Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 505 del 19 marzo 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 505/XV - Approvazione di mozione: "Predisposizione di uno schema di norma di attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta in materia di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico".

Rini (Presidente) - Punto n. 9 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - La questione delle acque è stato uno dei principali temi del dibattito istituzionale e politico alla fine della seconda guerra mondiale, quando si discuteva il passaggio dallo Stato centralizzato fascista al nuovo Stato democratico e quando vennero inventate le Regioni a statuto speciale. Nelle varie fasi dell'elaborazione delle norme dell'autonomia valdostana, prima con i decreti luogotenenziali del 1945 e poi con lo Statuto speciale del 1948, ci fu un forte confronto nella nostra Regione sulla questione della titolarità delle acque pubbliche che rappresentavano e rappresentano ancora forse la più importante risorsa della nostra Regione autonoma. Non si arrivò allora al pieno riconoscimento della piena titolarità regionale delle acque, perché c'erano gli interessi delle grandi società idroelettriche, ma anche perché c'erano ancora diffusi timori rispetto alle spinte per l'annessione alla Francia che si erano manifestate tra il 1945 e il 1946. Le acque pubbliche rimasero quindi nel Demanio dello Stato, non passarono alla nostra Regione, ma si trovò un escamotage: quello della concessione gratuita alla Regione autonoma per 99 anni e la connessa facoltà alla Regione di subconcedere tali acque tenendosi i canoni di concessione. Nello Statuto del 1948 c'è però una cosa che è molto limitante per la nostra Regione: la norma contenuta nell'articolo 8, all'ultimo comma, per cui le subconcessioni regionali, che ora sono diventate delle concessioni, devono essere redatte con le modalità e le norme tecniche indicate dallo Stato. Così la Regione, pur avendo di fatto la titolarità delle acque, anche quelle a scopo idroelettrico, le può concedere in uso sulla base di una normativa statale, che poi è il Regio decreto del lontano 1933. Questa è la situazione a 71 anni dall'approvazione dello Statuto. Parliamo quindi molto di autonomia, però poi fatichiamo a operare per renderla effettiva.

Nelle audizioni che abbiamo avuto in questo periodo nella commissione speciale che si deve occupare di valutare i vari scenari per il futuro della CVA abbiamo sentito alcuni relatori che hanno evidenziato la negatività di questa situazione che ho esposto, ma anche la possibilità di modificarla. Il professor Florenzano e Robert Louvin, Presidente della Commissione paritetica, ci hanno, per esempio, segnalato che altre Regioni autonome già da tempo si sono portate avanti, in particolare è stato fatto l'esempio del Trentino Alto Adige, dove già sono intervenuti sulla loro normativa statutaria per ampliare le competenze delle due Province autonome. Lo strumento per loro è stato la modifica dello Statuto, ma è un intervento che nel caso delle due Province autonome ha una procedura semplificata. Nel nostro caso non è così, può esserci una norma di attuazione elaborata proprio dalla Commissione paritetica e approvata dalla Regione e dallo Stato. Ci è anche stato detto che l'elaborazione e l'approvazione di tale norma potrebbe avvenire in un arco di tempo ragionevole che va dai sei ai nove mesi, quindi dei tempi relativamente brevi. La Commissione paritetica, a nostro avviso, però ha bisogno di un input politico ed è bene che sia il Consiglio a darlo. Una volta approvata questa norma di attuazione, la Regione dovrà poi approvare una vera e propria legge e solo dopo tale legge si potranno avviare le procedure per riaffidare le concessioni in scadenza. Come ci ha ricordato il professor Florenzano in audizione, siamo già in ritardo, un ritardo che è diventato anche più preoccupante per un fatto nuovo che è intervenuto recentemente proprio nelle scorse settimane: la conversione in legge del decreto semplificazioni, che all'articolo 11-quater riscrive praticamente il decreto Bersani del 1979 e traccia un percorso nuovo: "la potestà legislativa in maniera di procedure per le concessioni di grandi derivazioni viene affidata alle Regioni, che entro marzo 2010 - quindi fra un anno - devono legiferare in materia". E noi? Noi dovremmo essere fuori dal perimetro del decreto semplificazioni, che riguarda le Regioni a statuto ordinario. Al punto 1-octies dell'articolo 11-quater è scritto chiaramente: "sono fatte salve le competenze delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi dei rispettivi Statuti e delle relative norme di attuazione".

Siccome noi questa norma di attuazione non ce l'abbiamo, se non provvediamo, finiremo per rientrare nella griglia del decreto semplificazioni. A nostro avviso, quindi è urgente muoversi, anzi anche accelerare. Qualcuno potrebbe obiettare: "ma non era meglio aspettare la conclusione dei lavori della commissione speciale?", ecco, la mia risposta è "no". La scelta sul migliore scenario di utilizzo di CVA non è legata unicamente all'esistenza o meno della norma di attuazione chiaramente. Ci sono molti altri aspetti da esaminare e che si stanno esaminando, che sono aspetti di mercato, gestionali, economici. Di certo non è tutto legato a questa questione, è anche vero però che l'esistenza o meno di una normativa che consente di operare in un certo modo rispetto all'affidamento delle concessioni influisce sicuramente sulla scelta di uno degli scenari. Il Consiglio quindi con questa mozione che è stata presentata ormai molto tempo fa (è stata depositata l'8 di febbraio) è chiamato ad avviare oggi un percorso per arrivare, per addivenire a una norma di attuazione in materia di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico, una norma che ha una forte valenza autonomista e nello stesso tempo metterebbe la commissione speciale anche nelle condizioni di valutare un maggior numero di scenari, di avere davanti un ventaglio più completo. Per questo noi riteniamo opportuno che questa mozione venga votata e che venga votata da tutti proprio perché è un modo anche per riaffermare l'autonomia della Regione Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al collega Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - En tant que membre de la Commission spéciale CVA, constituée à la fin du mois de décembre passé, j'ai signé avec conviction la motion présentée il y a quelques instants par la collègue Minelli. Dans un peu plus d'une dizaine de jours terminera le délai que la commission spéciale s'est donné pour l'analyse du futur de la Compagnie valdôtaine des eaux. Compte tenu de la complexité de l'argument et de la grande importance qu'une décision sur cela aura pour la Vallée d'Aoste du futur et donc les générations à venir, déjà on s'est exprimés hier dans cette même commission sur l'opportunité d'évaluer de proroger ce terme. Ce ne sont pas des décisions à prendre à cœur léger et sans des fortes et profondes analyses. Toute une série d'éléments doivent pouvoir être tenus en considération: l'aspect financier, budgétaire, économique, les enjeux environnementaux, mais surtout le contexte constitutionnel et juridique, tout découle de cela. Il faut donc rappeler à ce propos que, depuis le 21 décembre 2016, par le décret législatif n° 259, ont été approuvées d'importantes dispositions d'application du Statut spécial par lesquelles toutes les eaux superficielles et souterraines de notre région, en dehors de la Doire Baltée mais y compris les glaciers et les lacs, sont désormais transférées intégralement au domaine hydrique de la région et cela représente une grande valeur et un intérêt primaire pour le sujet que nous traitons.

Nous croyons que la Commission paritaire devrait être saisie avec une certaine urgence, d'autant plus qu'en ce moment d'autres Régions, comme vient de le rappeler la collègue Minelli, sont en train d'aller vers une autonomie différenciée sur ce sujet. CVA est sans doute d'une importance fondamentale et précieuse pour nous tous et elle devra être ainsi aussi pour les générations du futur. Je crois qu'il est utile de rappeler quelques chiffres: depuis l'an 2000 CVA a distribué des ressources pour 614 millions d'euros et payé d'impôts qui sont rentrés dans les caisses de la Région pour 2 milliards 124 millions d'euros, cela est sans doute indéniable, cette réalité toute valdôtaine représente une grande richesse pour nous tous, l'opération d'acquisition des centrales ENEL conçue à la fin des années '90 a donné des grands bénéfices à toute notre région et au monde du travail. Cependant, depuis quelques années, CVA n'est plus aussi rentable qu'auparavant, le bénéfice d'exploitation, soit l'utile di esercizio, est passé de 70 millions en 2012 à 34 millions en 2017, pourquoi? Il faudrait bien le comprendre. Chers collègues, j'estime que ce ne soit pas uniquement et surtout pas principalement à cause de la diminution du prix de l'énergie et surtout pas aussi à cause de la "loi Madia", loi qui impose, rappelons-le, aux sociétés participées des administrations publiques de se soumettre à toute une série d'obligations qui limiteraient leur business. Mais est-ce le business que nous voulons à travers CVA? La Madia peut t'empêcher, oui, certains choix, certains investissements, mais sûrement pas réduire la rentabilité de la société qui se fonde essentiellement sur la production d'énergie électrique, de la réduire du 50% surtout.

Ora, per il futuro di CVA ci troviamo a un bivio cruciale, occorre saper scegliere. Spesso in queste circostanze - e ne è testimonianza anche la vicenda Casinò, che ha visto impegnate su due fronti contrapposte forze politiche della vecchia maggioranza, contrapposizione che ha determinato la crisi di governo sfociata a inizio dicembre -, più che una lucida analisi delle possibilità che le difficili normative possono prospettarci, siamo orientati a decidere purtroppo unicamente guidati da quello che definirei un maledetto pregiudizio. Per chi ama la musica faccio una piccola divagazione: "Maledetto pregiudizio" è una bellissima composizione di un giovane compositore valdostano che vi invito a seguire: Davide Cerquetti.

Je parlais de préjugés maudits... comment et combien nous aurions besoin de nous approcher à l'argument CVA et à tous les arguments que nous débattons sans que les idées préconçues puissent influencer d'importantes décisions à prendre. Pourtant, même si le critique britannique Hazlitt affirme que le préjugé naît de l'ignorance, très souvent - vous êtes d'accord, n'est-ce pas? - les idées reçues et les préjugés sont naturels, rationnels et parfois même inspirés par une haute moralité qui ont pour seul but celui de contribuer à porter des éléments utiles à la discussion. C'est ce qui arrive à beaucoup de gens en parlant de CVA, comment ne pas regarder avec une certaine inquiétude tout ce qui bouge autour de la principale société hydroélectrique valdôtaine ensuite à l'affaire sale, encore toute à dévoiler, à l'égard des turbines chinoises?

Ora, la nebbia del sospetto, correlata anche e forse soprattutto agli utilizzi delle risorse CVA, negli anni scorsi utilizzati in modo garibaldino direi per il prestito al Casinò, risorse ancora da restituire, se non erro, proprio a causa del ritorno in maggioranza di quelli che ebbi modo di definire i "revenants"... ora, permettetemi di temere che questo minaccioso clima torbido di sospetto possa ritornare a confondere le idee, i progetti e le prospettive future. Anche a questo proposito, proprio in occasione di questa mozione che vuole invitare il Consiglio ad avviare i lavori per la redazione di una norma di attuazione opportuna per l'utilizzo delle acque a scopo idroelettrico, con rammarico mi corre l'obbligo di spendere due parole su ciò che ha preceduto e anche seguito l'audizione del professor Florenzano lo scorso 6 dicembre. Quest'audizione era già stata sollecitata alla fine dell'estate scorsa al precedente Presidente della IV Commissione, che però era troppo impegnato a tessere complesse trame per sfiduciare la vecchia maggioranza, piuttosto che ad approfondire delicati temi importanti per il nostro futuro. Mi corre anche l'obbligo di evidenziare come tale audizione avrebbe potuto essere svolta almeno un mese prima. È come se si è addirittura tentato a fine novembre di fare in modo che proprio non avvenisse con il pretesto di rinviarla per banali approfondimenti sui relatori... ah, i maledetti pregiudizi! Capite che tale decisione, l'eventuale rinvio dell'audizione, assunta proprio nei giorni in cui la maggioranza è stata sfiduciata avrebbe determinato tout court la sua sospensione? Solo assumendo poi la Presidenza, proprio in ragione delle dimissioni del precedente Presidente e assicurando che nessuna spesa sarebbe stata imputata al Consiglio, spesa di soli 900 euro a titolo di rimborso spese, abbiamo potuto programmare tale audizione. Relazione trasmessa anche in streaming e che ha riscosso l'apprezzamento unanime dei Commissari presenti in commissione, ma anche degli altri Consiglieri che hanno avuto l'opportunità o la voglia di leggere il verbale.

Peccato però che con il professor Florenzano la Valle d'Aosta non abbia fatto una gran bella figura a causa proprio di quel maledetto pregiudizio di cui parlavo. Permettetemi se do lettura della sua nota del 19 dicembre scorso. Il professore scrive alla Presidenza del Consiglio: "Come ben sa, pochi giorni fa ho avuto il piacere di raccogliere l'invito a partecipare alla seduta della IV Commissione consiliare per discutere su vari temi di rilevante interesse per la Regione. Mi sembra di poter rilevare che l'iniziativa ha destato l'interesse, se non altro, per l'alta partecipazione del numero di Consiglieri, ben superiori a quello assegnato alla commissione. Or bene, come le risulterà, avevo raccolto l'invito senza chiedere compensi professionali, pur offerti, limitandomi a chiedere un rimborso spese, che, per scelta degli uffici del Consiglio, è stata determinato in maniera forfettaria. Ora, proprio la sera prima dell'audizione, arrivato ad Aosta, mi è stato riferito - e non le nascondo che la notizia mi stava inducendo a disertare la seduta - che l'Ufficio di Presidenza, senza avermi comunicato nulla, aveva preteso accollare la predetta somma ai Consiglieri della commissione". A questo proposito, è vero, personalmente non avevo anticipato al professor Florenzano quest'eventualità, perché altrimenti capite bene che avremmo rischiato di non poterci giovare della sua brillante consulenza. Continua il professore: "so bene che, trattandosi di relazioni interne agli organi consiliari, potrei inviare la mia notula direttamente all'ufficio del Consiglio e ottenere il relativo pagamento. Comprenderà peraltro che non posso accettare qualsivoglia somma che non risulti corrisposta esclusivamente dall'organo che ha tratto beneficio dalla mia partecipazione e ciò tanto più in circostante per ragioni non chiarite e a fronte di una cifra di modestissimo importo, mi creda, nemmeno comparabile al valore dell'apporto professionale profuso. Non dovrei ritenere errato... nel ritenere che l'accaduto abbia trovato causa nella situazione effervescente dei rapporti in Consiglio connessa alle contemporanee vicende politiche e che questa abbia anche contribuito a una non esatta comprensione del mio ruolo e dello spirito esclusivamente professionale con cui avevo aderito all'invito. Le sarei grado, pertanto, se inaugurando il suo incarico professionale, ella rivedesse le determinazioni assunte dall'Ufficio di Presidenza e mi possa assicurare che la mia richiesta sarà evasa dall'unico destinatario delle mie attività, ossia il Consiglio regionale. In difetto, mi asterrò dal richiedere qualsiasi somma".

Ogni commento credo sia superfluo, ma è significativo il fatto che, purtroppo, laddove manca il dialogo condotto con fermezza e dignità e dove regna il clima di sospetto e di sfiducia sia davvero difficile e complicato per tutti lavorare sugli argomenti da trattare con serietà, concretezza e conoscenza, lo dico e lo sostengo, credetemi, con grande rammarico. Spero forse che ci sia ancora la possibilità di ascoltare nuovamente il professor Florenzano in commissione, qualora prorogassimo il termine dei lavori previsti per il 31 marzo, per porgli domande precise, magari concordate e preparate con attenzione tra tutti, al solo scopo di conoscere meglio l'argomento, che, immagino, condividiate, non è semplice, e non poteva essere risolto con il solo semplice inserimento di un comma nella legge finanziaria del 2017, comma che recita: "la Regione è autorizzata ad adottare ogni atto necessario per la quotazione in mercati regolamentati della società controllata CVA". In conseguenza di ciò, soprattutto dopo aver udito alcuni esperti in queste scorse settimane, ma anche il professor Florenzano, rispetto ai requisiti che devono essere rispettati dalle società che intendono quotarsi, sono francamente sconcertato che Finaosta abbia già speso 2 milioni di euro in presenza di una legge, la n. 20/2016, ritenuta da tutti un abominio giuridico anche solo per ipotizzare la quotazione della società, altro che per avviare il processo! Lo sconcerto, capite, è solo un eufemismo.

Ritornando alla mozione, voglio ricordare alcuni passi dell'esposizione del professor Florenzano quando ci invitava a tenere ben presente che in Valle d'Aosta siamo titolari del diritto demaniale sulle acque e possediamo la competenza giuridica per legiferare. A questo proposito ci ha più volte sollecitati a studiare a fondo la materia, anche per questa ragione avevo apprezzato la citazione di Luigi Einaudi che fece in uno scorso Consiglio la collega Morelli proprio su questo argomento: "prima conoscere, poi discutere, poi deliberare".

Avec l'espoir, encore lointain à vrai dire, que ce climat de méfiance puisse finalement disparaître de cette Assemblée, je crois que nous devrons vraiment tous ensemble décider ce qu'on veut faire de CVA: si on veut une société uniquement penchée à faire du business, qui reviendrait bien évidemment à enrichir les caisses de l'Administration, ou bien si nous voulons une société qui puisse offrir des services publics ou, encore, un mixte des deux. En reprenant le concept exprimé par le professeur Florenzano, il faut étudier profondément la matière et surtout jamais oublier ce qui écrit Emile Chanoux: que la Vallée d'Aoste est fille de ses eaux. Je crois que c'est précisément par ce principe et par le régime d'autonomie, qu'en vérité je crains nous n'utilisons pas toujours dans son potentiel complet, et dans la perspective de favoriser la communauté tout entière... nous avons le droit et le devoir par cette motion de faire rédiger une disposition d'application convenable pour l'exploitation de ces eaux pour notre société, pour le monde du travail et surtout pour les générations du futur.

Presidente - Mi preme ricostruire e fare un po' di chiarezza sulla questione che lei ha evocato, che riguarda l'Ufficio di Presidenza. In realtà, riguarda l'Ufficio di Presidenza precedente a questo, ma lei ha ricordato e ha richiamato la lettera del professor Florenzano. Le leggo quello che noi abbiamo risposto al professor Florenzano, ricostruendo anche quello che è stato sicuramente - io voglio pensarlo - un malentendu che speriamo non si ripresenti nel futuro. Io scrivo in risposta alla lettera del professor Florenzano, che chiedeva appunto la sanatoria della sua prestazione: "Ho ricevuto la sua lettera del 19 dicembre relativa alla sua audizione presso la IV Commissione consiliare. Al fine di fornirvi una risposta compiuta, mi preme ricostruire l'iter amministrativo che ha portato alla sua consultazione. In data 16 novembre 2018 l'allora Presidente della IV Commissione, Roberto Luboz, ha comunicato all'allora Presidenza del Consiglio la decisione della commissione, nell'ambito degli approfondimenti sulla tematica inerente alla quotazione in Borsa di CVA, di avvalersi della sua consultazione richiedendo altresì la necessaria autorizzazione ai sensi dell'articolo 25 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale". Se quindi è pur vero che l'audizione doveva comportare degli oneri a carico del bilancio del Consiglio regionale, sebbene consistenti, come giustamente lei ha ricordato, in un mero rimborso spese, con successiva nota del 29 novembre - e ce l'ho qui, collega Luboz - lei mi scriveva... scriveva in realtà all'allora Presidente Fosson: "Facendo seguito alla precedente nota, mi pregio informarla che la IV Commissione consiliare nella seduta del 7 dicembre si avvarrà della consultazione del professor Florenzano per approfondire la tematica della quotazione in Borsa e che tale consultazione, contrariamente a quanto indicato nella suddetta nota, non comporterà oneri a carico del bilancio del Consiglio regionale". L'Ufficio di Presidenza nella riunione successiva, come avviene sempre per qualunque deliberazione, ha appreso di questa sua comunicazione.

Concludo quindi dicendo: "nel rammaricarmi della spiacevole situazione venutasi a creare, mi duole quindi comunicarle che, come si evince inequivocabilmente dal carteggio intercorso tra la Presidenza e la Presidenza della IV Commissione, che si allega, l'Ufficio di Presidenza di oggi si trova nell'impossibilità dal punto di vista amministrativo-contabile di adottare una deliberazione a sanatoria nel riconoscerle il pagamento di una prestazione già effettuata - mi sono permessa anche di concludere con un giudizio che credo sia condiviso - consapevole comunque che la sua audizione ha ricevuto l'apprezzamento unanime dei numerosi Consiglieri che hanno seguito la seduta. Colgo quindi l'occasione per porgerle distinti saluti". Sono certa che questo passaggio, che sicuramente è stato un inconveniente, magari anche dato dalla situazione di particolare effervescenza politica, certamente in futuro non si ripeterà facendo solamente i passaggi che però consentono anche alla Presidenza del Consiglio di adottare gli atti seguenti. Va bene?

La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Approfitto di questo momento non per parlare di energia e non per parlare di acqua, ma per parlare di un altro argomento: l'autonomia della Valle d'Aosta. Questo è il Consiglio regionale della Regione autonoma Valle d'Aosta ed è un organo con importanti poteri legislativi, che sono diversi da quelli delle Regioni a statuto ordinario. Uno dei modi (quello sostanziale) con cui attuiamo questa nostra potestà legislativa, se vogliamo, in modo concorrente o prioritario rispetto alle norme statali, è costituito dalle norme di attuazione del nostro Statuto. Ci è consentito quello che non è consentito ad altre Regioni, cioè trattare e discutere con lo Stato la possibilità di applicare in modo diverso delle norme sul nostro territorio, adattandole specificatamente alle nostre esigenze. Questa è autonomia, cioè il fatto che noi abbiamo la possibilità di definire, da un punto di vista normativo, le procedure legate esclusivamente naturalmente alla Valle d'Aosta in modo autonomo, o comunque diverso rispetto ad altre Regioni, trattandole direttamente con il Governo per il tramite della Commissione paritetica.

Che cosa vogliamo fare allora nei confronti di due leggi dello Stato che ci mettono in condizioni di sottostare all'ex decreto Bersani per quanto riguarda l'affido delle concessioni idroelettriche e la legge Madia per quello che riguarda la regolamentazione delle partecipate? La proposta di questa sedicente maggioranza autonomista è: "rinunciamo alla nostra autonomia e ci pieghiamo e applichiamo le leggi dello Stato così come sono state impostate", anzi addirittura ricordo che il Presidente Rollandin, appena uscita la Madia, aveva invitato tutti i Comuni a disfarsi immediatamente di tutte le loro possibilità di produzione idroelettrica. Sono rimasto sconvolto allora e lo sono tuttora nei confronti di queste dichiarazioni da parte di chi in quest'aula si presenta come campione dell'autonomia e come unico titolare di questa peculiarità, come se gli autonomisti, cioè quelli che tengono all'autonomia della Valle d'Aosta fossero solo quelli che hanno il nome del movimento in francese, oppure che non sono rappresentati in altre Regioni se non in questa. Ebbene, non basta questo per essere autonomi, Signori! Il Trentino Alto Adige nelle sue due Province autonome, entrambe governate in modo diversificato una dall'altra, ha fatto valere la propria autonomia andando a modificare il proprio Statuto e andando a trattare con lo Stato per essere, da un punto di vista della gestione delle società idroelettriche, trattato in modo diverso rispetto alle altre Regioni, evidenziando la propria peculiarità. La possibilità di fare questo anche in Valle d'Aosta è venuta fuori anche nei lavori della Commissione speciale sulla CVA. È stata evidenziata in prima battuta dal neoeletto Presidente della paritetica, quindi persona qualificata a parlare di norme di attuazione, l'avvocato professore Robert Louvin ed è stata rievidenziata - questa volta, per fortuna, in streaming in modo che tutti abbiano potuto sentirla - anche da parte dell'avvocato Aicardi non più tardi di ieri pomeriggio, momento nel quale, pur evidenziando le sue perplessità sulla procedura, ha ribadito che il rango statutario, il rango costituzionale delle norme di attuazione permette comunque di superare, fatto salvo sentenze contrarie da parte della Corte costituzionale, le norme statali e quindi di darci la possibilità, dal punto di vista del superamento del decreto Bersani, di arrivare ad affidare la concessione senza procedere a una gara.

Per quanto riguarda, invece, il superamento della legge Madia, la possibilità di essere al di fuori della norma Madia con la semplice emissione di obbligazioni, cioè la stessa procedura attuata da parte delle Province del Trentino Alto Adige per non essere assoggettate al controllo da parte della Madia. Di fronte a questa possibilità - che, è vero, presuppone una trattativa con lo Stato e non è di sicuro e immediato risultato, ma che comunque ha la strada tracciata dalla nostra autonomia -, noi preferiamo sottostare a norme statali che non abbiamo approvato e che ci siamo trovati fra capo e collo e cedere il controllo della nostra più importante società e rassegnarci al fatto che una parte degli utili di CVA finisca in tasche private, mentre potremmo mantenerla nelle nostre mani. Esattamente come ha detto il professor Florenzano, è stato fatto dalle Province del Trentino Alto Adige, dove il legislatore - così li ha chiamati i rappresentanti dei consigli provinciali - ha deciso di riservarsi il controllo della società di produzione di energia idroelettrica, ritenendo di ricorrere esclusivamente a un finanziamento delle stesse per il tramite dell'emissione delle obbligazioni.

L'idea che il Trentino Alto Adige sia più autonomo della Valle d'Aosta personalmente mi fa accapponare la pelle, vorrei tanto che lo facesse anche a voi! E vorrei tanto che voi, maggioranza sedicente autonomista, metteste lo stesso impegno per evidenziare le nostre peculiarità e per tutelare le nostre risorse, mentre invece preferite rassegnarvi e scegliere la via più comoda e approvare leggi che sono la fotocopia di quelle di altre Regioni per non dover lottare un po' di più per i nostri diritti. Ebbene, prima di fare la grande réunion autonomista, forse dovevate porvi meglio questo tipo di domanda e magari affrontare il problema della cessione o meno di CVA, confrontandovi su quello che i cittadini valdostani vogliono veramente nei confronti della gestione delle loro acque, della loro energia e soprattutto dei loro soldi.

Naturalmente quindi voteremo a favore di questa mozione invitando la maggioranza non solo a condividerla, ma a impegnarsi strenuamente per perseguire questa strada, perché questa strada è sicuramente più opportuna e sicuramente più urgente che non il processo di quotazione in Borsa di CVA, anche a fronte del fatto che le condizioni di Borsa in questo momento non sono particolarmente favorevoli e rischiamo seriamente, quandanche andasse in porto la quotazione, di svendere non solo le nostre acque ma anche i nostri diritti per un piatto di lenticchie.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - ADU (Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta) annuncia il proprio voto convintamente favorevole rispetto alla mozione: "Predisposizione di uno schema di norma di attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta" appunto in materia di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico proposta dal resto della minoranza consiliare. Precisiamo che la mancata sottoscrizione della mozione è dipesa unicamente dal fatto che ogni Consigliere può firmare al massimo tre mozioni a Consiglio e la sottoscritta, che è sola qui, ma in realtà non è sola, in accordo con il coordinamento del suo gruppo politico, aveva già deciso di presentare altre iniziative. Noi siamo convinti sostenitori della difesa dell'acqua come bene comune, pur comprendendo tutta l'ambiguità insita nel concetto di bene comune, che va senz'altro definito e approfondito criticamente. La previsione di un'adeguata norma di attuazione dello Statuto può essere uno strumento interessante, anche se di certo non è una bacchetta magica, per evitare la privatizzazione di CVA, con il rischio di un suo incorporamento nel colosso nazionale Iren o in altri colossi anche esteri e perché siamo contro la logica iper concorrenziale. Lo scopo è quello di ottenere una potestà legislativa ampia per disciplinare le assegnazioni delle concessioni di grande derivazione. Si potrebbe così, secondo noi, consentire alla Valle d'Aosta di fissare un sistema di regole anche in parte innovative in un settore delicato e caratterizzato dalla necessità di contemperare interessi molteplici. In particolare, il principio della concorrenza, ribadito dallo Stato nel recente decreto semplificazioni, deve trovare, secondo noi, in un territorio come il nostro, un necessario contemperamento nella valorizzazione delle risorse idriche, ma anche nella tutela dell'ambiente, del paesaggio, nella promozione degli investimenti nelle infrastrutture sul territorio.

Diamoci allora questa norma, diamocela al più presto, se riusciamo, ma questa poi va usata bene, e si abbia soprattutto il coraggio di aprirsi, giunti quasi al termine dei lavori della Commissione speciale CVA, al confronto, ma un confronto che vada anche sul territorio, cioè che coinvolga di più la cittadinanza su tutte le tematiche in gioco, perché sono tematiche fondamentali non per noi che siamo qui, ma per la comunità valdostana tutta. Con questo voto a favore e con la nostra pressoché costante partecipazione alla commissione speciale, pur senza diritto di voto in quel contesto, vogliamo senz'altro dare il nostro contributo all'approfondimento innanzitutto attraverso lo studio della questione CVA, al confronto in commissione speciale e poi in aula, non appena se ne parlerà, nell'ottica di difendere il diritto-dovere dei valdostani a regolamentare l'uso idroelettrico delle acque. È un argomento che personalmente mi affascina da quando ero bambina in quanto, come mi piace definirmi, sono figlia della diga di Place Moulin e vogliamo che a guidarci sia sempre l'interesse dei cittadini, tra cui vanno senz'altro comprese anche le future generazioni, con uno sguardo lungimirante che la politica deve sempre saper avere e non uno sguardo calato in una logica di profitto di società anonime.

Presidente - La parola al collega Nogara.

Nogara (UVP) - A un certo punto, mentre parlavo, ero un po' distratto, mi sembrava di essere già arrivati alla mozione CVA, cioè alle conclusioni della commissione speciale perché, a parte l'intervento della collega Minelli di illustrazione della mozione, ho sentito per la maggior parte degli interventi affermazioni che non c'entravano assolutamente niente con la mozione presentata dalla collega. Adesso vorrei andare un po' per gradi per spiegare la situazione. Questa mozione è un po' anomala o è nata male per diversi motivi, perché di questa mozione ne avevamo parlato ed eravamo tutti d'accordo in commissione di poterla presentare qui in aula. Ci sono i verbali della commissione - e poi, se volete vederli, sono qui -, dove era stata presentata dalla collega Minelli una bozza di questa mozione, della quale avevamo discusso e avevamo detto che nell'incontro che doveva seguire a questa riunione di commissione avremmo deciso il da farsi; ma perché? Perché mi era stato dato l'incarico di parlare con il professor Louvin per capire se era fattibile, se era possibile, se andava bene fare una mozione del genere. Pochi giorni dopo mi sono trovato una mail dove la Consigliera Minelli mi diceva che lei presentava la mozione e, se volevamo, potevamo andarla a firmare. Questo è stato l'iter di questa mozione. Io ho informato subito la Consigliera Minelli di quello che mi era stato detto dal professor Louvin al quale mi ero premurato di spiegare tutta la situazione. Questa è la prima parte della mozione. Cos'è successo? Questa mozione è stata rinviata due volte, siamo proprio adesso all'inizio... intanto, qua mi lego a quello che diceva il Consigliere Vesan, le sue sparate solite sugli autonomisti, solo sul simbolo, sul nome... lei pensi al suo simbolo, ognuno pensa al suo e parli di autonomia se vuole parlare per lei! Lasci parlare noi quando vogliamo parlare di autonomia, perché, mi consenta, non c'entrava proprio niente con questa mozione! La Presidenza della Giunta in tempi non sospetti, diverso tempo fa, aveva già fatto una lettera ai professori Balduzzi, Louvin e Randazzo, che sono i tre della Commissione paritetica, dove appunto gli spiegava che c'erano vari problemi. A questo si aggiunge, con una certa urgenza, la necessità di procedere a una riflessione in primis all'interno della delegazione regionale e successivamente con questa Presidenza della disciplina normativa in materia di grandi derivazioni idroelettriche. Il Gabinetto della Presidenza aveva allegato questo memorandum tra le priorità: "Attuazioni in materia di concessioni idroelettriche in materia di contratti pubblici", questo all'inizio di febbraio. L'altra settimana sono andato dalla Consigliera Minelli e l'ho avvisata di questo, le ho detto: "guarda che la Presidenza è già andata avanti con queste cose. Cosa volete fare? Vogliamo discuterle?", lei ha risposto: "voglio discuterne lo stesso". Oggi mi rendo conto del perché si è voluto discutere lo stesso questa mozione. A parte la sua presentazione più o meno giusta anche su quanto riguarda le norme di attuazione, che è dal 1993 che vengono adottate qui in Valle d'Aosta, poi si è parlato anche... Consigliere Luboz, io davvero non l'ho capita. Era una difesa del professor Florenzano? Noi abbiamo apprezzato tutti quanto ha detto il professor Florenzano in commissione, l'abbiamo addirittura allegato agli atti della commissione speciale. Mi dite poi che bisogna continuare... l'unica cosa che non avete mai detto è che il professor Florenzano, almeno dieci volte, ha detto che siamo in netto ritardo con le cose che dobbiamo adottare qui per la CVA, perché la CVA sta perdendo soldi ogni giorno per i ritardi nelle decisioni che dobbiamo prendere.

È chiaro che adesso mi collego anche un po' a quello che è stato detto, perché qua sono state dette delle imprecisioni. Consigliere Vesan, nelle dichiarazioni che ha fatto è stato, secondo me, scorretto, perché lei ha sentito benissimo i tre relatori di ieri. Mi lego anche a quanto detto stamattina dalla Consigliera Pulz, che mi dispiace non ci sia in aula, che non so in che modo questa mattina si è attaccata dicendo che nella Commissione CVA c'erano degli esperti filogovernativi. Ecco, gli esperti filogovernativi... penso che forse tutti non sono a conoscenza di come sono stati contattati questi esperti. Ad un certo punto in commissione ci siamo trovati un po' in difficoltà, perché noi avevamo proposto... io avevo proposto come commissione di preparare solo gli skill, mandarli a Finaosta e quest'ultima si sceglieva i professionisti, una parte della minoranza non ha voluto e ha voluto proporre dei loro professionisti. Noi abbiamo fatto come avevamo detto, preparato gli skill, mandato a Finaosta e Finaosta ci ha mandato - e la ringrazio ancora -, secondo me, degli ottimi professionisti, c'erano: il primo professore che abbiamo sentito ieri della Bocconi di Milano; il secondo, un avvocato e professore all'Università di Bologna; il terzo, indicato dal Movimento Cinque Stelle. Alla fine tutti e tre ieri hanno detto la stessa identica cosa. In più il professor Aicardi... lei ha fatto un po' di confusione tra concessioni, tra Madia... non so se era distratto o lo fa apposta. Il professor Aicardi ha detto che per le concessioni è opportuno mettere in moto la Commissione paritetica per chiedere le norme di attuazione e questo, devo ringraziare, è già stato fatto dal Gabinetto della Presidenza. Vi do una nota in più: sabato 16 marzo è già stata discussa una bozza di norma di attuazione tra la Paritetica che si è trovata con gli uffici legali, perciò tutto questo che è stato detto è già stato tutto fatto, per fortuna, ma era quello che tutti noi eravamo d'accordo che si dovesse fare, perché era importante ed era importante la velocità con cui si faceva.

Per quanto riguarda la legge Madia, lei sta facendo un po' di confusione, sta dando delle informazioni che non sono giuste, perché non si possono più emettere delle obbligazioni, oppure ci deve essere un accordo con lo Stato, come dice lei. Non so se lei, visto che è del Movimento Cinque Stelle, ha dei legami, riesce a fare qualcosa. Se riesce a farcelo fare, la ringraziamo... come ha sentito ieri dal professor Aicardi, sarà veramente difficile che succeda una cosa del genere, ma soprattutto anche in rispetto non solo della Valle d'Aosta, dovrebbe essere fatto per tutta Italia e allora penso che questo non venga facilmente accettato. Anche la norma di attuazione per la Madia difficilmente verrà accettata: questo non è che glielo sto dicendo io, io le sto riportando quello che è stato detto ieri. Io non so se lei si sente più bravo, più importante, più capace di un professore universitario che per 40 anni ha fatto quel lavoro, però io le dico: hanno detto queste cose, io le sto riportando a voi come sono state dette e lei dovrebbe riportarle anche come sono state dette, perché sono tutte scritte, sbobinate, ma voi avete il vizio tante volte, a seconda di come la pensate, di cercare di influenzare le persone.

Lei ha incominciato a parlare dell'autonomia, delle norme di attuazione, ma noi, come autonomisti, la prima cosa che abbiamo fatto è stata proprio quella di mettere in moto la Paritetica per poter riuscire ad andare avanti con le norme di attuazione. Più di così non so cosa dirle, ma io non sto dicendo quello che penso io, non le sto portando adesso il mio pensiero: le sto dicendo quello che abbiamo sentito di là. Quello che ho sentito, a parte la Consigliera Minelli che ci ha presentato la mozione, sono le cose che probabilmente si dovrebbero sentire quando discuteremo di quello che si farà con la CVA, perché questa è la sede opportuna per discutere di queste cose, ma non in questo momento, perché adesso stavamo parlando di un'altra cosa. Questo è per chiarezza, perciò per riepilogare tutto quello che è stato con grande enfasi detto che noi non... è stato già tutto fatto, più di così non si può fare, perché è già stato tutto avviato. Correttamente, prima di venirglielo a dire qui in aula, glielo ho detto l'altra settimana nel suo ufficio, le ho detto: "guardi che è già tutto così", poi se si vuole presentare la mozione perché si vuole fare lo show, per carità, va tutto bene, però noi ci siamo comportati in modo corretto e pretenderei almeno che, quando ci sono le audizioni, quando sentiamo delle persone che dicono certe cose, venissero riportate nel modo giusto, perché come le ha riportate lei, Vesan, non è il modo giusto con il quale sono state rappresentate ieri nell'aula accanto. A supporto di quello che sto dicendo c'è tutta la sbobinatura di quello che è stato detto.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Mi corre l'obbligo di fare alcune precisazioni e alcune osservazioni riguardo a quanto detto or ora dal Consigliere Nogara. Innanzitutto le do atto di aver ben interpretato il mio tentativo di illustrare una mozione che aveva e ha uno scopo preciso: quello di invitare questo Consiglio a mantenere, a dare un input alla Commissione paritetica per quello che riguarda la costruzione di un'apposita norma di attuazione che manca a questa Regione e che, a mio avviso - che arrivo ora e non ero qui precedentemente -, avrebbe dovuto forse essere richiesta tempo fa, ma questo fa parte del passato.

Per quanto riguarda gli interventi dei colleghi Luboz e Vesan, io non entro nel merito, perché ognuno ha il diritto di esporre, di interpretare le cose come meglio crede. Torno a dire che la mia intenzione era quella di illustrare una mozione con un oggetto particolare, che è nelle premesse, nell'impegnativa e che certamente ha a che fare con il CVA, ci mancherebbe! È chiaro, ma non è l'unico scopo della costruzione di una norma di attuazione. Posso convenire con lei sul fatto che la discussione espressamente su CVA dovrà essere spostata più avanti. Io credo anche che il tema sia abbastanza importante e che forse richieda anche degli approfondimenti già precedenti, non è quello che ho inteso fare io. Le precisazioni che voglio fare sono però di altro tipo e riguardano un po' l'iter di questo provvedimento. Io ho parlato la prima volta non di questa mozione, ma di una risoluzione nella commissione di CVA che era stata indetta nella pausa del Consiglio di martedì 5 febbraio. L'idea in quel momento era di presentare questo atto, questo provvedimento sotto forma di risoluzione per quel Consiglio. Ricorderete tutti che quello era il Consiglio successivo all'arresto del collega Sorbara e avevamo già in quel Consiglio ampiamente dibattuto e non ci era parso il caso di aggiungere altra carne al fuoco, anche perché, com'è successo più e più volte, presentare una risoluzione in quel momento avrebbe al 99,9% significato sentirsi dire che non c'era il carattere di urgenza. Mi era capitato soltanto la volta precedente per quello che riguardava il decreto sicurezza, quindi ho capito benissimo che non era il caso. È vero che ne ho parlato in commissione e che ho detto: "ne potremo riparlare". La risoluzione che avevo scritto - ed era stata condivisa dai colleghi di maggioranza, con cui poi abbiamo fatto una riflessione - è stata oggetto della successiva mozione presentata. Ricordo anche che abbiamo dibattuto su questo e ci siamo detti: no, non aspettiamo ancora, c'è la scadenza dei termini il giorno 8, prepariamo questo testo e io l'ho condiviso con tutti i membri della commissione, anche con la collega Pulz, che, pur non facendo parte formalmente della commissione, è un gruppo consiliare che è rappresentato, quindi mi pareva corretto, poi ha già spiegato la collega Pulz che non l'ha sottoscritta perché aveva altre iniziative già avviate.

In ogni caso questa mozione è stata presentata l'8 febbraio. Ora, lei, Presidente Nogara, mi dice che già a febbraio... io vorrei conoscere, se possibile, la data della missiva che il Presidente della Giunta ha inviato alla Paritetica, considerato che questa mozione, prima risoluzione, è stata presentata e in qualche modo illustrata non nella sua specificità il 5, poi è stata inviata il 7 a tutti i membri della commissione, poi è stata depositata l'8. Ci sono stati da allora due rinvii della discussione. Lei la settimana scorsa è venuto in ufficio e mi ha detto: "è già tutto a posto". Ora, io ritengo che se una lettera da parte della Presidenza della Giunta è partita verso la Paritetica per quello che riguarda le modalità per la creazione di una norma di attuazione, ed è partita a febbraio... prima, dopo il deposito della mozione non importa... anzi forse un pochino importa, perché, se è stata scritta successivamente all'8 e quindi al deposito della mozione, io credo ci sia anche un pochino di scarso rispetto per un atto di cui era stato investito il Consiglio con il deposito di una mozione.

A parte questo, io credo che se questo è stato l'iter, mi sarebbe sembrato normale che in una delle sedute della commissione lei ci avesse tutti quanti informati di questo. La settimana scorsa lei mi è venuto a dire: "è tutto a posto, ritirate la mozione", quando la mozione è da due Consigli che è ferma, non si può discutere, ma fino all'altro giorno nessuno è venuto a dirci niente. Per quello che ne sapevamo noi, quindi la mozione era lì ed è stata iscritta d'urgenza e non la ritiriamo, perché, secondo noi, è una discussione che va fatta in Consiglio...

(interruzione del Consigliere Nogara, fuori microfono)

... la settimana scorsa lei mi ha chiesto: "la fate lo stesso? È già tutto a posto". La mozione è iscritta di suo al Consiglio, perché ha subito due rinvii, quindi siamo qui e io, anche se l'altro giorno mi ha dato un'informazione di questo genere, non ritengo che sia corretto rinunciare all'illustrazione della mozione, cosa che ho fatto senza entrare nella discussione sulla CVA, pur essendo consapevole del fatto che questa norma di attuazione sicuramente ha a che fare strettamente con quelle che potranno essere le scelte su CVA, ma credo di essermi attenuta a un comportamento più che corretto. Ho presentato una risoluzione, abbiamo concordato con i colleghi che l'avevano sostenuto che non andava messa in Consiglio perché sarebbe stata bocciata dato che non c'era il carattere d'urgenza, l'abbiamo condivisa tutti, è stata deposita l'8 di febbraio, ha subito due rinvii, arriviamo ad oggi e io illustro una mozione che è sulla norma di attuazione. Non ho preso posizioni di altro tipo, come lei ha giustamente ricordato.

Torno a dire che quello che conta è la mozione, non l'iter, è quello che c'è scritto dentro, quello che c'è scritto...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... certo che quello che conta è il risultato, ma al risultato ci arriveremo. Stiamo discutendo di una cosa quando qualcuno ci dice: "è già tutto fatto". Io non lo so se è già tutto fatto, non so quando è stata fatta la lettera, però si sta discutendo di un provvedimento che è del Consiglio. Io credo quindi che chi deve intervenire lo può fare e poi si vedrà che cosa decidere sull'impegno di questa mozione.

Presidente - La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Caro, Presidente Nogara, se vuole fare altre discussioni nel frattempo, faccia come crede, se poi si perde di nuovo quello che dico, non si arrabbi con me! Lei mi accusa di dire cose che penso io; ebbene, sì, quest'accusa è assolutamente fondata, io faccio questo praticamente d'abitudine tutte le volte che sono in questo Consiglio. Sono un po' perplesso sul fatto che lei dice invece cose che pensa qualcun altro, un giorno ci spiegherà da chi vengono questi pensieri. Veniamo invece alle discussioni che ci sono state e che lei dice sono state da me riportate in modo erroneo. Il professor Aicardi dell'Università di Bologna, avendo dichiarato di non essere esperto in diritto regionale, ha ribadito che era "veramente difficile" - sono esattamente le stesse parole utilizzate da lei - riuscire a ottenere una norma di attuazione che permettesse il superamento della Madia e ha ribadito che su queste ci voleva un accordo con lo Stato. Queste cose qui sono sacrosante, le ho dette anche nel mio intervento precedente, ma ho ribadito che, come Regione autonoma, è questa la strada che dovremmo perseguire. Lei inoltre ci dice in modo sufficientemente vago, perché cita lettere e opere da parte della Giunta che in commissione non sono state riportate, forse perché dovranno essere discusse qui dopo i lavori della commissione, ma intanto in commissione questi documenti non sono arrivati e non sono stati discussi, tanto che sono riuscito a capire dalla sua dichiarazione che, per quello che riguarda la possibilità di derogare al decreto Bersani, la norma di attuazione è stata espressamente richiesta e in questa direzione questa maggioranza sta già andando. Per quello che riguarda invece il superamento della legge Madia, non ho capito se questa maggioranza, questa Presidenza della Giunta o qualcun altro abbia dato o meno mandato alla Commissione paritetica di esperire questa possibilità. È sicuramente una cosa difficile, che richiede tempo, ma è l'unica possibilità per mantenere nelle nostre mani la titolarità assoluta di CVA e, quindi, secondo noi, una cosa da esperire con particolare forza e non con la vaghezza con cui lei ci ha descritto l'operato fatto dalla sua maggioranza, che forse qualcuno ci dettaglierà in modo migliore in seguito, ma ancora adesso ci chiedete di ritirare una mozione senza nemmeno spiegarci...

(interruzione del Consigliere Nogara, fuori microfono)

Presidente - Fate terminare il collega Vesan, poi chiedete la parola... Chiede la parola e può rispondere. Prego, collega Vesan, continui.

Vesan (M5S) - ... in fondo i minuti sono contingentati uguali per tutti, anche il Presidente di commissione Nogara avrà la possibilità di ribadire se lo ritiene opportuno.

Non ci è dato capire comunque se in questo momento l'attuale maggioranza sta perseguendo nei sui rapporti con la Commissione paritetica la possibilità di superare la legge Madia; secondo noi, è un'opportunità da cercare e da seguire. In questa direzione può andare l'approvazione di questa mozione, che noi sosteniamo, anche perché purtroppo... il fatto che il dottor Aicardi nel suo intervento abbia espressamente ribadito che, qualora riuscissimo a raggiungere l'accordo con il Governo, questa norma sarebbe molto difficilmente impugnabile, è, secondo me, un motivo di particolare incoraggiamento; se poi questa cosa me la sono solo sognata e dalla sbobinatura e dagli atti non uscirà fuori, beh, mi sarò sbagliato perché ho sognato troppa autonomia per la Valle d'Aosta. Sono però abbastanza sicuro che, nonostante l'età avanzata, le mie orecchie funzionino ancora abbastanza bene, così come funzionavano bene in occasione del discorso che abbiamo ascoltato dal professor Louvin, che ha detto le stesse cose. L'intervento, ahimè, non è andato in streaming a causa di strane volontà che, purtroppo, non siamo riusciti a portare alle orecchie di tutti, ma gli atti sono pubblici. Ci ha dichiarato che la sbobinatura può essere considerato atto pubblico e che quindi possiamo andarci a riascoltare anche il professor Louvin quando dichiara che la strada delle norme di attuazione può permetterci di superare non solo il decreto Bersani, ma anche la legge Madia. Forse un maggiore impegno in questa direzione da parte di questa maggioranza garantirebbe veramente l'autonomia della nostra Regione.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Abbiamo fatto un po' di discussione stamattina, comunque questo pomeriggio io ho appreso una bella notizia, Presidente Nogara, io non sapevo di questa missiva inviata, si vede che ha avvertito solo qualcuno di quella Commissione speciale, anche questo penso sia...

(interruzione della Consigliera Morelli, fuori microfono)

... io, collega Morelli, l'ho sottoscritta la mozione, comunque non è importante, è solo perché qua probabilmente non tutti hanno le stesse informazioni. Non vuole essere una critica, la vedo come una lieta novella, perché se il fatto di aver presentato una mozione di questo tipo... Siccome non so di questa missiva, non so neanche la data in cui è partita, ma posso magari supporre che questa, essendo del mese di febbraio, probabilmente è susseguente alla mozione... io sono ben felice che questa mozione abbia già ottenuto un risultato, lo vedo pertanto come un aspetto positivo e non negativo.

Detto questo, è vero, all'epoca non potevo far parte della commissione. Ho letto i verbali del dottor Florenzano, che è stato il primo a dire che siamo in netto ritardo e che comunque bisogna arrivare a capo di questa vicenda.

Farò un breve intervento, ma quello che voglio sottolineare è che non si vuole anticipare la conclusione della Commissione speciale, non è questo il fine, non era questa la volontà quando ne ho parlato con i firmatari, con chi ha avuto l'idea di presentare questa mozione, la volontà era di tutt'altro tipo. Cito con particolare piacere una serie di appunti che ho preso, vi posso sicuramente fare riferimento perché non sono verbali della commissione speciale, ma sono appunti che ho preso quando c'è stata l'audizione del dottor Louvin il 22 gennaio 2019, che in quell'occasione ci disse - e ci ha fatto un po' la storia delle competenze negli anni da parte della Regione -: "noi siamo a scontare un vizio originario del nostro Statuto: alla Valle d'Aosta si concede l'uso del demanio, le acque irrigue e l'uso potabile, le acque idroelettriche sono in concessione con possibilità di dare in subconcessione, e da due anni anche queste acque a scopo idroelettrico con un utilizzo pieno delle nostre risorse fatto salva l'asta torrentizia centrale della Dora".

Ci ha detto una serie di cose che io ritengo assolutamente importanti da approfondire e che sono alla base di questa mozione, tra le quali che alla fine i vincoli messi nelle varie disposizioni di legge dello Stato non sono un vincolo europeo, ma costituiscono una scelta dell'Italia: questo, secondo me, è molto importante, perché si dice che alla fine l'interlocutore vero, se vogliamo portare a casa qualcosa con la norma di attuazione, è lo Stato, non abbiamo la longa manus da parte dell'Europa. Per quanto riguarda le modifiche fatte a suo tempo da Trento e Bolzano con modifiche statutarie ai sensi dell'articolo 3, ci ha detto anche che non abbiamo l'obbligo di andare in questa direzione e che noi possiamo avere gli stessi risultati con la norma di attuazione. Io penso che sia un messaggio molto forte, un messaggio che non viene da una parte, ma viene detto in commissione da una persona che io ritengo assolutamente autorevole, che conosce bene i margini di operatività di una norma eventualmente di attuazione. È convinto che ci sia la possibilità di porsi obiettivi anche più ambiziosi, che se c'è convergenza tra Regione e Stato, una norma di questo genere potrebbe essere approvata dai sei ai nove mesi: questo ci ha un po' preoccupato, perché se, da una parte, delle persone autorevoli come il professor Florenzano ci dicono che siamo in ritardo; dall'altra, io penso che abbiamo l'obbligo - e almeno sulla norma di attuazione a me pare di aver visto anche a livello di commissione speciale una convergenza totale sulla necessità di andare avanti in questa direzione - di anticipare il più possibile questo, anche perché se c'è un interlocutore governativo, bisogna capire cosa ne pensa. In questo momento comunque noi abbiamo una folta rappresentanza in Consiglio regionale di esponenti del Governo che in questo momento amministra Roma. Giochiamocele queste possibilità, perché se riusciamo a portare a casa, chiunque sia, un risultato di questo genere, io penso che ne va del futuro della Valle d'Aosta.

Ha ripetuto di nuovo: "il quadro europeo non è vincolante". Ha detto anche una cosa assolutamente importantissima per quello che mi riguarda: che anche il trasporto dell'energia Deval è da mettere in norma di attuazione, ma con una procedura separata. Io penso che questo sia stato il punto importante per cui si è cercato di dare quest'accelerazione sulla norma di attuazione.

Sappiamo di questa missiva per quello che riguarda la richiesta alla Paritetica di tracciare il discorso delle concessioni, ma se noi vogliamo avere veramente una libertà di scelta sul futuro di CVA, abbiamo un altro grande problema: quello della Madia. Io immagino e ci terrei che accettaste questa mozione, ma con lo spirito che vi ho detto: in questo senso di dire che, oltre alle richieste che ha inviato - almeno così ha detto lei, Presidente - alla Paritetica per quello che riguarda il discorso delle concessioni, ci sia un'altra indicazione per vedere come riusciamo eventualmente a superare lo scoglio della Madia, che - lo dico in tutta sincerità - tutti quelli che abbiamo udito ci hanno detto essere uno scoglio non facilmente superabile. Io però penso che abbiamo l'obbligo di fare tutti i percorsi possibili per avere poi quella libertà di scelta che in questo momento ci è assolutamente condizionata sia per quello che riguarda il discorso delle concessioni, ma ancora di più in questo momento, in maniera ancora più impattante sul futuro di CVA derivante dall'applicazione della Madia. È un invito per cui, senza avere la volontà di primogeniture, senza voler scavalcare quella che può essere una conclusione del lavoro della Commissione speciale su CVA... perché questa non è una conclusione, questa non è una scelta, se quotare in Borsa o mantenere pubblico: questa è una richiesta di accelerare una tempistica. Io penso ci potrà chiarire le idee su quello che può essere il limite di scelta per quello che riguarda il futuro di CVA.

Presidente - La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - L'argomento che ha portato in aula la collega Minelli è un argomento sicuramente interessante: la richiesta sostanzialmente di predisporre una norma di attuazione per disciplinare l'utilizzo delle acque a scopo idroelettrico, ovvero una normativa di attuazione che preveda la possibilità di disciplinare la concessione delle grandi derivazioni in Valle d'Aosta senza dover applicare la norma che è stata definita con il decreto semplificazioni nei primi mesi dell'anno. Io mi rendo conto, collega, che quando si iscrive una mozione, si ha sempre piacere un po' della primogenitura, questo è fisiologico, capita un pochettino a tutti. Occorre però tener conto che questa è una tematica di ampia portata, di grande interesse su cui gli occhi e l'attenzione della politica e degli uffici è totale. Quando è venuto il professor Louvin in audizione, si stava già verificando la possibilità di intervenire su questa materia, tant'è che se ha ascoltato con attenzione le parole che sono state prima pronunciate dal collega, già il 13 del mese di febbraio è già stata concordata una bozza di norma di attuazione, non è che hanno cominciato l'11 a lavorarci se è stata già concordata il 13. Vuol dire che già da qualche settimana i componenti di nomina regionale ci stavano lavorando, quindi questo è un tema sul quale sicuramente è partita con tutta la dovuta solerzia l'attenzione, il lavoro da parte della Paritetica. Il Presidente all'atto dell'indirizzo, quando si sono intrapresi i lavori della commissione, ha dato il mandato di predisporre con priorità questa norma. Credo che fin qui sia interessante l'argomento e anche apprezzabile che lei sostanzialmente si sia fatta carico, pur non sapendo di questa situazione, di proporre un'iniziativa. Dall'altra parte, se la questione è urgente, mi dispiace che lei nel suo intervento abbia detto: "è quasi una mancanza di rispetto, bisognava aspettare che se ne parlasse in Consiglio", perché allora la definizione della norma non era così urgente. Credo che qui tra noi dobbiamo tutti condividere l'urgenza con cui deve essere approvato un provvedimento, poi ciascuno dà il suo contributo com'è giusto che sia. Spiace invece che alcuni colleghi siano intervenuti nell'ambito della descrizione dell'iniziativa, che devo dire è stata predisposta in modo corretto dalla collega Minelli per parlare del discorso "quotazione di CVA". Questo trovo che sia irriguardoso nei confronti dei lavori della commissione, ma fin qui è una mancanza di rispetto politico, ma la cosa più grave è che lo ritengo irriguardoso nei confronti del destino della nostra società, perché questa è la più grande azienda della Valle d'Aosta, è la più grande azienda che produce valore per la nostra Regione. Io trovo che svilire così l'argomento che dovrà essere portato alla discussione del Consiglio regionale al termine dei lavori, al completamento di quello che sarà l'esito del percorso della commissione, per lanciare due slogan in questa sala oggi, sia particolarmente indelicato, ma indelicato perché si rischia di fare uscire dei messaggi dall'aula non corretti, parziali.

Guardi, collega Vesan, c'eravamo tutti in audizione ad ascoltare coloro che sono intervenuti e i contributi che ci hanno portato, però personalmente anch'io ho delle idee, non sono qui a esporle, ma credo che quello che ha detto prima il collega Nogara corrisponda a verità a livello di rappresentazione. Inviterei pertanto tutti a tornare sull'argomento nello specifico della norma di attuazione, sottolineando che le norme di attuazione sono norme di settore, non si possono mescolare in una norma di attuazione mele con pere con altri tipi di frutta. La Madia è importantissima, così come il problema della derivazione delle acque e della scadenza della concessione. La Madia però non può essere mescolata con l'altra norma, bisogna trattare le cose in modo diverso, perché diversamente si rischia di non portare a casa niente, pertanto bisogna procedere con la dovuta cautela. Sicuramente il Presidente della Commissione paritetica, che ha anche lui un ruolo attivo in tutto questo, anche in base alla sua sensibilità, ha deciso di procedere in questa direzione, perché se fosse stato più opportuno o si poteva procedere con un'unica norma omnicomprensiva, si sarebbe andati sicuramente in quella direzione, ma così non è.

Per quanto invece riguarda il resto, mi sento solo di dire che tutti coloro che sono intervenuti nelle audizioni ci hanno rappresentato di procedere con urgenza, perché la società perde soldi tutti i giorni per l'inerzia della pubblica amministrazione, del suo azionista. La società non può fare delle politiche di investimento in questo stato di cose, pertanto c'è la necessità di arrivare quanto prima a portare alla discussione del Consiglio regionale la relazione finale, l'esito dei lavori che credo abbia fatto la commissione con grande dedizione, perché abbiamo udito ad oggi due professori della Bocconi, un avvocato, la Commissione paritetica, il rappresentante di Finaosta, Arpa, la CVA. Abbiamo avuto modo di farci ciascuno una propria opinione e avere gli elementi che possono essere utili per poter poi arrivare a delle decisioni.

Una cosa che ci tengo a sottolineare, che è emersa e che ci è stata rappresentata, è che c'è un mercato in forte evoluzione, soggetto a grandi innovazioni di tipo industriale e bisogna mettere la società nelle condizioni di avere la massima flessibilità, perché diversamente non può operare, non può portare avanti le sue linee di sviluppo e si trova in una situazione di oggettiva difficoltà che non fa del bene alla Valle d'Aosta e ai valdostani. Credo che oggi siamo chiamati a condividere l'approccio del Presidente nel dare questo indirizzo. Siamo lieti che, insieme alla Giunta, abbia dato questa priorità; ci fa anche piacere che l'opposizione condivida il testo, condivida l'obiettivo che tutti assieme dovremo perseguire. Inviterei tutti a rimanere nell'ambito dell'oggetto della mozione, senza andare a parlare dei processi di quotazione, perché diversamente rischiamo di stare qui tutta la sera e soprattutto di affrontare in modo parziale un argomento che invece va trattato con la dovuta attenzione e a conclusione dei lavori della commissione.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Rassicuro il collega Marquis che mi atterrò esclusivamente alla mozione, peraltro una mozione sulla quale, a mio avviso, vi è in generale una convergenza sulla necessità di una norma di attuazione generale per quel che riguarda le acque, poiché da due anni, come si diceva, abbiamo come demanio regionale la disponibilità anche per quanto riguarda la questione delle derivazioni idroelettriche. Abbiamo la necessità in generale di una norma che ci permetta di avere maggiore autonomia, che potrebbe esserci fornita da una norma di attuazione, che sarebbe il risultato di una contrattazione, di un rapporto con il Governo, sarebbe certamente utile, al di là della stretta attualità di CVA. Quella di CVA, se vogliamo, dà un carattere d'urgenza a questa norma di attuazione, ma ritengo sia una questione che vada addirittura al di là, per avere un quadro generale per la gestione delle acque della nostra Regione, che guarda non soltanto specificamente la CVA ma, in generale, per avere un'ampia possibilità di intervento che una norma di attuazione può darci e soprattutto può garantirci, perché una norma di attuazione, anche dal punto di vista delle fonti del diritto, si pone in una situazione più elevata rispetto a una semplice legge regionale.

Mi auguro perciò che, proprio in ragione di questa necessità condivisa, tutti vorranno votare questa mozione, che non farà altro che... come dire? rafforzare una necessità e fornire alla parte regionale della Commissione paritetica un'ulteriore legittimazione ad agire. Ricordiamoci, tra l'altro, che la stessa composizione della Commissione paritetica è stata mutata da questo Consiglio in una dinamica che è andata oltre la questione maggioranza e opposizione e pertanto, se vogliamo un rapporto anche tra Consiglio e Commissione paritetica, questa mozione va anche nel dare un input in questa direzione, visto che poi la necessità di un quadro generale di interventi in questo settore è assolutamente necessario. Mi auguro, ripeto, che questa mozione venga approvata da parte di tutti.

Presidente - La parola al collega Rollandin.

Rollandin (UV) - Ho partecipato alle riunioni principali della commissione, in particolare alla prima riunione dove era presente il professore Florenzano e a me spiace sentire oggi - dato che prima non lo sapevo - che ci sono stati questi piccoli disguidi, mi dispiace molto perché il professore sicuramente durante questa riunione aveva di fatto esplicitato tutte le tematiche che poi si è voluto meglio precisare, ad esempio, con la Commissione paritetica. Il primo incontro comunque è stato, a mio avviso, molto chiaro e determinante, quindi lo ringrazio e ringrazio il fatto che ci sia stata questa impostazione importante.

Detto questo, il collega Vesan ha detto che sull'autonomia ci sarebbe da dire qualcosa, perché chi è autonomo poi non lo è, citando la questione della Madia. La legge prevedeva che non ci fosse la possibilità per i Comuni di mantenere le partecipazioni nell'ambito delle società idroelettriche. La lettera a cui lei faceva riferimento, che avevamo mandato, era per dire: "guardate che dobbiamo insieme muoverci perché sennò rischiamo di non poterlo fare", tant'è che insieme con i Comuni poi abbiamo fatto un'operazione che ha portato alla modifica della Madia e questo legato proprio all'intervento, non solo nostro, perché poi anche le altre Regioni, non siamo gli unici, non facciamoci dei meriti più grossi... però tutti i Comuni hanno chiaramente sostenuto questo emendamento, per cui è stato cancellato questo comma nella legge Madia. Non solo quindi siamo stati attenti, ma abbiamo promosso questo fatto. È tutto documentato se le serve.

Per quanto riguarda il problema di trovare una soluzione per noi che arriviamo in ritardo rispetto ad alcune operazioni che noi dovevamo fare, avevamo sentito... uno dei punti era la Paritetica: "cosa facciamo, cosa possiamo fare con la Paritetica?". Abbiamo ascoltato il professor Louvin quando, se non ricordo male, non era nemmeno ancora ufficializzato nella sua veste di responsabile, di presidente della commissione. Lui aveva logicamente detto che la via maestra era quella del Trentino, quello che hanno fatto gli altri, cioè riportare... rendere noi direttamente con la norma di attuazione, mentre in Trentino avevano fatto quella modifica dell'articolo 3 che noi non abbiamo, ma abbiamo la Commissione paritetica che può fare lo stesso lavoro, su questo eravamo tutti d'accordo. Credo che giustamente adesso si tratta di dare gambe a questa commissione. Per quel poco che ho visto - ho fatto parte della Commissione paritetica -, come ricordavate correttamente, è un organo paritetico nel senso che i vostri nominati sono tre, ma ci sono anche i tre che rappresentano i Ministeri competenti e non sempre l'attenzione verso i problemi dell'autonomia è così alta. Sicuramente pertanto ci sarà bisogno di intervenire in modo, credo, il più possibile entusiasta per far capire che questo, com'è stato fatto per le altre Regioni a statuto speciale, deve essere fatto anche per la nostra Regione e quindi arrivare a quel risultato.

Ora, per quanto riguarda l'altra parte della Madia che dovrebbe far parte anche lì o di una norma di attuazione oppure trovare... lei diceva... tornare al discorso della quotazione in Borsa...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... di fatto, essendo preclusi, non è pensabile di arrivare forse con lo stesso strumento. Perché dico questo? Perché sicuramente noi oggi stiamo anticipando con questa discussione della risoluzione il risultato finale della commissione, che oramai è in arrivo, se non ho capito male. Credo che in questo noi anticipiamo una risoluzione che tenga conto di tutto quello che è stato fatto durante questo lungo periodo e che ha portato sicuramente a capire una serie di problematiche, non ultime le opportunità e le valenze della quotazione in Borsa della CVA, perché anche questo non è da sottovalutare, quali sono gli aspetti che possono portare garanzie di un futuro che in qualche modo veda privilegiato questo tipo di rapporto e quindi dare beneficio alla Regione, che è uno dei compiti di cui ci siamo prodigati fin dall'inizio. Nel suo insieme io voglio solo ricordare che sull'autonomia tutto quello che era possibile fare è stato fatto. Ora, il problema della Commissione paritetica avrà un percorso non così facile. Al di là dei tempi, nella sostanza è un aspetto non secondario da tenere in considerazione, quindi è giusto che partiamo il più presto possibile, sperando appunto che ci sia questa possibilità di accedere a questa soluzione. Io credo che su queste tematiche, per quello che ho visto, non c'è stato durante questo periodo nessun tentativo di spostare gli equilibri, di giocare da una parte e dall'altra, c'è stata invece una sollecitazione a tutti gli esperti di presentare le possibili soluzioni all'aspetto che noi, tra l'altro, consideriamo essenziale, perché il discorso delle concessioni delle acque, delle grandi derivazioni, ormai siamo al 2029, sembrano tanti, ma sono pochi anni... se non ci sono le concessioni, si capisce che perde di fatto il valore dello sfruttamento delle acque e che poi si dovrà fare tutta una procedura, come qualcuno ha fatto non in Italia, ma fuori e che sicuramente è molto difficile e pesante.

Io quindi mi auguro che questo lavoro importante che è stato fatto dalla commissione possa dare al più presto la possibilità di fare una risoluzione finale, che in qualche modo riprenda tutte le tematiche che sono state esposte e che sono state sviluppate nell'ambito della discussione, e la possibilità di attivarci nel più breve tempo possibile sollecitando gli organi che possano in qualche modo aiutarci a superare questo momento.

Presidente - Il collega Vesan chiede la parola, per dichiarazione di voto? Il terzo intervento non si può fare. Cambia il tempo a disposizione, solo questo.

Vesan (M5S) - Non volevo tanto tempo a disposizione, solo ribattere alcuni punti che sono stati evidenziati in risposta al mio intervento da parte del collega Marquis e del collega Rollandin.

Il collega Marquis mi ha accusato di parlare per slogan e di essere particolarmente indelicato. Ebbene sì, "delicato" non è un aggettivo che mi appartiene, mi scuso sin d'ora se non lo sarò nemmeno in questo intervento. Parliamo del suo evidente interesse nello scindere la norma di attuazione per quello che riguarda le concessioni e per quello che riguarda la gestione della disciplina delle società partecipate. È stato detto che questa mozione riguarda solo la norma relativa alle concessioni; non è così, perché chi ha letto la mozione ha potuto leggere che cita fra le altre cose: "rilevato che l'azione della Regione autonoma in materia di... e di disciplina di società partecipate operanti nel settore è migliorabile con l'elaborazione di un'apposita normativa di attuazione", quindi questa mozione parla espressamente anche della disciplina delle partecipate. Se poi si vuole approvare, non approvare, non si vuole andare in questa direzione, lo scopriremo quando finalmente vedremo gli atti della maggioranza relativi ai rapporti con la Commissione paritetica che non abbiamo ancora visto.

Veniamo ai tempi. Se è vero che dobbiamo fare due norme di attuazione distinte - cosa per cui mi affiderò ciecamente al parere del collega Marquis -, è altrettanto vero che l'obbligo della Madia decade da subito, anzi da quando è finita la deroga di 18 mesi per poter operarne al di fuori, mentre le concessioni, come ha ricordato il collega Rollandin, scadranno nel 2029, cioè fra dieci anni. È vero che la procedura di gara dovrà essere ai sensi della Bersani anticipata di 5 anni, ma non mi è assolutamente chiaro perché questa maggioranza abbia deciso che fare una norma di attuazione... è più importante assolutamente farne prima una su un rilascio delle concessioni che scadono fra dieci anni rispetto a una che ci svincoli dalla Madia, che ci sta già tenendo imbrigliati adesso e che ci fa perdere milioni di euro tutti i giorni o 10.000 euro ogni 5 minuti e quelle che sono le previsioni tristi fatte da questa maggioranza sull'azione della Madia nei confronti di CVA.

Per quello che riguarda l'intervento di Rollandin, quest'ultimo ci ha ricordato che siamo riusciti a far modificare la Madia proprio a tutela dei nostri Comuni grazie alle azioni promosse addirittura dalla sua Giunta e quindi forse operare sulla Madia è davvero la nostra assoluta priorità, mentre vedo che, dal punto di vista della Commissione paritetica, l'intenzione è quella di andare esclusivamente solo nella regolamentazione della commissione; perché? Perché ottenere l'altra è molto difficile, non è impossibile, impossibile non lo ha detto nessuno, si è detto che è molto difficile, che è impegnativo, che ci vuole tempo, che ci vuole l'accordo con il Governo, noi auspichiamo in tutte le maniere per quello che riguarda la nostra parte di governo, la gestione pubblica dell'acqua assoluta e confidiamo di uscire a battere i piedi nel modo maggiore possibile con il nostro Movimento. Certo è che se però il Governo regionale non fa una richiesta in tal senso tramite la Paritetica, che noi si vada a battere i piedi nei confronti del Governo nazionale come forza di minoranza della Valle d'Aosta farebbe un po' ridere.

Per quello che riguarda invece il rispetto dei tempi della commissione, sul fatto che siamo qui che anticipiamo il risultato della commissione e che quindi non dobbiamo assolutamente... perché la commissione ha i suoi tempi e deve rispettare quelli. Sui tempi della commissione e sul rispetto degli stessi potremmo discutere ancora, ma non ho ancora capito, caro Consigliere Rollandin, se con questa mozione noi anticipiamo la risoluzione, mentre con la lettera di incarico già fatta a febbraio alla Commissione paritetica per la norma di attuazione non anticipiamo i lavori della commissione. Allora o aspettiamo i lavori della commissione e facciamo tutto quando abbiamo finito, oppure non è che uno comincia a fare per i fatti sui, tiene all'oscuro la commissione di tutto quello che succede e poi siamo noi in quest'aula ad essere cattivi, vergognosi e indelicati ad anticipare i tempi della commissione! La nostra dichiarazione di voto su questa mozione è assolutamente favorevole.

Presidente - La parola al collega Nogara.

Nogara (UVP) - Innanzitutto vorrei dire che nessuno, come ha detto lei, Consigliere Vesan, ha chiesto di ritirare la mozione della Consigliera Minelli: lo dico perché lei è la prima firmataria. È un po' strano chiedere al Governo regionale di votare una cosa che dovrebbe iniziare a fare... che ha già fatto, è solo questo il mio dubbio, non è un altro. Chiederei - e in tal caso voteremmo tutti la mozione - di cambiare l'impegno in questo modo: "impegna la Giunta a seguire con particolare attenzione l'iter dei lavori della Commissione paritetica in merito alla sopracitata norma di attuazione e a riferire alla competente commissione consiliare entro 40 giorni", il che forse avrebbe un po' più senso visto che i lavori sono già stati iniziati, le cose sono già state fatte.

Un'altra cosa le volevo dire, anche riferendomi a quanto ha detto il Consigliere Gerandin: qui nessuno ha detto che noi vogliamo sicuramente solo le norme di attuazione per quanto riguarda le concessioni, ma non per la Madia, e le norme di attuazione volendo anche per le obbligazioni quotate in Borsa. Per carità, se il Governo ci darà l'opportunità di fare una cosa del genere, noi diremo alla nostra Paritetica di buttare tutto dentro, ci mancherebbe! Ma chi si è mai permesso? Lei sente benissimo, come ha detto prima, magari ha già una certa età, ma sente bene, però tante cose le dice come vuole lei! Lei prima ha affermato che non si sa come mai non si è fatto lo streaming con il dottor Louvin. Lo sa perché non si è fatto lo streaming con il dottor Louvin? Perché lui ci ha chiesto di non farlo perché non era ancora Presidente della Paritetica e presentarsi come tale quel giorno... ha detto: "forse sarebbe il caso...". Ma voi avete visto se all'interno della commissione abbiamo fatto delle grandi discussioni per non fare gli interventi in streaming? Abbiamo fatto in streaming tutto quello che c'è stato. C'è stato un disguido per un intervento, perché non era stato deliberato dalla precedente commissione, solo quello. Qua mi riferisco anche a quanto diceva il Consigliere Luboz circa la méfiance che c'è in questa commissione. Non so come la vedete voi, io ho cercato di mettere il maggiore impegno e ho cercato di adeguarmi un po' a tutte le richieste, poi è chiaro che se si parte già con dei preconcetti... Vi assicuro che io non sono partito con dei preconcetti e non mi sembra che abbia impostato la commissione con... la ringrazio se annuisce, Consigliere Luboz, perché davvero mi fa un piacere. Io ho cercato di mettercela tutta per cercare di essere il più asettico possibile. Come avevo detto anche personalmente alla Consigliera Pulz questa mattina, quando si parla di... sembrava quasi che fossero delle audizioni predefinite, non è assolutamente vero, si potevano fare tutte le domande che si voleva, si poteva parlare, ma se dei professionisti ci dicono certe cose, io non mi sento di dire il contrario, magari dico la mia, faccio una domanda, chiedo per capire, però io penso che è quello che è successo nella commissione.

Tornando un po' alla risoluzione, alla mozione, si sono fatti tutti degli interventi... mi sembra quasi che si faccia finta di niente circa il fatto che le cose sono già state fatte. È per quello che io vi ho chiesto se siete d'accordo di cambiarla in questo modo, perché è quasi fuori logica dire: "votiamo questa cosa che è già stata fatta". Se riuscissimo a metterci d'accordo sull'impegno di questa mozione, sarebbe la cosa migliore da fare. Non ho altre cose da dire, però pensavo che la discussione fosse imperniata sulla richiesta, sull'impegnativa di questa mozione, siamo andati proprio in giro per il mondo e abbiamo parlato di tutto e di più.

Un'altra cosa che volevo dire è che lei, Consigliere Vesan, ha detto che in qualche modo si perde il controllo sulla società CVA. Io - forse sono io un po' sordo - non l'ho mai sentito dire in nessuna delle audizioni: ho sentito parlare di norme di attuazione e di quotazione in Borsa, ma si è sempre parlato di quotazione in Borsa con una maggioranza dell'ente pubblico. Il massimo che si può pensare di quotare è il 35%, la percentuale massima che ho sentito dire, ma sempre con il controllo dell'Amministrazione regionale, e questo è stato anche ribadito dal professor Dallocchio, se non sbaglio, che ci ha anche spiegato che un'eventuale scalata alla società da un'eventuale minoranza, perché si è parlato anche di questo, non potrà mai accadere, a meno che sia volontaria e quest'Assemblea decida di vendere CVA, oppure decida di vendere rimanendo al 49%, o a un 48%, allora sì. Io però non ho mai sentito dire né dai commissari, né dalle persone che abbiamo audito che l'Amministrazione regionale perde la proprietà o il controllo di CVA. Forse non ci sento io, ma è una cosa che non ho percepito. Chiedo quindi alla prima firmataria della mozione se accetta di modificare l'impegnativa proprio per votarla all'unanimità.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Un piccolo intervento. Non parlerò di CVA, perché giustamente non è l'argomento della mozione. Non sapevo nulla dell'iniziativa del Governo, però faccio un piccolo cenno storico visto che parliamo di autonomia e di norme di attuazione, che sappiamo essere lo strumento per difendere la nostra autonomia, visto che difficilmente riusciamo a modificare il nostro Statuto con legge costituzionale. Vorrei però ricordare a chi è di formazione unionista, come probabilmente lo sono anch'io senza essere mai stato iscritto, che, subito dopo i fatti del 18 maggio 1945, quando Piazza Chanoux è stata dispersa dai carri armati, dalle forze di occupazione, che non erano i Nazisti, e vi era un plebiscito popolare, si è attivata la commissione di cui facevano parte Chabod, Viglino e il Canonico Bovard per appunto richiedere di andare a Roma. Cominciarono a richiedere l'autonomia e i nostri diritti prima a Torino, poi Milano e poi a Roma. Ricordiamoci che il 26 marzo 1946 l'Union Valdôtaine ha radunato ad Aosta una moltitudine di valdostani chiedendo quattro punti basilari: la creazione di un cantone di tipo svizzero, che non siamo riusciti a realizzare; la zona franca, che non siamo riusciti a realizzare; la garanzia internazionale, che non siamo riusciti a realizzare, e la proprietà delle acque. Con queste norme di attuazione vediamo almeno di difendere uno di questi punti storici.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Vorrei precisare alcune cose prima di rispondere al collega Nogara. Intanto, collega Marquis, io non rivendico la maternità di un'iniziativa, non ho questa velleità, ma semplicemente tengo a sottolineare ancora una volta che un mese e mezzo fa abbiamo presentato questa iniziativa, che, a mio avviso, andava a colmare un vuoto e che aveva e dà una grande rilevanza istituzionale indipendentemente dalla questione di CVA, ma legata invece a una prerogativa, che, a mio avviso, la Regione deve sfruttare al meglio. Non c'è contraddizione, collega Marquis, perché io non ho detto che la Presidenza doveva aspettare la discussione in Consiglio di questa mozione, perché altrimenti potevamo andare ancora più alle calende greche di quello che già siamo andati. Io credo però che, se come ci è stato detto e come informalmente a inizio settimana è stato detto a me, se c'è un atto, una lettera, una missiva con cui la Presidenza della Giunta, la maggioranza incarica la Commissione paritetica di lavorare in questo senso, bene, io non ho nessuna intenzione di fare in questo senso della polemica, perché mi pare che l'obiettivo sia un altro.

Altra cosa, io chiederei a questo punto, visto che sono prima firmataria della mozione, ho scritto principalmente il testo e poi l'ho condiviso con gli altri, non sono l'unica che deve pensare, accettare la proposta di correzione dell'impegnativa. Credo pertanto che sia più corretto, e lo faccio formalmente adesso, di chiedere una breve sospensione in modo che si possa esaminare. Tra l'altro, collega Nogara, il testo che lei ha letto è il testo che io ho scritto cinque minuti fa e che ho scritto però in modo del tutto autonomo senza condividerlo minimamente con gli altri firmatari della mozione. Mi sembra più corretto proprio nei confronti di chi ha sostenuto e sostiene questa mozione vederlo un attimo insieme e capire se funziona, perché è frutto soltanto di quello che ho pensato io molto velocemente. L'ho scritto con la biro rossa, perché sono abituata a fare così come a scuola. Proprio perché sarebbe più preciso da parte nostra anche modificare il testo di quella impegnativa, chiederei però se è possibile di leggere un attimo il contenuto della lettera che è stata inviata alla Commissione paritetica.

Detto ciò, io credo che non ci sia - parlo per me ma immagino di interpretare anche il sentire degli altri firmatari - nessun ostacolo a pensare di modificare un'impegnativa se questo significa andare nella direzione di approvare un atto, che, mi pare di capire, vediamo tutti come un atto importante, significativo, necessario sia per quello che riguarda le prerogative della Regione, sia anche per quello che potrà voler dire esaminare possibili altri scenari per la decisione che occorrerà prendere su CVA. Brevemente spero, cinque-dieci minuti per guardare questo testo e, se possibile, per esaminare la lettera.

Presidente - Sospendiamo il Consiglio per qualche minuto.

La seduta è sospesa dalle ore 19:38 alle ore 19:57 e che alla ripresa dei lavori assume la presidenza il Vicepresidente Rollandin.

Rollandin (Presidente) - Riprendiamo i lavori. La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Abbiamo concordato con i firmatari della mozione e anche con il Presidente Nogara il testo dell'impegnativa, che recita così: "impegna la Giunta regionale a seguire con particolare attenzione l'iter dei lavori della Commissione paritetica in merito alla sopracitata norma di attuazione relativa alla disciplina normativa in materia di grandi derivazioni idroelettriche e di disciplina di società partecipate operanti nel settore; a riferire alle competenti commissioni consiliari entro 40 giorni". Questo è il testo che metteremmo in votazione. Voglio ringraziare, lo dico già adesso perché poi dopo si voterà, per la collaborazione e per il fatto che ci sia stata da parte di tutti, dopo l'impasse iniziale, la volontà di arrivare a un testo condiviso.

Presidente - Metto in votazione la mozione così come modificata. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti : 32

Favorevoli: 32

Il Consiglio approva all'unanimità.

Con questo punto chiudiamo la seduta. Buona serata a tutti.

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La seduta termina alle ore 20:00.