Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 527 del 21 marzo 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 527/XV - Reiezione di mozione: "Invito al Consigliere Augusto Rollandin a rassegnare le dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale".

Rini (Presidente) - Punto n. 34 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - L'inchiesta Geenna sulla presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta ha investito pesantemente la politica valdostana, basti pensare che sono stati arrestati un ex Assessore comunale ad Aosta e Consigliere regionale, un Consigliere comunale ad Aosta e un Assessore del Comune di Saint-Pierre. Si tratta di un'inchiesta che ha fatto emergere un quadro inquietante per i rapporti tra questa presunta locale di 'ndrangheta in Valle d'Aosta, che per la prima volta viene identificata da un'inchiesta, e in generale l'attività politica nella nostra Regione con rapporti con le forze politiche e i soggetti politici sopracitati. In questi anni c'è stata una colpevole sottovalutazione della presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta e delle degenerazioni che questa ha provocato nella società e nella politica valdostana. In queste quasi mille pagine dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere dei sopracitati si legge appunto di rapporti stretti, di contatti tra la politica e gli esponenti di primo piano di questa organizzazione... di questo "locale" di cui si parla nell'ordinanza in questione. Tra i principali punti di riferimento di questa locale presunta presenza di 'ndrangheta in Valle d'Aosta certamente un punto di riferimento è rappresentato dall'attuale Vicepresidente del Consiglio regionale Augusto Rollandin, che viene citato nell'ordinanza in questione oltre 30 volte: un fatto certamente che non fa che mettere in imbarazzo anche a livello istituzionale. A testimonianza della gravità della situazione, ricordo che uno degli arrestati, Prettico, Consigliere comunale di Aosta dell'Union Valdôtaine, è, tra l'altro, accusato di essere parte integrante della 'ndrangheta: un fatto, tra l'altro, anche abbastanza unico in terre di 'ndrangheta ed estremamente grave da questo punto di vista dato che questo sottolinea ancora di più una vicinanza della politica, delle istituzioni a questa organizzazione. Come dicevo, emerge un quadro piuttosto inquietante di rapporto, al di là degli aspetti prettamente penali, tra la politica e l'organizzazione in questione; in particolare, vengono citati nell'ordinanza l'ex Consigliere Ego Perron e Augusto Rollandin, che rappresentano, se si vuole, i punti di riferimento politico da parte di questi soggetti coinvolti in questa triste e grave vicenda. In particolare si rivolgono ai sopracitati per risolvere delle questioni riguardanti la Giunta del Comune di Saint-Pierre, come per altre questioni personali di attività dei vari soggetti, tra l'altro, anche tuttora in carcere, quale Marco Di Donato e altri, per trovare un lavoro, o comunque impegnarsi per risolvere situazioni che riguardano appunto le persone coinvolte in questa vicenda.

Proprio in ragione di questi fatti e anche dal quadro generale che vede il Vicepresidente del Consiglio regionale anche in questi giorni coinvolto in processi - l'ultimo il processo per corruzione riguardante il Forte di Bard, il caso Cuomo e questa ulteriore vicenda che getta un'ombra sulle istituzioni -, è importante che si faccia un gesto chiaro per non avere ambiguità e per tenere le istituzioni fuori da questa situazione, al riparo da queste vicende, che vanno risolte sul piano giudiziario, che hanno un loro percorso, ma che non devono coinvolgere direttamente o indirettamente le istituzioni. Proprio per questo è inopportuno che chi in vari modi è coinvolto in una serie di vicende poco chiare occupi un posto come quello di Vicepresidente del Consiglio Valle, che ha comunque una valenza istituzionale di rappresentanza del Consiglio regionale tutto. È una questione di opportunità politica e istituzionale, certamente non ci sono altri aspetti, ma che va presa seriamente in considerazione per gli effetti che ha sul quadro generale istituzionale e politico della nostra Regione. È il momento di fare anche dei gesti chiari da questo punto di vista. Tra l'altro, in passato abbiamo anche visto esponenti dell'Union Valdôtaine, in particolare il neo Consigliere regionale Giovanni Barocco, chiedere addirittura le dimissioni del Consigliere Rollandin. In questa mozione ci si limita a voler mettere in salvaguardia le istituzioni da tutte le vicende giudiziarie in generale, in particolare da questa estremamente grave che riguarda la presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta.

Dalle ore 16:32 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola l'altra figura proponente della mozione la collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Abbiamo depositato questa mozione lo scorso 22 febbraio, lo abbiamo deciso per coerenza con il nostro modo di rapportarci alle istituzioni e perché ci è sembrato un atto doveroso dopo aver letto l'ordinanza del Giudice istruttore di Torino e i numerosi articoli che sono usciti sugli organi di informazione. Ho chiesto il dossier all'Ufficio stampa ed erano allora ben già 200 pagine e ancora si continua. Sinceramente io speravo di non dover arrivare a discuterne in quest'Aula, perché si tratta di una situazione che è indubbiamente imbarazzante. A noi sembrava infatti ragionevole immaginare che un piccolo gesto, come le dimissioni da Vicepresidente da parte del Consigliere Rollandin, sarebbe stato fatto. Infatti, a nostro avviso, se si riflette sulle cariche per la gestione del Consiglio, se se ne comprende il pieno significato e se si ha un profondo rispetto per le istituzioni, questo sarebbe un atto opportuno e necessario. Il Presidente e i Vicepresidenti del Consiglio rappresentano tutti i 35 Consiglieri, non rappresentano solo i loro elettori o i loro partiti e movimenti di appartenenza. Queste dimissioni che riteniamo doverose proprio perché la carica è altamente rappresentativa però non sono state presentate, quindi ci ritroviamo a doverne discutere. Qual è il filo del ragionamento che noi abbiamo fatto? Lo ha detto il collega Bertin: dobbiamo per forza partire dal significato importante e grave dell'indagine Geenna. Questa indagine e l'ordinanza del giudice istruttore con l'arresto di 17 persone che ne è derivato hanno segnalato in modo chiaro la presenza, lo dicono i giudici, di una locale della 'ndrangheta in Valle d'Aosta, cioè di che cosa? Di una società segreta che opera in modo criminoso. Questa indagine a leggere ha evidenziato delle connessioni degli uomini della presunta locale valdostana con persone anche esterne alla Valle ritenute responsabili di gravi fatti criminali, ha evidenziato l'uso di atti intimidatori, azioni per indirizzare illecitamente l'attribuzione di favori, interventi per condizionare irregolarmente i risultati elettorali ed eleggere nelle istituzioni persone da cui si attendono dei favori in deroga all'imparzialità amministrativa e anche legami con esponenti coinvolti nel traffico della droga. Non è la prima volta che ci sono delle indagini su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Valle d'Aosta, infatti la mattina del 23 gennaio io sono stata fra coloro che non hanno manifestato stupore per quanto stava accadendo in quelle ore, al contrario ricordo di aver parlato di una mala pianta che purtroppo aveva radici ramificate e robuste, però questa volta, a mio avviso, è diverso: chi ha svolto l'indagine Geenna - lo abbiamo ascoltato nella conferenza stampa a cui abbiamo assistito nella sala delle commissioni - è arrivato alla convinzione di una presenza estesa, attiva e organizzata della 'ndrangheta chez-nous, con un lavoro di indagine durato molti anni, frutto di centinaia di intercettazioni, controlli, appostamenti, un lavoro accurato di cui credo dobbiamo ringraziare le forze dell'ordine. Il giudice che ha vagliato le numerose carte prodotte dalle indagini ha individuato la presenza di gravi reati ordinando questi 17 arresti. Si tratta di un'ordinanza come tutti sanno, com'è noto, perché ormai è un documento di dominio pubblico, poderosa: ben 920 pagine per documentare l'attività di tale società mafiosa. Io credo che siamo di fronte a un fatto di estrema gravità che mina la convivenza civile e il rispetto delle regole della nostra comunità. Sarà naturalmente il processo a stabilire i livelli di responsabilità giuridica, io non voglio nemmeno entrare nel merito, però sono convinta di una cosa: che chi si occupa del bene pubblico in Valle d'Aosta deve interrogarsi sul perché della presenza di un'organizzazione 'ndranghetista in Valle d'Aosta, deve chiedersi che cosa ha consentito che attecchisse nella nostra regione e soprattutto riflettere se c'è una responsabilità del mondo politico. Ebbene, dall'indagine sembra emergere una contiguità di molte persone e settori della politica valdostana sia con persone che i giudici ritengono appartenenti a questa locale mafiosa, sia con persone che, pur non essendo affiliate, concorrono comunque dall'esterno al raggiungimento di obiettivi criminosi. Sono diversi gli esponenti politici che risultano aver avuto contatti con persone che ora sono agli arresti o con persone con forti legami con gli arrestati, ma va detto subito che sono delle situazioni diversificate che non si possono mettere tutte sullo stesso piano, però è indubbio, è fattuale che fra gli arrestati ci siano due esponenti dell'Union Valdôtaine, Marco Sorbara, Consigliere regionale dell'Union Valdôtaine, Presidente della IV Commissione, e Nicola Prettico, Consigliere comunale di Aosta, membro della sezione di Saint-Martin-de-Corléans. Già il fatto che questi due esponenti a tutt'oggi siano ancora in carcere agli arresti, a mio avviso, è un dato da cui non possiamo prescindere per fare delle valutazioni di tipo politico. Sorbara e Prettico non sono gli unici Unionisti di cui si parla nell'indagine, ma si parla di altre persone. Ha citato prima il collega Bertin il fatto che nell'indagine si parli dell'ex Assessore Perron, si fa il nome del Vicepresidente Rollandin, che viene soprannominato, lo ricordava la mattina del 24 gennaio "il testone". Perché viene chiamato così? Credo che sia una domanda che in tanti si siano posti, io non lo so. Dall'ordinanza emerge che i tre principali presunti associati alla locale di Aosta, di Donato, Raso e Prettico, sono in contatto con Rollandin tramite telefonate e incontri. Dalle intercettazioni, dalle parole con le quali i giudici le commentano emerge che ci siano dei contatti per chiedere aiuto per la nomina dell'ex Assessore Carcea al Comune di Saint-Pierre e anche per dirimere in una fase successiva dei conflitti avvenuti all'interno di quella Giunta; poi ci sono altre questioni, le ricordava prima Bertin, tra cui la richiesta a Perron e Rollandin per cercare un posto di lavoro al fratello di un altro degli indagati, ma questi sono solo due esempi. Nelle carte dell'indagine ci sono tante altre cose, altri elementi, altri aspetti in cui si fa il nome del Consigliere Rollandin, che allora era Presidente della Regione e oggi è Vicepresidente del Consiglio regionale. Talvolta il Consigliere Rollandin deve presiedere l'Assemblea, la Conferenza dei Capigruppo, si può trovare dunque a presiedere delle riunioni in cui si tratta di atti che lo riguardano. Ecco, io credo che non si possa ignorare questa situazione e non si possa non evidenziare la preoccupazione per quanto viene segnalato dai giudici.

Noi non riteniamo opportuno - e si badi bene, ne facciamo un discorso di opportunità politica - è che una persona su cui gravano delle ombre, dei sospetti e dei dubbi possa ricoprire un'importante carica istituzionale. Il Consigliere Rollandin non è indagato per l'indagine Geenna ma l'aspetto giudiziario riguarda esclusivamente i tribunali, non riguarda noi, non ci deve riguardare. Noi dobbiamo badare all'opportunità da un punto di vista politico e istituzionale. Nei giorni che sono trascorsi dal deposito di quella mozione, quasi un mese, non solo l'invito a queste dimissioni non ha perso di significato ma si sono aggiunti due fatti che lo rendono, a nostro avviso, ancora più stringente: la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero nell'ambito del processo in corso al Tribunale di Aosta, dove il Consigliere Rollandin insieme a Cuomo e Accornero è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione continuata, e la nuova indagine della Guardia di finanza con l'ipotesi di reato per abuso d'ufficio continuato. La richiesta per il primo fatto è di 6 anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, una richiesta pesante su cui i giudici si dovranno pronunciare. Intanto noi che cosa facciamo di fronte a tutto questo? Possiamo fare finta di niente? Tutto questo non conta niente per questo Consiglio, che è la massima assemblea istituzionale di questa Regione? Io non so che cosa pensate voi ma io me lo chiedo con profondo turbamento e so che se lo chiedono sconcertati molti cittadini valdostani. Per questo io rinnovo l'invito al Consigliere Rollandin, che ha percorso tutto il cursus honorum della politica valdostana, alle dimissioni dalla Vicepresidenza, che è una carica istituzionale rappresentativa di tutti i Consiglieri. È un invito che sono convinta gran parte di questo Consiglio sa essere necessario e molti cittadini, anche molti elettori unionisti, ritengono opportuno; è un invito, Consigliere Rollandin, che è formulato senza alcuna tracotanza, alcuna volontà di strumentalizzazione, che sono sentimenti che non mi appartengono, ma è un invito che dipende dal profondo rispetto che io nutro nei confronti delle nostre istituzioni e dal forte senso etico a cui io sono saldamente ancorata.

Dalle ore 16:45 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Après le coup de théâtre de 15 heures et 30 annoncé par la collègue Morelli, il n'y a pas eu lieu un autre coup de théâtre que j'aurais souhaité, c'est-à-dire les démissions volontaires de la part du collègue Rollandin pour un sens de responsabilité à l'égard de l'institution qu'il vice-préside.

Sono trascorsi due mesi da quel 23 gennaio e la situazione non è certo migliorata. Come ha ricordato poc'anzi la collega Minelli, all'accusa di 'ndrangheta che si è infiltrata nell'Amministrazione nella forza che reggeva questa maggioranza, ossia l'Union Valdôtaine, si sono aggiunti altri episodi, come quello, benché sia solo a livello indiziario, di abuso d'ufficio per colui che ha incarnato per 40 anni l'Amministrazione regionale e per quasi mezzo secolo la forza del mouvement dell'Union Valdôtaine. Non solo, si è parlato anche di atteggiamento non collaborativo da parte degli organi della Regione... e questo riscontro che sia altrettanto grave soprattutto anche per una personalità che ha guidato l'Amministrazione regionale come dicevo per 40 anni; ma dove stiamo andando? Ricordo gli interventi di quella giornata, alcuni provocatori, altri più pertinenti, ricordo qualcuno che ha accusato l'Onorevole Tripodi di lesa maestà perché ha sollevato in Parlamento la questione 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Ricordo altri che hanno denunciato il silenzio dell'Onorevole Nugnes e mi accodo non ovviamente al silenzio del Senatore Lanièce ma alla denuncia di tale mutismo. Un intervento che è stato particolarmente evidenziato dagli organi di informazione ricordato di nuovo poc'anzi dalla collega Minelli è quello del mio vicino di banco, del collega Lucianaz, allorquando ha individuato nel "testone Rollandin" il principale responsabile di questa situazione dei fatti in Valle d'Aosta. A me è spiaciuto sinceramente che tale analisi sia stata così cruda e dura, però credo sia stato davvero inevitabile, necessario e doveroso approfondire e individuare politicamente la ragione di questa situazione allarmante in Valle d'Aosta anche per evitare di procedere sulla stessa direzione di condotta. Quando parliamo di responsabilità, ovviamente non parliamo di responsabilità penali ma di responsabilità morali e politiche, non siamo in un'Aula di tribunale, com'è stato ricordato ieri, saranno eventualmente altre le sedi in cui saranno prese alcune decisioni. Purtroppo però, come ho già avuto modo di dire, a maggior ragione in base agli elementi che sono emersi anche nelle ultime settimane, sento che un sistema che conoscevamo ha in gran parte fallito, un sistema costruito ad arte in cui molti, forse troppi, hanno beneficiato nel corso degli anni. Abbiamo vissuto in una struttura fondata, in un sistema fondato su una ricchezza très répandue soprattutto immediata a partire dai primi anni Ottanta, un sistema che non ha saputo creare un duraturo sistema virtuoso, una ricchezza che evidentemente se, da un lato, ha creato molteplici benefici temporanei alla comunità valdostana rendendola forse economicamente autonoma ma dipendente e asservita al centralismo regionale... sarebbe stato gravissimo comunque non avesse dato un certo benessere ai valdostani; dall'altro, questa ricchezza répandue ha anche permesso l'infiltrazione criminale contro la quale questa stessa società valdostana non ha voluto, né forse potuto far fronte e combattere. Da quanto recentemente emerso da queste tre lettere di patronage, pare che questa ricchezza abbia offuscato e annebbiato la mente e i pensieri di tanti tali da confondere risorse pubbliche come fossero fondi nelle proprie esclusive disponibilità personali. Vedete, alla vecchia maggioranza di cui mi onoro di aver fatto parte, era stato imputato in un certo momento politico di aver nominato nel Consiglio di amministrazione dell'Università un Assessore di un'altra Regione, e ci sta la critica politica. Le ragioni comunque della nostra nomina erano fondate sull'alta competenza, sulla professionalità, sull'ideologia profondamente federalista autonomista del professor Bruno Galli.

Tornando all'argomento per il quale sono ancora invece in carcere alti esponenti dell'Union Valdôtaine, quali sono state le ragioni gravissime se consapevoli e assentite, come pare dagli stralci letti negli organi di informazione, e ancora più riprovevoli se inconsapevoli perché indice di assoluta negligenza, inettitudine e incapacità a comprendere ciò che stava succedendo? Quali sono state le ragioni, le motivazioni del coinvolgimento nella gestione del mouvement da parte dell'organizzazione criminale? Purtroppo, a mio giudizio - ma non voglio generalizzare perché nel mouvement dell'Union Valdôtaine conosco tantissime persone degne di stima, rispetto e considerazione a partire dai suoi vertici - questo germe nocivo nasce lontano nel tempo.

Come già ricordato la volta scorsa, opacità rilevanti erano state evidenziate già nel corso delle elezioni del 1993 e di voto di scambio si parlò ed è francamente, da una parte, bizzarro e buffo dall'altra oggi vedere i protagonisti di quella vicenda sedere accanto uno all'altro, soprattutto considerando poi, com'è stato ricordato - ma come fare a non ricordarlo? -, il tweet in cui uno auspicò necessarie e improcrastinabili le dimissioni dell'altro, cortocircuiti politici ingiustificabili e incomprensibili. Direi di sorvolare poi sulle frequentazioni del Consigliere, sempre dell'Union Valdôtaine, che subentrò nel 2017 in Consiglio a un altro esponente sospeso per effetto della stessa Severino sul migliaio di euro per assicurarsi la propria elezione. Deve essere purtroppo - e dico "purtroppo" con amarezza - un difetto di fabbrica quello che contraddistingue molti candidati di questa forza politica, che mi spiace abbia offeso il vertice del mouvement verso cui nutro stima ma ne sono assolutamente convinto. L'Union Valdôtaine avrebbe dovuto e potuto essere un faro, un flambeau pour notre région, ma ora temo si sia ridotto a essere poco più di un cerino acceso nelle mani di chi, mi auguro, sappia, per i valori incardinati nel proprio Statuto, darne nuova energia e vigore. Mes souhaits les plus sincères aux amis unionistes encore honnêtes dans leurs actions politiques et dans leurs principes idéologiques. Per questa ragione, pur non avendo alcuna personale avversione verso il collega Rollandin verso cui anzi, a livello umano e personale, nutro rapporti di cordialità e simpatia, ma per tutta questa serie di ragioni e ben evidenziate nel testo presentato a firma dei colleghi Bertin e Minelli, credo davvero che siano necessarie e improcrastinabili le sue dimissioni dalla carica istituzionale di Vicepresidente del Consiglio.

Terminando questo intervento rivolgendomi a tutti i valdostani, ma in particolar modo agli amici dell'Union Valdôtaine leggendo alcuni passi profetici scritti oltre 50 anni fa, considerazioni che purtroppo temo pochi amici dell'Union Valdôtaine abbiano letto, ascoltato e soprattutto messo in pratica: "il dialogo condotto con fermezza e dignità in un clima di libertà e democrazia non può che essere il modo migliore di interpretare e realizzare gli interessi pubblici e soprattutto quelli facilmente individuabili di una piccola comunità. In un clima di disordine e di poca chiarezza politica si inseriscono forze contrarie all'interesse della comunità. La Cittadella rischia di cadere nelle mani di persone senza scrupoli che hanno di mira interessi estremamente particolari. Per queste ragioni occorre lottare sempre per una politica di comunità, per la Valle d'Aosta contro chiunque usi la nostra bella bandiera per coprire il settarismo e la faziosità, l'ambizione del potere per il potere, l'odio verso i suoi simili, l'incapacità di cogliere il valore di tutti i valdostani, di mobilitarne e coordinarne le forze per il benessere spirituale e materiale della nostra e delle future generazioni".

C'était les mots d'un valdôtain qui a vécu trop peu et auquel la Vallée d'Aoste n'a pas rendu le juste mérite, il s'agit de Corrado Gex, la personne à laquelle je m'étais inspiré au terme de ma première intervention au Conseil au mois de juin de l'année passée, oh, combien nous aurions besoin de personnalités qui puissent s'ériger dans l'air comme des monuments au lieu de s'écraser au sol comme des... je laisse terminer la phrase à la salle.

Présidente - La collègue Pulz a demandé la parole.

Pulz (ADU VDA) - In tanti, equamente distribuiti tra i banchi della maggioranza e anche dell'opposizione, hanno fatto politica in questi anni contro Augusto Rollandin pensando che senza di lui la politica valdostana avrebbe potuto finalmente rigenerarsi, alcuni si sono poi ricreduti e non hanno apparentemente problemi oggi a condividere con lui il progetto di governo, altri hanno tergiversato qualche mese fa disposti a scendere a patti anche con l'Union Valdôtaine pur di dare una soluzione alla crisi aperta dal Governo Lega conquistando un pezzetto di potere. Oggi dall'opposizione riscoprono la pregiudiziale anti-rollandiniana, rimuovendo però troppo in fretta la causa della nostra spaccatura in quell'impegno civico in cui tanti avevano creduto e che ancora sono feriti. Io per prima, perché chi ha la presunzione di risollevare le sorti della Valle d'Aosta, poi deve essere all'altezza di fare politica in modo diverso e non con i soliti sotterfugi da parte di guru a cui nessuno ha affidato un mandato elettivo e ora con questa mozione che a noi sembra proprio di bassa lega. I tempi e i metodi del loro risveglio adesso non ci convincono per nulla. Rollandin si dovrebbe dimettere, dicono, dalla Vicepresidenza del Consiglio a causa di quanto su di lui emerge nell'indagine Geenna, dove, è bene precisarlo subito, non risulta indagato. Certo il quadro che emerge dalle varie indagini in corso ci restituisce l'immagine di un sistema di costruzione del consenso, che, al di là dei reati che saranno accertati, aveva il suo vertice proprio in Augusto Rollandin. Non scordiamoci mai, come ho già detto in apertura di Consiglio qualche giorno fa, che, oltre al vertice, esisteva una larghissima base fatta di persone che per anni hanno cercato e sostenuto Rollandin, hanno beneficiato del suo potere e quella base è ancora ampiamente rappresentata fuori ma anche dentro questo Consiglio. Se vogliamo sostenere che a essere messa in dubbio è la trasparenza e la regolarità del voto del maggio 1918, allora bisogna dire che a essere delegittimata è quanto meno l'intera maggioranza, non il solo Rollandin. La questione è politica e riguarda l'intero Consiglio regionale e, secondo noi, in questi termini andrebbe posta, perché mi sembra pure strano doverlo sottolineare, noi siamo qui in veste di politici, o no? Questa mozione dei colleghi Bertin e Minelli invece punta a ottenere altro, non pone una questione politica ma propone di trasformare quest'Aula in tribunale del popolo per processare l'uomo cattivo, che è il vertice di un sistema molto diffuso e che ha moltissimi addetti. Propone a quest'Aula di andare oltre la legge sovrana perché una legge c'è già, mi pare, e si chiama legge Severino: essa disciplina i casi in cui un procedimento penale determina la sospensione o la decadenza di un Consigliere, e noi lo sappiamo bene perché qui fra noi non c'è più il collega Consigliere Sorbara Marco. Qui noi dovremmo invece integrare quelle fattispecie riservando al Consigliere Rollandin un trattamento speciale. Si dice nella mozione: "egli compare nell'ordinanza", ciò però, ai sensi di legge, non comporta nulla. Noi però dovremmo qui integrare, diventare giudici, sentenziare: "via Rollandin dalla Vicepresidenza". Ecco, abbiamo trovato il capro espiatorio di tutto un sistema, che però è molto ben ramificato e che molti hanno sostenuto e fatto proprio... e così Rollandin potrebbe rimanere un semplice Consigliere ma segnato da questo bello stigma dal tribunale del popolo.

Noi sappiamo bene che in questi tempi grami di giustizialismo e di populismo queste richieste possono anche entusiasmare molti, entusiasmano il popolo. Probabilmente con questo spot elettorale oggi qualcuno ha conquistato molti voti, noi però non siamo qui per conquistare voti ma perché ci piacerebbe lavorare per il bene delle istituzioni. Vorremmo lanciare, in un momento di rassegnazione generale, un messaggio costruttivo. Care colleghe e colleghi, noi ci permettiamo di affermare che le motivazioni che sorreggono la richiesta di dimissioni di Rollandin dalla carica di Vicepresidente sono fuorvianti e pure sbagliate. Non spetta a noi condannare, non spetta neanche assolvere sulla base di indagini penali che sono in corso; abbiamo pazienza, prima o poi finiranno. Noi siamo arrivati qui per fare cosa? Per esercitare la democrazia, anche se, con il passare dei giorni, ci sembra che non sia più vero e che la democrazia sia una chimera. Se si vuole lanciare un messaggio politicamente chiaro e responsabile perché i segnali di crisi morale e politica sono già troppi, non dobbiamo metterci anche noi ad aggiungerne, ci si dichiari piuttosto disponibili a tornare alle urne. Allora io chiedo ai colleghi Bertin e Minelli se loro sono disponibili, pare di no, non me l'hanno detto ma lo leggo in un comunicato stampa, dove dicono che è un atto di irresponsabilità. A noi invece sembra irresponsabile avere il terrore di nuove elezioni perché è lì che i comportamenti di Rollandin, dell'Union Valdôtaine e di tutti i Consiglieri, uno a uno, potranno essere valutati con il giusto metro che è quello politico però. Noi crediamo che la popolazione valdostana debba poter avere la possibilità di dire la sua perché nel frattempo ci sono stati i tristissimi eventi del 23 gennaio e la vita non è più come prima, ma alla richiesta di trasformare quest'Aula nel tribunale del popolo noi diciamo un "no" forte e chiaro.

Apro una parentesi che chiudo anche in fretta: Augusto Rollandin non per come ha gestito il potere in modo verticistico negli anni ma quanto ad aplomb, quanto a savoir faire e anche quanto a finesse nei rapporti con noi donne Consigliere ha ancora tanto da insegnare a molti in quest'Aula e io questo glielo ho detto personalmente forse il secondo o terzo giorno. Allora credo che sarà proprio per questa sua finesse - che probabilmente ha dentro di sé di natura, e non certo a causa di quest'antipatica mozione, che io non avrei mai sottoscritto - che egli stesso saprà valutare liberamente se è opportuno o meno mantenere o se è meglio rinunciare a questa Vicepresidenza del Consiglio. Chiusa parentesi.

Il voto di Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta quindi è di astensione, non è contrario solo per l'amore che un giorno abbiamo avuto con gli ex colleghi.

Presidente - La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Sono quasi in imbarazzo a intervenire dopo la collega Pulz e la sua sfrenata arringa, spero riesca a riprendersi fisicamente.

Veniamo invece al merito di questa mozione, che chiede sostanzialmente un passo indietro al Consigliere Rollandin, non chiede un passo indietro rispetto alla sua posizione da Consigliere regionale, lui è eletto in quest'Aula dai cittadini valdostani, decade in caso di condanna o arresto e, sulla scorta di questo, questa non è un'Aula del tribunale: quello che gli viene chiesto è semplicemente un passo indietro, di avere una particolare attenzione nei confronti della più importante Aula all'interno di questa regione. Mi rendo conto che fare un passo indietro per il Consigliere Rollandin è un atto difficilissimo, l'aplomb che lo ha caratterizzato, che è stato appena decantato, abbiamo avuto occasione di vederlo praticamente in tutta la storia politica della Valle d'Aosta. È diventato Presidente della Regione nel 1983 a seguito del famoso affaire Casino, che ha visto la fuga dell'allora Presidente Andrione, ed è passato da Assessore all'agricoltura, se non ricordo male, alla Presidenza della Regione in cui è rimasto fino al 1993, quando dall'alto di 5500 preferenze è stato eletto in Regione ma è durato molto poco perché è stato sospeso a seguito di un processo per abuso d'ufficio per favoreggiamento in appalti, e questo processo ha avuto un esito sconfortante per il Consigliere Rollandin dato che è stato condannato in terzo grado a 16 mesi nel 1994. Anche questa volta, invece di fare un passo indietro, il nostro collega Rollandin ha fatto un passo avanti: si è ricandidato nel 1998 e le sue preferenze sono passate dalle 5500 del 1993 a 8833, rendendosi particolarmente utile al movimento dell'Union Valdôtaine, che aveva avuto 33 mila voti e il 42% dei voti totali, questo anche grazie alle sue 8800 preferenze. È stata una candidatura, se vogliamo, di facciata perché pendeva su di lui l'interdizione dai pubblici uffici, infatti è decaduto quasi immediatamente rispetto a questa nomina. Anche in quella occasione era stato chiesto un suo passo indietro, credo, se non ricordo male, dalla buonanima di Claudio Brédy direttamente sulle pagine del "Peuple Valdôtain". Augusto Rollandin non ha fatto un passo indietro in quell'occasione, con il sostegno del suo movimento, che aveva disperatamente bisogno dei sui voti in quell'elezione, è andato avanti, ha preso i voti e poi è decaduto. Brédy, in realtà, ha smesso di scrivere sul "Peuple Valdôtain" dopo quella richiesta di passo indietro, quindi è anche brutto richiedere un passo indietro al Consigliere Rollandin nella storia di questa Regione. Anche in quel caso, pur decadendo, non fa un passo indietro, fa un passo avanti: viene candidato per il Senato. L'interdizione ai pubblici uffici infatti si applica per gli Enti locali, si applica per i Consiglieri regionali ma non si applicava allora per la presenza in Parlamento, viene candidato al Senato, viene eletto e fa una legislatura dal 2001 al 2006, dove si ricandida al Senato permanendo la sua situazione, però non vince le elezioni, vince le elezioni Carlo Perrin fuoriuscito dall'Union Valdôtaine da poco. Potrebbe essere l'occasione per fare finalmente il famoso passo indietro ma il passo indietro non avviene perché la maggioranza regionale, che tuttora lo sostiene e che gli deve così tanto dei propri voti, lo nomina alla presidenza di CVA, era il Casino che aveva rilanciato la prima volta, la seconda volta lo rilancia CVA, sono nomi che sentiamo spesso all'interno di quest'Aula. La presidenza di CVA serve per far passare il tempo necessario all'ottenimento della riabilitazione, non appena ottenuta, nel 2008 ritorna a candidarsi in Regione, non fa un altro passo indietro, fa un ennesimo passo avanti e nelle elezioni del 2008 il Consigliere Rollandin prende 13.907 preferenze, che è, se vogliamo, l'ultimo dei suoi infiniti passi avanti, non ne riprenderà poi più tanti così né lui, né il suo movimento, però sono tantissime. Il Movimento Cinque Stelle neanche in due diverse elezioni è riuscito ad avvicinarsi a così tanti voti. Nel 2013 si ricandida e prende 10.872 preferenze, stiamo sempre parlando di numeri pazzeschi rispetto a quelli che abbiamo visto in queste ultime elezioni, nel 2018 si ricandida e prende 3417 preferenze. Ecco, siamo tornati sotto al livello del 1993, sono passati 25 anni di carriera lunghissima.

Secondo noi, a questo punto va fatto un piccolo passo indietro per restituire un po' di onorabilità a quest'Aula rinunciando non al voto dei suoi concittadini, che lo hanno sempre sostenuto, come abbiamo potuto vedere, ma almeno al voto dei suoi colleghi in quest'Aula e solo a questi, che lo hanno portato di nuovo in un posto di rappresentanza importante, quale la Vicepresidenza della Regione, per far sì che i suoi variegati procedimenti possano essere affrontati semplicemente da Consigliere e non da rappresentante di tutta quest'Aula. Noi quindi ci uniamo alla richiesta di Rete Civica, richiesta sostanzialmente nei suoi confronti per fare - forse per la prima volta in questa lunghissima carriera - un passo indietro.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Correva l'anno 2013 quando all'insediamento del Consiglio, lo ricordo ancora, avevo elencato le vicissitudini giudiziarie in cui era stato coinvolto il collega Rollandin, che sostanzialmente, guardando quel palmares, erano pari a quello di un prestigioso divo di Hollywood. Ovviamente già allora il collega non aveva fatto una piega e aveva continuato per la sua strada. È ovvio che sono convinto... e lo dico nel rispetto dell'intelligenza dei colleghi che hanno proposto l'iniziativa, non vi aspetterete mica le dimissioni del collega Rollandin? Perché sappiamo bene che, anche se il Presidente coreano puntasse una bomba atomica contro la Valle d'Aosta, il Presidente Rollandin starebbe cristallizzato e mummificato lì dov'è senza fare la minima piega. Io quindi mi auguro che i colleghi abbiano fatto questa iniziativa nel senso di una sensibilizzazione della manifestazione, di una sensibilità particolare che condividiamo riguardo al fatto che certi comportamenti dovrebbero comportare un esame di coscienza da parte delle persone coinvolte con gli atti di conseguenza.

Abbiamo assistito un po' a improvvisi innamoramenti, dei coups de foudre nei confronti del Presidente Rollandin che non sappiamo poi che esiti avranno, certo che passare dal tribunale dell'inquisizione al puro amore è un'alternanza che personalmente mi ha un pochettino sconcertato.

Non dobbiamo dimenticare una cosa: adesso si continua a parlare di 'ndrangheta calabrese. Non dobbiamo dimenticarci che due persone già circa 12-13 anni fa avevano coniato un termine: "Sacra Grolla Unita", che richiamava la Sacra Corona Unita di una regione del Sud, ecco, in questo termine c'era racchiusa la mafia valdostana di cui nessuno continua a parlare. Esiste una mafia locale a fianco della 'ndrangheta calabrese, questa mafia è fatta di persone, in parte politici, in parte imprenditori, che hanno inquinato il tessuto economico e sociale, di questa nessuno parla, ed è legata soprattutto a settori dell'edilizia e a settori dello sfruttamento dell'idroelettrico e una persona che era precedentemente Presidente della Regione, quando aveva dichiarato che c'era del marciume nel tessuto sociale economico e politico, era stata additata come chi voleva buttare la Valle d'Aosta. Il risultato dell'inchiesta è chiarissimo, quelle parole non erano parole al vento ma erano parole legate a una triste consapevolezza della reale situazione della nostra Regione. Adesso vorrei che qualcuno di quelli che si era alzato all'epoca per alzare la bandiera - non so che bandiera fosse, adesso sarebbe bello sapere che bandiera era quella che sventolavano contro certe affermazioni - si alzasse adesso e dicesse che certe cose non erano vere e che il tessuto economico sociale e politico non è stato infiltrato dalla criminalità organizzata, come ha dimostrato nelle 900 e rotte pagine di inchiesta la Magistratura. Allora, pur nella consapevolezza che questo rimane un atto formale e che non avrà gli effetti che sono contenuti nell'auspicio dell'iniziativa, ovviamente voteremo a favore di questa iniziativa dei colleghi, nella consapevolezza che però ci sia un grande percorso da fare che passa innanzitutto dall'autocritica e dal riconoscimento che all'interno della Valle d'Aosta, parallelamente all'infiltrazione della 'ndrangheta calabrese, c'è una vera e propria mafia organizzata valdostana.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Il y a des thèmes qui sont particulièrement délicats, épineux, mais qu'il faut avoir la volonté et d'une certaine manière le courage d'affronter est le thème entre la morale et la politique est sûrement un thème des plus importants et en ce sens je crois que nous devons reconnaître aux collègues Bertin et Minnelli de l'avoir soulevé dans cette salle et d'avoir voulu se poser le problème de la sauvegarde et de la protection en quelque manière des institutions valdôtaines. C'est un thème celui de la morale qui, au-delà de la conclusion de ce débat, de la votation de la motion en question, est un thème qui reste ouvert et qui doit être débattu à l'intérieur des mouvements, de la politique. Permettez-moi de faire quelques réflexions au nom du groupe Alpe, parce qu'il y a une histoire qui caractérise le groupe Alpe jusqu'à ce moment, il n'y a aucune contradiction par rapport à ce que j'ai annoncé tout à l'heure, je vous l'assure, tranquillisez-vous. Les motivations qui ont porté plusieurs d'entre nous, non seulement à l'intérieur d'Alpe, à quitter l'Union Valdôtaine à des moments différents sont des motivations bien connues, des motivations qui ont trait à des phases politiques qui ont été fortement caractérisées par la présence et par le rôle de leader du Vice-président du Conseil Auguste Rollandin. Une présence forte qui a conditionné la politique et l'administration en Vallée d'Aoste pendant des décennies avec des raisons et des méthodes que nous n'avons pas partagées et nous l'avons toujours dit très clairement, c'est de la politique, c'est une bataille politique que nous avons portée de l'avant et qui, peut-être, commence à porter quelques fruits vu le débat qui est en train de se déclencher à l'intérieur du monde autonomiste et à l'intérieur de l'Union Valdôtaine même.

Ora, il collega Rollandin, che ricopre tutt'altra posizione, compare in alcune circostanze descritte dall'ordinanza del Tribunale di Torino e questa è oggettivamente una condizione suscettibile di mettere in difficoltà le istituzioni, il dibattito di oggi credo che ne sia una dimostrazione. D'altro canto, siamo tutti consapevoli che vi sono delle leggi che normano il diritto all'elezione e alla permanenza nelle sedi istituzionali e questi sono degli elementi oggettivi che, se sono rispettati, prescindono dalle singole opinioni. Ciò che invece è soggettivo e fa riferimento alla scelta e alla responsabilità di ognuno - e in questo caso alla scelta del Vicepresidente Rollandin, del suo movimento, del suo gruppo - è la facoltà di valutare l'opportunità per sé e per l'istituzione di appartenenza di continuare a ricoprire una carica istituzionale per quanto non di primissimo piano come quella di Vicepresidente in un momento particolare come quello che la Valle sta vivendo con l'inchiesta Geenna e con gli altri noti procedimenti giudiziari. Sono scelte non facili che vanno valutate ma che giustamente, come diceva la collega Pulz, vanno rimesse alla volontà delle singole persone per le quali poi ognuno assume le sue responsabilità. Da parte nostra vorremmo concludere con le parole di un grande esponente dell'Union Valdôtaine, Mario Andrione, che in una situazione analoga tanti anni fa - io ero presente - disse con molta calma, con molta serenità e con molta determinazione: "gardons la tête froide".

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola la collega Nasso.

Nasso (M5S) - Ringrazio i colleghi di Rete Civica per aver proposto in quest'Aula una mozione, come bene ha detto la collega Minelli, si tratta di opportunità politica. Proprio l'altro ieri dicevamo che quest'Aula troppo spesso viene trasformata in un'Aula di tribunale. Certo è che tanti esponenti di quest'Aula, anche se qui siamo in un'Aula di Consiglio regionale, fanno la sponda tra quest'Aula e il tribunale, quindi è inevitabile che spesso e volentieri alcune tematiche approdino qui. Bene ha detto chi mi ha preceduta che il collega Rollandin è qui grazie a voti legittimi di chi lo scorso 20 maggio ha creduto in lui; in veste di Vicepresidente del Consiglio invece è tale grazie ai voti della maggioranza. Vorrei fare un piccolo paragone, magari superficiale ma concedetemelo: è come se in un corpo insegnanti si nominasse un referente e questo referente, a seguito di tanti procedimenti penali, eccetera, non andasse più a genio ai colleghi insegnanti; allora gli insegnanti potrebbero chiedere a questo chiamiamolo rappresentante d'istituto, per piacere, di fare un passo indietro, senza chiedere un eventuale licenziamento da insegnante ma semplicemente mettendo un'altra persona in quel posto. Perdonatemi il paragone veramente semplice ma è per farmi capire. È questo quindi che si chiede, non si chiedono le dimissioni del Consigliere Rollandin - la collega Minelli è stata molto chiara su questo - si chiede un passo indietro. Le eventuali dimissioni sarà poi la legge a definirle se succederà, chi lo sa. Il Vicepresidente Rollandin, quando la Presidente Rini o il Vicepresidente Distort non possono, rappresenta tutti noi e non nascondo - e voglio dirlo proprio con estrema educazione - che un po' sono imbarazzata dal fatto di essere rappresentata in alcune sedi dal collega, nulla di strettamente personale ma solo di politico. Bene ha detto la collega Pulz, che è femminista a giorni alterni, che il Consigliere Rollandin non ha fatto tutto da solo e tante persone in quest'Aula, che cercano una nuova verginità sputando nella minestra in cui hanno mangiato per tanti anni, se lo sono dimenticato. Aperta e chiusa parentesi. Ringrazio il mio collega Vesan che a livello storico ci fa sempre delle analisi oggettive e precise che io apprezzo sempre molto volentieri, quindi è davvero con spirito di collaborazione che sosteniamo questa iniziativa, ma senza pretendere di fare giudici del tribunale del popolo o cose simili, ma semplicemente indicando un indirizzo e una presa di distanza da sette-otto procedimenti penali che il mio Vicepresidente del Consiglio ha in corso. La giustizia deve fare il suo corso - scusate la ripetizione - ma questo è il mio pensiero.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Marquis.

Marquis (SA) - Il tema che è stato sottoposto all'ordine del giorno è un tema che non mi appassiona più di tanto ma comunque credo che sia opportuno intervenire nella discussione e vorrei quindi fare un'analisi di tipo più generale spersonalizzando un pochettino la questione. Così come ha detto prima il collega Ferrero, credo che i colleghi abbiano voluto porre l'attenzione su questo argomento per discutere in Aula, per fare delle riflessioni, per fare un confronto sul pensiero e sull'attitudine di ciascuno di noi nei confronti del rapporto tra etica e politica. Su questo rapporto io ritengo che la politica e le comunità si interroghino da sempre, già ai tempi di Cesare si diceva che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto. È passato il tempo e credo che tutti, in funzione delle evoluzioni del pensiero comune, fanno e sviluppano dei ragionamenti su questo tema. Esiste l'etica della politica, così come esiste l'etica economica, l'etica del diritto, l'etica delle professioni, e quindi questo non è altro che il rapporto tra tutte le attività e la morale dell'uomo. Io ritengo che soprattutto ai giorni nostri questo sia un tema che viene trattato in modo molto aperto, oserei dire anche rumoroso, perché è anche un po' la reazione che c'è da parte dell'opinione pubblica che ha condizionato questo approccio in virtù della diffusione di fenomeni di corruzione, di malgoverno, dell'autoreferenzialità della politica, vi è un'indignazione via via crescente tra la popolazione in relazione ai comportamenti della classe politica.

In questo momento non possiamo nascondere che la Valle d'Aosta vive una situazione di oggettiva difficoltà sotto il profilo politico, economico, sociale, l'inchiesta Geenna sicuramente non fa del bene alla nostra comunità e ci dà degli spunti per interrogarci ma io, per natura, sono garantista, voglio lasciare fare alla giustizia il suo mestiere e credo che la politica, nel momento in cui interpreta il pensiero comune dell'opinione pubblica, trasferisce il pensiero in atti legislativi. A tutti i livelli quindi è stata prodotta una legislazione che disciplina e tratta i rapporti tra politica e giustizia, dunque credo che a questo dobbiamo attenerci e non fare delle pericolose fughe in avanti.

Mi rendo conto che ci sono varie sensibilità, c'è chi ha l'attitudine di andare sulla linea di confine oltre alla frontiera per esplorare rapporti nuovi, per fare l'avanguardia. Io la rispetto questa come posizione, però si entra nella soggettività. Io credo che la politica su questo tema debba fermarsi al livello dell'oggettività, al suo ruolo, senza andare oltre a dare delle interpretazioni, a immettere delle conclusioni che, a volte, sono premature, è solo il tempo che chiarisce quali sono le situazioni. Io pertanto sono contrario alla speculazione, alla spettacolarizzazione, ad assorbire il tema della giustizia, farlo proprio come tema di un movimento per creare del consenso, per creare del ritorno elettorale, questo non lo trovo sicuramente condivisibile per il mio modo di interpretare l'approccio politico. Io mi auguro che la giustizia faccia in fretta, acquisisca velocità, pur con tutta la complicazione nel trattare delle situazioni come questa, perché sicuramente è un tema molto complesso. Sotto questo profilo, a mio avviso, non bisogna ricadere nella tentazione di essere più realisti del re, perché diversamente si rischia anche di intervenire a gamba tesa su situazioni che vengono gestite da altri. Dietro ogni problema, e questo lo dico nel senso più generale, legato anche a questa vicenda specifica ma anche a quella che potrebbe essere un'altra situazione dove noi stiamo a parlare di un altro collega, di un'altra situazione in cui una persona è sottoposta a indagini... è logico che la giustizia deve fare le sue verifiche ma dietro alle persone bisogna anche ricordarsi che ci sono delle famiglie, ci sono delle intimità, ci sono delle situazioni che vanno rispettate. Io sono lontano da questo modo di fare politica e di interpretarla, c'è una legislazione che disciplina quali sono i rapporti che bisogna tenere, quali sono le situazioni di incompatibilità e di conflittualità relative al ricoprire un ruolo di rappresentante dei cittadini a qualsiasi livello istituzionale.

Qui ciascuno può dire la sua, ciascuno lo può fare, possiamo buttare la palla più avanti degli altri. Io, sotto questo profilo, rispetto e ho ascoltato con piacere l'intervento della collega Pulz perché professoressa di filosofia e nell'ambito della filosofia vengono approfondite queste materie in modo molto profondo. Ci sono dei significati che non sono superficiali, bisogna capire come vanno gestite queste cose. Vedete che anche a livello nazionale ci sono questi populismi imperanti che hanno fatto e fanno continuamente di questa materia uno slogan e poi magari si trovano a gestire delle situazioni che non pensavano il giorno prima. Bisogna quindi essere molto prudenti sotto questo profilo e credo che bisogna rispettare le persone e, laddove c'è una situazione che può essere opportuna, rientrare nell'ambito dell'opportunità, io credo che sia importante che vada gestita a livello soggettivo, quindi secondo le proprie sensibilità. Le sensibilità non si sollecitano, credo che ciascuno debba fare le sue valutazioni tenuto conto del quadro e del contesto più generale, ma ritengo che non spetti all'Aula entrare nel merito di queste questioni al di là di un dibattito, di un confronto che si può sviluppare sotto un profilo generale.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Daudry.

Daudry (UVP) - La collègue Morelli avant s'est exprimée au nom du groupe Alpe, considéré qu'avant il y a eu quelques petites rigoles dans la salle, je suis autorisé à dire de la part de la collègue que celle-ci a été presque la dernière fois qu'elle interviens au nom de ce groupe. De ma part, dans l'introduction de cette intervention je veux souligner comme cela peut représenter tout simplement un moment important que nous avons voulu porter à l'attention de cette salle... il suffit dire qu'on a signé des accords politiques, il suffit de porter toujours de l'avant les échéances, aujourd'hui est venu le moment pour nous de faire un premier pas concret envers la renaissance autonomiste.

Rispetto all'iniziativa, noi innanzitutto abbiamo apprezzato lo sforzo dei colleghi che hanno sottolineato da più parti come non ci sia l'intenzione in occasione di questi dibattiti di voler sempre trasformare quest'Aula in un facsimile di un tribunale e neanche di voler insistere nel buttarla sulla gazzarra politica per magari cercare di avere qualche voto in più o qualche voto in meno. Crediamo invece che la questione vada ricondotta nell'essenza, nel cuore di quello che è stato l'approccio di quest'Aula rispetto a questi temi. Al di là dell'esito di questa mozione, che noi evidentemente non sosterremo, com'è stato nel recente passato e come sarà in futuro, speriamo non avvenga più che i colleghi di quest'Aula siano toccati da queste vicende... noi crediamo che il cuore di questa iniziativa sia nel fatto non della sensibilità personale, della sensibilità politica, ma sia nel fatto che questo tema nel percorso di rifondazione autonomista che noi sollecitiamo, che da tempo portiamo avanti... potrei ricordare il nostro slogan: réunir, réussir, potrei ricordare la Costituente di Cogne in cui molte persone che sono in quest'Aula erano presenti, noi crediamo che, proprio per non personalizzare, per non politicizzare la vicenda in quest'Aula, dovremmo poi porre il tema in maniera laica in un incontro tra le forze autonomiste che si pronuncino definitivamente e in generale su un approccio e su un metodo condiviso che si vuole dare su queste vicende. Lo diciamo perché sappiamo che non sveliamo un segreto che questo dibattito è aperto all'interno delle forze politiche, è venuto poco tempo fa a Pontey nel Congresso del nostro movimento, sappiamo che è all'interno del gruppo e del movimento dell'Union Valdôtaine, sappiamo che riguarda da sempre il movimento... Noi crediamo che questo sia l'approccio serio, corretto che dobbiamo dare a tutti gli autonomisti della Valle d'Aosta che ci seguono. Noi non dobbiamo dare l'impressione che non vogliamo vedere, che non sappiamo quello che sta accadendo ma sicuramente non dobbiamo personalizzare le questioni.

Présidente - Le collègue Bianchi a demandé la parole.

Bianchi (UV) - Sembra strano che anche in questo Consiglio si richiedano le dimissioni a un Consigliere; come ricordava il collega Daudry, ne abbiamo già discusso nello scorso Consiglio, oggi ne discutiamo di nuovo. Permettetemi solamente di fare alcune riflessioni su questa vicenda. C'è una legislazione chiarissima, come ha già avuto modo qualcuno di dire, dove si descrive in maniera perfetta cosa può fare un Consigliere, quando viene sospeso, quando esce dal Consiglio regionale e lo abbiamo potuto appurare. Non siamo l'unica Regione in cui stanno succedendo alcune cose, è à la une, ieri è successo qualcosa a Roma, nessuno l'ha ricordato ma è successo. È indubbio quindi che l'indagine Geenna qui in Valle è un'indagine estremamente importante, con delle accuse molto pesanti ma, come ho già avuto modo di dire ai tempi, come movimento, ci poniamo garantisti e lasciamo fare il corso alla giustizia, cioè al tribunale, per valutare, per vedere, e lasciamo le persone che sono indagate difendersi. Oggi parliamo di una persona che in questa inchiesta non è indagata, compare nelle 920 pagine, lo abbiamo letto dai giornali, e insieme a questa persona compaiono altri politici ma non sono indagati, non possiamo fare un processo alle intenzioni, lasciamo fare le indagini ai tribunali, non facciamole noi in quest'Aula. Qualche mio collega che mi ha preceduto ha richiamato il discorso della non collaborazione, vi ricordo che nell'ordinanza di perquisizione qui in Amministrazione regionale non si va a indicare il Governo, infatti c'è un'indagine in corso; si sono succeduti vari Governi, pertanto io farei attenzione a dire che il fatto è imputabile a quel Governo. Per quanto riguarda la questione morale, all'interno del movimento dell'Union Valdôtaine stiamo facendo delle analisi, degli approfondimenti e molto probabilmente di qua a poco avremo un nostro regolamento, io spero che questo lo facciano tutti.

Avrei terminato il mio discorso, però il collega Luboz mi ha offeso quando ha parlato di difetti di fabbrica, ha generalizzato. Allora voglio ricordare al collega che sinceramente chi lancia la prima pietra dovrebbe guardarsi al suo interno e se si scorrono i giornali on line, si può vedere che anche all'interno della Lega qualche difettuccio c'è: per esempio, le spese pazze in Lombardia, dove sono state fatte delle indagini e sono state fatte delle condanne. Quando si parla di difetti di fabbrica, quindi ognuno si guardi in casa propria! Oltre a questo, ha tirato in ballo anche il Signor Galli, sicuramente si parlerà di omonimia ma si parla di Bruno Galli. Signor Luboz, quindi non parli agli altri, si guardi in casa propria!

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Sarò molto breve, volevo semplicemente dire a quest'Aula che non vi è nessun obbligo a chiedere un passo indietro ma non è la prima volta che si parla di questione di opportunità. All'atto dell'insediamento nella precedente legislatura, alla presentazione del nuovo Governo Rollandin e degli Assessori - era l'8 luglio del 2013 -, venne presentato a firma di tutta la minoranza un ordine del giorno firmato dai Capigruppo di minoranza Morelli (ALPE), Donzel (PD), Bertschy (UVP) e Ferrero (M5S). Nelle premesse di quel documento si parlava chiaramente di un pericoloso radicamento all'interno del territorio valdostano di elementi di criminalità organizzata e si diceva: "ritenuto, come ha recentemente dichiarato il Questore di Aosta, Maurizio Celia, che "questi fenomeni non arretreranno se non ci sarà un colpo d'orgoglio della società" e che, a tal fine, il Consiglio regionale deve dare il buon esempio e contribuire in modo sostanziale e significativo a questo cambiamento culturale, evitando, con senso di responsabilità, il coinvolgimento delle istituzioni regionali nelle summenzionate inchieste...". Quest'ordine del giorno finiva dicendo: "ravvisa l'opportunità che i Consiglieri regionali implicati in indagini riconducibili direttamente o indirettamente alla criminalità organizzata di stampo mafioso non assumano alcun incarico nella Giunta regionale", io aggiungo: a maggior ragione per le cariche apicali di un Consiglio regionale, che dovrebbero essere le parti super partes di quest'Assemblea.

Ho voluto semplicemente ricordarlo perché mi pareva corretto farlo, non è la prima volta che se ne parla. Quest'ordine del giorno venne respinto all'epoca con il voto compatto di 18 Consiglieri della maggioranza di allora e di 17 Consiglieri della minoranza dell'epoca; questo per dire cosa? Mi riallaccio a quello che diceva prima la collega Morelli: qua non ci sono elementi oggettivi che possano indurre un obbligo a un passo indietro ma ci sono tanti elementi soggettivi che dovrebbero far ragionare, anche a chi penso possa voler bene al prosieguo di questa maggioranza, una maggioranza a 18, che immagino sia in un momento di difficoltà. Dico questo perché rispetto al 2013 cos'è cambiato? Io penso che la situazione sia peggiorata, non avevamo ancora le intercettazioni e neanche il dossier legato al discorso delle infiltrazioni della 'ndrangheta. Era una mia riflessione che volevo fare comune a tutti perché, se nulla è cambiato, perché qualcuno dovrebbe cambiare idea eventualmente?

Presidente - Altri? Se non ci sono altre richieste, possiamo chiudere la discussione generale. Per la replica, la parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Ho ascoltato con attenzione il dibattito che si è sviluppato attorno a questa mozione, sono state fatte delle valutazioni diverse, variegate, alcune interessanti, meditate, lo si è capito, lo si è intuito, altre, a mio avviso, un po' imbarazzate, altre ancora curiose, altre strumentali, semplicistiche, improbabili e permettetemi anche in certi passaggi ridicole. È singolare che non tutti i Consiglieri abbiano colto l'essenza della nostra richiesta, che non è una richiesta di dimissioni dalla carica di Consigliere al collega Rollandin: noi abbiamo chiesto le dimissioni dalla carica di Vicepresidente come opportune da un punto di vista istituzionale e politico, perché di questo si tratta. Non avevamo chiesto le dimissioni del Consigliere perché il collega Rollandin è stato legittimamente eletto in questo Consiglio ed è stato anche il Consigliere che ha riportato il maggior numero di voti, quindi è eletto dal popolo, ma è Vicepresidente di questo Consiglio per volontà, per voto di Consiglio, si tratta di due cose diverse. Le dimissioni da Consigliere le ha chieste il collega Barocco - lo ricordava precedentemente il Consigliere Bertin - con un Tweet nella notte successiva alle elezioni: "per tornare a essere credibili, sono necessarie e improcrastinabili le dimissioni di Augusto Rollandin". Successivamente il 28 maggio al Conseil fédéral a Verrès lei, collega Barocco, ha poi detto: "le tweet que j'ai écrit reflète une exigence et un ressenti commun que j'ai fortement perçus au cours de cette campagne électorale et qui se dégage des résultats des élections". Collègues, je pense que le ressenti commun, parmi beaucoup d'entre nous que nous sommes aujourd'hui en cette salle, même parmi ceux qui ne le dévoilent pas est celui-ci: il n'est pas convenable que, Monsieur Rollandin, continue à recouvrir la charge de Président adjoint de cette Assemblée régionale, il vaut mieux que quelqu'un d'autre ait cette charge si significative. Vous le savez bien, collègues de majorité, ainsi que vous tous collègues de minorité, et ils le savent les électeurs qui sont hors de cette salle.

Alcune considerazioni sugli interventi che sono stati fatti: collega Ferrero, lei chiede se la nostra non è stata una domanda retorica e se mai ci fossimo aspettati di vedere questo gesto spontaneo. Le devo dare una delusione, probabilmente il collega Bertin, che è molto più esperto di me, più scafato di me, non si aspettava nulla, io che ho una certa ingenuità politica lo riconosco, ci ho sperato perché mi sembrava un gesto importante che avrebbe sollevato da un certo imbarazzo tutti quanti, non è stato così, ne prendo atto. Collega Marquis, lei dice che le sensibilità sono personali e non si sollecitano, io sono convinta del contrario, le sensibilità si sollecitano. Succede spesso di veder sollecitata la propria sensibilità e di avere dei comportamenti che ne conseguono. Lei ci ha detto che è garantista, anche il collega Bianchi ha detto che c'è una legislazione, ci sono leggi che prevedono la permanenza nelle istituzioni e la garantiscono. Io torno a ripetere: noi non abbiamo fatto il discorso che qualcun altro altre volte in quest'Aula da quando io sono qui ho sentito fare e pronunciare, noi abbiamo chiesto una cosa diversa, non abbiamo chiesto delle dimissioni da quest'Aula, non abbiamo chiesto le dimissioni dalla maggioranza, non abbiamo chiesto nient'altro che un passo indietro per una carica istituzionale, che, a nostro parere, pur non essendo la massima carica istituzionale, ha una sua importanza, una sua rilevanza, perché è una carica che rappresenta tutti quanti.

Non ho nessuna intenzione di portare via del tempo a quest'Aula che sta discutendo un atto specifico, non ho nessuna intenzione di portare via del tempo per rispondere alla collega Pulz. Credo che le vicende che riguardano le difficoltà interne ai movimenti siano ben note a quest'Aula, che ha visto spaccature di tutti i tipi e sono sempre cose tristi. L'unica cosa che voglio sottolineare è che, nel momento in cui è toccato a noi vivere questo momento difficile, avevamo preso un impegno che il collega Bertin ed io abbiamo rispettato: quello di non fare polemica con i nostri ex compagni di viaggio per quel periodo. Mi rendo conto, prendo atto che non è così per tutti ma non importa. Voglio approfittare però brevemente per ribadire il profilo... le cose che io penso e che debbano essere fatte qui da chi crede di poter dare un contributo alla politica valdostana: cercare di fare delle cose positive, di lavorare, di mettere al centro contenuti e programmi. Noi siamo per costruire anche dall'opposizione, anche presentando questa mozione che suscita chiaramente delle opinioni contrastanti ed è quello che abbiamo intenzione di continuare a fare. Non siamo qui strumentalmente a chiedere delle elezioni anticipate, la collega Pulz diceva: "non abbiamo capito che cosa vogliono fare", noi vogliamo lavorare perché si possa andare a elezioni quando ci sarà una legge che funzionerà, quando ci sarà una riforma istituzionale, ma questo è un altro discorso, oggi ci vogliamo soffermare su questa questione, abbiamo chiesto un atto che è sì di sensibilità, non è un atto dovuto per legge, non è dovuto, è un atto che poteva, può essere fatto. Ognuno è responsabile delle proprie azioni sempre e comunque, le questioni giudiziarie sono altre, ci sarà chi se ne occuperà, ma qui il discorso era un altro. Io assumo la responsabilità, insieme al collega Bertin, di quello che abbiamo chiesto, lo abbiamo fatto in maniera serena, mi aspettavo che questa mozione avesse avuto un esito diverso, non pensavo neanche che si sarebbe arrivati a discuterla in Aula, non è stato così, non importa. Il senso etico e il dovere istituzionale che noi crediamo di avere e di possedere ha avuto questo esito.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Mi attengo strettamente al merito della mozione, innanzitutto qui si poneva una questione generale del rapporto tra etica e politica, una questione che negli anni ha visto anche fare delle scelte diverse e difficili a ognuno di noi proprio in ragione di questo rapporto tra etica e politica, che, a mio avviso, non può essere scisso, ma questo è un discorso generale, riprendo un po' quello che diceva anche la collega Morelli. Ricordo peraltro che proprio sei anni fa, come diceva il collega Gerandin, avevamo presentato un ordine del giorno, del quale ero l'estensore e il presentatore proprio all'inizio della legislatura, che riproponeva all'incirca la stessa questione; allora come oggi le preoccupazioni erano già presenti, quel rapporto negativo tra la malavita organizzata e la politica era già presente. Oltre a questo aspetto di rapporto tra etica e politica, che è una cosa generale e che niente ha a che vedere con i tribunali del popolo, che, tra l'altro, sono anche piuttosto lontani dal mio modo di vedere e immaginare le cose, appartengo a un'altra tradizione, nessuno vuole fare processi di nessun genere e trasformare quest'Aula in un tribunale, la questione è un po' diversa. È una questione politica, che idea si ha delle istituzioni e anche questa è una questione politica. Le istituzioni devono essere coinvolte in queste questioni gravi, sappiamo che il Vicepresidente del Consiglio è coinvolto quasi in decine di provvedimenti giudiziari, a questo si aggiunge anche questa ombra che ricade un po' sulla politica in generale, in particolar modo su alcuni dell'inchiesta Geenna. È proprio su questo: su una questione politica ma legata alle istituzioni, al ruolo che devono avere le istituzioni, è una questione di opportunità: lasciare le istituzioni fuori da tali questioni senza coinvolgere un intero Consiglio in vicende che non lo riguardano in quanto tale, salvaguardandone anche l'immagine e non solo. Non poteva che essere un invito personale al Vicepresidente del Consiglio Rollandin, perché, come sappiamo, non si possono chiedere le dimissioni a un membro dell'Ufficio di Presidenza, indipendentemente dal risultato di questa mozione in termini di voti, non può che essere un invito per la scelta, non può essere una dimissione da parte dell'Aula nei confronti dell'Ufficio di Presidenza. Era pertanto proprio per porre una questione di rapporto tra etica e politica, soprattutto una questione che riguarda le istituzioni e la politica istituzionale di questa Regione che si concretizza nell'inopportunità che chi è coinvolto in una serie di questioni ricopra quel ruolo che comunque coinvolge un piano istituzionale e coinvolge per questo l'istituzione della nostra Regione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Solo per dichiarare il nostro voto a favore di questa mozione. Io vorrei sottolineare in questi pochi minuti, più che le dichiarazioni fatte dai Consiglieri che sono intervenuti in questa discussione, il fatto che c'è un silenzio assordante da parte del Governo, cioè sostanzialmente, di fronte a questa mozione, con questi argomenti sul tavolo, il Governo è del tutto silente, e questo sinceramente mi fa comprendere il livello di imbarazzo esistente all'interno della compagine di Governo - sottolineo "di Governo" e non di Consiglieri di maggioranza, che sia chiara la distinzione perlomeno a chi ci ascolta -, in particolar modo mi riferisco al Presidente della Giunta, che non ha detto una parola. Ora, io ricordo in passato gli interventi quando allora c'era lì il Presidente della Giunta Rollandin, che interveniva e come - e di solito interveniva per ultimo, tra l'altro -, eppure avete avuto un esempio di onestà intellettuale in quest'Aula durante la discussione da parte della collega Pulz, che non è facile, io non sono d'accordo affatto con quello che ha detto, però ha preso una posizione che politicamente vale tutto il Governo! È quindi in grado di sostenere le sue azioni e il suo pensiero, come fanno anche ovviamente altri esponenti di altri partiti, ma il Governo non è stato fino a questo punto in grado di farlo. Allora ci si deve interrogare sui segnali politici in quest'Aula, perché alla fine siamo politici, se volevamo fare i tecnici, facevamo un concorso e venivamo magari assunti se lo superavamo, ma siamo qui perché ci hanno votato e, siccome ci hanno votato, esprimiamo delle idee in relazione a chi ci ha votato. Io allora credo sia giusto sottolineare che il Governo non ha la forza politica di reagire a certe sollecitazioni e questo, se mi permettete, da un punto di vista delle risposte che vanno date al popolo valdostano che aspetta la soluzione dei problemi, è annichilente, cioè ti distrugge, ti immobilizza, perché non siete in grado di reagire neanche a cose così, che sono ovviamente delle provocazioni, come ha spiegato giustamente il collega Bertin, perché è un invito, non è una cosa che tecnicamente sta in piedi, ma questo noi lo sappiamo tutti, e voi non riuscite neanche a reagire a questo e governate? Io veramente mi chiedo... rimettete su Rollandin per piacere! È un piacere combattere contro qualcuno che ne ha la forza ed è terribile combattere contro chi invece non ce la fa, perché diventa difficile attaccare chi non ce la fa, almeno per quanto mi riguarda. Io non amo assolutamente combattere con chi è più debole di me, non ci riesco, amo invece chi è più forte di me, perché allora sì che lo scontro si fa divertente.

Io non capisco come pensate di poter andare avanti. Allora mi dico: al di là delle questioni puramente tecniche all'interno della mozione, delle posizioni diverse, del voto che ci sarà - che non so quale sarà, per quanto ci riguarda, ripeto, è un voto favorevole -, questo, secondo me, è l'effetto di quello che è accaduto oggi: voi non siete rappresentativi di nulla, solo di voi stessi, singolarmente però, neanche insieme. Prendetene atto e smettiamola di fingere, di fare finta che questo Governo fa, disfa, decide, perché non è vero, perché su una mozione così semplice non riuscite a esprimere una posizione. Al momento della replica siete stati silenti, ha fatto la replica la collega Minelli, che ha presentato la mozione, e ha fatto il riassunto dei vari interventi dicendo: "io analizzo questo, quello e quell'altro", giusto, però magari avrebbe dovuto analizzare anche la posizione del Governo, che non c'è stata, quindi non è un demerito, anzi, ma prendete atto di questo fuori di qui, siete nulli politicamente!

Presidente - La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (UV) - Volevo solo rassicurare l'Aula che, da parte del Governo, non c'è nessun imbarazzo ad affrontare questo tema. Abbiamo deciso di affrontarlo in fase conclusiva, ho deciso di essere, in parte, portavoce di questo Governo e voglio dire che, rispetto a quello che la collega Minelli ha detto "l'essenza della richiesta è una diminutio del ruolo che occupa il Consigliere Rollandin", credo che vada ribadito che, quando è stato votato, alcuni procedimenti erano in itinere, quindi è stato votato anche in un momento di quel tipo. Io ho la sensazione che l'essenza di questa mozione vada ben oltre, voglia proprio andare a demolire questa maggioranza: la volontà è questa. È una maggioranza che si ritrova fortemente tra le forze autonomiste, le forze federaliste, le forze europeiste che si ritrovano e che hanno iniziato un percorso politico importante. Oggi c'è stata una prima affermazione di riunificazione di due soggetti, il percorso è aperto con altre forze politiche autonomiste e questo probabilmente potrebbe preoccupare e dare fastidio. Se si vuole lavorare e tranquillizzare il popolo valdostano, questo non è certo il modo. Le forze che compongono questa Giunta nonché la maggioranza non ci stanno a questo tipo di comportamenti, quindi certamente non voteremo questa mozione.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - La posizione della Lega è stata molto ben specificata dal collega Luboz, quindi non ci sono altre cose da dire. Ho osservato attentamente la dinamica di quanto è avvenuto in quest'Aula oggi, non pensavo neanche di intervenire, perché direi che c'è veramente poco da dire, lo spettacolo è decisamente deprimente, ma vorrei soltanto dire una cosa finale: il problema è che la dignità non si compra, la dignità è qualcosa che è molto facile perdere ed è difficile saper mantenere come politici, ma saper mantenere prima di tutto come esseri umani e nella vita ci va sempre coerenza. Ricordo che siamo una comunità molto piccola e che qualsiasi persona che è in quest'Aula si deve ricordare che, prima di far politica, è un essere umano e che quindi deve andare poi in giro per la strada, deve sapersi confrontare con le persone che si hanno davanti e deve saper rappresentare un qualche cosa prima di tutto, ripeto, come persona più che come politico. Oggi diamo prova nuovamente in quest'Aula di pochezza e anche tutti coloro che stanno al Governo, che stanno in maggioranza comunque non si rendono conto del significato politico di questa mozione, non si rendono conto di che cosa questo possa significare, perché anche il fatto che il collega Rollandin - nei cui confronti non ho assolutamente nulla di personale, questo è un discorso politico - rappresenti quest'Aula quando si siede su quei banchi è un qualche cosa che ha un significato enorme per tutta la Valle d'Aosta. Questo dovrebbe essere un problema per tante persone, ma evidentemente non lo è, e dovreste un attimino interrogarvi su che cosa nella vita questo possa comportare e che cosa questo possa significare.

Quello che mi preoccupa è come mai non ve ne preoccupiate, perché, ripeto, io ai miei figli quello che ho sempre insegnato è il fatto di avere il coraggio delle proprie idee, delle proprie opinioni e di avere però il coraggio di andare sempre in giro a testa alta: questa è l'unica cosa che importa nella vita. Chi fa sbaglia, chi governa può assolutamente sbagliare e questo ognuno di noi lo sa; quando anch'io ero seduta lì insieme ai miei colleghi, sapevo benissimo di poter sbagliare ma quello che noi abbiamo sempre dimostrato è di avere una coerenza rispetto a una visione per il bene collettivo per la Valle d'Aosta, di avere delle idee, giuste o sbagliate che siano - non possiamo chiaramente essere noi a giudicarle -, alle quali noi crediamo e, di conseguenza, andiamo in una direzione di un certo tipo. Saranno gli altri a valutare se le idee sono giuste o sbagliate, però non ci si può tacciare di mancanza di coerenza e quello che ha sempre guidato il nostro modo di fare politica è stata appunto la coerenza, la dignità, il fatto di avere una visione e di combattere per degli ideali. Quando si perde questo, quando non si è coerenti rispetto alle idee, quando si perde il contatto con la realtà, con la gente, con quello che succede fuori da questo Palazzo, questo diventa un problema gigantesco ed è un problema che ognuno di voi si dovrebbe porre, perché, ripeto, prima di essere politici, si è esseri umani e, quando si esce da questo Palazzo, c'è la vita reale e nella vita reale poi si deve rispondere alle persone che stanno intorno a noi, che vivono intorno a noi, che vivono nella nostra comunità, si deve rispondere della dignità e la dignità, come il rispetto da parte delle persone, non è qualcosa che si compra ed è qualcosa che è molto facile perdere. Oggi, secondo me, si è persa l'ennesima occasione da parte vostra di dimostrare dignità politica ma soprattutto, cosa molto più grave, a livello umano e nella vita è questo poi quello che conta, perché fuori di qui c'è la vita reale.

Presidente - La parola al Presidente Fosson.

Fosson (GM) - Io dirò molto poco non per mancanza di coraggio ma per una questione di opportunità istituzionale proprio per quello che ci siamo detti in questi giorni. Ringrazio il collega Baccega che ha ben rappresentato quanto il Governo in questo momento sta vivendo e pensando, un Governo che è profondamente colpito da quanto sta succedendo in Valle d'Aosta e che farà di tutto, l'ho già detto, affinché la legalità sia ripristinata al più presto ma soprattutto la legalità si basa su regole, sul rispetto di regole ben precise, non su opinioni, come ha ben detto la collega Morelli, e soprattutto rispettando l'umanità di ognuno.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Solo per chiedere il voto segreto a nome del gruppo Lega.

Presidente - La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 31

Favorevoli: 16

Contrari: 15

Astenuti: 3

Il Consiglio non approva.