Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1063 del 6 novembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1063/XV - Reiezione di mozione: "Impegno per l'avvio di procedure urgenti per la sospensione sul territorio regionale della sperimentazione del 5G".

Rini (Presidente) - Il punto 8 è rinviato a domani. Punto 9 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Con questa mozione, Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta intende richiamare nuovamente l'attenzione pubblica sulla preoccupante problematica del 5G, la rete di quinta generazione per la telefonia, e, in generale, per rendere sempre più veloci e all'avanguardia i nostri mezzi di comunicazione virtuale. La transizione verso la tecnologia 5G è già in atto dal 2018, quando si è conclusa l'asta per l'assegnazione di tutte le bande. Si sta già procedendo anche in Italia con l'installazione di nuovi ripetitori e con la sperimentazione, per esempio a Torino durante l'ultima festa di San Giovanni. La commercializzazione - che coinvolge società per le telecomunicazioni di tutto il mondo, con un giro d'affari impressionante e il supporto dei governi - avverrà dal 2020. Il ministero per lo Sviluppo Economico ha già stabilito quali comuni dovranno ospitare le antenne 5G e l'accordo è tacito, nel senso che chi tace e non si oppone acconsente, sebbene di fatto il protocollo di Norimberga preveda l'indispensabilità dell'esplicito consenso. Ed è così che in quella tabella del MISE sono finiti, a loro insaputa, come hanno dichiarato i loro sindaci a fine gennaio scorso, dapprima i 3 comuni valdostani Bionaz, Cogne e Perloz, a cui sono stati di recente aggiunti Etroubles e Gressoney-Saint-Jean. Il comune di Cogne si è mosso per primo e ha inviato una lettera già a luglio all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio dei Ministri al fine di chiedere la cancellazione dalla lista dei comuni nei quali sarà appunto avviata la sperimentazione, affermando testuali parole: "le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l'ecosistema, derivabile da una massiccia multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che inevitabilmente andranno a sommarsi alle decine di migliaia di stazioni radio base ancora operative per gli standard tecnologici di comunicazione senza fili, 2G, 3G, 4G, oltre ai migliaia di ripetitori WiFi attivi". Hanno poi fatto seguito prese di posizioni simili da parte dei sindaci di Bionaz e di Perloz. Il sindaco di Perloz sottolinea che "disponiamo già di una linea di banda larga, la fibra ottica a cui si affiancherà presto una seconda".

A noi sembra questa osservazione molto saggia e abbiamo approfondito la questione. Nel programma di sviluppo rurale 2014-2020 leggiamo che vengono precisati gli interventi mirati alla realizzazione d'infrastrutture e servizi relativi alla banda ultra-larga.

Presidente - Colleghi, scusate, un po' di silenzio in aula.

Pulz (ADU VDA) - Con il concorso dei finanziamenti FESR, in accordo con lo stesso Ministero, perché viene precisato - e questo è molto importante - "la comunicazione digitale potrebbe rappresentare una modalità per attenuare i disagi derivanti dal vivere e lavorare in ambiente rurale. Ci risulta che, tramite l'in house Inva, la Valle d'Aosta abbia realizzato dorsali di fibra ottica già su tutto il territorio regionale".

La necessità impellente ci sembra che sarebbe quella di avere una velocità in adsl adeguata ben prima che interessarsi alle logiche del 5G, perché ci sono zone scoperte e vi posso testimoniare che quando lavoro nel weekend a casa al PC ho spesso la tentazione di buttarlo dal balcone tanto è lento e vi posso anche testimoniare che la situazione nelle scuole è molto complicata, alla faccia della cosiddetta Scuola digitale, che di fatto non esiste ancora. Il dubbio filosofico di fondo è però: "cosa vogliamo poi farcene di tutta questa incredibile velocità?". Comunque, al di là dei dubbi filosofici che mi tengo, tengo a sottolineare che, a seguito della nostra interpellanza sullo stesso tema, lo scorso marzo sono stata contattata da più parti, sia da singole persone preoccupate sia dall'Alleanza Stop 5G che è molto attiva in Italia e in Europa. Proprio ieri, guardate il tempismo incredibile, siamo sul pezzo, questa Alleanza Stop 5G ha organizzato un convegno internazionale presso la Camera dei deputati e la prima manifestazione in Italia. Come avrete letto oggi sui giornali, sono stati momenti di grande partecipazione. Sono stata anche contattata, al contrario, da cittadini che ci hanno accusati di atteggiamenti conservatori, antitecnologici e antiscientifici. Questo è proprio falsissimo. È per rispondere da questa sede a questi ultimi che sottolineo come la nostra preoccupazione sulla diffusione globale dei campi elettromagnetici, quindi sulla questione dell'elettrosmog, s'ispira al principio cardine della precauzione, cioè il punto più rilevante di questa mozione è la politica di precauzione, politica che peraltro l'Unione Europea in materia di ambiente sottolinea con grande forza, perché ci vuole un'azione preventiva, ci vuole un'attenzione, in assenza di evidenze scientifiche, rispetto alla non pericolosità dell'elettrosmog per la salute umana, ma anche per la salute vegetale e animale.

Quindi noi vorremmo semplicemente avere maggiori elementi di valutazione e anche indicazioni precise su come gestire nella vita quotidiana questa diffusione ormai in tutti gli ambienti di campi elettromagnetici; cioè quello che crediamo fermamente è che si debba cercare, e anche possibilmente trovare, il punto di equilibrio tra le straordinarie e rapidissime innovazioni tecnologiche che creano sì progresso ma che allo stesso tempo ci espongono a un far west d'impianti. La tecnologia 5G è ancora priva di sufficiente sperimentazione e qui il principio di precauzione non è in alcun modo contemplato né dalle aziende fornitrici, che chiaramente puntano ai loro interessi, né ai governi ospitanti che forse dovrebbero preoccuparsi un po' di più della salute dei loro cittadini. Sulle conseguenze dei campi elettromagnetici tutto il mondo scientifico è massimamente allertato a livello internazionale. Il Consiglio d'Europa già dal 2011 sottolinea i pericoli rappresentati proprio dal 5G e ha richiamato gli stati membri a valutazioni più approfondite di rischio. I rischi sono ripetutamente denunciati con forza in diverse sedi. Ricordiamo la raccolta di firme, la sottoscrizione di un documento di 180 scienziati e medici che hanno coinvolto 207 nazioni. Stiamo parlando di qualcosa che riguarda il mondo intero. Hanno chiesto una moratoria sull'installazione della rete 5G finché non ci saranno studi indipendenti che al momento non esistono, perché gli studi che esistono sono finanziati dalle compagnie telefoniche in un palese conflitto d'interessi. C'è questo appello internazionale indirizzato all'ONU, all'organizzazione mondiale della sanità, all'Unione Europea e al Consiglio d'Europa, ai governi di tutte le nazioni. In Italia è stata ripresa con forza dall'ISDE, bisogna dire anche in Valle d'Aosta, perché ci sono pochi ma buoni rappresentanti dell'ISDE, che è l'associazione medici per l'ambiente. Se qualcuno fosse interessato si può ancora firmare su change.org.

Ricordiamo che la tecnologia wireless è classificata come cancerogeno di classe 2b e non da noi ma dallo IARC, organo dell'organizzazione mondiale della sanità per lo studio dei cancerogeni ambientali. Proprio quest'organizzazione ha sottolineato come i campi elettromagnetici rappresentino uno degli inquinanti più comuni e in rapidissimo aumento nell'ambiente. Stanno aumentando i livelli di esposizione. In occasione della nostra precedente iniziativa devo dire che l'Assessore all'Ambiente ci aveva piacevolmente sorpresi, perché si era dimostrato molto disponibile a cercare d'inquadrare il problema a livello locale a favore della salute della popolazione valdostana e aveva parlato chiaramente del supporto dell'Arpa, che però bisogna capire se abbia già la strumentazione adeguata, perché trattasi di una strumentazione molto all'avanguardia. Ora noi che cosa chiediamo? Chiediamo un passo molto più coraggioso, pensando in particolare a quella categoria di persone, tra cui i bambini e gli adolescenti, che sono le prime vittime dell'elettrosensibilità, patologia questa in crescente aumento in tutto il mondo. Il problema è che abbiamo già, anzi non il problema, ma la risorsa direi... è che abbiamo molti esempi virtuosi in Italia, sulla scia di Bruxelles, che è stata la prima grande città a interrompere la sperimentazione del 5G, forse perché lì vivono molti politici, chissà. Permettetemi la battuta. Appunto non si contano più ormai le iniziative in tutta l'Italia, nelle sedi istituzionali come i Consigli comunali, i Consigli regionali, il Parlamento, a opera di diversi e anche opposti schieramenti politici perché l'argomento è trasversale.

Ci dispiace apprendere in questa situazione di grande incertezza che si stanno diffondendo tesi negazioniste e comportamenti molto ambigui. Ne citiamo una: il Touring Club Italiano, tramite l'associazione dei paesi bandiera arancione - che è un riconoscimento turistico-ambientale per eccellenza di borghi e piccoli comuni sotto i 15.000 abitanti - ha stipulato un accordo quadro con la società Inwit S.p.A. per il lancio del 5G nei piccoli centri italiani che aderiranno all'offerta. Così questi centri saranno coperti da mini antenne 5G per fornire 5G irradiato nell'aria da sorgenti molto ravvicinate. In sostanza vorremmo impegnare il Governo regionale ad avviare procedure urgenti, in applicazione appunto del principio di precauzione sancito dall'Unione Europea, per sospendere - questa è la richiesta - su tutto il territorio regionale qualsiasi forma di sperimentazione del 5G, in attesa appunto che ci siano evidenze scientifiche aggiornate sulla sicurezza di questa nuova tecnologia, in attesa di dati scientifici indipendenti da legami con l'industria e diffusi da enti che siano estranei a conflitti d'interesse - questi enti esistono, per esempio l'istituto Ramazzini di Bologna - e in attesa anche della nuova classificazione della cancerogenesi.

Lo scopo, abbiamo capito, è proteggere la popolazione valdostana, tutti coloro che insieme a noi fruiscono delle bellezze paesaggistiche e storico-artistiche. Noi vorremmo una Valle d 'Aosta 5G free almeno appunto finché non ci siano certezze maggiori. Questo è il discorso. Crediamo inoltre, e concludo, che questo marchio, tra virgolette, potrebbe anche essere spendibile e molto apprezzato a livello turistico perché potrebbe creare una Valle d'Aosta una volta tanto all'avanguardia. Perché non possiamo essere all'avanguardia nel momento in cui appunto queste iniziative si stanno diffondendo un po' in tutta Italia? Quindi chiediamo appunto la sospensione del 5G finché non ci siano evidenze scientifiche che ci lascino tutti tranquilli.

Presidente - Apriamo la discussione generale. La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - In realtà, di fatto intervengo in discussione generale ma comincio già con una dichiarazione di voto, evidenziando il fatto che su questo argomento i componenti del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale non hanno una posizione congiunta e quindi come capogruppo ritengo che ognuno possa esprimere il suo personale parere, perché, almeno all'interno del nostro gruppo, forse perché composto da sensibilità numericamente più significativa rispetto ad ADU, abbiamo in realtà delle convinzioni un pochino meno fondanti. Per quello che riguarda le dichiarazioni fatte dalla collega Pulz sulla banda larga e sulla fibra ottica, è vero che queste si stanno diffondendo in regione in modo comunque non così sufficiente come è stato dichiarato, però queste stesse non possono sostituire la trasmissione dei dati per il tramite della linea 5G, perché è un sistema di trasmissione dei dati basato sulla trasmissione di onde e non sulla trasmissione via cavo. Sarebbe la stessa cosa dire che poiché in Valle d'Aosta il telefono fisso raggiunge tutte le abitazioni, dobbiamo pensare di abolire l'utilizzo dello smartphone e invece ho visto che anche i numerosi componenti del gruppo consiliare di ADU ne fanno un uso quasi continuativo.

Veniamo invece nella discussione sulla questione. La dichiarazione sostanziale è quella della politica di precauzione. È vero, la politica di produzione è: "di fronte alla possibilità di un pericolo, prima approfondiamo e poi diffondiamo". Ma in questa situazione il 5G è ancora in una fase sperimentale, è una tecnologia che fondamentalmente sarà utilizzata a partire dal 2020. Quello che si sta facendo adesso è sperimentazione e il dire in assenza di evidenze scientifiche: "Sospendiamo qualsiasi forma di sperimentazione" sembra più una dichiarazione dogmatica che precauzionale, cioè quello che si vuole fare con questa sperimentazione, che infatti nasce a macchia di leopardo e per un periodo di tempo limitato è legata proprio a studiare quali siano gli effetti che possono essere dati da questo tipo di tecnologia che peraltro, essendo una trasmissione di onde elettromagnetiche, deve comunque rientrare nei limiti di emissione stabiliti dalla normativa nazionale, che in Italia sono fra i più bassi di tutta Europa; siamo a livelli che sono, con un ordine di grandezza, inferiori rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea: abbiamo 6 volt rispetto ai 40-50, anche 60, di altri paesi europei. Quindi la sperimentazione fatta sul territorio italiano sarebbe comunque su valori molto più bassi. Il rischio è che questa sperimentazione evidenzi il fatto che il 5G non è utilizzabile perché il segnale è troppo poco potente, non tanto che questa sperimentazione possa causare dei danni ai Valdostani e ai turisti presenti, anche per l'esposizione alle radiazioni elettromagnetica, i limiti di pericolosità sono legati al fatto di essere particolarmente vicini all'antenna emittente o ricevente e per un tempo continuativo particolarmente consistente. Quindi, in realtà, non ci sono prove del danno, non ce n'è nessuna. Si può sperimentare per verificare se la cosa possa dare problemi, ma qui noi ci opponiamo anche alla sperimentazione. Sono ancora più basito dall'uso della parola "tesi negazioniste". Non siamo a un'acclarata pericolosità e a qualcuno che la nega: la tesi negazionista di chi, per esempio, dichiara che il cambiamento climatico non esiste. In questo caso siamo in una situazione di assoluta sperimentazione sulla quale il dato di pericolosità non è ancora certo ed è bene però ricordare che il 5G potrebbe permettere degli sviluppi tecnologici - come la telemedicina, come la guida automatica degli automezzi - che potrebbero ridurre drasticamente i rischi della guida e i morti per incidente stradale e quindi probabilmente una sperimentazione attenta su come possa funzionare questa tecnologia potrebbe avere anche del significato. Nella fattispecie il vero problema è che manca la sperimentazione e quindi il dire "la sperimentazione deve essere fatta per raggiungere delle evidenze scientifiche", "facciamola sul territorio delle altre regioni e sui turisti delle altre regioni, così noi siamo comunque sempre tutti tranquilli" ci sembra una decisione un poco unilaterale e poco conscia della situazione del 5G a livello europeo. È vero che ci sono altre regioni limitate, come Bruxelles e Ginevra, che hanno evitato la sperimentazione a tutti i costi, ma è altrettanto vero che non ci sono studi certi sulla pericolosità e che qualunque sperimentazione debba essere fatta invece con il limite di emissioni a livello nazionale.

Sulla scorta di questo, io personalmente dichiaro il mio voto di astensione su questa proposta, per cui ritengo che se i comuni vogliono attivare o non attivare la sperimentazione sul luogo comune e decidere di rinunciare o non rinunciare sia in funzione di una decisione loro autonoma e non di una decisione del governo regionale.

Dalle ore 17:15 assume la presidenza il vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - La parole au collègue Mossa.

Mossa (M5S) - Come ha detto il mio collega Vesan, visto che non c'è una linea condivisa nel nostro gruppo consiliare, ognuno voterà secondo le proprie sensibilità e io dichiaro già di essere contrario assolutamente a questa mozione e spiego anche quali sono le mie motivazioni. Il 5G è una tecnologia dalle grandi potenzialità che potrà essere applicata in diversi ambiti della nostra quotidianità, dalla medicina ai trasporti per migliorare la vita dei cittadini. Grazie al 5G verrà incrementata drasticamente la sicurezza dei mezzi di trasporto attraverso infrastrutture che diverranno capaci di comunicare col veicolo, migliorando la sua capacità di prevedere i pericoli: meno incidenti quindi, ma anche gestione tempestiva delle situazioni di emergenza. Avremo infatti ambulanze connesse che condivideranno i parametri vitali e gli esami per immagini in tempo reale con le équipe ospedaliere. Le nuove tecnologie di comunicazione, in sostanza, permetteranno di trasmettere sempre più velocemente informazioni sul traffico, sull'inquinamento e sulle emergenze di ogni tipo, favorendo soccorsi più tempestivi e un livello di sicurezza generale molto più alto di quello di oggi.

Circolano però tante bufale relative al 5G e andrebbe fatta un po' di chiarezza. Il 26 febbraio in Commissione trasporti della Camera dei Deputati, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul 5G, è stato audito il dottor Alessandro Vittorio Polichetti dell'Istituto superiore della sanità. È uno dei massimi esperti in Italia sul tema dell'elettromagnetismo. È stata chiesta l'audizione dell'Istituto in quanto era necessario dare una risposta da parte della scienza riguardo le possibili controindicazioni del 5G direttamente in Parlamento. Il confronto è stato utile perché ha permesso di fugare ogni preoccupazione per la salute legata alla realizzazione delle nuove reti mobili di quinta generazione. Non esistono allo stato evidenze scientifiche che indichino il contrario. Anzi, come spiegato dal dottor Polichetti, la maggior densità delle small cell del 5G abbasserà le emissioni con un minore impatto sulla popolazione. Va ricordato inoltre che già oggi l'Italia presenta limiti di emissioni elettromagnetiche significativamente - come ricordava anche il collega Vesan - più bassi rispetto a quelli degli altri paesi. In particolare, mentre da noi è stato adottato un limite pari a 6 volt/ metro, altrove ci si attesta in media su limiti che oscillano tra i 41 e i 58 volt/metro, dunque dalle 7 alle 10 volte superiori. Nonostante ciò, ancora una volta non esistono evidenze scientifiche che certificano l'insorgere di patologie causalmente collegate a limiti così elevati. In realtà, come gli esperti hanno unanimemente confermato in audizione, ciò su cui occorre prestare attenzione sono appunto i dispositivi. Su questo va fatta una campagna informativa per spingere le persone a un uso responsabile dello smartphone, usando sempre gli auricolari ed evitando di tenerlo perennemente a contatto con il corpo e in particolare con la testa. Dunque, nessun pericolo da 5G, questo dice la scienza. La scelta di fissare questo valore di attenzione è stata di natura principalmente politica, così come probabilmente sarà ogni futura scelta di mantenerlo o eliminarlo o comunque di modificarlo, in aumento o in diminuzione. Il suo valore numerico non ha e non può avere alcuna base scientifica per cui una sua qualunque modifica potrebbe avere come unica implicazione sanitaria quella d'influire in maniera difficilmente prevedibile sulle preoccupazioni del pubblico, che sono connesse a una percezione dei rischi non sempre corrispondente al reale stato delle conoscenze scientifiche.

Oltre all'audizione del dottor Alessandro Vittorio Polichetti, è stata fatta un 'intervista anche al professor Antonio Capone, professore ordinario di telecomunicazione e preside della scuola di ingegneria industriale e dell'informazione presso il Politecnico di Milano, che ha recentemente guidato un gruppo di studio sul tema dell'esposizione ai campi elettromagnetici dovuti ai sistemi radiomobili che comprendeva anche esperti di aria biomedica. I risultati di questo studio sono stati presentati alla Camera dei Deputati in audizione pubblica. Andrò a riassumere brevemente, per quanto possibile, le domande e le risposte poste al professore Capone:

1) Quali organi internazionali seguono lo studio delle onde elettromagnetiche del 5G e cosa dicono in merito? La risposta: Gli enti che analizzano gli studi sull'esposizione ai campi elettromagnetici e si occupano di emanare le raccomandazioni che sono poi utilizzate come base per la legislazione, in materia della quasi totalità dei paesi, sono due: la commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti e l'Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici, comitato internazionale sulla sicurezza elettromagnetica. Entrambi i comitati non si occupano di problemi sociali, economici o politici e hanno, come membri, esperti selezionati esclusivamente sulla base delle loro competenze scientifiche. Sono organizzazioni non governative riconosciute dall'organizzazione mondiale della sanità, dall'organizzazione internazionale del lavoro e dall'Unione Europea. Le raccomandazioni di questi organismi si traducono in limiti di esposizione ai campi elettromagnetici che vengono poi applicati nell'installazione delle stazioni radio base dei cellulari sia nelle costruzioni dei telefonini. I limiti sono fissati ben al disotto, parliamo di circa 50 volte, di qualunque livello di esposizione che sia mai stato mostrato essere dannoso. Si noti per altri inquinanti, come le polveri atmosferiche, ci accontentiamo che non facciano troppo male. Invece per i campi elettromagnetici viene preso un grandissimo margine di sicurezza che dà ampie garanzie di non pericolosità. Per il 5G, come per qualunque sorgente di onde elettromagnetiche, valgono i limiti e la specifica tecnologia è completamente irrilevante. Contano solo la potenza e le frequenze utilizzate. Parlare di potenziale pericolosità specifica del 5G come nuova tecnologia non ha senso dal punto di vista scientifico.

2) In Italia sia l'ospedale San Raffaele che la Croce Rossa Italiana collaborano alla sperimentazione di questa nuova tecnologia. Cosa dicono gli studi scientifici e medici a riguardo? Risposta: gli organismi di ricerca medica che si occupano di esposizione ai campi elettromagnetici sono numerosissimi, così come sono numerosi quelli che hanno usato il 5G durante la sperimentazione del MISE per applicazioni nel campo medico, che si spera nei prossimi anni produrranno benefici significativi come l'ambulanza connessa, la chirurgia da remoto, la diagnostica basata sulla realtà virtuale eccetera eccetera. Poche settimane fa l'istituto superiore di sanità, massimo organismo italiano in materia di salute pubblica, ha pubblicato un rapporto sullo stato degli studi, relativo all'esposizione dei campi elettromagnetici nei quali si ribadisce che non emergono nuovi motivi di preoccupazione sugli effetti a lungo termine e che i principi adottati per proteggere la popolazione a livello internazionale sono più che validi.

3) Riguardo l'elettromagnetismo cosa dice la normativa italiana? La normativa italiana adotta limiti molto più stringenti rispetto a quelli internazionali come, già come detto, adottano ampi margini precauzionali. La normativa italiana stabilisce un limite che è 100 volte più basso di quello internazionale e quindi 5.000 volte più basso della soglia di pericolosità. Diciamo quindi che in Italia si è deciso di essere estremamente conservativi, probabilmente anche troppo.

4) Chi fa i controlli? I controlli sugli impianti che emettono onde elettromagnetiche, come le stazioni radio base dei cellulari, sono effettuati dalle Arpa regionali, che mantengono i registri di tutti gli impianti installati dagli operatori con tutti i parametri di progetto su cui vengono poi effettuate delle misure di controllo periodiche.

5) Con il 5G come cambia il metodo di misurazione? In cosa è diversa rispetto al 3G e al 4G? Anche se le prestazioni tecniche del 5G sono molto superiori a quelle del 3G e del 4G - velocità, dati, qualità eccetera - dal punto di vista delle emissioni elettromagnetiche non c'è nulla di diverso. Le antenne del 5G hanno caratteristiche di maggiore efficienza rispetto ad altri sistemi ed evitano di emettere in direzioni diverse da quelle necessarie. La misurazione è normata a livello internazionale e si basa sul diagramma d'irradiazione delle antenne, esattamente come per gli altri sistemi.

6) Le onde del 5G si sommano a quelle del 3G e del 4G? Sì, ma i limiti di esposizione si applicano alla somma di tutti i sistemi presenti su ciascun impianto e vanno comunque rispettati. Se su un impianto i limiti sono già raggiunti, occorre modificare o abbassare le potenze degli altri sistemi per poter installare il 5G. Se in alcuni casi sarà necessario installare nuove stazioni radio base, questo sarà un vantaggio rispetto all'esposizione perché il livello del campo elettromagnetico è alto solo entro poche decine di metri dall'impianto e diminuisce molto velocemente a distanze maggiori. Vorrei sottolineare che, al contrario di quanto si crede, il numero di stazioni radio base non crescerà in modo particolarmente significativo con il 5G per ragioni non solo tecniche ma anche economiche.

7) Quali frequenze utilizzerà il 5G? Il 5G utilizzerà delle frequenze intorno ai 700 Megahertz, 3,6 gigahertz e 26 gigahertz. Tutte le frequenze del 5G ricadono ampiamente nell'intervallo di valori studiati dagli organismi internazionali e per le quali valgono i limiti di emissioni che arrivano fino a 300 gigahertz. Da questo punto di vista non c'è nulla di nuovo o di ancora non studiato nel 5G.

8) Ci può fare un esempio di dispositivo che utilizza le stesse frequenze? Le frequenze dei 700 megahertz sono vicine a quelle usate dagli impianti televisivi e le frequenze dei 3,6 gigahertz sono simili a quelle usate per i sistemi 4G, le frequenze a 26 gigahertz, dette anche onde millimetriche, sono vicine a quelle usate per i ponti radio per i sistemi satellitari.

9) Se ci sono più antenne diffuse, il segnale sarà più intenso? A un numero maggiore di antenne in realtà corrisponde una minore esposizione ai campi elettromagnetici perché è possibile utilizzare potenze più basse. Non conta il numero di antenne ma l'intensità del campo nelle immediate vicinanze dell'impianto.

10) In conclusione, il 5G è pericoloso per la salute umana? Mi permetto qui di rispondere che la domanda è mal posta. Non si può parlare di pericolosità di una specifica tecnologia e il 5G non è diverso da questo punto di vista dagli altri sistemi. Per il 5G e gli altri sistemi valgono i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici che danno ampi margini di precauzione rispetto ai possibili pericoli. A quasi 30 anni dall'introduzione della tecnologia cellulare non esistono ragionevoli motivi di preoccupazione per la salute umana a fronte di molte migliaia di studi a livello internazionale.

Quindi concludo il mio intervento sottolineando che, come dimostrato, esistono importanti pareri da parte di medici ed esperti che fugano tutte le preoccupazioni legate alla salute, ma ciò nonostante ormai si deve registrare l'esistenza di agguerriti gruppetti o gruppuscoli di persone palesemente incompetenti in materia che stanno Invadendo i social, i giornali e persino tempestando le amministrazioni pubbliche con bufale, fino a quanto pare giungere pure in questo Consiglio, usando argomentazioni arcaiche e prive di basi scientifiche. Credevo che, a parte il presidente Fosson e il consigliere Peinetti, non ci fossero altri medici esperti in Consiglio, escludendo ovviamente quelli fortunati che abbiamo scoperto oggi che hanno il dono dell'onniscienza.

Président - La parole à la collègue Nasso.

Nasso (M5S) - Meno male che abbiamo solo tre possibilità di voto in questo Consiglio, se no forse saremmo riusciti ad averne anche di più nel nostro gruppo. Ha ragione, consigliere Cognetta, sono quattro. La mia posizione è la medesima della consigliera Russo ed è praticamente uguale a ciò che prima ha detto la Pulz, con la quale non vado spesso d'accordo, però devo dire che ho condiviso ogni singola parola della sua esposizione su questa tematica; tematica che è stata affrontata anche in Parlamento e riporto alcune riflessioni - che sono poi le mie - che ha fatto l'onorevole Cunial. Come dichiarato dall'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro già nel 2011, i campi elettromagnetici a radiofrequenza sono possibili cancerogeni e, secondo più recenti studi, questi avrebbero possibili effetti riproduttivi neurologici e metabolici. A che rischio stiamo per sottoporre dunque la popolazione italiana? È dovere primario della politica tutelare la terra e il benessere dei cittadini. Sospendere a oggi qualsiasi forma di sperimentazione del 5G, a oggi dico, non per sempre, sul territorio nazionale in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche - questa frase voglio ripeterla: "in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche" - che magari potrebbero arrivare fra qualche mese, per quindi giudicare l'innocuità e promuovere uno studio epidemiologico indipendente sviluppato da enti scevri da conflitti d'interessi, ed è molto raro trovarli. Io credo che queste siano azioni doverose. Tra gli obiettivi deve esserci assolutamente anche quello di mantenere gli attuali valori limite di legge, puntando sulla minimizzazione del rischio, e valutare tutte le opzioni critiche e i giudizi negativi giunti dalla comunità scientifica in merito agli effetti di un eventuale innalzamento dei limiti di legge; a mio avviso, è questa l'unica strada percorribile da una politica che davvero metta la salute dei cittadini al primo posto.

Per concludere, credo che promuovere la ricerca di tecnologie più sicure e/o alternative o comunque previa sperimentazione - ma non sulla pelle, ma in adeguati altri luoghi - delle radiofrequenze significhi non solo adempiere al principio di precauzione che dovrebbe guidare l'azione politica, ma anche farsi portavoce e difensori della popolazione, osteggiando un progetto che ancora una volta antepone agli interessi dei cittadini quelli di poche, pochissime, potentissime e ricchissime multinazionali. Questa è la mia posizione, la mia riflessione su questa mozione. Ovviamente io voterò a favore.

Presidente - La parola al collega Barocco.

Barocco (UV) - Permettetemi una battuta. Vedendo le differenziazioni delle posizioni all'interno del Movimento 5 Stelle e leggendo i giornali stamattina, dove dicono che siamo in fibrillazione nel Gruppo dell'Union, forse hanno sbagliato gruppo. Ma così, è una battuta. Visto che ne riceviamo e ci abbiamo fatto un po' il callo, lasciatemi iniziare con questa piccola battuta.

Prima di tutto penso che sia necessario distinguere tra polemica politica, dibattito e risultati e commentari e risultati scientifici, perché anche lì... à chacun son rôle. Dopo di me interverrà il collega Peinetti che affronterà l'aspetto medico-scientifico. Io rimango sul tema. Cominciamo a mettere in chiaro alcune cose. Leggo un articolo de "Le Monde" del 5 agosto 2019 che dice: " Non, Bruxelles n'a pas interdit la 5G pour des raisons de santé. En réalité le déploiement du réseau est bloqué pour des raisons administratives et financières. ". Questa è del 5 agosto, Le Monde mi sembra che sia una fonte autorevole. È da leggere tutto perché effettivamente dà conto di alcuni aspetti di preoccupazione scientifica ma non solo, soprattutto si riferisce a delle questioni, amministrative e finanziarie. I Belgi sono sempre attenti al loro portafoglio!

Ma parliamo di Digital Divide. L'Uncem, l'Unione Comuni ed Enti Montani, presieduta dall'amico Bussone, un Piemontese che conosciamo bene qui in Valle d'Aosta, ha fatto recentemente una campagna per capire quale sia il digital divice e come sia diffuso in Italia. 1200 comuni sono senza connessione a internet con delle grosse difficoltà alle connessioni telefoniche e tutta una serie quindi di problematiche che concernono la vita di questi cittadini. In genere sono comuni montani ma non solo, sono anche di aree interne. Diffondere l'uso delle tecnologie del 5G... Poi anche qui, 1G, 2G, 3G, 4 punti G, 5 punti G... - sempre energia è! Comunque, è anche una questione di... Quella è un'altra cosa, rimaniamo un po' seri! - però il problema è anche, penso, una questione di égalité de chances e di democrazia perché i ragazzi, i nostri figli, i figli dei nostri montanari che stanno a Trois Villes di Quart hanno gli stessi diritti di entrare nella rete, di poter confrontarsi con i loro compagni, di colloquiare in Skype con il loro omologo che magari può essere di Ollomont ma anche di New York e quindi ci potrebbe essere questa disparità di trattamento e quindi una mancanza, un delta di mancanza di democrazia. Questo non vuol dire che questa tecnologia non debba essere investigata, non si debba con il principio di precauzione capire quali siano le influenze sulla nostra salute, ma cerchiamo di non avere degli atteggiamenti...quasi luddisti? Tutto quello che è innovazione porta a qualcosa di male? Io non la vedo così. Stamattina abbiamo parlato di dematerializzazione. Come facciamo a far fruire di un documento dematerializzato ai cittadini, se non attraverso la rete? Questo è un problema, perché, come ben si sa, i documenti hanno dei K, pesano, forse dei mega, e poi quindi quando io li devo scaricare rischio di avere l'effetto Pulz, che quando sono davanti al computer e non ho banda butto il computer. Ma non è da buttare il computer, è che non c'è banda! Non c'è banda probabilmente che arrivi via cavo, ma non c'è neanche banda con un backbone attraverso l'etere. Quindi penso che questo sia... la dematerializzazione è un punto, poi bisogna renderla disponibile. E quindi questo penso sia un'altra delle cose da tenere in conto.

Poi la mozione, e su questo chiederei magari qualche delucidazione, dice: "Appreso altresì che il Touring Club Italiano, tramite l'associazione dei paesi bandiera arancione, ha stipulato un accordo quadro con la società Inwit S.p.a. per il lancio del 5G nei piccoli centri italiani che aderiranno all'offerta, saranno coperti da mini antenne 5G con sistema Adas. Mi sembra venisse ricordato prima da Mossa o da Vesan che quello che è importante capire è la potenza di trasmissione di queste antenne radio perché più ce ne sono diffuse... Poi qui bisognerà trovare il giusto mezzo, ma la potenza potrebbe essere minore, quindi degli influssi minori sulla salute se sarà determinato che potrebbe causare qualcosa di negativo alla nostra salute. In montagna ancora maggiormente è vissuto questo digital divide. Grazie all'Amministrazione regionale stiamo portando banda larga prima nei municipi; nelle scuole c'è qualche problema. Ci sono dei comuni che hanno portato la banda larga a loro spese nelle scuole, ma si sta diffondendo questa tecnologia anche negli altri plessi scolastici.

Facciamo attenzione con questi atteggiamenti, perché avere la sperimentazione 5G è un'attrattività, non è un minus. È un flusso per il territorio. Alcuni anni fa a Champoluc il dottor Scaglia - presidente di Fastweb mi sembra - voleva stare più in montagna per godere delle nostre bellezze e chiedeva banda per poter lavorare e per poter essere connesso con il mondo. Penso che questa sia una cosa da sottolineare. Poi Scaglia aveva anche altre esigenze in quel periodo, perché era un po' costretto a Champoluc, non è stata proprio una sua spontanea scelta, o "spintanea". Comunque, al di là di questo, io penso che sia un tema - scusatemi se l'ho infarcito di alcune battute - molto serio, di competitività dei territori e di attrattività economica dei territori, se rimaniamo in Valle d'Aosta, se, invece, guardiamo più distante, probabilmente l'enjeu del 5 G non è un enjeu sanitaire ma è un enjeu géopolitique.

Président - La parole au collègue Peinetti.

Peinetti (UV) - Intervengo solo brevemente per puntualizzare alcuni aspetti. Vorrei dire che oggi è facilissimo seminare di studi più o meno trovati su internet una tesi, perché si può trovare in internet tutto e il contrario di tutto, quello che dirà che hai ragione e quello che dirà che hai torto. Vorrei però togliere un'illusione alla collega Pulz: oggi non esistono studi acclarati che certifichino che nessun tipo di tecnologia, non la 5G ma neanche la 2G, sia completamente innocua e sia completamente priva di effetti sull'uomo. Non esistono studi che diano questa certezza, per cui prendete il cellulare e buttatelo! Questo è il dato. Oggi è così. Quindi se noi vogliamo essere certi che questo dato non dia nessun tipo di problema alla salute umana, signori miei, il cellulare che voi avete in tasca purtroppo è già un grosso problema non da adesso, ma da quando sono usciti i cellulari. Vengono fatti oggi studi che sono continuamente aggiornati, perché non è vero che non esistano linee guida sull'utilizzo delle radiazioni delle onde elettromagnetiche, esistono eccome! Esistono, vengono aggiornati continuamente. È stato citato dal consigliere Mossa prima il recente report di quest'estate dell'Istituto superiore di sanità, che non è proprio l'asilo nido del sole, è l'Istituto superiore della sanità. E non è neanche un ente sponsorizzato, almeno non mi risulta che l'Istituto superiore di sanità sia sponsorizzato. L'Istituto superiore di sanità ha detto delle cose molto chiare e nelle sue conclusioni riferisce che non ci sono correlazioni dirette tra tumori e uso della tecnologia mobile oppure 5G. Questo in realtà non è del tutto vero, perché anche lo stesso Istituto Superiore di Sanità riporta delle evidenze scientifiche che sono molto chiare. Dice che, in realtà, l'evidenza scientifica che noi oggi abbiamo, di cui oggi noi siamo in possesso, è un'evidenza scientifica di tipo "2b tumore correlata". Ciò vuol dire che noi oggi possiamo dire che l'esposizione prolungata a elevati dosaggi di onde elettromagnetiche provoca nei topi e nei ratti dei tumori che possono essere il tumore polmonare, un tumore della pelle, la leucemia, eccetera. Questo però a dosaggi prolungati, molto più elevati di quelli che sono ammissibili oggi alle nostre conoscenze, e nei ratti; ora, con tutto il rispetto per i ratti, io non credo che si possano paragonare tout court i ratti all'essere umano. Dopodiché c'è da fare una distinzione: la tecnologia 5G, come è già stato detto prima sia dai colleghi Vesan e Mossa sia dal collega Barocco, è un'innovazione tecnologica che in realtà non è neanche lo sviluppo della 4G ma è un'altra cosa, che ci darà la possibilità di avere delle trasmissioni dati anche differenti, non solo quindi quelle che noi oggi siamo abituati ad avere e in più, probabilmente, il problema che ha suscitato e suscita ancora oggi molto timore è che l'aumento della frequenza che il 5G prevede possa generare problemi a noi sconosciuti, ma indubbiamente il fatto che queste emissioni di onde elettromagnetiche saranno fatte da stazioni radio, probabilmente anzi sicuramente più piccole renderà le emissioni meno potenti, che è il vero problema dell'eventuale danno stocastico delle onde elettromagnetiche. Credo che si siano occupate di questo problema agenzie anche qui non proprio sponsorizzate, come l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che non è un'agenzia sponsorizzata e che parla di evidenza 2B. Ma l'evidenza 2B è un'evidenza molto bassa, tanto per cominciare, perché le evidenze devono essere 1A per essere alte. L'evidenza 2B è un'evidenza bassa ed è evidenza bassa perché è stata sviluppata in laboratorio su dei topolini e su dei ratti esposti per lunghi periodi alle onde elettromagnetiche. Il che vuol dire che se noi fossimo esposti per lo stesso periodo e per la stessa quantità a quelle onde elettromagnetiche non è detto che avremmo neanche lo sviluppo di quella malattia, può darsi di sì come può darsi di no, ma il dosaggio è talmente elevato che oggi come oggi non è neanche ipotizzabile. Quindi non vorrei che si generasse una confusione fra onde elettromagnetiche e radiazioni ionizzanti, perché qui a volte si fa un po' di confusione e la gente viene spaventata con messaggi che sono un po' forvianti; a volte, magari involontariamente, a volte magari un po' meno involontariamente. Un conto è parlare di radiazioni ionizzanti e un conto è parlare di onde elettromagnetiche. Un conto è parlare di macchine che emettono radiazioni ionizzanti, che sono vietate, se non in ambienti protetti e a fini medici, e un conto è parlare di mezzi di comunicazione. Dopodiché sono anch'io d'accordo su quello che è stato prima... Torno a quello che ho detto prima. Da qua devono uscire dei messaggi, no? Quelli che si chiamano suggestioni, che possono essere dei code message, come vengono chiamati da queste aule.

Io credo che quello che ha detto prima il collega Mossa sia molto utile, cioè, invece di dire "no" al 5G, cominciare ad esempio a dire come va usato in maniera consapevole lo smartphone, cosa che magari tutti noi crediamo di usare in maniera corretta e invece non facciamo. È stato detto che l'uso del vivavoce è importantissimo, perché la differenza la fa la vicinanza all'emissione delle radiazioni elettromagnetiche. Quindi l'utilizzo del vivavoce, l'utilizzo degli auricolari, evitare di utilizzare lo smartphone quando la copertura è molto bassa: questo è addirittura strano, perché evidentemente lo smartphone per poter funzionare quando la copertura è bassa emette più radiazioni elettromagnetiche. Evitare di mettere lo smartphone all'orecchio quando si fa il numero perché in quel momento le radiazioni elettromagnetiche raggiungono il massimo. Quindi tutta una serie di accorgimenti che probabilmente riducono questo tipo di impatto delle onde elettromagnetiche.

A oggi non è stato ancora riscontrato nessun caso di patologia conclamata da uso di smartphone. Quindi dire che le radiazioni, in questo caso elettromagnetiche del 5G, possano essere dannose per la salute è fare della cattiva informazione. In una regione come la Valle d'Aosta, che ha delle problematiche legate alla morfologia del territorio, come diceva prima il collega Barocco, dove è difficile a volte riuscire a comunicare... perché parlavo prima con la consigliera Nasso, che mi aveva preannunciato che lei avrebbe votato a favore della mozione, io ho detto: "Ma come, tu sei proprio una di quelle che più di tutte utilizza la..." "Eh, ma a me basta il 4G". Ho detto: "Sì, ho capito, ma tu sei qua". Se sei da una parte dove non arriva o fa difficoltà ad arrivare, si parlava prima di Ollomont, di Trois Villes eccetera, è proprio lì che è più facile che la tecnologia possa raggiungere questi posti, possa essere utilizzata in quelle zone di montagna che noi vogliamo aiutare. Credo che fare della buona informazione sia importante. Nessuno di noi ha la scienza infusa. La collega Pulz citava l'Istituto Ramazzini di Bologna, che sicuramente è un istituto rispettabile, io non discuto, ma non è l'Istituto Superiore di Sanità, con tutto il rispetto che ho per l'Istituto Ramazzini. A maggio 2020 ci sarà un importantissimo convegno a Seul, in Corea, dove verrà fatta la sintesi di tutti gli studi che ci sono oggi, la sintesi di studi che sono stati fatti, quelli non sperimentali ma studi clinici di seconda e terza generazione, quindi studi che hanno la possibilità di valutare i risultati anche sull'uso clinico delle radiazioni sui bambini, perché questo è un problema reale. Noi oggi diamo gli smartphone a bambini di 3 o 4 anni! È lì dove probabilmente bisognerà intervenire. Non è il 5G che fa la differenza. Non è il 5G che fa la differenza per questo. Saranno altre cose, che noi probabilmente scopriremo tra quindici anni, magari tra vent'anni, però non sicuramente con una sperimentazione domani mattina. Sospendiamo oggi il 5G, avremo la possibilità di conoscere i dati quando qua nessuno di noi ci sarà più. Quindi penso che sarà quasi abbastanza inutile sospenderlo. È come dire: non facciamola. Credo che, se vogliamo fare un buon lavoro, bisogna ovviamente tenere conto di tutto quello che sta uscendo oggi in letteratura, sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista biologico sulle possibili interazioni tra le onde elettromagnetiche e il corpo umano, ma non solo, con tutto quello che lo circonda. Io penso che dobbiamo essere molto attenti ma non dobbiamo fermarci e instillare nella popolazione paure che, secondo il mio modesto parere, non sono reali.

Président - La parole au collègue Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Volevo contribuire anch'io a questo ragionamento che si è sviluppato su questa mozione, cercando di portare un contributo non tecnico - perché mi sembra che l'argomento da un punto di vista tecnico sia stato sviscerato molto - su una questione relativa all'informazione, e in particolare alla questione relativa a ciò che ha fatto Bruxelles rispetto al 5G. Non so se sapete, ma negli Stati Uniti l'Ovetto Kinder non si può vendere. Avete presente l'ovetto di cioccolato, quello con la sorpresa all''interno? Negli Stati Uniti è fuori legge. Se qualcuno prova a importare o a portare con sé un Ovetto Kinder si becca 300 dollari di multa e la distruzione dell'ovetto all'arrivo all'aeroporto. Ma perché è così? Perché la sorpresa che c'è dentro, dice la Food and Drug administration, è nociva per la salute. Voi immaginate a questo punto com'è possibile che la Kinder in Italia, non solo in Italia ma nel resto del mondo, venda l'ovetto. Il problema di Bruxelles sul 5G è perché i limiti delle emissioni nella città di Bruxelles sono differenti dal resto d'Europa. Quindi dedurre che il 5G fa male rispetto alla legislazione della città di Bruxelles - fermo restando che sui politici sono d'accordo con lei, però se vogliamo farli fuori usiamo un sistema tipo quello che si usa per il lupo, così facciamo prima. Mi trova d'accordo anche su questo - è un modo di portare le argomentazioni un po' fuorviante, perché non abbiamo prove che faccia male. È questo il problema. Siccome non abbiamo prove che faccia male, dovremmo togliere il 5, il 4, il 3, il 2 e l'1, poi anche il Wi-Fi, poi anche il Bluetooth e poi qualunque altra cosa che funzioni senza fili. Vorrei ricordare a quest'aula anche la questione di Radio Maria e delle trasmissioni delle onde radio provenienti dal Monte Amiata. La potenza di quelle radio, e parlo di Radio in FM, quindi una radio proprio base, una roba vecchia come il cucco, sono nocive per chi abita nella zona, perché le antenne messe su quella montagna - essendo quel pezzo di montagna extraterritoriale, quella è Città del Vaticano - non rispondono alle leggi nazionali e sparano a manetta le emissioni, infatti Radio Maria si sente perfettamente dovunque, ma chi abita lì si becca tutte le radiazioni di una radio che di fatto non rispetta le leggi italiane, ma può farlo, perché non è in Italia. Ma per questo dobbiamo dire che la radio FM fa male alla salute? Eh sì, dipende. La questione della distribuzione di un 'onda radio... è quella che fa la differenza, molto grande! Un altro esempio molto classico è quello che riguarda i forni a microonde. I forni a microonde sono estremamente nocivi, perché i fondi a microonde, se perdono, corri veramente il rischio di beccarti qualche brutta malattia. Abbiamo eliminato i forni a microonde? Sono gestiti. Speriamo sempre che non si guastino per quanto riguarda le protezioni. Però ci sono. Allora, vede, qui dobbiamo compensare due elementi, da un lato quei paesi di montagna dove sostanzialmente non c'è attrattiva, dove sostanzialmente non c'è sviluppo, dove non si riesce a fare praticamente nulla perché o non hanno piste da sci o non hanno attrazioni turistiche particolari, non hanno attrazioni culturali particolari, non hanno scuole attrattive in qualche modo, non hanno niente di niente e finalmente arriva qualcosa che forse, forse, forse diecimila volte, potrebbe dare un minimo di sviluppo e noi diciamo: "A me che frega, tanto il lavoro io ce l'ho in Regione. Che me ne frega di mettere il 5G, tanto io sto a posto". Oppure possiamo dire: "A me basta il 4G, che me ne frega del 5, per quello che devo fare io mi basta". È lo stesso ragionamento. Caspita, non è un ragionamento. Se vogliamo veramente parlare di salute dobbiamo compensare le due cose. A Taranto, per esempio, hanno scelto di lasciare aperta l'acciaieria e i danni sulla salute ci sono, sono comprovati. Hanno dovuto scegliere tra diecimila posti di lavoro e la gente che muore di cancro, perché di questo parliamo: inquinamento, quindi salute, contro sviluppo e lavoro. Io sinceramente non posso demonizzare una tecnologia che è sul nascere sulla base di sentito dire, soprattutto quando mi vengono portate delle argomentazioni che di fatto sono fuorvianti, come il caso di Bruxelles. Quindi io invito veramente a riflettere chi propone queste cose rispetto al problema nel suo insieme, perché a quei paesini di montagna dove anche lei giustamente butta via il PC...a volte succede anche ad Aosta, senza andare fino... perché ci sono zone di Aosta che sono nella stessa situazione, senza andare tanto lontano. Che cosa vogliamo dare come risposta? Perché un paesino di montagna servito seriamente con una banda passante seria, con una fibra ottica e poi magari il 5G e quant'altro, permette magari a qualche libero professionista che fa delle attività in proprio e che non ha bisogno di vivere continuamente all'interno di una grande città, di trasferirsi in una città più piccola o in un paesino perché dice: "Mi piace la montagna, li posso lavorare... ma guarda un po', io vado lassù. La vita mi costa praticamente niente rispetto alla grande città, vivo un'area che sicuramente è diecimila volte meglio, probabilmente mi piace pure vedere ogni tanto quando apro la finestra i camosci e gli stambecchi e quant'altro, magari una volpe e anche un lupo" - se eventualmente mi piace vederlo - "e così magari vivo in un posto un pochino più bello che Milano". D'altronde quando quel signore che lei ha nominato prima, collega Barocco, ha deciso di stare tra qui e Milano, ha deciso qui perché ha detto: "almeno ho il giardino, esco, vedo qualcosa". È anche logico. Noi ci dobbiamo capire su questo punto. Siccome non viene visto da entrambe le parti, io sinceramente non so come comportarmi rispetto a questa mozione che tout court dice: "Questa tecnologia qui va eliminata fino a quando non si saprà se non è nociva". Allora dobbiamo eliminare l'Ovetto Kinder, allora dobbiamo eliminare i forni a microonde, allora dobbiamo eliminare la radio FM, allora dobbiamo eliminare tutto quello che ci sta qui! Ci sono anche quelli che vivono sotto i tralicci dell'alta tensione e hanno problemi. Di quelli ne parliamo o anche quelli ce li scordiamo? Eppure sono lì da anni i tralicci ad alta tensione. O quelli non fanno male? Fanno male al 5G perché poi lì c'è un problema di altra natura. Quindi sinceramente io chiedo di rivedere la sua posizione perché, scritta così, non mi vede d'accordo.

Président - Discussion générale, d 'autres souhaitent intervenir ? S 'il n 'y a pas d'autres interventions, je ferme la discussion générale. La parole à l'assesseur Chatrian.

Chatrian (AV) - Devo dire che ho ascoltato con una certa attenzione il dibattito su questa mozione che la collega ha voluto presentarci. Il collega Cognetta ha fatto un po' la sintesi che avrei voluto fare. Oltretutto è un tema che mi appassiona parecchio, anche perché - ogni tanto lo dico ma non come battuta - amiamo tutti la montagna, ma pensiamo a chi per scelta di vita ha deciso di stare in montagna e non solo al sabato pomeriggio e qualche volta la domenica mattina. Come compensare, equilibrare le esigenze di una piccola popolazione, di una piccola comunità, i servizi inferiori... Perché diventa una scelta di vita, non è sempre una questione solo economico-finanziaria, come tanti vogliono mettere in evidenza, ma diventa una scelta di quali siano le opportunità che piccoli o medi centri possano avere.

Non faccio lo scienziato, come ho sentito da parte di qualcuno. Sia Arpa sia gli enti strumentali dell'Amministrazione regionale che fanno questo di mestiere, hanno studiato questi temi, che hanno approfondito, ci hanno fatto avere lo stato dell'arte dal punto di vista giuridico, dal punto di vista tecnico; per noi, essendo dei legislatori e quindi un posizionamento più di natura d'indirizzo politico, penso sia utile avere tutti gli strumenti possibili per poi decidere la migliore strategia e soprattutto il percorso migliore. L'idea alla base... Penso che questo sia fondamentale nel dibattito, non so se lo condividiate, ma è di dare copertura prioritariamente a zone del territorio in digital divide. Ma perché? L'autorità precisa - questo penso sia il passaggio più importante, Il collega Barocco lo ha detto nel suo intervento e ci tengo a sottolinearlo - che non si tratta di una sperimentazione 5G, bensì dell'offerta di servizi commerciali. Stiamo parlando di due cose completamente diverse, nel senso che non è una sperimentazione, è un servizio commerciale. Pertanto, non vi è nessuna sperimentazione da sospendere. Qui non si parla di sperimentazione, si parla di servizio, in più, che viene erogato. Secondo elemento basilare importante: per quanto concerne l'impatto dovuto all'esposizione a campi elettromagnetici, per quanto oggetto di numerose posizioni contrastanti nel mondo scientifico e medico, vi sono alcuni documenti di riferimento di cui è necessario tenere conto; qualcuno lo ha citato, lo ha messo in evidenza nelle linee guida formulate già nel '98, piuttosto che le linee guida che rappresentano lo stato dell'arte della materia. Ricordo la Commissione internazionale per la protezione delle radiazioni non ionizzanti, un organismo non governativo formalmente riconosciuto dall'organizzazione mondiale della sanità. A livello europeo le istituzioni comunitarie non hanno adottato alcun provvedimento normativo vincolante, limitandosi a sottoscrivere la raccomandazione del Consiglio europeo sui campi elettromagnetici; questo è il secondo passaggio fondamentale per l'adozione di misure cautelative, le quali dovrebbero essere il più possibile omogenee, pur prendendo atto delle normative già in vigore in alcuni paesi.

L'attuale scenario - questo è il terzo passaggio fondamentale - della normativa italiana sui campi elettromagnetici si basa sulle indicazioni delle raccomandazioni europee introducendo, rispetto a questo, il concetto di evitare con prudenza - che esprime l'importanza di evitare o di ridurre, per quanto possibile - un'esposizione a un agente esterno, nel caso sorgano dubbi sulla sua potenzialità e pericolosità per la salute umana. Infatti, anche in assenza dell'accertata connessione di causa-effetto tra esposizione ai campi elettromagnetici e conseguenze di natura sanitaria a livello nazionale, si tende comunque a tenere in debita considerazione il rischio connesso con esposizioni prolungate nel tempo a livello di campi elettromagnetici di bassa intensità, limitando la potenza trasmessa al valore di 6, come veniva già detto, da rispettare nelle aree a permanenza prolungata. A livello del sistema nazionale a rete delle agenzie per la protezione dell'ambiente è stato emanato, in accordo con ISPRA, un documento sui criteri per la valutazione delle domande di autorizzazione all'installazione d'impianti di telefonia mobile che utilizzano antenne usate per il 5G.

Termino con un posizionamento più di natura politica. La tecnologia 5G comporta l'utilizzo di un maggior numero di fasi procedurali e di monitoraggio in esercizio, che terranno ovviamente conto della sommatoria degli effetti di tutti gli impianti, garantendo nel loro complesso il rispetto dei limiti di legge che sono basati, come già detto in precedenza, sul principio di prudenza e sulle indicazioni provenienti da organismi internazionali riconosciuti. Stante la situazione appena descritta, l'introduzione della tecnologia 5G, per quanto noto a oggi, non porterà a una crescita indiscriminata dei livelli di campo elettromagnetico. Finisco. Rispettando la posizione assunta dalle amministrazioni locali - questo penso sia condiviso quantomeno da quest'Aula, se non da tutti, da quasi tutti - se un singolo comune o più comuni decidono di non dover autorizzare le installazioni lo possono fare. Io penso da autonomista - e arrivo dal percorso degli enti locali - che sia giusto che, se un comune, un consiglio comunale, una giunta comunale decide questo percorso, che lo faccia insieme ai suoi, alla sua comunità, al suo territorio.

Ritengo però che oggi non vi siano le necessarie evidenze per accogliere tale mozione, che bloccherebbe sine die l'installazione dei sistemi 5G sul territorio regionale, e chiederei alla collega di ritirare la mozione, altrimenti noi ci asterremo.

Ricordo che nel mondo scientifico - questo penso che sia il passaggio forse più importante - non si è ancora raggiunta una convergenza sugli effetti dell'attuale tecnologia 4G e che ben difficilmente questo potrà avvenire per il 5G. Oggi noi, dovessimo approvare la mozione che lei ci ha proposto, metteremo non solo i carri davanti ai buoi: non si è ancora chiuso il cerchio del 4G, noi andremmo a vietare una proposta di natura, sì commerciale, ma che può dare dei risultati buoni al nostro territorio. Nello stesso tempo a dire "No, no, fermiamo tutto", fermiamo tutto cosa? A che titolo? In che maniera? Qualche comune l'ha già fatto tramite scelte di natura interna e ci sarà un dibattito, lo stanno già affrontando anche all'interno di quei comuni, non solo valdostani, dov'è il posizionamento è stato quello.

Penso che su questo tema dobbiamo essere molto laici, molto chiari, non illudere le persone, il bene e il male... Ognuno di noi ha una sua competenza, ma qui andiamo oltre, nel senso che i comuni che decidano di sospendere o eventualmente ritengano di non dover autorizzare l'installazione lo possono già fare, in piena autonomia.

Noi riteniamo, come governo - e mi sembra come pure da parte di quasi tutto il Consiglio regionale - che questo sia un posizionamento più di buon senso, che va nella direzione di creare opportunità a chi per scelta ha deciso di stare in luoghi dove la tecnologia deve essere un sostegno e un aiuto e non, invece, un problema o causa di modifiche per la propria vita, per la propria salute e per il proprio posizionamento. Chiederei, quindi, alla collega di ritirare la mozione, altrimenti noi ci asterremo.

Président - Toujours en réplique, la parole à la collègue Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Vorrei ringraziare tutti di cuore per lo sforzo che avete fatto di apportare contributi a questo dibattito. È senz'altro vero quanto diceva all'inizio il collega Vesan, cioè che siamo in una fase di sperimentazione di un nuovo servizio commerciale. Questo è innegabile. Non c'è ancora stata sperimentazione, e noi non abbiamo nessuna voglia di fare da cavie. Fatelo voi, se volete fare i topolini. A noi quest'idea non piace. Oltretutto faremmo i topolini per soddisfare la sete di business giganteschi, internazionali, da parte di enormi compagnie, quelle che stanno finanziando gli studi scientifici con governi che si prestano acriticamente - come i maschi 5 Stelle pare - e forse - mi viene questo dubbio, lasciatemelo esprimere - noi donne consigliere siamo più sensibili, forse per nostra natura, al tema della prevenzione.

In una situazione di grandissima incertezza è decisamente preferibile, secondo noi, adottare il principio di precauzione per il 5G, ma anche per altri discorsi che stiamo facendo in quest'aula in questo periodo. L'invito viene dal Consiglio d'Europa. In Italia l'invito forte viene dall'ISDE, che è l'Associazione Medici per l'Ambiente, e mi stupisco che il dottor Peinetti non apprezzi quel tipo di politica di precauzione. L'ISDE è allarmata proprio sul 5G insieme a circa 180 scienziati e medici di 207 nazioni. Io non sono una scienziata, non sono una tecnica, però di fronte a questi appelli mi preoccupo e credo che sia normale, e non credo per questo di assumere posizioni antiscientifiche e antitecnologiche, lungi da me!

A me sembra che stiamo perdendo ancora una volta l'occasione, in Valle d'Aosta, di essere all'avanguardia. Sono certa che i turisti apprezzerebbero questo coraggio; mi veniva in mente, mentre parlavate della necessità di connettere tutti i villaggi in alta montagna, un'amica che gestisce in Valle d'Aosta un albergo in alta montagna: questo albergo è molto frequentato da Milanesi e Torinesi proprio perché non c'è il wi-fi, le dicono in continuazione che cercano un posto dove non essere raggiungibili dal wireless, cosa che tra un po' sarà impossibile per tutti, perché saremo bombardati ovunque e sempre di più in un mondo fatto di meravigliose antennine.

E poi in più stiamo perdendo anche l'occasione di sostenere i comuni. Chi sono i comuni? Sono i nostri cittadini. Ma quando ci fa comodo, i comuni sono autonomi e allora decidono loro e sostanzialmente si arrangino. In conclusione, vorrei anche dire che ai nostri figli, più che fornire il diritto di comunicare a grandissima velocità e solo virtualmente, cosa che fanno già fin troppo, dobbiamo garantire il diritto alla salute, questo secondo noi, poi ognuno la pensi come ritiene.

Quindi no, mi spiace Assessore, non ritiriamo questa mozione e sinceramente le devo anche dire che a marzo l'avevo trovata più ragionevole e più cauta e avevo veramente gradito questo suo atteggiamento; quindi, se possiamo mettere la mozione ai voti.

Président - D'autres ? Déclarations de vote ? La parole au collègue Bertin.

Bertin (RC-AC) - Non entro nel merito di questioni sanitarie e geopolitiche, già in parte è stato fatto. Credo che sui campi magnetici ogni approfondimento sulle conseguenze sulla salute vada fatto, ma non soltanto rispetto al 5G, ma a qualunque tipo di campo magnetico al quale tutti noi siamo, nostro malgrado, sottoposti. Non vedo però la differenza tra 4G e 5G, i tre campi magnetici finora esistenti e quelli che verranno. Proprio per questo credo che sia importante, in generale, approfondire questi rischi e, qualora vi siano delle evidenze scientifiche, interrompere. Se sia il 4G o 5G è lo stesso, non è un problema di nuova sperimentazione. Il fatto è di tenere alta l'attenzione su quelle che sono oggettivamente delle preoccupazioni più che condivisibili. Per quanto riguarda lo specifico di questa mozione, così come troverei inopportuno obbligare le comunità comunali ad aderire a un progetto di questo genere, trovo anche che sia giusto che ogni comunità scelga, visto che può farlo, se aderire a questo programma oppure no, senza che ci sia la Regione, un po' in modo paternalistico, a intervenire per decidere dello sviluppo di un comune.

Dalle ore 18:18 assume la presidenza il presidente Rini.

Rini (Presidente) - Se non ci sono altre richieste, possiamo mettere in votazione la mozione. Chiedo scusa, per dichiarazione di voto la parola al collega Restano.

Restano (GM) - Per annunciare la nostra astensione. Non possiamo seguire la paesana Pulz in quest'iniziativa, perché quello che fa specie e che vorrei sottolineare è una preoccupazione: 40-50 anni fa on disait maîtres chez nous perché i Valdostani volevano decidere delle proprie sorti, volevano essere attori principali di queste decisioni. Oggi, con lo spopolamento della montagna, con l'abbandono dell'economia circolare, i nostri paesi sono frequentati da sempre più persone, che forse sono i nostri cittadini, perché hanno preso la residenza nei nostri comuni di montagna, si definiscono montagnards, ma lì vivono pochi giorni all'anno i disagi della montagna.

Io vorrei sapere percentualmente quante siano le persone che entrano in un'attività commerciale, in un albergo e che affermano: "Io non voglio avere il wireless, non voglio avere la comunicazione dati". Vorrei avere il dato, perché, per esperienza personale, come entrano chiedono: "C'è il collegamento? Qual è la velocità della comunicazione dati?" e, a volte, si è anche in imbarazzo a rispondere: "Siamo lentissimi"; scelgono - me lo diceva la collega - anche in base a questo la destinazione delle proprie vacanze. Ovviamente c'è una parte di clientela che sceglie la propria vacanza per stare tranquilla. Però il resto dell'anno vivono in agglomerati urbani dove la connessione ha una rapidità tale che non passa mezzo secondo dall'invio alla risposta. Quindi, ancorché non sia provato nulla, come in tanti altri settori nessuno ha la prova, io condivido quanto detto dal collega Cognetta ma esplicito a tutti - vorrei condividere questa preoccupazione - non vorrei che determinate posizioni fossero figlie di sedicenti montagnards, di persone che la montagna non la vivono e vengono a inocularci certi dubbi e poi noi giustamente li dibattiamo, li portiamo all'attenzione di quest'aula, ma certe decisioni potrebbero essere molto penalizzanti, e avevamo già in questa sede discusso di questo, riferito al mondo del turismo, al mondo dei trasporti a fune e quant'altro. Dobbiamo valutare. Dobbiamo valutare l'offerta commerciale ma non dobbiamo rimanere indietro, perché determinate scelte ci portano indietro alla velocità della luce, altro che 5G!

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Intervengo per dichiarare il voto di astensione del gruppo Lega Vallée d'Aoste. Colleghi, io penso che la tecnologia presenti sicuramente delle zone d'ombra ma ci consenta anche di esplicitare in maniera diretta la volontà, perché spesso e volentieri parliamo di tecnologia quasi come se fosse indotta, obbligata, non ci permettesse di scegliere. Questi strumenti si possono spegnere. Io vengo da una vita precedente dove sicuramente nei weekend il wi-fi e il wireless era meglio non averceli ed era bellissimo, bastava spegnerlo, bastava non utilizzarlo. Se voglio un weekend libero non è che ho qualcuno che mi obblighi a essere nel mondo del WiFi. Posso andare in un posto e, anche se c'è la connessione, io posso spegnere questo o quell'altro aggeggio. Si può semplicemente tranquillizzarsi in questa maniera. Dall'altra parte io credo che non possiamo criticare o comunque utilizzare le posizioni di organi sovranazionali o di altri organi soltanto quando ci fa comodo. Io credo che qualcuno debba dire se c'è qualcosa che fa bene e qualcosa che fa male, ma non possiamo poi utilizzarlo in base al piacimento; come sul discorso dell'inquinamento, non possiamo dire che da una parte, si inquina e allora, se la cosa ci piace, se la posizione porta avanti un certo tipo di ideologia, effettivamente inquina oppure se non lo fa è perché c'è di sicura una dietrologia. Su queste tecnologie, io penso che siamo inondati da onde. Il collega Cognetta parlava di Radio Maria, penso che quelle siano onde che ci portiamo dietro forse dal Big Bang. E quindi siamo completamente pervasi da onde. È anche bello vedere che soggetti che combattono contro queste onde poi hanno bisogno comunque di questi strumenti e di queste onde per portare giustamente avanti le loro campagne.

Quindi io penso che, prima di portare avanti un'ideologia, bisogna basarsi su dei dati oggettivi e su delle posizioni oggettive. Per il resto, come sempre accade, c'è la volontà e la scelta di ognuno di noi. Possiamo semplicemente esercitare la nostra scelta e possiamo spegnere i nostri telefoni, non c'è alcun tipo di problema.

Presidente - Altri? Possiamo mettere in votazione l'atto. La votazione è aperta. Possiamo chiudere la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 3

Favorevoli: 2

Contrari: 1

Astenuti: 30 (Aggravi, Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Minelli, Morelli, Nogara, Peinetti, Restano, Rini, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.