Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 655 del 22 maggio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 655/XV - Approvazione di mozione: "Impegno del Presidente della Regione a svolgere i necessari approfondimenti per ottenere i documenti ufficiali relativi all'identificazione delle spoglie dell'Onorevole Corrado Gex".

Rini (Presidente) - Punto 6 all'ordine del giorno, prima di dare la parola al collega Lucianaz, vi dico solo che vi verrà distribuito un documento proprio su richiesta dell'illustratore della mozione. Collega Mossa per... un'altra mozione d'ordine, prego.

Mossa (M5S) - Volevo richiedere una Capigruppo per chiarire appunto come vadano utilizzati i tempi contingentati così potremo andare avanti più tranquillamente con i lavori.

Presidente - Io ricordo che è già stata posta in votazione ieri, se ravvisate l'esigenza di convocare una Capigruppo va bene.

La seduta è sospesa dalle ore 15:51 alle ore 15:59.

Rini (Presidente) - Quindi confermiamo la tempistica dei 10 minuti, poi il minutaggio che non viene usato nella discussione generale può essere usato nella dichiarazione di voto, ma mai eccedente ai 5 minuti per Gruppo. Per l'illustrazione del punto numero 6 la parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - On avait prévu une intervention à deux voix parce que... comme ce matin on a pris que dix minutes, j'essaierai de faire le plus tôt possible et après je laisserai la parole pour la deuxième intervention au copain et puis encore la réplique à la fin, donc trois interventions.

Dunque, colleghi, partiamo con i fatti. Dice il testimone Sergio Rebuffa che alle 18:25 si stava dirigendo in auto da Castelnuovo a Millesimo: "L'ho visto volare bassissimo appena al di sopra delle colline, ho pensato: questo non ce la fa più". Il secondo testimone dice: "L'aereo volava molto basso, sorvolò a circa cento metri da terra tanto da poterne percepire il rumore regolare; il cielo era coperto ma molto più in alto della quota alla quale volava l'aereo. Seguiva correttamente il tracciato dell'autostrada diretto a nord verso Torino. Era più in alto, a 2 km d'aria riuscivo a seguirlo, aveva iniziato però una strana serie di manovre di sorvolo sulla città di Millesimo. Virò tutto alla sua destra in direzione di Cengio e tornò indietro verso Millesimo, sempre a bassissima quota, ripetendo almeno due volte le stesse manovre. Riuscivo a seguirlo da così lontano perché c'era un'ottima visibilità. Sopra quelle nuvole invece l'aereo poteva volare anche a 3.000 metri di quota e non avrebbe avuto delle difficoltà". Testimonia un terzo: "Verso le 18:30-18:40 notavo un aereo a bassissima quota che proveniva da Millesimo. Percorsi 1-2 km nella stessa direzione, tornava indietro e si ridirigeva verso Millesimo. Subito dopo lo vedevo volteggiare a bassa quota, passava sopra di me a circa 50 metri, sfiorando le cime degli alberi e scomparendo nella vallata".

Dunque quella sera, lunedì 25 aprile 1966 verso le 18:30, ai comandi del Pilatus Porter il deputato trentaquattrenne Corrado Gex, con altri sette passeggeri a bordo, si schiantò in un posto nel territorio di Castelnuovo di Ceva. Prima vi ho letto tre testimonianze raccolte dalla Commissione di inchiesta, ora ve ne leggo altre tre riportate dai giornali il giorno successivo delle quali la Commissione di inchiesta non ha tenuto conto. La prima è di Francesco Giacosa che, interrogato dai Carabinieri, riferirà: "L'aereo sorvolando Castelnuovo volava a bassissima quota, solo qualche metro sopra gli alberi, il mezzo faceva rumori strani. Dopo qualche attimo spariva dalla visuale e sentivo un rumore forte e fumo alzarsi nel bosco". Gino Moretti, Sindaco di Castelnuovo nel 2010, raccontò: "Avevo 16 anni, con due amici vidi un aereo volare basso, ballava sui boschi, ci siamo detti: "sta cadendo". Tre giovani stavano giocando a pallone, Franco Gino ha sentito un rumore bassissimo: "Il motore andava molto male, lo si sentiva quasi spegnersi, poi dare delle brusche accelerate. L'aeroplano aveva dei sobbalzi come se sbattesse le ali. In quel momento il temporale era passato, la visibilità era buona. Abbiamo seguito l'aereo con lo sguardo finché c'è stato possibile, dopo un minuto abbiamo sentito uno schianto, come lo scoppio di una mina". Ultima testimonianza: Franco Gino dichiara al giornalista: "L'aereo lasciava una scia di fumo come se avesse avuto un incendio a bordo".

Ecco, colleghi, vi ho lasciato una copia e ringrazio gli uscieri per aver collaborato. Questa è fotocopiata dal libro di Gino Melotti, appare evidente il tempo impiegato dall'aereo di Gex durante il volo. Vedete in basso l'aeroporto di Albenga, l'aereo doveva proseguire direttamente verso nord, direzione Torino, ma c'era una zona perturbata su Calizzano e quindi il pilota ha preferito seguire la costa a est. Notate i minuti, sedici, dalle 17:42, orario di decollo, alle 17:58 al contatto radio al sorvolo di Savona, quindi 16 minuti per percorrere i 36 chilometri da Albenga a Savona. Con pari velocità e pari chilometri, circa 36 da Savona a Ceva, l'aereo sarebbe dovuto arrivare normalmente alle 18:14 su Ceva ma verso le 18:20-18:25, appunto, le testimonianze ci dicono: "Questo aereo girava a cerchio, sulla città di Millesimo". Quindi cosa accade in quei 20-25 minuti dopo l'ultimo contatto radio? Perché l'aereo volava così basso se più in alto non avrebbe avuto problemi? Perché due-tre-quattro passaggi ripetuti a bassissima quota sopra l'autostrada? Corrado Gex era abituato a volare anche in mezzo alle nuvole e uno spiazzo di circa 50 metri, lo spazio necessario per atterrare con un Pilatus Porter, l'avrebbe trovato senza difficoltà in quella zona.

I resti dell'aeroplano in fiamme erano in un breve spazio di pochi metri quando arrivarono i primi testimoni. Stava bruciando, i due alettoni erano appesi a un albero a circa tre metri di altezza con il timone di direzione, i corpi erano ammassati al centro della carlinga.

È interessante la testimonianza di Ugo Barattero, 37 anni, e del cugino: "Un fumo denso gravava su tutta la zona, un odore dolciastro nauseante che aumentava mano a mano che ci avvicinavamo ai rottami. L'aereo era distrutto, abbiamo visto il corpo del pilota riverso su quello che doveva essere il quadro dei comandi, indossava una tuta rossa e un casco bianco, era proteso in avanti come se avesse tentato di trascinarsi fuori dai rottami. È una nostra impressione, ma forse non era ancora morto sul colpo. Accanto a lui c'era una giovane donna con la camicetta verde, gli altri passeggeri erano irriconoscibili". Tralascio altre testimonianze perché immaginavo di avere più tempo a disposizione. All'indomani il sopraluogo delle autorità ci dice che l'aeroplano già due km prima del punto in cui è caduto aveva toccato le cime delle piante piegandole. Quella sera Castelnuovo - immaginate il telefono, ce n'era uno solo all'epoca - viene sommerso da una ridda di telefonate, si cerca di controllare negli aeroporti la zona da dove provenisse quell'aereo fino a tarda sera, quando si accerta l'identità delle vittime. Non sto a raccontarvi delle vittime perché penso che tutti ne siate al corrente. Le salme appena identificate sono avvolte in teli di nylon acquamarina, spostate più in basso e collocate nelle bare di noce, rivestite di zinco all'interno e arrivate sul posto con due trattori. Dice Gino Moretti: "Dopo che i corpi erano stati portati via in bare sul cassone del camion, chiunque arrivasse prendeva un bullone, un pezzo di lamiera, per ricordo". All'indomani mattina sul luogo della tragedia arriva anche Fausto Fiorucci, il pilota dell'altro velivolo rimasto fermo ad Albenga, e lui perentoriamente afferma: "La disgrazia non è dovuta all'avaria del motore. Io sono convinto che il motore non è mancato, qualcuno ha sentito un rombo ma probabilmente Gex lavorava di manetta alla ricerca di una via di schiarita per portarlo oltre l'Appennino". Ed è questa versione di Fiorucci che sarà poi data in pasto ai Valdostani. Quindi un'imperizia del pilota in una situazione meteorologica particolarmente difficile. Ne seguì un'inchiesta giudiziaria aperta alla Procura della Repubblica di Mondovì che si concluse con un'archiviazione. L'altra inchiesta, quella amministrativa istituita dalla Commissione del Ministero dei trasporti e dell'Aviazione Civile, composta da quattro ufficiali dell'Aeronautica e due membri del Ministero. Voglio però rubarvi un minuto per leggere questa versione ufficiale perché è abbastanza strampalata. Leggiamo dalla dichiarazione ministeriale Alessandrini del '66: "Dalla disposizione del relitto, dalle tracce sul terreno e dalla posizione degli alberi, si può ritenere che il velivolo sia caduto in assetto completamente verticale. Appare evidente che il velivolo è precipitato in seguito a una manovra errata. La posizione del relitto lascia supporre che il pilota, alla disperata ricerca di una via d'uscita, si sia trovato improvvisamente dinanzi al monte che sovrasta il punto di caduta". Immaginate che monte può aver trovato di fronte a sé Gex, abituato a volare in mezzo ai monti, in una collina da 800 metri. Finisce dicendo: "Il pilota probabilmente, non avendo il volo strumentale, deve aver compiuto una stretta virata e quindi provocato uno stallo in virata e successiva caduta a vite". Continua ancora dicendo: "È probabile un ritardo nella decisione d'interrompere il volo, e comunque il forte fenomeno temporalesco - che le testimonianze dicono che non è affatto vero - ha creato questi problemi".

Tre sono le cause dell'incidente secondo la Commissione: 1) errore di manovra durante le difficilissime condizioni di volo; 2) stato di panico dei passeggeri a bordo che hanno spostato il peso dell'aereo; 3) malore del pilota. Non una parola sul fumo, sul problema al motore, sull'incendio a bordo.

Il canonico Donato Nouchy, intimo amico di Corrado, convinto della volontà da parte di qualcuno di eliminarlo, chiese spesse volte di riaprire l'indagine e di avere accesso ai documenti. Questi documenti li ha ottenuti 35 anni dopo Igino Melotti, dopo la riapertura del caso da parte del Procuratore di Mondovì. Igino Melotti ha sentito anche Guglielmo Canhan, uno dei sei membri della Commissione ministeriale, che dopo 30 anni gli ha confessato: "Io non ho mai preso visione dei resti del velivolo a Cameri, non c'è traccia del verbale della mia deposizione", pare addirittura che non fossero mai stati portati a Cameri i resti, ma direttamente in rottamazione.

Quindi per lo Stato italiano il caso è chiuso ma per i Valdostani non è stato così, anzi, solo da dieci-dodici anni si è ritornati a parlare del caso Gex. La Vallée Notizie l'11 maggio del '96 gli dedica una pagina, poi è Ennio Pedrini sul Monitore Valdostano che dà spazio a Igino Melotti per l'ipotesi di un attentato, segue il libro di Mary Pace presentato qui nel Palazzo regionale, Roberto Nicco procede con un'iniziativa nel 2010 per acquisire gli atti della Commissione d'inchiesta. La consigliera Fontana chiede alla Presidenza della Regione lumi, in particolare sul tragico evento, su dove siano i libri dell'inchiesta, perché sia stato ritrovato un rottame 50 anni dopo a 500 metri circa dal luogo dell'incidente e se Roberto Nicco ha preso contatto con il Copasir, servizi segreti, se ci sono notizie in merito. Rollandin risponde che non è affare dell'Amministrazione regionale, ma che avrebbe fatto tutti gli opportuni accertamenti per dare una risposta. Salto anche questo, Enrico Martinet scrive parecchie cose sulla Stampa e poi c'è l'attività di Cittadinanza Attiva che scrive alla presidente Boldrini alla Camera, ottiene dopo un po' risposta dicendo: "Le risposte ovattate delle istituzioni ci inquietano ma non ci scoraggiano". Un anno dopo, nel 2014, sempre dalla Commissione giustizia, Cittadinanza attiva, afferma: "Il problema è che oggi a Roma non sanno che fine abbia fatto il fascicolo relativo alle cause della morte di Gex, abbiamo riscontrato molta reticenza nel parlare di questo caso". È interpellato anche il presidente Napolitano da De Gattis, che confessa mestamente: "C'è una sorta d'imbarazzo, quando si nomina il caso Gex, incomincio a inquietarmi". All'anniversario del cinquantesimo abbiamo parecchi membri del Consiglio regionale che si spostano a Castelnuovo di Ceva, i parenti ci vogliono vedere chiaro perché ci sono ancora cittadini, testimonianze e nuove prove che non sono mai state ascoltate e che in quei giorni emergono.

Chiudo chiedendo quello che chiedono i genitori di Corrado Gex, dopo l'inchiesta che doveva essere aperta nel 2012 e poi di nuovo chiusa nel 2015 e archiviata, i parenti dicono che nutrono dubbi sul fatto che nella tomba del loro congiunto ci siano effettivamente le spoglie di Gex e dopo 50 anni - questa è la vergogna italiana! - non hanno ancora avuto accesso ai documenti ufficiali di questa morte, sull'accertamento della morte, e in ogni caso, se non fosse possibile visionare dei documenti chiederebbero alle Istituzioni di riesumare il cadavere nel cimitero di Arvier.

C'è un altro problema giudiziario: la Procura competente era Mondovì, poi è stata chiusa, tutto è passato a Ceva, da Ceva l'incartamento è passato al Tribunale di Milano che recentemente, solo l'anno scorso, ha dato una risposta ai familiari dicendo che mancava ancora una delega per avere accesso agli atti. Stiamo ancora aspettando di vedere questi documenti.

Chiedo al Presidente, in qualità di Prefetto, e ai colleghi, visto come noi abbiamo cercato d'impegnarci su questo caso che ha una serie infinita di dubbi - e se posso riprendere la parola più tardi ve ne leggerò qualcun altro - di attivarsi su questa faccenda. Io ho chiesto al Ministero la cartella 1029 contenente i documenti di Corrado Gex, aspetto ancora una risposta dal Ministero, questo due mesi fa quando abbiamo presentato questa mozione.

Grazie per il tempo concesso, semmai riprendo la parola più tardi.

Farcoz (Président) - La parole au collègue Viérin.

Viérin (AV) - Nous remercions le collègue Lucianaz qui à son tour - après différents collègues qui dans les décennies se sont occupés de l'histoire de Corrado Gex - apporte de nouveau ce dossier à l'attention de ce Conseil. Je le dis, car il est juste rappeler les choses, et, partiellement, le collègue Lucianaz l'a fait. J'ajouterais des éléments étant donné qu'on a dédié quelques années de notre vie, et personnellement aussi, sur ce dossier, sur l'un des éminents hommes politiques d'action que la Vallée d'Aoste n'ait jamais connu, sur l'actualité d'une pensée d'un personnage qui représente en effet un des cas qui n'ont pas été résolus, un des grands mystères valdôtains, ce n'est pas le seul, ce n'est pas le seul, je voudrais rappeler la mort de Ollietti et Marcoz ou la mort violente de Deffeyes, mais vue sa popularité, vue son action, vue sa mort tragique, en effet le cas de Corrado Gex est un cas qui n'a pas encore aujourd'hui une réponse, ni définitive et surtout ni codifiée dans les éléments et dans le contour que cette histoire pose.

Vorrei aggiungere alcuni elementi. È stato ricordato ciò che gli anni è stato fatto: fino al 2007 non esisteva, da parte dell'Amministrazione, nessun lavoro se non un supplemento dell'École Valdôtaine sulla vita e le azioni di Corrado Gex. Si ricordava questo uomo politico che invitiamo a conoscere nei suoi scritti e che, al di là di aver avuto una carriera politica, ha rappresentato nel mondo culturale, scolastico e valdostano un pensiero di avanguardia: è stato colui che istituì la dotazione dei libri gratuiti nelle scuole - occupò la prima pagina del Corriere della Sera questa azione - e divenne Assessore nel 1959, erano gli anni in cui le tensioni politiche in Valle d'Aosta e a livello centrale segnavano il passo della politica nazionale e regionale.

A lui si devono tantissime iniziative e a un certo punto pensò di inviare un colis, un pacco, a tutti i cit - i piccoli pastori che negli alpeggi in estate andavano ad accudire il bestiame - e all'interno di questo colis dell'Amministrazione regionale si ritrovava un libro, si ritrovava un pezzo di cultura valdostana e di educazione e di formazione. Per questo, assieme a tantissime altre azioni, è poi diventato famoso, l'aeroporto porta il suo nome perché fu il precursore del soccorso in montagna, all'epoca non praticato con l'elicottero ma, appunto, con questi velivoli ultraleggeri.

Nel 2007 lanciammo - erano i tempi dell'Assessorato all'istruzione e cultura - un'operazione "restitution", che non era solo applicata ai beni culturali ma anche al patrimonio immateriale e ai personaggi, e lanciammo un appel per invitare tutte le persone che avevano delle testimonianze su Corrado Gex, perché non si trovava una traccia all'interno dell'Amministrazione; oggi abbiamo visto un filmato: è sempre difficile ricostruire la storia in pochi minuti ma non c'era un lavoro direttamente organizzato dall'Amministrazione per ricordare l'opera, al di là della persona. Lanciammo quindi l'operazione Corrado Gex e ci fu veramente un grande movimento popolare di persone, testimonianze, dall'insegnante dell'epoca, dall'amico, dal collaboratore, fino ad arrivare alle persone comuni e ci affidammo attraverso una collaborazione con l'Institut Historique - ci segnalarono dei giovani - il giovane Perruchon, all'epoca chiaramente coordinato da Joseph César Perrin. Producemmo questa monografia, questa opera omnia di Corrado Gex. Non solo, chiamammo questo lavoro "Corrado Gex il vit clair, il vit loin" accompagnato da una produzione video, un film documentario, che ricostruì anche tanti dei passaggi che il collega Lucianaz ha giustamente evidenziato. Sottolineo l'intervista di Joseph-César Perrin che, al di là della testimonianza di Nouchy, raccontò direttamente perché Joseph César Perrin accompagnò Corrado Gex da Nouchy. In quel famoso viaggio, s'incontrarono in Piazza Chanoux, Corrado Gex, che aveva già avuto un precedente guasto rientrando dalla Svizzera qualche settimana prima, disse - lo dice Joseph-César Perrin in questo video che invito veramente i colleghi a visionare - "j'ai peur d'être suivi. Je me sens menacé" e gli chiese di accompagnarlo ad Arnad. C'erano pochissime auto all'epoca e nel viaggio andarono fino al ponte di Saint-Marcel. Effettivamente erano seguiti da un'auto, acceleravano e frenavano, cercavano di deviare, dopodiché riuscirono in qualche modo a deviare e questa fu una delle testimonianze, accanto a quella di César Dujany che disse: "Un bruit courut la Vallée d'Aoste: quelque chose de terrible s'était passé". Corrado Gex rientrava per un comité central dell'Union Valdôtaine che doveva assumere decisioni importanti, era il 25 aprile, erano gli anni del Governo Moro, erano gli anni in cui la battaglia sull'idroelettrico e il Centro sinistra creavano tensioni, servizi segreti... ci sono tanti elementi. È chiaro che noi cercammo, come Amministrazione, pur avendo un ruolo delicato, di raccontare con equilibrio la storia ma al tempo stesso di far emergere anche le parti oscure di quella vicenda. Io andai personalmente a incontrare Mary Pace; a un certo punto aveva degli elementi e noi dicemmo: "Signora Pace, noi auspichiamo che lei produca una documentazione", una pubblicazione che acquistammo e che presentammo, in biblioteca, a dire il vero, non a palazzo.

Mary Pace era la compagna di Giannettini, l'agente Zeta della strage di piazza Fontana. Tutta una serie di elementi sono contenuti in quel libro, anche refusi ed errori; il caso irrisolto, la difficoltà del ricordare la storia dopo tanti anni di silenzio e - personalmente, era una cosa che mi aveva stupito questo silenzio su un personaggio di questa carure - aver dimenticato comunque un personaggio, al di là della morte tragica, per tutto ciò che aveva rappresentato. Ci sono delle interviste in patois alla radio del Valais, incredibili, sulla nostra lingua. Il segretario di Corrado Gex era Mario Andrione. I primi ad arrivare sul luogo furono Mario Andrione e Bruno Milanesio. Mary Pace mi diede una foto timbrata non so da quale organismo e su quella foto si vedevano, giovani dell'epoca, Milanesio e Andrione sul luogo della strage. La storia portò Mario Andrione a essere poi Assessore, da segretario particolare divenne Assessore: la democrazia che Caveri ricordava nei video poi fu esercitata anche in modi abbastanza significativi nella storia, il segretario particolare divenne Assessore. Alcuni personaggi morirono in quell'incidente, ricordo Edy Tillot, grande giornalista, e pure il giovane Coudre. C'è anche da aggiungere che il viaggio doveva essere unico, come è stato detto; lo scalo non riportò a bordo le medesime persone che avevano fatto scalo, una delle prime persone che si presentò in Assessorato fu Chabod. Ho dimenticato di dire che lanciamo anche un concorso scolastico, se andate nella Maison communale di La Salle vedete ancora una grande gigantografia di Corrado Gex, perché lui è vero che era di Arvier, anzi di Planaval - la collega Morelli lo sa bene perché è di quelle terre - ma era anche Sallerein: la mamma era una Coccoz di La Salle, avevano una libreria in Avenue de Conseil des Commis.

Chiedo anch'io di poter utilizzare, se è possibile, almeno la dichiarazione di voto.

Non entro nel merito delle cose che si chiedono - lo farà il Presidente - ma concordo sul fatto - poi gli strumenti è giusto che siano messi in campo - soprattutto con la volontà e la difficoltà di ritrovare una verità dopo tanti anni perché quella verità... aggiungo che anche Nicco si occupò della cosa, l'onorevole Nicco - perché lo contattammo - riuscì a costituire di nuovo una Commissione che si occupò di questa vicenda. È chiaro che questi pezzi che tra tutti abbiamo cercato di mettere sul campo non rendono la vita a Corrado, ma soprattutto non svelano la verità.

Credo che Corrado Gex meriti, anche se sarà difficile, che questa verità emerga, - riceviamo sempre le mail degli uni e degli altri e non credo che la polemica riporti la verità a questa comunità -, la verità va riportata, se questo è possibile, attraverso un'azione che potrebbe essere corale, compatibilmente con ciò che è successo in questi decenni.

Questo non impedirà, mai, di non dimenticare una grande figura come Corrado Gex.

Président - La parole au collègue Luboz pour les cinq minutes restantes.

Luboz (LEGA VDA) - Merci Monsieur l'assesseur Viérin pour votre témoignage, bon après-midi à toutes et à tous. Il a été évoqué le livre "Il vit clair, il vit loin", édité par l'assessorat éducation et culture. Là derrière ce mur il y a écrit "voir clair, vouloir vivre" la célèbre pensée d'Emile Chanoux, et je crains que personne ne puisse me contredire si j'affirme que nous vivons - en tant que société valdôtaine, mais aussi en tant que société contemporaine - une période où nous voyons une brume épaisse devant nos yeux et nous faisons peu ou rien pour démontrer de vouloir vivre et prospérer ; dans cette salle, en 2019, nous sommes en train de donner l'exemple le plus éloquent : 97 points à l'ordre du jour ! Pour voir clair il faut du courage, il faudrait au moins que ceux qui en quelque sorte ont semé le brouillard dans ces dernières décennies puissent admettre leurs défauts. Pour vouloir vivre il faut l'enthousiasme de la dignité et de la fermeté morale !

Je ne sais pas si cette initiative aboutira à quelque chose, surtout quand je pense que nous n'avons pas même réussi à savoir la nature des 25.000 euros retrouvés dans un tiroir ! Dans ces 11 derniers mois d'exercice je me suis aperçu que souvent les acteurs qui récitent sur cette scène, n'ont ni l'enthousiasme ni la dignité et surtout les actions qu'ils manifestent sont récitées dans le brouillard, souvent dans l'incohérence, dans le meilleur des cas. C'est de la lumière que nous avons besoin, de clarté partout, tout en plus quand il s'agit de tragédie de morts violentes, l'histoire ne devrait laisser aucune place au doute. S'il arrive que certains passages, certaines questions, d'autant plus si elles regardent et si elles investissent des personnalités publiques...voire des représentants de l'état, en ce cas un parlementaire ; s'il arrive que ces questions restent dans l'ombre du mystère, les suspects et le manque de confiance seront toujours prêts à revenir et à empêcher le dialogue constructif et transparent, si précieux pour construire une société ouverte et réciproquement respectueuse des différentes idées politiques.

La politique, je répète, doit se confronter dans la clarté, la vérité et la dignité. Après plus de 50 ans, il y a encore des zones d'ombre sur ce qui s'est passé - il l'a été rappelé tout à l'heure - c'est donc justement pour cela que cette initiative a été posée. Après 50 ans, plus de 50 ans, il est plus que jamais nécessaire qu'une lumière vient éclairer ce qui se produisit en ce 25 avril 1966 et surtout aussi les jours suivants, dans les opérations de reconnaissance et recomposition des défunts. Plusieurs témoignages - et ce qui inquiète c'est qu'ils sont souvent différents dans leur contenu - ont été insérés dans le dossier officiel. Pour cela nous demandons que le gouvernement régional dispose toutes les opérations nécessaires pour obtenir de l'autorité judiciaire de Cuneo les copies des documents officiels qui témoignent l'identification exacte des dépouilles de Corrado Gex ; si cela ne devait pas être possible, nous en serions franchement stupéfaits et consternés car la négligence de ces procédures de 1966 serait tout à fait évidente sous n'importe quel point de vue.

Je répète: la politique doit se confronter dans la clarté, la vérité et la dignité, des vertus qui étaient très chères au regretté Corrado Gex, c'est pour cela que je voudrais relire ces réflexions qui semblent prophétiques : "il dialogo, condotto con fermezza e dignità in un clima di libertà e democrazia non può che essere il modo migliore d'interpretare e realizzare gli interessi pubblici e soprattutto quelli facilmente individuabili di una piccola comunità. In un clima di disordine e di poca chiarezza s'inseriscono forze contrarie all'interesse della comunità. La cittadella rischia di cadere nelle mani di persone senza scrupoli che hanno di mira interessi estremamente particolari. Per queste ragioni occorre lottare sempre per una politica di comunità, per la Valle d'Aosta contro chiunque usi la nostra bella bandiera per coprire il settarismo e la faziosità, l'ambizione del potere per il potere, l'odio verso i suoi simili, l'incapacità di cogliere il valore di tutti i Valdostani, di mobilitarne e coordinarne le forze per il benessere spirituale e materiale della nostra e delle future generazioni." pour celà, pour Corrado Gex et pour ce qu'il a écrit, nous demandons qu'il soit fait lumière complète sur cet évènement.

Président - La parole à la collègue Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Corrado Gex, emerge dalle testimonianze, come un personaggio allettante, a tutti simpatico, solare, entusiasta, seduttivo, ma forse troppo giovane e bello, troppo intelligente e vincente per misurarsi con umiltà con i rischi delle avventure che possono scaturire dall'incontro con poteri e personaggi brutti appartenenti alle alte sfere.

Non voglio però avventurarmi io stessa in campi che non domino perché della morte di Corrado Gex non mi sono mai seriamente occupata, ma un pochino sì della sua vita, e allora vorrei cogliere questa occasione per sottolineare alcuni aspetti della sua notevole figura che possono ancora illuminarci tutti oggi in quest'Aula che avrebbe bisogno di rinnovarsi con una certa passione politica, con quella capacità intuitiva di Gex su che cosa fosse il momento di dire e di fare rispetto ai cambiamenti in corso nella società, non solo valdostana ma anche nazionale e anche europea. Quella di Corrado Gex è una nuova figura che annuncia con uno stile originale, allo stesso tempo, la serietà e la libertà dagli schemi, il rinnovo dell'élite politica valdostana. È impressionante pensare che a 27 anni fosse Assessore alla pubblica istruzione dello schieramento UV-Sinistra, bei tempi allora. Legge, Gex, la necessità dell'insegnamento bilingue - chiaramente a questi aspetti sono molto sensibile - come occasione per rinnovare i mezzi e le strategie dell'insegnamento secondo le più fresche innovazioni metodologiche europee. Sente l'esigenza di traghettare la scuola verso la modernità grazie al confronto con esperienze d'oltralpe. Già durante la campagna elettorale aveva preso atto che, viste le trasformazioni sociali in corso - e pensiamo all'immigrazione di tanti giovani, tra cui mio padre, da diverse parti dell'Italia verso la Valle d'Aosta - nessun progetto di regionalismo avrebbe potuto prescindere dal consenso della componente immigrata di vecchia e di nuova data la cui integrazione diceva: "Dentro a questa bella casa che si chiama autonomia è indispensabile per la felicità dei Valdostani". Ritorna poi sul tema nel '63, anno in cui è eletto al Parlamento, con una visione allora innovativa - sarebbe innovativa anche oggi - di cittadinanza partecipativa e democratica. "Non è soltanto il certificato di nascita", diceva, "ma è l'interesse e l'amore per la Valle d'Aosta che fanno la comunità". Sul tema delle minoranze sottolinea: "La nostra realtà va studiata nel contesto delle altre, nel quadro europeo. La questione minoranze va vista come orizzonte di fedeltà allo spirito democraticamente avanzato dei costituenti; va vista nella costruzione dell'Europa dei popoli, secondo la formula di Spinelli e Rossi, nell'armonizzazione delle diverse componenti della società, del libero dispiegamento delle individualità". Questa visione di Corrado Gex è autonomista nel quadro del federalismo europeo democratico che implica l'integrazione tra le piccole e le grandi comunità. Corrado Gex chiarisce la sua concezione della politica, cito ancora le sue parole meravigliose: "Come strumento di equilibrata e armonica composizione di interessi e ideali diversi in regime di libertà e di reciproco rispetto e non come strumento di sopraffazione di certi cittadini su altri o come vana ricerca del potere senza beneficio per la comunità, o, peggio ancora, come risultante di dannose passioni di dogmatismo fazioso, di orgoglio e di odio".

C'è un altro punto in particolare che ha attratto la mia attenzione, molto attuale, ed è la questione del vincolo di mandato. Nel suo percorso politico Gex eredita chiaramente la storia dei rapporti tra Roma e rappresentanti valdostani e in questione vi è ovviamente il rapporto con i partiti, con gli elettori, ma soprattutto con tutta la comunità che va a rappresentare in Parlamento; le sue osservazioni sono di incredibile attualità perché Gex ai parlamentari valdostani, che andando a Roma pensano di dover recitare la parte di chi fa gli interessi della Valle d'Aosta, ricorda questa cosa meravigliosa, ricorda che sia lo Statuto Albertino che la Costituzione della Repubblica all'articolo 76 assegnano loro una missione più ampia, recitando che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Non vorrei annoiarvi ma mi piace l'idea di leggere insieme a voi alcuni brani dell'introduzione del libro che ha ricordato l'Assessore, curato e scritto dalla direttrice dell'Istituto Storico della Resistenza che mi aveva preceduta, la professoressa Silvana Presa, - se non siete d'accordo per queste letture comunque rapide prendetevela con i colleghi leghisti che offrendomi un argomento di storia così succoso su un piatto d'argento hanno risvegliato in me il famoso "can che dormiva" -, dice così Silvana Presa nell'introduzione: "Chi sia stato veramente Corrado Gex, come abbia interpretato gli stimoli che il contesto nazionale e regionale gli offrivano, che parte abbia recitato nel corso della sua vita politica e che cosa avrebbe potuto fare per la Valle d'Aosta se fosse vissuto più a lungo dei suoi 34 anni, sono tutti quesiti che rivestono ai nostri occhi un interesse che cresce col passare del tempo. Studiare Gex potrebbe essere uno stimolo per andare più a fondo in certe tematiche, come la selezione e la formazione della classe dirigente valdostana che le ricerche generali sulla recente storia valdostana toccano solo marginalmente". Una sua preoccupazione fu senz'altro quella di far superare ai Valdostani la loro distanza dalla politica, mi piace richiamarlo in questo contesto, convinto com'era che ormai i tempi fossero maturi per un'effettiva partecipazione democratica dei cittadini alla gestione della cosa pubblica che non doveva essere più totalmente delegata al governo regionale. Non era utopistico secondo lui pensare di avvicinare maggiormente la gente a un progetto politico regionalistico laico e progressista. La sua costante preoccupazione, come ha già detto l'Assessore, era quella di alzare il livello culturale generale dei Valdostani, premessa per una più autentica coscienza del ruolo che la collettività e anche l'individuo singolo potevano avere. Vi leggerei ancora molti altri passaggi, ma purtroppo il tempo contingentato mi stressa e allora vado alle conclusioni e così arrivo anche alla dichiarazione di voto.

Venendo al testo della mozione devo ammettere che in genere non mi appassionano le tesi complottiste negli intrighi di corte per il controllo del potere, anche se in questo, come in altri casi citati, sembra in effetti di trovarsi di fronte a una verità oscurata e complessa che potrebbe anche superare la nostra più fervida immaginazione.

Comunque Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta ritiene che al di là della storia dell'incidente o presunto tale del povero Corrado Gex non sia il Consiglio Valle la sede per chiedere riaperture d'indagini o riesumazioni. Ci sono altre aule, altri organi che vanno interpellati e non sono quelli legislativi. Qui già troppo spesso si pensa che la Magistratura debba fare politica, questa non è una decisione politica ma è piuttosto legata ai lavori di un Tribunale. Poi, colleghi leghisti, vi chiedo: non è che a forza di parlare di revenants ci avete preso troppo gusto e ora dobbiamo metterci anche a studiare le mummie e a riesumare le salme? Il nostro voto è quindi di astensione.

Président - Nous sommes en discussion générale, la parole au président Fosson.

Fosson (GM) - Je comprends très bien ce que vous demandez, et ce que vous voulez savoir : la vérité sur la mort de Corrado Gex, bien souvent on n'accepte pas une réalité qui démontre qu'il y a eu seulement un accident, on ne l'accepte pas. Les personnes d'une certaine importance et bien aimées ne peuvent, ne doivent pas mourir seulement pour un accident.

È vero quello che emerge, che abbiamo letto tante volte e con passione, chi ha letto i suoi testi, chi l'ha conosciuto in una sua esuberanza giovanile... e poi la sua storia al Parlamento italiano, mi ha sempre colpito. È vero che ci sono molti elementi di dubbio su questo incidente, o su altre cause, avvenimenti misteriosi ce ne sono stati attorno a questa vicenda.

Io credo che l'Amministrazione regionale abbia fatto molto, lo ha detto anche con molto calore e passione l'assessore Viérin, si è cercato in tutti i modi di sapere, di conoscere qualche cosa di più su questo evento. Ho condiviso, anche se in un altro ramo di Parlamento, tutto quello che l'onorevole Nicco ha fatto - poi lui ha una preparazione storica per cui l'ha fatto anche con competenza - alla Camera dei Deputati italiani, dove presentò addirittura un ordine del giorno al presidente Fini e poi, insieme, alla Commissione dei servizi segreti guidata allora da D'Alema, depositarono degli esposti, effettuarono degli accertamenti che culminarono in un'attività dell'allora Procuratore di Mondovì, o di Cuneo.

E tutto questo, come voi avete detto bene, però, senza portare nessun elemento, senza portare quella chiarezza assoluta e quella verità assoluta che volevamo tutti e vorremmo tutti avere. C'è sicuramente una cosa che diceva ancora molto bene l'assessore Viérin, cioè il grande impegno per ricordarlo è proprio l'impegno per farlo conoscere, per far conoscere i suoi scritti, per dedicargli delle scuole, l'ospedale; è molto significativo e attuale quel brano che lei ha letto sulle possibilità di dialogo e sulla voglia di dialogo. Io penso che il modo migliore - e lo diceva anche la collega Pulz -per ricordare Corrado Gex sia ricordare quello che ha fatto, ricordare quello che ha scritto, ricordare l'importanza che ha avuto nella storia della Valle d'Aosta, probabilmente l'ambiente della cultura ma anche dello sport, del volo in montagna non sarebbe oggi così se non ci fosse stato Corrado Gex.

Io vorrei poter fare quello che lei mi chiede qui, riesumare la salma, andare presso la Procura della Repubblica di Cuneo, però è un impegno che non può essere assunto perché non è nei miei compiti. Io, alla fine di questa discussione, le chiederei di modificare l'impegno che noi vorremmo accettare proprio in questa logica che voi avete così descritto, dicendo che "Il Consiglio regionale impegna il Presidente della Regione a esporre tutti gli opportuni approfondimenti per perseguire e conoscere la verità".

Presidente - La parola al collega Lucianaz solo per valutare se accetta l'emendamento. Siamo ancora in discussione generale, per valutare se accetta o no l'emendamento proposto.

Lucianaz (LEGA VDA) - In generale lo accettiamo sì, poi faremo l'ultima replica, intanto lo accettiamo.

Presidente - Perfetto, allora lasciamo depositare il testo. Chiedo che venga depositato alla Presidenza prima della chiusura della discussione generale. Altri in discussione generale? Discussione generale chiusa.

En réplique la parole au collègue Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Il 25 aprile '66 non è morto solo Corrado Gex, sono morti anche Edy Tillot, Maruska Zagari, Marie Coudre, Giuseppe Andorno con sua figlia Wilma, Plinio Maglione e Giuseppe Chiavenuto; queste famiglie sono cadute nello sconforto perché non hanno ancora avuto una risposta ufficiale né hanno avuto accesso a documenti ufficiali. Tanti sono gli elementi di dubbio, ne ho solo tirato fuori qualcuno dei più macroscopici: appunto il volo che doveva durare 16 minuti e sono caduti dopo 40 minuti di girovagare; mezz'ora di registrazione radio mancante tra il pilota e la torre di controllo; la scatola nera che è assente; la sparizione di molti pezzi del velivolo sul luogo stesso; la mancata conservazione dei rottami dell'aereo a Cameri, dove doveva essere destinato tutto quanto il ritrovato; il timone di coda che dalle fotografie appariva ancora unito alla coda del velivolo ma che dopo 50 anni venne ritrovato a 500 metri dal luogo del disastro in mezzo alle foglie e sbullonato; numerose testimonianze che parlano di problemi al motore, fumo nero, condotta del veicolo anormale, ma non raccolte dalla Commissione di inchiesta; tre settimane prima, il dubbio di un sabotaggio all'aereo, considerato pericoloso principio di incendio, che vide coinvolto a bordo dello stesso velivolo anche il giornalista Emilio Fede e che mise in pericolo la vita di Corrado Gex; la conclusione dell'inchiesta dove si recita: "La causa dell'incidente è dovuta a uno stallo dall'altezza di 30-40 m con caduta a vite o a candela"; le testimonianze che parlano di condizioni di tempo assolutamente non proibitive, a differenza della relazione ufficiale; le autopsie sui cadaveri mai eseguite; la questione ancora senza risposta della proprietà del Pilatus Porter che potrebbe chiarire numerosi dubbi sulla reale funzione del velivolo d'Aosta; il certificato di manutenzione del velivolo dell'archivio fotografico dell'Euroclub di Aosta, spariti; 35 anni di secretazione di tutti gli atti ufficiali di questa tragedia; i documenti di Giannettini in cui si parla del congegno "berta", cioè di quel comando a distanza del gas nervino, c'è un'ipotesi legata a quel sapore dolciastro; i Carabinieri arrivarono sul luogo del disastro non prima delle 19:40-19:45 mentre ad Aosta - come è stato avvertito il Presidente della Regione dell'epoca? - Caveri alle 19:00 già era al corrente della morte di Gex; la presenza inquietante tra i primi arrivati del signor Bruno M., sia all'aeroporto di Albenga sia sul luogo del disastro.

Mi fermo qui ma ci sono tantissimi altri elementi veramente strani. Io ho cercato di illustrarvi questa pagina di storia valdostana perché ritengo che sia un fatto importante per la comunità valdostana, perché le componenti più marcate che caratterizzano il riconoscersi in un gruppo sociale si determinano proprio dagli accadimenti storici, dalle pagine di storia, dai fatti, dai miti che sedimentano un senso identitario. L'ethnos, a mio parere, si compone essenzialmente di queste condivisioni di valori più che dell'appartenenza a un gruppo sanguigno.

A distanza di oltre 53 anni dal giorno della sciagura, riteniamo che l'attuale tecnologia ci permetta di dare qualche risposta in più rispetto ai tanti rimasti disattesi dubbi che le autorità italiane non hanno dipanato e mai chiarito ai famigliari. Troppe testimonianze discordanti e troppe ipotesi fantasiose, tantissimi dubbi e la scioccante conclusione della Commissione ispettiva.

Presidente Fosson e colleghi tutti, io chiedo a tutti un piccolo sforzo nella direzione dell'accertamento della verità, ognuno per la volontà e per la competenza che può avere. Chiedo al Presidente uno slancio, un impeto particolare, perché comunque la famiglia e gli amici di Gex, di Edy Tillot e di tutti quanti abbiano un minimo di risposta. Tutto quanto giace alla Procura di Milano e la famiglia pare che non abbia possibilità di accedere ancora a questi documenti.

Termino dicendo che naturalmente sosteniamo questa iniziativa, grazie a tutti per la pazienza.

Président - En réplique, le collègue Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Seulement pour confirmer que nous apprécions l'ouverture de monsieur le président Fosson ; nous suivrons le dossier, moi et le collègue Diego Lucianaz, tout probablement pendant l'été, nous irons à Castelnuovo del Ceva afin de parler avec quelqu'un - si vous voudrez venir avec nous, avec très grand plaisir Monsieur le Président - seulement, on ne voudrait pas arriver comme cela a été fait pour Emile Chanoux, c'est-à-dire que un historien puisse, après des décennies, démontrer la vérité.

Président - En réplique? Il y a quelque groupe qui souhaite encore intervenir? Autrement nous ouvrons la votation sur la motion comme a été amendée. La parole au collègue Vesan.

Vesan (M5S) - Solo pochi secondi per dichiarazione di voto: i rappresentanti del Movimento 5 Stelle riconoscono la validità di questa iniziativa presentata dai colleghi Luboz e Lucianaz e intendono votare a favore di questa e di qualunque altra iniziativa volta alla ricerca della verità su quello che riguarda la storia della nostra regione.

Président - La parole à la collègue Morelli.

Morelli (AV) - Juste une briève déclaration, en tant que Conseillère de Arvier, village natal de Corrado Gex, je me suis occupée de cette affaire pendant toutes les années de ma permanence au Conseil de la Vallée et donc je crois qu'il est juste de remercier les collègues qui ont bien voulu se pencher à nouveau sur cette affaire, qui reste effectivement encore un mystère. Le parquet de Mondovì qui avait réouvert l'enquête a classé l'affaire, mais je crois que pour les raisons qui ont déjà été très bien expliquées par le collègue Viérin, mais également par la collègue Pulz, il est juste que notre communauté dédie et continue à dédier toute l'attention nécessaire à ce personnage illustre et au mystère qui a accompagné sa mort et la mort de toutes les personnes qui étaient avec lui dans l'avion, sur le Pilatus Porter, que le collègue Lucianaz a bien voulu rappeler.

Je dois dire que, en tant que citoyenne de Arvier, j'apprécie le fait que cette majorité ait voulu trouver un accord sur votre motion, cela n'a pas été possible dans d'autres situations précédentes, donc je crois qu'il est juste de souligner l'attention que cette majorité a voulu dédier à cette affaire et je doute que l'on puisse éclaircir après tant d'années un mystère qui n'a pas été éclairci jusqu'à présent, mais, comme je viens de le dire, il est juste que le Conseil de la Vallée dédie toute l'attention possible et fasse tous les efforts possibles dans ce sens.

Presidente - Altri? Altrimenti mettiamo in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 32

Favorevoli: 32

Il Consiglio approva all'unanimità.