Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1619 del 1° dicembre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1619/XIV - Prosecuzione e chiusura della discussione generale congiunta sulla Relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e sul D.L. n. 63 (Legge finanziaria per gli anni 2016/2018) e sul D.L. n. 64 (Bilancio di previsione per il triennio 2016/2018). (Approvazione di quattro ordini del giorno, reiezione di quattro ordini del giorno e ritiro di un ordine del giorno)

Presidente - Proseguiamo con la discussione generale del bilancio. Chi intende chiedere la parola? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Penso sia inutile sottolineare l'importanza del bilancio, di un bilancio regionale, per una realtà come la Valle d'Aosta. Noi pensiamo che l'atto dell'approvazione del bilancio regionale sia il momento in cui la politica può riacquistare quella credibilità e rilanciare quella che è l'azione amministrativa sul territorio. Come può farlo? Ci sono vari modi con cui questa politica può essere rilanciata o come, pure, può essere in parte confermata secondo regole già vecchie, già conosciute.

Noi crediamo che il futuro della nostra regione non possa che passare attraverso un bilancio trasparente, con regole e risorse certe, che metta da parte quelli che, a nostro parere, sono e permangono privilegi in cui l'appartenenza politica ? o meglio quella che noi osiamo dire e chiamare sudditanza ? prevalga su quello che è il criterio della meritocrazia. Ora è proprio con questo spirito che questo bilancio doveva essere improntato. Si doveva avere il coraggio di scegliere tra salvare amici, società di scopo ? come è anche stato ribadito in quest'aula ? in cui lo scopo era abbondantemente finito e che, malgrado le sollecitazioni, permangono. Rimangono un fattore importante, che drena una parte importante di risorse a disposizione del bilancio, anche in questo momento di grande difficoltà. Avremmo voluto che ci fossero alcune regole di comportamento, di buon comportamento. Mi riferisco agli affitti d'oro che sono stati denunciati. Noi qua abbiamo denunciato affitti da 74.000 euro per 267 metri quadri di magazzino da parte dell'Azienda USL. Possiamo aggiungere altri piccoli privilegi che sono emersi in quelle che sono le partecipate. Noi abbiamo letto di 29 metri quadri di affitto a 12.000 euro all'anno per una stagista Finaosta. Questi noi li riteniamo privilegi. Anche se non sono società che fanno parte dell'Amministrazione regionale, crediamo che sia giunto il momento di mettere fine, una volta per tutte, a questi privilegi.

Lei, Presidente - l'ho ascoltata attentamente come ho ascoltato l'Assessore - ha parlato in un passaggio, che non posso che condividere, di obiettivo euro-compatibile, di Patto di stabilità - in quest'aula probabilmente tanti ne sono a conoscenza, io mi auguro che tutti siano a conoscenza delle regole - ma, di certo, questo è un messaggio poco comprensibile all'esterno di quest'aula. Ai cittadini, che gli spieghiamo o meno qual è il meccanismo del patto, dell'obiettivo euro-compatibile, non gli cambia assolutamente quello che è il destino della vita quotidiana! E allora lo sforzo, che deve essere fatto e che noi chiedevamo in questo bilancio, era quello di essere comprensibili e trasparenti. Lei, Assessore, ha detto che è un bilancio molto dimagrito, come si usa dire, molto più lineare, nel senso che sono diminuiti i capitoli, ma aumentano le competenze della Giunta, per cui il discorso delle risorse sarà ancora meno leggibile, meno visibile, meno trasparente e meno collocabile. Quando parlo di essere comprensibili, trasparenti, beh, bisogna davvero avere il coraggio di dire quali siano le verità sulla situazione economica della Valle d'Aosta. Dire le verità e, soprattutto, togliere quel cappio di poca trasparenza che c'è soprattutto per quello che riguarda le società partecipate. Ho letto con attenzione la relazione della sezione di controllo della Corte dei Conti. Le conclusioni sono da far tremare i polsi a un amministratore serio e consapevole. Queste sono le considerazioni di fatto di un soggetto terzo, di un soggetto che politicamente non è impegnato. Ma quando si dice che nessun alibi è legato al patto di stabilità, non può essere considerato un evento eccezionale e imprevedibile, i contenuti sono comunque frutto di un accordo. Soprattutto, si evidenzia che, all'interno dei punti salienti da lei evidenziati, Assessore, cioè sul fatto di essere capaci di investire, si dice che la spesa per investimenti manifesta scostamenti tra quanto stanziato e quanto pagato, una differenza pari al 72,25 percento, che si traduce in una limitata attendibilità previsionale di pagamenti. Ora capiamo che la Regione ha difficoltà di cassa, su questo non c'è ombra di dubbio, ne parleremo probabilmente anche analizzando quegli emendamenti che lei ha presentato, Assessore, perché quando vediamo che i trasferimenti, anche agli enti locali, vengono dilazionati nel tempo, è comunque un segnale di difficoltà.

In un secondo passaggio, esamineremo anche quelle che sono probabilmente delle difficoltà legate al poco rispetto dell'accordo sottoscritto, vale a dire il discorso degli arretrati, quelli famosi 2011/2014; però, in questa relazione, quello che viene evidenziato è la situazione molto preoccupante delle società partecipate o controllate.

Si parla del Casinò, si evidenzia un rifinanziamento da 60 milioni, un ripianamento parziale delle perdite con una ricapitalizzazione di 60 milioni. La sezione della Corte dei Conti dice che si è ritenuto opportuno effettuare un'istruttoria circa i provvedimenti che la Regione intende assumere.

Vallée d'Aoste Structure, INVA, una società a cui si versano direttamente, senza gare d'appalto, oltre 13 milioni e mezzo all'anno, senza contare i fondi per il progetto sulla banda larga.

La società salva precari, la NUV e la COUP, di cui accennato prima, due società nate con uno scopo ben preciso. Finito lo scopo vengono mantenute all'interno del bilancio regionale.

Ora, noi crediamo che il punto fondamentale per immaginare una difesa dell'autonomia della Valle d'Aosta sia non rinunciare a difendere l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta. Lei nella relazione iniziale, Assessore, ha fatto un passaggio riferito all'importante accordo chiuso nel 2015. Noi siamo scettici nei contenuti di questo accordo, lo avevamo detto a suo tempo, e continuiamo a essere scettici verso i contenuti di questo accordo. Non pensiamo che sia stato un buon accordo nell'interesse della Valle d'Aosta. È stata una presa di tempo, ma soprattutto è stata una scelta unilaterale, non condivisa. E torno a quanto ha detto il Presidente prima, noi, assolutamente, riteniamo che uno dei passaggi più importanti di questa legislatura sia quel testo condiviso che chiedeva tutta una serie di impegni molto precisi al Governo. Siamo molto contenti che ci sia stata una condivisione totale dell'aula su questo testo. Siamo anche contenti che sia arrivata dopo due anni in cui noi sollecitavamo questo. Io non voglio ricordare la bontà dell'accordo del 2010. Quello che mi preme sottolineare è che, a seguito dell'accordo del 2010, la Valle d'Aosta, a nostro parere, ha smesso di difendere l'autonomia finanziaria della Regione. In questi anni, abbiamo continuato a subire senza riuscire a incidere sulla programmazione o comunque con quello che è il rapporto con lo Stato. Altre realtà lo hanno fatto, l'ho ricordato, hanno avuto il coraggio di rimettere in discussione accordi simili ai nostri. La Valle d'Aosta non ancora. Noi speriamo veramente che ci sia questa volontà condivisa però, ricordando quelli che erano gli impegni, mi permetterà, Presidente, di dirle che noi, tenuto conto della fine che hanno fatto gli emendamenti presentati al Senato, avremmo gradito, probabilmente, un po' più di coraggio da parte della Valle d'Aosta. Ora non capiamo il perché del voto favorevole del nostro Senatore al Senato quando non abbiamo portato a casa nulla se non un ordine del giorno e - come giustamente lei ha sottolineato in altra sede, Presidente - un ordine del giorno non si nega a nessuno. Il risultato lo vedremo, però almeno un punto che noi riteniamo fondamentale e che ci avrebbe equiparato al sistema di predisposizione di bilancio nazionale della maggior parte delle regioni italiane, vale a dire il pareggio di bilancio, noi non riusciamo a capire perché, politicamente, non si sia portato a casa almeno questo. È difficile da capire. Io mi auguro che qualcuno dia delle risposte in merito, perché forse era più significativa un'astensione, un voto contrario al Senato, per cercare poi eventualmente di portare a casa qualcosa. Non siamo d'accordo neanche con il passaggio che ha fatto lei, Assessore, quando, dopo aver magnificato l'accordo del 2015, diceva nella sua relazione che il livello della spesa dovrà essere oggetto di accordo - parlavamo del 2016 - tra il Ministro dell'economia e delle finanze e il Presidente della Regione, in modo analogo a quanto avvenuto in passato. Noi quanto avvenuto in passato lo abbiamo contestato. Il metodo per cui sia il Presidente a prendersi questa responsabilità non lo vogliamo neanche prendere in considerazione, pensiamo che di accordi siglati dal Presidente a titolo personale siano già sufficiente quello del 2015 e degli anni precedenti. Questo testo, che abbiamo condiviso, aveva un significato particolare: condividere anche quello che potevano essere un percorso e le conseguenze per il bilancio regionale. Fatta questa breve parentesi, mi permetto solo di dire che, a nostro parere, il futuro della Valle d'Aosta, la rinascita del sistema Valle d'Aosta può ripartire solo prendendo in considerazione uno sviluppo e una ripresa economica, a partire dalla fiducia nei privati a investire.

Noi abbiamo ancora capitale privato. In questo momento gli imprenditori sono in totale confusione che è la diretta conseguenza della confusione che regna a livello regionale. Quando qualcuno chiede di mettere in campo degli strumenti efficaci, come può essere una conferenza dei servizi permanente, beh questo è il minimo che la politica può dare, perché è quello che tanti chiedono per potere investire. Certezza, certezza di regole. Chiediamo anche, al di là dei proclami che sono stati fatti, che ci sia un'attenzione diversa sui reali problemi che sta vivendo la Valle d'Aosta. Io, poco tempo, fa ho fatto un'interpellanza sulla prima casa. L'Assessore mi ha risposto che non c'è più quella necessità di avere una prima casa. Ricordo che costruire la casa è un elemento importante della cultura valdostana, che i nostri genitori e i nostri nonni ci hanno insegnato con mille sacrifici.

I dati sono drammatici: noi nel 2012 avevamo 432 domande finanziate a fine anno per quasi 40 milioni di euro, nel 2015 a fine ottobre ne avremo 122 per 11 milioni e mezzo. E quando si dice di cambiare le regole per incentivare...si sente dire che coloro che hanno 120.000 euro, non chiamiamoli ricchi, ma sono già delle persone che hanno disponibilità finanziarie. Noi crediamo che sia il caso invece di cambiare queste regole. Lo stesso discorso vale per i lavori in economia. Vede, Assessore, lei quando ci ha detto, e il Presidente ha condiviso... noi riconosciamo che alcuni suggerimenti della minoranza siano stati ripresi all'interno di questo bilancio, è indubbio, non sarebbe neanche corretto non dirlo. I primi, quelli legati alla necessità di non avere maxi-appalti, ma di suddividere in appalti minori. Abbiamo un rammarico: che vengono accolti con due anni di ritardo. Ma, al di là di questo, quando abbiamo chiesto di cambiare rotta, noi chiedevamo interventi immediatamente cantierabili. Ora il piano che avete presentato al di là delle risorse, basta leggerlo: la maggior parte sono interventi dove siamo ancora alla fase degli incarichi, dobbiamo ancora dare gli incarichi progettuali e, quando parliamo di lavori cantierabili, io mi permetto, Assessore, di farle presente che, per quello che riguarda i lavori in economia, abbiamo richieste da 41 Comuni per 8 milioni e 200.000.

Per quello che riguarda il quadro dei dissesti idrogeologici, dal primo di gennaio di quest'anno al 16 ottobre, abbiamo 97 interventi richiesti. Allora noi crediamo che siano questi gli interventi da avviare immediatamente, magari coinvolgendo i Comuni e, nella fase progettuale, dicendogli: voi presentate i progetti e noi ve li finanziamo, in modo che nessuno sia immune da mettere le mani nel portafoglio. È la nostra strategia, magari sbagliata, però noi crediamo in questo. Noi crediamo anche, e mi rivolgo a lei, Assessore Baccega, che non possiamo permetterci un assessore alle politiche abitative. Noi abbiamo la necessità, in Valle, se vogliamo fare ripartire soprattutto il settore dei lavori pubblici di avere un assessore ai lavori pubblici: che crescano in maniera esponenziale le politiche abitative! Ha un ruolo diverso da quando era assessore al Comune di Aosta. Adesso lei Assessore...o dovrebbe essere assessore ai lavori pubblici. Per cui che lei si compiaccia di avere più risorse per le politiche abitative a noi, che crediamo nello sviluppo, non tranquillizza minimamente. Non possiamo neanche continuare a processare gli errori del passato. Noi abbiamo sotto occhio il dramma che stanno vivendo in questo momento i lavoratori e le aziende sul territorio collegati all'attività della Lavazza. A noi interessa relativamente poco capire come mai ? o meglio proveremo a capire, ma non è così importante per l'immediato ? è fallito il raddoppio dello stabilimento della Lavazza. Crediamo che sia molto più importante ovviare in questo momento al problema occupazionale e limitare i proclami elettoralistici, propagandistici, ne abbiamo già visti troppi nel passato. Faccio un esempio, quello dell'ex Tecdis che sta ancora vivendo in uno stato di totale abbandono. Totale abbandono dopo proclami di apertura, di assunzioni. Non dobbiamo avere paura di dare trasparenza ai costi della democrazia o della politica così come vengono comunemente chiamati. Nessuna paura. Trasparenza deve esserci, forse il battage è frutto di poca trasparenza che è avvenuta negli anni. Però noi siamo anche convinti che ci siano costi ben più importanti che rimangono mascherati. Sono quelli relativi all'inefficienza, alla mancanza di progettualità della politica. Questi emergono molto meno però, quando vi è questa mancanza, i costi che pagano i cittadini sono molto più cari. Ci sono manager privati che sono molto più pagati di un politico, ma sono delle persone che rendono, danno valore aggiunto, creano occupazione e hanno bilanci in attivo. È questo il messaggio che vogliamo dare anche ai nostri manager che abbiamo nelle partecipate. Noi crediamo che con questo bilancio si certifica un'assenza di progettualità. Non c'è nessuna garanzia sull'occupazione, perché tagliando sui trasporti, tagliando sul sociale o limitando quelle che sono le risorse sul sociale ? poi arriverò al pezzo del sociale ? noi crediamo che non ci sia nessuna garanzia in questo settore. Non abbiamo neanche garanzia sul futuro dei nostri giovani. Adesso a chi ci chiede, a chi chiede alla politica valdostana cosa fare, cosa studiare, che prospettive occupazionali si hanno...beh, siamo senza risposte perché non abbiamo questa progettualità, che è necessaria. Un bilancio che non dà risposta a nessuna delle varie associazioni ? i rappresentanti sindacali hanno parlato chiaramente in audizione di incontri fasulli ? che non dà risposta neanche al parere favorevole condizionato espresso dal Consiglio permanente degli enti locali. Ora lei, Presidente, ha giustamente ? condivido ? sottolineato l'importanza della collaborazione con i Comuni...

La volontà di una legge che, probabilmente con tutti i limiti che avrà, abbiamo condiviso, quella della riforma degli enti locali; però né nel suo intervento né nell'intervento dell'Assessore abbiamo sentito il benché minimo riferimento a un "parere favorevole condizionato a". Nessuno ne ha parlato. Ora, in tutta sincerità, può anche darsi che faccia parte di una strategia, ma se vogliamo farli morire per mancanza di risorse...

Noi pensiamo che la politica si deve prendere le proprie responsabilità, per cui si metta in piedi una legge per accorparli, per cancellarli, fate come volete, ma scrivete qualcosa di reale, di concreto. Arrivo a quello che è il discorso relativo alla finanza locale. Noi abbiamo cercato di dare informazione corretta sulle conseguenze di 21 milioni di trasferimenti in meno di parte corrente senza vincoli di destinazione. Il nostro compito è finito qua. Ai sindaci assumersi le proprie responsabilità. Lo diciamo pubblicamente: ognuno si assuma le proprie responsabilità. Certo, certo vogliamo sottolineare che i trasferimenti senza vincolo nel 2010 erano 128 milioni, nel 2016 saranno 69 milioni, nel 2017 50 milioni. Ci saranno Comuni - e voglio dirlo, così almeno evitiamo che mi si dica: ma potevi dirlo prima - Comuni che difficilmente riusciranno a chiudere il bilancio, parlo di Comuni che conosciamo: Châtillon, Saint-Vincent, Aosta.

Châtillon avrà oltre 600.000 euro in meno, Saint-Vincent quasi 600.000, Aosta 3 milioni e mezzo. Sono Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità neanche quando c'era il vecchio patto. Ci sono Comuni, come Aosta, che hanno dovuto chiudere il bilancio e l'assestamento applicando una quota di avanzo, sennò era in dissesto. Non aggiungo la quota del...riferito al minor...all'utilizzo dell'avanzo, che sono oggetto di un intervento seguente.

Ho tenuto per ultimo il sociale, non per minore importanza, ma esclusivamente perché mi pare che, trattando questo argomento, probabilmente avremo la reale situazione economica che sta vivendo in questo momento la Valle d'Aosta. Lei, Assessore Perron, ha detto che è stato tutelato il sistema delle politiche sociali, con la destinazione di 20 milioni di avanzo di amministrazione da destinare al finanziamento dei servizi persone anziane e inabili. Beh, questo era il testo originale, Assessore. Probabilmente si è dimenticato di...o almeno, volutamente non ha parlato di un emendamento, l'emendamento 4, per cui di fatto sparisce ogni riferimento alla legge 93. Ora noi riteniamo questo utilizzo dell'avanzo paragonabile a quando un po' di tempo fa i cittadini si sono svegliati e il governo nazionale aveva prelevato dai loro conti correnti una parte di risorse, è esattamente la stessa cosa. La Regione non li preleverà dai conti correnti dei cittadini, ma li preleverà direttamente dalle casse comunali. Per il semplice motivo che queste erano risorse accantonate negli anni che si sperava di poter utilizzare rispettando quelle che erano le regole, vale a dire in conto investimenti.

Noi, con questo articolo, andiamo a sancire la fine del sistema valdostano, siamo oltre i titoli di coda. Quando, Assessore, si finanzia gli stipendi di personale del comparto unico - perché io le ricordo che le OSS sono personale del comparto unico -, utilizzando l'avanzo di amministrazione, significa che il sistema pubblico valdostano è fallito. Io lo dico senza tema di smentita: se riuscite smentitemi. Significa che, all'interno delle risorse del bilancio regionale, vi mancavano 20 milioni per pagare gli stipendi. Questa è la realtà. È folle pensare che state brancolando nel buio nella speranza di trovare, tramite un emendamento, tramite un disegno di legge, un articolo che autorizzi l'utilizzo improprio di un avanzo di amministrazione...cosciente, perché scrivendolo in maniera trasparente mai e poi mai ripeto avrebbe avuto il nulla osta del governo. Perché voi sapete che l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione non è possibile in parte corrente. Queste sono le regole, per due motivi. Il primo: la regola vale a livello nazionale; secondo motivo: sarebbe veramente poco comprensibile che ? da quando venne tolto il patto di stabilità e si applicano le regole del patto di bilancio ? lascino utilizzare delle risorse accantonate nei precedenti patti di stabilità, a utilizzarli di parte corrente. Sarebbe un via libera a livello nazionale per dire: benissimo le risorse che in 4-5-6 anni di patto stabilità avete accantonato adesso li spendete in parte corrente. Contrari anche al principio dell'utilizzo dell'avanzo. La vostra preoccupazione è che non si scopra il trucco. Ma si può fare un bilancio così? Che parti hanno queste persone? Sono gente che noi abbiamo illuso negli anni, gli abbiamo detto: "il futuro sarà quello dell'assistenza agli anziani", gente che abbiamo chiesto che riprendessero a studiare per passare da ADEST a OSS. Sono persone che probabilmente...dico, i miei motivi, sono a mio parere semplicemente tre: Sono delle persone che dedicano la vita ad assistere i nostri anziani, sono meno visibili politicamente, probabilmente non hanno tempo ? perché hanno anche famiglia ? di andare a presidiare i raduni o le assemblee di partito o fare campagna elettorale, allora sono meno appetibili. E mi rivolgo a lei, Assessore. Quando le ho detto che lei è l'assessore alla sanità e non alle politiche sociali mi riferivo a questo. Che differenza c'è tra un OSS che lavora all'ospedale e un OSS che lavora in una microcomunità? Me lo spieghi. Perché lei ha garantito lo stipendio a queste persone e non si è premurato di garantire lo stipendio al personale delle micro? Me lo dica. Schiacci il tasto e mi spieghi questo. Probabilmente, anche sindacalmente, erano meno appetibili perché questo è stato fatto nel più assoluto silenzio dell'organizzazione sindacale. È vero che l'emendamento pochi lo conoscevano. È vero perché l'avete tenuto pure sotto banco, però questa è la conseguenza. Poco appetibili anche giornalisticamente probabilmente perché bisogna aspettare che scoppi il boom. Attenzione, i numeri sono numeri preoccupanti. Io ho i dati e lei li ha, Assessore. Ai primi del 2014 sono 625 unità, escluso il personale amministrativo. Garantivano servizi per 1459 persone. E questo, attenzione, metterà queste persone probabilmente con quattro mesi di stipendio garantito perché su 27 milioni di risorse destinate l'anno scorso ce ne sono 9, dopodiché c'è da incrociare le dita: che nessuno impugni l'emendamento sull'utilizzo dell'avanzo sennò questi sono senza stipendio.

Mai nella storia si è fatto un bilancio dove non c'era al primo punto la copertura del costo del personale. Mai. Mai fatto una cosa del genere. E a quella politica e a quella dirigenza, perché parlo anche di dirigenza...

Presidente - Collega vuole occupare i minuti del secondo intervento? Vuole continuare?

Gerandin (UVP) - Non sono due i testi di legge?

Presidente - Sì, però abbiamo concordato di discuterli insieme. Può comunque continuare l'intervento...

Gerandin (UVP) - Non lo sapevo, ero convinto che ci fossero due disegni di legge. Va beh, ne ho per 10 minuti.

Presidente - Può proseguire con il secondo intervento. Prego.

Gerandin (UVP) - Grazie. No, la replica vorrei tenerla.

Presidente - Prego collega.

Gerandin (UVP) - Grazie.

Allora, semplicemente per concludere il ragionamento e spero di non portare via troppo tempo perché, per conto mio è troppo importante, perché è quello che farà la differenza su questo bilancio. Allora, semplicemente per dire che a quella politica, a quella dirigenza regionale che sostiene che il principio è la certezza della possibilità dell'utilizzo dell'avanzo io propongo ? e spero che siate d'accordo anche voi ? che i due terzi delle nostre indennità e dei loro stipendi sia subordinato all'approvazione di questo emendamento. Siamo capaci a scriverlo? Proviamo, per provocazione, visto che siamo certi di questo. Lei dovrebbe essere il primo firmatario Assessore Fosson, il primo firmatario, su questo non c'è ombra di dubbio. Il primo firmatario dovrebbe essere!

In quest'aula vi sono certamente delle sensibilità, esperienze personali diverse, nessuno potrà far finta di non sapere. Se si vuole incidere, - al di là di quelli che sono gli accordi o anche di quelli che sono gli accordi di maggioranza o i programmi di maggioranza, chiamiamoli come vogliamo -, io penso e sono convinto che questo sia il momento per poter incidere. Sennò è inutile. Le battaglie che abbiamo fatto, che qualcuno ha fatto nel pregresso per convinzioni politiche personali, le battaglie sindacali che qualcun altro ha fatto perché faceva quel tipo di lavoro e l'esperienza amministrativa che abbiamo fatto tutti noi, o gran parte di noi, quando al primo posto mettevamo la garanzia dello stipendio del personale, andranno a farsi friggere. Il rischio reale che sta correndo la Valle d'Aosta è quello di mettere in piedi una "Forestale 2" o meglio una "Fornero valdostana 1".

Ora io dico semplicemente che, malgrado questa omertà voluta e che c'è stata, la politica e quest'aula in questo momento sanno. Le organizzazioni sindacali non potranno far finta di nulla e io mi auguro che gli organi di stampa e i giornalisti non aspetteranno di veder chiuse le microcomunità e lasciare a casa oltre 600 persone, prima di scrivere qualcosa a questo proposito.

Noi, e concludo, abbiamo presentato tre emendamenti per salvare il salvabile. A me non importa come vorranno essere corretti, come vorranno essere impostati, a me e a noi quello che interessa in questo momento è evitare che ci sia l'incognita del futuro per persone che hanno avuto l'unica vera colpa di non occuparsi di politica, di non andare a fare campagna elettorale, ma di accudire i nostri anziani!

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Questo bilancio ha un suo lato positivo, perché alla fine si scopre che tutti sono contro a questo bilancio. Sono contro gli agricoltori, sono contro i commercianti, sono contro i cittadini che hanno perso o dovranno pagare i ticket, o comunque hanno perso una serie di agevolazioni. Sono contro addirittura anche i componenti della maggioranza che hanno presentato degli emendamenti a questo bilancio. Quindi, chissà cosa avete fatto quando vi siete visti per discutere il bilancio? Sarebbe simpatico saperlo, perché qui, alla fine, vogliono tutti alzare il dito, presentano una cosa e poi dopo vogliono modificarla. Questa è, comunque, una cosa, diciamo che è simpatica anche questa. È un bilancio innanzitutto contro l'autonomia ed è paradossale che sia il Movimento Cinque Stelle a dirlo a tutti i movimenti autonomisti, perché questa autonomia tanto decantata, alla fine, non si riesce a capire più per che cosa si distingua, per che cosa si caratterizzi. Se è vero com'è vero che la Valle d'Aosta a livello di territorio, senza andare a rivangare le motivazioni storiche, ha comunque delle caratteristiche, per quanto riguarda il livello imprenditoriale agricolo, ma può essere anche quello turistico, in relazione all'altitudine, a tutta una serie di problematiche supplementari rispetto alle altre regioni che sono in pianura, dovrebbe avere, quanto meno, aver riconosciute, se non a livello di vantaggi e privilegi, delle detassazioni, o comunque qualcosa che potesse incentivare e almeno disincentivare la fuga della popolazione. Ma ormai non è rimasto nulla, anzi, ci siamo allineati ai livelli di assistenza delle regioni, tutto sommato, meno virtuose di tutta Italia. Abbiamo sentito teorizzare nuove soluzioni: la decrescita ristrutturante. Cioè, quando ho sentito "la decrescita ristrutturante" ho capito che siete veramente stretti all'angolo. Ma che cos'è questa decrescita ristrutturante? Chi può spiegarla? Una malattia che riguarda la sfera della virilità maschile? Io non lo so, ma trovate qualcosa di nuovo, veramente. Siamo ridotti alla decrescita ristrutturante. Veramente, questo modo di affrontare il bilancio denota ? e lo denota anche la discussione che c'è stata fino adesso ? una sostanziale ipocrisia: i numeri non possono essere reinterpretati: Qualcuno vuole o vorrebbe reinterpretare i numeri, ma non è possibile. I numeri sono lì e si vedono e si vede esattamente chi e che cosa avete voluto colpire con questo bilancio. Avete voluto colpire i cittadini, solo i cittadini, perché è inutile poi accusarci di...

Ah, ma non ci sono più soldi! Basta, questa storia è vecchia. Abbiamo dimostrato, soprattutto nell'ultimo anno, come una serie di spese inutili, di sprechi ? ma io direi addirittura di appropriazioni indebite ? fanno parte della storia delle 50 partecipate. E allora, quante persone si muovono con i 2000, 3000, 4000, non so, 5000 di cilindrata a nostre spese? Ve lo abbiamo sottolineato, ve lo abbiamo fatto vedere, abbiamo detto: "si può fare qualcosa?". Niente, non si trova a livello di taglio di sprechi, niente. In compenso, troviamo la decrescita ristrutturante. Ma perché non la applichiamo ai nostri stipendi? Ma perché non l'applichiamo ai vitalizi degli ex consiglieri regionali, dei quali, poi, dobbiamo anche sopportare i piagnistei delle nipotine su internet? Delle nipotine che difendono gli zii, che hanno contribuito a far crescere la petite patrie? Gli zii titolari di quattro aziende, un hotel, un ristorante... questi poveri zii che senza i 4000 - non so, dovevano essere 4200, 4300 euro di vitalizio - non vanno avanti. Ecco, questo, sinceramente, ci ha un pochino stufato. E i tagli si potevano fare, l'hanno detto i colleghi. Teniamo in piedi la COUP Srl, che è una società da chiudere. Ho letto ieri i verbali delle due volte in cui si è riunita la commissione scientifica, quella che sta ancora cercando, che sta raschiando per riuscire a capire che cosa c'è sotto il cantiere dell'ospedale. Ma nei verbali è chiaro: non si farà mai quell'ospedale. Ma lo dico anche a lei, ma lo dico bonariamente, Assessore Fosson, ma io non sono un archeologo, ma non sono neanche un coglione, e se uno legge quei verbali capisce che è già chiuso quell'argomento, capisce che quell'ospedale, quell'ala non si farà. E allora perché non avete il coraggio di dirlo? - Chiedo scusa, mi è sfuggita, chiedo scusa Presidente - Però, capite che stiamo parlando di sommati milioni di euro che potevano essere recuperati, e allora non parliamo solo dei tagli, parliamo anche dei tagli agli sprechi che potevano essere fatti. L'autonomia si difende con il coraggio, l'autonomia si difende con i programmi, l'autonomia si difende con le idee. Questo è un bilancio rappezzato, una pezza di qua una pezza di là, per fare tornare dei conti, niente di più. Ho sentito parlare, e questo lo dico per onestà intellettuale, di scardinamento del sistema politico all'interno delle partecipate. Tutti hanno fatto un riferimento alle partecipate, anche tra i colleghi dell'opposizione. Però, io, colleghi, vi faccio notare che noi, la volta scorsa, come Movimento Cinque Stelle, avevamo presentato, riguardo alla Monterosa Ski, un atto nel quale si diceva: iniziamo a selezionare gli amministratori delle partecipate al di fuori della politica, iniziamo a evitare di mettere cinque sindaci ad amministrare una società, cinque politici, e nessuno di voi ha votato questa iniziativa nostra.

E allora, secondo me, al di là di scagliarsi genericamente contro chi amministra le partecipate, ci vuole anche un momento di onestà intellettuale, riuscire a capire fin dove volete cambiare le cose o - se c'è un sindaco dei vostri - se volete continuare ad andare avanti così. Se è quella la discriminante, perché sennò sarebbe triste. Quindi, forse, questa discussione che è stata improntata, a mio avviso, finora, al massimo dell'ipocrisia, dovrebbe essere una discussione più costruttiva. Ognuno dovrebbe prendersi le sue responsabilità e dovremmo constatare, purtroppo, che questo è un bilancio marziano, è il bilancio di Marte, rispetto ai bisogni della Valle d'Aosta, intesa come attività produttive e come cittadini.

Un bilancio che è distante anni luce dalle esigenze della Valle d'Aosta. Un bilancio che poteva andare bene 10 anni fa, ma che voi non avete saputo interpretare minimamente.

Presidente - Altri colleghi? Un po' di alternanza? La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Grazie, Presidente.

Buon pomeriggio, colleghi. Credo che questo sia un momento importante, perché è il momento in cui si dibatte il bilancio di previsione 2016-2018 e vuole essere anche un momento di confronto, un momento di analisi della situazione socio-economica del nostro territorio e anche un momento per fare alcune riflessioni su quello che riteniamo sia il futuro della nostra Valle. È un momento difficile che siamo chiamati ad amministrare, un momento in cui anche quest'anno abbiamo una riduzione di risorse disponibili, da mettere a disposizione della spesa per la nostra comunità. Basta pensare al titolo primo, che è quello che accorpa i tributi propri, abbiamo 115 milioni in meno dell'anno passato.

Abbiamo un nuovo ordinamento finanziario, a partire dal 2011, che ha recepito gli accordi sul federalismo e che, sostanzialmente, ha previsto la soppressione, con il prossimo anno, del trasferimento sostitutivo dell'IVA da importazione, a fronte di un riconoscimento dei dieci decimi su delle compartecipazioni erariali e all'introduzione di nuove compartecipazioni. Da allora, venendo meno l'IVA, è anche venuto meno un fattore anticiclico per la nostra Regione. Sostanzialmente cosa significa questo? Che siamo dipendenti dal gettito che viene sostanzialmente, realizzato in Valle d'Aosta, il gettito fiscale e, quindi, esiste una proporzionalità nuova tra quello che è l'andamento economico del nostro territorio e le entrate della Regione. È per questo che vorrei spendere alcune parole sulla situazione economica che stiamo attraversando. Un momento, direi, difficile ancora, perché abbiamo visto tutti l'ultimo rapporto che è stato edito dalla Banca d'Italia, dove sostanzialmente si fa il punto della situazione. Si dice che il settore primario stenta a rilanciarsi; il settore secondario presenta ancora situazioni di debolezza e, al suo interno, c'è il comparto delle costruzioni che ha avuto un calo significativo negli ultimi anni, ma anche quest'anno presenta ancora pochi elementi che fanno pensare ad un'immediata ripartenza. Preoccupa molto, nell'ambito del settore secondario, la scarsità degli investimenti da parte dell'imprenditoria, delle imprese e, sostanzialmente, i problemi relativi all'export, che permane sempre debole. Per quanto concerne il mercato dell'occupazione, che poi è il primo che risente dell'andamento economico, c'è da dire che la situazione in Valle è leggermente migliore rispetto a quella delle altre realtà del nord-ovest, rispetto alla media italiana. Tuttavia, negli ultimi anni, soprattutto nel triennio 2011-2014, abbiamo perso circa 1000 posti di lavoro, ai quali si sono aggiunti circa 2000 nuovi soggetti in cerca di occupazione. Quindi, abbiamo un'area della disoccupazione che si è incrementata di circa 2300 unità, che è arrivata a 5400, da 3100. Permane il problema della disoccupazione giovanile che qui ha dei tassi inferiori rispetto a quelli delle altre realtà italiane, comunque, tuttavia, ci pone nella situazione di preoccuparci per dare un futuro d'inserimento lavorativo ai giovani. Ecco, da tutto questo credo che emerga un quadro con dei chiari e con degli scuri. La Valle d'Aosta non è ancora uscita dalla situazione di recessione. Abbiamo, ancora, di fronte alcuni problemi da superare. Io credo che il problema prioritario sia quello di ridare sviluppo alla nostra economia, di ridare competitività. Ho sentito alcuni interventi, questa mattina, dove si è parlato di mancanza di programmazione, di mancanza di visione della pubblica amministrazione. Questo è un aspetto che io non posso condividere. Credo che la visione sia chiara, abbiamo approvato qui degli atti, negli anni passati, documenti importanti, che sono stati propedeutici anche all'approvazione delle programmazioni europee. Mi riferisco agli strumenti "Aosta 2020", al quadro strategico regionale, alla strategia di sviluppo competitivo. Io credo che questi documenti stabiliscano la visione della Valle d'Aosta futura, una visione che è legata alla valorizzazione delle nostre identità. Dobbiamo valorizzare la montagna, una montagna di eccellenza, una montagna intelligente e una montagna sostenibile. Quest'anno, chiaramente, abbiamo, come detto prima, delle difficoltà aggiuntive rispetto all'anno passato, riguardo alle risorse disponibili. Io credo che la partita inizi oggi, perché il bilancio è uno strumento contabile, rigido, per gli spazi di manovra che ha offerto, per tutte le ragioni che sappiamo: diminuzione delle entrate, grande partecipazione, pesante partecipazione al risanamento dei conti pubblici dello Stato e l'effetto della sentenza sulle accise. Tutte situazioni che ci hanno messo in difficoltà, così come ci hanno messo in difficoltà i rapporti con lo Stato. La difesa della nostra autonomia a cui, con sentimento crescente, ci si oppone da più parti, perché a livello nazionale, non solo tra i politici, ma anche tra i costituzionalisti, oggi l'autonomia è vista ancora come privilegio e non come punto di partenza per una riaffermazione delle autonomie locali, per una loro valorizzazione e quindi, per un migliore contributo alla pubblica amministrazione.

Dicevo che, in questa situazione di difficoltà, la partita comincia oggi e sarà importante l'allocazione delle risorse. Per quanto riguarda gli investimenti, credo che l'importanza sarà verificare che la loro allocazione sia coerente con quegli strumenti che dicevo prima, che sono la programmazione europea, che sono i quadri strategici, di cui ci siamo dotati. Gli investimenti quest'anno sono finanziati a mutuo per 44 milioni, attraverso quell'operazione che abbiamo citato prima, attraverso il soprassedere momentaneo all'intervento sull'ospedale e quindi alla riconversione di quel mutuo presso Finaosta e attraverso la programmazione comunitaria, che mette a disposizione 44 milioni di euro. Abbiamo anche qualche trasferimento statale e delle code della vecchia programmazione, ma credo che, a livello di interventi, sia importante anche - al di là di dare vero sviluppo economico alla nostra Regione - fare degli interventi di manutenzione del nostro territorio, del nostro patrimonio immobiliare. A questo riguardo, credo che sia importante il POR, il piano operativo regionale, strumento che ormai è entrato in piena attività, direi a regime. È uno strumento importante, che include gli interventi di programmazione della Regione, dei Comuni, dell'ARER e di enti in cui la Regione interviene attraverso del cofinanziamento. È un piano operativo che è finanziato attraverso il bilancio, attraverso il mutuo, come dicevo prima, attraverso trasferimenti dello Stato e anche attraverso dei residui. Voglio ricordare l'importanza di alcuni interventi che sono significativi sul nostro territorio e mi riferisco agli interventi della legge 26 del 2009: sono 8 milioni messi a disposizione per piccoli lavori, che possono anche dare sviluppo all'economia locale. Ci sono delle manutenzioni stradali significative che verranno finanziate nel fondo dell'inclusione, che quest'anno ha anche la denominazione di sostegno all'economia locale. Un fondo, quindi, di 11 milioni, nel quale troveranno capienza anche questi interventi, così, come credo che significativi siano altri grandi interventi, che, è bene sottolineare, sono: la realizzazione dei depuratori della Valdigne e quello di Pont-Saint-Martin. Quindi, credo che se da una parte abbiamo l'esigenza di investire bene le risorse pubbliche per favorire gli investimenti, dall'altra abbiamo anche la necessità di mettere i privati nella condizione di poter dare sviluppo alle loro attività. La Regione ha vissuto per 30 anni, dove, sostanzialmente, attraverso le sue due disponibilità finanziarie ha saputo dare forza, sostanzialmente, e benessere al territorio valdostano. La salute del territorio in questi 30 anni è dipesa dalla salute della Regione. Credo che noi qui ci avviamo a una fase nuova, una fase in cui la salute della Regione dipenderà dalla salute del territorio, dell'economia del comparto privato. Quindi, credo che sotto questo profilo, dobbiamo prestare grande attenzione, perché dobbiamo mettere in atto tutti quegli accorgimenti, affinché i privati possano tornare a investire e a valorizzare le proprie attività. A questo riguardo, credo che sia importante sottolineare, a livello di aiuti, quelli che permangono per le attività turistiche, ricettive attraverso i finanziamenti dei fondi BEI, fondi di rotazione; così come per le attività d'impresa, ma credo che non sia solo questo l'obiettivo, ma sia anche quello di poter sollecitare e sospingere gli investimenti, che oggi sono fermi. A questo riguardo, credo che un'iniziativa importante che noi abbiamo presentato - e tra l'altro è stata condivisa anche con diversi colleghi, Consiglieri di maggioranza - è quella di cercare di combattere la burocrazia, perché uno dei problemi più grandi che si avverte sul territorio e che sta frenando anche gli investimenti, deriva da questo ordine di problemi, perché la raccolta nelle banche ci risulta che sia aumentata, nonostante le situazioni di difficoltà, quindi, le imprese potrebbero avere anche delle condizioni ottimali per intervenire. Credo che questo sia un problema sul quale dobbiamo impegnarci affinché diventi una priorità. Abbiamo già provato in questi anni a fare delle riforme, che partono dal basso in questo settore, però non hanno sortito dei grossi effetti. Credo che la politica debba assumersi delle responsabilità nuove sotto questo profilo, bisogna stabilire che questa diventi un'emergenza e quindi, bisogna far fronte, attraverso una task force, che affronti questo tema e cerchi di dare, nel più breve tempo possibile, delle soluzioni per riattivare il settore, perché è solo riattivando l'economia che si può creare dell'occupazione. L'occupazione non è frutto di decreti, non è frutto di altri tipi di iniziative. Così, come il sostegno del welfare, allo stato attuale, sarà possibile, solamente, nella misura in cui sapremo alimentare il bilancio regionale attraverso il gettito proveniente dalle attività produttive. Credo che sia da sottolineare l'importanza, anche della gestione della spesa, perché il bilancio regionale, oggi, ha fissato degli obiettivi agli assessori e qui, in particolare mi riferisco alla sanità. La sanità, che ha visto una riduzione, quest'anno a bilancio di risorse disponibili. È chiaro che bisognerà sottoporsi a un intervento di ristrutturazione, di rivisitazione del settore e, così come la sanità, anche tutta un'altra serie di settori, dovranno vedere una ristrutturazione della spesa. A questo riguardo, credo che bisogna parlare anche di metodo, perché quando si devono fare delle ristrutturazioni così pesanti al sistema, devono essere delle ristrutturazioni il più partecipate possibili: partecipate a quelli che sono i portatori d'interesse sul territorio, per quanto riguarda le associazioni, per quanto riguarda le rappresentanze dei cittadini, partecipate per quanto riguarda l'apporto della politica, dell'amministrazione. Quindi, sono richiesti dei procedimenti che privilegino l'aspetto dell'orizzontalità, rispetto quello della verticalità. Bisogna recuperare anche il rapporto con i corpi intermedi, che abbiamo avuto modo di sentire nelle audizioni, che hanno chiesto una maggiore partecipazione a una nuova progettualità. Credo che, così come il settore economico deve sottoporsi a dell'innovazione per stare sul mercato, anche l'amministrazione e la politica debbano essere permeate anche da approcci nuovi, da modelli più partecipati, perché diversamente c'è maggiore difficoltà a far passare determinate linee, soprattutto fare accettare determinate soluzioni ai problemi così come vengono proposti. Credo che abbiamo la necessità di presentare delle riforme che siano organiche rispetto a dei settori che hanno una grossa tradizione, come il welfare.

In Valle d'Aosta, è un welfare di eccellenza, che abbiamo saputo costruire lungo un lungo percorso, che ha consentito anche il mantenimento della popolazione sul territorio, della popolazione in montagna, attraverso una fitta rete capillare di servizi, che vengono resi ai cittadini. Ecco, io credo che oggi vada tutto messo in discussione attraverso un confronto che possa portare a delle soluzioni nuove, che sfruttino anche la tecnologia per raggiungere i cittadini nelle loro abitazioni, voglio dire, bisogna dare soluzioni che siano organiche e globali a queste problematiche. Bisogna avere anche un rapporto nuovo con il tema delle partecipate. Credo che le partecipate rappresentino ancora una grossa ricchezza per il sistema Valle d'Aosta, una grossa opportunità per alimentare il nostro bilancio, per creare del benessere e dell'occupazione nella società valdostana, però credo che tutto vada visto in questo nuovo contesto per dare nuova competitività al sistema Valle d'Aosta. Quindi, le partecipate credo che abbiano bisogno di un maggiore coordinamento politico, soprattutto a livello di indirizzo, per delle scelte che devono andare tutte nell'indirizzo unanime, che è quello di creare sviluppo. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per riuscire a dare una prospettiva nuova alla nostra Valle. Io credo, in definitiva, che ci siano ancora delle energie in Valle d'Aosta, energie intellettuali, umane, economiche che, unite alla tenacia di un popolo di montagna, che ci contraddistingue, possano essere le condizioni giuste per arrivare a dare rilancio alla nostra economia in un quadro economico nuovo, caratterizzato da una grossa dinamicità.

Presidente - La parola al Consigliere Cognetta.

Cognetta (M5S) - Sì, grazie Presidente.

Ho fatto anch'io i compiti a casa rispetto a questo bilancio, come alcuni dei colleghi che sono intervenuti, direi tutti, e sono partito da una serie di considerazioni diverse da quelle che ha fatto l'Assessore. Prima però permettetemi una breve parentesi rispetto a ciò che è stata l'introduzione fatta dal collega La Torre, relatore della legge. Anch'io sono stato contento ? come ha detto la collega Morelli ? di aver ricevuto in anticipo questa relazione, penso che lo siamo stati tutti. E mi ha fatto molto sorridere la questione della decrescita ristrutturante è veramente un lampo di genio! Un lampo di genio perché ricordo che in questo Consiglio sono stato il primo a parlare, appunto, di decrescita felice.

All'epoca non c'era ancora l'Assessore Perron, era ancora seduto tra i banchi dei Consiglieri, c'era appunto l'Assessore Baccega. Poi ho parlato di deflazione, di perdita del potere d'acquisto della classe media e del fatto che prima o poi saremmo arrivati a una triste conclusione e, guarda caso, ci stiamo arrivando. Questo non lo dico per lodarmi, lo dico per ricordare ciò che sta accadendo e quanto era stato detto in passato e lo dico anche perché non sono molto contento che ci siamo arrivati. Potevamo tranquillamente fare qualcosa in più, adesso lei scrive nella sua relazione che forse dobbiamo cambiare modello di gestione della politica e beh, finalmente! Intanto incominciamo a vedere lo scritto, poi vediamo se veramente succede, perché forse stiamo arrivando alla fine, no? O no?

Ero catastrofico, vero, Assessore Perron? Peccato che la catastrofe sia arrivata. Non è un granché divertente raccontarla adesso, speriamo che per il futuro, magari uno venga ascoltato un po' di più. E veniamo ai dati. I dati che lei ha elencato, Assessore Perron, fanno riferimento ai dati statistici tirati fuori dall'ISTAT ultimamente.

Io invece ho letto i dati forniti dalla Banca d'Italia - riferiti allo scorso anno ma usciti quest'anno - sulla congiuntura economica che sta passando la Valle d'Aosta. Molti di voi li conoscono, ma proviamo in sintesi a riassumere qual è la situazione. Da quell'analisi, sono stati evidenziati dalla Banca d'Italia tre punti positivi: c'è una lieve ripresa delle esportazioni regionali, c'è una leggera crescita dei consumi e c'è una tassazione locale inferiore alla media nazionale. E queste sono tre cose positive, la terza in particolare veramente dipende da noi e quindi ben venga questo fatto: siamo con una tassazione locale più bassa rispetto alla media nazionale. I punti di debolezza elencati dalla Banca d'Italia sono ventotto, quindi diciamo che la situazione non è il massimo. Cosa dice: congiuntura del settore industriale per il 2014 ancora in calo e, dai dati ISTAT, anche per il 2015; domanda interna debole; basso grado di utilizzo degli impianti industriali; bassa propensione all'investimento; forte calo del settore delle costruzioni, sia in termini di fatturato, sia in termini di occupazione, dato confermato anche per quest'anno; calo del numero dei lavori iscritti alla Cassa Edile; diminuzione dei bandi pubblici su opere pubbliche; scarsa redditività operativa; relativo stallo dei servizi; diminuzione dei passaggi autostradali; redditività delle imprese di capitale diminuita; minori investimenti in generale; lieve aumento degli occupati, ma diminuzione dell'occupazione giovanile, vabbè, poi su questo ho un piccolo inciso da fare; aumento della cassa integrazione guadagni, che aumenterà ancora visto ciò che sta accadendo; maggiori flussi emigratori, emigratori, di gente cioè che esce dalla Valle e va a trovare lavoro fuori Valle; forte presenza di lavoro dipendente in Valle d'Aosta a scapito di quello autonomo, in effetti facciamo di tutto per penalizzare il lavoro autonomo; diminuzione delle retribuzioni reali; aumento della povertà; diminuzione dei consumi e dei risparmi; diminuzione dei prestiti; diminuzione dei redditi delle famiglie; aumento dell'indebitamento delle famiglie; aumento delle difficoltà di rimborso dei prestiti; prestazioni sanitarie peggiori in Valle rispetto alla media italiana; diminuzione delle entrate tributarie; tanti investimenti pubblici soprattutto nei fabbricati; turismo stabile, con meno presenze italiane e più estere, comunque resta stabile, non aumenta.

Tutto questo non lo dico io, ripeto, lo dice la Banca d'Italia. Volendo posso darvi i documenti, ma li avete sicuramente. Ora, a fronte di questa situazione, cosa decidiamo di fare come bilancio per cercare di risolvere una foto di questo tipo? Loro fanno una foto che dice: la situazione è questa, noi che facciamo? A fronte di questo, sostanzialmente facciamo nulla. Abbiamo provato a fare qualcosa, vendiamo qualche pezzo di fabbricato che non ci serve, - o forse qualcuno deve fare il suo business -, non tocchiamo nessun privilegio, il nostro status quo cerca di restare esattamente come è. Allora, noi abbiamo previsto, magari con i nostri interventi, e anche con il nostro lavoro, di tagliare qualcosina gli stipendi, voi avete detto anche sui vitalizi, però non ci sogniamo minimamente di tagliare ai 74 Comuni.

Guai a dire questa cosa, i 74 Comuni devono stare, anche se di fatto non possiamo più tenerceli, anche se di fatto non hanno ormai nulla da gestire, questo non è che lo dico io. La situazione è tale che avere 74 Comuni - ormai abbiamo capito - non va più bene, ma non importa, dobbiamo tenerli. Poi potremmo tagliare anche il numero delle Unités, invece rischiamo che aumentino. E d'altronde è giusto, mica possiamo fare uno sgarbo a qualcuno. Potremmo tagliare sulla burocrazia, che soffoca le aziende e speriamo - collega Marquis - che lo facciamo. Non che facciamo le task force e poi alla fine non produciamo nulla. Poi dovremmo finalmente, a un certo punto, e di questo ? l'avevo scritto qualche giorno fa e non so perché ma succede in questo momento ? i Consiglieri di maggioranza, che finalmente si rendono conto che il Governo non è all'altezza di governare, fanno delle correzioni, secondo me giuste e sacrosante. Poi andremo a vedere nel dettaglio se votarle o no, ma questo è un altro discorso. Ma finalmente cominciano a far politica. Era ora, anche questa è una cosa che dicevo da un po': il Consiglio si deve riappropriare delle proprie funzioni e i Consiglieri devono tornare a fare politica, altrimenti siamo qua a fare i pupazzi. Finalmente questa volta ? non li ho ancora letti perché non sono ancora state distribuiti ? sono stati presentati degli ordini del giorno e degli emendamenti dalla maggioranza. Beh, ben venga, perché forse è il momento di tagliare qualche testa, signori. Forse chi non è adeguato a fare l'assessore in questo momento dovrebbe stare a casa. Non c'è niente di brutto a dirlo, si vede, è lampante, è stato lampante fino adesso per diverse persone sedute in Giunta.

In questo modo forse, perché poi bisogna vedere cosa succede dopo, ma in linea di principio, forse si potrebbe ottenere maggiore credibilità, si potrebbe ottenere maggiore libertà di pensiero, rispetto agli sforzi che si stanno facendo. Probabilmente, facendo un piccolo sforzo di tagli di qualche testa anche fuori si comincia a capire che le cose stanno finalmente cambiando. Per lo meno ci si provi, anche perché, ormai, chi fa politica è considerato, come dire, un essere poco bello, quasi un essere abbietto, perché deve mettere le mani dentro della roba che puzza, che fa schifo, che, come dire, è un po' in putrescenza. E per metterci le mani dentro, sicuramente non devi essere un puro o un casto, per fare questo lavoro non bisogna essere puri, tutt'altro.

Se, addirittura viene in Commissione il Presidente del Consiglio permanente degli Enti locali e alla domanda: "cosa ne pensa politicamente del bilancio?" dice: "io preferisco non rispondere perché politicamente non sono qui per fare questo discorso" è come se dicesse: "non fatemi parlare che è meglio, perché non ne voglio proprio sapere niente di questo bilancio, l'abbiamo votato ma lasciamo stare". E perché forse, già da quella risposta, un sindaco che ci dice che politicamente non vuole rispondere perché lui non fa politica, vuol dire che è proprio una roba che è meglio che non tocchi, anche se fa il sindaco. Il che fa strano, no? Ci pensate?

Quindi alla fine, Presidente Rollandin, lei con questo bilancio si è giocato il jolly. Ha preso 600 milioni di debito, li ha messi un po' qua e un po' là, dopo di che pensa che vada tutto bene, soprattutto che nel 2018 le cose migliorino. Questo è il massimo del divertimento. È proprio la classica fregatura che darà a tutti i valdostani, ancora una volta. Gli dirà che la luce che vedono è la fine del tunnel e invece è il treno che gli arriva addosso. Ma va bene, tanto loro ci credono.

Ah no, treni no, non se ne può parlare per carità, sui treni abbiamo una situazione assurda.

Quindi, a fronte di quello che è la perdita di posti di lavoro...vorrei ricordare che coi posti di lavoro vado a memoria, quindi se per caso sbaglio o dimentico qualcuno non abbiatene a male. Allora, abbiamo i dipendenti degli asili nido, abbiamo saputo che qualcuno è già a casa, qualcun altro ci andrà. Trasporto pubblico, sapete benissimo come è la situazione. L'aeroporto lo chiudiamo, quindi anche quelli a casa. Forestali, li abbiamo già mandati via, forse magari adesso li riprendiamo, però ormai quelli sono a casa, e non ci toccano più. I dipendenti del Casinò stanno andando tutti in prepensionamento, per fortuna, ma potessimo mandarli a casa tutti! Però abbiamo mandato a casa Frigerio, finalmente abbiamo risparmiato qualcosa, grazie quindi al PD. Poi ci sono i dipendenti del Projet Formation, - io capisco che questa è una notizia che non è ancora chiara -, mi raccontano che a Projet Formation...per intenderci, Projet Formation, è quella società partecipata da FINAOSTA che dovrebbe occuparsi di formazione e che, guarda caso, è ciò su cui noi stiamo puntando come bilancio: sulla formazione, sui fondi europei, che dovremmo potenziare. Invece noi cosa facciamo adesso al Projet Formation? Le persone a tempo determinato, erano 15. Una era in maternità, l'abbiamo mandata via, ne sono rimaste 14. Di queste 14 ne possiamo assumere a tempo indeterminato ? le altre invece le mandiamo a casa - o 2 a 36 ore o 4 a 36 ore, ma con riduzione di stipendio, o 6 a 29 ore. Quindi, praticamente riduciamo il numero di persone che lavorano nella formazione, che è il punto su cui dovremmo invece puntare. Assessore Donzel, so che non dipende da lei, però diventa un problema poi fare certe cose. Allora, alla luce di questi piccoli esempi, per non citare il fatto che - questa è un'altra cosa interessante - dobbiamo far lavorare la parte edile, e dobbiamo quindi lavorare sugli edifici. Cosa facciamo? Sostanzialmente prendiamo 10 milioni di euro e li diamo alla Curia per sistemare Sant'Orso. Vorrei far notare che negli ultimi otto anni, abbiamo già dato 25 milioni di euro alla Curia per sistemare di tutto e di più, adesso gli diamo altri 10 milioni per sistemare Sant'Orso e va tutto bene, ma perché non sistemiamo gli edifici pubblici? Perché non sistemiamo le nostre scuole o i Comuni, o tutto quel patrimonio che abbiamo e che potremmo rendere più efficace energeticamente anziché dare 10 milioni di euro ai signori della Curia? Questa è un'altra di quelle domande che mi sono fatto mentre leggevo questo bilancio. Probabilmente, come al solito, dobbiamo sistemare qualche debito elettorale. Quindi, per concludere questo mio brevissimo intervento, vorrei dire a tutte queste persone che resteranno a casa, a tutte quelle che sono rimaste a casa e a quelle che vi resteranno nel prossimo anno - e sono davvero tante - che noi di fatto diamo nulla. Anche perché quel famoso reddito - adesso non mi ricordo manco più come si chiama - che avete approvato voi, non risolve il problema, questo lo sapete benissimo anche voi. Per risolvere il problema ci volevano almeno otto milioni di euro, che noi non daremo E quindi alla fine che cosa facciamo? Gli diciamo - come ha detto giustamente il collega Marquis - come dicono sempre i colleghi della maggioranza, che dobbiamo dare più lavoro. Dove lo prendono questo lavoro? Noi non diamo più lavoro, noi facciamo sempre mance elettorali. Io spero che i colleghi della maggioranza che hanno presentato gli emendamenti e gli ordini del giorno diano seguito a questo primo segnale e capiscano che è ora di cambiare sistema. Capiscano che è ora di lavorare in un'altra maniera, capiscano che l'uomo solo al comando non va più da nessuna parte, altrimenti qui abbiamo chiuso tutti - non solo voi o noi, tutti! - e chi ci rimetterà saranno sempre quelli fuori di qua. Voi purtroppo questo discorso non volete capirlo. Assessore Fosson, lei si è fatto sempre difendere da Guichardaz, adesso le presenta degli emendamenti, forse dobbiamo fare Assessore Guichardaz, glielo ho già detto, e questa non è più una battuta. Sarebbe il caso, no? Non lo so è un'ipotesi. Se preferisce qualcun altro, scelga lei, però a questo punto, dopo un taglio come quello che ha subito o dopo quello che sta mettendo sulla sanità e sul welfare, forse è il caso di fare un passaggio, le pare?

Presidente - Altri colleghi che chiedono la parola? La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

L'anno scorso il Presidente Rollandin aveva definito il documento contabile che andavamo ad analizzare come un bilancio ponte. Quest'anno, bisogna dirlo, senza un grande sforzo di fantasia, l'ha definito un bilancio di transizione. Sostanzialmente è la stessa definizione. E in effetti, bisogna dirlo, in questo bilancio non ci sono grandi novità, nonostante il quadro complessivo sia cambiato. Lo è da un punto di vista economico, con una crisi che in Valle d'Aosta è arrivata forse un po' più tardi e che si fa sentire ancora, e molto...e anche il quadro politico, con l'entrata in maggioranza di una nuova forza politica, i Democratici.

Ma come dicevo, la definizione di Rollandin è la stessa definizione dell'anno scorso, va bene anche quest'anno. Si potrebbe dire un bilancio di piccolo cabotaggio, largamente inadeguato rispetto alla situazione della Valle d'Aosta attuale. Da un punto di vista strettamente contabile, la diminuzione di 79 milioni, che è il dato più rilevante che si registra in questo bilancio, è risolta come si è fatto in passato: con un taglio agli enti locali, ai Comuni, e un aumento del debito, attingendo a un mutuo già aperto e andando ad aumentare il debito pubblico.

Bisogna sottolinearlo, la disponibilità di denaro della Giunta, del Presidente della Giunta, non è diminuita rispetto all'anno scorso, praticamente è rimasta identica, un po' come lo Stato con la Regione: a tagliare devono essere gli altri. Lo ripeto, la disponibilità della Regione, del Presidente della Giunta, era l'anno scorso di 1040 milioni di euro, e quest'anno è cambiata soltanto di un milione di euro, un milione la differenza. Praticamente la disponibilità è la stessa dell'anno scorso. All'interno di questa disponibilità, però si possono notare delle oscillazioni. Alcuni settori vengono risparmiati dai tagli, altri invece vengono penalizzati. In particolare, la cosa che si nota di più è un taglio alla sanità ? come in più occasioni ?, un taglio di poco meno di 11 milioni. Questo è il dato più rilevante e immagino che sia una scelta politica voluta. Altri settori non hanno alcun tipo di taglio, anzi. Come dicevo, non ci sono novità importanti e di rilievo. Si tratta di tirare a campare sino al 2018, quando arriverà - cito ancora Rollandin - un raggio di sole secondo gli accordi avuti con Roma, che dovrebbero permetterci di avere maggiori risorse. Tra l'altro, in coincidenza con le elezioni regionali che si terranno nel 2018 e con la campagna elettorale. Quando si dice programmazione! E poi la Corte dei Conti dice che non c'è programmazione, no, in certi casi la programmazione c'è!

Come diceva Churchill: "il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni". Qui stiamo a guardare soprattutto alle prossime elezioni. Alle prossime generazioni, al massimo, daremo qualche debito in più da pagare. Questo bilancio, come dicevo, si riassume in un aumento del debito pubblico e un taglio agli enti locali. Esattamente la stessa tecnica utilizzata nel 2012, lo stesso artificio contabile. Da questo punto di vista la capacità di spesa della Regione non diminuisce, non subisce riduzioni, si mantiene sostanzialmente identica. I Comuni saranno invece quelli che più di altri pagheranno questa manovra. Per anni ci è stato raccontato che la legge 48 del 1995, quella sul sistema delle autonomie locali, era un modello di federalismo. Non ho mai creduto che lo fosse, per tante ragioni. Non era un modello di federalismo, poco aveva a che fare con il federalismo ma di certo aveva due elementi importanti e una impostazione, questa sì, autonomista. Da una parte vi erano garantite le entrate e dall'altra una autonomia decisionale. L'articolo 10 di quella legge prevedeva in effetti che almeno il 50 percento delle risorse non avesse un vincolo, fossero spese senza vincolo, cioè nella piena autonomia del Comune. Questa legge di fatto è stata completamente smantellata, di deroga in deroga e di azione in azione, ormai non esiste più. L'impostazione è cambiata, come dicevo, anche quest'anno a pagare i tagli saranno soprattutto i Comuni. L'impostazione è quella del 2012, niente più a che fare con l'autonomismo, tanto meno con il federalismo. All'epoca avevamo, nel 2012, un governo che potremmo definire di centrodestra autonomista. Oggi il quadro politico è completamente cambiato, ma per quel che riguarda questo aspetto, questa tecnica, cioè mantenere il tenore di vita, tra virgolette, dell'ente Regione, si trasferiscono i costi alle prossime generazioni e agli enti locali, esattamente come fatto nel 2012. Tutto si potrà dire, fuorché che questo bilancio sia equo e responsabile. Si registrano anche una serie di fallimenti. Nonostante tutto, questo bilancio deve comunque riportare alcuni fallimenti, e anche la discussione di questi giorni li evidenzia. Innanzitutto, i rapporti con lo Stato. La debolezza della nostra Regione e del governo regionale in questo rapporto con lo Stato è evidente. La relazione del presidente della II Commissione - che non si è occupata molto del documento contabile, ben poco, ha parlato d'altro - ha messo in evidenza, suo malgrado, questa debolezza: ci è stato illustrato un piccolo excursus dei rapporti con Roma, dei vari accordi con i governi romani, ad iniziare dal famigerato patto di palazzo Grazioli, tra Berlusconi e Rollandin. Un rapporto politico che poco aveva di istituzionale, e proprio per questa mancanza d'istituzionalità - era un rapporto politico in senso stretto - anche in questo stava la sua debolezza.

Cambiato il Governo Berlusconi, travolto da una situazione che non reggeva più, e sostituito dal Governo Monti, dell'accordo di palazzo Grazioli non si è più tenuto conto. Ci troviamo purtroppo nella stessa situazione anche oggi. Gli accordi fatti con Roma sono essenzialmente di tipo politico: si parla di maggioranze del Comune di Aosta esattamente come era stato fatto con Berlusconi; all'epoca, nel 2010, fu il prologo all'allargamento della maggioranza al PDL, al Popolo della libertà e oggi, sostanzialmente, non più l'accordo di palazzo Grazioli, ma l'accordo di Courmayeur, di San Silvestro, dell'anno scorso, di fatto rappresenta lo stesso meccanismo e anche la stessa debolezza.

In questo caso ci siamo... vi siete giocati il Sindaco di Aosta, avete fatto un accordo politico che metteva in campo gli aspetti politici in senso stretto: l'allargamento della maggioranza regionale eccetera, riproponendo lo stesso meccanismo del 2010. Gli errori si possono fare, ma ripeterli secondo me diventa evidentemente un po' diabolico. Siamo in una situazione che, indipendentemente da chi comanda a Roma, la Regione deve trovare un accordo di tipo politico. Una Valle d'Aosta filogovernativa, a prescindere. A prescindere da tutto.

Emblematico quanto avviene con la riforma costituzionale. Una riforma apertamente centralista e dichiaratamente centralista, che sposta importanti competenze dalle Regioni allo Stato e, ciò nonostante, il Senatore della Valle d'Aosta sostiene questa riforma.

Una riforma che smantella lo Stato regionale italiano e che nel lungo periodo non potrà che avere riflessi estremamente negativi anche per le Regioni a Statuto speciale e per le Autonomie speciali. Ma tant'è, nella logica che illustravo prima, la Valle d'Aosta deve essere filogovernativa, nonostante, alla fine, di risultati positivi ne arrivino ben pochi.

Un altro fallimento che è evidente, che si registra nella discussione, in questo bilancio, sono le grandi opere. Le grandi opere, cavallo di battaglia delle campagne elettorali di questa e della precedente maggioranza, asse portante dei programmi di Governo, di questa, e ripeto, della precedente, maggioranza. Ora ci dite, bè, che in fondo non abbiamo bisogno di grandi opere, però, lo ricordo, è stato l'asse programmatico di molte Giunte, di molte maggioranze. L'elenco delle grandi opere parte dall'inceneritore, dall'ospedale, alla metropolitana, al Casinò, all'aeroporto. Molte fatte, alcune soltanto programmate, ma sono bastate per fare propaganda. L'aeroporto, grande opera, questa idea folle, megalomane, di trasformare un aeroporto di montagna, turistico - quella era la vocazione - in un grande aeroporto commerciale. Un fallimento, per cui questa grande opera costerà, è costata ai Valdostani molto, più di 30 milioni. Oggi, abbiamo finalmente preso coscienza di questa idea megalomane e totalmente scollegata dalla realtà della nostra regione, e stiamo ritornando indietro, ritornando al vecchio aeroporto. Nel frattempo però abbiamo dilapidato più di 30 milioni di euro. Un errore di cui le responsabilità sono chiare. Oggi questa idea delle grandi opere è finalmente abbandonata, registrando un fallimento di chi ha puntato su questo mezzo per vincere le elezioni proponendo un modello di sviluppo superato, che è quello che vive soltanto del cemento. L'elemento salvifico nel quale può crescere una comunità non sono le grandi opere non è nel cemento l'avvenire di questa regione. Sono altri i lavori che si devono fare in questa regione. Un fallimento che mette in discussione, anche in generale, come è stata gestita la nostra Autonomia. In modo tutt'altro che responsabile. Il periodo della grande abbondanza finanziaria, dal 1981 in poi, questo eccezionale periodo che ha dato alla Regione grande disponibilità finanziaria, è finito.

Purtroppo è finito, ed è finito nel modo peggiore: oggi ci troviamo con delle strutture, tutte sovradimensionate, dimensionate ad un bilancio di 1700 milioni, quando oggi ne abbiamo molti di meno.

Quell'eccezionale periodo di vacche grasse doveva essere utilizzato in modo diverso, per creare un sistema che si reggesse da solo, mentre si è preferito puntare su un sistema assistito, da un punto di vista elettorale certamente redditizio, ma che, alla lunga, si è dimostrato anche questo un fallimento. Per concludere, tanto avremo ancora modo di riparlare, aspettando il 2018, in questo bilancio manca soprattutto una idea della Valle d'Aosta futura, quale sarà il suo ruolo in Italia e in Europa, e quale sarà il suo modello interno di sviluppo. Che tipo di sviluppo vogliamo per questa regione. Questo bilancio, come detto, purtroppo non contiene novità e non dà neanche spunti per capire dove si vuole andare. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Ricordo che siamo in discussione generale. Nessuno chiede di intervenire? Chiudiamo la discussione? Colleghi, chi chiede la parola? Grazie, la parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci, Monsieur le Président.

Mais la discussion de ce budget 2015 de prévision pour le 2016 et pour les années à venir...on a écouté avec attention le rapport, les rapporteurs Leonardo La Torre et l'Assesseur Ego Perron: le collègue André Rosset a déjà fait relever qu'il y a eu, comme justement cela se passe, des nuances assez importantes de différence entre les deux rapports. Et cela a une justification bien évidente. C'est que le travail qui a été fait en commission et toutes les considérations qui ont été portées par les catégories et par les conseillers-mêmes ont mis en évidence une division assez forte entre les sensibilités du gouvernement régional et celles des Conseillers.

Et non seulement des Conseillers d'opposition ou de minorité. Il y a eu en effet des nuances assez importantes entre ces deux réalités. On arrive aujourd'hui à discuter un budget de prévision après cinq ans dès la crise. Bien évidemment, le Président a cité une crise qui a commencé bien avant, mais sur le budget de la Région, disons que l'année 2010 a été la première année où, en effet, on a dû intervenir avec des mesures assez importantes par rapport à, oui, des réductions des années antécédentes. Le 2010, effectivement, a été une année non seulement d'une prévision difficile, mais avec des mesures qui sont arrivées après, tout le long de l'année, des situations difficiles même de rapport avec l'État.

Quindi oggi parliamo di un bilancio, altri colleghi lo hanno sottolineato, che dal milione e seicentomila circa del 2010 ? per fare riferimento a un quinquennio e non andare a trovare motivazioni antecedenti ? arriviamo oggi a, più o meno, alla metà, qualcosa di più, ecco, per renderci conto che le risorse della Valle d'Aosta hanno iniziato ad essere ridotte dal 2010.

Quindi, la prima considerazione è che la crisi non è stata un fulmine a ciel sereno perché ha iniziato a ripercuotersi sul bilancio regionale con una cadenza ben precisa e, fra l'altro, attraverso accordi sottoscritti, subiti. Comunque oggi non è più il caso di entrare nel merito se questi siano stati accordi buoni o cattivi. Sono stati accordi che esistono, che sono esistiti e che ci facevano già capire che, nel tempo, la riduzione delle risorse sarebbe stata una riduzione difficile. Magari non si poteva pensare che sarebbe stata drammatica.

Questo per dire che il mondo è cambiato in cinque anni, ma insomma, in cinque anni c'è la possibilità di attrezzarsi e noi crediamo che in questi anni, in quest'aula abbiamo sentito di tutto sulla necessità di rivedere un modello, di cercare di governare questa crisi, di cercare di non arrivare impreparati all'ultimo minuto e rendersi conto che le risorse della Valle d'Aosta oggi sono quasi dimezzate.

Noi, da un punto di vista politico, a un certo punto abbiamo provato in tutti i modi a suggerire un'alternativa, in quanto pensavamo e giudicavamo che questo modello e questa gestione - a fronte di una società in evoluzione e di una evoluzione del quadro normativo e finanziario - non avrebbe retto la sfida del futuro. Non ci fa particolarmente piacere oggi avere ragione. Però sicuramente ci fa piacere sentire, per esempio, che, effettivamente, oggi si abbandonano le grandi opere, che oggi ci si rende conto che certe cose, al di là che non ci sono più i soldi per farle, vengono modificate, anche se, purtroppo, questo modello andava modificato prima.

Pensiamo che l'orgoglio dell'Assessore Perron sia un po' un eufemismo e riconosciamo nelle parole e nella relazione del relatore ? come in una parte della relazione dell'assessore ? un quadro abbastanza realistico di come oggi c'è una situazione di crisi.

Il collega La Torre ha cercato di fare emergere - al di là di tutti i temi dell'autonomia su cui io tornerò - il lavoro della Commissione, che è stato sicuramente molto interessante, anche su questo tornerò. L'assessore ha cercato di evidenziare il fatto che sono state recepite tutte, o comunque una buona parte, le istanze che anche le opposizioni, in questi due anni, in questo scorcio di legislatura, hanno portato e che sono state approvate - il Presidente lo ha ricordato - attraverso anche ordini del giorno, risoluzioni. Ecco, riguardo a "l'orgoglio di vedere un rilancio attraverso investimenti", saremmo un po' più prudenti nell'utilizzare questo termine, perché effettivamente noi siamo sicuramente favorevoli affinché si torni ad investire. Ci preoccupa, altri colleghi lo hanno già detto, l'indebitamento della Valle d'Aosta, che voi ci dite essere l'unico modo per tornare oggi ad investire, ma noi sull'orgoglio di questo bilancio abbiamo forti perplessità. Questo bilancio è un bilancio di transizione e, lo avete detto, è un bilancio di emergenza - questo è sotto gli occhi di tutti - ma è un bilancio che secondo noi, per come è... in effetti, abbiamo votato contro questo bilancio e lavoreremo in questa seduta, in questi giorni di bilancio, per migliorarlo.

È un bilancio che, così come è stato presentato, secondo noi, al di là di ciò che è stato previsto, forse proprio perché è un bilancio di transizione, non dà una prospettiva chiara al futuro della nostra Valle d'Aosta, almeno per i prossimi 2-3 anni.

Quindi il modello di cui noi avevamo cercato di sollecitare il cambiamento, dicendo che si doveva rivedere certe scelte, è un modello che oggi effettivamente tutti sono qui a dire che non può più reggere. Qualcuno l'ha detto prima, qualcuno l'ha detto dopo, l'importante è che oggi siamo arrivati tutti a dire che effettivamente c'è da rivedere un modello. Qualcuno ha detto: un mondo è finito, dobbiamo ricalibrarci, dobbiamo rivedere certe cose. Allora, le nostre considerazioni, sul fatto che da un giorno all'altro non si può "arrivare nella casa della gente e togliere la corrente o togliere la luce", andavano proprio nell'ottica di dire: perché non prepariamo questa comunità al cambiamento, sapendo che le risorse sarebbero scemate, sapendo che certe scelte dovevano essere abbandonate prima di quest'anno e sapendo che ci saremmo trovati tutti in una situazione di emergenza? Vale per Chi oggi è qui a difendere questo bilancio come per chi oggi è qui per cercare di migliorarlo.

Allora le nostre scelte, come UVP, a fine 2012 - al di là della vicenda del pirogassificatore, al di là di una serie di tensioni che si erano create anche e soprattutto sui metodi - andavano anche nell'ottica di non riconoscersi più in una certa gestione che effettivamente, secondo noi, avrebbe mostrato i suoi limiti. E non sono state scelte personali o meglio non sono state scelte di guerre alle persone, sono state scelte per cercare di gridare, in modo anche palese, che così non si poteva andare avanti.

Allora tutti abbiamo assistito a un declino: chi ha cercato di gestire questo bilancio in questi anni, chi ha cercato di migliorarlo e oggi siamo qui per cercare tutti assieme di trovare delle soluzioni. Gli accordi con Roma oggi sono di nuovo à la une, sono stati à la une in questi cinque anni, purtroppo sappiamo benissimo che a Roma pochissimi sono autonomisti, anche perché il livello centrale difficilmente percepisce quella che è la prerogativa di un livello di periferia. Oggi tutti assieme dovremo invece cercare di fare riconquistare un pelo di fiducia nei confronti delle autonomie, soprattutto delle autonomie speciali e soprattutto fare emergere che così non si può andare avanti. Ne abbiamo già parlato durante questi Consigli, ma il primo volet che abbiamo voluto evidenziare è quello dei rapporti con Roma. Diremo come noi vogliamo agire su questo bilancio e come noi cercheremo di incidere su questo bilancio. Perché, al di là della prima parte di diagnosi sui quali noi cercheremo appunto di fare emergere ciò che non funziona, proporremo anche delle nostre idee, delle nostre proposte, delle nostre soluzioni per cercare almeno di migliorare in parte il bilancio con degli emendamenti tecnici e attraverso degli ordini del giorno per dettare, per lanciare delle idee di prospettiva, affinché questa comunità possa effettivamente capire dove l'amministrazione regionale sta andando.

Perché se abbiamo difficoltà noi Consiglieri e noi eletti a capire dove si stia andando e a comunicarlo fuori, figuriamoci le persone fuori! Che siano imprese, che siano privati, che siano famiglie, dove sta andando la Valle d'Aosta? Oggi dalla paura, dal terrore c'è l'immobilismo, perché nessuno sa in quale settore investire. Sarà teoricamente il futuro della nostra regione e dei nostri figli o sarà abbandonato come sono stati spenti alcuni settori in questi anni?

Questo per dire che, al di là dei rapporti con Roma, la prima battaglia, nelle proposte che noi faremo, ripartirà dall'autonomia, ecco perché tornerò sugli interventi del collega La Torre e del collega Follien. Ecco perché la prima battaglia, - ancora prima di dire che visioni abbiamo, che ricette abbiamo sulle risorse che sono rimaste -, la prima battaglia è quella di andare a Roma e di dire che effettivamente così non si può andare avanti. Ci dispiace molto, e lo diciamo, Presidente. In modo sibillino avevamo cercato di farlo emergere, eravamo stati rassicurati dalle sue parole.

Qui abbiamo fatto una battaglia a 35 sulla autonomia fiscale della Valle d'Aosta. Bellissima battaglia, bellissime parole, abbiamo votato all'unanimità un bellissimo documento e il governo si è anche attivato per trasferire questo intento politico in emendamenti. Purtroppo poi manca sempre il pezzo giusto: allora, noi abbiamo concluso un Consiglio, il termine per gli emendamenti scadeva in una certa data e nessun emendamento è stato presentato. Quando ci si è accorti che c'erano degli emendamenti della Valle d'Aosta giù era già tutto blindato.

Allora noi non vogliamo entrare nel merito di certe scelte, perché vogliamo partire da qui per dire che il fronte comune deve continuare, che non può essere uno spot in un Consiglio. Qui siamo spesso d'accordo su certi temi, e poi giù noi ci chiediamo che cosa si stia facendo per incidere, e non parliamo dei deputati a livello nazionale, che chiaramente hanno altre sollecitazioni. Parliamo dei nostri parlamentari, i parlamentari valdostani. Che cosa è stato fatto?

Ecco, qui sarebbe interessante capire dove si interrompa la cinghia di trasmissione: il Consiglio approva, il governo sollecita e poi gli emendamenti della Valle d'Aosta non sono accettati. Però votiamo la fiducia. Ma in base a che cosa? Ah beh, se partiamo così non saranno mai accettati. Se già partiamo dicendo: noi votiamo comunque la fiducia anche se gli emendamenti non sono accettati...

Noi non vogliamo insegnare a nessuno come ci si deve impegnare a negoziare qualcosa, ma questo pensiamo che sia l'abc. E forse, magari qualche riunione in più tra il governo o il livello qui periferico e i viaggi a Roma...

Ma fatela qualche riunione in più per magari dire a questi nostri rappresentanti come bisogna agire! E poi chi ha influenze a livello nazionale le eserciti!

Perché effettivamente il paradosso... conosciamo benissimo i meccanismi: quando ci sono delle finanziarie bloccate è difficile arrivare, poi magari si agisce attraverso ordini del giorno, altri impegni, questo è giusto. Ma almeno non mettersi in posizione di debolezza e dire: ma noi tanto comunque la fiducia la votiamo, quindi voi potete anche toglierci tutto.

Questo è una cosa che noi non abbiamo condiviso, magari anche fare un comunicato stampa, come è stato fatto.

Allora, primo livello: gli accordi con Roma e la gestione dei rapporti con Roma. E su questo agiremo con un ordine del giorno, perché noi vogliamo un tavolo istituzionale che difenda effettivamente in modo permanente la nostra autonomia perché altrimenti effettivamente qui si può anche fare tutto il possibile, ma se poi qualcosa non funziona noi non vogliamo neanche andare a dare le colpe agli uni o agli altri. Vorremmo essere tutelati, indipendentemente da chi gestisce da un punto di vista politico e tecnico, in questo momento, la nostra Valle. Si scende, benissimo, non è importante chi scende, ma come si prepara il lavoro: ci sono le istituzioni, le sensibilità politiche del Consiglio Valle, la Commissione paritetica e i nostri parlamentari. Quindi noi proporremo un tavolo istituzionale permanente per difendere la nostra autonomia.

Abbiamo visto che poi, al di là dei governi, nella legislatura scorsa si è cercato di fare un accordo con il Pdl, cercando poi di avere le chiavi della cassaforte, e siamo stati stroncati. In questa legislatura si cerca, attraverso il PD, di riuscire effettivamente a ottenere dei benefici. Lo speriamo, ma sappiamo benissimo che i governi, siano di destra o di sinistra, hanno scarsa sensibilità nei confronti delle autonomie, soprattutto in questo momento dove le regioni sono viste in modo molto critico, a torto o ragione, o meglio con il dolo o senza il dolo di un alibi per cose che sono successe. Però ci preoccupano, lo abbiamo detto, i progetti di riforma, di accorpamento, di macroregioni, di progetti che effettivamente non sono mai finiti.

Allora, quella è la prima battaglia, ma la seconda battaglia è che, all'interno del modello Valle d'Aosta, con le risorse che sono rimaste, bisogna lavorare per evitare, per togliere i paradossi valdostani, in questi anni li abbiamo citati, però è bello anche ricordarseli.

Le grandi opere sono un caso, ma vogliamo parlare del Casinò? Quando abbiamo messo 100 milioni al casinò prendendoli dalle partecipate, la crisi c'era già, non è che la crisi non era arrivata. E qui tutti a litigare su questa cosa, eppure la cosa è andata avanti. Non è che noi siamo contro gli investimenti. Purtroppo, tra l'altro, sono investimenti - al di là di come sono stati fatti - che non è che abbiano rilanciato il Casinò. Purtroppo la situazione del Casinò la conosciamo.

O quando abbiamo voluto parlare dei bimodali, non è che volevamo attaccare l'Assessore Marguerettaz sulla scelta dei bimodali, sapevamo benissimo che certi fonti di finanziamento non erano esclusivamente regionali. Ma una parte di bilancio è stato consolidato.

Vogliamo parlare delle partecipate? Collega La Torre, le partecipate sono due anni che abbiamo una legge in Commissione e questo è il ruolo del Consiglio Valle. Oggi meno male nelle partecipate che ci sono delle assunzioni, delle prospettive per i nostri giovani e meno giovani. Però attenzione che la CVA non diventi il nuovo Casinò. Attenzione che la CVA non diventi il nuovo Casinò. Perché poi oggi siamo tutti a dire, ma nel tempo al Casinò... effettivamente oggi ci sono troppe assunzioni, ci sono troppi amministrativi, c'è qualcosa che non ha funzionato. Benissimo. Abbandoniamo il Casinò, perché tanto ormai quello è andato, e ci buttiamo su altre partecipate e riempiamo gli uffici. Poi magari uno che è esperto di agricoltura lo prendiamo a lavorare nell'idroelettrico e quello che... Allora, nessuno oggi o in questi anni è venuto qui a cercare di essere fuori dal mondo e fuori da un modello. Però arriva un certo punto in cui bisogna cercare di capire che le cose vanno gestite cercando ? quando si parla di meritocrazia o comunque di una certa logica, al di là della trasparenza dei titoli che è la base di tutto - che ci sia una certa logica nella gestione di questi settori. Altrimenti, ci troveremo tra cinque anni - al di là di avere i mutui che quest'anno sono effettivamente uno dei modi per tornare ad investire ? ad avere le partecipate che creano problemi sul bilancio perché entreranno nel bilancio consolidato. Avremo certe partecipate che hanno creato illusioni a giovani perché - in questo periodo si parla solo delle assunzioni alla CVA - ci sono colloqui ovunque, poi qualcuno viene chiamato, altri no. Non si capisce a chi si fanno...veramente.

Oggi c'è esigenza di capire quali partecipate stanno avendo utili e quindi possono avere delle assunzioni, in termine anche di prospettiva. Che non li facciano licenziare sti giovani dopo 3 anni o 5, o 10 perché non funziona più! Che ci sia un quadro generale di queste società partecipate per capire cosa succede. Questa legge, altre leggi, quando c'è fretta non ci mettete tanto a mettervi d'accordo. Abbiamo approvato l'ultima a inizio settembre, la legge sul reddito minimo garantito. C'è stato un accordo, siamo andati avanti. Ma su questa delle partecipate, noi avevamo capito che c'era un accordo, probabilmente qualcosa ha trattenuto questa legge. Anche su questo noi interverremo attraverso un ordine del giorno, per sollecitarvi.

Il secondo livello appunto è quello di dire: benissimo, abbiamo cercato di rivendicare maggiore autonomia su quella che è la situazione esistente, come ci muoviamo? Come cerchiamo la condivisione? E poiché i tagli, che in questi anni sono stati tagli lineari, non hanno oggi creato una prospettiva di futuro, come soprattutto cerchiamo di guardare al futuro?

Il 2013 è stato l'anno della verità. Allora, fino alle elezioni chiaramente c'erano risorse per tutti e dopo le elezioni la polvere sotto il tappeto è venuta fuori. Noi l'abbiamo detto: non c'erano più neanche i contributi che prima erano stati promessi.

Il 2014 è stato l'anno della crisi, è caduto il governo. Per 70 giorni la Valle d'Aosta è stata senza governo e quindi il clima dopo quella fase è stato un clima diverso, perché il muro contro muro dei 18 a 17 aveva portato alla caduta del governo regionale e alle dimissioni di tutti gli assessori. Sembra siano passati anni luce. Questo è successo nel 2014, cioè l'anno scorso.

Nel 2015 è cambiata la maggioranza, il muro contro muro - che si era, in qualche modo, così dissipato e che aveva visto un po' un'assunzione di responsabilità da parte di tante forze politiche, per non dire di tutte, su certi temi - ha portato a un cambio di maggioranza. Ecco, noi crediamo che le battaglie comuni che sono state fatte in questi anni oggi devono vedere trasferite queste istanze che abbiamo portato avanti assieme ai colleghi del PD, e chiaramente il resto della minoranza, affinché arrivino, - e stanno arrivando, sono arrivate, arriveranno -, arrivino all'interno della maggioranza o meglio del governo. Distinguerei sempre la maggioranza dal governo perché, come dicevo in apertura, abbiamo visto in Commissione ? e attraverso effettivamente le due relazioni - che c'è stata, come forse raramente è successo, un'assunzione di responsabilità da parte di alcuni Consiglieri di maggioranza, a fronte delle scelte del governo, per dire: no un attimino, cerchiamo tutti assieme di condividere o meglio di poter incidere sul bilancio.

È chiaro che noi arriviamo a questo bilancio e su questo bilancio ci dobbiamo esprimere. Ho voluto partire da una disamina un po' più generale e anche da un punto di vista temporale antecedente a questo anno, perché è bene ricordare quello che è successo in questa legislatura, affinché si arrivi a delle soluzioni e soprattutto a delle proposte. Beh intanto, Assessore, lo abbiamo detto in commissione, abbiamo cercato di farlo emergere, il governo ha confezionato un bilancio, lo ha portato in commissione e - noi lo abbiamo definito un bilancio calato dall'alto, come probabilmente avviene spesso - pensavamo che, almeno tra di voi, l'aveste in parte concertato, ma gli emendamenti stessi del governo...

Voi arrivate oggi con degli emendamenti alla vostra finanziaria che già si aggiungono agli emendamenti che avevate portato in Commissione, al di là poi degli emendamenti che arrivano dagli altri!

Le audizioni in Commissione hanno fatto emergere che effettivamente c'è stata poca condivisione, al di là del Consiglio Valle. È vero lei, Assessore, dice: noi abbiamo recepito le cose che voi avete detto in questi anni.

È vero in parte poi ci torneremo, e poi ognuno mette in campo il metodo, non è stato questo il problema; e poi in commissione si è lavorato bene, quindi abbiamo cercato tutti assieme di fare dei ragionamenti.

Abbiamo avuto delle categorie che sono venute, le organizzazioni sindacali forse sono state quelle più critiche, organizzazioni sindacali che rappresentano circa trentamila lavoratori e questo non va banalizzato. Non va banalizzato. I documenti dei sindacati che sono stati messi gli atti sono documenti che, forse, mai, negli anni precedenti hanno sottolineato, al di là del metodo, anche una mancanza di visione del futuro. Tutto, si è sentito di tutto nelle audizioni. Dal responsabile dell'ARER che ha detto che nell'agricoltura va tutto bene, - prendiamo i casi estremi così sappiamo che poi forse la verità sta in mezzo -, che insomma non c'è nessun problema fino, appunto, a categorie che hanno saputo fare una diagnosi e anche dire: benissimo noi abbiamo delle soluzioni. Pensiamo agli edili che sono arrivati non solo con una situazione drammatica che li riguarda ma dicendo: noi abbiamo studiato certe proposte, ve le proporremo. Avevano già incontrato anche i singoli Gruppi, quindi è stato qualcosa di interessante.

Questo per dire che sono state audizioni molto interessanti, non sappiamo se poi miglioreranno questo bilancio. Noi abbiamo cercato non solo di portare avanti le nostre istanze, fra ordini del giorno e emendamenti, ma anche di recepire le istanze delle categorie, in generale, e crediamo che le audizioni servano a questo, altrimenti l'anno prossimo possiamo evitare di farle. Come lavoreremo, a livello di gruppo dell'Union Valdôtaine Progressiste, su questo bilancio? Ecco, Assessore, perché ci rivolgiamo a lei, come ci siamo rivolti in commissione ai colleghi - anche e soprattutto di maggioranza - perché sappiamo benissimo che fra colleghi di opposizione ci parliamo e facciamo delle belle discussioni, ma sono inutili, se poi non riusciamo a trasferirle là, proprio sui vostri banchi con la forza - intesa per forza numerica - o con le buone maniere. Per noi l'importante è che si riesca effettivamente a incidere anche da questi banchi. Allora, sul metodo, - Assessore Perron, poi ci spiegherà bene lo strumento dei mutui - abbiamo ascoltato con attenzione il momento in cui lei dice: sì sono mutui, ma sono mutui i cui interessi si pagano solo quando effettivamente si accende. È un indebitamento che, sommato agli indebitamenti pregressi, va comunque a creare una situazione da tenere sotto controllo. Il Presidente dice: no, poi dal 2018 torniamo a investire. Beh, sappiamo bene che nel 2018 ci saranno pure le elezioni, non vorremmo che fosse di nuovo l'anno delle illusioni e poi, nel secondo semestre del 2018, la polvere sotto il tappeto la sommeremo a quella che abbiamo appena buttato via. Quindi anche qui, Assessore, è vero che è un bilancio di transizione, ma noi vorremmo capire quello che succederà nei prossimi anni: evoluzione normativa a Roma, bilanci consolidati, indebitamento della Valle e prospettive in che settori.

Qualcosa è abbozzato, ma noi rileviamo che sono spesso delle misure che vanno a tamponare o a ridare fiato e ossigeno a certi settori, senza avere una visione di insieme. Ecco quello che rileviamo. Ma lo diciamo in senso propositivo. Allora è vero, e lei sa benissimo che - non solo a titolo personale o meglio amministrativamente parlando - le mie e le nostre sensibilità...quando lei va a dire che il piano va a toccare la cultura e l'istruzione non può che renderci non solo lieti ma pure soddisfatti, perché in questi due anni sono stati temi fortemente voluti e fortemente sospinti da noi.

È chiaro che è ancora qualcosa di teorico, noi vorremmo vedere i contenuti. C'è un piano lavori...cioè, una cosa è il meccanismo: accendiamo dei mutui, li mettiamo sul settore della cultura. Bene. Però poi andiamo a vedere le carte, ecco, andiamo a vedere le carte tutti assieme, nel senso della condivisione di ciò che sono i contenuti. E questo è importante.

Questo per dire che siamo soddisfatti che, per degli investimenti che sono stati pensati attraverso i mutui, si vada sul settore dell'istruzione e della cultura e anche, soprattutto, dell'edilizia scolastica, per quest'ultimo non solo coi mutui, ma con una parte dello "sblocco FOSPI", perché, effettivamente, assieme alla questione della scuola-polmone, va a risolvere, senza creare allarmismi, un problema che dura da qualche anno e che oggi è al limite di ciò che deve essere una situazione da gestire.

Sul sociale, il welfare, siamo meno convinti e lo diremo, lo abbiamo detto, e su altri settori, - posso utilizzare il secondo intervento? Grazie -, altri colleghi hanno già detto. Per quello che riguarda l'agricoltura, ci preoccupa un PSR rimodulato in modo che possa garantire una durata di questo piano, misto ad investimenti regionali, altrimenti tutto viene codificato lì e ci saranno problemi. Noi cercheremo di toccare questi temi attraverso gli ordini del giorno, dal turismo a questi settori cruciali. Non abbiamo voluto creare allarmismo sulla questione della chiusura in bassa valle, però vorremmo anche qui capire la politica industriale della Valle d'Aosta, oggi come viene rivista e rivisitata, sapendo che sicuramente l'assessore che è arrivato da poco tempo non è quello che oggi può prendersi la responsabilità di tutto ciò che è successo ma, invece, può essere colui, assieme chiaramente alle sensibilità che lo circondano, che ci può fare percepire qual è il futuro sapendo che l'industria in Valle d'Aosta, se non la rendiamo una regione appetibile ad investimenti, diventa una difficoltà.

Ecco perché noi presenteremo un ordine del giorno che, in parte, riprende i rapporti con Roma, la nostra autonomia, ma in parte riprende un tema cruciale, che è quello della zona franca. Noi presenteremo, Presidente, un ordine del giorno che chiede di tornare sul tema della zona franca. Perché, al di là dei tagli che noi subiamo essendo autonomi, al di là di un'autonomia che è bistrattata, abbiamo una norma del nostro Statuto speciale che prevede l'applicazione della zona franca. Oggi, in chiave moderna chiaramente, non siamo rimasti al 1945, neppure al 1946, neppure al 1948. Ma oggi ci sono altre realtà - vedi il Friuli - che hanno lavorato su questi dossier. E oggi sono più avanti di noi. Sono più avanti di noi. Allora, studiare una fiscalità diversa. Perché siamo zona di confine, perché subiamo una fiscalità degli altri Stati, perché abbiamo subito, tra l'altro, anche, da un punto di vista della fiscalità, delle rivisitazioni che hanno comportato pesanti ripercussioni sul bilancio regionale. Sono questi gli elementi di novità, le idee che noi proporremo e che speriamo possano essere percepite dalla maggioranza e soprattutto dal governo. E quindi, cercheremo di agire attraverso una decina di emendamenti e di ordini del giorno per cercare di migliorare questo bilancio: da un punto di vista di temi generali, politici e di settore, attraverso gli ordini del giorno e attraverso gli emendamenti, invece, su temi più puntuali. Questo è quello che noi possiamo fare. Noi lo diciamo proprio in senso propositivo, crediamo che ci siano tante possibilità oggi di migliorare il modello Valle d'Aosta.

Tre colleghi hanno citato la burocrazia, questo è un tema su cui noi siamo già intervenuti in questi anni, ma finché non semplifichiamo la possibilità di lavorare alla gente, al mondo delle imprese...

Sono stati organizzati tavoli di discussione, anni di lavoro, si sono fatti congressi sulla burocrazia, ma oggi abbiamo ancora delle situazioni negli uffici che sono incredibili: un ufficio che non si parla con l'altro... abbiamo pensato allo sportello unico, alla fine è uno strumento validissimo come pensato, ma basta un elemento che blocca questo sportello e blocca tutto il sistema. E noi vorremmo, attraverso questi nostri ordini del giorno, capire che visione c'è oggi del futuro. Noi cerchiamo di abbozzare le nostre idee che sono proposte, sono base di discussione, perché chiaramente noi abbiamo le nostre sensibilità.

Siamo in sette in questo Consiglio, portiamo avanti le nostre idee assieme agli altri colleghi - in primis dell'ALPE e poi del resto dell'opposizione - per cercare di avanzare dei temi. Su certi temi ci sono, addirittura, ci saranno degli elementi comuni, su altri ci sono iniziative di ogni gruppo però, effettivamente, questo è il momento per vedere e per misurare se c'è una voglia almeno di confrontarsi su quello che è il futuro della nostra comunità, sapendo che la verità non ce l'abbiamo in tasca, ma che vorremmo effettivamente vedere riconosciuto questo nostro lavoro di questo inizio legislatura, che non è stato il "muro contro muro".

Perché, quando è finito il "muro contro muro", vi è stato un atteggiamento di proposta costruttiva - al di là poi effettivamente dell'agone politico e delle discussioni che è giusto che ci siano - però poi arriva il momento in cui bisogna trovare una sintesi se vogliamo, effettivamente, almeno su certi temi, fare fronte comune. E, al di là di tutto ciò che possono essere gli elementi che dividono, ci devono essere dei momenti di sintesi, altrimenti la politica non dà risposte e, per i cittadini e la comunità in generale, oggi non c'è di peggio, soprattutto in questo momento di difficoltà, nel vedere che si litiga su certe cose - e ci sta - ma poi, su altri temi, che ci siano effettivamente dei momenti di sintesi che possano far avanzare la Valle d'Aosta! In conclusione, in commissione il nostro lavoro è stato quello di sollecitare la maggioranza dicendo: benissimo, vediamo se tutti assieme riusciamo a migliorare questo bilancio. Abbiamo visto che ci sono degli emendamenti di tutti i gruppi, abbiamo visto che ci sono gli emendamenti del governo - forse quelli sono leggermente più tecnici, spesso per dei refusi, per delle questioni che arrivano all'ultimo - però noi siamo disponibili, su tutti gli emendamenti, sicuramente a fare delle riflessioni chiedendo chiaramente che ci sia un'apertura anche sulle nostre questioni più puntuali, tecniche ma soprattutto su quelle visioni e linee di indirizzo del futuro che noi speriamo possano accomunarci, almeno in una ricostruzione o meglio in una rivisitazione del modello Valle d'Aosta, che è più facile far percepire e cambiare se si è uniti su un certo fronte. Perché effettivamente i cambiamenti - soprattutto in comunità che da decenni hanno visto impostato un modello in un certo modo - sono difficili da mettere in campo. Di questo noi siamo consapevoli. E non siamo qui a criticare ogni cosa che viene cambiata, anzi abbiamo dimostrato che ci sono cose che devono essere cambiate e la nostra comunità deve capire che, in certi settori, un mondo è finito. Parallelamente, vorremmo, tutti assieme, costruire, se c'è, l'alternativa in certi settori. Non in tutti, ci daremo delle priorità, per dire: benissimo, oggi non esiste più l'impostazione del tuo settore, del nostro settore, che è impostata così. Ma c'è un'idea diversa. Siccome, quando si è passati dal fondo perso al mutuo agevolato, l'Assessore Perron ha citato la cifra, che è impressionante, di possibilità che oggi c'è per intervenire nei vari settori, settori che sono codificati, per dire: benissimo l'amministrazione comunque crede in quel settore e vi investe.

Quindi, da parte nostra, come lo avevamo annunciato l'anno scorso, c'è la disponibilità a lavorare. È stato un anno in cui, un po' a rilento certe volte, altre volte meno, le istanze sono state portate avanti e codificate in questo bilancio, come ha detto l'Assessore Perron, su questo bisogna essere onesti e dirlo. Altre cose sugli enti locali. Effettivamente, lo sottolineava il collega Gerandin, noi vorremmo avere per lo meno un confronto per dire: benissimo questo modello oggi è arrivato ad una sua rivisitazione limite perché, effettivamente, certi bilanci non si chiuderanno. Che idea abbiamo, tutti assieme, per dire: si rivede la 48, la si abolisce... qual è il sistema del federalismo valdostano, come noi vogliamo chiamarlo, che possa effettivamente vedere una nuova stagione, anche per quello che è il livello centrale rapportato al livello locale?

Quel avenir pour notre autonomie? Le collègue Follien le citait, d'autres collègues l'ont évoqué. Depuis quelques mois, pour ne pas dire à partir de l'année passée, c'est le thème que nous avons souligné le plus en disant: très bien, ici nous pouvons même nous dire des mots qui ne font pas plaisir, nous pouvons avoir des visions différentes et cela est plus que juste, dans le sens que tout le monde aurait envie de remodeler un système, quand même de participer à sa construction en apportant ses sensibilités et c'est souvent difficile d'apporter des sensibilités s'il n'y a pas un climat plus détendu par rapport à des situations du passé.

L'autonomie, peut-être, c'est un thème même trop abusé. Bien évidemment, quand on parle d'autonomie, on parle de toutes nos prérogatives, de tout ce qu'on a envie aujourd'hui d'exercer pour dire: bien, nous voulons aujourd'hui recommencer en parlant d'un thème qui puisse être le plus partagé le plus possible. Et c'est clair que - au-delà des pièces de théâtre, du Charaban, où même l'âme populaire reprend en disant: "qu'est-ce qu'il est resté de notre autonomie?" - en effet le peuple, les gens, la communauté aujourd'hui nous demandent souvent: "Mais en effet pourquoi aujourd'hui notre autonomie est comme ça et surtout qu'est-ce qui existe encore du contenu de notre autonomie?". Et ce n'est pas toujours facile de leur répondre car, en effet, ici on peut être même tous d'accord sur la défense de l'autonomie mais si on n'arrive pas à transférer ce thème dans les sensibilités de ceux qui ont la possibilité d'améliorer et de négocier une amélioration de notre autonomie ce sera difficile.

Alors notre sensibilité unioniste, valdôtaine et progressiste va surement dans la direction de chercher des sensibilités qui ont les mêmes affinités. Et, au-delà des questions et des querelles, nous renouvelons aujourd'hui notre disponibilité à faire un front commun sur ce thème, à faire un front commun qui soit un front commun partagé et le plus ample possible, mais surtout qui voit un changement réel dans celle qui est une action de défense d'une prérogative que aujourd'hui on voit un peu et même parfois pas trop défendue. Donc, notre sensibilité d'envie d'améliorer le système Vallée d'Aoste aujourd'hui s'amène dans ce débat à un moment où, avec le passage des mois et des années, on voit un modèle toujours plus affaibli. Donc, ce que nous on peut faire en terme de disponibilité c'est d'offrir nos sensibilités sur ce thème, au-delà de toutes les questions administratives, où d'autres collègues ont déjà dit et diront. Ce sera une année de défi et surtout ce sera une année où, ou la lutte de défense de nos prérogatives est une lutte, et sera une lutte assez forte et sans voir renoncer aux principes qui nous animent, ou ce sera très difficile de faire comprendre ce que c'est qu'une autonomie spéciale dans une région rapportée à une reprise économique que, parfois on voit, hors de notre vallée, commencer à donner ses fruits.

Donc, c'est ça qui aujourd'hui nous étonne, quand on doit répondre aux gens et leur expliquer pourquoi l'autonomie valdôtaine aujourd'hui n'existe plus ou mieux n'est plus cette âme de sauvetage qui a toujours mis à l'abri la communauté valdôtaine par rapport à Rome et il y a, dans les provinces du Piémont, une reprise économique qui commence à être perçue. Donc, il y a des problèmes administratifs, des problèmes économiques, mais il y a aussi des problèmes idéologiques, car aujourd'hui nous sommes tous un peu en difficulté à devoir défendre quelque chose qui n'existe plus. Alors, tous ensemble on doit se demander qu'est-ce qu'on peut faire.

Mais nous on commence à être un peu fatigués de devoir continuer à discuter à l'intérieur de cette salle, sans voir les résultats ? qui viennent transférés à Rome ? des efforts que nos pères fondateurs de l'autonomie ont fait pour nous laisser une autonomie qui avait garanti un certain essor et qui aujourd'hui malheureusement n'est plus perçue non seulement par nous mais par la communauté valdôtaine, qui était la vraie bénéficiaire de toutes ces luttes et batailles que nos ancêtres ont menées, pas pour eux mais pour nos fils et pour leurs petits fils.

Essayons tous ensemble de laisser à nos fils et à nos petits-fils une autonomie qui soit digne de l'attention qu'on a eu à l'égard de ce patrimoine de tous. Merci.

Président - Merci, collègue Viérin. La parole au collègue Chatrian. Je rappelle qu'on va distribuer les amendements.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Una giornata produttiva. Interessante, comunque, ascoltare non solo gli interventi dei colleghi di minoranza, di opposizione, ma, attentamente, anche gli interventi dei Consiglieri di maggioranza. E forse ancora più interessante sarà la partita che giocheremo nelle prossime ore, affrontando le proposte che arriveranno dai diversi gruppi, dalle diverse sensibilità. Il nostro gruppo si esprimerà all'unisono, come avete potuto ascoltare oggi, con delle nuances anche di natura personale legate ai percorsi che ognuno di noi ha fatto e anche agli incarichi che ha avuto in questi ultimi anni, chi all'interno degli enti locali, chi su altri temi o su altre incombenze.

Come dicevo questa mattina, noi riteniamo - visto e considerato i due disegni di legge che andranno a impattare il prossimo triennio ma soprattutto il 2016 - che la partita non è solo di natura economica o finanziaria. Io, a differenza del collega Cognetta, sono abbastanza sicuro che, a fine 2017 e inizio 2018, le risorse saranno sicuramente più importanti e le disponibilità ci saranno.

E proprio per quello che noi abbiamo deciso, come gruppo, di presentare numerosi - forse troppi, 17 - ordini del giorno; che hanno la presunzione di portare la nostra sensibilità per poter migliorare, discutere e confrontarci serenamente su come vorremmo programmare il futuro di questa nostra Regione. Partendo, indubbiamente, da uno stato dell'arte che è quello di avere un'analisi puntuale, intendiamo soffermarci sui punti di forza, ma soprattutto sulle numerose ? evidenziate anche dai miei colleghi del gruppo ? criticità che in questi anni, comunque, noi abbiamo cercato umilmente, di denunciare e di metterci comunque vicino una proposta, uno stimolo, una visione, una proiezione, una programmazione.

Qualche risultato c'è già stato in queste ultime settimane. Vi leggo un passaggio che abbiamo ricevuto come gruppo e che, quantomeno, inverte la rotta rispetto agli ultimi anni. Sarà merito dell'ingresso del PD in maggioranza, non lo so, sarà merito di questa nuova maggioranza, non lo so, ma poco importa. Noi abbiamo partecipato all'incontro informale nel mese di luglio con i nuovi vertici della Casa da gioco. Conoscete tutti l'importanza della Casa da gioco: l'impatto diretto e indiretto, i posti di lavoro, le difficoltà. Sapete la nostra posizione sulla trasparenza e sull'autonomia che quella partecipata deve avere per poter funzionare bene, senza interferenze politiche. Beh, dopo diversi anni, per la prima volta abbiamo avuto un parere positivo senza passare tramite gli articoli 116 - perché abbiamo avuto le porte sbarrate con l'articolo 116 - ma, finalmente, pochi giorni fa ci è stata confermata la disponibilità dei vertici della Casa da gioco a un incontro nel quale ci forniranno tutti i chiarimenti richiesti per quanto riguarda beni, servizi e forniture. Per noi questo è un passaggio importante, perché ci darà la possibilità di misurare nel merito il reale termometro del cambiamento: se c'è stato cambiamento, come sono avvenute le modifiche. E all'interno di questo incontro ci sarà anche il Direttore generale e ci verranno fornite tutte le informazioni in merito alle procedure adottate per l'aggiudicazione di forniture di beni e servizi e altre azioni intraprese dai nuovi vertici societari. Un piccolo passo, magari, che però noi riteniamo importante. Un passo per cui comunque noi riteniamo di ? come posso dire? ? esserci e avere la possibilità di verificare nel merito cosa è stato fatto e cosa si sta facendo.

Oltre a questo, altre due considerazioni. Vi dicevo che, umilmente, abbiamo presentato 17 ordini del giorno che toccano numerosissimi settori mettendo sul tavolo una programmazione, una visione. Poche sono le richieste di risorse vere, se non eventuali risorse reperite nell'assestamento del mese di maggio/giugno 2016, perché vorremmo che i nostri ordini del giorno fossero discussi nel merito e non, invece, stroncati dal punto di vista di un non parere di legittimità dal punto di vista finanziario. Tutto questo per che cosa? Per non cadere nella trappola - se possibile, a maggior ragione -dell'improvvisazione e/o "barra" emergenza. E vi cito un esempio che può essere utile al dibattito di domani nell'affrontare gli ordini del giorno, ma nell'affrontare anche il disegno di legge 63 e 64. Abbiamo iniziato poche settimane fa il percorso in II Commissione, analizzando la proposta che la Giunta ci ha fatto sul piano vendite, no? L'alienazione di beni è un tema che conosco discretamente. Ma, al di là del lato tecnico, la questione, dal nostro punto di vista, è tutta politica. Al di là del mercato che è ancora, se non congelato, in difficoltà, i prezzi se non stanno calando sono comunque in parte congelati. La domanda che noi abbiamo posto al Governo regionale, in quel caso rappresentato dall'Assessore Perron, è stata una, inerente ai palazzi importanti che sono stati inseriti all'interno di questo piano

Non siamo nostalgici; io dico che dobbiamo essere molto laici, invece, in questo settore. E abbiamo chiesto proprio alla parte politica, all'Assessore competente... Possiamo fare tre esempi? Solo per capire qual è stato il ragionamento che il legislatore, in questo caso il Governo regionale, ha fatto.

Mettete sul mercato - non come valorizzazione, quindi alienazione - Palazzo Narbonne, l'ex maternità, e Palazzo Cogne, parliamo di migliaia di metri quadri. Ho fatto tre esempi, per citarne.

C'è stata una concertazione con il Comune di Aosta? Prima domanda.

La seconda: dal punto di vista urbanistico, prima di mettere questi beni sul mercato, - sono dei beni che oltretutto andranno a impattare comunque, al di là della loro destinazione ad oggi, nella città di Aosta - c'è un disegno? C'è una visione? All'interno di questi contenitori, questa metratura di questi metri cubi, quale sarà la loro destinazione urbanistica?

Io penso che un semplice amministratore, un normale amministratore, anche rurale, si sarebbe posto una tale domanda. Ebbene, è questo che noi gradiremmo, domani e dopodomani, affrontando il D.L. 63 e 64 e gli ordini del giorno. Vorremmo capire, essere utili alla causa e, soprattutto non svendere, ma avere, invece, una visione d'insieme, un quadro d'insieme, per capire - ho fatto tre esempi che impattano dal punto di vista volumetrico e di incidenza sul territorio della città di Aosta - quali saranno, dal punto di vista urbanistico, le ricadute che tali, tre, immobili potranno avere.

L'altro tema - affrontato in parte dai colleghi, ma vorrei fare due riflessioni in più - è sugli enti locali. Non so se sarà la volontà del Governo metterci da subito all'opera, come abbiamo fatto su altre leggi che si potevano fare meglio, ma ci siamo stati anche noi. Abbiamo portato il nostro contributo sui rapporti tra la Regione e i Comuni, che ci devono essere, al di là della 48.

Ma, al di là di questo, la nostra preoccupazione...sicuramente avete maggiori informazioni di noi: il Consiglio di Amministrazione del CELVA ha deciso di sopprimere, al 31 dicembre 2015, il ruolo del direttore dell'organizzazione e in questi giorni - a noi fa male come gruppo - c'è un clima di totale terrore. C'è una caccia alle streghe all'interno di questo dipartimento - per dipartimento intendo il CELVA - che non aiuta sicuramente un'organizzazione che dovrebbe essere di aiuto o di stimolo a meglio collaborare tra Amministrazione regionale e lavoratori, chi in questo momento sta mandando avanti comunque il dipartimento.

Proprio una brutta caccia alle streghe, che entra nel merito, anche, di questioni di natura personale. Cose che non dovrebbero accadere in una democrazia occidentale, quantomeno normale. Oltre al discorso dell'improvvisazione e dell'emergenza che, dal nostro punto di vista, dovrebbe essere in questo momento congelata e accantonata, un'ulteriore passaggio che vorrei fare - e che abbiamo fatto questa mattina e anche questo pomeriggio - è legato al discorso dell'edilizia in generale, dal punto di vista soprattutto privatistico. Al di là della memo che l'Assessore Perron ci ha consegnato ieri pomeriggio e che apprezziamo, abbiamo avuto modo di analizzare un po' più nel merito la situazione socio-economica della Regione: Banca d'Italia, Finaosta e non solo. Indubbiamente, cercando di metterci una lente di ingrandimento, è il settore che in questo momento è più in difficoltà. Per mille ragioni, probabilmente: vedi il mercato immobiliare, vedi il mercato di compravendita, di locazione e la difficoltà, la mancanza di liquidità...

Tutti questi elementi non aiutano comunque un settore che economisti sicuramente di alto livello - o di medio livello - hanno sempre visto come il motore dell'economia: nel momento in cui l'edilizia cresce, traina comunque il sistema.

Ebbene, in questo momento l'edilizia forse è il settore più in difficoltà di tutti. Numeri alla mano: meno addetti, tante ore di cassa integrazione, tante partite IVA che chiudono; probabilmente si mantengono gli estremi: la grande impresa che è strutturata e il piccolo artigiano che invece, col privato, comunque continua ad avere dei lavori soprattutto nelle località turistiche, dove - evviva - probabilmente il mercato immobiliare tiene ancora e forse c'è ancora quel dinamismo legato all'investimento. Ma, al di là di quello, indubbiamente, da una parte sono calati tutti gli investimenti - prima se ne faceva carico l'Amministrazione regionale, se ne facevano carico i Comuni, se ne facevano carico le società para pubbliche e quindi partecipate -, oggi manca quella copertura che fino a pochi anni fa c'era. Ecco, su questo ne discuteremo e chiederemo proprio alla Maggioranza tutta, al Governo, a chi se ne occupa.

Assessore Baccega, in questa giornata - tranne che in maniera velata, forse parlando di casa - il suo dicastero è stato un po' assente. Non lei fisicamente, non mi permetto, però il suo dicastero, al di là del settore casa, per quanto riguarda tutto il lato edilizio generale pubblico, ma soprattutto privatistico, come discussione è stato un po' assente. Ecco, noi riteniamo che lì ci sia spazio, lì le idee ci possano essere. Possiamo tranquillamente prendere spunto da diverse regioni che hanno una cultura diversa rispetto alla casa, che non è solo un discorso di proprietà, ma che è un discorso di valorizzazione, di riqualificazione, di coibentazione, anche di stile di vita e di cultura. Soprattutto il mondo germanico, da quel lato lì, io penso che possa insegnarci, anche dal lato architettonico.

Fatemi fare questo passaggio, ecco, noi pensiamo che lì ci sia la possibilità se non di fare meglio, di trovare comunque delle soluzioni in modo che permettano, da una parte, dal punto di vista ambientale, di dare delle risposte puntuali e dall'altra di creare le condizioni per far ripartire il mercato, i piccoli artigiani, le imprese e poi anche le maestranze che si occupano di progettazione, di sicurezza e di direzione lavori.

Termino dicendo che ascoltiamo attentamente - le riascolteremo attentamente - le repliche sia dell'Assessore che del Presidente della Regione. Il nostro unico obiettivo è stato e sarà comunque quello di portare all'interno di quest'aula delle proposte strutturali, strutturate che possano, se non invertire la rotta, quantomeno migliorare l'impianto, ma soprattutto la visione, la programmazione, in quanto, con meno soldi, obtorto collo, il ruolo del pubblico dovrà dare gambe a un cambiamento totale di direzione, individuando nuove strade. Grazie.

Presidente - La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

La discussione di oggi si è polarizzata - per così dire - su una duplice lettura della legge finanziaria. Da una parte si è posto in evidenza il difficile contesto in cui ci siamo trovati a operare, a causa di una situazione dei conti purtroppo compromessa da un'inattesa contrazione delle risorse che ha obbligato a rivedere completamente le poste di bilancio ma anche e sicuramente la programmazione complessiva dell'azione politica della maggioranza.

Dall'altra si è fatta una - legittima, per carità - lettura critica del provvedimento, lettura critica non tanto sul contenuto del provvedimento - sul quale i colleghi della maggioranza interverranno comunque attraverso gli emendamenti che ci sono appena stati consegnati e con gli ordini del giorno preannunciati - quanto sulla particolare situazione regionale.

La collega Certan ha fatto vari riferimenti sul nostro ruolo in maggioranza, sugli assetti attuali della maggioranza regionale e sulla situazione dei rapporti con il governo nazionale. Il collega Bertin ha fatto una disamina storica e postuma degli avvenimenti: ha ricordato i diversi step che si sono sovrapposti nel tempo e che, spesso, ci ricorda nel corso dei suoi interventi.

Tra l'altro, io volevo dire solo al collega Viérin - adesso non c'è il collega Viérin - che il PD ha agito e agisce in maniera molto chiara e molto trasparente. Noi eravamo al tavolo e in commissione con il Ministro Martina. Abbiamo lavorato con il governo nazionale, auspicando - insieme ai colleghi della minoranza e ai colleghi della maggioranza - comunque una risoluzione al problema dell'AGEA e dell'AREA. Eravamo presenti, era stato preannunciato - tra l'altro in V Commissione -, alla stipula e alla sottoscrizione dell'accordo con il Ministro Giannini. Cioè, il ruolo del PD nei rapporti con il Governo Nazionale è un ruolo che è alla luce del sole e possiamo leggerlo e vederlo in maniera assolutamente trasparente. Noi del PD-Sinistra VdA sappiamo bene che c'è ancora tanto da fare e sappiamo che la particolare congiuntura economica non aiuta di sicuro un'azione di rilancio, soprattutto di quei settori che dalla crisi di questi ultimi anni sono usciti davvero con le ossa rotte. È stata citata dal collega Chatrian - appena ora - l'edilizia. Anche altri colleghi, durante le loro esposizioni, hanno citato questo settore particolarmente in sofferenza, che paga anche una contrazione delle commesse pubbliche e sicuramente anche un ridimensionamento del sistema dei contributi a fondo perduto, degli aiuti agevolati. Ma possiamo anche parlare dell'industria, che sicuramente oggi ragiona in termini meno locali e più globali per scelte di strategia produttiva, anche tattica. Le motivazioni opinabili, discutibili, metodologicamente e sostanzialmente sbagliate che la dirigenza della Lavazza oggi - ieri anche la Feletti - ha posto in atto, alla base della scelta che tutti conosciamo, dicono di un sistema che non siamo più in grado di condizionare, non siamo più in grado di governare. Colleghi, non possiamo nasconderci, credo, - tanto parliamo tra gente avvezza anche a trattare di queste tematiche - che un tempo era più facile entrare in sintonia con un certo tipo di imprenditoria, magari più interessata ad avere agevolazioni, ad avere spazi, ad avere contributi, ad avere strutture; più, magari, predisposta a mantenere e a costruire dei piani industriali, in cambio anche di garanzie di un certo tipo. E, colleghi, va anche detto - io questo lo voglio dire - che la situazione Lavazza o la situazione Feletti, comunque, sono delle eccezioni in Valle d'Aosta. Non rende di sicuro giustizia a quei tanti imprenditori e artigiani che operano con attenzione, con partecipazione - anche emotiva - verso i propri lavoratori, che credono nel valore aggiunto che sa esprimere la nostra regione e che sanno esprimere i nostri lavoratori, anche in termini di capacità di agevolare l'impresa. Io lo dico da dipendente pubblico in aspettativa: la nostra Pubblica Amministrazione è capace - a parte le inevitabili eccezioni, che peraltro sono quelle che confermano le regole - di dare un adeguato supporto alle imprese, di determinare condizioni migliori che altrove per attivare delle attività.

E qui ricordo, quando parliamo di imprenditoria, che recentemente sono stati fatti degli incontri, dei tavoli operativi con la Quintezzo, con la Mavel, con la Mesap, con la Honeplay, la Novasis, la Honestamp, la Biopmed, la DouceVallée per parlare del settore, ad esempio, dell'agroalimentare.

E dicevo che certe scelte di politica industriale sono operate da imprenditori forse più interessati ad altro che non alla creazione di opportunità di lavoro stabili e di crescita anche nel nostro territorio, oltre che della propria azienda. Mi riferisco a un certo tipo di imprenditoria poco avvezza a ragionare secondo un pensiero sociale e solidale, nessuno pretende che tutti siano Adriano Olivetti, però ci sarà anche una via di mezzo rispetto a un certo modo di essere imprenditori.

Si tratta di un certo tipo di politica industriale che -anche alla luce degli avvenimenti e delle cose che stanno succedendo e che sono successe proprio in questi giorni - dev'essere sostituita con imprenditori che guardano a politiche industriali innovative, ancora meglio, con una politica che guarda all'industria - soprattutto a quella tecnologica, a quella di nicchia - come a una risorsa di vera crescita economica, cercando naturalmente - questo è l'impegno che credo tutto il Consiglio e anche l'esecutivo si sia assunto - di fare il possibile per risolvere le questioni contingenti e per cercare di affrontarle nella migliore maniera possibile.

Io credo che dividersi su tematiche tragiche e drammatiche come quelle della Lavazza probabilmente non faccia del bene alla causa stessa della Lavazza. Qualcuno sui giornali ha fatto dell'ironia - sui giornali o sui social - interpretando le parole del collega Donzel, accennando a una narrata Silicon Valley alla valdostana e mescolando - e questo va detto - la tragica vicenda della Lavazza a una presunta inazione del Governo regionale.

Come se oggi la parte della Lavazza fosse confrontabile con un piano di politica industriale in itinere relativamente a un certo tipo di industria di nicchia, diciamo l'industria della meccatronica, dell'elettronica e di precisione. Una sorta quasi di polenta concia - se la vogliamo definire - che narra di un'incapacità di scindere i piani, di separare i contesti. Oggi nessuno millanta una Silicon Valley valdostana, ma vi è - questo va detto e noi lo rivendichiamo - in corso un tentativo costante, quotidiano, di cambiare il volto a un'industria che evidentemente oggi paga i suoi limiti. E quale tipo di industria è possibile guardare in prospettiva? Appunto, quella di nicchia, quella legata al nostro territorio, ai prodotti delle nostre terre - l'agroalimentare ad esempio - e quella tecnologicamente avanzata, che non richiede insostenibili costi di trasporto per portare le materie prime, il prodotto finito. Perché l'abbiamo detto tutti, lo diciamo in tutti i Consigli e non è che oggi possiamo negare questo aspetto: noi paghiamo infrastrutture inadeguate e costose. Inadeguate da anni, da decenni, in alcuni casi anche da secoli e con queste, colleghi, dobbiamo purtroppo fare i conti.

Pensiamo a un'industria che richiede un rapporto stretto con la scuola, con l'università, con il settore della formazione professionale. Se questa attenzione a un'imprenditoria legata al territorio e all'intelligenza significa costruire una Silicon Valley valdostana - non alla valdostana, come è stato detto da qualcuno - beh, allora ben venga questo modello, ben vengano le idee, ben vengano le innovazioni, ben venga una nuova progettualità. La collega Fontana questa mattina ha evidenziato i percorsi fatti, gli impegni assunti con l'accordo politico posto alla base della nostra entrata nella compagine di maggioranza. E quindi non ripeto le cose già dette e non mi pare, collega Morelli, che l'abbia fatto secondo una visione ottimistica, un po' naïf. Questa mattina l'avete accusata di essere eccessivamente ottimista. Se in questo Consiglio c'è una persona pragmatica e con i piedi ben piantati per terra, mi pare che sia proprio la collega Fontana. Le si può dir di tutto ma non che è una sognatrice e una naïf. La nostra è stata una lettura - parlo dell'intervento della collega Fontana - che ha cercato di contestualizzare con numeri, con dati, una difficilissima legge finanziaria e che ha cercato, allo stesso tempo, di spiegare che, malgrado la carenza di risorse, mi pare determinate in massima parte da fattori extra governativi - , in questo caso, non da fattori propriamente endogeni, si tratta di un minor introito fiscale, magari dovuto anche a delle scelte pregresse, delle scelte che oramai comunque sono state fatte - la direzione che si è voluto imprimere è anche quella determinata dall'accordo politico che tutte e tre le forze di maggioranza liberamente, - io lo voglio ribadire un'altra volta -e senza alcun condizionamento da parte di nessuno, hanno sottoscritto e sul quale si sta lavorando tutti insieme, noi pensiamo con alcuni risultati positivi. Siamo all'inizio di un percorso.

Certo, questa è una legge finanziaria che anche noi del PD-Sinistra VdA abbiamo definito emergenziale, un provvedimento fortemente condizionato dagli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, di cui si è detto abbondantemente in questi giorni, in queste settimane e in questi mesi. Non vogliamo rimestare - come ha invitato a fare giustamente il collega Laurent Viérin - le responsabilità del passato per accordi romani, milanesi, graziolani, graziosi...

Ogni volta si ritirano fuori queste cose. Si è già detto: - decine di volte anche noi l'abbiamo detto - "non cambiamo idea!". Non è che oggi cambiamo idea rispetto all'esito di certi accordi. Dicevo che la sentenza della Corte costituzionale sulle accise sicuramente andrà a incidere sulla spesa, chiedendo sacrificio ai cittadini, ma dall'altra parte - come già è stato detto - questa situazione impone e in alcuni casi accelera i meccanismi di ottimizzazione della spesa di razionalizzazione organizzativa, sia della macchina pubblica sia delle società direttamente e indirettamente partecipate e controllate dalla Regione.

L'articolato e alcuni emendamenti appena depositati - e lo voglio dire: non dai singoli Consiglieri che l'hanno firmato, ognuno di noi l'ha firmato a nome del proprio gruppo, quindi sono emendamenti che son stati discussi e elaborati da tutta la maggioranza e da tutto l'esecutivo - vanno anche in questa direzione e riprendono temi che, speriamo, a brevissimo, saranno affrontati nelle commissioni deputate. Mi riferisco in particolare alla legge sulle partecipate e controllate ma anche alla riforma della legge 48, che rivedrà i meccanismi di assegnazione dei finanziamenti agli enti locali in un'ottica di maggior responsabilizzazione degli enti stessi e di una maggior autonomia di spesa. Io spero che il processo di costruzione di questa norma lo si farà condividendolo, concertandolo anche e soprattutto con gli interessati. Dicevo che questa contrazione inaspettata del nostro bilancio - dovuta a fattori del tutto esogeni: alla sentenza della Corte costituzionale vanno aggiunti comunque i minori introiti fiscali - obbligherà anche a rivedere forme di compartecipazione della spesa da parte dei cittadini; ma è nostro intendimento farlo tenendo in considerazione le singole situazioni patrimoniali, reddituali, i carichi di famiglia, così che l'odiosa forma di tassazione indiretta - che spesso si cela dietro a tariffe fisse, a quote fisse, a altre modalità di compartecipazione uguali per tutti - possa trovare una sua compensazione anche sociale, se possiamo dire così.

Non voglio aggiungere altro. Mi riservo, ci riserviamo, di intervenire nel corso del dibattito per commentare le modifiche alla legge di bilancio, una norma che, la mia esperienza - seppur limitata - insegna, può essere anche ridisegnata, rivista, come è successo negli anni passati, nell'ottica proprio di creare uno strumento, sì utile dal punto di vista contabile, finanziario, ma anche di indirizzo politico. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 18,10 assume la Presidenza il Vicepresidente Follien.

Follien (Presidente) - Ci sono altri interventi? La parola al Consigliere Bertschy.

Bertschy (UVP) - Presidente, per chiedere una sospensione per una riunione del gruppo UVP e non so se può essere utile, ricordo che il Presidente del Consiglio aveva informato che avrebbe comunque fatto una riunione dei Capigruppo per vedere come proseguire con i lavori. Vi chiediamo la possibilità di riunirci per un quarto d'ora. Grazie.

Presidente - Bene, sospensione accolta, e poi faremo una riunione dei Capigruppo per la programmazione dei lavori.

La seduta è sospesa dalle ore 18,25 alle ore 18,50.

Follien (Presidente) - Colleghi, possiamo riprendere i lavori del Consiglio. Come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, il Consiglio oggi, come previsto dalla convocazione, proseguirà in notturna e ci sarà una pausa, come deliberato nella Conferenza dei Capigruppo, dalle 20 alle 21. Prima di riprendere dalla discussione generale, stiamo per accingerci a distribuire i 32 ordini del giorno che sono pervenuti al tavolo della Presidenza. Ne verrà distribuita una copia a ogni consigliere. Bene possiamo riprendere dalla discussione generale. Ci sono interventi? Ci sono ancora interventi o possiamo chiudere la discussione generale? Se non ci sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale. Discussione generale chiusa. Per le repliche? La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie, signor Presidente.

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti nel dibattito, anche coloro che hanno apportato a questo momento di confronto delle valutazioni diverse da quelle che sono le nostre. Mi permetto, non tanto nei confronti dell'aula ma anche dell'esterno, di fare due considerazioni sul metodo che ci ha portato ad elaborare questo bilancio. Abbiamo cercato sin da subito di impostare un metodo diverso, avendo come principale referente, la commissione e i gruppi consiliari presenti in Consiglio, facendo un confronto preventivo, presentando quindi una fotografia della situazione e rivendicando, anche per quello che compete al governo regionale, ad ognuno il suo ruolo.

Noi abbiamo cercato di fare una fotografia onesta, non nascondendo le difficoltà e riteniamo di aver agito con trasparenza e correttezza nei confronti di tutti. Anche nei confronti delle organizzazioni sindacali, le quali hanno ovviamente la libertà di pensiero e di opinione. Abbiamo cercato, nei confronti di questo mondo importante, di fare una fotografia onesta e reale della situazione, perché mi è sembrato, in alcuni passaggi, che non per tutti fossero chiare - e non mi riferisco certamente all'aula - le riduzioni pesanti che in questi anni la Regione ha dovuto sopportare.

Ora, in merito alle osservazioni che sono state avanzate, noi abbiamo cercato di coglierle, di interpretarle, mantenendo gli investimenti nel sociale, mantenendo gli investimenti nel welfare, non facendo tagli lineari, mantenendo l'attenzione necessaria sul mondo della scuola. Certamente in certi settori abbiamo dovuto operare dei tagli. Se qualcuno immagina che siamo felici di dover necessariamente e forzatamente fare dei tagli in certi settori, certamente si sbaglia.

Sulle osservazioni del mondo economico, ci è stato chiesto di mantenere un'attenzione molto alta ai fondi europei, è una richiesta precisa che ha avanzato Confindustria e mi pare che questo sia stato fatto anche nelle intenzioni che il governo regionale avrà nel prosieguo delle sue attività. Abbiamo ascoltato quando ci hanno chiesto con forza, durante i confronti del governo regionale con le categorie, di tener conto di tutti i settori che compongono il dinamico mondo valdostano, ognuno per la sua importanza, e abbiamo cercato - credo che questo sia stato fatto - di dare una risposta complessiva a tutti i settori, avendo come punto di riferimento - e poi ci tornerò - le risposte necessarie al mondo del lavoro. Il bilancio ha cercato, nella sua complessità, di tener conto di tutte queste sollecitazioni, delle sollecitazioni che periodicamente in quest'aula vengono avanzate e di quelle che erano state portate, anche attraverso ordini del giorno, nel bilancio scorso e che trovano adozione concreta in questo bilancio Abbiamo cercato, dal nostro punto di vista, di tradurle in norme e in interventi.

La legge di bilancio perfetta, colleghi, io penso non esista, soprattutto in queste condizioni. E da un punto di vista sempre del metodo, credo che non sia motivo di scandalo se il bilancio ha un suo percorso in evoluzione.

È in questo senso che vanno anche gli emendamenti della maggioranza. Ci si è resi conto che alcuni emendamenti della maggioranza - soprattutto quelli che ho presentato io - sono di tipo tecnico, si collocano in un percorso che va a perfezionare, a migliorare questo bilancio. Semplicemente, dal punto di vista del governo regionale, non abbiamo avuto un atteggiamento di chiusura a priori, ma abbiamo cercato di recepire, in questo cammino con le commissioni e nei confronti con il Consiglio, delle osservazioni, degli emendamenti se c'erano degli aspetti da perfezionare. Il governo non ha avuto un atteggiamento di chiusura e, da questo punto di vista, credo che sia lo stesso atteggiamento con il quale ci prepariamo a discutere gli emendamenti e gli ordini del giorno che verranno avanzati dai gruppi di minoranza. Li valuteremo, faremo delle osservazioni, entreremo nel merito laddove riterremo che ci possano essere le sinergie, in uno spirito costruttivo per migliorare questo bilancio. Il governo regionale certamente non è contrario a priori.

Io ho apprezzato i richiami alle note della Banca d'Italia, collega Cognetta. Però le note della Banca d'Italia vanno lette nella loro complessità, perché ci sono, come lei dice, 28 - mi paiono tante - osservazioni negative, ma la fotografia che fa la Banca d'Italia - non per spirito di polemica, - fotografa - il mio vuole essere un approccio anche ottimistico - una condizione, seppur lieve, di ripresa del sistema. Nel senso che fotografa la realtà regionale in un contesto italiano che, a differenza degli ultimi 7 anni, ha dei timidi, sottolineo dei timidi, segnali di ripresa. Ci sono dei segnali di ripresa concreti nel mondo delle imprese, attraverso tutti gli indicatori economici che lei trova, e che non sto a riprendere, ci sono dei segnali timidi di ripresa sul settore delle famiglie che la Banca d'Italia in modo molto chiaro, in modo molto preciso, evoca. Dico, solo per completezza di informazione, che la fotografia che fa la Banca d'Italia da una parte segnala delle criticità ma, al tempo stesso, segnala anche dei momenti positivi di ripresa che credo, per un ragionamento complessivo, vadano assolutamente presi in considerazione.

Dove va la Valle d'Aosta? Questo è messo in evidenza da molti colleghi. Certamente è un interrogativo che la politica si deve porre. Io reputo che in Valle d'Aosta, come in Italia, si viva bene, dico questo per dire che questo miglioramento della qualità della vita, da un punto di vista della prospettiva, probabilmente ci imporrà, sul tema della sanità e del sociale, di investire ancora di più. La sfida è di immaginare, di investire ancora meglio.

E l'interrogativo che ci dobbiamo porre oggi è: dove va la Valle d'Aosta del 2020? Da un punto di vista della sostenibilità della spesa, si deve cercare di immaginare quale potrà essere il livello di sopportazione della nostra spesa, per far fronte a un sistema, per mantenere un livello di attenzione alla persona, di interventi sulle fasce deboli che in questi anni abbiamo cercato di mantenere. Condivido che, in prospettiva, occorra certamente guardare a un nuovo modello, a un modello di autogoverno, forse diverso, della Valle d'Aosta, a un momento di rilancio e non solo di difesa del nostro sistema autonomistico. Questo credo, che lo evidenzieremo anche noi, ci sia stata ampia condivisione in quel momento importante che tutti hanno fotografato dove, in occasione di quella risoluzione, c'è stata una sensibilità comune su questi temi. È chiaro, anche agli occhi del governo regionale, che occorre per i prossimi anni un disegno in favore della Valle d'Aosta. Perché è vero che, se la logica non verrà cambiata, l'autonomia regionale della nostra regione è destinata ad indebolirsi. Allora questo bilancio - lo ricordava molto bene il collega Guichardaz - a volte cerca di fare i conti con scelte e con dinamiche che spesso non sono frutto di nostre scelte. Fa i conti con un'imposizione di tagli dello Stato, fa il conto con dinamiche dell'economia che non sono tutte nostre. Abbiamo cercato in questo bilancio di mantenere alta l'attenzione ai servizi alla persona, immaginando di mantenere ancora un modello che è costoso ma che ha le sue particolarità per quanto riguarda l'attenzione della persona.

Abbiamo inoltre cercato di ridurre la spesa corrente. Nel dibattito. Tanti sono gli appelli che vengono fatti alla riduzione della spesa corrente. Io posso garantire - ma i colleghi lo sanno - che, nel momento in cui ci si approccia a dinamiche di questo genere, andare a ridurre la spesa corrente spesso non è un'operazione facile, perché si va a incidere su delle posizioni economiche, su dei servizi e su delle condizioni esistenti che spesso è difficile toccare.

Abbiamo cercato di mantenere un nostro sistema scolastico che vede nel nostro modello di scuola, nel nostro modello di università uno dei punti di forza della nostra regione, della nostra piccola regione, andando a soffermarci - e questo credo che impegnerà il governo regionale dei prossimi anni - su qual è il modello migliore per la scuola valdostana, immaginando che sulla scuola si debba ragionare non solo per offerta culturale e che si debba immaginare delle sinergie anche con il mondo del turismo, individuando un modello di scuola che possa ragionare in perfetta sinergia anche con il mondo del lavoro.

Credo che questa sia la sfida che attende la nostra comunità per immaginare una ripartenza ed è uno dei motivi per cui abbiamo voluto immaginare la cultura come una delle nostre priorità politiche - investire o continuare a mantenere inalterati gli investimenti nel mondo della scuola. Abbiamo cercato - ed è un input che il governo regionale spesso si dà anche al suo interno - di spendere meglio, cioè di avere un'attenzione molto alta alla spesa. Io sono in Giunta da poco, ma posso garantire che, in questo senso, l'input del Presidente Rollandin su come spendiamo è un input molto forte, il governo regionale fa spending review tutti i giorni. Il governo regionale fa spending review nella sua azione tutti i giorni. A volte ci si riesce meglio, a volte facciamo difficoltà, ma questo è un atteggiamento di rigore che spesso, anzi quotidianamente, adottiamo nell'esercizio della nostra attività. Abbiamo cercato di investire. Io su questo voglio tornare, perché abbiamo cercato di mantenere un'attenzione alta in tanti settori, immaginando che questa dovesse essere anche da un punto di vista politico una reazione che deve essere condivisa da tutti i settori, immaginando che oggi uno sviluppo della Valle d'Aosta - quindi il mantenimento di questo sistema - lo manteniamo attraverso un'iniezione robusta di liquidità, di investimenti, di lavoro all'interno del sistema economico, immaginando che questo possa essere uno stimolo. Questo vuole essere uno stimolo. È lo stesso ragionamento che abbiamo fatto sul piano di valorizzazione e di dismissioni. Non è che quel piano ci sistemi da un punto di vista delle entrate e riavvi il mercato immobiliare. È una delle azioni che vanno nella direzione di dire che l'ente pubblico fa la sua parte, cerca di investire, cerca di rivitalizzare l'economia, cerca di attivare degli investimenti e, in tal senso, l'auspicio è che, un po' alla volta, accompagnato da una situazione generale che vuole essere migliorativa, il sistema Valle d'Aosta riparta, quindi trovi di nuovo fiducia in se stesso, trovi fiducia negli investitori e immagini la parte politica come una delle componenti che cerca di fare fino in fondo la sua parte. È in questo senso che abbiamo immaginato investimenti nei lavori pubblici, in agricoltura, nell'industria, sul turismo, nel piano dei beni culturali e anche sul settore della sanità perché, soltanto per investimenti in apparecchiature, per il 2017 sono immaginati sette milioni di euro. Cioè abbiamo cercato di immaginare un'attenzione in tutti i settori. Da un punto di vista finanziario - lo evocava molto bene il collega Viérin - abbiamo cercato di immaginare una rimodulazione del mutuo. Quindi il nostro è un mutuo a tiraggio nel senso che paghiamo gli oneri finanziari soltanto sulla parte che effettivamente attiviamo, quindi in questo senso c'è un ragionamento oculato che cerca di avere delle attenzioni ad una spesa molto ponderata da un punto di vista finanziario. Certamente abbiamo dovuto ricorrere a degli strumenti che, se avessimo avuto le disponibilità finanziarie, avremmo evitato. Ma io voglio dire - mi permetto di sottolineare - che in un momento di contrazione delle risorse di 80 milioni di euro, la Regione, come l'anno scorso, continua a investire 102 milioni di euro. Si poteva forse fare di più, però credo che questa sia una robusta risposta a un sistema che guarda spesso all'ente Regione come a uno dei motori dell'economia regionale affinché questa possa ripartire. In questo senso, vuole essere una risposta complessiva all'occupazione ma, in prospettiva anche al nostro prodotto interno lordo, al mondo delle imprese che molti hanno evidenziato essere un settore in difficoltà. Lo sappiamo, siamo costantemente al lavoro su questo tema, siamo coscienti che il settore dell'edilizia purtroppo in questi anni ha avuto una drastica riduzione in termini di lavoro, in termini di occupati; noi auspichiamo che con questo piano di interventi possa essere uno di quegli elementi che stimola - stimola, non risolve tutto -, la ripartenza del settore. Che si crei un po' di fiducia anche nel sistema e che il tutto possa ripartire.

Il tempo è tiranno, io avevo preso puntualmente nota di molte cose, ma non ho il tempo. Vorrei solo dire che, come filosofia generale che l'approccio che ci ha guidato con un atteggiamento di ottimismo non è l'atteggiamento di chi sta sulle nuvole o non coglie le difficoltà che esistono.

"Siamo usciti dalla crisi?". Vorrei dire: proviamo a dire di sì. Proviamo a dire di sì. Proviamo a dire che forse la regione a piccoli passi, come il sistema Italia, ha imboccato la strada della ripresa. Possiamo provare a immaginare che magari quel lungo periodo di recessione forse è finito e possiamo immaginare di poter guardare al futuro con un pizzico di ottimismo?

È vero, sulla pelle di molte persone, di molte aziende, una crisi così pesante come c'è stata ha lasciato e lascia il segno. Però io credo che la Valle d'Aosta potrà uscire da questo momento non se lo dirà l'Assessore Perron, non se lo dirà questa maggioranza - e neanche se lo dirà tutto il Consiglio regionale - ma la Valle d'Aosta uscirà da questa fase se lo decideranno i valdostani nella loro complessità, avendo un atteggiamento di fiducia all'interno del sistema Valle d'Aosta. Noi abbiamo cercato di lavorare in questo senso, nel senso di cercare di consolidare anche questo clima di ottimismo, di relativo ottimismo, che in qualche modo, anche all'interno degli investitori e dei consumatori, sembra si torni a respirare. Questa legge vuole essere una legge che scommette sulla Valle d'Aosta - scommette su un atteggiamento di fiducia - e io colgo con estremo favore questo clima di disponibilità immaginando delle soluzioni, seppur nella diversità delle opinioni che sono state avanzate in Consiglio.

Mi pare ci sia una disponibilità a ragionare sui contenuti, sia negli emendamenti che sugli ordini del giorno, quindi noi valuteremo con molta attenzione tutti i documenti che saranno presentati che non abbiamo ancora visto. Termino dicendo che si evocava il cambiamento. Il cambiamento è una parola che spesso alimenta speranze ed è un bene, perché siamo e dobbiamo essere disposti al cambiamento, immaginando anche, a volte, di stravolgere o cambiare radicalmente delle abitudini o delle consuetudini alle quali siamo abituati da lungo tempo. Ieri, correttamente, il Presidente Rollandin parlava di un bilancio ponte, nel senso che questo non è solo un messaggio di tipo politico: è il voler sottolineare che abbiamo imboccato una strada anche di cambiamento. Io credo che il cambiamento non si applica con l'accetta, il cambiamento presuppone anche un cambiamento culturale, di approccio alle questioni, che deve riguardare la società valdostana tutta. Il cambiamento di un sistema va impostato un poco alla volta, non può e non deve essere traumatico, e in questo senso il ruolo dell'amministrazione regionale debba essere anche quello di accompagnare i settori, di accompagnare la Valle d'Aosta nella sua complessità tutta, anche prefigurando un cambiamento di tipo culturale. In questo senso la pubblica amministrazione può e deve giocare il suo ruolo fino in fondo. A tutti e mi permetto di avanzarlo anche alle categorie, ai sindacati, agli interlocutori quando li abbiamo incontrati, abbiamo chiesto di fare sistema. Fare sistema vuole dire aiutare, invogliare, sostenere chi investe, chi crede ancora nelle potenzialità della Valle d'Aosta, chi produce, chi lavora, chi fa impresa. Noi abbiamo cercato di presentare una fotografia reale della situazione che esiste, anche delle difficoltà. Ci siamo assunti la responsabilità di scelte anche difficili, abbiamo avuto un atteggiamento di confronto, di apertura, di disponibilità, ma reputo, senza prendere o pretendere delle medaglie, che questo bilancio, tenuto conto delle situazioni e del contesto nel quale si situa, sia comunque una risposta forte, una risposta forte per una Valle d'Aosta che vuole ancora crescere, che ha voglia di investire, che crede nella necessità di produrre ricchezza, lavoro e occupazione e di cercare di immaginare di trovare quelle condizioni stabili di ripresa, che con un atteggiamento ottimista ci sembra di iniziare a intravedere. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore Perron. Per la replica la parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Et bien je crois que les interventions des collègues ont donné la possibilité de faire à nous tous des évaluations importantes sur ce qui est le changement et ce qui est le système de percevoir l'autonomie, en particulier. Je crois que dans ce sens on a essayé de suivre avec attention les interventions des collègues en particulier dans les différents secteurs. Je crois qu'on a bien insisté sur la question de l'agriculture - agriculture et forêts - et à ce sujet (je n'entre pas dans le mérite de AREA, car on y reviendra sur les différents ordres du jour), je crois que là - sur les forêts surtout - il y a sans doute l'intention d'y revenir le plus tôt possible pour ce qui est de la question de la processionaria, qui est un thème qui doit être vu dans sa complexité, mais surtout pour voir les modalités pour valoriser le patrimoine de nos forêts.

C'est un engagement difficile mais important et j'estime que aussi la sollicitation à niveau national dans ce sens avec une convention - comme il disait le ministre Martina - sur ces thèmes...je crois que va donner un peu la possibilité de mieux éclaircir le système de travailler notre richesse du bois en Vallée d'Aoste, qui est plus onéreuse que ce qui se passe ailleurs, car les moyens - la compétence de Nogara me le dit -...il faut évidemment trouver des systèmes qui puissent au moins présenter cette intervention du point de vue économique avec des considérations qui puissent être à même d'être gérées avec les experts, les boucherons. Vous rappeliez: les boucherons, je crois qu'ils sont une richesse que nous ne devons pas gaspiller. La situation générale a été vue de façon différente selon les interventions de la majorité et d'autres forces, mais en principe évidemment il y a un système qui veut réagir à la crise, qui n'est pas encore terminée; je crois que la crise a débuté en 2008 et on sera, d'ici à quelques jours, en 2016 et il a encore des entraves, des difficultés qui nous engagent: les places de travail, la formation, ce qui est l'analyse faite, quelqu'un a cité la Banque d'Italie. Je me permets a questo punto di dire e di riprendere un fascicoletto che non so se sia già arrivato a tutti; ecco, "nota di sintesi sulla situazione economica valdostana" qui donne les faits, i dati ISTAT al 26 novembre 2015. Ora questi dati credo che siano abbastanza aggiornati e seri, indicano che le variazioni del PIL, per quanto riguarda il 2013-2014, erano già dell'1,4 percento. Le previsioni per il 2015 confermano per la Valle d'Aosta un rafforzamento della crescita per l'anno in corso dello 0,9 percento. Ora, in termini pro capite, il valore del PIL per abitante della Valle d'Aosta, secondo ISTAT, raggiunge i 37 mila euro, il valore corrente, a fronte di un dato medio nazionale di 26 mila e 500, tranne Bolzano che è leggermente superiore, 39 mila e 900. Ora, da una serie di dati, anche il PIL risulta in crescita dell'1,3 percento rispetto al 2013. Voglio dirlo al collega, perché ho apprezzato il fatto di riprendere dei dati seri come quelli della Banca d'Italia, voglio solo dire che questi sono aggiornati e credo che diano una fotografia leggermente diversa, ma non perché vogliamo truccare le carte, ma perché è collegata a dei dati oggettivi rilevati a questo proposito.

Perché dico questo? Perché sicuramente quando parliamo di ripresa siamo tutti molto prudenti, perché i fatti internazionali che viviamo non ci portano ad essere troppo ottimisti, però credo che sia stato fatto il possibile per attivare dei meccanismi, che in qualche modo possano essere fruttuosi e dare delle risposte positive. A questo proposito, sugli investimenti abbiamo sentito qui recitare due argomentazioni diverse. L'investimento è fatto con l'indebitamento che tiene conto del fatto che abbiamo acceso un mutuo, che comunque avevamo già aperto per altre finalità e che oggi, invece, utilizziamo per una serie di interventi specifici programmati e triennali, che vanno nella logica da tutti auspicata.

Quindi mi sembra che si proceda secondo lo spunto portato in quest'aula: per la ripresa ci vuole comunque qualcosa che si muova, per muoversi devono esserci degli investimenti importanti, come quelli che sono stati fatti. Avete giustamente citato anche il discorso delle grandi opere. Noi ne abbiamo preso atto per primi, poi credo che tutti abbiano fatto una riflessione: c'è stato un cambiamento, però non è che le grandi opere che erano state previste non sono state ultimate e portate avanti. Forse qualcuno ha dimenticato l'università, certo non quello subentrato, ma l'università, l'abbiamo detto prima, l'università con lo spostamento della caserma e quello che è stato fatto a Pollein per i militari, è stato un lavoro che ha rispettato i tempi e che ha portato una grande opera, come l'università, ad andare a buon fine tra un paio d'anni.

La stessa cosa per Sky Way: credo che sia una grande opera, per la quale si possa dire di aver utilizzato al meglio i fondi che erano stati previsti. Lo stesso discorso vale per altre opere, mentre per l'ospedale lo stop è stato dato in conseguenza delle note situazioni archeologiche, quindi è logico che dovevamo aspettare e sapere che cosa potevamo fare e come utilizzare l'area. Sicuramente il discorso delle grandi opere che oggi ho citato fa pendant con quella che era la grande opera che negli anni precedenti è stata portata avanti: l'autostrada. Non dimentichiamo che, se non metteva i soldi la Regione - allora -, non facevamo la tratta fino a Courmayeur. Poi c'è un'altra grande opera che - mi permetto di dire - non so se sia senza padre o senza madre, è lì, è l'aeroporto, ecco. Da anni ne stiamo discutendo, c'è un consiglio d'amministrazione che tranquillamente continua a girare, purtroppo, a vuoto per cause e "ri-cause", e siamo sempre lì. Speriamo di poter sciogliere quel maledetto contratto, che comporta un accordo - nemmeno abbiamo la maggioranza, con il 49 percento! - per cui paghiamo le spese e non abbiamo nulla, non possiamo governarlo. Sono stati fatti dei lavori importanti, ma sicuramente la visione dell'aeroporto di allora aveva una certa logica, oggi non si può che tornare a un utilizzo per il traffico turistico.

Ma non voglio entrare in questo, perché le risoluzioni che sono state approvate in questa aula danno le indicazioni, quindi non ci voglio tornare.

Per quanto riguarda la programmazione, io ho detto che c'è stata e c'è una programmazione importante, in linea di massima triennale, certo non i piani quinquennali di vecchia memoria, un piano triennale che va nella logica sia del piano sanitario, che verrà presentato a breve, sia del piano dei lavori pubblici, sia dei fondi europei per il 2014-2020 - che, voglio ancora sottolineare, sono stati tutti approvati, anche la PAC, l'ho già detto -, sia il piano giovani, il piano che verrà presentato per la scuola, e per il turismo ci sono cambiamenti importanti: in questa logica. Quindi si è fatto credo il possibile per cercare di attivare dei meccanismi virtuosi che permettano di seguire un percorso che possa essere alimentato con i fondi che abbiamo messo a disposizione.

Ora, indubbiamente la nostra Regione deve essere collegata con quella che è la nostra realtà più importante, i Comuni. Voglio ringraziare i colleghi che hanno insistito su questo tema, che è sicuramente importante, mi riconosco in quello che è stato detto e ho già ringraziato anche per quanto fatto al tavolo di lavoro per arrivare a delle leggi condivise che hanno permesso di attivare dei meccanismi che oggi sono, chiaramente, all'esordio.

Però voglio anche ricordare che, in merito al rapporto con i Comuni, noi abbiamo previsto di utilizzare gli avanzi di amministrazione. Ora sul discorso degli avanzi di amministrazione vorrei solo dire che non abbiamo tolto niente a nessuno, perché se questi avanzi di amministrazione non vengono utilizzati vengono congelati e non possono essere utilizzati né dai Comuni né da nessun altro, perché sembra quasi che li abbiamo portati via ai Comuni. No, non sono portati via ai Comuni, ma vengono dati e previsti per il finanziamento delle strutture delle microcomunità, come era una volta per le Comunità Montane. Ma vorrei dire che non siamo stati nemmeno tanto originali, perché leggo che Rossi - presidente che voi conoscete e citate spesso - ha dato 120 milioni da investire ai sindaci, che lo criticano. Rossi ha preso 120 milioni di avanzi di amministrazione e li ha messi a disposizione dei sindaci. Non siamo stati né i primi né credo che saremo gli ultimi a fare delle operazioni che hanno il buon senso di dire: utilizziamo le risorse che ci sono e che non sono utilizzate o che non potrebbero essere utilizzate. Quindi per i Comuni la riduzione, lo ribadisco, è al di sotto di quella che era la riduzione dell'IRPEF per il 2014. Allora era di 11 milioni mentre la riduzione è di 10 milioni e 700 mila, come abbiamo già spiegato, e credo che su questo punto ci torneremo, perché ci sarà la discussione, quindi non sto ad andare oltre. Vorrei solo ancora ricordare quello che diceva il collega Bertin, sul discorso degli accordi a livello dell'area alpina, cioè di quello che può essere un raccordo con le altre Regioni: credo che sia positivo, in quanto credo che sia importante questo scambio di esperienze finalizzato ad un utilizzo migliore del territorio, dell'ambiente. Non abbiamo parlato tanto di ambiente perché forse se ne parla già tanto a Parigi ma credo che l'attenzione che noi abbiamo avuto in questi anni per l'ambiente sia dimostrata anche dal fatto che su questo tema, come sapete, abbiamo dovuto cambiare anche quello che avevamo previsto. Era stato previsto un sistema a caldo, e, dopo il referendum, siamo passati a portare avanti un piano dei rifiuti che va nella direzione, di nuovo, di una programmazione attiva.

Queste sono un po' le situazioni che ci portano a dire sui tre temi che ricordava...e qui voglio ritornare su un fatto molto importante, sottolineato dal collega Chatrian, cioè l'attenzione al territorio, visto sotto l'aspetto scuola, sotto l'aspetto trasporti e l'ospedale. E lì si inserisce un dibattito molto aperto perché, se il discorso scuola è abbastanza scontato, il dibattito sulla scuola della bassa valle, sul come distinguere l'università, porta a dire: "che cosa ne facciamo del territorio, della scuola, riferendoci ai rapporti e ai contatti delle valli laterali con il centro valle?" Un tema che non esauriamo oggi, ma che credo sia di grande rilevo, come lo sono i trasporti. C'è già un piano per la riformulazione del trasporto locale, è tutto il resto del trasporto che è chiaramente da definire.

Ma l'altro aspetto ancora più importante è quello della sanità. Ora, se è evidente che l'ospedale cura i malati acuti e tale deve essere il suo ruolo, il filtro sul territorio - l'Assessore lo ripete sovente - deve funzionare per evitare di gravare sull'ospedale che è, ripeto, per malati acuti. Sono stati ridotti anche il numero di posti letto, si va verso una riprogrammazione dove uno dei punti cardine è lo sviluppo reale di quello che è il territorio e l'attivazione di presidi sul territorio. Quindi su questo ci trovate pienamente consenzienti.

Ultima nota riferita al concetto di autonomia. Su questo ho avuto a volte delle sorprese su come venga percepita dalla gente l'autonomia. Mi ricordo che all'inizio dell'altra legislatura, la 2008, purtroppo una delle prime lettere che ho ricevuto da Bruxelles riguardava la messa in mora per i buoni di benzina. È stata una tegola, è arrivata la lettera: "è dal 2003 che vi sollecitiamo di prendere in considerazione il fatto che ormai sono fuori norma, non potete più utilizzare i buoni benzina". Ebbene, noi siamo stati costretti a discutere dei buoni benzina, che era un mito, che era una roba intoccabile. Ora, i primi mesi che andavo in giro, adonc lì l'è pami l'Autonomie,(traduzione dal patois: questa non è l'automia) non abbiamo più i buoni benzina. E credo che non sono stato l'unico ad avere questa percezione che, per tanti, in quel momento, e ancora per qualcuno adesso, l'Autonomia erano i buoni benzina. Difatti, tutte le volte che si discute, qualcuno ancora chiede: "ma vengono di nuovo i buoni benzina?" Non per sminuire il dibattito, ma per dire che molte volte l'autonomia è percepita come beneficio, come adesso per ciò che stiamo facendo, a giusto titolo, sulle autostrade, sulla riduzione. Certo, quello viene visto giustamente come un esercitare delle funzioni per cui noi dovremmo portare un beneficio alla Regione, che altri non possono avere e che noi cerchiamo di ottenere. Ora, per dire che sicuramente il dibattito sull'autonomia, l'ho detto all'inizio, ha avuto secondo me un passaggio importante in Regione, in questa aula, e non mi ripeto, definito dai quattro punti che abbiamo approvato con la risoluzione.

Vorrei solo ricordare a qualcuno che forse non ha visto quello che è successo a Roma. Il senatore ha presentato tutti gli emendamenti che erano conseguenti ai quattro punti della risoluzione, non quello del SIOPE perché non c'era, quello è stato mandato al Ministero, ma per gli altri sono stati fatti gli emendamenti. Emendamenti che non sono stati votati, è stato votato invece l'ordine del giorno che prende un mese per risolvere la problematica dell'applicazione dell'articolo 7 dell'accordo firmato a suo tempo.

Ecco, questa è la funzione. Sicuramente quando si discute delle funzioni, io credo che il senatore, come il deputato, stiano facendo il possibile per cercare di difendere gli interessi, aggregandosi soprattutto, come è stato detto da molti, con le altre forze autonomistiche, con cui lavorano assieme nello stesso gruppo. Dobbiamo dire che contare uno - voi capite che cosa significa - ecco, non siamo più ai tempi felici in cui uno da solo poteva contare ed essere determinante come ai momenti del collega Senatore Perrin, dove lui era determinante. Lui era determinante. Purtroppo oggi non è più così. Oggi non è così. E quindi ognuno cerca di fare il possibile per riuscire a far ricordare che la Valle d'Aosta esiste - come ha detto qualcuno: "che ha il diritto di esistere, che ha le sue peculiarità" e ha affermato che ci tiene tanto, che vorrebbe tanto che fosse amata, indipendentemente dai colori che sono al governo, qui o al governo nazionale. Ma non sempre è così. Quindi c'è sicuramente un dibattito aperto molto forte perché, mentre noi discutiamo giustamente di questi problemi finanziari, c'è l'altra questione, istituzionale, che sta andando avanti, e sicuramente sarà ancora più impattante per quanto riguarda il rappresentante in Senato, il quale potrà essere un sindaco, potrà essere un Consigliere, un collega Consigliere che va a Roma. Ecco, francamente, al di là di esserci, in questo caso, credo che sarà dura contare ma anche perché non conta più niente il Senato, cioè, obiettivamente, credo che sia in atto un cambiamento epocale che influenzerà quello che è il rapporto politico, andremo a vedere. Ora, ultima nota. Forse qualcuno non ha capito o non sono stato chiaro nel far capire cosa succederà nel 2018. Ora, a questo proposito, ci sono più di una sentenza, ma una in particolare - sentenza quindi, non accordi - una sentenza della Corte Costituzionale: "statuendo analogamente a quanto affermato con riguardo agli accantonamenti eccetera, che l'accantonamento derivante dall'articolo 1, comma... della 147, cessa di essere dovuto dal 2018". Quindi questo è il documento che fissa questo aspetto. C'è poi ancora un'altra sentenza che ribadisce che non può andare oltre il 2017.

Come? Ah scusi, non sapevo se l'interista parlava. No, se c'era un interista allora era peggio.

Quindi, per quanto riguarda le motivazioni che portano a dire che c'è un certo ottimismo, non è perché facciamo valere degli accordi... no, no, ma forse ho capito male io ma qualcuno aveva aleggiato questo aspetto, vorrei, no, no, ma lo dico perché comunque siamo a risentire, qualcuno ha detto che era legato a un accordo che finalmente si sposta, non è così, c'è una sentenza che ci dice che da quella data possiamo...

Avremo altre occasioni per analizzare meglio alcuni altri punti, però vorrei solo dire che, nell'insieme, questo bilancio è stato presentato per quello che è, cioè un bilancio propositivo, che ha i suoi aspetti programmatici e che ha sicuramente anche delle debolezze, nel senso che, come tutte le cose, ha dei settori meno sviluppati. Abbiamo cercato di mettere un nuovo capitolo sul discorso della povertà, e anche sulla povertà, vedete, la lettura dei numeri lascia un po' perplessi. Perché, se andiamo a vedere, sulla povertà c'è un comunicato che dice che è in calo rispetto al 21,3 del 2013 e al 17,5 del 2014. E ora tutto questo viene letto: "un valdostano su cinque a rischio povertà". Ora, non è proprio così, cioè quando ci sono dei dati che sono confortanti, magari vanno anche tenuti nella giusta considerazione.

Abbiamo detto della povertà e del programma che viene visto in questa logica, perché ribadisco che, nella discussione nazionale, questi fondi saranno importanti, anche per vedere con che programma alleggerire i costi dell'Inps e per vedere quello che succede per quanto riguarda i cassa integrati di lunga durata e le situazioni familiari che si legano alle problematiche del lavoro, come nella legge che abbiamo appena approvato.

Con questo vi ringrazio ancora per l'attenzione e credo di aver, così, dato uno spunto per meglio capire gli intenti di questa legge di bilancio. Grazie.

Presidente - Dal promemoria che era stato consegnato in conferenza dei Capigruppo, vi era anche l'esame dell'allegato sulla base degli elenchi degli approfondimenti richiesti. Al tavolo della Presidenza era giunta una richiesta di chiarimenti su due UPB da parte del gruppo UVP, il gruppo ritiene di doverlo illustrare o chiediamo direttamente all'Assessore di dare risposta? Non ci sono altri...la parola al Consigliere Fabbri.

Fabbri (UVP) - Se l'Assessore vuole gentilmente rispondere.

Presidente - La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie signor Presidente.

Sì collega Fabbri, su quello che riguarda il sistema informatico, gli stanziamenti, come lei correttamente ha rilevato, sono suddivisi in spese di gestione e in spese di investimento. C'è stata una riclassificazione ma nel complesso le spese sono rimaste inalterate, praticamente.

La differenza a che cosa è da imputarsi? A una diversa riclassificazione che c'è stata tra spese correnti e spese di investimento.

Questo è solamente finalizzato a rendere i capitoli di bilancio coerenti tra quello tradizionale e quello armonizzato. Cioè, detto in parole più semplici, se lei fa il totale delle spese del 2015 e del 2016, praticamente corrispondono nella loro totalità. Sulle partecipazioni azionarie, dunque, gli stanziamenti che sono previsti sono finalizzati al rimborso delle rate del mutuo. Il mutuo come lei sa è previsto dall'articolo 40 della legge 40 del 2010, qualora approvato e rivisto dall'articolo 10 della finanziaria.

Quindi gli importi come vengono determinati? Gli importi delle rate sono determinati, in 19 milioni per l'anno 2016, in 26 milioni per l'anno 2017, in 35 milioni per l'anno 2018.

Gli stanziamenti previsionali, nell'unità base 21, corrispondono per gli anni 2016 e 2017 agli importi per il rimborso delle rate e la suddetta progressione corrisponde alla stima di effettivo utilizzo del mutuo. Gli stanziamenti per il 2018 sono pari a 83 milioni perché, oltre ai 35 milioni per il pagamento delle rate del mutuo, sono stati iscritti 48 milioni, da destinare all'incremento del fondo in gestione speciale per gli interventi di sviluppo economico.

Questo è possibile per effetto di una importante riduzione dell'accantonamento del contributo alla finanza pubblica di cui ho già detto. Sono disponibile, se non sono stato chiaro, a fornirle delle memorie per spiegarle più ancora in dettaglio quello che ho cercato di spiegarle. Grazie.

Fabbri (UVP) - Sì grazie.

Soprattutto sulla seconda delucidazione, insomma, è abbastanza importante puntualizzare come a mio, a nostro avviso, l'indebitamento in questo particolare momento della nostra vita economica, come abbiamo già detto questa mattina, sia importante proprio come fattore di propulsione per la nostra economia. Però non è a costo zero, cioè il costo si evince da quello che ha detto lei, e come peserà negli anni futuri, anche. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Fabbri. Ora, colleghi, se siete d'accordo, con qualche minuto di anticipo, concludiamo i lavori e prendiamo una pausa per la ripresa dei lavori. I lavori sono aggiornati alle ore 21.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,41 alle ore 21,06 e che alla ripresa dei lavori la presidenza è assunta dal Presidente Marco Viérin.

Viérin M (Presidente) - Colleghi, riprendiamo i lavori.

Iniziamo l'esame degli ordini del giorno, che vanno esaminati e votati prima delle dichiarazioni di voto e della votazione della legge finanziaria e della legge di bilancio. Quindi, ordine del giorno n.1 presentato da Stella Alpina, PD e UV. È stato distribuito a tutti. Qualcuno chiede la parola? La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Grazie Presidente.

Avevo già avuto modo di anticipare nell'intervento sul bilancio le ragioni che ci hanno portato a presentare questo ordine del giorno, che fra l'altro è stato condiviso con tutti i componenti della maggioranza. Sostanzialmente, si ritiene che in un momento di grossa difficoltà economica ci sia la necessità di stimolare gli investimenti da parte delle imprese e dei cittadini. Abbiamo avuto modo anche di ascoltare nei vari tavoli che ci sono stati, negli incontri, anche le impressioni su questo tema da parte delle associazioni, di Confindustria, dove, sostanzialmente, hanno sempre invitato l'Amministrazione regionale a incrementare l'efficienza e l'efficacia nella gestione delle pratiche amministrative.

Riteniamo che ancorché sia già stato fatto del lavoro in questo ambito - sono stati creati dei tavoli di lavoro che si sono occupati di questa materia - però, purtroppo, i risultati raggiunti non sono proporzionali agli sforzi che sono sin qui stati sostenuti.

Ciò detto, noi riteniamo che su questo argomento, a cui intendiamo dare priorità assoluta, sia importante dare un segnale forte in questo momento all'opinione pubblica. C'è un problema di delegificazione, di semplificazione e di riuscire a contenere i tempi per arrivare a fornire le autorizzazioni necessarie ai vari interventi e per poter completare le procedure autorizzatorie verso, diciamo, questo tipo di utenza. Quindi, per questa ragione noi riteniamo che sia corretto procedere in questa direzione, quindi di impegnare la Giunta regionale - noi abbiamo scritto nell'ambito di 90 giorni - a fare una valutazione riguardo tutte le procedure, per addivenire a una proposta che porti a un contenimento dei tempi per il rilascio delle autorizzazioni e, là dove possibile, anche a una semplificazione. Come dicevo prima ci rendiamo conto che il lavoro non è semplice, però riteniamo che oggi sia importante e prioritario procedere in questa direzione. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Laurent Viérin, ne ha facoltà.

Viérin L. (UVP) - Merci, Monsieur le Président.

Mah, intanto è interessante che la maggioranza impegni sé stessa a fare qualcosa, è già qualcosa di importante.

Dopo quasi tre anni di legislatura, anzi, a metà legislatura, ci rendiamo conto che, effettivamente, abbiamo trovato il modo per risolvere i problemi, nel senso che di ordini del giorno, di impegni di questo Consiglio ne abbiamo visti tanti.

Avremmo preferito che le cose si facessero senza avere bisogno di venire qui e auto-impegnarsi su qualcosa che già, se non abbiamo capito male, è già stato, fatto in parte e bene. Però, probabilmente, si vuole marcare il territorio su qualcosa che non sta andando effettivamente bene.

Al di là delle battute - che non sono neanche tanto battute -, su questo tema ci sono diversi ordini del giorno e quindi avremo occasione di parlare. Sarebbe stato interessante, anche molto probabilmente, trovarsi un attimo: ci sono tre ordini del giorno che hanno più o meno gli stessi temi, si sarebbe potuto metterli assieme, magari produrre un'idea generale, e cercare effettivamente di risolvere il problema.

Uno, novanta giorni, sessanta, tre mesi, sei mesi... va tutto bene ma, al di là della singolarità del fatto che dovete venire qui in Consiglio ad auto-impegnarvi, mentre noi siamo obbligati a impegnarvi perché non siamo seduti su quei banchi, noi siamo molto disponibili ad aderire e a votare questo documento, a dare il nostro consenso. Con qualche considerazione.

Dice bene il collega Marquis, è un tema che non è da oggi che viene affrontato, ci sono già stati tavoli di lavoro e momenti di raccordo tra tutti i servizi dell'Amministrazione, coordinati dalla Presidenza, che hanno cercato di coordinare le leggi esistenti. Ai tempi si pensava e si parlava degli aiuti cumulati negli ambiti scolastici, piuttosto che sociali, sanitari, per evitare che ci fossero quei rivoli di cumulabilità di certe misure che, invece, andavano razionalizzati.

Sulla questione della delegificazione - tema che peraltro noi abbiamo proposto - qui è lambito in parte, si parla di modifiche legislative, tante volte forse bisognerebbe addirittura delegificare, togliere certe norme che sono obsolete e modernizzare quelle che ci sono.

Ci piace l'idea di fare una verifica dei tempi di conclusione di ogni iter, ma crediamo che i tempi dell'iter derivino dalle leggi; non è che oggi dobbiamo verificare tante cose, ci sono dei massimali, entro tot di giorni, poi può darsi che l'ufficio ci metta meno, ma i tempi sono fissati da queste norme, ed è chiaro che se si mette un termine raramente si arriva a stare sotto, perché il termine viene pensato in base a quello che è un iter spesso complicato.

Noi crediamo che oggi - al di là dell'amministrazione Finaosta e Sportello unico - ci sia un lavoro un po' più organico da fare, ecco perché diciamo che è un peccato che non si sia riusciti - e che non abbiate voluto - trovare un attimo di raccordo, perché i tre ordini del giorno che sono stati presentati hanno degli spunti validi in ognuno...sì, è quello che stiamo cercando di suggerire, ma non possiamo sostituirci neanche qui.

Siete partiti dicendo che si discute l'ordine del giorno n.1. Se si fosse partiti dicendo: "si discutono gli ordini del giorno n.1, n. 7, n. 18", avremmo carpito le vostre intenzioni di fare una discussione univoca - Probabilmente o non vi siete capiti o non vi siete parlati -, non è così.

Allora, a questo punto noi discuteremo l'ordine del giorno n.1, diremo la nostra, e poi su ognuno voi direte la vostra sui nostri.

Come poi andare a giustificare che vogliamo semplificare, quando già addirittura complichiamo le discussioni qui, sarà molto difficile.

Comunque, a parte questo, crediamo che l'adesione a questo interessante ordine del giorno da parte nostra ci sia e quindi, anche a nome dei colleghi, dico che noi voteremo in modo convinto questa vostra operazione molto importante, nell'ottica di andare a fare una ricognizione da un lato, e di ridurre in modo significativo i tempi dall'altro, sapendo che se votiamo questa di 90 giorni - forse anche migliorativa rispetto ad altre - significa che siete stati ancora più realisti, rispetto alla vostra fiducia, rispetto a quella che noi vi avremmo accordato in termini temporali per risolvere questo problema, che non si è risolto in tanti anni, e che adesso, in 90 giorni, probabilmente riuscirete a risolvere.

Quindi noi siamo felici che abbiate percepito che uno dei problemi che oggi affliggono le imprese, i privati e in generale il mondo produttivo valdostano, sia la burocrazia o comunque le lungaggini burocratiche, che spesso noi abbiamo inserito attraverso leggi.

Bisogna anche dire che spesso le norme vengono applicate senza avere fatto simulazioni adeguate, spesso le complicazioni sorgono anche da certe fasi applicative che non collimano con l'idea del legislatore. Oggi siamo lieti di verificare che anche voi siete arrivati alla stessa conclusione che effettivamente ciò che spesso rallenta, in termini temporali o di burocrazia, va a discapito di quello che è un momento produttivo molto importante, e quindi voteremo con convinzione questo vostro ordine del giorno.

Semplicemente un appunto: gradiremmo che questa ricognizione e questo intento non fossero semplicemente limitati all'Amministrazione Finaosta, allo Sportello unico, perché spesso viene fatto un raccordo con altri settori e altre parti. Quindi, in generale, chiaramente lo sportello unico è gestito dagli enti locali, ecco, sicuramente, ci sono momenti dove effettivamente altre parti, magari più finanziarie, più di concetto, da un punto di vista tecnico, vengono in capo ad altri enti. Questo per dire che effettivamente se un'idea è buona, ma poi viene applicata in modo così discrasico, non sempre ottieni i risultati sperati. Speriamo che sia la volta buona, perché effettivamente su questi dossier spesso con l'idea di semplificare si complicano ancora di più le cose. Noi voteremo, ma più per premiare la vostra idea rispetto a un intento che vi date, rispetto ai contenuti effettivi che potevano appunto essere mediati e condivisi anche con noi, grazie.

Presidente - Chi chiede la parola? Collega Marquis per mozione d'ordine?

Marquis (SA) - Grazie Presidente.

Ecco, a seguito delle osservazioni e delle considerazioni che sono state portate dal collega Viérin, credo che effettivamente possiamo anche sospendere magari un attimo il Consiglio, per trovare un'intesa o una valutazione per mettere insieme queste proposte, perché effettivamente trattano del medesimo argomento.

Presidente - Uno di ALPE sull'argomento.

Certan (ALPE) - Ah okay! Siamo d'accordo.

Presidente - Allora 5 minuti di sospensione.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 21,17 alle ore 21,32.

Viérin M. (Presidente) - Chi chiede la parola? La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Grazie Presidente.

A seguito del confronto, tenuto conto che l'ordine del giorno numero 1 e il numero 30 hanno e avevano delle affinità siamo riusciti a trovare una sintesi. Sostanzialmente, lavorando sul testo dell'ordine del giorno numero 1 avremmo aggiunto dopo "rilevato", prima dell'"impegna", "tenuto in conto della necessità di rivedere e attualizzare anche certe norme in modo da poter realmente sostenere i vari settori produttivi impegna", non andrebbe alterato il testo, andiamo a sostituire "90 giorni" con "120 giorni" perché in ultimo andremmo aggiungere "laddove è possibile una semplificazione delle procedure" e aggiungeremmo "e/o eventuale delegificazione". Quindi alla luce anche dell'inserimento, diciamo, di questo punto abbiamo ritenuto portare i giorni da 90 a 120. Grazie.

Presidente - Altri? La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì per ringraziare della disponibilità che conferma, in effetti, la questione di dover unire alcuni ordini del giorno che riprendono temi sostanzialmente uguali. Prendiamo atto anche della disponibilità sulla tempistica, noi pensiamo che, insomma, 120 giorni siano addirittura migliorativi rispetto a quello che noi avevamo ipotizzato. Effettivamente non è semplice la gestione di questo dossier, ne siamo consapevoli, anche perché non vogliamo fare processi all'intenzione, ma, in un momento in cui l'amministrazione cala le risorse, l'apparato pubblico ha sempre gli stessi dipendenti e spesso deve anche giustificare l'esistenza di certe nicchie burocratiche che oggi vivono ancora perché esiste la burocrazia.

Al di là di questo, solo per riprendere ciò che il collega Marquis ha illustrato, la questione importante, secondo noi, consiste nel valutare, quando si va a riformare certe norme, se alcune norme obsolete possano essere eventualmente tolte. Altri paradossi... i colleghi sono stati in certe regioni a visitare e a analizzare le realtà turistiche, e noi in certi settori abbiamo effettivamente ancora oggi delle regole che sono da rivedere. Pensiamo che i mutui regionali spesso non vengono concessi, se non su presentazione di fatture quietanzate, pagate e liquidate. Uno alla fine si domanda perché chiedere un mutuo all'amministrazione regionale, tanto per capirci. Questo è uno dei paradossi che spesso al cittadino viene da manifestare: "ma tu amministrazione mi concedi un mutuo, però me lo dai, al di là delle garanzie, solo se mi porti già le fatture pagate!". Allora uno che ha già i soldi non va a chiedere un mutuo. Questo è un esempio, Assessore Marguerettaz, di come effettivamente oggi, se vogliamo aiutare le imprese turistiche, non possiamo poi avere delle norme che sono ancora così datate. Diceva il collega Bertschy che, durante la visita in Trentino e in Sud Tirol, è stata affrontata parte di questo argomento e questa da loro è stata superata. Lei era presente, quindi lo sa. Poi ci sono magari norme per cui non abbiamo bisogno di aspettare 120 giorni per modificarle. Oggi, collega Marquis, converrà con noi che i 120 giorni - un po' come per le pratiche - sono il termine massimo per poter produrre qualcosa qui in Consiglio. Se qualche assessore ha nel frattempo qualche idea geniale la produca e anticipi un po' i tempi, faccia magari un po' vedere anche agli altri che è stato più bravo, per noi va bene. Però ognuno, - soprattutto quelli di lungo corso - per il proprio settore, conosce i rivoli, conosce i limiti, conosce ogni pratica, ogni autorizzazione e ogni norma, e come queste sono impostate. Quindi con un po' di impegno, magari si passano un po' più di ore in ufficio coi funzionari, con i dirigenti, si insiste un po' di più nel voler far produrre pratiche che effettivamente potrebbero essere riviste, rivisitate in termini di normative e, soprattutto, si deve evitare i paradossi che - come vengono evidenziati o magari vissuti direttamente da alcuni di noi - vengono manifestati dalla comunità, dagli operatori, dai privati e da chi investe quotidianamente, paradossi che, con un minimo sforzo, diventa spesso facile risolvere, anche facendo fare bella figura alla politica in generale.

Quindi ringraziando per l'aver voluto unire intenti che arrivavano da più parti, quindi da tre ordini del giorno, alcuni con certe sfumature diverse, ma che comunque andavano tutti nell'ottica di semplificare, di sburocratizzare, di delegificare e di favorire soprattutto il cittadino e le imprese, ringraziamo della disponibilità e, chiaramente, voteremo a favore del nuovo testo così emendato, modificato come il collega Marquis l'ha evidenziato. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Sì grazie Presidente.

Il nostro gruppo voterà sicuramente a favore di questo nuovo testo. Credo che tutti condividiamo tutto quello che va in direzione della sburocratizzazione che riteniamo tutti necessaria, tant'è che è stato fatto un ordine del giorno anche dalle forze di maggioranza. Credo che sia proprio questo l'importante. Il nostro ordine del giorno lo discuteremo, lo presenteremo dopo, sicuramente siamo favorevoli a questo nuovo testo.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Ovviamente questi ordini del giorno si potevano intitolare "facciamo le pratiche prima e con tempi più ridotti", quindi non si può che essere d'accordo. Alla luce della mia esperienza come dipendente regionale, io suggerirei una cosa. Più che sentire i dirigenti, sentite i responsabili dell'istruttoria delle pratiche, che è molto più utile e, soprattutto, tenete conto che, in buona parte dell'amministrazione regionale, quando arriva un messaggio di posta elettronica se non è certificato ancora adesso non viene protocollato. E questo è comunque una cosa che pregiudica lo snellimento delle pratiche, perché con un messaggio di posta elettronica si potrebbe ad esempio...

È vero che la posta elettronica certificata adesso si sta diffondendo, perché è richiesta anche per l'iscrizione al registro delle imprese, però iniziare a considerare magari un messaggio di posta elettronica che arriva con la fotocopia di un documento di identità e con l'integrazione di una pratica potrebbe essere una cosa che snellirebbe, al di là del fatto che poi i tempi possono essere ridotti. Sarebbe decisamente un risparmio, per il cittadino e per l'amministrazione. Quindi ovviamente siamo a favore.

Presidente - Grazie collega Ferrero.

Non vedo altre richieste, quindi voteremo il testo dell'ordine del giorno numero 1 così emendato come è stato oggetto della dichiarazione del collega Marquis, mentre rimane iscritto il punto 6 e credo, collega Viérin Laurent, che venga ritirato il punto 3.

La votazione...adesso magari ho utilizzato il termine "ritirato" ma intendevo "integrato con il punto 1", quindi viene tolto dal dibattito successivo. Prego collega.

Viérin L. (UVP) - Presidente non vogliamo sicuramente insegnare a nessuno come si proceda. La questione è un po' diversa. Qui è forma che diventa sostanza. Non è che l'ordine del giorno che è presentato in ordine temporale per primo è quello che prevale sugli altri. Due testi sono stati ordinati e integrati. Un nuovo testo, senza nessun testo che viene ritirato. E no, la cosa cambia leggermente. Perché altrimenti votiamo ognuno il nostro, votiamo due testi, voi mettete 90 giorni, noi 120, voi 6 mesi noi 1 anno, poi vediamo alla fine, insomma. Non era questo lo spirito della sospensione. Perché se è così andiamo avanti ognuno con i propri ordini del giorno. Grazie.

Presidente - Grazie collega Laurent Viérin.

La mia intenzione era di far capire a chi ci segue che il punto 30 - perché abbiamo 32 punti come ordine del giorno - è discusso e viene, diciamo, accorpato a quello che è l'1. Il punto 1 e il 30 diventano un unico ordine del giorno. Va bene, l'importante è che lo sappiamo. Va bene collega Viérin, viene un unico punto tra l'1 e il 30. Non è nessun problema. Prego colleghi, procedere alla votazione.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Ordine del giorno n. 2, presentato da Stella Alpina, PD, Union Valdôtaine. La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Presidente, il punto all'ordine del giorno tratta del servizio trasporti a favore dei disabili, in relazione ai viaggi per esigenze sanitarie e di frequenza dei luoghi di lavoro o studio. Nel corso del mese di settembre, a seguito della cresciuta utenza che beneficia di questo servizio e delle riduzioni delle risorse disponibili, per mantenere questo servizio, ritenuto essenziale, è stata adottata una delibera che ha fatto anche delle valutazioni in merito all'articolazione tariffaria in relazione alla compartecipazione da parte dell'utenza. È stata una delibera alla stesura della quale hanno preso parte anche commissari facenti parte di una commissione tecnica - costituita all'uopo da tecnici dell'assessorato e da rappresentanti dell'associazionismo - che sostanzialmente aveva il compito di portare un suo contributo e poi di fornire anche dei contributi nella fase di monitoraggio dell'iniziativa, suggerendo anche eventuali modifiche, integrazioni, che si dovessero rendere necessarie nel tempo alla giunta regionale. Nella prima fase di applicazione, sono emerse alcune criticità nella determinazione delle tariffe in relazione alla nuova applicazione dell'ISEE e anche nell'articolazione del servizio e nella definizione dei costi di accesso per coloro che ne fanno un utilizzo sporadico, cioè meno intenso rispetto all'utilizzo quotidiano. Da qui discende che, alla luce di quanto detto, sostanzialmente chiediamo che venga convocata nel mese di dicembre questa commissione che ha il ruolo di portare il proprio contributo in relazione alle criticità rilevatisi e di, eventualmente, sentire la commissione consiliare compente per fare il punto della situazione sulla prima fase applicativa e per correggere le eventuali problematiche che si sono riscontrate da allora ad oggi.

Presidente - Grazie. Chi intende prendere la parola? La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.

Questo ordine del giorno a nostro avviso non può essere che condiviso perché cerca di porre rimedio a quel provvedimento "tagliola" che era stato fatto poco tempo fa e che, come un fulmine a ciel sereno, ha colpito un po' questi nostri concittadini che già, purtroppo, sono penalizzati dal loro stato. Non dico che venivano penalizzati - perché è vero che si va verso la compartecipazione di certi servizi - però ricordiamo tutti come questa delibera sia stata proposta in un modo abbastanza brutale, senza essere discussa, per cui non possiamo che essere favorevoli a quest'ordine del giorno che, come dicevo prima, pone rimedio a quel provvedimento così brusco che era stato fatto un paio di mesi fa. Grazie.

Presidente - Grazie, collega Fabbri. La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Avevamo già affrontato questa questione nel mese di settembre, fine settembre - credo che l'Assessore Marguerettaz se ne ricorderà - in seguito a questa delibera che aveva modificato radicalmente, esclusivamente, la parte del contributo per gli utenti di questo servizio. In quell'occasione, l'Assessore Marguerettaz aveva, tra l'altro, già esplicitato la volontà di rivedere questa delibera. Ora aspettiamo che...adesso faccio una battuta: la maggioranza non prende molto sul serio i suoi impegni; oggi ha presentato un ordine del giorno che formalmente lo impegna.

Noi già all'epoca avevamo visto con favore, e vedevamo inevitabile, fare un punto della situazione con il gruppo di lavoro che, tra l'altro - era previsto - è composto da diverse associazioni, comprende una rappresentanza dei diretti interessati.

Pertanto non possiamo che votare questo ordine del giorno, che impegna l'assessore a fare quello che aveva accennato di fare e che riteniamo comunque obbligatorio fare. Grazie.

Presidente - Altri che chiedono la parola? Poniamo in votazione l'ordine del giorno numero 2. La parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Il collega Bertin ha sicuramente ricordato un passaggio che è stato fatto, per cui questo ordine del giorno va a ripercorrere esattamente quello che è già stato detto in aula. Ora nella presentazione dell'emendamento probabilmente non è stato ricordato il lavoro fatto. Quindi il collega Fabbri può immaginare di avere un percorso brusco, ma semplicemente, dalla legge alla delibera, vuol dire che il gruppo di lavoro e le attività messe in atto per modificare questo regolamento sono stati avviati nel maggio 2015. La convocazione ha riguardato: le associazioni degli interessati, quindi dei disabili, le organizzazioni sindacali, l'assessorato alla sanità e l'assessorato alla pubblica istruzione. Quindi, da maggio, quando il gruppo di lavoro ha lavorato e fatto delle proposte che sono state accolte siamo andati a deliberare alla fine del mese di settembre. Quindi ognuno ha le sue tempistiche, ed è chiaro che l'unica cosa che sicuramente mi viene da dire è che, parlando di disabilità, ci sono quasi un migliaio di utenti che hanno delle situazioni che sono totalmente diverse. Ci sono dei soggetti che sono dializzati e che fanno 400 chilometri alla settimana e ce ne sono altri che hanno, al contrario, delle esigenze che sono sporadiche. Anche lì, se avessimo introdotto una tariffa proporzionale ai chilometri, avremmo caricato certe famiglie di costi proibitivi e quindi è stato adottato il criterio del forfait. Però da questo punto di vista riteniamo - ed era proprio l'intento della delibera - che solo un monitoraggio continuo possa poi dare dei risultati, ovviamente mantenendo la sostenibilità di questa attività.

Quindi, lo ripeto al collega Fabbri che non era in aula, il concetto di fulmine a ciel sereno: il gruppo di lavoro ha iniziato a lavorare a maggio 2015, quindi dopo tutta l'attività con i sindacati e con le associazioni degli utenti siamo arrivati a settembre, ecco tutto qui.

Presidente- Prego collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì ringraziamo l'Assessore Marguerettaz per averci spiegato il suo pensiero in merito a questo ordine del giorno. Al di là delle considerazioni che lui ha espresso, pensavamo che si poteva procedere senza un ordine del giorno, perché abbiamo preso atto di questo ordine del giorno cercando di legare questa sua decisione dell'epoca con una idea che forse qui in Consiglio si dovesse venire a dire quello che invece bisognava fare, giustamente come dice lei, con una pratica probabilmente anche giusta di "ricalibrazione" e soprattutto attraverso questa commissione.

Ripetiamo, ci fa un po' strano, ma probabilmente va bene così, che si venga qui in Consiglio e che vi diciate da voi le cose che noi pensiamo che potete fare in modo ordinario, senza bisogno di utilizzare una sessione di bilancio per dire quello che farete, o meglio per farvi dire, che è ancora peggio, quello che farete.

Noi vorremmo che le cose voi le faceste. Poi portateci i risultati, e che funzionino perché ciò che è stato detto dai colleghi è il contrario di quello che lei oggi stava dicendo. C'è qualcosa che non ha funzionato. È uscito sui giornali, noi con la nostra funzione ispettiva abbiamo semplicemente cercato di farla emergere. Lei oggi non ci dà una risposta, ma si fa dare una risposta facendo impegnare se stesso a fare quello che lei dice già si doveva fare. Ecco, è solo questo il paradosso di questa discussione. Comunque, come è già stato detto, noi la invitiamo a votare con noi questo ordine del giorno e siamo certi che, in modo convinto, farà quello che già doveva fare. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Sì grazie Presidente.

Mi permetto di aggiungere una riflessione a quanto già detto dal collega Viérin rispetto a quanto risposto dall'Assessore Marguerettaz, fermo restando che noi voteremo ovviamente questo ordine del giorno. Probabilmente, vede Assessore, lei ha fatto tutti i passaggi giusti, ma non ha informato nessuno, neanche della sua maggioranza. Altrimenti non usciva questo. È una questione evidente. Se si parla di condivisione, lei ha fatto una scelta condivisa da lei, le associazioni di categoria e i sindacati, punto. Tutto qua. Quindi vede, va bene che finalmente magari farà un supplemento di indagine rispetto a quanto ha fatto, però il problema resta.

Quindi noi siamo molto favorevoli a questo ordine del giorno, che voteremo convintamente, e aspetteremo che la commissione consiliare competente, insieme alla commissione mista, veda a che risultanze porterà questa delibera che avete fatto.

Presidente - Grazie. Passiamo alla votazione? Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo all'ordine del giorno numero 3, presentato da Union Valdôtaine, Stella Alpina e PD. Chi chiede la parola? La parola al collega Restano.

Restano (UV) - Grazie Presidente.

Prima di illustrare l'ordine del giorno mi sembra doveroso indicare di cosa stiamo parlando. Parliamo di metodi riabilitativi riconosciuti con il nome di Doman, Delacato, e Feil, molto simili tra loro in alcuni aspetti che mirano alla miglior organizzazione neurologica possibile su bambini cerebrolesi, attraverso stimolazioni sensoriali fisiche, fisiologiche e intellettive e attraverso il coinvolgimento di tutti i componenti il nucleo familiare, che diventano così i principali attori, esecutori e sostenitori del processo riabilitativo.

La famiglia diventa quindi il centro, il fulcro, di tutto, diventa lo strumento attraverso il quale è possibile organizzare e mettere in atto ogni singolo programma. Vengono attivati più programmi giornalieri che coinvolgono ogni aspetto della vita di questi bambini: dall'alimentazione e all'assunzione di liquidi, alle ore di veglia - ma anche quelle di sonno - alla qualità ed efficacia della respirazione, alla potenzialità e alla resa da un punto di vista motorio ed intellettivo e alla socialità.

Un lavoro quotidiano, assiduo e costante, che non sarebbe assolutamente possibile svolgere in un ambiente diverso da quello familiare. E per svolgere questo lavoro quotidiano i genitori vengono appositamente formati. La formazione dei genitori è articolata e sistematica, al punto da renderli capaci e pronti a gestire in casa anche quelle situazioni in cui la disabilità è molto grave.

La filosofia dei trattamenti si basa su un intervento non chirurgico che mira a fornire al cervello leso - mediante appropriate tecniche - stimolazioni sensoriali a cui corrispondono opportunità motorie, al fine di intervenire direttamente sulla sede della lesione.

Questo ha permesso a migliaia di famiglie, in tutto il mondo, di vedere il proprio bambino cerebroleso progredire e spesso raggiungere la guarigione. Il trattamento viene svolto nell'ambito familiare, in case che diventano palestre, dai genitori formati e a volte da gruppi di volontari da loro addestrati.

Attualmente, in Valle d'Aosta, i costi della terapia gravano interamente sulle famiglie. È da notare che nessuno dei bambini che segue uno di questi metodi è mai stato ospedalizzato in nessuna struttura per cui la Regione paghi la retta di degenza.

La famiglia che sceglie di impegnarsi con uno di questi metodi non cerca assistenza, non delega a nessuno la cura o la presa in carico del proprio bambino, non pesa sulle strutture pubbliche, solleva anche il personale da responsabilità gravose, da incombenze quotidiane.

È vero che, intervenendo economicamente a favore di queste famiglie, si incide economicamente sul bilancio della Regione, ma non penso che si incida di più di quanto si farebbe lasciando il bambino totalmente a carico dell'azienda sanitaria.

Penso invece che un intervento economico in questa fase può essere considerato un investimento di prevenzione a lungo termine. Un bimbo recuperato, tanto o poco, da adulto avrà un costo sociale inferiore rispetto a un bimbo recuperato per niente. Una famiglia che sceglie un'altra strada lo fa con consapevolezza. Si fa carico di tutte le responsabilità che la situazione stessa porta con sé. Una famiglia che cerca una strada alternativa cerca il percorso migliore per garantire al proprio bambino il diritto alla salute. Quel diritto alla salute che è sancito dall'articolo 32 della Costituzione italiana.

Questo ordine del giorno vuole dare un seguito concreto e operativo alla delibera 1819 del 15 novembre 2013 con la quale la giunta regionale, considerando queste problematiche, disponeva e incaricava l'azienda USL della Valle d'Aosta di farsi carico di queste problematiche, quindi di autorizzare i genitori di questi giovani piccoli pazienti a recarsi nei centri specializzati.

È evidente che questa procedura ha palesato delle concrete criticità e quindi si cerca con quest'ordine del giorno di dare una risposta pratica alle problematiche riscontrate. Quindi vogliamo dare un'opportunità alle famiglie che intendono avvalersi di questi metodi rieducativi fornendo così ai giovani pazienti e alle loro famiglie una speranza di vita migliore. Ritengo che questo ordine del giorno non abbia molto a che vedere con le nostre posizioni politiche, ma riguardi la sensibilità di ognuno di noi, 35 Consiglieri, verso questo tipo di problematiche. Quindi vengo a quello che è la proposta.

La proposta è di impegnare la giunta regionale ad affidare alla Struttura disabilità l'onere di sostenere economicamente soggetti portatori di svantaggi psico-fisici gravi, che necessitano di particolari prestazioni riabilitative e si avvalgono dei metodi Doman, Delacato, e Feil presso istituti specializzati. Si impegna inoltre la giunta regionale a deliberare, entro 30 giorni dall'approvazione di questo ordine del giorno, uno specifico atto che determini i criteri per la concessione dei contributi anche in conformità a quanto stabilito dal decreto ministeriale dell'89 e dal successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 2000. Grazie.

Presidente - Grazie, collega Restano. Altri colleghi chiedono la parola? Possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno? Votazione aperta. Rosset e Chatrian... Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Esaminiamo l'ordine del giorno numero 4 presentato da ALPE. Qualcuno intende illustrarlo? Il 4, la parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Dopo una giornata di dibattito serrato e forte, abbiamo ascoltato attentamente le repliche, soprattutto del Presidente della Regione, e dell'Assessore. E dopo una giornata di confronto sereno, ci si mette anche un po' di goliardia nel momento in cui si fanno le repliche e tout va bien ici en Vallée d'Aoste, donc, quasi sembra che viviamo in un mondo virtuale.

Questa mattina e anche ieri sera, nella nostra semplicità e ruralità, abbiamo detto che pensavamo - in un mondo dove noi crediamo che si possa sempre mettere sul tavolo qualche idea, - di fare qualche proposta e l'ordine del giorno n. 4 va in quella direzione. Quindi va in una direzione che crede in una fiscalità interna, crede che siamo noi, Regione Autonoma, a dover giocare la partita per decidere le varie aliquote sia per le famiglie - quindi IRPEF e competenza addizionale regionale -e IRAP, per le imprese.

Ruberò ai colleghi tutti qualche minuto. Il nostro status, a livello di rapporti con lo Stato, ci obbligherà...se, da parte della maggioranza, c'è l'intenzione di approvare questa nostra proposta, quindi di decidere all'interno nostro le due aliquote di detrazione. Detrazione e deduzione, ma soprattutto detrazione.

Come dicevo prima, altre Regioni a Statuto speciale hanno già fatto questo percorso e la loro architettura giuridica, legislativa, è diversa rispetto alla nostra, tanto è vero che hanno agito per mezzo di una semplice legge ordinaria - anziché con legge costituzionale - rinforzata dal metodo negoziale.

Il dibattito di oggi non è sul percorso, dato che è diverso rispetto a quello del Südtirol e della Provincia di Trento, che è di rango ordinario, invece il nostro è di rango costituzionale.

Il nostro è probabilmente - non sono un costituzionalista - un po' più lungo. Però qui il dibattito di oggi non è assolutamente sul percorso ma è sul merito, sulla scelta di natura politica, tanto è vero che nell'impegno noi abbiamo scritto che prevede "l'adozione delle disposizioni normative necessarie ad attribuire alla nostra Regione la possibilità di modificare le aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni relativamente ai due tributi". È importante capire cosa hanno fatto i nostri cugini, d'oltralpe.: "La legge di stabilità per il 2015 ha modificato - per la terza volta dal 2009 - lo Statuto speciale del Trentino Alto Adige, integrando un percorso di attuazione dell'articolo 27 della legge 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale, maturato in precedenza, che ha consentito al legislatore statale di modificare, mediante procedure aggravate dal previo accordo con la Regione speciale e le Province Autonome, il titolo VI dello Statuto", come vi dicevo prima e cioè per mezzo di una legge ordinaria -anziché con legge costituzionale - rinforzata dal metodo negoziale, quindi a monte c'è stato un accordo dal punto di vista politico.

Ma la di là dei, come posso dire, dei tecnicismi, vi vorrei fornire due elementi in più: cosa stanno facendo e cosa hanno messo in atto, perché altrimenti parliamo di aria fritta. Qualche settimana fa, la Provincia di Bolzano ha modificato le aliquote. Che cosa ha fatto? Per quanto riguarda gli sgravi, - stiamo parlando in questo caso dell'IRPEF, addizionale IRPEF per le famiglie -, ha modificato gli sgravi fiscali e ha ribadito non solo l'importanza della no tax area sull'addizionale regionale IRPEF, ma ha portato la soglia di esenzione - questo è importante, da un punto di vista comunque di ricaduta per le famiglie - dai 20 mila euro ai 28 mila euro, a tutto vantaggio non solo dei meno abbienti ma anche del soi-disant, cosiddetto, ceto medio.

Nella loro elaborazione del bilancio di previsione 2016, hanno preso come riferimento una stima di crescita del PIL piuttosto prudente rispetto alla rappresentatività del cosiddetto bilancio armonizzato.

Questo per dire cosa hanno fatto per le famiglie. E non solo, sempre per le famiglie, avendo a quel punto acquisito le competenze sull'addizionale regionale IRPEF sul 2016 hanno alzato la no tax area fino alla soglia di 28 mila euro; hanno portato l'aliquota ordinaria da 1,73 a 1,23, quindi seconda agevolazione e, terza agevolazione, - dato che ieri mi sembra che il relatore La Torre nella sua introduzione, relazione, ha parlato di fiscalità e della necessità di giocare la partita al nostro interno dal punto di vista fiscale -, hanno inserito una ulteriore detrazione legata ai figli a carico che è ben di 252 euro a figlio per ogni famiglia. Tutto questo in più, oltre alle possibilità di detrazione dello Stato centrale. E questa è la partita giocata a livello di famiglie, quindi cittadini. La seconda partita, che loro hanno messo in campo, è sull'addizionale IRAP. Stiamo parlando di chi produce, chi fa impresa. Mi sembra che in questa giornata, e anche ieri, mi sembra che tutti i gruppi abbiano parlato di imprese: "dobbiamo trovare nuove soluzioni, dobbiamo cercare e reperire idee nuove...".

Bene, noi, come gruppo ALPE, pensiamo che le idee nuove si realizzino solo se ci prendiamo e ci assumiamo le relative competenze.

Anche su questo, si sono assunti le loro competenze, già nel 2009, poi modificate in questi sei anni, diverse volte.

Al loro interno, decidono le aliquote, le detrazioni, gli obblighi, e poi, indubbiamente i vincoli, per poter far detrarre la tassazione sull'IRAP alle varie imprese.

Quindi, deux volets. Il primo sulle famiglie e il secondo sulle imprese. Il nostro ordine del giorno, Assessore Perron, va in questa direzione, impegna il Governo regionale, il Presidente, a siglare un accordo con lo Stato. Noi abbiamo messo un termine massimo di sei mesi, se, visto il rango non ordinario ma costituzionale, dovessimo per caso modificare passando da sei a otto, a nove, non ci interessa, il delta tempo, diciamo, ma ci interessa, indubbiamente, la sostanza.

Mi sembra che ieri e oggi questa aula abbia parlato a più voci sulla necessità di assumerci queste competenze e questa responsabilità, perché è una responsabilità, perché poi vuol dire intervenire in aumento o in deduzione, o detrazione, come noi auspichiamo, a fronte - soprattutto sul tema delle imprese - di impegni seri che si possono misurare, tipo assunzioni.

Poi potremmo parlare per delle ore, ma dobbiamo trovare delle soluzioni, e forse dare gambe e corso a quello che è stato il dibattito dal punto di vista autonomistico in questi due giorni.

Quindi l'impegno va in quella direzione, - previo confronto con la Commissione consiliare -, quella di prenderci questa responsabilità e poi, a casa nostra, di decidere e di creare quelle condizioni, sia per le imprese sia per le famiglie. Auspico un dibattito su questo, chiederei anche ai Consiglieri che sono intervenuti oggi, - soprattutto ai Consiglieri o ex Assessori che sono intervenuti questa mattina -, mi sembra che sentano la materia non solo frizzante ma necessaria per il nostro sistema. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Chi chiede la parola? Non ci sono richieste di intervento? Chiudiamo la discussione? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - No, per mozione d'ordine. Io spero, che la maggioranza, per chiudere la discussione, non lasci cadere un argomento come questo, almeno a livello di dibattito, cioè con l'Assessore alle finanze, o con il Presidente. Lo dico perché poi noi rilanciamo con una iniziativa ancora più forte o, quanto meno, che implementa questa idea che ALPE porta.

Però vorrei sinceramente intervenire nell'ambito.

È diversa, diversa per carità. Però introduce un tema che poi riprendiamo con il nostro ordine del giorno in maniera ancora più importante. Vogliamo solo capire se ci sarà dibattito oppure no, su questo tema, altrimenti votiamo e ci ritroviamo dopo.

Noi non possiamo che sostenere questa idea del gruppo ALPE, perché è una idea che va nella direzione che ha indirizzato gli studi che abbiamo fatto in questi ultimi mesi. Immaginiamo che la Valle d'Aosta non si riprenda esclusivamente con degli slogan ma con delle proposte serie e anche con un'attenzione verso temi che ci possono mettere nella condizione di sviluppare delle politiche attive soprattutto rispetto alle nostre entrate e allo sviluppo economico.

Però non mi voglio dilungare e non voglio neanche togliere spazio a una iniziativa, appunto, che, per quello che ci riguarda, è un'iniziativa utile. Il nostro sistema di vedere il futuro dell'Autonomia non può che passare attraverso la manovrabilità della nostra agibilità fiscale, così si dice. Le agevolazioni non sono introdotte per far pagare meno ma per creare sviluppo. Semplificazione e agibilità fiscale sono le due grandi novità.

Ma anche le Regioni a Statuto ordinario si stanno muovendo in questo senso, perché oggi il tema è questo. Quindi spero che, da parte della maggioranza e dei gruppi che la sostengono, ci sia un minimo di dibattito. Per il resto noi non possiamo che sostenere l'iniziativa.

Presidente - Altri interventi di altri gruppi? Non ci sono richieste. La parola all'Assessore Perron.

Perron UV) - Grazie.

Intervengo ora per un contributo al dibattito, un po' per chiarire anche quella che è la nostra posizione, che non è certamente di preconcetto. Ma, collega, sull'addizionale IRPEF io ricordo che l'aliquota dell'addizionale regionale IRPEF era stata stabilita con un decreto del 1997 ed era fissata allo 0,90 percento con un margine di manovrabilità, consentito a tutte le Regioni, fino all'1,4 percento. Successivamente era stata disposta una possibilità di manovra sull'addizionale per le sole Regioni a statuto ordinario a decorrere dal 2013. Cioè: aliquota 2013 "più lo 0,50 percento"; aliquota 2014 "più 1,1 percento"; aliquota 2015 "più 2,1 percento".

Nel 2011 il decreto sul federalismo delle Regioni a Statuto ordinario non si applica quindi alle Regioni a Statuto speciale. Nel 2011 lo Stato permette di anticipare di un anno l'applicazione della maggiorazione all'addizionale regionale dell'IRPEF solamente per le Regioni a statuto ordinario.

Per le Regioni a Statuto speciale, è possibile - questo lo avevamo anche evidenziato in occasione di una risposta - soltanto la maggiorazione dell'addizionale regionale IRPEF, fino ad un massimo di un punto percentuale dell'aliquota base, soltanto al fine di consentire la predisposizione di misure di copertura finanziaria degli oneri derivanti dal rimborso delle anticipazioni di liquidità.

Per le Regioni a Statuto speciale che non hanno chiesto anticipazioni di liquidità non è intervenuta nessuna modifica normativa rispetto a quanto previsto dall'articolo che le ho citato, per cui rimane valido il limite dell'1,4 percento. In questo caso il margine di manovra permesso alle Regioni a statuto speciale è dello 0,17. Lei, collega Chatrian, citava altre Regioni - no lei citava altre Regioni - ma non esistono altre Regioni a Statuto speciale che sono potute intervenire. Possono intervenire le Province, unicamente le Province di Trento e di Bolzano che, in virtù del loro Statuto speciale, hanno effettivamente potuto deliberare delle agevolazioni e delle deduzioni sull'addizionale regionale IRPEF.

Queste iniziative sono basate su una specifica norma statutaria, che noi purtroppo non abbiamo, che permette loro di manovrare i tributi nel rispetto soltanto delle aliquote massime stabilite dallo Stato. Due parole ancora sull'IRAP. Alle Regioni è consentito variare le aliquote statali fino ad un massimo di 0,92 punti percentuali sia in aumento, sia in diminuzione. Questa è la manovrabilità o il margine di discrezionalità consentito; la Regione, sulla base di questa possibilità, ha in diversi momenti, in diverse occasioni, deliberato agevolazioni tributarie mediante la riduzione dell'IRAP fino al massimo consentito, cioè lo 0,92 per cento. Nel 2011 il decreto legislativo 68 ha stabilito, soltanto per le Regioni a Statuto ordinario, la possibilità di ridurre le aliquote dell'imposta regionale sulle attività produttive cioè sull'IRAP, fino ad azzerarle, e a disporre deduzioni sulla base imponibile, nel rispetto soltanto della normativa europea. Anche in questo ambito, cioè nell'ambito IRAP, non esistono Regioni a Statuto speciale, che possano intervenire. Possono - analogamente a quanto detto prima - farlo le province di Trento e Bolzano, che hanno la facoltà di applicare delle esenzioni e delle riduzioni, loro addirittura fino all'azzeramento, in considerazione che, in questo caso, il loro Statuto ha un unico limite, cioè il limite massimo stabilito dallo Stato, ma non ha un limite inferiore.

Noi avevamo affrontato questa materia, e ne stiamo parlando continuamente anche con gli uffici competenti.

Il Presidente meglio di me potrebbe ricordare le diverse occasioni di confronto che nel tempo si sono avute con lo Stato su questa materia. Avevamo anche proposto che la Regione potesse essere una Regione pilota per approfondire concretamente la possibilità di manovrabilità di questi tributi erariali, limitatamente a quelli che sono, come dire, incidenti esclusivamente sulle entrate regionali, perché nel momento in cui io vado a prevedere delle iniziative in tal senso, devo ragionare sull'entrata o meno che poi questa produce.

Si era immaginato a suo tempo che fosse improponibile una modifica allo Statuto regionale, quindi si era deciso di provare a dare un'interpretazione evolutiva della norma statutaria, attraverso l'adozione di una norma attuativa della citata legge 42, che citavo prima.

Le norme in questa materia purtroppo non le decidiamo unilateralmente noi, si è già tentato, come ho detto, più volte di intervenire, immaginando dei tavoli opportuni. Per poter firmare un accordo ovviamente bisogna essere in due, ci vuole una controparte che recepisca. In questo senso sarebbe possibile immaginare di dare un mandato al Presidente, qualora ci fosse un accordo anche dall'altra parte, situazione che al momento non esiste, pertanto per arrivare a una situazione di questo genere occorrerebbe un transito della norma attraverso la Commissione paritetica, quindi un percorso di rango costituzionale, che immagina e prefigura dei tempi radicalmente diversi.

Ecco, quindi, per dire che noi non abbiamo un preconcetto assoluto, ma al momento non siamo nella condizione di essere seri e concreti per poter impegnare il Presidente, in un lasso di tempo così breve, a siglare un accordo con lo Stato che preveda le condizioni e le impegnative che sono poste all'ordine del giorno che lei evocava e che ha presentato, per cui al momento ci asterremo sull'iniziativa che lei ha presentato.

Presidente - Grazie Assessore. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie Presidente.

Pensavamo di essere utili alla causa, dopo aver ascoltato questa mattina i diversi colleghi di maggioranza, quando si parlava di autonomia trasparente e di essere in grado di giocare noi la partita nel momento in cui dovessimo assumere nuove competenze, e quale miglior competenza di quella fiscale. Grazie, collega Perron, per le delucidazioni giuridiche che ci ha fornito, ma sinceramente nelle premesse avevo già cercato di spiegare che il nostro iter sarebbe stato comunque diverso rispetto alle Province di Trento e Bolzano. Invece, per chi ci ascolta, indubbiamente la partita è ed era legata ad una potenziale riduzione, a fronte di impegni seri. Allora, noi ci chiediamo, collega Perron, colleghi tutti, oggi abbiamo parlato di disoccupazione, di non occupazione, di difficoltà delle imprese e vi proponiamo un ordine del giorno che va in quella direzione, assumendoci non delle competenze, ma delle responsabilità.

Non ho voluto neanche leggervi - e voi lo sapete probabilmente, come noi, uguale a noi o meglio di noi - cosa sta facendo la Provincia di Bolzano su questo tema, tanto è vero che individua quattro scaglioni per l'IRAP: il 3,9, quello statale. Noi abbiamo la possibilità dello 0,9, quindi di andare a 2,92, quello che è già stato fatto, inserito anche in questi sei anni. Ma loro vanno a zero, loro vanno a zero, cioè l'impresa, l'impresa che produce, l'impresa che "muove la classifica" da loro va a zero.

Muove la classifica vuol dire che fa reddito, vuol dire che assume. Per voi sarà poca roba, per noi è questa la partita da giocare e voi ci dite: "ma lì, un attimo, sei mesi...", ma noi mettiamo anche dodici mesi.

Il nostro è un mandato politico al Presidente Rollandin. Se ha voglia, se avete voglia, eh... Penso che sia questa la partita, non spostare due milioni o un milione sul prossimo bilancio del 2016. Noi riteniamo che sia questa la partita da giocare. È di ieri che la Lavazza, mi sembra, chiuda, no? Allora, vi stiamo offrendo un'opportunità per dare qualche chance in più alle imprese locali. Va beh, per noi sono imprese locali, Presidente Rollandin lei continua... Io guardo cosa fanno le altre Province più brave di noi. La Provincia di Bolzano ha una disoccupazione del 4,3 percento. Giocano la partita sull'aliquota dell'IRAP da sei anni, azzerano a scaglioni dal 3,9 a 0, obbligando le imprese a rispettare determinate condizioni.

Nel momento in cui io ti do la possibilità di dedurre o detrarre X aliquote, a fronte di impegni seri, tu mi assumi del personale, io ti detraggo l'IRAP. Parliamo di centinaia di migliaia di euro, magari in una azienda che ha 500 dipendenti. La scelta della Finstral, la conoscete meglio di me. Ha 250 dipendenti, fa serramenti esterni e interni, che ha la fabbrica sull'altopiano del Renon a 1650 metri e gioca la partita sull'IRAP, e non solo.

Per fare un esempio, potremmo farne altri, la Loacker, che ha centinaia di dipendenti ha l'azienda principale sull'altopiano del Renon a 1700 metri. Cosa fa l'ente pubblico? Garantisce i trasporti, garantisce certi servizi, ma poi tocca anche il portafoglio degli imprenditori. Ci sono imprenditori qua in aula, di peso, che hanno decine e decine di dipendenti, e che mi sembra stiano andando anche abbastanza bene, in Valle d'Aosta la situazione la conosciamo, noi siamo per fare della polemica sterile ma l'obiettivo nostro è quello di presentare delle proposte. Ecco, questa ci sembrava una proposta che andava in quella direzione. Lo sappiamo che per noi vi è il rango costituzionale e non la legge ordinaria come per la Provincia di Bolzano, l'ho anticipato nelle premesse.

Ma vogliamo fermarci un attimo e dire: questa proposta dà la possibilità alle imprese locali di ridurre l'aliquota IRAP. Senza dimenticare invece le proposte che fanno loro. Lei Assessore Perron ci ha parlato solo dell'aliquota ordinaria all'1,23 ma le altre due proposte toccano il portafoglio delle famiglie: per chi ha un figlio, per chi ha due figli, per chi ha tre figli... l'esenzione per chi ha tre figli è di quasi 800 euro. Addizionale IRPEF regionale. Addizionale IRPEF regionale, che nulla c'entra con quella nazionale, e stessa considerazione per la No Tax Area, questa è la proposta sul 2016.

Bene, non so se ai colleghi un tema di questo genere, dopo aver audito oggi e ieri i temi sull'autonomia e sul fatto che dobbiamo rilanciare le nostre aziende e le nostre famiglie sul territorio...sì, possiamo votare degli ordini del giorno di aria fritta ma, probabilmente, questo riteniamo che non sia aria fritta. Poi la vostra astensione...presenteremo ulteriormente altre modifiche, però non ci dispiace, ci fa male. Ci fa male che non ci sia nessuna volontà, dal punto di vista politico, di provare a modificare la nostra competenza e di portare a casa una competenza che a oggi noi non abbiamo.

Presidente - Grazie collega.

Possiamo chiudere la discussione per dichiarazione di voto? Nessuno chiede la parola? Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno. Votazione aperta.

Presidente - Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Passiamo colleghi all'esame dell'ordine del giorno numero 5 proposto dal gruppo ALPE. Qualcuno intende illustrarlo? La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Questa proposta va nella direzione di essere un po' incisivi e dare possibilità al territorio e agli enti locali. Riteniamo, lo abbiamo detto in sede di discussione generale, che gli enti locali, i Comuni, in questi anni siano stati quelli che hanno in qualche modo contribuito di più a tenere la barca economica piana, in questo momento di crisi.

Abbiamo preso atto, - non è che non abbiamo guardato -, abbiamo controllato tutte le tabelle che ci sono state date in sede di audizione e abbiamo anche recepito il messaggio che la legge 48 sugli interventi regionali in materia di finanza richiede una revisione e che questa revisione verrà quanto prima avviata.

Riteniamo però che da diversi anni i Comuni, gli enti locali, stiano pagando fortemente le scelte dell'Amministrazione regionale e che, in qualche modo, - soprattutto riguardo all'articolo 6 della legge 48 del 1995 - siano penalizzati perché a questo articolo viene fatta una deroga per cui gli Enti locali ricevono meno risorse.

Ecco, se si vorrà revisionare la legge 48 - in questo momento abbiamo dato come tempo 6 mesi in sede di assestamento di bilancio, quindi per giugno, luglio 2016 - riteniamo che quelle risorse che oggi vanno in deroga nella legge finanziaria debbano essere destinate agli enti locali ai sensi dell'articolo 6 della legge 48, quindi senza deroga.

Nella audizione con il responsabile del CELVA, il sindaco Manes, abbiamo affrontato questo argomento. È chiaro che possiamo dire che questa audizione, con qualche piccola puntualizzazione, è stata di accettazione di quello che l'Amministrazione regionale proponeva al CELVA e agli enti locali sulla finanza locale

Ecco, noi riteniamo che questo sia importante. Abbiamo dato come tempi quelli dell'assestamento di bilancio, quindi ci saranno un po' di mesi per poter in qualche modo reperire le risorse e in qualche modo sostenere e dare un aiuto in più ai Comuni.

Presidente - Grazie collega. Qualcuno intende prendere la parola? Chiudiamo la discussione per dichiarazione di voto? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Sì, sulla proposta in sé può essere un'idea come un'altra; è chiaro che il tema che il gruppo ALPE porta all'attenzione è il tema che il gruppo UVP evidenzia in ogni occasione in Consiglio regionale. Il momento e l'ordine del giorno possono essere opportuni quanto le forze politicamente possono essere non adatte ad aiutare una Assemblea che, forse, deve ormai sviluppare in propria autonomia il suo pensiero, il suo percorso. Perché il Presidente Rollandin non più tardi di un paio di ore fa ci ha detto che attraverso lo sblocco dell'avanzo di amministrazione ha dato una possibilità agli Enti locali di utilizzare risorse che altrimenti non sarebbero state utilizzabili. E credo che non si che commentare che quello che lei dice è una verità. Chiaro, erano soldi fermi, non si potevano utilizzare, con questa norma che ha inserito oggi si possono utilizzare.

Il problema consiste nel fatto che si possono utilizzare per andare a compensare soldi che il bilancio della Regione non mette più. Perfetto, sarebbe stato molto più elegante dire: "avete delle risorse in più da investire per lo sviluppo dei vostri Enti" invece che: "prendete le vostre risorse per andare a pagare quello che noi non riusciamo più a pagare".

Se si ricorda, Presidente, - perché lei sotto questo profilo è di vecchio corso come tanti amministratori come noi -, la battaglia sulla legge 93 dei sindaci di 10 anni fa era: "ve la dovete pagare voi la legge 93, perché ormai stiamo pagando il sanitario nell'ambito del sociale dei Comuni". L'evoluzione è stata: "oltre a non pagarvela più, vi libero l'avanzo di amministrazione per pagare quello che dovrei pagare io". Se ai sindaci va bene, noi non possiamo continuare a fare battaglie anche perché andremmo contro, alla fine, un principio al quale crediamo: "a ognuno la sua autonomia". Se ai sindaci, nella loro assemblea, va ben di far passare certi provvedimenti, con senso di responsabilità, tanti l'hanno dichiarato, non possiamo noi continuare a fare la battaglia di retroguardia per dire: ma secondo noi stanno sbagliando. Se sono convinti che quella sia la strada giusta, probabilmente è opportuno che si vada fino in fondo su quella strada lì. Noi siamo curiosi di vedere come si andrà a disciplinare l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione dei vari enti per andare a pagare tutte queste spese, perché ci saranno enti che avranno un sacco di soldi e pochi soldi da mettere e ci saranno enti che avranno pochi soldi e tanti soldi da utilizzare perché con popolazioni più grandi. Però è un problema che in questo momento non ci può riguardare fino in fondo.

L'unica cosa di cui siamo preoccupati - e gli emendamenti preparati dal gruppo UVP vanno in quella direzione - è che a metà del prossimo anno non manchino i soldi per pagare gli stipendi a un pezzo del comparto unico. È la cosa che ci preoccupa di più. Il gruppo ALPE aggiunge: se mancheranno cerchiamo queste risorse nell'avanzo di amministrazione della Regione.

È una proposta, ce ne possono essere delle altre, noi riteniamo che quest'anno però si sia veramente raggiunto l'apice di quel tipo di fantasia creativa. Quella mattina, si ricorda, quando ci ha presentato la sua tabellina in II Commissione, le abbiamo anche detto che ha fatto, in termini finanziari, un'opera d'arte perché le tre frasi, sono state veramente costruite con grande capacità finanziaria, in un momento di difficoltà. Qualche anno fa, qualcuno di noi già diceva: è ora che si rifaccia ordine tra il bilancio della Regione e il bilancio degli Enti locali. La riforma della 48 andrà in quella direzione, sono sicuro, e non sto parlando dei criteri della 48, perché io spero che i sindaci non si mettano a discutere nei prossimi 20 giorni dei criteri della 48. Cominciamo a dire cosa serve agli enti locali per avere certezza di bilancio sulla parte da non ripartire. Quindi riportiamo in carico alla Regione le leggi di settore che sono della Regione, lasciamo l'IRPEF necessaria per il riparto tra i Comuni ai Comuni poi, se i Comuni hanno voglia di andarsi a strappare i capelli, a rifarsi i criteri, lo facciano in piena autonomia, io non mi spingerei a tanto nei prossimi 20 giorni, almeno garantiamogli invece la certezza di un riparto che sia il riparto necessario per fare i propri bilanci.

Quindi sosteniamo la proposta con l'idea che anima i nostri emendamenti, che - visto che siamo ancora in una situazione precaria - è quella che di non lasciare a piedi, nel corso del prossimo anno, gli stipendi di un pezzo di personale del comparto unico.

Presidente - Grazie collega. Altri per la replica? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

La questione è già stata affrontata in modo magari non compiuto ma avevamo cercato di spiegare quali erano le modalità con cui ci si approccia alla modifica della 48. In effetti, condivido quello che dice il collega Bertschy, su quanto era stato fatto negli ultimi anni, come ricorda anche Gerandin, che l'ha vissuto in prima persona. Cosa avevamo fatto? Nel momento in cui c'era l'IRPEF - che per fortuna, per gli effetti ancora precedenti, cresceva - ed era andata fino a 250 milioni di euro, chiaramente cosa era scattato? Il meccanismo per cui, mentre per la Regione dovevamo ridurre, c'erano fondi in più per gli enti locali. Allora si era oggettivamente trasposto nella finanza locale una serie di attività che prima erano direttamente a carico della Amministrazione regionale. Quest'anno abbiamo già fatto l'inverso, il costo dei trasporti, che prima era a carico della finanza locale, è stato riposto nella finanza regionale, come deve essere. E così verrà fatto anche per altri settori.

Quindi, in merito a questa proposta, francamente dire oggi di andare a prevedere che nell'assestamento di bilancio ci sia un intervento perché mancano i soldi, francamente non mi sento di poterla condividere per le due ragioni.

Primo, perché, a oggi, per i Comuni l'unico taglio sono stati i 10 milioni e 700 mila, con le coperture che ci sono. Nemmeno tutto l'IRAP, il calo dell'IRAP. Allora, per carità, poi le verifiche le abbiamo sempre fatte, ma non possiamo dire adesso che noi ci impegniamo a utilizzare fra sei mesi quello che sarà l'avanzo di amministrazione mentre stiamo approvando il bilancio di previsione. Francamente, capiamo che ci possano essere delle preoccupazioni, possiamo anche farle nostre, ma non possiamo approvare un emendamento così, quindi noi ci asteniamo sull'emendamento come è presentato.

Presidente - Chatrian, per dichiarazione di voto? Prego.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie Presidente.

Chiederei al Presidente Rollandin, o all'Assessore Perron se è in aula, non so. Noi in questi due giorni abbiamo cercato di reperire la documentazione sulla questione; noi diciamo che è tutta politica innanzitutto, poi viene la parte finanziaria no? Perché nell'articolo 4, dal punto di vista legislativo, c'è il riferimento in deroga alla 48, quindi è da lì che si deroga rispetto all'impianto generale della vecchia legge.

Noi abbiamo cercato di reperire i dati dell'IRPEF dell'anno prima, da dove poi voi avete derogato, no? E avete poi estrapolato e inserito in finanziaria i 181 milioni di euro, giusto? Fino a qua la pensiamo alla stessa maniera. L'IRPEF dell'anno precedente è di 250 milioni. Poi, chiederei al Presidente o all'Assessore se magari ci smentiscono.

Per i 9/10 di 250 milioni - senza essere molto bravo in matematica, ma più o meno ce la facciamo - arriviamo a 225 milioni e il 95 percento di 225.039.000 è 213 milioni.

Ecco, chiederei all'Assessore, d'accordo, magari se ce lo dice gentilmente, questi sono i conteggi che noi avevamo chiesto al Legislativo del Consiglio e al dipartimento che si occupa di enti locali. È solo per capire, altrimenti parliamo due lingue diverse o due patois diversi. Il delta del Presidente è di 11 milioni, invece il nostro delta, la differenza, è di un po' più di 11 milioni, via, se questa è un po' lo stato dell'arte che abbiamo noi.

Gentilmente chiederemmo all'Assessore se può darci qualche lume in materia. Se può...

Presidente -Chi chiede la parola? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Il dato è 224.099.000. Questo che abbiamo messo nella tabella. Quello è.

Presidente - Collega Chatrian, prego.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie Presidente.

Quindi i dati sono corretti, sono quelli che abbiamo noi. La partenza sono i 250.043.000. No, ma anche per chi ci ascolta e per i Consiglieri oggi presenti, nell'articolo.4...ci sono tantissimi ex sindaci freschi, non datati... Freschi, che hanno fatto battaglie solo pochi anni fa, legate proprio alle deroghe alla 48, e mi riferisco proprio nel merito.

I 250 milioni sono la partenza, i 9/10 sono 225 milioni, come diceva il Presidente Rollandin, e il 95 percento di 225 milione è 213. 224 089. Quindi la differenza non è 11 milioni, Presidente Rollandin, ma sono molto di più di 11 milioni, rispetto a... no non sono 11 milioni, scusi, non...

Presidente - Collega Gerandin, per dichiarazione di voto.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Mi ero ripromesso di non intervenire, anche perché per quello che riguarda l'ordine del giorno aveva già detto molto bene il collega Bertschy. Presidente devo due precisazioni. La prima è riferita a quanto lei ha detto in merito al discorso dell'IRPEF, diciamo di quello che è il trasferimento ai Comuni. Noi abbiamo letto attentamente - come ha detto il collega Bertschy - quella tabellina, è una tabellina fatta a regola d'arte, da incorniciare, avremmo detto, però, all'atto pratico, poi penso che siano cifre inconfutabili: ai Comuni i trasferimenti senza vincolo, dai 90 milioni e rotti dell'anno scorso, ne vengono trasferiti 69 milioni.

No no no, i trasferimenti senza vincolo sono per 21 milioni in meno. Poi, che lei nella sua tabellina abbia messo come maggiori entrate per i Comuni delle leggi di settore, che vengono messe e finanziate in gestione speciale Finaosta, non sposta di una virgola quelle che sono le risorse finanziarie a disposizione dei Comuni. No no, ma ne possiamo discutere fino a... Le tabelline non è che si possono discutere, i Comuni iscriveranno a bilancio come entrate senza vincolo 21 milioni in meno. Non c'entra niente senza vincolo, non c'entra nulla! Perché prima c'erano 2 milioni con vincolo di destinazione in conto investimenti...Presidente, io le ho calcolato anche quei due milioni, sennò sono 18 milioni. Calcolando anche i due, sono 21 milioni in meno di trasferimento. Comunque questi sono dati inconfutabili e lo vedranno i Comuni quando scriveranno i bilanci! Lo vedranno i Comuni perché, quando vi ho detto che qualche Comune non farà il bilancio, il motivo è questo.

Detto questo, poi è vero che negli anni sono state scritte delle leggi di settore che non avevano nessuna attinenza. Una sui trasporti, l'altra che ci dimentichiamo e che fa parte integrante... sono i 27 milioni dell'invalidità civile, e... Okay, quelli sono rimasti. Voi avete fatto la bontà di togliere quelli del trasporto e, di fatto, Presidente, lei ha già modificato la 48, perché la percentuale del 95 percento non è più del 95 percento, per cui voi con la legge di bilancio avete modificato la percentuale.

Detto questo, io ho solo voluto chiarire quello che è il quadro e sono disponibilissimo a un confronto, quando vuole, coi dati e con le tabelline in mano. Quello che mi premeva solo dirle, e ci tengo a risponderle, Presidente, è che noi avevamo molto presente ciò che il Presidente Rossi ha fatto in Trentino, vale a dire ha svincolato, ciò ha reso disponibili 120 milioni per quello che riguarda gli investimenti. Ce l'avevamo presente, ci mancherebbe, e la dicitura è questa: "eliminazione del patto di stabilità la possibilità di utilizzare 120 milioni di avanzo di amministrazione per nuovi investimenti". Oltre i 120 milioni, la Provincia di Trento ha pure detto: "bene noi vi svincoliamo 120 milioni, li usate in conto investimenti, vanno a finire in un fondo - vanno a finire in un fondo - e noi come Provincia di Trento mettiamo, in più, anche risorse della Provincia".

Bene, e qua emerge tutta la differenza tra quella che è una presa di posizione dei sindaci trentini rispetto ai sindaci valdostani. I sindaci trentini, a fronte di una proposta come questa: "io svincolo 120 milioni di avanzo di amministrazione, in conto investimenti, io come Provincia metto altre risorse", hanno parlato di furto legalizzato. Furto legalizzato. I nostri - i nostri, perché chiaramente tutti facciamo parte... - a maggioranza hanno deciso di darle fiducia, addirittura non investendo, non prendendo fondi d'avanzo da usare in conto investimenti - come prevede la normativa nazionale - ma per finanziare spese di parte corrente, per cui lei, Presidente, impropriamente ha detto: finanziamo le micro-comunità come in passato. Le micro-comunità in passato erano finanziate dalla finanza locale, ma con leggi di settore, mai prelevando dalle casse dei Comuni, mai. Questa è la grande differenza. Però, torno a dire, se i Comuni hanno espresso questo parere, ognuno è responsabile delle proprie scelte. Finito il tempo di fare delle battaglie, ognuno si faccia le proprie battaglie. Detto questo, concludo. Rispetto alla norma che lei ha proposto con l'emendamento, che la Giunta ha proposto con l'emendamento, io ricordo che nella proposta trentina formalmente questo utilizzo non è un obbligo. Però, torno a dire, è un dettaglio che veramente interessa poco, quello che ci interessa è quello che ha detto il collega Bertschy: noi chiediamo garanzie affinché 650 persone, più gli amministrativi, non si trovino con quattro mesi di stipendio e senza garanzie di arrivare a fine anno con gli stipendi. Grazie.

Presidente - Grazie collega Gerandin. Possiamo procedere alla votazione dell'ordine del giorno? Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Passiamo ora all'ordine del giorno n.6 del Movimento ALPE. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Prima di illustrare questo ordine del giorno, voglio fornire una informazione che ho trovato poc'anzi, ma che può essere utile anche nel dibattito futuro, nei prossimi ordini del giorno. Prima parlavamo di fiscalità interna, ma parleremo, tra pochi minuti, sempre di fiscalità su un ordine del giorno presentato dai colleghi dell'UVP, bene.

Anche in Sardegna - Assessore Perron, lei sicuramente lo sa - la scelta dell'Amministrazione, di qualche settimana fa, va in questa direzione. Includono un taglio permanente del 25 percento sull'imposta IRAP e poi, praticamente, la totale esenzione per le imprese di nuova costituzione per i primi cinque anni. Se può essere utile al dibattito, dato che prima sul discorso IRAP e IRPEF nessuno è intervenuto - Presidente Rollandin - e ci è stato detto che "è difficile perché noi abbiamo diversità rispetto ad altre Province autonome", ecco, volevo portare a conoscenza di ciò gli imprenditori della maggioranza che, magari, parleranno con più imprenditori della bassa valle, della media valle, e forse anche dell'alta valle e potranno informarli del fatto che altri stanno facendo certe cose.

Io penso alla proposta di una totale esenzione, cioè zero, totale esenzione per le imprese di nuova costituzione per i primi cinque anni. Ecco, questo penso sia il senso del dibattito, l'utilità, forse anche di questo Consiglio, nel momento in cui si decidono le nuove vie, i nuovi percorsi del domani. Comunque, scusatemi per avervi rubato qualche minuto, ma penso che sia sempre utile alla causa vedere anche cosa fanno gli altri. L'ordine del giorno che abbiamo voluto presentare va nella direzione concreta.

Questa mattina tutti i colleghi del gruppo ALPE sono intervenuti dicendo: noi cerchiamo umilmente di presentarvi delle proposte. Non delle proposte così, all'acqua di rose o fatte di fronzoli ma scritte bene nelle premesse, e poi vediamo di trovarci magari una volta a un tavolo di lavoro! Quando non si vogliono fare le cose, di solito, mi sembra - anche se non ho grandissima esperienza amministrativa - si dice: ma fesen (traduzione letteraria dal patois: "facciamo") un tavolo di lavoro o facciamo un gruppo di lavoro, così fa...ma non fa neanche più chic sinceramente!

E quindi abbiamo detto: conoscendo un po', dal di dentro e dal di fuori, la macchina amministrativa della Regione, e non solo dell'Amministrazione regionale, abbiamo cercato di declinare come poter semplificare una macchina che è ancora "condita".

Quindi l'obiettivo di questo ordine del giorno è quello di "asciugare", cercando di convogliare un po' di più, innanzitutto, che cosa? Per primo, il numero di strutture.

Tante sono le strutture, mi sembra che oggi, durante tutta la giornata, ci siamo detti più volte che le risorse sono inferiori, i dossier sono inferiori, ma abbiamo bisogno di una macchina più performante, più efficace, più snella, l'abbiamo detto, no? E quindi per snellire una macchina bisogna scrivere nero su bianco, su un ordine del giorno, e dire: proviamo a darci un delta temporale, X mesi, per provare a ridurre, a fare non una cura dimagrante, ma asciugare la macchina regionale. Come è organizzata la macchina regionale? È organizzata a strutture, no? C'è un capo, che firma, un capo che è responsabile, poi ci sono gli ottavi livelli, i settimi livelli, i sesti livelli, che insieme cercano di far funzionare la macchina amministrativa. A capo del dirigente della struttura di primo, di secondo livello, c'è un politico, un eletto.

Come oltretutto ho detto questa mattina nel mio intervento, nel nostro intervento, qualcosa è già stato fatto, tanto è vero che un po' di strutture sono state ridotte, asciugate. Si è asciugata un po' la macchina regionale, che, ancora oggi, conta più di 120 strutture dirigenziali, cioè ci sono 120 capi che firmano verso l'esterno e sopra il capo c'è indubbiamente l'eletto: o l'Assessore o il Presidente della Regione o il Presidente del Consiglio.

Visto che il mondo del 2009 e del 2010 non esiste più, visto che, soprattutto da parte del mondo imprenditoriale, c'è una domanda che fanno a noi - ma la fanno a tutti, penso, non perché noi non siamo assolutamente privilegiati, ma la fanno a tutti - per cui gradirebbero avere una macchina pubblica più efficace, più celere, più rapida che risponda alle esigenze di chi fa un altro mestiere, che è quello dell'artigiano, dell'imprenditore, grande o piccolo che sia.

Quindi abbiamo inserito in questo ordine del giorno due punti. Il primo quello di, nel giro di sei mesi - quindi un lasso di tempo dignitoso, 6 mesi, metà anno, c'è tutto il 2016 -riorganizzare l'Amministrazione regionale, prevedendo una diminuzione secca - tanto, poco, si poteva far di più, non so questa è una proposta - del 20 percento. Vuole dire passare dalle 122-124 strutture, a 100.

È già un passaggio, magari qualche collega dirà: è poco, ma iniziamo a dare dei segnali; quindi il primo passaggio: diamo un segnale che potrebbe essere utile a far funzionare meglio e a valorizzare le risorse interne.

Secondo punto. Non so se a voi capita di sentirlo - a noi capita, o magari si rivolgono solo a noi per lamentarsi, magari, eh, potrebbe essere - ma sovente il semplice cittadino, non sto parlando della Partita IVA, dell'impresa, fa una domanda all'Amministrazione regionale per una questione, non una richiesta di contributi o di aiuti, ma una domanda. Io penso che il bon ton e l'obbligo del pubblico e della macchina pubblica sia quello di rispondere. Perché succede ancora oggi, nel 2015, al primo dicembre 2015, succede ancora che certi cittadini, e sono numerosi dicano: ne démandó, ne fé la démanda ho fatto la lettera, ho fatto la richiesta, ho chiesto da 6 mesi, da 3 mesi...nessuno ci ha risposto. Neanche "crepa".

Ecco, come posso dire, nella nostra semplicità e nella nostra ruralità, abbiamo inserito nell'ordine del giorno n. 6 che forse l'Amministrazione regionale deve rispondere o quanto meno creare le condizioni che il privato che ha fatto la domanda abbia una risposta dignitosa.

E poi, l'altro passaggio, dove c'è un iter procedurale-amministrativo, ci abbiamo messo un po'del nostro, nel senso che: cerchiamo di essere un po' più rapidi e un po' più celeri nei confronti, a questo punto, sia delle famiglie, che delle imprese. Ecco, noi riteniamo che - vanno bene i tavoli, ci mancherebbe, troviamo delle soluzioni - ci sono certe cose dove forse possiamo essere un po' più rapidi. Questa è una proposta, come vi abbiamo detto, poi, se alla maggioranza interessa, possiamo discutere. Il 20 percento è troppo? Iniziamo col 10 percento per i primi sei mesi o ci diamo un anno? Passiamo da 124 strutture, 125, il 10 percento sono 12 in meno, ce la facciamo? Perché poi, altrimenti, uno ci potrebbe rispondere "sì e poi? Cosa ne facciamo, come le valorizziamo?" Bene, abbiamo cercato di presentare un altro ordine del giorno e dire: un attimo, nelle audizioni fatte in II Commissione, le società partecipate e controllate - soprattutto la Finaosta, quindi la società principe in house - ci hanno proprio detto che loro hanno bisogno di personale qualificato, che possa in questo momento rispondere a delle esigenze interne. Quindi, come dire, il nostro obiettivo è di garantire a chi è di carriera, di, indubbiamente, valorizzare le risorse umane e, dall'altra, invece, - duplice volet - è di asciugare una macchina che forse è ancora un po' condita, e si potrebbe fare meglio, ma sempre per dare delle risposte più rapide e più puntuali. Grazie.

Presidente - Grazie, collega Chatrian. L'ordine del giorno numero 6, chi intende prendere la parola? Chiudiamo la discussione. Per la replica la parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie, Presidente.

Avevamo già accennato a questo discorso quando abbiamo provato, sintetizzando con l'ordine del giorno che avevamo approvato, a unire i due ordini del giorno, il nostro e quello dell'UVP, e già lì avevamo visto due cose: la prima che riteniamo che sia molto difficile ridurre del 20 percento le strutture dirigenziali con una riorganizzazione dell'amministrazione regionale.

Già quello che è stato fatto in questi mesi - e che lei ha riconosciuto - non è stato indolore. Nel senso che, quando abbiamo fatto un'analisi, abbiamo cercato di vedere, in tutte le strutture, se c'erano dei punti dove incidere ancora o dove intervenire È stata una valutazione fatta da tutti i partner, da tutti gli assessorati.

Devo dire che - tranne per alcune figure, che in qualche modo sono al limite, nel senso che però se devi intervenire devi annullare il posto perché non è spostandolo che risolvo il problema - su questo devo dire sinceramente che troverei difficoltà a impegnarmi non per i sei mesi ma a portare... - noi cerchiamo comunque di vedere, là dove è possibile, di ridurre, però a oggi abbiamo appena finito la riorganizzazione togliendo tutto quello che potevamo e creando anche non pochi problemi organizzativi, perché togliere delle figure apicali - come m'insegna perché conosce bene l'amministrazione - non è banale.

Nel contempo, per il discorso di prevedere di fornire in dieci giorni la risposta al pubblico, ecco, io mi rendo conto che l'esempio che lei ha portato grida un po' vendetta nel senso che dice: "ma come non mi dai nemmeno una risposta", però, obiettivamente, non è che si risolva dicendo: "tu mi devi rispondere sotto i dieci giorni, dammi una risposta", perché non è pensabile questo esteso all'insieme dell'Amministrazione. Noi abbiamo già previsto, ci sono altri ordini del giorno dove consideriamo la progressiva riduzione di quello che è l'iter amministrativo per avere delle risposte, però non riteniamo che si possa risolvere in quel modo.

E posso anticipare anche l'altra questione, che correttamente lei ha detto: tu, come Amministrazione regionale, viene fuori che di dirigenti ne hai tre in più, quattro in più, che so, quello che è. Come risolvi il problema? Li passi alla Finaosta. Non è proprio quello che di solito si aspettano, nel senso che, nel momento in cui io decido che non servono più queste persone, non è che queste figure automaticamente possono essere riutilizzate in un altro ente, perché magari ha delle necessità specifiche che non si risolvono con le competenze del personale a cui avevo affidato in Amministrazione regionale determinati servizi.

Non è così facile - e poi lo sa lei meglio di me - non è facile perché non corrispondono delle figure. Uno che è dirigente in un certo settore - non dico quelli specialistici, ingegnere e così via - non è che posso metterlo a svolgere dei compiti, a gestire situazioni di cui non ha competenza e viceversa. Se io devo mettere un dirigente in un settore dei lavori pubblici, se non è ingegnere che lo metto a fare? Un amministrativo mica posso metterlo, non mi risolve il problema. Ecco, questa è la ragione per cui noi, ripeto, continuiamo a lavorare per ridurre progressivamente, però la riorganizzazione, per quello che era possibile, è stata fatta e, come dico, in modo non semplice.

Riteniamo che non ci siano oggi i margini per attivare questo meccanismo, anche se condividiamo l'indirizzo e, se possibile, lo faremo per quelle che sono le condizioni.

Come per il discorso dei tempi. Noi su questo ci troviamo a rivedere le tempistiche e soprattutto a stabilire, laddove è possibile, anche dei tempi fissi, però dobbiamo oggettivamente fare un percorso che non si riduce né in tre mesi né in sei mesi, ma è abbastanza lungo. Ecco, su questo però l'impegno lo prendiamo. E sul resto ci asteniamo. Grazie.

Presidente - Grazie. Ci sono interventi? La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Su questa iniziativa, sia dal punto di vista della riduzione dei dirigenti, magari progressiva sia magari vedendo anche di non sostituire dei pensionamenti, si può fare un ragionamento. Ecco, forse per aver vissuto in prima persona, diciamo, così il lavoro nell'amministrazione regionale, essermi occupato di una decina di procedimenti amministrativi diversi quando vedo "la risposta nel termine di 10 giorni" io aggiungerei anche il punto 3: è il recapito della risposta da parte del presidente della regione vestito da Superman. Non bisogna neanche, secondo me, esagerare, perché ci sono procedimenti, comunque, che sono complessi, che richiedono delle verifiche, perché, alle volte, capita anche di esaminare dei documenti e a me ne sono capitati di falsi, per cui bisogna anche avere una certa attenzione nell'esame dei documenti. E quando c'è una mole di documentazione da esaminare, questo può essere fatto sicuramente anche in maniera disinvolta, ma a costo poi di assumere una responsabilità, perché per molti procedimenti amministrativi comunque i termini che sono previsti sono, secondo me, già abbastanza stringenti, perché, entro dieci giorni, il responsabile del procedimento deve avvisare formalmente l'utente che la documentazione che ha ricevuto è incompleta e che il procedimento è già stato avviato, quindi ci sono comunque dei termini.

Che poi ci siano alcuni uffici che fanno finta di niente e che ci siano anche alcuni dirigenti che non sono particolarmente zelanti, su questo io sono perfettamente d'accordo. Però, attenzione perché c'è un duplice momento. Il momento del procedimento amministrativo, quello del "guardo la fattura che so io dell'acquisto della autovettura" e il gioco è fatto. Ma quando c'è un computo metrico, quando ci sono una serie di documenti da esaminare, ecco la vedo già un pochettino più complicata, quindi da questo punto di vista, pur condividendo il senso della, dell'iniziativa, noi ci asterremo.

Presidente - La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie.

Avevamo voluto affrontare questo tema nel merito soprattutto nel punto 2 - non so se avete avuto modo di leggerlo completamente perché è un po' lungo come periodo - ma all'interno del punto 2 non c'è scritto che si chiude il procedimento amministrativo. All'interno del punto 2 si inizia l'iter amministrativo, anche perché è impossibile, soprattutto su degli iter amministrativi non solo delicati ma anche importanti, terminare il procedimento.

Ma il quesito che noi avevamo cercato di porre è che tu amministrazione hai iniziato il tuo percorso di verifica perché non so... Noi ci siamo messi dall'altra parte del tavolo, dalla parte del semplice cittadino e del piccolo artigiano. Scusate se torniamo su questo tema, ma dire: "è iniziato il percorso di verifica, è iniziato il percorso amministrativo, che rientra in un certo procedimento e c'è un responsabile del servizio del procedimento" offre, quanto meno, al privato la possibilità di sapere che si sta affrontando tale tema, tale suo dossier, a fronte di impegni già assunti, magari già istruiti o magari già ben strutturati e confezionati, in modo da avere informato l'ufficio di competenza o comunque la struttura che si occupa di quello.

Noi, sinceramente, sul punto 1 un passo in più dal Presidente, da questa maggioranza, ce lo saremmo aspettati, sinceramente. Come dicevamo questa mattina non ci interessa il muro contro muro e quindi noi possiamo anche ritirare questo ordine del giorno. Lo ritiriamo, però noi a metà del 2016 - anzi qualche mese prima dell'assestamento -gradiremmo sapere se c'è, da parte del governo regionale, la volontà, l'intenzione di procedere. C'è comunque ancora spazio per ridurre le strutture dirigenziali.

E poi troviamo il modus operandi per essere comunque più rapidi sul punto 2, perché ce lo chiedono non solo i semplici cittadini- ma non so a voi - anche le imprese locali chiedono comunque più celerità da parte della pubblica amministrazione. Lì non è partito di maggioranza o di opposizione. Se funziona la macchina io dico, noi diciamo che funziona per tutti. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Chatrian. Quindi prendiamo atto del ritiro dell'ordine del giorno. La parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Se posso, solo per ringraziare i colleghi. Credo che l'impegno, come ho già detto, lo manterremo e quindi daremo comunque una risposta su quello che si può fare e soprattutto sui tempi.

Presidente - Grazie Presidente. Passiamo all'ordine del giorno numero 7, presentato dal gruppo ALPE. Per l'illustrazione la parola al Consigliere Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Non per illustrare l'ordine del giorno, ma per chiedere una delucidazione in merito a quale ratio sia stata seguita per ordinare gli ordini del giorno, perché vedo che sono ordinati per gruppo consiliare ma, per esempio, su questo tema di cui si tratta nell'ordine del giorno 7 c'è anche un altro tema che è inerente, così come ve ne sono altri simili su agricoltura, trasporti e turismo. Chiedevamo se per caso si potessero accorpare per fare delle discussioni unitarie per risparmiare tempo.

Presidente - Per quanto riguarda la trattazione, è in base alla presentazione al tavolo della presidenza. Per quanto riguarda la possibilità di unirli insieme ad altri ordini del giorno, se c'è una proposta del proponente possiamo unirlo al punto 31? E lo trattiamo al punto 31, con l'ordine del giorno 31, però. Quindi non trattiamo adesso l'ordine del giorno numero 7, lo trattiamo poi. Beh, scusate, c'era stata una richiesta da parte del proponente l'ordine del giorno del gruppo dell'ALPE. Va bene, quindi verrà trattato poi al punto 31. Passiamo all'ordine del giorno numero 8 sempre del gruppo Alpe. La parola al Consigliere Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Beh, brevemente. Già oggi durante la discussione si è accennato a questo tema che riguarda i fondi europei. Nella finanziaria vi sono diversi articoli che vanno a reperire degli stanziamenti a livello europeo per i progetti, a fronte di risorse sempre più ridotte da parte dell'Amministrazione regionale per diversi settori produttivi. Uno fra questi, è stato ricordato, è il PSR, che praticamente vede quasi tutte le risorse spostate sui fondi europei e poco sugli interventi regionali. Siccome, anche nel corso delle audizioni, le imprese valdostane hanno anche lamentato la difficoltà di accedere ai finanziamenti e hanno ricordato dei bandi che sono andati praticamente deserti perché erano stati scelti dei tempi poco adeguati, delle forme di pubblicità che non erano state ritenute efficaci, qui stiamo a cercare di trovare una soluzione, un'ottimizzazione al reperimento di questi fondi.

E quindi chiediamo al governo regionale di presentare alla commissione competente una proposta di ottimizzazione in tempi brevi, ovviamente sentendo tutti coloro che possono avere qualche interesse a portare avanti progetti europei, come le imprese, gli enti locali ma non solo. Questo perché? Per facilitare e anche supportare. È vero che già c'è una sorta di supporto per chi vuole presentare progetti europei ma, a sentire le imprese, a sentire quello che è stato detto nelle commissioni, questo non è sufficiente.

In secondo luogo, di predisporre e ottimizzare. È vero che ci sono già delle valutazioni ex ante ex post, ma sono state ritenute poco sufficienti, quindi cercare di ottimizzare. Nulla vieta di provare a migliorare, sentendo anche chi, giustamente, si è lamentato nelle commissioni, per vedere che, alla fine, gli interventi portino veramente a dei risultati concreti sul territorio, cioè i progetti vadano a buon fine e ci sia veramente una ricaduta sul territorio. Grazie. Aspettiamo la risposta.

Presidente - Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, per la replica, la parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Ma il tema che è stato proposto può essere sicuramente interessante, il fatto di "predisporre, sentite le imprese, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interessi, entro 90 giorni, una proposta per facilitare e supportare efficacemente la presentazione dei progetti europei". Allora, sul discorso dei progetti europei qui credo che lei voglia indicare i progetti annuali. Perché gli altri sono già stati tutti fatti. Non dimentichiamo che sui progetti europei la progettazione europea 2014/2020 è già stata attivata e approvata. Qui parliamo di progetti che siano giustamente legati ad una programmazione annuale, cioè a bandi che si riferiscono a diverse situazioni collegate, può essere sull'energia, può essere su rapporti, oppure Alcotra o Interreg, parliamo di questi. Ora su questo c'è già la struttura competente che, non solo segue, ma dà tutti i consigli che sono necessari per attivare i meccanismi. Faccio presente che adesso ci sono i bandi per diverse iniziative che i Comuni stanno seguendo. Ebbene, l'Amministrazione regionale, attraverso i componenti degli Affari europei, sta seguendo e dando tutti i consigli, tutte le direttive, attraverso le proprie strutture, in raccordo anche con l'ufficio di Bruxelles. Ma questo c'è già. Allora io non credo che si possano ridefinire misure valutative per verificare i risultati. Questo non è possibile. Perché - purtroppo su questo tema ci siamo già impegnati a vari livelli e varie Regioni anche a livello nazionale - sul discorso delle verifiche c'è in atto una pesante contestazione, così come sui controlli. Si fanno controlli di primo, di secondo, di terzo livello. Nei controlli di primo e secondo livello c'è una confusione totale perché si rifanno le stesse cose e poi non cambia nulla, però devi farlo con due persone diverse che non siano collegate. Queste verifiche però non sono a nostra discrezione. Non è che noi possiamo cambiare, ridefinire le misure valutative, verificare i risultati conseguiti. Questo non spetta a noi. Non è di competenza regionale. Tutto è legato alla competenza europea. Quindi questo non è proprio pensabile e per il resto una facilitazione c'è già. Quindi io vi chiederei di ritirarla perché francamente non è ipotizzabile attivare ulteriori percorsi. Per il resto, come le dico, ci sono le strutture e poi le posso portare gli esempi di quello che sta succedendo: stanno lavorando in questa direzione. Quindi le chiederei di ritirarla perché questa non è proponibile.

Presidente - Grazie. Ci sono interventi da parte dei proponenti? La parola al Consigliere Roscio.

Roscio (ALPE) - Sì, grazie Presidente per la risposta, ma evidentemente la vediamo un po' in maniera diversa. Noi abbiamo cercato di cogliere un'esigenza che era emersa nelle commissioni, a seguito di lamentele su cose ben precise: è stato detto che su certi bandi - come è stato detto da lei - i tempi e le modalità di attivazione, di pubblicità, di supporto, non sono state ritenute sufficienti. Per quello abbiamo detto "si può ottimizzare". Se voi ritenete che non si possa ottimizzare, votiamo.

Presidente - Se non ci sono altri interventi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno. Mettiamo in votazione. Votazione aperta. Colleghi votate. Votazione chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 11

Favorevoli: 11

Astenuti: 23 (Baccega, Bianchi, Borrello, Cognetta, Donzel, Farcoz, Ferrero, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, M. Viérin)

Il Consiglio non approva.

Il punto all'ordine del giorno n. 9, come da accordo tra i proponenti, verrà trattato congiuntamente al punto 26 dell'ordine del giorno. Possiamo, quindi, passare all'ordine del giorno n.10 del gruppo ALPE... Va bene, quindi passiamo all'ordine del giorno n. 11, presentato dal gruppo ALPE. Per l'illustrazione la parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

Ma con questo ordine del giorno abbiamo voluto portare all'attenzione dell'aula una questione che è quella del lavoro, che da molti è già stata toccata, è una questione che tutti condividiamo, di cui tutti comprendiamo l'importanza. E noi partiamo dal presupposto, dalla constatazione che il settore turistico, nonostante la crisi, è un settore che tiene, ce lo dicono i dati già citati durante la discussione, sia i dati di Bankitalia, che quelli che ci sono stati forniti dall'Assessore al bilancio. Il turismo è un settore che tiene e che può ancora fornire alla nostra comunità occasioni di lavoro, può ancora fornire occupazione, partendo dai programmi di investimento per la crescita e l'occupazione del Fondo sociale europeo, che giustamente prevede, tra gli assi prioritari, proprio il lavoro e la formazione. Anche se fino ad ora forse il settore del turismo non è stato un settore particolarmente ambito dai valdostani, tant'è che una parte delle maestranze che lavorano nel turismo stagionalmente vengono da fuori Valle, e parlando con gli operatori, gli albergatori stessi fanno presente la difficoltà a trovare in loco personale formato, io credo che la nostra Amministrazione regionale abbia sempre cercato di migliorare anche la qualità del turismo in Val d'Aosta, anche attraverso una maggiore professionalizzazione degli operatori.

Fatte tutte queste premesse, con questo ordine del giorno noi impegniamo il Governo regionale ad attivare e promuovere, tramite le strutture competenti, dei corsi di formazione di base che siano mirati all'accoglienza, al settore ricettivo e della ristorazione, destinati non tanto a dei giovani - perché questi hanno già la possibilità di formarsi attraverso le istituzioni scolastiche deputate - ma a persone adulte, che intendano inserirsi o che intendano rientrare nel mondo del lavoro nell'ambito turistico, e quindi crediamo che in questo modo si possa far incontrare la domanda e l'offerta. Ma ripeto, in particolare per quelle fasce di lavoratori che hanno perso il lavoro o che, comunque, hanno difficoltà a trovare un'occupazione.

Ci sembra che sia un ordine del giorno che possa essere accolto, che parte da presupposti reali e che riteniamo possa dare una risposta, sicuramente una risposta modesta ma che possa costituire un punto di partenza, proprio per andare a creare nuova occupazione, ma anche nuova occupazione, diciamo, di livello professionale. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliera Morelli. Per la replica la parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.

L'ordine del giorno è sicuramente condivisibile. Tuttavia, vorrei rappresentare che con il collega Donzel stiamo facendo tutta una serie di attività, in modo tale da creare dei percorsi di formazione professionale, ovviamente per i ragazzi, per i giovani, cercando di accreditare ai nostri istituti di formazione, e questo è sicuramente una risposta, perché oggi come oggi lei correttamente parla delle persone adulte, che perdono il posto di lavoro, ma il grosso tema è ovviamente la disoccupazione giovanile.

Votiamo l'ordine del giorno, però nello stesso tempo dobbiamo essere anche realisti, cioè non dobbiamo creare delle false illusioni, perché soggetti che per tanti anni hanno fatto il mestiere, potranno sicuramente essere inseriti nel mondo del turismo, ma per delle attività specifiche, per delle attività particolari, anche perché il loro bagaglio professionale e culturale non sempre è adeguato. Tutte le cose che si possono fare per evitare di trovare soggetti che vengano emarginati dalla società, le faremo. Mettiamo in conto magari di avviare questi percorsi e di studiare assieme quelle che possono essere le occasioni e poi, evidentemente, durante il prossimo anno, di monitorare e di verificare quelle che sono, però - non è per mettere le mani avanti - ma è un'operazione cosiddetta "sfidante", perché non è così scontata, non è che possiamo dire "ecco, risolviamo tutti i problemi".

Adesso stiamo parlando di situazioni dove persone che perdono il posto di lavoro in grandi industrie hanno veramente delle difficoltà, insomma. Comunque, con queste premesse, lo votiamo con convinzione.

Presidente - Grazie Assessore. La parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - Beh, prendiamo atto, naturalmente con favore, della convinzione con cui viene votato quest'ordine del giorno. Siamo perfettamente coscienti, Assessore, che è sfidante l'argomento, ma proprio perché, l'ho detto anche nell'illustrazione, il settore turistico è sempre stato un settore poco considerato anche dai valdostani.

Noi crediamo che in questo momento storico, forse, sia un settore che possa venire rivalutato e riteniamo che sia corretto dare la possibilità di essere formate alle persone che vogliano impiegarvisi. Naturalmente ci riferiamo a formazioni di base, perché siamo coscienti, condividiamo il discorso che lei ha fatto sui giovani e sugli studenti, per i quali ci poniamo altri obiettivi. La ringrazio.

Presidente - Grazie. Se non ci sono altri interventi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno. Votazione aperta. Colleghi votate. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Ritorniamo all'ordine del giorno n.10. Per l'illustrazione la parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Nel 2011 la Giunta regionale ha approvato il progetto della cosiddetta "scuola polmone" di Regione Tzamberlet, ad Aosta. Un progetto che all'incirca ha un valore di circa 23 milioni, 23 milioni e mezzo. Questa vicenda è stata piuttosto complicata, diciamo quantomeno complicata: dal 2011 a oggi siamo ancora in una fase distante dall'inizio dei lavori.

Questa cifra di 23 milioni nel nostro bilancio oramai è da considerarsi una cifra importante, significativa. Sono cifre notevoli, e pesano soprattutto in ragione del cambiamento dell'attuale stato della finanza pubblica regionale. Proprio per questo, a nostro avviso, è da sottolineare il fatto che l'attuale edilizia scolastica presente nel Comune di Aosta, se gestita adeguatamente e ammodernata per quanto riguarda il numero di classi e di strutture, sarebbe sufficiente, per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, alle esigenze presenti e future della popolazione scolastica che incide sul Comune di Aosta. E proprio per questo, ci troveremmo ad avere, se fosse realizzata questa nuova scuola, ad avere poi degli immobili inutilizzati dall'ex scuola magistrale ad altre.

Sappiamo che ultimamente, addirittura, stiamo giustamente vendendo. O si utilizzano gli immobili oppure si cedono, perché altrimenti sono soltanto dei costi e nulla più. A questo bisogna aggiungere il fatto che è prioritario, in termini generali, recuperare il patrimonio edilizio esistente, senza andare a occupare ulteriore suolo e senza spendere soldi che potrebbero essere utilizzati in modo diverso. Pertanto quello che proponevamo con questo ordine del giorno è di abbandonare il progetto della scuola di via Tzamberlet, utilizzando le risorse previste per questo intervento, per un recupero e un ammodernamento delle strutture dell'edilizia scolastica presente, sia per la parte regionale - che è finanziata con legge 40, quella del mutuo - e se possibile anche per la parte cofinanziata da parte dello Stato, che rappresenta una piccola parte... sì ma rispetto ai circa 23 milioni, capisce che sono una parte piuttosto piccola. Questo è l'ordine del giorno, grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Bertin. Per gli interventi in replica, la parola all'Assessore Rini.

Rini (UV) - Grazie Presidente.

Grazie collega Bertin, ci dà l'occasione anche di fare un po' il punto su questa tematica importante. Noi condividiamo con lei l'analisi puntuale che ha fatto della situazione scolastica sulla città di Aosta, però vorremmo puntualizzare alcuni aspetti e spiegare perché non possiamo ricevere questo tipo di ordine del giorno. Lei ha perfettamente collocato e inquadrato la situazione e le priorità, che ovviamente sono le nostre priorità. Ma questo importante progetto non è alternativo a quella grande opera di riammodernamento, remise en place, in funzione delle altre strutture, ma bensì è propedeutica, va proprio in quell'ottica, cioè di avere la possibilità, in maniera funzionale - anche perché, ricordo, proprio in quest'aula, per esempio le cito il tema delle palestre, ma anche delle aule, ne abbiamo parlato, ne abbiamo discusso più volte anche con la collega Morelli - di andare a ovviare a tutti questi disagi che, ahimè, giocoforza perché gli spazi erano quelli, possiamo andare davvero a risolvere. Tant'è che abbiamo anche modificato l'ultimo progetto, andando ad inserire due palestre non agonistiche - perché le palestre agonistiche già sul territorio erano sufficienti - andando a ridurre leggermente le dimensioni, per far sì che le scuole avessero a disposizione due, non una, due palestre per allenarsi.

Come avevo risposto, peraltro, in una interpellanza di qualche Consiglio fa, proprio alla collega Morelli, questo andrà a dare quelle risposte che da tempo aspettiamo. Quindi noi, come le dicevo, noi condividiamo assolutamente con lei...

Lei ha fatto giustamente riferimento anche al contributo statale. Si parla tanto di sinergie, anche tra livelli diversi, questo credo che sia un buon esempio. Per noi un intervento statale pari a 6 milioni e 700 mila euro è molto importante. E peraltro, come le ho detto all'inizio, questo progetto risulta essere assolutamente propedeutico per la pianificazione delle aule sul territorio. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore. Ci sono interventi? La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Iniziamo, per quanto riguarda l'aspetto del finanziamento e della compartecipazione statale, che è di circa meno di un quarto, insomma. Il fatto che questa partecipazione dello Stato esista non giustifica di per sé l'obbligatorietà di fare un intervento. L'intervento si fa se è utile, indipendentemente da chi lo fa. È come dire: tanto paga l'Europa, per cui facciamo. Una logica che ho già sentito ma che non regge, perché gli interventi vanno fatti se sono utili, a prescindere da chi paga. Questa è la logica sulla quale ci si deve muovere. Pertanto la giustificazione del finanziamento statale di per sé non è, in assoluto, una giustificazione che può rendere questo intervento attuabile. Tolto di mezzo il finanziamento veniamo all'aspetto in sé.

Questa struttura, alla fine, avrebbe soltanto l'utilità delle palestre. Da anni c'è l'annosa vicenda della mancanza delle palestre, l'abbiamo sollevata in più casi - e certo che c'è un problema di palestre - ma spendere 23 milioni e mezzo per delle palestre mi sembra oggettivamente troppo. E per quel che riguarda gli interventi di ammodernamento e di ristrutturazione dell'edilizia presente, non è necessario avere questa struttura. Dalla scuola di via Brean ad altre, l'intervento di per sé è fattibile. È sufficiente organizzarle in modo da utilizzarle, senza dover per forza avere questa nuova struttura a Tzamberlet, che aveva una sua logica, forse, nel 2011, ma che oggi, con il cambiamento della finanza regionale, e in generale con un diverso approccio che dobbiamo avere anche all'uso del suolo, oggi non si giustifica più. Questa era la logica dell'impegnativa di quest'ordine del giorno.

Presidente - Grazie Consigliere Bertin. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie Presidente.

Il collega Bertin ha illustrato bene tale ordine del giorno, più volte già affrontato in questi mesi. Però - scusate se chiediamo un po' di attenzione - oggi, il Presidente Rollandin, ci ha chiamato tutti in causa su certe scelte fatte quando noi eravamo piccolini o forse neanche nati, per chi fa parte di una nuova generazione.

Vabbè, qualche anno di differenza ce l'abbiamo, quindi generazioni diverse, quantomeno - Presidente Rollandin - non vorremmo, come gruppo ALPE, far parte di quel club. Fra qualche anno chi siederà all'interno di quest'aula e penserà "chi sono i padri, le madri, i nonni, i figli di questa proposta?" Tutto perché - attenzione eh -un quarto dei finanziamenti è europeo, gli altri 18 dello Stato. No no, ma bisogna essere corretti fino in fondo, altrimenti poi... Un quarto è a carico dello Stato, e 18 milioni invece sono risorse nostre. Allora dato che sono soldi, una parte, un quarto dello Stato, e noi ce ne mettiamo pochi, 18, possiamo fare una cosa anche un po' alla grande, no?! Oggi lei giustamente ha tirato fuori un po' di cosette che non sono andate nella parte giusta. Grandi opere o medie opere che, magari quando c'erano tanti soldi si pensava in grande, qualcuno pensava in grande, ecco, dato che oggi i soldi non ci sono più, noi diciamo "fermiamoci un attimo Presidente"...

Presidente - Colleghi, un po' di silenzio per cortesia.

Chatrian (ALPE) - ...in queste settimane abbiamo avuto modo, e lei lo sa, perché l'Assessore Rini lo sa molto bene, perché ci siamo anche sentiti e abbiamo avuto modo di mettere tutte le carte sul tavolo, e incrociare le carte, ma oltre alle carte incrociare i trend, i trend degli studenti, perché poi è lì che fa la differenza, perché sei anni fa le cose erano diverse, al di là del lato finanziario.

Oggi il trend è ancora diverso, e faccio un altro...

-voce fuori microfono

...no ma non solo quello, ma abbiamo cercato di avere tutti gli elementi, magari non proprio tutte le informazioni che ha lei, ma abbiamo anche noi cercato di avere tutte le informazioni. A detta... - no, non l'abbiamo avuta prima di lei -. A detta dell'Assessore Rini: "come si può spiegare alla cittadinanza aostana e non solo una scuola nuova? Come si può dire di no a una scuola nuova? polmone in questo caso".

Lei sa, Presidente Rollandin, che avete deciso di ampliare la scuola polmone di via Chavanne, di quasi 10 aule, 10/12 aule in più, oltre a quelle già esistenti, quindi una variabile nuova, comunque un elemento nuovo che può essere utile anche ai colleghi Consiglieri di maggioranza.

Secondo elemento, come vi dicevo, il trend modificato degli studenti.

Terzo. Perché non ristrutturare, Presidente Rollandin, le palestre già esistenti, con i soldini che andiamo a drenare da questa operazione che forse si può ancora fermare. Possiamo ragionarci? Noi chiediamo quello: possiamo ragionarci? È utile? Siamo sicuri che sia utile ancora questa grande opera? Ripeto, con tutta umiltà, io penso che gli scenari, i panorami, nel giro di pochi mesi cambiano, no? E sta alla politica decidere e accompagnare gli scenari che cambiano, per diversi motivi, che non sono sempre solo finanziari, no? Che non sono sempre solo finanziari. Qui parliamo di scenari anche urbanistici, perché comunque la modifica va a impattare su un'area della città.

Due, facciamo un ragionamento: se si possono ristrutturare delle palestre già esistenti, che a oggi non sono ancora state messe in calendario per essere ristrutturate.

Tre, avete deciso di fare un'operazione in più, quindi ampliare la scuola polmone in via Chavanne e farci altre 10, 12 aule in più? Sono elementi nuovi di questo mesi no? Sono tutti elementi che ci portano, come gruppo ALPE, a dire: ha ancora senso questa scuola polmone di 50 aule, per un importo di quasi 25 milioni di euro, a fronte - come lo diceva già l'Assessore Rini lo dice lei - di quasi 200 aule ancora da ristrutturare? Ma cerchiamo nel rebus, magari si trovano anche delle soluzioni diverse per:

uno, ristrutturare tutto il patrimonio immobiliare esistente, a destinazione scuola;

due, con quei soldini ristrutturiamo le diverse palestre che ad oggi devono essere ristrutturate;

tre, non andiamo a intaccare un'altra zona non antropizzata.

Io dico che è la politica che deve fare queste scelte e se, a maggior ragione, ci sono delle variabili di secondo grado che vanno a modificare quella che è stata una scelta, magari positiva, del 2010, non vorremmo che chi affronterà questo dossier fra 5-6 anni, 8 anni, penserà "ma nel 2015..."

Forse, dato che non si è ancora aggiudicata la gara, siamo in una fase dove si può tranquillamente stoppare, facciamoci qualche ragionamento in più, se è possibile. Noi abbiamo cercato di mettere tutti questi elementi sul tavolo, ecco perché vi proponiamo un ripensamento. Boh, io penso che sia compito nostro, quantomeno se ci sono dei dubbi, verificare se questi dubbi siano legittimi e abbiano senso, e poi dare gambe e corso. Senza bacchette magiche, però. Possiamo anche permetterci di rinunciare a 6 milioni di euro dello Stato, ma utilizzare meglio magari gli altri nostri 18 milioni. Mi sembra che a oggi parlare di 18 milioni da allocare in altre sedi, mi sembra che, quantomeno, sia una partita da affrontare.

Noi chiediamo al Governo regionale: se ci fosse la possibilità di congelare per qualche mese, per qualche settimana... e se volete approfondire in commissione, noi ci siamo, da subito.

Abbiamo cercato di mettere insieme tutti questi elementi che sono andati a modificare... ripeto, noi non lo sapevamo di queste 10-12 aule che verranno fatte nella scuola polmone di via Chavanne, non avevamo comunque tutta una serie di informazioni: Io penso che questo sia utile a trovare delle soluzioni alternative. Se vi interessa, indubbiamente, eh.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Ma dispiace disturbare il clima goliardico qui dei Consiglieri, colleghi, che tra...

Presidente - Colleghi per cortesia! Un po' di silenzio.

Viérin L. (UVP) -... ma per esprimere a nome del gruppo UVP la nostra posizione su questa questione della scuola polmone. Abbiamo già avuto modo di parlarne nei mesi scorsi, siamo convinti che la necessità, se pur in una situazione rivista, di avere una scuola polmone sia una necessità inderogabile. Ci dispiace che queste lungaggini degli appalti ci facciano trovare ancora oggi qui a discutere su un'opera che ha effettivamente un grande impatto e che oggi, forse, dovrebbe già essere realizzata. Quindi - come diceva giustamente il collega Chatrian -, essa avrebbe un'altra valenza nei termini di discussione, che ci porta effettivamente a dover sostenere una questione che è fondamentale, e dirò perché, sul panorama dell'edilizia scolastica regionale, non quella di competenza comunale, ma...

Ci appelliamo all'Assessore Baccega, noi sappiamo che forse, anzi, sicuramente non dipende da lei questa cosa, però questa cosa dell'appalto della scuola polmone sta diventando una barzelletta. Si parla di una scuola e si parla di un'urgenza che deve vedere risistemati tutta una serie di tasselli che vengono inquadrati in una situazione di edilizia scolastica generale. Quando si parla di grandi cifre, e soprattutto in un periodo di restrizioni, anche noi, spesso, in qualche modo siamo attenti all'oculatezza della spesa; non abbiamo capito bene se l'appalto è stato ribandito, quindi se oggi è in fase di aggiudicazione. Si legge un po' di tutto dagli organi di informazione ma, al di là di questo, vorremmo ripercorrere un attimo, come parzialmente è stato ricostruito, quella che è la situazione di questa scuola polmone.

Intanto non si può intervenire sugli edifici scolastici di competenza regionale senza avere un luogo dove spostare gli alunni. Non si può perché la scuola polmone di via Chambery è una scuola polmone che andava a trasferire gli alunni dell'ex IPR, a causa di un movimento sismico che l'ha reso inagibile. C'è lo studio: conviene più distruggerla o conviene più rifarla? Oggi si sa che la cosa sta andando avanti. Allora, questa prima scuola polmone e, quando si parla di scuola polmone, si sa benissimo che poi le scuole polmone si trasformano - grazie a Dio - in edifici perfettamente a norma, che hanno tutti i crismi energetici, urbanistici e oggi sono tutti edifici scolastici che hanno tamponato una situazione, tranne per l'emergenza che ha visto, per un anno, l'istituto per geometri ospitare due scuole e che oggi è una situazione tampone, comunque al limite dell'emergenza. La scuola polmone - risolvendo anche parzialmente la questione delle palestre, concordata con gli insegnanti di educazione fisica - va soprattutto a dare, finalmente, la possibilità di intervenire su tre edifici scolastici che necessitano di interventi urgenti, in primis l'istituto Maria Adelaide, Magistrali, che da anni, Assessore Rini, da anni, necessita di interventi. Noi speriamo che i soldi che, invece, avete tolto alle manutenzioni ordinarie su quegli edifici - quelle che vengono fatte d'estate - vengano ripristinati, perché più si allungano i tempi della scuola polmone, e più quegli interventi diventano urgenti, e più si è a rischio, sempre con lo scongiuro, sperando che tutto vada bene. Assieme all'istituto per geometri e al liceo scientifico sono i tre edifici, in ordine di priorità, che devono vedere interventi, ma devono vedere interventi spostando gli alunni.

Allora, il vero cruccio, oggi, è di non essere intervenuti su quegli edifici perché non si hanno i luoghi consoni per spostare le aule secondo le normative vigenti: i certificati di prevenzione anti-incendio e tutti i parametri, i certificati definitivi e non provvisori.

Comunque, questo per dire che noi ci asterremo, perché - pur condividendo molte delle obiezioni che sono state enunciate dal collega e dai colleghi dell'ALPE, Chatrian e Bertin, in tema di edilizia scolastica - quest'opera è fondamentale e noi ci auguriamo veramente, Assessore Baccega, che ci sia la massima attenzione affinché questo edificio scolastico possa vedere la luce, al di là della questione delle aule, che forse potrebbero vedere spostati addirittura due edifici, uno e mezzo, in contemporanea, per poter poi intervenire, se si valuta...ecco.

L'altra questione è che gli edifici scolastici nella città avevano un senso in una certa epoca, anche perché gli edifici scolastici creano indotto a una città, l'università ne sarà un esempio. L'aver scelto la zona di Tzamberlet - recuperando questa fermata del pullman, che speriamo l'Assessore Marguerettaz non chiuda, assieme a tante altre cose - andava nell'ottica di valorizzare una zona disservita dai mezzi pubblici, che comunque era limitrofa alla città, munita di posteggi.

Questo per dire che - al di là di tutto quello che è un ragionamento serio sulla fondamentale esigenza di avere questa soluzione che è l'unica per poter intervenire oggi sull'edilizia scolastica presente - ciò che ci preoccupa è che non si possono perdere veramente tutti questi anni per un'opera che non è un innesto sull'altra opera, ma è una nuova opera con tutti i pareri, le difficoltà, il maneggio che si è spostato, con tutto ciò che questo iter ha comportato. E quando finalmente si arriva alla fase dell'appalto, ecco che si sballa tutto: i professionisti, l'autotutela, l'Amministrazione che ha bandito male secondo gli altri e che poi dice "è vero, avete ragione, allora ritiro, rifaccio", altro che la burocrazia di cui abbiamo parlato prima!

Si deve prestare la massima attenzione nelle priorità, affinché queste opere vadano avanti, perché, con tutto il rispetto per una strada o per un ponte, quando si ritarda una scuola, ci sono delle conseguenze, pertanto siamo lieti che ci rifinanzino certi FOSPI, perché i container che avevamo messo a disposizione del CELVA sono limitati e non danno più la possibilità di spostare gli alunni sulle scuole di competenza comunale che devono vedere interventi.

Quindi oggi questa è l'unica soluzione, se volete intervenire sulle scuole di competenza regionale della città di Aosta. Oppure -diciamo così come provocazione - prendete gli alunni e li portate a Châtillon dove si sono chiuse le scuole, altrimenti diventa difficile e - Assessore Baccega, probabilmente lo sa meglio di noi, perché c'era già emergenza all'epoca - la questione dell'istituto Maria Adelaide è una questione urgentissima, perché lì effettivamente c'è emergenza.

Quindi, questo intervento per articolare un'astensione che va nell'ottica di condividere molto delle cose che sono state dette, ma concorda sull'esigenza di proseguire su questo dossier della scuola polmone, che forse, se fosse rivisitato, farebbe perdere di nuovo dieci anni a una Amministrazione che purtroppo ne ha già persi cinque, grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Chatrian per... (interventi fuori microfono dall'aula) ...La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (SA) - Sì grazie Presidente.

Giusto per dare due informazioni al Consiglio, visto che sono stato più volte sollecitato. La gara è stata bandita, c'è stato un ritardo di 60 giorni determinato dal fatto che una PEC era stata inviata erroneamente, quindi abbiamo dovuto riprendere tutto il percorso, ma, da quando abbiamo preso in mano noi il procedimento, abbiamo perso solo 60 giorni, determinati da un errore materiale in fase di appalto, è vero.

Ora l'appalto è bandito, le ditte che hanno chiesto di partecipare all'appalto sono state invitate, hanno ricevuto il capitolato, stanno elaborando i progetti, li consegneranno a metà febbraio, da lì parte l'iter per l'aggiudicazione, e poi tutto il percorso. Quindi saremo molto attenti e vigili affinché sia realizzata questa scuola, che prevede giustamente due istituti scolastici diversi per 1300 studenti che potranno svolgere l'attività scolastica.

Direi che - giustamente, come dice lei, Consigliere Viérin - è una scuola fondamentale, essenziale al percorso generale di rinnovamento degli altri istituti. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie.

Grazie Assessore per le delucidazioni tecniche, ma la discussione non verteva assolutamente su quello. Però grazie delle info che ci ha dato in più, ma erano informazioni che avevamo. Ci dispiace perché gli scenari sono cambiati rispetto al 2010, Assessore Rini. Nel 2010 c'erano X alunni, nelle varie scuole. Oggi gli scenari sono completamente cambiati, rispetto al 2010, e come possiamo non tenerne conto?

Due, Presidente Rollandin, lei sa meglio di noi che sul Maria Adelaide non c'è nessun progetto...no, no, prima di dire certe cose ci informiamo anche noi come voi. Sul Maria Adelaide non c'è nessun progetto. Poi lei oggi, Assessore, ci dice che sull'IPR 2016 si chiuderà il cerchio, evviva. No? E sul Bérard c'è un progetto in itinere, in essere.

Quindi detto questo, Presidente Rollandin, i numeri sono abbastanza semplici e chiari e sovente sono anche crudi, no? X aule, X scuole, X tendenze.

Mi riferisco alla tendenza, al trend che si sta consolidando. L'abbiamo visto grazie anche a quei dati statistici che ci dicono: forse fermate un attimo questa cosa, perché forse non serve, e a seguito della scelta di ampliare la scuola polmone...

Vabbè, Assessore Rini, lei non sarà d'accordo, mi scusi, ma noi abbiamo valutato e vi diciamo le nostre preoccupazioni. Stiamo parlando di 25 milioni di euro pubblici - 6 dello Stato e 18 nostri - scusateci, ma dagli elementi che abbiamo e dato che sul Maria Adelaide non c'è nessun progetto; dato che l'IPR sarà pronto per il 2016 e dato che il trend è inferiore in tutte le scuole, prima si libera la scuola di Via Chavanne, che si può utilizzare come scuola polmone in modo da potere ristrutturare le altre, e poi potremmo utilizzare quelle risorse per mettere a posto tutto il patrimonio esistente e non andare a "intaccare" quella zona.

A noi sembrava una sfida da affrontare, quantomeno, è una proposta eh, non è una -come possiamo dire, mi sfugge il vocabolo - una polemica, ecco. A fronte di analisi e di studi e di trend e di situazioni, quest'opera non serve. E allora, la gara - l'Assessore Baccega ce lo ha detto - è in itinere, possiamo congelarla? Qualche anno fa si è congelata una gara, aggiudicata, sull'Institut agricole. La politica può farlo, motivando con la scelta di andare a riallocare quelle risorse per mettere a posto tutto il resto: le palestre già esistenti e le scuole già esistenti. Il puzzle sta in piedi con la scuola polmone di via Chavanne ampliata per permettere di rimettere in sesto le altre scuole.

Boh, non so, più che portare a conoscenza comunque tutto il Consiglio delle modifiche e del trend modificato negli ultimi anni, ci sembrava utile questo intervento, come discussione, a livello di ordini del giorno, dato che parliamo di bilancio ma parliamo soprattutto di disponibilità e di cose utili.

Il Presidente oggi ha citato diverse volte l'aeroporto, no? Altri tempi, altre cose, ecco, non vorremmo che nel 2020 si parlasse di una scuola fantasma e di scuole non più utilizzate. Eh no, Presidente Rollandin, abbiamo 200 aule disponibili solo nella città di Aosta, più di 200 aule disponibili. Questi sono i numeri e lei sa quanti studenti ci sono, 3450, mi sembra. Ne metta 20 in più, 20 in meno, questi sono i numeri. E allora, e allora diciamoci le cose come stanno. Sta anche alla politica prendere delle decisioni, dal nostro punto di vista, poi, è una proposta che facciamo a tutti i gruppi consiliari.

Come diceva bene il collega Viérin: nel 2010 altri scenari, altra situazione, altre scelte. Ma se nel 2009 c'è stata una scelta politica, - nel 2009! -, quel mondo lì non esiste più e ne esiste un altro nel 2015. Prendiamo il toro per le corna, quantomeno, e decidiamo un percorso alternativo, valutiamolo quantomeno, valutatelo. Grazie.

Presidente - Se non ci sono altri interventi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno. Votazione aperta. Colleghi votate. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 26

Favorevoli: 5

Contrari: 21

Astenuti: 9 (Bertschy, Cognetta, Fabbri, Ferrero, Gerandin, Grosjean, Nogara, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio non approva.

Allora colleghi, come da colloqui informali con i Capigruppo, si era presa la decisione di terminare intorno alla mezzanotte e un quarto, quindi il Consiglio è sospeso e viene riaggiornato alle 9 di domani mattina.

La seduta termina alle ore 00,10.