Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2835 del 21 giugno 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2835/XIV - Reiezione di mozione: "Invito ai Parlamentari valdostani a proporre modifiche al decreto sulle vaccinazioni". (Approvazione di una risoluzione)

Fosson (Presidente) - Riprendiamo i lavori con il punto all'ordine del giorno n. 34. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Qualche parola per spiegare questa mozione e aprire il dibattito sulla questione delle vaccinazioni. Questa mozione, anche se firmata solo da me, chiaramente è condivisa anche dal mio collega, non ci sono entrambe le firme solo per una questione tecnica. Di che cosa parliamo? Parliamo di ciò che è accaduto il 19 maggio con l'approvazione del decreto del Consiglio dei ministri, che ha sostanzialmente varato delle nuove norme rispetto alla vaccinazione. Le norme prevedono il divieto di accesso per i bambini negli asili-nido, microstrutture per l'infanzia e scuole dell'infanzia; per i genitori prevede che se sono genitori di bambini soggetti all'obbligo scolastico devono presentare la documentazione comprovante le vaccinazioni, altrimenti ci sono sanzioni fino a 7500 euro e la sospensione della potestà genitoriale, inoltre il numero di vaccinazioni obbligatorie è stato elevato a 12.

Nella mozione faccio un confronto con gli altri Paesi dell'Unione europea. In particolare, non esistono vaccinazioni obbligatorie in diversi Paesi UE tra cui: Austria, Germania, Danimarca, Estonia, Cipro, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Gran Bretagna, lo stesso vale per Paesi extra UE, come la Norvegia e l'Islanda. Ci sono 3 vaccinazioni obbligatorie in Francia - io ho scritto 4 ma è un refuso, sono solo 3 -, 3 in Portogallo e Grecia e 1 in Belgio.

La mozione arriva direttamente dal Consiglio provinciale di Bolzano, dov'è stata approvata all'unanimità: per la precisione, erano assenti solo i Consiglieri del PD, ma erano assenti giustificati in quel caso durante la votazione di questa mozione. In questa mozione si invitano i Parlamentari valdostani a sottoporre al Governo il seguente voto: che le misure coercitive, quindi il divieto di accesso alle scuole, le multe, la sospensione della potestà genitoriale siano stralciate dal decreto, e quindi in sostanza vadano eliminate; che il numero di vaccinazioni obbligatorie ritorni allo stato precedente rispetto a quello che è stato approvato adesso, che, se non sbaglio, era 4 e la campagna di sensibilizzazione da parte dell'autorità per chiaramente aumentare la copertura vaccinale... In sostanza, quindi, chiede una cosa molto semplice: togliere l'obbligo e lasciare invece libertà di scelta riferita e approvata chiaramente con una campagna di sensibilizzazione che i cittadini possono poi in qualche modo accettare o meno.

Ora, giusto per capire anche la posizione dei cittadini che si sono rivolti pochi giorni fa alla Presidenza di questo Governo...in particolare, l'Associazione valdostana Pro Libera Scelta ha lasciato un documento, che ho qui in copia e che chiederei agli uscieri di distribuire ai vari colleghi: sostanzialmente è la nota lasciata nell'incontro fatto con i rappresentanti della Giunta e con il Presidente della Giunta da parte di quest'associazione; ne do copia così abbiamo tutte le informazioni, la stanno distribuendo. Questo documento, che è una semplice nota che è stata rilasciata a seguito di una discussione, chiede sostanzialmente al Governo regionale di assumere pubblicamente una posizione chiara su tale decreto; di farsi garante in Valle d'Aosta della libera scelta genitoriale in materia vaccinale e sanitaria e di mettere in campo, ad ogni livello, tutti gli strumenti a propria disposizione per dimostrare e contrastare la palese incostituzionalità di questo provvedimento.

Ora, com'è nostra abitudine, come rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, noi lavoriamo per fare da portavoce, indipendentemente dalla bandiera politica, delle istanze, secondo noi corrette, dei cittadini. In questo caso noi la troviamo un'istanza estremamente corretta quella di lasciare la libertà di scelta. In un Paese che si definisce civile come il nostro poi scopriamo che di libertà di scelta ne abbiamo ben poca, soprattutto in materia sanitaria, questo a noi non è che vada molto bene. Pur sapendo che la decisione non è direttamente correlata al Governo regionale, però ci sono decisioni politiche che possono essere prese ed è questo che noi chiediamo sostanzialmente con questa mozione: che venga presa una decisione politica forte da parte di quest'aula e che impegni i Parlamentari affinché ascoltino ciò che viene deciso in quest'aula.

Io non voglio entrare in discorsi estremamente tecnici sul vaccino sì, vaccino no, su ciò che accade quando si fanno molti vaccini, sui pericoli o sui problemi che possono dare le vaccinazioni, o che possono dare quando non si fanno le coperture adeguate. Non sono un tecnico, non conosco la materia, non voglio addentrarmi in tutta questa questione, perché non è mio compito, secondo me, come Consigliere regionale. Dal punto di vista personale, ho un'idea molto chiara che esporrò nel corso della discussione, però, per quello che riguarda il mio ruolo di portavoce, questa mozione cerca di fare un distinguo tra chi vuole sostanzialmente lasciare libertà di scelta e chi invece vuole imporre con la forza delle questioni, che, secondo me, non sono accettabili.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Nello spirito che ha animato la presentazione della mozione, vorrei chiedere se fosse possibile di poter presentare ai Capigruppo una risoluzione, che è un documento aperto, da vedere insieme per capire chi eventualmente lo vuole emendare proprio prima della sua presentazione per poi una presentazione definitiva in aula, di modo che ci sia un ulteriore documento durante la discussione generale da valutare, quindi, se è possibile, vorrei presentare ad una riunione dei Capigruppo questa risoluzione.

Presidente - La sospensione è concessa per una riunione della Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è sospesa dalle ore 18:18 alle ore 18:54. Alla ripresa dei lavori riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori? Qualcuno chiede di intervenire, chi ha chiesto la sospensione? Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - La riunione con i Capigruppo è servita per presentare un documento aperto su un tema trasversale e importante per tutti i cittadini, per trovare una sintesi almeno di discussione, poi vedremo durante la discussione come si concluderà il dibattito e l'eventuale voto. È un argomento che in questi giorni è stato fortemente discusso a livello nazionale; da poco è iniziata in Parlamento la discussione sul decreto, le posizioni politiche e le posizioni personali non sempre si sono ritrovate nella discussione di questo decreto, che è nato in maniera molto forte su un problema che comunque è molto sentito dalla popolazione. L'intenzione, al di là di quello che è apparso sui media, è stata da parte mia, come Assessore, in questi giorni di ascoltare e di incontrare tutte le strutture sanitarie, di valutare, insieme ai responsabili dell'Assessorato, il decreto e soprattutto quanto poi nelle circolari applicative è stato documentato.

La nostra posizione rispetto alla situazione dei vaccini è nota, abbiamo sui quattro vaccini obbligatori una percentuale alta, però decrescente nell'ultimo anno soprattutto: una percentuale che si avvicinava alla percentuale raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità, che però nell'ultimo anno si è comunque distanziata, mentre ci sono delle difficoltà sulle percentuali delle altre vaccinazioni e quindi l'attività di sensibilizzazione a riguardo va sicuramente aumentata. Vi era un accordo ad inizio anno tra Stato e Regioni per portare all'approvazione di tutte le Regioni provvedimenti uniformi, un'azione politica uniforme che prevedeva l'applicazione delle 12 vaccinazioni: 4 in forma obbligatoria e 8 fortemente raccomandate e soprattutto un'attività di sensibilizzazione con medici, in particolare coinvolgendo nuovamente i pediatri, facendo in modo che le famiglie rientrassero in relazione con la sanità pubblica e con le misure e l'organizzazione prevista. Dall'approvazione dell'accordo Stato-Regioni ci sono state fughe in avanti, nel senso che alcune Regioni hanno legiferato in materia, hanno deciso di imporre degli obblighi differenziati, altre hanno atteso, per quello che ci riguarda, la valutazione di tutti i provvedimenti. Ci sono Consigli comunali che, per esempio, hanno valutato questo argomento, come il Consiglio comunale di Aosta, quindi è un argomento estremamente all'attenzione della popolazione.

L'intenzione con il documento che vado a presentare è quella di fare una valutazione su quanto oggi conosciamo, di mettere in relazione il più possibile i nostri cittadini con la sanità pubblica e con la nostra organizzazione e di provare a trovare un punto di mediazione, anche politica, sull'attuale situazione. Va da sé che, e lo dimostrano i dati, l'obbligo ha permesso di raggiungere percentuali più alte di vaccinazioni e, per quello che abbiamo valutato rispetto all'obbligo, a nostro avviso, va mantenuto, senza però tutta quella parte sanzionatoria, o comunque intervenendo in maniera pesante per la sua riduzione soprattutto per quello che riguarda la segnalazione alla Procura e al Tribunale dei minori. Noi non riteniamo corretto il fatto che la mancata vaccinazione passi per la possibilità di una famiglia di pagare una sanzione, piuttosto che di non avere le risorse per farlo. Riteniamo quindi che tutte le misure coercitive e sanzionatorie vadano messe in discussione e impegniamo i nostri Parlamentari a farlo e a sostenerlo in questi 60 giorni di dibattito. La possibilità politica che abbiamo è quella di una risoluzione.

Non c'è competenza primaria in materia di sanità, non ci sono strumenti che non quelli dei dibattiti politici e dei documenti politici, si deve tenere conto di chi è presente oggi e ha garantito in questi giorni attenzione e anche il giusto dibattito con i ruoli istituzionali - abbiamo incontrato lunedì mattina una delegazione del Comitato per la libera scelta insieme al Presidente della Giunta e all'Assessore all'istruzione pubblica - ma si deve tenere in considerazione anche tutti quelli che, in maniera più silenziosa hanno fatto osservare il loro punto di vista e soprattutto dei più deboli: quelli che magari non lo possono neppure far osservare, ma hanno intenzione di vedere rispettati i loro diritti come tutti gli altri. In questa proposta quindi ci stanno delle premesse da discutere insieme, ci sta anche una proposta di lavoro a livello politico. Siamo aperti al dibattito consiliare per vedere se è una risoluzione che permette al Consiglio regionale di valutare un altro documento, oltre a quello proposto dalla Provincia di Bolzano, dall'Alto Adige, e di tirare le conclusioni e di valutare quale trasversalità politica c'è per assegnare ai nostri Parlamentari e alla Giunta un lavoro nei prossimi giorni, a partire da domani. Firmerò quindi adesso la risoluzione, la faremo passare per i gruppi, chi avrà voglia di firmarla lo potrà fare, comunque è un documento che rimarrà agli atti del Consiglio regionale.

Presidente - Siamo in discussione generale sulla mozione. Se ho capito bene, viene presentata una risoluzione sulla mozione in base all'articolo 104, quindi chiederei poi di consegnarla. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Solo per dire che apprezziamo l'approccio che l'Assessore ha dato sulla disponibilità a trovare delle sinergie in aula su un argomento così delicato e ha anche già declinato il documento. Chiederemmo solo, prima di intervenire nel merito, siccome è anche un argomento tecnico, se ci fa pervenire, Assessore, il documento del quale abbiamo parlato in Capigruppo e sul quale abbiamo chiesto di poter avere un testo sul quale ragionare.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Io a questo punto lo deposito e poi è aperto agli emendamenti dell'aula, in modo che si possano fare le copie, lo firmo e lo deposito.

Presidente - Lo può consegnare. Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Soltanto per capire, perché mi sono perso un momento. Discutiamo della mozione presentata, ma discutiamo anche del fatto che l'Assessore Bertschy ha presentato una sua risoluzione diversa rispetto alla mozione, che andremo a votare collegata a questa mozione. Faremo due votazioni: una su questa mozione e una sulla risoluzione che presenta l'Assessore, giusto? Ho capito bene?

Presidente - Viene fatta una risoluzione sulla mozione. La mozione comunque viene votata prima della risoluzione, in modo separato. Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Mi scuso con il collega Cognetta per l'intromissione sul punto all'ordine del giorno. La risoluzione è stata valutata insieme agli altri gruppi all'interno della Conferenza dei Capigruppo, è una proposta che tiene conto di una sintesi che è venuta fuori. A questo punto poi sarà l'aula che dimostrerà se la sintesi è quella che va bene a tutti e soprattutto se nel merito ci sono le sensibilità politiche per appoggiarla. Rispetto alla valutazione fatta sulla mozione della Provincia dell'Alto Adige, per quanto ci riguarda, abbiamo ritenuto comunque di proporre un nostro documento, che per larga parte può essere in linea con quelle intenzioni. Ci sono valutazioni diverse su alcuni punti. Soprattutto nelle premesse noi vogliamo rimanere sul piano locale, ricordando il percorso che è stato fatto a livello regionale, a livello nazionale e introducendo questo discorso legato, a nostro avviso, al merito dell'obbligo, all'attenzione alle misure coercitive.

Presidente - Aspettiamo solo che vengano consegnate le copie per attivare la discussione. Possiamo riprendere. La risoluzione è stata presentata, qualcuno chiede la parola? Non so se l'Assessore vuole ulteriormente integrare. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - La risoluzione presentata non ci trova d'accordo negli impegni, ma neanche nelle premesse.

Per quanto riguarda i punti segnalati dal Governo, riteniamo che non sia sufficiente parlare di semplice possibilità di riduzione delle misure coercitive, o sensibilizzazione del Governo, riteniamo che la presa di posizione da parte di quest'aula debba essere molto più decisa, molto più puntuale. Ritengo che anche il fatto che l'abbiano approvata a Bolzano sia una cosa positiva, l'abbiamo portata in aula tante volte, non io, ma altri gruppi...il fatto che in altre Regioni e Province autonome si approvassero cose che poi noi in qualche modo inseguivamo...quindi non ci trovo nulla di male, anzi. Spesso si dice che copiare bene è molto meglio che cercare di fare qualcosa e farla male. Comunque, questo impegno piuttosto leggero e svolazzante a noi interessa poco, quindi lo rigettiamo al Governo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Intervengo sulla mozione intanto premettendo che non sono un epidemiologo, non sono neppure un operatore sanitario, inteso come qualcuno che ha delle competenze dirette nel campo della cura delle patologie: sono un politico e, prima ancora, un cittadino, un figlio e poi un padre. Mi sono sempre fidato dei medici anche quando mi indicavano quali vaccini fare e quali far fare alle mie figlie. Ho ascoltato il medico quando mi consigliava di vaccinarmi per l'epatite A, visto che facevo un lavoro (ispettore di igiene), che mi portava spesso ad essere in contatto con alimenti che potrebbero essere vettori del virus. Ho esperienze di familiari: mia nonna e mia cugina prima hanno contratto la poliomielite rimanendo segnate per tutta la vita dagli effetti della malattia; ho dei familiari diretti che hanno contratto l'epatite A, che oggi tribolano da anziani per le sue conseguenze sul lungo termine. Proprio anche in vista di questa esperienza familiare, mi sono sempre affidato agli esperti, a coloro che per mestiere curano e prevengono le malattie, anche conscio degli effetti diretti e indiretti di esse sugli interessati, ma anche sulla comunità.

Qualcuno mi ha spiegato che esiste un "effetto gregge", per cui man mano che diminuiscono le coperture vaccinali aumenta il rischio di una recrudescenza di alcune malattie contenute nella loro diffusione o addirittura debellate: mi hanno spiegato, poi io non sono un tecnico, quindi non ho le pretese di argomentare scientificamente. L'altro giorno parlavo però con la mamma di una bambina trapiantata di cuore, che mi spiegava che vi sono delle categorie di bambini che non possono essere vaccinati e che quindi contano sul fatto che la stragrande maggioranza dei loro compagni di giochi o di scuola non diventino portatori sani o malati di malattie, che potrebbe poi contrarre la bambina. La mamma di una coppia di gemellini prematuri addirittura mi raccontava di non aver fatto fare ai suoi figli l'asilo-nido per il timore di contagiare i suoi bimbi già molto deboli a causa del loro stato di bambini prematuri.

Ora, non voglio pensare, contrariamente a qualche Assessore qui presente, che lo Stato sia così cattivo da impormi una sorta di trattamento sanitario obbligatorio per farmi dispetto, per favorire il business milionario delle case farmaceutiche o, peggio, per mettere in piedi una sorta di sperimentazione di massa "simil-nazista". Potrebbe essere anche che dei politici subiscano il fascino di qualche rappresentante delle industrie farmaceutiche. Io non ho l'abitudine di mettere mai le mani sul fuoco per nessuno, ma non penso che il 60, il 70, l'80 percento e oltre della comunità scientifica sia guidato da chissà quali interessi occulti nel difendere il sistema vaccinale e la sua efficacia e soprattutto non credo che ci sia un disegno di sperimentazioni a spese dei nostri figli da parte di qualche regista occulto e crudele.

Dicevo all'inizio che non ho le competenze per dire che se i vaccini sono sufficienti, o che ce ne vorrebbero 9, 12, 10 o addirittura zero, o per raccontare con dovizia di particolari e con quella sicumera che contraddistingue gli "scienziati della tastiera" gli effetti benefici o meno dei vaccini. Sono un normale cittadino convinto che lo Stato, il sistema sanitario e il sistema sanitario regionale siano attenti a preservare la mia salute, quella dei miei cari e di tutta la collettività. Non posso credere nell'idea che lo Stato, il sistema, che non è solo i politici, ma sono i funzionari, gli operatori sanitari, i medici, voglia danneggiare il suo bene più prezioso che sono i suoi cittadini. Potrei obiettare, anzi su questo io sono piuttosto critico, sulla misura della sospensione temporanea della patria potestà. Vi sono dei doveri allargati - se si possono dire così - oltre la propria famiglia e il proprio contesto sociale, che presuppongono già oggi un intervento delle istituzioni statuali: il dovere dei genitori di mandare i figli a scuola, per esempio, presuppone sanzioni molto forti, tra le quali proprio la perdita della patria potestà, in questo caso a tutela dei bambini ma anche del sistema scolastico generale. Peraltro già l'articolo 32 della Costituzione prevede eccezioni alla libertà individuale, o presunta tale, in nome della più ampia tutela della salute pubblica. Io, ad esempio, faccio un lavoro, l'ispettore di igiene, che spesso mi ha obbligato a sanzionare, o addirittura a chiudere attività per motivi di salute pubblica, in questo caso l'interesse individuale ha dovuto sottostare a quello pubblico.

La cosa che più mi irrita non è la battaglia sacrosanta - questo lo voglio dire dal punto di vista di genitori convinti che così facendo si può mettere a repentaglio la salute dei loro figli, o contro misure francamente pesanti del decreto su cui è utile aprire un serio ragionamento - ma è il cavalcare politicamente, ideologicamente un argomento come questo, utilizzare tematiche sensibili da parte di persone note per essere sempre in prima linea quando c'è da prendere una posizione anti sistema a prescindere e soprattutto di forte visibilità. I paladini a prescindere, che magari poi, sulla scia di battaglie a volte poco circostanziate, o con scarsi elementi di informazione, si promuovono, o cercano di promuoversi agli occhi di persone sincere che magari hanno dei dubbi legittimi e delle paure reali per i propri figli. Vedere e leggere commenti scomposti e superficiali di personaggi che si fanno capi popolo degli "anti-vax", dei "free-vax", dei "no-vax" e via dicendo, fa sorridere da una parte, dall'altra, fa un po' rabbia.

Ancora più rabbia mi ha fatto venire l'intervento a gamba tesa dell'Assessore Certan, che, rappresentando un segmento importante della nostra amministrazione, dovrebbe mantenere la giusta sobrietà e un'adeguata distanza dalle polemiche dirette, che toccano, tra l'altro, tematiche importanti discusse e ragionate dal Dicastero del suo collega Bertschy, il quale dichiara non accettabili le parole di Certan: "le dichiarazioni dell'Assessore Certan nei contenuti e anche nella forma non sono accettabili anche per rispetto di altri colleghi di Giunta e, in particolare, del mio ruolo di Assessore alla sanità e di tutta la sua maggioranza", questo è un suo Assessore che interviene su tematiche che riguardano l'Assessorato invece dell'Assessore Bertschy. Il quale Bertschy, tra l'altro, dice: "sui vaccini la posizione è chiara: con l'Azienda USL abbiamo già avuto modo di sottolineare la loro importanza e la Conferenza Stato-Regioni ha definito il piano dei vaccini e la sensibilizzazione che va messa in atto per informare la popolazione", mettendo una pietra tombale sulle contestazioni anche poco delicate.

Mi irrita e mi fa venire rabbia la presa di posizione scomposta, utilizzare argomentazioni che richiamano periodi storici e modalità che nulla hanno a che vedere con la battaglia sui e contro i vaccini. Assessore, confrontare il nostro Stato con il regime nazista è una fesseria totale, dice di un suo approccio ai problemi davvero superficiale e direi anche dannoso. Le ricordo, Assessore, ad ogni buon conto, che il regime nazista era quello della selezione della razza operata attraverso la soppressione dei più deboli. Il regime nazista era quello che sperimentava i medicinali sulle cavie umane non per guarirle, ma per osservare gli effetti tossici, le controindicazioni, gli effetti collaterali e, infine, per vedere quale fosse la dose letale. Mi spiace che su questa sua ennesima caduta di stile - e uso un termine compatibile con l'aula, ma mi verrebbe da dire altro - nessuno della sua maggioranza, tranne qualche eccezione che abbiamo letto su questo comunicato stampa, abbia assunto una posizione forte, decisa e inequivocabile. Lasciamo poi stare la citazione di Rudolf Steiner, come se fosse l'ispiratore massimo della sua filosofia di vita, uno pseudo scienziato, un esoterico che di fatto si opponeva al sistema scolastico pubblico, alla scuola tradizionale, diventa colui che giustifica i suoi vaneggiamenti sui vaccini. Tra l'altro, parlandone in tutt'altri termini, se ben guardiamo. Lei, Assessore Certan, è l'Assessore all'istruzione pubblica, fino a prova contraria; ricopre un ruolo che non le dovrebbe permettere di dire tutto ciò che le passa per la testa. Soprattutto lei dovrebbe evitare di citare a sproposito periodi storici drammatici e terribili, confrontandoli con quelli odierni che, per carità, avranno i loro difetti, i loro problemi ma che non hanno nulla a che vedere con quelli terribili dello sterminio di Stato che operava il regime nazista. Quell'omino con i baffetti che lei ha citato, confondendolo poi con l'altro del ventennio.

Credo quindi che si possa e si debba aprire un serio ragionamento sull'utilità o l'inutilità delle misure coercitive, così come proposte, e sulla necessità di una maggiore informazione e comunicazione, fermo restando che non si può rinunciare all'efficacia acclarata di campagne vaccinali che sarebbe ingiusto definire inefficaci. Io almeno non ho le competenze e neppure mi sento in diritto di raccomandare a qualcuno di rivedere il piano vaccinale, non parliamo di mele e pere, qui stiamo parlando di persone. La risoluzione io credo proposta dall'Assessore Bertschy nella sua ultima versione mi sembra vada nella direzione auspicata, che è la direzione di ridurre le pesanti misure coercitive, perché io credo, come tanti, che i ragionamenti e i dibattiti si devono fare magari non con la cappa della minaccia della misura coercitiva, della sanzione a tutti i costi, anche se stiamo parlando di un argomento che tocca comunque la salute pubblica, quindi un bene primario.

Poi il fatto di scrivere che si sensibilizza e si raccomanda i Parlamentari, io non so se possiamo impegnare i Parlamentari. Voi impegnate, ma i Parlamentari hanno una loro autonomia, sono stati votati dai cittadini, poi possiamo anche impegnarli se vogliono a sensibilizzare il Governo ai fini dell'incremento delle risorse destinate ad attività di informazione e comunicazione. Mi sembra una risoluzione, un buon compromesso che va nella direzione di rispettare le persone, di rispettare anche il diritto all'informazione, ma allo stesso tempo di non obbligare questo Consiglio, o quanto meno il sottoscritto, a dare delle indicazioni sulle quali io poi mi assumerei delle responsabilità di cui non ho cognizione e che non sono in grado di assumermi.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Votiamo oggi in Consiglio una situazione che si è creata in questi giorni. Giustamente sono state audite le varie istanze che provengono dalla popolazione, da coloro che poi usufruiscono e si ritrovano nelle condizioni previste da questo decreto. Questo decreto è sicuramente molto forte, però è un decreto che ha dovuto affrontare una situazione difficile, una situazione che si andava via via aggravando. Abbiamo tutti letto, so che anche la parte più sensibile della popolazione ha letto dei decrementi delle vaccinazioni a livello valdostano, a livello italiano e come ci stiamo allontanando pericolosamente dalle indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, che, fino a prova contraria, credo - mi auguro, spero, ma ne sono sicuro - sia un'organizzazione che non è sensibile alle sollecitazioni economiche, ma che ha come scopo quello di preservare, accudire e aumentare la salute della popolazione mondiale. Dicevo, quindi una situazione che ha richiesto una presa di posizione drastica, una presa di posizione che effettivamente, come stiamo evidenziando nel nostro discorso e nella nostra risoluzione, forse può risultare eccessiva nelle sue sanzioni.

Con questa risoluzione noi vogliamo incidere su questo tipo di approccio, che è un approccio troppo coercitivo, un approccio eccessivamente punitivo. In qualche caso, alle volte la coercizione, quando è seguita da quella che deve essere un'esatta informazione sulla popolazione, può essere l'extrema ratio che ci può ricondurre in queste famose soglie che fanno in modo che determinati tipi di malattie siano eradicate dalla nostra popolazione, dicevo che la via maestra è senz'altro quella dell'informazione: un'informazione che giustamente deve essere veritiera, non preconcetta e non pregiudiziale.

Io credo che l'impegno che noi trasmettiamo ai nostri Parlamentari di insistere fortemente su questo punto di un'esatta informazione, un'informazione che sia scevra da pregiudizi e che ascolti tutte le parti che si inseriscono in questo discorso sia la base fondamentale per evitare poi quel regime sanzionatorio, che, purtroppo, è stato proposto così duramente in questo decreto-legge.

Alcuni cittadini reclamano la libertà di scelta in questo campo, a questi cittadini io vorrei ricordare che la libertà dell'individuo finisce dove comincia quella degli altri ed è stato evidenziato come ci siano soggetti deboli che debbano essere protetti da questa recrudescenze di morbilità che si stanno dimostrando sempre più gravi. A mio avviso, come credo nel pensiero di tutti quelli che stanno seduti qui in questo Consiglio, quando tutti saranno coscienti dell'opportunità che le vaccinazioni possono portare verso i nostri figli, cadranno tutti questi dubbi e incertezze, perché effettivamente ciascuno sarà in grado di stabilire quello che i vaccini possono dare alla salute della popolazione. È chiaro che tutte le azioni hanno dei rischi, il rischio è inevitabile in qualunque azione sia di tipo sanitario che di altro tipo, quindi non si possono mai escludere assolutamente effetti collaterali, oppure tossicità da parte di questi tipi di vaccini, però la bilancia fra l'opportunità e il rischio è sicuramente a favore dell'opportunità.

Ricordiamo anche - e non voglio scendere nel tecnico - che comunque non si tratta più dei vecchi vaccini dove venivano inoculati i virus, seppure attenuati, ma sono semplicemente dei richiami al sistema immunitario per reagire verso questi virus che potrebbero infettare i nostri figli. Noi, come Union Valdôtaine Progressiste, quindi sosterremo questa risoluzione, che ci pare di buon senso.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Collega Cognetta, noi non ci riconosciamo nell'impostazione che lei ha dato a questa mozione. Pur condividendo i passaggi dove in qualche modo le misure coercitive non vanno applicate, noi non condividiamo la parte della sua mozione dove si prevede che "il numero delle vaccinazioni obbligatorie va riportato allo status precedente l'approvazione del decreto", e quindi ridotte. In questo senso non condividiamo questa impostazione, non voteremo questo atto. Al contrario, come filosofia e come impostazione, ci riconosciamo nella traccia che ha introdotto l'Assessore, nel senso che su questa materia proprio il fatto che l'obbligo vaccinale introdotto dal decreto-legge può in qualche modo contribuire a finalizzare le campagne di sensibilizzazione, ad aumentare la consapevolezza e anche il senso di responsabilità dei cittadini per raggiungere una quota alta, una soglia intorno al 95 percento di copertura vaccinale è un segnale che va nella direzione di garantire l'immunità della popolazione: ecco perché non condividiamo l'impostazione che il suo gruppo ha dato a questo atto. Ci riconosciamo invece, Assessore Bertschy, nell'impostazione che lei ha dato laddove questo atto impegna il Governo regionale e con esso i Parlamentari valdostani ad attivarsi a lavorare affinché delle misure pesanti, che sono misure coercitive come quella della sospensione della potestà genitoriale, possano, magari in un momento di riconversione del decreto, essere ridotte. È un impegno che sosteniamo volentieri che il Governo si assuma in sinergia con i Parlamentari valdostani.

Condividiamo altresì il fatto che sia necessario sensibilizzare il Governo centrale ai fini anche dell'incremento delle risorse che sono destinate ad attività di informazione e di comunicazione. Crediamo che questo sia un passaggio importante, nel senso che va nella direzione di promuovere, da una parte, l'aggiornamento dei professionisti sanitari, ma l'altro aspetto che ci permettiamo di sottolineare come importanza è che contiene un impegno ad andare ad aggiornare anche i dirigenti e i docenti scolastici. Noi su questo aspetto immaginiamo che lei, Assessore Certan, possa riconoscersi assolutamente in questa sollecitazione. Nel senso che noi speriamo che lei possa accogliere un'impegnativa di questo genere che va a sollecitare un aggiornamento dei dirigenti scolastici, al fine di una diffusione più forte di una cultura sulla prevenzione vaccinale. Lo dico perché ci avevano pesantemente stupito certe sue affermazioni fatte una quindicina di giorni fa, dove in qualche modo lei interveniva a gamba tesa sulla nuova normativa riguardante i vaccini. A nostro modo di vedere, sono state affermazioni forti, che - ci permetta di dire - hanno guadagnato con poco merito la stampa nazionale. D'altronde il gruppo ALPE ultimamente devo dire che è molto bravo a portare in risalto sulla stampa nazionale i fatti della Valle d'Aosta. Ci fu un precedente riguardo il suo collega di banco, non presente, vedo che lei in questa fase non è da meno. Noi quindi ci permettemmo di dichiararci un po' sconcertati rispetto a sue dichiarazioni, che forse lei aveva fatto per conquistare un'attenzione mediatica, ma credo non abbia fatto in quella fase un gran favore alla Valle d'Aosta e alla sua immagine.

Termino dicendo che condividiamo come ultima impostazione quella di un impegno che preveda, Assessore Bertschy, una forte attività di farmacovigilanza: questo ovviamente al fine di monitorare e di valutare presso la popolazione gli eventuali rischi che possono coesistere e di informare su questo. Credo sia un impegno che la politica possa assumere e il nostro gruppo sosterrà questo documento che lei ha presentato.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - È un argomento molto difficile quello dei vaccini, particolarmente difficile per il sottoscritto, che sinceramente ha provato in questi giorni a documentarsi. Io penso che in questa storia tutti abbiano ragione e tutti abbiano torto, nel senso che non esiste probabilmente... Esistono dei limiti, a mio parere, di eccesso in tutte le cose, quando si cerca di imporre, quando si cerca comunque di non spiegare, quando si cerca di decretare, quando si cerca di sanzionare, quando si impongono misure coercitive, è chiaro che è difficile poi trovare una sintesi magari anche tra idee e pensieri diversi, per cui io non mi sento davvero in grado di dire chi ha torto e chi ha ragione, probabilmente il limite è legato anche alle difficoltà che ogni persona magari fisicamente ha. Può darsi, anzi sicuramente per la gran parte i vaccini saranno il bene per il futuro, quelli che ci preserveranno da tutta una serie di malattie, che, per nostra fortuna, stanno lentamente scomparendo. Per qualcuno può darsi che ci siano anche delle controindicazioni. Leggevo non più tardi di stamattina che c'è in Francia una sentenza in cui si riconosce che, per colpa di un vaccino, ci sono stati dei danni alle persone, per cui non c'è probabilmente la via giusta, però ovviamente la via dei vaccini è quella che ha preservato e negli anni ha contribuito a creare comunque una vita anche per i bambini, per tutti coloro che si vaccinano molto diversa.

Io ho fatto questa breve premessa proprio perché mi è difficile dire...rispetto anche alla risoluzione che ha presentato lei, Assessore, al punto n. 1, dove si dice: "ridurre le pesanti misure coercitive del decreto-legge quali il divieto di accesso alle scuole di ogni ordine e grado...", io ci terrei, se possibile, a inserire: "revocare la sospensione della potestà genitoriale", perché questo io penso che vada al di là di ogni sanzione coercitiva. Quando si va a toccare la patria potestà, io penso che davvero neanche nella giustizia ci sia più un limite. Ci sono già purtroppo dei casi in cui si è obbligati ad intervenire sulla patria potestà, evitiamo magari che un vaccino in più o in meno sia l'alibi per intervenire in questo caso, per cui io chiederei, se è possibile, di aggiungere dove si parla di sospensione della potestà genitoriale la revoca della sospensione della patria potestà.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - In quest'aula mi sono occupata negli anni scorsi almeno due volte dei vaccini in considerazione dei dati preoccupanti rispetto al calo delle percentuali che nella nostra regione sono ben al di sotto di quanto l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ritiene essere il livello al di sotto del quale non bisogna scendere. Io credo che la questione dei vaccini sia una questione che difficilmente può essere inquadrata in una visione politica o partitica. Credo che ognuno di noi abbia la sua opinione sui vaccini e devo dire che la mia opinione - l'avevo già espressa all'epoca - è un'opinione favorevole ai vaccini, l'avevo detto tranquillamente. Ricordo che la posizione degli Assessori che mi avevano risposto era stata una posizione molto serena, molto tranquilla, assolutamente non così perentoria e così assolutista com'è la posizione attuale del Governo nazionale. Si era detto che si sarebbe puntato molto sull'informazione, sulla formazione, sul contatto delle famiglie, perché è risaputo che vi sono associazioni, movimenti di idee che sono contrari all'utilizzo dei vaccini e quindi si era cercato di fare un'operazione capillare partendo dai pediatri, perché siano loro in primis a spiegare ai genitori i benefici reali dei vaccini. Io devo dire che ero invece un pochino più severa, ma comunque avevamo concordato su questa posizione.

Oggi che, come gruppi, come movimenti, come maggioranze e minoranze, ci troviamo in modo compatto a dover pronunciarci per essere di qua o di là, a me sembra francamente un po' pretestuoso. Ci vedo molto di politico e molto poco di scientifico, pragmatico...non so come definire. Io ritengo che la sintesi che era stata proposta, la risoluzione proposta contenesse una sintesi ragionevole. Neanch'io come il collega Guichardaz sono un'esperta e non so se il numero dei vaccini vada ridotto, quali siano assolutamente da considerare obbligatori, quali invece si possa pensare che siano meno necessari. Non lo so, non voglio nemmeno entrarci nel merito di questa questione, ma nel merito degli eccessivi contenuti coercitivi del decreto credo di poterci entrare, perché francamente prevedere delle sanzioni pesantissime e arrivare a prevedere la sospensione della potestà genitoriale mi sembra francamente eccessivo, ai limiti della scorrettezza.

Semplicemente chiedere di valutare l'opportunità di ridurre le misure coercitive quando nella premessa noi diciamo: "valutato che l'introduzione dell'obbligo di legge possa essere sufficiente, almeno in questa prima fase, a richiamare l'attenzione dei cittadini su un obbligo, prima di tutto morale, verso la società imperniato sul dovere, anche individuale, della protezione della salute pubblica fino all'auspicato raggiungimento degli obiettivi preconizzati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità"...quest'affermazione che dice - io almeno la interpreto così -: almeno in questa prima fase noi consideriamo che dire che sono obbligatori sia sufficiente e invece poi andare a dire semplicemente che invitiamo a ridurre le pesanti misure coercitive...mi sembra che le due cose non siano proprio in linea Secondo me, una premessa di questo tipo - che mi pare sia stata mantenuta - presuppone che poi la conseguenza sia di chiedere di revocare queste sanzioni spropositate, oltretutto anche antidemocratiche, perché permetterebbero a chi può pagare la sanzione il lusso di non far vaccinare i figli, invece chi non la può pagare e magari è contrario non potrebbe farlo. Secondo me, quindi l'impegno nella prima parte deve essere quello che era in origine: "revocare le pesanti misure coercitive dal decreto-legge", perché sono ritenute eccessive e la premessa mi pare lo dica chiaramente.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vicepresidente Fosson, ne ha facoltà.

Fosson (PNV) - Io non so mai se devo intervenire su problemi sanitari, perché se non intervengo, la mia coscienza si sente penalizzata e, se intervengo, mi si dice che prevarico e faccio degli intrallazzi con i primari, che invece li fanno con qualcun altro, non certo con me, comunque sono stato chiamato in causa dalla collega Morelli e voglio comunque intervenire su questo.

Sicuramente i vaccini sono una conquista determinante per il benessere e la salute del popolo italiano e mondiale. Gli antibiotici sono la grande possibilità che abbiamo di sconfiggere alcune malattie. Quelli più vecchi come me si ricorderanno che anche in Valle d'Aosta c'erano gli effetti deformanti di poliomieliti contratte nell'infanzia, adesso questi esiti di poliomielite non li abbiamo più visti perché la poliomielite non esiste più; io non vidi il vaiolo, ma è la stessa cosa. A giustificare che tutta la popolazione riconosce che i vaccini sono un'arma determinante è la corsa questo inverno per vaccinare i bambini contro la meningite, la corsa anche di quelli che forse a livello teorico avevano dei dubbi. In questi giorni c'era qui un'infettivologa che lavora in Africa, sempre in prima linea, molto professionale, che, di fronte a questa polemica, mi diceva: "li avessimo noi in Africa questi vaccini per vincere le malattie che uccidono un mucchio di bambini".

I vaccini sono sicuri? Certo, sono molto più sicuri di una volta. Non sono senza effetti al 100 percento, perché una medicina che serve e che produce degli effetti positivi, se è vero che agisce così, qualche volta dà delle allergie e dei fenomeni distorsivi, per cui è normale. Gli antibiotici. Chi direbbe di non usare gli antibiotici in forme di tubercolosi, in forme di meningite? Eppure, pur essendo determinanti in alcune malattie, per alcuni queste medicine possono produrre degli effetti secondari.

Certo, c'è stata una vergognosa pubblicazione anni fa su "Lancet", che è una delle maggiori riviste scientifiche inglesi, che imputava l'insorgenza di alcune malattie all'uso di vaccino antimorbillo, poi fu non solo criticata, ma fu dimostrata la falsità dei dati, però l'aver pubblicato questo dato, questo articolo su una rivista di questo tipo ha sicuramente avuto delle ripercussioni su chi guarda, su chi vuole essere attento sulla salute dei suoi figli. Io ho sempre creduto nell'importanza dell'informazione, l'informazione è determinante e ho sempre ritenuto necessario e giusto che i vaccini fossero lasciati alla libera scelta, ma perché mi sembrava impossibile che, di fronte a dati scientifici così rilevanti, ad un'informazione capillare, qualcuno dicesse di no, perché i dati a livello mondiale sono determinanti su questo e sull'informazione abbiamo fatto molto: io, poi chi mi ha preceduto, chi è venuto dopo di me, abbiamo fatto tutto quello che era possibile in Valle d'Aosta. Abbiamo fatto un comitato, un tavolo di esperti con pediatri, con medici di base, con assistenti sociali, mettendo in atto tutte le strategie possibili. Abbiamo analizzato in un congresso fatto qui ad Aosta i motivi del dissenso, perché una così numerosa popolazione non accettava la vaccinazione. Abbiamo fatto convegni, abbiamo fatto capillarmente delle informazioni pediatriche, sono venuti degli esperti del Ministero ad impostare tutto un piano di prevenzione diverso. Devo dire - chi mi ha sentito lo può testimoniare - che, parlando anche a tutte le associazioni impegnate nel sanitario: dall'AVIS alla Lega antitumore, ho dato questo impegno a queste associazioni: "come convincete la gente di fare la prevenzione anti tumorale, convincete la gente a vaccinare e a spiegare il perché". Ma ci sono dei siti ormai sui social, c'è un sito dei medici di Medicina generale - mi sembra che non possono essere tutti comprati dalle case farmaceutiche - in cui vi sono domande e risposte sui vaccini, sul sito della SIMG, è pubblicizzato, ognuno lo può leggere e vedere in modo chiaro.

Nonostante tutta quest'attività, che - vi assicuro - è stata svolta nel modo più determinato e nel modo più onesto, ascoltando le difficoltà, qui in Valle il tasso di vaccinazione e di copertura vaccinale è diminuito. Più noi informavamo - forse non eravamo credibili noi, ma neanche gli altri lo sono stati - più noi incontravamo la gente trovavamo delle posizioni ideologiche che dicevano: "io non sono d'accordo sui vaccini". Sapete bene che per i quattro che erano obbligatori non c'erano però sanzioni, c'erano sanzioni amministrative, quindi è come dire: "non puoi andare a 130 all'ora, però se tu vai a 130 all'ora in mezzo alla città, non ti faccio la multa", quindi introdurre il concetto dell'obbligo vuol dire che abbiamo fallito comunque. L'informazione in questo periodo di social, la voce della scienza non è recepita come corretta. Io non credo...lo diceva Guichardaz e sono profondamente convinto, qui in quest'aula nessuno di noi riceve delle percentuali da alcuna casa farmaceutica per potenziare l'uso dei vaccini. Spero però che si facciano delle indagini analoghe sui prodotti omeopatici che sono autorizzati provvisoriamente da dieci anni, che vengono venduti ad alto costo. Il mercato dei farmaci omeopatici rende solo nell'Italia del nord 13 miliardi di euro e dopo la morte di quel bambino che aveva un'otite e che ha avuto l'encefalite perché non è stato trattato con antibiotici, ma solo farmaci omeopatici, io spero che il Ministero su questo apra una riflessione corretta.

La libera scelta è sicuramente una grande conquista, va mantenuta, però la libera scelta, quando cozza contro un diritto, che è quello alla salute, se la mia salute è messa in pericolo dalla tua libera scelta, allora il principio del dovere e del diritto alla salute è sicuramente superiore a tutti gli altri. Diceva ancora giustamente Guichardaz, e questo è un problema, che certi bambini che non sono vaccinati perché i genitori non sono d'accordo portano ad un rischio per gli altri bambini che sono deboli, che sono meno coperti, perché le coperture vaccinali non coprono il 100 percento e quindi comportano per questi un rischio.

Perché da 4 a 12? Se lo si vuole leggere in modo scientifico di organizzazione sanitaria, perché i LEA non erano più stati modificati dal 2001 e sono stati modificati solo adesso nel 2016, aggiungendo tutto un altro grosso numero di vaccini e dando anche una copertura, che forse non è completa - ha ragione l'Assessore - ma che dà una copertura vaccinale che era da tempo ritenuta necessaria, ma non c'erano i fondi e non era prevista nei LEA.

Chi gestisce la sanità pubblica io penso abbia l'obbligo di ascoltare le voci di dissenso, di confrontarsi su questo, l'abbiamo fatto tante volte, forse non l'abbiamo fatto bene, ma ha anche l'obbligo di dare una certezza di salute e di benessere alla popolazione italiana. Per quelli che pensano che tutti gli scienziati ci guadagnano, che approfittino di questo, io vi consiglierei di andare a leggervi le storie di Pasteur, di Jenner, che inoculò ai propri figli il siero delle pustole del vaiolo o di...o l'ultimo Montagnier. Io ebbi la fortuna di conoscere Montagnier a Roma dieci giorni prima che fu insignito del Premio Nobel alla scienza: vi assicuro che era un uomo che appariva del tutto assillato dai problemi scientifici, ma il problema economico, da come si portava, da come si vestiva, penso non fosse rilevante per lui.

Ho voluto quindi dire che questo obbligo, che per me è necessario, di introdurre i 12 vaccini deriva da una sconfitta di quello che noi avevamo potuto portare avanti: l'informazione corretta, questo è un dato di fatto. L'obbligo adesso è necessario, sono d'accordo che questo decreto-legge impone delle misure coercitive esagerate. Fra l'altro, quella di togliere la patria potestà a chi non fa i vaccini, se voi sapete - noi l'abbiamo vissuto diverse volte - non si può più togliere la patria potestà neanche a un figlio dei Testimoni di Geova che non si vuole far operare, perché in questo caso il giudice non toglie più la patria potestà in un caso grave come questo, quindi togliere la patria potestà o delle misure coercitive di questo tipo non è sicuramente condivisibile. L'obbligo sì però, anche se dobbiamo fare forza, o comunque violenza su delle idee che correttamente non sono sostenute dal mondo scientifico, però l'obbligo ci deve essere e le misure coercitive invece vanno attenuate di molto e mi sembra che quanto ha scritto e previsto l'Assessore in questa risoluzione vada in questo senso e l'Assessore stesso che si troverà con gli altri Assessori alla sanità e con i Parlamentari si adopererà per far capire al Ministro che l'obbligo sì, ma le coercizioni di questo tipo non possono starci.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Intervenire dopo il collega Fosson su una questione medica è difficile, perché la mia preparazione è ovviamente molto più bassa rispetto alla sua. Io sinceramente non so esprimermi come si è espresso il collega prima sulla questione strettamente medica perché non sono così informato. Io ho provato ad informarmi in questi giorni, penso anch'io che l'obbligo dei vaccini vada mantenuto, ma concordo anche con quanto detto dall'Assessore Bertschy in presentazione della mozione sul fatto che le coercizioni vadano messe in discussione. Si è parlato tanto della revoca della potestà genitoriale, che è una coercizione odiosa, ma io penso che altrettanto odiosa - come prima diceva l'Assessore Bertschy - sia il fatto che si lega la facoltà di vaccinarsi o meno al fatto che si possa o meno pagare la multa nel caso in cui non ci si voglia vaccinare: questo è quello che penso e che volevo esprimere.

Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Per dichiarazione di voto. Credo che su questa vicenda che tanto ha fatto discutere ci sia da mettere in rilievo che ha evidenziato la necessità di un dibattito franco e aperto fra tutti: cittadini e politici, fra famiglie e medici, poiché ha evidenziato in modo chiaro quanta distanza ci sia spesso fra i cittadini e la politica e di quanta informazione super partes avremmo bisogno tutti noi. Sono consapevole, pur rivendicando la mia libertà d'espressione da libera cittadina, che la mia libertà termina dove comincia quella degli altri cittadini e quella chiaramente anche nelle varie sedi dei colleghi. Ritengo che su questa tematica sia necessario essere però onesti e chiari. Credo che sia una questione, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, prima ancora che politica, una questione morale. Non sono un medico, ho una semplice laurea in pedagogia e ritengo, in quanto genitore, di essere stata sempre seguita da ottimi medici, che hanno saputo argomentare sia che fossero pro vaccini, sia che fossero più tiepidi su alcuni vaccini o sui richiami.

Non sono contro i vaccini, questo l'ho detto, l'ho scritto. Credo che tutte le ricerche scientifiche che sono state e che continuano ad essere condotte abbiano tutte un grande valore e devono essere tutte prese in considerazione poiché probabilmente ogni ricerca è utile per un piccolo passo in avanti. Tant'è che il piano vaccinale proposto dopo l'accordo fra Stato e Regione di gennaio 2017, che ampliava l'offerta da 4 a 12 vaccini, ma che rimaneva facoltativo. Questo piano permetteva la libera scelta, la richiesta del cittadino, e l'ho votato in Giunta ritenendo che proprio nel diritto di libera scelta ci sia il diritto di poter vaccinare e anche di vaccinare, eventualmente se lo si ritiene, tutti e 12. In egual modo ritengo però che i principi costituzionali, degli articoli 32 e 34 in particolare, devono essere salvaguardati e, a mio modesto avviso naturalmente, questo decreto basato su questi presupposti non li preserva.

La scuola è aperta a tutti, l'istruzione inferiore è impartita per almeno otto anni obbligatoria e gratuita. Il decreto in questione, invece, entra a gamba tesa nella scuola, nel diritto di tutti di accedere all'istruzione in modo equo senza differenza fra ricchi e poveri e credo che questo sia molto grave. Nello stesso modo all'articolo 32 si dice che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge e giustamente qua la disposizione di legge è arrivata con un decreto, però poi c'è scritto che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana: questo è l'articolo 32. La scuola è aperta a tutti senza misure coercitive o di invasione della responsabilità genitoriale. Io mi auguro che si apra anche un confronto su questa tematica con tutte le altre Regioni che in questi giorni si stanno pronunciando, perché ritengo che l'apporto di tutti possa davvero migliorare il futuro delle nuove generazioni del nostro Paese e chiedo al Presidente della Regione, che domani parteciperà a Roma ad un incontro su tale problematica, di essere portavoce di tutti.

Non entro in altri dettagli tecnici, non sollevo altre criticità che altri colleghi hanno citato, ma sulle quali non intendo certo entrare in questo momento. Stanno però emergendo in questi giorni diversi aspetti, che, a mio avviso, non sono né secondari, né da sottovalutare. Finora, a mio avviso, non vi è stato alcun confronto, ad esempio, con le Regioni, sull'applicabilità del decreto nelle scuole, ma vi è stata un'imposizione dall'alto che ricade soprattutto sui dirigenti scolastici e le famiglie e il confronto è stato solo fra i dicasteri della sanità.

Quanto proposto dal collega Bertschy, che riprende almeno in alcune parti le richieste di una parte della popolazione e le richieste del comitato che in questi giorni abbiamo incontrato, mi vedeva d'accordo, anche perché l'abbiamo in qualche modo cercato di concordare e mi vedrebbe d'accordo anche sul lasciare l'obbligo. Ho accettato le premesse, alcune delle quali non sono, a mio avviso, del tutto condivisibili, ma le avrei accettate, ma credo che, proprio per il rispetto di quei principi costituzionali che ho citato, dovrebbe essere chiesto all'unanimità dalla nostra Regione non di ridurre, ma di revocare le misure coercitive: divieto di accesso alle scuole di tutti gli ordini e gradi, e poi anche la sospensione della potestà genitoriale, oltre che la segnalazione dell'inadempimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, perché la riduzione, comunque sia, crea una disparità: se chi paga può iscriversi a scuola anche eventualmente senza le vaccinazioni, vuol dire che chi paga anche una minima sanzione, ma la paga ha libertà di scelta; chi non può permettersi di pagare quella minima parte non ha libertà di scelta.

Auspico quindi che, in sede di revisione del decreto, il Parlamento sappia essere autorevole, non autoritario. Sappia fare una giusta informazione e far salire le percentuali secondo i parametri OMS per quanto riguarda le vaccinazioni attraverso una scelta consapevole della popolazione, attraverso una giusta ed equa informazione e non attraverso un obbligo. Io sarei favorevole a togliere anche l'obbligo, perché se si fa la giusta informazione, credo che tutti i cittadini siano consapevoli di quello che devono fare, qual è la via giusta. Ritengo pertanto che permettere, riguardo a questa tematica, la libera scelta dei genitori, che meglio di tutti conoscono i loro figli e sanno a chi rivolgersi a livello medico per proteggere e sicuramente far progredire i loro figli, quindi con il sostegno e il supporto dei medici, sia il miglior impegno di fiducia che uno Stato dovrebbe avere nei confronti dei cittadini. Solo attraverso un'informazione equilibrata, si è degni di essere rappresentanti, a mio avviso, dei cittadini e credo attraverso l'imposizione. Chiederei quindi di scrivere: "revocare dal decreto" piuttosto che "ridurre", che poi è la stessa indicazione che hanno dato anche altri colleghi.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Forse la discussione non è rimasta nei canali, che supponevo fossero quelli indicati dalla mozione. Io ho detto chiaramente che non volevo fare un discorso tecnico. Io credo che la differenza tra uno Stato autoritario e uno Stato autorevole sia fondamentale. Noi siamo in uno Stato autoritario: nel momento in cui fa scelte di questo tipo e prepara, anziché delle campagne di sensibilizzazione, delle misure coercitive così pesanti, è uno Stato che ritiene che i propri abitanti siano dei sudditi più che dei cittadini. Ora, è brutto dirlo, ma ogni volta che c'è una questione dirimente in questo Stato: la legge sul fine vita, piuttosto che la fecondazione assistita o non so se vogliamo parlare delle coppie omosessuali, tutto quello che riguarda questioni che non sono strettamente all'interno di canali e di parametri da un certo punto di vista morale, per qualcuno standard, non si riesce a normarla, o se si norma, si norma in un modo tale che non si riesce a gestire nulla, e questa cosa sta aumentando sempre più.

Adesso siamo arrivati ai vaccini, l'obbligo di farne 12 con delle sanzioni spaventose. In questo Consiglio non vogliamo dare un segnale di maturità rispetto a certe scelte, che sono assolutamente coercitive, che trattano i nostri cittadini alla stregua di bambini indifesi che non sanno cosa fare, che riducono i genitori quasi come se non sapessero qual è il bene migliore per i propri figli. È ovvio, collega Fosson, che ci sono persone che non hanno la minima idea di come gestire i propri figli e quindi utilizzano dei farmaci che non sono assolutamente adatti rispetto a certe malattie, queste cose sono sempre successe, ma non facciamo mica l'obbligo di usare gli antibiotici, sarebbe assurdo! Lei conviene, no? Se un genitore è un genitore accorto, e non tutti i genitori lo sono, lo sappiamo...non è con l'obbligo di diventare accorti che lo si diventa, magari! Oppure ci aspettiamo un giorno che ci sia la patente per fare i figli? Se ce l'hai, li fai e se non ce l'hai, non li puoi fare. Sarebbe interessante sapere chi la darebbe una cosa del genere.

La mia mozione faceva un discorso molto semplice: riportiamo la situazione a ciò che era prima. Non entrava nel merito di più vaccini, meno vaccini, il vaccino contro l'epatite è giusto, quello contro il tetano è sbagliato e così via, non faceva assolutamente questo discorso, poneva una questione di merito assoluto. Vogliamo dare un segnale di maturità al nostro Stato o vogliamo omologarci come tutti gli altri facendo i falsi moralisti? Mi sembra che con la risoluzione proposta dal Governo avete scelto la seconda strada. Ogni volta che si cerca di fare un qualcosa di un po' più moderno - passatemi il termine - ci tocca guardare fuori dai confini dell'Italia e rimarcare l'assoluta distanza che c'è tra noi e loro. Negli altri Paesi europei hanno situazioni completamente diverse, lo vedete dai dati che vi ho fornito nella mozione e non mi sembra che ci siano epidemie, perché se fosse vero questo, allora i nostri bambini, che attualmente non sono vaccinati non dovrebbero andare all'estero, pena chissà quali malattie, ma neanche in Germania devono andare, eppure mi sembra che bene o male sopravvivono anche loro.

Io credo che, anziché fare un discorso - come ho detto - generale, un discorso di buon senso, un discorso se volete anche proiettato verso un po' di modernità o, se preferite, semplicemente un po' di libertà, visto che cerchiamo di difenderla a parole, ma nei fatti non lo facciamo, voi preferiate restare sulle posizioni moraliste pensando che quelle siano le migliori e le più importanti da mantenere, senza capire che, ogni volta che limitiamo la libertà di qualcuno dei nostri cittadini, di fatto, facciamo un passo indietro. Io spero che voi ci ripensiate e che accogliate anche la richiesta fatta dall'Assessore Certan. Noi comunque non voteremo la vostra risoluzione, resteremo fermi sulla nostra. Valutate voi se è il caso di continuare su questo tipo di atteggiamento, o se preferite finalmente magari portare anche la nostra regione a livello dell'Europa, nella quale ci troviamo.

Presidente - Altri per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Indubbiamente l'intervento della collega Certan ha due aspetti fondamentali: il primo è che non ha detto nulla su quelle affermazioni, che credo siano state un po' l'oggetto di una sollecitazione, almeno di una colpa sul fatto di aver fatto quegli abbinamenti assai strani su certi periodi storici con la vicenda di vaccini. La notizia positiva è che apprendiamo che anche lei è per i vaccini, quindi che ci sono tutti gli elementi per capirsi, perché dico questo? Perché indubbiamente noi in questa discussione non vogliamo sostituirci al dibattito che è ancora in corso a livello nazionale su questi temi, ma credo che, sotto questo profilo, l'Assessore abbia proposto una risoluzione che riassume un po' le preoccupazioni, le difficoltà oggi riscontrate, richiamando l'esigenza di fare tutti i passi necessari affinché si migliori questa situazione.

Vorrei dire che il richiamo che la collega ha fatto all'articolo 32 deve essere letto anche con le sentenze della Corte costituzionale su delle cause che sono state intentate, che adesso non voglio leggere, che sancivano in modo chiaro la possibilità di prevedere l'obbligo delle vaccinazioni, che non interferisce e non inferisce con la capacità del singolo di poter poi avere tutta una serie di requisiti: dico questo per capirci su questo tema, quindi non è assolutamente un'invasione di campo.

Sul resto, tanto per tornare alle Regioni a Statuto speciale, nella relazione al progetto di legge, al decreto c'è proprio scritto: "le misure di formazione - non so se magari è sfuggito - saranno effettuate per 18 Regioni, essendo Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta sottoposte ad altra specifica normativa regionale". Abbiamo quindi un impegno forte di fare formazione e informazione, è quello che noi abbiamo sollecitato ed è quello che noi riteniamo sia importante, in modo che ci si capisca su quando c'è l'obbligo, che non è una violazione di alcuni diritti: è l'obbligo in termini precauzionali su delle tematiche, come quella sanitaria, che non possono essere affidate ad ogni singola persona, ogni singolo Stato, ogni singola Regione, ma ci deve essere una direzione generale che deve garantire questo problema di salute e soprattutto di prevenzione, credo che il problema sia nella sostanza questo.

Noi oggi qui non stiamo discutendo se una cosa è meglio, gli effetti. Io non voglio nemmeno entrare in questo, credo che altri l'abbiano fatto meglio di me. L'informazione e la formazione è quello che invece si può fare e non solo nell'ambito sanitario, ma sicuramente anche nelle scuole, ma la formazione, non andare a dire: discutiamo se il vaccino deve essere fatto o non deve essere fatto, cosa che invece è avvenuta: quella è competenza della sanità, quella è competenza specifica. Noi su questo crediamo di aver sollecitato in modo chiaro l'esigenza di intervenire.

Noi approviamo il discorso della proposta fatta dall'Assessore, sicuramente il tema di togliere la revoca della potestà genitoriale è un dato che credo debba essere poi affrontato, ma non con questa risoluzione, ritengo si possa tranquillamente prevedere insieme a quelle precauzioni che noi abbiamo. Quello che è importante però è che non possiamo fare un'azione contraria all'informazione sulla vaccinazione e sugli effetti della vaccinazione. Se noi cominciamo a dire: "non so perché", "figurati, l'hanno fatto quelli che ci obbligavano a fare tutto", quello è il sistema non solo della disinformazione, per mettere il dubbio e per cercare di allontanare chi non ha le giuste possibilità di informarsi da quello che invece è l'obbligo che ha di andare a vaccinarsi. Con questo spirito noi votiamo la risoluzione presentata dall'Assessore e non voteremo la mozione per ovvi motivi.

Su questi aspetti noi riteniamo che ci sia molto da fare, qualcuno ha detto che la disinformazione è alla base del fiorire di iniziative contro perché non c'è un'informazione corretta sul perché si deve fare e finalmente adesso sicuramente ci sono degli interventi da fare sulle norme che accompagnano le prescrizioni che vengono fatte, possono essere migliorate queste situazioni, sicuramente. Andiamo pure ad evidenziare questi aspetti, però l'obbligo è dovuto al fatto che se noi vogliamo avere una percentuale alta di vaccinazioni, purtroppo in certe fasi è necessario l'obbligo. Chiaramente poi se l'informazione può essere tale da non renderlo necessario, meglio ancora, però questo è un argomento molto delicato, che non può essere liquidato con un semplice essere pro o contro come politica. La politica qui non c'entra, qui dovrebbe essere escluso il discorso partitico, meglio ancora più che politico; la politica deve essere quella della formazione e dell'informazione e della prevenzione. Tutto questo è collegato ad una storia lunga, una storia che nella nostra regione ha avuto degli episodi molto gravi per non vaccinazioni, non scordiamocelo! Ci sono stati degli anni nel passato in cui la non vaccinazione ha causato morti, tanti morti. Io credo che la disponibilità di avere questi vaccini, di poter fare quest'azione preventiva deve essere utilizzata al meglio, riducendo sicuramente gli aspetti coercitivi: quello credo sia un aspetto corretto, giusto, perché è l'extrema ratio. Teniamo conto però di qual è la logica e la base del discorso che abbiamo fatto ed evitiamo di fare scivoloni come quelli che abbiamo ricordato, che sicuramente non fanno onore ad un'azione che dovrebbe essere fatta, detenuta in un ambiente come la scuola, che dovrebbe essere un ambiente sensibile, rispettato e in cui le informazioni dovrebbero esserci. Tanto che vorrei ricordarle che i Ministeri lavorano insieme: il Ministero della salute, il Ministero dell'istruzione e prevedono tutta una serie di interventi, giustamente, ma gli interventi vanno nella direzione di sollecitare le vaccinazioni, non di dire: "per carità, non ne parliamo. Questi qui vogliono fare come nei lager". Quando si usano termini di questa natura, è la fine, altro che informazione! Questa è disinformazione! Peggio, sarebbe da castigare questa disinformazione, è molto pericolosa.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Grazie a tutti gli intervenuti con interventi tutti nel merito e anche a chiarimento di certe posizioni assunte. La necessità di quest'oggi non era quella di affermare la posizione dell'Assessore, piuttosto che di un movimento o di un gruppo, ma era quella di affermare che in Valle d'Aosta siamo a favore dei vaccini. In Valle d'Aosta vogliamo che questo messaggio arrivi alla nostra popolazione, rispettiamo il Movimento e i modi con i quali il Movimento ha portato la discussione all'interno della comunità e che ha favorito la discussione su questo argomento. Siamo contro a sanzioni così pesanti. Siamo forse un po' più trasparenti di Province che hanno assunto atti politici, scrivendo fra le righe - e parlo anche dei nostri amici altoatesini -: "no alle misure coercitive che presuppongono l'obbligo", ma senza scriverlo, cosicché non se ne parli, invece noi siamo un po' più chiari: siamo per l'obbligo e saremo anche per il "no" per tutte le misure coercitive in una prima fase.

Ci rendiamo anche conto che però dal 2006, da quando sono state tolte le sanzioni, il dato è drasticamente peggiorato. In certi momenti può essere giusta o sbagliata, è una posizione politica e io capisco la posizione della mozione che viene rappresentata oggi, che però non deve neanche sconfessare la posizione che vogliamo assumere noi oggi. Ci sono altre Province autonome che non hanno detto nulla, ci sono altre Regioni che addirittura hanno preceduto il Governo in questa fase di obbligo, che è la cosa più sbagliata che si possa fare. Io quindi credo che l'importante è mantenere alta l'attenzione, fare quell'attività che ci compete oggi come rappresentanti della comunità valdostana all'interno del Consiglio regionale e soprattutto portare alle nostre rappresentanze l'attenzione rispetto a tutti questi temi che sono stati enunciati.

La proposta del collega Gerandin la farei nostra, fra l'altro, è avvenuta nel momento giusto del dibattito, in fase di discussione generale: la revoca della potestà genitoriale anche solo come messaggio politico credo che debba uscire da questo documento, seppur mi pare che sia avanzata la discussione e che già non se ne parli più, però la farei nostra e la rappresenterei in maniera chiara. Sicuramente l'impegno nei prossimi giorni sarà, oltre che seguire il dibattito parlamentare, fare in modo di organizzare un piano di informazione che permetta a tutti di raggiungere quello che serve, la consapevolezza di cosa vogliamo fare in favore dei cittadini e soprattutto della trasparenza che ci deve essere rispetto a questo argomento. Il piano costerà all'Amministrazione regionale all'interno dei LEA e costerà all'interno della spesa pubblica sulla sanità, quindi motivo in più per far sì che questo investimento produca i suoi effetti, oltre che ai benefici di salute.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce nel 95 percento la percentuale non più ottimale, ma la percentuale attraverso la quale si raggiunge il vero obiettivo del rispetto della salute. Io credo che noi dobbiamo tendere a questo, cercando di limitare tutte le parti che non lo prevedono, ma soprattutto cercando di differenziare la nostra capacità di rapportarci con la comunità e con i cittadini con informazioni corrette, trasparenti e con informazioni che arrivino anche a coloro che, insieme ai ragazzi e alle famiglie, ci stanno più di tutti gli altri. L'impegno della risoluzione quindi va in questa direzione e sarà attraverso questo atto politico che, insieme al Presidente, al Governo e a tutti coloro che vorranno dare una mano, faremo il nostro lavoro.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Ho ascoltato con attenzione il dibattito, il confronto su questo argomento, un argomento fortemente divisivo all'interno della comunità e chiaramente riporta anche nell'ambito del Consiglio le sensibilità diverse a livello di approccio sui contenuti e sull'applicazione di questa tematica.

Sicuramente i vaccini hanno fatto e hanno avuto un compito importante, ce l'hanno ancora e lo Stato si è preoccupato, attraverso la predisposizione e il varo di questo decreto-legge, di cercare di dare le garanzie di copertura vaccinale alla comunità. Dare una copertura in via obbligatoria non è mai una bella cosa. Credo che, sotto il profilo della politica, sia un po' da considerarla come una sconfitta, vuol dire vivere una "società liquida", vivere una società in cui tribola a passare l'informazione tra le varie componenti. È chiaro, quindi, che un'imposizione passa come un messaggio difficile da recepire. Tuttavia l'argomento è talmente importante perché tratta della salute di ciascuno che, come qualcuno ha sottolineato prima di me, la libertà di ciascun individuo cessa nella misura in cui occorre considerare la salute di tutta la comunità. Non possiamo pertanto che condividere in questa difficile fase, tenuto conto delle percentuali basse che competono all'Italia rispetto a quelle di altre realtà all'interno dell'Europa, un approccio di cercare di intensificare la consapevolezza nell'ambito dell'opinione pubblica attraverso un percorso di obbligatorietà. Sicuramente da qui in avanti...però è chiaro che ci sono dei distinguo, perché condividiamo pienamente la preoccupazione anche dell'Assessore Certan, la quale si trova a dover poi recepire all'interno dell'ordine scolastico questi obblighi, che mettono in difficoltà le scuole, mettono in difficoltà le famiglie sicuramente, perché riteniamo anche che l'aspetto sanzionatorio sia sproporzionato rispetto alle finalità.

Nel deliberato di questa risoluzione è stato evidenziato che lavoreremo a nome della Regione quando ci confronteremo con lo Stato e con le altre Regioni per ridurre, ma ridurre vuol dire ridurre di molto, laddove possibile, le sanzioni, perché siamo consapevoli e convinti che occorra fare un'azione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica attraverso la formazione, la comunicazione per far comprendere quanto è importante cercare di tutelare la salute di ciascuno di noi e la salute della comunità. Mi unisco pertanto alle parole e alle rassicurazioni che sono state fornite dal collega Bertschy sul nostro impegno, che sarà totale, per portare la voce anche della piccola Valle d'Aosta nell'ambito di una discussione a livello nazionale su un tema di così grande importanza e mi auguro e sono sicuro che anche i nostri Parlamentari sapranno dare voce alle istanze che oggi sono state consegnate loro, verranno consegnate da parte di quest'aula, per portare nel dibattito parlamentare sicuramente quanto andremo a deliberare con il massimo della condivisione possibile.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Semplicemente perché mi hanno chiesto di leggere il primo impegno: "ridurre significativamente le pesanti misure, nonché a revocare la previsione della potestà genitoriale", lo approviamo in questi termini.

Presidente - L'impegno sarebbe: "invita la Giunta regionale e i Parlamentari valdostani a ridurre significativamente le pesanti misure coercitive dal decreto-legge quali il divieto di accesso alle scuole di ogni ordine e grado e le sanzioni e eliminare la misura della sospensione della potestà genitoriale e della segnalazione dell'inadempimento...", come era stato fatto.

Metto in votazione la mozione presentata dal collega Cognetta. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti : 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 31 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Chatrian, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Gerandin, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Morelli, Nogara, Norbiato, Padovani, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Roscio, Rosset, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Metto in votazione la risoluzione sulla mozione come emendata. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti : 32

Favorevoli: 31

Contrari: 1

Astenuti: 1 (Certan)

Il Consiglio approva.

Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - È per chiedere una riunione della Conferenza dei Capigruppo.

Presidente - La sospensione è concessa.

La seduta è sospesa dalle ore 20:42 alle ore 20:50.