Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1618 del 1° dicembre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1618/XIV - Inizio della discussione generale congiunta sulla relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e sui disegni di legge n. 63 (Legge finanziaria per gli anni 2016/2018) e n. 64 (Bilancio di previsione per il triennio 2016/2018).

Presidente - Ricordo che inizia questa mattina la discussione generale sui punti 5.01, 8 e 9. Ricordo anche che in Conferenza dei Capigruppo è stato concordato di prorogare di un'ora la presentazione degli emendamenti, quindi potranno essere presentati entro le ore 14, anziché le ore 13, e potranno essere presentati alla Segreteria qui dell'archivio al primo piano del Consiglio regionale. La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

Sarà distribuita, pensavo fosse già stato fatto, una relazione. Ogni anno va fatta una comunicazione al Consiglio prevista dagli articoli 66 e 116 della legge n. 54 sul sistema delle autonomie in Valle d'Aosta, dove si fa un resoconto dell'attività svolta dal Consiglio permanente degli Enti locali e dagli altri Enti annessi. Vi verrà distribuita adesso la relazione in modo che su alcuni punti potrò sorvolare.

Sostanzialmente il Consiglio permanente degli Enti locali nel corso del 2015, sino al 16 novembre, ha svolto le seguenti attività: 30 riunioni del Comitato esecutivo, 8 riunioni dell'Assemblea del CPEL, 16 riunioni delle Consulte politiche esprimendo il proprio parere su richiesta del Presidente del Consiglio regionale, del Presidente della Regione e dei vari Assessorati: opere pubbliche, bilancio, attività produttive...sulle varie leggi che sono state proposte di cui avete l'elenco.

Per quanto riguarda il titolo VI "Finanza e contabilità", in quest'ambito nel corso del 2015 è proseguita l'attività di benchmarking, ovvero di confronto dei dati di sintesi sulle attività realizzate annualmente dagli enti, attività già avviata nel 2008 e che consiste nella raccolta di idonee misure ed indicatori per ogni centro di costo in cui è stata dettagliata l'attività degli Enti locali, al fine di valutare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dei servizi forniti dalle amministrazioni. Voglio sottolineare quest'aspetto perché l'adesione a questo progetto è stato molto elaborato e credo che chi ha partecipato lo sappia, che chi ha seguito queste impostazioni sappia la difficoltà di arrivare a questi punti, perché la disaggregazione dei costi, la possibilità di cercare, di evidenziare le reali capacità di utilizzo delle persone nelle singole amministrazioni ha comportato un lavoro molto importante e credo che, se si possono oggi efficientare i meccanismi anche eventualmente con les Unités, lo dobbiamo all'impegno che è partito con l'accordo dei Comuni. A poco a poco c'è stato questo lavoro importante con una commissione specifica che cercava di disaggregare i dati, di riunirli per far vedere qual era il costo unitario di ogni singola prestazione. Gli uffici hanno inoltre definito il contenuto del disegno di legge concernente: "Disposizioni in materia di contabilità degli Enti locali per il coordinamento con la disciplina statale vigente e per l'applicazione del sistema contabile armonizzato", quindi in qualche modo anticipando il discorso che la Regione farà con il disegno di legge che vi è stato presentato quest'anno in una forma non obbligatoria, ma dall'anno prossimo verrà utilizzato proprio questo sistema di armonizzazione.

In materia di finanza locale, sulla base del bilancio e della legge finanziaria per il 2015, con la delibera del 13 febbraio dello stesso anno, la Giunta ha definito, previa acquisizione del parere del CPEL, i parametri di riparto dei trasferimenti finanziari senza vincolo settoriale di destinazione ai singoli Comuni. Successivamente, con la delibera n. 253 del 20 febbraio la Giunta ha dato attuazione al protocollo di intesa avente per oggetto il Patto di stabilità degli Enti locali della regione a partire dall'anno 2013 approvando la disciplina del Patto stabilità per l'anno 2015.

In materia di tributi locali gli uffici hanno inoltre seguito le pratiche necessarie per la definizione degli importi dovuti dai Comuni a titolo di maggiore gettito IMU 2014 da restituire allo Stato per il tramite della Regione - come sapete, è la partita di giro di cui si è già parlato anche nella discussione del bilancio - e dei criteri di trasferimento e delle modalità di regolazione contabile di un acconto del maggior gettito IMU 2015 ai sensi del citato articolo 13.

Per quanto riguarda il Conseil de la plaine d'Aoste, nel corso del 2015 il Conseil de la plaine si è riunito due volte trattando i seguenti argomenti: la gestione associata delle funzioni di polizia locale tra il Comune di Aosta e alcuni Comuni costituenti il Conseil de la plaine; le funzioni e i servizi comunali gestiti in forma associata per il tramite del Comune di Aosta e la riorganizzazione del servizio di Allô Bus e Allô Nuit.

Per quanto riguarda l'attività istituzionale e ordinamentale, l'esercizio in forma associata di funzioni e servizi comunali in attuazione della legge n. 6, è tuttora in corso la fase di attuazione della legge recante la nuova disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali e soppressione delle Comunità montane, per molti aspetti demandata a deliberazioni che la Giunta, d'intesa con il Consiglio permanente, ha approvato. Una serie di provvedimenti tra cui: la delibera che si riferisce all'individuazione degli ulteriori contenuti obbligatori rispetto a quelli previsti dal comma 2 dell'articolo 104 della legge n. 54 del 1998, per quanto riguarda le convenzioni per l'esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali relativi agli ambiti di attività individuati, come previsto dall'articolo 20 della stessa legge; la delibera n. 421 del marzo 2015 che si riferisce all'approvazione della convenzione quadro per l'esercizio delle funzioni e dei servizi comunali di cui all'articolo 6 della stessa legge, gestiti in forma associata per il tramite dell'Amministrazione regionale e poi la delibera del maggio 2015 recante l'elencazione, ai sensi sempre della legge n. 6, delle attività ricomprese nelle funzioni e nei servizi comunali gestiti in forma associata per il tramite dell'Amministrazione regionale.

L'attuazione in particolare dell'articolo 19 della legge n. 6, che disciplina l'esercizio associato obbligatorio di funzioni e servizi comunali in ambito sovracomunale mediante convenzione tra Comuni, ha reso anche necessario l'intervento sostitutivo di cui al comma 3bis dello stesso articolo, conclusosi con la deliberazione del 17 luglio 2015 recante: "Individuazione, ai sensi dell'articolo 19 della legge n. 6, degli ambiti territoriali ottimali delle convenzioni per l'esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali di cui al comma 1 del medesimo articolo, per i Comuni che non hanno raggiunto un reciproco accordo". Il processo di riforma, tuttavia, è in continua evoluzione e tutti gli enti interessati (Regione, Enti locali e CELVA) stanno collaborando tra loro affinché l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali possa essere definito nelle sue forme con le modalità e nei tempi previsti dalla legge.

Per quanto riguarda gli interventi di razionalizzazione e snellimento degli apparati politico-amministrativi degli Enti locali, a seguito della legge n. 6, sono stati approvati nel corso del 2015 numerosi importanti interventi di razionalizzazione e snellimento degli apparati politico-amministrativi degli Enti locali, anche finalizzati al contenimento dei costi, tra cui la legge n. 1 del 19 gennaio 2015 recante modificazioni della legge che era alla base delle elezioni comunali; la legge n. 4 recante: "Nuove disposizioni in materia di indennità di funzione e gettoni di presenza degli amministratori dei Comuni e delle Unités des Communes valdôtaines della Valle d'Aosta"; la legge n. 10: "Disposizioni urgenti per garantire il servizio di segreteria nell'ambito delle nuove forme associative tra enti locali di cui alla legge regionale 5 agosto 2014, n. 6 (Nuova disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali e soppressione delle Comunità montane)" e la legge n. 17 recante la nuova disciplina del Consorzio dei Comuni del BIM, con modificazioni alla legge n. 54.

Per quanto riguarda l'incremento dell'attività di consulenza agli Enti locali, è giusto evidenziare che le novità legislative che abbiamo richiamato hanno comportato un rilevante incremento delle richieste di consulenza da parte degli Enti locali. Le problematiche affrontate sono state molteplici e hanno interessato soprattutto gli aspetti attuativi delle riforme ordinamentali, peraltro tutte concentrate in un lasso di tempo relativamente breve, avente come fulcro proprio le elezioni comunali del 10 maggio 2015.

Per quanto riguarda la collaborazione con il Consiglio permanente degli enti territoriali, è da sottolineare come la collaborazione tra Regione e CPEL, che ha avuto inizio negli anni scorsi per affrontare specifiche materie di particolare interesse per gli Enti locali valdostani (anticorruzione, trasparenza, società partecipate), si è particolarmente intensificato durante tutto l'anno 2015 per il costante impegno che la Regione, tutti gli Enti locali e il CELVA hanno profuso per assolvere agli adempimenti necessari per dare puntuale e completa attuazione al processo di riforma dell'ordinamento degli Enti locali, che voglio ricordare aveva fatto oggetto di un gruppo di lavoro a cui avevano partecipato tutte le forze politiche. Non aveva partecipato successivamente solo il Movimento Cinque Stelle, per tutti gli altri credo che questo lavoro sia stato molto importante e abbia permesso di prevedere e poi approvare delle leggi che hanno di fatto costituito l'ossatura della struttura per le elezioni del 10 maggio 2015 e che sicuramente hanno dato la possibilità di mantenere nei tempi giusti il nuovo ordinamento e di questo devo ringraziare tutti i partecipanti che hanno lavorato con questa finalità. Ecco, queste sono le indicazioni che emergono dall'attività nel 2015. Grazie.

Presidente - Grazie Presidente. Siamo in discussione generale. Chi chiede la parola? Colleghi, qualcuno deve iniziare...non vedo richieste; colleghi, vi sollecito a chiedere la parola, siamo in discussione generale sul bilancio. Collega Nogara, la ringrazio, prego.

Nogara (UVP) - Ho rotto il ghiaccio questa mattina. Grazie Presidente.

Bene, iniziamo proprio oggi con la discussione sul bilancio 2016. Vorrei innanzitutto fare una premessa che su questo bilancio ci sono due punti di rilievo che, secondo me, sono gli unici punti un po' importanti: il fatto che c'è stata...non so neanche bene come definirla, forse un'appropriazione indebita di circa 20.000.000 rispetto all'avanzo dei Comuni valdostani e poi i mutui che il Governo regionale ha voluto intraprendere appunto per poter chiudere questo bilancio, che comunque sono dei debiti che ci porteremo dietro per un bel po' di tempo. Ecco, queste diciamo sono le due cose rilevanti di questo bilancio, per il resto questo bilancio è fatto, purtroppo, da una cifra, rispetto anche solo a cinque anni fa, irrilevante e chiaramente spostando delle cifre non è che si fanno grossi cambiamenti, perché si accontenta qualcuno, si scontentano altri, però io metto il "però" e mi voglio riferire un po' anche a quanto è stato detto ieri nella presentazione del bilancio.

Incomincio con lei, Presidente, che ha scandito alcuni punti: per esempio, lei ha voluto dire che c'è da quest'anno una programmazione, una grande programmazione. Non mi sento di essere proprio d'accordo con lei, perché io adesso voglio parlare soprattutto del settore di cui mi occupo principalmente, che è il settore dell'agricoltura, dell'ambiente naturale. Ecco, nel settore dell'agricoltura la programmazione è data dal PSR, ma diciamo che il PSR non è una novità per il settore agricolo, perché per il resto come programmazione nel settore agricolo non ne vedo molta, anzi. Vorrei citare qualche problematica, secondo me, che c'è nel settore agricolo e vorrei iniziare proprio da un problema che abbiamo portato qui in aula non molto tempo fa che è quello dei consorzi. Io mi sono messo a cercare di capire, guardando il bilancio, guardando la gestione speciale di Finaosta, quali sono le cifre destinate a questi consorzi. Allora, ho avuto...chiamiamole un po' delle delusioni per quello che ho letto, perché, secondo noi, i consorzi sono degli enti sono importantissimi per la gestione del nostro territorio. Allora, ci ritroviamo a scontrarci con delle cifre, la prima cifra che troviamo è quella di circa 800.000 euro per il funzionamento dei consorzi. Vi voglio ricordare che, per il funzionamento dei consorzi, negli anni le cifre, come per tutto d'altronde, erano ben diverse: mi sembra che si sia passati da 2.300.000 l'anno scorso a 1.000.000 di euro e quest'anno 800.000, 1.000.000 di euro l'anno scorso, tra l'altro, per quanto mi sembra di sapere, si pensava di dare il 65 percento della spesa ammessa ai consorzi per il loro funzionamento, si è dovuto scendere al 45, perché non c'erano abbastanza soldi per tutti. Qui bisognerebbe anche aprire una parentesi, perché forse, riorganizzando anche un po' il dare questi soldi ai consorzi, bisognerebbe capire quali consorzi effettivamente hanno bisogno di questa ripartizione e quali no. Mi risulta che ci sono dei consorzi che, gestendo degli impianti idroelettrici, probabilmente di questi soldi non hanno un granché bisogno, tutti hanno bisogno dei soldi, però aiutiamo i consorzi più sfortunati, possiamo metterla così. Allora, questi 800.000 euro sono una miseria rispetto ai 2.300.000 ed è ancora meno rispetto all'anno scorso di 1.000.000, che siete stati obbligati a portare al 45 percento perché sennò non riuscivate ad accontentare tutti. Mi trovo poi la cifra di 180.000 euro con la specificazione che è per gli affitti delle varie strutture, probabilmente sono i capannoni che sono passati a Vallée d'Aoste Structure, diciamo che questo è un giro di cassa, perché chiediamo di pagare gli affitti e poi noi diamo il contributo solo per pagare gli affitti, secondo me, dovrebbe essere invece il contributo per lo sviluppo di questi consorzi.

Arriviamo poi al clou, appunto, della gestione speciale, dove troviamo 11.000.000 di euro in tre anni, che sono divisi in: 3.000.000 quest'anno, nel 2016, 3 nel 2017 e 4 nel 2018. Vi è però una piccola parentesi: c'è scritto che sono mutui agevolati per il riordino fondiario e per lavori di miglioramento fondiario. Io qua penso di parlare con tante persone che sanno come funziona un consorzio di miglioramento fondiario, io personalmente sono stato Presidente, so che ci sono tante persone qua che sono state all'interno di consorzi. Spiegatemi come pensate che un consorzio possa fare un mutuo per fare dei lavori all'interno. Non so, scoppia una tubazione dell'impianto di irrigazione e il consorzio decide di fare i lavori e di cambiare i tubi, allora, da dove volete che prendano i soldi? Li prendono dai ruoli. Allora, ci sono già grossi problemi per prendere i soldi dai ruoli adesso, cosa facciamo? Io vado dal Signor Donzel e gli dico: l'anno scorso pagavi 80 euro, quest'anno ne paghi 800 perché dobbiamo pagare il mutuo per fare il lavoro. Voi pensate che questo nella nostra realtà, qui da noi possa succedere? Piuttosto di fare una cosa del genere, rinunciano al diritto sulle acque. Ci sono già grossi problemi solo per pagare i ruoli, figuratevi a dover pagare un mutuo per poter fare dei lavori! Qua però vi spiego il trucchetto. Allora, ad ottobre è passata una delibera in Giunta sulla moratoria per le centrali idroelettriche, questa moratoria cosa dice? Dice che se ci sono già delle sub-concessioni delle acque su delle prese anche a scopo irriguo, ci si può collegare. È qua il trucchetto, nel senso che noi andiamo a finanziare delle ditte - sempre le solite, perché sono loro che fanno questi lavori -, andiamo a sovvenzionare queste per farsi un mutuo per pagarsi l'opera di presa dal consorzio, mettersi d'accordo più o meno con il consorzio di dargli una miseria per avere la concessione e questa, secondo me, non è la funzione che devono avere questi soldi: questi soldi devono avere la funzione di aiutare i consorzi di miglioramento fondiario per fare i lavori necessari di manutenzione. Noi abbiamo dato una valanga di soldi ai consorzi di miglioramento fondiario per fare i lavori, adesso li molliamo lì, se succede qualcosa, spiegatemi come li fanno. Cosa fanno, un mutuo? Vorrei capire chi è il Presidente di un consorzio qualunque che si prende la responsabilità di accendere un mutuo per fare i lavori di ripristino, poi, tra l'altro, che un consorzio possa prendere un mutuo in base alla legge che c'è adesso ho i miei dubbi, penso che si dovrebbe forse anche legiferare in questa direzione, perché non so se un consorzio può fare una cosa del genere. Ditemi chi dovrebbe dare le garanzie di un consorzio per un mutuo che prende per fare dei lavori. Questo adesso io lo dico per ragionamenti perché io ho visto qua...

Parlando sempre dei consorzi, mi viene da dire: allora abbiamo parlato di tutto, abbiamo visto che i consorzi sono malmessi, andiamo al PSR e il PSR, che dovrebbe essere salvatore della patria per tutto, non dà una lira per quanto concerne le acque, perché, come sapete benissimo, tutte le misure presentate a Bruxelles sono state bocciate e sapete anche qual è il motivo. I consorzi di miglioramento fondiario dal PSR perciò si devono togliere dalla testa di prendere 5 lire. Allora, noi ci troviamo - scusate il termine - con i consorzi di miglioramento fondiario in mutande, che sono sempre stati gli enti che hanno sempre vegliato, che hanno sempre curato il territorio, li lasciamo veramente in mutande, che non possono fare assolutamente niente: questa è la realtà delle cose, per capirci bene.

Veniamo poi a quanto avevo già portato tempo fa qui in Consiglio regionale su quello che concerne i riordini fondiari. Allora, non so se ci sono problemi o no per il fatto di questi riordini fondiari. Io so che questi soldi dovrebbero essere presi sull'avanzo della gestione speciale del 2015. Ecco, so che dovrebbe arrivare una delibera, passare una delibera, perché, se non passa entro il 31 dicembre, si perdono anche quei soldi lì per i riordini fondiari. Allora, speriamo che almeno quello si riesca a fare, perché altrimenti, perdendo anche quelli, siamo veramente sistemati, siamo a zero, sottozero per i consorzi. Ecco, questo è quanto, perciò, Presidente, qua vedo ben dura la programmazione in una situazione del genere.

Presidente, poi devo riconoscere qualcosa - e no - sul fatto dei cantieri forestali. Noi abbiamo avuto modo di discutere molto sui cantieri forestali in questi anni, siamo riusciti con tutta la minoranza a far passare certe cose gli anni scorsi. Quest'anno si sono mantenuti i cantieri forestali gestiti direttamente dalla Regione e si sono aumentate anche un po' le aziende che prendono in appalto i lavori. Ecco, lei appunto ieri ha fatto un passaggio dicendo che si è cercato di venire incontro alle richieste che erano state fatte anche a suo tempo dalla minoranza e anche dalla nuova entrata in maggioranza del PD. Devo dire che il PD, quando è entrato in maggioranza, qua nel loro programmino, nella bozza che c'era stata data c'era scritta la proposta di fare delle squadre che dovevano lavorare più mesi e penso che loro si riferissero al fatto...non solo quelle 67 giornate, ma "più mesi" voleva dire almeno cinque mesi come mi sembra avessero scritto sul loro programma e penso si riferissero al fatto del problema che abbiamo con la processionaria. Questo è un grosso problema, ci dovrebbero essere delle squadre che, invece di lavorare solo per poche giornate, possono lavorare per un po' con continuità, perché ne abbiamo già parlato, adesso io non voglio qui...però alla fine della storia qua ci troviamo sempre con un grosso problema dovuto anche a delle temperature particolari, per carità, ma comunque la processionaria continua ad esserci. Continua ad essere un problema che, se non si affronta come deve essere affrontato...io qua non voglio passare come lo specialista che vi spiega come deve essere affrontato, abbiamo dei servizi forestali che sanno benissimo quali sono le problematiche che ci sono e sanno benissimo come devono essere affrontate. Io vi assicuro che tutto va bene: va bene la lotta con i ferormoni, va benissimo, vanno bene anche le iniezioni che fanno nelle piante, io quello ero andato a farlo 10 anni fa, in Svizzera ero andato a vederlo, ma vi assicuro che costa tanto, ma se non sei capace a farlo, non funziona, perché se non sei capace e se non capisci la funzione di questi animali, di questi lepidotteri e del ciclo - devi guardare le temperature e tutto -, non funziona, buttate dei soldi, scusate, ma li buttate nel gabinetto! Allora, è molto più importante mettere su delle squadre che lavorino nel momento giusto, perché, quando fa freddo, devono iniziare, tagliare tutto quello che possono. Allora, con tutta questa lotta integrata si riesce a combinare qualcosa, altrimenti non si combina niente. Questo è per quanto concerne i cantieri forestali.

È chiaro poi che dobbiamo incominciare a parlare di agricoltura, l'ho già ricordato in commissione, l'ho già ricordato all'Assessore, l'ho già ricordato al rappresentante degli allevatori...probabilmente in concomitanza con l'Assessore hanno deciso di fare la stessa dichiarazione perché, se si legge la dichiarazione dell'Assessore e quella del Presidente dell'ARER, sono uguali: "abbiamo salvato l'ARER e l'ANABORAVA perciò siamo a posto, noi con l'agricoltura siamo a posto", ecco, volevo solo ricordarvi che nel 2010 c'erano 77.000.000 e quest'anno ce ne sono 7. Quando ho fatto rilevare al Presidente dell'ARER quest'incongruenza, ha cambiato completamente versione: ha detto che c'è una grossa crisi, che non si riesce più a vivere, non si riesce più a programmare, adesso mi addentrerò un po' in tutta la programmazione che dovrebbe andare dietro all'agricoltura, che non c'è. Ecco, allora per l'agricoltura adesso è normale...siccome non ci sono più contributi, i contributi sono pochissimi perché ormai gli unici contributi che vengono dati dall'Amministrazione regionale al settore zootecnico sono soprattutto quelli che vanno dati per le fiere, per le manifestazioni, poi per la razza, non so se ancora viene dato qualcosa per la mastite...sotto questo punto di vista, bisogna subito parlare del PSR. Allora, qui si è fatta tanta pubblicità sul PSR, si è detto che dovrebbe essere la salvezza del mondo agricolo valdostano e io dico meno male che c'è il PSR, perché dà un aiuto, perché sennò proprio saremmo sotto terra. Allora, il PSR...vabbè, probabilmente lì c'era stato un errore dalla prima asta che era stata mandata dall'Assessorato dell'agricoltura che c'erano 138 miliardi in sette anni per 360 aziende, anch'io allora volevo aprire un'azienda... Volevo ricordare che sono 3.400 le aziende che teoricamente possono appunto usufruire del PSR e che, se noi parliamo di aziende, dobbiamo moltiplicare anche questo numero, perché un'azienda può fare anche diverse domande sul piano di sviluppo rurale, perciò queste 3.400 aziende vengono 4.500-5.000 domande.

In più il PSR non è solo per gli agricoltori. Abbiamo 5.800.000 per la banda larga, 8.000.000 per la forestazione, abbiamo 800.000 euro per...cioè ci sono un sacco di misure che con l'agricoltura in fin dei conti c'entrano ben poco, perciò chi usufruisce di questo PSR non sono più le 3.400 aziende che possono portare 5.000 domande, ma sono 6.000-7.000 utenti, perché, quando si parla di quasi 6.000.000 di banda larga, questi 6.000.000 devono essere decurtati ai 138, poi si devono decurtare quelli per la forestazione, poi si devono decurtare per altre misure che in questo momento possono anche servire un mondo agricolo, però anche no, perché se un proprietario di boschi...che potrei essere io che ho dei boschi, se faccio una domanda per il PSR, posso accedere ai contributi. Ecco, allora diciamo che per questo PSR non è che bisogna...bisogna dire che è il minimo indispensabile e poi bisogna anche vedere adesso la sua applicazione, perché è un punto interrogativo la sua applicazione. Io ho contattato diverse persone che lavorano in quest'ambito, ci sono delle quasi certezze e ci sono tanti punti interrogativi. Ci possono essere nell'andare degli anni, probabilmente verso il 2018, delle agevolazioni per chi mantiene probabilmente il territorio in alta montagna agli alpeggi, ma c'è una cosa da dire: noi con questo piano del PSR...gli allevatori soprattutto hanno fatto un contratto dove devono portare un carico in questi alpeggi. Se questo carico non viene mantenuto e noi vediamo che tutti gli anni c'è una diminuzione di animali, di bovini che vengono allevati per diversi problemi, ci possiamo trovare nella situazione che ad un certo punto non ci sono più animali e non c'è più l'impegno che l'allevatore si è preso verso la Comunità europea per appunto mantenere questi animali e mantenere il territorio in alta montagna.

Alla luce di tutto questo, è chiaro che noi dobbiamo collegarci immediatamente alla nostra AREA qui in Valle d'Aosta, che dovrà essere il fiore all'occhiello dell'amministrazione per la velocità, per l'efficienza, per l'organizzazione che deve avere nel suo ufficio, perché è l'unica speranza che ha il mondo agricolo valdostano, nel senso che il mondo agricolo valdostano, Presidente, ha bisogno di programmazione. Se noi non gli diamo almeno due certezze di due pagamenti più o meno sicuri all'anno, nel senso che - adesso io le faccio degli esempi stupidi - che a novembre-dicembre si possa essere pagati e avere un anticipo e che a luglio, ad agosto si possa avere il saldo di quello che è dovuto, almeno questo, ecco, se c'è almeno questa programmazione, un qualcosa di buono per il mondo agricolo valdostano riusciamo a fare.

Io ho sentito - e termino su questa materia - diverse volte ultimamente sia da lei, Presidente, che dal Ministro Martina il fatto di sfruttare al massimo la risorsa silvo-culturale, cioè praticamente riuscire a sfruttare al massimo quello che ci può dare la foresta qui in Italia, ma soprattutto in una regione come la nostra, dove vediamo che la foresta sta avanzando dappertutto, sta avanzando sugli incolti. Abbiamo la possibilità di sfruttare anche questo, che è un bene economico importante per la nostra regione. Io volevo solo farvi un appunto: se noi sfruttiamo le nostre foreste con le aziende a cui diamo degli appalti, che sono aziende, per carità, va benissimo...ecco, mi sono dimenticato una cosa importante...vi devo ringraziare, avevo chiesto i dati per il cottimo fiduciario e devo dire che il cottimo fiduciario praticamente è stato quasi applicato: è stato applicato al 90 percento, perciò è una cosa ottima per la nostra Regione. Adesso vi dico che le aziende comunque che prendono questi lavori non sono aziende specializzate in questi lavori, almeno per l'80 percento non lo sono. Allora, se noi parliamo di valorizzare le nostre foreste, se noi vogliamo parlare di sfruttare questo bene importante, che è il legname, che può essere venduto, che è una risorsa della nostra regione, non possiamo andare con i cantieri che fino al giorno prima...con aziende che fino al giorno prima gettavano solette o mettevano piastrelle, cioè capite che non è così performante. Allora, poi ci troviamo che, invece di fare dei buoni lavori all'interno delle nostre foreste, dei nostri boschi, facciamo abbastanza danni. Allora, questa è la cosa importante che volevo dire a lei, Presidente, e a lei, Assessore: volevo dirvi che forse per questi lavori noi avevamo le maestranze che li avrebbero fatti nel miglior modo possibile e che potevano far rendere questo legname, perché noi ci troviamo delle aziende, ma non per colpa loro, che lavorano all'interno di un bosco, ma, come le dicevo, se fino al giorno prima mettevano le piastrelle, è difficile che si sappiano adeguare a tagliare piante, si fanno anche male e allora cosa succede? Che quei due operai che vengono presi, quei due bûcheron magari che vengono presi in queste ditte sono gli unici che tagliano...sì, però non c'è la capacità nell'esbosco, non c'è la capacità di fare attenzione per i danni. Allora, alla fine se tu vai a vedere in un bosco un taglio fatto da una ditta del genere, ci sono più danni che benefici: è questo il problema. Allora, noi avevamo una struttura con bûcheron, con persone specializzate che invece ci potevano dare un qualcosa, ci potevano dare dei benefici. Mi riallaccio alla proposta che aveva fatto il PD quando a luglio è entrato in maggioranza, che diceva ci devono essere delle squadre formate da operai specializzati, ecco, io avevo detto magari un po' di più...ero stato quasi deriso, avevo detto: cominciamo con un piano, non abbiamo neanche cominciato con quello! Ci deve essere programmazione per fare queste cose. Bisogna avere delle squadre forestali, non dico tante, ci devono essere poche squadre forestali specializzate. Sono attrezzate perché abbiamo tutto il materiale lì nei magazzini, materiale eccellente, materiale fatto apposta per questi lavori e allora potete a questo punto parlare di sfruttamento delle foreste della Valle, perché se mi parlate di sfruttamento e di un rientro economico per quello che si può fare nelle foreste della Valle, se pensate di farlo con le ditte che gettano le solette per sei mesi e poi vanno a fare questo lavoro, si fanno più danni che altro. Ecco, io volevo terminare ancora con questo, proprio nella cura, nella sorveglianza del territorio e tutto.

Quello che mi ha colpito ancora guardando i bilanci...adesso qui ho un sacco di fogli, mi ero tutto preparato, ma alla fine si fa sempre un po' di confusione...riferendomi sempre a quello che mi diceva lei ieri, Presidente, per la programmazione che sono stati stanziati 5 milioni di euro per quello che riguarda per problemi appunto di pioggia ,che ci sono delle frane, qualcosa del genere...praticamente era il contributo che già da sempre l'Amministrazione regionale dava ai Comuni quando c'erano delle problematiche per il territorio. Spiegatemi una cosa: ho visto che ci sono 5 milioni quest'anno, mi sembra, e poi che non ce n'è più, io ho guardato solo il triennio. Allora, nel triennio siccome io ero abituato, tra l'altro, ad altre cifre, perché con 5 milioni...speriamo che ci sia tanta siccità nei prossimi anni e che non ci siano colate di fango, qualcosa del genere; negli anni scorsi, come in tutte le cose, c'erano molti soldi, questo per la tutela del territorio è importantissimo. Allora, io guardando questa cifra, guardando 5 milioni di euro per il 2016 e poi vedendo che per il 2017 e 2018 non c'è una lira, mi viene da pensare, allora mi viene da dire che forse hanno sperato che ci fosse tanta siccità e che non ci siano colate di fango e grosse piogge, proprio per la programmazione. E qua mi riferisco - adesso non c'è... - all'Assessore Perron, appunto, dove magnificava anche proprio tutti gli interventi che vengono fatti in agricoltura e ha proprio citato i consorzi; dopo quello che ho esposto, mi sembra un po' fuori luogo fare delle affermazioni del genere, perché sì, ti viene da dire: per l'agricoltura...non so se è una magra consolazione, perché alla fine il Presidente dell'ARER ci ha detto: "sì, avete ragione, ma ormai noi non sappiamo neanche più cosa dire, ci sentiamo fortunati perché hanno tagliato da noi meno che da tutti gli altri".

Probabilmente se qui si facesse un discorso e si ragionasse un po' intorno ad un tavolo, alla fine bisognerebbe dire dove noi, come Valle d'Aosta, vogliamo arrivare e dove vogliamo andare. Allora, penso che tutti possano darmi ragione in un'affermazione del genere. Noi abbiamo il turismo che senz'altro è importantissimo, la cultura che è importantissima, ma l'agricoltura è altrettanto importante: sono le tre cose che vanno collegate assieme, ma se noi continuiamo a tagliare linearmente...e anche il Consigliere La Torre - e anche lui non c'è in questo momento - secondo me, ha fatto una buona presentazione di questo bilancio perché ha toccato proprio i vari punti dolenti che abbiamo, ma se noi non investiamo in queste cose importanti per la nostra regione e facciamo dei tagli lineari perché bisogna tagliare un po' a tutti in questo modo, io non penso che avremo un gran futuro qui in regione. Noi di che cosa viviamo ormai? Vediamo che le fabbriche stanno chiudendo una dopo l'altra e l'ultima è proprio, purtroppo, la Lavazza a Verrès, le uniche nostre risorse importanti quali sono? Sono appunto quelle del turismo. Se non investiamo nel turismo collegato strettamente all'agricoltura, perché io voglio vedere dei turisti che vengono qui in Valle e si trovano tutti i terreni, i prati incolti, i boschi dove non si può transitare, i sentieri impraticabili, degli smottamenti, cioè l'agricoltore è la sentinella del territorio valdostano, è la cultura. Sono le tre cose - l'Assessore Rini, giustamente mi fa cenno con la testa - che ormai...poi chiaramente ci sono i servizi, c'è la sanità, però, per lo sviluppo della nostra regione, è qui che noi dobbiamo investire, secondo me, secondo noi, i soldi. Si magnifica sempre tanto l'agricoltura, si magnifica sempre tanto il nostro territorio, si magnifica tanto l'enogastronomia che adesso qualcosa si cerca di fare, ma alla fine se non sono i singoli...noi, come Amministrazione regionale, continuiamo a tagliare, non continuiamo ad aiutare. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 9,42 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.

Follien (Presidente) - Grazie. Verrà distribuita la relazione inerente la legge regionale n. 5 del 2000, che è stata depositata a questo tavolo della Presidenza dall'Assessore Fosson. La parola al Consigliere Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Buongiorno colleghi, beh, abbiamo lavorato intensamente in quest'ultimo periodo in Commissione e anche leggendo una gran mole di dati da cui è poi non semplice riuscire a estrapolare...come dire? un quadro esaustivo, anche perché, come sempre, quando i sistemi sono molto complessi, si prestano ad essere tirati un po' da una parte e un po' dall'altra, ma, dopo aver ascoltato le relazioni di ieri dell'Assessore Perron e del Presidente della II Commissione, La Torre, e del Presidente Rollandin, vorrei partire proprio da quest'ultimo aspetto. Ieri il Presidente ha citato la risoluzione approvata da questo Consiglio all'unanimità dove si andava a cercare di portare avanti delle azioni per fare nuovi accordi con lo Stato che fossero vantaggiosi per la Regione. Ecco, lei, Presidente, ha fatto un richiamo ieri proprio a quanto era stato approvato da questo Consiglio e ci sono delle curiosità, cioè ammetterà che lei ha citato anche il Senatore dove gli emendamenti portati a sostegno sono stati tutti bocciati, ma comunque vi è stato un voto di fiducia. Questa è un po' una curiosità...un voto di fiducia, un'approvazione sostanzialmente, è stato...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...sì, ha ricordato anche l'ordine del giorno per cui ci sarà un'apertura, però capisce che chi si basa su quella risoluzione per poi andare a portare le istanze in Parlamento e vedendosi bocciate tutte le richieste, dopodiché approva...capisce che...come dire? si rimane un po' stupefatti su questa cosa. Per intanto bisogna annotare alcune cose: è già stato detto che i primi tre titoli impegnano circa il 70 percento di tutto il bilancio complessivo, ma un'osservazione è questa: nella risoluzione c'è scritto di superare i vecchi vincoli del bilancio e quelli con cui la Regione va a risanare le finanze dello Stato, ecco, a noi quest'anno ci viene trattenuto un ammontare di 243 milioni di euro, che abbiamo detto da tutte le parti che è una trattenuta enorme, che mette in crisi proprio il bilancio stesso, il funzionamento della nostra Regione. Vorrei ricordare che la Provincia di Bolzano, che ha cinque volte gli abitanti della Valle d'Aosta, ha non una trattenuta, ma devolve liberamente 340 milioni allo Stato, quindi c'è una grande disparità su questo, cioè noi paghiamo veramente una cifra molto elevata.

Venendo invece alla relazione dell'Assessore Perron - e non lo vedo in aula, ma sicuramente potrà ascoltare in un secondo momento -, c'è una questione anche sul metodo. Ieri ci sono stati distribuiti diversi emendamenti, neanche troppo leggeri, su cui però non si è mai discusso nelle commissioni, emendamenti che vanno a ridisegnare il sistema con cui verranno affrontati i bilanci per il futuro, ma che non sono stati minimamente illustrati né alle commissioni, né a questo Consiglio, non sarebbe male che l'Assessore prendesse un po' di tempo per illustrare queste modifiche a tutto il Consiglio, credo sia importante.

Vi è poi da notare che, dopo mesi di proclami e di piagnistei sul fatto che comunque il bilancio era in crisi e che la finanziaria doveva far fronte ad ammanchi importanti: 79 milioni, ma anche oltre, rispetto agli anni passati, alla fine vi è da osservare che, facendo i conti, il livello su cui si riportano i conti è quasi alla pari, perché le risorse vengono reperite azzerando un altro investimento importante: quel famoso mutuo derivante dalla legge n. 40 del 2010 dell'ospedale e da lì vengono prelevati quei 118 milioni che poi vengono utilizzati per fare gli investimenti, tutto in gestione speciale tramite Finaosta. Mi corregga, Presidente, se...però facendo cosa? Nel contempo azzerando quella che era la previsione dell'ospedale. Giusto? Vengono tolti da quella cosa lì. Sì, vengono poi presi, staremo a vedere per il futuro cosa succederà.

Su quanto riguarda l'idea della ripresa si fanno degli investimenti sul turismo e i beni culturali, abbiamo ascoltato anche l'Assessore Rini in commissione, che ci ha illustrato quest'idea di finanziare progetti cantierabili, a noi però in commissione un piano dettagliato dei lavori, delle priorità non è ancora arrivato, quindi, a quanto ci risulta, per noi questa cosa è ancora abbastanza fumosa, mentre invece manca un'altra cosa importante che, secondo il gruppo ALPE, era importante inserire nella finanziaria: è una strategia comune di marketing per la Regione Valle d'Aosta. Questo ad oggi non c'è ancora, sì, state facendo, ma ad oggi questa cosa qua non la discutiamo ancora, noi solleciteremo su quest'aspetto perché riteniamo che sia non secondario, bene gli interventi per andare a fare gli investimenti, per i beni culturali, eccetera, ma manca comunque una strategia comune che bisognerà andare a trovare nel più breve tempo possibile.

Sulla ripresa dell'edilizia si fa un passaggio nella relazione dell'Assessore Perron, ma se andiamo a leggere tutti i documenti che ci sono pervenuti sia dalle imprese, ma anche nella stessa nota che ci è stata data ieri sulla situazione economica della Valle d'Aosta, questo dato di ripresa dell'edilizia non si vede, anzi si vede che il settore edilizio in Valle d'Aosta è in crisi gravissima con perdita di posti di lavoro, assomiglia più ad un'emorragia che ad una perdita di posti di lavoro. In concreto non si vede molto, ci sono stati proclami diversi, ci sono stati convegni, progetti pilota, ma l'obiettivo finale, che comunque rimane è quello di cercare di far riprendere il settore...secondo noi del gruppo ALPE, un aspetto su cui bisognerebbe andare ad intervenire è andare finalmente a cercare di migliorare, di elevare il livello prestazionale ed energetico del patrimonio edilizio. Ecco, questo rimane ancora molto vago, perché sì, rimangono gli incentivi dello Stato, ma bisogna ricordare che, per arrivare a fare degli interventi usando gli incentivi dello Stato, bisogna avere dei capitali da investire. Ecco, la Regione su questo non ha risposto efficacemente, perché anche un mutuo non dà risposte. Vorrei ricordare che invece in Trentino cosa hanno fatto? In Trentino, a tutti, se fanno interventi energetici, viene anticipata la somma fino al raggiungimento dell'equivalente del contributo statale. Ecco, su questo manca ancora una risposta valida e soprattutto manca anche una cosa che non è secondaria: quando si vanno a fare dei ragionamenti di risanamento energetico, bisognerebbe cercare di ragionare non su particolari, su dettagli, cioè se io cambio i serramenti di un immobile, di un condominio, non faccio nessun intervento di risanamento energetico ma intanto dreno risorse pubbliche, mentre invece gli interventi dovrebbero essere fatti sull'interezza degli edifici e dove? A partire da che cosa? A partire da delle valutazioni precise per andare non a portare in classe in classe A quello che è in classe C, o in classe B ma i disastri, i colabrodi energetici...cosa che per adesso non ci è dato ancora sapere.

Sugli interventi del settore agricolo ha già detto bene il collega Nogara, fino ad ieri da tutte le parti si parlava di gravissima crisi, oggi, leggendo le relazioni, sembra quasi che questa crisi sia tutta passata, il PSR approvato, l'incontro con il Ministro Martina ha dato i suoi frutti, ma in realtà gli agricoltori lamentano ancora molte difficoltà e lamentano ancora le difficoltà legate alla macchina burocratica che è peggiore quasi della mancanza di risposte chiare sui contributi.

Visto che siamo in tema, faccio un piccolo passaggio, perché è quasi impossibile riuscire toccare tutti i temi, perché sono estremamente vasti, ma c'è un grande richiamo nella legge finanziaria, c'è tutta una serie di articoli sui fondi europei, su cui si dà grande attenzione molto probabilmente non perché i fondi europei esistono da oggi, ma probabilmente perché, mancando più risorse a livello regionale, si ricorre, si guarda con più attenzione anche a quelli europei. Ecco, dal nostro punto di vista, vi è però la necessità di ottimizzare questo sistema, nel senso che vi è già tutto un apparato per cercare di convogliare, per accedere ai progetti, per dare supporto, per fare delle valutazioni. Ecco, secondo noi, questa cosa però è ancora da sistemare, non è stato fatto a sufficienza, perché non è garantita la partecipazione di tutti i portatori di interesse in maniera paritaria per arrivare a formulare dei progetti e accedere ai fondi europei e occorre ottimizzare tutte le funzioni di supporto per arrivare a questo, ma soprattutto occorre anche fare un'altra cosa: occorre andare a valutare meglio, perché le valutazioni ci sono, ma valutare meglio le reali ricadute e concrete sul territorio, perché a quello dovrebbero servire i fondi europei, cioè, più che fare funzionare la macchina burocratica, i fondi europei dovrebbero servire ad avere ricadute precise sul territorio e questa parte valutativa, anche guardando quanto pubblicato sul sito della Regione, è un po' lacunosa ancora, dal nostro punto di vista, andrebbe migliorata.

Sui trasporti siamo in un punto ad oggi di non avere neanche avuto le risposte su quello che è stato approvato nel Consiglio speciale dedicato proprio ai trasporti, da cui erano scaturite quattro risoluzioni, dove c'erano stati degli impegni, dove però ad oggi quegli impegni non sono ancora stati realizzati, nonostante le discussioni, cioè sono stati presi degli impegni, ma la concretezza su questo non c'è, non è ancora chiaro...e qui viene un po' meno la programmazione che è stata citata solo ieri, come, tra l'altro, anche si vede dalla relazione della Corte dei Conti che contesta proprio una carenza di programmazione finanziaria. Quali strategie sono state messe in atto non per il mantenimento dello stato attuale, ma per il futuro delle Ferrovie, del trasporto su gomma, dell'autostrada, dell'aeroporto, dalla lettura dei documenti, risulta lacunoso. Ci sembra di cogliere che l'indirizzo dato è quello di cercare di mantenere, ma non vi è nessuna idea su quale futuro vogliamo dare alla nostra Regione. Quale futuro vogliamo dare per la ferrovia? Perché, al di là degli impegni dell'Assessore Marguerettaz, che dice: "noi siamo aperti ad esplorare tutte le possibilità", ma la politica quali risposte vuole dare sul sistema dei trasporti in Valle d'Aosta? Sappiamo che vi sono delle difficoltà di ogni livello, difficoltà per il reperimento delle risorse, difficoltà complesse, perché il tema è complesso, ma ad oggi però, almeno per quanto riguarda il gruppo ALPE, non è chiaro quale indirizzo il Governo regionale vuole dare in questo senso.

Anche il piano delle dismissioni, che è stato citato ieri dall'Assessore Perron, rimane un qualcosa di estremamente fumoso, che credo debba andare meglio delineato nel futuro, anche perché se l'intento è quello di tacconare in qualche modo la mancanza di risorse, o vi è un piano preciso su queste dismissioni, altrimenti veramente diventa difficile capire quali sono le vostre intenzioni.

Facendo un altro passaggio sulla macchina regionale e sui rapporti con le società partecipate e controllate, giusto ieri ci è stato dato un documento sull'armonizzazione dei bilanci che in un futuro dovrebbe prevedere anche l'immissione dei dati relativi alle società partecipate e controllate, ma manca sia nel DL 63, sia nel DL 64 un vero processo di snellimento della macchina elefantiaca regionale, manca anche - tra l'altro, derivante da una richiesta della stessa Finaosta nelle commissioni... - una reale mobilità del personale per ottimizzare in un quadro unitario tutto il personale della Regione sia nella macchina amministrativa della Regione, ma anche nelle società partecipate.

Venendo alla relazione del Presidente La Torre di ieri, dov'è stata citata questa decrescita vista come una sorta di opportunità per ristrutturare il sistema - non felice, ma il collega La Torre parla di decrescita ristrutturante -, come possiamo non essere d'accordo quando si dice che facendo...come dire? una similitudine dietetica, si parla di snellimento, di tagli del tessuto adiposo sugli eccessi, sugli sprechi della nostra macchina amministrativa. Come non essere d'accordo quando si parla di assumere responsabilità? Dobbiamo cioè farci carico delle responsabilità per creare delle condizioni di maggiore attrattività per la nostra regione per il rilancio delle imprese e dell'economia, assumendoci anche però il fardello della riscossione delle imposte, ma di questo, al di là della relazione del collega La Torre, su cui noi siamo d'accordo, nei disegni di legge presentati dal Governo di questo non c'è però traccia. Come non essere d'accordo sulla "alleanza strategica con i territori alpini - riprendo proprio le parole paro paro - e in particolare con quelli istituzionalmente omologhi...", cioè quei territori alpini che più ci assomigliano, come il Trentino, il Friuli, mentre si lamenta anche la mancanza di collaborazione, ma questa cosa noi la auspichiamo fortemente. Come non essere d'accordo nel sostenere il fatto che l'unione fa forza, unendo i nostri sforzi a livello anche romano con i Parlamentari che vengono da quelle Regioni, solo lì possiamo avere maggiore forza ed incisività ed aggiungerei non solo, ma anche ponendo sul piatto delle contrattazioni, come fanno i nostri colleghi, un sistema che funzioni. Come mai il Trentino e la Provincia autonoma di Bolzano possono andare a contrattare efficacemente con lo Stato? Perché il loro sistema funziona molto meglio dello Stato. Ecco, che lì lo Stato è più...come dire? accondiscendente maggiormente ad accettare condizioni più sfavorevoli per lo Stato, ma più favorevoli per i territori. Ecco, su questo noi siamo perfettamente d'accordo, credo che in queste discussioni noi...e lo dimostreremo fattivamente portando anche degli ordini del giorno per discutere di questo e vedremo se su questo ci saranno veramente gli impegni e la volontà di tutto il Consiglio.

Concluderei brevemente citando il Presidente, che ieri ha parlato di forzare la ripresa leggendo l'articolo 11, che è quello che va a parlare di...come dire? sostegno all'economia, alle imprese e alla ripresa, dicendo che solo con il mutuo è possibile bypassare il tetto di spesa, perché altrimenti noi saremmo vincolati dall'eurocompatibile, che...come dire? ci penalizza pesantemente, come ho già detto prima. Il Presidente ieri ha detto che il 2017 sarà ancora un anno di riduzione e poi magicamente arriverà il sole, nel 2018 finalmente gli accordi politici, che sono stati firmati recentemente, finalmente daranno nuove risorse alla Valle d'Aosta per far fronte ai vecchi impegni che potranno essere onorati e per avere di nuovo nuove risorse a disposizione nel bilancio regionale, sarà un caso che il 2018 coincida con le nuove elezioni regionali... C'è un problema però: che quell'accordo è una tantum, non è una cosa di strutturale per cui avremo risorse per sempre, poi me lo spiegherà meglio il Presidente, ma il problema è il dopo. Dal 2018 in poi cosa succederà? Su questo aspettiamo la replica, probabilmente non abbiamo capito bene noi, Presidente...

Secondo il parere del gruppo ALPE, che vede nel cambiamento del modello Valle d'Aosta lo scopo della propria presenza qui, facendo una sintesi di tutto quello che ho detto...a noi in questi disegni di legge non sembra di cogliere veramente la volontà di andare in una certa direzione e di volere veramente dei cambiamenti su quello anche che è stato detto in quest'aula, per esempio, dal Presidente della II Commissione La Torre, ecco, su questo a noi pare che ci siano veramente pochi segnali che vadano nella giusta direzione. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Roscio. Altri colleghi che vogliono intervenire? La parola alla Consigliera Fontana.

Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Signor Presidente, colleghi e colleghe, oggi discuteremo il bilancio di previsione per il triennio 2016 e 2018, un bilancio caratterizzato dalla sempre più drastica riduzione delle risorse finanziarie a disposizione della nostra Regione. Dal 2010 ad oggi il bilancio regionale della Valle d'Aosta è stato praticamente dimezzato. A questo salasso si aggiunge una diminuzione di altri 74 milioni di euro, che sono però ancora oggetto di un confronto aperto tra Governo e Regione al fine di una corretta applicazione dell'accordo 2010 con il Governo Berlusconi. Un dato tra tutti quello della sanità, che, tra l'altro, rimane la voce di spesa più ingente, che da 244.000.000 di euro per il 2015 passa a 233.300.000 di euro, circa 10.000.000 in meno per il 2016.

Di fronte a questo scenario molto difficile possiamo comprendere qual è lo stato di salute delle nostre casse e i risvolti sociali di questa riduzione di bilancio sono molteplici e si cumulano con gli effetti della crisi che sono ancora molto evidenti. Siamo di fronte ad un cambiamento delle risorse in entrata estremamente significativo che ci costringerà a ripensare alla politica valdostana tutta. Tutto ciò che fino ad ieri ci siamo potuti permettere oggi non è più concesso. Gli effetti di questa crisi hanno condizionato fortemente la nostra Regione, minori risorse in meno significa dover razionalizzare con la stessa meticolosità del certosino, saper gestire comunque servizi di qualità sinora promossi, contenendo i costi, dove ci siano i margini per poter sopravvivere senza effettuare tagli lineari e chiudere gli stessi. Bisogna puntare perciò ad una riorganizzazione dei servizi e cercare di reperire nuovi gettiti anche con la collaborazione del privato. Un bilancio così stringente è quindi finalmente l'occasione di iniziare a concretizzare una riorganizzazione dei servizi, riorganizzazione già più volte auspicata in passato e mai applicata, una riorganizzazione virtuosa, che sappia ridurre gli spechi, contenere i costi e nel contempo cogliere al meglio le esigenze dei cittadini.

Questo bilancio punterà in particolar modo su alcuni punti cardine fondamentali: massimizzare l'utilizzo dei fondi comunitari, da 22 milioni di euro solo per il 2016...favorire l'occupazione attraverso iniziative inserite nel piano di politica del lavoro, cultura, turismo e sviluppo economico, con significativi aumenti di risorse da 56,1 milioni di euro a 71,1 milioni; la valorizzazione del patrimonio immobiliare; l'aumento delle politiche sociali da 9 milioni a 11 milioni di euro, le misure di inclusione attiva, il sostegno al reddito, che prevedono uno stanziamento iniziale di 1.400.000 euro per il 2015. La politica oggi più che mai deve indicare la strada da seguire dando delle priorità. Meno risorse ci sono più è necessario avere idee, razionalizzare al contempo e ottimizzare i servizi. Dobbiamo cercare di rivalutare i limiti del momento facendoli diventare risorse. Dobbiamo puntare su nuove vie, nuove possibilità, collaborando tutti, pubblico e privato, in sinergia per migliorare la qualità di vita della nostra regione.

Ognuno ha delle responsabilità su come sarà il nostro futuro, in primis la politica, come poc'anzi evidenziato. Questa responsabilità noi del gruppo del Partito Democratico-Sinistra VdA ce la sentiamo addosso e siamo ben lieti di farcene carico. Siamo entrati in maggioranza da cinque mesi, con la volontà innanzitutto di dare più stabilità politica alla nostra Regione e una nuova prospettiva di governo. Siamo entrati in maggioranza con l'intento di apportare il nostro contributo con un accordo politico che evidenzia quale sia il nostro modo di interpretare la politica valdostana. Tale accordo prevede molteplici punti, tra cui il cambio dei vertici e la riorganizzazione del Casinò; una maggiore trasparenza nelle società partecipate tramite una selezione attraverso concorsi; le misure di inclusione attiva a sostegno al reddito; maggiore attenzione alle politiche del lavoro con particolare riguardo a sviluppo, innovazione e la stabilizzazione dei precari della Società di servizi; la valorizzazione del nuovo sito archeologico rinvenuto negli scavi dell'ospedale; una maggiore attenzione all'agricoltura, anche attraverso provvedimenti quale il finanziamento delle rassegne zootecniche; la riorganizzazione amministrativa anche tramite la riduzione del numero dei dirigenti; la riorganizzazione del piano dell'offerta formativa della Nuova Università, collegandola al nostro sistema economico, turistico e agricolo; l'adattamento della riforma della Buona scuola alle peculiarità del nostro sistema scolastico, con particolare riguardo all'ampliamento dell'insegnamento delle lingue; un lavoro di rete che metta in collegamento le iniziative culturali, turistiche e agricole; il potenziamento delle politiche giovanili e del lavoro e molto altro ancora.

Sulle politiche sociali abbiamo da sempre un'attenzione particolare e costante, lo dimostra il fatto che oggi i relativi finanziamenti sono in linea con quelli che erano stati previsti per il 2015, testimoniando che non c'è una rinuncia della nostra Regione a sostenere un modello di welfare di alto profilo, anzi c'è un'attenzione ancora maggiore rispetto al passato. Oggi il PD-Sinistra VdA è in prima linea nel farsi carico dell'attuale drammatica situazione socio-economica valdostana.

Siamo entrati in maggioranza in un periodo in cui la politica ha la necessità di operare tagli, anziché elargire contributi qua e là, ma questa nuova sfida non ci intimorisce. Riteniamo che la buona politica debba emergere proprio nel momento della difficoltà, nel momento in cui le disponibilità vengono a mancare, nel momento in cui i problemi si acuiscono e non nei periodi di abbondanza. Riorganizzare la macchina regionale è possibile lavorando con umiltà e trovando le soluzioni più consone ai tempi che corrono: questo è il nostro obiettivo.

Dalle audizioni con gli attori presenti sul territorio valdostano è emersa molta preoccupazione per le scarse risorse a disposizione e per le difficoltà socio-economiche da affrontare e gestire. Sono però anche emersi tutta una serie di utili suggerimenti, spunti e proposte che saranno sicuramente oggetto di approfondita riflessione, così come quelli provenienti dagli Enti locali, che, pur dando parere favorevole al bilancio, palesano la necessità di maggiori risorse e meritano un'attenzione particolare.

Un altro tema caldo è quello della lotta alla povertà. Il fondo di inclusione è stato aumentano da 9 milioni a 11 milioni di euro, 2 milioni in più: questo significa che per la situazione così delicata che tocca i nostri concittadini, che per vari motivi si trovano in grosse difficoltà a causa della perdita del lavoro, della chiusura delle attività commerciali o dell'incapienza, come nel caso dei pensionati, c'è continua attenzione.

Non posso non ricordare poi le difficoltà che stanno incontrando le nostre piccole imprese, soprattutto nell'edilizia e nel commercio, sofferenti per una crisi epocale che le sta mettendo in ginocchio, che non potranno che giovarsi degli investimenti fatti nei diversi settori. Interventi che condividiamo e che sosteniamo perché sicuramente potranno attenuare la criticità e fungere da volano per una nuova ripartenza.

Concludo infine ricordando che la sfida passa anche attraverso la promozione turistica della nostra regione, una regione che deve essere in grado di offrire un prodotto unico, promuovendo il territorio, la propria cultura e le proprie tradizioni, con un sistema turistico capace di far rete tra i diversi soggetti presenti sul territorio, in modo da rilanciare la Valle d'Aosta come una meta ambita dai turisti di tutto il mondo e di tutte le età. La chiave dell'economia regionale per il futuro deve essere dunque la fiducia: fiducia nella capacità della nostra forza lavoro e rivalutazione dell'autonomia regionale in chiave di opportunità, non per le politiche di mero assistenzialismo, ma per sostenere la trasformazione della nostra economia in un'economia sostenibile, capace di creare risorse adulte, indipendenti come farebbe un buon padre di famiglia. Grazie.

Presidente - Invito i colleghi che vogliono intervenire a prenotarsi. Ci sono interventi, colleghi? Siamo sempre in discussione generale. La parola al Consigliere Fabbri.

Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.

Gentili colleghi, dopo avere discusso e analizzato in tutti i suoi aspetti questo bilancio, siamo qui oggi riuniti per esprimere alcune idee, alcune conclusioni sull'argomento. Su questo bilancio preventivo, che dopo anni di continua contrazione vede anche per il 2016 un ulteriore aggravarsi della situazione a seguito della mancanza di ben 79.000.000, le cui cause sono ben note a tutti, a tutta l'Assemblea e a tutti quelli che ci stanno ad ascoltare, purtroppo. È un bilancio che è ridotto all'osso e se finora il sistema Valle d'Aosta, pur scricchiolando, ha tenuto, ora rischia di collassarsi su sé stesso, è un bilancio che necessariamente mette in difficoltà un po' tutti i settori della funzione pubblica penalizzandone alcuni e risparmiandone qualcun altro. Ci soffermeremo in seguito su alcuni aspetti di questa situazione.

Abbiamo finalmente visto che, seppur molto timidamente, si cerca di attuare quello che da tempo come gruppo Union Valdôtaine Progressiste andiamo sostenendo: usare la potenzialità e l'opportunità che abbiamo di indebitarci per stimolare il PIL regionale e questa è l'unica via di uscita dalla crisi, abbandonando quei sogni di grandeur che non è più pensabile portare avanti. Produrre lavoro e ricchezza per poi averne un ritorno in entrate e poter così instaurare un circolo virtuoso che rimetta in moto la macchina per uscire da questa situazione che si sta facendo insostenibile. Il ricorso al debito spendibile in opere che speriamo siano velocemente cantierabili è frutto anche dell'insistenza che le opposizioni tutte hanno fatto in questa legislatura affinché fossero chiuse e poi riviste, come dicevo prima, nel futuro le cosiddette "grandi opere", diciamo: meglio tardi che mai. La nostra opinione è che si potrebbe osare ancora maggiormente, così come proponemmo lo scorso anno, immettere ancora altro finanziamento per le piccole opere da affidare ad un cottimo a rotazione, che avrebbero il vantaggio della rapidissima cantierabilità. Nel fondo previsto dall'articolo 11 della legge si fa un timido accenno a questa possibilità. Già del resto l'anno scorso abbiamo usato questo fondo per mettere in cantiere queste piccole opere, solo con una quota talmente minima che non ha avuto effetto. Rimane comunque anche quest'anno quest'articolo 11 un po' troppo nel vago, rimane nel vago questo Pozzo di San Patrizio a cui diverse e numerose mani attingeranno non si sa come e non si sa con quale logica.

Un'altra considerazione poi sull'indebitamento extra bilancio per le spese correnti: questo, a nostro avviso, è un indebitamento che graverà sul futuro della nostra economia e della nostra società e che serve solo a risolvere i problemi momentaneamente, rimandando al futuro la reale risoluzione dei problemi. È un debito, infatti, che non si ripaga, sappiamo benissimo che il debito-investimento, come ci ricordava l'Assessore, è un debito che, generando imponibile, generando ricchezza, genera poi...questa ricchezza verrà riversata poi sui bilanci futuri.

A nostro avviso, l'altra strada maestra per ripartire con la nostra economia e con la nostra società è quella che ci deve vedere attivi, protagonisti nel ribadire e definitivamente ottenere dall'Amministrazione centrale quello che negli anni ci è stato indebitamente tolto non rispettando il patto sul federalismo, che, se fosse stato applicato nella sua totalità e fosse stato ridiscusso nei tempi giusti, com'è stato fatto da alcune altre Regioni, ridiscusso dunque nelle sue norme di attuazione, non ci avrebbe ridotto così pesantemente le risorse. È vero quello che dice il Presidente: che, essendo ancora nel regime del Patto di stabilità, anche se ci fossero risorse ulteriori, purtroppo non sarebbero spendibili, questo però speriamo che verrà a breve risolto andando nel regime di contabilità poi ordinaria. Non possiamo però subire passivamente in modo supino a livello regionale e parlamentare il fatto che ci neghino ciò che a ragione noi chiediamo e cioè il ripristino del gettito delle accise e la loro completa compensazione e poi anche la possibilità di esercitare la nostra autonomia anche nella gestione della fiscalità locale. L'Union Valdôtaine Progressiste ha sollevato questa questione fondamentale e invita tutti ad agire coralmente per riuscire in quest'intento, anche il Presidente Rollandin ha fatto rilevare ieri che questa è un'azione fondamentale che dovremo perseguire nel futuro per poter uscire da questo stallo sia legislativo, sia economico: ottenere questi obiettivi, che non sono null'altro che l'attuazione dei nostri diritti costituzionali e pattizi, riferendoci al patto del 2010, insieme allo stimolo dell'economia, è il modo per uscire dal tunnel. Invitiamo dunque il Governo a condividere questa nostra posizione e ad attivarsi su questa strada, consci come siamo che siamo in un tutt'uno di un sistema economico-politico non solo nazionale, non solo europeo, ma addirittura mondiale. Ciò non ci esime però dall'essere parte attiva di questi processi che ci coinvolgono e che la partita va giocata su tutti questi tavoli. Se il Governo prenderà tale direzione, non ci troverà passivi e inerti come del resto non lo siamo stati finora.

Entrando nell'analisi più specifica delle varie funzioni obiettivo del bilancio, non possiamo non allarmarci per alcuni settori particolarmente colpiti. Tanti sono già stati analizzati, altri ne verranno ancora analizzati nello specifico, io mi soffermerò solo su alcuni aspetti. La contrazione di 10.000.000 sulla funzione obiettivo "Sanità", dopo anni di depauperamento, è un altro colpo che sarà assorbito con estrema difficoltà, in parte si riversa sulla pelle e sulle tasche dei cittadini, 3.000.000 previsti di tassazione mascherata pudicamente come compartecipazione che vanno a depauperare ulteriormente tutti i cittadini valdostani. L'Assessore parla di ticket moderatore, non è così poiché tale strumento dovrebbe essere un contrasto ad uso improprio e ad un abuso dei farmaci come lo è stato del resto sull'uso improprio delle diagnosi strumentali e dell'accesso al pronto soccorso; dicevo che non è così poiché noi siamo tra le Regioni più virtuose e rientriamo completamente, anzi siamo al di sotto della spesa prevista per la spesa farmaceutica. Si tratta semplicemente di un modo per fare cassa molto rapido, molto efficace, un po' come quando lo Stato centrale ha bisogno di fare soldi e tassa un po' la benzina, aumenta le accise sulla benzina e la cassa viene prontamente fatta. Dicevo, è un modo per fare cassa che colpisce indistintamente tutti con la controindicazione che coloro che non si cureranno adeguatamente perché non avranno la possibilità di farlo ricorreranno ancora di più all'ospedalizzazione con un ulteriore aggravio di spesa.

La mobilità sanitaria passiva che si intende giustamente contrastare con la legge di bilancio è sicuramente condivisibile, ma otterrà gli effetti auspicati solo migliorando i tempi di attesa ed eliminando sempre più la burocrazia che blocca, purtroppo, la velocità nell'avere i servizi che i cittadini richiedono, perché lei, Assessore, sa meglio di me che questo tipo di fenomeno si contrasta in parte con la legge, ma soprattutto si contrasta con l'efficienza e l'efficacia. Tutto questo, però, Signor Assessore, sono degli escamotage contabili, sembra ora che sia arrivato il momento di mettere mano coraggiosamente alla riorganizzazione interna dell'ospedale e di decidere cosa possiamo e cosa non possiamo permetterci. Il piano di organizzazione aziendale dello scorso anno, che pure ha previsto già un ridimensionamento delle strutture, non sembra però essere stato così incisivo sui costi della sanità poiché, a nostro avviso, non ha aggredito tutta la sovrabbondanza di strutture che gravano sull'ospedale stesso. Invitiamo dunque l'Assessore e i suoi uffici ad avere coraggio, iniziativa e lungimiranza nell'affrontare quest'enorme problema della gestione della sanità. Stranamente sparisce da questa legge il governo del personale dell'USL, lo si demanda a delibere di Giunta, poi ci vorrà spiegare più approfonditamente come avverrà questo tipo di azione.

Altrettanto gravi saranno i problemi, come già del resto evidenziato da altri colleghi, di gestione del sociale. La diminuzione del finanziamento in questo settore passa dai 72 ai 53 milioni, sugli anziani da 27 a 9 milioni e questo in finanziaria con la speranza di cavarsela quest'anno con gli avanzi di amministrazione dei Comuni, con un escamotage di cui seguiremo attentamente l'applicazione.

Una considerazione poi sull'allegato 1 alla legge n. 63 e anche una considerazione e un'analisi sulle varie leggi regionali. Ce ne sono una miriade che vengono tenute in vita con dei finanziamenti minimi; a nostro avviso, questa parcellizzazione è un indice che il sistema non è in grado di imprimere quella svolta necessaria affinché ci sia un riordino incisivo in modo da liberare risorse di bilancio da questi gravami che purtroppo, come dicevo, a pioggia vengono dati su queste leggi, che, secondo noi, sono assolutamente da rivedere. Si chiede se si vuole con questo mantenere e finanziare tutta questa pletora di leggi per una necessità reale oppure per una necessità clientelare.

Concludendo siamo nuovamente di fronte ad un bilancio attendista con timidi segnali di reazione, ma sempre in attesa del Deus ex machina che risolva i problemi. Bisogna però porre anche l'accento, come ha detto il Presidente ieri, che finalmente si intravvede una certa progettualità, una certa visione del futuro. Dicevo, il Deus ex machina: ecco, purtroppo, il Deus ex machina in questi casi non esiste, non sarà così, la situazione va affrontata con maggiore determinazione nel volere cambiare un sistema ormai insostenibile, se avrete il coraggio di farlo, ci troverete al vostro fianco.

Il faut être courageux et défendre ce qui nous appartient, c'est-à-dire notre autonomie qui survivra seulement si nous aurions une indépendance économique et la volonté d'être autonomistes. C'est une bataille que nous devons absolument combattre tous ensemble pour pouvoir maintenir notre façon de vivre afin que notre petite patrie ne devienne pas une petite banlieue d'une grande province italienne. Merci.

Presidente - Grazie Consigliere. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Noi pensiamo che un dibattito franco sulla finanziaria, sul triennale sia necessario ed estremamente importante. Ieri abbiamo ascoltato attentamente le diverse relazioni, faccio due considerazioni sull'analisi che è stata fatta dal punto di vista socio-economico legata alla situazione della nostra Valle: permangono certe criticità, permangono certe carenze, dette e scritte anche all'interno delle relazioni che sono state ieri portate a conoscenza in quest'aula; dal nostro punto di vista, a livello di analisi ci preoccupa parecchio che aumentino le criticità legate allo spopolamento della montagna da una parte e ci preoccupa parecchio chi in questo momento abita un po' più distante dagli altri dal centro, da Aosta. Sinceramente a livello di analisi vi diciamo tranquillamente leggendo questo bilancio che, per quanto riguarda la popolazione valdostana, dovuto alla conformazione della nostra regione, avendo anche meno risorse, tre sono i fattori che ci preoccupano parecchio per chi abita ad una certa distanza dal centro, da Aosta - dal centro perché ha più servizi, ha più possibilità e ha più offerta -: in prima battuta i trasporti, quindi i trasporti locali per chi deve muoversi senza mezzo privato, non solo per chi abita nelle vallate laterali, ma per chi sta a distanza dal centro di Aosta; due, le grosse difficoltà di non pari opportunità legate alle scuole, sempre per chi abita distante da Aosta, e in questi mesi ne abbiamo discusso diverse volte, e queste criticità aumentano nel momento in cui le risorse diminuiscono, e poi non dimentichiamoci una parte molto importante che è legata alla sanità, poi entrerò nel merito più tardi suddividendo poi anche, probabilmente, gli interventi. Farò un primo intervento e un secondo intervento più tardi.

L'altro passaggio importante che riteniamo come gruppo...e nel nostro piccolo abbiamo portato il nostro contributo e su questo noi ci siamo, non solo ci siamo ma capiamo l'importanza capitale e abbiamo apprezzato da parte del Presidente del Governo e della maggioranza il fatto di aver approvato e scritto nero su bianco una mozione, dal nostro punto di vista, molto importante qualche settimana fa, per la prima volta dopo anni di battaglie anche politiche, dove insieme abbiamo voluto prendere carta e penna e sollecitare il Governo centrale, che è sempre più centralista e che sempre più guarda di cattivo occhio le Regioni a Statuto speciale e che comunque in grande difficoltà cerca di scaricare probabilmente solo i problemi ai livelli periferici e tenersi magari la parte forse più semplice.

Ho potuto, abbiamo potuto notare anche noi come gruppo ALPE che dalla comunità tutta è stato apprezzato molto questo sforzo che abbiamo fatto all'interno di questo Consiglio, cioè i cittadini, le comunità periferiche hanno capito che qui non c'è un discorso di battaglia tribale, personale nel momento in cui si deve e dobbiamo difendere le nostre prerogative e quindi è un passaggio, dal nostro punto di vista, importante e devo dire anche un po' capitale dopo otto anni di battaglie in quest'aula fatte su dei temi delicati.

Terza cosa: ascoltando soprattutto l'Assessore Perron e il Presidente Rollandin nelle loro relazioni che ci hanno fatto ieri, vorrei sfatare un po', ma l'hanno fatto già loro, soprattutto in seconda battuta il Presidente...ne abbiamo ancora di disponibilità, abbiamo ancora delle risorse, quindi...come dire? è inutile oggi di nuovo citare l'accordo Berlusconi e l'accordo con Monti 2011 e l'accordo 2014, lo stato dell'arte è questo, quindi proiettiamoci al domani, al triennio 2016-2018, anche perché soldi, denaro, risorse ce ne sono ancora. Ce ne sono talmente ancora che ieri giustamente il Presidente ci faceva lo specchietto...per il 2016 lo Stato non ci ha accordato l'azzeramento del Patto di stabilità, sarà ancora per il 2016, probabilmente...per il 2017 speriamo che non ci sia più, ma comunque il delta, la possibilità di utilizzare quelle risorse che noi abbiamo deve ancora essere discussa dal punto di vista politico e non tecnico, quindi un'apertura. Seconda apertura è il discorso dell'armonizzazione 2016, ma che sarà poi traghettato sul 2017...che non c'entra nulla col Patto di stabilità, perché altrimenti facciamo della confusione, sul 2017 invece ci sarà il discorso, probabilmente, del bilancio consolidato, dove dovranno entrare tutte le nostre società direttamente o indirettamente...e lì sarà ancora un'altra partita.

Vi è poi un'altra partita ancora importante che è il famoso...dico famoso perché è importante quel passaggio: il Presidente Rollandin e il Ministro hanno firmato il 21 luglio 2015 un accordo politico e l'articolo 7 ci dà la possibilità di liberare delle risorse che oggi noi non abbiamo, cioè non possiamo utilizzarle, una parte sono già state impegnate, qui dice che serviranno per pagare debiti e impegni già assunti e poi ci sarà una parte che sarà invece liberata, quindi disponibile. Il Presidente, come al solito, è molto abile, non sarebbe qui da 40 anni altrimenti dentro quest'aula e soprattutto a fare il Presidente, è molto abile e noi lo speriamo, come gruppo ALPE, immagino che il Governo sia sulla nostra lunghezza d'onda, ma sicuramente già a fine 2016, se non inizio 2017, avremo più risorse. Ecco, questo penso che sia un dibattito che poi...ascolteremo nella replica il Presidente, ma comunque sul 2017 probabilmente avremo qualche risorsa in più legata a questo fatto dell'articolo 7 e a cavallo tra il 2017-2018 comunque la possibilità di rinegoziare la compartecipazione. Comunque questo per dire che nei prossimi due anni...sarà ancora un anno difficile quello del 2016, parzialmente lo sarà anche quello del 2017 e poi ci sarà comunque un'inversione di tendenza, ma importante, non di qualche milione di euro, ma di cifre pesanti, dove si potrebbe ridare linfa e...come posso dire? prospettiva a quello che noi, come gruppo ALPE, diciamo è sistema pubblico, quindi garantire anche quelle criticità che vi dicevo poc'anzi nel punto n. 1, dove noi riscontriamo che chi in questo momento è più distante, le comunità più distanti da Aosta soffrono maggiormente tutta una serie di servizi che il pubblico ha garantito fino a pochi anni fa o pochi mesi fa, come vi dicevo: trasporti, scuole e sanità, l'ordine di grandezza.

Vorrei fare un quarto ragionamento. Abbiamo deciso come gruppo, anche a seguito della scelta della maggioranza di liberalizzare 118.000.000 di euro, che erano stati preventivati per l'ampliamento dell'ospedale, e quindi dirottarli su investimenti...e poi discuteremo nel merito se siamo d'accordo, non d'accordo, ma, come ho detto in commissione, l'unica novità, una delle novità di questo bilancio è che la maggioranza ha deciso di congelare per adesso l'ampliamento e liberare questi 118.000.000 di euro... Cosa fa il gruppo ALPE? Come vi dicevo, sfatato il fatto che ci sarà ancora un anno e mezzo forse da tenere duro e poi probabilmente ci saranno quasi sicuramente delle risorse in più, è il momento dove bisogna scrivere nero su bianco i percorsi: percorsi nuovi, semi nuovi o quanto meno idee da tradurre dal punto di vista politico in legge o comunque in idee che devono poi dare gambe e corso a quella che è una visione, una traiettoria, un percorso, perché poi altrimenti sono solo parole e io direi, noi diciamo dalle parole passiamo ai fatti. Probabilmente non è più il momento di stare lì a cincischiare e utilizzare magari anche degli specchi in modo da guardare solo indietro, ma guardiamo soprattutto avanti; di conseguenza, noi presenteremo - abbiamo dovuto tagliare perché altrimenti staremmo dei giorni - numerosi ordini del giorno: non saranno degli ordini del giorno solo di natura economico-finanziaria, nel senso di reperire le risorse entro 20 giorni, entro 3 mesi, no, su dei temi ben precisi noi presenteremo delle proposte: sul tema turismo, prima industria in Valle d'Aosta; sul tema agricoltura, dal nostro punto di vista, importante non solo per gli agricoltori, ma importante per il sistema Valle d'Aosta tutto; presenteremo dei temi sul discorso - ogni tanto è abusato in quest'aula, probabilmente ne abusiamo tutti -, sul tema famoso della sburocratizzazione, presenteremo veramente delle strade anche innovative o diverse che vanno in una certa direzione a confrontarsi con la maggioranza, con il Governo regionale.

Oltre a questi tre-quattro temi che vi ho annunciato, poi, essendo un movimento autonomista nato ormai quasi sei anni fa e avendo fatto delle battaglie dal punto di vista anche di metodo e soprattutto legato ad un discorso di autonomia locale e non, presenteremo degli ordini del giorno per dire: "no, fermiamoci un attimo, siamo capaci noi a decidere al nostro interno come vogliamo tassare, come vogliamo detrarre, come vogliamo dedurre quelle che sono comunque delle competenze che ad oggi la Regione autonoma Valle d'Aosta non ha ancora". Faccio due esempi semplicissimi, non voglio neanche citare il Trentino, il Südtirol o che cosa, citiamoci noi, forse è il momento di dire: "fermiamoci un momento". Addizionale IRAP, addizionale IRPEF di competenza regionale, assumiamoci le nostre responsabilità e decidiamo noi come dedurre, come poter far detrarre alle famiglie da una parte, perché poi i due rami sono sempre gli stessi: da una parte, c'è il cittadino, la famiglia e, dall'altra, ci sono le imprese e quindi il discorso in questo caso...l'esempio potrebbe essere legato all'IRAP.

Oltre a questi esempi, indubbiamente rientreranno diversi ordini del giorno legati alle società partecipate direttamente o indirettamente, ma proprio per non farsi scavalcare dalla legge Madia, oltretutto adesso a livello nazionale stanno cercando di scrivere nero su bianco i decreti, che ad oggi non sono ancora stati formalizzati e approvati e quindi cercare di mettere sul tavolo delle idee, ma soprattutto delle proposte. Ho ascoltato i colleghi che sono intervenuti poc'anzi, sono contento che probabilmente ad oggi, da un punto di vista legislativo, non c'è ancora un'approvazione, ma che si siano già fatti dei passi avanti a livello di maggioranza, noi possiamo essere solo soddisfatti. Ho sentito dai colleghi che si è già deciso a livello di maggioranza di fare dei concorsi nelle società partecipate e controllate, quindi delle selezioni pubbliche; ad oggi non c'è ancora una normativa scritta nera su bianco approvata da questo Consiglio, ma noi siamo ben contenti se si andrà in quella direzione. Gli esempi però servono nel momento in cui si discute un bilancio così importante, ce n'è uno in questo momento che è ancora un po' in auge perché è un gioiello di famiglia di tutti i valdostani: è il gruppo CVA, sappiamo - ce lo dite voi Consiglieri...più che i Consiglieri gli Assessori della maggioranza - che lì non si tocca il boccino perché lì è terreno esclusivo del Presidente. Vorrei solo portare a conoscenza di questo Consiglio che dove noi abbiamo più conoscenza del territorio non si stanno facendo delle selezioni o dei concorsi, ma che tra breve ci saranno invece delle assunzioni di peso e importanti in questa società, debiti comunque delle comunali di qualche mese fa. Allora, ho ascoltato attentamente i colleghi della maggioranza, oggi ci è stato detto che c'è la certezza che si andrà in quella direzione...il nostro gruppo ci sarà a "pancia piatta" perché per noi è fondamentale.

Per quanto riguarda altre proposte che andremo a fare negli ordini del giorno, vi faccio altri tre esempi che voi conoscete sicuramente meglio di me dal punto di vista politico-amministrativo. Di banda larga si è discusso la scorsa settimana, il Presidente ci faceva qualche riflessione in più e ci dava qualche informazione in più; ebbene, per quanto riguarda le tre vallate dov'è stato comunque cablato: la Valle del Lys, la Valle d'Ayas e la Valtournenche, nella Valtournenche gli enti pubblici ad oggi non sono ancora collegati e i privati ad oggi non sono ancora collegati e ci sono delle difficoltà, ad oggi i privati non hanno nessuna disponibilità.

Sempre sugli ordini del giorno, la SUA o il SUA, non so se è maschile o femminile...la stazione unica appaltante, lei sa, Presidente, che ha delle enormi criticità, tant'è vero che i Comuni sono in grossissima difficoltà a utilizzare quest'apparato, questo...come posso dire? sistema e i Comuni devono arrabattarsi praticamente per poter quanto meno utilizzare le risorse prima del 31 dicembre 2015 per non fare andare in avanzo di amministrazione le risorse per l'inefficienza e l'inefficacia del SUA. Al di là del singolo che ci mette la buona volontà o che cosa, ma questa cosa non funziona. Stesse difficoltà - e voi, colleghi del Governo soprattutto, lo sapete meglio di noi - ci sono nel MEVA, dove, al di là delle competenze singole che tutti cercano di mettere in campo, alla fine il risultato per i Comuni è non negativo, ma disastroso! Su questo quindi io penso che bisognerebbe comunque entrare nel merito e cercare di poter incrementare e migliorare le diverse criticità.

Oltre a questo, altre due considerazioni. Presentando, come vi dicevo, numerosi ordini del giorno noi riteniamo che in questo momento la parte innovativa debba fare la differenza quindi, al di là di quello che è lo stato dell'arte, al di là di quello che è l'impianto che è stato comunque confezionato all'interno del DL 63 e del DL 64, noi riteniamo che ci vada non solo un cambio di marcia, come vi dicevo, ma una riforma forte sul cambio delle regole: ecco perché abbiamo presentato numerosi ordini del giorno e il secondo volet invece è la sfida del prossimo triennio anche a seguito delle nuove disponibilità che ci saranno nel 2018.

Un'ulteriore considerazione. Noi riteniamo che la rapidità di una macchina pubblica, la rapidità di un ente pubblico, che sia Regione o che sia Comune, non sia in contrasto con la collegialità, quindi un discorso è il metodo e un discorso è rivedere quella che è la piattaforma e un discorso è rivedere comunque l'organizzazione della macchina tutta regionale o che cosa, ma la politica, questo Consiglio, nulla c'entra tutto questo con l'essere rapidi e, dal nostro punto di vista, non è in contrasto con la collegialità. Noi pensiamo che non sia il momento degli slogan, noi pensiamo che non sia il momento che "è stato tutto fatto male", noi pensiamo che sia invece il momento, vista la situazione, di proporre un percorso, una visione, un'autonomia trasparente - rubo ad altri colleghi questo passaggio -, ma se veramente crediamo in un'autonomia trasparente, allora come Consiglio regionale dobbiamo dare gambe agli annunci che si fanno qua dentro, perché altrimenti forse è meglio stare zitti, non affrontare e discutere nessun tema, perché poi se alla fine qua si annunciano certe cose e dietro se ne fanno altre...alla faccia dell'autonomia...come posso dire? trasparente.

Un ulteriore passaggio, che poi sarà affrontato all'interno degli ordini del giorno, sempre legandomi alla disparità di chi non ha quella fortuna di abitare a 10-15-20 chilometri dal centro di Aosta, dal nostro capoluogo, è legato al discorso della sanità. Noi faremo un ordine del giorno mirato, semplice, pulito, senza fronzoli, senza di chi è colpa, perché non ci interessa ma vorremmo...come dire? trovare una soluzione. Noi riteniamo che in questo momento i nostri centri sul territorio (Donnas, Châtillon e Morgex) debbano avere un medico H24. Se noi autonomisti, Consiglio regionale riteniamo che la persona di Fontainemore, della comunità di Valtournenche o della comunità di Gressoney non debba avere le stesse possibilità di chi abita a 15 chilometri da Aosta...per garantire la possibilità della vita, ecco, noi riteniamo che questa sia una sfida a cui noi oggi in questi giorni dovremmo dare gambe e corpo. Faccio un esempio perché dobbiamo fare degli esempi, altrimenti parliamo di aria fritta, annunciamo dei grandi principi, diciamo che siamo tutti autonomisti, diciamo che lo Stato è cattivo e poi però le carte dicono altro. Ecco, noi pensiamo che sia il momento dell'azione e che dalle fanfaronate o che chi è più autonomista o chi in questo momento...è tutto stato fatto...a noi queste cose non interessano: ecco perché le proposte che vi faremo proprio semplicemente, ho citato, ho fatto degli esempi semplici, quindi è importante sul discorso della semplificazione di questa macchina...quindi andremo a sollecitare il Governo regionale: avete già fatto qualcosa? Perché non possiamo nasconderci dietro un dito e dire: "non si è fatto nulla". Avete fatto qualcosa? Dal nostro punto di vista, dobbiamo fare tutti insieme di più. Dall'altra, nelle audizioni diversi dirigenti, in primis Finaosta, la nostra finanziaria madre principale, ci ha chiesto che ha bisogno di teste pensanti e di personale. Bene, allora questo Consiglio forse deve decidere di andare in quella direzione e possiamo utilizzare meglio le risorse che abbiamo al nostro interno.

Termino cercando di riservarmi un ulteriore intervento nella discussione generale perché gradiremmo, gradirei avere da parte del Governo sicuramente qualche informazione in più e poi qualche confronto franco, diretto. facciamo attenzione tutti insieme...io penso che, nel momento in cui da una parte abbiamo meno risorse...forse l'avere meno risorse ci obbligherà a traghettare questi due anni, o quest'anno e mezzo ancora di una certa difficoltà, ma sicuramente però rimettendo la barra dritta e avendo una visione chiara di dove vogliamo portare, soprattutto garantire quei servizi essenziali ai 130.000 abitanti tutti e non solo ad una piccola...sicuramente è una sfida molto difficile, ma su quello non dobbiamo scherzare e dobbiamo sicuramente trovare delle soluzioni. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Chatrian. Se altri colleghi vogliono intervenire, li invito a prenotarsi. La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì, per mozione d'ordine Presidente. Gradiremmo, almeno consigliamo, non sarebbe male, sarebbe interessante magari che anche qualcuno della maggioranza prendesse la parola per sentire anche un po' quali sono le sensibilità da quelle parti. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Viérin. Per un corretto svolgimento del dibattito, invito ad un'alternanza tra maggioranza e opposizione. La parola al Consigliere Farcoz.

Farcoz (UV) - Oui, merci Président.

Le bilan de prévision 2016-2018 présente une réduction par rapport à l'année 2015 de 79.000.000 d'euros. À cet égard, par conséquent, la logique a été celle d'éviter des coupes linéaires en cherchant de procéder dans le sillon de la rationalisation du système. À support du bilan de cette année il est bien de rappeler qui entreront à régime le Fonds européen avec le financement au soutien de l'agriculture, de l'environnement, de la culture, des ouvrages publics, et cetera. En même temps on ne peut pas s'oublier de la contribution de la Région à l'État, laquelle à partir du 2010, faute des différentes manœuvres financières de l'État, a versé plus d'un milliard d'euros et, en particulier, pour l'année 2016 206.000.000 d'euros, en passant donc d'un bilan de presque 1.700.000.000 en 2010 à peu plus de 900.000.000 en 2016. Des numéros donc qui nous expliquent, mieux que tant des mots, la situation financière de la Région à nos jours et qui nous démontrent très clairement que la Région ne pourra plus intervenir dans toutes les facettes de la vie des valdôtains.

Par conséquent, le remodelage des paradigmes qui déclinent le système s'avère toujours plus fondamental: continuer sur la réduction de la bureaucratie régionale, une collaboration toujours plus forte entre public et privé, une unification de certaines mesures octroyées par la Région, des investissements ciblés sur certains secteurs stratégiques. Comme s'avère toujours plus fondamental le pacte avec l'État qui puisse vraiment nous donner des certitudes et, par conséquent, une programmation à long terme, thématique déjà soulignée dans l'ordre du jour voté à l'unanimité par ce Conseil il y a un mois. Sûreté qui paradoxalement se vérifie beaucoup plus avec l'Union européenne et ses plans stratégiques de cette année. Union européenne donc toujours plus présente dans la vie des Régions et à laquelle les territoires donnent toujours plus de confiance, parce que, même avec tous ses défauts structurels du début plus ciblés sur des raisonnements macroéconomiques que sur l'attention des réalités locales, existent quand même des espaces dans lesquels les Régions peuvent s'organiser, coopérer en maintenant leur identité et trouver des stratégies de développement commun. Sensibilité qui paradoxalement l'État et sa classe politique semblent avoir perdue, si on considère déjà en général les réflexions toujours plus pressantes faites par les médias ou par le Parlement italien, en particulier les contenus de la réforme constitutionnelle, où les principes fédéralistes sont disparus sans grande protestation de la part des Régions ordinaires, comme si gérer les compétences représenterait plus des problèmes que des bénéfices aux territoires administrés. Heureusement que les Régions autonomes, au moins celles du Nord, ont su faire équipe, avec un grand travail de diplomatie elles ont su sauvegarder et obtenir des résultats très positifs jamais atteints dans l'histoire de notre autonomie.

En revenant maintenant aux ressources mises à disposition, il est bien de rappeler tous les investissements qui sont à la base de ce bilan qui vont toucher toute une série de secteurs avec le clair but de relancer l'économie valdôtaine.

A questo proposito pertanto risulta basilare ricordare le regole del gioco alle quali l'economia valdostana deve attenersi. Ricordando velocemente il patto sul federalismo fiscale che sancisce per una buona parte la nostra fiscalità, i dieci decimi, risulta necessario intraprendere iniziative che vadano nella direzione di istituire meccanismi virtuosi per attrarre del tessuto produttivo in Valle d'Aosta e allo stesso tempo istituire meccanismi moltiplicatori delle entrate sugli investimenti come degli incentivi agli stessi.

È utile invece ricordare i diversi passaggi fatti in II Commissione alla quale va il merito di avere analizzato con estrema serenità e serietà da parte di tutti l'intero assetto economico-sociale valdostano. A questo proposito, è giusto sottolineare l'internalizzazione e l'innovazione delle imprese, come l'istituzione delle reti di impresa capaci innestare meccanismi virtuosi sia dal punto di vista dello scambio delle conoscenze e quindi della ricerca, come la condivisione di strategie per aggredire i mercati. In particolare dovranno essere rafforzati sempre di più i rapporti con i territori che diventano sempre più strategici per l'economia valdostana: la Svizzera e nel dettaglio il Valais, anche per rafforzare economie di sviluppo comune. Per quanto riguarda lo stesso sviluppo economico valdostano, oltre alla rete che dovrà essere fatta tra agricoltura, cultura, artigianato e del turismo sulla quale tornerò dopo, deve esserci un'attenzione particolare al connubio dell'economia della montagna e attenzione alla cura del territorio e all'ambiente.

Sinceramente, nonostante gli evidenti interessi delle economie in via di sviluppo che non potranno mai rinunciare alle fonti fossili, pongo personalmente molta fiducia nelle linee guida che usciranno dalla Conferenza del clima in questi giorni a Parigi ed è per questo che progetti come quello della mobilità dolce, come il progetto della Bassa Via, come la riduzione del consumo energetico/termico delle strutture, del teleriscaldamento e della banda larga rappresentano assi fondamentali per la nostra società. Tutti aspetti che aiutano il marchio, il brand, l'immagine percepita che la Valle d'Aosta nella sua interezza vuole dare. Per questo risulta necessario unificare gli sforzi di collaborazione, di sviluppo, di progetti, di promozione per i settori strategici della nostra Regione a partire dall'agricoltura attraverso la promozione dei suoi prodotti, all'accoglienza in un territorio ben conservato, alla cultura attraverso i suoi beni culturali e le sue culture specifiche, all'artigianato con i propri know-how e la propria tradizione associati ad una forte innovazione, al turismo attraverso le sue strutture private e non, alle offerte sportive alla semplice, ma basilare offerta di paesaggi che la Valle d'Aosta sa offrire. Settori che se, da un punto di vista amministrativo, hanno bisogno di regie diversificate, dal punto di vista promozionale, hanno bisogno di un'unica regia. Questi in sintesi sono alcuni ragionamenti su questo bilancio che, se associati ad una riorganizzazione dell'amministrazione pubblica, come già avvenuto ultimamente, a partire dai Comuni per arrivare alle partecipate e alla stessa Regione anche dal punto di vista del personale, potranno fare uscire la nostra Regione dalla crisi. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Farcoz. La parola al Vicepresidente Rosset.

Rosset (UVP) - Merci Président.

Buongiorno a tutti. Nei giorni scorsi ho riletto il mio intervento dell'anno scorso. Potrei ripeterlo oggi parola per parola, semplicemente aggiornando un triste quadro a tinte fosche, con riferimento alle recenti ulteriori situazioni di crisi concretizzatesi nel corso del 2015; non solo, ma anche delle ultime ore, basti pensare alla crisi della Lavazza. Ora, la ripartizione delle risorse resta un tema fondamentale, perché dalle scelte votate da questo Consiglio si prefigurano indirizzi e priorità da trasformare nell'azione quotidiana.

Fatta questa premessa, la costruzione di un bilancio, riconoscibile come valido dalla collettività, passa dal ridare credibilità ai processi decisionali politico-amministrativi che governano la pubblica amministrazione e contribuiscono alla formazione del bilancio come progetto di una comunità e non come mero strumento contabile. Ora, riprendo il passaggio di un collega che l'anno scorso nell'analizzare il bilancio diceva: "...dai numeri nudi e crudi si passa alla visione intesa come la capacità, appunto, di prevedere, di interpretare i segnali in un'ottica di lungo periodo..."come la proiezione di uno scenario futuro che rispecchi i valori, gli ideali e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi e incentiva l'azione"... Se conferissimo a questa legge il crisma di documento di programmazione a lunga visione, cioè di un documento che vada al di là del breve lasso temporale, mistificheremmo la realtà ". Ebbene, condivido totalmente: questo disegno di legge è privo di questa visione. Allora, in un periodo straordinario quale quello attuale - caratterizzato dal perdurare della crisi economica, dalla diminuzione delle risorse pubbliche e da profondi cambiamenti socio-economici - il bilancio della Regione dovrebbe essere lo strumento per definire progetti di lunga visione: interventi e indirizzi innovativi, in grado non solo di attuare o contrastare l'impatto della congiuntura sfavorevole, in particolare nei confronti dell'occupazione e delle attività produttive, ma anche di favorirne il superamento. Ad un periodo straordinario cioè dovrebbe corrispondere un bilancio straordinario in termini di progettualità.

Il nostro bilancio così condizionato non ha ancora questi requisiti di prospettiva. È un bilancio difensivo, di transizione - lo ha definito così ieri il Presidente della Regione nella sua relazione - soggetto, come abbiamo detto, ad eventi esterni difficili da accettare e ancor più da spiegare alla nostra comunità, un bilancio obbligatoriamente fatto da tagli, molti dei quali neanche condivisi all'interno delle forze politiche che lo vanno a sostenere. Se confronto le due relazioni, la relazione del relatore e la relazione dell'Assessore, emergono contraddizioni nelle due relazioni. Un bilancio perciò di attese e di riflessione, che deve introdurre con forza il concetto che, se c'è una decrescita e se deve essere subita, questa deve avere almeno il pregio di essere ristrutturante. Condivido con il relatore quest'analisi e allora mi sono chiesto come amministratore e come valdostano quali sono le considerazioni che debbo fare per essere utile alla collettività nell'esame del bilancio della finanziaria per valutare e pianificare il nostro futuro e su questa base ho cercato di fare alcune riflessioni prevalentemente politiche, sapendo che poi avremmo affrontato i singoli punti successivamente.

Ora, parto dal contesto europeo in cui operiamo, lo scenario è vasto e da cui non si può prescindere. L'Unione europea continua a vivere una crisi d'identità, ma non si può negare che piano piano stia crescendo la consapevolezza che tagli e austerità siano una strada che non ha assicurato una ripartenza all'economia. Ora, nonostante i proclami del Governo Renzi, la crisi perdura. È notizia di questi giorni che la Commissione europea reputa eccessivi gli squilibri macroeconomici dell'Italia e per questo proseguirà nell'attività di monitoraggio della nostra politica economica. Le criticità sono sempre le stesse: alto debito, produttività inadeguata, scarsa competitività, eccetera. Inoltre l'Esecutivo dell'Unione europea ha rimandato a febbraio una valutazione sulla legge di stabilità italiana nel timore che possa essere a rischio di conformità con il Patto di stabilità e di crescita, le difficoltà sono comuni a molte altre Nazioni, questo non è comunque un rassicurante pensiero sul futuro. Nel nuovo rapporto sugli squilibri l'Italia è in buona compagnia: sono 17 i Paesi a rischio, compresa la Germania, ma non è, come dicevo, una consolazione. La situazione internazionale quindi è drammatica e l'Europa è nel mirino degli estremisti, una situazione acuta che sta gelando l'illusione di una ripresa dell'economia malgrado la propaganda del nostro Presidente del Consiglio. Sul versante europeo noi attendiamo di capire in concreto l'uso dei fondi comunitari in Valle d'Aosta. Questi fondi spesso vengono utilizzati un po' come il Pozzo di San Patrizio a cui attingere all'infinito, ma sappiamo che purtroppo quest'anno non sarà così. Non solo, le risorse destinate all'Italia e alla Valle d'Aosta sono state diminuite per il settennato 2014-2020.

Se l'Europa è questa, in Italia la situazione è nota: il centralismo finanziario e politico connota tutta la legislazione, compreso il Patto di stabilità. Roma decide e incide sui nostri bilanci e conseguentemente dei nostri Comuni. Non siamo fuori dalla crisi e gli slogan tanto urlati creano quella stanchezza e paura che paralizzano i consumi. La ripartenza, che inciderebbe anche sul nostro riparto fiscale, non arriva; ormai la sfiducia avvelena ogni impresa, piccola o grande che essa sia, basti pensare in Valle la nostra crisi sull'edilizia. La disoccupazione è un dato italiano e valdostano che ci deve terrorizzare. I giovani sono ormai disperati e dire loro di fare qualcosa, qualsiasi lavoro, è un modo anche nostro per nascondere le molte difficoltà e l'incapacità a volte di reagire alla crisi. È una crisi, come dicevo, che non è solo economica e sociale, ma è anche sfiducia nelle istituzioni e quindi è urgente ricostruire una cultura dei valori. Bisogna avere la consapevolezza che deve avvenire un cambiamento culturale che coinvolga tutte le istituzioni e l'intera società e che richieda a tutte le componenti della società civile una partecipazione responsabile agli sforzi che la Valle d'Aosta sta affrontando per riprendere quel sentiero della crescita. Per fare questo, dobbiamo salvaguardare e rafforzare l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta - è importante quella mozione votata all'unanimità, ma non può essere sufficiente; dobbiamo avere la forza di insistere - che richiede innanzitutto la rigorosa e decisa difesa dell'assetto statutario, contrastando con gli opportuni strumenti le manovre nazionali adottate in violazione alle prerogative statutarie. Non dobbiamo cioè aspettare, accettare passivamente le imposizioni del mondo della finanza e delle manovre del Governo centrale in nome, peraltro, di una pretesa efficienza mal definita. A tal proposito, voglio riprendere un passaggio del relatore nella scorsa finanziaria, che denunciava: "L'assioma Statuto speciale uguale identità valdostana uguale autonomia finanziaria è una realtà. L'azione perciò dello Stato di incidere sulla nostra autonomia finanziaria, gestionale e amministrativa senza intese si traduce in un attacco indiretto alla nostra identità e quindi per conseguenza in un'azione diretta contro il nostro Statuto speciale. Possiamo noi accettare questo?... Difendere la nostra autonomia speciale diventa perciò il primo obiettivo della nostra azione politica amministrativa e finanziaria, questo deve essere un messaggio forte". Si pone la domanda finale: "e per quanto tempo ancora possiamo reggere una politica centralista a danno della nostra Regione?". Ora, pongo anch'io questa domanda...

(nuova interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

...la pongo e vorrei riflettere insieme a voi. Vorrei capire e vorrei chiedere al relatore della passata e delle passate relazioni (il collega La Torre) che risposte ha avuto. La risposta gliela do ed è pesantemente e oggettivamente condizionata dalla realtà dei fatti. Oggi il nostro bilancio è impedito di essere un progetto per il futuro di una comunità. Infatti, quali concetti di programmazione seria, quali opportunità di sviluppo, di crescita economica, quale continuità amministrativa possiamo garantire al nostro bilancio senza un'intesa definitiva con lo Stato? Venendo sempre meno agli impegni assunti con la Valle d'Aosta - e ricordo il federalismo fiscale -, lo Stato continua ad emanare nuove manovre finanziarie e patti di stabilità sulla base di parametri iniqui per la Valle d'Aosta, fortemente coercitivi e generanti incertezze nei confronti delle nostre scelte. Quali saranno gli effetti perversi che il perdurare della decrescita economica e i continui attacchi alla nostra autonomia finanziaria produrranno al sistema Valle d'Aosta? Occorre reagire, occorre rompere con il pessimismo diffuso, ribadendo la forza e le opportunità di una Regione, la nostra, che ha ancora energie e risorse - lo dichiarava anche il collega Chatrian poc'anzi - da spendere per valorizzare il nostro futuro. Il relatore citava a tal proposito: "tutto ciò comporta l'intervento cosciente e determinato della volontà politica. È un sentiero duro, difficile e pieno di insidie quello che ci prepariamo a percorrere insieme, ma è l'unico che ci porterà a scollinare questa lunga crisi". Condivido totalmente. Oltre al danno, invece la beffa e non solo per i soldi che vengono a mancare, ma addirittura per l'esistenza stessa di istituzioni valdostane autonome. Se un tempo i peggiori nemici lavoravano nella speranza di ridurre la specialità ai livelli delle Regioni ordinarie, oggi siamo al fuoco amico di chi dovrebbe esserti alleato e parla invece senza pudore di Limonte, cioè della morte politica di una Valle d'Aosta assorbita dal Piemonte assieme alla Liguria. Questa sarà la fase 2 dell'attuale riforma costituzionale, che cadrebbe come una ghigliottina su di una Valle d'Aosta già coscientemente impoverita e svuotata di poteri e competenze. Questo è un problema politico così serio da riguardare il futuro più di quanto sia mai avvenuto sin ora. È una percezione dello stato di salute dell'autonomia negativa, condizionata fortemente dalla crisi economica che ormai tocca tutti i livelli della società e soprattutto anche in Valle d'Aosta. Tutto questo purtroppo coincide con periodi di profonda antipolitica, che investe noi stessi e le istituzioni che rappresentiamo. Non può non far riflettere profondamente tutto questo. Questo è un malessere profondo che richiede una pronta ed efficace risposta da parte della politica, delle istituzioni - lo diceva anche la collega Fontana -, cioè da parte nostra, la Valle d'Aosta infatti non fa certo eccezione. Una situazione quindi che non va sottovalutata, da affrontare con coraggio, non sono più ammessi menefreghismo e incapacità di dare risposte. Temo però che la malattia sia grave, non risolvibile con logiche di espiazione fatte di continui ridimensionamenti dello status degli eletti. Su questo, Presidente del Consiglio, dovremo fare una seria analisi, fare chiarezza con dei dati concreti e reali: dico questo perché il pozzo è davvero senza fondo.

In crisi è la democrazia rappresentativa, anche per questo mi permetto un'osservazione. Il contrarsi delle risorse a disposizione della comunità implica un confronto vero e partecipato su come allocare le risorse e su dove devono operare le economie. Questo va fatto per definire una manovra forte e stringente di razionalizzazione, di qualificazione della spesa pubblica, incentrata su di un processo di modernizzazione del sistema pubblico regionale in grado di supportare una trasformazione complessiva degli enti pubblici e dei rapporti dell'Amministrazione con i cittadini e le imprese. Meno finanza regionale e forte crisi economica impongono logiche di governo nuove, scelte coraggiose, che non rinneghino certamente il passato, ma che inducano un vero e radicale cambiamento che possa dare risposte leggibili a tutti i cittadini, alle imprese, in tutti i settori sociali: dall'agricoltura all'allevamento, al commercio, al turismo, all'industria, rappresentando con forza che questa Regione vuole reagire. Vuole reagire, ne ha le qualità! Ed è in grado di mettere in campo una classe - ne sono convinto - manageriale e politica all'altezza della situazione, dimostriamolo!

Noi riteniamo che ci siano tante cose fatte, ma che ci siano altrettante cose che non vanno e lo abbiamo detto in tempo utile e con una logica di dialogo. Ora, il bilancio 2016 è un documento contabile di una Regione che resta nell'incertezza, nell'attesa di chiarire con lo Stato le rispettive posizioni e acquisisce con forza questo ruolo di documento di riflessione, di transizione - ripeto: lo citava ieri il Presidente - utile a far comprendere a tutti come sia arrivato il momento di sgomberare il campo da ipocrisie e reciproche accuse alimentate da interminabili analisi di "come era bello", "di chi è la colpa" e "non sarà più come una volta". È arrivato il momento di guardare al futuro, di ricominciare, di comunicare fiducia alla popolazione e di agire per costruire un nuovo sistema Valle d'Aosta ancora forte delle sue potenzialità, sostenendolo con un nuovo progetto politico, ripensare la politica. Al centro di questa strategia ci potrebbe essere anche la rivendicazione di un ruolo diretto della Regione, come già avviene per la Provincia di Bolzano, nella riscossione delle imposte - l'abbiamo già proposto, ne abbiamo parlato; ne ha parlato nella relazione, se non erro, anche il relatore - in modo da contrastare efficacemente l'evasione fiscale, segnando ulteriormente il carattere e l'originalità della nostra autonomia, in cui molte funzioni possono essere gestite direttamente su scala regionale. Si può così rafforzare il profilo della responsabilità, mettendo in forte relazione le due esigenze di esercizio dell'autonomia di spesa e di reperimento delle risorse necessarie per finanziare la spesa pubblica, questo sarebbe importantissimo.

Il bilancio della Regione, inoltre, nel momento in cui si chiedono pesanti sacrifici alla comunità valdostana, dovrebbe prioritariamente prevedere una riduzione delle spese, in primis dell'apparato amministrativo pubblico, dovremmo essere capaci di sburocratizzare. Ne abbiamo sempre parlato, Presidente, abbiamo fatto delle mozioni, dobbiamo con forza arrivare a sburocratizzare, è un sistema che non sta più in piedi! Dobbiamo rivedere il discorso delle società controllate e partecipate e dei costi della democrazia - ribadisco - con dati, con affermazioni concrete. Operata questa spending review regionale, sulla base delle risorse disponibili a livello di sistema, si dovrebbero poi indicare chiaramente le priorità, basta pensare soltanto a tagli! Noi dobbiamo ripensare la politica dove andiamo a metterla: istruzione, cultura, sanità, welfare, politiche sociali e operare quelle scelte che, salvaguardando l'identità e le peculiarità, siano in grado di promuovere lo sviluppo socio-economico della Valle. I dati di bilancio oggi evidenziano che l'incidenza delle spese correnti si attesta all'89,11 percento, mentre la quota destinata agli investimenti è del 12,13 percento.

Come dicevo, l'importante è sembrato tagliare per abbattere i costi, poi quel che sarà sarà e allora si taglia la sanità, non è un segnale di...si va ad intaccare il sistema socio-assistenziale, si azzera quasi l'agricoltura, che da sempre è stata una delle voci che ha sostenuto l'economia così fragile della nostra Regione.

Vedo in prospettiva qui due questioni: la prima è quella del sistema delle autonomie locali. È un tema questo che mi sta a cuore, l'ho affrontato per 13-20 anni. Credo che su questo si debba essere fra noi molto chiari, perché credo che in futuro, pur nel limite del possibile - perché so che dobbiamo risparmiare, è ovvio questo - ma, com'è stato fatto dal 1993 in poi, ci debba essere una capacità di inventiva, una rapidità dei tempi, che ci consenta di avere un sistema democratico che si rifaccia a quello spirito federalista in cui crediamo. Non possiamo continuare a lamentarci con Roma di un cattivo comportamento se con i Comuni assumiamo degli atteggiamenti simili a quel centralismo e credo che ci siano qui energie di tutti gli ambiti, compresi i molti che vengono dal mondo delle autonomie locali, che potranno aiutare il Governo regionale in un rapporto franco tra Esecutivo e Consiglio e a trovare delle soluzioni ragionevoli. Non dimentichiamo l'importanza del sistema delle autonomie locali, se crolla quello, crolla tutto il sistema Valle d'Aosta. Le risorse che la legge n. 48 destina agli Enti locali devono essere - l'abbiamo detto - riviste, rivedute. Non entrerò nel merito di come e quando, credo che al più presto si possa essere coinvolti in una discussione su questa ripartizione. Tutto questo avviene in momenti difficilissimi. Ad essere generosi, possiamo definire confusa l'azione amministrativa per cui ogni giorno si contraddistingue in tutto questo il capoluogo regionale - faccio un passaggio su questo - quando Aosta dovrebbe essere il traino dell'economia, non è una grande soddisfazione vedere quello che sta avvenendo. Dovrebbe essere il traino dell'economia e della cultura regionale, quindi mi auguro al più presto che il Comune di Aosta si riappropri di questo ruolo.

L'altra questione riguarda lo Statuto di autonomia. So che, fino a quando non avremo sancito nell'articolo 116 dello Statuto il principio dell'intesa, sarà molto difficile abbandonare, come una navicella nel mare procelloso della politica italiana, un nuovo testo di Statuto, ma credo, sulla base dei lavori che sono stati fatti a partire dagli anni '90, che una riflessione per essere pronti in qualunque momento di affrontare i cambiamenti sia necessaria, dobbiamo quindi da subito prenderlo in considerazione. Il nostro Statuto, è vero, è una creatura meravigliosa, è come un messaggio infilato nel 1948 dai Padri dell'autonomia e dai Costituenti dentro una bottiglia e ogni tanto scopriamo in questo Statuto che è cangiante nella logica dell'autonomia dinamica qualcosa di nuovo e di importante che arriva come un messaggio dal nostro passato per essere vissuto nel presente.

La prima priorità è la difesa dell'autonomia. È un argomento conosciuto - lo ribadiamo ogni finanziaria che attiviamo - e già da me ampiamente trattato negli anni passati e quindi non intendo dilungarmi su esso, lasciando al dibattito politico gli approfondimenti che riterrete necessari. Sottolineo solo il fatto che occorre urgentemente ridefinire con lo Stato italiano un rapporto di rispetto politico - è importante, ribadisco, quella mozione che abbiamo votato unanimemente - basato sul principio dell'intesa e, se non ascoltati - e qui esprimo una mia valutazione personale -, dobbiamo essere pronti a fare anche manifestazioni in piazza, sostenuti con gesti pacifici ma significativi. Insomma, la stagione delle riforme è partita male e più che andare avanti si sta andando indietro e ciò appare deprimente e obbliga anche a ripensare, specie in "aria autonomista", agli approcci verso il popolo valdostano per scuoterlo da questo torpore! Noi dobbiamo agire, il regionalismo rischia grosso e il nostro, a difesa dell'ordinamento valdostano, deve essere un atteggiamento offensivo e non difensivo, a protezione semmai dello sviluppo delle nostre prerogative, cioè deve essere offensivo come fanno con abilità sul piano finanziario Trento e Bolzano. Dobbiamo quindi avere consapevolezza che è bene reagire. Insomma, la cornice entro cui definire interventi non conoscendo né il punto di arrivo, né il punto di tragitto stabilito...dico la mia su alcune piccole questioni, non so se il tempo me lo permetterà, semmai non riprenderò il secondo intervento, continuo su questo onde evitare di troncare a metà...

Presidente - Prego Vicepresidente.

Rosset (UVP) - ...non posso non fare due considerazioni sul mondo agricolo e sulle scelte fatte in questi ultimi anni. Qui si certifica, ma non è una cosa nuova, il declino dell'agricoltura. La riduzione, ormai 9 decimi degli stanziamenti che c'erano nel 2010, è un fenomeno assolutamente devastante e noi continuiamo intanto a creare e mantenere matriosche burocratiche, qui veramente dobbiamo in qualche maniera avere il coraggio di affrontare questa burocrazia.

Altro aspetto: i trasporti. La ferrovia è agonizzante, il trasporto su gomma non garantisce una continuità di collegamenti con il resto del mondo, per non parlare dell'autostrada, in compenso sempre più cara, rischia di diventare un misero hard discount di bassa qualità, ormai è un pianto: è un pianto soprattutto sui costi. Dico queste cose, attenzione, non nell'ottica di una polemica, ma nell'ottica di capire e guardare con realtà qual è la nostra situazione. Questo è il carrefour dell'Europa, l'abbiamo sbandierato per anni...è una regione chiusa in sé stessa, ma soprattutto inavvicinabile per gli altri che dovrebbero costituire fonte per il turismo, è importantissimo avere i trasporti che funzionano. Ci stanno salvando, invece, le nostre montagne, ma temo che non saranno sufficienti per il nostro futuro. Sarebbe importante evidenziare almeno un grande progetto per gli anni a venire, in grado di rilanciare il sistema Valle d'Aosta. Quale sarebbe? Il progetto di una "accessibilità" della Valle, declinato in tutti i suoi molteplici aspetti, lo lancio come un messaggio di proposta.

Credo che questo sia il momento, il luogo adatto per fare qualche riflessione sulle controllate e sulle partecipate. Ne abbiamo parlato per anni, non dobbiamo sempre aspettare che arrivi la relazione della Corte dei Conti a darci dei segnali. Dobbiamo avere questa capacità di essere realisti. Occorrerà aprire ragionamenti analizzando costi, benefici e traendone adeguate conseguenze, auspico su questo un tavolo di confronto.

Vorrei fare alcune considerazioni anche su un settore che è di vitale importanza: il turismo, che dovrebbe essere il motore della nostra economia, per il quale la materia prima è costituita dal nostro patrimonio ambientale, storico, culturale e architettonico. Nel 2015 il turismo è ancora una sfida. È un settore che richiede un costante lavoro di pubblicità e di promozione, oltre che infrastrutture moderne ed efficienti e che vede sensibilmente ridotti i fondi a disposizione. Capisco le difficoltà di bilancio, ma gli investimenti nel settore del turismo sono fondamentali, dovrebbero porsi come obiettivi economici, ma io parlo anche di informatizzazione, di banda larga, il settore necessita di questi interventi e quindi andare a toccare principalmente i potenziali turisti che portano richiesta nella nostra regione. Un altro fattore che può incidere è senz'altro quello dell'accoglienza: ospitalità, professionalità, qualcosa si è fatto, ma molto rimane da fare.

Avviandomi alla conclusione, in Valle d'Aosta un giovane su quattro non ha un posto di lavoro. Il tanto decantato modello, che solo fino a pochi anni fa era portato ad esempio di buona amministrazione, sta dimostrando tutti i suoi limiti. Il numero di imprese è in calo, chiudono aziende, come Lavazza ahimé, ma non solo, aumenta la precarizzazione degli avviamenti e la disoccupazione schizza in maniera esponenziale. In un momento di grave difficoltà e preoccupazione è ancora più insopportabile che non si adottino metodi di assunzione trasparenti al di sopra di ogni sospetto. Dalle partecipate in giù non sarebbe male, anzi sarebbe auspicabile che assunzioni a tempo o consulenze finissero per essere affidate a giovani laureati, a persone di provate capacità. Occorre dare attenzione alla meritocrazia e non ancora ad ex dirigenti, ad ex politici e tutti quelli che si possono sistemare, questo è il sistema che deve essere scardinato per ridare credibilità ai nostri giovani, ai cittadini, che ormai hanno perso la speranza di vivere in un ambiente trasparente in cui regna la meritocrazia e che inevitabilmente se ne andranno da altre parti (già avviene dato che molti vanno in Svizzera) a cogliere le opportunità che qui, se non cambieranno le cose, saranno riservate a pochi - soliti e conosciuti -, senza possibilità di crescita e di migliorare. Anche per quanto riguarda gli appalti pubblici, Assessore, non è il momento di interpretare a piacimento il Codice dei contratti. Il dinamismo e gli stimoli possono arrivare dalle imprese e dal territorio, ma non ci devono essere scorciatoie per nessuno e discriminazioni di alcun genere.

Di fronte alla più grave crisi che la Valle sta vivendo dal dopoguerra, non possiamo commettere l'errore di credere che i tagli a rigore del bilancio, l'iperattivismo di Finaosta, gli interventi istituzionali decisi quasi in maniera unilaterale e senza partecipazione possano tirarci fuori dalle difficoltà. È il momento, invece, della politica, se è vero che il problema sta innanzitutto nella crisi della politica, è a questa che spetta recuperare la propria dignità: dimostrare capacità progettuale, mobilitare l'interesse e la partecipazione, a noi questo ruolo tocca. Noi ci auguriamo che anche questa manovra del Governo Rollandin, come peraltro le ultime fatte di difficoltà per cittadini, famiglie, Enti locali, segni la fine di un metodo, non possiamo più aspettare la ripresa. Di nuovo non possiamo scaricare al destino le sorti della nostra comunità con un modo di ragionare attendista e immaturo, come se in fondo, sfiancata l'autonomia speciale, non resti che guardare ad un miracolo per risorgere. In politica ci possono essere dei giochi di prestigio, ma non esistono i miracoli: dato politico e non solo finanziario. Il dato cioè è politico e l'impressione è che l'opinione pubblica, per quanto distratta, cominci sempre più a capire quanto noi abbiamo detto in questi anni e che la pazienza sia allo sfinimento. Presidente, si renda conto che così non possiamo continuare, dobbiamo cambiare: pensiamo alla Valle d'Aosta, ai giovani, alle persone in difficoltà. È arrivato il momento di guardare al futuro, comunicare fiducia e agire per costruire il nuovo sistema VdA sostenendolo con un nuovo progetto politico. Lo dicevo prima: riappropriamoci della politica e ripensiamola insieme. Qualcuno ieri diceva: "proviamo con una reazione politica alta all'idea strisciante del superamento della specialità, con un rilancio della popolazione...", ma ha concluso: "se queste logiche non saranno adeguatamente contrastate, l'autonomia è destinata ad indebolirsi significativamente facendo di noi tutti solo dei consumatori di politica e non più dei produttori di politica regionale". Grazie.

Presidente - Altri? Ci sono altri colleghi che intendono intervenire? Vicepresidente Rosset vuole intervenire di nuovo? Ci sono altri interventi? Colleghi, per evitare queste pause nel dibattito, chi vuole intervenire è invitato a prenotarsi, lo ripeto ancora. Ricordo sempre che gli ordini del giorno vanno consegnati al tavolo della Presidenza prima della chiusura della discussione generale. Ci sono altri interventi? Allora, se ci sono colleghi che desiderano intervenire sia dai banchi dell'opposizione che dai banchi della maggioranza, rinnovo l'invito all'alternanza, che era stato sollecitato prima, lo chiedo ancora una volta, dopodiché chiudo la discussione generale, perché anche chi ascolta se rimane dei minuti senza vedere nessuno che si prenota ed interviene...non credo che questo aiuti a seguire il dibattito.

Ci sono interventi da parte di qualche collega? La parola al Consigliere Grosjean.

Grosjean (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Noi crediamo che, per realizzare un bilancio, bisognerebbe partire un po' da lontano. Io parlo del settore dell'agricoltura e credo sia importante veramente - ed è da un po' che lo chiediamo - rivedere un attimino quella che può essere la programmazione dell'agricoltura. Abbiamo visto un bilancio che non è stato tagliato di tanto, come qualcuno ha detto, ma non c'era più niente da tagliare, perché altrimenti si poteva anche chiudere e finiva lì. Abbiamo constatato in commissione, purtroppo, veramente la poca attenzione verso il settore agricolo. Intanto è stata considerata solo una categoria, beh, i sindacati non si sono fatti vedere e sarà una debolezza del settore, non lo so, ma, come organizzazioni di categoria, è stata audita esclusivamente l'AREV. Diciamo che poi è stata un'audizione piuttosto drammatica, ma quello che veramente ha fatto male, e non abbiamo voluto intervenire apposta a chiedere altre audizioni...l'anno scorso era stato fatto: erano state audite le altre categorie e quest'anno nessuna...ma neanche quelle organizzazioni che ricoprono un'importanza strategica: le cooperative, tramite la Federazione, i consorzi. È un anno che si discute di consorzi, di finanziamenti ai consorzi, non finanziamenti, miglioramenti fondiari, una storia e un'altra, e, in un momento strategico come la realizzazione di un bilancio, non si audiscono queste categorie, anche perché, tutto sommato, andiamo a proporre dei metodi nuovi di gestione: passiamo dai finanziamenti ai mutui e non spieghiamo loro neanche qual è l'obiettivo, qual è la strategia: questa mi sembra veramente una mancanza di attenzione al settore.

L'unico che è stato audito, il Presidente dell'AREV, dell'Associazione allevatori, dal quale abbiamo visto semplicemente una grande rassegnazione, forse è stato, come ha detto già il collega Nogara, un po' indirizzato su certe dichiarazioni fuorvianti su quella che è veramente l'agricoltura e si è limitato a parlare di un settore molto molto limitato. Vede, Assessore, la mia impressione - è una riflessione che voglio fare - è che l'azione che sta facendo il suo Assessorato è più un'azione da camera di commercio: tante manifestazioni, presentazioni, partecipazioni a fiere, una storia e l'altra, ma lei dovrebbe occuparsi di più della crescita del settore e della produzione più che della commercializzazione. Mi dica quali sono le azioni che nel suo mandato sono rivolte alla crescita della produzione, fino adesso ne ho viste ben poche. Vede, noi le avevamo dato uno spunto con una mozione - che, tra l'altro, è stata votata dalla maggioranza, quindi tutti i Consiglieri erano d'accordo - di rivedere il settore di gestione delle stalle, lei ci ha risposto con una delibera dove si è preso la bellezza di 18 mesi per dare delle risposte, 2 sono già passati e fa 20, un paio ne passeranno ancora prima che si inizi praticamente la sperimentazione...beh, le nostre vacche avranno il tempo di fare ancora due, se non tre, vitelli prima che si diano delle nuove indicazioni nelle stalle.

Veniamo un attimino più all'argomento del giorno: innanzitutto il PSR. Il PSR, si parla di 138 milioni, okay, ma lordi, agli agricoltori va solo il netto, bisogna ricordare che su questo PSR abbiamo inserito ben 47 milioni, che non vanno agli agricoltori, ci sono ben 26 milioni che vanno a sostituire le leggi di settore, ricordiamoci che sono state cancellate tutte le leggi di settore. C'è poi tutta una serie di altri milioni che vanno per altre attività nel mondo, nel settore dell'agricoltura, ma non direttamente agli agricoltori, ai quali rimangono più o meno 90 milioni di euro divisi però in sette anni. Il premio medio per le nostre aziende quindi crolla a 6.000-6.500 euro all'anno. La realtà dei conti, purtroppo, è questa e noi siamo qui a dire 138 milioni... Nell'altro PSR, giusto per ricordarci, c'era più o meno la stessa cifra, in più c'erano i 50 milioni di Top-up e in più c'erano le leggi di settore, giusto per definire il numero concreto, perché 138 milioni per gente un po' agricola come me...è difficile da realizzare quanti sono...6.000 euro, se gestisci un'azienda agricola, sono poca cosa.

L'altro problema a parte non aver audito...è quello relativo alle benedette cooperative. Avevamo chiesto all'Assessore un elenco e ci aveva detto che era pronta ormai la tabellina con i nuovi affitti, ricalcolati, rivisitati, rivisti, abbiamo avuto quelli del 2014: 580 mila euro più o meno che le aziende agricole, cioè che gli agricoltori ritorneranno alla Regione come affitto. È vero, lei ci ha detto: "tramite il de minimis", però il rebus è per il 2015, ci sono solo 180.000 euro, camuffati, almeno se abbiamo capito bene, per questa...perché si parla di produzioni agricole e di affitto delle strutture, quindi sarà molto meno del 50 percento di quello che è realmente l'affitto, o almeno speriamo che, prima di passare tutto il malloppo a Valle d'Aoste Structure, possiamo rivedere ancora concretamente quanto sarà l'affitto del 2015, o questo lo lasciamo già decidere a Valle d'Aoste Structure?

Per i consorzi 800.000, ma vede qual è il problema, Assessore? Non c'è più nient'altro, fino ad un po' di anni fa c'era una cifra per le spese di gestione dei consorzi, che poi in percentuale veniva divisa ed eravamo a delle cifre piuttosto importanti per le spese di gestione pure e semplici. A tutte queste spese si aggiungono tutti i piccoli interventi perché non ci sono più altre possibilità, quindi chiaramente non oso immaginare quale sarà la percentuale di sostegno, e noi tentiamo comunque di raccontare che ci sono non so più quanti milioni di mutui. Beh, credo che saranno un po' più pazzi quelli che fanno i presidenti dei consorzi, perché non c'è altro termine per definirli, ma che siano pazzi al punto di andare ad accendere dei mutui, magari mettendo i propri beni a garanzia...non credo. Vedo quindi un po'...come si può dire? una luce strana, cioè facciamo loro vedere che ci sono dei soldi e poi diremo: "non siete stati capaci ad utilizzarli, quindi non è colpa nostra, noi vi avevamo messo 3.000.000 all'anno di mutui", vedremo quale sarà la risposta.

Il settore zootecnico in questo momento ha un grosso problema proprio a livello di periodo, di tempo: stanno nascendo i vitelli, un dramma, fino ad un po' di anni fa era una fortuna, perché era la crescita dell'azienda, adesso è un dramma, bisogna trovare un commerciante olandese, piuttosto che danese, che ti dà 50 euro, sennò non sai cosa fare di questi vitelli. Io credo che questa sia veramente la cosa più assurda, il futuro è un problema, noi dovremmo veramente iniziare a lavorare seriamente sulla valorizzazione delle nostre carni, delle nostre razze, del nostro modo di allevare questi animali, facciamo venire la carne dall'Argentina, piuttosto che da non so dove, e non siamo capaci ad utilizzare le stesse tecniche e quindi allevamento all'aria aperta, al pascolo, con delle soluzioni migliori. Lo so che lei, Presidente, ha dei dubbi, ma, per esempio, in Vallese con la razza d'Hérens, che è più o meno come la nostra nera, che è la peggiore di tutti a sentire qualcuno, hanno una grossa richiesta di carne locale. Avranno altre norme, avranno altre esigenze, avranno altre possibilità anche legislative, però di là la carne di race d'Hérens è rinomata, noi qui non riusciamo concretamente a fare niente.

Una delle richieste che gli allevatori mi hanno fatto in questi giorni è: "perché non possiamo immaginare di nuovo di poter macellare qualche animale e venderlo direttamente?", ci saranno le norme sanitarie, ma vediamo di dare concretamente questa possibilità, in percentuale un 10-20 percento, mettiamo dei regolamenti precisi dove indichiamo cos'è, se è carne valdostana, di razza valdostana, cioè mettiamo dei riferimenti precisi e proviamo a dare veramente la possibilità di allevare più animali. Adesso è il periodo in cui si riempiono i congelatori e potrebbe essere una buona soluzione. Un altro problema che ci segnalano, ed è un ulteriore esempio di come si inseriscono le innovazioni senza una programmazione, è la ricetta elettronica che fa drizzare i capelli ai nostri allevatori.

Vi parlerò poi anche un po' del settore della viticoltura, della frutticoltura, dei piccoli frutti, delle erbe officinali e dell'orticoltura. Quest'anno non abbiamo fatto nessuna audizione, questi contano poco, meno di 1.000 ettari su 55 mila ettari coltivati, così ci è stato detto, quindi veramente poca cosa... Io credo invece che questi settori vadano rilanciati, perché sono settori, anche se con superfici più limitate, che hanno un'importanza notevole per quanto riguarda la parte agricola produttiva sicuramente, occupazionale, per quanto riguarda l'immagine della Valle, le nostre bottiglie girano il mondo e sopra c'è scritto: "Valle d'Aosta", quindi fanno anche pubblicità, come altri prodotti, quindi sicuramente ci va un po' più di attenzione. Le superfici di reimpianto purtroppo in questi ultimi anni a malapena sostituiscono le superfici di abbandono, non c'è nessuna indicazione, non c'è un bilancio, non c'è una riflessione su quello che bisognerebbe fare per rilanciare questi settori. Bene, l'altro giorno ho sentito al Forte di Bard grandi proclami per la viticoltura del futuro, il nuovo PSR, vedremo, noi presenteremo delle proposte e vedremo se ci sarà la voglia di cambiare passo per il rilancio del settore agricolo.

Presidente - Grazie Consigliere Grosjean, altri? La parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Monsieur le Président.

L'intervento quasi da statista del collega Rosset mi ha un pochino chiamato in causa, perché anch'io mi sentivo di sviluppare un po' le stesse riflessioni. Cercherò di essere più sintetica, anche perché la mattinata sta volgendo alla fine e rischiamo di diventare un po' pesanti anche per chi ci ascolta da casa.

Volevo esordire ringraziando il collega La Torre, che mi dispiace di non vedere in aula, per aver fatto un gesto che sembrerebbe normale in un rapporto normale di dialettica politica, ma che in questo Consiglio regionale, in questa legislatura non è per niente scontato e mi riferisco al fatto che la relazione accompagnatoria ci è stata fornita con ben tre giorni di anticipo rispetto allo svolgimento del dibattito, dandoci dunque la possibilità di analizzarla a fondo, di capirne anche certi risvolti politici e anche poi naturalmente di confutarne le argomentazioni qui in aula. Il collega La Torre ha scoperto le sue carte con largo anticipo e questo non è da tutti in una relazione che è una relazione di accompagnamento alla legge di bilancio, quindi una relazione che riteniamo essere scritta con coscienza, con cognizione di causa, pesando anche le parole.

Per quanto riguarda il merito della relazione, abbiamo voluto cogliervi anche l'intenzione di svolgervi un'analisi onesta, un po' edulcorata com'è giusto che sia da parte di chi siede in maggioranza, non tanto quanto quella molto ottimista della Consigliera Fontana, ma comunque un'analisi che riteniamo onesta, dove si colgono anche delle note di autocritica espresse magari in modo velato, non proprio aperto, ma pur sempre presenti al punto che a me è venuto da chiedermi se queste riflessioni siano delle riflessioni personali del collega La Torre o se siano state effettivamente condivise in maggioranza e quanto siano state condivise da una maggioranza che in realtà non ci è mai parsa propensa all'autocritica.

Vi è all'interno di questa relazione un'affermazione nella quale personalmente mi ritrovo: laddove si dice che l'autonomia speciale sul piano locale viene vissuta stancamente in difesa, nel tentativo di continuare a resistere nel vortice di leggi enorme e centralista dello Stato. Perché in questa regione, che è una culla dell'autonomismo e dell'autogoverno non da oggi, da secoli - il fatto di essere regione intramontana ci ha posto nell'obbligo di far prova di autogoverno -, siamo arrivati a vivere stancamente e in difesa il nostro rapporto con l'autonomia? In fondo ci sembra che chi lo vive più stancamente di tutti è proprio l'Union Valdôtaine e la freschezza, la sintesi e la serietà dell'intervento del collega Farcoz non sono bastate ad invertire questa sensazione. Perché siamo arrivati a pensare che la lotta con lo Stato, con un'opinione pubblica nazionale che ci vuole, che ci definisce spreconi, che ci definisce privilegiati sia una lotta impari e quindi ci sentiamo perdenti in partenza e pronti a cedere, a rinunciare a qualcosa? In parte può essere perché siamo coscienti dei nostri limiti, anche numerici, ed è giusto essere coscienti dei propri limiti, ma io in questa stanchezza leggo anche altro e sono certa che anche il collega La Torre vi leggesse altro perché nella relazione evoca la necessità di "logiche di governo nuove, di scelte coraggiose che non rinneghino certamente il passato ma che inducano ad un vero e radicale cambiamento". Sono parole forti da parte di un relatore di maggioranza, che evoca la necessità di logiche di governo nuove. Beh, io vi leggo l'inadeguatezza di un modo di rapportarsi con il Governo centrale, che è superato, che è anacronistico, che è un modo di agire da subordinati, fondato sulle concessioni che graziosamente lo Stato e i suoi rappresentanti del momento ci accordano con magnanimità e naturalmente sempre in cambio di qualche rinuncia da parte nostra, per cui si va a Roma, si incontrano i vertici e si accettano obtorto collo condizioni penalizzanti anche dal punto di vista simbolico. Si accetta di vedersi appioppare come Sindaco della città simbolo della nostra Regione, addirittura la definiamo capitale dell'autonomia, il più alto rappresentante nella regione del partito nazionale, che, contrariamente a qualche anno fa, si sta oggi rivelando nei fatti, nelle leggi che approva il partito più centralista e meno rispettoso delle autonomie degli ultimi decenni: nei fatti, perché sono i fatti poi quelli che contano, non nelle parole che si possono pronunciare negli incontri o nelle gite tra i vertici. Questo lo dimostra chiaramente la riforma approvata dal Senato nell'ottobre scorso dove la Valle d'Aosta è appesa al filo della clausola di salvaguardia.

Cari colleghi, l'autonomia non è vecchiume da rispolverare soltanto il 26 febbraio o nelle feste comandate, è un diritto che è costato caro alla Valle d'Aosta, che va esercitato, difeso con convinzione, salvaguardato, coltivato e naturalmente - questo noi lo sosteniamo da sempre - va accompagnato, va sostenuto da una politica di governo regionale e di amministrazione irreprensibile e lungimirante: lungimirante soprattutto per sé, per la Regione che di quest'autonomia è portatrice oggi più che mai e deve ovviamente corrispondere ad un'autonomia finanziaria fondata su certezze, non su alee e su negoziazioni, invece noi ancora andiamo, anzi voi andate, perché poi vi sono anche dei ruoli, a Roma a trattare con il Governo con l'atteggiamento quasi di chi non merita ciò che ha. Siamo i primi a sentirci quasi di non meritare ciò che abbiamo e i risultati poi si vedono. Mi pare che il tavolo sull'AREA sia emblematico di questo comportamento quasi...come dire? inconsapevole. Al tavolo delle trattative sul rispetto dell'autonomia deve sedere la Valle d'Aosta intera. Finalmente lo hanno ricordato un po' tutti e siamo arrivati alla condivisione di una risoluzione in difesa, a sostegno della nostra autonomia, finalmente, ma quanto tempo ci è voluto, quante discussioni per arrivare a quel risultato!

Nella relazione viene evocato il fatto che si sono susseguiti in questi anni continui interventi all'insegna della straordinarietà - ed è un pochino sempre il refrain che viene riproposto anche giustamente -, interventi che hanno minato il nostro sistema più pesantemente che altrove, ma più che un'attenuante questa dovrebbe essere considerata un'aggravante a carico vostro, a carico della maggioranza, a carico di chi si è reso responsabile di errori strategici gravi nei rapporti con lo Stato. Se altre Province e Regioni speciali hanno ottenuto risultati diversi, ebbene, prendiamoci le nostre responsabilità come Valle d'Aosta. È perché hanno messo in atto politiche negoziali più efficaci che non siamo stati in grado di mettere in atto. Se la Provincia di Bolzano avesse subito proporzionalmente le stesse nostre restrizioni, oggi avrebbe un bilancio di 3.000.000 di euro, invece del bilancio di 5.500.000, pardon...

(interruzione dell'Assessore Perron, fuori microfono)

...sì, assolutamente, 5.500.000.000 è questo che volevo dire, giustamente l'Assessore Perron mi riprende sui numeri che non sono secondari, ed è un bilancio il loro che è addirittura in crescita rispetto a quello dell'anno scorso. Per di più il nostro è un sistema più fragile degli altri, meno strutturato, ma perché lo sappiamo bene che nei decenni non siamo stati in grado di strutturare e credo che di questo possiamo essere responsabili tutti, anche culturalmente, anche come valdostani. Noi del gruppo ALPE non siamo fra coloro che affermano che il riparto fiscale ci ha portato troppi soldi, anche se c'è stato un tentativo negli anni scorsi di strumentalizzare la nostra visione, siamo però fra coloro che ammettono che con i soldi di cui la nostra Regione disponeva fino a quattro bilanci or sono si sarebbe dovuto fare una politica di investimenti che desse basi stabili e solide alla nostra economia, in che modo? Ragionando innanzitutto sulla sostenibilità successiva delle opere realizzate. In commissione qualcuno ha evocato il modello delle innumerevoli sale polivalenti ed è abbastanza emblematico. Avremmo poi dovuto investire sul capitale umano, sulla materia grigia, su una politica educativa che facesse diventare la Valle d'Aosta una fucina di idee, di innovazione e di cultura; quelle idee, quella cultura, quell'innovazione che poi servono a fronteggiare i momenti di crisi e di cui noi oggi dobbiamo riconoscere non abbiamo a sufficienza. Ora, oggi, saremo capaci di ristrutturare, di trovare le soluzioni per ristrutturare tutto quanto mostri, come viene riportato nella relazione, "inadeguatezza, sterile ripetitività e pigrizia mentale"? Non sono parole vuote, sono parole pesanti. Saremo capaci di fare di necessità virtù come afferma il relatore La Torre? La decrescita ristrutturante, che poi io sintetizzo con il fare di necessità virtù, è un concetto affascinante, ma vorremmo capire se è un semplice auspicio o se effettivamente viene declinata in azioni concrete, individuabili all'interno di questi disegni di legge, dove per il momento francamente noi constatiamo obtorto collo molta decrescita, ma quanto a ristrutturazione francamente ci manca ancora un po'.

Fa piacere leggere nella relazione che la principale exit strategy per la Regione starebbe oggi nell'esercizio di una responsabilità finanziaria trasparente. Fa piacere, ma suona un pochino strano a fronte di una costante e ancora permanente opacità nella gestione di tante società in capo alla Regione di cui anche la Corte dei Conti fa rilevare l'opacità. Credo che sulla non trasparenza della gestione di CVA o del Casinò, così come sull'ambiguità, sulla mancanza di chiarezza attorno a certi dossier, come quello della riduzione dei costi della politica, ci sia molto da dire ancora, dossier su cui dovremo tornare con un po' più di serietà e un po' più di pragmaticità di quanto è stato fatto finora perché ne va della dignità veramente di questo Consiglio regionale. Non parlo nemmeno più di credibilità perché credo che in questo momento parlare di credibilità della politica sia veramente difficile. Dopodiché - qualcuno l'ha già detto - cerchiamo di guardare al futuro, ma non senza essere consapevoli degli errori del passato perché soltanto facendo un'analisi degli errori del passato si può guardare al futuro per evitarli e per costruire una via nuova. I colleghi che mi hanno preceduto hanno già anticipato che noi più che una serie di emendamenti abbiamo preferito predisporre per questa discussione degli ordini del giorno che vadano nel senso di tracciare delle linee per contribuire, per quanto sta nelle nostre forze, a cambiare questo sistema. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 12,05 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Vicepresidente Follien, ne ha la facoltà.

Follien (UV) - Merci Président.

J'interviens à mon tour pour donner une petite contribution à la discussion de la loi financière et du bilan de prévision 2016-2018. Un bilan qui a été construit et conçu pour donner des réponses à ce moment économique qui est encore délicat, caractérisé sûrement par une fragilité et une instabilité même du cadre macroéconomique, avec une Europe qui, au-delà des difficultés financières de certains États comme l'Italie, et pas seulement, est encore sûrement affaiblie d'une manque de condivision, de stratégies communes, avec une incapacité de transformer une union monétaire dans une union européenne des peuples avec un parcours qui devra être commun et fait de valeurs, de principes et jusqu'à quand chaque État suivra son chemin sans considérer la route des autres, certains problèmes complexes et mondiaux, comme l'immigration, la défense commune, politique et économique, n'atteindront pas les résultats qu'on attend.

Dans ce cadre global il y a sûrement un bilan régional qui se confronte même avec une situation de difficulté de l'économie italienne, qui donne quand même quelques faibles signaux de reprise, nous devons l'avouer, mais nous devons même avouer qu'en Italie dans ce moment les Régions à Statut spécial n'ont pas beaucoup d'amis, ont est toujours perçues comme des réalités de privilèges et comme des anomalies.

Le Regioni a Statuto speciale, soprattutto quelle del Nord, hanno pagato e pagano tuttora un prezzo alto nei rapporti finanziari con lo Stato. Dal Governo Monti in poi lo Stato ha individuato nelle Regioni a Statuto speciale dei centri di spesa inefficaci ed inefficienti e, complice anche un certo tipo di stampa nazionale, certi mass media, si è voluto comunicare e trasmettere il concetto che le Regioni a Statuto speciale sono delle anomalie. Noi in questo Consiglio bene abbiamo fatto e facciamo a riaffermare, anche attraverso delle risoluzioni, i nostri valori fondanti, le nostre prerogative e le nostre tutele costituzionali e lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme è quello di trasmettere e continuare a portare ad esempio il nostro modello, che avrà certamente qualche errore, i suoi difetti, qualche distorsione, ma è stato certamente un esempio di buon governo rispetto al panorama nazionale e alla gran parte delle altre realtà regionali. La nostra Regione con il suo sistema di Enti locali è stato ed è un esempio di federalismo, quello vero, non quello scimmiottato da certe forze politiche un giorno federaliste e l'altro centraliste. Federalismo che, ahimè, ormai è un tema che è scomparso dal dibattito politico nazionale.

Un bilancio di previsione che, come abbiamo ascoltato nell'esaustiva relazione del Presidente La Torre, nelle relazioni dell'Assessore Perron e del Presidente Rollandin, è stato costruito per cercare di dare risposte concrete e puntuali a questo momento di crisi, cercando di effettuare dei risparmi che sono stati ragionati, non vi sono stati dei tagli lineari, puntando a fare investimenti mirati, cercando di programmare. Bilancio che ha subito delle riduzioni, certamente, per quanto riguarda le entrate, determinate anche dal riflesso degli effetti delle pronunce della Corte costituzionale, questione delle accise, piuttosto che sempre un'importante cifra di accantonamento per il contributo al riequilibrio della finanza pubblica. Tutto ciò crea chiaramente una disponibilità delle risorse al bilancio ancora più ridotta nel prossimo triennio.

Per il 2016 si è cercato quindi di attuare politiche di riduzione delle spese, si è cercato di massimizzare l'utilizzo dei fondi comunitari, che rappresentano il futuro in molti settori e si cerca di porre in essere politiche mirate all'occupazione e al rilancio di settori che sono stati particolarmente colpiti dalla crisi degli ultimi anni. La scelta anche di andare verso piccoli e medi interventi cantierabili cerca sicuramente di dare risposte incisive in settori che hanno delle difficoltà.

Entrando nel merito di alcuni settori del bilancio - senza citare numeri, cifre, che molto meglio di me saprà citare chi interverrà poi nel proseguo della discussione, e sono state già citate e ben esposte dall'Assessore e dal Presidente -, mi permetto di fare alcune brevi considerazioni. Le contrazioni al nostro bilancio hanno sicuramente inciso anche su quello che è il nostro sistema sanitario e il nostro welfare, welfare che ha sempre rappresentato in Valle d'Aosta un'eccellenza sia nei servizi agli anziani che nei servizi alla persona, piuttosto che nei servizi all'infanzia. In questo bilancio ci troviamo ad affrontare una sfida: quella di rimodulare questo welfare, cercando di garantire ancora elevati standard quotidiani, nel sociale e nei servizi sanitari. Servizi sanitari che da sempre spesso sono presenti in Valle d'Aosta e non ci sono confronti con altre realtà al di fuori della nostra regione, spesso solo realtà più grandi di noi con bacini di utenza più importanti dei nostri si hanno certi tipi di servizi sanitari, però noi vogliamo continuare a mantenerli e in taluni casi a svilupparli operando una rimodulazione e, se vogliamo, una riorganizzazione. Il tutto, è chiaro, va fatto sicuramente tramite un percorso di condivisione e di concertazione con le parti sociali e gli operatori del settore per guidare questa trasformazione. Sui temi, ad esempio, dell'infanzia, su cui si è molto discusso durante questo Consiglio - e credo che se ne discuterà ancora -, anche lì ci sono stati dei cambiamenti, delle scelte che non sono state facili, si è comunque cercato di rimodulare il sistema, si è cercato di portare una maggiore flessibilità, si è cercato attraverso l'introduzione di fasce ISEE di reddito, di più fasce...si è cercato quindi di fare delle modifiche, si sono introdotti nuovi rapporti educatori-bambini. Ma non voglio entrare nello specifico, quello che credo che dobbiamo annotare è che anche in questo settore la sfida da vincere e anche in quella del servizio agli anziani è quella di creare un sistema dove al centro vi è la cura, i servizi sicuramente a queste persone, ma il tutto deve essere fatto garantendo una sostenibilità economica per enti pubblici e per famiglie. È la sfida del futuro e ci dobbiamo sicuramente impegnare in primis come maggioranza e come Giunta a garantire che si arrivi a questo.

Per quanto concerne la cultura, settore fondamentale e motore straordinario per le attività della nostra regione, vi è in questo bilancio un'attenzione, un sostegno alle nostre lingue, al nostro patois attraverso il finanziamento e la garanzia del finanziamento di tutta una serie di eventi; vi è sicuramente ancora un'attenzione importante alle esposizioni artistiche garantite dall'organizzazione di mostre da parte dell'Assessorato e da parte dell'attività culturale dell'Associazione del Forte di Bard, sfruttando questo splendido sito che è diventato fondamentale riferimento per la Bassa Valle ed è diventato un grande polo di attrazione per turisti e residenti. Voglio rimarcare anche l'attenzione nel settore degli investimenti sui nostri beni culturali, che sono una risorsa della nostra memoria, del nostro passato, ma soprattutto sono una risorsa fondamentale per la nostra economia sulla quale la Regione crede e lo dimostra investendo, grazie a finanziamenti europei e con investimenti straordinari, risorse finanziarie necessarie per interventi mirati alla tutela e valorizzazione dei nostri siti, dei nostri castelli e dei nostri monumenti. Credo che la scelta di effettuare manutenzioni importanti ai nostri beni culturali, ai nostri monumenti, oltre che le decisioni di continuare nelle opere di recupero, restauro e valorizzazione degli stessi finalizzati chiaramente a renderli fruibili a tutti, a residenti e soprattutto a turisti, porta a sviluppare quel binomio cultura-territorio che è alla base anche del nostro turismo e che può essere incrementato e contribuire a dare fiato all'economia e a dare anche risposte in termini di occupazione.

Il turismo è da sempre una nostra grande risorsa, dove si deve cercare sempre maggiori percorsi di integrazione con la cultura, con il territorio, con la nostra agricoltura di qualità, con la nostra enogastronomia, che è in crescita, cercando di ampliare le offerte, sostenere nei limiti del possibile gli operatori del settore dopo che, nonostante la crisi, quest'Amministrazione regionale negli anni ha saputo fare comunque investimenti importanti che stanno dando dei risultati: penso gli investimenti nel campo turistico, ce ne sono stati tanti, chiaramente penso alla scommessa vinta dalla Skyway, sicuramente un'opera importante che adesso viene apprezzata da tutti, e continuando con il sostegno alle nostre manifestazioni più importanti, quest'anno arriverà la Coppa del mondo femminile di sci, Coppa del mondo che torna in Valle d'Aosta, attesa da tanti anni, il sostegno ad eventi come il Tor des Géants, che permettono anche di destagionalizzare molto spesso il nostro turismo e che comunque portano lontano l'immagine e la promozione della nostra regione.

In tutti questi settori: turismo, attività produttive, agricoltura si deve continuare con una spinta - l'hanno già detto molti colleghi - alla sburocratizzazione, da sempre una delle richieste più importanti fatta dagli imprenditori e non solo, burocrazia che spesso, ahimè, diventa un freno e un costo per lo sviluppo di molte idee. È chiaro che su questo tema si deve continuare a lavorare, si è già fatto, ma si deve fare di più, ma soprattutto è fondamentale trasformare poi gli impegni che spesso vengono assunti in questo Consiglio oppure dalle forze politiche molto spesso, anche l'Union Valdôtaine nel tempo aveva organizzato un congresso sulla sburocratizzazione, c'era l'attenzione anche da parte delle forze politiche, la difficoltà a volte poi è passare alle azioni concrete...comunque io credo che l'Amministrazione regionale stia andando nella buona direzione.

En conclusion, en révisant les interventions même sur le bilan de l'année passée, je me suis arrêté sur une phrase du Conseiller Laurent Viérin qui disait en synthèse après un raisonnement: "ma génération est grandie avec le concept de l'autonomie comme éternelle". Moi je suis d'accord avec cette affirmation et j'en vois le concept d'une génération, même la mienne, qui a vu un bien-être croissant, qui croyait et qui croit dans des principes et dans un modèle d'autonomie et de Vallée d'Aoste qu'on pensait pour toujours, un ensemble de valeurs qui était et qui est à la base de notre Région et qui ressemblent beaucoup d'entre nous, même dans cette salle.

Moi-même à mon tour plusieurs fois je me demande que sera de l'autonomie de demain. Je me pose la question: on sera capables de regarder au futur de notre autonomie avec des yeux nouveaux? Quelle sera la Vallée d'Aoste que nous laisserons pour nos fils? Je n'ai pas des réponses simples et claires et je n'ai pas la présomption de donner des réponses à ces questions qui sont extrêmement engageantes, surtout dans une discussion faite ici dans ce siège si important, mais je crois quand même que nous devons partir en nous posant une réflexion: il y a sûrement une faiblesse due au risque d'un manque peut-être dans le futur d'une autonomie financière, qui pourra miner encore davantage notre autonomie, mais je crois quand même que nous devons réaffirmer la validité de certains modèles qui étaient et sont, à mon avis, un exemple à niveau national et même avoir encore la force de réaffirmer certains principes comme celui du fédéralisme, qui sont à la base d'un modèle d'autogouvernement, dans lequel on croyait et nous croyons.

Je crois que faire des choix et réinventer un système qui a la moitié de l'argent qui avait il y a quelques années n'est pas facile et sûrement douloureux. On doit chercher d'agir avec équilibre entre la nécessité de couper et l'obligation de chercher à investir, mais je crois qu'on pourra le faire toujours mieux s'il y aura toujours plus de dialogue et de condivision dans les faits et les actions, pas seulement même dans les paroles, entre la majorité et l'opposition et, si on aura la force de dialoguer encore davantage, peut-être on retrouvera la force même d'affirmer et défendre encore plus notre spécialité. Avec la collaboration et les énergies de tous, chacun avec sono rôle, son parcours et ses prérogatives, on pourra affronter les émergences de tous les jours. Il n'y a plus rien de simple et prévisible et nous devons quand même être réalistes et continuer à lutter. Il n'y a rien de parfait, mais quand même ce bilan régional, à mon avis, regarde au futur avec une vision et une programmation claire. Merci.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola la Consigliera Certan, ne ha la facoltà.

Certan (ALPE) - Merci Président.

L'intervention du collègue Follien a été très intéressante, surtout dans la partie terminale où parlait de l'autonomie. Je crois qu'on pourrait dire que nous n'héritons pas la terre de nos ancêtres, mais nous l'empruntons à nos enfants, ce concept à été exprimé par Saint-Exupéry et il a été très exploité, très employé en effet. Il pourrait être employé aujourd'hui aussi en disant que nous n'héritons pas les ressources d'une communauté, de nos ancêtres, mais nous l'empruntons à nos enfants, si nous y croyons, et entre les ressources d'une communauté on pourrait mettre aussi notre autonomie, nos idéaux, notre culture. Souvent ces passages apparaissent très naïfs, peu concrets, tandis que je pense que la responsabilité et la correspondance concrète avec laquelle nous devrions aborder notre autonomie, l'administration de notre territoire, de nos ressources, de notre identité devrait être celle-ci et devrait avoir ces principes.

Siamo in discussione di bilancio, io lo definirei un bilancio filosofico. Ieri - l'hanno citato già i miei colleghi - il relatore collega La Torre ha fatto veramente un excursus molto completo e molti passaggi sono non solo condivisibili, ma anche apprezzabili, si potrebbe dire che è una relazione quasi ispirata da un manuale di estetica della filosofia, dove veramente alcuni principi cardine sono proprio stati toccati ed enucleati molto in profondità. Dico un bilancio filosofico perché, al di là dei numeri, che certo in un bilancio e in una discussione di bilancio sono determinanti, anzi direi fondamentali, vorrei però entrare ad analizzare alcuni dettagli, le idee di fondo che dovrebbero esserci dietro ad una programmazione e chiaramente ad un bilancio triennale, che onestamente non abbiamo trovato.

Il collega Rosset ricordava che lo scorso anno il Presidente Rollandin ci disse che era un bilancio di transizione, ecco, anche quest'anno l'ha detto e siamo abbastanza punto a capo, che sia lei, Presidente Rollandin, che ci annuncia che dal 2018 vedremo un po' di sole è alquanto significativo e sicuramente di buona speranza. Lo ricordiamo anche spesso, ma credo sia giusto perché non lo si dimentichi, che nel buio ci siamo finiti nel 2010 e che gli accordi con il Berlusconi di turno non li abbiamo fatti certo noi del gruppo ALPE o della minoranza, lo ricordiamo bene, c'eravate proprio voi - anche lei, Assessore Perron - che oggi, in questi giorni ci spiegate i difficili rapporti con lo Stato lagnandovi anche spesso che il contributo - anche in commissione è successo - della Regione nei confronti dello Stato, questo debito che la Regione deve versare, continua ad essere forte; lei lo ha definito così: "è un contributo forte che la Regione deve continuare a dare", en attendant le soleil...

Credo che lo Stato abbia capito bene che in Valle d'Aosta ha trovato un interlocutore debole, poco credibile, al quale si può chiedere, ecco, noi crediamo proprio che stia succedendo questo e per doversi motivi. Noi non sappiamo quali siano gli scheletri che ci sono nell'armadio, ma ci sembra davvero che la credibilità...la collega Morelli parlava prima anche della dignità della nostra Regione siano un po' pietinées in questo periodo, forse proprio per questa debolezza e poca credibilità che in questi anni il Governo ha sicuramente trovato in Valle d'Aosta. Ci sono alcuni segnali, faccio qualche esempio: beh, il fatto che un Parlamentare si renda conto che non riesce a far passare gli emendamenti che un Consiglio regionale all'unanimità - perché la risoluzione è stata approvata dal Consiglio regionale all'unanimità, non solo dai gruppi di minoranza e da qualcuno -, che non riesce ad essere promotore nei confronti di questo Governo di questa risoluzione di un Consiglio regionale intero...e però, nonostante quello, come se niente fosse, vota la fiducia, è un esempio di questa debolezza.

A mio avviso, c'è un altro aspetto che possiamo guardare sotto una duplice luce: sia positiva, chiaramente per voi, ma anche un po' preoccupante. Questo è stato l'anno delle intese, non so se ne vedremo ancora da qua alla fine dell'anno, ma il 2015 è stato caratterizzato da intese, chi conta in questo Governo ha firmato intese, non so, mi sembra anche un po'...in patois si dice: "a bolliardòn" in certi momenti, perché poi queste intese sono state siglate, sono stati scritti articoli, messi giù punti, poi abbiamo scoperto che probabilmente dovranno essere di nuovo fatte altre intese, ecco, "a bolliardòn", un po' a sproposito, è un po' in questo senso.

La sintesi di questo bilancio credo l'abbia fatta lei, Assessore Perron, in commissione, ci ha detto: "abbiamo guardato ciò che c'era e ciò che è indispensabile per continuare il funzionamento di certi settori". Vero, è un'analisi molto concreta, molto reale, abbiamo fatto lo stato dell'arte e poi abbiamo cercato di non fermare questo funzionamento ed è anche nobile come obiettivo, è anche molto comprensibile. Certo, è normale che un Governo debba fare funzionare i servizi e i vari settori, noi però, come gruppo ALPE, abbiamo sempre chiesto...anche come minoranza in questi anni abbiamo sempre sollecitato quello che, Assessore Perron, chiedono ancora oggi i valdostani: un cambiamento di prospettiva, una programmazione diversa, un modo diverso di fare politica, la politica deve ritrovare la sua vera essenza, cioè l'essere a servizio dei cittadini e non al mantenimento di certe logiche. Un bilancio, a nostro avviso, può cambiare questa prospettiva ed è veramente quello che può dare: una prospettiva, una programmazione diversa. Devo dire la verità che speravamo di vedere questo cambiamento con l'entrata in maggioranza del PD-Sinistra VdA, pur non condividendo il percorso e i salti mortali che hanno fatto per entrare in maggioranza, saremmo stati comunque lieti e riconoscenti se fossero stati capaci veramente di cambiare in sede di programmazione futura. Ripeto: il bilancio è triennale, quindi sicuramente le prospettive potevano essere cambiate, per ora abbiamo visto nulla, se non come ho detto all'inizio, questo è un bilancio di filosofie. Registriamo qualche contentino, a volte anche quasi personale, qualche aiutino fittizio per poter ostentare e fare vedere che, insomma, non si è proprio qua senza far nulla, però nulla di più, nessun cambio di metodo.

La presentazione di tanti emendamenti anche in questi giorni...continuiamo a vedere arrivare documenti ("Obiettivi prioritari"...) uno dietro l'altro in questi giorni in sede di discussione, sono tutti utili, ma io non mi ritengo così capace di leggere approfonditamente un documento in discussione mentre ascolto i colleghi, quindi a volte ci sono dei documenti che non possono essere presentati all'ultimo momento per essere poi analizzati. Ecco, questa cosa qui continua a perdurare e ne prendiamo atto, leggeremo nei prossimi giorni, pian piano approfondiremo, diamo certo una lettura superficiale, ma rimane una lettura superficiale. Dicevo, quindi nessun cambio di metodo: una presentazione continua di emendamenti, di cui forse neppure la maggioranza stessa è a conoscenza.

Registriamo, Assessore Perron, un suo tentativo lodevole di coinvolgerci come gruppi di minoranza nella commissione, è venuto spesso in commissione, questo lo riconosciamo, è stato sicuramente positivo, però non abbiamo registrato nulla di significativo, non basta venire in commissione e dire: "ma per ora sappiamo che la situazione è questa e non è facile, faremo in modo di...cercheremo di...", non basta venire dieci volte in commissione e portare praticamente poche novità. Quest'analisi è stata fatta anche dai sindacati, ci sono le audizioni che lo dimostrano, dai rappresentanti di categoria, da persone che comunque operano sul territorio e che quindi hanno anche forse ben chiaro quali sono le problematiche della nostra regione.

Analizzando poi la legge finanziaria nello specifico - ed ecco perché l'ho chiamato bilancio solo filosofico -, ho trovato interessante la premessa alla relazione che avete fatto al disegno di legge n. 64, dove dite: "la redazione del bilancio 2016-2018 è stata guidata da quattro linee di indirizzo, coerenti con il 2015, ma alcune di esse affrontate con maggiore incisività " e fra queste quattro linee di indirizzo troviamo: "massimizzare l'utilizzo dei fondi europei", ad esempio, l'agricoltura credo sia nutrita per i prossimi anni solo dai fondi europei, perché è stata completamente abbandonata, e meno male che ci sono i fondi europei, che sono 7 milioni, come ricordava il collega Nogara. Comunque mi permetto anche di dire che, per poter avere fondi europei, si richiede chiaramente il rispetto dei criteri, dei parametri, eccetera, che sappiamo a volte stridere un po' con quella che potrebbe essere la necessità di una politica agricola, comunque tutta la massimizzazione dell'utilizzo dei fondi...o non tutto ma una buona parte è lì.

Il secondo punto, la seconda linea di indirizzo che date è: "attivare azioni anticongiunturali al fine di sostenere ulteriori e qualificanti interventi di investimento diretti al sostegno e allo sviluppo economico e sociale del territorio regionale, per favorirne l'attrattività... - turismo, quindi, non c'è nulla - la sicurezza e la riqualificazione, mediante l'ammodernamento delle infrastrutture a servizio della collettività ". Io fra le infrastrutture a servizio della collettività leggo - poi ditemi se sbaglio -: ferrovia e se questa è una linea di indirizzo...voi dite di attivare azioni performanti riguardo all'ammodernamento delle infrastrutture, se in questo bilancio troviamo queste caratteristiche, beh, segnatemele, perché mi sono sfuggite. Ferrovia, aeroporto, autostrada credo che siano allo sbando totale, altro che "attivare azioni al fine di sostenere ulteriori e qualificanti interventi...mediante l'ammodernamento delle infrastrutture"! Abbiamo, cosa ereditata dagli scorsi bilanci, cinque treni bimodali, che forse tra tre anni arriveranno, basta. Ci arrivano dei materiali, ma non delle infrastrutture, a meno che non ci sia poi il coniglio da tirar fuori all'ultimo dal cilindro, per ora non lo abbiamo visto. Nessun intervento sulle infrastrutture, ripeto che noi leggiamo: ferrovia, aeroporto, autostrada nelle infrastrutture al servizio della collettività.

Per quanto riguarda il welfare, credo che i servizi alla prima infanzia, gli asili nido, le microcomunità siano state già ampiamente à la une e credo che il modo in cui sono stati...è stato distrutto questo servizio che era stato costruito negli anni ed era un servizio di eccellenza...credo che l'abbiamo già evidenziato.

Vi è poi un altro punto: "agevolare l'occupazione per il tramite delle iniziative nel piano di politica...", ecco, siccome l'Assessore Donzel un giorno mi ha tirato le orecchie perché mi ero permessa di dire che la disoccupazione in Valle d'Aosta non andava bene e poi è stato fatto appositamente un intervento un po' strong per dimostrare che noi stiamo meglio del Sud Italia, beh, io riporto degli articoli di tre giornali diversi: "Italia in ripresa, ma in Valle la disoccupazione aumenta"; "Altro che ripresa, sale la disoccupazione"; "Dati ISTAT: aumenta la disoccupazione", queste sono notizie di settembre, quindi non così lontane ma sono recenti, quindi spero che veramente ci sia stata un'inversione adesso nei mesi di novembre e dicembre, ma per ora queste grandi politiche dell'occupazione non le vediamo e purtroppo non le vediamo neanche sul bilancio triennale, quindi il bilancio per i futuri anni. La notizia di questi giorni della probabile chiusura dello stabilimento della Lavazza, ma la Feletti, ma altri...non dimentichiamo che ad esempio...credo che 400 sia il dato di piccole imprese agricole che hanno chiuso durante l'anno, credo siano dei dati che non possiamo far finta di non richiamare.

Dicevo, un bilancio performante e una vera programmazione...quindi, oltre questi principi filosofici buttati lì, belli, sono scritti bene, però poi dovrebbero avere anche la conseguente concretezza nelle risorse che vengono investite. Registriamo delle sforbiciate, l'Assessore Perron ci ha rassicurati dicendo: "non abbiamo fatto tagli un po' lineari su tutti i settori e abbiamo cercato, insomma, di tenere...", beh, noi invece vediamo che i settori sui quali bisognava investire sono stati tagliati, anzi definisco meglio questo "tagliati", è stata fatta una terapia di mantenimento, cioè è stato tenuto in vita, la terapia che è stata fatta per questi settori è di mantenimento in vita, cioè senza nessuna idea nuova, senza nessun intervento significativo, è stata messa al paziente una flebo ed è stato lasciato lì a vegetare. I settori con difficoltà sono stati tenuti in vita, cioè c'è una flebo che li mantiene in vita e poi noi speriamo che nel 2018, in questo 2018 fabuloso, si riprenda anche il malato e che la flebo quindi di mantenimento di questi anni sia servita.

Per quanto concerne le politiche del lavoro, ne ho parlato, crediamo che non sia cambiato nulla e che in questo bilancio non ci sia nessuna azione che inverta questa tendenza, che ogni giorno noi ci ritroviamo ad affrontare, non so voi della maggioranza, ma noi ogni giorno siamo fermati, chiamati e ogni giorno la problematica riguardo al lavoro è à la une.

Due parole anche sulle politiche culturali e scolastiche: beh, su quella scolastica facciamo in fretta perché ne abbiamo parlato tantissimo, per ora è nel limbo, in questo bilancio anche qui c'è un mantenimento del settore, ma è nel limbo, nel senso che non siamo ni ici, ni au-delà perché per ora la legge n. 107 della Buona scuola dobbiamo ancora adattarla alla Valle d'Aosta, siamo nel limbo.

Per quanto riguarda le politiche culturali, lo ricordava il collega Follien, oltre alla politica degli eventi, con tutte le varie manifestazioni, che vengono organizzate, beh, c'è un investimento sicuramente significativo per quanto riguarda i beni culturali e per la ristrutturazione dei monumenti, senza poi però nessuna prospettiva e nessuna programmazione. Speriamo di capirla e di vederla piano piano, per ora sappiamo che sicuramente c'è un intervento molto significativo sui beni culturali, che non è un aspetto secondario e non è da sottovalutare, però ci chiediamo se in questo momento fosse questa la priorità delle politiche culturali, ma sicuramente potremo fare altre valutazioni.

La stessa situazione di limbo la registriamo per i cosiddetti "costi della democrazia", alla fine è arrivato da parte anche della maggioranza un piccolo segnale, per ora nulla di fatto, però almeno a parole una dichiarazione per la quale si faranno delle economie e verrà applicata l'autoriduzione. Per ora l'unico gruppo che si è autoridotto concretamente l'indennità è il nostro gruppo, che senza troppi proclami, visto come era l'andazzo, ha deciso di farlo, e che poi volontariamente sceglie comunque di destinare delle proprie risorse a terzi, quindi questo è poi nella facoltà di ognuno. Per ora però di fatto registriamo positivamente il fatto che, seppur piccolo, è stato fatto un piccolo passo: registriamo che l'emendamento che l'Ufficio di Presidenza ha predisposto è stato portato poi dall'Assessore Perron, quindi anche la maggioranza ha condiviso quest'emendamento sulla riduzione per i prossimi, per ora, tre anni, perché è una riduzione temporanea dei vitalizi, poi comunque su questo ci sarà l'emendamento e quindi potremo parlarne poi approfonditamente...

(interruzione dell'Assessore Perron, fuori microfono)

...forse è stato poco attento, Assessore Perron, perché ho detto proprio questo: che alla fine è stato positivo il fatto che sia arrivato l'emendamento da parte sua per la maggioranza, ripreso dall'Ufficio di Presidenza, quindi, appunto, sono stata molto precisa nel riconoscere a lei, Assessore, questo.

Ci dispiace un po' dover registrare che anche questo bilancio è un bilancio che non passerà sicuramente alla storia per il coraggio delle azioni di questa maggioranza, passerà, ripeto, alla storia come bilancio sicuramente filosofico, con buoni principi, ma di mantenimento in vita di tutti i settori. A nostro avviso, un po' poco per essere degno di essere chiamato un bilancio che guarda al futuro e che guarda in prospettiva.

Presidente - Grazie. Considerata l'ora, credo che possiamo chiudere i lavori mattutini e riprendere nel pomeriggio alle ore 15,30 e vi auguro buon appetito.

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La seduta termina alle ore 12,53.