Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 187 del 18 ottobre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 187/XV - Approvazione di mozione: "Impegno per la regolamentazione dell'uso del cellulare nelle scuole".

Fosson (Presidente) - Alla presenza di 29 Consiglieri dichiaro aperta la seduta. Riprendiamo il nostro ordine del giorno dal punto n. 25. La parola alla Consigliera Russo per l'illustrazione.

Russo (M5S) - L'oggetto della presente mozione è un argomento di grande attualità: la regolamentazione dell'utilizzo dei cellulari in classe durante le ore di lezione. Certamente l'uso dei cellulari tra i banchi di scuola divide in due l'opinione pubblica: smartphone sì/smartphone no. In Francia vi è un disegno di legge che prevede il divieto per gli studenti di utilizzare smartphone, tablet e altri dispositivi tecnologici per uso personale. In vari Paesi della Germania, del Regno Unito e degli Stati Uniti e in varie città italiane diverse scuole hanno inserito nei loro regolamenti il divieto per gli studenti di utilizzare lo smartphone in classe. Addirittura alcuni docenti universitari hanno vietato l'uso del cellulare durante le lezioni nonostante gli alunni abbiano più di 19 anni e si presuppone sappiano autoregolarsi. È chiaro a tutti noi che la priorità della scuola è quella di mirare allo sviluppo delle facoltà mentali analogiche, finalizzate a cogliere la complessità della realtà, facoltà che permettono anche agli studenti di padroneggiare il mondo digitale, che deve essere a loro servizio e non viceversa. La pedagogia ci insegna che a scuola i ragazzi devono essere mentalmente presenti in classe per apprendere tramite la relazione reale con gli insegnanti e i compagni. Ascoltare presuppone il rispetto di chi parla, la convinzione di essere lì per imparare e soprattutto un atteggiamento attivo e di partecipazione attenta. Anche la nostra esperienza personale quotidiana ci insegna che il cellulare invece è uno strumento individuale che spinge all'isolamento: il cellulare permette di essere altrove, nel cyberspazio, lontano dalla realtà in cui ci si trova. Secondo il sondaggio "scuola.net 2018" appena fatto, uno studente su due usa lo smartphone in classe senza l'autorizzazione del professore, per scopi personali, cioè per chattare, consultare i social, giocare e svolgere i compiti in classe, fare foto ai compagni e agli insegnanti. L'uso dello smartphone in classe non può essere considerata una didattica innovativa secondo noi. L'innovazione può passare attraverso la dotazione di PC e tablet di proprietà della scuola per tutti gli alunni della Valle d'Aosta. La didattica deve essere innovativa anche senza tecnologia, così da coinvolgere lo studente - e questo è un bellissimo concetto secondo me - nella sua interezza: mente, corpo ed emozioni, l'apprendimento è questo.

Attualmente la gestione dei cellulari in classe è interamente a carico dei docenti, i ragazzi della scuola media secondaria di primo grado hanno un utilizzo più controllato dei cellulari, invece i ragazzi, soprattutto quelli della scuola secondaria di secondo grado in classe sono molto spesso connessi e non è sufficiente dire loro di non utilizzare il cellulare ovviamente perché lo facciano. La necessità di regolamentare le modalità e i tempi dell'uso e non uso non è una novità. Credere che gli insegnanti debbano anche educare gli alunni a un uso consapevole e moderato dei cellulari introducendolo anche in classe è un'ingenuità e sono i risultati a dimostrarcelo. Chi tra noi ha figli o nipoti alle superiori ha certamente ricevuto messaggi da loro durante le ore di lezione su argomenti relativi alla vita privata di ognuno, commenti su professori e compagni, comunicazioni che certamente non sono urgenti e possono essere rimandati al rientro a casa o comunque a fine lezione. Qui stiamo parlando di vera e propria dipendenza da smartphone che coinvolge moltissimi adulti, ma ancora di più moltissimi ragazzi senza una corrispondente e necessaria educazione digitale. La formazione ad hoc di alcuni insegnanti e gli interventi della Polizia postale certo non coprono tale bisogno formativo. Una scelta politica in questo ambito di forte attualità avrebbe certamente un impatto educativo importante, immediato, a costo zero e si delineerebbe come un prezioso sostegno agli insegnanti in classe e indirettamente anche ai genitori a casa.

Fatte queste valutazioni, chiediamo l'impegno a far inserire dal mese di settembre 2019 nei regolamenti di tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado, qualora non fosse ancora presente, il divieto di utilizzare lo smartphone in classe durante le ore di lezione.

Presidente - Apro la discussione generale. La parola alla Consigliera Minelli.

Minelli (IC) - Sicuramente la mozione che presentano oggi i colleghi del Movimento Cinque Stelle pone un problema che è importante e che fa parte dei problemi che la scuola si trova a dover affrontare; forse non è il problema più grosso, ma sicuramente è un argomento di cui nelle scuole si dibatte. L'uso del cellulare, un uso indiscriminato e non controllato in alcune scuole, in alcune realtà è sicuramente presente, anche se non credo sia un fenomeno così diffuso nelle nostre scuole. Per esperienza di docente di scuola secondaria di primo grado, ritengo che un divieto di utilizzo del cellulare a scuola sia assolutamente importante, peraltro in molti regolamenti, in molti POF delle scuole secondarie di primo grado questo divieto è presente. Non un divieto formale a portare a scuola il cellulare, ma normalmente a tenerlo spento durante le ore di lezione e, quando accade che in qualche classe squilla un cellulare o arriva un messaggio, spesso in molte scuole è compito degli insegnanti consegnare il telefonino alla dirigenza e i genitori poi sono chiamati a ritirarlo.

Per quello che riguarda però in generale la questione smartphone sì/smartphone no, mi permetto di dire che attualmente in alcune realtà, non solo nella nostra regione ma anche al di fuori, l'utilizzo del telefono in alcune scuole è ammesso anche a scopi didattici. Mi riferisco, per esempio, a quelle situazioni, e sono tante, in cui non esiste la presenza di un numero sufficiente di computer, di LIM e tanto meno di tablet, purtroppo siamo in una situazione di forte carenza di strumenti informatici. Spesso accade che alcuni alunni che sono in condizioni svantaggiate di apprendimento - mi riferisco, per esempio, agli studenti con disturbo specifico di apprendimento DSA o altri - sono talvolta autorizzati dai loro insegnanti, per esempio, a fotografare gli esercizi presenti alla lavagna nel caso in cui non sia possibile un collegamento telematico; faccio presente che molte scuole non sono collegate con il sistema Wi-Fi: la mia scuola, per esempio, non ha questa possibilità per i ragazzi.

Io quindi credo che occorra fare una distinzione e che un divieto assoluto imposto a tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado sia forse eccessivo. Secondo me, bisognerebbe far presente nella mozione che, per quello che riguarda la secondaria di primo grado, è assolutamente corretto e necessario, per la scuola superiore la situazione è un pochino diversa.

Altra cosa che volevo far notare è che oggi una didattica moderna ed efficace passa anche attraverso un'educazione digitale e quindi, come spesso accade, il compito della scuola è anche quello di insegnare a utilizzare correttamente certi strumenti. È un compito oneroso per gli insegnanti che non può certo esaurirsi con l'utilizzo, con l'aiuto, per esempio, della Polizia postale, che spesso nelle scuole va a spiegare i rischi dell'utilizzo degli smartphone e degli strumenti informatici. Credo che chi opera nella scuola debba fare una riflessione in questo senso - in tante scuole si sta già facendo - e penso anche che oggi sia importante capire e andare nella direzione di utilizzare gli strumenti informatici con responsabilità, con sufficiente conoscenza di quelli che possono essere i rischi e i vantaggi. Io credo che non sia più possibile pensare a una didattica tradizionale, che in molte, troppe scuole oggi è ancora concentrata su una lezione di tipo frontale, e in questo faccio anche una sorta di autocritica della categoria, perché davvero c'è bisogno di affidarsi a degli strumenti nuovi, fra i quali ci sono anche i supporti informatici.

Per quanto riguarda la mozione, quindi io credo che ci debba essere una differenza tra quello che si chiede alle scuole secondarie di primo grado, quindi il divieto per queste scuole all'uso degli smartphone in mano agli alunni e un discorso un po' diverso sulla questione delle scuole secondarie di secondo grado. Credo che però la collega Pulz, che proviene da quel mondo, sia più in grado di me di specificare qual è la situazione.

Presidente - La parola alla Consigliera Pulz.

Pulz (IC) - Io credo che nessuno strumento vada demonizzato di per sé, il problema è sempre imparare a usarlo, a gestirne le potenzialità e quindi i rischi connessi. Si rende sempre più necessaria una formazione specifica all'uso del digitale in generale nelle scuole per gli allievi, ma anche per i docenti, come ha già sottolineato la collega Minelli. La formazione che la Polizia postale offre, soprattutto nella scuola media ma anche nel biennio della scuola superiore, non è sufficiente per quanto di fatto interessante e va senz'altro implementata una formazione più ad ampio raggio. Stiamo infatti qui parlando di un problema fondamentale di educazione alla responsabilità più che non di divieti calati dall'alto, anche perché - parlo di scuola superiore, che è il mondo da cui provengo - vi sono anche alcuni docenti illuminati e innovatori, pochi per la verità purtroppo, che invitano gli allievi a un uso intelligente del cellulare in classe: per esempio, per registrare una lezione e risentirla a casa, per videoregistrare un esperimento di laboratorio - vi sto dicendo delle cose che ho visto e che ho fatto nel tempo -, per fotografare una lavagna zeppa di schemi, per cercare un termine specifico su un dizionario digitale nelle varie lingue, o anche per far utilizzare agli allievi una specifica App su device che non è praticabile su PC. Certo bisogna che gli insegnanti stiano sempre con le antenne dritte sull'uso dei cellulari in classe.

L'Associazione ISDE (Associazione Italiana dei Medici per l'Ambiente) tra le prime in Italia ha organizzato formazioni a cui ho avuto anche modo di partecipare sul pericolo rappresentato dalle onde elettromagnetiche, sebbene le prove scientifiche non ci siano o, meglio, ci sarebbero, ma, come sappiamo, forse vengono condizionate da alcuni gestori della telefonia che pare finanzino la ricerca stessa, il che è non poco contraddittorio, come direbbe sempre l'amico Aristotele... la preoccupazione relativa all'emissione di onde elettromagnetiche... comunque se i cellulari stanno accesi nelle cartelle sebbene con il volume abbassato...

Per concludere, io renderei un po' più morbido l'impegno proposto dai colleghi Cinque Stelle, che rischia anche un po' di scavalcare i regolamenti di cui tutte le istituzioni si sono nel frattempo dotate rispetto all'uso dei cellulari. Detto molto apertamente, non vorrei che qualcuno ancora una volta pensasse che nelle scuole gli insegnanti stanno a pettinare le bambole, perché l'impegno dei più è quotidiano ed è un impegno di trincea.

Aggiungerei inoltre nella mozione che l'educazione alla responsabilità va garantita, anzi approfondita per una generazione che è nata con questi strumenti digitali in mano, ma anche per la generazione dei docenti che spesso fanno fatica a stare al passo con i tempi. Aggiungerei poi che credo sia responsabilità del docente presente in classe, al di là di tutti i regolamenti che l'Assessore può fare, valutare di lezione in lezione se sia opportuno l'uso del cellulare durante specifiche attività didattiche come quelle che ho cercato di esemplificare.

Mi restano due dubbi: il primo è che questa mozione arrivi in ritardo rispetto alla realtà delle scuole che chiaramente hanno già dovuto regolamentare l'uso del cellulare, perché è da parecchio che se ne parla. In ultimo, se anche questa regola venisse introdotta, come possiamo poi essere certi che venga applicata da parte dei docenti nei consigli di classe.

Vorrei ancora aggiungere alla discussione un'altra variabile, un'altra questione: credo che in fase di bilancio dovremmo pensare all'eventualità di finanziare meglio, di investire di più sulla formazione, perché, se tutti i docenti fossero formati a dovere, saprebbero coinvolgere meglio i ragazzi, incuriosirli, appassionarli e non annoiarli con una didattica obsoleta e superata, di fronte alla quale gli allievi per sopravvivere hanno questo impulso incontrollabile, che avremmo anche noi adulti, di tirare fuori il cellulare dalla cartella.

Presidente - La parola all'Assessore Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Ringrazio sia i firmatari della mozione, sia naturalmente questi contributi che sono stati portati da persone, da colleghe del settore, quindi naturalmente di particolare pregio.

Condivido anch'io che l'utilizzo del cellulare, dello smartphone piuttosto che del tablet, di qualsiasi cosa si tratti, se è fatto in modo improprio, se avviene in modo da turbare il normale svolgimento della didattica, diventa evidentemente uno strumento negativo. Al contrario, se si tratta di utilizzare questi strumenti a fini didattici o per avvicinare i ragazzi, gli allievi, gli studenti allo strumento stesso e quindi a un corretto uso del medesimo, è evidente che l'utilizzo è positivo, come tutti gli strumenti peraltro, mi sembra abbastanza banale dirlo.

Ringrazio quindi di questi contributi, perché io avevo nel contempo e nell'ottica che avevo già esposto ai proponenti del fatto che non si può andare a invadere il campo altrui, nel senso che il principio dell'autonomia scolastica non può essere violato e sappiamo benissimo che all'interno dei regolamenti scolastici ci sono già molti istituti che si sono dotati di queste regole. Credo quasi tutti, probabilmente con delle sfumature diverse, ma è evidente che si è tutti orientati nel senso di dire che l'utilizzo improprio, quindi a titolo personale dello smartphone in particolare, perché praticamente tutti gli studenti sono dotati di questo all'interno delle classi, è un fattore negativo. Avevo pertanto proposto che questa mozione fosse modificata nel senso di dire non tanto che l'Assessore si impegna, ma quanto meno che sollecita e, ove possibile, impegna i dirigenti scolastici a impedire l'uso dello smartphone. Alla luce però di questo vostro contributo, che ho ritenuto prezioso ed estremamente fondato, direi che, se i proponenti sono d'accordo, si potrebbe addirittura aggiungere in fondo che comunque, al di là del divieto di utilizzare lo smartphone in classe durante le ore di lezione, si fa salvo l'utilizzo del medesimo a fini didattici. A questo punto il corpo della mozione, dell'impegno potrebbe essere perfettamente condivisibile.

Presidente - I proponenti sono d'accordo? La parola alla Consigliera Russo.

Russo (M5S) - Sicuramente quest'Assemblea riflette perfettamente quello che avviene nelle nostre famiglie, con i nostri amici: ognuno di noi ha una visione personale anche di regolamentazione dell'uso di questo strumento. L'emendamento che proponete alla mozione è assolutamente un emendamento che accetterò, anche perché effettivamente la seconda parte era già una parte che avevo in dubbio se inserire o meno nella mozione.

Io però vorrei sottolineare un aspetto che per me è fondamentale: il fatto di inserire il divieto era semplicemente un aiuto, almeno iniziale, per gli insegnanti. Mi sembra che, da questo punto di vista, nell'esperienza che ho avuto io personalmente quando mi sono recata nelle classi per il mio lavoro, piuttosto che nell'esperienza di insegnanti con cui ho parlato, c'è una grandissima difficoltà da parte degli insegnanti nella gestione di questo strumento e la responsabilizzazione di cui parlano le colleghe di Impegno Civico ho paura che sia ancora una meta molto lontana, quindi mi sembrava che questa potesse essere una strada per arrivare all'obiettivo. L'obiettivo di questa mozione vuole essere che i ragazzi devono guardarsi tra di loro, devono ritornare all'apprendimento reale e alzare gli occhi al cielo, nel senso di guardare oltre, di guardare verso l'ideale e non di guardare sempre verso i cellulari, come facciamo anche noi durante le nostre sedute di Consiglio regionale. Questa era la mia intenzione con questa mozione.

Presidente - La parola all'Assessore Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - A questo punto, se mi consentite, alla luce di questi emendamenti intervenuti, darei lettura del testo che sarà quello definitivo a beneficio di tutti: "Il Consiglio regionale impegna l'Assessore competente a sollecitare e, ove possibile, impegnare i dirigenti scolastici affinché inseriscano, dal mese di settembre 2019, nei regolamenti di tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado (qualora non ancora presente) il divieto di utilizzare lo smartphone in classe durante le ore di lezione, fatta salva l'utilizzazione del medesimo a fini didattici".

Presidente - La parola alla Consigliera Russo.

Russo (M5S) - Come ho già dichiarato prima, sono d'accordo con l'emendamento, anche perché era già nella mia intenzione proporre questa formula più morbida.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin.

Viérin (UVP) - L'école est un peu le lieu où non seulement on forme les jeunes générations d'un point de vue pédagogique, mais c'est le lieu aussi, un peu comme le reflet d'une société, où nos jeunes grandissent en prenant ce que dans la société se passe et en prenant exemple aussi, non seulement les enseignements de la pédagogie, mais ce qui se passe en terme d'éducation et de vie.

Souvent on s'est interrogés sur ce que l'école pouvait faire pour véhiculer certaines valeurs, certains principes. On a souvent parlé, par exemple, de l'utilisation consciente d'Internet, le cyber a été un phénomène, le cyberbullismo. La collègue Morelli a présenté dans cette salle, à plusieurs reprises, des initiatives d'entente avec les institutions scolaires et dans les années au fil des décennies, au fur et à mesure que des phénomènes de la société qui avançait se présentaient, il y avait la nécessité bien évidemment de comprendre quel est le rôle de l'école. Je crois que sur cela il y a des visions nuancées, car la possibilité d'éduquer, mais aussi de responsabiliser les jeunes générations est quelque chose qui ne doit pas voir l'école comme le lieu où on décharge tous les problèmes de notre société, car souvent cela se passe. Alors, si dans la société il y a des problèmes de rapport dans les familles, cela vient déchargé à l'école; s'il y a des problèmes dans la société, même au niveau de comportement de nos jeunes générations, cela vient déchargé et le rôle des enseignants devient un rôle toujours plus délicat.

Je partage donc une partie des considérations qui ont été énoncées par les collègues d'Impegno Civico, comme je partage et nous partageons les considérations des collègues de Cinque Stelle, et nous remercions la collègue Maria Luisa Russo. Par rapport à d'autres thèmes de grande envergure, est peut-être un petit problème du monde scolaire, la collègue Minelli l'a souligné, mais c'est quand même un problème qui est à la une et non seulement le cas de la France et le courage que le Gouvernement français a eu en prenant des mesures si dures c'est le reflet d'une société qui change.

Capiamo anche che il rispetto dell'autonomia scolastica è un principio sacrosanto, però ci sono delle impostazioni, degli indirizzi che il mondo scolastico, inteso come parte che gestisce questo settore, ha il dovere di portare avanti non solo per quanto riguarda le problematiche di una società in cambiamento. Pensiamo, per esempio, al dibattito che c'è stato negli anni sul calendario scolastico, quindi dopo l'autonomia scolastica il calendario a macchia di leopardo sul nostro territorio era qualcosa che poteva tutelare certi territori, ma che aveva un senso difficoltoso nelle famiglie che avevano magari figli inseriti in diversi ordini e gradi di insegnamento. Con molta delicatezza quindi si partecipava al consiglio scolastico, agli organi deputati e si cercava di portare a una decisione condivisa, che è una cosa diversa rispetto all'imposizione da parte della parte politica e tecnica di un qualcosa che può essere o una risorsa, o un problema. Pensiamo al grande dibattito che avevamo portato avanti in tempi neanche troppo lontani sull'offre culturelle nelle scuole. Il ragionamento che si era fatto in allora era: ogni scuola è libera di accedere nel POF e all'inizio dell'anno scolastico nella compilazione di ciò che gli insegnanti andranno a proporre ai giovani, ma cerchiamo magari di confrontarci e di dare la possibilità di accedere, per esempio, al nostro patrimonio culturale: ecco che nacque le "catalogue de l'offre culturelle", che aveva l'intento di dare una possibilità, non era un'imposizione, ma, prima di andare a conoscere le tecniche sportive dello judo, ci eravamo detti iniziamo magari a veicolare la politica della restitution, magari coinvolgendo le scuole nell'offerta culturale. Questo per dire che è un sacrosanto diritto l'autonomia scolastica, sancito con delle leggi nazionali recepite a livello regionale, ma che deve comunque non farci dimenticare che c'è un senso di responsabilità in ciò che noi veicoliamo in questo mondo che, anche generazionalmente, è molto delicato per quanto riguarda la formazione di un individuo.

È chiaro che nella scuola non ci sono solo gli alunni. Non dimentichiamoci che l'uso del cellulare dovrebbe essere in qualche modo limitato, "vietato" forse è una parola forte, a tutti quelli che frequentano la classe. Dico che anche gli insegnanti sono un esempio per i nostri ragazzi e noi siamo certi che questo non avviene, però lo diciamo per dire che il mondo scolastico è fatto di genitori che veicolano certi principi ai loro figli (in primis si cresce nella famiglia), è fatto di ragazzi, è fatto anche di insegnanti, quindi che sia l'intero mondo scolastico... com'è stato già ricordato, viene fatto nei regolamenti, ma che non sia solo un regolamento a mettere dei vincoli, anche se viviamo in una società che se non si mettono le regole... Soprattutto noi che non viviamo nella comunità elvetica, dove si può comprare un giornale senza necessità di mettere una pièce, ma a nessuno verrebbe mai in mente di non mettere la petite pièce per comprare la rivista, basta andare per le vie di Martigny per vedere che ognuno potrebbe prendere un giornale gratis, senza mettere l'obolo, ma nessuno... il senso civico diventa qualcosa che però deve essere codificato. Nel veicolare sicuramente una preoccupazione per l'uso del cellulare... ma lo diciamo a noi stessi, ce lo diciamo spesso nelle riunioni fra noi eletti, ancor prima che in altre occasioni, poi abbiamo certi colleghi un po' più avvezzi all'uso del telefonino, e guardo il collega vicino a me... quindi è certamente qualcosa che viviamo in prima battuta sulla nostra persona, prima ancora di dire agli altri quello che devono fare. Ringrazio i colleghi per questa sensibilità su un tema in effetti di attualità, Paesi vicini a noi si sono interrogati su questa cosa, magari anche da un punto di vista di difficoltà e tensioni sociali, soprattutto in certi luoghi e in certe periferie, questo argomento è stato affrontato per evitare poi che la scuola diventasse luogo di gazzarra, come poi la società è.

Noi quindi accogliamo favorevolmente questa iniziativa, anche modificata, con l'impegno che ci sia una concertazione all'interno degli organi scolastici, che probabilmente dovremo avere il coraggio di rivedere in modo anche drastico. Siamo figli di una riorganizzazione scolastica post anni Ottanta, con organi democraticamente eletti ma dove la partecipazione democratica spesso non è rappresentativa e neanche partecipata. Questi passaggi quindi sono molto importanti, ma dovrebbero essere magari rivitalizzati in termini di partecipazione reale. Non è facile, perché ci si è spesso interrogati su come rivedere questi crismi e questi passaggi, però che sia condiviso e che queste istanze, queste preoccupazioni, anche nel contemperare i diversi pensieri dei colleghi, vengano semplicemente portate dall'Assessore e dal Sovrintendente all'interno degli organi deputati affinché si apra almeno un dibattito per capire quali possono essere le misure per arrivare a un obiettivo che noi condividiamo.

Presidente - La parola al Consigliere Testolin.

Testolin (UV) - Il mio non sarà un intervento articolato e puntuale come quello del collega Viérin che ho apprezzato, così come ho apprezzato sia l'iniziativa, non tanto da un punto di vista politico ma più di fruitore, di genitore in quanto credo che l'aspetto che viene toccato con questa mozione sia un aspetto che tocca molte famiglie e debba responsabilizzare anche le famiglie. Si è parlato di tutta una serie di attori che all'interno della scuola hanno un ruolo, potrebbero avere un ruolo più pregnante e non si è parlato delle famiglie che verso questa tipologia di problema devono avere un atteggiamento proattivo e non aspettare che ci sia sempre qualcun altro che decida per loro. A me fa piacere in questo ambito poter contribuire con lungimiranza e delicatezza su un tema che comunque porta anche a dei fenomeni importanti all'interno degli stessi gruppi scolastici e delle stesse classi, poiché ci sono - e la porto come esperienza personale - delle situazioni dove l'utilizzo del telefono è interdetto dalla famiglia, ma con coscienza evidentemente per un utilizzo improprio, mentre condivido in pieno la segnalazione e la modifica apportata dall'Assessore che va a sottolineare un corretto utilizzo e la possibilità di farlo.

D'altra parte mi stupisce che debba arrivare sempre un input anche da situazioni come questa all'interno di un Consiglio regionale per procedure di buon senso, di cui ognuno è dotato in misura differente, però ci sono delle casistiche conclamate che evidenziano che l'utilizzo di determinati strumenti all'interno di determinate circostanze non è opportuno. Una volta non si poteva utilizzare la calcolatrice, bisognava fare i conti a mente, adesso cambia il fenomeno ma il principio rimane lo stesso e, se c'è anche una sorta di attenzione da parte di tutto il percorso che va a regolare queste dinamiche all'interno della scuola, penso che sia utile. Voterò quindi assolutamente a favore di questa mozione, che ha una sua logica e un suo senso per tante famiglie sicuramente.

Presidente - La parola alla Consigliera Rini.

Rini (GM) - Ci tengo a ringraziare la collega Russo, perché ha portato ancora una volta all'attenzione di quest'aula un tema che può sembrare generale e magari anche leggero rispetto ad altri temi che trattiamo, invece credo che chi vive anche sotto diverse vesti questo fenomeno sia particolarmente sensibile allo stesso. Condivido tutto ciò che è stato detto molto bene da chi mi ha preceduto. Ricordo che nel 2007 vi fu anche una direttiva ministeriale che obbligava in quel caso, ovviamente tenuto conto dell'autonomia scolastica, le istituzioni scolastiche a vietare l'uso degli smartphone all'interno delle scuole, così come accade nei principali Paesi europei. Sono d'accordo quindi con le modifiche che giustamente, vista anche la normativa vigente, ha proposto l'Assessore Sammaritani.

Io credo che però su questo tema, al di là degli inviti, si debba fare davvero un'opera di sensibilizzazione, perché la collega Russo ricordava bene come non sia solo un fenomeno che riguarda le istituzioni scolastiche, basta dare un'occhiata ai tavoli dei nostri vicini quando andiamo a mangiare al ristorante: si vedono i due genitori con due cellulari in mano ai figli con altrettanti dispositivi. Questo è ovviamente un problema sociale, senza entrare nel merito delle nuove dipendenze. Io quindi credo che occorre fare un lavoro molto forte di sensibilizzazione all'interno della scuola, è vero che ci sono le esigenze didattiche - giustamente chi opera anche nel settore scolastico molto meglio di me conosce la situazione - ma è anche vero che o facciamo un'opera forte di sensibilizzazione su questa tematica, o il problema tenderà a sfuggire di mano giorno dopo giorno. Vediamo i dati soprattutto delle dipendenze dei più giovani da Internet e da smartphone, quindi la dipendenza proprio da connessione giornaliera; questo - lo dico più da mamma che da amministratore - credo che debba far sì che tutti noi teniamo alta la guardia su questa tematica. Ovviamente quindi sono estremamente favorevole al testo di questa mozione.

Presidente - Non ci sono altri interventi, chiudo la discussione generale. Non ci sono interventi per dichiarazione di voto e non c'è la replica da parte dell'Assessore, pongo pertanto in votazione la mozione come emendata. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti : 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.