Oggetto del Consiglio n. 528 del 21 marzo 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 528/XV - Reiezione di mozione: "Promozione di una campagna per l'utilizzo di assorbenti lavabili e riutilizzabili e costituzione di un tavolo di concertazione con gli Ato piemontesi per una gestione congiunta del trattamento del rifiuto medesimo".
Rini (Presidente) - Passiamo ora al punto n. 35 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - In Valle d'Aosta nel campo dei rifiuti sono stati fatti enormi passi avanti, come ci ha già illustrato ripetutamente in quest'Aula l'Assessore competente. Anche i risultati della raccolta differenziata sono migliorati tantissimo, specialmente negli ultimi anni grazie sia al lavoro della Regione ma soprattutto al lavoro di chi si è occupato di gestire il servizio di raccolta e trasporto. Siamo ormai vicini a livelli intorno al 70% di raccolta differenziata, però non bisogna fermarsi a lustrare le medaglie, bisogna valutare come si può andare avanti e come fare ancora meglio. Sulla scorta di questo, c'è una procedura che riguarda sostanzialmente l'analisi merceologica della frazione indifferenziata, quella che non viene separata e che tristemente va ad alimentare la discarica di Brissogne. Vado avanti, ringrazio quei sei o sette Consiglieri che pazientemente ascoltano...
Presidente - Colleghi, invito chi non è interessato ad uscire dall'Aula ma chi sta in Aula a consentire al collega di poter parlare e a chi ha voglia di ascoltare di poter ascoltare.
Vesan (M5S) - ... è importantissimo valutare ai fini del miglioramento proprio che cosa c'è nel bidone della raccolta indifferenziata. Queste sono analisi periodiche che vengono fatte direttamente presso la discarica di Brissogne, vengono fatte anche direttamente dalle Unités in fase di raccolta e gli ultimi dati disponibili, almeno quelli in fase di stesura del piano nel 2015, dicono che nell'indifferenziato c'è ancora un 24% di carta e cartone, un 17% di imballaggi in plastica e un 9% di materiale assorbente igienico. Possiamo migliorarci andando a tirare fuori dalla raccolta indifferenziata tutto quello che è già adesso differenziabile ed è sulla scorta di questo che dal 2015 siamo migliorati fino all'attuale punto, perché abbiamo cominciato a mettere nel bidone della differenziata cose che prima buttavamo con un po' di disprezzo nei confronti di chi gestiva questo servizio nell'indifferenziata, la carta e il cartone si sono spostati dal bidone grigio agli appositi contenitori, gli imballaggi in plastica sono finiti nel multimateriale. Cosa possiamo fare per migliorare da un punto di vista normativo e organizzativo, perché le persone che ancora buttano plastica, carta e cartone nell'indifferenziato possono essere solo sanzionate da parte dei controlli fatti sia dalla Polizia locale che dalla Forestale, ma tutti quelli che buttano questo consistente quantitativo di assorbenti igienici dentro l'indifferenziato non hanno altre strade, perché il piano regionale non prevede tristemente alcunché, se non un generico invito a ridurre i rifiuti difficilmente affrontabile con chi con questi prodotti si deve confrontare. A questo punto, nonostante tutti i miglioramenti fatti sulla raccolta differenziata, noi ci troviamo a buttare nella discarica di Brissogne 2000 tonnellate all'anno di pannolini, pannoloni e assorbenti igienici. Sono dei quantitativi enormi che in metri cubi riempiono praticamente la nostra discarica, sono diventati la componente fondamentale, una componente tristemente marcescibile e che quindi peggiora anche la gestione della discarica medesima.
È importantissimo per noi riuscire a ridurre ulteriormente la frazione indifferenziata perché sul territorio regionale esiste una sola discarica: quella a Brissogne, in cui abbiamo cominciato a riempire il quarto lotto e, fintanto che non riusciremo ad arrivare ai rifiuti zero - e purtroppo i passi avanti ci sono ma sono ancora troppo lenti -, andremo a riempire questa discarica e il rischio è che questa discarica si esaurisca prima di essere riusciti a trovare una soluzione definitiva al problema dei rifiuti, a quel punto bisognerà trovare spazio per un'altra discarica o portare i rifiuti fuori Valle non risolvendo il problema ma spostandolo solo fuori.
Che cosa può essere fatto per il problema legato ai materiali assorbenti? Esistono soluzioni diversificate, adottate in varie parti del mondo e dell'Italia. Una prima procedura assoluta è quella che va nella riduzione totale dei rifiuti, cioè l'uso di materiale assorbente lavabile. Esistono i kit di pannolini lavabili per i bambini, esistono anche gli assorbenti, esistono le coppette interne ed esiste anche questo tipo di materiale anche per gli anziani. Probabilmente questo tipo di soluzione, ancorché comportando un lavoro grande e importante per le famiglie che lo adottano, è comunque una soluzione che, come ha potuto sperimentare chiunque si trovi a confrontarsi con un bambino piccolo che produce pannolini sporchi a una frequenza impressionante, comporta una riduzione drastica della propria produzione di rifiuti indifferenziati, anche del 70-80%. Esistono anche soluzioni sperimentali, sono state attivate, non sono ancora sufficientemente operative e diffuse ma, come esiste un servizio di lavanderia per la ristorazione e l'alberghiero, stanno nascendo in Italia - e sono già sperimentati in molte parti - dei servizi lavanderia che forniscono lo stock di materiale assorbente lavabile e provvedono al periodico ritiro, al lavaggio, alla disinfezione e alla riconsegna; potrebbe essere una delle strade perseguibili anche in Valle d'Aosta, almeno per quello che riguarda le utenze domestiche. In Valle d'Aosta esiste una filiera differenziata per il materiale assorbente: quella dell'Unitè Grand-Combin, che ha deciso di attivare un servizio raccolta, che si traduce in una gestione tariffaria per cui la raccolta è separata ma non si traduce nella risoluzione del problema dello smaltimento, perché tristemente sono sempre destinati a finire in discarica. Ci sono altre soluzioni, una è quella dei pannolini compostabili, anche questi esistono per tutte le diverse tipologie di materiale assorbente e possono essere a questo punto recuperati come compost, senza incidere sulla discarica di Brissogne. Sappiamo tutti quali sono i problemi legati ai materiali compostabili, ne abbiamo parlato due oggetti fa, però è comunque una soluzione grazie alla quale la nostra discarica non si riempirebbe. Una terza soluzione esiste solo a livello... vorrei dire sperimentale, anche se non è più così: la Provincia di Treviso è riuscita, grazie al fatto che è partita tantissimo tempo fa nell'ottica della riduzione dei rifiuti, a farsi costruire un impianto con la collaborazione della Faber. La Faber è un'enorme multinazionale che, combinazione, produce pannolini usa e getta e che, di fronte alla possibilità di vedersi soppiantate quote di mercato consistenti dai pannolini lavabili e dai pannolini compostabili, ha deciso di voler dare dimostrazione del fatto che i pannolini possono essere in realtà riciclati tel quel. L'impianto è stato ormai costruito da cinque anni, ci sono voluti tre anni affinché la Regione Veneto arrivasse a definire l'autorizzabilità sull'utilizzo di questo impianto, perché il materiale assorbente non prevedeva in nessuna maniera una definizione legale della fine vita come rifiuto e, sulla scorta di questo, tutto questo materiale non veniva ammesso alla reintroduzione in una filiera utilizzabile. In realtà, questa grossa apparecchiatura sterilizza completamente i pannolini, li lava e con l'acqua di lavaggio il materiale contenuto fa esattamente la stessa fine che fa quello prodotto da ognuno di noi che non usa i pannolini: finisce in un depuratore e viene lavato e depurato, mentre i pannolini e pannoloni tout court, dopo la sterilizzazione e il lavaggio, vengono tritati e separati nella frazione cellulosica del materiale assorbente, alla fine cellulosa destinata a produrre altra carta e nella frazione plastica destinata al recupero della plastica. È già così da cinque anni, funziona formalmente e ufficialmente solamente da due, però esiste ed esiste con un bacino di utenza grande: la Provincia di Treviso ha un bacino utenza di 540 mila abitanti equivalenti. Inevitabilmente non è pensabile una struttura di questo tipo per il territorio regionale della Valle d'Aosta, dove la produzione di questo materiale è naturalmente molto inferiore ed è molto diffusa, sarebbe particolarmente costoso favorire una raccolta capillare. L'Amministrazione regionale - dimostrando che, come un famoso slogan pubblicitario, la Valle d'Aosta non è un'isola -, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, al fine di recuperare i rifiuti e a vantaggio dell'ambiente della Valle d'Aosta, ma non solo, però potrebbe farsi parte attiva dimostrandosi per una volta davvero un flambeau pour les autres peuples, andando a cercare l'accordo con i limitrofi sub-Ato piemontesi, il numero 2 e il numero 3, che corrispondono sostanzialmente al Canavese e alla Provincia di Vercelli, che hanno dimensioni tali per cui questo impianto potrebbe essere realizzabile e questo tipo di soluzione potrebbe essere affrontata in modo congiunto con i nostri vicini di casa. Questo non avviene un po' per questa volontà autarchica di gestirci i rifiuti tutti da noi in Valle d'Aosta, un po' perché la nostra base legislativa, il nostro piano rifiuti non considera in nessuna maniera questo tipo di soluzione. L'unica cosa che viene considerata è un piano di riduzione dei rifiuti finalizzato all'incentivazione del materiale lavabile.
Con questa mozione noi vogliamo invitare questa maggioranza a essere un po' più coraggiosa su un argomento che, ancorché pruriginoso... vedo che molti dei colleghi preferiscono scappare piuttosto che parlare di questa cosa... quindi si sentono un po' a disagio e ritengono che sia un problema assolutamente superfluo, come spesso e volentieri sono considerati dei problemi superflui quello delle acque reflue e quello dei rifiuti in generale, peccato.
Con questa mozione quindi noi invitiamo la maggioranza regionale, e nella fattispecie l'Assessorato competente in materia di ambiente, ad attivare una campagna reale per quello che riguarda la riduzione del rifiuto con l'utilizzo del materiale assorbente lavabile. Ricordo che, mentre in altri ambiti territoriali omogenei i kit di pannolini lavabili vengono forniti gratuitamente alle neo mamme, in Valle d'Aosta questo è successo esclusivamente in pochi comuni e grazie all'iniziativa della singola Amministrazione comunale particolarmente visionaria. Sarebbe possibile far avere questi kit anche per quello che riguarda gli anziani, insieme o al posto dei tanti kit di materiale assorbente che l'USL già passa ai nostri anziani e che passano direttamente dall'investimento nella nostra sanità al disinvestimento della gestione nella nostra discarica. Sarebbe indispensabile l'aggiornamento del piano rifiuti, anche per valutare i sistemi di raccolta differenziata almeno per le grandi utenze selezionate: gli ospedali, le microcomunità per anziani e gli asili-nido e le garderies. Io mi sono occupato per anni della raccolta differenziata dei rifiuti e anche tristemente di quella indifferenziata nell'Unité Mont-Cervin, oltre che della gestione della microcomunità di Pontey, che ha cinque cassonetti per l'indifferenziata da 660 e sono il suo porta a porta, cinque cassetti da 660 vuol dire 3 metri cubi di roba che due volte la settimana va a riempire la discarica di Brissogne. È tantissimo, se riuscissimo a intercettare almeno questi flussi, destinando questi rifiuti a un'altra soluzione, qualche possibilità per ridurre in modo consistente la raccolta indifferenziata l'avremmo.
Infine l'ultima possibilità è veramente quello più visionario e più difficile, perché dovrebbe comportare per questa maggioranza autonomista, che vuol gestirsi i rifiuti tutti da soli in casa propria, il fare un passo avanti nei confronti di altre realtà regionali, ma questa potrebbe essere una soluzione veramente importante per i cittadini valdostani.
Dalle ore 18:40 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Qualcun altro dei proponenti della mozione vuole aggiungere qualcosa come presentazione? Allora apriamo il dibattito generale in Aula. Qualcuno si prenota per il dibattito generale? La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Un brevissimo intervento anche per annunciare il nostro voto che sarà un voto positivo alla mozione che pone all'attenzione del Consiglio, e in particolare alla riflessione che tutti facciamo nell'ambito di una politica corretta per la riduzione e la differenziazione dei rifiuti, un argomento che è importante e che è anche complicato. Noi condividiamo quanto espresso dal collega Vesan, nelle premesse e nell'impegno della mozione. Abbiamo un'unica perplessità ma, come ho detto voteremo ugualmente la mozione, che riguarda il primo punto dell'impegnativa, cioè la dotazione da parte dell'USL di forniture riutilizzabili per quanto riguarda i pannoloni per l'incontinenza degli anziani. Chi ha persone anziane in casa e in famiglia sa benissimo che questo è sicuramente un obiettivo difficile da raggiungere, quindi è importante che nelle strutture che hanno numeri grandi e che possono organizzarsi meglio vengano forniti questi dispositivi. Nel caso in cui questa mozione venisse presa in considerazione, sarà più complicato riuscire a operare presso i privati, perché è oggettivamente un impegno gravoso quello che le famiglie dovrebbero sostenere dato che già la cura di una persona anziana in casa non è semplice, spesso bisogna ricorrere all'aiuto di personale che non fa parte della famiglia, del nucleo familiare, quindi questo io credo che sarà particolarmente difficile. Riteniamo però che sia quello che è stato illustrato dal collega Vesan per quanto riguarda le necessità, sia le richieste vadano nella direzione di una corretta politica di gestione dei rifiuti e della differenziazione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bianchi.
Bianchi (UV) - Sicuramente il problema dei rifiuti è un problema annoso e quindi qualsiasi soluzione per non produrre rifiuti, come ho avuto modo già nella mozione della collega Pulz di esplicitare, è sicuramente giusta, però voglio ricordare al collega Vesan - ma sicuramente ne è al corrente - tutta una serie di riunioni che sono già state fatte in passato con gli interlocutori per quanto riguarda i pannolini lavabili. Posso affermare in maniera decisa e chiara che il progetto non è andato avanti non perché la politica non lo voleva portare avanti ma perché proprio la più grande contrarietà - poi la collega Minelli ha parlato delle famiglie, e sicuramente ci sono problemi -, c'è proprio anche all'interno degli asili-nido, o comunque delle tate familiari, o via dicendo: c'è la problematica proprio del personale che si è rifiutato, se vi ricordate, avevamo portato il rapporto 1 a 8, se pensate anche a quest'aggiunta di lavoro, è chiaro che... Avevamo fatto anche delle audizioni di pediatri che chiaramente dicevano che questa soluzione avrebbe portato comunque a dei risvolti ottimi per i bambini, che molto probabilmente avrebbero abbandonato i pannolini prima, però abbiamo trovato delle grandi difficoltà a portare avanti proprio questo progetto. È quindi sicuramente un'idea ma molto probabilmente è difficile da adottare sul territorio proprio per il nostro contesto.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Certan.
Certan (ALPE) - Intervengo nel dibattito generale perché credo che con questa mozione il collega Vesan abbia introdotto un tema che è complementare a quanto già trattato prima sui rifiuti. Credo che il modo migliore, anche per quanto riguarda questa particolarità dei rifiuti, sia quello del non produrli, più che poi capire come riuscire a smaltirli. Credo che però, ed in parte il collega Bianchi lo ha toccato questo argomento e anche la collega Minelli, sia un fattore culturale riuscire a invertire il percorso e la crescita anche della produzione dell'utilizzo di questi assorbenti, e credo che in questo ha fatto bene a sensibilizzare la politica perché, per cambiare, invertire, da un punto di vista culturale, certe abitudini, si deve in qualche modo sensibilizzare anche in questo modo. Ritengo che ci siano diverse alternative, io credo che in molti casi ci si stia indirizzando in questi modi, ci sono coppette in silicone che sono riutilizzabili molto più igieniche rispetto ad assorbenti, che comunque creano poi comunque problemi sanitari; fanno parte però di un'igiene personale e di una cultura purtroppo personale che a volte non è facile riuscire a indirizzare. Io credo che su questo - poi comunque il collega Chatrian sicuramente entrerà in merito - sia importante l'azione sinergica di tutti e soprattutto dei sanitari, perché sicuramente la sensibilizzazione è possibile.
Presidente - La discussione generale è ancora aperta, c'è qualcuno che chiede la parola? La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Vorrei far notare ai colleghi Consiglieri maschietti che l'universo femminile è discriminato anche nell'uso di un bene primario e indispensabile quale l'assorbente igienico. Ebbene sì, assorbenti e pannolini ma non i vostri rasoi restano beni di lusso. L'IVA per questi prodotti igienici in Italia è tra le più alte del mondo, siamo al 22%, mentre diverso è il destino dei rasoi da barba, che sono considerati invece un bene primario con aliquota al 4%. A differenza di prodotti come il tartufo o i francobolli da collezione, che hanno ottenuto un'imposta agevolata al 10%, i prodotti femminili, così come i pannolini anche per neonati, non hanno ancora subito una riduzione dell'aliquota. Forse anche alcuni di voi hanno seguito sabato scorso, insieme ad altre migliaia di italiani, il programma televisivo "Presa Diretta", andato in onda su Rai 3, e in quell'occasione forse avete sentito citare per la prima volta l'impianto di Lovadina di Spresiano che ricicla pannolini e pannoloni recuperando materie seconde come la plastica e la cellulosa sterilizzate. Questa è una meraviglia della tecnologia italiana, un impianto che pare sia unico al mondo, fatto dopo anni di studio e di progettazioni e inaugurato nel marzo 2015 presso il Consorzio veneto Contarina che questa mattina abbiamo già citato e cofinanziato con fondi europei.
Se l'impianto di Spresiano rimane un miraggio - perché di sicuro non possiamo averlo a Valpelline, almeno per alcuni anni ancora, in particolare per le Regioni italiane del nord-ovest forse -, non si può dire lo stesso per il modello emiliano, che è facilmente importabile nella nostra piccola regione. A proposito di iniziative che sono importabili a cui noi dovremmo ispirarci, ci sono progetti diventati in breve tempo dei veri e propri modelli da imitare. Allora vorrei spendere due parole su questi modelli per dirci un po' come può nascere un'idea per ridurre uno dei rifiuti non riciclabili più prodotti al mondo, perché è vero quello che diceva il collega Bianchi: è un problema difficile da risolvere ma a volte parlando con persone che vengono da altre regioni, che hanno altri vissuti, si possono trovare delle soluzioni. Una cooperativa di Bologna, una cooperativa sociale con un nome bellissimo: Eta Beta, ha realizzato un progetto unico nel suo genere conciliabile secondo l'ecosostenibilità, questo progetto si chiama "Progetto lavanda". Questo servizio nasce in via sperimentale nel 2009 grazie alla collaborazione con l'Università degli studi di Bologna. Cos'è il "Progetto Lavanda"? È un servizio di lavaggio e noleggio di pannolini ecologici lavabili e poi riutilizzabili. Si rivolge a pubbliche Amministrazioni, quindi anche a noi, a enti, a società cooperative che gestiscono i nidi d'infanzia. Ha inoltre l'obiettivo di aprirsi gradualmente alle famiglie per offrire anche a loro il servizio di lavaggio e di noleggio, quindi di lava-nolo. Come funziona? Il "Progetto Lavanda" offre il servizio di lavaggio del pannolino in stoffa, il suo ritiro una volta usato e la consegna del pulito. Il bambino quindi arriva al nido con il suo pannolino, durante la giornata viene cambiato con quello lavabile in stoffa e solo nell'ultimo cambio, prima di tornarsene a casa, indosserà un pannolino monouso compostabile fornito dal servizio. Questi pannolini vengono lavati con detergenti a basso impatto ambientale, senza l'uso di cloro e a temperature che non superano i 62 gradi. I capi vengono poi asciugati con un processo che ne garantisce la perfetta sanificazione in asciugatrici che sono alimentate a gas e poi vengono imballati in apposite confezioni per la consegna successiva. Lo scopo di questo progetto è promuovere l'utilizzo dei pannolini lavabili e avvicinare anche i genitori a una scelta ecologica, economica e salutare. La cooperativa quindi ha allestito un pannolinoteca nella sua sede, con l'obiettivo di dare un supporto nella scelta del modello più adatto alle singole esigenze familiari attraverso appunto una prova diretta di questi pannolini in stoffa. È ovvio, non sto a dilungarmi, che è un progetto che presenta notevoli vantaggi anche socio-ambientali: quest'attività contribuisce a creare opportunità di lavoro per persone svantaggiate che operano in questo servizio di lavaggio e di consegna e così allo stesso tempo si ridà dignità a persone che altrimenti magari sarebbero in carico alle Amministrazioni pubbliche. Questo "Progetto Lavanda" aumenta il benessere sociale, oltre che anche la riqualificazione del territorio, incentiva comportamenti responsabili, che dovrebbero interessarci molto, come anche il rispetto dell'ambiente, come anche la riduzione dei rifiuti. Sappiamo che nei primi tre anni di vita, come diceva già il collega Vesan, che è esperto perché ha molti figli, ogni bambino utilizza circa 5 quintali di pannolini usa e getta, che corrisponde in tutto a 5 mila pannolini in Italia. Ogni giorno vengono gettati 6 milioni di pannolini monouso che impiegano 500 anni a decomporsi. Questo progetto è nato per la salute del bambino, per la salvaguardia dell'ambiente, per un mondo pulito, salutare, in armonia con la natura.
C'è poi da dire una cosa per le eventuali giovani mamme che fossero magari all'ascolto, a me sarebbe piaciuto saperlo ai tempi quando avevo la bambina piccola: il contatto con materiali naturali come la fibra di cotone è un beneficio per la pelle delicata dei bambini, diversi studi a livello internazionale dimostrano che il pannolino in stoffa aiuta il bambino a raggiungere più velocemente l'autonomia perché i bambini percepiscono chiaramente la sensazione di bagnato o asciutto. Nel 2013 la sperimentazione si è conclusa e quindi ha preso il via il servizio.
C'è ancora da aggiungere un altro dato importante: prima dell'inizio dell'anno scolastico questo servizio viene presentato alle educatrici e ai collaboratori in modo che tutti quanti siano formati.
Perché vi ho stressati con questo progetto? Sempre perché è l'esempio di qualcosa di realizzabile, che è già stato realizzato altrove e che magari si può adottare come modello estendendolo ai nidi, alle garderies, alle tate familiari del nostro territorio e già avremmo un impatto considerevole sul quantitativo dei pannolini usati. La realtà di Bologna non è l'unica in cui si tenta di conciliare l'etica ambientale, il benessere per il bambino e anche il costo per la famiglia, ci sono molte altre esperienze di questo tipo solo rimanendo all'Italia, esperienze che ci rassicurano e che ci incoraggiano nel constatare che lentamente si è messo in atto un cambiamento culturale e ambientale irreversibile, e i nostri giovani ce lo ricordano e sono molto più avanti di noi che li critichiamo, non io di certo.
In Valle d'Aosta ci sono stati degli sforzi, qualcuno lo ha detto, ci sono stati i Paesi, per esempio, di Champorcher e Gressan che hanno tentato di regalare i famosi kit di pannolini lavabili ai nuovi nati, però non c'è stato un vero esito positivo, sono state un po' deluse le aspettative e forse gli amministratori alla fine hanno pensato che fosse meglio abbandonare l'iniziativa, perché magari alla nuova proposta è venuto a mancare l'affiancamento di una campagna informativa, che è importantissima e anche un coinvolgimento della rete intorno alle famiglie, ai giovani genitori, quelli sono elementi necessari per innescare un cambiamento: la comunicazione, l'informazione, il sostegno alle famiglie. Pensiamo che siano ora maturi i tempi per rilanciare questa proposta, che è in perfetta sintonia con la questione importantissima e urgente dei cambiamenti climatici e delle soluzioni da mettere in atto, perché noi così contribuiremmo alla riduzione considerevole della produzione di CO2, che avviene anche per via dell'uso dei pannolini.
Faccio un po' di sano campanilismo giusto per terminare la questione, l'Unité Grand-Combin ha sperimentato e sta sperimentando ancora il bidone a parte - non so se si possa dire così -, comunque poi tutto quanto finisce nella stessa discarica. Non abbiamo un impianto di riciclaggio e forse prevedere questo impianto da noi sarebbe impossibile per i numeri che abbiamo, allora l'unica soluzione è trovare dove portare tutto quanto, però separare, come sta avvenendo nell'Unité Grand-Combin, i pannolini e pannoloni da tutto il resto dei rifiuti, ha molto senso, perché si può anche solo capire quanto di fatto impattano.
Anch'io ho qualche problema sul primo punto, come diceva la collega Minelli, pur essendo cofirmataria, perché non vorrei che poi alla fine il lavoro ricadesse quasi interamente sulle donne, pensiamo soprattutto non tanto ai bambini in questo caso, forse più agli anziani, perché è vero che ci sono dei papà molto collaborativi, com'è stato il collega Vesan, ma io sinceramente non ne ho visti molti in giro, speriamo che ci siano effettivamente non solo nella sua testa.
Riprendo poi quanto diceva l'Assessore Certan, che è molto interessante, ci sarebbe da fare a parte il discorso della cosiddetta "mooncup", la cui esistenza andrebbe promossa soprattutto presso magari le ragazze, le studentesse, perché quella è una soluzione ecologica improntata al concetto di riuso e anche si muove in un'ottica di contrasto a questa Pink Tax di cui dicevamo prima, che non colpisce i rasoi ma colpisce come al solito le donne perché quella è un'alternativa sana, economica e rispettosa del mondo femminile.
Presidente - Ricordo che è ancora aperto il dibattito generale, se qualche Consigliere intende intervenire, chieda la parola. In assenza di interventi dichiaro chiusa la discussione generale e lascio la parola al Governo nella figura dell'Assessore Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Per quanto riguarda l'ambiente, la questione rifiuti, la prevenzione, il perimetro è molto ampio e ho ascoltato attentamente gli interventi dei proponenti, la suggestione anche del collega Bianchi, ho avuto modo di trovare traccia del percorso che era iniziato a livello di Amministrazione regionale a fine 2013-inizio 2014 per poi avere inserito in parte anche all'interno proprio del piano regionale l'allegato proprio del progetto pannolini nel 2015. Parallelamente la collega Pulz ha messo in evidenza diversi consorzi soprattutto che hanno già messo in campo delle azioni tipo Contarina - e io ho avuto modo di visitarlo ma soprattutto di incontrare i vari tecnici e i vari funzionari -, stesso passaggio nella Valle di Fiemme, nella Fiemme Servizi dove da diversi anni, dal punto di vista ambientale, stanno forzando molto mettendo in campo delle azioni molto puntuali e forti passando per il porta a porta, raggiungendo delle percentuali molto alte di differenziata, ma nello stesso tempo adesso iniziano ad avere delle difficoltà legate ai costi.
Al di là di quello, non vorrei uscire dal testo della mozione che è stata presentata ai colleghi. Ci sono in Italia decine di iniziative quasi totalmente avviate dai singoli Comuni afferenti alla prevenzione della produzione dei rifiuti quali pannolini, assorbenti e pannoloni. Ho avuto modo di prepararmi nel cercare non solo di rispondere ma di fare una fotografia attenta e aggiornata e quasi in tutti i posti sono i Comuni o i sub-Ato al massimo ad aver cercato di mettere in campo delle azioni. La maggior parte delle iniziative coinvolge le diverse strutture che maggiormente utilizzano pannolini usa e getta, quali asili-nido, reparti ospedalieri, pediatrici, reparti neonatali e reparti maternità dove ci sono i numeri. Tutte le iniziative sono accompagnate da momenti di informazione, formazione, come oltretutto è stato fatto nel 2013, 2014 e 2015, da noi rivolti agli operatori e alle mamme, sovente anche nei corsi di preparazione al parto vengono proposti momenti informativi alle future mamme. Le iniziative sono accompagnate qualche volta da provvidenze economiche volte principalmente all'acquisto di un primo kit di pannolini lavabili ma sovente poi il secondo passaggio non va a buon fine, questo secondo dati e soprattutto resoconti a seguito dell'investimento fatto da Comuni, o Enti, o aziende comunque sempre pubbliche. In alcuni casi, quando il progetto è avviato in strutture pubbliche di accoglienza di bambini tipo asilo-nido a livello sperimentale, l'Ente pubblico si accolla l'onere del costo di acquisto dei pannolini lavabili per il periodo di durata della sperimentazione. L'alternativa a queste iniziative, praticamente tutte simili e concentrate nel nord e centro Italia, è la raccolta differenziata dei pannolini e pannoloni biodegradabili domestici, servizio però che al momento si conclude dappertutto comunque con lo smaltimento sovente, non ho la certezza, in discarica o in impianto di termovalorizzazione del rifiuto. Qualche tecnico mi potrebbe riprendere per essere andato fuori dal seminato, ma faccio presente che non sono un tuttologo e che ho cercato di avere una fotografia aggiornata. La differenziazione di fatto viene promossa solo per poter applicare agli utenti, ai produttori di tali rifiuti delle riduzioni sulla TARI, cioè a livello di Italia centrale e di nord Italia fino ad oggi il punto di caduta è avere la possibilità di una riduzione sulla TARI. In Italia ma attualmente anche in Europa esiste un solo impianto di trattamento e recupero dei pannolini: quello di Vedelago in provincia di Treviso. L'impianto è sperimentale - quindi questi non sono gli ordini di grandezza ma è proprio la fotografia dal punto di vista gestionale - ed è operativo da pochissimo tempo, ha una potenzialità in termini di trattamento tale da assicurare il servizio di recupero solo per alcune province del Veneto. Il progetto pannolini, allegato al programma regionale di prevenzione dei rifiuti, è assolutamente raffrontabile a qualunque delle iniziative avviate in diversi comuni: questo per dire che è compatibile comunque con tutta una serie di azioni. A tutte le iniziative viene richiesta la piena collaborazione di diversi operatori coinvolti: operatori delle strutture ospitanti i bambini, i dipartimenti, i pediatri, i responsabili delle strutture e le famiglie. È necessario inoltre, sempre con il coinvolgimento di tutti gli operatori, avviare campagne e iniziative puntuali di informazione. Il progetto regionale di individuazione ad ampio raggio si concretizzava anche con un uso sperimentale dei pannolini lavabili in asilo-nido di chi aderiva in via volontaria al progetto, gli oneri per la sperimentazione erano previsti a carico dell'Amministrazione regionale. Come dicevo, praticamente ad oggi nessun progetto pilota è andato a buon fine, anzi, si è arenato per la poca richiesta dall'altra parte. Fra le azioni più importanti di sensibilizzazione vi era stata la richiesta di prevedere, nell'ambito dei corsi di preparazione al parto, alcune ore informative sugli aspetti di natura igienico-sanitaria e di tutela ambientale connessi con l'utilizzo di pannolini lavabili. C'è una criticità, e questa non è secondaria, al momento non è comunque possibile pensare a un servizio di raccolta specifico e di avvio al recupero dei pannolini, assorbenti e pannoloni essendoci un solo impianto, questa è una criticità ma, quando c'è una criticità, si possono comunque trovare delle potenziali soluzioni... non solo in Italia ma in Europa peraltro è ancora autorizzato in via sperimentale e tale impianto ha una potenzialità di trattamento che non consente di ricevere rifiuti da altre regioni. Considerato che una raccolta differenziata porterebbe in ogni caso al momento allo smaltimento di tali rifiuti, gli interventi in tale settore dovranno riguardare la promozione dell'utilizzo di pannolini lavabili e promuovere quindi la riduzione del rifiuto prodotto. In sintesi ad oggi c'è una seconda criticità operativa e oggettiva, poi magari c'è anche la soluzione, ad oggi non c'è. Abbiamo verificato anche la presenza di eventuali iniziative da parte delle Unités afferenti la promozione dei pannolini lavabili. Ad oggi - lo diceva il collega Vesan - abbiamo una Unité che ha messo in campo un'azione nella proposta di campagna sui pannolini lavabili, è una campagna che sostanzialmente prevede l'erogazione di un contributo di 80 euro - in alcuni casi la spesa effettiva documentata è persino superiore - per ogni nuovo nato nel territorio dell'Unité a ogni soggetto richiedente, genitore o tutore. Specifico che nel corso degli anni è stata poi inserita anche la possibilità di richiedere comunque il contributo anche per i bambini con al massimo 12 mesi seppur non residenti dalla nascita. I numeri sono molto molto limitati, se a qualcuno interessa, sono i seguenti: 2011 (8), 2012 (24), 2013 (17), 2014 (17), 2015 (10), 2016 (8), 2017 (15) e 2018 (5).
Al di là di questo ultimo passaggio - non è comunque un'azione che ad oggi un sub-Ato mette in campo solo per promuovere, viene previsto anche un aiuto, un contributo - la questione indubbiamente è tutta da valutare attentamente riprendendo il dossier in mano, anche perché, come vi dicevo, nel nord Italia ci sono casi comunali o di associazioni di Comuni che danno un certo servizio, un certo sostegno, un certo aiuto, un certo incentivo ma, dall'altra parte, c'è ancora quella criticità che vi dicevo prima legata allo smaltimento. Il pubblico è partito qualche anno fa nel cercare di dare gli strumenti, la politica aveva dato un indirizzo, le strutture avevano messo in campo delle azioni e delle misure, ma dall'altra parte non ci sono state risposte. Bisognerebbe quindi non partire da zero ma fare una fotografia attenta, un incontro operativo io direi con i sub-Ato da una parte, che sono poi gli operativi sul campo, e l'Azienda USL. Mi sono raccordato con il collega Baccega per comunque confrontarsi e capire se ci sono le condizioni, quali sono, in che maniera, con che punti di caduta, cioè che tipo di soluzioni e a quel punto capire se possiamo magari mettere in campo un progetto pilota, potremmo metterne in campo anche altri, però guardiamo anche altri enti, altri Comuni, come vi dicevo, che li hanno messi in campo. Qualcuno sta tornando indietro, qualcuno è più bravo, riesce a dare delle risposte puntuali, non dimentichiamoci della criticità forse più importante: quella legata allo smaltimento. Non vorrei deludere il collega Vesan ma non ho avuto modo di fare in queste settimane una fotografia più chiara e nitida sia con i sub-Ato che con l'Azienda USL; prenderci oggi degli impegni senza sapere se ci sono delle condizioni non mi sembra né corretto, né di buon gusto. Se voi intendete mantenere la mozione, quindi ci asterremo; altrimenti vi inviterei a ritirarla ma per una mancanza in questo caso di fotografia aggiornata e soprattutto per valutare le eventuali possibilità non tanto nel nostro piano ma con i sub-Ato, l'unico caso che vi ho citato è quello della Grand-Combin e l'altro con l'Azienda USL, dove invece bisogna mettere in campo sia la parte di azione ma anche la parte legata alla natura economica. Senza dimenticarci dell'ultimo pezzo - lo diceva bene il collega Vesan -: quello dello smaltimento, che non è assolutamente secondario. Con tutto il rispetto non solo della proposta che fate, che non sottovaluto, dobbiamo avere la possibilità di poterci confrontare con i vari attori specifici sul territorio.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il proponente collega Vesan.
Vesan (M5S) - Su questo argomento scopro quasi con imbarazzo che aveva cominciato a lavorare l'Assessore Bianchi, l'Assessore Chatrian è il quarto Assessore all'ambiente dopo l'Assessore Bianchi e la "bandiera Bianchi", già issata dopo un colloquio con le assistenti, è quella che sventola ancora sul vessillo dell'Assessorato dell'ambiente. Ci sono delle difficoltà su questo tipo di raccolta di gestione, è vero e sacrosanto, infatti è una delle ultime frazioni che stiamo cercando di tirare fuori dall'indifferenziato, però ci sono delle soluzioni, ci sono delle possibilità e mi sembra che invece non ci stiamo applicando in quest'ambito. Fondamentale per la riuscita in questo settore è prima di tutto la volontà, che mi sembra sia la parte che manchi di più, infatti non c'è nemmeno nella nostra pianificazione, e poi le azioni da mettere in campo sono di due tipi: la prima è l'educazione ambientale. Se noi facciamo un'assoluta educazione, è poi più facile che i nostri concittadini siano disponibili ad affrontare le difficoltà, anche perché li rendiamo edotti dell'importanza del loro lavoro, invece di accogliere pigramente l'altrui poca voglia.
Volevo dire solo due cose anche relativamente alle questioni legate al genere maschile e femminile: io non prendo mai in considerazione discriminazioni di questo tipo né in un senso o nell'altro, non voglio citarle perché trovo spropositato e scoraggiante qualunque tipo di incentivo in quest'ambito. I rasoi usa e getta sono usati dagli uomini e anche dalle donne e sono in un materiale che, per fortuna, può finire nel multimateriale e quindi viene separato. Colgo l'occasione per invitare il nostro Assessore alla sanità a insistere affinché qualunque presidio sanitario possa godere di IVA agevolata e non solo le protesi com'è adesso, perché sarebbe effettivamente un gesto di civiltà assoluto. Sempre relativamente ai soldi - c'est l'argent qui fait la grève, ed è anche quello che ci salva dai rifiuti -, l'Assessore Chatrian ha citato questo esperimento, che ha avuto uno scarso successo, legato al contributo per i pannolini lavabili di 80 euro. Per quanto riguarda l'acquisto di un kit di pannolini lavabili, bisogna dire che occorre averne per forza tanti perché così se riempi la lavatrice solo di quelli, si lavano tutti in una volta e, siccome sono dei materiali assorbenti e ci mettono tanto tempo ad asciugare, si riesce a mantenere un ciclo dignitoso; ci vogliono addirittura una decina di pannolini lavabili perché funzioni con un bambino. È per questo che la soluzione del noleggio funziona: perché non c'è da affrontare la grossa spesa iniziale per l'acquisto per poi trovarsi un armadio magari mezzo pieno di questo materiale nel momento in cui non serve più. Il contributo di 80 euro comunque è irrisibile a fronte di una spesa minima per l'acquisto del kit di 200 euro. Capisco che la risposta sia stata limitata anche perché l'incentivo è stato limitato. Nel momento in cui abbiamo avuto otto bambini - che, se non ho capito male dai numeri che mi hai citato, è stato il record annuale -, abbiamo fatto un investimento in questa direzione pari a 600 euro all'anno, come dimostrazione di buona volontà è un po' limitata...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... poteva essere messo in campo dall'Amministrazione regionale, il coordinamento della raccolta rifiuti delle Unités è tuttora, ai sensi della legge n. 31, in capo alla Regione, così come le linee guida sull'educazione ambientale.
Veniamo invece alla soluzione economica drastica, che non è l'incentivo, il nostro piano prevede di arrivare alla tariffazione puntuale, che è l'applicazione drastica del chi più inquina più paga, chi produce più rifiuti indifferenziati pagherà sensibilmente più caro il servizio di raccolta dei rifiuti, perché? Perché peserà di più sulla collettività. È una questione di assoluta tutela ambientale legata anche ai costi della collettività e alla perequazione del costo. La tariffazione puntuale potrebbe risolvere praticamente da sola il problema dell'educazione ambientale, perché, nel momento in cui una persona produce pannolini rispetto a una che non li produce, il suo quantitativo di indifferenziato triplica e, se triplica la TARI, si può essere certi che immediatamente verrà portata avanti da tutti i cittadini interessati la disponibilità a fare azioni per ridurlo con pannolini lavabili, pannolini compostabili, o anche per insistere nei confronti dell'Amministrazione per trovare soluzioni diverse dallo smaltimento in discarica. Funziona meno se ricorriamo a quello che l'Assessore Chatrian ha chiamato punto di caduta, è un triste punto di caduta e cadiamo molto male nel momento in cui facciamo la raccolta, la paghiamo più cara e poi a tutti quelli a cui la facciamo non la facciamo pagare perché gliela scaliamo dalla TARI. Se scaliamo il costo dello smaltimento dei pannolini dalla TARI, cioè riempiamo la discarica di Brissogne facendo lo sconto a chi la riempie di più, stiamo andando completamente nella direzione sbagliata e perdiamo questa leva economica che lei già in passato in quest'Aula ha ritenuto poco funzionale per la riduzione dei rifiuti nei confronti anche dell'educazione della cittadinanza.
Sulla scorta di queste considerazioni, quindi non riusciamo a ritirare questa nostra mozione, è sostanzialmente una mozione di indirizzo, il chiedere un aggiornamento e un po' più di coraggio nella pianificazione regionale quando ormai siamo al quarto anno di applicazione del piano, quindi se vogliamo ad un anno e mezzo dalla sua naturale scadenza, forse è il momento di cominciare a pensare magari con l'approvazione di una mozione in che direzione andare per il futuro. Lei ha sollevato questo triste problema dello smaltimento. Nessuno in questa mozione dice: "andiamo a portare i nostri pannolini a Lovadina di Spresiano", non è Vedelago, Vedelago è un altro impianto di Contarina. A Lovadina di Spresiano dove esiste questo impianto effettivamente è stato dimensionato per le loro dimensioni, poi è stato realizzato con grosse sponsorizzazioni e con consistente aiuto da parte dell'Unione europea, quindi potrebbe essere una possibilità quella di richiedere un contributo uguale, magari lavorando con gli Ato limitrofi per risolvere il problema in un tempo inevitabilmente più lungo. La costruzione di un impianto di questo tipo comporta almeno 6-7 anni di lavoro, quindi il decidere di voler andare in questa direzione, anche se adesso non esiste ancora, solo per il fatto che sappiamo già che è possibile, quindi siamo già un passo avanti rispetto ai Signori di Treviso, potrebbe essere una buona programmazione da parte di quest'Amministrazione. Noi quindi la invitiamo a fare un passo in avanti, invece di quello indietro che abbiamo chiesto al Consigliere Rollandin, e a dirci: "sì, battiamo strade nuove, cerchiamo una soluzione al problema dei rifiuti", no, restiamo lì fermi solo perché qualcuno ci ha detto che lavare i pannolini fa schifo e non ha tempo per occuparsene...
(interruzione dell'Assessore Chatrian, fuori microfono)
... non stavo citando le sue parole, stavo citando i passi avanti e i passi indietro di cui ho parlato io nel mio precedente intervento. Mi trovo quindi per l'ennesima volta in quest'Aula a perorare un passo avanti nei confronti di una migliore raccolta dei rifiuti, temo una risposta poco entusiasmante anche questa volta ma la nostra azione come minoranza è di fare da stimolo nei confronti della maggioranza, perché è il potere esecutivo che decide quale sarà la gestione dei rifiuti per la Valle d'Aosta. Il nostro pungolo quindi lo manteniamo sperando di non essere troppo fastidiosi.
Presidente - La parola al collega Assessore Baccega.
Baccega (UV) - Collega, in realtà, non è che non ci siamo mossi, ci siamo fortemente attivati, siamo andati in una serie di strutture importanti per capire se il suo disegno, quello di comprare dei pannolini, farli lavare da una lavatrice che non si sa bene se può essere una lavatrice industriale, e poi rimetterli nel culetto dei bambini... questo francamente lo abbiamo provato a fare e le mamme ci hanno detto: "ma andate a stendere", questo è un dato di fatto. La sua mission impossible quindi si fermerà, secondo me, proprio in quel caso lì. Pensi anche che noi siamo andati al G.B. Festaz la settimana scorsa, perché c'era la mozione e quindi in qualche modo era anche giusto cominciare a testare le strutture, a dire: "ma se noi per caso...", "ma siete matti?". Intanto dov'è stato sperimentato, le lavatrici non sono durate più di un anno; seconda cosa: se sbagli il detersivo, i culetti si arrossano, e anche i culoni, porti pazienza e mi scusi, Presidente, questa è una missione quasi impossibile. Ci attiveremo ancora perché io sicuramente presterò tutta l'attenzione al collega Chatrian in questo senso, la presterò perché voglio essere fortemente collaborativo con il mio collega di Giunta perché vogliamo arrivare a darle una risposta definitiva su questo argomento, però, mi scusi, fino adesso gli esperimenti sono uguali a zero.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Collega, quasi compaesano Vesan, mi è spiaciuta un po' la sua replica perché il Governo ha due strade quando un gruppo di opposizione o di maggioranza presenta una mozione che impegna - lasciamo da parte le interpellanze e le interrogazioni - il Governo a fare questo, quello, con tempi, modi, risorse, indirizzo. La replica del Governo, la mia e del collega Baccega - che poi in parte ho portato in pancia e quindi ho replicato già per la collaborazione con l'USL -, è stata: "un attimo, bene, male, la bandierina bianca del collega Bianchi del 2014, tutto bene, qui però non ci interessa fare lo Charaban, ci interessa mettere in campo delle azioni se possibile, se c'è spazio". Gli abbiamo detto qualcosa di più: che da parte nostra c'è la volontà di rivedere le carte: dico "rivedere le carte" perché l'Amministrazione aveva approvato, stanziato dei soldi, è arrivata praticamente lì all'approvazione della delibera di Giunta ma - e adesso le leggo il passaggio - "nessun ente ha aderito al progetto", al di là di chi fosse, quindi c'è stato qualcosa che non ha funzionato. Quattro anni dopo le abbiamo detto questo: come Governo regionale, vorremmo vederci chiaro, aggiornare con i sub-Ato la situazione, le ho elencato cosa fa l'unica Unité ma in maniera laica non le ho detto fa tanto o poco, lei mi mette praticamente quasi in bocca... come per dire: "solo 80 euro". Io ho solo letto lo stato dell'arte perché chi ci ascolta... dobbiamo essere anche un po' seri, io le ho letto chi fa che cosa e in che maniera. Le abbiamo anche detto che probabilmente la questione non è economica, e su quello andiamo d'accordo, ma è un discorso di volontà e di applicabilità, poi però dall'altra parte ci deve essere qualcuno che recepisce le proposte che facciamo. L'impegno che ci siamo assunti è: cerchiamo di incontrare gli attori principali, anche perché il nostro piano ha già in pancia queste azioni, non dobbiamo modificare nulla. Abbiamo già il perimetro, c'è la legge a monte del 2015, il piano approvato, si tratta di riverificare la questione pannolini, e le ho anche detto che in questi tre mesi non l'ho verificata, non ho avuto modo di farlo. Altri prima di me non l'hanno fatto ma non mi interessa cosa non hanno fatto gli altri, ci interessa cosa facciamo noi, ma ci interessa soprattutto come poter fare meglio in modo che, se il pubblico mette in campo delle azioni, ci sia qualcuno che risponde in maniera attiva e non passiva. Questa è stata un po' la risposta, dicendo anche che sul virtuosismo o sulle relazioni virtuose, perché a monte di tutto c'è sempre l'ambiente... immagino che lei abbia a cuore l'ambiente, il sottoscritto ce l'ha, come tutto il Governo regionale, e sempre di più, come ho detto ai ragazzi la scorsa settimana, le loro preoccupazioni sono le mie, sono le nostre, ma poi bisogna scendere nella triste realtà e mettere in campo delle azioni e delle misure, perché altrimenti l'abbattimento della CO2 non possiamo farlo nel nostro piccolo. Io faccio un esempio uscendo da quello che è adesso il tema in questione.
Termino dicendo che ci occuperemo della questione, cercheremo di rendervi edotti dopo che avremo fatto la fotografia con il collega e se da parte vostra ci sono altre soluzioni, altre idee, eventualmente altre misure che possiamo insieme mettere in campo, non solo accettiamo, di più: non abbiamo nessun problema di primogenitura. Le ho solo detto che in questi tre mesi non ci siamo occupati di tale questione e, grazie alla vostra segnalazione, avremo modo di mettere in campo le azioni dei tecnici, dei dirigenti ma soprattutto del fruitore finale, perché poi alla fine dobbiamo essere capaci, bravi e anche un po' brillants, cercando di creare le condizioni affinché dall'altra parte ci sia qualcuno che risponda, altrimenti si fa solo il compitino e, se alla domanda: "siete interessati?", tutti ci rispondono di no, abbiamo finito, però a me e al collega non ci interessa fare il compitino.
Presidente - Ritengo che le argomentazioni relative alla mozione siano state esposte, il tema risulta sviscerato, si apre adesso la fase per la manifestazione delle intenzioni di voto. Qualcuno vuole prendere la parola? Ha chiesto la parola il collega Vesan.
Vesan (M5S) - Approfitto della dichiarazione di voto per una breve replica visto che la Giunta con ben due elementi ha deciso di intervenire su questo punto...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... abbiamo sentito dai due Assessori due frasi: una è "dobbiamo essere seri soprattutto con chi ci ascolta", non ripeto le parole citate invece dall'Assessore Baccega, che probabilmente, avendo parlato prima, non ha potuto approfittare di questa indicazione da parte dell'Assessore Chatrian. Io mi occupo per lavoro di raccolta di rifiuti e di gestione di acque reflue da tanti anni, purtroppo sono abituatissimo a scontrarmi con un certo qual disinteresse da parte degli amministratori, sono abituato anche a sopportare quasi continui sogghigni e insufficienza quando parlo di questo argomento, però l'utilizzo dei termini dispregiativi usati dal collega Baccega parlando dei nostri anziani nelle microcomunità non mi era ancora mai capitato, è una nuova esperienza, si impara qualcosa anche a 54 anni. Questa mozione non fissa termini di scadenza, non impone nessun tipo di attività: parla di attivare una campagna di sostegno alla diffusione degli assorbenti lavabili. "È qualcosa che non si può fare", probabilmente invece si può fare, anche perché l'Assessore ha detto che avevano già cominciato a farlo e purtroppo hanno interrotto. Aggiornare il piano rifiuti, prevedendo fra i flussi dei rifiuti anche la raccolta del materiale assorbente si può fare, è un atto amministrativo, non è neanche detto in quali termini debba essere aggiornato, l'Assessore poteva tranquillamente impegnarsi a farlo solo nel momento in cui inevitabilmente si doveva aggiornare il piano, cioè l'anno prossimo. Infine si chiede di attivare un tavolo di concertazione confrontandosi con le Regioni limitrofe per vedere se esiste un bacino sufficientemente grande per adottare soluzioni che già esistono. Ecco, non ci sembra di aver calcato la mano sostituendoci alla maggioranza per quello che riguarda le scelte e le azioni operative ma solo di condividere con loro quelli che fondamentalmente sono degli indirizzi, non abbiamo messo scadenze, non abbiamo messo termini perentori e nemmeno definito in modo drastico e ineluttabile le azioni da compiere, ma se questa maggioranza ritiene comunque, come al solito, di fare tutto bene, tutto meglio e di aver già cominciato prima ancora che noi facessimo gli interventi per tenersi la primogenitura su tutto, ci rassegneremo al vostro voto non favorevole, personalmente ci sono piuttosto abituato. Dichiaro quindi il voto favorevole a questa mozione in modo un po' pleonastico visto che è firmata da tutti e quattro i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, oltre che dalla collega Pulz, che è libera però di fare le dichiarazioni che ritiene più opportuno.
Presidente - Consideriamo conclusa la fase relativa agli interventi, passiamo alle votazioni. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 32
Votanti: 6
Favorevoli: 6
Astenuti: 26 (Aggravi, Baccega, Barocco, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.