Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 664 del 22 maggio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 664/XV - Approvazione di mozione: "Adozione di un protocollo di intesa tra Regione e Tribunale di Aosta per una corretta applicazione delle disposizioni di cui alla legge regionale 3/2013 in materia di edilizia residenziale pubblica".

Rini (Presidente) - Punto 15 all'ordine del giorno La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Questa mozione è la naturale evoluzione di quanto è stato richiesto con impegno dell'Assessore in quest'aula, tramite l'interpellanza inerente alle politiche abitative che è stata discussa in quest'aula il 6 febbraio 2019. Questa mozione, come ho detto, va nel senso di tutelare gli attuali assegnatari di alloggi ERP, ma soprattutto anche coloro che devono entrare negli alloggi ERP. Come sappiamo, infatti, la nostra legge, che disciplina il settore dell'edilizia residenziale pubblica, prevede all'articolo 42 alcune cause di decadenza, più specificamente, all'articolo 42, al punto d), si integra quale necessità per la decadenza il fatto che gli occupanti abbiano adibito l'alloggio ad attività penalmente rilevanti, al punto e) che tengano comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica e al punto f) che non rispettino reiteratamente i regolamenti e le norme di comportamento stabilite dagli enti gestori.

La necessità è però quella che abbiamo rilevato in anni di verifiche: individuare coloro che effettivamente si sono macchiati appunto dei rilievi che vi ho appena letto ai paragrafi "d", "e", "f" della legge 3/2013, prevista all'articolo 42, per individuare appunto queste persone; vi porto per esempio un caso concreto, ci sono stati numerosi casi di spacciatori all'interno di un quartiere che ben conosciamo, nel Comune di Aosta, spacciatori che hanno utilizzato l'appartamento per i propri illeciti commerci e che poi, una volta, come dire, arrestati e scontata la pena, sono rientrati e che oggi occupano degli stabili interi. Ho raccolto una volta la testimonianza di una madre che mi ha detto: "Mio figlio è appena uscito dalla comunità, rientrerà tra pochi giorni in queste mura, però il problema è che al primo piano c'è uno spacciatore, al piano sopra c'è uno spacciatore, al terzo piano ce n'è un altro"; è necessario assolutamente porre un freno perché è chiaro che se faccio un percorso terapeutico e poi mi ritrovo in mezzo a una situazione del genere di sicuro il tutto non mi può giovare.

Quello che però bisogna riaffermare anche è la promozione sociale, è il premio appunto nel momento in cui si concede una proprietà pubblica ad alcuni assegnatari che rispondono ad alcune caratteristiche, bisogna insegnare loro il rispetto della proprietà pubblica: "Ti concediamo giustamente questa proprietà pubblica che è stata fatta con i soldi di tutta la cittadinanza, ma tu sei tenuto a rispettare, come tutti, ma ancora di più, alcune norme di civile comportamento sia all'interno del tuo alloggio sia, ovviamente, in generale e, se non rispetti queste regole, chiaramente devi lasciare questo alloggio".

Quindi con questa mozione, nell'impegnativa chiediamo di prendere contatto con il Tribunale di Aosta per predisporre ogni atto necessario alla redazione di un protocollo d'intesa tra i due enti e chiediamo di presentare nella Commissione consiliare competente una proposta di protocollo d'intesa tra Regione autonoma Valle d'Aosta e Tribunale di Aosta che vada nel senso d'individuare, incrociando i dati, i locatari che abbiano integrato le fattispecie di cui alla legge 3/2013, articolo 42, lettere "d" ed "e".

Presidente - Apriamo la discussione generale. La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Vorrei riassumere, per essere certa, di avere sentito davvero quanto ho sentito e anche quanto ho letto. Un po' come uno che si dà un pizzicotto per essere sicuro del suo stato di veglia e che, forse, vista anche la stanchezza, è in questo momento un po' un problema. Se ho capito bene, i leghisti vogliono una convenzione con il Tribunale per verificare chi, utilizzando l'appartamento come luogo di attività penalmente rilevanti, dove magari tenga comportamenti socialmente pericolosi, decadrebbe dall'assegnazione, coinvolgendo anche il nucleo familiare, si cita il nucleo, mi sembra. Ecco, allora forse è il caso di fare un esempio. C'è una signora anziana, assegnataria di un alloggio, magari suo figlio abita con lei e adotta comportamenti sociali pericolosi. Cosa fa questo figlio? Boh, spaccia, magari è un militante dei centri sociali, e la vecchina, voilà, si trova senza casa. Questo ci sembra l'aspetto più grave e anche a rischio di legittimità della norma regionale, o no? Perché evoca una sorta di responsabilità collettiva, che priva della casa tutta la famiglia per la condotta di un appartenente al nucleo familiare. Magari tra questi casi, socialmente pericolosi, potremmo anche metterci quei ragazzi italiani, tra cui anche tra l'altro diversi Torinesi che, con altri volontari internazionali, sono andati in Siria, a combattere l'IRIS, come Lorenzo Orsetti, detto Orso, originario di Firenze, ucciso qualche mese fa, a 33 anni mentre era a fianco dei Curdi, perché i partigiani continuano a morire anche dopo il 25 aprile del 1945. Se quei ragazzi torinesi abitassero in Valle d'Aosta, non è un'ipotesi così strana e facessero parte di un nucleo familiare alloggiato appunto in edilizia convenzionata, tutta la famiglia si ritroverebbe in strada perché un loro congiunto, magari un figlio, ha combattuto il terrorismo islamista. Lasciamo stare il terrorismo islamista, che è abbastanza tardi, ma forse è per queste contraddizioni di fondo che in molti altri regolamenti italiani, che abbiamo cercato un po' di vedere, sebbene velocemente, tra le cause di decadenza non citano il comportamento sociale pericoloso. E comunque permane un dubbio, questo protocollo rientrerebbe tra le funzioni del Tribunale? Può il Tribunale essere coinvolto in questa materia? Poniamo nella discussione questo dubbio. Comunque ci pare condivisibile senz'altro e giusto che venga verificato nel protocollo d'intesa la condizione che chiaramente prevede di non utilizzare un immobile come base di attività criminali, ecco, questo è un punto che non può trovarci contrari. Meno opportuno ci sembra, invece, attivare un sistema repressivo che aggiunga una pena, come la perdita della casa, a chi già viene punito dal diritto penale per il suo comportamento, perché la pericolosità sociale è stabilita dal Giudice, ma questa è una materia anche molto scivolosa, penso che i giuristi presenti lo possano confermare, anche per il diritto penale è una materia delicata.

Il possesso di un'abitazione poi serve spesso per garantire all'interessato le misure preventive, cautelari, alternative al carcere. Quindi, noi pensiamo che prima in parallelo vada modificata la norma regionale, eliminando il riferimento alla punizione per i socialmente pericolosi e poi eventualmente si può parlare di protocollo d'intesa. Diversamente, ci troviamo di nuovo, come a inizio giornata, anche a conclusione, oggi girano così le cose, ci troviamo di nuovo di fronte alla propaganda securitaria che piace tanto al consigliere Manfrin, che scimmiotta a livello locale il Ministro dell'Odio e della Paura però ad altri, che cercano di tenere accesso il cervello e lo spirito critico, questo scopo risulta nauseabondo, non mi viene altro termine più adeguato perché è proprio quello adeguato. Comunque, concludendo questo discorso, il voto di Ambiente, Diritti, Uguaglianza Valle d'Aosta è di astensione, solo perché siamo troppo stanchi per votare contro.

Presidente - La parola all'assessore Borrello.

Borrello (SA) - In conclusione di questa giornata, io avevo annunciato in seno all'interpellanza che lei aveva posto qual è la mia visione. Una visione che nulla ha a che fare con le ideologie di carattere politico, quindi mi tocca contraddirla da questo punto di vista. Non entro nel merito di valutazioni di carattere politico, ma di valutazioni di carattere gestionale rispetto ad un settore che è ampio e problematico, io auguro di poter avere la fortuna d'interpretare questo ruolo per capire la pluralità di casi che si hanno nella gestione delle case popolari, è veramente formativo, ma è problematico. Io penso che bisogna dare gli strumenti a coloro che sono gli enti gestori di poter intanto gestire il patrimonio pubblico e parallelamente essere uno strumento per aumentare quel senso civico, quindi lungi dalle valutazioni di carattere politico, però io, proprio in seno all'interpellanza, avevo detto che ritengo opportuno dare un segnale chiaro e inequivocabile che il diritto alla casa è un diritto sacrosanto, nel momento in cui si hanno i requisiti ed è un diritto che bisogna sostenere, ma è altrettanto un dovere sacrosanto rispettare il bene pubblico che è pagato con i soldi pubblici; di conseguenza confermo - quindi sono coerente con la posizione che avevo preso all'interno dell'interpellanza - che condivido il principio di dare gli strumenti all'ente gestore per monitorare - e non sanzionare a priori quelli che sono i casi - coi margini di manovra della normativa, che è già vigente perché i commi citati dell'articolo 42 già prevedono questa casistica, ed è replicata anche in altre realtà italiane.

Entro nel merito della mozione, chiederò in conclusione una modifica per il semplice fatto che non siamo noi a dovere stipulare un protocollo, ma devono essere l'ente gestore e l'ente proprietario, nel caso specifico è l'ARER, però lei ha posto anche altri quesiti all'interno della sua mozione, la riprendo velocemente. La competenza e i relativi atti per la decadenza, ai sensi dell'articolo 42, lettera "d" ed "e", con procedure e tempistiche prestabilite dalla legge, non sono in capo alla Regione, ma sono in capo agli enti proprietari, a cui sono indirizzate le segnalazioni degli enti gestori. Se vi ricordate, all'interno della interpellanza avevo detto che ci sono state delle segnalazioni: ci sono altre casistiche, oltre ai commi "d" ed "e" ma poi gli enti gestori -ricordo che c'è stata una riorganizzazione recente, adesso è tutto in capo all'ARER, quindi è responsabilità della Regione, ma precedentemente no - non hanno ritenuto opportuno procedere, quindi c'è già una normativa di riferimento in tal senso.

"Negli ultimi sei anni non risultano procedure di decadenza per avere adibito l'alloggio ad attività penalmente rilevanti o tenuto comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica e tale assenza di procedura non risulta essere conseguenza della mancanza di informazioni". Io penso che lo strumento di un eventuale protocollo d'intesa vada anche nell'ottica di quello che dice lei, cioè, è un terreno scivoloso, ci sono vari gradi di giudizio, quindi un protocollo che vada a definire cosa fare in determinati casi è a tutela sia del cittadino, ma sia anche dell'ente gestore che deve affrontare questi casi. Come ho già detto, per il futuro, con la previsione di un bando unico regionale e un'unica gestione degli immobili affidati ad ARER, quest'ultima avrà competenza esclusiva sulle procedure di decadenza; da qui la necessità, secondo il sottoscritto, di dare gli strumenti per poter gestire un ambiente, un settore che veramente è borderline, che è tra attività delinquenziale e potenziale creazione di casi sociali. Però bisogna entrare nel merito di regole ben precise, definite con chi ha competenza. E chi più del Tribunale ha competenza in tal senso?

Inoltre, direi che la stessa area ha già stipulato apposita convenzione con la Guardia di Finanza - un'altra tematica che è sempre molto sentita anche sui social con: "Ma quello ha la casa, come mai ha avuto il requisito?" - per l'incrocio dei dati relativi alla posizione reddituale e patrimoniale degli assegnatari di alloggi ERP.

Di conseguenza, condividendo lo spirito, lo avevo già annunciato, avevamo trovato un punto d'incontro e, ripeto, non da un punto di vista prettamente ideologico ma, in virtù anche delle valutazioni che ho fatto, che non è competenza primaria della Regione andare a fare questo tipo di diretta gestione della casistica, la emenderei.

Le leggo l'emendamento. Accorperei i due punti della sua mozione in un unico punto: "A invitare l'ARER a prendere contatti con il Tribunale di Aosta per valutare la predisposizione di un protocollo d'intesa tra i due enti per individuare i locatari che abbiano integrato le fattispecie di cui alla legge 3/2013, articolo 42, comma d) e comma e)". Ci focalizziamo su questi due punti perché sono quelli legati a reati di carattere penale. Se questa mia proposta viene accettata - chiederei all'Aula di votare positivamente, in modo tale da dare degli strumenti operativi, concreti, ovviamente nel rispetto delle competenze, e qui parliamo di competenze del Tribunale - bisogna capire quali siano i margini di manovra, rispetto alle normative di riferimento.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente l'Assessore, condivido ovviamente la proposta di modifica, è giusto anche interessare l'ente gestore che sicuramente ha una gestione diretta e che anche per competenza può intervenire in maniera diretta. Condividiamo l'emendamento, non so se dobbiamo firmare il testo e consegnarlo. Accettiamo la riformulazione.

Presidente - Grazie. Chiediamo quindi di depositare la modifica. Possiamo procedere alla votazione della mozione, come emendata. È aperta la votazione. È chiusa la votazione.

Presenti: 33

Votanti: 32

Favorevoli: 32

Astenuti 1 (Pulz)

Il Consiglio approva.

Presidente - Colleghi, sospendiamo i lavori di questa seduta, che riprenderanno domani mattina alle ore 9:00.

La seduta termina alle ore 23:51.