducia nel sistema e nella ricerca e nella costruzione di un futuro sia qualcosa di davvero devastante.

Penso anche alla questione di genere, alla questione del lavoro femminile e penso soprattutto al gap salariale fra lavoratori e lavoratrici che va anche qui indagato per capire quali sono i numeri valdostani e per provare a costruire una norma sulla falsariga di quello che ha giustamente approvato il Lazio qualche tempo fa, prima Regione in Italia ad approvare una legge che vada a colmare il gap salariale tra lavoratrici e lavoratori.

Penso anche che ci sia un'altra importante questione che è la questione del tempo di lavoro e del tempo dedicato alla famiglia, anche qui con favore vedo che in questo documento è ben rappresentato; soprattutto con questo documento di programmazione si potrà costruire tutta una serie di politiche che concilino il tempo di lavoro con il tempo dedicato alla famiglia e ultimo - ma non per importanza, ma perché ho provato ad andare in ordine come sono messi nel documento - la questione del lavoro e della disabilità, questione che ho vissuto sulla mia pelle e che vedo nel documento rappresentata come è in realtà.

Il collocamento mirato al momento è full, è saturo, perché una grandissima parte di aziende, quasi la totalità credo, è a posto con le percentuali obbligatorie e da quello credo al momento non si voglia discostare. Credo che sia da riformulare, da rivedere, da ri-immaginare una politica d'inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità che sia rispondente all'offerta di lavoro e quindi alle forze e alle competenze che ci sono in questi elenchi e alla domanda, magari cercando anche di costruire momenti di formazione e di rinnovamento delle competenze e delle capacità delle persone con disabilità che stanno cercando lavoro.

Per tutto questo credo che, come dicevo prima, come ha detto bene l'Assessore prima, questo sia un ottimo punto di partenza dal quale costruire una politica del lavoro che vada a colmare, che vada a cancellare tutte quelle grandissime criticità, a volte quei drammi, che attanagliano il mondo del lavoro anche in Valle d'Aosta.

Presidente - Non ci sono altre richieste, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Consigliere Rollandin è un po' in ritardo. Vuole intervenire o dichiarazione di voto? Vuole intervenire? No, interviene dopo. Per la replica l'Assessore Bertschy.

Bertschy (AV-SA) - Questa volta si poteva essere meno fiscali visto che gli interventi non erano stati così tanti. Grazie per gli interventi, che portano ovviamente il pensiero dei Gruppi. Le intenzioni sono quelle che abbiamo annunciato e l'atteggiamento politico che deve sviluppare questo piano è quello che l'ha accompagnato in questa fase di redazione e di costruzione. Bisogna lavorare sul tema delle politiche del lavoro, che non hanno colore politico, in maniera concertata, coinvolgente, cercando d'intervenire con puntualità rispetto alle priorità e con determinazione rispetto ai problemi.

Nei vari interventi sono stati ben sottolineati tutti gli aspetti che sono contenuti, in particolare gli strumenti che metteremo in campo dovranno essere innovativi proprio per supportare, a volte, i limiti dei nostri piccoli numeri e allo stesso tempo per dare a volte sviluppo a migliori risposte proprio grazie a questi piccoli numeri.

Faccio due esempi: se per gli ITS sarà importante sostenere non solo i costi di alloggio, di spostamento e di trasporto ma garantire delle premialità agli studenti che andranno a fare questi percorsi - e lo dovremo fare molte volte per percorsi che sono fuori dalla nostra regione -, dall'altra parte per i nostri piccoli numeri a volte invece potremo sicuramente individuare le risposte puntuali per le persone, perché una volta che riusciremo a fare un lavoro trasparente rispetto alle banche dati di iscrizione ai centri dell'impiego, che è quello che stiamo facendo in questo periodo, si potrà cercare addirittura di individuare dei percorsi individuali per il ritorno al lavoro e all'occupazione delle persone, garantendo loro dei percorsi di formazione più adatti e coerenti rispetto ai bisogni.

Quindi sì sia a un voucher a sostegno della formazione individuale, la sperimentazione entrerà in funzione già nei prossimi mesi, sia ai sostegni agli ITS; negli scorsi giorni ho incontrato l'assessora Chiorino della Regione Piemonte che rappresenta il loro sistema delle fondazioni e il loro sistema di ITS nel sostenere appunto una premialità, un'attenzione a costruire un'alleanza forte con quelle imprese che potranno dare una risposta alla formazione che i giovani andranno ad acquisire. Come ci siamo detti, ci sono imprese di qualità in Valle d'Aosta che sostengono anche in questo momento progetti di sviluppo e che richiedono al nostro tessuto sociale lavoratori con delle competenze per occupare quei posti di lavoro.

In generale l'attenzione dovrà essere data a tutte e quattro le sfide, con una rinnovata spinta verso il sistema dell'impresa. L'abbiamo detto - ci sono state anche in questo caso delle iniziative in aula - una delle difficoltà che la nostra comunità vive è quella del lavoro d'impresa, del lavoro individuale, del lavoro indipendente, quindi nel piano ci sarà anche una progettualità per sostenere l'imprenditoria, per formare il sistema delle imprese e per dare un sostegno in particolare a coloro che vorranno sfidare il mercato del lavoro con dei propri progetti e con delle proprie idee.

Nei prossimi giorni inizieremo a portare al confronto le delibere attuative e nei prossimi mesi bisognerà dare corso a questa progettualità che, insieme alle risorse messe a disposizione dalla prossima legge, vedrà tutte le risorse del fondo sociale già impegnate e che andremo ad impegnare per quanto riguarda il sostegno alla formazione e che fanno parte della coda di programmazione 14-21 e della nuova programmazione.

Grazie a tutti per la collaborazione e, ovviamente, un invito a continuare a collaborare ma soprattutto a lavorare insieme per dare delle risposte al mondo del lavoro.

Presidente - Vi sono dichiarazioni di voto? Se non vi sono dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione l'atto con l'allegato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 33

L'atto è approvato all'unanimità.