Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1062 del 6 novembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1062/XV - Approvazione di mozione: "Impegno per l'avvio di una campagna di sensibilizzazione della popolazione per la promozione del consumo consapevole di carne".

Farcoz (Président) - A la présence de 27 conseillers je déclare ouverte la séance, nous sommes en discussion générale sur le point 7 à l'ordre du jour. Qui souhaite prendre la parole ? La parole au collègue Mossa.

Mossa (M5S) - È per una mozione d'ordine. Se era possibile, magari, distribuire l'emendamento che avevo proposto a tutti i colleghi, in modo che ne possano prendere visione, e poi continuiamo con la discussione.

Presidente - Sì, collega. Era stato letto e comunque procediamo alla distribuzione. Je rappelle que nous sommes en discussions générale, la parole à l'assesseur Baccega.

Baccega (UV) - Colleghi, una mozione dalle premesse così importanti - sono un po' le premesse di una mozione da Parlamento Europeo - con dati estremamente interessanti, che è sempre opportuno conoscere comunque. È un tema sicuramente molto dibattuto che però ha del vero per un certo tipo di allevamento intensivo, ma che non è presente in Valle d'Aosta, questo tipo di allevamento non è presente in Valle d'Aosta! Questa tipologia di allevamento non esiste nella nostra regione, dove la presenza dell'allevamento per noi è di fondamentale importanza perché esso è sempre stato considerato un fattore di salvaguardia del territorio della nostra regione. La politica negli anni ha adottato una serie d'iniziative per pubblicizzare il consumo di carne valdostana, tutte iniziative nate certamente per promuovere e proteggere l'allevamento valdostano e per incoraggiare un consumo consapevole di carne, come in realtà vuole la mozione.

Come maggioranza noi non avremmo potuto votare questa mozione e avremmo chiesto di ritirarla, c'è stata però un'inversione di tendenza da parte dei presentatori nel dire che tutta la parte d'impegno doveva essere modificata. Abbiamo ricevuto tutti l'emendamento; emendamento che sicuramente nasce anche dalle prese di posizione delle associazioni: la Confederazione Italiana Agricoltori Valle d'Aosta, oltre che l'Arev, ha fortemente dato delle suggestioni molto significative rispetto a questa mozione, sottolineando che il modello di allevamento praticato in Valle d'Aosta non è certamente quello indicato nella mozione e che il nostro comparto produttivo è rappresentato da aziende ecocompatibili con un carico animale corretto sulle superfici gestite e soprattutto con una gestione di tipo tradizionale e con un'elevata attenzione alle condizioni di benessere degli animali, questo lo vediamo sistematicamente durante l'estate quando giriamo per gli alpeggi.

Quindi in questo modo si riesce ad offrire al consumatore cibo sano e piaceri gustativi autentici. Va anche detto - qui ci impegnate a fare un'azione di comunicazione - che nei prossimi 20-25-30 giorni sarà presentata una campagna, anche sollecitata da voi a inizio di questo percorso di legislatura, dove si va nella direzione di promuovere buoni e sani stili di vita; questo sicuramente potrà prevedere anche una parte che riguarda la carne, in particolare la carne valdostana.

Ma, alla fine, l'emendamento nell'impegno fa sì che si possa votare la mozione nella misura in cui si può fare un emendamento all'emendamento, ovvero dove si parla di crescita degli allevamenti intensivi, io metterei "virgola per altro non presenti in Valle d'Aosta", quindi diamo certezza che non abbiamo quel tipo di carne in Valle d'Aosta, ma qualora ci siano poi i vari circuiti che vanno ad acquistare carne di quel tipo, che proviene da quegli allevamenti, allora la preoccupazione può esserci.

Con questa ulteriore modifica, qualora accettata da voi, noi pensiamo di poter votare questa mozione.

Président - La parole au collègue Mossa.

Mossa (M5S) - Grazie Assessore. Ovviamente noi accettiamo questa proposta che ci sembra sicuramente opportuna, quindi ringraziamo l'Assessore, la Giunta e la collega Minelli anche per aver fatto in modo che questa nostra mozione venisse accolta. Anche se il problema degli allevamenti intensivi non tocca, come giustamente dice lei, direttamente la Valle d'Aosta, perché le tecniche zootecniche e agricole adottate nella nostra regione sono sostenibili e gli allevamenti garantiscono la salute e il rispetto delle condizioni di vita degli animali, nonché la salvaguardia e il mantenimento dei pascoli valdostani, questo non rende però i nostri cittadini immuni dal consumo di carni provenienti da altre regioni, da altri stati e dagli allevamenti intensivi, ma soprattutto questo non ci rende immuni dagli effetti dei cambiamenti climatici ma anzi, ironia della sorte, siamo i primi a subirne gli effetti; infatti li stiamo vivendo in prima persona: abbiamo allevamenti, come dicevamo, e coltivazioni sostenibili ma nonostante tutto i nostri ghiacciai si stanno sciogliendo davanti ai nostri occhi. Eh sì, perché per quanto possiamo essere virtuosi, il pianeta è uno ed è lo stesso per tutti e nessuno è immune agli effetti dovuti ai cambiamenti climatici. Se le porte dalla nostra regione fossero chiuse a questi prodotti alimentari, spesso di dubbia provenienza, e vivessimo alimentandoci solo con i nostri prodotti locali, nell'ipotesi che questi potessero davvero coprire l'intero fabbisogno valdostano, questa mozione non avrebbe alcun senso; ma come tutti ben sappiamo, le carni non locali sono quello più vendute sul nostro territorio, un po' perché sono le di più diffuse nei banchi alimentari, un po' per economicità da parte di chi le acquista ma, soprattutto, perché molti cittadini sono ignari, ripeto ignari, dei danni provocati all'ambiente dai loro processi produttivi. Molti ragazzi, anche quelli che hanno partecipato alle varie manifestazioni per l'ambiente, come i Fridays for future, pur se chiaramente sensibili ai problemi relativi ai cambiamenti climatici, fanno spesso uso e a volte abuso proprio di queste carni provenienti da allevamenti intensivi, semplicemente perché ignorano quali siano le conseguenze sull'ambiente. Siamo lieti che questa mozione sia accolta, perché non basta scrivere sul DEFR, alias libro dei sogni, la volontà di proseguire tutte le azioni necessarie per diventare una regione carbon free se queste poi non si traducono in azioni concrete sul territorio, come questa. Per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici dobbiamo agire con azioni concrete, proprio come questa, per dare il nostro importante e dovuto contributo alla società. Desideriamo una regione che si distingua dalle altre per la propria virtuosità in tutti i campi, in primis quello ambientale e sanitario e non per i soliti fatti di cronaca che ormai ci vedono all'ordine del giorno.

Président - La parole au collègue Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Leggiamo ora il dispositivo della mozione che è stato sostituito. Parlo chiaramente a nome di MOUV', Lega e Gruppo Misto Valle d'Aosta che cresce. Non siamo stati coinvolti in questa predisposizione di testo, pertanto proponiamo un emendamento all'impegnativa della mozione e disposizione della mozione. Crediamo sia utile farlo perché, al di là dell'illustrazione, - in cui si è cercato di fare un distinguo tra gli allevamenti intensivi fuori Valle e l'allevamento intensivo in Valle -, noi pensiamo che in questo momento particolarmente delicato per l'agricoltura e il mondo agricolo valdostano si debba avere una risposta chiara, inequivocabile, non strumentalizzabile e soprattutto che dia il senso di questo contesto rispetto al mondo agricolo. Vi leggo molto brevemente... Ci sarebbe anche probabilmente da vedere qualcosa sulle premesse della mozione, ma non vogliamo entrare nel merito delle premesse della mozione. A noi interessa il dispositivo della mozione; abbiamo fatto l'intervento in discussione proprio per quello, perché noi crediamo che sia opportuno che venga messo in votazione il testo dell'impegnativa. Vi leggo il testo di quanto chiediamo: "Impegna il Presidente della Regione ad avviare nei tempi necessari una campagna di sensibilizzazione che coinvolga la popolazione di tutte le età per la promozione del consumo consapevole di carne proveniente da allevamenti intensivi, nel contempo promuovere il consumo di carne proveniente da allevamenti valdostani, che rappresentano un comparto produttivo proveniente da aziende ecocompatibili, con corretto carico animale e che rappresentano una gestione tradizionale con particolare attenzione alle condizioni di benessere animale, il tutto in piena coerenza con il progetto "Io mangio valdostano"". Lo metteremo in votazione, pensiamo che sia un orientamento corretto e soprattutto chiaro in merito a quello che noi pensiamo che sia la differenza fondamentale tra l'allevamento nel mondo agricolo valdostano e quello di fuori valle.

Per essere chiaro, noi non vogliamo giocare sugli equivoci, per cui quelle mezze aperture e mezze chiusure a noi non interessano. Noi abbiamo una visione chiara e concreta dove l'allevamento valdostano per noi è una ricchezza ed è, soprattutto, un mondo in difficoltà, perciò noi crediamo che ci vadano risposte chiare in questo senso.

Presidente - Collega Gerandin, solo per ribadire che l'emendamento appena citato non può essere messo in votazione se i proponenti non accettano. Quindi chiedo ai proponenti se sono d'accordo ad accettare o no, se vogliono un momento di sospensione per riflettere. La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Sì, chiediamo una sospensione per discuterne e, se vuole far parte anche l'Assessore, è il benvenuto!

Presidente - Vedo che il collega Restano si è prenotato. Se vuole... prima la sospensione oppure vuole intervenire... Procediamo con la sospensione allora.

La seduta è sospesa dalle ore 15:53 alle ore 16:19 e alla ripresa dei lavori assume la presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Comunico che a seguito della sospensione si è individuato un testo condiviso per la mozione in questione. Prima di leggere il testo condiviso, tuttavia, visto che rimaneva in richiesta l'intervento da parte del collega Restano, do la parola al collega Restano.

Restano (GM) - Ovviamente, essendo firmatario dell'emendamento proposto dal collega Gerandin, io voterò quanto è risultato dalla riunione dei capigruppo. Però mi sembra opportuno, vista la discussione, puntualizzare alcuni aspetti rispetto all'argomento importante affrontato, aspetti che, come già accennato da qualche collega, non sono stati inseriti nei "considerando" e nelle premesse dell'importante mozione in discussione. Mi fa un pochino specie che il Presidente e gli Assessori non siano intervenuti a significare quello che fino a oggi è stato fatto dalla Valle d'Aosta, perché non siamo all'anno Zero. Il mondo non lo facciamo partire da oggi rispetto ai problemi dei sani e corretti stili di vita e rispetto alla promozione della carne valdostana e rispetto all'educazione alimentare. Tra l'anno 2003 e l'anno 2005 era stata promossa, insieme all'Arev, ai servizi veterinari e all'allora assessore alla sanità, una sensibilizzazione sul territorio rispetto all'utilizzo della carne valdostana. Ancora prima, il dipartimento di prevenzione iniziò a sviluppare una ricerca dati e a sensibilizzare presso le mense scolastiche qual era la corretta alimentazione, esprimendo dei giudizi sui menù; successivamente è nato il progetto che è stato richiamato oggi: "Io mangio Valdostano". È sempre stata data una forte importanza alla corretta e sana, giusta alimentazione, tanto è vero che prima degli anni 2000 sono partiti dei progetti per selezionare i mangimi da fornire ai produttori di fontina; sono stati predisposti, non certo dal sottoscritto, perché non ero ancora in politica in quel tempo, dei disciplinari; è stato previsto che le nostre bovine mangiassero solo erba e fieno valdostano; sono state classificate le zone a seconda dell'inquinamento, la scorsa legislatura abbiamo parlato della Valle d'Aosta come ogm-free: viene praticata la lotta biologica integrata. In tutte queste operazioni sono state coinvolte l'Arev, l'Ipra, lo Iar.

Forse quello che effettivamente manca è una statistica - che io non conosco, ma magari esiste - sul consumo reale di carne valdostana. Quanta carne valdostana viene consumata rispetto alla carne acquistata fuori Valle d'Aosta? Ben venga questa mozione, però mi sembra corretto dire quanto l'ente pubblico valdostano e i servizi sanitari preposti e le associazioni di categoria e anche i produttori di carne valdostana hanno fatto fino a oggi.

Dalle ore 16:20 assume la presidenza il presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola la collega Nasso.

Nasso (M5S) - Io volevo solo fare due precisazioni. Abbiamo già detto molte volte in che direzione vuole andare questa mozione. Nessuno, né io né il collega Mossa, ha detto che in Valle d'Aosta siamo all'anno Zero dell'educazione alimentare. Posso assicurarvi che, anche quando la politica non si muove, gli insegnanti, per esempio, nelle scuole fanno già molto nelle materie competenti. Io posso capire che questo Consiglio sia una sorta di tribuna elettorale, però non è neanche tanto corretto metterci in bocca cose che non abbiamo detto. Noi non abbiamo detto che in Valle d 'Aosta siamo all'anno Zero, non abbiamo detto che non si è mai fatto niente, non abbiamo detto nulla di tutto ciò. Abbiamo solo voluto improntare il discorso sull'uso della carne che poi è trasversale ad allevamenti eccetera. Va bene che siamo in streaming, va bene che ogni volta poi ognuno ripeta la solita preghiera per "cosa ho fatto" eccetera, però non è vero che noi abbiamo detto che nulla si è fatto.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Laurent Viérin.

Viérin (AV) - In ogni dibattito esistono degli argomenti interessanti. Questo sicuramente è un argomento di attualità, altri colleghi lo hanno ricordato. A volte non intervenire non significa non avere nulla da dire; credo che sia stato giustamente sottolineato che forse la ridondanza degli argomenti a volte non necessariamente ne faciliti la soluzione in termini di problematiche. Però, ecco, mi piace sempre rispondere o meglio cogliere, quando ci sono, sollecitazioni. Quindi sarà mia cura intanto ringraziare sia l'Assessore che è intervenuto a nome del Governo sia i colleghi che hanno giustamente modificato in corso un atto; effettivamente per come esso era stato proposto le associazioni ci avevano subito contattato e sia la Cia che l'Arev avevano subito consegnato un bel documento corposo - che è stato richiamato dall'assessore Baccega - per ricordare e per sottolineare gli sforzi fatti in una regione come la Valle d'Aosta per valorizzare il prodotto locale, il prodotto a km 0.

Visto che sono stati ricordati dei progetti, ricorderò anch'io - il collega Gerandin era presidente del Celva, io ero assessore all'Istruzione e Cultura e c'erano anche colleghi che erano sindaci all'epoca, il collega Barocco e il collega Bianchi - di quando mettemmo in campo un progetto dedicato alle scuole. Erano i tempi in cui nelle scuole e nelle mense non si trovava il cibo valdostano e l'idea fu quella di non imporre, ma di fare un po' come la pubblicità comparativa, di mettere in valore il prodotto valdostano in termini di "km 0" ma anche, e soprattutto, in termini di valori nutrizionali, affinché - al di là dell'oggetto, in questo caso della carne -il prodotto valdostano in sé, che fosse frutta, verdura, tutto ciò che veniva dal territorio, venisse valorizzato.

Ricorderei, su tutti, due progetti che s'inseriscono un po' in questa in questa volontà di essere molto accurati nell'agricoltura e nell'evoluzione dell'agricoltura affinché non ci siano tecniche e pratiche oggi magari anche desuete ma che soprattutto hanno incidenza sulla salute e che, invece, in Valle d'Aosta vengono accuratamente messe in campo in termini di qualità sia per l'allevamento sia per la produzione.

Il primo è un progetto di valorizzazione della carne valdostana e nasce qualche anno fa. Avevo avuto modo di visitare l'Anaborava, per chi non avesse mai avuto la possibilità di visitarla, è veramente una realtà unica; esiste all'interno di questa realtà del lavoro quotidiano per mantenere la razza valdostana, la sua autenticità ma anche i valori e le caratteristiche, affinché il prodotto finale sia adeguato. Nasce un progetto di utilizzo di fondi europei tra la Valle d'Aosta, e in particolar modo la Valpelline, e la Val d'Hérens, che è la Valle del Vallese a noi vicina e che produce la race d'Hérens, che per altro in quest'ultimo periodo abbiamo presentato a Evolène, alla Foire du Valais e che sta andando nelle pubblicità che vedete anche in tutta la Valle d'Aosta, sta andando molto bene in termini di consapevolezza dell'utilizzo di questo bovino. A monte di questo progetto c'era stato uno studio attraverso l'Institut Agricole per mettere in evidenza i valori nutrizionali del prodotto valdostano affinché non ci fosse solo la promozione di un concetto ma che a monte ci fosse la scientificità delle qualità nutrizionali.

Il problema si porrà in termini di costruzione della filiera perché il tentativo è quello di costruire una filiera affinché il valore della carne abbia anche un reddito, perché basta andare nelle Langhe nella provincia Granda per vedere quello che è stato fatto - veramente, l'invito è di vedere - recuperando i macelli che non c'erano più, creando delle filiere, arrivando fino a 7 euro per il riconoscimento del chilo di carne, dove qui in Valle d'Aosta siamo veramente a un importo che non è più degno del valore di un capo di bestiame. Bisogna dire che le fiere dell'autunno, soprattutto la fiera di Valpelline è stata una fiera molto positiva; si sono rivisti in termini di scambio e di prezzi dei valori che erano degni di ciò che si è conosciuto negli anni. Però sicuramente ciò che bisogna rafforzare è la costruzione della filiera carne: è una filiera fondamentale, una filiera corta che produce reddito immediato, soprattutto per gli allevatori.

L'altro progetto che vorrei ricordare - lo abbiamo presentato poco tempo fa al colle del Gran San Bernardo - si chiama Typicalp ed è un progetto più improntato sul prodotto latte che coinvolge l'Institut Agricole e alcuni alpeggi ma è, anche in questo caso, un progetto che da un punto di vista scientifico ha dei grandi contenuti affinché, appunto, venga messo in valore il prodotto locale.

Credo che, partendo da una sollecitazione che poi è stata ricalibrata, e raccogliendo gli spunti trasversali arrivati da più parti, credo che questa sia una mozione che raccoglie effettivamente le necessità del momento. Ciò che è importante è che effettivamente si riesca a sviluppare maggiormente la filiera, o meglio le filiere dei nostri prodotti, affinché effettivamente il gap di reddito per un settore che è a volte, soprattutto per certi pezzi del comparto, in difficoltà, possa essere risollevato in termini di ricadute economiche.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Sono anch'io felice della riformulazione del testo. Avevo letto un po' con trepidazione il testo originario, soprattutto nella parte delle sue premesse, dove appunto si partiva dall'assunto che il settore zootecnico sarebbe responsabile del 18% delle emissioni di CO2, addirittura superiori alle emissioni dell'intero settore dei trasporti e anzi in un'altra parte appena più sotto si diceva che invece il settore zootecnico dovrebbe essere responsabile addirittura del 51% delle emissioni di CO2. Un altro degli scenari apocalittici che ci erano stati prospettati all'interno di queste premesse era che, astenendoci dal consumo di carne per un giorno, avremmo ridotto appunto il consumo e il conseguente inquinamento e il conseguente impatto sull'ambiente e addirittura si dava notizia di questo studio olandese dove si promuovono i benefici del fatto di astenersi completamente dal consumo di carne di come questo porterebbe un beneficio all'ambiente. Questi dati sinceramente li avevo letti veramente con grande preoccupazione. Trovo sempre molto disdicevole che si vada a incidere e soprattutto a dire alle persone cosa possono e non possono fare nel loro privato, cosa possono o non possono mangiare, dove possono o non possono andare o cosa possono o non possono dire, per esempio, ma questa è un'altra questione; avevo fatto proprio da questo punto di vista una piccola ricerca sul tema, dove appunto si diceva nella parte delle premesse: ogni volta che sostituiamo un chilo di carne con un chilo di verdura risparmiamo al pianeta circa 15.000 litri di acqua. Quindi appunto sul tema avevo guardato, innanzitutto, dal punto di vista etico, perché solitamente questa promozione di valori, chiamiamoli vegani, parte sempre da degli assurdi etici che - per esempio, guardando soltanto un paio di questi alimenti che vengono sempre promossi, quali consumo equo solidale e sostenibile - in realtà non hanno proprio tutta questa eticità. Per esempio la quinoa in Sudamerica: sappiamo che è uno degli alimenti più diffusi nella dieta vegana perché ricca di proteine, viene coltivata per esempio in Perù e Bolivia, i paesi più poveri del Sud America - ovviamente dati con fonte Unicef - e quando i vegani hanno cominciato a cibarsi di quinoa il suo prezzo è triplicato tra il 2006 e il 2011 fino a raggiungere lo stratosferico record di 8.000 euro a tonnellata per le qualità più pregiate e in questo modo, dopo 5000 anni di abitudini Invariate, i contadini poveri della Bolivia sono stati costretti a modificare la loro dieta in modo tale da poter vendere tutta quella preziosa quinoa che riescono a produrre. In pochi anni è stata compromessa la diversità biologica di quel territorio destinato in questo momento alla monocultura - chiaramente con la stessa situazione in Perù - quindi il risultato è che nei paesi d'origine è diventato più conveniente mangiare un hamburger di una multinazionale che la quinoa. Direi proprio, come dire, l'obiettivo opposto rispetto a quello che ci si propone con questa iniziativa. Altro discorso meritano gli anacardi, per esempio. Un altro elemento che per il 40% viene prodotto in Vietnam con metodi di sfruttamento quasi schiavistico. Qui prendo i dati che vengono promossi dallo Human Rights Watch: gli anacardi sostituiscono il latte nella dieta vegana e con essi si producono diversi prodotti quali la besciamella, il gelato, la mousse e i formaggi spalmabili; la filiera di quelli che la stessa ONG ha definito "anacardi insanguinati" prosegue poi in India dove vengono trattati e rilasciano le loro tipiche sostanze acide corrosive a danno delle operaie indiane. Questo per quanto riguarda l'etica.

Mentre invece mi ha molto colpito questa ricerca sul consumo di acqua per chilo di carne e ho fatto un'altra piccola ricerca su questo, per esempio prendendo il caso delle mandorle della California. Esse sono un altro elemento insostituibile di questa dieta vegana perché con queste si possono produrre mozzarella, ricotta e formaggi ricchi di calcio, che sono prodotti appunto per l'82% nella ricca California, e le mandorle hanno visto lievitare il loro prezzo di 3 volte in 5 anni e la loro coltivazione è corresponsabile del prosciugamento delle riserve idriche californiane, che ha condotto alla morte migliaia di animali autoctoni. Per una sola mandorla, infatti, occorrono ben 4 litri d'acqua, una sola mandorla! E questo è il consumo equo e solidale che il modello vegano un pochino ci impone. Un altro capitolo è quello dell'avocado. Siamo sempre in California, anche questo è un elemento pregiato dell'alimentazione vegana. È diventato addirittura lo status symbol politico per i Food stylist e per produrre mezzo chilo di questo frutto sono necessari 270 litri d'acqua. Anche nel confinante Messico l'avocado ha provocato danni immensi, 700 ettari di foreste distrutte ogni anno e sostituite da frutteti, riserve d'acqua inquinate da pesticidi e fertilizzanti, rischio d'estinzione per molte specie animale. Il business dell'avocado messicano è ad appannaggio del cartello dei Cavalieri Templari, che è un'organizzazione criminale responsabile della distribuzione di Crystal Meth negli Stati Uniti. Anche qui chiaramente in nome sia dell'etica sia della salvaguardia del nostro pianeta. Terminiamo con la soia, potremmo andare avanti delle ore ma ci sono dati spaventosi anche su questo: ogni anno sparisce il 3% della foresta pluviale in Argentina, un'estensione grande come il terreno del Portogallo. Nel vicino Brasile invece dal '78 sarebbero spariti territori boschivi delle dimensioni di Italia e di Germania messi insieme, tutto per fare posto alla tanto amata soia, un disastro climatico planetario. Questo sì che è un disastro climatico planetario.

Sono già state evocate dall'assessore Viérin le considerazioni fatte dall'Arev e dalla Cia. Io voglio però ricordarle in quest'aula che l'Arev ha mandato a tutti noi una comunicazione dove ha voluto chiarire, proprio in relazione a questa mozione, che: "il nostro comparto produttivo è rappresentato da aziende eco-compatibili, con un carico animale corretto sulle superfici gestite, e soprattutto nelle gestioni di tipo tradizionale, e da un'elevata attenzione alle condizioni di benessere degli animali, in questo modo si riesce a offrire al consumatore cibo sano e piaceri gustativi autentici. Il modello di agricoltura valdostana è quindi esattamente quello di agricoltura sostenibile sul quale la comunità scientifica internazionale sta cercando di focalizzare l'attenzione dei responsabili politico-economici mondiali. Qui infatti, con finalità di recuperare e conservare lo spazio rurale, il sistema zootecnico di carattere intensivo non ha preso piede e nemmeno la tendenza diffusa a uniformare le tecniche di allevamento e i tipi genetici; i sistemi zootecnici tradizionali sono invece stati adeguati e conservate le razze autoctone. Oggi la zootecnia di montagna può essere il più importante alleato per le sfide ambientali, alimentari e per lo sviluppo dell'economia reale".

Noi, come Lega, in queste considerazioni ci riconosciamo appieno e ovviamente non vogliamo sicuramente dare contro a un settore che invece in Valle d'Aosta è da tutelare, così come siamo appunto addivenuti anche nella versione finale di questa mozione.

Termino con una piccola provocazione, perché poi spesso si dice che andiamo a colpire questo o quel settore semplicemente per motivi ideologici, e allora è uscito recentemente uno studio che ha evidenziato come i ruscelli, soprattutto i ruscelli di montagna, siano grandi produttori di CO2, perché nel loro percorso turbolento liberano l'anidrite carbonica che l'acqua ha catturato nel sottosuolo o durante il processo di erosione delle rocce, al punto che le loro emissioni contribuisco dal 10 al 30% di quelle prodotte dai fiumi.

Il mio invito, il mio augurio, il mio pensiero e la mia speranza è che non si arrivi anche a proporre a questo Consiglio il prosciugamento dei torrenti di montagna.

Presidente - La parola alla collega Nasso.

Nasso (M5S) - Io non vorrei risultare petulante ma, visto che l'argomento mi sta particolarmente a cuore, devo fare per forza delle precisazioni. Ringrazio davvero il collega Manfrin per le cose interessanti che ci ha detto, ma è un po' come se io mi mettessi a parlare durante questa mozione del mio cantante preferito, perché poco c'entra il modello vegano, poco c'entra tutto quello che ha detto. Io non sono vegetariana, però quando acquisto carne cerco di fare un acquisto consapevole. Cerco di comprare un prodotto valdostano e non un prodotto ricco di antibiotici o di robe strane ed è questo l'indirizzo che noi vorremmo davvero sottolineare. Nessuno vuole dire a nessuno cosa fare. Se una madre vuole dare al proprio figlio tutti i giorni carne da allevamenti intensivi di maiali che non hanno mai visto la luce e che hanno inghiottito decine di medicinali, ma ci mancherebbe altro, che lo faccia! Ci mancherebbe altro! Però non è sbagliato ed è auspicabile rendere il consumatore sempre più consapevole, sempre più consapevole! Dal momento che mi sta proprio a cuore questo argomento, ci tenevo a fare queste due precisazioni. Inoltre, anche noi abbiamo ringraziato l'Arev per le suggestioni assolutamente pertinenti e corrette, utili, che ci ha fornito in questa mozione. Non vorrei ripetermi ma la direzione è quella. Con questa mozione il Movimento 5 Stelle non vuole far diventare vegano o vegetariano nessuno, vuole stimolare un uso consapevole di carne e soprattutto valdostana. Spero che sia chiaro, se no vedremo un po' come comunicarlo. Ce la possiamo fare.

Presidente - La parola al collega Mossa per secondo intervento dopo l'illustrazione.

Mossa (M5S) - Intanto vorrei ringraziare il collega Manfrin per il suo intervento. Gioisco nell'enorme sorpresa, nell'apprendere che oltre a essere un ex giornalista è anche uno scienziato studioso dei fenomeni ambientali le cui competenze riescono addirittura a mettere in dubbio studi effettuati dalla FAO e dall'organo scientifico delle Nazioni Unite. Non posso che complimentarmi con lui per tutto questo pozzo di scienza e andare avanti coi nostri lavori. Detto questo, siamo lieti di essere comunque giunti a un compromesso sul dispositivo di questa mozione, ma soprattutto siamo lieti che, nonostante le modifiche di forma ma non di sostanza, si vada, a questo punto presumo all'unanimità, a promuovere i nostri prodotti valdostani a km 0 e nel contempo a stigmatizzare l'uso/abuso delle carni provenienti da allevamenti intensivi, informando i cittadini di quali siano le conseguenze salutari e ambientali derivanti da questi consumi, che poi non è né più e né meno dell'obiettivo che abbiamo voluto perseguire con questa mozione; informare i cittadini dei danni ambientali provocati da questi processi produttivi può solo favorire il consumo dei prodotti locali, è fisiologico, perché purtroppo si parla ancora troppo poco di gas serra, deforestazione e abuso del consumo d'acqua energia con conseguenti e inevitabili ricadute sull'ambiente. Ovviamente voteremo a favore di questa mozione.

Presidente - Non ci sono altre richieste d'intervento. La discussione generale è chiusa. In replica, la parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Uscendo dalle questioni degli uni e degli altri, devo dire che non si può che ringraziare tutto il Consiglio, perché alla fine l'impegnativa che viene fuori da questo percorso è un'impegnativa che sensibilizza con grande attenzione la popolazione valdostana al consumo di carne e di prodotti valdostani e tiene conto di quello che ovviamente la Confederazione Italiana Agricoltori Valle d'Aosta e l'Arev hanno sottolineato nelle loro missive inviate ai Consiglieri regionali. Io mi accingerei, Presidente, se è corretto, a leggere l'impegnativa nella sua stesura definitiva, affinché non ci siano equivoci. L'impegnativa della mozione dice: "Impegna il Presidente della Regione ad avviare nei tempi necessari una campagna di sensibilizzazione che coinvolga la popolazione di tutte le età per la promozione del consumo consapevole di carne e l'impatto ambientale derivante dalla crescita degli allevamenti intensivi, peraltro non presenti in Valle d'Aosta, e dei benefici ambientali ottenibili, oltre a quelli salutari, prediligendo per la propria alimentazione una dieta bilanciata, incentrata sul consumo di prodotti agricoli e zootecnici locali, promuovendo il consumo di carne proveniente da allevamenti valdostani che rappresentano un comparto produttivo fondamentale, con un corretto carico animale e una gestione di tipo tradizionale particolarmente attenta al benessere animale, il tutto in piena coerenza con il progetto: "Io mangio valdostano" ed escludendo i prodotti di natura e provenienza incerta".

Questa è la stesura definitiva e auspico vivamente che tutto il Consiglio possa votare. Credo che la maggioranza su questo non esiterà a votarla.

Presidente - Non ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Chiedo scusa, ero stato tirato in causa e non potevo astenermi dall'intervenire. Sono io invece che ringrazio il collega scienziato Mossa, che mi pare abbia una laurea nelle materie che abbiamo appena trattato, in alimentazione, in scienze della terra e arte e scienza delle merendine. Il problema è che... vede, io sto a quanto viene scritto, quindi io commento quanto viene scritto. Abbiamo visto l'impegnativa e, ripeto, sono felice che sia stata modificata l'impegnativa che modifica in maniera completamente differente il testo originario ma, le ripeto, io leggo le considerazioni che avete messo in premessa. Le considerazioni che avete messo in premessa le avete scritto voi, non le ho scritte io. A me va benissimo che la collega Nasso ci dica che in realtà l'intento non era quello di sconsigliare il consumo di carne, ma se nelle premesse di una mozione si scrive: "I calcoli sono stati eseguiti prendendo come paese di riferimento l'Olanda e i risultati ottenuti hanno mostrato che se per un anno intero tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per un giorno a settimana si otterrebbe un risparmio totale di 3,2 mega tonnellate di CO2" e poi si fa anche l'esempio di quanto si può risparmiare di mega tonnellate CO2 se non si mangia proprio la carne e poi si dice che la carne produce... non la carne da allevamenti intensivi, la carne e basta. La carne e basta. Quindi siccome questo nelle premesse l'avete scritto voi e io - come dire, tendenzialmente non sono laureato in scienze della terra ma leggere so - ho letto il testo e tendenzialmente non si dice quello che avete detto voi, che vi siete concentrati sugli allevamenti intensivi. Ci sono anche dei passaggi sugli allevamenti intensivi. Ma voi avete approfondito l'argomento e il tema del mancato consumo di carne o della riduzione del consumo di carne. Quindi è evidente che questo non va nella direzione in cui dite voi. Quello che ho detto lo ripeto. Vi ho dimostrato nei fatti e con i dati, che sono reperibili e vi ho fornito anche le fonti durante il mio intervento, se volete poi andarvelo a riascoltare il mio intervento, vi ho dato tutti i riferimenti e li potete leggere. Quello che potete vedere è che voi da una parte contestate nelle vostre premesse gli effetti negativi del consumo di carne, ma dall'altra parte bisognerebbe prendere atto anche degli effetti negativi sullo stesso ambiente di alcuni stili di vita che si promuovono, vedi lo stile vegano, così come l'etica che viene utilizzata per alcuni alimenti che in realtà non è così bella e così meravigliosa come la si dipinge e soprattutto il fatto che - su questo ci siamo trovati d'accordo, e ve ne do atto finalmente - promuovere invece il consumo locale e promuovere un settore come quello della zootecnia valdostana sia assolutamente invece un obiettivo da perseguire, che è quello che stiamo provando con quest'iniziativa.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Sarò brevissimo. Anch'io volevo ringraziare comunque i proponenti e la maggioranza. Penso che da quest'iniziativa si esca fuori con un messaggio e prendo lo spunto dalla collega Nasso: il consumatore deve essere un consumatore consapevole; il fine del nostro emendamento, l'impegno era proprio riferito a questo. Non vogliamo che ci siano equivoci, noi riteniamo che l'allevamento valdostano sia completamente diverso, in antitesi con l'allevamento intensivo. Chi decide fa una libera scelta, una scelta consapevole di consumare carne. Vogliamo tranquillizzarlo: scegliete la carne valdostana perché la carne valdostana non ha tutti quegli elementi d'incognita, o antibiotici o l'allevamento intensivo, che sono la preoccupazione, penso, di tutti i genitori.

Sono assolutamente soddisfatto che si sia trovato questo tipo di sintesi e termino dicendo solo che quando facciamo riferimento al progetto "Io mangio valdostano", non solo è un'indicazione a dire "consumate prodotti"... sicuramente consumate prodotti di provenienza valdostana e a filiera corta, ma è anche frutto di un progetto - l'ha ricordato bene anche l'assessore Viérin - di un 'analisi che comprende l'Assessorato alla sanità, l'Assessorato alla pubblica istruzione dell'epoca e, soprattutto, queste diete che vengono proposte o che sono alla base degli appalti di "Io mangio valdostano" sono comunque delle diete bilanciate. I capitolati di appalto vengono fatti da persone che si occupano di alimentazione, per cui non è che l'amministratore di turno, perché simpatizzante del consumo della carne, fa delle diete sbilanciate. Sono diete bilanciate, ma vanno valorizzate e soprattutto va data un 'informazione corretta. Noi siamo in un momento delicato, penso che nel mondo agricolo tanti lo abbiano sottolineato; non possiamo che tendere a valorizzare non solo la produzione di qualità, il valore del latte e il valore della fontina, pure la carne è fondamentale, perché in questo momento gli allevatori quando vendono carne ai macellai la svendono e questo è un danno per il mondo agricolo.

Président - Pour déclaration d'intention, la parole à la collègue Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Intervengo molto velocemente per la dichiarazione di voto, perché non possiamo pretendere che tutti diventino vegetariani, trattasi di scelte personali, ma chiedere che si riduca il consumo di carne ci sembra importante, sia per ragioni sanitarie che ambientali. È chiaro che gli allevatori valdostani non devono certamente essere penalizzati. La via d'uscita ci sembra essere quella di puntare - e lo stanno facendo - più sulla qualità della carne - e anche del latte - che non sulla quantità. L'obiettivo è mangiare tutti meno, ci farebbe bene, ma meglio. I meno abbienti si nutrono male proprio perché oggi, lo sappiamo, costa meno un hamburger di dubbia qualità rispetto a un piatto di verdure.

Il voto di ADU VDA è favorevole alla mozione anche così com'è stata emendata.

Président - Pour déclaration d 'intention, la parole au collègue Peinetti.

Peinetti (UV) - Noi voteremo a favore della mozione così come è stata emendata, perché riteniamo che sia corretto il lavoro che è stato fatto, ma indubbiamente credo che innanzitutto bisogna cercare di dare un messaggio che parta da quest'aula, affinché si dia un segnale sul fatto che sia indispensabile, innanzitutto, mantenere un'alimentazione equilibrata. Io non sono per i komeinismi né da una parte né dall'altra. Credo che le giuste raccomandazioni fatte sia dall'Arev che dalla Cia non possono che vederci d'accordo. Un consumo consapevole di prodotti valdostani è fondamentale, è importante per la nostra economia, ma è fondamentale, per i consumatori, dare dei messaggi corretti. Ora, per quanto attiene alla cultura che questa regione ha avuto negli anni e che ha tutt'ora sulla sensibilità ambientale, penso che ci sia poco da dire. L'Institut Agricole è un esempio che tutti ci invidiano. Lo sforzo che i nostri allevatori fanno è indubbiamente uno sforzo straordinario. È evidente che mi associo a quello che è stato detto da molti altri colleghi, ma credo che non sia indispensabile tirare per la giacchetta uno piuttosto per la giacchetta l'altro, magari per chissà quali scopi poco nobili. Io credo che sia importante che tutti quanti ci riconosciamo in un messaggio chiaro. Il messaggio deve essere: "l'alimentazione deve essere bilanciata". Oggi vediamo anche molto spesso sui giornali, in televisione, dei sedicenti guru che vanno in giro dicendo che bisogna eliminare completamente le proteine dall'alimentazione umana. È un'idiozia totale che deve essere veramente, come dire, sottolineata anche da questo Consiglio. Ribadisco la nostra intenzione di voto favorevole alla mozione, così come è stata emendata, e penso che bisogna ogni tanto cercare di dare dei messaggi positivi, dei messaggi che diano anche credibilità alle nostre figure.

Presidente -Per dichiarazione di voto, la parola all'assessore Certan.

Certan (AV) - Ringrazio il collega Mossa per questa sollecitazione che con questa mozione ha fatto a tutta l'Aula consiliare. Ringrazio anche il collega Gerandin, che ha fatto un passaggio sul progetto promosso qualche anno fa dal Celva e naturalmente i colleghi assessori che si sono occupati della nuova stesura dell'impegno di questa mozione.

Credo che sia importante il passaggio fatto sulla valorizzazione anche dei prodotti a chilometro zero - perché di fatto poi si è anche parlato di questo - perché si ha la conoscenza certa del tragitto, della qualità e quindi anche della provenienza. Credo che sia altrettanto importante, soprattutto per le refezioni scolastiche, rilanciare questo progetto, forse rilanciarlo anche con stimoli nuovi e anche sulla base di alcune argomentazioni che sono state fatte in ultimo, come quella del collega Peinetti, che ha sottolineato il fatto dell'importanza della varietà dell'alimentazione. Credo che di fronte a una popolazione scolastica che spesso non è abituata alla varietà o al mangiare diversi tipi di alimenti, anche il momento della refezione scolastica sia - è - un momento educativo e lo stiamo facendo, lo stiamo evidenziando in Valle d'Aosta, proprio con l'assistenza che viene fatta nella scuola dell'infanzia nel momento della mensa, in cui è importante fare anche educazione alimentare e quindi anche questa mozione può essere uno stimolo per lavorare su questa tematica.

Presidente - Altri in dichiarazione di voto? Possiamo procedere alla votazione. La votazione è aperta. Votate, colleghi. Possiamo chiudere la votazione.

Presenti, votanti e favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.