Oggetto del Consiglio n. 235 del 19 dicembre 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 235/XV - Reiezione di mozione: "Impegno della Presidenza del Consiglio a sollecitare i Consiglieri regionali, condannati dalla Corte dei Conti per danno erariale, a presentare le proprie dimissioni".
Rini (Presidente) - Punto 4 all'ordine del giorno. La parola al consigliere Mossa per l'illustrazione.
Mossa (M5S) - Colleghi, questa nostra mozione è stata depositata il 26 ottobre, ovvero il giorno dopo in cui la Corte dei Conti, sezione Valle d'Aosta, ha emesso una condanna per danno erariale nei confronti di diciotto tra Consiglieri ed ex Consiglieri regionali. Dieci dei diciotto condannati che dovranno risarcire alla Regione Valle d'Aosta ben 30 milioni di euro oggi siedono in quest'aula. Non che il danno alle casse regionali sia di 30 milioni di euro, intendiamoci, questa è la cifra che al momento la Corte dei Conti ha chiesto di restituire ai condannati; in realtà il danno stimato è ben più consistente: raggiunge i 140 milioni di euro, di soldi pubblici, e stiamo parlando dell'intervallo che va dal 2012 al 2015. Ci auspichiamo che dal 2015 ad oggi non si rilevino ulteriori danni.
Oltre al fatto che ne stiamo discutendo due mesi dopo, vorrei evidenziare che quando l'abbiamo presentata, ben sei dei dieci colleghi condannati per danno erariale sedevano tra i banchi della minoranza, quindi non solo la mozione, anche se non ancora discussa, non è stata minimamente presa in considerazione, ma addirittura i colleghi a cui era rivolta oggi fanno parte della maggioranza e alcuni addirittura sono diventati Assessori. Ma la cosa ancora più assurda è che uno dei condannati, che all'epoca era Presidente del Consiglio, non solo non ha recepito minimamente il nostro messaggio, ma oggi è diventato Presidente della Giunta. Cose da far impallidire Forza Italia. Ancora una volta mi domando se le nostre suggestioni vengano recepite all'esatto contrario, perché una cosa è non approvarle o non condividerle, un'altra è fare l'esatto contrario di ciò che si chiede. Comunque, con la speranza che oggi questa discussione non ispiri i destinatari a ricoprire ruoli ancora più apicali (può darsi), vorrei tentare di esporla affinché, se non altro, se ne discuta, perciò entrerei subito nel merito della condanna prendendo spunto da ciò che ha contestato la Corte dei Conti. Nella fattispecie, "secondo parte attrice le operazioni di finanziamento alla Casa da gioco Casinò Saint-Vincent sono state realizzate in evidente violazione del divieto posto dalla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato nonché in contrasto con gli inderogabili precetti previsti dalla legislazione nazionale e da quella regionale, ignorando del tutto i fondamentali canoni dell'economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, a fronte di una crisi aziendale ritenuta irreversibile. Quindi i ripetuti interventi di soccorso finanziario al Casinò, poiché posti in essere in spregio di ogni regola collocata a presidio di economicità, efficacia ed efficienza dell'utilizzo di risorse finanziarie pubbliche, si sono risolte nell'ingiustificata dissipazione di provviste erariali di enorme consistenza. Un elemento rilevante per determinare l'illiceità della condotta lo si rinviene proprio considerando che le operazioni di salvataggio si sono realizzate in dispregio di numerosi ed inequivoci segnali che univocamente indicavano la pressoché certa evaporazione delle nuove risorse somministrate per prolungare, in modo artificiale, la continuità aziendale di un soggetto imprenditoriale che non presentava prospettive di risanamento realmente credibili. Tale comportamento risulta macroscopicamente distante dal dovuto oculato impiego di una provvista finanziaria collettiva".
Adesso io non voglio entrare nel merito della sentenza emessa da un organo terzo e super partes come la Corte dei Conti, quello che dico è che da questa condanna si evince chiaramente che la colpa non sia solo quella di aver premuto in buona fede un pulsante, come affermato da molti di voi ? a parte che a tal proposito vi ricordo che ci sono pulsanti che, premuti, lanciano testate nucleari ? ma se ne deduce l'incapacità di amministrare nei soggetti chiamati in causa e una perdita consistente di risorse pubbliche che potevano essere impiegate in tanti altri settori, come quello del turismo ad esempio o delle politiche del lavoro o per ridurre le addizionali IRPEF per i cittadini più disagiati.
Voi, colleghi, che avete subito una condanna a causa di una cattiva gestione del bene pubblico oggi state decidendo il bilancio di questa Regione per i prossimi tre anni, e questo non è uno spot elettorale o demagogia, questa è una seria preoccupazione. Al di là di come andranno a finire tutti i gradi di questi processi, nei quali avrete tutto il diritto di dimostrare la vostra innocenza, vi chiediamo di fermarvi un attimo a pensare all'opinione e alle paure che si possono essere annidate nei nostri corregionali a seguito di questa condanna: non potete lasciare che i nostri cittadini vivano con il patema che chi li sta amministrando, visti i precedenti, possa ulteriormente danneggiare le casse regionali (il bene pubblico). Voi lascereste amministrare i vostri beni a chi ha subito una condanna, a qualsiasi livello essa sia, proprio per l'incapacità di amministrare? Anche se un giorno venisse dimostrata la sua innocenza, continuereste, nel dubbio, a lasciargli nelle mani i vostri beni e le vostre ricchezze? Io non lo farei e dubito che lo fareste anche voi. Fosse stato un danno di poche migliaia di euro, sempre contestabile ovviamente, avrebbe però avuto un impatto diverso. Sbagliare è umano, ne siamo coscienti, ma qui parliamo di milioni di euro e non di poche migliaia, non può essere considerato un errore o una frivolezza. Siete stati eletti da cittadini e ai cittadini, visto che il vostro status oggi è un pochino cambiato, spetta decidere se vi vogliono ancora amministratori o meno dei loro soldi. Se la gente ha perso fiducia nelle istituzioni, uno dei motivi è proprio questo: la mancanza di fiducia.
Vorrei ricordarvi che il partito che ha realmente vinto le scorse elezioni è quello degli astensionisti, che ha raggiunto quasi il 35 percento degli aventi diritto al voto. Comunque siete sempre in tempo, potete ancora prendere questa decisione. Se abbracciate questa scelta non è un dramma, si potrebbe aprire uno scenario davvero importante. Potreste scegliere se dimettervi e lasciare il vostro posto ai primi esclusi delle vostre liste alle elezioni regionali, quindi non perderete la rappresentanza delle vostre forze politiche in Consiglio, oppure ? con l'appoggio nostro e della Lega, che ha già espresso nelle scorse assemblee di voler andare anch'essa in questa direzione ? ci sarebbe la possibilità di dimettersi tutti e tornare al voto. Nella seconda ipotesi potreste beneficiarne due volte. La prima, come ho già detto, è quella di lasciar decidere i cittadini se, dopo la vostra condanna, vogliano o meno che continuiate a essere i loro rappresentanti; la seconda è quella di mettere la parola fine a questo frazionamento politico dove, tra un ribaltone e l'altro, non si va da nessuna parte.
C'è ancora la possibilità di dare un governo stabile a questa Regione, un governo che esprima davvero la volontà dei cittadini e non l'esigenza dei politici. Dove è finita la democrazia? Citate sempre la democrazia rappresentativa, ma, se non rappresentate davvero il volere dei cittadini, di democrazia non si può parlare.
Per quanto esposto, impegniamo la Presidenza del Consiglio, in quanto organo rappresentante di tutti noi e, per sua natura, al di sopra delle parti ? questo in teoria, ma non in pratica (l'abbiamo potuto vivere oggi con la questione pianisti) ? affinché solleciti i Consiglieri condannati a presentare le proprie dimissioni nel rispetto delle istituzioni, della dignità di questo Consiglio e dei cittadini tutti.
Presidente - Collega Mossa, le risponderò io perché l'invito è rivolto alla Presidenza del Consiglio e inizio con una puntualizzazione proprio per il rispetto che dobbiamo tutti a quest'aula, riagganciandoci anche alla discussione di prima: i pianisti sono coloro che votano per colleghi che non sono presenti in aula. Io ci tengo a sottolinearlo, per l'onore che dobbiamo all'aula, che mai è successo niente del genere in quest'aula, quindi la invito a utilizzare le parole corrette quando si vogliono rappresentare dei fatti accaduti in quest'aula. Il collega stava arrivando, ha espresso il voto e un collega ha votato per lui con il Consigliere in aula. Un voto palese. In quest'aula mai si sono verificati casi di pianisti.
Detto questo, entro nel merito della sua mozione. Ovviamente la discutiamo a un paio di Consigli dalla presentazione, come lei ha ricordato. Ha esordito dicendo che non entra nel merito, ma in realtà poi ha letto gran parte della sentenza, quindi in realtà nel merito ci siamo entrati, anche qui faccio prima una puntualizzazione di tipo tecnico. Ha parlato di condanna per aiuti di Stato, in realtà gli aiuti di Stato erano contestati nella delibera nel 2012, delibera per cui siamo stati tutti assolti. Tutti coloro che erano coinvolti in questa vicenda sono stati assolti. La pronuncia del 25 ottobre 2018 della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Valle d'Aosta non determina conseguenze giuridiche sullo status di Consigliere regionale per gli amministratori in carica, nei cui confronti è stata emessa sentenza di condanna. Infatti, a differenza di quanto previsto dalla cosiddetta legge Severino in riferimento ai soli procedimenti di natura invece penale, ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 20, recante "Disciplina delle cause di ineleggibilità o incompatibilità con la carica di Consigliere regionale", una sentenza di condanna pronunciata dal giudice contabile di primo grado nei confronti di un Consigliere regionale non ne comporta in alcun caso la decadenza dalla carica elettiva. Nel caso di specie mi preme sottolineare come gli amministratori che sono stati coinvolti nel procedimento, tra cui la sottoscritta, lo sono stati per delle responsabilità connesse alla votazione di una delibera del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, votata perché fornita di tutti i necessari pareri tecnico-giuridici favorevoli e di tutti i visti di legittimità e di regolarità contabile. Un voto che è stato fatto nell'esclusivo interesse della Regione e della sua società partecipata Casino de la Vallée.
Detto questo, lasciatemi soltanto sottolineare come in tale contesto le responsabilità politico-amministrative siano sempre inevitabilmente connesse a delle decisioni e soltanto chi assume l'onere di decidere si assume queste responsabilità. Responsabilità che sono invece estranee a tutti coloro che spesso decidono di non decidere, preferendo forse il più comodo atteggiamento di restare a guardare. Il fatto è che nessuno di noi è stato eletto per lasciare l'onere delle decisioni all'altro, anche perché, se tutti agissimo in questo modo, consegneremmo la Valle d'Aosta alla paralisi politico-amministrativa più assoluta, a discapito proprio di quella comunità valdostana che invece ci ha scelti democraticamente per essere degnamente rappresentata in quest'aula.
Per quanto concerne la trattazione nel merito di questa mozione, infine, mi corre l'obbligo di evidenziare come la Presidenza del Consiglio altro non fa che attenersi scrupolosamente a quanto disposto a livello normativo, come è giusto e legittimo che sia in uno Stato di diritto.
Io, collega, concludo chiedendole di ritirare questa mozione che è evidentemente una forte provocazione, anche perché dietro a questa vicenda ?, e non è questo sicuramente il luogo per dare le giustificazioni di chi ha agito in settori talvolta nemmeno di piena competenza, ma a fronte di pareri tecnici e di visti di legittimità ? bisogna ricordarsi sempre che ci sono delle persone, ci sono delle famiglie, ci sono dei colleghi che hanno tutto il diritto, ma aggiungo anche il dovere, di poter difendere le loro azioni nella sede opportuna e quella sede non è sicuramente quest'aula.
La parola al consigliere Mossa.
Mossa (M5S) - Vorrei chiederle una cosa. Lei ha detto che la situazione dei pianisti si realizza in un momento in cui il collega era in aula, stava arrivando...
(interruzione da parte della Presidente Emily Rini)
Ha ammesso che comunque qualche collega ha votato per qualcun altro.
Presidente - Mi scusi, non mi piace intervenire mentre un collega parla: nessuno ha mai votato per altri, il collega Assessore si stava recando al posto, ha dato indicazione di voto in una votazione palese pubblica al suo collega. Quindi non facciamo casi dove non ci sono. Fenomeni di pianisti in quest'aula non sono mai accaduti, né ora né in passato.
Mossa (M5S) - Quello che mi chiedo, in realtà, è come faceva il collega che ha votato al posto dell'altro a sapere come si sarebbe espresso il collega per votare. Glielo ha detto gesticolando? A mio avviso, se uno vota al posto di un altro...
Presidente - Restiamo all'ordine del giorno, stiamo parlando della mozione e la invito a stare sul tema, collega Mossa.
Mossa (M5S) - È lei che ha cambiato argomento, scusi! Io sto rispondendo a quello che ha detto lei, sono nel tema. Quindi, ripeto, se il collega sapeva già cosa avrebbe votato il collega prima che arrivasse, cosa ci alziamo a fare a proporre i nostri lavori, a discutere i punti all'ordine del giorno se già sanno cosa votare? Evitiamolo. Perdiamo meno tempo e facciamo perdere meno tempo a chi segue il Consiglio.
Parte due. Assolutamente non ritiro la mozione e spero, lo spero, che prima o poi le vostre coscienze vengano risvegliate.
Presidente - La parola al consigliere Bertin.
Bertin (IC) - Soltanto un brevissimo intervento. Non crediamo che un'aula del Consiglio debba trasformarsi in un tribunale, nel senso che qui non si emettono sentenze ma si votano leggi e appelli alla coscienza dei singoli non devono essere fatti in questo contesto. Non è certamente qui che si devono affrontare in questo modo questi argomenti. Annunciamo voto di astensione.
Presidente - La parola al consigliere Ferrero.
Ferrero (MOUV') -. Io ritengo che non fosse nelle intenzioni del collega Mossa fare un processo a nessuno e penso che l'intenzione sia, avendo iniziato non più di sei anni fa l'attività politica, quella di manifestare una sensibilità diversa rispetto a certe questioni. Una sensibilità legata non ai processi, ma una sensibilità etica. Poi uno la può chiamare provocazione, non provocazione. E questa sensibilità è diversa nelle varie forze politiche, questo è un dato di fatto.
Però io, dato che poi penso che a tutti interessi la concretezza, invito il collega Mossa, adesso in occasione della revisione della legge elettorale, in quella sede questa sensibilità comune dal punto di vista etico si manifesti attraverso l'introduzione di cause d'incompatibilità o ineleggibilità che siano definite in maniera chiara, in maniera che alle prossime elezioni non ci siano più problemi del genere. Avrà la maggioranza dell'aula, non ce l'avrà? Lo vedremo. Ma penso che lo strumento legislativo sia quello che taglierebbe la testa al toro a una questione in cui da ormai vent'anni il ruolo politico è stato delegato esclusivamente alla magistratura valdostana.
Presidente - La parola al consigliere Sammaritani.
Sammaritani (LEGA VDA) - Mi sembra doveroso intervenire, almeno per quanto mi riguarda, anche in via strettamente personale direi, ma spero che il pensiero sia condiviso anche da altri della mia compagine, perché da avvocato da oltre trent'anni e da persona convintamente garantista, deontologicamente garantista direi, non posso accettare questo tipo di giustizia sommaria. La legge è legge, se la legge dice che ci sono delle incompatibilità quelle vanno rispettate, ma se la legge non lo dice, non possiamo demandare alla giustizia di condizionare elezioni, condizionare organi rappresentativi, perché non è quello il ruolo della magistratura. Quindi noi non possiamo, secondo me, anche dal punto di vista etico, ma proprio perché è una questione etica, accettare questo tipo di condizionamento, quindi io annuncio che personalmente voterò contro questo tipo di mozione.
Presidente - La parola alla consigliera Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - La mia posizione è la stessa del collega Sammaritani. Il tutto deriva dalla nostra formazione professionale, per cui deontologicamente non ci sentiamo di sostenere la posizione dei colleghi Cinquestelle. Il principio della garanzia del diritto e del processo è qualcosa per noi di sacrosanto. Per il resto noi lasciamo libertà di voto ai colleghi della Lega, che potranno decidere in coscienza quello che ritengono più corretto fare.
Presidente - La parola al consigliere Vesan.
Vesan (M5S) -. Il collega Mossa non ha riletto il testo della sua mozione, ma il primo punto era il richiamo all'articolo 54, comma 2, della Costituzione. Non è citato, ahimè, nel testo della mozione, ma confido che, poiché tutti noi trentacinque ne abbiamo giurato il rispetto in quest'aula, sia conosciuto a tutti. Il comma 1 dell'articolo 54 prevede che gli Italiani sono tenuti al rispetto della legge. Questo è fondamentale, siamo tutti serenamente consci e consapevoli di questo e su questo noi abbiamo giurato, quindi noi faremo di tutto perché non solo noi, ma tutti i cittadini che rappresentiamo siano chiamati al rispetto della legge. Quello che abbiamo citato, invece, in questa mozione, illustrata dal collega Mossa, è il comma 2 dell'articolo 54 che, essendo un secondo comma di questo stesso articolo, fa riferimento a quanto citato in precedenza. Adesso non voglio fare lezioni di diritto; come è stato ribadito da tutti, questa non è un'aula di tribunale e quindi mi piacerebbe che anche i colleghi della Lega si esprimessero come politici e non come avvocati. Comunque la Costituzione che noi tutti abbiamo giurato di rispettare, così recita successivamente al rispetto della legge per tutti i cittadini: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge". La questione della disciplina e l'onore, essendo evidenziata nel comma successivo, presuppone che il rispetto dell'etica faccia parte dei doveri di chi rappresenta i cittadini valdostani in quest'aula, perché noi siamo cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche. Non siamo il cittadino della strada che difende il suo onore rispetto ad altre cose, noi lo difendiamo anche rispetto a quello che esce dalle sentenze dei tribunali che giudicano il nostro lavoro all'interno della funzione pubblica.
La Corte dei Conti della Valle d'Aosta ha sentenziato ? sia pure non con sentenza passata in giudicato, non con sentenza definitiva ? che il lavoro fatto dagli amministratori che sono stati condannati non è stato a vantaggio e a tutela dell'interesse dei cittadini valdostani, e questa sentenza è stata successiva alla vostra elezione.
Quello che abbiamo chiesto è semplicemente di consentire ai cittadini valdostani, a fronte di una dimostrazione da parte di un ente giudicante terzo, di poter esprimere il loro parere nei confronti dell'operato da parte di questi Consiglieri o anche da parte di tutto il Consiglio, visto il preponderante numero di Consiglieri che ha subito questo tipo di condanna. Nessuno ha chiesto al Presidente di far rispettare la legge. Noi abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio, quale figura super partes, di tutelare il rispetto della Costituzione in tal senso, invitando i Consiglieri che si trovano in questa situazione a presentare le proprie dimissioni. Non ci aspettavamo assolutamente da parte di una Presidenza del Consiglio, che dovrebbe rappresentare non solo tutti i Consiglieri, ma tutti i Valdostani, che la sua risposta coincidesse con la sua difesa personale relativamente a questo problema, quando in realtà noi sulla questione personale non abbiamo detto assolutamente nulla: noi abbiamo parlato esclusivamente di rappresentanza istituzionale, ed è quello che abbiamo chiesto.
Presidente - Io non ho parlato di nessuna circostanza personale, ho solo detto che dietro alle questioni ci sono le persone, non la mia persona. Per correttezza d'informazione ho detto che anche io sono una delle persone coinvolte in questa situazione, non ho citato e non ho fatto alcun riferimento personale.
La parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Avendo lasciato libertà di voto in seno al gruppo della Lega penso che sia opportuno motivare il mio voto. Io credo fermamente nello Stato di diritto che definisce dei confini e questi confini, se non sono rispettati, danno delle conseguenze; il confine, se ci fosse stato in questo caso, avrebbe determinato la sospensione o comunque da parte dei colleghi l'uscita da quest'aula. Ciò non è avvenuto. Quindi credo nello Stato di diritto e la sfera del diritto mi dice che oggi questi colleghi a pieno titolo possono stare in quest'aula. Altra cosa è la sfera personale. Ognuno in cuor suo può fare le sue scelte, determinare le sue azioni e ne risponderà a sé medesimo e a tutti gli altri, ma è una sua sfera personale che, al di là di tutto, sino al termine dell'iter giudiziario deve essere rispettata.
Io vengo da un mondo che si dà codici etici, deontologici, di tutto e di più, e quindi sposo pienamente, legato anche a quanto ho appena detto sullo Stato di diritto, a quello che ha detto il collega Ferrero: io vi invito, al di là di presentare una mozione, ad agire nelle deputate sedi, negli organi amministrativi per presentare emendamenti o potenziare il diritto, e quindi la legge, per determinare un nuovo livello di confine. Ma oggi il confine è quello determinato dalla legge e il mio voto sarà contrario alla mozione.
Presidente - La parola alla consigliera Pulz.
Pulz (IC) -. Vorrei precisare che in merito alla sentenza ho rilasciato a suo tempo delle dichiarazioni a caldo ai giornali, dichiarazioni che hanno offeso più di una persona in quest'aula e allora approfitto dell'occasione per sottolineare che in quelle dichiarazioni ho specificato che cosa farei io, nel caso in cui la Corte dei Conti mi contestasse un danno rispetto alla gestione del denaro pubblico, come è stato decidere per nuovi finanziamenti al Casinò in costante perdita. Io mi dimetterei senz'altro, perché sono un'inguaribile idealista e dopo aver risarcito il danno alla comunità, in nome del rispetto dei cittadini e della fiducia riposta in me dagli elettori.
Il mio maestro in materia è il filosofo Francis Bacon che dopo il carcere per la pesante accusa, nel suo caso però parliamo di peculato, si ritirò a vita privata e a questa scelta fortunata si devono i saggi filosofici, che poi lo hanno reso famoso.
Ribadisco che questo sarebbe il mio atteggiamento, ma si tratta di scelte di etica personale non esportabili, perché ognuno deve poter fare liberamente e responsabilmente le sue. Quindi il mio voto sarà di astensione.
Presidente - Non ci sono altre richieste d'intervento, metto in votazione la mozione illustrata dal consigliere Mossa. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 29
Favorevoli: 4
Contrari: 25
Astenuti: 6 (Bertin, Cognetta, Ferrero, Lucianaz, Minelli, Pulz)
Il Consiglio non approva.