Oggetto del Consiglio n. 1062 del 6 novembre 2019 - Verbale
Oggetto n. 1062/XV del 06/11/2019
APPROVAZIONE DI MOZIONE: "IMPEGNO PER L'AVVIO DI UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA POPOLAZIONE PER LA PROMOZIONE DEL CONSUMO CONSAPEVOLE DI CARNE".
Il Vicepresidente FARCOZ invita a continuare la discussione sulla mozione indicata in oggetto, presentata dai Consiglieri MOSSA e NASSO e iscritta al punto 7 dell'ordine del giorno dell'adunanza.
Prende la parola, per mozione d'ordine, il Consigliere MOSSA, che chiede la distribuzione dell'emendamento depositato.
Intervengono l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, BACCEGA, che propone una modifica all'emendamento, i Consiglieri MOSSA, che accetta la modifica all'emendamento, e GERANDIN, che propone un ulteriore emendamento al dispositivo della mozione.
Prende la parola, per mozione d'ordine, il Consigliere MOSSA che chiede una breve sospensione dei lavori.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 15,53 alle ore 16,19 e che alla ripresa dei lavori assume la presidenza il Vicepresidente DISTORT.
Il Presidente comunica che è stato depositato un testo concordato dell'emendamento al dispositivo della mozione.
Interviene il Consigliere RESTANO.
Si dà atto che dalle ore 16,20 assume la presidenza il Presidente RINI.
Intervengono la Consigliera NASSO, l'Assessore al turismo, sport, commercio, agricoltura e beni culturali, VIÉRIN, i Consiglieri MANFRIN, NASSO (secondo intervento) e MOSSA (secondo intervento).
Replica l'Assessore BACCEGA.
Prendono la parola, per dichiarazione di voto, i Consiglieri MANFRIN (favorevole), GERANDIN (favorevole), PULZ (favorevole), PEINETTI (favorevole) e l'Assessore all'istruzione, università, ricerca e politiche giovanili, CERTAN (favorevole).
IL CONSIGLIO
- nel nuovo testo emendato concordato;
- ad unanimità di voti favorevoli (presenti e votanti: trentatré);
APPROVA
la sottoriportata
MOZIONE
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA/VALLÉE D'AOSTE
CONSIDERATO che secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (da qui FAO) il settore dell'allevamento è uno dei principali fattori di impatto ambientale globale;
CONSIDERATO che, nella seconda metà del Novecento, il consumo globale di carne è aumentato di 5 volte, passando da 45 milioni di tonnellate all'anno nel 1950 a 233 milioni di tonnellate all'anno nel 2000. E, sempre la FAO, ha stimato che, entro il 2050 si arriverà a 465 milioni di tonnellate;
CONSIDERATO che in tutto il mondo ogni anno vengono macellati circa 56 miliardi di animali, esclusi pesci e gli altri animali marini. Questa crescita esplosiva della popolazione animale da allevamento si è rivelata incompatibile con i ritmi naturali terrestri e ha inciso attraverso diversi modi sull'equilibrio del nostro pianeta;
CONSIDERATO che nel 2006 la FAO ha stimato che i processi coinvolti nell'allevamento di animali generano una produzione di gas serra equivalente al 18% delle emissioni globali prodotte dalle attività umane, una quota questa superiore a quella relativa all'intero settore dei trasporti (stradali, aerei, navali e ferroviari), responsabile del 13,5% di gas nocivi. Successivamente, nel 2009, un'analisi critica del rapporto della FAO tramite la riclassificazione di alcune voci, la correzione di stime e il conteggio di elementi inediti, pubblicata dal Worldwatch Institute, ha concluso che il totale delle emissioni di gas serra attribuibili al settore zootecnico sarebbe maggiore del 18% e rappresenterebbe una quota pari o superiore al 51% delle emissioni totali;
CONSIDERATO che secondo il rapporto della FAO, nonostante l'allevamento di animali contribuisca solo limitatamente alla produzione di CO2 (il principale gas a effetto serra prodotto dall'uomo), è tuttavia responsabile di alte emissioni di altri importanti gas serra: il 35-40% delle emissioni di metano, che ha un effetto 23 volte superiore a quello dell'anidride carbonica come fattore di riscaldamento del globo, il 65% delle emissioni di ossido di diazoto, un gas che è 296 volte più dannoso della CO2, e il 64% delle emissioni di ammoniaca, un gas che contribuisce significativamente alle piogge acide e all'acidificazione degli ecosistemi, sono prodotti infatti dal settore zootecnico;
CONSIDERATO che è stato stimato che in sistemi CAFO (Confined Animal Feeding Operations) (sistemi di allevamento intensivo a ridotte emissioni di gas serra) la produzione di 225 g di carne di manzo produce emissioni CO2 equivalenti pari a quelle generate da un viaggio in auto con motore endotermico di 15,8 km;
CONSIDERATO nel 2008 l'Institute for Environmental Studies della VU University di Amsterdam ha compiuto uno studio per quantificare la riduzione di emissioni di CO2 in relazione ad un minor consumo di carne, fornendo un confronto con la riduzione di emissioni di CO2 ottenibile applicando altre misure più note al grande pubblico, come un ridotto utilizzo dell'auto, l'uso di lampadine a basso consumo energetico, l'installazione di doppi vetri. I risultati hanno dimostrato come il semplice cambiamento delle proprie abitudini alimentari possa risultare molto più efficace nel determinare una riduzione delle emissioni di gas serra globali rispetto a tutti gli altri accorgimenti applicabili.
I calcoli sono stati eseguiti prendendo come paese di riferimento l'Olanda, e i risultati ottenuti hanno mostrato che se per un anno intero tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per un giorno alla settimana, si otterrebbe un risparmio totale di 3,2 megatonnellate di CO2, equivalente alla circolazione di un milione di auto in meno dalle strade dell'Olanda per un anno, mentre se per un anno intero tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per sette giorni alla settimana - dunque nell'ipotesi di una popolazione olandese latto-ovo-vegetariana - si otterrebbe un risparmio totale di 22,4 megatonnellate di CO2, equivalente alle emissioni totali prodotte dal consumo domestico di gas (riscaldamento, acqua calda per bagni e docce e cottura dei pasti) dell'intera Olanda. I risultati nel dettaglio sono mostrati nella tabella seguente:
CONSIDERATO che il consumo di carne cresce anche in Italia, fino a sfiorare gli 80 chili annui pro capite. Poco rispetto agli Stati Uniti ma comunque troppo in un contesto di produzione alimentare che è diventato un’industria devastante: il 70 per cento della produzione globale di cereali finisce nelle mangiatoie degli animali da macello e per ogni chilo di manzo si produce una quota che arriva fino a 60 chili di CO2 (pari a oltre 20 litri di benzina bruciati da un’automobile di media cilindrata). Inoltre vi è uno spreco d'acqua dolce significativo, dato che un terzo delle risorse idriche mondiali viene utilizzato per gli allevamenti: ogni volta che sostituiamo un chilo di carne con un chilo di verdura risparmiamo al pianeta circa 15 mila litri di acqua.
PRESO ATTO che il nostro Consiglio regionale è sensibile ai problemi ambientali e si fa spesso promotore di diverse iniziative volte a ridurre le emissioni a impatto ambientale, come l'obiettivo di "sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori" cosi come previsto dal DEFR 2019-2021 e l'impegno con il quale sta portando avanti la proposta di legge sulla mobilità sostenibile;
PRESO ATTO che anche la popolazione valdostana è sensibile ai problemi ambientali, vista la sentita adesione agli eventi contro i cambiamenti climatici come il Fridays for Future che ha visto, in più occasioni, nel nostro capoluogo, la partecipazione di più di 500 persone, soprattutto tra i più giovani;
CONSIDERATO che probabilmente gli stessi giovani, pur se sensibili alle tematiche ambientali, spesso, spinti ad imitare gli stili di vita americani, che sono all'ordine del giorno nei programmi televisivi, sono dediti all'abuso di consumo di carne, lo dimostra l'elevata frequenza delle numerose "burgherie" presenti sul nostro territorio che spesso oltre ad essere utilizzate come punto di ritrovo tra i giovani sono le mete più votate per la consumazione dei pasti giornalieri. Questo, secondo gli scriventi, è dovuto soprattutto all'inconsapevolezza dei danni ambientali causati dalla sempre più in crescita produzione di animali da macello.
IMPEGNA
il Presidente della Regione ad avviare, nei tempi necessari, una campagna di sensibilizzazione che coinvolga la popolazione di tutte le età, per la promozione del consumo consapevole di carne, dell'impatto ambientale derivante dalla crescita degli allevamenti intensivi, peraltro non presenti in Valle d'Aosta, e dei benefici ambientali ottenibili, oltre a quelli salutari, prediligendo per la propria alimentazione una dieta bilanciata incentrata sul consumo di prodotti agricoli e zootecnici locali, promuovendo il consumo di carne proveniente da allevamenti valdostani che rappresentano un comparto produttivo fondato su aziende ecocompatibili, con corretto carico animale e una gestione tradizionale particolarmente attenta alle condizioni del benessere animale. Il tutto in piena coerenza con il progetto "Io mangio valdostano", escludendo prodotti di natura e provenienza incerta.
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