Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 638 del 8 maggio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 638/XV - Prosecuzione della discussione generale sulla relazione conclusiva della Commissione consiliare speciale CVA".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 31 colleghi possiamo iniziare i lavori. Ricordo che siamo sempre in discussione generale sulla presa d'atto della relazione della Commissione speciale CVA (punto n. 4 dell'ordine del giorno). Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (AV) - Bonjour à tout le monde, comme l'a rappelé la Présidente, nous sommes encore en discussion générale, ce qui confirme que la décision que nous avons prise, lors de la dernière séance du Conseil, de renvoyer ce thème à l'ordre du jour à une séance qui puisse permettre un débat suffisamment approfondi a été une bonne décision malgré que certains collègues n'étaient pas d'accord, car ce thème est un thème important qui mérite une juste attention de la part de tous les Conseillers, cela a déjà été rappelé par maintes interventions. L'exploitation des eaux est un thème historiquement important pour la Communauté valdôtaine, communauté qui a vu dans l'acquisition de la part de la Région en 2000 des centrales hydro-électriques de propriétés de l'Enel l'aboutissement d'un parcours qui a été poursuivi au cours des siècles, pour l'assomption d'une autonomie administrative dans ce domaine, un domaine fondamental pour tous les différents usages de l'eau, que ce soit pour l'usage humain, agricole, ou industriel et donc hydro-électrique. Pour les valdôtains dans le temps la bonne gestion de l'eau a été l'objet d'une attention absolue. Je crois qu'il est superflu de rappeler à cette Assemblée la construction au prix d'énormes sacrifices d'un réseau de ru [traduzione letterale dal patois: ruscelli] qui alimentaient non seulement l'activité agricole mais également tous les artifices qui caractérisaient l'activité artisanale, industrielle et humaine. L'utilisation de l'eau était tellement importante et réglementée que celui qui s'appropriait de l'utilisation de l'eau en manière pas correcte, lorsque celle-ci ne lui était pas due, subissait des amendes, mais il était également objet d'une sorte de bannissement moral, d'une indignation perpétuelle, disait-on. D'innombrables procès sont célébrés dans le temps, et, aussitôt que l'on découvre la valeur de l'eau pour l'exploitation hydro-électrique, naît le problème de l'opposition présumée entre l'agriculture et l'industrie. Emile Chanoux s'en est occupé dans ses écrits et dans un article daté 15 avril 1944 il se demande: "vi è opposizione tra l'agricoltura e l'industria nel godimento e sfruttamento di questa che è la nostra massima ricchezza?", il fait toute une longue analyse et à la fin affirme: "per fortuna nostra il periodo in cui l'agricoltura ha bisogno dell'acqua coincide con le piene dei fiumi, per cui acqua ne rimane a sufficienza" et il conclut: "l'opposizione di interesse tra agricoltura e industria idroelettrica è quindi conciliabile". L'article se termine par une réflexion qui est encore d'une extrême actualité: "è possibile assicurare agli abitanti della Valle, a tutti gli abitanti a un tasso minimo, se non gratuitamente, la luce, il riscaldamento e le forze motrici elettriche. Le grandi società concessionarie di derivazione dovrebbero assicurare alle Regioni da cui traggono le energie e lauti guadagni almeno questi vantaggi sociali", je crois que ce sont des paroles sur lesquelles réfléchir.

Depuis toujours la Communauté valdôtaine n'a cessé de débattre et de s'interroger sur l'exploitation des eaux, n'oublions pas que la motivation principale du manqué rattachement de la Vallée d'Aoste à la France pendant la période de l'après-guerre et du mouvement annexionniste consiste essentiellement dans le fait que les débouchés des lignes à haute tension qui partent de la Vallée d'Aoste sont dans la plaine du Po, c'est quelque chose qui a conditionné complètement l'histoire valdôtaine. Rappelons également que pendant la période du Fascisme les Communes valdôtaines ont été obligées par le Gouvernement fasciste, à travers les commissaires, à renoncer aux droits sur les eaux qu'elles avaient rachetés à la fin du XVIIIe siècle. Ces faits ont caractérisé fortement le débat sur les Statuts d'autonomie, à l'Assemblée constituante Emilio Lussu en a parlé et il a rappelé che l'uso delle acque era stato pagato con una cifra che oggi ammonterebbe a parecchi miliardi e ha aggiunto che "le opere riguardanti le acque a uso di irrigazione potabili sono il risultato degli sforzi pazienti di molte centinaia di anni che la popolazione montana della Valle d'Aosta ha compiuto senza interruzioni, è suo lavoro, suo esclusivo lavoro".

La questione dello sfruttamento delle acque per i valdostani è dunque un argomento molto sensibile e quindi tutto ciò che attiene all'acqua è oggetto di una grande attenzione da parte di tutti. È per questo che la gestione della società, che ha nell'oggetto statutario l'esercizio dell'attività di produzione dell'energia elettrica, la CVA, finisce quasi per coincidere nella percezione comune con la proprietà delle acque. Vi è un'identificazione talmente forte per cui si finisce per considerarla in questo modo e si finisce per fare una sorta di uguaglianza matematica per la quale CVA uguale proprietà delle acque e quindi, vendendo quote di CVA, vendo le acque. Ieri in quest'Aula abbiamo sentito passaggi di questo tipo; credo che valga la pena di ribadire che non è così, è già stato detto ma forse vale la pena di ricordarlo, sono due questioni diverse, distinte, regolamentate in ambiti diversi perché, se tutto questo non è ben chiaro, la discussione è viziata da un equivoco di fondo: una cosa è la forma societaria di CVA, che è un'azienda che per concessione sfrutta la forza motrice dell'acqua, tutt'altra cosa è la proprietà delle acque che è e resta in capo alla Regione, anche se CVA fosse quotata. Questa è la grande conquista rispetto ai secoli passati: la proprietà delle acque a cui non dobbiamo rinunciare e a cui non rinunceremo qualunque decisione prenderemo.

Oggi, così come avvenne nel 2000 con l'acquisizione coraggiosa e lungimirante di CVA da parte della Regione - questione che a noi oggi pare scontata e liscia come l'olio ma che in realtà all'epoca suscitò forti dibattiti perché non tutti erano d'accordo -, anche noi siamo chiamati a confrontarci su un'altra grande decisione: quella che riguarda il futuro della Compagnia valdostana delle acque. Il mio excursus storico non vuole essere uno sfoggio di cultura, non sono una studiosa, sono semplicemente una cittadina valdostana che credo come tanti altri, indipendentemente dall'appartenenza politica, ha assorbito una certa consapevolezza, una certa cultura, una certa mentalità legata all'acqua, una sorta di retaggio culturale che ci proviene dal passato per tutto quanto ho ricordato in precedenza. Rilevo quindi come la questione delle acque stia profondamente a cuore a noi valdostani al punto di diventare più di un imprescindibile elemento, quasi un elemento identitario, in particolare io credo per chi è profondamente attaccato a questa Regione.

Alla luce di queste considerazioni, la confusione che viene creata tra i due piani: quello della gestione della CVA e quello della proprietà delle acque, così come le prese di posizione che da questa confusione discendono risultano fuorvianti e distolgono il dibattito dall'oggetto vero della discussione: la gestione e le prospettive per CVA.

Permettetemi di rilevare un fatto curioso: come talvolta nel dibattito politico succedano dei fenomeni strani per i quali le parole assumono delle valenze che trascendono il significato della parola stessa, è come se le parole sfuggissero un po' al controllo. Nello specifico una parola che diventa quasi incriminata è proprio la parola "quotazione", che per qualcuno ormai è quasi un sinonimo di ignominia. Si parla di quotazione e quindi assume una valenza negativa e la valenza negativa è legata proprio alla confusione di cui parlavo. Ora, noi diciamo che le parole vanno considerate e utilizzate per il loro significato, niente di più e niente di meno, la parola "quotazione" non è una parola tabù. Nei confronti del tema della quotazione i nostri movimenti, i nostri gruppi si sono interrogati, anche all'interno del movimento a cui appartengo c'è stato un approfondimento, c'è stato un dibattito a cui naturalmente, come Consiglieri, il collega Chatrian, la collega Certan e io abbiamo partecipato con lo scopo di cercare di capire, di approfondire, valutare, conoscere anche situazioni ed esperienze che in qualche modo potessero testimoniare di realtà simili alla nostra e ad altre. Abbiamo incontrato anche persone che potessero portare la loro esperienza maturata all'interno di società a partecipazione pubblica quotata. Devo dire che, al di là delle opinioni personali, perché credo che in tutti i movimenti ci siano poi opinioni personali contrastanti, ne abbiamo tratto un'impressione generale positiva.

Perché quotare? Gli esperti auditi in Commissione sono stati chiari, in linea di principio ci si quota per finanziare la crescita. Le imprese che si quotano crescono di più e quindi sono in migliore salute di quelle che non si quotano. La quotazione in Borsa viene considerata un passo importante ai fini del consolidamento di un'azienda in un contesto di regole chiare e trasparenti, con un management competente che abbia ben coscienza del proprio ruolo, così come sull'altro fronte chi detiene la maggioranza della proprietà, e cioè nel nostro caso la Regione, deve avere coscienza e rispetto dei ruoli e quindi di ciò che gli compete, non andando a invadere discrezionalmente campi altrui e con interferenze personali o politiche, e questo io credo che, alla luce di certe possibili discrezionalità, possa essere un vantaggio.

CVA è una società di diritto privato che attualmente è interamente partecipata dalla Regione ed è in virtù o, meglio, a causa di questa sua condizione che risulta fortemente penalizzata dalle normative nazionali, che ne rallentano l'operatività rendendola non competitiva in un mercato nel quale si trova a operare e vede invece i suoi competitor nella libertà di operazione: questo è il nocciolo della questione, questo è uno dei problemi, sicuramente un problema importante al quale noi Consiglio regionale dobbiamo trovare una soluzione, sempre che lo riteniamo tutti un problema e per noi maggioranza questo è un problema. Ci sono visioni diverse, altri pensano che CVA possa rimanere com'è e continuare a fare il suo lavoro come ha sempre fatto. Noi abbiamo maturato un'opinione per la quale è necessario invece agire nel senso della maggiore operatività. Non è stata una valutazione semplice, sono temi e argomenti molto complessi perché richiedono competenze, che io, penso come altri colleghi, non ho e devo dire anche che dal mio punto di vista la mia difficoltà è stata quella di entrare nel merito della questione senza farmi condizionare troppo dal punto di vista quasi ideologico: lo dico riferito a me, al mio sentire, al mio modo di essere, che è legato, come dicevo prima, a una concezione dell'acqua che mi deriva dalla mia formazione culturale, politica, dalla mia famiglia, dalla mia educazione, dall'ambiente in cui io vivo.

Perché è necessario affrontare la questione CVA e siamo sollecitati a farlo? Perché stare fermi in un ambito che invece si muove, evolve è qualcosa che ci indebolisce e noi crediamo che non sia quello l'atteggiamento che i cittadini, tanti cittadini, si aspettano dalla classe politica che li amministra. Non è lungimiranza, sarebbe semplicemente il mantenimento prudente, sicuramente per certi versi, ma anche un po' perdente dello status quo. Crediamo che sia lecito aspettarsi altro, aspettarsi che vengano valorizzate al meglio le potenzialità di questa società affinché essa possa essere motore di sviluppo. Penso che, quanto agli effetti positivi, meglio di me potranno dire i colleghi che interverranno, la quotazione in Borsa è uno strumento, e come tale va considerato, che la legge fornisce per sottrarre a ingranaggi troppo rigidi una società che ha la necessità di essere reattiva, dinamica, pur permettendo di mantenere saldamente il controllo maggioritario in capo al pubblico, in questo caso alla Regione.

Come ci è stato detto in Commissione, la prima condizione per decidere di votare CVA è l'adesione alla filosofia che sottende la quotazione, una filosofia che deve essere improntata a una volontà di trasparenza, di rigore, di confronto con i competitor a livello nazionale ma anche a livello internazionale. Non è poco, è sicuramente un grande cambiamento culturale rispetto a un atteggiamento più prudente, più conservativo e piuttosto sulla difensiva. Certo bisogna che i tempi, i modi, le condizioni siano studiati nel dettaglio e, per quanto ciò sarà possibile, bisogna che rientrino in un testo di legge che vada a tutelare la nostra Regione in quanto Amministrazione ma anche in quanto comunità: mi riferisco a percentuali di quotazione che vanno fissate e quelle devono essere e, anche nel momento in cui ci dovesse essere una OPA ostile, nessuno degli azionisti è tenuto ad accettare l'offerta perché non può esserci - e questo credo sia stato detto in modo chiaro in Commissione - un'operazione di acquisto ostile se non con l'avvallo del socio di maggioranza, cioè della Regione: questo è, credo, il timore che in tanti sentono e credo sia necessario essere chiari su questo punto. Evidentemente questo dipende anche da chi siede nel Consiglio regionale perché probabilmente ci possono essere visioni diverse, anche visioni che probabilmente non esiterebbero a fare operazioni di vendita anche maggioritaria della CVA, cosa che peraltro è emersa anche in audizione.

Altra questione fondamentale è quella delle concessioni, altro tema importante sollevato sia all'interno della Commissione speciale che della I Commissione, concessioni che vanno a scadenza nel 2029 e torneranno alla Regione che potrà rimetterle in gioco. Vedo che tra i banchi della LEGA c'è un minimo di fermento... io non ho fatto riferimenti precisi ma evidentemente qualcuno si è sentito toccato e quindi ascolteremo con piacere le motivazioni dei colleghi. Qualcuno ride, bene, fa piacere che sia di buon umore, tutto questo predispone al dibattito a un tono forse più positivo. È necessario un intervento attraverso una norma di attuazione che vada a rafforzare i poteri concessionatori. Non solo, per la questione delle acque in una Valle d'Aosta che ha un passato, che ha una storia importante in questo senso, la norma di attuazione potrebbe andare anche al di là delle semplici concessioni e riteniamo che sia giusto e corretto valutare, approfondire la questione e che la Giunta debba farlo di concerto con gli uffici legali della Regione, con i rappresentanti della Commissione paritetica, soprattutto alla luce della norma di attuazione che è stata votata nel 2016 e che ha trasferito, in pienezza di poteri pubblici, alla Valle d'Aosta tutte le acque a scopo idroelettrico ad eccezione dell'asta centrale della Dora. Sulla possibilità di intervenire attraverso la norma di attuazione sui vincoli nati dalla Madia sia gli esperti auditi che i membri stessi della Commissione paritetica sono stati molto cauti in merito all'esito finale e ai tempi necessari.

In conclusione noi crediamo che i lavori della Commissione speciale siano stati proficui, siano stati sicuramente impegnativi per tutti e che siano stati svolti nei tempi previsti e questa io penso sia una dimostrazione di serietà, il Consiglio si era preso un impegno con una data di scadenza e, entro quel termine, i lavori sono stati portati a termine, di questo credo che vada preso merito a tutti i Commissari, al Presidente Nogara e al personale del Consiglio, che ha seguito e ha contribuito in maniera determinante alla riuscita dei lavori. I lavori sono stati l'occasione per approfondire questioni tecniche sulle quali dicevo non credo che tanti avessero delle competenze, tutti i Commissari hanno avuto la possibilità di porre le domande ritenute necessarie in un confronto con esperti titolati, esperti di alto livello sicuramente che hanno accettato di rendere anche pubbliche le loro audizioni e credo che questo sia anche un modo per evitare possibili interpretazioni strumentali. Ogni atto della Commissione è stato pubblicato sul sito del Consiglio a disposizione di chiunque voglia accedervi e leggere quanto è stato discusso. Crediamo che questo vada a tutto vantaggio del dibattito politico ma anche della giusta informazione data ai cittadini perché noi riteniamo che sia nell'interesse della comunità - e qui mi lego a quanto affermato dalla collega Minelli, lo condivido - mantenere nei termini corretti il dibattito, anche se le posizioni sono e potranno rimanere distanti. Qui non vi sono buoni e cattivi, non vi sono autonomisti più autonomisti degli autonomisti, vi sono posizioni diverse a confronto tutte legittime, rispettabili e che porteranno poi a prendere decisioni delle quali ogni eletto si assumerà la responsabilità: questa è la democrazia, grazie a Dio mi verrebbe da dire, ma io credo grazie soprattutto a tutti noi.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Buongiorno a tutti. Ieri abbiamo ascoltato moltissimi interventi e anche questa mattina rispetto a quotazione sì, quotazione no, vincoli giuridici e tutta una serie di altre questioni più o meno politiche. Io vorrei qui fare un ragionamento leggermente diverso che non è stato ancora toccato in quest'Aula, né dalla Commissione, che ha svolto il suo ruolo direi in maniera proficua rispetto agli obiettivi che si era data la maggioranza. Il ragionamento che vorrei fare con voi in questo momento è piuttosto semplice, vediamo se riuscite a condividerlo: la CVA è una società pubblica, e questo è un fatto, si è creata una situazione per via di una serie di vincoli giuridici e di volontà politica di fare una trasformazione di questa società, in qualche modo di valorizzarla, si parla di quotazione ma in realtà la vogliamo valorizzare, tutti voi siete d'accordo su questo, vogliamo accrescere il potenziale, vogliamo in qualche modo darle più forza da un punto di vista economico. È su questo punto che casca l'asino secondo me, qual è la migliore valorizzazione della società? Qual è la cosa che farebbe rendere di più questo asset pubblico? Ed è su questo che non c'è stato approfondimento perché quello che si dimentica in quest'Aula - e l'ho già visto in passato in altre occasioni - è che si fanno i conti senza l'oste e l'oste in questo caso è la Corte dei conti, perché voi qui dimenticate sempre, quando prendere decisioni affrettate senza supporto tecnico, senza valutare tutti gli scenari, senza valutare tutti i pro e i contro, che poi c'è la Corte dei Conti che arriva, guarda quello che uno ha fatto e castiga, e castiga in maniera pesante. Allora voi dite che la quotazione in Borsa è la cosa migliore che c'è, e se non fosse la migliore che c'è? E se scoprissimo che venderla sarebbe meglio? E se scoprissimo che tenerla pubblica sarebbe meglio? Poi chi paga? Io ve lo dico chi paga: paga chi vota questa roba, perché non c'è un supporto, i numeri... reale, i ragionamenti fatti... che poi in qualche modo agevola le decisioni e le fa diventare fattibili. Voi quindi prendete delle decisioni qui dentro, l'avete già fatto in passato, ripeto, a cuor leggero indirizzati spesso da alcuni Consiglieri o da alcuni Assessori che hanno degli interessi chissà di che tipo a continuare a insistere sempre e solo in un'unica direzione per poi arrivare a piangere lacrime di coccodrillo successivamente e a dire: "cattivo questo, cattivo quello, è perché se non si fanno gli affari loro, ma non è giusto, ma qua ma là...".

Pensateci con calma e riflettete fino in fondo perché qualunque atto viene votato qui dentro ha delle ripercussioni pesanti, questo lo dico poi in particolar modo a chi si è approcciato da poco in quest'Aula perché era facile in passato arrivare e schiacciare il pulsante, andava tutto bene, nella passata legislatura si è capito che, schiacciando il pulsante, non va sempre tutto bene, e in questa anche peggio. Ai nuovi soprattutto quindi dico: riflettete con calma, fate i giusti e opportuni approfondimenti, fatevi aiutare nelle decisioni in maniera concreta perché a prendere decisioni già scritte si finisce davanti alla Corte dei conti in qualche caso, non sempre, ma in qualche caso si finisce e poi si paga a livello personale, e lì non paga il partito, lì non paga il Consiglio, paga il singolo di tasca sua o i suoi eredi se muore, perché poi la cosa bella di questa cosa è che non è che se lo dimenticano perché la condanna penale è personale e finisce a un certo punto, quella economica no, strana questa cosa e te la ricordi fino ai secoli dei secoli.

Io l'unica cosa che vorrei aggiungere a quanto è stato detto, anche perché ci sarebbe ancora da dire ma, da un punto di vista tecnico, rispetto a quanto detto dai colleghi di maggioranza non voglio neanche entrarci... vi invito però veramente a fare una riflessione opportuna perché continuare a insistere verso una certa direzione, votando delle cose che sono blindate a scatola chiusa e che prevedono un'unica soluzione, vi pone nella situazione, visto che si vuole valorizzare una società, che l'eventuale scarsa valorizzazione ve la pagate voi. Non so se sono stato chiaro. Vi ringrazio e mi scuso per il poco tempo che ho messo per l'intervento e un buongiorno a tutti.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Barocco.

Barocco (UV) - Dopo l'intervento del collega Cognetta che ci invita tutti alla prudenza, penso che alcune considerazioni siano senz'altro ancora più necessarie. La Commissione speciale CVA riflette, credo, una prudenza di quest'Aula, perché costituire proprio una Commissione speciale che affronti questo tema denota senz'altro questo carattere; penso anche però che questa decisione si stia formando in quest'Aula, tant'è vero che all'interno della Commissione non c'è stato un atto unanime e le conclusioni stiamo cercando di trarle tutti assieme. Ogni consiglio quindi alla prudenza è senz'altro ben accetto ma su certi temi penso che la politica abbia anche la responsabilità di addivenire a delle decisioni, poi se si rivelerà necessario approfondire... penso che da qui alla redazione di una norma che prevederà in un caso o nell'altro quale sarà la decisione, quotazione o meno, ci sarà il tempo eventualmente di fare gli opportuni approfondimenti.

Veniamo al tema della giornata sulla quotazione di CVA: in quest'Aula in queste ore, ieri e oggi, ci sono delle contrapposizioni che si rifanno a matrici ideologiche, si va dal laisser faire a ricordare Karl Marx sul controllo degli strumenti di produzione e penso che all'interno ci siano comunque anche altre posizioni degnamente rappresentate. Io continuo a dire che vorrei che si uscisse dall'equivoco, ci ha già pensato la Consigliera Morelli a dire che qui non si vendono le acque. La vera sfida sarà nel 2029 sulle concessioni che dovranno attenersi a norme decisamente più stringenti. Sull'acqua pubblica io penso che questo Consiglio abbia unanimemente un idem sentire, poi ci possono essere delle diversità di metodi di realizzazioni ma in Valle d'Aosta cominciamo a mettere qualche... pour remettre la pendule à l'heure come dice qualcuno, il servizio idrico integrato è interamente pubblico.

Con delibera del 2007 l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta ha definito l'acqua un bene non economicamente rilevante e quindi ha delegato, a differenza delle altre Regioni... anche se la materia è in evoluzione anche adesso e infatti su questo tema sono depositati al Parlamento italiano degli interessanti disegni di legge che vogliono che l'acqua ridiventi in alcuni casi pubblica e rimanga soprattutto pubblica la sua distribuzione. Il servizio idrico in Valle d'Aosta, grazie all'impegno dei Comuni, grazie all'Amministrazione regionale, è migliorato, dal 2009 fino al 2015 ci sono stati dei piani straordinari di intervento sulle nostre reti e possiamo dire che le nostre reti sono, se non in ottimo stato, in buono stato di efficienza e la qualità dell'acqua è buona, è sufficiente. Tra l'altro, questo si può verificare anche con delle apposite app del BIM, dove viene pubblicato, a seconda ovviamente del Comune interessato, lo stato di potabilità e di qualità delle acque. Tutto questo ha, penso, portato quindi a una distribuzione dell'acqua ai nostri cittadini e un'acqua buona. Questo sistema, tra l'altro, è stato anche preso ad esempio da Eau de Paris alcuni anni or sono a Saint-Vincent grazie a un convegno organizzato dal BIM e, in collaborazione con il professor Louvin, ci fu come ospite e come relatrice la Presidente della Eau de Paris, che ha cercato di capire come siamo perché a Parigi si voleva ridiventare pubblici come acqua, quindi su questo abbiamo fatto alcuni passi avanti. Da questo punto di vista, questa particolare attitudine di gestione dell'acqua destinata al consumo umano, possiamo senz'altro assicurare ai nostri cittadini che l'acqua è pubblica.

C'è un altro aspetto che è quello appunto di cui stiamo discutendo oggi: la quotazione di CVA, la quotazione di una parte di CVA, anche qui io cerco di essere pragmatico, ci collocherà sul mercato azionario una percentuale che va dal 30 al 35% e l'aritmetica dice che è minoranza, quindi sul cento. Perché quotare? Ovviamente tutti siamo convinti che una norma di attuazione che permetta di superare certe leggi nazionali sarebbe la cosa migliore ma abbiamo la contrainte temporale e, com'è stato detto dal professor Louvin, la tempistica non è così immediata. Sì, è vero, dai 3 ai 9 mesi, ha anche detto ed è agli atti che certe norme di attuazione giacciono sui tavoli delle trattative Stato-Regione da più di 10 anni, quindi l'ha scritto e l'ha detto, l'ha detto giustamente come un professore che ti dice e ti descrive tutte le caratteristiche di questo processo di trattativa, se così vogliamo dire, tra Stato e Regioni. Se lo Stato è bravo, se la Regione è brava, se tutti siamo bravi, magari si riesce a fare di meglio. La situazione politica italiana - non è che voglio dare dei giudizi - diciamo che è in effervescenza e nessuno mi può smentire che l'aria di elezioni dopo le elezioni europee potrebbe prendere vigore e potremmo anche andare incontro a delle elezioni anticipate, ma non è una novità. L'Italia negli ultimi 50 anni di elezioni anticipate ne ha avute, comunque questo è un dato ambientale da non sottovalutare. Si va quindi verso la quotazione obtorto collo per un'esigenza di tempo, perché è necessario decidere.

Io su un aspetto la penso come la collega Minelli: c'è qualcuno che ha cantato messa prima del tempo, articoli, interviste fatte in fretta perché perdiamo... lo sapevamo, lo sappiamo, però quest'Aula penso che debba decidere in tutta tranquillità senza influenze esterne. Noi cerchiamo di decidere con le nostre convinzioni e dopo un dibattito. Noi vogliamo una quotazione di CVA perché vogliamo che essa continui a essere... e qui si inseriscono tutti questi termini anglofoni: player, advisor, corporate; noi vogliamo che sia in sintesi una società che non abbia più lacci e lacciuoli all'interno della quale la politica abbia un ruolo marginale e con la quotazione in Borsa... questo ci è stato detto dai vari esperti... questa è una delle conditio sine qua non perché sul mercato contano i risultati e conta la trasparenza ma vogliamo soprattutto che questo gioiello di famiglia rimanga valdostano e quindi in mano a una governance pubblica moderna improntata alla trasparenza e soprattutto che CVA diventi leader nel mercato delle energie rinnovabili, quindi con attenzione all'ambiente, con un'attenzione allo sviluppo sostenibile e all'interno della nostra risoluzione - penso che questo sia da rimarcare - chiediamo a CVA che ogni anno presenti un report sullo sviluppo sostenibile che concorre a produrre all'interno del mercato dell'idroelettrico o, meglio, dell'energia. Per esempio, in Germania viene data la possibilità all'utente di scegliere il proprio fornitore e, dal punto di vista commerciale, le imprese che forniscono energia idroelettrica hanno dei plus... cioè cercano di far capire che loro producono energia rinnovabile non con il fossile, e si è aperta per loro tutta una serie di mercati molto interessanti.

Spero che questa quotazione interessi anche il sistema economico valdostano, ci sono delle risorse in Valle d'Aosta, ci sono degli imprenditori che forse potranno confrontarsi con il mercato e cercare di acquisire delle partecipazioni e comprare delle azioni. Non voglio poi entrare nei vari meandri della quotazione perché lo so benissimo che ci sono degli step che devono essere rispettati, però questa potrebbe anche un domani essere una possibilità. Non dimentichiamoci poi che comunque il nostro obiettivo è di cercare di rendere sempre più interessante e più redditizia questa nostra società, che ovviamente reinvestirà parte degli utili per sviluppare le sue attività ma potrà un giorno anche riservare una quota di utile alla remunerazione del suo capitale, quindi anche delle quote azionarie, dunque anche del socio Valle d'Aosta. In quest'Aula stiamo parlando molto spesso di progetti interessanti, però bisogna anche poi avere le risorse e le entrate che ci permettono di implementare certi progetti, sono tanti ma senz'altro un'attenzione particolare dovremo riservarla. Questo non vuol dire che noi dobbiamo già oggi... anzi dovremo aspettare la quotazione e poi vedremo se questo 35% sarà acquisito, quindi non andiamo a ipotecare denari che oggi non abbiamo, questo deve essere chiaro, però negli anni diciamo che CVA, bene o male - io non voglio entrare in vicende che non conosco -, hanno comunque garantito delle entrate alla Valle d'Aosta. Noi oggi siamo qui dicevo a dibattere, sappiamo che su questo tema c'è fermento in Valle d'Aosta, posso senz'altro dire che questa volta, a differenza del passato - sbagliando si impara -, non temiamo consultazioni referendarie e senz'altro non ci opporremo a esse: questa è una mia opinione ma penso che possa essere senz'altro trasversale. Ho detto poi - perché poi qui qualcuno senz'altro mi ricorderà che cosa avete fatto nel passato con il referendum -: sbagliando si impara, perché sennò qui capita come... ho fatto un tweet e adesso ogni volta me lo ricordano. Non è che lo rinnego, ho detto e ho spiegato perché, volevo solo dire al simpatico Consigliere Vesan che l'ora era antelucana ma ero sobrio...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... ho solo dato un'interpretazione, cioè uno stato dell'arte, excusatio non petita, accusatio manifesta.

Tornando a noi, senz'altro noi ci attrezzeremo perché sappiamo che non si vendono le acque, si quota una parte di una società pubblica, noi vogliamo che questo sia un momento di dibattito e soprattutto vogliamo che da qui parta una governance nuova per CVA. Lasciatemi poi rivendicare all'Union Valdôtaine, così tanto bistrattata, la scelta di comprare l'Enel: una scelta lungimirante fatta in quegli anni e che oggi però ci dà la possibilità di discutere di questa importante società per la nostra Regione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Tanto per tenere alta l'attenzione, se non c'è contrasto qui, il dibattito non continua... alors, Madame Morelli, je dirais Madame pirouette, écoutez-moi des deux l'une, comme dirait Monsieur Chatrian: o la CVA i valdostani la considerano come un'equazione per le nostre acque, come ha detto lei - ma io contesto questo, da valdostano non vedo CVA come l'essere concretizzato in acqua -, oppure qui si vuole cedere al mercato una parte delle nostre acque a questo punto seguendo il suo sillogismo. Direi quindi che i valdostani non sarebbero certo contenti di veder cedere una parte delle loro acque, dunque non mi sta bene sentir dire che la CVA è vista e considerata fisicamente come la realizzazione del nostro patrimonio acque. Perché qui si parla tanto di quotazione, anche se io non pensavo fossimo già arrivati a questo punto, il Consigliere Barocco la dà già per un futuro semplice, quindi si quoterà, va bene, si quoterà. Io non sono contrario a prescindere la quotazione, almeno noi qua non siamo mai stati a prescindere, però discutiamone, discutiamone prima, analizziamone gli aspetti, cosa che non è stata fatta in Commissione. Non abbiamo ancora parlato di cifre perché bisogna pure ricordare ai valdostani che continuare la quotazione comporta una spesa enorme: circa 2 milioni di euro solo per il processo, più le commissioni che si aggirano a 1,80-2% del volume trattato, eccetera, quindi sono cifre grosse e dovremo pure analizzare anche queste cifre. Ricordiamoci che ciò che è venduto è venduto per sempre, se c'è una cosa, collega Morelli, che caratterizza i valdostani è jami vendre, maleur vendre [traduzione letterale dal patois: mai vendere, guai vendere]. Qui, una volta venduta, quel 30%-35%-40% che si ipotizza non sarà più del pubblico, non sarà più della Regione Valle d'Aosta, beccheremo un pacco di soldi per fare 150 progetti già tutti pronti, però non so quanti ne destineremo comunque agli investimenti sulle immobilizzazioni e sugli impianti, dovremo pur tener conto anche di rilanciare la CVA com'è stato giustamente detto. Quella grossa fetta di utile che puntualmente arriva tutti gli anni alle casse regionali quindi verrà di un terzo persa, e questo fa parte del calcolo.

A questo punto per chiudere la mia posizione critica termino con la Commissione CVA. Dopo quanto ho visto ieri in Aula, mi sono reso conto che a questo punto forse ha ragione il Comitato "Giù le mani dalle acque" quando diceva che era una pagliacciata, perché questa Commissione, a mio avviso, doveva essere neanche a questo punto messa in piedi, è stato uno sperpero di denaro, di tempo, di capacità degli uffici amministrativi per lavorare attorno a una risoluzione che era già scritta. Se non altro è servita a noi, perché io mi ritengo uno di quelli che ne sapeva ben poco sull'argomento: è servita a noi a farci un minimo di idea di cosa possa significare questo mondo delle imprese di mercato. Io quindi chiedo ancora a tutti quanti i colleghi di riflettere un bel po' e approfondire un po' le cifre prima di prendere certe decisioni.

Présidente - La collègue Pulz a demandé la parole.

Pulz (ADU VDA) - Buongiorno a tutti. Vorrei aggiungere alle dichiarazioni di ieri alcune riflessioni perché martedì 2 aprile si sono conclusi diciamo senza infamia e senza lodo, come direbbe forse il sommo poeta se avesse fatto parte della Commissione speciale, appunto i lavori della Commissione all'insegna della fretta e all'inizio anche in un clima di sospetto e di segretezza, che poi in parte è stato superato, e spinti da questa pressione, da questa idea che la CVA da tempo viva una situazione di emergenza economica e anche decisionale su cui si è calcato non poco.

A noi sembra di poter dire che la vera emergenza che la CVA ha dovuto vivere fin dalla sua costituzione sia di fatto un'altra e cioè l'ingerenza continua e ostinata di varie Giunte regionali che tutte quante hanno messo le mani in CVA prelevando denari per finanziarie varie attività, l'attività che poi è risultata fallimentare del Casinò, alcune nomine dell'Amministratore, del Presidente e anche per esercitare pressioni e far assumere, il che sembra piuttosto innegabile, amici e anche amici degli amici. "Così è se vi pare" direbbe Pirandello. A proposito di questa voracità finanziaria della Regione nei confronti della sua partecipata, non sono io a esprimermi, altrimenti il Presidente Nogara mi direbbe che sono inopportuna, ma ho trovato le parole direttamente del Procuratore Rizzi della Corte dei conti quando si è espresso nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario febbraio 2018, riporto le sue parole: "la gran parte delle risorse confluite sul Casinò non è stata attinta da ordinarie disponibilità regionali ma è stata reperita attraverso complesse ed estremamente articolate operazioni di drenaggio compiute sotto la regia della Regione sulla controllata di secondo livello Compagnia valdostana delle acque S.p.A.. Questa società ha rappresentato un salvadanaio sorprendentemente pingue. Sorprende che la prospettiva, rallentata a seguito dell'approvazione della cosiddetta "legge Madia" della quotazione sul mercato telematico azionario di Borsa italiana di un soggetto imprenditoriale dinamico e capace di portare avanti una gestione profittevole, seppure con qualche opacità strategica (come la vicenda dell'acquisto di turbine e altro materiale idroelettrico di provenienza cinese sembra dimostrare), non costituisca un freno alla voracità finanziaria della Regione". Ancora lascerei la parola ad altri, sempre per non far arrabbiare il Presidente, e questa volta ai Dirigenti di CVA, che hanno scritto una lettera indirizzata a noi Consiglieri regionali - era l'agosto scorso, dopo il loro bilancio da cui risultava che sono stati prelevati da CVA solo in un anno 135 milioni di euro -: "dal punto di vista economico, va ricordato che nel 2029 scadranno quasi tutte le concessioni di CVA. In ogni caso la partecipazione a tali gare richiederà un impegno finanziario estremamente importante per la società. Si tenga presente che nel corso degli anni la Regione ha costantemente richiesto e ottenuto la distribuzione di utili e riserve che hanno eroso quasi completamente la riserva straordinaria accumulata negli esercizi. Conseguentemente CVA dovrà necessariamente reperire le risorse finanziarie per partecipare alle gare, probabilmente tramite ricorso al debito". Ecco, secondo noi, sostenere che le società pubbliche non possono essere gestite in modo trasparente e in grado anche di generare utili significa in qualche modo ratificare e ammettere quello che è stato fatto fino ad oggi dalla maggior parte degli esponenti politici nei confronti della CVA, cioè ostinarsi a gestirla in maniera eterodiretta utilizzandola come se fosse un bancomat. Come dicevamo ieri, trovandoci poi, come Regione, a dover condividere le decisioni con enti esterni che hanno le loro logiche, cioè hanno come obiettivo esclusivo la redditività, perché questo fanno di mestiere, lavorano per il mercato e non per gli interessi della collettività.

Allora noi crediamo che si tratta di invertire la rotta e magari anche subito e, per fare questo serve - lo dicevamo già ieri e ormai siamo paranoici - una nuova classe politica che non sia delegittimata - e che non sia delegittimata prima che dalla Magistratura, che fa giustamente il suo lavoro - dai propri comportamenti che sono spesso superficiali e approssimati. Questa classe politica dicevamo - e ci mettiamo anche noi dentro pur essendo neofiti - ha perso autorevolezza, quindi come può parlare di questioni così importanti per il futuro di tutti? Noi Consiglieri - almeno quelli che si sentono fino in fondo la responsabilità e anche il peso delle scelte - ritenevamo alla fine della Commissione e riteniamo ancora di avere bisogno di vederci ulteriormente chiaro in merito alla questione CVA, per essere proprio sicuri di non sbagliare e di lavorare nella direzione più giusta per tutti, per la comunità. Mi sembra che anche altri colleghi abbiano detto questo insistentemente ieri, in particolare il collega Aggravi, parte della minoranza - uscita in modo straordinariamente compatto dalla Commissione nel momento in cui la maggioranza votava la relazione finale - chiedeva una proroga dei lavori e molti sono convinti che sia necessaria. Al di là della Commissione speciale che ha finito il suo corso, ci sono tutte le altre commissioni che possono ancora intervenire, perché ci sono molte domande che restano pericolosamente senza risposta, almeno dentro di me non hanno trovato risposta. Vi faccio alcuni esempi che sono lampanti, sempre Monsieur La Palice potrebbe confermarli: che cosa avverrà se la Commissione paritetica farà un buon lavoro e ci darà finalmente una norma di attuazione sulla gestione delle acque? Quali conseguenze ci sarebbero se CVA restasse interamente pubblica? Cosa succederebbe invece se la società venisse quotata in Borsa per una certa percentuale? Ecco, questo scenario, come vi dicevo ieri, Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta ha cercato di analizzarlo a fondo e anche senza pregiudizi, lo so che pochi crederanno a quanto sto dicendo ma è stato così: un'operazione di onestà intellettuale. Vi abbiamo spiegato ieri nell'intervento quali sono stati i risultati di questa operazione onesta. Dove verrebbero poi investiti i ricavi, nell'azienda stessa o in altro? Nella comunità? E per quali voci esattamente, per fare che cosa, per coprire quali debiti (ci viene anche questo dubbio)? Oppure per sostenere quali ulteriori sistemi clientelari frutto di lunghi anni di malgoverno valdostano? Adesso che l'imperatore non c'è più... ma forse il mal governo non era solo affare suo, come ho cercato di dire più volte senza essere peraltro compresa. E poi quali sarebbero i parametri guida? Quelli economico-finanziari che sono esclusivi, che sembrano avere l'esclusività in questo nostro mondo o anche altri parametri, che sono sempre più urgenti e che solo un pazzo può ormai evitare di guardare con sincerità in faccia, cioè i criteri climatici, quelli ambientali? E poi lo spirito più autentico della nostra autonomia - che rivendico come mio anche se non sono autonomista, ma perché devo sentirmi autonomista? Sono valdostana senza aver mai avuto nessuna tessera di nessun partito autonomista - dove lo mettiamo? Lo neghiamo? Mi hanno colpito molto a questo proposito le premesse storiche effettuate dalla collega Morelli nel suo intervento - che mi hanno attratta perché ho questa deformazione professionale per la quale non posso che apprezzare chi comincia un discorso rievocando questioni storiche -, io però da quelle premesse mi aspettavo conclusioni molto diverse, quindi sono rimasta un po' delusa, anche perché avevo capito - probabilmente male e per colpa mia e della confusione politica che c'è, perdonatemi se dico una stupidata - che Alpe fosse a favore del referendum, cioè che volesse sottoporre alla cittadinanza, com'è nel suo diritto, la questione della CVA e quindi del referendum, probabilmente ho capito male. A tutte queste domande che ho cercato di elencarvi comunque non è stata ancora data risposta, almeno io non ho trovato risposte e mi è dispiaciuto che alcune di queste domande venissero ritenute inopportune, perché, quando si mettono sul tavolo tutte le possibili soluzioni e strategie, come diceva bene ieri il collega Aggravi, e poi bisogna cercare di tirar fuori la migliore soluzione, allora in quel caso nessun dubbio e nessuna domanda sono fuori luogo, anzi magari proprio attraverso i dubbi, attraverso le perplessità e le domande si può trovare la strada giusta perché nessuno di noi ha la verità in tasca e questo argomento è particolarmente complesso per tutti.

Per finire, perché non voglio nuovamente essere noiosa come ieri, anche Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta ritiene che gli assetti societari possibili non siano stati sufficientemente indagati in tutte le loro conseguenze e reputa che invece la politica, per essere davvero tale, per ritrovare la sua dignità perduta, dovrebbe avere un respiro molto più ampio, dovrebbe essere capace di analisi più approfondite e soprattutto di maggiore progettualità, una progettualità che deve farsi sempre responsabilmente carico anche delle future generazioni.

Dalle ore 10:08 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola il Consigliere Farcoz.

Farcoz (UV) - Je chercherai à donner quelques petites réponses à la collègue Pulz. Ce thème a été évidemment un thème stratégique pas exclusivement dans ces années pour la question de la cotation en bourse de CVA mais pour l'histoire de tous les valdôtains, comme la collègue Morelli a avant déjà rappelé. Sur la propriété des eaux, comme on a déjà dit, on a résolu la question avec une disposition d'application du 2016 avec laquelle on a eu la possibilité de dépasser l'article 7 du Statut spécial, donc les concessions hydroélectriques des eaux de 99 ans avec la propriété des eaux quand - je veux le rappeler - la Présidence du Gouvernement était de Rollandin, avec un Gouvernement pour la plupart unioniste; à ce propos je veux aussi remercier le Président de la Paritaire, Monsieur Robert Louvin. De l'autre côté, nous devons aborder aujourd'hui un autre argument: celui de l'exploitation des eaux, sur lequel nous devons borner toute notre attention et nos approfondissements pour éviter que la propriété reste quand même des valdôtains mais l'exploitation soit faite par des sociétés qui ont le siège fiscal hors du Val d'Aoste et, par conséquent, toutes les retombées financières, économiques, et évidemment environnementales et d'occupation retombent à l'extérieur du territoire valdôtain.

Nous abordons aujourd'hui ce thème parce que nous avons travaillé longtemps (trois mois) dans une Commission spéciale, donc je veux remercier le Président Nogara et tous les membres qui y ont participé. Je voudrais avant tout encadrer cette discussion dans trois domaines : le premier argument que je voudrais traiter c'est le cadre général et global dans lequel la Vallée d'Aoste est insérée, la CVA est insérée, le monde occidental est inséré; après je chercherais de tracer le cadre particulier de la société CVA et, enfin, l'iter des travaux de la Commission, les nécessités qui sont sorties et surtout les réponses que la collègue Pulz avant demandait.

Pour ce qui concerne le cadre général, je crois qu'il est nécessaire de rappeler que nous sommes dans une particulière période historique où, après deux siècles d'exploitation peut-être même folle des combustibles fossiles, on a déclenché une guerre aux fameuses GHG (le sostanze clima-alteranti), aussi parce que finalement existent des alternatives à toute une série de façons de penser, de produire et travailler. On voit le développement soutenable dans une façon différente surtout en occident et cela aussi merci à des jeunes, comme on a vu il y a quelques mois, comme Greta Thunberg, plutôt que les jeunes qui sont en train de se bouger avec les vendredis où ils font les grèves pour sensibiliser peut-être une opinion publique qui est encore un petit peu endormie sur ces thèmes, mais qui de l'autre côté, petit à petit est en train de l'apercevoir comme une opportunité. Mais pas seulement une opportunité de caractère, à mon avis, idéologique, mais une opportunité du point de vue économique parce qu'on doit dire qu'à nos jours les possibilités d'exploiter toutes les technologies qui utilisent la green economy sont soutenables du point de vue économique, dix ans avant il n'était pas ainsi. Nous devons donc combiner deux aspects: le premier, celui d'une évolution des technologies, qui désormais, heureusement, sont soutenables du point de vue économique et la possibilité d'exploiter la partie liée à la green economy. Cela, je disais, est fondamental pour l'occident mais en particulier pour la Vallée d'Aoste. Je veux rappeler qu'au mois de décembre on a approuvé ici dans ce Conseil l'ordre du jour pour une transition énergétique du Val d'Aoste en cherchant de tâcher le but fossil free pour le 2040. Je crois qu'il s'agit d'une compétition à jouer avec toutes les ressources et les capacités que nous, en tant que peuple valdôtain, nous y pouvons mettre.

Je rappelle aussi que l'Union européenne a travaillé sur cela, elle a fixé déjà des buts plutôt importants pour 2030 mais pour la carbon neutrality en 2050, mais nous, en tant que valdôtains, nous voulons être dans ce cas les premiers de la classe. Donc procéder en cette direction en disant qu'une terre jolie et belle comme la nôtre et mais aussi fragile, vu aussi l'exploitation des eaux importante, doit nécessairement utiliser ce genre de ressources du territoire et, par conséquent, développer un trend vertueux qui n'existe pas exclusivement chez nous, mais qui est en train de se véhiculer dans le monde entier.

Un autre aspect fondamental que personne n'a encore dit: les grandes sociétés énergétiques, les grandes sociétés qui ont exploité pendant des décennies les combustibles fossiles (et je veux rappeler qui a été donné un numéro intéressant tout au long des travaux de la Commission: le coût de production d'un baril de pétrole, d'oil, est d'environ 5 euros; nous connaissons très bien quel est le prix du baril, qui dans des périodes historiques est arrivé même à 80 euros plutôt que maintenant à 60, 70 euros). Vous comprenez donc quelle est la richesse de ces sociétés qui en ce moment ont elles aussi la volonté de s'insérer sur le marché des énergies alternatives. Ce qui signifie que la CVA est un petit poisson et que si elle ne prend pas des décisions urgentes et importantes, sera incorporée par ces sociétés qui évidement n'ont pas des problèmes financiers, parce que elle (CVA) n'aura plus la force d'être compétitive sur le marché.

L'aspect qui a déjà été touché avec attention est celui des échéances des concessions de 2029. Comme je disais avant, nous devons être le plus possible compétitifs pour arriver à ce genre de compétition avec tous les instruments nécessaires pour être compétitifs sur le marché.

En plus, la dernière chose que je veux rappeler c'est que l'Union européenne avec le DL simplification est entrée dans le mérite d'une façon tout à fait importante sur le fait de la concurrence. En synthétisant quels sont les driver mondiaux qui sont en train de monopoliser évidemment le marché? Une prise de conscience des changements climatiques, une compétitivité toujours plus forte, la procédure de décarbonisation des pays plus développés, une évolution technologique du point de vue économique soutenable, une digitalisation et une électrification toujours plus massive et, de l'autre côté, un marché télématique qui est toujours en train de regarder avec intérêt la soutenabilité et la cause environnementale. Je crois que dans ce cadre on doit insérer notre question: celle de CVA et, par conséquent, l'exploitation de nos eaux.

On a sûrement une certitude, tout le monde l'a partagée, on l'a dit de mille façons. Abbiamo una CVA ingessata per via della Madia - dicevamo - e, di conseguenza, c'è quest'assoluta necessità di ottenere una maggiore flessibilità, come peraltro tutti i suoi competitors. La CVA voglio ricordarlo anche grazie... è stato un consiglio, che poi è stato portato avanti dall'azionista, quello di uscire dalla legge n. 20, legge che ha rappresentato un'ulteriore ingessatura da parte della Regione. Secondariamente ci sono le gare che, come dicevo prima, che sono in scadenza nel 2029. Inoltre quello che è stato sottolineato durante questo approfondimento di questi tre mesi di Commissione speciale è che la CVA vuole contribuire assolutamente a uno sviluppo sociale, economico e tecnologico della Valle d'Aosta, quello che dicevo prima, su questa volontà da parte della politica di procedere a una transizione energetica totale per la Regione autonoma Valle d'Aosta. Infine vi è l'impossibilità di procedere a tutta una serie di investimenti, che è quello che sta ingessando totalmente il mercato della nostra principale partecipata.

Arriviamo ora però ai lavori della Commissione, che avevano un chiaro scopo: quello appunto di approfondire e di analizzare i diversi scenari, che molto brevemente erano: la società interamente pubblica, quindi lo status quo; altre forme partecipative, come potrebbe essere una joint venture; oppure una società quotata in Borsa.

Voglio ricordare che a volte qui si parla di un'analisi parziale di questa Commissione ma, quando il Presidente Nogara ha dato la possibilità a tutti di fornire dei nominativi di esperti che potessero portare determinate competenze nella Commissione, abbiamo aspettato 15 giorni senza che nessuno facesse dei nomi. Alla fine ne sono arrivati alcuni e quelli che sono stati valutati coerenti con gli approfondimenti che dovevamo portare avanti sono stati auditi e hanno fornito delle informazioni assolutamente importanti per questo genere di tematiche.

Quali sono però le necessità e le risultanze soprattutto degli approfondimenti? Le necessità evidentemente sono quelle di uscire dall'immobilismo, anche perché, come dicevo prima, i competitor sono tutti quotati o comunque hanno emesso dei bond; prepararsi per le gare del 2029; concorrere al processo di transizione energetica; differenziare gli investimenti per tipologia e geografia, perché ricordo che nel 2029 avremo delle gare ma, nel momento in cui non abbiamo l'assoluta certezza di poterle vincere tutte, è necessario differenziare questo genere di investimenti e per la tipologia - perché abbiamo visto che a livello italiano anche tutta una sorta di incentivi sono stornati ora più sull'eolico che sull'idroelettrico - e, dall'altra parte, differenziare dal punto di vista geografico, perché giustamente una società che deve operare sul mercato liberalizzato deve poter fare gli investimenti dove essi sono interessanti da poter effettuare.

Un altro aspetto che è uscito con molta forza - e credo nessuno l'abbia messo in dubbio, e adesso vedremo nel corso del dibattito se usciranno delle visioni diverse - è che il controllo deve rimanere assolutamente pubblico, perché questa società, essendo pubblica, deve ricevere gli indirizzi dal socio e, se il socio vuole apportare un incremento allo sviluppo sostenibile in Valle d'Aosta, è evidente che il socio deve poter dettare queste linee e procedere nel processo di transizione energetica. Infine, per quanto concerne la possibilità di espandersi nel mercato delle ESCo, una società, nel momento in cui deve procedere a occupare degli spazi di mercato, è giusto che faccia la produzione, è giusto che faccia la distribuzione ma deve essere circondata da tutta una serie di aziende che possano in qualche modo portare avanti l'obiettivo principale: quello della transizione energetica. Come ha fatto Alperia con alcune grandi società di consulenza e di progettazione nel Trentino, noi vorremmo fare la stessa cosa perché appunto non possiamo pensare di lasciare esclusivamente in mano a CVA solo la produzione e la distribuzione ma vogliamo che ci sia un tutt'uno con tutto quello che potrebbe essere definito uno sviluppo sostenibile.

Di fronte a queste richieste sostanzialmente quali sono gli scenari che si sono analizzati e quali scenari possono garantire questo genere di richieste? Come dicevo prima, abbiamo valutato queste tre possibilità: la società interamente pubblica, che ricordo è ancora assoggettata purtroppo ai grossi vincoli della Madia: poca competitività per le gare e, di conseguenza, impossibilità di essere una società sul mercato. Si è paventata l'ipotesi di utilizzare una norma di attuazione per far uscire la CVA dalla Madia ma io mi chiedo come sia possibile che una società che è sul mercato, e di conseguenza che opera anche nel mercato nazionale, possa avere un'agevolazione esclusiva solo per lei e non ovviamente per tutto il comparto. Il secondo assetto che abbiamo valutato è appunto quello di altre forme di società simili, come dicevo prima, è possibile valutare anche una joint venture ma, com'è stato approfondito molto bene e detto da alcuni colleghi piuttosto che da altri esperti auditi, nessuna società si metterà a fare una joint venture con la CVA se non con la maggioranza delle quote; di conseguenza, la Valle d'Aosta diventerebbe socio di minoranza, con l'impossibilità di dettare le linee guida e gli indirizzi strategici per la transizione energetica della Valle d'Aosta.

Alla fine siamo arrivati alla conclusione che la quotazione potrebbe essere - "potrebbe" anche perché siamo in piena fase di discussione - una delle soluzioni migliori, innanzitutto perché ci potrebbe far uscire dalla Madia e, di conseguenza, questo darebbe la flessibilità necessaria; dall'altra, potrebbe assolutamente mantenere la guida pubblica: quella di cui ovviamente necessitiamo per poter dare gli indirizzi. Ricordo anche che il professor Dallocchio è stato molto chiaro affermando l'impossibilità di scalare la società nel caso in cui ovviamente i soci non siano d'accordo - e questa è una garanzia che, come Consiglio regionale, dobbiamo assolutamente dare -; una massima trasparenza secondo le regole del mercato telematico; la possibilità di indirizzarsi quindi anche a un mercato family & friends, quindi a un azionariato valdostano, ovviamente in piccola percentuale ma che possa in qualche modo avere questo azionariato diffuso dei cittadini valdostani che ovviamente vogliono concorrere allo sviluppo della loro società; le direttive europee e l'azione europea della carbon neutrality, e questo ovviamente garantirebbe di stare alla società in questo genere di mercato in questo genere di evoluzione; una non modifica della ragione sociale dell'azienda; un rafforzamento della società per renderla più competitiva e, di conseguenza, sicuramente meno vulnerabile, perché ricordo che se rimanessimo con questo status, avremmo sicuramente delle difficoltà ad arrivare nelle gare del 2029; parte dei dividendi assolutamente utilizzabili per la transizione energetica ed è quello sul quale dovremmo assolutamente approfondire e il gruppo di lavoro costruito in tal senso per la Valle d'Aosta fossil free dovrà andare in questa direzione; delle capacità di approvvigionamento alternative che possono essere diverse oltre che al sistema bancario classico e quindi una preparazione per le gare del 2029 per le quali si cercherà assolutamente di creare una norma di attuazione ad hoc che cerchi in qualche modo di bypassare anche il DL semplificazioni, che in qualche modo limita fortemente la possibilità di affidamento diretto.

Io credo che questo a grandi linee sia stato l'esito del lavoro di questi tre mesi, un esito sicuramente importante perché ci siamo approcciati su questa tematica con alcuni dubbi. A differenza della collega Pulz, piuttosto che di altri colleghi, io credo che questi tre mesi ci abbiamo permesso di fugarli. Poi chi avrà voglia di leggere con attenzione la relazione vedrà che essa fornisce tutta una serie di spiegazioni che ognuno di noi potrà valutare e, di conseguenza, potrà farsi un'idea per decidere in merito a questo processo di quotazione della CVA.

Dalle ore 10:30 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ci sono altre richieste di intervento? Per il secondo intervento la parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Leggo un passaggio del dicembre 2016: "questa scelta fatta da tempo e tenuta volutamente nascosta è il frutto di una decisione assunta in solitario dal Presidente della Regione. Siamo stupiti e anche un po' inquieti del silenzio della maggioranza". Forse cambierei questa parte finale della citazione dicendo che siamo un po' stupiti della fretta di questa maggioranza. La citazione è dei Consiglieri del Gruppo Alpe, l'ha detto prima la collega Morelli, giustamente sono state fatte delle valutazioni, si è cambiato idea e chi non cambia idea, diceva Winston Churchill, è stupido.

Prendendo spunto dalla sua locution e soprattutto anche in parte da quello che ha detto il collega Barocco dicendo che stiamo cercando di arrivare a una sintesi, a delle conclusioni, a una scelta tutti assieme, io voglio concentrare nuovamente l'attenzione sul vero problema di questo punto. Lo ha detto in maniera forse un pochettino più brutale il collega Cognetta, io sono un pochettino più fair di lui, ma penso che anche la collega Pulz, e in parte devo fare ammenda e devo stupirmi, anche lei pare che sia vicina alle logiche del libero mercato quando appunto condanna il depauperamento patrimoniale di una società. La citazione del dottor Rizzi è stata sicuramente la maniera migliore per esprimere un concetto che purtroppo ha caratterizzato e che ieri ho cercato in parte e forse in maniera troppo sintetica di esprimere, ovvero il depauperamento del patrimonio di una società importante. Lui la citava come "voracità del socio", effettivamente andare a togliere delle riserve a una società vuol dire togliergli patrimonio e dall'altro lato - e faccio sempre riferimento a quello che giustamente diceva la collega Pulz che in parte ieri non soltanto io ho detto - dobbiamo comprendere queste risorse che vengono generate o che potenzialmente si generano per cosa le utilizziamo perché sia nei confronti del socio, e quindi dei nostri azionisti cittadini valdostani, ma soprattutto anche del mercato... Se vogliamo entrare in logiche di mercato, dobbiamo dire ai potenziali azionisti che cosa intendiamo fare di questo processo di quotazione, perché - e lo affronteremo meglio quando parleremo della risoluzione che abbiamo presentato sulla quotazione - ovviamente io faccio un certo tipo di percorso proprio perché mi consente di reperire le risorse che devo utilizzare all'interno di quella società, perché altrimenti il mercato percepisce prima di tutto come un aspetto di debolezza il piano di sviluppo, ovvero la stessa ratio della quotazione, e io spero che non ci siano delle malignità perché ovviamente il valore del prezzo delle azioni varia anche a seconda di queste prospettive.

Sfrutto alcuni interventi che hanno fatto i colleghi per andare a toccare alcuni temi che sono importanti. A me un po' fa sorridere sinceramente il discorso - e non me ne voglia ma cito ancora la collega Morelli che lo ha espresso in maniera appropriata ed evidente - della filosofia della trasparenza e del confronto con i competitor. Ora, pensare di andare in una procedura di quotazione esclusivamente per il discorso della trasparenza è forse uno degli elementi... ma io l'ho detto anche una volta nella partecipazione in Commissione e lo ribadisco: adottare o scegliere di adottare il codice di autodisciplina delle società quotate lo può fare chiunque, anche la piccola società o anche la società non quotata, è una scelta. Dall'altra parte, un po' come ho già detto in sede di approvazione della finanziaria, sorrido sull'emendamento di togliere direi dal giogo della legge n. 20 la CVA, perché se tale legge era finalizzata a dare più trasparenza, se l'obiettivo era dare più trasparenza alle nostre società... sì, è vero, c'è stata un'audizione e un eminente professore ha detto una cosa, perdonatemi ma che condivido e che è molto ovvia... lo abbiamo detto e forse anche nel discorso di insediamento dello stesso Presidente Fosson era stata citata come una delle leggi che deve essere rivista, perché se la Madia ha lacci e lacciuoli, anche la legge n. 20 forse mette dei lacci e dei lacciuoli che devono essere rivisti prima di tutto non tanto per la trasparenza ma per l'inefficienza del ruolo che il socio ha sulle proprie partecipate.

Non voglio quindi dilungarmi sulle conversioni verso Damasco che hanno avuto alcuni colleghi ma voglio concentrare ancora una volta il mio intervento sul vero problema oggi, cioè il socio deve dare un indirizzo e deve fare una scelta. Qualcuno ha parlato di percentuale di quotazione, nella stessa risoluzione che la maggioranza ha presentato si dice appunto che la futura legge dovrà indicare la percentuale di quotazione, qualcuno ha citato il 30, il 35. Questo è un elemento fondamentale come già ho avuto occasione di dire ieri per comprendere come costruire l'eventuale percorso e come scegliere il percorso, perché la stessa percentuale del quanto si vuole quotare ha un'incidenza sullo scenario, ha un'incidenza sulle risorse, ha un'incidenza sui confronti che si dovrebbero fare con altri scenari perché anche quello è un elemento che dice quanto diceva il collega Cognetta: è un elemento di confronto, è un elemento che permette di fare una scelta piuttosto che un'altra perché indica un potenziale valore, un potenziale quantum di risorse che permette anche di far comprendere effettivamente quale può essere l'entità dei futuri investimenti che fa la società, ovvero patrimonializzazione nel caso pensiamo di un'operazione di quotazione supportata per la sottoscrizione.

Io quindi dico che, prima di decidere, prima di parlare di trasparenza, prima di parlare di confronto con i competitor, magari le analisi devono anche tenere conto di questo, magari le analisi devono anche tener conto dell'andamento che hanno avuto negli ultimi tempi le azioni dei competitor, magari dobbiamo anche tener conto che le ultime quotazioni - lo diceva il professore Dallocchio nella sua allocuzione nella Commissione speciale - sono avvenute nel 2014. Certo, qualcuno mi può dire: all'epoca qualcuno ci è arrivato prima di noi e noi oggi siamo ancora qui a parlarne. Benissimo, ma io chiedo a chi era già qua: perché oggi di colpo si vuole mettere l'acceleratore quando in questi anni la decisione non è stata presa anche con maggioranze molto più forti e che non erano in difficoltà come questa?

Altro aspetto: è vero sì, collega Morelli, chiedo scusa, ridevo prima ma sa perché?

(interruzione della Consigliera Morelli, fuori microfono)

... no, ma mi prendo io le colpe, sa che io sono sempre ben volentieri a prendermi le colpe per altri, perché faccio Stefano di nome e quindi i primi martiri siamo noi. Sa qual è la questione? È che dire o comunque tra le righe dire che un'OPA ostile si blocca con una legge, o comunque con un provvedimento normativo un po' a me ha fatto sorridere, forse ho riso meno di altri, però questo è l'elemento vero che mi ha fatto pensare perché se uno entra sul mercato, sa che ci sono regole di mercato e ci sono anche dei processi lunghi all'interno del mercato che magari non si generano immediatamente: specifico perché spesso il mercato è considerato come l'elemento o comunque il luogo del breve termine. Se io sono un finanziere accorato o sono magari un fondo di speculazione, non per forza nella giornata stessa io vado a fare e a portare a casa il risultato ma me lo posso costruire: questo è al di là del discorso quotazione sì o quotazione no. Io dico che se ci sarà una quotazione e se si entrerà nel mercato, bisognerà ben considerare - ed è per questo che parlo di confronto tra scenari e di criticità - le regole del mercato e se ci possono essere delle speculazioni, anche nelle quote minoritarie che vengono quotate ci possono essere delle manovre che incidono sull' intero valore della società, perché comunque sia è vero che io quoto una minima parte o una parte di minoranza, però bisogna tener conto che quello che succede nel mercato ha delle influenze anche sulla parte non quotata, come la parte non quotata ha influenze sulla parte quotata. Lo diceva anche il collega Farcoz sul discorso della strategia e della regia che l'attore pubblico dà: ha delle incidenze su appunto il sentimento del mercato diremmo noi miseri economisti.

Per quanto riguarda il discorso della vendita, io sinceramente non voglio entrare in questo gioco al massacro, e qui ringrazio di nuovo il collega Barocco che me ne ha dato lo spunto, come qualcuno ha degli amici esterni, anche qualcun altro ha degli amici interni, magari anche una quota minoritaria è disponibile a prenderla magari anche sottocosto, ma la malizia non mi piace e quindi non vado oltre questo discorso. Io penso che effettivamente è vero... si è tanto parlato anche di matrici ideologiche, non voglio andare a richiamare Marx, Keynes o magari economisti che mi piacciono di più come Von Mises e Hayek ma io penso che oggi ancora una volta questo socio, questo Ente regionale deve essere un buon padre di famiglia prima di tutto e un buon socio che tutela i propri azionisti e deve avere tutti gli elementi e tutti gli scenari, tutti i numeri, tutti gli elementi per poter prendere una decisione. Non basta avere un'idea o scegliere una strada senza avere un'idea chiara di quello che può essere il risultato, di quelle che possono essere le valutazioni.

I colleghi di sinistra mi accusano sempre di amare troppo il mercato; è vero, io lo amo, ma, proprio perché lo amo, so quali sono i suoi rischi e so che per entrarvi bisogna avere tutti gli elementi, tutti i numeri ma soprattutto sapere che cosa si vuole perché il mercato ha delle grandissime opportunità, si generano grandissime risorse, molto più che drenare riserve da società partecipate, ma, dall'altro lato, il problema qual è? Che il mercato ha delle sue regole che sono brutali e che se uno entra nel mercato deve poter accettare, quindi deve sapere quali sono i rischi e soprattutto deve sapere che magari i numeri ci possono dimostrare che ci sono altre scelte che devono essere prese in considerazione, che, per carità, per valutazioni strategiche, possono non essere perseguite ma noi oggi non possiamo prendere una decisione senza avere gli elementi minimi e soprattutto fondamentali per fare un passaggio importante e che qualsiasi investitore privato o comunque socio privato farebbe per la propria azienda.

Presidente - La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi perché oggi, a mio avviso, siamo chiamati a una decisione importantissima che avrà un impatto significativo e forte non solo sul futuro di una società, della più grande società controllata dalla Regione ma anche sul futuro della Valle d'Aosta. Non sarà quindi in qualunque modo una decisione neutra: o sarà una decisione positiva, o sarà una decisione negativa. Con questo spirito ho approcciato in questi mesi in cui abbiamo fatto i dovuti approfondimenti per arrivare alla discussione di oggi, cercando di informarmi il più possibile. Ho ripercorso la storia della Valle d'Aosta, come qualcuno ha già evidenziato prima di me e all'attenzione c'è soprattutto il rapporto dei valdostani con l'acqua, che credo sia stato un rapporto del tutto particolare, perché la Valle d'Aosta nasce dall'acqua sostanzialmente, da una glaciazione che ha modellato il nostro territorio e ci ha dato delle straordinarie opportunità sotto il profilo paesaggistico e questa grande ricchezza che è l'acqua, sulla quale si sono formate le prime esperienze di solidarietà e di comunità nel periodo feudale quando sono stati costruiti i ru [traduzione letterale dal patois: ruscelli], che vediamo ancora oggi sui nostri versanti delle valli per portare l'acqua a favore dell'irrigazione. L'acqua soprattutto all'inizio del Novecento con l'invenzione dell'energia motrice ha dato luogo allo sviluppo industriale della Valle d'Aosta, uno sviluppo che ha inciso profondamente nel definire quella che è diventata la nostra società e quella che è diventata anche la nostra economia e il benessere di cui oggi beneficiamo. Negli anni del Novecento sono nate le prime industrie, erano tutte industrie che avevano un forte bisogno di acqua che si sono sviluppate in prossimità dei nostri torrenti laterali e quindi l'industrializzazione è partita da Pont-Saint-Martin, da Verres, da Aosta con la Cogne. Credo che questo abbia influito in tutte le considerazioni che ci sono state per le rivendicazioni poi nel periodo della Costituente, perché i nostri padri hanno visto in quel momento quali erano i benefici che ha dato l'acqua e quindi ha rafforzato in loro questa convinzione che era connaturata con la nostra storia di difenderla a ogni costo. Si sono ottenuti i quattro articoli dello Statuto: dal 7 all'11, che disciplinano l'utilizzo delle acque, ma è rimasta in quel momento aperta sostanzialmente la possibilità dello Stato per interessi generali di poter sfruttare e valorizzare le acque a uso idroelettrico. Questa, purtroppo, è stata la pecca sullo Statuto, che non ci ha dato una possibilità di gestione allora in eternum dell'acqua, tant'è che nel 1962, in virtù degli interessi sovralocali, lo Stato nazionalizzò l'utilizzo delle acque attraverso la costituzione dell'Enel. La Valle d'Aosta da allora visse 30 anni senza poter sfruttare idroelettricamente la risorsa più grande di cui poteva disporre e devo dire che il nostro futuro è cambiato grazie all'Europa; perché questo? Perché, grazie a una direttiva del 1992, venne posto fine alla concentrazione dell'attività in mano a pochi o in via esclusiva; l'Enel dovette, in virtù del fatto che è stato stabilito un principio di concorrenza, cedere una parte delle sue aziende e fu allora che con grande lungimiranza il Governo regionale prese il coraggio - dico coraggio perché ci volle anche coraggio in quel momento a pensare di fare un investimento pari al 70% del bilancio regionale di quell'anno - e fece un investimento che ha fatto sì che la Regione si riappropriasse dello sfruttamento delle acque. Qui si fa un po' di confusione sulla differenza dall'essere proprietari delle acque e sfruttare le concessioni a uso idroelettrico. La società credo che abbia dato dei risultati che gli scenari dell'epoca non abbiano potuto evidenziare perché il mercato è un mercato che cresce, è un mercato che cambia, è un mercato che evolve. Mai avrebbe pensato l'Amministrazione regionale di allora, a fronte di un investimento che faceva tremare i polsi di 1.500 miliardi, ovvero 750 milioni, che la società, quando avrebbe raggiunto la sua maggiore età - perché adesso sono 19 anni che opera - si sarebbe pagata già tre volte e mezza, perché ha reso alla Valle d'Aosta 700 milioni di risorse, che sono state utili e necessarie per far fronte a questo periodo di difficoltà che abbiamo avuto dal 2011 ad oggi quando abbiamo dovuto partecipare pesantemente al risanamento delle finanze pubbliche e ci ha portato anche 2 miliardi di entrate attraverso la fiscalità.

Ora ci troviamo però di fronte, a mio avviso, a un altro bivio della stessa importanza del 2000: bisogna decidere cosa vogliamo fare di CVA perché il mondo è cambiato, è evoluto, c'è un approccio diverso all'energia, ci sono delle opportunità nuove, la società che è partita con la gestione dei 32 impianti da allora ha avuto modo di intraprendere, non si è fermata a gestire le centrali che erano state acquistate dall'Enel. Io credo che dal 2012, quando è entrata nell'adolescenza, ha cominciato a capire che le risorse potevano dare delle ulteriori opportunità alla nostra economia e al nostro benessere e ha cominciato una fase di diversificazione degli investimenti. Da allora la società ha acquisito otto parchi eolici e due fotovoltaici. Sono argomenti questi che sono stati oggetto di discussione anche in Consiglio regionale ma credo che sia sotto gli occhi di tutti, come già è stato evidenziato anche da altri colleghi, che questi investimenti hanno portato ulteriore beneficio ai conti economici, ma non solo, perché sono investimenti nell'ambito delle rinnovabili che contribuiscono al miglioramento della qualità ambientale del nostro Paese, alla decarbonizzazione e che vanno quindi nella direzione auspicata.

Ora in questi ultimi anni è cambiato lo scenario dal punto di vista industriale, dell'approccio al mercato dell'energia ma è cambiato anche tutto il sistema legislativo. Nel 2015 lo Stato ha votato la legge n. 124, che ha dato una delega al Governo per riordinare il sistema delle società pubbliche, troppe società pubbliche che facevano acqua e il Governo, nell'ambito della razionalizzazione della spesa pubblica e per promuovere la concorrenza, predispose il famoso decreto legislativo n. 175/2016: il decreto Madia. Questo decreto sostanzialmente cosa ha detto? Ha detto che bisogna sfoltire la partecipazione degli enti pubblici nell'ambito della gestione delle partecipate; è corretto, è giusto che l'Ente pubblico eserciti quest'attività ma nella misura in cui sostanzialmente debba rispondere a delle esigenze di carattere generale, ovvero dei servizi strumentali per l'Ente pubblico attraverso delle società in house; diversamente ha detto che tutto quello che non rientra in questi servizi deve essere gestito con le regole del mercato, con le regole del Codice civile. Lo stesso decreto ha previsto delle possibilità derogatorie rispetto a determinati ambiti in cui il pubblico è previsto che possa mantenere l'esercizio dell'attività e uno di questi è stato, con il decreto legislativo n. 100 che ha modificato la legge Madia, quello delle rinnovabili. Con quale spirito lo Stato ha fatto questo? Lo Stato si è reso conto che ci sono molti Comuni, molti Enti pubblici che hanno una centralina e quindi ha dato la possibilità di mantenere questi investimenti; nello stesso tempo ha detto: "per coloro che esercitano impresa bisogna uscire da questa situazione, da questa disciplina derogatoria delle regole di carattere pubblicistico e bisogna seguire la via della quotazione".

A prescindere dagli scenari che, secondo me, sono opportuni, quindi lo Stato ha detto che bisogna andare nella direzione della quotazione, non ha detto di andare a valutare delle forme alternative di aggregazione, di trattative private tra società che possono dar luogo a tutta una serie di considerazioni. Non ci sono quindi da dare giustificazioni al percorso di quotazione se eventualmente verrà individuato, le giustificazioni vanno date se si percorrono delle strade diverse rispetto alla quotazione per porsi sul mercato o per rapportarsi con delle società che operano sul mercato. Dico a tutti i colleghi di fare attenzione perché noi in Valle d'Aosta abbiamo già avuto delle esperienze di questi accordi di carattere privatistico, posso farvi l'esempio della RAU. L'autostrada è stata costruita attraverso una partnership della Regione con un socio. La Regione ha messo fuori la maggioranza del patrimonio, avrebbe dovuto in una situazione ordinaria avere il 51% delle azioni, invece l'accordo di natura privatistica è stato organizzato in questo modo: ci sono le azioni ordinarie, ci sono le azioni privilegiate, quindi che danno delle remunerazioni diverse, ma cos'è successo dopo? È successo che gli accordi tra Regione e socio sono stati disciplinati con i patti parasociali, quelli che sono necessari e fondamentali per poter agire con dei contenuti di carattere privatistico. Questi patti qui valgono cinque anni, ora la situazione che noi viviamo è che la Regione, pur avendo il 51% del capitale, si trova in minoranza e non può determinare le tariffe, ha perso il controllo della società. È questo quello che è uscito nel percorso delle audizioni che porterebbe una strada alternativa di rapporti con altre società... all'esigenza di chi è il socio più grosso di poter consolidare il proprio bilancio e questo richiede di avere il 51% delle quote azionarie, vuol dire perdere il controllo della società. Qui non bisogna raccontare delle balle ai valdostani, bisogna essere chiari su questi argomenti. Il percorso di quotazione, qualora si decide di togliere i lacci a questa impresa quindi... perché questa è un'impresa, ricordo che nell'ambito delle audizioni qualcuno ha detto: "dobbiamo ancora decidere se vogliamo che CVA sia un'impresa" e mi pare che i professori abbiano risposto: "ma, guardi, che questo non è da decidere, CVA è un'impresa da quando è stata costituita perché opera nel libero mercato". La decisione che dobbiamo prendere oggi, se vogliamo avere un approccio di natura pubblicistico, quindi è di togliere CVA dalla modalità in cui ha esercitato l'impresa dal 2000 ad oggi e riportarla sotto l'amministrazione rischiando di fare un altro Assessorato, gestiamo CVA come un Assessorato.

Io credo che CVA oggi debba dare il suo contributo com'è stato detto da tutti alla transizione energetica. Cosa significa questo quindi? Che CVA ha l'esigenza di potenziare la sua attività nell'ambito delle rinnovabili ma anche di diversificare. Diversificare perché? Perché ci sono delle opportunità sul mercato che mai avremmo pensato che ci sarebbero state nell'ambito dell'efficientamento energetico, nell'ambito della mobilità sostenibile ma sono tutte attività che sotto il cappio della legge Madia non si possono mettere in essere, e questa è un'ulteriore questione che credo vada chiarita, non si possono mettere in essere... Tutti i bei obiettivi che mi pare di aver capito noi condividiamo tutti assieme perché tutti vogliamo andare in questa direzione, dobbiamo renderli possibili. Se non facciamo questo percorso, non possiamo perseguire la transizione energetica attraverso un contributo di CVA, perché CVA si trova costretta a dover continuare a gestire le iniziative che ha oggi in essere. Quali sono gli scenari? Io credo che dentro questo volume - perché è un libro quello che è l'esito di questo percorso di audizioni - ci sia scritto tutto, c'è scritta la storia di questi ultimi anni nell'ambito delle società quotate che hanno avuto tutte dei percorsi di crescita non paragonabili a chi è rimasto sotto la veste completamente pubblica di modello gestionale. È del tutto evidente, così com'è evidente che CVA è una grossa risorsa. Perché vogliono tutti portarcela via? Voi credete che Iren, A2A... che gli svizzeri vogliano venire in Valle d'Aosta a fare delle partnership con noi per decarbonizzare la Valle d'Aosta? Ma questa gente qui vuol venire a prenderci i soldi per portarli a casa loro! Io credo che noi valdostani abbiamo l'esigenza di difendere e sostenere la necessità di controllare quest'azienda perché il controllo è fondamentale, non lo possiamo perdere, non lo possiamo lasciare a nessuno!

Cosa significa poi mettere CVA nelle condizioni di poter crescere? Significa, a mio avviso, una cosa molto importante: creare dell'occupazione. Mi pare che in questo momento è uno dei problemi di cui soffre di più la Valle d'Aosta, una CVA che investe, una CVA forte, una CVA che diversifica nell'efficienza, nella mobilità, nelle comunità energetiche è una CVA che dà la possibilità di lavorare. Io credo che oggi sia estremamente importante fare quello che non è stato fatto sugli impianti a fune. Nel 1985 grandi investimenti, all'epoca non venne creata una filiera, una catena produttiva sugli impianti perché, se fosse stato fatto com'è stato fatto in Trentino, io credo che avremmo avuto un'opportunità maggiore di sviluppo del nostro manifatturiero. Con questo voglio dire che attraverso una collaborazione fattiva; attraverso il Politecnico, che adesso si insedia in questi giorni a Pont-Saint-Martin; attraverso CVA, che può svolgere un ruolo centrale sul percorso dell'innovazione attraverso imprese, start up e formazione delle competenze dei giovani, noi possiamo gemmare delle attività, delle imprese che operano in questi settori aprendo una porta allo sviluppo della Valle d'Aosta, all'occupazione qualificata dei giovani che oggi non hanno delle grosse opportunità.

Continuare a sprecare queste occasioni, a mio avviso, vuol dire non guardare al futuro della nostra Valle con la stessa intensità di sguardo con cui guardavano i nostri padri. Io credo che il ciclo della vita ci renda tutti prima figli, poi padri e poi nonni. Rispetto ad allora - perché noi oggi leggiamo nelle pagine della storia cosa dicevano sull'acqua -, io credo che i nostri figli avranno la possibilità di vedere cos'è successo in Aula in questi giorni sulla CVA e poi giudicare con il tempo se siamo stati capaci o meno di dare soddisfazione alle aspettative e ai bisogni della nostra Valle. È sicuramente un tema che richiede grande responsabilità e a questo riguardo, come maggioranza, avete potuto anche vedere dalla nostra proposta di risoluzione che riteniamo di portare avanti quello che è stato anche l'insegnamento dei nostri padri: quello di cercare di restituire al territorio, ai valdostani una parte del valore che viene generato dall'utilizzo delle risorse idroelettriche. Questo, a mio avviso, è un messaggio molto importante perché i valdostani hanno fatto dei grandi sacrifici sull'acqua, la società è stata acquistata con i soldi pubblici ed è giusto, a nostro avviso, restituire qualcosa perché vivere in montagna costa più caro che vivere in pianura e noi dobbiamo combattere contro lo spopolamento della montagna. È fondamentale in questo momento intervenire sulla riduzione dei costi dell'energia attraverso quelle che possono essere le utilità che derivano da questo percorso di quotazione ma è altrettanto importante fare una battaglia con lo Stato, una battaglia sugli oneri di sistema attraverso una proposta di bozza di norma di attuazione. Sarà difficile che si arrivi alla conclusione ma bisogna fare la battaglia perché la Valle d'Aosta si caratterizza, a differenza delle altre Regioni, per produrre più energia di quella che consuma e quindi, essendo anche titolari della rete Deval, siamo noi a gestire la distribuzione sul territorio. Noi non abbiamo un impatto negativo sulle reti dello Stato perché il percorso è unidirezionale, c'è energia che esce dalla Valle d'Aosta, non c'è energia che entra nel quotidiano.

Credo quindi che, dal momento che non c'è nessuna norma che giuridicamente dica che questo non può essere fatto, sia giusto portare avanti questa battaglia, una battaglia estremamente importante per i valdostani perché oggi gli oneri di sistema impattano per il 50% del costo della bolletta e sono un pregiudizio per tutti i valdostani, per le famiglie e anche per le imprese. Riteniamo pertanto che vada fatta molta attenzione e che si debba guardare questo tema a 360 gradi perché noi ci preoccupiamo, è vero ed è giusto... di quale sarà l'apporto, di quale sarà il risultato. Io non so se guadagneremo nove e mezzo, dieci o otto come... ma, se andiamo avanti così, perderemo dei soldi, delle possibilità, delle opportunità di creare del lavoro e metteremo in difficoltà la società e la Valle d'Aosta. Io credo che la legge Madia vada letta con molta attenzione perché tutto quest'ottimismo che ho sentito, che si può fare una norma di attuazione... a mio avviso, provare sulla legge Madia... non ci può essere perché credo di non dire delle eresie nel dire che, nonostante ci fosse un Governo amico a chi governava lo scorso autunno, gli emendamenti che sono stati mandati giù per modificare la finanziaria, per sottrarre la società all'applicazione della Madia, non sono stati accolti. Se si leggono con attenzione i verbali delle audizioni sulla legge Madia, mi sembra che non ci sia del grosso spazio e oggi la Valle d'Aosta ha bisogno di crescere, non ha bisogno di incertezze, di buttarsi su strade senza sapere quale sarà il risultato.

Io credo che bisogna analizzare il percorso delle audizioni, un percorso estremamente importante, però vorrei condividere questo passaggio: c'è qualcuno che dice che tre mesi sono stati importanti, si è fatto un bel lavoro, abbiamo imparato delle cose ma ce ne volevano altri tre. Allora io chiedo: come faceva quel qualcuno senza questi tre mesi di lavoro in campagna elettorale a dire che non bisognava quotare CVA? Lo diceva sulla base della fantasia o sulla base della consapevolezza? Questo me lo chiedo ma diciamolo ai valdostani, non prendiamoli in giro su dei temi come questi, perché qui stiamo giocando sul futuro della nostra Valle! Non stiamo parlando di ideologie, di temi che ci possono vedere anche contrapposti, stiamo giocando pesante, stiamo giocando su quello che sarà il domani della nostra comunità. Mi chiedo pertanto come si faceva in campagna elettorale a dire di essere contrari alla quotazione senza aver approfondito l'argomento.

Altro tema: "voi siete arrivati in Aula già sapendo cosa dovevate fare". Vi rendete conto del significato di quest'affermazione? Ma se fossimo entrati in Aula su un tema come questo senza sapere cosa fare, non sarebbe stato grave secondo voi? La maggioranza ha le idee chiare su questo argomento, ha presentato una risoluzione che vuole portare la Valle d'Aosta nella transizione energetica, per portarla bisogna fare questo percorso; se non si fa questa strada, la società non può acquisire delle ESCo, non può portare avanti i discorsi che tutti condividiamo. Ho letto sui siti internet che pubblicano degli esperti anche appartenenti a dei movimenti delle recensioni in cui si dice: "la società dovrebbe attraverso la Deval infrastrutturare il territorio di reti", ma chi è che paga questa infrastrutturazione di reti secondo voi? La pagano i cittadini valdostani nelle bollette, non la paga la Deval, quindi le infrastrutture che si fanno sul territorio devono essere corrispondenti ai servizi che vengono erogati. Non possiamo pensare oggi di riempire la Valle d'Aosta di colonnine per la mobilità elettrica quando magari fra due anni ci sarà una situazione per cui le batterie porteranno a un'autonomia di 1500 chilometri. Dopo succede quello che succede per i distributori della benzina oggi rispetto al passato, che le politiche portano a eliminarne la presenza sul territorio, o perlomeno a ridurla significativamente.

Credo quindi che si debba fare attenzione a come trattare questi temi. Questo vuole essere il mio accorato appello rispetto a questa materia ma è solamente accorato perché questo non è un tema come tutti gli altri sul quale ci possiamo confrontare e avere delle opinioni diverse, questo è un tema comune per tutti i valdostani. Se noi stiamo ancora a tergiversare o a preoccuparci se guadagneremo nove o nove e mezzo, passeremo a produrre cinque e questo sarebbe un dramma per l'economia della Valle d'Aosta e per il futuro della nostra comunità.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Mi alzerei e farei un applauso proprio scrosciante, mi avete scaldato i cuori, avete tirato in mezzo Chanoux, i padri, veramente temi che proprio commuovono... il bene della Valle d'Aosta e quant'altro. Veramente alla fine di tutti questi discorsi quasi quasi mi sento convinta di tutte le vostre motivazioni. Il discorso più bello è stato quello della Consigliera Morelli, incredibile, veramente lei, come al solito, si mette lì e con la sua nonchalance riesce a fare dei discorsi di quelli proprio ultra convincenti tirando di mezzo la storia e tutto, peccato che fino a cinque minuti fa, quando era in maggioranza con noi, era contraria alla quotazione, lei e tutto il suo Movimento. L'entrata nella maggioranza Casinò - perché questa è la maggioranza Casinò, quindi c'è da mettersi le mani nei capelli su chi ci sta governando oggi - le ha dato l'illuminazione... fantastico. E qual è stato tutto il percorso che lei ha fatto per fare questo cambiamento, per arrivare a convincersi così calorosamente da portare i valdostani a far capire tutte queste motivazioni che devono portare a fare quest'accelerata? È dal 2014 che siete fermi, ma dobbiamo accelerare adesso, non state portando avanti l'ordinaria amministrazione, non state facendo un accidente di niente, ma oggi bisogna arrivare a dare l'accelerata sulla quotazione CVA. Bisogna farlo adesso con questa maggioranza in questo stato e che cos'è che la spinge in questa sua veramente illuminazione? I meravigliosi lavori della Commissione CVA. Io non facevo parte di tale Commissione, sono venuta al primo incontro giusto per capire che aria tirava e se sarebbe stata una cosa seria e se sarebbe valsa la pena poi venire e seguire. Me ne sono andata disgustata e chiaramente non mi sono più presentata ai lavori della Commissione CVA perché i lavori della stessa avrebbero avuto un senso ma sapevo già a monte come sarebbero andate le cose, per cui non è che ci sia venuta con qualche speranza, ho combattuto in quel momento per far valere determinate posizioni e poi ho detto: va beh, tanto è sempre la solita cosa, siamo allo stesso scenario di tutte le discussioni Casinò e quant'altro.

La Commissione CVA avrebbe avuto un senso se non fosse stata soltanto indirizzata a dimostrare a tutti quanti che necessariamente bisogna andare sulla quotazione, perché così è stato dal primo giorno dei lavori: bisogna fare la quotazione, quindi in quella direzione bisogna andare. Molto tranquillamente quello che è stato chiesto è stato: "bene, ma io vorrei valutare tutti gli altri scenari - io e tutti gli altri, in quel momento parlavo per me - voglio vedere questo scenario ma voglio vedere le cifre e i dati, procurateci le cifre e i dati; poi voglio vedere gli altri scenari, ma ci sono delle offerte? Iren, A2A, tutte quelle che possono arrivare? Bene, le sentiamo, voglio capire, voglio vedere. Voglio vedere delle cifre, voglio vedere i dati, voglio vedere i numeri". Tutto questo è stato fatto? Nel momento in cui tutti quanti vediamo, poi si può dire: "questa no, perché non va bene, questa si può tenere in considerazione e bisogna modificare...", ma poi lo si decide tutti quanti insieme, non si può decidere e parlare di ciò che non si conosce e, se non lo si vuole conoscere, c'è da preoccuparsi. Perché non lo volete conoscere, perché non volete vedere i vari scenari? Anche solo per dire: "fanno schifo, sono assolutamente inaccettabili", ma perché non porli sul tavolo e studiarli?

Siamo di nuovo nella stessa identica situazione del Casinò, infatti è preoccupante. Voi non dovete metterci le mani sul CVA perché siete veramente pericolosi in tutto quello che fate, tutto quello che toccate, e come sono andate le cose lo dimostra...

Presidente - Colleghi, lasciate terminare la collega.

Spelgatti (LEGA VDA) - ... la dovete piantare con questo discorso: tutto ciò che è tecnico non va bene, perché a un certo punto necessariamente vi ricordo che in questa Valle si dovrebbe cominciare prima di tutto a capire che ci sono delle leggi da rispettare - e non sto parlando del caso CVA ma parlo in generale e riparlo delle questioni Casinò, delle questioni Monterosa e quant'altro - ed è in quel quadro che la politica si può muovere. Ogni volta viene detto: "siete troppo tecnici", siete tenuti anche voi a conoscere le leggi e, quando si va ad affrontare una situazione di questo tipo, necessariamente bisogna guardare i numeri, non si può prescindere da essi perché hanno delle ricadute sul territorio valdostano e sulla Valle d'Aosta... sui principi e sui numeri, ma anche quelli vanno guardati per poi eventualmente demolire per dire: "questo sì, questo no" ma motivatamente. Bisogna avere degli elementi e, sulla base di quegli elementi, prendere delle decisioni che devono passare attraverso tutto il Consiglio, non che voi arrivate e dite: "questa è la soluzione, in quella direzione bisogna andare" e il resto e qualsiasi altra opzione alternativa non la si guarda e la si scarta a priori, anche perché siete i primi a dire che non siete dei tecnici! Allora se non siete dei tecnici, vi avvalete comunque dei tecnici ma non è che perché voi non siete dei tecnici non si possono studiare le cose e metterle sul piatto e farle eventualmente analizzare dai tecnici se non siete in grado di analizzarle voi. Stiamo parlando di CVA, stiamo parlando della società più importante che abbiamo, voi state facendo delle operazioni per arrivare a depredare CVA, non per il suo bene, state lontani da CVA!

Presidente - La parola al collega Vesan per il secondo intervento.

Vesan (M5S) - Vorrei cogliere l'occasione nel mio secondo intervento per evidenziare ancora qualche lacuna presente nella relazione conclusiva della Commissione della maggioranza visto che è questo l'oggetto della discussione generale. Non tutta la documentazione che è stata vagliata, sviluppata e studiata all'interno della Commissione fa parte del materiale che voi Consiglieri avete a disposizione perché, per esempio, nelle audizioni per le quali espressamente non è stato consentito lo streaming da CVA, è stato presentato un piano industriale in due versioni: una si chiamava Base e una Sprint, e questo già denota una certa capacità di comunicazione da parte del Consiglio di amministrazione nell'indirizzare le scelte di questo Consiglio, capacità che sta ancora cercando di sfruttare sui giornali al giorno d'oggi. La parte divertente di questa cosa però è che, essendo un piano industriale, doveva essere non solo non trasmesso in streaming ma pure secretato. Il nostro Presidente Nogara ha voluto assolutamente che fossero pubblicati tutti i verbali integrali salvo gli omissis e chi decideva gli omissis? Il Presidente Nogara insieme al Consiglio di Amministrazione CVA, due figure particolarmente orientate se vogliamo sulla scelta che questa Commissione doveva fare. Per fortuna abbiamo fatto alcune domande e alcune di queste sono state integralmente riportate e, grazie alla scelta di mettere i verbali sulla Home page del Consiglio, tutti possono vedere. Il piano industriale alternativo, quello base, quello che probabilmente non dobbiamo nemmeno citare, prevede un CAGR, queste sigle terribili in inglese ma che in italiano si chiama Tasso Annuo di Crescita Composito, che normalmente è un indice economico. Forse il collega Aggravi potrà illustrarcelo meglio di come lo uso io, è utile per paragonare le performance di gruppi omogenei, società per azioni negli stessi settori. Ebbene, questo Tasso Annuo di Crescita Composito previsto dal piano base di CVA era del 10,1%, nessuno di voi in Consiglio ha visto questo piano industriale perché la decisione della maggioranza della Commissione è stata che la segretezza su questo piano era tale per cui nemmeno con il vincolo di segretezza poteva essere trasmesso agli altri Consiglieri, cosa che noi in Commissione abbiamo richiesto. Grazie comunque alle domande che non abbiamo fatto e alle risposte che abbiamo avuto, parte invece delle risposte di CVA erano cancellate dagli omissis, abbiamo potuto verificare che questo Tasso Annuo di Crescita Composito sarebbe stato per CVA, con il pieno rispetto dei vincoli della Madia, del 10,1%, quindi più alto di una grandissima parte delle società concorrenti credo sulle quali noi ci confrontiamo nella fase di esame di tutti questi margini di crescita. Certo il Tasso Annuo di Crescita Composito in caso di votazione era più alto ma questo risultato del 10,1% annuo è sicuramente diverso dalla dichiarazione che viene fatta da questa maggioranza in quest'Aula, cito, per esempio, il collega Farcoz che dice che CVA è ingessata dalla Madia, anzi ha una doppia ingessatura perché prima era vincolata addirittura dalla legge regionale n. 20. Adesso io non so che cosa sia la doppia ingessatura, abbiamo dei medici in Aula, per fortuna sempre di più e quindi potranno illustrarcelo meglio ma ingessato vuol dire che non si può muovere, se garantisce una crescita annua più alta di gran parte delle migliori aziende che operano sul settore in Italia, forse ingessatura non è il termine corretto. Sull'uso della terminologia il collega Farcoz, il nostro Chevalier de la langue che finalmente abbiamo sentito esprimersi con dovizia in quest'Aula forse perché prima il suo vicino di banco lo inibiva, abbiamo avuto l'occasione di scoprire che l'acronimo francese per indicare la nostra società è CVA, CVA è divertente, lo ha detto cinque volte nell'intervento. Per fortuna, noi siamo ancora una Regione bilingue e la nostra società, fintanto che è completamente regionale, ha un nome anche in francese il cui acronimo non è quello da lei citato ma c'è sempre un'occasione per crescere anche nell'uso della lingua.

La collega Morelli ha detto che la quotazione è la nuova parola tabù, una volta era il sesso, poi la morte, adesso la parola tabù è quotazione; quotazione è solo una parola, che cosa comporta però quotazione? Non è il fatto che sia quotato in Borsa, che quindi il valore della nostra società si è espresso in valore di azioni invece che in valore in euro o in fatturato, il problema non è che vogliamo quotarla in Borsa, il problema è che vogliamo vendere delle quote, il problema è la vendita di CVA. Quello che per noi è un patrimonio assoluto, qui qualcuno ha parlato dei nostri padri, dei nostri nonni per dieci generazioni. Noi abbiamo comprato non il nome CVA, abbiamo comprato le dighe, le centrali e le reti di distribuzione e adesso, grazie al fatto che nel 2021 finiremo di pagarle... sì, è vero che nel frattempo hanno fruttato tanto alla Regione ma non abbiamo ancora finito di pagarle, è vero che nel 2021 potrebbero essere tutte nostre ma noi arriviamo in anticipo con questa maggioranza e decidiamo che vendiamo non i gioielli di famiglia, vendiamo casa nostra, perché l'utilizzo delle acque, anche al fine idroelettrico, è quello che è stabilito dal nostro Statuto come la definizione di noi stessi, noi stessi Amministrazione autonoma della Valle d'Aosta, è il nostro Statuto che lo stabilisce ed è quello il motivo per cui noi e solo noi possiamo permetterci di superare la Madia. Qui tutti hanno paura e dicono: "la Madia, la legge dello Stato, dobbiamo solamente rispettarla". Purtroppo dobbiamo rispettare questa norma e un sacco di altre terrificanti norme fatte approvare dal Governo Renzi e dal Governo Gentiloni ma, per fortuna, un po' alla volta riusciremo a superarle, siamo riusciti a superare il Jobs Act grazie al Governo nazionale e come facciamo a superare la Madia? La superiamo esattamente come ci è stato detto in Commissione da parte dell'eligendo Presidente della Commissione paritetica, che ha detto queste parole - la citazione non sarà testuale -: "le norme di attuazione sono di rango costituzionale perché derivano dal nostro Statuto". Il nostro Statuto, per nostra fortuna - ed è il motivo per cui siamo qui a dire che la Valle d'Aosta è una Regione autonoma -, supera le leggi dello Stato e quindi possiamo provare a seguire una strada che ci permetta di superare la Madia. Possiamo farlo magari confrontandoci con il Governo, lo abbiamo fatto con questa Commissione per valutare se questa possibilità c'era? No, non l'abbiamo fatto perché probabilmente è una strada da non seguire, esattamente come la strada auspicata dai colleghi di fronte a me, che noi naturalmente non condividiamo in nessuna maniera: quella della vendita diretta. La vendita diretta di cui si è discusso in Commissione e a maggioranza la Commissione ha deciso di affrontare anche questa possibilità, lo ha deciso ma non lo ha fatto probabilmente perché non vi era tempo a disposizione o gli esperti non erano raggiungibili visto che era Finaosta che ce li trovava per conto nostro. La dichiarazione che questa possibilità di vendita fosse comunque superiore al 51% e ci avrebbe fatto perdere il diritto su CVA non abbiamo potuto approfondirla in nessuna maniera perché non abbiamo visto nessuna offerta, nessun documento, non ci siamo confrontati con nessuno. L'unica persona che all'interno della Commissione ha dichiarato che le proposte superavano il 51% è stato lei, Presidente, non sappiamo sulla base di quali fonti, ci sarebbe piaciuto condividerle, non ha voluto farlo. Non abbiamo fatto nessuna audizione in tal senso, io non so su quali atti è stato fatto, però noi saremmo favorevoli a proseguire i lavori, studiare e confrontarci anche su questo, però solo noi.

Veniamo infine all'ultimo intervento del collega Marquis, che è sempre foriero di un sacco di stimoli e che ha detto: "noi siamo qui per prendere una decisione positiva o negativa", questo è stato l'input, ribadendo quindi sostanzialmente la nostra obiezione nei confronti dei lavori di tutta la Commissione. Il problema quindi è: o quotiamo in Borsa, o non quotiamo in Borsa e, se non quotiamo in Borsa, non ci interessa nemmeno quali sono le altre strade, questa è la strada che è stata seguita da tutta la Commissione e praticamente da tutti i suoi interventi all'interno della stessa. Lei ha citato l'Enel e ha detto: "per fortuna siamo riusciti a liberarci dal monopolio dell'Enel". Il monopolio dell'Enel? L'Enel è pubblica. Per fortuna, la produzione idroelettrica era tutta pubblica prima perché, grazie a questo, noi siamo riusciti ad acquistarci e a mantenere pubblica solo in Valle d'Aosta la produzione idroelettrica, solo noi ci siamo comprati le dighe, la rete di distribuzione e tutto quanto. Abbiamo investito il 70% del bilancio regionale di quell'anno e abbiamo fatto bene, probabilmente fra le scelte delle precedenti maggioranze valdostane è l'unica che ricordo con particolare soddisfazione. La capacità poi di rivoltare la frittata e il farlo dichiarando di voler essere chiari con i valdostani, per esempio, citando il disastro delle azioni privilegiate per quello che riguarda la RAV... certo che è un disastro valutare le azioni privilegiate come se fossero ordinarie e scoprire dopo cinque anni che il privilegio è finito, ma la proposta delle azioni privilegiate è stata utilizzata in Commissione per valorizzare la quotazione, quindi a favore. È divertente che adesso lei usi tutto alla rovescia per dire l'esatto contrario. Per quanto riguarda le opportunità sul mercato date dal risparmio energetico, le famose ESCo, nelle quali la CVA non può operare se rimane all'interno della Madia, alla fine ben venga che non sia essa a occuparsene. Noi abbiamo un impianto diciamo imprenditoriale manifatturiero in Valle d'Aosta che quello sì è pesantemente ingessato dalle ingerenze della pubblica Amministrazione e se esiste la possibilità di operare sul mercato del risparmio energetico, perché deve essere CVA a occuparsene? Solo perché sono redditizie? Ma ben venga che un'imprenditoria redditizia possa installarsi sul nostro territorio dopo che per anni queste Amministrazioni l'hanno boicottata sistematicamente. Il gemmare quindi delle attività, la nascita delle startup viene fuori se CVA non ci mette le mani, ma se CVA ci mette le mani con la nostra garanzia e con l'utile che finisce per il 30-35%, non sappiamo ancora quanto, nelle mani di qualcun altro che sicuramente è fuori Valle, non stiamo aiutando la nostra imprenditoria nemmeno un po'.

Noi siamo i titolari della rete Deval e quindi - chiedo scusa se anticipo la discussione sulle proposte della maggioranza - "producendo noi più corrente elettrica - queste sono le panzane tirate fuori in quest'Aula - di quella che usiamo in Valle d'Aosta, il flusso della corrente è unidirezionale", le sue testuali parole sono: "percorso unidirezionale". Il percorso unidirezionale dell'energia esiste solo nella fantasia di chi non sa come funziona perché se solo leggesse la bolletta di CVA che riceve a casa, sempre che si fornisca di corrente della CVA visto che ci sono comunque soluzioni più economiche anche sul territorio valdostano, scoprirebbe che nel pacchetto di produzione energetica che CVA vende in Valle d'Aosta attraverso la nostra rete, quella famosa rete unidirezionale, è al 60-70% composto da energia che non proviene da fonti rinnovabili, e questo perché? Perché noi la nostra corrente elettrica prodotta da attività rinnovabile la vendiamo fuori e poi utilizziamo e compriamo da fuori corrente elettrica prodotta con altri sistemi in altre parti del nostro Paese. Dico "nostro Paese" esattamente come l'ha dichiarato Marquis, che, a seconda del suo intervento, usa il nostro Paese come Valle d'Aosta, come Italia, in realtà i benefici relativi alla riduzione del cambiamento climatico non ci sono solo in Valle d'Aosta, ma in Italia e, per fortuna, nel mondo intero.

Ultimo punto: "questa maggioranza è arrivata già prima dei lavori della Commissione con le idee ben chiare", sì, ce ne siamo accorti. L'unica esitazione era nelle dichiarazioni di Madame la pirouette - chiedo scusa al Consigliere Lucianaz se rubo questo suo termine - che fin da subito si è dichiarata verbalmente perplessa e volenterosa nello studiare, ma non è così. Questa maggioranza è stata costituita esclusivamente sul fatto di recuperare dei soldi da CVA per la propria campagna elettorale e in questo senso sta operando e facendo fretta a tutta l'Aula.

Ebbene, una piccola informazione sull'installazione delle colonnine per l'approvvigionamento idroelettrico, il collega Marquis ha detto: "non possiamo neanche spendere i soldi e investire". Enel X - che una società operante in Valle d'Aosta e che è un ramo derivato dalla famosa Enel di cui, per fortuna, ci siamo liberati - installa le colonnine sul territorio valdostano in modo completamente gratuito. Alcune Amministrazioni comunali hanno preferito ricorrere all'installazione di colonnine a pagamento, non sappiamo perché, forse sono degli amministratori più oculati e seguono strani criteri che a noi della minoranza sono preclusi. Ebbene, queste colonnine possono nascere sul territorio gratuitamente perché basta che qualcuno chieda a Enel X di installarle e essa le installa con un contratto in base al quale le spese di installazione sono a loro carico e le spese per toglierle in qualunque momento in cui l'Amministrazione comunale lo voglia fare sono sempre a loro carico. Potremmo quindi tranquillamente riempire di colonnine la Valle d'Aosta, quello che non c'è è una rete di distribuzione che possa alimentarle tutte se vogliamo davvero arrivare allo sviluppo della mobilità elettrica in Valle d'Aosta. Quello che manca è una legge regionale per il finanziamento della distribuzione delle auto elettriche e delle colonnine di ricarica, manca perché è ferma da un anno fra la pigrizia dei presidenti delle commissioni che faticano a trovare una data in cui incontrarsi congiuntamente e la volontà di depauperare il fondo a quest'attività destinata, non perché le colonnine sono un investimento che stiamo ancora valutando. Sappiamo quindi che CVA può investire sul territorio valdostano e può crescere anche restando all'interno dei vincoli della Madia e quindi è doveroso per non vendere un pezzo di casa nostra... perché anch'io ho nonni e padri che vivono in Valle d'Aosta e l'abitudine ad affittare le case e a non vendere i beni di famiglia è radicata nei valdostani, e sono fermamente sicuro che se arrivassimo a un referendum dicendo ai valdostani: "vi diamo uno sconto sulla corrente"... sconto che avremmo potuto dare loro anche adesso grazie all'utile della società "ma non ve lo abbiamo dato perché ci serviva poter recuperare i soldi per la quotazione in parte"... "diamo ai valdostani un po' dei soldi della quotazione perché il resto ce lo teniamo", per farci che cosa? "Non ve lo diciamo ma adesso votate per farlo". Ebbene, Signori, se queste sono le idee chiare della maggioranza, meno male che siamo in minoranza!

Dalle ore 11:39 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Marquis.

Marquis (SA) - Per fatto personale, non replico alle considerazioni che sono state fatte perché replicherò nell'intervento successivo ma solo a chiarimento di un fatto specifico. Credo che il collega Vesan abbia distorto le considerazioni che ho fatto seppure ritengo di aver parlato in modo molto chiaro: ho detto che oggi è un giorno importante perché quello che verrà deciso avrà sicuramente o un segno negativo nella storia della Valle d'Aosta, o un segno positivo in funzione di quello che sarà l'esito della votazione. Collega Vesan, quindi non stia a fare dei giochini di parole perché sono abituato a parlare chiaro e ad assumermi la responsabilità di quello che dico!

Presidente - Ha chiesto la parola il Vicepresidente Farcoz.

Farcoz (UV) - Solo per fatto personale. Je m'adresse à mon ami Louis, o se preferisce al mio amico Luigi. Solo per dire che il tasso di crescita a cui ha fatto riferimento prima, è stato possibile raggiungerlo per gli investimenti fatti ante Madia, dalla Madia in poi la società non ha più potuto fare investimenti che hanno potuto farla crescere.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin... c'è un accordo in Aula, allora la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Parlo per fatto personale perché il terzo intervento non è ammissibile, per fortuna il collega Farcoz mi ha chiamato Luigi, quindi ne approfitto... in quell'occasione io ho espressamente richiesto se questi valori corrispondevano a quelli che si potevano ottenere pur assoggettati alla legge Madia, anche perché non stiamo parlando dei risultati conseguiti nel triennio precedente: stiamo parlando di un piano industriale, che, come tutti i piani industriali, prevede un tasso di crescita annuo composto calcolato sul futuro, non sugli investimenti fatti in modo pregresso. Questa sua precisazione, nonostante la nostra amicizia, quindi la trovo assolutamente non corretta.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Mossa.

Mossa (M5S) - Intervengo per il secondo intervento. Fino a poco tempo fa in quest'Aula ci si lamentava per il prezzo carissimo delle nostre autostrade, RAV e SAV. La colpa di queste criticità è stata assegnata al fatto che queste società sono private e che non è più la Regione a deciderne le tariffe. Tanto basta per capire che, nel momento stesso che il privato con qualsiasi quota, anche minoritaria, entra all'interno della società pubblica, questa deve modificare la sua natura e dal fare l'interesse pubblico, che non sempre viene identificato come valore monetario, passa a fare utili per i soci, cioè il mero profitto economico: questo spiega gli aumenti vertiginosi di RAV. Se RAV fosse interamente pubblica, di sicuro non sarebbe l'attuale macchina per fare soldi ma farebbe l'interesse dei valdostani che viaggiano per lavoro ogni giorno, dei turisti, che sarebbero incentivati a venire in Valle d'Aosta, ridurrebbe drasticamente il traffico sulle strade statali abbassando i rischi e diminuendo l'inquinamento della nostra regione. Questo è il vantaggio delle società pubbliche: fare l'interesse dei cittadini. Il privato invece mira solo ed esclusivamente al profitto. Abbiamo l'esempio qui a pochi passi però a quanto pare non basta. Per CVA è la stessa identica cosa, nata con la mission di tutelare il nostro ambiente e il territorio nell'interesse dei cittadini valdostani verrà trasformata in una macchina per fare soldi a discapito di tutto ciò per il quale è stata creata, diventerà una RAV 2.0. Molte società incantate dal miraggio della quotazione, quando si sono rese conto che quotarsi ha portato più disagi che benefici, hanno deciso di fare un passo indietro con il delisting, che ricordo essere molto più oneroso rispetto all'ingresso nel mercato telematico azionario. Noi che invece abbiamo ancora la fortuna di avere una società così importante interamente nelle mani dei valdostani cosa facciamo? La quotiamo in Borsa.

Per rispondere alla collega che afferma che siamo tutti spaventati dalla parola "quotazione" e non per ripetere quello che ha poco affermato il collega Vesan, dico solo che non è la parola in sé che suscita preoccupazione ma il suo significato, votare uguale vendere, vendere una parte di società dei cittadini valdostani ai privati: è questo il significato. Mi fa molta paura, collega, perché, come tutte le società private, la quotazione in Borsa è solo il primo passo verso la privatizzazione. Per fare un esempio di crescita, come faceva qualche collega poc'anzi, prendiamo la SME (Società Meridionale di Elettricità), nel 1992 la controllata dell'IRI viene smembrata in tre società, messa sul mercato e svenduta nei tre anni successivi: Nestlè si aggiudica Italgel, Motta e Alemagna, poi Barilla mette le mani su Pavesi, Cragnotti acquisisce la Cirio, Bertolli De Rica e infine la cordata Benetton-Del Vecchio conquista GS e Autogrill che rivenderà ai francesi di Carrefour per dieci volte il prezzo d'acquisto: ecco la crescita della società e non era sicuramente nei suoi obiettivi essere smantellata. Che futuro vogliamo per CVA? Vogliamo che diventi come la SME o che sia la nostra RAV 2.0?

Vorrei far presente a qualche collega che è stato Presidente di RAV, e che forse meglio di chiunque altro qua dentro ci può riportare cosa significhi avere all'interno di una società il privato... lo stesso collega con la sua forza politica chiedeva che la società ritornasse in mano al pubblico. Recito ciò che promettevano a tal proposito con il loro programma elettorale, tra l'altro, condivisibile: "abbiamo costruito l'autostrada Aosta/Monte Bianco con denaro pubblico per togliere il traffico dalla strada statale, dai centri abitati per favorire la qualità dell'ambiente e la sicurezza. Oggi, a causa delle tariffe elevate, l'autostrada è deserta. Come risolvere il problema? L'autostrada deve diventare di proprietà pubblica perché in questo modo è possibile ridurre le tariffe come a Bolzano. Oggi è possibile acquisirla completamente utilizzando i fondi in cassa e parte delle risorse in disponibilità del Traforo del Monte Bianco insieme alla rata pagata con i pedaggi". Ecco, questo collega che aveva capito i vantaggi di una società pubblica e gli svantaggi di una società con dentro i privati, perché ha vissuto l'esperienza in prima persona, ha capito che l'unico modo per risolvere il problema era quello di rendere la società interamente pubblica. Per CVA è la stessa cosa con il vantaggio che è già pubblica e non c'è bisogno di fare nulla se non lavorare solo ed esclusivamente sulle norme di attuazione. Il parere sulle norme di attuazione lo dobbiamo ascoltare da esperti giuristi come il professor Louvin e non da architetti, politici e altre figure che con la giurisprudenza non hanno nulla a che fare. Sempre per rispondere a questo collega, la gestione aziendale non dipende solo da chi possiede la maggioranza delle azioni ma ci sono leggi e norme che tutelano anche i soci di minoranza e le decisioni prese dalla società che non vanno a vantaggio di tutti i soci, anche quelli che hanno quote minoritarie, possono essere impugnate dagli stessi in cause processuali e spesso le vincono, ma questo sono sicuro che lo sa bene.

Dalle ore 11:45 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ho voluto raccogliere un pochino le indicazioni che sono arrivate dai colleghi di maggioranza per cercare appunto di comprendere come in qualche modo si sarebbe cercato, si cercherà nel proseguo di questo Consiglio di difendere la posizione della maggioranza. Devo cominciare a dire, anche se mi sta dando le spalle, che l'atteggiamento del collega Marquis è molto preoccupante perché, quando un democristiano, che con solitamente toni pacati ci spiega come si fa la politica, ci spiega come si gestisce il pubblico e ovviamente poi scarica la sua forza, la sua potenza nei numeri di quando governa, si infervora in questa maniera e comincia a sbraitare, evidentemente sta difendendo qualcosa o ha paura che gli venga toccato qualcosa che gli sta particolarmente a cuore, e questo chiaramente fa suonare sicuramente un campanello di allarme.

Atteggiamento altrettanto indisponente ma opposto invece è quello tenuto dalla collega Morelli, che con la sua voce melliflua, con la sua capacità dialettica, con la sua conoscenza della storia, ci spiega e giustifica l'ennesima giravolta del suo movimento e sua personale. Io ricordo che, quando eravamo in Comune ad Aosta la collega Spelgatti e io, discutevamo già con quelli che poi appunto tra le varie vicissitudini politiche sono poi passati ad altri gruppi consiliari ma ai tempi appartenevano al gruppo di Alpe e ci dicevamo, discutendo delle questioni di CVA, che su tante questioni eravamo lontani ma sulla questione del CVA invece ci trovavamo d'accordo e ci sembrava effettivamente strano, questo però ci risulta ancor più strano vedendo la mutazione genetica che si è ingenerata in lei, collega Morelli, con il passare del tempo. È sufficiente agguantare lo scranno di maggioranza, magari con una bella presenza di Commissione, per mutare radicalmente la posizione che si è tenuta in maniera anche fiera e battagliera all'interno di quest'Aula. Ancora più basito mi ha lasciato quando lei ci ha spiegato che avere una società che fa della trasparenza uno dei propri obblighi, una delle proprie bandiere... la trasparenza diventa un ingranaggio troppo rigido. Devo dedurre quindi che la tanto decantata necessità di Alpe di trasparenza, di legalità, di partecipazione così come nell'acronimo da voi inserito, si trasforma in "no, però va bene la trasparenza ma non esageriamo perché altrimenti poi si possono scoprire troppe cose".

Sono invece rimasto stupito, e piacevolmente, da quanto ha detto il collega Barocco nello specifico sul tema del referendum, sono assolutamente lieto della sua presa di posizione e dal suo dichiarare di non avere paura di una consultazione popolare, che va esattamente nel senso di una delle proposte di cui avremmo modo di parlare successivamente e che quindi apre la possibilità anche ai cittadini valdostani di poter esprimere la propria opinione.

Tornando un attimino invece a quello che ci ha spiegato il collega Marquis, sempre molto preciso nei suoi interventi, il collega ci ha detto che la quotazione in Borsa è l'unica opportunità che abbiamo per salvare CVA dalle speculazioni. Effettivamente io devo dirle, collega Marquis, che se io dovessi pensare a un luogo dove non ci sono speculazioni, penserei immediatamente al mondo della Borsa... sarebbe il mio primo pensiero, mi salterebbe proprio così come prima idea: effettivamente se proprio devo affidare un qualcosa dove si possono evitare speculazioni, ma perché non affidarlo al mondo della Borsa, dove in realtà, per esempio - non faccio il caso di CVA ma mi astraggo -, si muovono i fondi di investimento, che non sono effettivamente dei fondi che sono interessati a massimizzare il profitto, giustamente, ovviamente legittimamente, ma sono in realtà delle astute coperture di associazioni benefiche che nascondono il loro reale vero interesse: quello appunto di difendere il benessere dei cittadini valdostani, delle proprietà pubbliche a loro affidate.

Quello che però mi preoccupa ancora maggiormente è che si venga qui in Aula, soprattutto lei, collega Marquis, a dirci che oggi si prenderà una decisione su CVA. Ora, facciamo un attimo la genesi di questa decisione: questa relazione che stiamo discutendo oggi doveva essere discussa lo scorso Consiglio, non si è riusciti ovviamente. Lo scorso Consiglio il movimento a cui mi onoro di appartenere in collaborazione con il movimento MOUV' ha presentato ben sette ordini del giorno sul tema di CVA perché, così ci è stato detto, bisognava presentare tutti gli ordini del giorno all'inizio della discussione del Consiglio. Io anche cercando e ricercando non ho visto ordini del giorno della maggioranza in quella giornata specifica ed ero convinto, collega Marquis, che la discussione della relazione poi non fosse seguita da un voto. Significa quindi che oggi voi sapete dove puntate tutta la decisione di CVA? Su una risoluzione di maggioranza. L'importanza, il peso, il valore e tutto quello che ci avete raccontato, la società da un miliardo e tutto... il futuro di questa società quindi è legato a una risoluzione proposta dalla maggioranza che non era stata pensata nello scorso Consiglio ma che è stata fatta in tutta fretta in risposta alle iniziative presentate da noi ed è una risoluzione che viene presentata da una maggioranza che ha 18 componenti su 35. Significa che tutta questa trasparenza, tutta questa importanza, tutto questo peso e questo futuro voi volete deciderlo in virtù di una risoluzione consiliare a colpi di maggioranza, a colpi di un voto di maggioranza. Questa è, secondo me, la cosa più preoccupante perché le decisioni - e lo ha detto molto bene la collega Spelgatti - si possono e si devono prendere ma si devono prendere soprattutto su temi di questo tipo in maniera partecipata, in maniera ragionata, avendo dati alla mano e non in fretta e furia come invece state facendo voi con la paura! Mi è sovvenuto peraltro un brano del "Se questo è un uomo" di Primo Levi, che parlava del momento della partenza, della fuga, quando si smobilitava il campo di concentramento, due prigionieri fecero i fagotti in fretta e furia pur essendo malati e scappando con tutti coloro che scappavano dal campo di concentramento perché, pur essendo malati, avevano paura che rimanendo sarebbero stati uccisi, quindi sapevano benissimo di non poter affrontare la marcia ma, di fronte a questo pericolo, in realtà si sono vestiti di tutto punto e sono partiti per mettersi di fronte alla scelta, per mettersi di fronte al fatto compiuto e non potersi più tirare indietro. Questo mi ha suscitato esattamente la stessa identica opinione.

È già stato ben detto e ben riassunto dal collega Cognetta quali sono i rischi questa scelta, quali sono i rischi di una scelta non ponderata e quali saranno anche le possibili conseguenze, e quello che voi volete fare è mettere di fronte a una scelta non ponderata ma vincolante la vostra maggioranza per dire: "beh, ormai abbiamo votato, abbiamo deciso così e quindi così è. Nessuno si può tirare indietro perché voi ormai avete votato". Allora, di fronte a questa scelta, visto che ho letto oggi e vedo che molte agenzie stanno battendo un comunicato stampa dove dicono che Rete Civica bada ai contenuti, bada alle questioni politiche... ricordando che, grazie a Rete Civica, oggi questa maggioranza vuole prendere una decisione che sicuramente non vi farà piacere, perché noi le vostre posizioni le conosciamo anche se siete stranamente silenti questa mattina, vi voglio chiedere: siete contenti dei contenuti che avete avallato?

Président - Nous sommes en discussion générale. Y a-t-il d'autres collègues qui souhaitent intervenir? La parole au collègue Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Non starò a ripetere quello che è successo in questa Commissione speciale di cui ho avuto comunque il piacere di farne parte. Nelle premesse ringrazio anch'io tutti, sicuramente il Presidente, sicuramente quelli che sono intervenuti e i colleghi della Commissione speciale, perché, al di là di tutto, è stato un passaggio che sicuramente ci ha arricchiti dal punto di vista della conoscenza. Fatta questa breve premessa, l'impressione è un po' quella di tanti che mi hanno preceduto, nel senso che fosse la volontà della maggioranza di condizionare la scelta verso la quotazione in Borsa di CVA ha probabilmente impedito di analizzare, di valutare scenari e soluzioni alternative. È un po' l'impressione che si è avuto sin dal primo momento e di questo è inutile dire che ci dispiace, però io vorrei tornare più che altro, più che sui lavori della Commissione, sull'opinione che ho in merito alla società CVA: è il fiore all'occhiello, è un valore aggiunto, è la società che ci permette di avere comunque degli utili da mettere a bilancio regionale, una delle poche società partecipate che ha comunque degli utili. Quello che volevo dire è che oggi, al di là di quello che sarà l'impegno della risoluzione su cui nei termini e nei contenuti interverrò all'atto in cui andremo a discutere della stessa, non è l'atto conclusivo perché comunque il tutto verrà demandato a una legge e questa legge sarà il momento vero del confronto in quest'Aula.

Detto questo, mi preoccupo comunque di come c'è stato questo approccio da parte di questa maggioranza a quello che sarà un iter legislativo obbligatorio, per cui, al di là del valore della risoluzione, ci va un atto alla base di questo, perché? Perché io ci tenevo un po' a sottolineare, al di là di quello che è stato il passaggio storico e la ricostruzione storica di CVA... e l'intervento fatto dal collega Marquis ci ha ricordato che questa CVA è stata per anni il salvadanaio della Regione, ha distribuito oltre 600 milioni di utile, abbiamo avuto 2 miliardi di fiscalità di ritorno in tema di fiscalità e questa, collega Marquis, è l'unica cosa che condivido del suo intervento; questo perché? Perché io ci tengo a sottolineare un passaggio che per me è assolutamente importante: noi in questo momento citiamo la Madia a corrente alternata nel senso che la citiamo quando ci interessa e della Madia, quando ci sono altri aspetti, contano meno. La prima considerazione da fare è che non stiamo quotando, procedendo alla quotazione di una società in perdita, anzi, perché la Madia nei suoi passaggi cita l'obbligo di dismissioni di società in perdite e, quando dico che stiamo procedendo o dando indicazioni di andare nel senso della quotazione di una società che non è in perdita, nessuno ha citato gli ultimi dati di cui siamo in possesso relativi all'andamento della società CVA. Questa società ha avuto un margine operativo lordo nel 2017 di 121 milioni di euro e ha un utile netto, vale a dire un dividendo a disposizione dell'azionista, di 40 milioni di euro. Nel 2018 i dati, seppur in assenza ancora di un bilancio ufficiale ma forniti direttamente dalla governance della CVA, ci dicono che i conti della CVA procedono benissimo, che abbiamo un incremento del 15%, fai quattro conti e significa che noi avremo un margine operativo lordo di circa 140 milioni e probabilmente un utile netto di circa 46 milioni. Ricordo questo perché? Non entrerò nello specifico dei punti della risoluzione che avete presentato ma fra le altre proposte che fate c'è quella di promettere una distribuzione all'interno di quello che sarà un rimborso ai residenti di una quota significativa della componente energetica.

Io parto da alcune considerazioni che ho sempre condiviso. Io mi ricordo che già sul DEFR - di cui avevamo dato indicazione a voi ma che poi questa maggioranza ha approvato... - c'è scritto che, per quello che riguarda il riparto degli utili di CVA, gli utili dovrebbero essere messi per una crescita del sistema Valle d'Aosta, per rifinanziare i mutui, i fondi di rotazione, per ridare slancio all'economia valdostana. Ora, non è che possiamo pensare di avere risorse all'infinito, bisogna fare delle scelte. Io penso che in questo momento se noi chiediamo ai valdostani, rispetto ad alcuni dati che ho citato prima: 2.500 posti persi nel mondo dell'edilizia, una paralisi assoluta per quello che riguarda il settore sia pubblico che privato in materia di edilizia e altri ancora, poi non sto a citarli tutti perché abbiamo davvero un'economia ferma al limite della recessione... io penso che se facessimo ai valdostani la proposta di istituire a livello regionale... una proposta come quella degli 80 euro di Renzi o reddito di cittadinanza, i valdostani ci direbbero: "per favore, dateci lavoro, create occupazione". Ne sono veramente convinto, lo penso anche perché leggo a livello nazionale quali sono i ritorni in merito a queste misure così chiaramente di carattere più che altro populista, la gente chiede degli interventi veri. Noi qua non abbiamo bisogno di dipendere dalle scelte dello Stato, qua dipende da scelte direttamente nostre e la vostra proposta, almeno in quel passaggio, mi sembra davvero la riproposizione di scelte più che altro di carattere populista. Mi dispiace anche che questa scelta - chi mi preceduto lo ha detto - venga fatta da una maggioranza in stile sopravvivenza - io non oso dire altri termini - che ha probabilmente rielaborato il loro "Padre nostro quotidiano", nel senso che ti dice: "dateci oggi il nostro annuncio e la nostra promessa quotidiana", per cui davvero in un momento di grande difficoltà... e su questo condivido il fatto che una maggioranza che, oltre che annunci, davvero fa poco, ma, al di là di questo, è una maggioranza che poi deve andare a chiedere di volta in volta l'aiuto, il paracadute, il salvagente... chiamiamolo come vogliamo alle forze politiche di turno, per poi essere magari obbligati di volta in volta - guardo lei, Presidente - a fare il giro e ringraziare gli uni e gli altri per aver salvato un Governo che davvero è delegittimato e inconcludente.

Quando la collega Morelli diceva che stare fermi si indebolisce, sono anche d'accordo, per la carità, che in un'azione amministrativa non bisogna stare fermi ma neanche prendere delle scelte che poi condizionino il futuro perché questa scelta sarà una scelta di non ritorno: questo è chiarissimo nel senso che se si va in una direzione, è impensabile tornare indietro. In Commissione non c'è stato nessun confronto su scenari, non c'è stata nessuna indicazione - qualcuno l'ha già detto - su quello che potrebbe essere l'utilizzo di proventi della quotazione, però su questo io voglio tranquillizzare anche qualcuno: mai a nessuno, almeno per quello che ci riguarda, è mai venuto in mente di mettere in vendita delle quote maggioritarie. Noi crediamo che in questo momento ci sia una strada da perseguire prioritaria che comunque sarà oggetto anche di una risoluzione che abbiamo condiviso con la Lega: quella di giocarci tutte le carte per quello che riguarda la normativa di attuazione, ma la normativa di attuazione su due fronti: uno che ci dia la possibilità di avere il rinnovo delle concessioni, l'altro che ci tolga nel limite del possibile dall'impasse legata all'applicazione della Madia. Quello che emerge chiaro... e peraltro è stato molto esplicito su questa direzione il collega Barocco, che ha detto: "noi vogliamo la quotazione di CVA", sicuramente ha tolto ogni dubbio in merito perché non si può immaginare di dare una parvenza di difesa delle prerogative statutarie e delle norme di attuazione se da una parte si dice: "chiediamo la possibilità di avere il rinnovo delle concessioni" e, dall'altra, pensiamo di andare nella direzione di dire: "noi andiamo alla quotazione in Borsa". Siamo davvero all'antitesi, nel senso che è inimmaginabile per lo Stato provare a mettere in piedi una normativa di attuazione sul rinnovo delle concessioni senza metterle in gara il giorno che noi avremo una società partecipata da privati. Se già non sarà una via facile quando parliamo di una società totalmente pubblica, io non ho dubbi che sarà una strada sbarrata, nel senso che neanche prenderanno in esame il rinnovo di concessioni tout court su una società dove ci sarà una partecipazione privata. A me dispiace questo, lo dico in tutta sincerità. Io penso che in questo Consiglio ci sia la forza e sicuramente i numeri per andare in una direzione ben precisa: quella di valorizzare le nostre competenze statutarie, la volontà di perseguire prima di ogni tipo di scelta la strada relativa al processo di modifica con norme di attuazione. Sono davvero convinto che questo sia il percorso da fare e non mi è piaciuto quando nell'intervento il collega Marquis ha detto: "lo Stato ha detto...". Dire così è abdicare alle nostre prerogative, è abdicare almeno alla possibilità di giocarcele fino in fondo perché io ne sono assolutamente convinto questa è una scommessa che non va persa, è una scommessa che va giocata fino in fondo perché abbiamo sicuramente una strada non facile ma è una strada percorribile, così come ci è stato detto nei vari interventi avuti con i componenti della Commissione paritetica, e qua mi dispiace che si venga a sapere che in Commissione paritetica in questo momento sono in attesa... dicono: "siamo ovviamente nell'impossibilità di determinare con precisione il nostro obiettivo perché questo sarà poi possibile soltanto sulla base dell'espressione di volontà che ci daranno gli organi regionali". Quello pertanto che si è sentito qua che comunque c'è già un iter in itinere, di sondare un po' il terreno a livello di Paritetica... ma non c'è nessuna indicazione precisa in merito.

Allora, al di là di quello che sarà il percorso finale di questa società, noi non possiamo pensare che una società così importante possa essere svenduta, o comunque possa essere eventualmente messa sul mercato quando non si sono verificate tutte le soluzioni alternative. Il collega Marquis parlava anche del discorso della RAV. Non si può entrare nel merito di patti parasociali o quant'altro ma quanto sarebbe bello in questo momento, collega Marquis, avere una RAV pubblica, sarebbe davvero bello! Era un suo obiettivo, era un suo desiderio, per cui, quando abbiamo una società pubblica, pensiamoci un paio di volte prima magari di metterci dentro l'azionista o il socio privato, questo perché? Perché comunque non è pensabile in questo momento, in un momento di debolezza politica come questo, in un momento in cui... e lo ribadisco: noi non stiamo parlando di una società in perdita di cui abbiamo l'obbligo di dismissioni ma stiamo parlando di una società in utile, una società che nel 2018 avrà più di 46 milioni di utile, una società che potrà permetterci liberamente, senza andare a contrattare con il socio minoritario, oppure con azionisti, seppur di minoranza, il futuro della Valle d'Aosta anche in materia di scelte energetiche... Sarebbe pertanto veramente dequalificante se un'operazione del genere fosse, immagino, l'ultimo atto di un Governo... non si regge, non reggerà per molto, questo è un dato sicuramente palpabile... e fosse l'ennesimo annuncio elettorale, l'ennesima proposta elettorale. Non vi ha portato bene nella precedente legislatura per cui immagino che i valdostani stiano molto attenti a delle promesse, il più delle volte alla vigilia di campagne elettorali. Mi dispiace che probabilmente questa discussione sia andata avanti perché qualcuno ha pensato che questo Governo avesse ancora qualcosa da dire e qualcosa da fare. Questo Governo non ha più nulla da dire, nulla da fare e penso che ieri è stata persa davvero una grande occasione perché non si può pensare di essere da una parte Robin Hood e i salvatori della patria e dall'altra dialogare con lo sceriffo di Sherwood: questo è quanto è avvenuto ieri, questo è un dato di fatto, per cui ognuno dovrà sicuramente prendere atto di questi sostegni e purtroppo quelle battaglie che ci hanno visto anche condividere in Commissione speciale dei percorsi certo in questo momento si vedono molto indebolite. Dispiace pertanto, è lecito cambiare idea come diceva qualcuno, ne prendiamo atto però prolungare un'agonia... soprattutto dare un segnale in questo senso con immagino una risoluzione con questi contenuti, approvata in questo momento davvero fa male a chi ha condiviso questi tipi di percorsi. Mi dispiace pertanto e non ho altro da dire.

Presidente - La parola al Consigliere Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Io ho fatto parte della Commissione speciale CVA presieduta dal collega Nogara, a cui do atto di aver lavorato con tenacia e fermezza, a cui confido che mi è dispiaciuto del suo cambio di atteggiamento al termine dei lavori, solitamente ci si incontrava, ci si salutava con cordialità e probabilmente l'esito dei lavori non gli ha permesso di continuare con quella cordialità che solitamente lo contraddistingueva ma spero e presumo che i rapporti possano essere recuperati.

Due considerazioni sul tempo ridotto a mio giudizio che è stato dato alla Commissione. Era già stato ricordato da altri interventi precedentemente che noi nella scorsa legislatura avevamo richiesto almeno sei mesi di tempo per approfondire tutte quante le varie possibilità che sarebbe stato necessario prendere in considerazione per CVA. La quotazione in Borsa era una di queste ma ce ne erano innumerevoli altre. La Commissione in qualche modo è stata sicuramente unidiretta verso questa opportunità: quella della quotazione appunto. Mi hanno fatto riflettere soprattutto le varie motivazioni che sono state addotte alla quotazione in Borsa. Fino a un certo punto l'unica ragione per andare a quotarsi in Borsa era non sottostare ai vincoli della legge Madia, della legge regionale n. 20, che poi sappiamo che ha avuto un'evoluzione, il Consiglio ha deliberato di escludere CVA dalla legge regionale n. 20 e questo è stato anche un suggerimento datoci dal professor Florenzano nell'audizione del 7 dicembre, che ricordo è stato da alcuni ostacolato perché probabilmente si immaginava che avrebbe potuto venirci a dire cose non comode, invece è stato apprezzato da tutti.

Mi ero segnato ancora altre due o tre cose da dire: quello di non sottostare al decreto Madia era sicuramente un modo aggirabile attraverso la quotazione in Borsa, però ci è stato detto che le norme di attuazione non tutti le possiedono. Noi abbiamo un privilegio e forse non ce ne rendiamo spesso conto, leggo soltanto un passaggio del professor Florenzano: "non sto parlando a un Comune, sto parlando a una Regione che ha una potestà enorme, non vi sto facendo correre via dalla quotazione, vi sto dicendo soltanto che c'è un'altra soluzione e voi avete il potere normativo. Non ce ne sono tante che hanno questo potere, sto parlando alla Regione che può disporre delle norme di attuazione. La mia prospettiva è solo quella dell'Ente pubblico perché se venivo a parlare a CVA, non sarebbe stato gratis". Oltretutto il professore è venuto, come sapete, soltanto chiedendo un rimborso spese forfettario, che poi non gli è neanche stato riconosciuto. Credo che, per decidere importanti decisioni, scusate il gioco di parole, che possono avere ripercussioni così importanti per il futuro della Compagnia valdostana delle acque e di tutta la Regione, occorra un'ampia convergenza e non una maggioranza non solida, fondata soltanto su 18 voti. Credo che occorra responsabilità, fermezza, disciplina morale di cui questo Consiglio, permettetemi però, spesso ne fa difetto. Abbiamo avuto un Consigliere arrestato, ne abbiamo uno condannato, abbiamo due Consiglieri comunali che fanno parte della maggioranza che regge questa legislatura ancora in carcere. Penso quindi che i valdostani vedano e guardino con molto sospetto tutto quanto viene deciso da quest'Aula, soprattutto decisioni che vanno a incidere sul nostro futuro e sulle generazioni che verranno. Spero quindi e presumo che abbiate l'accortezza di riflettere ancora prima di prendere una decisione così importante.

Presidente - La parola al collega Nogara.

Nogara (AV) - Innanzitutto vorrei ringraziare il collega Aggravi per il gesto di solidarietà che mi ha espresso ieri, perché le assicuro che ci ho messo tutta la mia buona volontà ma non è stato facile gestire la Commissione speciale. Vorrei chiarire che il compito di un Presidente di una Commissione qualunque, ma anche la speciale, è quello di gestire la Commissione, di prendersi in carico quanto i Commissari richiedono di organizzare, di fare e nient'altro e di moderare gli incontri. Posso averlo fatto bene, posso averlo fatto male, mi dispiace se ho deluso qualcuno ma io ho cercato di farlo nel miglior modo possibile. Tra ieri e oggi mi hanno tutti additato come se fossi il responsabile di un indirizzo di parte della Commissione che va verso la quotazione in Borsa quasi accusandomi di preconcetti verso altre soluzioni. Qui mi vorrei fermare un attimo perché anche negli ultimi interventi, nell'intervento del Consigliere Gerandin o in altri interventi io mi sono trovato diverse volte dopo la Commissione a parlare con i Commissari e i Commissari spessissimo mi dicevano: "potremmo stare qua un anno ma, con le idee che ci sono, con le promesse elettorali che sono state fatte, non so se riusciremo mai a trovare una quadra su come cambiare l'assetto societario di questa società", perché soprattutto il Movimento Cinque Stelle, e poi ci ritornerò, mi ha accusato di non lasciar parlare i Commissari. Io ho cercato di gestire le discussioni ponendo le problematiche e il discorso sull'assetto societario della società che doveva cambiare, non cambiare, avere altri modi, altri sistemi. Ci siamo poi non dico scontrati però abbiamo discusso, per esempio, sulle problematiche dei cambiamenti climatici, importantissimi e l'ho sempre ribadito, abbiamo sentito l'ARPA, abbiamo sentito il professor Ruffini della Provincia autonoma di Trento, abbiamo sentito altre persone, abbiamo sentito il professor Del Vecchio, che si occupa di queste cose, sono stati proposti altri professionisti e, secondo me, sarebbe importantissimo - e qui mi rivolgo all'Assessore ai lavori pubblici - sentirli, per esempio, per il PTA e sarebbe importante anche leggere tutti gli atti che sono stati pubblicati sul sito, sulla Home page del Consiglio regionale.

Qui mi viene subito in mente quello che ha detto il collega Vesan, ho scritto che egli sostiene che sono state dette un sacco di panzane, ma forse un sacco di panzane - senza accorgersene per carità - le ha dette lui! Io le ho spiegato che cos'è fare il Presidente di Commissione, io non mi sono mai permesso con il management della CVA di secretare... il management della società ci ha chiesto di secretare certe cose; abbiamo votato in Commissione il fatto che chi voleva essere sentito in streaming veniva sentito in streaming, chi non voleva non veniva sentito in streaming, e quelli che non sono stati sentiti è per volere loro, non per volere del Presidente! Lei poi ha anche detto: "io ho seguito tutta la conferenza stampa che avete fatto" e che io con Finaosta avrei deciso chi dover audire. Noi, come Commissari di maggioranza, in Commissione abbiamo chiesto di sentire due persone, abbiamo mandato gli skill a Finaosta, che ci ha mandato queste persone, e ci ha fatto molto piacere perché sono state veramente delle audizioni interessanti. Tutti gli altri sono stati sentiti su indicazione dei Commissari. È chiaro che li "spostavo" in Finaosta perché Finaosta doveva fare il contratto, doveva sapere quanto volevano per poter venire a parlare, punto. Io in queste cose, come Presidente, non sono mai intervenuto, non capisco perché si siano dette queste cose, comunque poi ci ritorneremo anche su questo.

Si è poi parlato già tanto delle risoluzioni, oggi vorrei ricordarvi che qualcuno ha fatto anche un po' di confusione, e questo lo aveva fatto anche nella conferenza stampa il Movimento Cinque Stelle dicendo che oggi questa relazione si sarebbe votata. Queste relazioni non si votano, l'ha detto lei, collega Mossa, per queste relazioni vi è una presa d'atto, poi tutto quello che verrà votato dopo collegato alla relazione... per carità, quelle sono risoluzioni: questo per essere un po' precisi su come si svolgono i lavori e i fatti.

Vengo alle risoluzioni, qui abbiamo visto tutte quelle presentate dalla LEGA e dal MOUV', ma noi abbiamo fatto questa Commissione speciale dove tutti potevano fare le domande che volevano, tutti potevano dire quello che è stato rilevato adesso in queste risoluzioni, l'impegnativa che è stata chiesta al Governo regionale... io non capisco perché non è stato fatto. Quando abbiamo avuto degli interventi in streaming, la Consigliera Minelli - adesso io non so se presentava le domande per tutta la minoranza o se le presentava solo a nome suo - diverse volte ha presentato delle domande da porre ai relatori, tutti potevano farlo. Per correttezza io ho avuto anche modo di parlare con il Consigliere Cognetta, che oggi ha fatto il suo intervento, e ho fatto questa discussione. Penso che se ne ricordi, mi aveva anche detto: "qui è stata organizzata non so in che modo, però io organizzerei in un altro modo". Io non so se vi parlate, se non vi parlate, però noi, come maggioranza, abbiamo fatto la stessa cosa della Consigliera Minelli: abbiamo presentato le domande che volevamo presentare. Io mi chiedo come mai c'è stato il silenzio assoluto... oppure ci si fermava a un certo punto e si diceva che andava bene così. Il momento giusto per fare certe domande era lì in Commissione, non adesso! Avevamo i tecnici, avevamo gli esperti, avevamo tutti i vari management; non capisco perché non sia stato fatto.

Io poi vi voglio dire una cosa: per quanto riguarda le audizioni, c'è stato un momento in cui alcuni esperti portati appunto dalla minoranza hanno detto che non potevano venire. Io per dieci giorni sono corso dietro al Consigliere Luboz e alla Consigliera Minelli per sapere se mi davano il nome di qualcuno che voleva venire a parlare, che voleva essere audito dalla Commissione. Dopo dieci giorni mi è stato dato - e lo sappiamo benissimo, lo abbiamo già ripetuto dieci volte - il nome del professor Florenzano e quello di Ruffini perché non erano stati trovati altri nomi. Ho sempre fatto contattare il professor Florenzano - perché io non ho mai contattato nessuno - dagli uffici, che sono lì a dimostrarlo, e poi a un certo punto, per impegni suoi, non è potuto venire. Io ho anche dei messaggi soprattutto con il Consigliere Luboz su questo, non è che io mi invento le cose così... io mi sono impegnato nel miglior modo possibile affinché tutti potessero essere soddisfatti: questa è stata la posizione. Io mi ero preparato una scaletta perché quello che è stato scritto in relazione - e io devo ringraziare tantissimo gli uffici perché hanno fatto un grandissimo lavoro - è stato quello che abbiamo sentito in audizione. Io non ho sentito nessuno in audizione dire che eravamo matti a pensare di modificare qualcosa nella CVA, anzi ho sentito il 99% delle persone dire che qualcosa bisognava fare ed erano tutti disposti a rispondere alle nostre domande. Tutti, per esempio, hanno citato il professor Dallocchio, ebbene, il professor Dallocchio ha parlato di tutto: ha parlato della vendita della CVA e ha detto che potrebbe essere una scelta - perché non è che questi esperti hanno detto: "deve essere fatto così" ma "voi fateci le domande e noi vi diciamo la nostra" - e che "certo, potrebbe essere una cosa importante, incassereste subito un sacco di soldi", però è una scelta che deve fare la proprietà, non è una scelta che devono fare gli esperti! Abbiamo parlato anche di altre sistemazioni, ha detto solo che, secondo lui, può essere forse più auspicabile, sempre se la proprietà è d'accordo, di una quotazione in Borsa. Mi voglio fermare un attimo sulla lettura delle dichiarazioni perché tutti hanno dichiarato che, secondo il professor Dallocchio, non bisogna quotarsi in Borsa perché non è conveniente, fermandosi lì, ma il professor Dallocchio - come anche, se non sbaglio, il management di CVA - ha sempre detto che ci sono dei momenti in cui è conveniente e dei momenti in cui invece non lo è. Quando è venuto all'audizione, ha detto: "in questo momento sarebbe il caso di aspettare un po' prima di quotarsi in Borsa perché al momento non è conveniente, però bisogna mettere in moto i motori ed essere pronti - se voi continuate a leggere quello che c'è scritto - per entrare al momento giusto in Borsa", e questo sono da mesi e da anni che lo sentiamo dire e l'abbiamo sentito dire da tutti in tutte le varie audizioni che abbiamo avuto.

Vengo poi soprattutto alle norme di attuazione. Anche qui per le norme di attuazione si legge sempre un po' tutto a pezzi, io non avevo nessuna intenzione di mettermi qua a leggere le audizioni, però alla fine dobbiamo essere... Il professor Balduzzi ci ha detto - vi leggo la parte principale del suo intervento, ma, se volete, ve lo leggo anche tutto -: "la Commissione si è riservata di dare il parere motivato", la Commissione è quella europea. Lei, collega Minelli, ha parlato del decreto semplificazioni, ebbene, tale decreto è stato impugnato, è stato messo in mora praticamente, lo Stato... perché l'hanno dovuto impugnare per motivi loro. Il professor Balduzzi ha poi detto: "sono procedure che tranquillamente possono portare via anche due anni o due anni e mezzo, procedure importanti", e questo lo dice anche in base all'esperienza che ha avuto in questo settore. Il professor Louvin, quando è venuto in Commissione la prima volta, ci ha detto: "certo, voi mi chiedete dei tempi, non sono dei tempi certi, io vi dico se si va tutti d'accordo, si va dai 6 ai 9 mesi, se non abbiamo l'accordo con lo Stato, non abbiamo l'accordo con l'Europa anche, possiamo stare lì anche 10 anni", ma questo non lo dico io, lo hanno detto queste persone che sono state audite.

Allora a me sta bene che il Consigliere Gerandin mi vada a firmare tutte le risoluzioni... poi mi dice che l'unica cosa che vuole e che vorrebbe sono le norme di attuazione e che noi dobbiamo perseguire l'obiettivo di averle... ma allora sinceramente non lo capisco, perché, quando poi qua mi parlate di preconcetti e non preconcetti, vuol dire che tutte le accuse... per carità, io faccio volentieri il parafulmine come Presidente di Commissione ma io ho solo cercato di riportare su una relazione quello che ho sentito e quello che abbiamo sentito, perché l'abbiamo sentito tutti. La Consigliera Pulz mi ha sempre tirato in ballo per tante cose, ma, quando c'è stata l'ultima seduta della Commissione e siete usciti perché non eravate d'accordo con la relazione, la decisione dei Commissari di maggioranza è stata unanimemente quella di farla mettere sul sito ufficiale della Regione. Sembra poi che si siano voluti fare dei tagli? Se il management della CVA dice: "io non voglio che certe cose escano", mi spiegate cosa possiamo fare noi come Commissione? La Finaosta ha fatto la stessa cosa.

Io mi sono segnato qua perché anche nell'altro Consiglio era stato detto: "d'altronde sono state fatte poche sedute in streaming". Sono state fatte 12 sedute, sei delle persone che abbiamo audito sono state audite in streaming e cinque no, però, anche se non c'è stato lo streaming, non c'è stato un danno pazzesco perché è stato chiesto che tutti i verbali integrali - a parte CVA e Finaosta, perché loro hanno voluto che fossero secretati certi pezzi, e io non sto a sindacare il perché e il per come - fossero resi pubblici in questo modo. Consigliere Vesan, si prenderà poi lei la responsabilità, se si vorrà mettere a leggere tutto, di dire a tutti quello che c'è scritto su questi verbali, ma non è un problema mio, sarà un problema suo, non deve però venire a dire cose che non sono vere perché io non ho mai preso questa decisione! Lei prima ha detto che io, come Presidente, con il management di CVA, ho deciso di secretare... io non ho proprio deciso di secretare un bel niente!

Per quanto riguarda quanto asserito dal collega Vesan: "le panzane che sono state dette", io, come vi ho detto, volevo fare un discorso in generale su quello che abbiamo sentito: veramente, visto tutto quello che ho ascoltato, mi viene un po' da preoccuparmi. Innanzitutto noi tra tutti quelli che abbiamo audito abbiamo sentito anche il Comitato "Giù le mani dall'acqua", ci hanno mandato una lettera per essere auditi e noi li abbiamo auditi volentieri. Quindici giorni fa, quando c'è stato l'ultimo Consiglio, sotto qui il Palazzo regionale distribuivano dei volantini. Io dico una cosa: è tutto giusto quello che si dice qua, ognuno ha la sua idea, per carità, ma io vi chiedo, per piacere, di non dire delle cose che non sono vere. Allora qua si continua a mischiare - e l'ho detto già diverse volte - la CVA con le acque. Io non so più come dirlo: le acque non si vendono! Anche lei, Consigliera Pulz, proprio ieri ha detto - me lo sono scritto - che non bisogna vendere le acque. Noi non stiamo vendendo proprio un bel niente e qualcuno ci gioca anche sulla quotazione di CVA e dice: "noi con quella parte di quotazione vendiamo anche una parte delle acque". Io vi dico una cosa e non me lo auguro, io non so come andrà a finire, le risoluzioni sono le risoluzioni, poi, come ha detto il Consigliere Gerandin, si dovrà fare una legge. Permettete che poi forse su quella legge ci sarà una discussione perché vedremo cosa ci sarà scritto anche su quella legge, perché discutere a priori adesso di tutte le varie fantasie, che si devono fare... Leggo poi qua: "vorrebbe quotare in Borsa con la scusa di attrarre investimenti. È paradossale che i maggiori partiti autonomisti valdostani siano i promotori della svendita dell'acqua, della principale risorsa", ma mi dite che cosa c'entra? Qui stiamo parlando di CVA, di un assetto di una società!

Io vi dico un'altra cosa: io mi auguro che vada tutto per il meglio, io non mi auguro niente, vedremo come andrà a finire, però se un domani la CVA, per vari motivi, perché non ha le possibilità finanziarie, perché non riusciamo con le norme di attuazione ad accaparrarci la concessione delle acque... vorrei chiedere a chi scrive che svendiamo le nostre acque, se a quel punto le risorse idriche della nostra Regione verranno messe in concessione e una A2A, un'Iren, un'Alperia verrà qua e vincerà le concessioni, cosa accadrebbe, considerato che - vi do solo due dati - la CVA negli ultimi 18 anni (dal 2000 al 2018) ha pagato come tasse qui in Valle d'Aosta 2 miliardi e 124 milioni e ha distribuito utili per 650 milioni di euro. Facciamo attenzione, anche perché io sono d'accordo con tutti voi: è l'azienda più importante che abbiamo, è l'azienda che ci può veramente aiutare in momenti di difficoltà. Penso che la lungimiranza di chi ha acquisito, di chi ha comprato dall'Enel sia stata proprio quella di dire: "noi ci dobbiamo attrezzare e se a un certo punto mancheranno i soldi dallo Stato, ci dobbiamo attrezzare anche per essere un po' autonomi sotto questo punto di vista".

Adesso qui siamo tutti esperti: ho sentito oggi esperti in economia, in tutti i settori, ma io sugli aspetti tecnici mi limito a riferire quello che ho sentito e ripeto quello che ho detto prima: noi, quando abbiamo ascoltato gli esperti... noi avevamo chiesto con due skill a Finaosta di procurarci... la maggioranza aveva fatto quella scelta e ci aveva detto: "noi vi mandiamo gli skill, le caratteristiche che devono avere, ci proponete degli esperti"; la minoranza ci ha chiesto invece con dei curriculum chi poter... Nessuno, ed è tutto registrato, ha mai detto: "no, questo no". Ci siamo messi a discutere sull'opportunità e l'opportunità è sempre stata quella di dire: "cerchiamo di prendere delle persone che ci spieghino qualcosa in più sull'assetto societario". La prima cosa che il professor Di Castelnuovo dell'Università della Bocconi, che è stato indicato dal Movimento Cinque Stelle, ci ha detto, senza che nessuno gli dicesse niente, è stata: "ma no, ma certo che se la Regione riesce a mantenere la maggioranza di questa società... ma perché no? Anzi, sarebbe mica male". Ha poi continuato tutto il suo discorso, perché sembra quasi... e questo io l'ho notato dalla conferenza stampa che ha fatto il Movimento Cinque Stelle, dov'è stato detto che... Finaosta si era espressa in Commissione dicendo che era d'accordo per la quotazione, perciò, siccome si è espressa in quel modo... le persone che ha scelto Finaosta, che sono le uniche due che ha scelto e che sono quelle per le quali noi abbiamo mandato lo skill... si è detto che sono state scelte delle persone che erano già un po' come ammaestrate, perché se Finaosta era d'accordo per... Mi dispiace che ci sia questo ragionamento soprattutto per i professionisti perché per dei professionisti, o per dei professori ordinari della Bocconi, o per un professore ordinario dell'Università di Bologna essere considerati un po' - perdonatemi il termine ma non ne trovo un altro - dei ciarlatani "perché vengono qui a dire delle cose che Finaosta suggerisce loro", forse... non so, perché proprio lei, Consigliere Vesan, in conferenza stampa ha detto questo. Allora non so che informazioni lei ha di come funziona Finaosta. Finaosta, secondo noi, si è comportata in un modo esemplare perché è stata precisa. Non so se lei ha delle altre informazioni di tempi passati, qualcuno magari le ha detto come funzionava, adesso mi sembra che funzioni nel miglior modo possibile.

Tornando un po' alle panzane ma non per offendere nessuno perché sono cose che non sono vere, sto andando un po' per volantini: "è del tutto evidente che i gruppi privati sono interessati a impadronirsi della ricchezza della Regione della Valle d'Aosta. Riteniamo che le nostre acque non debbano essere sfruttate per far arricchire qualche anonimo investitore ma debbono essere salvaguardate, protette e custodite per le generazioni che verranno". Allora delle affermazioni anche del genere sono importanti perché sono delle bugie, perché qua non si parla di acque: qui si parla di assetto societario. "La costituzione del comitato non va intesa come un atto ostile nei confronti di CVA e delle sue maestranze". Ripeto: non so come andrà a finire la storia CVA, vedremo in questi giorni, in questi mesi, ma io penso che se CVA non potrà... e qui vengo sul tema del perché si quota una società, una società si quota in questo caso per due motivi: uno per farla crescere e affinché abbia maggior flessibilità; l'altro è proprio anche per la legge Madia, per uscire da tale legge, perché la sta bloccando. Tutti poi sono scettici che venga bloccata, d'accordo... tutti dal professor Florenzano in avanti... dicendo: "siamo in ritardo ma di tanto per quello che dovreste fare, per liberare dai lacciuoli la CVA siamo già molto in ritardo", poi i sistemi vedete voi quali possono essere. Il professor Florenzano, per esempio, aveva dato due sistemi: quello della quotazione o quello delle norme di attuazione. Abbiamo visto un po' che cosa sono le norme di attuazione.

Qui vorrei di nuovo un po' riprendere quanto detto dal professor Louvin, al quale la Consigliera Nasso ha fatto la domanda: "provo a domandare quale spazio di autonomia potrebbe avere la Regione con una norma di attuazione rispetto ai vincoli del decreto Madia". Il professor Louvin ha risposto: "sì, la questione, per quanto possibile, era già stata approfondita in sede di Commissione e io mi permetterei, ma anche per non tediare questa Commissione, di rinviare a quello che è già agli atti. Io ho già rivisto anche il testo del mio intervento e quindi quello che credo si potesse legittimamente dire a questo proposito è già stato detto, quindi non aggiungerei nulla di nuovo perché rischieremmo di fare ricami sempre più complessi. Si tratta di fare un lavoro un po' sperimentale e di andare a vedere fino a dove ci si può spingere, salvo indossare il costume di Merlino e usare la sfera di cristallo. Di più obiettivamente non possiamo fare, non vorrei deludere, il dato è questo". Non lo dico a lei, è per porre un elemento in più, anche perché il Consigliere Vesan prima si era fermato asserendo che il dottor Louvin aveva detto che... il dottor Louvin - probabilmente lei era in vacanza quando è venuto in I Commissione nell'audizione - ha detto anche queste cose e io lo capisco benissimo perché qui lui l'ha anche spiegato in altri momenti, ha anche affermato: "bisogna mettere assieme una norma che metta d'accordo lo Stato e l'Europa e non è così facile".

Per quanto concerne il timer, questo non era certo compito della Commissione, però la Presidenza ci aveva comunicato che aveva fatto una lettera, quella che penso abbiate visto tutti; quando c'è stato un insediamento a Roma della Commissione paritetica, aveva parlato di questo a Roma. La Commissione paritetica ha fatto due riunioni con l'Avvocatura della Regione già per mettere in piedi una norma di attuazione e in questi giorni, sentendo quello che è stato detto, mi sono informato e l'Avvocatura mi ha detto che nei primi di giugno ci dovrebbe già essere un testo per quanto concerne la norma di attuazione: questo è quanto, io mi sono informato come ci informiamo tutti. L'intervento che ho voluto fare è stato un intervento per mettere un po' di tranquillità e mettere le cose al loro posto. Prima di tutto io non ho voluto in Commissione né forzare, né fare... ho cercato di fare il mio lavoro, lo avrò fatto male, bene, non lo so, però ho cercato di farlo e non ho fatto altro che riportare quanto abbiamo sentito. Quando discuteremo delle risoluzioni, ci sarà da parlare e da discutere.

Dalle ore 12:37 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Abbiamo ancora qualche minuto, quindi darei la parola alla collega Spelgatti per il secondo intervento.

Spelgatti (LEGA VDA) - Prima di tutto prendo atto che lei la pungente ironia di un intelligente collega non la sa cogliere ma va bene così. Lei mi dice che ha condotto, per tutto quello che ha potuto, al meglio i lavori della Commissione, che ha lasciato la parola a tutti quanti, che ha dato la possibilità a tutti di indicare i propri esperti ma io le ricordo com'è andata la prima riunione, che era la più importante, l'unica a cui ho partecipato e poi mi sono rifiutata di venire perché di farmi prendere in giro non ne ho voglia, poi non ho chiaramente, e lo sapete, un bel carattere per cui, nel momento in cui mi sento presa in giro, perdo la pazienza e allora tanto vale evitare di venire a farsi prendere in giro. Alla prima riunione ho perso la pazienza varie volte perché ho detto: benissimo, questa Commissione ha un senso se e solo se andiamo a studiare tutti i vari scenari, voglio, chiedo, esigo come Consigliere - e non membro della Commissione CVA ma, nel momento in cui partecipo, ho diritto di parola - che vengano sentite tutte le varie possibilità, che vengano audite tutte le società che hanno fatto delle offerte, voglio dati, voglio numeri e sulla base di quello chiameremo gli esperti. La risposta è stata negativa, tutta questa parte è stata chiusa, i lavori della Commissione CVA sono proseguiti su quello dove lei voleva andare e la sua maggioranza voleva andare.

Come ha detto lei, si sono sentiti gli esperti sui cambiamenti climatici, interessantissimo, mica dico di no, mica dico che non fosse una parte importante, ma era una parte marginale rispetto alla "ciccia" di cui dovevamo andare a discutere. Dovevamo andare a discutere, dovevamo andare a studiare, dovevamo chiamare gli esperti sulle cose importanti, sulle cose essenziali che non sono state trattate. Questa Commissione era una farsa fin dall'inizio e poi ci dite che dovete mettere gli esperti... gli esperti sui temi che voi volete trattare, quindi su quella "fettina" che voi volete che venga discussa. Tutto il resto non si guarda ma noi dobbiamo mettere gli esperti. Abbiamo messo gli esperti nel momento in cui c'era qualcosa da trattare. È vergognoso quello che avete fatto con questa Commissione, è vergognoso!

Presidente - Per fatto personale ha chiesto ancora la parola la collega Minelli, quindi ne ha la facoltà... e anche il collega Vesan per fatto personale? Allora lascerei ancora la parola a questi due colleghi e poi chiudiamo i lavori per questa mattinata.

Minelli (RC-AC) - Solo per rispondere al collega Nogara che mi ha chiamata in causa e che ha detto alcune cose riguardo al fatto che ci ha inseguiti per dieci giorni per chiedere i nomi degli esperti. Faccio presente questa cosa: noi abbiamo fin dall'inizio chiesto e depositato curriculum di vari esperti, è stato poi deciso che ne sarebbero stati sentiti due scelti attraverso gli skill, e quindi scelti da Finaosta, e due che la minoranza ha dovuto concordare...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... si è dovuto concordare tra di noi per scegliere chi, non che voi abbiate scelto quelli che proponevamo noi, vediamo di essere precisi, ma sono state sentite due persone. Dopodiché, quando si è chiesto di sentire e di avere ulteriori pareri e audizioni, abbiamo provato a contattare delle persone, io questo glielo ho detto, si tratta di esperti che evidentemente hanno impegni che sono pressanti e che sono programmati nel tempo e abbiamo contattato persone che non avevano la possibilità di essere presenti almeno fino alla fine del mese di aprile. Abbiamo cercato altre persone, abbiamo chiesto ripetutamente una proroga di questi termini perché era necessario sentire altre persone. Questa proroga è stata negata, si è chiuso a una velocità, a nostro avviso, sbagliata, anche se i termini erano quelli abbiamo chiesto e abbiamo depositato risoluzioni e mozioni che non sono mai state discusse, tant'è vero che ce n'è una che dovrebbe essere discussa ancora oggi, sulla proroga dei termini di CVA, che ovviamente non avrà e non ha più ragion di essere: questa è la verità, non che lei ci è corso dietro dieci giorni per avere dei nomi e che c'era il tempo per sentire queste persone! La realtà è che il tempo per sentire queste persone non ci sarebbe più stato e quindi non è stato possibile audire altre persone.

Ancora: lei ha detto che abbiamo citato - l'ho fatto io ieri perché ho letto pezzi del verbale della Commissione paritetica - solo parzialmente le cose. È vero, ci sarebbe stato da leggere tutto il verbale e io invito tutti i Consiglieri ad andare a leggere per esteso il verbale in questione e a leggerlo con molta attenzione perché dove proprio lei adesso ci ha citato il professor Balduzzi che parla del problema dell'Europa... deve leggere tutto perché c'è scritto a un certo punto: "fino a quando lo Stato può difendere una scelta motivata di una Regione a statuto speciale, che per la sua storia è una storia addirittura che su questo tema preesiste allo Statuto speciale perché già nel decreto del 1945 ha fatto una scelta diversa... sarà in grado lo Stato di difendere questa peculiarità nazionale davanti agli ultimi documenti? Sarà anche capace di difendere questa peculiarità?"." Per fare questo, noi abbiamo bisogno evidentemente di sapere dove vuole andare la Valle d'Aosta, fino a che punto vuole proteggere questa peculiarità", ma se qualcuno non glielo dice alla Commissione paritetica, essa non può lavorare; e arrivare a giugno per dare un documento su cui lavorare è assolutamente troppo tardi rispetto a quello che era stato votato qui.

Presidente - La parola al Consigliere Vesan per fatto personale.

Vesan (M5S) - Mi limito al fatto personale e sarò breve: il Consigliere Presidente Nogara mi ha tirato in ballo relativamente alle panzane e alle mie dichiarazioni sia sulle audizioni che sulla conferenza stampa e io chiarirò su questi due punti. Partiamo dalla conferenza stampa per la quale io avrei dichiarato che il professor Del Vecchio scelto è ammaestrato. "Ammaestrato" lo ha detto lei in quest'Aula e, per fortuna, in quest'Aula la registrazione possiamo sentirla, nelle audizioni purtroppo no. Quello che è stato dichiarato da noi era che i rappresentanti scelti da Finaosta - che lavora e opera così bene... "nel miglior modo possibile" sono le sue testuali parole - erano prevenuti nei confronti della scelta della quotazione e il professor Del Vecchio ha dichiarato che prima di tutto la scelta di quotare in Borsa è una scelta filosofica perché lui personalmente ritiene che in Italia non ci siano abbastanza società quotate in Borsa e che tutte le società che hanno un attivo valido e un certo budget dovrebbero essere tutte quotate in Borsa...

Presidente - Dica qual è però il fatto personale.

Vesan (M5S) - ... ha detto che io ho dato dell'ammaestrato a quel Signore, io spiegavo che non l'ho fatto, ma che ho dato del prevenuto: prevenuto nel senso che, per quanto titolato, preparato e capace, era schierato su una posizione che era quella di Finaosta, di CVA e vostra di andare verso la quotazione, prevenuto l'ho detto e ne rispondo. Sull'ammaestrato nei confronti del professor Del Vecchio... ho detto che è Del Vecchio, ma è Dallocchio... ne risponderà lei personalmente.

Per quello che riguarda invece sempre Finaosta, lei ha detto che ha pubblicato in modo trasparente tutto, che la sua gestione è stata imparziale e che gli omissis sono stati concordati con chi è venuto a parlare e non sono stati scelti da lei. Allora con chi sono stati concordati da parte degli auditi? Non lo sappiamo, immaginiamo con lei perché, quando è venuta Finaosta, su espressa richiesta, il Presidente di Finaosta ha detto: "per me non c'è nessun problema, non c'è niente di secretato" e lei ha detto: "ma magari vuole vedere prima il verbale e decidere", questo è successo in Aula. Purtroppo non possiamo verificarlo perché fra tutti i verbali che lei ha pubblicato quello dell'audizione di Finaosta non è presente fra quelli pubblicati. Ho immaginato che avevate deciso di secretarli completamente, tutta quindi questa trasparenza e possibilità di vedere... in nessun momento la Commissione ha preso atto di quali parti di Finaosta o di CVA potevano essere secretate o meno. Questa decisione è stata presa dalla Segreteria... è stata presa da qualcun altro, non lo so, ma, come Presidente, la sua garanzia sulla trasparenza del lavoro della Commissione mi lascia molto perplesso e quindi le sue accuse di panzane nei miei confronti gliele rispedisco al mittente!

Presidente - Lascio subito la parola al collega Nogara, che credo possa chiarire quest'ultimo punto.

Nogara (AV) - Per fatto personale ma io non è che mi scaldo come si sta scaldando il mio collega, quello che gli voglio far capire che né la Commissione, né io entriamo nel merito di quello che la società non vuole che esca e che sia pubblicizzato. Basta, non è che la CVA doveva decidere con noi, o con me, o con lei quello che doveva togliere dai verbali! Ha tolto quello che pensava di togliere.

Per quanto riguarda il verbale di Finaosta, se non c'è, vuol dire che Finaosta non ha ancora tolto le parti che voleva togliere ma non sono certo io che vado a dire a Finaosta cosa deve togliere, cosa deve lasciare, non è di mia competenza e neanche di mia responsabilità. Quello delle panzane l'ha detto lei prima, non l'ho detto io, lei ha detto: "le panzane che sono state dette, che dite qua... ", perché non ho ancora finito di parlare di quanto è stato detto sia qui in quest'Aula che nelle Commissioni.

Presidente - Prima di chiudere i lavori, ricordo che comunque tutti i Consiglieri hanno sempre a disposizione i verbali ovviamente nella loro interezza senza nessuna parte... I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 15:30.

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La seduta termina alle ore 13:05.