Oggetto del Consiglio n. 1061 del 6 novembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1061/XV - Inizio della discussione della mozione: "Impegno per l'avvio di una campagna di sensibilizzazione della popolazione per la promozione del consumo consapevole di carne".
Rini (Presidente) - Punto n. 7 all'ordine del giorno. La parola al collega Mossa per l'illustrazione. Prego.
Mossa (M5S) - Torniamo a parlare nuovamente di problemi ambientali, questa volta legati al consumo di carne derivante dagli allevamenti intensivi.
Il consumo di carne proveniente da allevamenti intensivi, recentemente evidenziato anche dalla IPCC, organo scientifico delle Nazioni Unite per il clima, è una delle fonti primarie di gas serra, spreco di risorse e disboscamento dell'Amazzonia. La IPCC ha steso un accurato documento in cui rivela che l'intero settore alimentare globale contribuisce a circa il 25-30 percento delle emissioni di gas serra del pianeta. Tra queste, un ruolo predominante lo svolgono proprio gli allevamenti e la produzione di carne. Basti pensare che in particolare il metano prodotto dagli allevamenti di bovini costituisce insieme alle risaie la metà di tutto quello rilasciato nell'atmosfera.
Secondo la FAO, il mondo deve abbandonare la dieta a base di carne e derivati provenienti da allevamenti intensivi per combattere gli effetti del cambiamento climatico. Per esempio, sempre per la FAO, gli allevamenti intensivi sono responsabili di almeno il 18 percento delle emissioni di gas serra a livello globale; in più utilizzano anche tantissima acqua, sia per gli animali, sia per coltivare mais e soia che verranno poi utilizzati come mangimi proprio per questi animali e per pulire gli stabilimenti.
Al di là delle fonti e dell'esattezza di queste percentuali, vi sono diversi fattori responsabili della generazione di gas serra implicati nella produzione zootecnica. Il metano, originato dal processo digestivo degli animali allevati, rappresenta il fattore principale, contribuendo per il 55 percento del totale delle emissioni prodotte nel settore zootecnico.
Un'altra importante causa di emissione di gas nocivi collegata all'allevamento è la distruzione delle foreste. La deforestazione e la desertificazione provocata dall'industria zootecnica contribuiscono per il 35 percento del totale delle emissioni prodotte nel settore dell'allevamento. Le piante assorbono e convertono CO2 nel processo di fotosintesi clorofilliana; quando muoiono o quando vengono abbattute e bruciate rilasciano nell'atmosfera il carbonio accumulato nel corso di centinaia di anni. La sola foresta amazzonica contiene nei propri alberi circa 75.000 miliardi di tonnellate di carbonio. Quando gli alberi vengono abbattuti e bruciati per far posto al pascolo o alle coltivazioni ad uso zootecnico emettono nell'atmosfera elevate quantità di CO2. Vi sono infine altri fattori responsabili in proporzioni minori delle emissioni di gas nocivi. Il moderno settore agricolo zootecnico è altamente meccanizzato e consuma elevati quantitativi di energia, per la maggior parte durante la produzione e il trasporto di mangimi, la cui generazione necessita l'uso di combustibili ad alto contenuto di carbonio che, quando bruciati, emettono anidride carbonica o altri gas serra. È stato stimato che la produzione di proteine animali richiede un consumo di energia da 2,5 a 50 volte superiore rispetto alla produzione di proteine vegetali. Inoltre, il vasto impiego di fertilizzanti petrolchimici per le coltivazioni intensive ad uso zootecnico è causa dell'emissione di ossido di azoto, ossido di diazoto e ammoniaca. L'allevamento intensivo di animali a scopo alimentare richiede un utilizzo enorme di terreni, cibo, energia e acqua e, oltre a tutto ciò, porta danni notevoli all'ambiente. Queste pratiche, unite ad un inquinamento che sembra quasi fuori controllo, stanno contribuendo ad una catastrofe climatica praticamente irreversibile.
Un nuovo report internazionale recentemente restituisce infatti un quadro tutt'altro che ottimistico dell'impatto dell'uomo sul cambiamento climatico. Tra le scoperte rilevanti il report menziona: "Più di un terzo delle terre emerse viene utilizzato per coltivazione, per mangimi e allevamenti con delle cause devastanti di questo sfruttamento terribile di animali e risorse naturali, che comportano un effetto a catena in grado di creare danni in tutto l'ecosistema fino alla barriera corallina e al circolo polare artico". Si stima che gli esseri umani siano responsabili di un innalzamento delle temperature pari almeno a 1° nel 2017, con una media di aumento di 0,2 ogni 10 anni negli ultimi 30 anni. Quindi evidenziano un trend di crescita notevole rispetto agli anni precedenti. Entro il 2016, 559 su 6.190 animali addomesticati a scopo alimentare e agricolo si sono estinti, mentre altri 1.000 sono a rischio di estinzione. Nel 2008 l'Istituto per gli studi sull'ambiente dell'Università di Amsterdam ha compiuto lo studio per quantificare la riduzione di emissione di CO2 in relazione ad un minor consumo di carne, fornendo un confronto con la riduzione di emissioni di CO2 ottenibile applicando altre misure più note al grande pubblico come un ridotto utilizzo dell'auto, l'uso di lampadine a basso consumo energetico e l'istallazione di doppi vetri. I risultati hanno dimostrato come il semplice cambiamento delle nostre abitudini alimentari possa risultare molto più efficace nel determinare una riduzione delle emissioni di gas serra globali rispetto a tutti gli altri accorgimenti applicabili. I calcoli sono stati eseguiti prendendo come Paese di riferimento l'Olanda e i risultati ottenuti hanno mostrato che se per un anno tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per un giorno alla settimana si otterrebbe un risparmio totale di 3,2 mega tonnellate di CO2 equivalente alla circolazione di un milione di auto in meno dalle strade dell'Olanda per un anno. Mentre se per un anno intero tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per 7 giorni alla settimana ci porterebbe un risparmio totale di 22,4 mega tonnellate di CO2 equivalente alle emissioni totali prodotte dal consumo domestico di gas, riscaldamento, acqua calda per bagni e docce e cottura dei pasti dell'intera Olanda.
Considerato che il Governo regionale è molto sensibile ai problemi ambientali e si fa spesso promotore di diverse iniziative volte a ridurre le emissioni ad impatto ambientale, come l'obiettivo di sostenere la transizione verso un'economia a bassa emissione di carbonio in tutti i settori, così come previsto dal DEFR 2019/2021, e l'impegno con il quale ha portato avanti e ha approvato la legge sulla mobilità sostenibile; visto che anche nella nostra regione, un po' per disinformazione, un po' per economia e un po' per malsane abitudini, c'è un consumo notevole di carne di qualità scadente derivante da allevamenti intensivi anche molto lontani dalla Valle d'Aosta, attraverso questa mozione chiediamo che venga sostenuta una campagna di sensibilizzazione che coinvolga la popolazione di tutte le età per la promozione del consumo consapevole di carne proveniente da allevamenti intensivi, dell'impatto ambientale derivante dalla crescita degli allevamenti e dei benefici ambientali ottenibili sostituendo una dieta basata sul consumo di carne con una più bilanciata e prevalentemente incentrata sul consumo di derivati vegetali. Questa non vuole essere una forma di proibizionismo, ma vogliamo che i cittadini di tutte le età siano informati sulle conseguenze ambientali derivanti da un settore sempre più in crescita: quello degli allevamenti intensivi.
Purtroppo, nel momento in cui abbiamo presentato questa mozione, col solo intento di stigmatizzare gli allevamenti intensivi, collateralmente siamo andati involontariamente a toccare un settore già in crisi nella nostra regione: quello zootecnico. Siamo ben consci che rispetto a quanto descritto sono cosa ben diversa gli allevamenti bovini in Valle d'Aosta, dove si favorisce la salute degli animali e il rispetto delle loro condizioni di vita, pratiche di allevamento che bene si sposano con l'idea di sostenibilità, senza dimenticare l'attività eroica dei nostri allevatori di montagna che con la loro presenza e il loro lavoro garantiscono la struttura e la stabilità dei prati e dei pascoli valdostani, contrastando in questo modo tra l'altro anche il fenomeno delle frane e degli smottamenti.
Siamo molto favorevoli all'attenzione dimostrata da AREV per un'alimentazione sana ed equilibrata che incentivi le nostre produzioni locali con un sistema di produzione a chilometri zero, che è anche una delle nostre battaglie storiche. Per questo motivo vorremmo emendare l'impegno della nostra mozione sostituendolo con il seguente. "Impegniamo il Presidente della Regione - o l'Assessore competente - ad avviare nei tempi necessari una campagna di sensibilizzazione che coinvolga la popolazione di tutte le età per la promozione del consumo consapevole di carne, dell'impatto ambientale derivante dalla crescita degli allevamenti intensivi e dei benefici ambientali ottenibili, oltre a quelli salutari, prediligendo per la propria alimentazione una dieta bilanciata incentrata sul consumo di prodotti agricoli e zootecnici locali, escludendo quelli di natura e provenienza incerta".
Presidente - Volevo chiederle, collega Mossa, di mostrarci il testo dell'emendamento, se possibile, anche scritto a mano non è un problema, basta che lo sigli e ce lo consegni. Apriamo la discussione generale. Chi intende prendere la parola? Qualcuno vuole intervenire? La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Devo dire che avevo letto con attenzione la parte delle premesse della mozione presentata dai colleghi Mossa e Nasso e avevo condiviso in larga parte queste considerazioni. Avevo delle perplessità sull'impegnativa, più che altro proprio sulla parte finale che parlava di alimentazione incentrata sul consumo di derivati vegetali. Questi derivati sono alle volte di dubbia provenienza, di dubbia qualità e quindi avevo proprio una perplessità su questa parte.
L'altra questione è che nella nostra regione allevamenti di tipo intensivo, come quelli citati e che presentano tutte le criticità che ben conosciamo, non sono presenti, quindi poteva essere una mozione che in qualche modo non teneva conto della realtà valdostana. Il fatto di aver proposto un emendamento nel senso di una dieta bilanciata che vada a privilegiare i prodotti agroalimentari del territorio, quindi dei prodotti a chilometro zero, ci vede favorevoli. Mi sembra che su questo emendamento si possa ragionare, anche perché è una filosofia un po' diversa da quella dell'impegno precedente.
Credo che su questo ci possa essere anche una condivisione dell'intero Consiglio, perché mi pare che ci sia un tentativo per promuovere i prodotti della Valle d'Aosta.
Presidente - Altri? La parola alla collega Nasso.
Nasso (M5S) - Solo qualche considerazione in più rispetto alla mozione. Bene ha esposto il mio collega Mossa, ma volevo aggiungere due riflessioni.
Ricordo che il 2 ottobre, quando abbiamo depositato questo testo, abbiamo potuto riscontrare parecchie critiche e non. Noi siamo ben consci che in alcuni locali sul territorio regionale ci sia un'attenzione alla qualità della carne e vi è un'ampia offerta anche di pietanze senza queste, eccetera, ma è altrettanto vero che in alcuni locali - mi viene da pensare alle catene, ai fast food eccetera - è possibile che questa attenzione non ci sia, per cui ci è sembrato corretto rendere il cittadino un consumatore più responsabile.
Come bene ha detto il collega Mossa, siamo stati molto contenti delle considerazioni di AREV, di cui infatti abbiamo fatto tesoro. Noi speriamo che i prodotti del territorio vengano valorizzati al massimo rispetto ad altri prodotti meno sani e magari più commerciali. Ci sembra importante per la salute dei cittadini sensibilizzare affinché le scelte siano consapevoli e quindi servono davvero delle linee di indirizzo e anche delle informazioni per conoscere. Questo non va assolutamente in contrasto con la produzione di carne della nostra regione ma, anzi, ben venga se il cittadino ne sa di più e sceglie un prodotto valdostano rispetto ad un prodotto magari di un'altra regione che ha allevamenti intensivi. Solo questa considerazione.
Presidente - Può solo far avere l'emendamento anche all'Assessore? Ha chiesto la parola il collega Bianchi. Prego.
Bianchi (UV) - Per chiedere una sospensione per una riunione di maggioranza in funzione proprio dell'emendamento che è stato presentato, perché cambia completamente l'indirizzo della mozione.
Presidente - Colleghi, vista l'ora e visto che è pervenuta anche una richiesta di sospensione, sospendiamo i lavori e riprendiamo alle ore 15:30.
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La seduta termina alle ore 12:46.