Oggetto del Consiglio n. 1651 del 16 dicembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1651/XIV - Petizione contro il progetto di costruzione di una centralina idroelettrica privata nel vallone di Menouve, da parte degli abitanti e amici di Etroubles e Saint-Oyen. (Reiezione di una risoluzione)
Presidente - Ricordo all'aula e a chi ci ascolta che la Conferenza dei Capigruppo alle ore 13 ha deciso di fare un'inversione dell'ordine del giorno e quindi inizieremo dal punto 28, mentre verranno discusse domani mattina le altre otto rimanenti iniziative ispettive che vanno dal punto 20 al punto 27. È stato anche concordato che eventuali risoluzioni - una è già arrivata dal Movimento Cinque Stelle ed è stata distribuita - dovranno arrivare celermente all'Ufficio di Presidenza, proprio perché verranno discusse nella giornata di oggi e, dato che il Consiglio è convocato in seduta notturna, si svolgeranno anche in notturna.
Punto 28 all'ordine del giorno. Ricordo che sulla petizione c'è una presa d'atto. Si può intervenire, siamo in discussione generale. C'è qualcuno che chiede la parola? Nessuno? Il Consiglio prende atto? Aspettiamo il collega Bertin...prego, collega, ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - Buongiorno Presidente. Un po' di calma...
Presidente - Vi chiedo un po' di silenzio, per cortesia!
Bertin (ALPE) - Un po' di calma, Presidente, anche perché generalmente la relazione viene letta in aula perché il Consiglio possa prenderne atto, così come i colleghi che non hanno partecipato ai lavori della commissione. Generalmente si fa così...questa è un'innovazione, presi dalla fretta non leggiamo neanche le relazioni! Le relazioni servono per permettere anche a chi non era in commissione di sapere come si sono svolti i lavori. Io in commissione c'ero, ma comunque volevo intervenire in discussione generale.
Questa è una questione che abbiamo seguito sin dall'inizio; tra l'altro avevo anche presentato sull'argomento un'interpellanza ad inizio autunno. Una vicenda che prende avvio con la richiesta di subconcessione per una derivazione d'acqua ad uso idroelettrico nel 2006, circa 10 anni fa. In 10 anni il quadro generale di riferimento è cambiato, e non soltanto il normativo, ma anche quello ambientale, così come anche la sensibilità dei cittadini sull'argomento è notevolmente mutata. Questa richiesta è rimasta in standby per tutto questo tempo, e adesso, per sollecitazione dell'Amministrazione stessa, il tutto verrebbe riattivato come se nel frattempo nulla fosse cambiato. Abbiamo partecipato ai lavori della commissione, come dicevo, e sentito le relazioni dei promotori. Non siamo dei tecnici, ma nonostante questo, per il ruolo che svolge il Consiglio Valle, abbiamo il dovere e il diritto di esprimere delle valutazioni generali sulla questione. Questa centralina di Menouve, pur essendo una questione piccola e specifica, ha un valore emblematico, di casi come questi ce ne sono tanti.
Per esprimere delle valutazioni, a mio avviso, vanno tenuti in considerazione quattro aspetti generali che ci permettono di esprimere un nostro indirizzo sulla questione. Il primo aspetto che bisogna a mio avviso tenere in considerazione è lo sfruttamento idroelettrico dell'acqua in Valle d'Aosta e da questo punto di vista la nostra Regione ha ampiamente sfruttato questa risorsa. Siamo ormai in una situazione nella quale la quasi totalità delle aste torrentizie sono interessate da impianti, ogni singolo torrente, fiume o ru. Troviamo centraline piccole o grandi un po' ovunque: come dicevo, è una risorsa sfruttata. La Valle d'Aosta, il nostro territorio, ha già dato abbastanza e ogni nuovo intervento ormai pone dei seri problemi ambientali. Non si può essere per principio contrari all'uso dell'energia idroelettrica: un'energia rinnovabile, molto più verde di altre, che non produce CO2, in termini assoluti non si può essere contrari. Personalmente non lo sono, anche per ragioni familiari; tra l'altro il mio trisnonno, a fine Ottocento-inizio Novecento è stato uno dei primi ad iniziare a produrre energia idroelettrica proprio nella zona di cui stiamo parlando e anch'io personalmente sono socio della Cooperativa Forza e Luce di Aosta, pertanto parlo pure per interesse. Lo dico da ambientalista: l'energia idroelettrica di per sé è un fatto positivo, rispetto ad altre energie è certamente migliore, ma non si può prescindere dallo sfruttamento che abbiamo avuto in Valle d'Aosta di questa energia. L'impianto in questione, ad esempio, si colloca su un'asta torrentizia che vede già altri due impianti sul torrente Menouve: uno della Etroubles Énergie e un altro della Cooperativa Forza e Luce di Gignod. Se poi guardiamo, praticamente, da Menouve fino ad Aosta senza soluzione di continuità ci sono una serie di impianti che si susseguono e il corso d'acqua rischia di essere in gran parte intubato. Per favore, un momento...
Presidente - Grazie collega...
Bertin (ALPE) - No, non ho finito!
Presidente - Prego.
Bertin (ALPE) - Stavo solo aspettando...ma lei, Presidente, oggi è un po' agitato!
Presidente - Un po' agitato...
Bertin (ALPE) - Visto che qui c'è confusione e non si riesce a parlare, aspettavo che lei magari intervenisse, se volesse intervenire...
Presidente - Sì, ho già chiesto due volte di prestare un po' di silenzio ai colleghi. Prego, collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Come dicevo, si rischia di avere senza soluzione di continuità una centralina dietro l'altra, intubando di fatto tutta un'asta torrentizia, lasciando soltanto il minimo vitale che, come sappiamo, è poco rispettato. Inoltre in questa zona sono già presenti diversi impianti - ne conto già quattro o cinque - e altri cinque sono in progettazione, sono tanti, troppi. In termini generali teniamo conto che soltanto negli ultimi cinque anni in Valle d'Aosta sono state rilasciate ben 160 subconcessioni ad uso idroelettrico, piccole, grandi, medie, di ogni dimensione, questo numero raccoglie un po' tutte, ma è comunque un numero significativo. Ogni valutazione non può prescindere dal grado di sfruttamento raggiunto oggi su questa risorsa: la risorsa acqua, che in termini idroelettrici è stata sfruttata a sufficienza, abbiamo raggiunto un limite. Ogni nuovo impianto deve essere valutato attentamente per l'inevitabile danno ambientale che questo provoca in un territorio già estremamente sfruttato da più punti di vista, non si può prescindere da questo dato oggettivo.
Un altro elemento che deve essere tenuto in considerazione sono i mutamenti climatici, questo secondo aspetto non può essere sottovalutato. A gennaio dell'anno scorso avevo presentato un'interpellanza in vista della COP21 di Parigi, della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima; era di quei giorni, a inizio gennaio, la notizia che l'anno 2014 era stato l'anno più caldo del secolo, degli ultimi 100 anni. Già oggi, senza aspettare la fine dell'anno, possiamo dire che il 2015 supererà il 2014 e sarà a sua volta l'anno più caldo del secolo, e non soltanto in Europa - perché in Europa sappiamo che è stato un anno eccezionale - ma in generale sul pianeta, perché il problema non è l'anno eccezionale, è la media. Teniamo presente che tra i 10 anni più caldi del secolo ben 7 sono stati quelli dopo il 2000; pertanto c'è una crescita evidente del fenomeno. Questo fenomeno avrà importanti effetti su un territorio di montagna come il nostro, innanzitutto sull'acqua. Luca Mercalli, sabato, proprio nella sala conferenze sotto di noi, evidenziava l'effetto del riscaldamento dell'atmosfera sui ghiacciai alpini: ogni anno diminuiscono di un metro circa l'anno e quest'anno di due metri, perché è stato un anno particolarmente caldo, e questo nonostante l'importante accordo sul clima che eviterà le situazioni più gravi, ma che comunque non impedirà di avere dei mutamenti radicali in questo senso; ci permetterà soltanto di adattarci alle realtà in mutamento, sempre che questi impegni siano rispettati. Secondo le previsioni di Mercalli entro il 2050 i ghiacciai sotto i 3.000 metri sulle Alpi saranno di fatto spariti, sciolti, e questo nonostante l'accordo di Parigi (sempre che venga rispettato). I mutamenti climatici condizioneranno pesantemente il nostro futuro. L'acqua sarà sempre di più una risorsa scarsa che dovrà essere utilizzata nell'interesse di tutti; un classico bene comune e con questo approccio deve essere trattato. La priorità ovviamente deve essere l'uso agricolo e alimentare.
Ma torniamo all'impianto di Menouve: questo rischia di mettere in pericolo - come abbiamo visto nelle audizioni - l'approvvigionamento degli acquedotti e di condizionare anche lo sviluppo agricolo e turistico ambientale della zona.
Un terzo aspetto che a mio avviso dobbiamo tenere in considerazione per fare una valutazione è un'analisi dei costi e benefici. Spesso questi impianti hanno un impatto ambientale significativo, ma ricadute economiche e produttive irrilevanti; piccolo non sempre equivale a bello, e tanto meno giusto. Tante microcentraline producono molti danni ambientali e spesso non hanno alcun significato economico e l'introduzione dei certificati verdi, gli ex CIP 6, ha prodotto in questo senso degli effetti distorsivi. Bisogna tenere in considerazione che molto presto questo meccanismo degli incentivi, già nei primi mesi dell'anno prossimo, sarà rivisto, cancellato o comunque abbassato significativamente; pertanto sarà sempre più importante realizzare impianti che stiano in piedi da soli, che non abbiano come unico obiettivo lo sfruttare i certificati, impianti che siano certamente produttivi e ambientalmente poco impattanti. Il caso di Menouve - che ha diversi progetti e deve essere difficile anche analizzarlo perché i progetti sono cambiati in continuazione - non è purtroppo questo, perché è una piccola centralina che rischia di avere molti impatti ambientali e poco significato economico.
Il quarto elemento che deve essere tenuto in considerazione è la volontà della popolazione. La sensibilità dei cittadini riguardo agli impianti idroelettrici è cambiata negli ultimi decenni (ce ne siamo accorti). Ad ogni nuova iniziativa nascono comunicati contrari e in generale è cambiato l'atteggiamento - come dicevo - dell'opinione pubblica rispetto a questi impianti: c'è più attenzione alle conseguenze che questi provocano e in generale verso l'ambiente. Nel caso specifico, nei comuni interessati in poco più di un mese sono state raccolte oltre 1.000 firme contro questo progetto: un riscontro molto importante. Non soltanto i cittadini, ma le Amministrazioni comunali sono contrarie; lo hanno ribadito anche i Sindaci in commissione. Il consorzio stesso, che è direttamente interessato all'uso dell'acqua in questione, è contrario alla realizzazione di questo impianto. È palese che la comunità non vuole questa centralina, bisogna anche rispettare la volontà della popolazione e, in questo caso, del territorio. Ecco quindi un altro elemento che bisogna valutare per esprimere un giudizio: la volontà della popolazione. Lo sfruttamento ormai raggiunto, i mutamenti climatici, un'analisi corretta dei costi e dei benefici oltre che la volontà della popolazione interessata, sono a mio avviso gli elementi che devono essere presi in considerazione per fare una valutazione generale su questo impianto.
Noi non siamo dei tecnici e non dobbiamo entrare negli aspetti tecnici, ma possiamo e dobbiamo fare una valutazione generale. Sul nostro territorio di impianti idroelettrici ce ne sono molti, hanno raggiunto un limite. Le stesse popolazioni sono sempre più contrarie a questi nuovi impianti, esistono sempre più dubbi sul significato economico di molte di queste iniziative, che hanno soltanto come obiettivo quello di raggiungere gli incentivi previsti dalla legge. Il clima sta cambiando, ce ne rendiamo conto tutti. È evidente che in questi giorni le temperature sono fuori norma e questi elementi devono essere tenuti in considerazione. La centralina di Menouve, ripeto, nel suo piccolo è un caso emblematico e rappresenta una situazione generale, su questo abbiamo il dovere e il diritto di esprimere delle valutazioni. Sull'argomento depositerò il più presto possibile, nella speranza che il Presidente me ne dia il tempo, una risoluzione, il tempo di stamparla e di raccogliere le firme. Grazie Presidente.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente. Due brevi considerazioni, perché si tratta pur sempre di una petizione popolare che è prevista dal nostro Regolamento e, come tale, secondo me dovrebbe avere ancora maggiore rispetto riguardo ad altri atti che vengono approvati o discussi in questo Consiglio. Una breve relazione sarebbe stata auspicabile da parte di chi era responsabile delle commissioni, ma tant'è, è andata così!
Di certo questa petizione non può concludersi con una semplice archiviazione della serie "il progetto è stato ritirato e quindi è cessato l'oggetto del contendere". Secondo noi dobbiamo trarre da questa petizione una lezione e la lezione è che non si può più continuare con il sistema attuato finora: di privilegiare l'iniziativa privata e il guadagno dei privati a discapito della sensibilità delle popolazioni locali e delle Amministrazioni locali. Bisogna avere quindi un altro tipo di approccio e come si può avere questo altro tipo di approccio? Io penso che tutti assieme dovremmo studiarlo. L'acqua è un bene comune che finora è stato distribuito malamente nelle mani di pochi i quali si stanno facendo dei milioni di euro. Dobbiamo pensare che questi soldi potevano finire nelle casse comunali in buona parte, dobbiamo pensare che in alcuni casi non dovevamo neanche lasciare costruire le centraline, perché la nostra legislazione purtroppo è inadeguata - adesso si rimetterà mano anche al Piano di tutela delle acque - ma dobbiamo avere degli strumenti che siano più incisivi e soprattutto - dato che qui si parla sempre di autonomia, si parla di modelli e il modello svizzero è un modello a noi molto caro - dobbiamo coinvolgere in certe scelte direttamente i cittadini.
Il tentativo che è stato fatto con questa petizione da parte dei cittadini dei due Comuni e dei due Sindaci è proprio quello di riuscire a portare la voce - rispetto alle esigenze e alle sensibilità locali - in Consiglio regionale. Questo non è un caso chiuso, è un caso che apre tutta una serie di riflessioni che dobbiamo obbligatoriamente fare. Noi, da questo punto di vista, se noteremo una completa assenza - o comunque immobilismo da parte della Giunta - presenteremo delle iniziative, delle proposte di legge, che vadano nel senso proprio di ripristinare un equilibrio. L'acqua, che è un bene comune, deve andare a privilegio delle Amministrazioni comunali e dei cittadini e non finire, come al solito, nelle tasche di pochi.
Presidente - La parola al collega Nogara.
Nogara (UVP) - Merci Monsieur le Président.
Innanzitutto vorrei porre l'accento non tanto in generale sulle problematiche delle centraline idroelettriche, quanto sul problema del Menouve, dove si sono sollevati una parte della popolazione e anche alcuni Amministratori del passato, neanche recente. Quando abbiamo avuto l'audizione c'è stato un Sindaco - mi sembra di tantissimi anni fa - che ha riferito che già all'epoca avevano proposto e fatto le centraline, proprio in quel vallone, e adesso si oppongono. Io vi sottolineo - e anche a nome del mio gruppo - che si oppongono giustamente, perché questo vallone è già pieno di centraline! Quando sono venuti a portarci il loro ricorso ci hanno fatto vedere tutti i filmati, ma forse non sono riusciti neanche a farceli vedere tutti, perché del minimo decorso vitale non v'era traccia. Hanno fatto vedere a tutti i commissari - e c'è stato anche un po' di imbarazzo perché il minimo decorso vitale non esisteva - solo le centraline che ci sono adesso nel vallone di Menouve. In più, il proponente che voleva fare una nuova centralina e che ci ha detto: "Sì, effettivamente mi sono reso conto, anche discutendo con le persone di Etroubles e di Saint-Oyen che non sarebbe il caso di fare adesso una nuova centralina così in alto", ha proposto una variante che a noi in questo momento non interessa, anche perché non è neanche stata presentata ufficialmente. Terminerei qui il discorso del vallone di Menouve.
L'unica cosa che vorrei dire - e penso anche di interpretare il pensiero del mio gruppo - è che noi non siamo sempre contrari alla costruzione delle centraline idroelettriche, perché - come si è sempre detto - noi abbiamo una grande ricchezza che è quella delle acque, e se si possono sfruttare si devono sfruttare nella situazione che si è adesso, è chiaro che si devono sfruttare nel modo giusto! Bisogna rispettare in pieno l'ambiente naturale, ci si deve attenere alle regole e non bisogna poi trovarsi magari con filmati o diapositive in cui poi non c'è per niente il minimo deflusso vitale, perché questo è il problema. Bisogna gestirle nel modo corretto, e poi se si possono fare ben venga, perché è un bene importante per la nostra regione. Grazie.
Presidente - La parola al collega Isabellon.
Isabellon (UV) - Sì, grazie, giusto perché nella discussione è emerso che non è stata illustrata la relazione. Con il collega Marquis avevamo pensato che allegando la relazione - tra l'altro approvata all'unanimità da tutti i componenti delle due commissioni - con le relative conclusioni, questa non necessitasse di illustrazione. In ogni caso ritengo necessario dire due cose, anche alla luce di quanto è emerso in questa discussione. Prima di tutto - come ripetuto in particolare da chi mi ha preceduto - i proponenti hanno già espresso verbalmente in commissione la volontà di modificare il progetto, in modo che ogni possibile interferenza con le sorgenti sia scongiurata - questo si riferiva alle osservazioni dei Sindaci relative al posizionamento delle sorgenti che alimentano gli acquedotti di Saint-Oyen e di Etroubles - e hanno illustrato una possibile nuova alternativa progettuale; "possibile" significa che non è ancora stata presentata. Questo prevedrà tutto l'iter normalmente previsto in queste procedure. Quindi chi si dovrà esprimere dal punto di vista tecnico e di tutti gli altri pareri dovrà farlo, evidentemente la commissione non va a sostituirsi in questi ruoli. Tra l'altro è stato anche dichiarato che i diritti preesistenti dei consorzi irrigui di miglioramento fondiario saranno salvaguardati - questa evidentemente può essere l'intenzione - ma anche questo necessita di verifica. Lo stesso discorso vale per quel che riguarda il controllo del minimo deflusso vitale richiamato dal Consigliere Nogara. Il farci vedere delle foto in commissione, permettetemi, lascia un po' il tempo che trova, perché le foto io le posso fare in qualsiasi momento. Ci sono organi preposti per queste cose e organi preposti anche a cui devono arrivare le segnalazioni, perché la commissione non è tenuta ad andare a fare dei blitz di verifica; un Sindaco che ti presenta questo evidentemente può essere oggetto di curiosità, ma finisce lì. Per quel che riguarda il discorso dei Consorzi è intervenuto il Dirigente Cugnod, che giustamente a nome dell'Assessore Testolin ha fatto presente le preoccupazioni relative ai prelievi e di una possibile interferenza con quelli irrigui (questo è uno degli aspetti da verificare).
Sicuramente in un prossimo futuro nel campo dell'agricoltura ci sarà maggiore attenzione sulle possibilità date ai consorzi di miglioramento fondiario per usufruire di questa opportunità dell'approvvigionamento, anche dal punto di vista economico, perché, come abbiamo approvato recentemente con il bilancio, ci sarà la possibilità di accedere a dei mutui per investimenti nel settore delle infrastrutture agricole. Evidentemente i consorzi che hanno la fortuna di avere la possibilità di realizzare delle centraline di produzione di energia elettrica - magari utilizzando dei salti già di per sé presenti oppure con nuovi interventi - lo faranno in maniera ancora più importante. Un invito ai consorzi sarà quello di "aprire" in maniera magari diversa rispetto al passato la concorrenza fra coloro che possono realizzare queste centraline, perché adesso abbiamo una situazione un po' differenziata sul territorio: qualcuno si accontenta di un ricavo inferiore e qualcuno vorrebbe un po' di più. Adesso che siamo in tempi di "vacche magre" sicuramente un invito ai consorzi può essere quello di aprire alla concorrenza per far sì che da questa opportunità nascano le possibilità per mantenere delle opere e per farne di nuove con mutui ancora maggiori. L'Assessore sicuramente è sensibile, e questo sarà oggetto di informativa verso i consorzi.
Sull'argomento specifico io credo che le commissioni abbiano lavorato in maniera corretta, proprio perché siamo arrivati a una relazione approvata all'unanimità con le relative conclusioni. Credo che questo significhi che abbiamo recepito un po' tutte le sensibilità che ci sono state rappresentate: gli Assessorati sono stati sentiti e anche i Sindaci. I Sindaci hanno espresso più che altro una sensibilità verso la loro popolazione, residente e non, è anche naturale che questo sia stato fatto. Ritengo pertanto che fino alle prossime novità sull'argomento - e questo dipenderà molto dai proponenti - le commissioni abbiano svolto il loro compito. Grazie.
Presidente - Altri colleghi chiedono la parola? Non vedo altre richieste.
Il Consiglio prende atto della petizione e della documentazione ad essa allegata.
Punto 29 all'ordine del giorno...allora aspettiamo un secondo, siamo ancora sul punto 28. Se la risoluzione è sulla petizione è iscritta d'ufficio, pertanto dateci solo il tempo di fotocopiarla e di distribuirla. Se volete si può iniziare ad illustrarla, comunque il Consiglio deve prima prendere atto della petizione e poi si discuterà e si voterà la risoluzione.
Si apre quindi la discussione sulla risoluzione testé presentata e in distribuzione. La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Presidente, volevo soltanto precisare un aspetto: avevo annunciato che stavo raccogliendo le firme per portare la risoluzione. Purtroppo l'ordine del giorno è cambiato tra il mattino e il pomeriggio e non abbiamo avuto il tempo di organizzarci, per questo le avevo chiesto quella flessibilità; adesso aspettiamo che sia distribuita e poi gliela illustro. Grazie.
Presidente - Va bene, d'accordo. La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Illustrerò molto rapidamente questa risoluzione.
Abbiamo preso atto dei lavori della commissione in questi giorni su questa petizione riguardante una centralina idroelettrica privata nel vallone di Menouve, petizione presentata dai cittadini di Etroubles e Saint-Oyen, che ha raccolto in pochissimo tempo più di mille firme. Quello che ci è stato illustrato in commissione è che questo impianto avrebbe tra le altre problematiche quella di andare ad interferire con l'approvvigionamento idrico degli acquedotti intercomunali di Etroubles e Saint-Oyen, trovandosi l'opera di presa proprio nei pressi di queste fontane che alimentano gli acquedotti in questione. Bisogna tenere in considerazione che questo stesso torrente Menouve è interessato da due impianti sottostanti che già utilizzano quest'acqua. Come sottolineavo in precedenza, si rischia di creare una situazione senza soluzione di continuità con l'impiego di quest'asta torrentizia come di molte altre, che è, se vogliamo, esagerata, e che tra l'altro le nuove direttive europee invitano ad evitare creando dei momenti di sospensione tra un impianto e l'altro. Questo torrente è alimentato da un ghiacciaio, il Velan, che come tutti i ghiacciai sta rapidamente diminuendo e perdendo la sua quantità di produzione di acqua, ormai; è un elemento che bisogna tenere in considerazione, perché sono cambiamenti che si stanno producendo molto rapidamente, hanno effetti diretti su questi aspetti legati alla quantità di acqua. Lo stesso luogo potrebbe avere uno sviluppo diverso - essendo una zona particolarmente interessante e incontaminata - e potrebbe avere degli sviluppi diversi da un punto di vista turistico legato al turismo ambientale, che la realizzazione di un impianto potrebbe compromettere.
Vi era poi soprattutto da tenere in considerazione la contrarietà a questo impianto espressa da buona parte della popolazione del luogo, dalle stesse Amministrazioni comunali e dal Ru de la Cota, che è quello che direttamente utilizza quest'acqua. Durante una discussione qui, in Consiglio, abbiamo saputo che il proponente ha chiesto la sospensione dell'iter per poter valutare delle modifiche al progetto, anche perché - come ci ha detto in commissione - lo ritiene comunque necessario, e questo comprendeva anche le preoccupazioni della popolazione soprattutto rispetto alla questione dell'alimentazione dell'acquedotto. Per questa ragione la risoluzione impegna il Governo regionale a non rilasciare la subconcessione di derivazione di acqua pubblica ad uso idroelettrico relativamente al progetto depositato o ad eventuali varianti non sostanziali dello stesso, perché la popolazione è contraria e, per quanto abbiamo illustrato nelle premesse, non è il caso di rilasciare la concessione alle condizioni che lo stesso proponente dice di voler modificare. Qualora intervenga un nuovo progetto o una variazione sostanziale dello stesso, si impegna la commissione competente a riattivare l'esame della richiesta di subconcessione da parte appunto della III e IV Commissione, come abbiamo fatto in questi tempi (le impegnative sono queste). Con questo ho finito la rapida illustrazione della risoluzione. Grazie.
Presidente - Grazie collega Bertin. Ci sono altri proponenti che ritengono di intervenire? Se non ci sono altri proponenti, come da Regolamento do la parola alla Giunta. La parola all'Assessore Baccega.
Baccega (SA) - Sì, grazie Presidente.
Intervengo rispetto a questa risoluzione cominciando a ringraziare i due Presidenti delle Commissioni, Isabellon e Marquis, che hanno sviluppato un lavoro piuttosto intenso nell'approfondire la tematica riguardante la centralina del Menouve che è stata presentata. Siamo ovviamente in presenza di un non-progetto, non c'è più nulla, perché quel progetto che era stato presentato è stato ritirato - come giustamente lei Consigliere Bertin ha detto - e quindi non siamo nelle condizioni di giudicare perché il VIA non si sia espresso in quella direzione. Come lei ha ben detto, è la Giunta che va a rilasciare gli atti di concessione e li rilascia sempre sulla base di istruttorie tecniche importanti e significative, ma soprattutto dopo il parere espresso dalla valutazione di impatto ambientale. In questo momento non abbiamo quindi alcun documento in grado di poter esprimere dei giudizi, non abbiamo alcuna variante o alcun nuovo progetto presentato, e quindi andremmo a fare delle impegnative che non sono avvalorate da nulla se non - e questo lo terremo in considerazione perché lo abbiamo anche detto in commissione - che non possiamo dimenticare che ci sono un certo numero di firme, oltre mille, e ci sono due Sindaci che sul progetto presentato allora hanno espresso le loro perplessità, ovviamente sull'onda della pressione della popolazione.
Noi riteniamo corrette le riflessioni fatte da tutti, perché ci rendiamo conto che le problematiche ambientali vanno sicuramente perseguite e valutate attentamente; ci rendiamo anche conto che è in corso un percorso che deciderà il minimo deflusso vitale, e siamo in fase di avviamento del nuovo piano di tutela delle acque. Questi sono provvedimenti che ci consentiranno eventualmente di approfondire meglio le problematiche, ma relativamente all'impegnativa di questa risoluzione, tenendo conto di tutte le cose e le considerazioni fatte, noi riteniamo di astenerci rispetto a questa vostra indicazione fino ad un'attenta valutazione delle carte che "eventualmente" saranno presentate. Grazie.
Presidente - Grazie Assessore. Ci sono richieste di intervento? Ricordo che dopo la replica della Giunta può prendere la parola un componente per gruppo. La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Come giustamente evidenziava l'Assessore Baccega, in questo momento c'è un progetto depositato sul quale si è chiesta la sospensione, ma un progetto c'è, ed è quello depositato, non ha ritirato o chiesto la sospensione dell'iter, che è diverso. Dalla lettera che lei ci ha fatto pervenire c'è una richiesta di sospensione, non un ritiro del progetto, il che potrebbe essere riattivato, ma, proprio per quello che diceva lei, l'impegnativa dice: se il progetto depositato rimane lo stesso il Governo regionale è impegnato a non concederglielo, anche in ragione di tutela di quello che ci siamo detti in commissione e di quello che diceva anche lei rispetto alla volontà delle Amministrazioni comunali, dei cittadini e di questo progetto depositato. Qualora ci sia un altro progetto scatta la seconda impegnativa, che è quella di riattivare la III e IV Commissione per analizzare il nuovo progetto. Questa è l'impegnativa di questa risoluzione che mi sembra di buonsenso e che può essere accettata. Non so se mi ero spiegato bene nell'illustrazione, ma era questa la sostanza della risoluzione.
Presidente - Altri chiedono la parola? Poniamo in votazione? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin e Marco Viérin)
Il Consiglio non approva.
Passiamo adesso al punto 29 all'ordine del giorno.