Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1086 del 7 novembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1086/XV - Approvazione di mozione: "Impegno per la sospensione della caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 29 colleghi possiamo iniziare i lavori. Siamo al punto n. 32 dell'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Questa è un'iniziativa che ha un forte carattere simbolico, si tratta di tutelare degli animali il cui ecosistema è stravolto dai cambiamenti climatici. Raccogliamo l'appello che da molti, da troppi anni Legambiente e altre associazioni lanciano a difesa di due specie a rischio di estinzione: la lepre variabile e la pernice bianca.

Quanto alla pernice bianca, la LIPU denuncia che in tutta Italia ne rimangono dalle 5000 alle 8000 coppie. La pernice è il simbolo stesso dell'alta quota, della natura incontaminata ma anche delle minacce dei cambiamenti climatici in corso. Trattasi di relitti artici, così sono definite queste specie, della zona polare sospinte a sud dall'ultima glaciazione, rimaste isolate sulle Alpi quando i ghiacciai hanno cominciato a ritirarsi, parliamo di forse 12 mila anni fa. Più di altre specie stanno soffrendo le conseguenze del riscaldamento climatico trovandosi in una situazione oggettiva di perdita del proprio habitat e quindi a maggiore rischio di estinzione a livello locale. La pernice bianca e la lepre variabile potrebbero diventare presto il simbolo di una grande sconfitta per tutti, anche per quelli per i quali che la difesa della biodiversità non è certo il loro problema. Devono affrontare poi la pratica dell'Héliski su cui anche in Valle d'Aosta ci sarebbe molto da fare e appunto la caccia e già vedo alcuni colleghi con la bava alla bocca pensando a una pernice al forno anche se torniamo dal pranzo... Voglio precisare che così, anche per iniziare bene il pomeriggio, essendo cresciuta a pane e marmotta, conosco molto da vicino l'ambiente dei cacciatori, in particolare quelli della Valpelline a cui già a 15 anni consigliavo di cimentarsi con la caccia fotografica per evidenziare tutta la loro bravura, anziché con il fucile a pallettoni. Le associazioni ambientaliste in cui mi riconosco comunque chiedono questa moratoria da tempo e quest'anno l'assessore Chatrian ha pure dichiarato di condividere lo spirito della richiesta ma non c'era più tempo per modificare il calendario venatorio 2019/2020.

ADU VDA, insieme al collega Vesan, che ringrazio di cuore, intende aiutare non solo gli ambientalisti e naturalmente gli animali di cui stiamo parlando ma anche l'assessore Chatrian e spero che gradisca il nostro sostegno. Chiediamo infatti alla politica di prendersi questa volta per tempo, di avviare qui e ora il procedimento per la moratoria in modo che il prossimo anno non si possa dire che è troppo tardi. Questo, dicevamo, è un provvedimento simbolico non solo perché riguarda numeri limitatissimi di animali ma anche di cacciatori. Lo evidenziamo per chi fosse più interessato a mantenere i voti di una categoria specifica di elettori a detrimento del bene comune perché a noi pare davvero immorale accanirsi contro due specie in estinzione perché qualcuno non sa come divertirsi oppure perché ha una parete vuota in salotto dove vuole metterci un bel trofeo per vantarsi con gli amici perché, come dice in questo caso non Aristotele ma un saggio proverbio popolare: "nessuno conta tante balle quanto il cacciatore a valle". Come per il lupo, anche in questo caso chiediamo che prima si approfondiscano gli studi, si capisca come gestire il patrimonio faunistico e poi, dopo un periodo di tempo congruo, si valuti consapevolmente l'eventuale ipotesi del prelievo, che poi si usano questi bei termini ma prelievo vuol dire uccisione.

È poi appena il caso di sottolineare che questo tipo di caccia non trova nemmeno la falsa giustificazione del contenimento di un qualche ipotetico danno alle attività rurali valdostane o alla fauna ittica com'è stato scritto da qualche burlone per il lupo. La nostra ci sembra essere una proposta di buon senso, una moratoria per consentire di studiare innanzitutto lo stato di conservazione delle due specie in un momento di problematiche e trasformazioni ambientali e climatiche.

Con questa mozione quindi sostanzialmente cosa chiediamo? Domandiamo di assumere gli opportuni provvedimenti affinché sia immediatamente sospesa la caccia della pernice bianca e della lepre variabile fino all'effettuazione di un adeguato studio scientifico finalizzato alla definizione dell'attuale stato sia quantitativo che qualitativo delle due specie e comunque per un periodo di almeno cinque stagioni venatorie e poi a voler relazionare in sede di Conferenza dei Capigruppo - noi abbiamo messo la Conferenza dei Capigruppo perché in III Commissione non sono rappresentati tutti i gruppi politici, quindi abbiamo avuto questa idea -, entro 90 giorni dall'approvazione di questa mozione, sullo stato appunto di attuazione del provvedimento.

Presidente - Sempre in illustrazione perché sono due i relatori, quindi la parola al collega Vesan prima di aprire la discussione.

Vesan (M5S) - Ancora solo due piccole puntualizzazioni sulla situazione della lepre variabile e della pernice bianca. Stiamo parlando di capi presenti sul nostro territorio veramente in numeri particolarmente esigui, talmente esigui che fatichiamo anche a trovare il riferimento sul sito della Regione. Gli studi sulle specie legati agli abbattimenti venatori non sono, purtroppo, tanto aggiornati, sappiamo che l'Assessore si è impegnato a portare avanti la risoluzione di questo ritardo ma tuttora il piano venatorio vigente regionale è datato 2008/2012 e quindi sono ben sette anni che non viene aggiornato. La verifica dei piani di prelievo presente sul sito è aggiornata al 2015, non solo, ma il calendario venatorio su queste specie naturalmente dice che i tetti degli abbattimenti saranno definiti al termine dei censimenti, ma al tempo stesso ribadisce che un censimento della popolazione, per esempio, della lepre variabile sul territorio valdostano è assolutamente di difficile attuazione. È quindi veramente molto limitante un censimento fatto in pochi giorni dall'approvazione del calendario, che vi ricordo avviene nel corso dell'estate e il mese di settembre in cui l'attività venatoria inizia. I numeri comunque sono i seguenti: in Valle d'Aosta il tetto degli abbattimenti su queste due specie esiste ed è di 15 capi sull'intero territorio regionale per la lepre variabile e 8 capi di pernice bianca sempre sull'intero territorio regionale. Abbiamo visto un aggiornamento al 16 ottobre, che purtroppo non è sul sito regionale ma c'è sul sito del Comitato venatorio - che sostanzialmente è l'associazione che rappresenta i cacciatori valdostani - e abbiamo visto che questo dato non era stato raggiunto se non in minima parte per la lepre variabile, credo fossimo al 40 percento, mentre i capi della pernice bianca erano stati abbattuti all'88 percento, nel senso che rimaneva una sola pernice bianca ancora cacciabile. Nei tre settori della Valle d'Aosta, Alta Valle, Media Valle e Bassa Valle i capi abbattuti avevano superato addirittura la consistenza prevista dagli abbattimenti: per esempio, in Alta Valle dov'è consentito di cacciarne due, ne sono state cacciate solo tre, probabilmente perché due sono state beccate lo stesso giorno grazie al fatto che comunque il nostro calendario consente a ogni cacciatore di cacciare ben 2 pernici bianche. Stiamo parlando di animali che non sono in pericolo di estinzione perché in Scandinavia, nella zona del circolo polare, queste specie sono comunque sufficientemente rappresentate. Il problema, che è riscontrato sia da studi fatti in Alto Adige che in Svizzera, è legato al fatto che sono effettivamente degli animali presenti sulle Alpi in modo residuale, sono un relitto glaciale, sono rimasti qui insieme all'ultima glaciazione e la scomparsa dell'innevamento, che è quello che garantisce a entrambi la possibilità di mimetizzarsi... la loro situazione di sopravvivenza è particolarmente delicata sull'arco alpino e quindi rischiamo, se non prendiamo dei provvedimenti seri, di non permettere di far vedere mai più ai nostri figli e nipoti queste due specie all'interno del nostro territorio. Nessuno chiede l'eliminazione della caccia di queste due specie: quello che chiediamo è il tempo per garantire a queste specie di riuscire a ripopolare, invece di continuare a calare, le nostre montagne e di fare uno studio approfondito su che cosa si può e si deve fare per garantire la sopravvivenza nel territorio della Valle d'Aosta di queste due specie.

In ultimo solo un accenno goliardico sui dati sulla consistenza faunistica all'interno del territorio regionale: il nostro sito ha un'apposita pagina che si chiama "Consistenza faunistica" all'interno della quale ci sono solo due rimandi: il primo è una foto gallery con delle bellissime foto della fauna valdostana, raccomando a tutti di guardarle, e un secondo che si chiama "Gipeto", è aggiornato credo solo al 2012, però su questa specie siamo tranquilli perché abbiamo dei nuovi rappresentanti anche molto vicino a noi.

Presidente - Apriamo la discussione generale. La parola al collega Nogara.

Nogara (AV) - Il mio non sarà un intervento pro o contro la chiusura o l'apertura della caccia a queste specie, tra l'altro, queste bellissime specie presenti qui in Valle d'Aosta. È curioso però sentire dire dalla collega Pulz che occorre mantenere queste specie e poi sentirla dire che è cresciuta a pane e marmotta, e la marmotta è un animale particolarmente protetto ma il fatto è che si predica bene ma si razzola male come sempre. Io poi effettivamente non sono mai stato un cacciatore, anzi, ho sempre lavorato in un settore a tutela di questi animali.

Per quanto riguarda i dati sui prelievi, chiaramente bisogna parlare di caccia perché sono due animali che si possono cacciare qui in Valle d'Aosta. Per quanto mi ricordo, si cerca sempre, poi che sia il numero di 8, di 10, di 3, di 20... per esempio, per le pernici si cerca sempre di chiudere la caccia in anticipo e penso che questo sia il risultato, perché, da come ha detto lei, quest'anno ne hanno ammazzata una in meno, ma probabilmente non è perché non ce n'era più, è che si è chiusa prima la caccia per non permettere di superare il tetto, e questo succede anche con la lepre bianca. Non è questo il problema però: il problema, secondo me, è che non dobbiamo essere qui in un'Aula del Consiglio regionale a decidere se bisogna chiudere o tenere aperta la caccia alla pernice bianca, piuttosto il Consiglio regionale - e io su questo sono perfettamente d'accordo - può chiedere degli studi approfonditi per sapere la consistenza di questi animali sul nostro territorio regionale. Non solo, anche se sembrerà che io voglia tirare l'acqua al mio mulino, come Presidente della III Commissione, sarei anche molto interessato a fare delle audizioni delle commissioni per capire qual è la situazione in Valle d'Aosta, perché alla fine tutti parlano, tutti sono degli specialisti, tutti parlano di animali, sanno tutto su questo ma non si sa, si sa poco.

Tra l'altro, il fatto di sospendere immediatamente la caccia... adesso è sospesa la caccia a questi animali, non si può cacciare fino al prossimo anno e io penso che in un anno si abbia tutto il tempo per poter discutere e parlare. Poi se si vede che non si arriva a una definizione, se si vede che non si arriva a una conclusione, si può al limite su dati parziali chiedere di chiudere, o di limitare, o di fare cose del genere perché d'emblée adesso è di moda parlare di lupi e piantare la bandierona dove si vuol piantare, io dico che bisognerebbe lasciare fare un po' più ai tecnici del settore, piuttosto che ergersi come specialisti della fauna o specialisti di un po' tutto. Io proporrei - è una mia proposta - effettivamente di uscire con una richiesta forte per poter immediatamente partire con degli studi su questi animali, la consistenza che c'è in Regione in alta montagna - perché questi animali vivono in alta montagna - e parallelamente mettere in piedi anche in III Commissione un percorso per capire se prendere delle iniziative del genere... se siano giuste o sbagliate... ma neanche giuste o sbagliate, quali sono le iniziative da prendere. Io altro non avrei da aggiungere.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Approfitto di questo mio intervento per dichiarare la mia posizione favorevole a questa iniziativa, è una posizione personale, mi sembra finanche blanda ciò che dice la mozione. Per quanto mi riguarda, come ebbi modo di dire nell'intervento sulla legge sulla caccia approvata nel 2017, io sono contrario alla caccia, completamente contrario, per me non si dovrebbe fare nessuno studio, semplicemente non si dovrebbe cacciare. Ammetto che ci sono specie che andrebbero sicuramente cacciate ma non parlo di esseri con quattro zampe ma solo con due. Ammetto che dovrebbe essere fatto senza esclusione di colpi e possibilmente se queste persone poi indossano giacca e cravatta, sarebbe anche meglio, così ci chiariamo definitivamente su quali sono i bersagli preferiti per quanto riguarda la caccia che ammetterei. Per tutto il resto credo che non si debba cacciare; questo perché? Perché, come ebbi modo di dire già in passato, penso che se uno va sul mercato, si compra tutta la carne che vuole e non c'è bisogno di andare in giro a sparare; poi uno potrebbe dire: "ma come fai a essere contrario alla caccia e poi a consumare carne?". Io perlomeno non mangio quella di marmotta, non l'ho mai mangiata, neanche di scoiattolo o di qualunque altro essere... Ieri abbiamo votato un qualcosa che diceva che si è favorevoli al consumo di carne purché consapevole: "consapevole" vuol dire che non gli sparo, per esempio, per mangiarlo. Poi qui si raggiunge l'eccesso in questa regione che alla fine sparando sparando si spara alle specie protette. Allora, per quanto mi riguarda, sottolineo la posizione personale, che non è cambiata da allora ad oggi: io sono contrario alla caccia, quindi sono favorevole a questa mozione che è finanche blanda, io semplicemente direi: basta caccia.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Intervengo per esprimere la mia personale condivisione per la mozione presentata dai colleghi. Io non sono favorevole alla caccia, men che meno a quella ai soggetti a due gambe perché mi sembra di più un'istigazione all'omicidio, ma, detto ciò, è noto - e lo hanno ricordato nelle premesse i colleghi - che le due specie di cui si sta discutendo sono in via di estinzione limitatamente all'arco alpino. Ci hanno spiegato bene che a livello dei Paesi nordici non è così ma sulle Alpi la situazione è questa. Considerato dunque il loro futuro così precario, mi sembra quanto meno inopportuno pensare di continuare a cacciarle sul nostro territorio. A mia conoscenza tutte le Regioni alpine italiane e straniere, tranne la Provincia di Bolzano, hanno escluso la lepre variabile e la pernice bianca dalla lista delle specie cacciabili. Nella nostra regione i cacciatori con permesso C, i soli che possono cacciare le pernici bianche e le lepri variabili, sono circa 50, generalmente di età avanzata, sono dei pensionati immagino con molto tempo a disposizione. I periodi di caccia di questi animali, secondo le informazioni che io sono riuscita a raccogliere, vanno dal 2 ottobre al 30 novembre, ci sono quindi nove settimane a disposizione con un massimo di cinque giornate a settimana, il che fa un totale di 45 giornate. Anche supponendo prudenzialmente che se ne utilizzi soltanto un terzo, sono comunque 15 giornate che, moltiplicate per 50 cacciatori, fanno un totale di 750 giornate a stagione venatoria. Sempre i dati che sono riuscita a reperire, dicono che le pernici bianche abbattute sono state 12 nel 2016, 14 nel 2017 e 9 nel 2018; per quanto riguarda le lepri, 9 esemplari nel 2016, 19 nel 2017 e 9 nel 2018. Questo vuol dire che nelle 750 giornate di caccia presumibili si abbatte una media triennale di 12 capi a stagione venatoria sia per la pernice, sia per la lepre variabile. A qualcuno 12 capi possono sembrare pochi ma se si considera che si tratta di animali su questo territorio, come su tutto l'arco alpino, a rischio estinzione, a mio avviso il dato è al contrario significativo. Pertanto ritengo che sia opportuno, come richiede la mozione, sospendere la caccia in attesa di questi studi scientifici adeguati che sono stati richiesti. Mi sembra semplicemente un'operazione di buon senso fuori da qualsiasi volontà di avere posizioni che possono essere considerate più o meno estremiste.

Presidente - Altri? La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Ho apprezzato l'intervento del collega Cognetta perché non ha cambiato idea rispetto a due anni fa. Voglio cercare di avere un approccio non di pancia ma piuttosto tecnico, non da cacciatore, ma scinderei le due problematiche, cioè vale a dire pernice bianca da una parte, carne C, e quella sulla lepre variabile, carne B. Perché dico questo? Perché sulla pernice bianca, benché sia stato evidenziato dai due relatori della mozione che è in via di estinzione, ciò non è vero perché la caccia della pernice bianca in Valle d'Aosta viene monitorata da tempo, ogni anno vengono fatti due censimenti di cui uno in estate e uno in primavera, quello in estate per conoscere il successo riproduttivo, quindi è monitorato. I prelievi che vengono fatti e, come avete giustamente detto, i numeri sono molto esigui ma è una questione di principio, vengono prelevati in funzione al numero degli avvistamenti durante i censimenti. Il censimento avviene sul 20 percento del territorio valdostano, quindi capite che c'è una franchigia grandissima, oltre a questo, se poi ci aggiungiamo anche i territori delle ZPS, delle ACS e dei parchi, capite che i prelievi sono proprio irrisori, ricordando che comunque sia la caccia alla pernice, sia la caccia alla lepre variabile è una tradizione. Con questo quindi non voglio dire che non si debbano fare gli opportuni approfondimenti ma che questi ultimi possono essere fatti a caccia aperta. Dico questo perché proprio in un recente incontro pubblico in Biblioteca regionale, e il titolo del tema della serata era: "La pernice bianca", il dottor Massimo Bocca ha affermato che lo stato di questo galliforme alpino a medio termine non desta preoccupazioni sull'arco alpino, si vede quindi che abbiamo diversi... quindi ben vengano gli approfondimenti ma non la chiusura della caccia.

Passo alla lepre variabile, che, come ho detto, è una tradizione e così ricordo alla collega Pulz, che è stata tirata su a marmotte, che nel 1972 il prelievo delle lepri variabili in Valle era di 421 esemplari, quindi i dati ci sono. Quello delle marmotte dove la caccia è stata chiusa 1777, le faccio un ragionamento se vuole da cacciatore, ad oggi non mi sembra che le marmotte arrivino in Piazza Chanoux, eppure non le cacciamo più, anzi sono diminuite rispetto ad allora. Facciamo un approfondimento anche su questo...

(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

... sì, avete ragione, le ha mangiate tutte la Consigliera Pulz... dopodiché nel 1995 ricordo che è cambiata la tipologia di prelievo, si è andati verso una caccia di selezione, i prelievi nel 1995, parlo di lepre variabile stavolta, sono stati di 64 nel 1995. Ad oggi, e qui rischio di ripetermi perché lo ha già anticipato giustamente il collega Vesan dando dei dati giusti... nel carnet dell'anno scorso, quindi parlo dell'annualità venatoria del 2017/2018, gli abbattimenti sulla lepre variabile erano di 30 capi così suddivisi: 10 capi in Alta Valle, 15 in Media Valle e 5 capi in Bassa Valle. Ad oggi è ancora diminuito il prelievo della lepre variabile; perché? Perché da parte anche del mondo venatorio non c'è un approccio che si voglia estinguere le specie, tutt'altro, si vogliono mantenere. L'ambiente, il territorio è a modello per i cacciatori, quindi non voglio farne anche una discussione su caccia sì, caccia no, però principalmente l'approccio è identico, c'è una metodologia diversa, tipo quella di ieri: "5 G, noi non lo vogliamo, facciano pure i test da altre parti". Noi invece diciamo: facciamo la caccia, continuiamo con la caccia e facciamo gli approfondimenti del caso, poi saranno i primi i cacciatori, se la specie è in estinzione, a chiedere di non andare più a caccia di quella specie. Mi creda, questo è evidente. Da parte del mondo venatorio vi è quindi tutta la disponibilità a fare censimenti, a procurare dati e via dicendo, ma non mi sembra giusto e logico ad oggi di chiedere con questa mozione di sospendere o comunque di chiudere per 5 anni quella tipologia di specie, anche perché io dico proprio tecnicamente: "ma perché 5 anni?". Prima facciamo gli approfondimenti, magari bisognerà poi chiuderla per molto più tempo o magari bisognerà aumentare i tetti di abbattimento. Capite quindi che questa mozione è un po' una mozione di pancia. Capisco il ragionamento che ha fatto il collega Cognetta, è contro la caccia, lo dice, ma non è un approccio scientifico e tecnico. Mi sembra di essere stato più che tecnico, ho cercato di avere un approccio scientifico se vuole collega Pulz.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Mi sorprende per una volta dover ammettere di essere d'accordo con il collega Bianchi. Io credo che potremo segnare sul calendario questa fortunata coincidenza ma, al di là delle battute, credo che quello che un po' ci accomuna è proprio il ragionamento che parte sulla base dei dati che noi abbiamo a disposizione. Effettivamente, ripeto, è stato anticipato tutto ma credo che probabilmente ci siamo abbeverati alla stessa fonte, nel senso che abbiamo chiesto sia i dati disponibili che si trovano da parte della Regione sia ai diretti interessati, ovvero a chi quella caccia la conduce... i dati relativi a queste due tipologie. Effettivamente quello che emerge è esattamente questo dato, cioè la necessità... e ripeto che anche da questo punto di vista siamo disponibilissimi a fare tutti gli approfondimenti necessari, perché è evidente che approfondire un tema e chiedere i dati significa conoscere al meglio e il metodo scientifico di approfondimento non teme di approfondire appunto le questioni. Ad oggi con i dati che abbiamo effettivamente non si può parlare né di estinzione della specie, né di carenza di esemplari e questo è testimoniato in più dal fatto che per esempio... effettivamente io avevo qua i dati della tabella dei prelievi annuali e stiamo effettivamente parlando di numeri molto ridotti: la lepre variabile per la stagione venatoria 2019/2020 è autorizzata per 6 esemplari in totale e per la pernice bianca invece parliamo di 7 esemplari.

Abbiamo verificato anche, per esempio, sulla questione lupo ci è stato detto che è difficile avere dei dati precisi sulle stime numeriche ma facciamo una stima, come ama dire l'Assessore Marzi, spannometrica, ovvero se all'apertura della stagione le quote, parlo, per esempio, della pernice bianca, sono state raggiunte in una settimana, il che vuol dire tre giorni di caccia, e parliamo appunto di 7 esemplari, mentre il calendario prevede due mesi di apertura, significa che gli esemplari ci sono e che non sono una rarità. Stesso dato può riportarsi per la caccia alla lepre variabile che peraltro ci hanno detto essere una caccia molto difficile perché le prede sono molto più piccole rispetto alle lepri grigie e perché è una caccia che si svolge prevalentemente in alte quote ed è, come giustamente ha anche sollevato il collega Bianchi o forse anche la collega Minelli, un tipo di caccia amata dalla vecchia generazione di cacciatori, per cui si è raggiunto il totale, per esempio, nella Bassa Valle con due esemplari catturati a Gaby anche questi nella prima settimana, mentre nell'Alta Valle rimangono ancora degli esemplari, perché appunto è una caccia molto difficoltosa, bisogna camminare molto e le prede non sono di questa grande consistenza. Da questo punto di vista, quindi effettivamente siamo assolutamente disponibili a fare tutti gli approfondimenti del caso.

Chiudo con una piccola osservazione: effettivamente è stato fatto l'esempio delle marmotte ma qui ho visto nell'impegnativa che si chiede di fermare per cinque stagioni venatorie, a partire dalla prossima, la caccia di questi esemplari e mi hanno, per esempio, evidenziato i dati del Parco di Mont Avic, che a caccia ferma ha mantenuto la costanza degli animali, quindi ovviamente la popolazione non è cambiata, è rimasta sostanzialmente identica a quando è stata chiusa. Anche questo quindi ci fa comprendere che la caccia influisce poco ma probabilmente deve essere perché i cacciatori in primis sono coloro che se vogliono cacciare, chiaramente devono trovare delle prede e non hanno alcun interesse nel fare uno sterminio, né un'estinzione degli esemplari esistenti.

Chiudo con una cosa un po' curiosa perché effettivamente mentre mi preparavo a questa iniziativa, mentre verificavo un po' di dati, mi sono imbattuto in una delibera di Giunta, che ho trovato un po' curiosa, abbiamo parlato fino ad ora di 6 esemplari per quanto riguarda la lepre variabile e di 7 pernici bianche che hanno sollevato questa necessità di chiudere la caccia. Io ho trovato questa delibera di Giunta, che è la n. 1081 del 2 agosto 2019, con la quale si autorizza l'abbattimento di 600 ghiandaie all'anno per 5 anni e in cui si autorizza, ovviamente tramite l'utilizzo di fucile e quant'altro, l'abbattimento di 300 cornacchie grigie, nere e ibridi e gazze all'anno, anche qui per 5 anni, il che farebbe per 5 anni 4500 esemplari. Mi sono stupito che nessuno abbia sollevato questa incongruenza dei numeri, cioè da una parte abbiamo degli animali che mangiano delle mele e dei semini e quindi per questo ne vengono abbattuti 4500, dall'altra parte abbiamo una caccia autorizzata su 6-7 esemplari e invece si solleva il problema. Ho trovato un po' stridenti questi due dati, quindi spero di aver fornito anche uno spunto di riflessione a quest'Aula.

Presidente - Altri in discussione generale? Ha chiesto la parola il collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Ho ascoltato con attenzione gli interventi precedenti e devo dire che effettivamente se da un lato non si vuole arrivare a discutere in modo più ampio del concetto di caccia, dell'esercizio della stessa o meno, quindi di aspetti che coinvolgono anche sfumature etiche se vogliamo - e sono dibattiti che comunque ci sono già stati a lungo sia a livello nazionale che a livello regionale -, in ogni caso questo tipo di mozione, questo tipo di impegno che viene richiesto al Governo necessariamente deve coinvolgere comunque anche questo discorso di tipo un pochino più ampio. Vorrei sgomberare subito il campo da ogni dubbio, nel senso che mi pare che la collega Pulz abbia un pochino adombrato, mettendo già un po' le mani avanti, quello che potrebbe essere l'atteggiamento di alcuni di noi dicendo che magari qualcuno avrebbe potuto anche appoggiare la tesi opposta alla sua perché ha un interesse elettorale o comunque di consenso. Questa tesi è smentita proprio dal fatto che la stessa collega Minelli, che è pure sulla stessa linea della collega Pulz, ci ha detto che poi alla fine chi va a cacciare questo tipo di animali è ormai una persona di una certa età e si tratta di circa una cinquantina di persone, quindi sicuramente se qualcuno deve pensare o preoccuparsi del consenso, semmai sarebbe molto più semplice e demagogico fare il contrario e quindi appoggiare la teoria opposta. Allora, proprio perché a me piace spesso andare controcorrente, dico esattamente il contrario e cioè che se vogliamo affrontare discorsi come questi - poi arriverò più ai temi più tecnici che sono stati già affrontati dai colleghi Bianchi e Manfrin -, dobbiamo chiarirci su un fatto, cioè apprezzo il collega Cognetta, il quale dice: "per me caccia basta, non sto più a guardare quanti, come e perché, non mi interessa, per me non ci deve essere la caccia ", benissimo, questo è un atteggiamento correttissimo, ma io non ho questa stessa opinione, perché mi piace sempre battermi quando posso ed esprimere le mie opinioni contro in generale l'ipocrisia, cioè se diciamo che non dobbiamo più cacciare, non dobbiamo neanche più macellare gli animali, non dobbiamo più andare nei supermercati e passeggiare nei reparti dove ci sono cadaveri ovunque, perché i pezzi di carne che siano di bovino, che di altri animali: di coniglio, di pollo o di pesce, sono comunque cadaveri. Quindi o prendiamo questa decisione e diventiamo tutti vegetariani oppure dobbiamo cercare di tollerare anche chi magari ha una passione un po' diversa dalla nostra, a me non piace il pugilato, per esempio, ma non è che faccio le battaglie per sospendere il pugilato o quelli che si danno delle gran mazzate dappertutto su un ring, che a volte sembra più una gabbia per animali che un luogo dove si esercita uno sport, quindi questo è nella natura delle cose.

Per quanto riguarda poi il discorso più generale, secondo me, forse un animale, se proprio dovesse scegliere di morire per cause non naturali, preferirebbe essere sparato che morire dissanguato e sgozzato da qualcuno che noi invece attualmente tolleriamo che faccia questo anche qui da noi, e questo io lo ritengo veramente inaccettabile. Questo quindi è il discorso di evitare le ipocrisie, cerchiamo di essere corretti, entriamo quindi nel tema un pochino più tecnico. Io sono figlio di cacciatore, non sono cacciatore, non ho mai ammazzato nessun animale, forse qualche mosca ma accidentalmente - con grande rammarico peraltro di mio padre che ormai non c'è più, ma ricordo che si lamentava di questo fatto, l'ho accompagnato anche a volte a caccia ma non ho mai apprezzato l'attività venatoria -, però rispetto chi invece ha questa passione. Allora so bene quindi, per esperienza diretta tutto sommato, che i cacciatori sono i primi amanti della natura, del territorio, perché un cacciatore che estingue gli animali che va a cacciare è come colui che si taglia il ramo su cui sta seduto perché è evidente che sarebbe piuttosto controproducente e ampiamente stupido. In genere quindi il cacciatore è un amante, un tutore dell'ambiente.

Per quanto riguarda il discorso specifico proprio della lepre variabile e della pernice bianca, a quanto pare, a parte i prelievi che sono veramente molto limitati come ha detto anche il collega Manfrin con i numeri, sono animali che nel nostro territorio probabilmente, proprio grazie a quest'attività di tutela che è stata fatta, di monitoraggio, di censimenti continui, non sono in via di estinzione. Il prelievo quindi è sempre commisurato - o l'abbattimento se la collega Pulz preferisce i termini meno demagogici e meno ipocriti - ai censimenti, che, collega Vesan, non si fanno in inverno naturalmente, si fanno in primavera, come ha detto anche il collega Bianchi, perché ci sono le nidiate, si fanno in estate perché è vicino al momento in cui aprirà la caccia, per sapere quanti animali ci sono di perché su è quella base che poi si stabilirà il tetto degli abbattimenti, quindi è normale che sia così. Io quindi credo che dobbiamo veramente uscire dalle solite ipocrisie, il nostro territorio è ben monitorato, i nostri cacciatori sono persone responsabili che fanno e partecipano a tutti questi monitoraggi e a questi censimenti perché è il loro stesso interesse, sono persone che hanno una passione che possiamo anche non condividere ma che dobbiamo rispettare.

Un'ultima annotazione su un'imprecisione della collega Minelli, le giornate massime a settimana non sono cinque ma sono tre per l'esattezza, non si può andare più di tre volte e non cinque. Poi possono andare quante volte vogliono perché io mi ricordo che molte volte mio papà tornava a casa con dei funghi nella borsa e non con delle vittime, quindi era solo passione, vi assicuro.

Presidente - Altri? Chiudiamo la discussione generale. La parola per la replica all'assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - Ho ascoltato con grande interesse il dibattito principalmente per un motivo: buona parte dei colleghi non solo si sono documentati ma ci sono posizioni e emozioni che si coltivano nella propria famiglia, nel proprio paese, nella propria comunità e dall'altra quel vivere, comunque quel conoscere il nostro territorio, condivido con chi oggi ha detto... ma non per sottovalutare o mettere troppo in evidenza, sono veramente i principali conoscitori del nostro territorio e io penso che i nostri cacciatori, al di là poi di essere una presenza comunque importante, di creare delle condizioni nel volontariato, nell'essere presenti sul nostro territorio ambientalmente ci stanno dando comunque una mano a mantenerlo. Io penso che solo chi ha partecipato o partecipa con loro alle attività, che non sono solo quelle di caccia, possono sentire queste emozioni, queste sensazioni. Dall'altra parte ho incontrato qualche settimana fa un gruppettino di Legambiente proprio su questo argomento - lo diceva prima anche la collega - al quale ho detto: "voi venite a propormi di chiudere la caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile", "sì, perché solo a Bolzano si può ancora..." ma forse non è che il merito - non è mio il merito - del piano faunistico, il merito del piano di gestione, il merito comunque di aver controllato una specie che non è in estinzione, tranne che in altre regioni, ci porta probabilmente - perché no? - a rivedere o a non rivedere... ma che alla base ci deve essere un supporto di natura scientifica, di natura tecnica. Collega Pulz, lei ne fa praticamente dieci volte al giorno una bandiera che, prima di prendere delle posizioni, bisogna avere un dato tecnico, un dato scientifico, ma qui la scienza ci dice di andare in un'altra direzione rispetto a quella che ci dice lei. Allora io le pongo non questo quesito ma le faccio una proposta, nel senso che l'Amministrazione regionale da qualche mese ha incaricato perché vuole rivedere, aggiornare il piano faunistico, allora perché mettere il carro davanti ai buoi? Perché dire: "no, stop a tutto per 5 anni e poi vedremo"? Andiamo a vedere le carte dal punto di vista scientifico, andiamo a vedere cosa succede in Valle d'Aosta per queste due specie, andiamo a vedere la questione del cambiamento climatico e chiediamoci il perché queste due specie in Valle d'Aosta ci sono ancora nonostante il piano di gestione, il piano faunistico e i cambiamenti climatici... abbiamo le montagne più alte d'Europa, ci sarà una prima risposta, che non è la mia risposta: è la risposta delle nostre montagne, della nostra altitudine, della nostra posizione. Al di là di quello, io penso che sia importante un bel posizionamento della commissione, dove forse c'è più tempo, c'è più spazio per entrare nel merito, e nel dettaglio avere delle forti basi di natura tecnico-scientifica. Dico questo perché le due specie sono particolarmente adattate ai climi freddi, riescono a sopravvivere alle difficili condizioni degli ambienti alpini e artici. Le loro caratteristiche morfologiche e le loro strategie comportamentali consentono loro di ripararsi dal freddo e ridurre al minimo il dispendio energetico soprattutto in inverno. Una caratteristica singolare che accomuna le due specie è il diformismo stagionale grazie al quale gli animali, cambiando la muta e il piumaggio ai fini mimetici, si presentano scuri in estate e bianchi d'inverno. Ho ascoltato attentamente anche degli interventi di natura scientifica, tecnica, io non sono un tecnico ma dobbiamo avere dei tecnici che ci aiutino o a legiferare, o a posizionarci, o a modificare il piano faunistico. Secondo i principali organismi europei di protezione della natura, si tratta di specie vulnerabili con uno stato di conservazione sfavorevole soprattutto per quanto riguarda la pernice bianca. Fra i fattori responsabili di questa situazione rientrano a pieno titolo i cambiamenti climatici, come vi dicevo poc'anzi, che influiscono con particolare intensità sugli ambienti montani. Queste specie sono particolarmente sensibili al ritardato innevamento, che causa problemi di mimetismo, e all'innalzamento della temperatura al di sopra del range ideale per le specie.

Gli studi e le ricerche effettuate sull'arco alpino hanno evidenziato che accanto ai cambiamenti climatici un forte impatto sulla conservazione di queste specie è dato dalle attività antropiche, con particolare riferimento alle varie attività, detto da diversi di voi. Un altro impatto è costituito ovviamente dal prelievo venatorio se non con un percorso tecnico, scientifico e di controllo, che è alla base di qualsiasi mantenimento della specie, perché stiamo parlando di mantenimento della specie. I censimenti effettuati ogni anno per la pernice bianca e la stima della consistenza desunta da indici di presenza per la lepre variabile fanno ritenere che la situazione delle due specie in Valle d'Aosta sia meno preoccupante rispetto ad altri contesti alpini. Questi sono i dati, non sono chiacchiere, sono dati di natura scientifica. Non dimentichiamo che il 60 percento del territorio valdostano - ecco perché è una delle prime risposte - è posto al di sopra dei 2 mila metri di altitudine e, purtroppo, non è facile monitorare e studiare queste due specie a causa dei difficili ambienti che frequentano e delle loro abitudini di vita. Molti dei dati che servono per il monitoraggio e lo studio della pernice bianca e della lepre variabile sono ottenuti grazie ai censimenti estivi effettuati con i cacciatori e i loro cani e dagli animali abbattuti in periodo venatorio. È per questo motivo che, anche in relazione alla discreta situazione delle popolazioni regionali, sinora si è deciso di continuare a effettuare un prelievo molto limitato, estremamente cautelativo rispetto ai dati di presenza delle popolazioni, quindi asticella bassa, limite basso e i dati stanno dando ragione alle due specie in questione.

Quest'anno la proposta del tetto di prelievo della pernice bianca fissato in 8 capi è stato sottoposto al parere dell'ISPRA perché, utilizzo ridendo des deux l'une: ogni tanto vi interessa avere il parere dell'ISPRA e ogni tanto no. Il posizionamento del parere dell'ISPRA c'è, è chiaro, tecnicamente è stato valutato... e si è espresso - non so se ne siete a conoscenza - favorevolmente in quanto ha ritenuto il piano di prelievo valdostano sostenibile dalle caratteristiche demografiche delle popolazioni; al fine di non superare il tetto di prelievo, la caccia alla pernice bianca quest'anno è stata chiusa il 10 ottobre 2019 al raggiungimento dei 7 capi. Per quanto attiene invece alla lepre variabile, il tetto di prelievo è stabilito dal calendario venatorio ed è pari alla media degli abbattimenti degli ultimi cinque anni. Per la corrente stagione venatoria esso è stato determinato in 15 animali, si tratta di numeri sicuramente molto più bassi della mortalità annua della specie. L'impatto dell'attività venatoria su questa specie in Valle d'Aosta risulta basso, anche in relazione al numero di cacciatori che praticano questo tipo di caccia. Diciamo due numeri così almeno i colleghi tutti hanno contezza: in tutta la regione ci sono circa 60 cacciatori alla pernice bianca e agli altri galliformi alpini e 99 cacciatori alla lepre, questi sono i numeri ad oggi aggiornati.

Lo dicevo in premessa: abbiamo deciso di aggiornare il piano regionale faunistico, vorremmo particolare attenzione a tutte le specie, io penso che ci sia modo, tempo e spazio sia per confrontarci in commissione, sia eventualmente per apportare delle modifiche, delle soluzioni, delle indicazioni e delle integrazioni, tenendo però ben precisa una cosa che penso sia la cosa più importante: quella di garantire non solo la nostra biodiversità ma garantire comunque, per il tramite di un buon piano aggiornato e integrato, il sistema Valle d'Aosta dal punto di vista faunistico. Io penso che sia quella la sfida e l'equilibrio più interessante e anche più bello e non invece un approccio di natura ogni tanto ideologica, ogni tanto talebana, ogni tanto da piantare la bandierina... quindi utilizziamoli sempre i tecnici e poi il legislatore che abbia tutte le informazioni utili per potersi posizionare, decidere per poi deliberare. Dopo questo dibattito vi chiederei di ritirare la vostra mozione...

(interruzione di un consigliere, fuori microfono)

... perché, mettendo il carro davanti ai buoi... come dire? da una parte il legislatore ha incaricato dei tecnici per rivedere il piano... i dati ci stanno dicendo certe cose? Affrontiamoli nelle sedi opportune e poi ognuno sarà giustamente libero di potersi posizionare ma a fronte di strumenti di natura tecnica scientifica. È solo un invito; se così non fosse, per quanto riguarda la maggioranza, noi ci asterremo sulla vostra proposta.

Presidente -La parola alla collega Pulz per la replica.

Pulz (ADU VDA) - Ringraziamo tutti gli intervenuti, in particolare la collega Minelli, che finalmente riconosco per come l'avevo conosciuta in impegno civico, mi fa molto piacere, e il collega Nogara, che probabilmente mi dà meno anni di quelli che ho, quindi lo ringrazio, perché io sono cresciuta a pane e marmotta quando la caccia alla marmotta, purtroppo, non era ancora vietata, perché devo ammettere che c'è un'etica anche tra i cacciatori e le leggi spiegano chiaramente che cosa possono fare e che cosa è bracconaggio e il bracconaggio è reato, bisogna proprio dirlo forte.

Noi che poi siamo cresciuti dopo tutte queste marmotte come ambientalisti, ci sentiamo di ribadire che da anni le associazioni chiedono studi scientifici proprio su queste due specie e anche una moratoria, perché è inutile e anche poco galante studiare queste specie e allo stesso tempo sparare loro in fronte "perché è una bella tradizione", come diceva il collega Bianchi, ma quale tradizione, scusate, quella del bacino di voti? Noi vogliamo comunque difendere il nostro approccio perché il nostro approccio è scientifico perché prima si monitora un fenomeno, poi lo si valuta e quindi si capisce se proseguire quella caccia oppure no e in questo lasso di tempo la caccia va sospesa. Voi invece volete continuare - chi di voi l'ha detto, non tutti per fortuna -a cacciare specie che sulle Alpi sono in grande crisi, noi non stiamo in Scandinavia. Poi mi chiedo anche cosa diremo ai ragazzi del Fridays For future? Diremo che, visto che ci sono i cambiamenti climatici, come loro ci ricordano, noi diamo la dolce morte a questi animali, come diceva il collega prima.

Assessore, poi mi permetto anche di dire che mi pareva dai giornali - forse ho letto male - che lei avesse preso una posizione chiara in merito sui media e la coerenza, come ben sa, a noi sembra un grande valore e siamo sicuri che lo sia anche per lei. Non ritiriamo quindi la mozione con l'accordo del collega Vesan, non so se poi il collega vuole aggiungere qualcosa, comunque chiediamo di metterla ai voti.

Presidente - In replica la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Non vorrei metterla dal punto di vista della passione e dello schieramento fra due versioni contrapposte fra cacciatori e anticaccia perché mi sembrano posizioni estremistiche e che non portano in nessuna buona direzione, però conosco abbastanza bene queste due specie, non abbastanza da ergermi specialista o da tecnico, ma ho guardato qualche numero sui dati valdostani sulla caccia a queste specie, perché purtroppo il piano non è aggiornato ma riporta dati e statistiche. Negli anni Settanta non esisteva un tetto per gli abbattimenti, di lepre variabile se ne abbattevano in Valle d'Aosta anche oltre 400 all'anno, nel 1973 470 capi. Sempre negli anni Settanta, gli abbattimenti di pernice bianca erano consistenti, avevano una fortissima variazione stagionale anche allora, ma, per esempio, nel 1979 - non stiamo parlando di un'era geologica fa, stiamo parlando di un periodo in cui non c'erano i tetti per gli abbattimenti - venivano abbattuti oltre 400 capi di pernice bianca sul territorio della Valle d'Aosta. Che cos'è successo negli anni a venire in cui comunque non esisteva un tetto per l'abbattimento di queste specie? Ad esempio, nel 1993, a 20 anni di distanza, la lepre variabile si era ridotta a circa 100 capi abbattuti, sempre senza tetto, quelli che vengono presi, i cacciatori erano liberi di andare, di prendere allora tutte quelle che riuscivano, c'era un numero di capi a cacciatore ma comunque non c'era un tetto per la specie. Dal 1990 in poi, cioè solo 11 anni dopo i 400 capi, i prelievi di pernice bianca erano inferiori ai 120 capi e da allora sono sempre calati.

Adesso vorrei parlare del fatto che dobbiamo fidarci dei tecnici, "abbiamo i tecnici e solo loro decidono", io negli anni Novanta ero membro della Consulta faunistica regionale come rappresentante di associazioni ambientaliste e il tetto dei capi, sia sulla pernice bianca che sulla lepre variabile, è stato inserito in quegli anni su nostra proposta e dei cacciatori, perché sì, è vero, abbiamo dovuto insistere un po' come associazioni ambientaliste, ma siamo riusciti a trovare, per fortuna, terreno fertile soprattutto nei cacciatori, più che nei tecnici e nei rappresentanti della Regione, per introdurre finalmente questo tetto, che è stato messo subito in maniera quasi ridicola, perché è stato messo naturalmente un tetto più alto degli animali che si riuscivano a prendere, che però man mano, una volta fatto il precedente, siamo riusciti a ridimensionare. Per intenderci, stiamo parlando di abbattimenti che con l'introduzione dei tetti sono scesi per la pernice bianca nel 1999 a un numero sempre inferiore ai 40 esemplari all'anno. Per quello che riguarda la lepre variabile, il tetto che subito era stato messo, se non ricordo male, a 80 capi, è sceso rapidamente, perché anche i cacciatori e i tecnici finalmente si sono accorti che bisognava intervenire, e il tetto è sceso sotto i 55. Stiamo parlando di numeri ancora relativamente alti e stiamo parlando di dati relativi alla fine degli anni Novanta. A cosa siamo arrivati oggi? Siamo arrivati a un abbattimento di capi in numero di sei per la lepre variabile nell'intera stagione, con un tetto di quindici non raggiunto peraltro e sette per quello che riguarda la pernice bianca. Qualcuno che non voleva ergersi a specialista ha detto: "è stata chiusa perché si è raggiunto il numero dei capi". No, il numero dei capi è stato raggiunto solo in alcune circoscrizioni venatorie, il numero dei capi in valore assoluto naturalmente non è stato raggiunto e la caccia non è stata chiusa fino al termine della stagione. Si poteva ancora prendere l'ultima pernice bianca, è andata bene a quella pernice bianca perché non è stata presa.

Quello però che chiediamo noi con questa nostra mozione non è che non si deve più andare a caccia, se qualcuno l'ha intesa in questa direzione, l'ha intesa sicuramente in modo sbagliato, il collega Cognetta ha evidenziato effettivamente che la nostra mozione non era sufficientemente contraria alla caccia. Questa mozione è finalizzata a dire che abbattere 13 animali su un territorio di 3200 chilometri quadrati per garantire il divertimento di 150 cacciatori, la soddisfazione che traggono questi Signori magari un po' anziani e che lo fanno fondamentalmente per tradizione è compensata dal danno che facciamo a questi animali? Danno che in realtà non abbiamo perché tutti hanno parlato di censimenti dettagliati e approfonditi... ma sono due specie in cui tutti i lavori scientifici sui censimenti evidenziano il fatto che questi ultimi hanno dei margini di errore molto consistenti. Quello che chiediamo quindi è una moratoria e la realizzazione dello studio all'interno di questa moratoria che ci permette non solo di valutare la consistenza della specie ma solo sospendendo la caccia ci permette di valutare qual è l'incidenza della caccia su questa specie, solo non cacciandoli possiamo capire se il fatto di cacciarli o non cacciarli permette una crescita della specie o no. Se 150 cacciatori continuano a frequentare le nostre praterie alpine oltre i 2500 metri cercando di prendere questi animali, forse il dato scientifico sulle capacità di ripresa di queste specie sul nostro territorio non sarà così attendibile. Se anche questa sembra una posizione... come ha detto l'Assessore? Ideologica? Di pancia? Ecco, talebana, anti scientifica, mettiamola come vogliamo... i numeri li abbiamo detti, non sono numeri inventati da noi, sono numeri presenti sul piano faunistico della Regione, che confidiamo sia aggiornato in modo più approfondito di modo che ci permetta di avere dei dati più significativi ma i tetti abbiamo continuato a calarli perché la consistenza è continuata a calare. Vogliamo provare a vedere se la consistenza riusciamo a farla aumentare con una moratoria, nessuno ha detto di vietare la caccia, nessuno ha detto che diventano come la marmotta e nessuno potrà mai più cacciarli. Proviamo a vedere se riusciamo a ripopolare le nostre Alpi di questi due animali che sono preziosi. Io amo dilettarmi in alpinismo e camminare in montagna e le pochissime volte che li ho incontrati è stata per me un'emozione bellissima.

Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il collega Nogara per dichiarazione di voto.

Nogara (AV) - Voglio solo fare una precisazione su quello che ha appena detto il collega Vesan, ci ha sempre parlato di dati sugli abbattimenti, lei ha fatto tutto un excursus degli anni sugli abbattimenti. Adesso gli abbattimenti vengono fatti per una media degli ultimi cinque anni, perciò potrebbe aumentare il numero di pernici bianche all'infinito ma se continuiamo a mantenere questo... il numero degli abbattimenti rimarrà sempre lo stesso. Non è attendibile perciò quello che ha detto, era attendibile forse negli anni passati quando non c'era il tetto, allora si diceva: "tutto quello che si abbatte si porta a casa", ma da quando c'è la regolazione che si dice la media degli ultimi cinque anni, e ormai gli ultimi cinque anni sono passati, noi tutti gli anni avremo una media che sarà intorno ai cinque, otto, sei, sette, a prescindere dal fatto che aumentino o diminuiscano le pernici bianche. Questo è l'esempio che le volevo fare, perciò se una volta il calcolo, come dice lei, poteva darle un'indicazione perché diceva: "io l'anno scorso ne ho ammazzati cento, quest'anno ottanta, quest'anno sessanta"... diminuiscono, c'erano meno possibilità, adesso no, adesso possono aumentare, ma comunque quel numero di abbattimento è sempre lo stesso, perché, mantenendo gli ultimi cinque anni, sarà sempre quel numero che va dai sei ai cinque, agli otto esemplari.

Io però volevo ribadire una cosa - adesso non so chi l'ha detto -, come ha detto anche lei, non è che qua si è pro o contro la caccia: qui si tratta di avere dei dati per capire effettivamente qual è la popolazione di questi due animali qui in Valle d'Aosta, perché quanto è stato detto prima... e io l'ho vissuto perché ho vissuto proprio il passaggio quando si è fermata la caccia alla marmotta, effettivamente per i primi 3-4 anni c'è stato di nuovo un incremento della marmotta ovunque, nei 10 anni successivi c'è stata una drastica diminuzione della marmotta e adesso abbiamo dei numeri come quando la marmotta si cacciava. Probabilmente era un'autoregolazione che hanno anche gli animali, lo dico da neofita, credo sia così, perché adesso non è che ci sia un'invasione terrificante di marmotte su tutto il territorio della nostra regione, ce n'è come ce n'era una volta. Allora io dico è giusto, dobbiamo studiare e non do quella grandissima importanza agli specialisti, do anche una grande importanza a chi ha sempre lavorato sul territorio e all'esperienza sia di cacciatori, sia di forestali, di tutti quelli che hanno lavorato sul territorio con i tecnici, io penso che alla fine si arrivi a un qualcosa di veramente valido, e questo si può benissimo incominciare a fare ed è auspicabile che si faccia.

Presidente - Altri per dichiarazione di voto? La parola al collega Peinetti.

Peinetti (UV) - Grazie per l'interessante dibattito che ancora una volta dimostra che se ci si confronta in maniera più o meno civile, vengono fuori dei concetti interessanti. Io credo, collega Pulz, che il dato più interessante che emerge da questa discussione sia che l'essere a favore o contro una categoria può voler dire cercare di prendere i voti di quella categoria, se ho capito bene il ragionamento. Ora, qui stanno succedendo dei problemi perché il collega Manfrin è d'accordo con Bianchi, io sono d'accordo con Sammaritani, per cui non vorrei che fosse tutta una roba difficile da capire, quindi io credo che se uno vuole fare una captatio benevolentiae, sceglie la parte che teoricamente dovrebbe essere più numerosa. Io penso che in questo caso bisogna essere ragionevoli, allora io sono assolutamente favorevole al fatto che si faccia un approfondimento su questi temi in commissione e si invitino gli esperti a dirci come sta veramente la situazione. Noi siamo probabilmente un po' abituati ad avere un atteggiamento un po' caricaturale nei confronti del cacciatore, che è una figura che sicuramente è cambiata nel corso degli anni, guardo l'amico Bianchi, che è un rappresentante di questa categoria, e oggi è una categoria che fa da monitoraggio anche del territorio ed è una delle categorie che è più interessata di tutti a mantenere il territorio in una certa condizione. Ora, io non sono un cacciatore e non lo sono mai stato, credo che però, rispetto alle diverse possibilità di esprimere la propria indole, debba essere mantenuta all'interno delle regole e qui le regole credo che siano molto chiare. Fissare delle regole è un dato fondamentale e credo che i cacciatori abbiano in questo senso tutto l'interesse a farlo.

L'ultima battuta è su quello che ha detto il collega Cognetta che normalmente fa degli interventi che ogni tanto apprezzo devo dire, questa volta ne ho apprezzato solo un pezzo perché, per il pezzo in cui si dice che spara alle persone che hanno la cravatta e a due gambe, forse le è scappata un po' la mano... credo sia stata una battuta un po' infelice perché uno può anche pensare diversamente dall'altro, però si possono usare altri metodi che non quelli della caccia.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Rifugiamo gli estremismi, non mi appartengono, sono contrario alla caccia e in sei anni non ho fatto un'iniziativa contro la caccia, perché, se fossi un estremista, dovrei stare qui a massacrare su questo argomento finché basta e invece non l'ho mai fatto. Sono intervenuto due volte, questa è la seconda, in cui è arrivato l'argomento caccia qui, altrimenti non se ne parla. È una mia opinione personale, lo sottolineo, forse, collega Peinetti, non le è piaciuto il fatto del riferimento ai politici perché io intendevo proprio i politici, però anche su questo devo dire che forse la battuta è infelice, forse non le è piaciuta, forse è quello che è, ma ho interpretato il sentimento di tantissime persone fuori di qua e forse anche di qualcuno di quello che sta qua, perché a un certo punto, quando giustamente avete fatto notare che girare con il carrello in mezzo ai cadaveri è una cosa brutta, che poi alla fine uno dovrebbe essere coerente e tutte queste cose meravigliose... ma questo che c'entra con il fatto che uno dice: "io sono contrario alla caccia"? Ma è estremista dire: "io sono contrario alla caccia"? Ma perché è estremista dire: "io sono favorevole alla caccia"? No, allora io sono contrario. È un'opinione.

Detto questo, io mangio la carne, l'ho dichiarato ieri, ho anche votato ieri, l'ho spiegato anche nel primo intervento, il pesce mi piace, lo mangio anche più volentieri della carne; qual è il problema? Dico solo... si caccia il camoscio? Quando voglio mangiare, c'è nel supermercato la carne, la compro... il problema sono i politici direi, perché poi alla fine bisogna combattere anche le battaglie che si vincono e portare qui una legge che dice: "abroghiamo la caccia" non avrebbe nessun senso. Allora una persona che ha un minimo di... dice... io esprimo la mia opinione e non serve neanche mettere bandiere perché, volessi mettere bandiere, farei altri tipi di azioni fuori di qui, invece non voglio mettere nessuna bandiera, ho espresso la mia opinione, ho spiegato perché voto così e tutto qua. Se poi volete definire come estremismo questo o il fatto che ogni tanto penso che qualche politico dovrebbe essere passato per le armi, questa è un'opinione personale, però è estremismo anche questo? Non lo so, parliamone, vogliamo vedere di cosa parlano fuori quando si rapportano ai politici? Volete leggere un po' di Facebook? Perché quando certi discorsi che facciamo qui sulle reazioni, su quello che viene scritto e detto su ognuno di noi, e non solo qui, anche a livello nazionale, nelle altre Regioni e così via, ma di cosa stiamo parlando? Ci dobbiamo nascondere dietro al dito come al solito? Allora molto semplicemente ho espresso un'opinione, ho fatto una battuta, non le è piaciuta, la prossima volta ne farò una più carina, cercherò di venire più incontro ai suoi gusti, oppure non la farò e dirò semplicemente che sono contrario alla caccia.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Outing lo faccio anch'io, io sono contrario alla presenza del lupo in Valle d'Aosta e così è detto chiaramente. Detto questo, però bisogna pur convivere in questa società, abbiamo spiriti diversi, istinti diversi e quindi vediamo di combinarla in modo politico. A me non è piaciuta la discriminazione razziale che si fa su questi animali, si può ancora dire discriminazione razziale? Sì, i buonisti lo permettono ancora, perché se bracconaggio è reato, anche clandestinità è reato, quindi stiamo attenti alle parole che usiamo... Io sono sensibile alle 300 cornacchie grigie che si permettono di abbattere tutti gli anni, sono sensibile alla gazza di cui è permesso l'abbattimento, sono sensibile agli agnelli e ai caprioli, eppure dobbiamo trovare delle soluzioni normative.

Detto questo, io dichiaro che la Lega Valle d'Aosta non sosterrà questa richiesta di sospensione sensibili appunto come siamo a monitorare con attenzione tutte le specie presenti e qui voglio dire che sul lupo abbiamo visto che in commissione siamo molto indietro sul monitoraggio perché vanno bene i transetti, vanno bene le orme sulla neve, vanno bene gli escrementi, però io credo che si dovrebbe fare molto di più anche su quella specie, che effettivamente crea tante problematiche al mondo dell'allevamento e non solo. Anche la gazza crea dei problemi alle mele? Certo, recintiamo tutti i meleti, mettiamo reti dappertutto, copriamo tutte le vigne così le gazze possono volare tranquillamente. Non so se è la soluzione migliore chiudere tutto e recintare tutto, in ogni caso anch'io dico che ci sia molta ipocrisia su questo argomento, ognuno la vede a modo suo, rispetto l'opinione di Cognetta, anch'io non sono cacciatore, non mi piace la caccia, però abbiamo tutto quanto il rispetto per questa categoria di persone che ha un grosso amore per la natura, e comunque preferisco l'animale abbattuto con una pallottola che vederlo soffrire una notte intera con la pancia sventrata prima che arrivi qualcuno a seccarlo.

Presidente - Altri? Per dichiarazione di voto, la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Da parte nostra, come ha già detto la collega Pulz, non intendiamo ritirare la mozione e quindi voteremo a favore della stessa. Colgo l'occasione per una piccola precisazione rispetto alla dichiarazione del collega Nogara, è vero che con la presenza dei tetti il numero di abbattimenti rischia di essere non significativo da un punto di vista della quantificazione di una specie, ma questo è vero solo nel momento in cui il tetto viene raggiunto, se io ho ancora tanti animali disponibili sul territorio, non li caccio, non so quanti ce ne sono altri che sono sopravvissuti alla campagna venatoria. Nel momento in cui sulla lepre variabile noi non superiamo il tetto ma arriviamo addirittura ad abbattere solo il 40 percento dei capi consentiti, cioè con la caccia sul territorio che ci permette di cacciarne 15 riusciamo sull'intero territorio a prenderne solamente 6, questo dato di abbattimenti è invece significativo relativamente alla consistenza della specie.

Per quello che riguarda invece le dichiarazioni dei colleghi leghisti sull'abbattimento di specie considerate dannose per l'agricoltura, anche lì io vorrei farmi confortare da un dato scientifico e non da un dato di pancia, non è la simpatia nei confronti della specie che decide se questa deve o non deve essere cacciata. Nella fattispecie poi qualcuno ha usato il termine "discriminazione razziale", nessuno parla di razze, stiamo parlando di specie, non stiamo facendo una discriminazione legata alla razza, forse nel caso del lupo sì, perché in realtà cani e lupi si differenziano pur essendo tutti e due della stessa specie, però la cornacchia e la ghiandaia sono le due specie citate da Manfrin, che con lo spirito del vero vegano ha sostenuto strenuamente che si trattava di una strage degli innocenti... sono due specie la cui diffusione, non solo nell'arco alpino ma sull'intero territorio nazionale, è in crescita ormai da anni e se si frequentano anche solo un poco le campagne della Valle d'Aosta, è facile incontrarle ma più volte durante la stessa giornata e in numero di esemplari piuttosto consistente. Forse quindi nel decidere su quali specifiche specie vale la pena di mettere l'attenzione, forse dovremmo attenerci anche alla loro reale consistenza, che di queste due specie è in calo. Dati certi da parte dei censimenti non li abbiamo, anche il fatto di stabilire un tetto in funzione degli abbattimenti degli ultimi cinque anni porta a un asintoto, cioè a un calo di numeri, che si conclude con l'estinzione della specie inevitabilmente perché noi non raggiungeremmo quel tetto, terremmo un tetto più basso, nel frattempo abbiamo sempre meno animali e arriveremo al punto per cui i capi sul territorio non consentiranno più nessun tipo di prelievo ma non perché saranno troppo pochi ma perché non ci saranno più. In tutto il settore della Media Valle - la Media Valle comprende la Valpelline, la Coumba Freida, quindi anche territori montani dove questa specie era ed è presente - di pernici bianche non n'è stata presa neppure una, in un intero settore venatorio e nell'intera stazione, e nessuno dei due tetti è stato raggiunto, quindi non è stata chiusa anticipatamente... nessuna di queste due specie... in alcuni settori sì ma non sul totale del territorio.

Ritenendo quindi che siano due specie che abbiano disperatamente bisogno di tutela e disperatamente bisogno di studi, noi ci permettiamo di mantenere questa mozione e di invitare tutti a un voto favorevole. Ho citato espressamente il collega Manfrin e il collega Nogara affinché potessero rispondermi qualora invece non si risentissero in questa possibilità.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie collega Vesan ma avevo ancora la dichiarazione di voto, quindi la ringrazio per avermi tirato in causa. Io le chiedo soltanto, se vuole citare qualcuno, di riportare le parole esatte. Io non ho dichiarato né la mia contrarietà, né il mio favore verso l'abbattimento di 4500 esemplari, gli esemplari che lei ha citato: mi sono limitato a dire che ho trovato un po' curioso che, mentre per il prelievo di 6 lepri e 7 pernici bianche si fa una mozione per chiedere di fermare in toto la caccia, per l'abbattimento di 4500 esemplari di specie ghiandaia e specie cornacchia grigia e gazza invece non si dice nulla. È una curiosità, non ho detto né che sono a favore, né che sono contrario al loro abbattimento. Ho trovato piuttosto curioso perché si sono sviluppate delle discussioni in quest'Aula e fuori anche relativamente appunto agli abbattimenti - e penso proprio alla questione lupo che ha evocato il collega Lucianaz - che sono state un po' paradossali, cioè ci si è accapigliati per un lupo, due lupi, una pernice, cinque lepri e poi, a fronte di 4500 prelievi, non si è detto nulla. Io non dico mica che sia giusto o sbagliato, dico che mi è sembrato un po' curioso, tutto qui. Avrei pensato che effettivamente chi non vuole assolutamente che si tocchi l'ambiente e chi è assolutamente contro la caccia, al di là di quanto detto dal collega Cognetta, che rispetto profondamente, e ho ascoltato con molta attenzione la sua posizione, che credo sia una posizione che lui ha fatto bene a rivendicare... quello che ho detto è che ho trovato curiosa questa stridenza di posizioni: mentre da una parte si conduce una battaglia per quattro o cinque esemplari - quando si è dimostrato, come dicevo prima, che all'apertura della stagione le prede che dovevano essere catturate in due mesi sono state catturate in tre giorni, il che significa che c'è un'abbondanza di esemplari -, dall'altra parte non si dice nulla. Io quindi ho sottolineato questa curiosità. Se lei è a favore o contro la cattura e l'abbattimento delle ghiandaie, delle gazze, dei corvi e di quant'altro, lo dica lei. Io mi sono limitato a riportare a quest'Aula questo dato che pareva essere stato sottaciuto.

Presidente - Altri? Per dichiarazione di voto, la parola all'assessore Testolin.

Testolin (UV) - Per esprimere anch'io una valutazione in coda a questa discussione, che, a mio avviso, è stata estremamente interessante. La caccia di suo è un tema divisivo da sempre, tuttavia all'interno dell'Aula in questa discussione sono emerse delle valutazioni che sono assolutamente di buon senso e dettate da un percorso che ognuno degli intervenuti ha sviluppato con delle tematiche supportate anche da dati, da situazioni concrete sul territorio, da evidenze che esprimono come la categoria dei cacciatori faccia parte di quella più attenta forse alle dinamiche che ci sono all'interno dei percorsi ambientali, lo erano stati magari in maniera negativa nel tempo, i dati del collega Vesan hanno riportato questa evidenza, tutto si è evoluto, si è evoluta una sensibilità verso il percorso ambientalista, si sono evoluti i cacciatori, che, a mio avviso, oggi lo ripeto dimostrano un'attenzione molto puntuale verso le tematiche della salvaguardia della biodiversità e lo dimostrano con la loro disponibilità anche in questo tipo di operazioni di monitoraggio e di censimento, che sono state più volte evocate all'interno di questo dibattito.

Quello che a me stupisce e mi rammarica un pochettino è che da questa discussione non sia stato colto da parte dei proponenti la mozione quello che all'inizio della discussione il collega Nogara aveva proposto come un'opportunità di andare a fare degli approfondimenti tecnici all'interno di una commissione per raccogliere e sintetizzare tutti quelli che sono dei punti di vista delle nozioni, delle informazioni e dei percorsi che ognuno, per il suo ruolo all'interno degli attori principali che ruotano attorno alla caccia, poteva portare. Stupisce anche alla luce della condivisione del parere ISPRA... che evidentemente porta all'abbattimento di 400 ghiandaie a salvaguardia degli interessi più che giustificati di coltivatori, che molte volte vivono su quelle produzioni che vengono danneggiate e non si tiene invece conto di pareri ISPRA per l'abbattimento delle poche lepri variabili o delle pernici bianche di cui si è discusso finora. Questa, a mio avviso, quindi doveva essere colta come un'opportunità di confronto che molte volte si evoca all'interno di quest'Aula e che questa volta si è lasciata sfuggire o in maniera un po' demagogica, come sovente succede alla collega Pulz, o in maniera magari più pragmatica com'è stato sottolineato dal collega Vesan, posizioni che vanno equamente rispettate sicuramente ma che non lasciano la porta aperta verso su un confronto che è sempre auspicabile e potrebbe essere assolutamente a beneficio della nostra Regione nel suo complesso e della tematica specifica in particolare e potrebbe darci veramente anche la sensazione di come si è magari lavorato bene in questi anni perché chi ha gestito i piani faunistici, i prelievi, i piani di gestione, i piani di controllo ha lavorato magari per una volta al meglio di altre realtà che sono state citate e che sono sempre indicate come le migliori in assoluto. Se ci sono ancora i presupposti per poter procedere in questo percorso, probabilmente è anche merito di chi ha lavorato molto bene fino adesso e di chi ha collaborato con chi dirigeva questo tipo di interventi. Probabilmente quindi ci saranno spazi in futuro per rivedere questo tipo di mozione e proporla in senso magari più di confronto e quello sarà il momento veramente per trovare una sintesi a tutto quello che abbiamo detto oggi.

Dalle ore 17:02 assume la presidenza il vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - Y a-t-il d'autres déclarations de vote? S'il n'y en a pas d'autres déclarations, je soumets au vote la motion. La parole à la collègue Pulz. J'invite les collègues à se réserver.

Pulz (ADU VDA) - Intervengo velocissimamente soltanto per chiedere se si può procedere con il voto segreto perché la questione è delicata.

Presidente - Collega, le chiedo a nome di chi.

Pulz (ADU VDA) - Di ADU VDA e dei Cinque Stelle, quattro più uno cinque.

Presidente - La ringrazio per i calcoli, quindi procediamo con la votazione segreta. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti : 22

Favorevoli: 19

Contrari: 3

Astenuti: 11

La mozione è approvata.