Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 652 del 27 maggio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 652/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno a richiedere al Ministro della Salute, in ragione dell'andamento del rischio epidemiologico, l'esclusione per l'intero territorio regionale o per porzioni dello stesso dell'applicazione delle limitazioni previste per la zona rossa e arancione".

Presidente - Passiamo al punto n. 61. Per l'illustrazione, il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Anche su questa mozione, che viene discussa ovviamente con ritardo, qualcuno potrebbe pensare che si discuta con ritardo e forse sia inutile questa discussione, invece inutile questa discussione non è.

Questa mozione riporta lo spirito che il nostro gruppo ha portato in aula, ovvero la richiesta di apertura, la richiesta di togliere la pesante cappa che era stata posta su questa regione, e chiede d'interpretare e di concretizzare il pensiero che la Lega ha portato sia in questa aula, durante tutti questi mesi di crisi, sia nelle aule parlamentari e del Governo combattendo contro chi, invece, vorrebbe continuare a chiudere, a cancellare le attività economiche sociali, a imporre il distanziamento sociale, a imporre il coprifuoco, perché forse così si è abituato ad avere un ruolo o forse perché fa tutto parte di un disegno che mira magari a disgregare un poco di più la nostra società e a rendere più sole le persone per essere più malleabili, chi lo sa, non voglio fare sicuramente il complottista, ma veniamo invece al testo della nostra mozione.

Come lei sa, Presidente, la nostra regione ha sfiorato la zona bianca il 20 febbraio, un tweet che ricordo sempre dell'assessore Caveri ci ha detto che l'ha sfiorata per un solo contagio, io non so quali conti abbia fatto ma immagino che, essendo suo compagno di Giunta, abbia informazioni di prima mano che io non ho, da quel momento però la situazione pandemica e la situazione relativa alle chiusure è andata sempre più peggiorando. Da quel momento in poi la regione non ha più visto la possibilità di riaperture fino a questa settimana.

È di tutta evidenza che questo grossissimo periodo nel quale è stata imposta una chiusura a tutte le attività economiche e sociali, al netto di tutte le eventuali proposte di riapertura, eventuali interpretazioni, eventuali ordinanze, ha chiesto, come dicevo prima, un tributo altissimo. È di tutta evidenza che abbiamo un territorio che differisce in maniera nettissima rispetto a tante altre realtà, molto probabilmente soltanto il Trentino ha una situazione che può essere considerata simile alla nostra, peccato però che qualche Provincia del Trentino possa usufruire di quegli articoli di legge che per quanto riguarda la nostra realtà sono stati giudicati costituzionalmente illegittimi, ma per loro no, perché probabilmente in quel momento i voti in Senato del Südtiroler Volkspartei servivano molto di più rispetto a quello dell'unico Senatore valdostano.

Ma, al netto di questo, dicevo che bisogna considerare, soprattutto in questo momento, quella che è la situazione. Siamo in zona gialla, tutti i dati ci dicono che il contagio è evidentemente in discesa, che la pandemia è in arretramento, che migliorano i dati sanitari, come ho già avuto modo di dirle in quest'aula pare ci sia una certa stagionalità e un certo ripetersi rispetto anche all'anno scorso, un certo riprodursi di quella che probabilmente può essere considerata una stagionalità e quindi che sia effetto diretto delle vaccinazioni, che sia effetto diretto delle misure di contenimento è difficile dirlo, anche perché se le misure di contenimento avessero avuto un'efficacia così certa, probabilmente la Valle d'Aosta che è stata a più riprese chiusa nelle misure di contenimento da febbraio in poi avrebbe avuto dati migliori e non saremmo arrivati quasi all'inizio di giugno con le riaperture, ma dobbiamo porre la nostra fiducia nel munifico Ministero della Sanità e nelle sue disposizioni e soprattutto dei Comitati Tecnici Scientifici che sono assurti a terza camera, una sorta di Chambre des Pères che decide del nostro futuro, però quello che interpretiamo con questa iniziativa è che al netto della stagionalità, al netto dei dati in miglioramento, al netto degli auspici di non vedere mai più una pesante cappa sulla nostra Valle così come sull'intero Paese, dobbiamo mantenere attiva l'attenzione e dobbiamo evitare gli errori fatti in passato, ovvero non porci l'eventualità che una cosa di questo tipo possa ripetersi in futuro.

Come possiamo farlo? Possiamo farlo utilizzando quelli che a oggi sono gli strumenti che le leggi mettono in campo.

Continuo dicendo che ho voluto fare anche una verifica di quello che per esempio lei, Presidente, ha scritto nelle sue ordinanze, motivando la nostra specificità. Lei ha scritto in una delle ultime ordinanze che la conformazione del territorio della Regione è caratterizzato da una pluralità di valli laterali che condiziona inevitabilmente la viabilità allungando i percorsi stradali, io avrei aggiunto evidentemente, ma questo differisce perché lei parlava di circolazione, che anche la pluralità di valli laterali e la minore antropizzazione di quelle vallate laterali un po' frena la diffusione del contagio. Lei scrive che in tutti i comuni della regione - escluso il capoluogo che conta comunque soltanto 34.052 abitanti - si ha una popolazione inferiore a 5 mila abitanti e in diversi comuni addirittura è inferiore a 100 abitanti, con una densità abitativa media dell'intera regione di 38 abitanti per km quadrato, e questo è sicuramente un dato su cui riflettere.

Scrive anche che nel territorio regionale non vi sono centri commerciali intesi quali strutture di vendita di medio-grandi dimensioni a destinazione specifica nelle quali siano inseriti più esercizi commerciali che usufruiscano di infrastrutture comuni e di spazi di servizio gestito unitariamente. Questo lei lo scrive per motivare gli spostamenti, anche qui però probabilmente questo serve anche a motivare una certa nostra specificità perché evidentemente una persona che vive in quelle che lei ha definito la pluralità di valli laterali, potrà trovare qualcosa, e giustamente magari dei generi alimentari di prima necessità nei negozi di paese, ed è bene che li trovi, però probabilmente non potrà trovare il grande elettrodomestico o il prodotto specifico che può servire all'abitazione, quindi avrà necessità di muoversi.

Scrive anche che i principali servizi regionali di natura commerciale e sociale amministrativa sono prevalentemente situati sul territorio comunale di Aosta e nei Comuni della cintura, quindi di fatto concentrando e integrando quello che noi le abbiamo spiegato in quest'aula a più riprese, ovvero che probabilmente Aosta e La Plaine sono evidentemente - adesso non saprei più o meno i calcoli - ma l'epicentro di 50-60 mila persone, quindi che possono vivere Aosta e cerchia, ma ci sono tutta un'altra serie di zone che rimangono nettamente meno antropizzate, nettamente meno frequentate, che sono meno soggette alla diffusione del contagio, agli assembramenti e a tutto quello che abbiamo imparato a conoscere in questa terribile pandemia.

Quello che secondo me non è stato affrontato e quello che avrebbe dovuto continuare a essere evidenziato era una disposizione che l'Assessorato alla sanità aveva adottato durante la prima fase della pandemia, ovvero la diffusione del contagio suddivisa per comune.

Questo non viene fatto, non viene vista plasticamente la diffusione del contagio suddivisa per comune, perché ci avrebbe permesso di illustrare a noi stessi e anche al di fuori che in alcuni comuni il contagio è zero, in alcuni comuni il contagio è minimale e quindi evidentemente trascurabile e non meritorio di misure di contenimento così nette perché, ricordiamocelo, se in un comune della Plaine ci fosse una diffusione altissima di contagio, in un comune situato in cima a una vallata laterale potrebbe esserci contagio zero, ma entrambi sarebbero sottoposti a misure di contenimento sicuramente molto forti e sicuramente molto ficcanti, come abbiamo purtroppo imparato da queste settimane.

Non trascuriamo nemmeno che alcuni dati all'inizio di questa pandemia facevano risultare per esempio alcuni piccoli comuni come sottoposti a un incredibile contagio, per il combinato disposto del fatto che la bassa antropizzazione dei comuni e la positività magari di una sola famiglia poteva far intendere, guardando semplicemente i dati di percentuale di contagio, come se ci fosse chissà quale diffusione, ma in realtà si trattava di una famiglia sola, magari soltanto di una sola persona, perché è chiaro che avere cento contagiati ad Aosta è diverso che avere un contagiato a Rhêmes, le percentuali direi che messe a confronto ci restituiscono una visione molto differente.

Aggiungo un'ultima premessa, lei ha già utilizzato queste modalità, cioè queste modalità che noi le stiamo chiedendo con l'approvazione di questa mozione lei le ha già approvate una volta: le ha chieste e ottenute - ovvero una deroga alle disposizioni di contenimento del contagio - per quanto riguarda lo svolgimento dell'attività della scuola.

Mi pare che lei abbia aderito - non vorrei sbagliare ma mi pare che sia così - abbia chiesto l'applicazione dell'articolo 33 se non sbaglio per quanto riguardava la scuola ma potrebbe essere anche quella del 38, adesso non mi ricordo, comunque o uno o l'altro lei l'ha chiesto e l'ha ottenuto, quindi noi abbiamo potuto tenere aperte le scuole anche se le disposizioni di contenimento alla pandemia ci imponevano il contrario.

Verificando, come dicevo prima, gli strumenti giuridici in nostro possesso e facendolo con un'ottica futura - oggi siamo in zona gialla e non c'è la possibilità di disapplicare le limitazioni, ci auguriamo che a breve vengano eliminate in toto le limitazioni alle attività - le chiediamo questo impegno per il futuro ed è un impegno che abbiamo voluto indicare in maniera molto precisa, come vede nelle premesse.

L'articolo 33 disciplina le limitazioni della cosiddetta zona arancione e il comma 2 recita: "Con ordinanza del Ministro della salute adottata ai sensi articolo 1 comma 16bis, quinto periodo del citato decreto legge n. 33/2020 di intesa con il Presidente della Regione interessata in ragione dell'andamento del rischio epidemiologico, certificato da cabina di regia di cui al Decreto del Ministro della salute 30 Aprile 2020, può essere in ogni momento prevista in relazione specifica e parte del territorio regionale l'esenzione dell'applicazione delle misure di cui agli articoli 35, 36 e 37".

Quindi richiamando l'articolo 33 possiamo chiedere la disapplicazione delle misure di contenimento della zona arancione.

L'articolo 38 invece disciplina le limitazioni della zona rossa e dice esattamente le stesse cose: "Può essere in ogni momento previsto in relazione a specifiche parti del territorio regionale l'esenzione dell'applicazione delle misure dall'articolo 40 al 48".

È evidente che noi oggi non sappiamo se vi saranno delle upgrade, delle modifiche, se i Dpcm verranno ritirati, se verranno modificate le norme eccetera, noi però ragioniamo su l'oggi per essere pronti al domani e quindi con questa mozione le chiediamo, Presidente, per il futuro, se si dovesse ripresentare la situazione che ovviamente ci auguriamo non si ripresenti mai - quindi l'applicazione nuovamente di zona arancione o zona rossa per la nostra regione - sulla base appunto di ragionamenti che abbiamo fatto - le vallate laterali, i dati differenti, l'assenza e la necessità di spostamento sul territorio regionale e quant'altro - di chiedere l'esclusione dell'applicazione delle imitazioni della cosiddetta zona arancione e zona rossa per l'intero territorio regionale o per alcune porzioni di territorio che i dati potranno consegnarci.

Presidente - Se qualcuno intende intervenire, nel caso si prenoti. Se non interviene nessuno chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa, per la replica il presidente della Regione Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Parto dall'auspicio che il collega Manfrin ha fatto - che credo condividiamo assolutamente tutti - cioè non avere più questa "cappa", uso le parole che ha usato lei, "sulla testa" e quindi di procedere verso un andamento definitivo della pandemia e che quindi l'andamento attuale e l'andamento che sicuramente ci sarà durante l'estate non abbiano da avere degli ulteriori peggioramenti o dei nuovi peggioramenti durante l'autunno.

I due commi del Dpcm del marzo 2021, a cui fa riferimento la mozione sono commi conosciuti, peraltro non sono neanche una novità di quest'ultimo Dpcm ma erano presenti già in alcuni Dpcm precedenti, ma è abbastanza chiaro, anche dall'illustrazione che lei stesso ha fatto, che questi articoli si confanno a delle realtà ovviamente diverse da quelle della Valle d'Aosta, ossia a delle situazioni territoriali più estese. La logica è quella che in una realtà territoriale di una regione con diverse provincie o comunque con una territorialità ovviamente diversa dalla nostra, la possibilità di avere delle zone dove l'andamento della pandemia è evidentemente e in maniera chiara diversa, quindi dove una classificazione, secondo i parametri, secondo le incidenze o secondo la classificazione di rischio, fanno ricadere intere regioni in una classe di rischio - ad esempio in una zona arancione piuttosto che in una zona rossa a seconda dell'articolo di riferimento 33 o 38 - questo articolato sostanzialmente permette, attraverso un accordo tra la Regione e il Ministero, di derogare su alcune aree che territorialmente hanno, in maniera evidente, un'incidenza o comunque una situazione pandemica migliore, questa è la logica.

Questo oggettivamente in Valle d'Aosta è un poco difficile se non impossibile che avvenga, ma per tante ragioni. In realtà i dati sui comuni sono dati che abbiamo, che analizziamo giornalmente, non li abbiamo più resi pubblici perché probabilmente non di particolare interesse per l'opinione pubblica ma sulle analisi puntuali che facciamo giornalmente questi dati sono attenzionati, ma sono attenzionati soprattutto per valutare se ci siano delle necessità d'intervento per mitigare la diffusione, quindi se ci siano dei focolai importanti in determinati comuni, bisogna valutare sempre l'opportunità, eventualmente, di cercare di limitare la diffusione di questi focolai, quindi ipotizzando anche l'inserimento di zone rosse specifiche o meno.

Nel primo lockdown, quindi parlo dell'anno scorso, c'erano state alcune realtà, alcuni comuni e alcune zone che possiamo chiamare "Covid free", dove effettivamente c'era una diffusione molto relativa del contagio, in realtà da novembre a oggi devo dire che l'andamento dei contagi è stato abbastanza omogeneo su tutto il territorio regionale e questo è un po' a conferma anche di questa difficoltà di settorializzare delle zone o isolare parti del territorio, rendendole in qualche modo indenni o comunque in una situazione molto migliore; ma questa - e vengo anche a quello che diceva lei relativamente agli spostamenti - è un po' una situazione, se vogliamo, paradossale, se vogliamo metterla così, perché se noi avessimo comunque delle situazioni "Covid free" o comunque bianche, come viene comunemente indicato adesso come parametro, dovremmo isolare queste zone anche rispetto agli spostamenti e questo è in contraddizione rispetto a quello che abbiamo sempre portato avanti nelle ordinanze, cioè lasciare una libertà sostanzialmente completa su tutto il territorio regionale ma proprio per quello che diceva lei, per il fatto che le nostre realtà, soprattutto le vallate laterali, sono in una situazione non di isolamento ma comunque nella necessità di avere dei servizi che nelle vallate non ci sono, penso ad esempio una farmacia piuttosto che lei parlava di grandi elettrodomestici eccetera.

La necessità di uno spostamento su tutto il territorio l'abbiamo sempre sostenuta come una motivazione addirittura in zona rossa per necessità. In zona arancione abbiamo tolto la limitazione di spostamento anche per necessità, sostanzialmente si sono tolti i controlli e le frontiere diciamo così di spostamento tra comuni in zona arancione, in zona rossa abbiamo sempre detto: "Per necessità ti sposti sostanzialmente dove vuoi, perché la tua finalità è quella di una necessità che può essere l'acquisto di un elettrodomestico o la farmacia se nella tua vallata non c'è".

Questa è la motivazione per la quale una settorializzazione in Valle d'Aosta sostanzialmente è praticamente impossibile.

Anche l'apertura delle scuole a cui lei faceva riferimento nel momento in cui eravamo in zona rossa credo dopo Pasqua e avevamo anticipato il rientro a scuola degli alunni in presenza nelle superiori, questa era stata una forzatura che avevamo fatto un po' come per quella dell'apertura delle attività di ristorazione al chiuso, oppure l'attività dei dehors la scorsa settimana quando eravamo arancioni, non è legata a un'intesa trovata con il Governo, ancorché ci sia stata, abbiamo tentato di ottenerla, ma di fatto non c'è stata, quindi avevamo fatto una forzatura come forzature sono state le ultime ordinanze - anche se non piacciono a Lavy, ma me ne faccio una ragione - però non erano relative all'articolo 33 o all'articolo 38, che riguardano invece proprio la zonizzazione a livello di territorio.

Quindi per queste motivazioni la mozione, così come è stata presentata, per noi non è accoglibile, quindi chiederei il ritiro, sennò ci asterremo.

Presidente - Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Io non credo che questo Dpcm sia stato previsto per zone diverse dalla Valle d'Aosta, anzi, è proprio dalla specificità della Valle d'Aosta che noi possiamo trarre i benefici che questi articoli presentano per il nostro territorio.

Lei ci ha detto che non avete reso noti i dati ma li avete: Non dubitavo che aveste i dati suddivisi per comune. Avete provato, per esempio - visto che lei mi dice che non si può fare una zonizzazione, che è difficile - a fare una valutazione dei dati aggregati per un intero comune? Perché sarebbe interessante, sono aggregazioni esistenti e io credo che ci sarebbero Unités des Communes che sarebbero incredibilmente basse come dati di diffusione del contagio, quindi penso che sia completamente sbagliato dire che questa legge non si può applicare perché si riferisce a specifiche parti del territorio regionale, e io poi mi procurerò i dati per avere uno specchietto e dei dati certi, io credo che invece la possibilità debba essere concessa.

Certo, mi auguro che non debba essere mai discusso questo capitolo, mai più, mi auguro che mai più vengano poste queste limitazioni, mi auguro che mai più si debba impedire alle persone di uscire di casa, si debba impedire alle persone di comprare qualcosa al supermercato, si debba impedire a un bambino di fare sport e di andare a scuola, mi auguro che mai più accadano cose di questo tipo, ma è bene essere preparati.

L'anno scorso abbiamo chiuso il Consiglio nella convinzione che poi non avremmo più avuto da discutere sul tema e invece ci siamo trovati qui a discutere del tema.

Quindi, meglio essere preparati: Non condivido le sue valutazioni, Presidente, ritengo che invece una comunicazione preventiva di quella che sarà la nostra intenzione di affrontare eventuali colpi di coda della pandemia sia importante, ritengo che dare delle rassicurazioni ai Valdostani sia importante; se voi non le volete dare ve ne assumete la responsabilità, noi invece riteniamo che, così come stiamo facendo al Governo nazionale, anche a livello regionale vogliamo combattere qualsiasi ulteriore pericolo di chiusura e voteremo convintamente questa mozione.

Presidente - Se non vi sono dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione la risoluzione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti : 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin).

La mozione non è approvata.