Oggetto del Consiglio n. 661 del 22 maggio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 661/XV - Approvazione di mozione: "Impegno per l'abolizione del ticket sanitario sui farmaci".
Rini (Presidente) - Siamo al punto 12 all'ordine del giorno, per l'illustrazione la parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Nel nostro Paese, a partire dal 2002, è stato introdotto il ticket sull'acquisto dei farmaci a carico dei cittadini. Questo provvedimento era stato pensato dal legislatore con l'obiettivo di controllare, da una parte anche di calmierare, la spesa farmaceutica che risultava molto elevata, però i dati degli ultimi anni, che abbiamo a disposizione e che vengono soprattutto dalle associazioni di tutela dei consumatori e per i diritti del malato, ci dicono che non esiste una reale correlazione tra le due cose e che la spesa nelle varie regioni italiane è variata in modo indipendente dall'applicazione del ticket stesso. Ricordo anche che nella nostra regione il ticket è stato applicato più tardi rispetto a molte altre regioni d'Italia. Sappiamo poi che ormai da anni una percentuale sempre più alta di cittadini, sia a livello nazionale sia a livello locale, vive una situazione di difficoltà economica che è andata via via peggiorando - e purtroppo ancora sta peggiorando - e oggi il pagamento dei ticket farmaceutici è sostanzialmente un'iniquità che ricade sulle fasce di popolazione più deboli. È vero che ci sono persone che hanno l'esenzione del ticket ma la platea di popolazione che oggi ha necessità di avere spese in meno in questo senso è sempre più grande.
Attualmente in varie regioni e segnatamente il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, le Marche e la Sardegna, si è deciso di abolire la quota di compartecipazione sui farmaci. Questo a nostro avviso dimostra una sensibilità nei confronti dei bisogni delle persone. In Piemonte dal primo marzo il milione e centomila di cittadini che pagava un ticket di 1 o 2 euro per confezione di medicinali oggi non lo paga più; questo è stato possibile perché la Regione Piemonte, considerata una delle più virtuose in materia di sanità, ha ottenuto dei risparmi consistenti negli ultimi cinque anni, perché ha effettuato l'apertura al mercato delle gare di acquisto e ha introdotto la concorrenza.
Nell'interrogazione che avevamo presentato il 3 di aprile di questo anno, l'Assessore nelle risposte che ci aveva dato aveva evidenziato che i dati relativi al pagamento dei ticket da parte della popolazione valdostana corrispondono a un importo effettivamente elevato. Nella situazione attuale, che è quella di un innalzamento della soglia di povertà, noi riteniamo che imporre un balzello sui farmaci abbia un duplice effetto: da una parte rischia, e questi sono dati che arrivano in maniera preoccupante, d'indurre molti cittadini a scegliere di non curarsi per risparmiare; questo è un fenomeno decisamente in aumento; dall'altra parte non riduce comunque l'uso dei farmaci e quindi il ticket può essere considerato una vera e propria tassa sulla malattia.
Recentemente anche i sindacati locali, nello specifico i sindacati dei pensionati, hanno chiesto dei provvedimenti in questo senso, insieme ad altre cose, e mi pare anche che sia in programma un incontro con l'Assessore nei prossimi giorni.
Ricordo che il diritto alla salute è un diritto fondamentale, è tutelato dall'articolo 32 della nostra Costituzione, e credo che per tutti costituisca un'assoluta priorità. La nostra Regione ha competenza primaria in materia sanitaria e, pur vivendo delle criticità che si sono via via fatte più gravi in questi anni, è ancora in una situazione meno problematica e complessa rispetto a quella di tante Regioni a statuto ordinario; tra l'altro, sono tutte Regioni a statuto ordinario quelle che hanno abolito la quota di compartecipazione delle spese farmaceutiche.
Per questi motivi, noi chiediamo al Governo di cercare di seguire l'esempio delle Regioni sopracitate, abolendo la quota di compartecipazione alle spese farmaceutiche che colpisce gli ammalati, e di trovare le corrispondenti risorse finanziarie mancanti nella fiscalità generale.
Il nostro impegno è un impegno orientativo, che va nella direzione del futuro, in un'ottica di una maggiore giustizia ed equità sociale di cui i cittadini hanno bisogno.
Presidente - Apriamo la discussione. Ci sono richieste d'intervento? Chiudiamo la discussione generale. Per la replica la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Dopo l'interrogazione del 15 aprile, ritorniamo su questo argomento; argomento che già in Assessorato avevamo affrontato in una serie di riunioni, una di queste anche con i sindacati ma nella quale non siamo entrati nel merito, ovviamente. Evidentemente la compartecipazione alla spesa sanitaria da parte degli assistiti che usufruiscono di un servizio sanitario o di una prestazione è considerata una significativa leva di regolazione dei consumi e di governo della spesa, tuttavia in Valle d'Aosta si è cercato di dare risposte importanti attraverso le esenzioni, soprattutto a tutela di determinate categorie sociali di persone in condizioni cliniche particolari o laddove si è riscontrato un particolare disagio economico.
Con riferimento alla compartecipazione alla spesa sanitaria, va richiamato quanto ho già illustrato nella precedente seduta del Consiglio, e mi riferisco al 15 aprile, dove di fatto la quota fissa a carico dell'assistito per la spesa farmaceutica dal 2017 al 2018 passava da 2 milioni e 196 nel 2017 a 1 milione e 564 nel 2018 e nel quadro generale da 8 milioni e 337 a 8 milioni e 24. Il caso specifico della compartecipazione farmaceutica alla spesa farmaceutica riguarda appunto la quota fissa posta a carico degli assistiti e disciplinato dall'articolo 13 comma 2 del decreto legislativo 502/92. L'oggetto della mozione verte su questa componente e, come ho già detto il 15 aprile, significa un mancato introito per l'azienda USL pari a 1.564.000 euro, un importo che in questo momento, in questa fase a metà anno, diventa complicato reperire in qualsiasi ambito del bilancio regionale.
Ora un'eventuale abolizione della componente della quota fissa comporterebbe oltre al mancato introito per la USL anche l'effetto indiretto di aumentare il costo della spesa farmaceutica proprio per capire se questa appropriatezza che tanto richiediamo non possa andare a portare ulteriori costi, si parla di 100 mila euro in più; anche l'abolizione della quota fissa potrebbe incidere sul volume di ricette che vengono realizzate e i dati relativi al numero delle ricette contabilizzate è passato dal 2015 che erano 1 milione e 77 mila a 933 mila nel 2018, quindi con una riduzione del 13,36%, con una spesa farmaceutica lorda che è diminuita da 20 milioni e 297 mila a 17 milioni 680 mila, quindi con una diminuzione di 2 milioni e 616 mila euro, ovvero del 12,89%.
Forse non è corretto dire che non c'è correlazione; la correlazione c'è perché tutte le fasce di popolazione che sono in difficoltà, risultano già esenti. Infine l'abolizione della compartecipazione dovrebbe trovare pari e opportuna copertura nelle risorse del bilancio. Abbiamo fatto diversi interventi negli anni in questo senso per andare a individuare una platea sempre più ampia di persone bisognose e comunque in difficoltà, parlo della legge regionale 11 dicembre 2015, n. 19 - non sto a citare le tariffe, le conosciamo - , della delibera della Giunta regionale del 30 settembre 2016 che aveva ulteriormente ampliato introducendo l'Isee minore a 10 mila euro che prevedeva degli interventi a favore delle famiglie e anche la fascia intermedia con Isee da 10 mila a 25 mila euro prevedeva un'ulteriore riduzione. La legge regionale in vigore, la numero 21 del 22 dicembre 2017, ha ulteriormente modificato l'ammontare delle quote fisse, quindi per redditi Isee minore a 10 mila euro più esenti per patologia eccetera. Tutto questo era stato confezionato in una logica di equità andando incontro proprio alle famiglie con reddito minore. Dicevo in premessa che introdurremo ulteriori esenzioni perché vengono fuori poi delle patologie particolari: la crioconservazione del seme in pazienti candidati a chemioterapia, quelli per carcinoma al testicolo li renderemo esenti, stiamo già predisponendo il provvedimento, la sorveglianza per donne sane e portatrici di mutazioni BRCA 1 e 2, a elevato rischio di ammalarsi di tumore al seno e alle ovaie, si tratta di un'alterazione genetica che comporta una maggiore predisposizione ad ammalarsi, anche questa sarà ovviamente esente. Sono ben 70.633 le pratiche di esenzione che si sono attuate nel 2018 in Valle d'Aosta però io, rispetto a questo invito che la mozione ci fa, le proporrei di modificare l'impegno, nel senso che se riuscissimo ad andare in Commissione a verificare, a fare un approfondimento, ad avere una serie di dati maggiori per andare verso uno studio, io credo che la maggioranza possa tranquillamente approvare una mozione di questo tipo, altrimenti ci dovremmo astenere.
Noi vogliamo, invece, verificare anche ulteriori esenzioni, magari innalzare l'Isee, c'è un lavoro ancora da fare che è in itinere ma che avrò il piacere di poter portare in Commissione per dare delle risposte alla collettività e anche dare una risposta a una mozione che per la maggioranza è sicuramente una mozione interessante che va nella direzione che ci interessa.
Presidente - La parola alla collega Minelli. Ricordo che per modificare il dispositivo, visto che abbiamo chiuso la discussione generale, ci deve essere l'accordo dell'Aula.
Minelli (RC-AC) - Sicuramente l'impegno che noi avevamo proposto era, e lo sapevamo, un impegno di peso, molto importante che andava nella direzione di quello che è stato fatto altrove, dove peraltro, ho ricordato, esistono delle risorse reperite attraverso sistemi che noi non abbiamo messo in atto.
Da parte nostra c'è sicuramente un accoglimento favorevole della proposta dell'Assessore a discutere in Commissione delle modalità che si potranno adottare per favorire le categorie di persone che ho citato in premessa, però chiediamo che allora ci sia anche la volontà, in questo lavoro che si farà, di vedere in che modo poter ampliare le quote, le esenzioni, i tipi di esenzioni, lei ci ha già fatto degli esempi che però riguardano delle patologie specifiche, quello che chiediamo è di fare una riflessione approfondita sulle fasce di reddito che potrebbero usufruire di questa cosa, ampliando l'Isee o comunque il tetto massimo del reddito. Non so se da un punto di vista tecnico funzioni con un emendamento che deve essere scritto o che deve essere depositato, però noi accettiamo la proposta di discutere in Commissione.
Presidente - Scrivete solo il testo di questo emendamento. Sospendiamo per qualche minuto.
La seduta è sospesa dalle ore 19:19 alle ore 19:23.
Rini (Presidente) - Diamo lettura dell'emendamento.
Baccega (UV) - Avremmo concordato con la collega Minelli e il collega Bertin questo emendamento, praticamente viene modificata completamente l'impegnativa che sarebbe la seguente: "Impegna la Giunta regionale a portare nella Commissione competente, prima della predisposizione del bilancio 2020-2022, la tematica per giungere a un ampliamento della platea degli aventi diritto all'esenzione del pagamento del ticket".
Presidente - Grazie. Possiamo mettere in votazione la mozione così emendata. Prima la parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - Rapidamente e velocissimamente per una dichiarazione di voto ovvia, perché chiaramente siamo soddisfatti del fatto che l'Assessore si prenda l'impegno di portare un tema così importante in Quinta commissione. Sollecito il Presidente della Quinta commissione a mettere abbastanza rapidamente all'ordine del giorno delle prossime convocazioni della Quinta commissione il tema dell'esenzione del ticket.
Presidente - Possiamo mettere in votazione la mozione emendata. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Il Consiglio approva all'unanimità.