Oggetto del Consiglio n. 1895 del 9 marzo 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 1895/XIV - Approvazione di mozione: "Avvio di un piano di progressiva riorganizzazione clinica e assistenziale nell'ambito dell'ospedale regionale".
Viérin M. (Presidente) - Il punto n. 41 è rinviato a domani per l'assenza giustificata dell'Assessore Rini. Punto n. 42 dell'ordine del giorno. La parola alla collega Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
La mozione che vogliamo sottoporre all'attenzione del Consiglio riguarda l'ospedale regionale e, in particolare, la possibilità di riorganizzare l'ospedale regionale secondo il modello dell'intensità di cure, modello che è già stato adottato da alcune Regioni e da alcuni ospedali anche in via sperimentale. Cerco di spiegare rapidamente cos'è questo modello. L'ospedale per intensità delle cure è un ospedale che non è più strutturato come da tradizione in reparti, in base alla patologia e alla disciplina medica, ma è organizzato in aree che aggregano i pazienti non in base alla patologia ma in funzione della maggiore o minore gravità del caso e quindi della maggiore o minore intensità di assistenza, di livello di complessità assistenziale. L'ospedale organizzato per intensità delle cure quindi supera il concetto di reparto chiuso con i suoi specialisti per andare invece ad aprirsi all'integrazione di tutte le diverse competenze professionali necessarie per trattare i pazienti con patologie diverse, ma riuniti in una stessa area e accomunati da un uguale bisogno assistenziale.
Nella maggior parte delle sue applicazioni vengono individuati tre livelli di assistenza, di bisogno assistenziale: un livello di intensità alta che comprende le degenze intensive; un livello di intensità media, ma con elevata variabilità di complessità, che è un livello di breve durata delle degenze e un livello di intensità bassa dedicata ai pazienti post acuti e in fase di pre-dimissione. La differenza con il modello classico è che la centralità è sul paziente e attorno al singolo paziente ruota l'organizzazione dell'ospedale e si muovono i vari professionisti invertendo la logica tradizionale a cui siamo abituati in un ospedale come il nostro, dove il paziente viene allocato nei reparti secondo l'appartenenza disciplinare.
Quali sono i vantaggi che sono stati riscontrati laddove quest'organizzazione è già stata sperimentata? È un tipo di organizzazione che consente al medico di concentrarsi sulle proprie competenze e di esercitarle dovunque siano situati i pazienti che fanno riferimento alla sua disciplina e al tempo stesso l'infermiere in questo tipo di organizzazione viene a giocare un ruolo centrale, la figura dell'infermiere viene valorizzata in particolare perché vengono valorizzate appieno le sue competenze.
Un altro aspetto importante è l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse tecnologiche delle sale operatorie, degli ambulatori, i servizi di diagnosi sono utilizzabili da più professionisti senza divisioni e senza dispersioni e si evita in qualche modo che vi siano dei doppioni. Permette di migliorare l'occupazione dei letti, che è un problema anche del nostro ospedale che vede molto spesso dei pazienti ricoverati al di fuori del loro reparto con dei disagi e delle problematiche che sono ben note. Dovrebbe favorire anche l'integrazione tra i professionisti che si prendono cura dei pazienti senza sovrapposizioni, ma in raccordo tra loro. Questo avviene laddove la riorganizzazione nella sua fase di ideazione riesce a coinvolgere il più possibile tutte le parti, perché è una riorganizzazione che prevede una concertazione, una partecipazione di tutte le parti affinché tutti si sentano consapevoli dell'importanza del loro ruolo e nessuno si trovi sminuito nel nuovo ruolo.
È un'organizzazione che non è una novità, prende spunto da un modello di organizzazione di una casa automobilistica (Toyota) che è stato applicato nella sanità. Alcune Regioni italiane, come la Toscana, l'Emilia-Romagna, la Liguria, già lo hanno adottato e hanno anche legiferato in merito. In particolare, sappiamo che l'Ospedale Mauriziano ha adottato dal 2012 una sperimentazione che va in questo senso. L'Ospedale Mauriziano non è un ospedale nuovo, è un ospedale del 1800 costruito a padiglioni e quindi ricalca un po' il modello del nostro ospedale, perché della riorganizzazione per intensità di cure ricordo che si parlava quando si discuteva del progetto del nuovo ospedale e naturalmente, quando si concepisce una struttura nuova, è più semplice. L'applicazione è sicuramente più semplice, perché la struttura viene già concepita in funzione di quest'organizzazione per i livelli di intensità delle cure. Naturalmente applicandola su una struttura esistente che ha dei vincoli strutturali proprio legati a com'è fatto l'edificio è sicuramente più complicato e comporta degli adattamenti alla singola situazione.
Se ne era già parlato in Commissione proprio quando si discuteva della costruzione del nuovo ospedale e in quel caso veniva data un po' come scontata l'adozione di questa riorganizzazione. Noi riteniamo che, anche in assenza di costruzione di un nuovo ospedale, questo tipo di riorganizzazione potrebbe però permettere di risolvere dei problemi e forse - ma è evidente che è una cosa che va ben studiata e che richiederà i tempi necessari - anche permettere di portare nella sede dell'Ospedale Parini quella parte dell'Ospedale Beauregard, perché, riorganizzando l'ospedale in questo modo, si andrebbero a recuperare degli spazi che forse potrebbero poi essere riutilizzati in questo senso. È evidente che è una cosa che va meditata, che va valutata bene, che va approfondita nei tempi giusti, però noi riteniamo che comunque si possa e si debba partire con una valutazione che vada in questo senso. Grazie.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Chi chiede la parola? La parola al collega Fabbri.
Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.
C'è poco da aggiungere a quanto ha così bene esposto la collega Morelli, è una metodologia che si sta inserendo in vari enti ospedalieri italiani e che sta dando dei buoni frutti. Noi sappiamo che la nostra sanità sta vivendo una fase complessa, una fase difficile, una fase critica, per cui sosteniamo questa mozione proprio nell'intento di invitare chi governa questa fase critica e questo momento critico della nostra sanità a tenere presente questo tipo di possibile evoluzione. Siamo in attesa del nuovo piano aziendale, potrebbe essere veramente il momento di riprendere in mano questo tipo di politica, questo tipo di organizzazione che altrove ha già dato dei risultati positivi. L'ha detto la collega Morelli: i risultati sono quelli di porre al centro di tutto il sistema ospedaliero il paziente, di avere delle grosse sinergie fra le varie figure professionali, in modo che si esplichino veramente le qualità professionali che possono venire sfruttate al meglio per quanto riguarda la cura del paziente, per quanto riguarda anche l'organizzazione sia dal punto di vista propriamente organizzativo, sia dal punto di vista della gestione economica dell'ospedale stesso. Detto questo, naturalmente siamo cofirmatari e quindi il nostro voto è favorevole per tutti i motivi che ho esposto. Grazie.
Presidente - Non vedo altre richieste, chiudo la discussione generale. La parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Grazie Presidente.
Come detto nella premessa, la riorganizzazione della sanità in Valle è sicuramente necessaria, non facile, lo avete detto correttamente, ed è vero. Non siamo alieni da queste discussioni, com'è scritto, e questo non solo per problemi economici, ma proprio perché nei momenti di crisi vi è anche l'occasione per superare dei modelli e per introdurne di nuovi, in un periodo in cui la super specialità ha dimostrato di avere degli svantaggi, e quindi le piccole strutture, e i loro costi, non sono sicuramente più sostenibili. Tra l'altro, il decreto n. 70, che è il decreto che guida un po' tutta la riorganizzazione, dando dei numeri, prevede proprio nell'allegato 1: "per promuovere un uso appropriato dell'ospedale, ai fini di migliorare la qualità dell'assistenza offrendo al paziente la giusta intensità di cura". Adesso la dottoressa Morelli ha parlato molto bene del concetto vero di intensità di cura con il paziente al centro e il personale che ruota e il medico che non è più il capetto dei tre letti. Il dottor Fabbri diceva: "un po' più in sinergia...", eccetera. Io direi che la sinergia, il mettere insieme le risorse sono un primo momento per arrivare all'obiettivo. Sicuramente è legata agli spazi necessari, perché, quando si è parlato dell'ampliamento dell'ospedale, si parlava di H12 e H24, cioè nella piccola struttura chiusa con 10-12 letti questo è sicuramente più difficile.
È chiaro che è un problema di strutture, ma non solo. Il Mauriziano a Torino non ha tutti i servizi e in alcuni posti la sperimentazione è stata positiva. Al Niguarda a Milano è stata interrotta la sperimentazione. Oltre ad esserci un problema strutturale se io posso organizzare un ospedale con un piano con molti posti letto, è molto più facile perché lo scambio del personale è a vista. Sono d'accordissimo che il ruolo della laureata in Scienze infermieristiche - e lo stiamo dimostrando nelle nostre scelte - debba essere sempre più sottolineato, ma è un problema soprattutto culturale di formazione. Ricordo quando un'estate abbiamo spostato dall'Urologia il personale in Chirurgia. Noi su questo abbiamo già fatto mi sembra dei percorsi di poliambulatorio, mettendo tutti gli ambulatori insieme con la day-surgery che adesso è concentrata e abbiamo messo tutta l'emergenza sotto un unico dipartimento, perché il dipartimento è quella sinergia che porta poi, secondo me, all'intensità di cura, in cui le professionalità vengono messe a confronto. Nel piano aziendale che porteremo in Commissione per l'approvazione c'è proprio il desiderio di andare ancora verso questa logica del mettere insieme le professionalità e le risorse e riducendo soprattutto i dipartimenti si potrà arrivare a questo. Noi quindi siamo d'accordo, il Governo e la maggioranza sono d'accordo ad accettare questa mozione, così come presentataci fermo restando che i tempi non saranno brevissimi, anche se dobbiamo ragionare in quest'ottica nella previsione, per esempio, perché è giusto quello che dice sull'intensità di cura, che almeno i reparti chirurgici siano tutti insieme, difficoltà che in questo momento abbiamo, perché al Beauregard esiste un reparto chirurgico. Accettiamo quindi la mozione pur sottolineando che sarà un percorso non semplice, ma che va fatto e che le tempistiche saranno anche un po' collegate a quello che sarà l'ampliamento dell'ospedale.
Presidente - Possiamo procedere alla votazione. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 32
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Il Consiglio approva all'unanimità.