Oggetto del Consiglio n. 639 del 8 maggio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 639/XV - Relazione conclusiva della Commissione consiliare speciale CVA. (Reiezione di tre risoluzioni)
Rini (Presidente) - Ricordo che siamo in discussione generale sul punto n. 4 all'ordine del giorno. Ci sono richieste di intervento? Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo chiudere la discussione generale.
La parola all'Assessore Testolin, per la replica da parte del Governo.
Testolin (UV) - Un giorno e mezzo di dibattito penso che sia stato un momento assolutamente importante a valle di un percorso della Commissione, che ha visto un confronto durato tre mesi; un confronto, a mio avviso, gestito da parte del Presidente della Commissione in maniera corretta, seria e assolutamente non strumentalizzata. È stato fatto un lavoro di ricerca su quelle che potevano essere delle situazioni di criticità e delle valutazioni da mettere in piedi per assumere una decisione che condizionerà, da qua in avanti, il futuro non soltanto della più importante azienda a partecipazione pubblica della nostra regione, ma nel complesso anche di quello che potrà essere il futuro della nostra regione stessa in merito alle capacità di continuare, da parte di questa regione, a supportare con importanti contributi il futuro lavoro di questa Assise o del Governo regionale nel suo complesso.
Faccio due valutazioni, partendo appunto dalla sintesi e dall'analisi che il collega Nogara ha ben sviluppato e riassunto nella sua presentazione di ieri pomeriggio; una presentazione che ha evidenziato la penalizzazione che CVA subisce nel non poter agire sul panorama nazionale come fanno, invece, i propri competitor. Ha evidenziato quali possono essere le soluzioni a supporto di un miglioramento di questo sviluppo industriale che viene oggi limitato da CVA e ha evidenziato come le norme di attuazione possono per certi versi essere assolutamente opportune ed indirizzare quelle che potrebbero risultare delle opportunità dettate - come giustamente ha sottolineato la collega Morelli - da un trascorso, da una storicità, da una competenza sulle acque che è ben stata declinata e che si è conclusa nel 2016 con l'approvazione, quasi in sordina in quest'Aula, del passaggio della proprietà delle acque alla nostra regione. Una situazione che, per raggiungere questo obiettivo, ha visto lavorare un governo a forte trazione autonomista. Questo governo a forte trazione autonomista evidentemente oggi non ha voglia di essere preso per la giacchetta ed essere tacciato di un percorso che voglia andare a vendere o a svendere le acque della nostra regione. Ed è per questo che sottolineo ancora con forza quanto è già stato evidenziato dal collega Nogara, che aveva in mano i miei stessi dépliant, perché si vede che anche senza parlarci, molte volte, se c'è alle spalle una filosofia di lavoro, di futuro e di prospettiva nel rispetto dei percorsi fondanti della nostra autonomia, penso che non ci sia bisogno di confrontarsi preventivamente per capire che il lavoro che vogliamo fare è assolutamente importante e a beneficio di tutta la popolazione.
Ebbene, dire che l'acqua deve rimanere pubblica è una nostra priorità, perché noi abbiamo lavorato, noi come popolo valdostano, come autonomisti in primis per garantire questo percorso e per cercare di poter decidere da qua, da allora in avanti, quello che sulle acque si potesse fare. Cosa ben diversa è la CVA come società di per sé e sulla quale riveniamo e riverrò durante la mia replica nei prossimi passaggi.
Credo che la svendita dell'acqua sia assolutamente il punto cruciale sul quale bisogna essere chiari e non creare dei fraintendimenti, cosa che invece non si è riusciti a trattenere in alcune proposte avanzate da certi Consiglieri. Mi riferisco alla collega Pulz, che ha voluto evidenziare come ci potesse essere questo rischio. Evidentemente gli aspetti tecnici hanno una difficoltà di comprensione, una difficoltà di trasferimento anche per chi ci ascolta, mentre ci sono aspetti molto più sensibili ai quali l'opinione pubblica è giustamente molto, molto attenta, e che fanno più presa. Credo però che in questi contesti bisogna essere anche molto onesti e cercare di trasmettere i corretti timori nella corretta forma, soprattutto nella corretta sostanza. Pertanto penso che la visione sull'acqua sia unanime, dove peraltro le decisioni, a scadenza delle concessioni, se continuare con le stesse, se diminuirle, se gestirle in maniera diversa... la proprietà dell'acqua, evidentemente come affidarla a qualcuno, soprattutto se affidarla a qualcuno, sarà esclusivo compito ed esclusivo diritto dell'Amministrazione regionale, che è proprietaria dal 2017 di quelle che sono le opportunità di intervenire su questo bene primario, da sempre attenzionato e assolutamente curato da parte di qualsivoglia amministrazione, dal più piccolo dei consorzi all'Amministrazione regionale tutta.
Direi poi che c'è stata un'apertura con delle valutazioni su un altro tema che ha coinvolto i lavori della Commissione durante questi tre mesi, su come poter valorizzare una società che, a differenza di quello che rappresenta ad esempio il patrimonio immobiliare per i valdostani, rimane una società, ancorata quindi a delle opportunità, a delle possibilità di crescita, a delle possibilità di sviluppo, a delle possibilità di continuare ad essere una società che fa utili, che dà lavoro, e non squisitamente al fatto di esserne proprietari. Credo che con molta lungimiranza nel 2000-2001, sotto l'allora governo di Dino Viérin, con molta lungimiranza e con molta attenzione ai valori espressi da alcuni Consiglieri autonomisti, si è fatto un passo fondamentale che ci permette oggi di essere qua a discutere; un passo che ha fatto sì che l'Amministrazione regionale si indebitasse all'incirca per 413.170.000 euro, restituibili in vent'anni. Il prestito scadrà nel 2021, tra tre anni, con degli accantonamenti che sono stati puntualmente addebitati al bilancio regionale. Una scelta che ci ha permesso - lo ha già ricordato qualcuno - di portare nelle casse dell'Amministrazione oltre 2.124.000 di euro di tasse - bravo, collega Bertschy, è una scelta autonomista! - che vanno ad aggiungersi ai 600 e quasi 30 milioni di utili che hanno contribuito assolutamente a rimpinguare le criticità verificatesi sui bilanci regionali, a causa di una situazione fondamentalmente provocata dai governi nazionali, una richiesta di risorse che nel tempo è stata richiesta in aggiunta alla nostra Valle d'Aosta perché bisognava risanare il bilancio statale. Se si vengono a portare degli esempi che ci incitano a dire che queste risorse sono state sperperate... ebbè, cari miei, se le risorse a disposizione dell'Amministrazione pubblica regionale della Valle d'Aosta negli ultimi sette anni sono scese di circa il 45 percento, evidentemente, fortunatamente, si erano fatti nel tempo degli investimenti che sono stati in grado di recuperare - seppure parzialmente - le risorse che ci sono state sottratte dall'Amministrazione statale. Questo è un passaggio che secondo me va valutato anche alla luce di altre affermazioni che in quest'Aula sono state evidentemente proposte con fare abbastanza dirompente, nel senso di dire che certe scelte vanno valutate. Sì, certe scelte vanno valutate, ma alla luce di ipotesi prospettiche e non soltanto alla luce di ipotesi di comparazione tecnica, che evidentemente fanno parte di un percorso che deve essere seguito e valutato, ma deve essere valutato alla luce di un'idea e di una prospettiva che vede oggi la CVA in forte criticità rispetto alla situazione del 2001, quando è stata acquistata e dove per lungo tempo ha dato i risultati attesi.
Oggi le aspettative non sono più le stesse e la capacità di produrre reddito di questa azienda derivano da una diversificazione che, nel tempo, è stata attuata grazie ad una libertà imprenditoriale concessa all'interno della società per diversificare, sia geograficamente, sia a livello di opportunità di produzione, la mission affidata originariamente a questa azienda in partenza, esclusivamente avvalendosi delle risorse idriche della nostra Regione; risorse idriche che hanno subito, soprattutto negli ultimi anni, degli andamenti molto altalenanti e che ne hanno, per certi versi, anche limitato le produzioni. Fortunatamente la capacità della nostra azienda di andare a fare una diversificazione su altri fonti di produzione alternativa di elettricità ci hanno permesso di livellare e di mitigare questi sbalzi derivanti fondamentalmente dai cambiamenti climatici che ancora non saranno finiti. Questo è un discorso particolarmente caro ad alcuni Consiglieri. Guardo anch'io l'amico Vesan, perché dal punto di vista personale non c'è assolutamente nessun problema, ma c'è un problema nella visione delle aspettative di determinati tipi di intervento.
Ebbene, noi ci siamo trovati a parlare, non più di qualche mese fa, dei domaine skiable e, con molta lungimiranza, a mio avviso. In Valle d'Aosta si cerca di valorizzare, anche perché abbiamo dalla nostra la possibilità di avere dei domaine skiable a quote superiori ai 2000-2200 metri fino ad arrivare a 3800 metri sopra il livello del mare, il che ci permette, in un panorama generale, di poter presuntuosamente vantare la possibilità di avere ancora delle precipitazioni, o comunque situazioni climatiche che possano agevolarci. Io direi che questo aspetto, questa preoccupazione di continuare ad avere delle precipitazioni importanti, non può tradursi adesso in un'incapacità di capire che probabilmente questa mancanza di precipitazioni o questo cambio di precipitazioni potrebbe pregiudicare la stessa capacità reddituale nel futuro della nostra azienda CVA, perché evidentemente io dovrò essere in grado, se voglio mantenere il 100 percento della mia azienda in Valle d'Aosta, di poterle garantire che la sua capacità di produzione, se solo legata alle centrali idroelettriche valdostane, possa essere costante, cosa che invece non riuscirò a garantire, perché molto probabilmente la capacità produttiva nel tempo si attenuerà. Se devo valorizzare le potenzialità di una mia proprietà, non vado a svenderle, ma cerco di modificarle e di modellarle a seconda delle esigenze di un mercato, che è diverso; rappresentano comunque l'intenzione di questa Amministrazione di mantenere chiaro il controllo sulla società stessa e, addirittura, di renderla disponibile alla condivisione con i propri cittadini, in primis, e con un aspetto tecnico di collocamento sul mercato che deve essere assolutamente rispettoso delle possibilità di far crescere ulteriormente l'azienda in futuro. Non a caso, nella relazione del collega Nogara e della Commissione speciale sulla CVA si è parlato di OPV e di OPS, vale a dire di opportunità, di offerte pubbliche di sottoscrizione che possono ampliare le risorse a disposizione della società stessa per essere reinvestite, ma per essere reinvestite e dare la possibilità di essere diversificate anche al di fuori dei confini regionali per continuare a mantenere quella diversificazione che in questi ultimi anni ci ha permesso una costanza di guadagno, di ricavo e di utile relativa anche a questo cambiamento climatico che, altrimenti, ci avrebbe visto fortemente penalizzati. Penso siano queste le riflessioni sulla base delle quali vi è l'indicazione di andare verso un percorso che caratterizzi il futuro della nostra azienda come un percorso a tutela degli interessi della nostra Regione, un percorso che ci tuteli anche nel caso in cui, dal 2029 in avanti, per una qualsivoglia motivazione, la CVA non dovesse più essere in grado di gestire le concessioni idroelettriche. Il che vorrebbe dire un deprezzamento formidabile rispetto al suo valore attuale. Il fatto di tenerla probabilmente tutta nelle nostre tasche o nei nostri caveau probabilmente non si rivelerebbe un processo così virtuoso, ma a quel punto chi mi chiederebbe conto di questa situazione? Perché ci sono persone che all'interno di questo Consiglio sono molto più ferrate di me in ambito di valutazioni e di concetti contabili, e non possono prescindere anche dall'effetto tempo che si ha in merito a determinate scelte. Credo che oggi il valore e la possibilità di anticipare con una parziale vendita la redditività futura, non possono prescindere dal fatto che è fondamentale capire quanto su questo valore incide la possibilità di andare avanti fino al 2029 - quindi ancora per dieci anni - e l'appetibilità che questa situazione ha sul mercato per rendere la nostra azienda interessante. È forse l'unica in Italia ad avere quelle caratteristiche di spendibilità da un punto di vista ambientale, che hanno di per sé intrinseco un valore aggiunto e potrebbe trovare un assoluto riscontro anche nelle scelte di messa a valorizzazione del proprio patrimonio.
Ebbene, credo che alla fine di questo percorso di due giorni, assuma assoluta rilevanza il resoconto che la Commissione ha voluto metterci a disposizione. Con questo io non mi permetto e non voglio dire che ci potevano o ci possono essere situazioni da approfondire maggiormente, ma credo che l'aspetto decisionale e politico in merito all'opportunità di dare continuità al valore aggiunto che le scelte del passato ci permettono oggi di valutare sia assolutamente chiaro. Penso che bisognerà lavorare negli ambiti tracciati dalla relazione valutando il percorso e le forme tecniche migliori per valorizzare la nostra azienda e, contestualmente, occorrerà lavorare verso una norma di attuazione che, seppur molto aleatoria, seppur molto incerta nelle tempistiche e nei confini della propria realizzazione, della propria approvazione, possa sostenere...
Dalle ore 15:45 assume la presidenza il vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Assessore, la invito a concludere.
Testolin (UV) - ...possa evidentemente sostenere un percorso che vada a tutto vantaggio della nostra azienda e della società valdostana tutta.
Presidente - Grazie, Assessore. C'è spazio ora per un'eventuale replica da parte del relatore, nel caso volesse... per ulteriori approfondimenti. Diversamente, passeremmo ai punti successivi. Ha chiesto la parola il relatore Nogara, prego.
Nogara (AV) - Innanzitutto volevo rivolgermi alla collega Spelgatti. Vede, deve portare un po' di pazienza, collega Spelgatti, perché purtroppo non sono intelligente, simpatico e ironico come lei, però in futuro cercherò di fare del mio meglio per poterle andare più a genio.
Volevo dire ancora un paio di cose. Si è sentito, un po' da parte tutti, che non sono stati valutati i diversi scenari. Gli scenari che sono stati valutati, e in modo abbastanza approfondito, sono quelli della quotazione, delle norme di attuazione, mantenere lo status attuale - perciò pubblico - della CVA e cedere la maggioranza. Quando parlo di "cedere la maggioranza" mi riferisco di nuovo a quanto è stato detto stamattina, quando si diceva: "Giù le mani da CVA". Ora io direi: "Giù le mani voi da CVA", perché da quanto abbiamo appreso, il collega Aggravi, in un'audizione in cui ha preso la parola, laddove appunto sulle mie comunicazioni si diceva che c'erano stati degli interessamenti in questo caso dell'Iren, ha detto che lo sapevano... Vi leggo quello che diceva: "...per cui lo siamo stati anche noi contattati. Ha firmato degli accordi di riservatezza che sino al momento in cui non era palesato l'interesse di questa società non si può divulgare, perché qualsiasi notizia può incidere sul prezzo e sul valore delle azioni di questa società ". Immediatamente in quel momento c'è stata la smentita da parte del collega Gerandin come Vicepresidente della Giunta - il quale diceva che non ne sapeva assolutamente niente - e anche del collega Luboz, ma c'è stata un po' una levata di scudi da parte di tutti i Commissari, perché tutti dicevano che assolutamente questa non era un'opzione che si intendeva percorrere. In più anche Aggravi ha continuato dicendo: "Al di là che sia CVA o che si chiami in un'altra maniera, a livello bilancistico deve per forza avere un 49 percento, cioè deve avere un controllo formale" - poi sappiamo che a livelli di possibilità è venuto fuori il discorso dei patti parasociali e abbiamo discusso anche di quello - "Per valorizzare il valore che si porta di un gruppo in un altro gruppo c'è la necessità che ci sia un 51 percento, perché altrimenti non viene fatto un bilancio consolidato. Quindi io, che non sono società quotata, non mi porto il valore di apprezzamento". Sto leggendo quello che lei ha detto e mi riferisco anche a quanto è stato detto questa mattina dal collega, il quale aveva sostenuto che avevo menzionato io la questione del 51 percento. Questo è invece venuto fuori da quanto dichiarato dal collega Aggravi. Solo quello, poi purtroppo... no, voglio prima chiarire ancora alcune cose.
Voglio chiarire un paio di cose con la collega Pulz, che ci ha parlato dell'ingerenza politica, che è stato il male assoluto per la CVA. Questo è anche quanto ci ha detto il Comitato: ce ne ha dette di tutti i colori sulla politica passata, qui, in quest'Aula, per la gestione di CVA. Sembra invece che CVA non vada così male... Non capisco, perché ogni tanto dite che la politica ha fatto dei disastri estremi e che CVA, invece, sta benissimo. Io dico che un sistema potrebbe essere proprio quello della quotazione: con quello c'è una trasparenza assoluta, non ci sarebbe la politica che entra - come dite voi - a gamba tesa e che ne fa di tutti i colori nella società. Ecco, è questo che non riesco ancora tanto a capire e a valutare.
Vorrei chiarire un altro punto, sempre partendo dalla famosa conferenza stampa del Movimento 5 Stelle: è stato detto che la Commissione è stata gestita in un modo un po' garibaldino, anche perché è entrata la collega Pulz e avrebbe dovuto avere la facoltà di voto, e via di conseguenza. Ecco, io volevo solo dirle che c'è un Regolamento per le Commissioni. All'articolo 20 il Regolamento dice che "in ogni Commissione deve essere rispettato il rapporto tra maggioranza e minoranza". Se poi lei va all'articolo 21, al punto 2 c'è scritto: "Il Presidente di tale Commissione è nominato dal Consiglio. Per la nomina degli altri componenti si osservano le modalità di cui ai precedenti articoli 18 e 20". L'articolo 20 dice appunto che bisogna mantenere sempre questo rapporto di maggioranza e minoranza, perciò per la Commissione non cambiava assolutamente nulla. Avevate fatto anche un riferimento ai movimenti dell'UVP e dell'ALPE che si erano messi assieme e che quindi avrebbero avuto diritto solamente ad un Consigliere. Ecco, per quanto concerne il Regolamento delle Commissioni non ha senso quanto è stato detto. Questo solo per chiarire un po' le posizioni.
Ancora una cosa a cui avevo già accennato questa mattina: si parlava appunto di pregiudizi e si diceva che si è portato tutto verso la quotazione. Vorrei di nuovo leggere qui una dichiarazione rilasciata dalla collega Minelli, parlando proprio delle posizioni che i vari movimenti avevano su questo tema. Quando mi si viene a dire che non si è ascoltato abbastanza, che non si è parlato abbastanza, che non ci sono stati dei confronti, io dico - come giustamente mi aveva detto il collega Gerandin - che possiamo stare qua anche un anno, ma comunque qui ci sono posizioni troppo contrapposte. Leggiamo quanto dice la collega: "non è nemmeno una cosa che non era a conoscenza di tutti e nella disponibilità di tutti quanti che in Consiglio regionale siedono forze diverse, che sono arrivate in Consiglio regionale anche avendo programmi elettorali che intendono rispettare e che sulla questione CVA, così come su altre questioni, avevano indicazioni precise e chiare". Lei ha tutto il diritto, per carità, di dire queste cose, però capisce che, venire ad accusare me, che faccio da parafulmine, e dire che io voglio portare tutto verso la quotazione... mi sembra che, pur facendo dichiarazioni del genere, non vi fosse una grande volontà di discussione all'interno della Commissione! Lei praticamente qui mi ha detto: "Se io in campagna elettorale ho detto una certa cosa, non è che adesso dico il contrario". Allora diciamo che le posizioni erano quelle che erano.
Stamani si è discusso, sì, di fattori tecnici, ma anche tanto di politica. L'ho già accennato questa mattina: è vero, la LEGA ha presentato sei o sette - adesso non me lo ricordo - risoluzioni, ordini del giorno firmati da tutti. Poi ci troviamo il collega Gerandin che si alza e dice: "Ah, la strada è una sola e deve essere questa", quindi non capisco perché abbia firmato tutte le risoluzioni per le altre strade. Si parla poi di annunci elettorali. Diciamo che noi siamo abituati al collega Gerandin che fa gli annunci contro-elettorali, lo siamo già dall'altra legislatura: diceva che in merito ai cantieri erano tutti annunci elettorali perché le elezioni erano imminenti, e poi, invece, è stato smentito come al solito, perché si è fatto tutto. Diciamo che lo sport preferito dal Consigliere Gerandin era quello di eliminare più o meno le maggioranze una dopo l'altra, minandole nel miglior modo possibile. A questo punto non ci sono tante altre cose da aggiungere.
Aggiungerei solo una cosa importante, che sostengo e che cerco di sostenere in questi giorni. La decisione che bisognerà prendere sul futuro di CVA, sull'assetto societario, è una decisione importante, benché oggi sia stata un po' di nuovo ridicolizzata dal Consigliere Gerandin, perché parlava di solo 18 Consiglieri, e forse neanche, forse pure un po' scarsi... Vorrei solo ricordarle che sono passate diverse cose quando lei era Assessore ed eravate forse in 10 in maggioranza, siamo persino stati obbligati a predisporre una mozione, sennò da lì non si schiodava nessuno. Lei non perde occasione, in tutti i Consigli, di dire che questa maggioranza è delegittimata e che sicuramente dovrebbe dare le dimissioni. Per carità, probabilmente nel corso del tempo ha cambiato un po' idea, però quello che volevo dire è che questa è una decisione molto importante.
Ieri e oggi ho ascoltato un po' tutti gli interventi e non vi è stato un sano scontro politico, perché da tanti di questi è emerso quasi un astio, un odio nei confronti di qualcuno, sembra quasi che siano degli attacchi personali su un qualcosa che si pensa o che si dice. Penso che su una problematica così importante bisognerebbe forse limitarsi un pochino, discutere un po' di più e probabilmente confrontarsi ancora. Come si diceva questa mattina, gli atti che presenteremo più tardi sono delle semplici risoluzioni. Si dovrà poi fare una legge e su questa in seguito discuteremo. Le risoluzioni danno una via che può essere implementata con la legge. Su questa via si possono poi prendere decisioni che in minima parte potrebbero ancora, con l'apporto di tutti, porre anche delle condizioni - come aveva detto questa mattina la Consigliera Minelli, vista l'importanza di questo tema - e ancora mettersi a ragionare e parlare, perché io questo problema non lo considererei proprio come un problema politico. Questo è un problema importantissimo per la Valle d'Aosta. Sappiamo dell'importanza di CVA e sappiamo che i soldi ci potrebbero aiutare per gestire nel modo giusto la nostra regione. Questo è quanto volevo dire al termine di questa discussione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi per fatto personale.
Aggravi (LEGA VDA) - Voglio rispondere, come ho già risposto in quest'Aula, a chi dà a intendere cose che non sono vere.
Parlo della riservatezza. Collega Nogara, mi spiace che questa scorrettezza dal punto di vista del rapporto venga da lei, mi spiace molto, ma io ripeto e lo dico perché sia ben chiaro: se si vuole entrare nel mercato bisogna utilizzare le regole del mercato. Il discorso della riservatezza e quello che il collega Gerandin o altri colleghi non conoscessero questa situazione è dato dal fatto che qualsiasi informazione privilegiata di una società che opera sul mercato è price sensitive, vale a dire incide sul prezzo. Il sottoscritto, in Commissione, oltre a venire a dire che vi era un accordo di riservatezza che era stato firmato da chi era stato interessato da dei contatti... ma quella riservatezza veniva perché? Perché i contatti non davano necessariamente seguito ad un interessamento che poi c'è stato quando non eravamo più al governo, ma formalmente a questa Giunta, quindi è inutile buttare sul tavolo questo argomento per dare ad intendere qualcosa.
Seconda cosa: ci sono dei regolamenti. Lei parla sempre di regolamenti, quindi si guardi i regolamenti Consob dei mercati regolamentati su questo aspetto. In merito al 49 percento, è vero, era uno degli elementi che erano stati discussi, come si è parlato di controllo congiunto, di patti parasociali, diciamole tutte allora. Mi spiace, ma anche oggi un po' di difficoltà c'è stata da parte sua, magari non da Presidente della Commissione speciale, però questa piccola scorrettezza non mi è piaciuta.
Presidente - La parola al collega Nogara per fatto personale.
Nogara (AV) - Non volevo fare nessuna scorrettezza, glielo assicuro. Se ha notato, ho letto esattamente le cose che ha dichiarato lei in Commissione. Non è che ho interpretato oppure ho detto: "Voi volete vendere la CVA"... Come? Mi spiace, perché lei finora nelle sue dichiarazioni è stato il più corretto in quest'Aula. Io ho cercato semplicemente di spiegare che cosa stava succedendo, nient'altro. Questo non voleva essere assolutamente un attacco a quanto ha fatto lei.
Presidente - La parola al collega Gerandin, immagino per fatto personale.
Gerandin (MOUV') - Esattamente. Vede, collega Nogara, a me dispiace che lei viva ogni mio intervento come un dramma personale e sinceramente non riesco a capire perché. Io stavo parlando in termini generali, non sono entrato nel merito; anzi, l'ho persino ringraziata in quanto Presidente di quella Commissione. Pertanto mi dispiace che lei viva tutte le volte ogni mio intervento come un dramma personale.
Detto questo, entro nel merito di quanto mi è stato detto, e penso per l'ultima volta, perché non ho più intenzione di riprendere quanto le dissi all'epoca circa l'approvazione del bilancio riguardo ai cantieri forestali. Voi avete approvato un bilancio con 100 milioni... Posso parlare? Perché mi ha detto...
Presidente - Chiedo il silenzio in Aula. Lasci concludere il fatto personale al collega Gerandin e lei, collega Gerandin, chiaramente si attenga al fatto personale per evitare polemiche anche a suo discapito. Prego.
Gerandin (MOUV') - Mi è stato detto che praticamente ho creato dei segnali di allarme in merito ai cantieri forestali, ma io spiegavo semplicemente cos'era nato sui cantieri forestali, solo questo.
Su cantieri forestali, all'epoca dell'approvazione del bilancio, praticamente il Governo disse che i 100 milioni non erano disponibili (all'epoca non lo erano); pertanto io le ho detto che queste risorse non erano disponibili, e questo è dimostrato dal fatto che per avere tale disponibilità per i cantieri forestali siete stati obbligati a fare una variazione di bilancio, a marzo 2018, attraverso la quale avete dato questi soldi. Questo è quanto. Io non ho detto che non sarebbero mai partiti, ho solo detto che, con il bilancio così come strutturato, all'epoca non erano in disponibilità. Fatto sta che in sede di variazione di bilancio, per dare questa disponibilità ai cantieri forestali, vennero cancellati i famosi "fondi di rotazione", quelli che finanziavano i famosi "mutui" e vennero ridotte altre risorse, cose che voi avevate promesso poi di rimpinguare in sede di assestamento di bilancio. Peccato che neanche in sede di assestamento di bilancio furono più disponibili tali risorse, perché ormai quei famosi 290 milioni di saldo passivo tra i residui attivi e passivi non si ebbero più in disponibilità. Questo solo per fare chiarezza. Non voglio mai più rientrare su questo argomento, ma è corretto che chi ci ascolta lo sappia, perché io non ho mai detto che i cantieri non sarebbero mai partiti. Ho semplicemente detto che all'epoca, con quelle risorse, non sarebbero partiti nei tempi in cui si aspettava partissero; infatti partirono in ritardo e a seguito della variazione di bilancio. Penso pertanto di dare esclusivamente un'informazione, nulla di più.
Finisco solo sulla storia dei 18 Consiglieri di cui mi diceva e della maggioranza dei 10. Voglio essere chiarissimo: la nostra maggioranza è saltata perché noi non abbiamo mai voluto scendere a compromessi riguardo alla questione Casinò. Noi aspettavamo con ansia la mozione di sfiducia. Voglio poi dirvi di non aspettarvi un pari trattamento, perché noi una mozione di sfiducia non la presenteremo mai. Per noi l'unica soluzione è quella di andare alle urne.
Dalle ore 16:25 riassume la presidenza la Presidente Emily Rini.
Rini (Presidente) - Collega Spelgatti, ha chiesto la parola per fatto personale? Io non ero in Aula, se è stata citata... Prego.
Spelgatti (LEGA VDA) - Mi dispiace che il collega Nogara si senta offeso, o forse anche no, immaginatelo voi. Il problema è che quando uno si sente offeso, ma è pure un Amministratore pubblico, dovrebbe farsi anche un esame di coscienza, così come tutti voi.
Chiudo semplicemente dicendo che il collega Testolin ha snocciolato tutta una serie di cose che sostanzialmente costituiscono un vuoto pneumatico, perché non ha detto assolutamente niente. Ha anche detto che è difficile spiegare all'esterno i dati tecnici: per forza, i dati tecnici non li abbiamo affrontati, come al solito! Ci accusate di parlare sempre troppo di tecnicismi, ma è un problema vostro se voi i tecnicismi non siete in grado di capirli. Mi avete però illuminato nel momento in cui, lei, Testolin, ha detto che ha una visione filosofica insieme al collega Marquis. Siccome la filosofia mi interessa, come sanno i miei colleghi e come sa la collega Pulz - in particolare noi due abbiamo una visione metafisica della vita, quindi una passione per la metafisica -, sarebbe interessante parlare qui, visto che di dati tecnici non si può parlare, di qual è la vostra visione filosofica del tutto. Quindi d'ora in avanti parleremo magari di filosofia; visto che di tecnico non si può parlare, parliamo di filosofia. Io sarei molto, molto interessata.
Presidente - Ci sono altre richieste di intervento in replica? Vesan, per fatto personale? Mi sono persa degli interventi che hanno causato un sacco di fatti personali, quindi mi espliciti il fatto personale, collega Vesan.
Vesan (M5S) - Il collega Nogara, nelle sue repliche, continua a parlare della nostra conferenza stampa citando me che parlo in conferenza stampa. Non so se tanto questo ha a che fare con la relazione conclusiva, però siccome lui mi cita, io gli rispondo visto che non ci sono atti che parlano di questa cosa. Posso?
Presidente - Se l'ha offesa o ha detto qualcosa che non corrisponde al vero è un fatto personale, altrimenti è un'integrazione di intervento e la doveva fare in fase di intervento, oppure intervenga durante le prossime discussioni.
Vesan (M5S) - Ha dichiarato che gli ho dato del "garibaldino" per quanto riguarda la sua gestione e che la Commissione, ai sensi del Regolamento, deve essere composta in adeguata misura fra maggioranza e minoranza, ribadendo anche questa mia scarsa conoscenza del Regolamento per la quale mi sento particolarmente offeso, quindi vorrei replicare.
Presidente - Pensavo fosse già la risposta, collega. Prego, prosegua.
Vesan (M5S) - Aspettavo che mi concedesse il fatto personale.
La Commissione speciale è stata istituita con un'apposita deliberazione di quest'Aula e tale deliberazione stabilisce che la Commissione sia composta da nove Consiglieri regionali, uno per ciascun gruppo consiliare, di cui uno Presidente. Questo c'è scritto nella deliberazione di quest'Aula, che naturalmente può sopperire a qualunque altra determinazione, trattandosi di una Commissione speciale. È vero che le Commissioni speciali devono seguire il Regolamento per il loro funzionamento, ma com'è composta la Commissione è stato stabilito da quest'Aula. Mi sarebbe quindi tanto piaciuto che proprio il nostro Presidente, nominato in quell'occasione, avesse posto un'attenzione maggiore nei confronti delle decisioni di quest'Aula. Se quest'Aula decide che devono essere uno per gruppo, se cambiano i gruppi cambiamo anche la composizione, se si è in tempo utile, perché così è previsto.
Presidente - La parola al collega Bianchi... Pensavo fatto personale. Prego.
Bianchi (UV) - Presidente, era solo per chiedere una sospensione per una riunione di maggioranza. Nessun fatto personale.
Presidente - Il Consiglio è sospeso. Prima di sospendere il Consiglio, se possibile darei la parola alla collega Minelli, che si era prenotata e credo anche per fatto personale, penso collegato alla medesima discussione. Ha la facoltà di parola, prego.
Minelli (RC-AC) - Non credevo di dover intervenire, ma visto che tutti hanno risposto per fatto personale alle osservazioni del collega Nogara, mi corre l'obbligo di farlo perché sono stata citata; addirittura è stato letto un passaggio di una mia dichiarazione in Commissione, che ovviamente confermo totalmente. Dico al Presidente di Commissione Nogara che il fatto di avere esplicitato una posizione in una Commissione che riprende quanto è stato scritto in un programma elettorale, che intendo rispettare, è a mio avviso una semplice manifestazione di coerenza che non tutti hanno.
Presidente - Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 16:32 alle ore 17:46 e alla ripresa dei lavori assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - Nous reprenons nos travaux. Nous sommes encore en phase de réplique. S'il n'y a pas d'autres interventions, on commence par traiter les résolutions. La parole à l'Assesseur Viérin.
Viérin (AV) - Pour ne pas soustraire du temps après, lors de la discussion sur les résolutions, j'aimerais intervenir en cette occasion pour exprimer quelques réflexions sur ce thème. C'était un débat assez articulé, celui de hier et d'aujourd'hui, et nous croyons - comme cela a été souligné par différents intervenants - que le thème des eaux est un thème qui concerne la communauté valdôtaine depuis toujours.
Émile Chanoux disait que la Vallée d'Aoste est fille de ses eaux, il l'a écrit dans ses écrits, justement, et toute l'histoire récente de la Vallée d'Aoste a été accompagnée par un débat sur les eaux, sur cette grande ressource que la Vallée d'Aoste a, qui est de tous les valdôtains, qui n'est pas seulement de quelqu'un, qui n'est pas d'un parti politique, d'un mouvement ou d'une partie de communauté, mais qui est patrimoine de toute la communauté valdôtaine.
Malheureusement les valdôtains ont vu se soustraire ce droit par le fascisme et toujours, dans les décennies, il y a eu une bataille avec l'État, une bataille de principe pour revendiquer, collègue Vesan... nous avons écouté avec attention toutes les interventions de ces deux jours, donc nous espérons que les interventions d'autrui soient aussi appréciées par les collègues, même si elles ne sont pas partagées.
Je disais que la bataille de la Vallée d'Aoste, de la communauté valdôtaine, a toujours été une bataille de communauté, bien évidemment avec des nuances de sensibilité politique. Ce débat a toujours animé la conscience des valdôtains. N'oublions pas, au-delà du fascisme et de cette grande lutte de revendication, que les valdôtains l'ont toujours dit. Nous l'avons appris même dans les livres d'école, quand il y avait - heureusement comme il y a aujourd'hui - l'utilisation de la civilisation valdôtaine dans les écoles, pour connaître aussi, au-delà de l'histoire nationale et internationale, l'histoire de notre communauté. On nous a toujours appris que la bataille, du fascisme avant et après celle pour la nationalisation des eaux, a été une grande bataille. Je rappelle le gouvernement Moro, je rappelle et nous rappelons Corrado Gex. Je vous invite à aller reprendre et écouter un discours à la Chambre des Députés de Corrado Gex: "chiare, fresche e dolci acque" (il avait repris le fameux poète). C'était un moment politique dramatique en Italie, c'était le moment de la nationalisation des eaux et dans un film que nous avons produit il y a quelques années sur Corrado Gex il y a même une intervention très intéressante du Sénateur Dujany qui parle de cela. C'est pour dire que nous avons eu, depuis toujours, cette bataille de revendication - quelqu'un l'a déjà cité - jusqu'à arriver à cette bataille historique qui a été gagnée par la Vallée d'Aoste: le fait de redevenir propriétaires de la production avant, de la distribution après et, ensuite, la question de la norme d'application. Des passages, vu qu'on parle souvent d'autonomie... l'autonomie n'est pas un concept figé ou aléatoire, c'est un concept qui se construit jour après jour... et ces passages importants, fondamentaux dans l'histoire de la Vallée d'Aoste, il ne faut pas les oublier.
Donc en 2000 la question des centrales (les 26 plus les 4) et puis aussi les investissements à venir ont été des batailles de revendication d'un peuple au-delà de l'appartenance politique, mais avec un sentiment de revendication autonomiste. À notre avis c'est un peu un dommage que quelqu'un le renie aujourd'hui. Nous disons cela car il ne faut pas oublier qu'il y avait un gouvernement national (le Gouvernement D'Alema), qu'il y avait un Administrateur délégué (Tatò), il y a toujours des personnes derrière... nous avions aussi un Sous-secrétaire qui s'appelait Luciano Caveri. Je dis cela car souvent il y a eu des luttes et des batailles qui ont été incarnées par des personnes qui ont aussi eu et ont encore des sensibilités politiques. D'autres personnes ont été rappelées, je ne vais pas les rappeler aussi.
Arrivo al cuore della questione, Il dibattito è interessante, credo sia legittimo e, soprattutto, che sia legittimo che ad occuparsi della questione di CVA sia il Consiglio regionale. La banalizziamo chiamandola "questione CVA", ma è appunto la questione delle acque, la questione di una comunità che vuole continuare a poter vivere.
Nel concetto di "autonomia" - lo abbiamo detto tante volte - non c'è autonomia ideale se non c'è autonomia finanziaria. Poi si può discutere, spesso con altri colleghi abbiamo discusso sulla bontà e la negatività degli accordi fatti con lo Stato, e questo è legittimo, ma va riconosciuto che l'autonomia secondo noi doveva essere un concetto anche di autonomia finanziaria. Purtroppo, a seguito del riparto fiscale del 1981, questo concetto si è svuotato.
Torniamo alla ratio, a qual era la ratio dell'acquisizione delle centrali e poi della distribuzione: non era semplicemente un'operazione finanziaria per avere una società pubblica che doveva generare alcuni concetti, ma per avere, in un momento in cui l'autonomia della Regione fosse mai stata messa in discussione dal punto di vista finanziario, una propria autonomia finanziaria per poter continuare a garantire sul nostro territorio lo sviluppo economico, lo sviluppo scolastico, l'educazione. Ricordiamoci che negli anni in Valle d'Aosta abbiamo tenuto aperte delle scuole con tre bimbi, visto che oggi pare che la cosa più facile da fare sia screditare tutto ciò che è stato fatto nei decenni. La Valle d'Aosta, negli anni, ha tenuto aperte scuole con tre bimbi in deroga ad accordi nazionali, ma sindacalmente concordati con le organizzazioni sindacali; così abbiamo potuto tenere aperta la scuola di Champorcher, la scuola di Valgrisenche, la scuola di Gressoney, la scuola di Rhêmes-Notre-Dame, solo per citare alcuni esempi. Vogliamo passare ai servizi socio sanitari? La Valle d'Aosta investe totalmente nel servizio sociosanitario, totalmente nel servizio scolastico. Autonomia vuole anche dire dover poi garantire una certa qualità in tutte le azioni che si mettono in campo, e quando è arrivato lo svuotamento da parte dello Stato di un minimo di dignità per un bilancio regionale che non poteva neanche garantire i livelli essenziali dei servizi sempre garantiti, meno male che c'è stata CVA! Poi si può discutere su come, quanto e in che modo sono state utilizzate le risorse e in questo Consiglio è stato fatto, lo abbiamo fatto tutti, ed è legittimo che si faccia ancora. Oggi però non possiamo dimenticare che l'autonomia valdostana ha potuto continuare ad esistere anche nella sua riduzione e anche con tutta la crisi che ha avuto, perché passare da alcuni livelli a tagli che negli anni purtroppo sono stati drastici su certi settori è stato un qualcosa che chiaramente ha potuto ancora esistere grazie anche e soprattutto alle risorse di questa realtà.
Nella risoluzione che è stata presentata dalla maggioranza si ripercorrono alcuni passaggi perché, al di là poi del riconoscere il ruolo alla principale società valdostana, noi oggi ci interroghiamo su un'altra cosa: come continuare ad avere la proprietà di questa risorsa. Non dimentichiamoci mai che sicuramente le attenzioni centraliste e soprattutto le ambizioni di una parte non regionalista dello Stato centrale non ha alcun interesse a veder continuare ad esistere alcune prerogative sul territorio, indipendentemente dal colore, nella storia è sempre stato così. Oggi è stato spiegato bene, non voglio tornare sui termini tecnici, ma questo si ripercorre all'interno della risoluzione.
Nella legge di stabilità del 2016 di previsione regionale era stata prevista l'autorizzazione alla quotazione, è quello il primo atto che è stato votato da questo Consiglio nella storia recente. Alla fine del 2016 si è votato il bilancio triennale e si è votata l'autorizzazione. Nel 2018 è stato sospeso, perché si è delegata una Commissione speciale ad approfondire la questione, ed è giusto che sia così. Ricordo di aver parlato alla fine della legislatura con il collega Gerandin e con il collega Bertin, e avevamo detto che è inutile andare ad assumere una decisione alla fine di una legislatura senza coinvolgere il nuovo Consiglio regionale, le diverse sensibilità politiche e, eventualmente, la comunità che comunque è codificata nei rappresentanti politici che sono qui, all'interno di quest'Aula. C'è stato quindi un ulteriore approfondimento, si è stoppato un iter per dare la possibilità a questa Commissione di svolgere il lavoro. Ci sono state diverse espressioni sul modo di lavorare della Commissione. Ringrazio il collega Nogara e tutti i membri della Commissione, non chi ha poi cercato di smarcarsi politicamente da una certa situazione semplicemente per ottenere un certo obiettivo. In modo molto neutro, con esperti indipendenti, è stato affrontato un argomento sul quale prima o poi quest'Aula dovrà decidere in modo determinante, assumendo una decisione che dovrà poi essere messa in campo.
Noi crediamo che sia questo il momento, pur con le diverse posizioni che ci sono, per assumere una decisione. Noi crediamo che il solo modo per evitare che CVA entri negli ingranaggi delle grandi ambizioni esistenti fuori dai nostri confini, anche legittimi, sia quella di sottrarre questa possibilità. La quotazione, invece - come ci è stato spiegato dagli esperti -, chiaramente attraverso una norma di attuazione e attraverso un disegno di legge, sarà il momento vero per una discussione nel merito, come peraltro ricordava il collega Gerandin.
Oggi si parla di indirizzi... non vedo in Aula il collega Cognetta... va bene tutto, ma mi permetto di dire che è giusto che la Corte dei Conti continui una certa azione di verifica degli atti, peraltro su una sezione istituita da questo stesso organo, è proprio propedeutica ad avere un controllo ulteriore sui nostri atti, però un documento di indirizzo, collega Aggravi, lo dico a lei perché... Speriamo poi che i fatti personali non diventino la prassi solo perché si cita una persona, perché in quest'Aula ne abbiamo... No, no, lo dico come battuta, perché se poi su ogni discussione, quando si cita un collega in modo legittimo e senza polemica, il tutto si enclanche con dei fatti personali, potremmo andare avanti dei giorni! Dico questo perché ci ricordiamo benissimo che è stata votata in quest'Aula una risoluzione e poi il collega Aggravi, nell'espletamento delle sue funzioni, facendo le sue valutazioni, ha adottato una linea che lui riteneva tecnicamente anche più corretta. Lo dico perché oggi si approvano degli atti di indirizzo. I colleghi della LEGA hanno portato all'attenzione degli atti, altri colleghi hanno portato altri documenti: su questi ci confronteremo, voteremo sugli atti di indirizzo. Altra cosa sono gli atti che in quest'Aula vengono votati. Peraltro ricordo che l'atto votato nel 2016 è stato appunto votato ed è una norma all'interno della Finanziaria che autorizza una quotazione.
Noi non crediamo che quando un collega dice che è contrario a questo iter ci sia in lui della malafede. Non pensiamo che se qualcuno non vuole quotare CVA, sperando che vada sul mercato, magari sperando che altri gruppi la prendano, sia in malafede. Se un Consigliere, a seguito di tutto il lavoro svolto dalla Commissione speciale, è convinto che questo sia lo strumento, noi crediamo che la sua posizione sia legittima. Ecco la differenza tra rispettare l'idea altrui e interpretare - secondo noi anche con un po' di strumentalizzazione - quella che, invece, è una posizione legittima. Se poi vogliamo fare polemica anche su questo argomento, sapete benissimo che ci trovate, è questa l'Aula in cui si devono discutere gli argomenti. Noi però crediamo che la polemica fine a sé stessa, su questo argomento, sia un qualcosa che non porti ad alcuna discussione. Forse qualcuno non vuole assumere nessuna decisione proprio perché nel non assumerla si rischia veramente di non avere la norma di attuazione, di non avere una legge e, soprattutto, di andare... A causa di alcune norme nazionali - e chi ha studiato i dossier lo sa - oggi, grazie alla normativa vigente, non ci si può sottrarre, tranne alcune realtà che si sono attrezzate stranamente prima che le norme entrassero in vigore. Forse sono state più abili. Oggi CVA andrà a finire in una certa logica e le concessioni, che sono la questione più importante di questa nostra società, com'è stato detto dagli esperti e non da noi, saranno a repentaglio.
Credo che ognuno di noi si sia fatto un'idea grazie al lavoro della Commissione, grazie allo studio dei dossier e che nessuno in quest'Aula abbia voglia di indirizzare in un modo piuttosto che in un altro, perché ci sono altre ragioni. Oggi è importante dire che noi siamo per continuare ad essere proprietari delle nostre acque, proprietari di questa risorsa, con quale modo si potrà continuare ad essere proprietari, pur avendo un'operazione che dà una possibilità di avere delle risorse per la Valle d'Aosta da investire nei settori che deciderà chi governerà, laddove necessiterà, con investimenti soprattutto in alcuni campi: sociali, culturali, turistici o di sviluppo. Questo lo deciderà questo Consiglio, lo deciderà chi governerà, ma non possiamo permetterci oggi di perdere questa occasione.
Concludo parlando della diatriba politica che purtroppo in questa storia recente, in questo momento storico, sta creando sempre il nemico (lo dico agli amici che temono, forse come noi, certe derive populiste): cerchiamo anche su CVA di non creare un nemico fittizio e ideale tanto per creare un consenso. Ben venga chi è convinto su un certo tema, però che si rispetti anche l'idea di chi ha una certa rappresentanza, una certa idea di rappresentanza e, soprattutto, di chi ha in questo momento la volontà di andare in questa direzione. La risoluzione riassume bene queste cose. Gli esperti sono indipendenti, ma quando dicono delle cose che non vanno bene, non vanno bene. Io credo che gli esperti siano esperti, e che in questo senso la strada tracciata del rivendicare un pezzo ulteriore sia quella della norma di attuazione, quella della rivendicazione di un pezzo in più di autonomia. Dopodiché sul disegno di legge si discuterà, in quest'Aula si discuterà o ne discuterà il Consiglio che sarà in quel momento a discuterne, ma ora crediamo che tale atto di indirizzo si debba votare. Concludo veramente dicendo che il lavoro svolto in Commissione e dai Commissari crediamo sia stato un atto da parte dell'organo esecutivo all'interno di quella norma in Finanziaria per dire: "Non andiamo ad assumere una decisione di un governo, che è un organo di parte, rispetto ad un Consiglio che è un'Assemblea elettiva". Chiaramente poi ognuno in quest'Aula... i numeri in quest'Aula saranno determinati dalle sensibilità di ciascuno, per cui se ci sarà un 18 a 17, ci sarà un 18 a 17 e, se non ci sarà, non ci sarà. Se poi ci saranno numeri diversi, sarà comunque la rappresentazione di questa Assise, che è l'organo che deve dare un indirizzo, secondo noi, per procedere.
Ci chiediamo anche, in merito ai programmi elettorali - lo hanno già detto altri colleghi -, chi è stato chiaro e chi non lo è stato. Noi crediamo di aver messo e indicato delle questioni così come sono state messe nel programma di governo. Quando ci si avvicina ad un'idea all'interno di un programma elettorale... c'è chi era contrario già all'epoca, chi non aveva capito, chi deve ancora capire, chi capirà o chi forse non capirà. Per quanto ci riguarda, oggi, in modo democratico e attraverso il profondo lavoro della Commissione, abbiamo semplicemente cercato di approfondire la questione soprattutto per fare percepire, anche al di fuori di quest'Aula, la problematica.
Qualcuno parlava poi di referendum, se n'è parlato anche nell'altra legislatura. Ci sarà un referendum? Ebbene, sarà un'occasione per la comunità per rafforzare o, diciamo, per correggere l'indirizzo dato da quest'Aula, così come sempre è stato nei momenti referendari. Chiaramente, nel modello che noi oggi conosciamo, esiste una possibilità di assumere delle decisioni che poi eventualmente vengono anche - secondo una legge peraltro votata da questo Consiglio in modo anche molto convinto, e io ero fra coloro che hanno sostenuto quel momento di democrazia che prima non era previsto - sottomesse alla volontà dei valdostani.
Secondo noi oggi l'importante era mettere a disposizione di ogni Consigliere di questa nuova legislatura tutti gli elementi per assumere delle decisioni, così come sarà altrettanto utile metterli a disposizione dei successori.
Président - D'autres interventions en phase de réplique? La parole à l'Assesseur Chatrian.
Chatrian (AV) - Devo dire che è con un certo orgoglio che prendo la parola, perché nella mia breve carriera politica, amministrativa e soprattutto legata al mio periodo - ho fatto opposizione a livello di metodo e a livello di sostanza -, è la prima volta che probabilmente siamo riusciti a ridare centralità a questo Consiglio regionale, non solo nella forma, ma anche nella sostanza. Siamo riusciti, grazie anche all'inserimento che abbiamo voluto fare nella legge di stabilità, ad inserire in legge il lavoro di tutti i Commissari che hanno fatto parte di questa importante Commissione, come di coloro che hanno voluto partecipare, e non solo quelli incaricati; tutti quelli che hanno avuto modo di seguire hanno potuto approfondire, dettagliare, studiare, conoscere e sapere, perché ognuno di noi ha un suo percorso, ha delle sue professionalità, delle sue competenze. Sono sempre più scettico rispetto a chi è tuttologo. In questi due giorni, in questo Consiglio, mi è sembrato che ogni tanto c'è qualcuno che veramente sa tutto, conosce tutto e riesce ad interpretare tutto. Diffido sempre di più da coloro che praticamente riescono a dare dei pareri di legittimità su qualsiasi atto anche se non è il loro e il nostro compito. C'è sempre da imparare dalla vita e quindi, quando c'è da imparare e da creare altre condizioni, io penso che siamo sulla strada giusta.
A livello di metodo - lo hanno detto tanti miei colleghi - oggi si dà un indirizzo di natura politica per poi addivenire ad un'eventuale legge, legge che deve essere ancora scritta, perché prima di scriverla ci va un posizionamento di natura politica. Ero all'ultimo anno di università e mi interessava già la politica, mi è sempre piaciuta: il bene pubblico, come creare le condizioni alle comunità, soprattutto alle piccole comunità; sono sempre stato attento, probabilmente perché vivo in una piccola comunità, e mi è sempre piaciuto capire e sapere chi era più bravo di noi, anche fuori dalla Valle d'Aosta. Come dicevo, ero all'ultimo anno di università e si discuteva in Valle d'Aosta se acquistare oppure no le centrali e le relative concessioni. Era l'inizio del 1999, in quell'anno il dibattito politico amministrativo è stato intenso ed ero molto interessato a capire l'investimento - dal punto di vista dell'indirizzo ero molto d'accordo, in quanto valdôtain -, com'è stato fatto l'acquisto e se quanto è stato pagato era rentable, era questo il mio souci. Ero al quinto anno di università al Politecnico e con amici di università, ma non solo, discutevamo parecchio se il dato - più economico e meno politico, perché su quello politico eravamo assolutamente d'accordo - era congruo con le nostre piccole capacità, con il nostro approccio da studente: "La stiamo pagando troppo? La stiamo pagando il giusto? Che tipo di valutazione il Consiglio, il Governo regionale sta facendo nel momento in cui si è deciso di fare un grande passo?".
Oggi, vent'anni dopo, siamo qui a discutere su che tipo di azienda vorremmo per i prossimi vent'anni, quali sono le opportunità, quali sono le criticità. Però, prima di affrontare questo tema, che è interessantissimo, bisogna fare una fotografia ed è stata fatta molto bene dai Commissari, secondo me.
Il collega Testolin ha citato tre dati - perché poi citandone troppi uno fa confusione - secondo me importanti; il primo: il mutuo che era stato "acceso" nel 2000 per un importo di circa 414 milioni di euro; il secondo: quanto il colosso ha distribuito in questi 16-17 anni, che ammonta a dividendi per l'aumentare di 614 milioni di euro; il terzo, altro dato importantissimo: quanto ha versato nelle casse dell'Amministrazione regionale (ha versato per 2.124.000 euro). Questi tre dati, secondo me, sono molto, molto importanti.
L'altra considerazione che vorrei fare è legata alle battaglie che il mio movimento - quindi il sottoscritto insieme ai Consiglieri Morelli, Certan, Bertin e Louvin - ha fatto dall'opposizione, legate proprio al gruppo CVA, alla sua poca trasparenza, alle sue poche pari opportunità anche per le imprese valdostane, alla difficoltà di avere delle informazioni come Consiglieri eletti, alla difficoltà di spiegare perché certe aziende non erano invitate a certe gare in affidamento diretto o indiretto. Tutte queste battaglie le abbiamo fatte proprio convinti di operare e per attuare delle condizioni per creare quelle pari opportunità di chi ha le chance per poter giocarsi le proprie chance all'interno di un piccolo sistema come quello della Valle d'Aosta. Nel 2016 approvammo la legge n. 20 e probabilmente domani avremo modo di affrontarla anche su altri dossier. Tale legge aiutava, indirizzava dal punto di vista giuridico ad obbligare più trasparenza, più opportunità, più possibilità, noi diciamo, per gli artigiani nelle aziende valdostane. Ho avuto modo di leggermi gli interventi che sono stati fatti praticamente da tutti i tecnici che avete audito in Commissione e già l'anno scorso noi abbiamo stralciato la legge n. 20 per il gruppo CVA. Questo per dirvi che da una parte abbiamo fatto delle enormi battaglie, e io ero convinto che fossimo andati nella direzione giusta, legata a dare risposte più puntuali e dall'altra... ma poi alla fine usavamo probabilmente la legge n. 20 per la competitività, per tutta una serie di misure e azioni del colosso, forse non le davano quella possibilità di poter operare. Ho voluto fare questo passaggio per dire come il mondo cambia, come le situazioni cambiano, come dobbiamo, in quanto legislatori, essere capaci ad affrontare se l'abito confezionato non va più bene, se deve essere rimodellato, rivisto. Bisogna avere la capacità, il coraggio e la forza dal punto di vista politico di mettere in discussione il percorso.
Penso che il dibattito di oggi è stato molto interessante, al di là di qualche cattiveria brutta, becera, personale di chi forse ha quella "radze" [traduzione dal patois: "rabbia"] che non capiamo; non ci interessa, ne stiamo lontani, probabilmente perché ha qualche difficoltà interna. La parte più importante è affrontare queste tematiche in maniera laica, professionale, in maniera che anche dal punto di vista deontologico sia utile alla causa. Penso che nessuno abbia la bacchetta magica e nessuno abbia tutte le ragioni o tutti i torti. Ritengo che si debbano rispettare le posizioni degli altri argomentate con una certa dialettica, come anche la possibilità di potersi posizionare. Penso che oggi sia importante il posizionamento, come è importante il fatto che non si dicano delle falsità all'esterno.
Oggi, con questa nostra risoluzione che è un atto di indirizzo, nessuno vende a nessuno l'acqua. L'acqua rimarrà e sarà sempre pubblica, anche se su questo qualcuno ci gioca malamente dicendo o non dicendo tutto. Ho sentito oggi da parte di qualche collega: "No, ma ci sarà probabilmente di nuovo un'operazione dove si andrà a depauperare l'ambiente". No, non diciamo cose non corrette, perché ci sarà un perimetro.
Fra qualche settimana io e il collega Borrello avremo modo di mettere in campo il nuovo Piano per la tutela delle acque. Tutti i cittadini potranno fare le loro osservazioni e considerazioni, ci sarà un percorso. Dal punto di vista politico il nostro interesse primario è quello di andare a tutelare meglio le derivazioni d'acqua per uso agricolo e, per secondo, ci sarà modo all'interno del piano di andare a declinare le zone vergini, le zone in cui dal punto di vista idroelettrico non si potrà comunque operare, dove comunque ci sarà un piccolo piano regolatore delle acque, anche quando qualcuno cerca di portare fuori strada il dibattito legato al gruppo CVA: no, ci sarà. Oltretutto sarà modificato il Piano tutela delle acque con il suo percorso: dovrà avere parere positivo e quindi ci sarà la sua VAS, avrà i suoi tempi e modi amministrativi per poter addivenire alla sua approvazione e sarà proprio questo Consiglio che approverà il nuovo Piano.
Penso invece che con la risoluzione che abbiamo predisposto, grazie soprattutto al lavoro dei nostri Consiglieri - ed è lì la centralità che da diversi anni questo Consiglio non aveva più avuto, ve lo dico proprio con il cuore in mano, se pensiamo alle passate legislature -, mai si era finora avuto modo di confrontarsi su un tema importante e robusto, ma dai banchi del Consiglio, non dell'Esecutivo, del Governo, perché per scelta a dicembre abbiamo deciso a livello di maggioranza di incaricare proprio una Commissione che adottasse gli strumenti, che portasse in quest'Aula gli approfondimenti giuridici, tecnici, economici e finanziari per poter addivenire ad una scelta di natura politica per adesso, il cui indirizzo dovrà poi tramutarsi in una proposta di legge o un disegno di legge per avere la possibilità di confrontarci in quest'Aula.
Termino il mio breve intervento dicendo: se è possibile, non facciamo confusione sulla demagogia. Penso che diversi interventi sono stati molto interessanti, anche con degli spunti. Ripeto, nessuno ha la verità, ma come nel 2000 io penso che ora siamo chiamati, vent'anni dopo, a fare una scelta forte. Non mi piace utilizzare il tema "scelta di campo" per niente, ma fare una scelta coraggiosa, forte, dove la volontà è quella di mantenere la governance pubblica anche all'interno dell'azienda, creando le migliori condizioni al gruppo CVA per farlo funzionare meglio, affinché non ci sia solo della redditività in più, ma per creargli le opportunità che oggi non ha, quel vestito che probabilmente oggi è molto stretto, senza andare a fare alcun tipo di speculazione. Ci tengo a fare questo passaggio, anche se non è facendo questo passaggio di indirizzo di natura politica che oggi andiamo a modificare il Piano di tutela delle acque, perché non è così. Quello è un altro percorso, per quello siamo su un altro binario, perché lì ci sarà modo e tempo - la durata all'incirca sarà di sei mesi -, e quindi avremo modo di affrontare l'approvazione del nuovo Piano di tutela delle acque a fine anno 2019, dove lì dovremo dare e inserire comunque degli indicatori, delle tutele per le derivazioni delle acque ad uso agricolo, per tutelare le zone vergini dal punto di vista idroelettrico, ambientale, naturale, e creare le condizioni che sono state inserite all'interno di questa nostra risoluzione.
L'obiettivo nel nostro piccolo è quello del fossil free e del carbon free nel 2040, e i nostri tecnici già oggi vi stanno lavorando. Si può fare di più? Assolutamente sì. Dobbiamo però avere anche dei mezzi, le possibilità, anche le risorse. Comunque noi pensiamo che la parte più importante sia quella di avere degli obiettivi da raggiungere e poi discuteremo su come raggiungerli. Magari non la penseremo nella stessa maniera per raggiungere quell'obiettivo, ma se è per il bene comune, se è per garantire comunque quelle battaglie che sono state storiche sul nostro territorio... Nel mio territorio ci sono state battaglie storiche con il Comune di Saint-Denis, con il Comune di Verrayes, tra Torgnon e Valtournenche: sono state storiche per l'acqua, per le derivazioni. L'acqua rimarrà sempre pubblica. Per favore, non diciamo che oggi si vende o si svende l'acqua, che qui diamo delle mancette o, peggio ancora, dove eventualmente... Cos'è che ho sentito prima? Non mi interessa scendere in certi particolari, perché proprio non è il momento, stiamo parlando di un tema troppo importante. Proviamo a tenere l'asticella alta e proviamo veramente a confrontarci sul come raggiungere il migliore obiettivo, sapendo che nessuno qui svende nulla. Stiamo comunque ricalibrando e indirizzando la nostra principale azienda con un abito diverso, sempre controllato dai valdostani, sempre controllato dal pubblico, ma con delle chance in più che oggi non ha, che è stretto. Forse ha messo su qualche chilo in più e allora dobbiamo modificare l'abito? Ci sta la metafora? Non lo so, ma io penso che sia questa la sfida dei prossimi vent'anni, così com'è stata la discussione nel 1999-2000, quando il Consiglio regionale ha deciso di acquistare le centrali. Oggi è una giornata importante, ma è l'inizio di un percorso, perché poi l'altro passaggio fondamentale sarà come architettare il disegno di legge, la nuova legge che ci porterà in quella direzione.
Un'ultima considerazione: il referendum. Penso che se abbiamo avuto la confiance di qualche centinaio o di qualche migliaio di persone siamo obbligati anche ad assumerci delle responsabilità. Non nascondiamoci dietro qualcosa, affrontiamole. Nessuno ha la bacchetta magica. La nostra era una proposta, una proposta che va in una certa direzione. Se ci saranno le condizioni per affrontare un referendum - perché ci sarà la richiesta del referendum -, io penso che sia anche bello spiegare sul territorio di tutta la Valle d'Aosta - partendo dai piccoli comuni come Chamois o Pontboset, e non solo -, qual è la scelta e l'opzione che noi immaginiamo di portare avanti, che sia poi comunque liberamente una proposta - come dicevo prima - laica, responsabile e, se possibile, anche un po' sfidante per i prossimi vent'anni.
Sono andato a rileggermi qualche dibattito del 1998-1999. A chi è appena entrato in Consiglio suggerisco di andare a leggersi certi interventi, perché nel 1998-1999 diverse persone non hanno votato l'acquisto della CVA. Alcuni loro interventi dicevano: "Ci indebitiamo, andate a fare dei mutui come pubblico". Penso che vent'anni dopo questo sia anche il posto giusto per fare il punto della situazione, soprattutto per avere il coraggio di pianificare quelli che sono i prossimi vent'anni.
Président - La parole au Président Fosson.
Fosson (GM) - Due brevissime considerazioni. Prima di tutto ringrazio il Vicepresidente Testolin, che a nome del Governo ha risposto a tutte le obiezioni, come anche gli Assessori che sono intervenuti. Ringrazio poi anch'io sia il Presidente della Commissione che tutti i membri per come hanno affrontato un problema così importante per il futuro della Valle d'Aosta. Volevamo che fosse un'occasione per un dialogo aperto e per arrivare a dei risultati.
In queste sedute della Commissione di dati ne sono stati forniti tanti, ma - come diceva l'Assessore Viérin - non sempre quelli che non vanno bene vengono da noi accolti e accettati. Assessore Aggravi, non credo che lei non abbia dei dati, ne ha molti. È stato per sei mesi Assessore alle partecipate, quindi li ha anche lei. Probabilmente i dati non bastano mai quando c'è un intervento che comunque comporta dei rischi, delle scelte, e forse non si ha mai la certezza di fare assolutamente tutto il bene. Il compito della politica è proprio scegliere quella motivata dalle analisi, la scelta più positiva, anche per il futuro, lo diceva bene l'Assessore Chatrian adesso, parlando dell'acquisto di CVA di tanti anni fa, delle centrali dell'ENEL.
Volevo rispondere - non sapevo che si centralizzasse l'argomento su questo - sull'attività della Paritetica. L'attività della Paritetica c'è stata, è stata proficua, ma poteva essere più rapida. Mi creda, collega Minelli, abbiamo lavorato in un settore che è molto difficile, fare una norma non è semplice. Le assicuro intanto che la Paritetica si è insediata il 13 di febbraio: avevo fatto una lettera su questo, ma non solo, quando c'è stato l'insediamento della Paritetica a Roma con il Ministro e con tutti i membri, sia dello Stato che nostri. Mi dispiace, ma quel giorno lì - e lei lo sa, collega - il Presidente Louvin non c'era per un grave lutto. Comunque le spiego a parole quello che ci aspettavamo noi, e la priorità è stata proprio questa: fare una norma di attuazione sulle concessioni idroelettriche. Per precisare, ci sono poi state diverse riunioni della Paritetica, qui, con le nostre strutture, che su questo hanno lavorato in un clima non facile. Chiaramente la norma, affinché venga accettata all'interno della Paritetica, deve essere condivisa e portata avanti da tutti e sei i membri, quindi anche dai tre membri di provenienza statale, e su questo ci sono stati pure degli abboccamenti. Per dire com'è allo stato la questione, la norma è praticamente pronta, però deve essere verificata insieme ai tre membri statali che non rispondono proprio sempre alle nostre esigenze. Comunque, come le diceva il Presidente della Commissione, Nogara -e ringrazio i nostri uffici del legislativo - ormai è abbozzata ed è pronta. Verrà verificata proprio nella prima quindicina di giugno con i tre membri della Commissione statale. Se su questo vi sarà un accordo, come lei sa verrà presentata prima dell'approvazione in Consiglio e poi al Consiglio dei Ministri. Noi crediamo sia questa la strada da percorrere. Abbiamo cercato di percorrerla nel maggior tempo possibile e con il maggior lavoro. Chiaramente, come diceva il Ministro Balduzzi e come ha detto lei nel suo intervento, bisogna che i valdostani decidano cosa fare dell'acqua. Questo non significa che non ci è ancora stato detto niente, la bozza c'è, e c'era in corso un dibattito proprio sul futuro di CVA, che comunque noi rispettiamo e di cui anche la Paritetica era a conoscenza.
Termino dicendo che, sì, una norma così - ha ragione Gerandin -, anche se poi dovrà essere modificata con una legge, dovrebbe essere approvata non solo da 18 Consiglieri regionali, ma da molti di più. Questo è il nostro desiderio. È da un po' di anni però che qui i governi sono a 18, ma questo non vuol dire - mi si permetta - che questo Governo non abbia la responsabilità di portare avanti dei problemi.
Dalle ore 18:27 riassume la presidenza la Presidente Emily Rini.
Rini (Presidente) - Ci sono altre richieste di intervento? Non ci sono altre richieste di intervento. Il Consiglio quindi prende atto.
Passiamo pertanto all'esame e all'analisi delle risoluzioni. La prima risoluzione è stata presentata dai movimenti di LEGA e MOUV'. La parola al collega Luboz per l'illustrazione.
Luboz (LEGA VDA) - Ho riflettuto e ho deciso di fare questo mio intervento oggi in francese, perché ritengo che la lingua e l'acqua siano entrambi elementi imprescindibili e vitali per ogni valdostano, soprattutto autonomista o indipendentista convinto.
À moins de surprises qui pourront toujours arriver, aujourd'hui vous avez décidé d'écrire une page fondamentale pour CVA, je ne sais pas si positive ou négative. Nous sommes le 8 du mois de mai et nous avons discuté le résultat des travaux de la Commission spéciale. À vrai dire, les membres de minorité avaient demandé de pouvoir travailler encore quelque temps - un ou deux mois - pour avoir ultérieurs arguments sur ce dossier très délicat et important. Cela nous a été empêché, parce que l'engagement était précis et péremptoire. La date ultime du 31 de mars devait être respectée à tout prix. Après presque deux ans et demi de la loi qui prévoyait la cotation, nous ne croyons sincèrement pas que concéder quelques mois supplémentaires aurait produit de si graves problèmes. Au contraire, nous aurions pu avoir de données certaines et récentes surtout sur les chiffres actuels de CVA pour ne pas risquer, et je m'adresse là à ceux qui sont en train de connaître de sérieux problèmes, maintenant, suite aux informations incomplètes sur d'autres dossiers qu'ils croyaient avoir bien suivi : celui du Casino, par exemple, autant complexe et riche en données; données qui étaient cependant tout, sauf transparentes et claires. Voyez, nous ne nous voudrions pas que pour CVA puisse se présenter une situation semblable: décider sans avoir une complète information et des évaluations exhaustives, est quand même dépourvu de toute prudence et sagesse qui devrait accompagner le travail d'un bon administrateur.
Pourquoi donc cette hâte à vouloir à tout prix terminer vite ces travaux de la Commission? Au 31 de mars vous aviez tellement besoin de terminer vite la relation que dans le prémisses, faute à l'urgence qui produit souvent d'erreurs colossales comme dans ce cas, la loi qui prévoyait la cotation en Bourse de CVA a été confondue avec la loi n° 20 du 14 novembre 2016. La loi n° 20 que vous connaissez bien, car beaucoup d'entre vous ont travaillé pour la produire - et l'Assesseur Chatrian l'a rappelé tout à l'heure -, a suscité pas mal de questions et de scepticisme à partir du management de CVA jusqu'au professeur Florenzano, qui a défini les valdôtains comme des administrateurs tout à fait singuliers pour avoir conçu une telle loi. Quel honneur! Ce n'est qu'un détail, bien évidemment, d'avoir confondu les deux lois, j'en conviens, et je vous donne acte d'avoir bien voulu corriger cela, mais il est significatif de la confusion et d'un certain manque de sérénité et d'attention envers cet argument qui aurait dû manifestement être approché avec d'autres attitudes et, à mon avis, avec une prise de conscience beaucoup plus qualifiée et responsable. Déjà au début cela a été de plus en plus confirmé au fur et à mesure qu'on procédait dans les travaux.
J'ai eu l'impression que l'institution de cette Commission n'était rien d'autre qu'un miroir aux alouettes comme un devoir à accomplir à tout prix pour justifier la solution qu'à un certain moment était proposée et tâchée d'être l'unique envisageable; une Commission qui aurait dû analyser et illustrer les différentes hypothèses pour le futur de CVA. Hélas, cela n'a pas été possible dans son ensemble. Le climat difficile, instable et compliqué n'est rien d'autre que le reflet de la profonde crise politique au sein de ce Conseil et donc déjà je m'interroge sur quelle sera la solidité politique sur laquelle s'appuiera la majorité, n'importe quelle solution elle assumera. Cette ambiance, hélas, n'a sûrement pas facilité les devoirs que la Commission a été chargée d'accomplir. Une Commission qui aurait dû examiner du point de vue technique, juridique et économique les meilleures solutions pour le développement de CVA, justement. Cela ne s'est pas avéré. Cependant on a pu savoir que depuis longtemps, au moins depuis le mois d'avril 2014, ce but était un objectif précis et légitime de la part des organes administratifs de la société, mais totalement déconnecté par rapport à l'exigence successivement motivée en temps essentiel et surtout supposée être la seule possible pour exclure CVA de l'application du décret Madia.
Voyez donc que déjà au début ce rêve, ce dessin de la cotation en Bourse était dans les pensées du management de la société et cette volonté, jamais abandonnée, par la suite et par des justifications toujours différentes, a été reproposée à maintes reprises à la propriété, soit la Région, soit à nous tous, pendant les mois et les années à venir. Tout cela au point que par la loi régionale n° 24/2016 on a disposé tout court que la Région est autorisée à adopter tous les actes nécessaires pour que la société contrôlée CVA soit cotée sur les marchés réglementés: trois lignes, seulement trois lignes pour une question aussi importante pour la société et pour la Vallée d'Aoste. Significatif était aussi le titre à l'article 27: "Mesures pour le maintien des participations régionales dans des sociétés stratégiques". Nous verrons à ce propos - mais nous l'avons déjà vu - que ces mesures auraient pu être, si la Région avait voulu agir différemment en valorisant vraiment son régime tout à fait extraordinaire - celui de l'autonomie -, de toute autre nature et de toute autre envergure. Curieux aussi finalement le deuxième alinéa du même article 27, lorsqu'il prévoit que Finaosta est autorisée à verser à la Région 51.400.000 euros, soit une partie des crédits distribués par CVA. Donc à ce moment-là, fin 2016, la cotation était très étroitement liée à ce prélèvement dont nous savons tous sa destination finale.
Cela dit, le processus de cotation depuis fin 2017-début 2018 a connu un ralentissement important, voire même un arrêt complet, suite à des réflexions d'une certaine part politique qu'on aimerait savoir aujourd'hui ce qu'elle pense - on l'a su, vous avez été très clairs, Madame Morelli et Assesseur Chatrian - et aussi à une résolution votée à l'unanimité par le Conseil régional. Des fois je suis déconcerté par le fait que cet arrêt complet du processus se soit produit sans conséquences et malgré une dépense d'environ 2.000.000 d'euros seulement pour instruire le dossier. Je rappelle à ce point qu'en présence de la loi régionale n° 20 apparemment, comme nous avons appris lors des auditions en Commission, en particulier celle de professeur Florenzano, aucun organisme qui aurait dû évaluer et approuver le processus d'inscription à la Bourse de notre compagnie n'aurait jamais procédé en ce sens. Je cite le professeur Florenzano: "Pensare che se si quota in Borsa significa esporsi al pubblico credito significa che una società deve avere delle caratteristiche e degli obblighi di trasparenza, ma sono gestiti dall'autorità della Borsa, non da altre autorità come il Consiglio regionale" ce qui prévoyait justement la loi régionale n° 20. Le professeur Florenzano ajoute: "Quindi chiaramente quella legge, se la quotate, deve essere modificata quantomeno per esentare CVA da quella disciplina, perché sennò, secondo me, non ve la quotano la società. Questo ve lo dico en passant: vi creerà qualche problema, perché chiaramente siete sottoposti ad un altro regime con la quotazione in Borsa" et malgré cela, ces obstacles et ces difficultés, ont quand même été dépensés 2.000.000 d'euros. Tout commentaire est superflu.
Le temps écoule vite, donc je vais directement à parler de pourquoi une société publique. Moi je crois que, si gérée par des personnalités correctes et intransigeantes, d'autant plus si elles devaient s'occuper d'exploiter la ressource naturelle que nous disposons librement (l'eau), pourquoi ne serait-ce pas possible la société publique? Je crois que la valeur de l'autonomie responsable et attentive puisse et doive nous induire à imaginer un parcours différent, dans lequel soit garanti l'exploitation publique de cette ressource qui appartient à nous tous. Certes, pour que cela se produise il faut concevoir une nouvelle forme d'autonomie où la dignité, les principes de l'honnêteté, de la responsabilité et de la transparence soient exercés d'une façon un peu différente par rapport à ce qu'on a connu dans ces dernières décennies.
Je refuse de croire que tout ce qui est public est synonyme d'inefficacité et de clientélisme. Je veux être parmi ceux qui imaginent un monde où la dignité et la droiture soient les principes qui aspirent toutes les actions et toutes les initiatives. C'est pour cela que nous présentons cette résolution au Gouvernement par le moyen de Finaosta: elle est finalisée à évaluer la possibilité de maintenir inchangée la structure participative de l'entreprise en analysant, outre les aspects juridiques, les impacts en termes d'organisation et de dépense et en fournissant à la Commission compétente ses mises à jour. Par cette même résolution nous invitons aussi la compétente Commission à produire un rapport spécifique dans lequel seront répertoriées les évaluations et les conclusions relatives à la maintenance publique de la structure de l'entreprise. Je serais naïf et utopique, mais je rêve vraiment un monde où aussi le public puisse démontrer d'agir avec virtuosité et transparence, et la Compagnie Valdôtaine des Eaux devra et pourra démontrer que cela est bel et bien possible dans un système où nous pourrions envisager d'y insérer aussi certains consortiums d'amélioration foncière - je termine - qui seraient intéressés à exploiter leurs eaux aussi du point de vue hydro-électrique, pour continuer à survivre dans un contexte où les ressources publiques sont toujours moins.
Ne nous bornons pas sur la solution la plus facile à poursuivre - celle de la cotation, comme avait affirmé le Président de la Commission, Nogara -, mais cherchons à rêver et à imaginer quelque chose de différent, étroitement lié à notre situation régionale particulière, pour exploiter au mieux dans un contexte public cette ressource qui doit appartenir à nous tous, au gens d'aujourd'hui, mais aussi aux générations du futur.
Presidente - Possiamo aprire la discussione generale. Ricordo che ha la facoltà di intervenire un membro per gruppo. La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Io non sono intervenuta questa mattina per due motivi. Il primo motivo è che non ho ritenuto di utilizzare il tempo per il secondo intervento, perché credo di aver illustrato ampiamente ieri, e in modo chiaro, le nostre valutazioni sul percorso fatto dalla Commissione, sulla relazione che ne è scaturita e che è stata oggetto della discussione e anche su quella che era ed è rimasta la nostra posizione su CVA, che i lavori della Commissione hanno, se possibile, rafforzato. Il secondo motivo per cui non sono intervenuta è che mi era parso di capire che la decisione presa dalla Conferenza dei Capigruppo fosse stata quella di non accorpare le valutazioni sulle singole risoluzioni alla discussione generale. Poi ho sentito che in vari interventi sono state anticipate delle valutazioni su questo, ma ho ritenuto che fosse più corretto seguire il percorso che era stato deciso.
Intervengo ora, che siamo sulla prima delle risoluzioni presentate da LEGA e MOUV'. Faccio una serie di considerazioni generali e poi mi riservo di entrare nel dettaglio di ognuna di queste risoluzioni. Quello che voglio sottolineare è che questo elenco, questa serie di risoluzioni a me è parso abbastanza sconcertante. C'è di tutto in queste sette risoluzioni: si va dal mantenimento dell'attuale situazione di società totalmente pubblica - che ci ha illustrato adesso il collega Luboz -, alla proposta di dividere in due la CVA, a quella di cercare degli accordi con altre società che si occupano dell'idroelettrico, alla prosecuzione dell'iter di quotazione in Borsa con degli approfondimenti fino a proporre azioni di responsabilità contabile contro chi non ha operato concretamente per concludere l'operazione della quotazione, passando per la questione della richiesta dell'iter per il referendum e per l'invito ad approfondire con la Paritetica.
A me sembra di essere un po' in una casa da gioco, di fronte ad una roulette, dove si punta su più numeri sperando che ne esca uno e si mescolano contenuti che sono molto diversi l'uno dall'altro. È un atteggiamento sorprendente che evidenzia però, in modo eloquente, un dato: non c'è una linea univoca e definita sulla questione di CVA.
La LEGA ha almeno tre o quattro idee diverse. Questo emerge anche dalle dichiarazioni fatte da alcuni Consiglieri in sede di discussione generale. Il Consigliere Lucianaz stamattina, ad un certo punto, ha detto (non so se parlasse a titolo personale o del suo gruppo, non lo ha specificato): "Noi non siamo contrari alla quotazione", facendo intendere che è un argomento su cui si può discutere e approfondire. Il Consigliere Gerandin, invece, ha detto che la strada principale è la norma di attuazione, che deve dare possibilità di manovra alla Valle d'Aosta. Altri hanno evidenziato come sia necessario approfondire il tema delle manifestazioni di interesse di altre società che operano nel campo dell'idroelettrico. Insomma, una varietà di posizioni diverse che sono poi le stesse che emergono dalla lettura di queste sette risoluzioni.
Noi, invece, su CVA abbiamo una linea, anzi come ha detto l'Assessore Chatrian, un posizionamento - perché qui bisogna avere un posizionamento - ben preciso e in questo senso non avalliamo nessun contenuto altrui se non lo condividiamo.
Collega Manfrin, con la provocazione che lei ha fatto questa mattina, francamente si è reso un po' ridicolo. Da quello che io ho evidenziato ieri nel mio intervento, e soprattutto dopo il lavoro che ho personalmente svolto in Commissione speciale, dopo le cose che ho detto e che sono state sostenute con forza, direi addirittura con pervicacia, cosa che ha fatto irritare qualche volta il Presidente Nogara - basta leggere i verbali -, quello che lei ha detto è veramente fuori luogo. Ci sarebbe da ridere se non fosse che stiamo parlando di cose estremamente serie. Io credo che, per onestà intellettuale, nessuno dei Commissari che erano presenti nella Commissione o anche dei Consiglieri che hanno partecipato assiduamente ai lavori della Commissione speciale CVA possa avere dei dubbi su quali sono i nostri intendimenti su CVA. Non lo dico tanto a lei, che non ha partecipato sempre e che dimostra di conoscere poco questa materia, ma di essere interessato, come spesso abbiamo avuto modo di sperimentare in questo Consiglio, più alla mera polemica che ai contenuti.
Ritorno sulla linea, perché è quello che mi interessa, sul posizionamento. Per noi la società deve rimanere totalmente pubblica, deve caratterizzarsi come uno strumento di servizio alla comunità valdostana. Con questa famosa e apposita norma di attuazione di cui si sta parlando, bisogna accrescere maggiormente le competenze della Regione in materia di energia idroelettrica, in modo da permetterci di gestire autonomamente il grande patrimonio che abbiamo e puntare decisamente sulla transizione energetica. La "non linea" che voi proponete è oscillante e incerta.
Entrando nel merito di queste risoluzioni, sono tutte uguali nella parte deliberativa, con un dato che però è ricorrente: il compito di approfondimenti e valutazioni ulteriori viene affidato a Finaosta. Noi, però, i responsabili di Finaosta li abbiamo sentiti in Commissione speciale CVA e su questo argomento li abbiamo trovati totalmente inadeguati e anche impreparati rispetto alla materia. Addirittura ci è stato detto che, se sapevano che in Commissione avremmo posto loro delle domande, si sarebbero preparati. Mi sembra significativo. E poi Finaosta in quell'audizione aveva evidenziato una loro linea ben precisa, quello sì, che era quella di quotare, quotare e quotare. Basta anche qui andare a rileggere i verbali, non è una cosa che sostengo io. Loro non ci possono quindi aiutare. Questo è un lavoro di approfondimento, se lo si vuole fare, che è compito della Giunta e che deve avvalersi di opportune consulenze.
Sulle singole risoluzioni, a partire da quella che è appena stata illustrata, noi esprimiamo delle valutazioni diversificate, argomentando proprio perché ci interessano i contenuti. Su alcune siamo d'accordo, possiamo esserlo, però con alcuni rilievi specifici, mentre su altre siamo nettamente contrari, perché sono assolutamente contraddittorie.
Su questa prima risoluzione (mantenere l'attuale situazione societaria), noi esprimiamo voto favorevole, perché questa è assolutamente la nostra posizione. Devo dire che nell'impegno di questa risoluzione c'è scritto: "Il Governo regionale per il tramite di Finaosta" e io ho già fatto il rilievo sul fatto che non ritengo che debba essere Finaosta ad occuparsi dell'approfondimento in questo modo, ma piuttosto che ci si avvalga di esperti. Quanto al "valutare l'eventualità di mantenere l'assetto partecipativo", per me sarebbe meglio scrivere non "valutare l'eventualità", bensì "valutare di mantenere", ma è un rilievo di poco conto. Il voto su questa risoluzione sarà favorevole.
Presidente - La parola al collega Manfrin, per fatto personale.
Manfrin (LEGA VDA) - In realtà, collega Minelli, io attendevo, sono due giorni che attendo che lei parli e spieghi le sue posizioni, ma lei non è riuscita ancora a farlo. Lo dice adesso, perché sa che in un dibattito approfondito non avrebbe ovviamente le motivazioni per sostenerlo. Quello che lei dice, che mi sono reso ridicolo con le mie accuse, in realtà le si ritorce contro e le spiego ovviamente perché. Noi le abbiamo evidenziato come in questa risoluzione - e in quella finale e in quella presentata dalla maggioranza è scritto bene - questa maggioranza voglia arrivare a predisporre uno specifico disegno di legge per consentire la ripresa dell'iter di quotazione di CVA. Io non credo che questo sia quello che lei vuole. È corretto? Dico una cosa corretta oppure dico una cosa sbagliata? Faccia un cenno con la testa. Dico una cosa corretta, perfetto. Allora, se dico una cosa corretta, lei e il suo collega Bertin, con il vostro voto avete consentito l'agibilità politica di questa maggioranza e vi siete resi responsabili di quello che verrà approvato da questa maggioranza. Pertanto l'unica ad essere ridicola in quest'Aula è lei, che con il suo voto ha concesso a questa maggioranza di poter fare quello che più le aggrada con CVA.
Presidente - La parola alla collega Minelli, per fatto personale. Poi le do subito la parola, collega Lucianaz.
Minelli (RC-AC) - Rispondo al collega Manfrin. Non mi fa piacere che lei aspetti con ansia che io mi esprima, però le dico, collega Manfrin, che evidentemente - ma è una cosa che le accade spesso, molto spesso - lei non ascolta gli altri. La invito ad andare a risentire la registrazione di ieri. Lei potrà chiaramente intendere, visto che non lo ha fatto in una prima battuta, cosa ho detto io riguardo a CVA. Il mio intervento è stato articolato e ho spiegato chiaramente, ma non è la prima volta che lo faccio... No, mi lasci finire, per cortesia, io non l'ho interrotta... Non solo io ieri ho esplicitato qual è la posizione, ma la invito anche - anche se è un'operazione un po' lunga, le porterà via tempo che normalmente lei utilizza per altro, soprattutto per stare sui social, cosa che invece io non faccio - a leggersi i verbali della Commissione CVA. Lei lì vedrà che non una, due, tre volte, ma per tutto l'arco dei lavori della Commissione CVA ho esplicitato qual è la posizione, e l'ho fatto anche ieri; l'ho ribadito pure oggi, quindi lei se voleva ascoltare ha sentito.
Sul riferimento che lei ha fatto riguardo alla votazione di ieri, le ricordo che noi ieri non abbiamo fatto una valutazione di fiducia o di sfiducia. Non si votava una mozione di fiducia o di sfiducia alla maggioranza, ma si votava su una questione che, a mio avviso, non dovrebbe nemmeno essere compito del Consiglio. Una convalida dovrebbe essere, una volta fatte le verifiche degli uffici, automatica. Non ho però intenzione di seguirla nella polemica, anche perché immagino, collega Manfrin, che visto che il suo sport preferito è quello di fare della polemica, lei ritornerà su questa questione innumerevoli volte. Lo so che è così, purtroppo dobbiamo farcene una ragione: quando qualcuno non ha argomenti a sufficienza, allora usa questi mezzucci. Le ripeto, sono mezzucci. Lei andrà avanti in questo modo.
Può darsi che io qualche volta - non lo escludo, perché non sono una persona molto paziente - la seguirò nella polemica se lei avrà questo atteggiamento, ma cercherò di non farlo, perché non è questo che mi interessa. Lei stamattina ha polemizzato sul fatto che noi abbiamo ribadito che siamo interessati ai contenuti e non ai giochi di potere. Io glielo ridico: i contenuti lei spesso li ridicolizza, mentre io li ritengo fondamentali. Anche questa è una questione di stile e di intelligenza, mi permetta. Fuori di qui le persone che ci stanno ascoltando, ma anche chi è qui dentro, se ha l'onestà intellettuale di cui parlavo prima, è in grado di fare le proprie valutazioni.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - Per fatto personale, visto che la collega ci provoca. Stamattina ho parlato a titolo assolutamente personale. Se ogni volta devo esplicitare se parlo a nome del gruppo lo farò, se ne ha bisogno, però pensavo fosse abbastanza evidente. Credo di aver pronunciato un periodo con la subordinata; se mi è sfuggita, probabilmente ho sbagliato con la punteggiatura, però la mia frase si riferiva al fatto che a prescindere non sono assolutamente contrario a nessuna opzione, visto che questa è l'Aula della discussione. Aspettavo di sentire i contenuti di questa discussione prima di prendere una decisione, come auspicato dal Presidente Nogara. Siamo qua per discutere, quindi aspettavo di sentire tutti quanti i panorami bene esplicitati per potermi poi fare un'idea.
Lei probabilmente ha dei preconcetti chiari e definiti. Non è il mio caso e non sono un tuttologo, come il collega Chatrian pensa che qui ce ne siano parecchi. Io ne vedo pochi di tuttologi. Comunque cerchiamo di fare il nostro meglio. Termino qui.
Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Chiudiamo la discussione generale? No. Ha chiesto la parola il collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Molto brevemente. Considerato che per un paio di volte è stato detto che quello della norma di attuazione lo ritenevo un passaggio per noi fondamentale, volevo solo provare a spiegare che le risoluzioni non sono in contrasto con la norma di attuazione. Quando si chiede nelle risoluzioni di "valutare l'eventualità di mantenere l'assetto partecipativo" e soprattutto di "produrre una relazione dedicata" ad un determinato argomento, è semplicemente per approfondire tale argomento, non è una decisione presa.
Riteniamo - e ritengo ancora - che la norma di attuazione sia prioritaria, perché se noi andremo in tale direzione avremo tutto il tempo di produrre tutte le relazioni e gli approfondimenti che abbiamo chiesto. Qualunque sia il suo percorso finale, se portiamo a casa la norma di attuazione, non potrà che valorizzare la CVA. Questa è la mia convinzione e ritenevo corretto esplicitarlo, per cui non è assolutamente in contraddizione. Nel mentre che si procede a questa norma di attuazione non si deve procedere alla quotazione in Borsa, avremo poi tutto il tempo... peraltro, collega Minelli, era un po' il percorso che avevamo deciso di seguire: fare i vari approfondimenti. Sapere tutti gli scenari vuol dire sapere anche quelli che possono essere ripresi nelle risoluzioni. È solo un approfondimento, e questo non vuol dire che sia una scelta definitiva.
Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Non ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola la collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Faccio un intervento breve sul tema specifico che stiamo analizzando, vale a dire le sette risoluzioni, a partire dalla prima, perché sul quadro generale credo di aver già esplicitato il nostro pensiero.
Le sette risoluzioni proposte dalla LEGA e da MOUV' sono uno spacchettamento degli assetti societari, la cui analisi è già stata abbozzata - secondo noi non finita, ma abbozzata - dalla Commissione speciale. Per ciascuna possibile soluzione si chiede un approfondimento dello studio - se ho bene inteso - e una relazione specifica dedicata per ciascuna soluzione. Su questa richiesta noi non possiamo che essere d'accordo.
Queste sette risoluzioni poi non forniscono soluzioni, ma appunto sette ulteriori relazioni che andranno successivamente analizzate per poter prendere finalmente una decisione consapevole della responsabilità che abbiamo. Non mi è chiarissima la logica di fondo, non so fino a che punto la logica di fondo sia la tutela degli interessi della comunità valdostana. In alcuni passaggi mi sembra che si badi di più agli interessi della CVA, dei suoi azionisti o dei suoi finanziatori, ma questa forse è solo un'impressione.
Restando al tema specifico, quindi alla prima risoluzione, noi votiamo senz'altro a favore, perché riteniamo giusto analizzare a fondo una soluzione che ci sembra utile per mantenere - come abbiamo già detto - l'autonomia della comunità valdostana nei confronti del mercato. Quanto è stato detto da molti che sono intervenuti, anche ultimamente, continua a non convincermi - scusate, sono una donna Toro e convincermi è molto difficile - perché, come ho cercato di spiegare ieri, il mercato ha logiche sue che sono quelle del profitto senza vincoli. Ammesso che la procedura di quotazione riguardi solo una parte minoritaria delle azioni della società - come ha detto più volte il Presidente della Commissione - e ammesso che la quota di maggioranza rimanga in mano all'attuale azionista di controllo, comunque gli interessi finanziari esterni - come ho detto anche ieri, in base agli approfondimenti che abbiamo fatto con l'Università di Torino - non potranno essere ignorati. Questo rimane il nostro punto di vista.
Il voto è comunque favorevole.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara.
Nogara (AV) - La mia vuole essere solo una curiosità, e vorrei fare una domanda. Non capisco perché in Commissione non sono state fatte le richieste che sono presenti su questi ordini del giorno, su queste risoluzioni. Ne avevo parlato bonariamente con il collega Cognetta e il collega Cognetta mi aveva appunto detto che avrebbe fatto una cosa del genere in Commissione. Allora gli ho detto: "Proponiamolo, facciamolo", ma non è stato fatto niente. È una curiosità la mia, perché in Commissione c'era tutta la possibilità di fare quelle domande. Qua sembra che il Presidente di Commissione decida tutto e faccia tutto, ma guardate che tutti coloro che sono all'interno della Commissione devono lavorare; invece no, si aspettava sempre un qualcosa che cadesse dal cielo! Adesso ci troviamo di colpo sette risoluzioni, e tutte con questioni, domande o impegnative precise. La mia è pertanto una curiosità: vorrei solo sapere perché.
Presidente - Collega Cognetta, per fatto personale? È intervenuto il collega Gerandin per il gruppo del MOUV'. Ha diritto di parlare durante le dichiarazioni di voto quando chiudiamo la discussione generale. Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Vesan.
Vesan (M5S) - Questa risoluzione nello specifico chiede un approfondimento di studi e il collega Nogara ha detto che si poteva tranquillamente fare in Commissione: forse sì, forse no, anche perché i termini con i quali si sono chiusi i lavori della Commissione sono stati perentori. Altre Commissioni si sono date dei termini e li hanno rispettati più nel merito che non nelle scadenze. Questa forse nel merito è stata un po' più lacunosa, ma sulla scadenza è stata quasi inflessibile, credo che abbia sgarrato di tre giorni o quattro giorni, considerandolo un grande favore nei confronti della minoranza.
In realtà in questa risoluzione i proponenti chiedono espressamente di "valutare l'eventualità di mantenere l'assetto partecipativo della società inalterato"; inalterato vuol dire approfondire il fatto di mantenere la situazione di CVA esattamente così com'è. Nella relazione c'è un accenno in tal senso, una relazione che doveva analizzare, se vogliamo, costi e benefici. Su questo punto si parla quasi esclusivamente delle problematiche, ma non si valorizza in nessuna maniera quello che è stato - l'ha citato anche la maggioranza - il lavoro dei nostri padri. È stato dichiarato così dal collega Marquis ed è stato ripreso anche dai colleghi della Giunta quando hanno espressamente parlato dell'acquisizione, della creazione di CVA con l'acquisizione delle strutture e delle reti dell'ENEL. Ebbene, qui stiamo parlando di padri in modo realistico, perché il collega Viérin parlava del suo, che è stato il Presidente della Regione che si è occupato dell'acquisto. Non è nemmeno l'unica parentela diretta di questa Giunta, perché nella stessa Giunta c'era un Assessore che era lo zio del collega Chatrian. Abbiamo quindi una parentela diretta, non solo putativa, per quello che riguarda questo acquisto. Pertanto a questi genitori reali o morali che siano, dobbiamo forse un po' più di credito. Qui viene presentato come vanto autonomista, ma a nessuno viene riconosciuto il fatto che, quando è stata comprata e creata CVA, pur lottando in quest'Aula contro le forze di opposizione, fra le quali c'erano pure alcuni rappresentanti delle forze autonomiste, perché i padri putativi della Stella Alpina in quel momento erano all'opposizione, le forze che hanno deciso l'acquisto... me lo ricordo perfettamente, perché anche io sono vecchietto, lavoravo già presso un Assessorato dell'Amministrazione regionale che allora aveva la competenza, fra le altre cose, all'energia, ed era gestito da un Assessore di una forza nazionale della quale nessuno fa più il nome, perché, purtroppo per loro, sono decaduti a seguito delle ultime elezioni... però la Gauche Valdôtaine allora era presente in maggioranza e ha proceduto con l'acquisto, pur non avendo forse questa visione rigorosamente regionalista.
Tutti abbiamo dato atto del merito di questi nostri predecessori che, in modo oculato - sia maggioranza che minoranza, se non ho capito male - hanno riconosciuto il fatto di aver fatto una buona cosa. Adesso la Giunta dice: "No, però sono cambiate le cose, dobbiamo cambiare abito, è ora di rivedersi. Noi stessi - è stato detto - abbiamo capito, grazie al confronto con gli esperti, che era il caso di sciogliere CVA dal vincolo della legge n. 20 e lo abbiamo fatto immediatamente". Forse le tempistiche non vi sono chiare, ma lo scioglimento di CVA dalla legge n. 20 è stato fatto dallo stesso Consiglio che ha istituto la Commissione, quindi gli esperti che avremmo sentito erano solamente il professor Florenzano fino a quel momento. Se poi ci siamo sentiti cautelati e rasserenati dagli esperti che abbiamo sentito dopo averlo fatto, sì, è vero, ma non possiamo dire che abbiamo deciso le nostre giravolte a seguito dei pareri degli esperti e dell'approfondimento con gli esperti, perché non li avevamo ancora sentiti! Noi stessi abbiamo ancora delle perplessità nei confronti di questa soluzione, che è stata presentata come un: "Finalmente, c'è di nuovo la centralità del Consiglio su questo argomento". Non è andata così. La soppressione del vincolo della legge n. 20 nei confronti di CVA è stata fatta con la legge di bilancio, con voto di fiducia deciso da una maggioranza che si era insediata da una ventina di giorni e senza grande dibattito o discussione, né in Commissione, né in Aula. Quindi, sulla scorta di questa opzione, dell'opportunità presentata con questa risoluzione, di almeno approfondire il merito dei nostri padri istituzionali che si sono presi la briga di crearci una dote che è stata citata dall'Assessore Viérin come una dote economica, ma che non era solo una dote economica... se andiamo a guardarci i primi bilanci di CVA, nella mission di CVA c'erano tutti altri obiettivi rispetto a quelli che sta perseguendo, invece, questa maggioranza che sta secondo noi, realizzando un parricidio.
Come Movimento 5 Stelle, pur non essendo fra i proponenti di questa risoluzione - perché non ci è stato proposto di firmarla - riconosciamo la validità della stessa per un argomento importante come la vendita di quote di CVA. Non sto parlando di vendita delle acque, sto parlando solo di vendita della società che ha in mano le dighe, le centrali, le condotte, tutte le reti di distribuzione e la concessione sulle acque, la concessione su derivazioni che interessano il 58 percento dei corsi d'acqua della Valle d'Aosta. Sì, sì, non stiamo vendendo le acque, però la possibilità di farci quello che vorremo e quello che sognavano i nostri padri, se andiamo in quotazione, ci sarà preclusa.
Pertanto questo impegno nei confronti del Governo regionale, di voler approfondire un po' di più, prendendosi il tempo e il modo di presentare la questione in Commissione affinché possa essere fatta non solo un'audizione, ma un reale dibattito sul futuro di CVA, che questa volta speriamo costruttivo, trova il favore della nostra forza.
Presidente - Altre richieste? Ha chiesto la parola il collega Marquis.
Marquis (SA) - Due considerazioni su questa risoluzione. Sostanzialmente la proposta è quella di mantenere l'assetto societario inalterato. Credo che una tale proposta non possa essere condivisibile, perché mi sembra che l'unica cosa emersa in modo molto chiaro è che occorre superare le difficoltà che ci sono oggi e quindi che bisogna fare qualcosa. Se poi è la soluzione A o la soluzione B, questo è ancora un altro discorso, ma stare fermi mi sembra una posizione quasi suicida.
Quanto alla differenziazione della mission, di cui ho sentito parlare rispetto all'originaria, mi risulta che la mission fosse quella di produrre energia rinnovabile in particolare, ed è quello di cui si sta occupando la società. Ora io mi chiedo: voi conoscete delle aziende che nell'arco di vent'anni non hanno cambiato i prodotti che non hanno fatto della diversificazione? Sono tutte aziende fallite. Tutte le aziende devono innovare, devono seguire le richieste del mercato, devono evolvere i loro prodotti. Nell'ambito energetico bisogna avere la flessibilità per cogliere quali sono le esigenze attuali. Credo che nella discussione è emerso da parte di tanti che ci sia la necessità di andare verso la transizione energetica. La transizione energetica non è possibile in questo momento e a queste condizioni, perché la norma lo impedisce. Se poi viene detto che si può provare a fare una norma di attuazione che bypassi la Madia - com'è stato detto stamattina dal collega Gerandin -, che è una scommessa, io credo che non possiamo vivere di azzardo sulla gestione di questa società. Ritengo che dobbiamo pensare a dei passi concreti, a quelli che ci danno delle certezze. Le uniche certezze che ci sono è che bisogna fare qualcosa per fare uscire la società da questa situazione di difficoltà.
Pertanto riteniamo che non possa essere accettata questa proposta che è stata descritta.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Intervengo stimolato un po' dai vari interventi e soprattutto per fare una duplice precisazione.
Mi spiace per la collega Minelli che - come giustamente ha detto - è sempre molto attenta e si riascolta gli interventi altrui, ma questa mattina ho cercato di esplicitare la ratio del perché sono state presentate tutte queste risoluzioni dai nostri due gruppi.
L'intenzione era quella di andare... poi leggerò anche bene l'impegnativa della risoluzione, perché l'impegnativa è funzionale ad una valutazione e ad un'analisi di uno degli scenari e ognuna è stata costruita così. Non c'è un discorso di mantenimento. In questo caso è una precisazione anche rispetto a quello che diceva il collega Marquis: si "Impegna il Governo regionale per il tramite di Finaosta" - mi spiace, collega Minelli, ma fino a prova contraria, la certezza che Finaosta controlla CVA ancora adesso... è la mamma che deve agire su indicazione della nonna, mettiamola così - "a valutare l'eventualità di mantenere l'assetto partecipativo della società inalterato analizzandone, oltre agli aspetti giuridici già in gran parte trattati all'interno della Relazione conclusiva, gli impatti in termini organizzativi e di spesa e a fornire tale aggiornamento alla Commissione competente", perché si riteneva che, mantenendo nello scenario l'assetto inalterato, bisognava valutare i costi e le ricadute, soprattutto le inefficienze ed eventuali criticità del mantenere l'azionariato pubblico, che è la vera discriminante rispetto ad altri scenari dove eventualmente bisogna andare a valutare altri tipi di fattori. Si rimanda questo punto alla Commissione competente perché, che lo si voglia o no, la Commissione speciale ha terminato i suoi lavori: "a produrre una relazione dedicata al cui interno siano ricondotte le valutazioni e le risultanze di cui al punto precedente relativa al mantenimento dell'assetto societario come interamente pubblico".
La volontà di ciascuna risoluzione - e lo dico a beneficio di tutti quanti -, tranne ovviamente quella dell'interpello alla Corte dei Conti in cui nessuno ha chiesto di promuovere denunce o quant'altro - è proprio quella di fornire per ognuna gli elementi di dettaglio e di approfondimento che, a nostro giudizio, come abbiamo detto, all'interno della relazione non ci sono e, se vogliamo, va anche in linea con le osservazioni che come minoranza sono state condivise. La scelta di trattare più risoluzioni era anche funzionale ad una trattazione in cui ognuno, secondo le proprie sensibilità, andava ad appoggiare uno scenario piuttosto che un altro, perché inserire in un'unica risoluzione tutti gli scenari poteva limitare la discussione. L'intenzione era pertanto questa. Non ci sono forzature riguardo ad una strada piuttosto che l'altra. L'obiettivo è quello di andare a valutare ed approfondire le valutazioni proprio in linea con quello che abbiamo detto stamattina à tour de rôle cercando di andare appunto a fornire quegli elementi che oggi non ci sono e che, a nostro giudizio, il socio ha la necessità di avere per poter prendere una libera, chiara e coerente decisione.
Presidente - Altri? Se non ci sono altre richieste, chiudiamo la discussione generale. Passiamo alle repliche e alle dichiarazioni di voto. La parola al collega Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Brevemente, per dichiarazione di voto.
Ne approfitto anche per rispondere alla giusta curiosità che ha il collega Nogara rispetto al perché, oltre a quanto detto dal collega Aggravi, sono state presentate queste risoluzioni. In Commissione c'è stato un momento, nell'ambito dell'audizione del dottor Dallocchio, proprio all'inizio dell'audizione, dove chiedemmo - in particolare io chiesi - di ascoltare anche le aziende che in qualche modo avevano mostrato un interesse. Le chiesi: "Per cortesia, Presidente, possiamo anche sentire loro? Almeno per capire di che si tratta" e lei mi disse: "No, questa Commissione si occupa della parte relativa alla quotazione". Ora, siccome nel tempo - vale a dire in questi tre mesi - ho ascoltato quello che è successo, ho parlato con i colleghi presenti nei vari momenti in Commissione, e poi anche un po' per l'esperienza che ho delle Commissioni all'interno di quest'Aula, a me sembra - ma non l'ho detto solo io, mi sembra lo abbiano detto tutti - che quella Commissione è stata indirizzata verso un solo scenario: la quotazione. Detto ciò, mi sembrava opportuno approfondire tutti gli scenari e da qui derivano le richieste di queste risoluzioni che permettono di approfondirli. Punto, basta, fine, questo è!
Noi voteremo quindi ovviamente questa risoluzione che, ripeto, non pone nessuna decisione in capo a nessuno: chiede semplicemente di approfondire uno scenario, uno dei tanti, perché ce ne sono tante di possibilità. Come ho detto nel mio intervento durante questa giornata molto breve, per prendere le decisioni bisogna avere tutti gli elementi disponibili e possibili in mano. Qui si chiede semplicemente di approfondire gli scenari. Gli scenari possono poi essere condivisi o non condivisi, ci possono piacere o non ci possono piacere. Esprimeremo tutti quanti liberamente - per fortuna ancora, per quanto mi riguarda - l'aspetto favorevole ad uno scenario rispetto ad un altro. Io sono ancora libero di dire cosa mi piace e cosa non mi piace, cosa voto e cosa non voto, ma vorrei, prima di esprimermi, avere contezza di tutti i dati che posso ricevere e che voglio avere a disposizione. Tutto qui.
Presidente - Altri? Ci sono altre richieste di intervento? La parola al Presidente Fosson.
Fosson (GM) - A nome del Governo e della maggioranza affermo che ci asterremo su tutte le risoluzioni, tranne su quella chiaramente presentata dalla maggioranza.
Il percorso che doveva portare ad un indirizzo del Consiglio di scelta politica ci sembra che sia stato ampiamente sviluppato, prima in Commissione speciale e, oggi, in Aula. Questo comunque - come è stato detto anche dall'ultimo intervento - è un atto di indirizzo e, alla luce del dibattito odierno, nell'iter di formazione della legge, ci sarà spazio per tutte le verifiche di legittimità sulla fondatezza e la validità della scelta di indirizzo oggi compiuta, legge che appunto avrà i suoi passaggi sia in Commissione che in Consiglio.
Presidente - Altri? Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo mettere in votazione la risoluzione n. 1, colleghi. Apriamo la votazione. Possiamo chiudere la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Baccega, Barocco, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Peinetti, Restano, Rini, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Abbiamo ancora il tempo per affrontare la risoluzione n. 2 presentata da LEGA e MOUV'. Chi intende illustrarla? La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Proprio come abbiamo detto in precedenza, questa risoluzione ha nella sua impegnativa quella di impegnare il Governo regionale e, appunto, Finaosta "ad aggiornare le valutazioni fatte in sede di avvio del processo di quotazione tenendo conto dell'evoluzione dei conti della società, del settore di riferimento e dell'appetibilità finanziaria della società sul mercato dei capitali allo stato attuale e a fornire tale aggiornamento alla Commissione competente" e, a quest'ultima, "a produrre una relazione dedicata al cui interno siano ricondotte le valutazioni e le risultanze di cui al punto precedente relativa al processo di quotazione in Borsa della società ".
L'obiettivo, come vedete, non è quello di prendere alcuna decisione, ma - in linea con quanto già detto e ripetuto in questa giornata - quello di fornire tutti gli elementi necessari al socio, in questo caso aggiornati, perché comunque qualcosa era già stato prodotto, al fine di poter avere una situazione attuale dei numeri oggetto del contendere e di una potenziale quotazione in Borsa, proprio per valutare questo scenario rispetto agli altri. Penso che non mi dilungherò ulteriormente, perché comunque abbiamo già avuto modo di discutere ampiamente dei motivi, del perché chiediamo e suggeriamo a tutti i colleghi di avere non soltanto ulteriori informazioni come ha detto nel suo intervento il Presidente Fosson - è vero, sì, di dati ne abbiamo tanti -, ma quello che chiediamo qui non sono dei semplici dati, sono delle valutazioni chiare e definitive di questo e di altri scenari che possono essere utili e fondamentali per prendere una decisione di senno.
Presidente - Apriamo la discussione generale. Chi intende prendere la parola? Non c'è nessuna richiesta di intervento. Chiudiamo la discussione generale. Qualcuno intende intervenire in replica o per dichiarazione di voto? La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Solo per la dichiarazione di voto.
Noi votiamo contro, perché non vogliamo perdere ulteriore tempo per analizzare soluzioni che comunque riteniamo contrarie, come abbiamo già detto, agli interessi della comunità valdostana, anche perché in Commissione speciale - riprendo solo l'idea di fondo - più di un esperto ci ha dimostrato, con tanto di tabelle molto chiare e proiettate, che l'incasso immediato derivante dalla vendita di una parte delle azioni nel lungo periodo può facilmente portare ad un mancato guadagno, e proprio per le oscillazioni del mercato. Voto contrario.
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Anch'io per dichiarazione di voto. Ringrazio il Consigliere Aggravi, che ha ripetuto quanto aveva peraltro già detto questa mattina illustrando la ratio che sottintende alle risoluzioni. Io continuo a credere che occorra a questo punto essere molto chiari e quindi avere delle posizioni che lo siano altrettanto. Ritengo, come ho già detto, che questo sia il momento del posizionamento.
Il nostro posizionamento non va nella direzione di un approfondimento di quello che può essere il processo di quotazione in Borsa, cosa a cui noi siamo contrari; di conseguenza il voto sarà negativo.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Mossa.
Mossa (M5S) - Penso che se io ho interesse ad aggiornare le valutazioni di questa società, probabilmente potrei prendere anche in considerazione la sua vendita o la sua quotazione. Visto che noi siamo coerenti con la nostra linea di principio, che è quella di mantenere la società in mano al pubblico, a noi queste valutazioni al momento non interessano. Ci asterremo quindi da questa votazione.
Presidente - Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta. Votate. Chiudiamo la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 13
Favorevoli: 10
Contrari: 3
Astenuti: 22 (Baccega, Barocco, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Restano, Rini, Russo, Testolin, Vesan, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Passiamo quindi alla risoluzione n. 3. La parola, per l'illustrazione, al collega Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - A me l'illustrazione della risoluzione nella quale invitiamo il Consiglio regionale tutto quanto (leggo): "Impegna il Governo regionale per il tramite di Finaosta", com'è specificato prima, "a valutare l'eventualità di sviluppare un nuovo assetto societario per il gruppo CVA all'interno del quale poter individuare una società che possa essere oggetto di assegnazione delle concessioni "dirette" per lo sfruttamento pubblico delle acque a seguito dell'evoluzione normativa di riferimento (i.e. norma di attuazione), e a fornire tale aggiornamento alla Commissione competente" e poi la Commissione competente "a produrre una relazione dedicata al cui interno siano ricondotte le valutazioni e le risultanze di cui al punto precedente relative ad altre forme societarie". Tralascio tutto il preambolo.
In breve, la presenza del professor Damiano Florenzano - e qua devo ringraziare a nome di tutta la Valle d'Aosta il collega Luboz, che si è impegnato per cercarlo, per invitarlo e immagino anche per pagargli il viaggio, visto che la Regione non lo fa - che comunque ci ha aperto un mondo, direi un universo. Prima si trattava della classica decisione su "quotazione sì" o "quotazione no". L'audizione del professor Florenzano, però, ci ha permesso di avere una visione molto più ampia e, tra queste, alcune soluzioni che io non ho trovato nella relazione presentata dalla Commissione speciale. Intenderei parlarvene brevemente.
La prima soluzione è l'azionariato popolare: potrebbe essere quella per cui, pur cedendo una minima quota parte del capitale societario - che mi pare sia di poche percentuali -, la proprietà rimarrebbe comunque sempre in mano ai valdostani. Immagino che in questo caso l'impegno finanziario non sarebbe proibitivo per i sottoscrittori, mentre corrisponderebbe alla certezza di incassare immediatamente il corrispettivo. In un certo senso si salderebbe ancora di più il rapporto dell'azionista con l'azienda valdostana. Ripeto: in Commissione di questo non se ne è parlato. Attendo che qualcuno della maggioranza o della Commissione speciale mi illustri, visto che era questo il luogo preposto per la discussione.
Secondo punto: la società mista, che è materia più tosta. Per dirlo il dottor Cantamessa... (cito): "Cosa sia la famosa società mista io faccio fatica a capirlo e chiunque abbia consultato fa un po' fatica a capirlo. La parte privata è stata assegnata - qui si riferisce, invece, all'eventuale quotazione - con un meccanismo equivalente a gara. Quindi mi sono messo sul mercato. Chi voleva comprare le azioni se l'è comprate". Non penso che sia esattamente così. Anche il professor Florenzano ne ha parlato in modo diffuso della società mista. In Commissione non si è dibattuto neppure di questo argomento - anzi, che io sappia non vi è stato il minimo accenno - e in questo caso si metterebbe a gara, se ho capito bene, non tanto la concessione che verrebbe assegnata direttamente alla società mista, bensì l'aggiudicazione delle quote al socio privato di minoranza. In tal caso sarebbe una garanzia che la CVA, ad esempio, continuerebbe la propria gestione delle derivazioni, ma con capitale non più interamente pubblico, bensì con una quota parte del privato che si è aggiudicato la gara. Spero che qualcuno mi possa dare una mano, se è questa l'interpretazione giusta.
Terza ipotesi: la società in house. Qui in Valle abbiamo ad esempio l'INVA e sappiamo più o meno a cosa ci riferiamo, le criticità che può avere l'INVA. È comunque un assetto societario che non è sconosciuto ai più ed è un sistema che funziona. Si potrebbe ipotizzare ad esempio una seconda società, definiamola "CVA bis". Quindi, oltre alla società di mercato, se eventualmente volessimo svilupparla, si ipotizza una società che si occupi però della produzione destinata all'approvvigionamento di tutte le strutture pubbliche e delle società pubbliche partecipate; insomma, una "società di servizi". Io non ho idea di quanto possa incidere effettivamente questa scelta sui conti pubblici, ma è certo che la gestione in proprio, rispetto ad una S.p.A. quotata con tutte le sue regole di mercato, sarebbe molto più flessibile ed economicamente vantaggiosa. Pensiamo alle strutture pubbliche, agli enti locali, all'illuminazione pubblica, a certi impianti di risalita e, in futuro - perché no? - all'elettrificazione delle linee ferroviarie, alla ricerca a livello didattico, eccetera, proprio nell'ottica del carbon free, della mobilità sostenibile e del futuro che vedrà sempre più impegnati, credo, sul campo dell'energia idroelettrica, dell'energie rinnovabili. Tralascio il resto.
Parliamo di qualche cifra. Abbiamo appreso che circa il 90 percento della produzione idroelettrica viene esportata dalla Valle, quindi non sono certo i chilowatt che ci mancano. In audizione il dottor De Girolamo ci ha parlato di una produzione CVA di circa tre chilowattora e quattro e mezzo li vende, quindi sette chilowattora e mezza. La Valle d'Aosta intera attualmente ne consumerebbe di idroelettrico lo 0,7-0,8. Se ci mettessimo anche il riscaldamento e la mobility, si arriverebbe a un 2,5 secondo quanto ci ha detto. Avremmo quindi tutto lo spazio e tutta l'energia che ci servirebbe anche per occuparci di mercato. Non dimentichiamoci le esternalità negative che comunque ci passano sulla testa e del ritorno economico che, a mio avviso, i valdostani non hanno. Va bene che il collega Marquis parli di interesse futuro per gli operatori economici, ma io trovo che gli operatori economici valdostani paghino la bolletta in modo esagerato. Altro che fare i bon de force o i bon de chauffage! Qui il problema è che i consumatori, le utenze paghino decisamente meno la loro bolletta. Anche il professor Dallocchio ci ha parlato di in house, ma non c'è traccia nella relazione. In poche parole, se posso rubare ancora un minuto, lui ci dice che l'ente pubblico in qualsiasi momento può avocare a sé - naturalmente posto che la scadenza delle concessioni glielo consenta - l'esercizio di un certo tipo di attività che al pubblico sia destinata. Pertanto è questione di volontà di scelte. L'ultimo accenno era sulle local energy communities, una pubblicità interessante per i consumatori valdostani. Avrei voluto approfondirla, ma in Commissione non si è fatto neppure questo. Ecco perché, signori del Governo, vi dico che critichiamo il modo con cui la Commissione ha condotto e terminato i lavori, benché voi esaltiate questo aspetto.
Presidente - Apriamo la discussione generale. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Marquis.
Marquis (SA) - Questa iniziativa è interessante, perché sostanzialmente si pone un po' il problema del rilascio delle concessioni per le grandi derivazioni e quando si arriva a loro scadenza. Pertanto, dalla riflessione che è stata fatta dal relatore, si dice: proviamo a trovare la soluzione di disegnare un sistema che ci possa garantire per l'affidamento delle concessioni a CVA.
Il decreto Bersani è stato innovato attraverso il "decreto semplificazione", il quale, all'articolo 1bis, sostanzialmente dice che allo scadere delle concessioni le Regioni devono fare una verifica su qual è l'interesse prevalente dell'uso delle acque, perché prima viene l'interesse ad uso umano, ad uso irriguo e, in ultimo, alla valorizzazione idroelettrica. Una volta fatta questa valutazione, se si decide di mettere in concessione le relative centrali per lo sfruttamento, si deve procedere attraverso una gara pubblica o attraverso una società mista o mediante forme di partenariato. Questo è quello che dice il decreto semplificazione.
Il decreto semplificazione, purtroppo, è stato impugnato dalla Comunità europea e nell'ultima audizione ci è stato detto, proprio per queste ragioni, che si corre il rischio che questa procedura ad infrazione che è stata aperta possa durare anche un paio di anni, due anni e mezzo per trovare risoluzione a questo problema. Tra l'altro noi eravamo abbastanza ottimisti sulla base di questo decreto, perché sostanzialmente aveva già recepito le soluzioni introdotte nello Statuto del Trentino-Alto Adige con la modifica del loro articolo 13. La Comunità europea ha impugnato anche quello Statuto, quindi allo stato attuale noi non abbiamo un quadro di riferimento chiaro per poter addivenire alla soluzione del problema. Noi abbiamo una relativa urgenza di trovare questa soluzione, perché è vero che scadono nel 2029, ma la norma dice che cinque anni prima bisogna attivare le procedure e il 2024 non è così distante. Proprio per questa ragione bisogna andare avanti con il percorso della norma di attuazione, anche se a mio avviso sarà difficile arrivare in tempi brevi a una soluzione di questo problema, perché immagino che lo Stato, avendo una procedura aperta con la Comunità europea alla quale deve sottostare a livello di principi generali, non credo che possa prendersi degli impegni con le Regioni. Quello che possiamo auspicare in questo momento è che a livello statale venga nel più breve tempo possibile risolto il problema; nel frattempo occorre attivare il rapporto con lo Stato attraverso la Commissione paritetica, per definire una norma che ci possa consentire di risolvere il problema. Sarà solo in quel momento che potremo individuare qual è la linea di azione.
Oggi la proposta non può essere recepita, perché non è fondata su un quadro di riferimento legislativo che sia attualmente disponibile.
Presidente - Altri? La parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - Questa proposta dei gruppi di LEGA e di MOUV' impegna il Governo regionale a valutare l'eventualità di sviluppare un nuovo assetto societario per il gruppo CVA, all'interno del quale poter individuare una società che possa essere oggetto di assegnazione delle concessioni: questo è uno dei grandi temi di cui si è discusso relativamente a CVA. In realtà il discorso iniziale era addirittura che bisognava assolutamente quotare in Borsa CVA, perché era l'unica possibilità che avevamo di poter partecipare alla gara per le concessioni. Nel frattempo il quadro normativo sulle concessioni ha avuto un'evoluzione: c'è stato il decreto semplificazione e lo stesso è stato impugnato.
Siamo quindi in una situazione, per quello che riguarda il rilascio della concessione, di assoluta incertezza. Come ha appena riconosciuto il collega Marquis, siamo in una situazione in cui noi stessi non sappiamo se nel 2029, a scadenza della concessione, si potrà arrivare ad una proroga, perché la situazione è ancora incerta, non si sa se si dovrà procedere con una gara, se si potrà fare una concessione diretta e chi potranno essere gli affidatari di questa concessione. Non lo sappiamo, perché il quadro normativo è molto vago. Non l'ho dichiarato io, l'hanno dichiarato tutti coloro che hanno parlato in quest'Aula e quasi tutti gli esperti che hanno affrontato il tema del rilascio delle concessioni. Sulla scorta di questo, noi intanto facciamo un primo passo, che è: "Quotiamola in Borsa", ma se poi viene fuori la possibilità di fare l'affido diretto ad una società interamente pubblica, ciao! Ci perdiamo CVA, ci perdiamo le acque e dobbiamo metterlo in gara per regalarlo a Iren.
È importante secondo noi questa mozione perché ci permette di valutare differenti assetti societari. Noi in realtà preferiamo l'acqua pubblica, è una delle stelle del nostro Movimento. Vorremmo tanto che tutti i cittadini valdostani gestissero insieme le proprie acque, sia dal punto di vista dello sfruttamento per il servizio idrico integrato, ma anche per quello che riguarda l'utilizzarle a fini energetici, espressamente com'è previsto dal nostro Statuto. Però ci sarebbe piaciuto tantissimo poter valutare anche un assetto societario in cui una quota - naturalmente di minoranza - fosse assegnata ai privati cittadini valdostani. Il professor Dallocchio ha detto che l'assegnazione di quote retail non poteva superare l'1-l'1,5 percento del totale quotato: questo sì, in regime di quotazione, ma fintanto che CVA è completamente nostra noi potremmo cedere ai valdostani con il vincolo della residenza, con il vincolo che devono essere persone fisiche, con il fatto che manteniamo un interesse sul territorio a chi avrà in mano le quote di proprietà del CVA. Questa soluzione, questo sviluppo societario rispetto all'interamente pubblico incontrerebbe il nostro favore e ci sarebbe piaciuto poter approfondire questa soluzione, ma il tempo per farlo non c'è stato e gli esperti con cui potersi confrontare non sono stati trovati. Secondo noi, il fatto di proseguire nell'informarsi su strade alternative di questo tipo, quindi su strade che garantiscano che chi si occuperà delle concessioni idroelettriche sarà qualcuno che avrà ancora a cuore il futuro della nostra regione è positivo, mentre la quotazione in Borsa al miglior offerente o qualunque altra soluzione destinata alla vendita, a qualcuno che prenderà le nostre concessioni come soldi, come investimento e non come una parte di sé e della propria vita, come noi valdostani sentiamo le nostre acque, questo, invece, non incontra il nostro favore.
Presidente - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - In tutta sincerità pensavo che questa risoluzione avrebbe quantomeno solleticato l'interesse di questa maggioranza. Lo dico perché, se davvero si pensa - come avete scritto nella vostra risoluzione - di provare a mettere in piedi un percorso relativo al rinnovo delle concessioni che scadranno nel 2029, e se si procede ad una quotazione in Borsa tout court come avete lanciato l'idea, sono assolutamente d'accordo con il collega Vesan. Se si lancia una quotazione in Borsa e non si valuta neanche il discorso dello sdoppiamento della società tra produzione ed eventualmente vendita, significa che il primo punto della vostra risoluzione è un punto di facciata, perché avete già abdicato a priori ad avere ogni tipo di possibilità di proroga della concessione. È palese questa cosa.
Non è pensabile di portare a casa una norma di attuazione che, con tutte le difficoltà del caso - peraltro già manifestate anche dal collega Marquis - vada nel senso di un rinnovo delle concessioni se non hai una società interamente pubblica. Mai porteremo a casa una norma di attuazione che non metta a gara un rinnovo di concessioni dove c'è una parte quotata, una parte privata! Io dico semplicemente che per questa maggioranza - che comunque ha già in mente un percorso - poteva essere un'eventuale soluzione B. Questa soluzione B, in sede di Paritetica, eventualmente con una norma di attuazione, ci permetteva eventualmente una possibilità di trattare e di dire: "Se proprio devo quotare, quoto solo la parte vendita, ma la parte produzione la tengo totalmente pubblica". Non volete votarla? Ne prendo atto, però dal punto di vista mio personale, pur tra le mille difficoltà con cui possa andare avanti questa norma di attuazione, la vedo davvero difficile, se non si prende neanche in esame questo tipo di soluzione andando diritto per un discorso di quotazione! Se non altro provare ad aprire un tavolo che ci dia una qualche speranza di portare a casa perlomeno la parte delle nuove concessioni!
Difficile sarà poi il discorso relativo al superamento della Madia, ma su questo mi pare che in Commissione ci sia stata più che qualche apertura. Ci è stato detto che è una norma che può essere discussa con tutte le problematiche legate ai rapporti con l'Europa, l'impugnativa e quant'altro. Precludere, a prescindere dalla valutazione di uno scenario come questo, a noi pare davvero inopportuno, perché questo significa che la decisione è già presa e che il punto uno della vostra risoluzione è chiaramente puramente uno spot, sapendo già a priori che non ci sarà alcun tipo di possibilità di portare a casa una norma di attuazione in cui addirittura io vado a rinnovare delle concessioni quando queste sono esercitate o comunque verranno esercitate da una società che non è pubblica, ma è mista pubblico-privata.
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Sia il collega Vesan che il collega Gerandin hanno illustrato in modo chiaro una posizione che su questo aspetto è assolutamente comune anche a noi. Sviluppare un nuovo assetto societario, creando all'interno una società che possa sviluppare delle potenzialità attraverso una norma di attuazione, è una cosa utile. Francamente anche noi siamo stupiti che questo aspetto non venga preso in considerazione.
Si possono ipotizzare due società - cosa che ci è stata evidenziata nelle audizioni -, però a nostro avviso il concetto va capovolto rispetto a come è stato presentato. La CVA deve rimanere totalmente pubblica e, a latere, si può creare una società figlia, chiamiamola così, che abbia una partecipazione privata e che interviene laddove la CVA madre, per chiamarla così, che vuole fruire dei benefici della norma di attuazione, non può e non potrà operare. Questo è uno scenario a nostro avviso da approfondire, perché questa è un'opzione alternativa alla quotazione in Borsa. È forse l'unica opzione, oltre a mantenere la CVA totalmente pubblica, che si può prendere in considerazione.
Io tornerò in maniera dettagliata su questo tema quando verrà illustrata la risoluzione di maggioranza, ma non so se questa cosa è stata acquisita bene. Ha ragione il collega Gerandin, quando dice che non ci può essere quotazione insieme a norma di attuazione: sono due cose incompatibili, non esistono, non è possibile pensare di fare una norma di attuazione per la CVA e poi pensare di quotarla. Su questo mi riservo di intervenire ancora, ma non sono due cose compatibili. Non esiste.
Il voto a questa risoluzione è pertanto un voto favorevole.
Presidente - Altri? Chiudiamo la discussione generale. Dichiarazione di voto? La parola al collega Marquis.
Marquis (SA) - Intervengo per una precisazione a seguito dell'intervento del collega Gerandin. Il collega Gerandin sostanzialmente ha asserito che, qualora la società venisse quotata, di fatto la Regione rinuncia alla possibilità di avere un'assegnazione diretta delle concessioni al 2029. Collega Gerandin, non so da dove le provengono tutte queste certezze, su quale libro le legge. Io le posso solo dire una cosa: prima della modifica del "decreto semplificazione", circolava una norma che diceva che le concessioni in modo diretto potevano essere rilasciate anche alle società in house, come dice lei. Il problema è che quella norma è stata stralciata, perché contraria ai principi della concorrenza che trattano il mercato, ma sono principi di derivazione europea che sono scritti a caratteri cubitali nel Piano integrato del clima e dell'energia, che è alla discussione proprio in questi periodi e che la invito a leggere per informarsi meglio.
Ritengo che in questa sede sia importante perlomeno dire le cose come stanno, perché se cominciamo a fare della confusione alla fine è ovvio che noi, i colleghi e i valdostani non sanno più in che direzione stiamo andando; se invece l'obiettivo è quello di fare caciara, credo che sia questa la strada giusta.
Per quanto concerne l'affermazione fatta dalla collega Minelli, non esiste nessuna incompatibilità tra la predisposizione di una norma di attuazione in tema di derivazione idrica e il percorso di quotazione. Questo è un tema che abbiamo trattato in lungo e in largo in tutte le audizioni che abbiamo avuto modo di portare avanti in Commissione e nessuno dei soggetti auditi ha rilevato questa incompatibilità, non ce l'ha neanche evidenziata il professor Louvin, Presidente della Paritetica. Le assicuro che, da qui a poco, avremo modo di vedere come potranno proseguire i lavori e credo che potrà essere smentita in quel momento.
Presidente - La parola alla collega Pulz per dichiarazione di voto.
Pulz (ADU VDA) - Noi votiamo a favore, ovviamente, perché apprezziamo questa risoluzione e riteniamo giusto analizzare tutte le soluzioni, tra cui eventualmente anche l'azionariato sociale; soluzioni che, mantenendo in mani pubbliche CVA, consentono di mantenere anche l'autonomia della comunità valdostana nei confronti del mercato. Aggiungiamo che spesso ci capita, soprattutto ultimamente, di sentirci più autonomi di molti autonomisti.
Presidente - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Collega Marquis, non è questione di fare caciara. Io non ho assolutamente detto che sarà facile e soprattutto ci siano certezze di portare a casa una norma di attuazione sul rinnovo delle concessioni qualora la società sia pubblica, in house. Io ho semplicemente detto che, se abbiamo qualche possibilità da giocarci, e proprio sulla base della normativa che diceva - che peraltro è stata messa poi in discussione, ma certamente andrà riaperto un tavolo di trattative con la Commissione europea -, sicuramente l'unica possibilità di portarci a casa una norma di attuazione sul rinnovo in automatico delle concessioni sarà - e magari avremo sicuramente poche possibilità - quella di una società totalmente pubblica. Altrimenti è una partita persa, e neanche da iniziare. La norma di attuazione possiamo presentarla, discuterla, ne possiamo fare quello che vogliamo, ma rimarrà un'iniziativa di facciata. Rimarrà un'iniziativa spot, per giustificare in qualche maniera altre scelte che in questo caso sono chiarissime. Non c'è dubbio su qual è la scelta. È inutile iniziare con il punto uno dove si dice: "Presenteremo la norma di attuazione sul rinnovo delle concessioni", se l'idea è quella di dire: "Procedo alla quotazione e poi chiedo di nuovo delle concessioni". In tutta sincerità, io, almeno per quello che mi riguarda, non ho nessuna speranza che portiate a casa assolutamente niente. Poi, per carità, nella Paritetica si può presentare di tutto e di più, ci mancherebbe, ma non è che presentandola venga in automatico recepita. Semplicemente questo.
Ritengo e sono assolutamente convinto che in caso di società pubblica in house ci siano molte più possibilità di portare a casa qualcosa, rispetto a un percorso che vede già dei soci privati, dove andremo davvero a rinnovare a soci privati delle concessioni a cui io immagino tutto il mondo vorrebbe partecipare, soprattutto se sono concessioni che rendono.
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Per replicare al collega Marquis e per completare quanto ho detto prima e che giustifica la dichiarazione di voto.
La norma di attuazione potrà dire che la Regione Autonoma Valle d'Aosta ha facoltà di disciplinare la modalità di utilizzo e di assegnazione delle derivazioni di acqua, anche delle grandi derivazioni idroelettriche, e che potrà anche concederle direttamente senza gara, ma a una condizione dirimente: la condizione è che questo avvenga per una società che rimane interamente pubblica - che è un organo strumentale della Regione - per perseguire una politica sociale. Non ci potranno essere regole speciali determinate da una norma di attuazione per una società con un capitale privato quotata in Borsa che opera come una concorrente sul mercato. Non si possono fare delle agevolazioni ad una società che deve essere in concorrenza con altre che operano sul mercato. Questo deve essere chiaro, perché sono due cose opposte! Non si può non dire questa cosa. Sono prospettive inconciliabili e se si dice che non è così si fa un atto falso, perché non è vero.
Bisogna documentarsi. Non pretendo, come qualcuno ha detto, di essere un tuttologo e di sapere le cose, però su questa questione ho dovuto - come penso molte altre persone, perché non avevamo competenza, forse qualcuno ne aveva, ma io no -studiare e ho cercato di approfondire tale questione in modo particolare, perché credo che la norma di attuazione sia l'unica strada che ragionevolmente, consapevolmente e responsabilmente questo Consiglio può adottare... Ma andatelo a vedere se non lo avete capito, non so se ci si fa o si è, non lo so! Le due cose sono però inconciliabili e se viene detto il contrario si dice una cosa falsa. Bisogna andarlo a vedere. Io non sono così sicura che tutti abbiano capito bene questa cosa, non ne sono sicura.
Presidente - Altri? Se non ci sono altre richieste di intervento, poniamo in votazione. Collega Marquis, prego.
Marquis (SA) - Per fatto personale. Collega Minelli, lei ha detto che ho detto delle cose false... Mi risulta così, mi corregga se sbaglio...
Presidente - Scusi, le do la parola per fatto personale se c'è stato, ma se non c'è stato chiudiamo la discussione e procediamo alla votazione. Procediamo alla votazione, colleghi. Apriamo la votazione. Possiamo chiudere la votazione.
Presenti: 35
Votanti : 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Baccega, Barocco, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Peinetti, Restano, Rini, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Chiudiamo qui la seduta, che verrà riaggiornata a domani mattina, alle ore 9:00.
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La seduta termina alle ore 20:03.