Oggetto del Consiglio n. 1115 del 26 marzo 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1115/XIV - Proposta di legge: "Nuove disposizioni in materia di indennità di funzione e gettoni di presenza degli amministratori dei Comuni e delle Unités des Communes valdôtaines della Valle d'Aosta".
Presidente - Punto 30.01 all'ordine del giorno. La parola al relatore Farcoz.
Farcoz (UV) - Merci Président.
Con la presente proposta di legge regionale, si disciplina ex novo l'attribuzione dei compensi agli amministratori dei Comuni e delle Unités des Communes valdôtaines della Vallée d'Aoste. Le nuove disposizioni tengono anche conto delle novità in materia di funzioni associate, introdotte dalla legge regionale n. 6 del 2014, "Nuova disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali e soppressione delle Comunità montane", che ha disposto in particolare la soppressione delle Comunità montane e l'istituzione delle Unités des Communes valdôtaines, nonché dalla legge regionale n. 1 del 2015, "Elezione diretta del sindaco, del vice sindaco e del consiglio comunale", e dalla legge regionale n. 54 del 1998 "Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta", che oltre ad un significativo intervento di modifica del sistema elettorale ha rideterminato il numero dei componenti dei consigli e delle giunte comunali.
Veniamo ora al testo della proposta di legge, che ricordo essere la sintesi delle diverse sensibilità politiche presenti all'interno di questo Consiglio regionale, escluso il Movimento Cinque Stelle, e che lo stesso è stato approvato a larga maggioranza in seno all'assemblea del CPEL (lo ricordo: cinquanta a favore e sei contrari). Per i sindaci, oltre all'attribuzione dell'indennità mensile lorda di funzione, è associata una diaria mensile quale contributo forfetario per le spese di esercizio del mandato di funzione, determinando così le seguenti cifre massime: 1.250 euro più 500 di diaria per popolazioni sino a 1.000 abitanti, 1.500 più 600 euro di diaria per popolazione da 1.001 a 3.000, 2.200 più 700 di diaria per popolazione da 3.001 a 5.000, 3.030 più 700 di diaria con popolazione da 5.001 a 15.000 e infine 4.300 più 1.200 di diaria con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Inoltre l'indennità mensile lorda di funzione dei sindaci verrebbe incrementata del 10 percento per i comuni la cui percentuale sia superiore a 1,5. Questa percentuale viene determinata dalla Giunta regionale al fine di quantificare i trasferimenti finanziari secondo i criteri di cui all'articolo 11 della legge regionale 48 del '95, "Interventi regionali in materia di finanza locale".
Relativamente ai sindaci che da lavoratori dipendenti non hanno richiesto il collocamento in aspettativa, l'indennità massima attribuibile è ridotta nella misura del 20 percento. Al vicesindaco dei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti è attribuita un'indennità mensile lorda di funzione non superiore al 55 percento dell'indennità di funzione attribuibile al sindaco; per il vicesindaco dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, per Aosta, è attribuita una indennità mensile lorda di funzione non superiore all'80 percento di quella del sindaco.
Agli assessori dei comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti è attribuita una indennità mensile lorda di funzione non superiore al 40 percento dell'indennità di funzione attribuita al Sindaco, mentre per gli assessori di comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti è attribuita una indennità mensile lorda di funzione non superiore al 75 percento dell'indennità di funzione del sindaco. Ai consiglieri dei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti è attribuito un gettone di presenza per la partecipazione ad ogni seduta del consiglio comunale, il cui ammontare lordo non può essere superiore al 5 percento dell'indennità di funzione attribuibile al sindaco. Per i consiglieri dei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti è attribuita una indennità mensile lorda di funzione non superiore al 20 percento dell'indennità di funzione attribuibile al sindaco. In conclusione, al sindaco che riveste la carica di presidente della corrispondente Unité, oltre all'indennità di funzione e alla relativa diaria del sindaco, è attribuita un'ulteriore diaria mensile pari a euro 600.
Volevo semplicemente ringraziare il percorso politico che ci ha portati alla definizione di questo testo e ringraziare ovviamente i sindaci e coloro che nel CPEL hanno portato avanti questo provvedimento legislativo. Grazie.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Quando si va ad intervenire sulla riduzione dei costi della politica - in questo caso la riduzione media, come risulta dalla relazione del Consiglio permanente degli enti locali, è del 21,84 percento - non si può che essere quantomeno soddisfatti. C'è però da fare una considerazione di tipo politico. Avete, e dico avete, perché il Movimento Cinque Stelle si è tirato fuori da questa legge, non perché nel principio non siamo d'accordo - ci mancherebbe: è uno dei nostri cavalli di battaglia! - ma perché si è trovato il tempo di ridurre gli stipendi ai sindaci e ai consiglieri comunali, si è trovato il tempo per approvare le mozioni che andavano a ridurre il salario dei dirigenti, ma guarda caso non avete - e dico avete - trovato il tempo di approvare subito una disposizione di legge che riducesse gli stipendi dei consiglieri regionali. Tanto è vero che nella stessa relazione nel Consiglio permanente degli enti locali, leggo testualmente: l'assemblea del consiglio "chiede quindi che l'adozione di tale provvedimento legislativo - cioè quello di riduzione degli stipendi dei consiglieri comunali e dei sindaci - sia accompagnato da analoghi provvedimenti atti ad assicurare il contenimento della spesa, anche per gli altri livelli istituzionali organizzativi", quindi Regione, enti pubblici e società partecipate. Il Consiglio permanente degli enti locali ha detto: siete tanto bravi a diminuirci gli stipendi, ma non avete toccato i vostri.
Qui sinceramente, colleghi, sfioriamo veramente il ridicolo, perché non c'è stata la volontà: si continua a parlare di un provvedimento organico, dovremo esaminare tutto, dovremo vedere i vitalizi, dovremo vedere gli stipendi, dovremo vedere le liquidazioni e tutto quanto, si continua a rinviare questo e si trova invece tranquillamente il tempo per mandare avanti la proposta di legge regionale che taglia lo stipendio degli altri. Direi che qui veramente ci tiriamo fuori da questo provvedimento, che va sicuramente nella direzione giusta, a parte il fatto che poi bisogna vedere se i 5.300 euro del sindaco di Aosta vengono ritenuti congrui o meno: per noi si poteva fare uno sforzo in più per ridurre lo stipendio. Per carità, un primo sforzo, ma come al solito avete dimostrato - mi spiace: questa volta tutti quanti - di andare a vedere a casa degli altri, prima di fare i conti a casa vostra.
Presidente - Siamo in discussione generale. La parola al collega Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Il collega Ferrero si è smarcato da questo provvedimento a cui avrebbe potuto contribuire con le sue idee, che fra l'altro non ho capito quali erano: è favorevole alla riduzione dei costi della politica e avrebbe tagliato anche di più, per esempio, su Aosta; lo apprendiamo in quest'aula. Poteva essere a quel tavolo, nessuno lo ha mandato via, poteva venire a dire in quali comuni bisognava tagliare di meno e in quali magari operare con una forbice maggiore. Rispetto all'idea base che bisognava in qualche modo operare in un contesto che riguardasse anche il Consiglio regionale, guardi che questa cosa l'hanno espressa tutte le forze politiche che sono qui: l'UVP, l'ALPE, il PD hanno detto chiaramente che questa legge doveva essere accompagnata da un provvedimento che riguardasse i tagli anche ai consiglieri regionali. Continuiamo a ribadirlo e abbiamo anche votato insieme degli emendamenti in sede di legge finanziaria, che si deve operare anche in questo contesto, nonostante i tagli del 2012 e nonostante - andando a verificare, perché adesso ci si dimentica del passato - la situazione di oggi sia profondamente diversa in termini di pensioni e quant'altro, rispetto a quella che c'era ante 2008.
La situazione è profondamente cambiata, ma non in modo sufficiente, quindi sicuramente questo non è un provvedimento che non va bene, per noi, però è un provvedimento incompleto. Quando lei dice "avete tagliato agli altri", io vorrei farle capire che noi del Partito Democratico funzioniamo forse in modo diverso da voi Cinque Stelle. Questo provvedimento è stato portato in una direzione del Partito Democratico in cui gli amministratori del partito stesso si sono autotagliati: ci siamo autoridotti lo stipendio come Partito Democratico! Ci sono dei nostri amministratori - fra l'altro, per smentire questa battuta che circola, secondo cui le norme le votano quelli che non ci sono più -che sono ricandidati e che sono persone stimate sul territorio, i quali probabilmente saranno rieletti con una retribuzione inferiore, quindi in qualche modo c'è una consapevolezza della gravità della situazione che sta vivendo la Valle d'Aosta.
Tengo poi a precisare che si arriva a una situazione di questo tipo, perché ci sono delle scelte politiche a monte che non possono essere nascoste. Noi abbiamo cercato di spiegare alcune delle ragioni per cui bisognava accorpare dei comuni: insieme abbiamo condiviso di difendere l'entità del piccolo comune e di creare un lavoro di convenzioni, di collaborazione, eccetera. Quindi anche la retribuzione di un singolo sindaco va vista come quella di un amministratore che opera in collaborazione con altri sindaci: noi la leggiamo così. Noi leggiamo che su un territorio dove c'è una convenzione che mette quattro comuni assieme, ci sono quattro sindaci che hanno quattro retribuzioni e che lavorano su quel territorio.
(Interruzione dell'amplificazione audio in aula)
Mi scuso se non si sente, ma non sono io: purtroppo è un problema tecnico. Aspetto indicazioni dalla Presidenza del Consiglio. Provo a parlare ad alta voce, ma spero che capiate che lo faccio non per fare un comizio, anche se oggi in quest'aula siamo...
Presidente - Chiedo all'aula un po' di silenzio, in modo da poter sentire meglio.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Siamo in campagna elettorale e chiarisco che il tono non è legato al fare un comizio: lascio ad altri questo compito; li farò, se ne avrò l'occasione, nelle piazze e ritengo che qui ci si occupi dei provvedimenti e non dei comizi elettorali.
Per quanto riguarda questo provvedimento, ripeto che mi è dispiaciuto che non ci sia stato l'apporto di idee del Movimento Cinque Stelle. Ho cercato in qualche modo di provare a trasmettere all'esterno delle idee e adesso devo spiegare quali sono i ragionamenti che sono stati dietro. Non c'è una volontà di dire: qui si taglia ad altri prima che a noi. Anzi, noi abbiamo ribadito la volontà che bisogna operare in un contesto di riduzione dei compensi anche del Consiglio regionale, e oggi questa legge non fornisce più alibi! Penso che i consiglieri regionali voteranno questa legge, in cui non abbiamo tagliato ad altri, ma abbiamo insieme tagliato ai nostri amministratori, attraverso percorsi interni alle forze politiche che non sono stati facili: questo lo diciamo chiaramente. Però c'è una consapevolezza che, di fronte a bilanci sempre più ridotti, un segnale forte doveva arrivare in questa direzione.
E poi, mi consentirete di usare un po' di polemica nei confronti dei colleghi di maggioranza, perché a differenza dell'operazione che è stata fatta sul Consiglio regionale e che ogni volta ci rinfacciate - tagliatevi lo stipendio, autoriducetevelo e quant'altro - qui si è operato invece per legge, cioè si è usato il metodo che noi chiediamo sia scelto anche per i consiglieri regionali. Questo metodo che ci siamo applicati per gli Enti locali, io vorrei che fosse tenuto presente, perché qui non si è detto: tengo alta la retribuzione e poi ogni sindaco se la autoriduca. Qui si è proprio detto: te la riduco tantissimo! Poi, se qualche sindaco vorrà autoridursela, non è vietato, eh! Ma non c'è quella norma specifica: tengo alto e tu autoriducitela. Come mai? Perché si opera esattamente con quel principio che noi avevamo chiesto di applicare al Consiglio regionale e che voi invece avete bypassato, trasmettendo all'esterno con gli organi di stampa e inculcando nella gente che si tengono alte le retribuzioni, poi ogni singolo deve dare splendido esempio di moralità. Qui in questo caso invece non si operato in quella direzione, ed è per quello che noi sosteniamo questo provvedimento.
È difficile, perché sappiamo che anche nel più piccolo comune essere amministratore o essere sindaco implica delle responsabilità personali enormi. Quindi, se qualcuno ancora pensa che magari nell'ambito del Consiglio regionale sia agevole fare politica, di fronte a questo tipo di realtà si renderà conto che oggi chi fa politica in molte piccole comunità della Valle d'Aosta lo farà con spirito di assoluto servizio, perché la retribuzione prevista è assolutamente lontana da quello che comporta in termini di responsabilità, oggi, amministrare un comune. Di questo bisogna essere coscienti. Io spero che prima o poi, al di là delle boutade che si continuano a fare sulla politica - è tutto un disastro e quant'altro - qui si approva un provvedimento che, dal punto di vista dell'entità dei compensi degli amministratori, dice che qui veramente chi andrà ad occupare quelle sedie difficili, in un momento particolarmente difficile, lo farà davvero con uno spirito di servizio alla propria comunità. Lo facevano già e noi lo abbiamo detto agli amministratori comunali, tant'è che noi abbiamo sostenuto che è assurdo ridurre il numero dei consiglieri comunali, quando già sono tutti volontari: è tutta gente che opera con spirito di volontarietà all'interno dell'amministrazione. E dico che le indiscrezioni arrivate all'esterno tra i cittadini, rispetto a questo provvedimento, hanno fatto sì che molte persone dicessero: beh, se si guadagna soltanto questa cifra, io non mi candido neanche a sindaco, io non faccio neanche l'assessore. Questa è una presa di coscienza del fatto che è un provvedimento serio, il quale naturalmente - su questo condivido pienamente la posizione del collega Ferrero - avrà pienezza di serietà nel momento in cui seguirà il provvedimento che riguarderà anche noi consiglieri regionali. Ma su questo spero che nessuno vorrà tentare dei passi indietro, visti gli impegni che ci sono stati anche in sede di lavoro di gruppo su questo primo pezzo.
L'accelerazione che c'è stata su questo provvedimento è legata al fatto che il 10 aprile scadono i depositi delle liste, ed era giusto e corretto che persone che si assumono la grandissima responsabilità di guidare un comune fossero coscienti di che cosa comporta. Molti sono i dipendenti che devono mettersi in aspettativa e rinunciare la propria attività lavorativa; chi fa politica sul territorio o un sindaco che ha una famiglia deve sapere se con questo compenso può vivere, può lavorare, può esercitare la sua vita. Quindi, ecco l'accelerazione che spiega sicuramente questa legge e trascina a catena il provvedimento anche sui consiglieri regionali.
Qualcuno può dirmi che gli importi per i sindaci potevano essere più elevati. Probabilmente è un passaggio che non è stato facile e c'erano anche sensibilità diverse, ma le abbiamo messe insieme e credo che il voto del Consiglio permanente degli enti locali, cioè il voto dei sindaci stessi, conforti questo provvedimento. Con chi lo dobbiamo decidere noi un provvedimento? Se fosse, qualcuno dice, una imposizione dei consiglieri regionali: ma guardate che questo provvedimento ha avuto una larghissima approvazione da parte del Consiglio permanente degli enti locali. Io credo che ci sia piena consapevolezza di chi sta sul territorio, del momento che viviamo. Va dato merito a loro di aver capito prima - prima! - di noi consiglieri regionali, quanto è importante dare questo segnale alla popolazione e io penso che questo favorirà anche una maggiore attenzione dei cittadini alle elezioni comunali, riavvicinerà dei cittadini alle elezioni comunali, farà capire che non è una corsa alle carriere, alle poltrone, come si va dicendo, ma è davvero una corsa alle responsabilità. Questo lo si è capito: se qualcuno va sul territorio a fare delle liste, si rende conto della realtà che stiamo vivendo. Non è solo un semplice allontanamento dalla politica, ma si prende coscienza di quali responsabilità ci sono a gestire una amministrazione comunale, di quali difficoltà ci sono. Non ci sono più quei programmi di "ti asfalto la strada" o "ti faccio il piano regolatore su misura"; è tutt'altro il tenore, almeno quello che percepisco io dagli amministratori del Partito Democratico e della Sinistra.
Quindi un provvedimento delicato, difficile, che ci impegna a dare seguito anche in Consiglio regionale a un atto analogo. Ringrazio davvero anche i colleghi del gruppo di lavoro, alcuni anche molto esperti nelle questioni comunali, che hanno permesso a tutti di approfondire e comprendere meglio questo tipo di provvedimento che consente di proseguire sulla strada delle riforme istituzionali, almeno quella, devo dire, un po' meno accidentata di altre norme in quest'aula.
Presidente - Grazie collega Donzel.
È pervenuto a firma dei colleghi Chatrian, Laurent Viérin, Donzel e Gerandin un emendamento. Ricordo che gli emendamenti devono arrivare entro le 9 e 30, altrimenti l'aula deve essere unanimemente d'accordo a fare una deroga, anche perché questa Presidenza in altre occasioni ha giustamente fatto rispettare il regolamento, in base al quale gli emendamenti devono essere proposti entro le 9 e 30 della prima giornata. Se l'aula è d'accordo di accogliere questo emendamento al dibattito, lo accogliamo, altrimenti non può essere accolto. C'è qualcuno che è contrario? Nessuno contrario? L'emendamento viene accolto nella discussione.
Siamo sempre in discussione generale, chi chiede la parola? Prego collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Posso capire se i microfoni possono ritornare in funzione? Mi sembra di essere... Prendiamo cinque minuti di pausa e capiamo se c'è da mettere all'opera un elettricista. Anche per noi, sarà mica il sistema di lavorare!
Presidente - Bertschy, le comunico quello che è già stato detto. I microfoni funzionano in sala stampa, nella sala sopra e si sente su internet. Il problema è un collegamento in aula che va e che viene. Se volete fermare i lavori perché ritenete che non riusciamo a parlarci tra di noi... Siamo sempre in discussione generale. Non ho avuto richieste contrarie ad accogliere la discussione di questo emendamento, che quindi viene distribuito ai colleghi. L'emendamento è stato integrato con la firma di Farcoz e Borrello. La parola al collega Gerandin.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Noi abbiamo fatto parte del gruppo di lavoro e per quello che riguarda i contenuti della legge, prima di entrare nello specifico, noi ci teniamo a ribadire che per noi questo provvedimento sull'indennità degli amministratori locali è un seguito della legge sulla riorganizzazione degli Enti locali, sulla gestione associata, per cui è un prosieguo che dovrà continuare con altri disegni di legge, vedi quelli sul discorso delle sedi di segreteria e quant'altro. Parlo di un prosieguo, perché comunque si va nella logica che noi abbiamo condiviso: per noi il Comune rimane un presidio, l'ente più vicino al cittadino, un ente da conservare e che soprattutto deve esercitare quell'azione amministrativa più vicina al cittadino, quella di prossimità. Il giorno in cui noi abbiamo deciso che i comuni erano una risorsa per il sistema Valle d'Aosta, per il sistema delle autonomie in Valle d'Aosta, la conseguenza è stata di mettere poi mano anche al discorso delle indennità. Sul concetto di indennità concluderò poi il mio intervento, dicendo qual è l'opinione dell'UVP.
Sui contenuti io parto da una battaglia, che per anni è stata fatta all'interno del Consiglio permanente degli enti locali e del CELVA, per sganciare l'indennità degli amministratori locali da quella dei consiglieri regionali. Noi per anni abbiamo cercato di svincolarci da questo rapporto e di portare avanti una battaglia per noi fondamentale, per veder riconosciuto a livello di Enti locali il discorso della diaria quale rimborso spese, proprio perché noi non abbiamo mai pensato che il sindaco fosse una professione, bensì l'essere al servizio dei cittadini, essere il servizio più vicino ai cittadini e soprattutto che in quest'ottica fosse importante, all'interno di questo servizio svolto a favore della cittadinanza, un riconoscimento legato ad un rimborso spese. Penso che questi due obiettivi siano stati raggiunti e proverò ad entrare un po' nei contenuti.
Per quello che riguarda la determinazione dell'indennità, siamo partiti dal quadro nazionale, confrontandoci poi con delle realtà molto più vicine a noi, vedi le Province autonome di Trento e Bolzano. Devo dire che alla fine è emersa una proposta che ritengo equilibrata. Non colpisce gli amministratori locali, anche se è indubbio che c'è un abbassamento, però io ci tengo a sottolineare un percorso che in questi anni è già stato fatto: per gli Enti locali, con tanto senso di responsabilità, dal 2013 al 2015 c'è già stata un'autoriduzione di oltre l'11 percento. Questa riduzione, vista nel complesso, sarà circa un altro 10 percento. È un segnale importante, laddove tutti dovremmo fare questo tipo di sacrificio e dirò poi in conclusione qual è il nostro pensiero in merito.
Per quel che riguarda i testi - l'abbiamo detto in Commissione e lo ripeteremo - noi siamo dell'idea che comunque alcune osservazioni pervenute dal Consiglio permanente degli enti locali siano accoglibili, come quella della tabella di riferimento per la popolazione fluttuante, la realtà turistica. Noi pensiamo che non sia un grosso problema, eventualmente se si è d'accordo, di far riferimento alla tabella della 48, quella riferita alla popolazione fluttuante, quella che riguarda la realtà turistica. Basta cambiare tabella e cambiare percentuali: io penso che se siamo tutti d'accordo su questo potremmo modificare il testo e fare riferimento alla tabella più specifica, quella delle ricettività e non quella di carattere generale come è in questo momento. È una richiesta che riteniamo sensata.
Abbiamo condiviso anche il discorso dell'emendamento che è stato presentato dai componenti il gruppo di lavoro, perché riteniamo che per le ineleggibilità dei dipendenti degli enti andremo incontro anche a eventuali interpretazioni che potrebbero essere di carattere diverso, poiché adesso abbiamo un'organizzazione diversa, con le convenzioni obbligatorie e con le Unités. Probabilmente avremo anche delle interpretazioni un po' diverse sul riferimento a essere dipendente. L'interpretazione, peraltro molto garantista, che ci è stata data dal dipartimento degli Enti locali, dice di riferirsi esclusivamente al dipendente dell'Ente, per cui non fa riferimento alle convenzioni e alle Unités, e non vorremmo che magari poi ci fosse qualche contenzioso più avanti e che magari i pronunciamenti della magistratura o di chi farà ricorso siano differenti. Noi riteniamo che questa proposta di emendamento, che fa riferimento al fatto che qualcuno abbia l'obbligo di andare in aspettativa non retribuita, sia "salvo che prestino servizio presso altri enti". Noi vorremmo chiarire che cosa intendiamo con questo: per noi può significare anche un discorso di comando; non significa essere per forza messi in mobilità presso un altro ente. Noi pensiamo che sia sufficiente che l'aula dia questo tipo di interpretazione: che sia sufficiente anche un distacco, eventualmente a tempo determinato.
Detto questo, non voglio entrare troppo nel merito del contenuto di questa legge e torno al discorso delle indennità. Ricordiamo che questo disegno di legge avrà efficacia dopo la prossima tornata elettorale ed ecco il motivo di questa urgenza di chiarire quali sono le regole, quali saranno le indennità e le diarie che verranno riconosciute ai nuovi amministratori, in modo che ciascuno sia libero di scegliere, sapendo quali saranno le regole della partita. Dicevo che queste regole entreranno in vigore dopo la tornata elettorale ed è per questo che, per quanto riguarda l'UVP coerentemente con quanto a suo tempo già espresso in sede di approvazione del bilancio, noi chiederemo di porre un termine ultimo, che per noi sarà quello della ricomposizione dell'Ufficio di Presidenza. Noi chiederemo che il primo atto del nuovo Ufficio di Presidenza sia quello di essere coerente con la proposta che noi avevamo formulato, già in sede di approvazione del bilancio, sulla riduzione delle indennità per i consiglieri regionali. Lo dico perché è un atto che riteniamo quanto mai opportuno, un segnale che non possa essere frainteso, perché in un momento in cui chiediamo sacrifici, questi devono essere da parte di tutti. Tale è la posizione che l'UVP terrà e soprattutto è il termine ultimo che daremo, vale a dire la ricomposizione dell'Ufficio di Presidenza: il primo atto che dovrà portare sarà la riduzione dell'indennità degli amministratori regionali. Questo per evitare equivoci. Non ci interessa essere i primi della classe, però l'abbiamo detto in sede di approvazione del bilancio: vogliamo che questa coerenza sia mantenuta fino in fondo, se no noi procederemo comunque con il discorso dell'autoriduzione, perché ormai abbiamo aspettato anche troppo per dare attuazione a un passaggio che per noi era fondamentale già all'atto dell'approvazione del bilancio e prima che questa legge sia efficace per gli Enti locali. Grazie.
Presidente - La parola al collega Cognetta.
Cognetta (M5S) - Grazie Presidente.
Solo per rispondere a qualche spunto che ci è stato giustamente sollevato dal collega Donzel. Noi apprezziamo che alcuni sindaci si siano autoridotti lo stipendio, così come sappiamo che spesso sul territorio è una missione che bisogna fare. C'è difficoltà a fare le liste, è una grossissima responsabilità e tutto quello che lei ha giustamente sollecitato lo troviamo comprensibile e corretto.
Su cosa non siamo d'accordo. Non ci siamo seduti al tavolo, perché questi tavoli di riforme di fatto riformano molto poco, secondo noi, e questo lo abbiamo detto in diverse occasioni. Anche questo tavolo ha riformato molto poco e vi spiego perché, pur restando nello schema che noi voteremo con l'astensione, perché qualcosa abbiamo fatto. Per darvi un piccolo spunto di riflessione, la determina n. 21 del 3 giugno del 2014 del Comune di Carema, che ha 792 abitanti, fissa per il sindaco la somma di euro 581,02 mensili, per il vicesindaco il 15 percento dell'indennità del Sindaco, cioè 87,15 euro mensili e per gli assessori il 10 percento dell'indennità del Sindaco, cioè 58,10 euro mensili. Potrei parlare di Ivrea e fare tanti altri esempi, mentre con la legge che andiamo ad approvare, per un comune sotto i 1.000 abitanti avremo una indennità di 1.500 euro, 1.250 l'indennità e 500 di rimborso spese; nel caso in cui i sindaci dovessero invece avere un lavoro, la prima parte, quella di 1.250 euro, è diminuita del 20 percento, quindi avremo comunque un sindaco che prende 1.000 più 500, 1.500 euro. Ora, voi capite che c'è una certa discrasia, per non dire differenza, tra i 581 euro di Carema e i 1.500 di un comune sotto i 1000 abitanti della Valle d'Aosta. È vero che in Valle d'Aosta la vita è più cara - per carità! - però che tra Carema e, che so, il comune lì vicino ci sia questo abisso tale da permettere la differenza praticamente di tre volte, questo ci risulta un po' strano; capisce Donzel? È questo il nostro problema. Non è che ce l'abbiamo con i sindaci. Allora forse a Carema non lo fanno per spirito di servizio! Allora forse a Carema sono più fessi, se si accontentano. Oppure forse i valdostani devono capire che le cose sono cambiate e noi dovremo fare uno sforzo. Forse dovremmo diminuire il numero di comuni e magari premiare di più i sindaci che poi a quel punto ci sono, perché avrebbero più abitanti, avrebbe maggior senso; ma questo non si è voluto fare assolutamente. È questo è il punto. Ho preso l'esempio di Carema, perché sapete che è un comune appena dopo Pont-Saint-Martin, quindi è il primo che incontriamo. Potremmo fare un esempio su tanti altri comuni: Ivrea, per esempio, che ha 23.000 abitanti e il sindaco ha un compenso di 1.400 euro. Allora c'è qualcosa che non funziona, capite? Tutto qua! Grazie.
Presidente - La parola al collega Borrello.
Borrello (SA) - Grazie Presidente.
Ricordiamo che il contributo legato all'approvazione di questo disegno di legge si contestualizza in un percorso molto più ampio, che stiamo portando avanti come assemblea regionale per il cosiddetto cammino delle riforme. È un percorso largamente condiviso, tant'è che all'interno del gruppo di lavoro sono presenti quasi tutte le forze politiche, in modo tale da percepire e recepire le varie sensibilità necessarie per produrre una riforma. Ricordiamo che le riforme si scrivono sulla carta, ma poi devono essere applicate.
Le varie sensibilità che sono emerse all'interno di questo gruppo di lavoro hanno portato sicuramente a una valutazione nel dettaglio dei vari punti iscritti all'interno della normativa che noi leggiamo oggi. Ovviamente si è cercato di trovare una sintesi e delle convergenze per portare all'attenzione dell'aula un disegno di legge che potesse andare a soddisfare le varie posizioni all'interno di questo Consiglio regionale.
Era necessario produrre una ridefinizione dei compensi degli amministratori locali, in virtù delle scelte che sono state prodotte all'interno di quest'aula, di garantire la presenza sul territorio valdostano dei 74 comuni, scelta politica fortemente voluta da questa assise regionale, perché abbiamo riconosciuto nell'ente Comune, il più prossimo ai cittadini. Abbiamo cercato di riparametrare il tutto, andando a riconoscere le responsabilità connesse ad ogni singolo primo cittadino presente all'interno del territorio regionale. Credo che quanto è già stato detto dai colleghi, in merito agli aspetti tecnici numerici, sia già soddisfacente, quindi non mi dilungherò nell'analisi numerica e nell'articolato. Come gruppo Stella Alpina approveremo questo disegno di legge.
Presidente - Altri, sempre in discussione generale? La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
La gestione della cosa pubblica e l'attività politica non può essere considerata come un lavoro e una professione per tutta la vita. Una parte della propria vita si può dedicare a questa attività, che può eventualmente rappresentare la passione di una vita, ma certamente non un lavoro. In questi anni, coerentemente con questa impostazione, abbiamo sempre cercato di intervenire a livello di indennità di carica e di funzione, per andare in questa direzione.
All'inizio dei lavori di questo tavolo riguardante le riforme e anche in questo caso degli aspetti economici legati alle attività del sindaco, abbiamo posto come problema prioritario l'intervenire anche a livello regionale. Questa è una nostra priorità che abbiamo ribadito anche in occasione della prima riunione del gruppo di lavoro. Evidentemente, come veniva sottolineato, questo provvedimento è incompleto, proprio perché manca questa parte. In questi anni a livello regionale siamo intervenuti in diverse occasioni, riducendo anche in modo non simbolico l'emolumento del consigliere regionale, ma vi è ancora da fare una parte significativa e più volte abbiamo sollecitato in quest'aula un intervento. L'ultima occasione è stato il bilancio regionale, nel quale avevamo anche presentato degli emendamenti alla finanziaria. Un intervento che non è più procrastinabile e c'è una risoluzione approvata all'unanimità da questo Consiglio, che deve portarci a intervenire in questo settore, vale a dire nella parte dei costi della democrazia e della politica riguardante l'attività del consigliere e in generale del Consiglio regionale.
Questa normativa, questo provvedimento legislativo che prendiamo oggi va evidentemente nella giusta direzione: anche in questo caso, si interviene in modo non simbolico sulle indennità dei sindaci. Era un provvedimento atteso e inevitabile, non soltanto in seguito all'intervento sul sistema delle autonomie locali, ma per un clima che è cambiato in questa regione, per cui tutti dobbiamo essere ancora più consapevoli che un periodo si è chiuso e che non è più sostenibile un sistema nel quale l'attività politica e amministrativa viene svolta a tempo pieno e remunerata con delle cifre che oggettivamente in certi casi sono scappate di mano. Questo intervento, come dicevo, è un compromesso accettabile che va nella giusta direzione e lo approviamo in modo convinto. È un compromesso, come dicevamo, poi ognuno ha le sue posizioni, magari leggermente diverse, ma credo che sia stato affrontato con serietà da parte di tutti, cercando di tenere in considerazione anche la situazione attuale, le competenze e l'impegno che richiedono l'attività a livello amministrativo, la quale - occorre ricordarlo - è svolta in gran parte a livello gratuito dalla stragrande maggioranza di chi dedica il proprio tempo al proprio comune. Si interviene in modo non simbolico, garantendo però a chi si impegna una remunerazione più che dignitosa e che permette comunque di svolgere questa attività dedicandole il tempo necessario.
Il nostro voto sarà favorevole e, come dicevo, il più presto possibile dobbiamo intervenire anche sulle indennità dei consiglieri regionali. A questo punto non è più rinviabile.
Presidente - Grazie collega. Altri? La parola alla collega Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Presidente.
Porto un piccolo contributo anch'io. Credo che l'unica cosa oggi ancora spendibile in politica sia l'esempio, cioè fare quello che si dice e quello in cui si crede. Sono d'accordo - siamo d'accordo come gruppo Alpe da sempre - che la riduzione degli emolumenti sia uno dei segnali più forti che possiamo dare come esempio. Con questo disegno di legge si inizia ad intervenire sugli emolumenti delle comunità locali, però credo che debba essere solo il primo passo. È uno dei vari passi, perché - come ricordava anche il collega Bertin - altri passaggi sono già stati fatti anche in precedenza, nelle altre legislature; ALPE lo dice e lo scrive dalla scorsa legislatura attraverso proposte di legge. Crediamo che questa legge sia sostenibile solo se accompagnata da altri provvedimenti e solo se si porteranno avanti da subito - perché questo è possibile - le proposte che come gruppo ALPE abbiamo fatto insieme a UVP, PD e in parte anche al Movimento Cinque Stelle, con cui forse avevamo delle visioni leggermente diverse, però le proposte sulla riduzione le abbiamo portate avanti in questi mesi.
Mi permetto un piccolo passaggio molto lieve e superficiale, forse per alcuni, che però credo sul territorio valdostano debba essere continuamente specificato in questi momenti e credo quindi sia importante farlo. Chi decide non sono i gruppi di minoranza, i quali contribuiscono a decidere, possono sostenere e fare delle proposte nuove, però chi decide nell'aula consiliare è chi governa e chi ha la maggioranza, che in questo momento sono le forze di maggioranza. Presidente Rollandin, giustamente una volta lei mi disse: no sen tro fort pè sentì sertène bague e serten pasadzo [traduzione letterale dal patois: noi siamo troppo forti per ascoltare certe cose e certi passaggi]. Giustamente i numeri la minoranza non li ha: noi siamo piccini piccini, come gruppo ALPE; altri gruppi sono molto più forti e sen bien plus fort, bien én numéró e pa maque [traduzione letterale dal patois: sono molto più forti, per il numero e non solo]. Quindi, che queste forze inizino a dare il buon esempio e a portare avanti i vari provvedimenti che in questo momento stiamo chiedendo anche a degli amministratori locali. Inizino le forze di maggioranza ad adeguare, ad esempio, gli emolumenti degli assessori, del Presidente del Consiglio, del Presidente della Regione, dei presidenti delle Commissioni: tutte cariche, quelle di governo - lo ricordo solo perché non passi dalla memoria - occupate dalle forze di maggioranza. Inizino le forze di maggioranza a dare il buon esempio e ad adeguare gli emolumenti a quelli delle altre regioni d'Italia, perché da un confronto si potrà vedere che nelle altre assemblee legislative viene valorizzato il ruolo del legislatore, del consigliere, con emolumenti molto più alti di quelli della Valle d'Aosta; cioè, le responsabilità vengono premiate o comunque se le prendono tutti i consiglieri eletti e non solo, come in Valle d'Aosta, quelli della maggioranza. Nelle altre regioni è nettamente ridotta l'indennità di funzione del governo e di chi presiede i vari organi, cioè si valorizza il ruolo dell'assemblea e di tutti i trentacinque, perché in effetti crediamo che il ruolo del Consiglio sia di essere responsabile nella sua totalità.
Lo ricordo: la maggioranza ha i numeri, è forte, ha anche l'indennità di carica più alta della media nazionale, quindi dia in primis l'esempio. ALPE farà la sua parte, anche nella riduzione dei propri emolumenti. Farà le proposte e le porterà avanti, proposte che sono già state presentate. Sono proposte che abbiamo fatto confrontando realtà, per esempio quelle degli enti locali e dei comuni d'Italia, ma mi permetto di dire al collega Cognetta che noi abbiamo fatto dei confronti non con dei comuni come Carema - con tutto il rispetto per Carema! - ma li abbiamo fatti, ad esempio, con dei comuni del Trentino e del Südtirol che hanno, come anche i nostri comuni, competenze diverse da altre realtà, quindi noi abbiamo fatti questi raffronti con comunità locali di regioni a statuto speciale, che hanno competenze e territori simili ai nostri. Lo abbiamo fatto riducendo già nel 2012: lo ha ricordato il collega Bertin e gli altri colleghi intervenuti.
Vorrei fare un'ultima osservazione. Il 2006 è stato l'anno delle prime grosse e dolorose fratture politiche e dei primi abbandoni. Ricordo che il 2006 è stato l'anno in cui gli emolumenti sono stati all'apice dei costi della democrazia e in cui la spesa del Consiglio regionale, delle funzioni di carica degli assessori, dei presidenti e delle cariche di governo è stata in assoluto nella storia della Valle d'Aosta la più alta. Dal 2006 ad oggi vi è stata una riduzione e una diminuzione pari a più del 50 percento, quindi credo che un cammino sia già stato avviato. Noi - lo hanno ricordato i colleghi - abbiamo scritto e approvato nella legge finanziaria del 2014 una risoluzione sull'autoriduzione, che può essere applicata in ogni momento. Noi riteniamo che debba essere fatta in modo corresponsabile da tutti e non solo da qualcuno o da qualche gruppo, però è chiaro che se non si riuscirà - e sollecito nuovamente la maggioranza a portare avanti questa proposta che è ferma in Ufficio di Presidenza - se non verrà fatta e se si continuerà a fare orecchi da mercanti, come hanno ricordato altri gruppi, anche noi procederemo da soli e faremo le nostre scelte.
Presidente - Prima di passare la parola a chi la richiede, faccio notare che qui stiamo parlando di una normativa e tutti fanno riferimento a qualcos'altro. Probabilmente i Capigruppo non hanno informato i relativi consiglieri, perché in merito alla risoluzione approvata a dicembre nell'ambito del bilancio del 2014, l'Ufficio di Presidenza ha fatto tutto quello che doveva fare. Praticamente dopo trenta giorni ha raccolto completamente i dati su tutto il territorio nazionale e sono dati veramente interessanti, perché, rispetto al ragionamento che faceva il Movimento Cinque Stelle, basta leggerli per capire cosa succede in altri posti rispetto alla Valle d'Aosta. Ma queste sono considerazioni che devono fare tutte le forze politiche e quindi noi abbiamo trasmesso già a fine gennaio - a fine gennaio! - con lettera, a tutti i Capigruppo, il dossier di comparazione. Abbiamo fatto tutto il lavoro in trenta giorni e abbiamo iniziato a lavorare all'interno dell'Ufficio di Presidenza: tutti e cinque i componenti all'unanimità sono giunti in questi giorni a definire di lavorare tutti insieme con i Capigruppo, anche perché ci sono forze politiche che non fanno parte dell'Ufficio di Presidenza.
Sentir dire da qualcuno che per la ricomposizione dell'Ufficio di Presidenza bisogna correre perché non s'è fatto, da qualcun altro che qui bisogna fare... ! Credo che tutti i gruppi siano informati del lavoro svolto e personalmente molti ci hanno rivolto o mi hanno rivolto questo ragionamento: avete fatto un bel lavoro. Quindi, non vorrei che qui si facesse prettamente politica e non si guardasse alla sostanza. Noi quello che abbiamo fatto l'abbiamo fatto, ora bisogna essere coinvolti tutti insieme.
Concludendo, voglio anche ricordare che è corretto dire, come hanno fatto i colleghi Certan e Bertin e come compare anche in questo dossier, che con legge 32 del 2011 e legge 35 del 2012 le spese o l'impegno finanziario rivolto a questa assemblea è stato defalcato di circa il 40 percento, 39,98 per la precisione.
I Capigruppo sono già convocati, mi sembra, il primo lunedì di aprile - la lettera era già partita - per definire questo lavoro che è stato approntato.
Era solo per un discorso di chiarezza e per evitare che poi su queste cose si faccia il gioco delle parti. Grazie.
Ha chiesto la parola la collega Certan, secondo intervento.
Certan (ALPE) - No, solo per una precisazione. Chiarezza per chiarezza, io non ho parlato di quello che ha fatto l'Ufficio di Presidenza, ma ho sollecitato le forze di maggioranza a portare avanti quello che l'Ufficio di Presidenza sta predisponendo, valutando e discutendo con i Capigruppo.
Presidente - Grazie. La parola al collega Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Solo una breve replica per dire che anche noi facciamo i compiti a casa e studiamo le norme. Intervengo non in termini polemici, ma perché vorrei capire: non è che qui c'è un'interlocuzione con il Movimento Cinque Stelle. Mi dispiace che non ci sia stata questa interlocuzione nel gruppo di lavoro e ci saremmo evitati questa cosa.
Giustamente uno cita il Comune di Carema, ma la norma nazionale che fa da riferimento agli importi da attribuire ai sindaci, se voi andate a vedere, consente di arrivare fino a 2.500 euro per i comuni sotto i 1.000 abitanti, quindi in Valle d'Aosta noi abbiamo dimezzato l'importo di riferimento nazionale. Visto che si fa un esempio, andate nel Comune di Montecreto in provincia di Modena, sotto i 1.000 abitanti, e trovate che il compenso del sindaco e di 1.290 euro. Quindi, non è che qui in Valle d'Aosta si sta coltivando un orticello di amministratori comunali.
Ribadisco: condivido con voi l'idea che bisognava fare uno sforzo maggiore di gestione di questi comuni. Ma laddove non si è fatto, si è comunque compiuto, rispetto al passato, un salto che non ha pari! Sminuire questo passaggio, non farlo capire ai cittadini, vuol dire che ci facciamo veramente del male come attività politica in generale, indipendentemente dai partiti! Se non riusciamo a far capire che prima, in un comune sotto i 1.000 abitanti, si guadagnava 3.000 euro lordi e oggi se ne prendono 1.250, allora si trasmette un messaggio sbagliato alla popolazione valdostana. Ovviamente questa è la mia opinione.
Visto che in Italia ci sono ottomila comuni, facciamo pure questa indagine e vedrete che assolutamente non siamo in una situazione in cui qui si sono create situazioni di privilegio. In particolare, laddove voi dite che il sindaco di Aosta è particolarmente retribuito, con una retribuzione fuori dal normale, ma andate a vedere fuori Valle d'Aosta per città capoluogo di regione quali sono i compensi! Penso che avremo stabilito il record con Aosta, capoluogo di regione tra i meno retribuiti in assoluto! Poi, se uno vuole sminuire il ruolo di un capoluogo di regione e dire "non conta nulla, azzeriamo tutto, siamo in una situazione selvaggia", lo faccia.
Per quanto ci riguarda - come bene ha detto anche il collega Bertin - non è che qui, quando si fa una legge sulle riforme, tutti la pensano esattamente allo stesso modo. Ci sono delle mediazioni: qualcuno voleva magari delle riduzioni maggiori, qualcun'altro no, però dal nostro punto mi sembra che sminuire il percorso che è stato fatto di vista sia una cosa non corretta, un messaggio non corretto ai cittadini valdostani. Se qualcuno vuole fare il campionato mondiale dei tagli, lo faccia però con la correttezza di ricordarsi che Aosta è un capoluogo di regione e che tante piccole realtà della Valle d'Aosta, saranno piccole, ma sono anche località turistiche e quindi bisogna anche andare a vedere che tipi di attività, che popolazione insiste su quei comuni durante il periodo estivo. Lo faccia con la correttezza di non perdere di vista che questa è una regione anche turistica, dove magari una popolazione che deve avere, per esempio, un sistema fognario o di servizi dell'acqua pubblica per cento abitanti durante l'anno, si ritrova magari nel periodo estivo a gestire un servizio per migliaia di persone, con problemi organizzativi e quant'altro, che sono quello dei comuni turistici della Valle d'Aosta. Quindi, è un po' diversa la nostra realtà rispetto alla semplificazione che viene fatta. Naturalmente l'esempio di Carema me lo verificherò, me lo studierò: è sicuramente un esempio interessante, che vi ringrazio di aver portato in quest'aula, ma che non è esemplificativo della realtà di ottomila comuni italiani.
Presidente - Grazie collega. La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Direi che dai discorsi generali, al di là delle diverse sensibilità, si capisce una cosa: quando si tratta di soldi noi siamo sempre diversi! E quando si tratta di tagliare i soldi alla politica, soprattutto gli amministratori valdostani sono sempre diversi! Però il dato inequivocabile, come ha detto il collega Cognetta, è quello di Ivrea: 1.394 euro lordi per il sindaco, con 24 mila abitanti; Aosta ne ha circa 35 mila, quindi poco più grande, e il nostro sindaco, a fronte di 1.394 euro, ne prende 5.300 lordi, quindi quattro volte. Poi uno può arrampicarsi sui vetri e dire che abbiamo la vocazione turistica, fa più freddo e si devono coprire quando vanno in giro, devono usare il diesel invernale nella macchina. Potete dire quello che volete, ma c'è un dato inequivocabile: a Ivrea il sindaco prende un quarto di quello che prende, dopo questa riforma, il sindaco di Aosta! Aosta è un capoluogo, è il crocevia d'Europa: alla faccia! Non ce ne siamo ancora accorti. Però, capite: sì, sensibilità; sì, c'è stata la diminuzione ed è per questo che non voteremo contro questo provvedimento, ma con un'astensione.
Non veniteci a dire che è stato fatto uno sforzo! Perché qui si sono seduti intorno a un tavolo quelli che avevano nelle amministrazioni comunali, a destra e a manca, i loro sindaci e alla fine hanno detto: diamo una spuntatina alle unghie. Ma di certo non avete tagliato né le dita né le mani a nessuno, perché quando uno becca ancora quattro volte quello che a settanta-ottanta chilometri, in un'altra regione, più o meno lo stesso sindaco non prende, beh, insomma! Poi possiamo discutere, però da uno a quattro: tiratemi fuori tutto quello che volete, ma capite che le motivazioni, ad avviso nostro che abbiamo una sensibilità diversa, sono un po' deboli.
Presidente - Grazie collega. Qualcun altro in discussione generale? La parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Presidente, riguardo alla sua comunicazione all'aula, rispetto ai Capigruppo e a come sono stati avvisati i gruppi del lavoro che state facendo, in questi giorni abbiamo trasmesso i documenti, i quali erano rimasti riservati anche in attesa di capire come si sarebbe definita l'attività al riguardo del gruppo di lavoro, che entro il 30 aprile dovrà formulare delle proposte; il 7 aprile ci sarà questa riunione, quindi è stata data informazione ai gruppi.
Si è sviluppata una discussione un po' particolare, perché poi si vorrebbe dire tutto e il contrario di tutto, ma forse alla fine non si riesce a essere neanche sinceri fino in fondo. Qualcuno dice che tagliare i soldi agli altri è più semplice, che tagliare su sé stessi è sicuramente più complicato, ma quello che manca di fondo è sempre una valutazione su cosa vorremmo che la politica rappresentasse per i cittadini. Se riuscissimo a fare una politica senza costi credo che saremmo tutti più contenti, perché poi i cittadini siamo tutti noi e un bel giorno dovremo decidere come si potrà dare questo valore non solo sociale ma economico.
Sui tagli non ci ripetiamo: abbiamo tutti espresso già le nostre posizioni e qui ognuno ha le sue sensibilità. Ripeto che, al di là di quello che si guadagna, bisogna riuscire a dare delle risposte alla gente, ma è quello che non stiamo riuscendo a fare; quello è il dato più drammatico. Noi faremo quello che abbiamo detto e finisce lì, però sui sindaci diciamoci anche qualche verità! Li vogliamo far diventare dei supereroi quando vogliamo valorizzare il fatto che guadagnano troppo poco, li vogliamo sminuire quando altri guadagnano più dei nostri. Si sta dicendo veramente un po' tutto e il contrario di tutto! Io, come altri amministratori, l'ho fatto per quindici anni e, se devo dirlo, il mio Comune con questa proposta di legge addirittura aumenterà le sue spese, rispetto a quanto percepivo io; i prossimi sindaci avranno la possibilità di avere la diaria che per anni non c'è mai stata. Le proposte possono essere contradditorie l'una rispetto all'altra, soprattutto a seconda delle posizioni che ci sono. Quando abbiamo iniziato a fare amministrazione nel 1995 c'era il gettone di presenza nelle giunte, non c'era neanche l'indennità! Ci sono situazioni che non hanno nessun tipo di rapporto, perché ognuno ha le sue e sono difficilmente rappresentabili.
Quello che vorrei dire è di cercare di dare la possibilità alle persone di avere un'indennità che gli riempia almeno tutto il lavoro che si deve fare per le proprie comunità, non sminuendo e soprattutto non riducendo tutto a una questione di soldi, perché in questo momento - io non so le altre forze politiche - ci sono difficoltà addirittura a trovarli li amministratori; altro che pagarli! La gente non ha tutto questo entusiasmo per andare a prendersi delle responsabilità. Bene entrare nelle liste, bene fare i consiglieri, ma quando si parla di esecutivi, quando si parla di responsabilità, non è più una questione di quanto guadagno o non guadagno, bensì di quanto posso dare in termini di sicurezza, di tempo, di quanto tolgo alla mia famiglia e di quanto rischio. E il rischio non lo pagano né 1.500 euro né 1.700 euro né 1.300 euro, perché certi rischi in amministrazione sappiamo che sono molto più elevati.
Credo che lo sforzo che il gruppo di lavoro ha fatto è stato di cercare di trovare una dimensione nuova, rispetto a sindaci che facevano questo per professione e che guadagnavano effettivamente delle cifre che probabilmente oggi non sono più opportune. Tutto può esser fatto meglio, però il tentativo non è stato quello di mettere una categoria o comunque una rappresentanza politica contro l'altra, ma è stato di dare delle risposte, come ha detto il collega Gerandin, a richieste che erano state fatte negli anni. Poi, certo, le differenze rimangono con il fuori Valle e forse ci dovremmo anche porre un interrogativo: addirittura ci sono sindaci che rinunciano, nel circondario di Ivrea, al loro compenso. Sono scelte! Sono scelte personali che ognuno si assume e fa col massimo rispetto delle comunità che rappresenta, però le leggi servono per dare delle regole. Questa è un'opportunità che è stata data attraverso un lavoro politico e che non sconvolge per una buona parte delle amministrazioni quanto in essere. Per una buona parte le cose non cambieranno in maniera così sostanziale, mentre per altri è certo che si dovranno fare delle scelte diverse per il futuro.
Lo dico già a riguardo di quello che faremo: noi cercheremo di valutare gli effetti della norma, una volta applicata. L'importante è che questa proposta arriva in tempo - fuori tempo massimo, forse, perché tra pochi giorni presenteranno le liste - e chi si candiderà almeno saprà in che condizioni va a fare la sua campagna elettorale e quali condizioni regoleranno il suo incarico, almeno a livello economico.
Presidente -Non c'è più nessuno che chiede la parola, quindi chiudiamo la discussione generale e passo la parola al Presidente della Regione per la replica.
Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.
Io ringrazio il gruppo di lavoro che ha voluto esaminare, nelle diverse riunioni, tutti i documenti che sono stati prodotti e che in qualche modo hanno dato la possibilità di fare una valutazione comparata di quello che succede a livello nazionale e locale, quindi dare la possibilità di fare poi un confronto. Il ruolo dei sindaci - credo che sia già stato detto - oggi non è solo quello di gestire, ma di assumersi una serie di responsabilità, che oggettivamente fino a qualche tempo fa non erano così pesanti, e tutta una serie di condizioni, che a livello amministrativo sono molto più difficili da esercitare e che credo debbano essere considerate. Pur se andiamo verso l'Unité des Communes, quindi con determinati servizi gestiti insieme, però le responsabilità sono effettivamente molto molto difficili, anche per i piccoli comuni.
Veniamo a un esame comparato e teniamo conto che noi quando parliamo di comuni ne abbiamo 42 su 74 sotto i 1.000 abitanti, quindi la più grande fetta è in questo gruppo. Ora, cosa succedeva fino a ieri? Nei piccoli comuni, cioè in quelli fino ai 1.000 abitanti, noi avevamo delle situazioni molto diversificate e comuni con popolazione quasi uguale avevano una differenza di stipendio enorme: chi aveva 1.000 euro e chi ne aveva 2.900; chi ne aveva 1.400 e chi 2.500, pur essendo nella stessa fascia dei 1.000 abitanti. Questo non succederà più: con questo provvedimento si è cercato di eliminare tale discrezionalità.
L'altro elemento - è stato ricordato - è che noi con questo intervento daremo 1.250 euro, rispetto a una media nazionale - non guardando Carema, piuttosto che Torre Pellice - che è di 1.291 per i comuni fino ai 1.000 abitanti: 1.291 euro! Quello di cui abbiamo cercato di tener conto con questo nuovo intervento è la diaria, prevedendo giustamente che vada in qualche modo a riconoscere le attività che non sono legate direttamente al compenso. Voglio dire che tra le regioni a statuto speciale, per i comuni fino a 1.000 abitanti, il Sud Tirolo è a 2.800 euro e il Trentino a 1400. Non parlo delle altre a statuto speciale, perché non diventa tanto comodo, ma questa è la situazione a oggi.
La proposta - come è stato detto molto bene da chi mi ha preceduto - è stata il risultato di una valutazione generale su quello che succede e che succederà, su come potranno esercitare questo mandato e come lavorare. Anche per i comuni da 1.000 a 3.000 abitanti siamo in linea con le valutazioni a livello nazionale: 1.566 euro la base a livello nazionale, 2.500 euro per quelli da 2.000 (c'è anche la classe da 3.000 a 5.000), con una media a livello nazionale di 2.349 euro. Io credo onestamente che si è cercato di fare - ammetto che è sempre difficile quando si parla di compensi, perché puoi dire tutto e il contrario di tutto - e che si è fatta una valutazione corretta di quello che può succedere, tenendo conto delle casistiche che ci sono a livello della nostra regione. Questo dispositivo col tempo potrà essere variato e anche per le altre cariche (il vicesindaco, gli assessori e così via) si potranno fare delle nuove valutazioni, ma credo onestamente che sia giusto anche per il Comune di Aosta, per il quale c'è stata, lì sì, una riduzione. Il Comune di Aosta forse è il più penalizzato e questo bisogna dirlo, perché faceva riferimento allo Stato, ma sugli altri credo che onestamente non ci siano delle situazioni particolari.
Credo che le valutazioni fatte dal collega Gerandin vadano nella direzione della discussione fatta nel gruppo di lavoro, cioè di risolvere con quell'emendamento il discorso del comando, quindi - lo diciamo perché sia chiaro - anche il comando vale per quella interpretazione dei dipendenti che sono ineleggibili. Il discorso del 10 percento: dobbiamo cambiare la scheda di riferimento, in modo che scatti un meccanismo più equo, però è giusto che di questo - se mi è permesso - ne discutano anche i comuni, in modo da fare una valutazione e che la tabella corrisponda meglio al criterio che qui viene detto. Diamo il 10 percento, ma di che cosa? Bisogna che vediamo come arrivare a quella percentuale con dei parametri che meglio rappresentino il discorso del flusso turistico. Oggi ci sono alcune anomalie, non tante, ma ci sono alcune anomalie che vanno corrette.
Per il resto io non voglio aggiungere nulla a quello che molto bene hanno detto i colleghi. Credo che sia giusto approvare in questo momento, anche se, come diceva Bertschy, forse è persino un po' tardi, in modo che chi si mette in lista sappia a che cosa va incontro sotto questo profilo. Ricordiamo però che il profilo non è quello di un ritorno a livello di remunerazione per l'attività di politico, perché credo che sia molto più da sottolineare che, se qualcuno si mette in lista per fare il sindaco, lo fa con il senso di responsabilità di rappresentare una comunità e chiaramente deve anche guardare quelle che sono le situazioni, perché oggettivamente anche questo diventa un problema. Grazie.
Presidente - Grazie. Passiamo all'articolo 1. Per dichiarazione di voto, la parola al collega Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie.
Per dichiarazione di voto sull'articolo 1. Noi votiamo questa legge con convinzione e ringrazio anche i colleghi del Movimento Cinque Stelle, che hanno permesso in quest'aula di far rilevare come uno dei sindaci più virtuosi d'Italia sia Della Pepa del Partito Democratico di Ivrea. Naturalmente li invito a mandare via lettera i dati che hanno comunicato in quest'aula ai loro sindaci: a Pizzarotti, che anziché 1.500 euro ne guadagna 5.000, e al sindaco Cinque Stelle di Livorno che riceve 7.000 euro. Oltre a informare i valdostani di questi dati positivi di uno dei sindaci più virtuosi d'Italia, che è del PD, magari segnalateli anche ai vostri sindaci, perché potrebbero prendere esempio da Della Pepa che è uno dei più virtuosi d'Italia. Grazie.
Presidente - Siamo sempre sull'articolo 1. Collega Ferrero, le chiederei che il suo intervento non sia uno scambio interpersonale, ma resti più sulla tematica della norma che stiamo discutendo. Se per lei è uguale, passerei la parola prima al collega Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Una considerazione. I colleghi Bertin e Certan sono intervenuti su questa proposta di legge che noi abbiamo condiviso, ho fatto parte del gruppo di lavoro e ho avuto l'opportunità di fare il sindaco di un piccolo comune turistico, quindi so perfettamente quali sono le responsabilità di chi dà la disponibilità a guidare una comunità. Io penso che questo sia un buon provvedimento: una proposta che è chiara e che cerca di uniformare gli emolumenti tra i vari comuni che hanno delle criticità o punti di forza molto simili, quindi a nostro avviso va nella direzione di accompagnare una modifica che deve avere un suo disegno generale.
Nel contempo noi abbiamo portato il nostro contributo all'interno del gruppo di lavoro, che è stato, io dico, un buon gruppo di lavoro, perché ha cercato di entrare nel merito, anche di situazioni molto simili alla nostra, come quelle del Sud Tirolo e della Provincia di Trento, dove hanno le stesse caratteristiche, competenze e risorse, rispetto ad altri comuni che a oggi hanno meno risorse da gestire, per dei motivi diversi, in quanto regione a statuto speciale.
È importante il passaggio che faceva il Presidente della Regione, quello del 10 percento in più, che abbiamo condiviso, di andare a modificare rispetto ai flussi turistici, perché guidare una comunità che ha dei flussi è diverso rispetto a una che magari è stazionaria o è dormitorio, piuttosto che altro, perché comunque c'è una responsabilità diversa.
Termino con un auspicio da parte del nostro gruppo. Nell'ultima Conferenza dei Capigruppo è stato deciso di organizzare un incontro il 7 di aprile: auspicherei veramente, come gruppo ALPE, che nel brevissimo termine si porti una proposta che vada nella direzione auspicata nella riunione dei Capigruppo e nell'Ufficio di Presidenza, perché comunque questa è la decisione che questo Consiglio ha assunto qualche mese fa; quindi dare gambe a quello che abbiamo deciso all'interno di quest'aula. Grazie.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Sarò rapidissimo. Non mi cimento in questa arrampicata sui vetri: è un campionato che sicuramente in questa occasione vincete voi; stiamo parlando della Valle d'Aosta e si va a parlare di Canicattì o di altri posti. Stiamo parlando dei comuni e dei sindaci della Valle d'Aosta, e facciamo un confronto con quello che succede a settanta chilometri, non con quello che succede in altri posti. Capisco la difficoltà: c'è da giustificare nei confronti dei vostri elettori un provvedimento che sostanzialmente non riduce una beata "cippa" di niente, quindi bisogna cercare di andare a vedere Pizzarotti! Adesso magari andiamo a vedere non so anche uno scontrino di Grillo all'Autogrill, così abbiamo fatto tutto quanto. Comunque - per carità! - capisco l'imbarazzo e quindi ci sta bene l'intervento di Donzel.
Presidente - Grazie. Chiedo al Consiglio di procedere alla votazione dell'articolo 1. Votazione aperta. Votazione chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Cognetta e Ferrero)
Il Consiglio approva.
Sull' articolo 2 ha chiesto la parola al collega Gerandin.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Solo per chiarire il passaggio in merito al famoso discorso dell'incremento: il comma 3 dell'articolo 2, sull'indennità lorda che è incrementata del 10 percento. L'osservazione che ha fatto il Consiglio permanente degli enti locali è che va bene fare riferimento alla tabella A per quello che riguarda il discorso dei riparti, però non alla tabella finale, bensì a quella legata alla ricettività. Ora, se noi lo scriviamo così, il problema è che il riferimento è al globale della tabella, che tiene conto della popolazione residente, della quota fissa, delle caratteristiche territoriali, della quota altimetrica e della ricettività, ma solo per un 12 percento e extra-agricoli. Se vogliamo tener conto veramente della richiesta, bisognerebbe far riferimento alla tabella della ricettività e non alla tabella globale. È chiaro che a quel punto cambierebbe l'1,5, che non esisterebbe più.
Questo era solo per chiarire se vogliamo accettare l'osservazione, perché sennò in questo caso è chiaro che ci sarebbero dei comuni che hanno una popolazione influente che entrerebbero nel discorso del turistico, così come era stato posto.
Presidente - La parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.
Facendo riferimento alla tabella e all'1,5, ho voluto specificare che, per evitare di intervenire adesso su questo, coloro che saranno i sindaci dovranno decidere come rivedere queste riparametrazioni per il discorso del comune turistico. Non è solo la questione di un parametro, perché giustamente ce ne sono più di uno e in quel senso rimane valido il discorso della tabella di riferimento. Per il più uno e mezzo percento, però bisognerebbe fare un emendamento: possiamo anche toglierlo; io su questo non ho... Credo che non ci siano difficoltà ad accettare... Rimarrebbe "secondo i criteri di cui all'articolo 11 della legge regionale 20 novembre 1995, n. 48", togliendo "sia superiore a 1,5".
(Breve discussione fuori microfono)
Così diventa un po' difficile, se mi è permesso, perché si dice: "L'indennità (... ) è incrementata del 10 percento per i Comuni la cui percentuale, determinata dalla Giunta regionale al fine di quantificare i trasferimenti finanziari secondo i criteri di cui all'articolo 11 della legge... ", la cui percentuale". Se togliamo "sia superiore a", manca qualcosa a "la cui percentuale"; potrebbe essere "sia proporzionata" o "sia rivista", perché così non sta in piedi.
Io credo che se si mantiene l'invito, poi semmai verrà emendato quando ci sarà l'attivazione e la nuova tabella. Credo che l'unico modo sia questo: ci prendiamo l'impegno di vedere con loro la tabella e poi sulla base di questo... Perché, tanto, questo è per l'anno prossimo. È per l'indennità, quindi il 10 percento si può valutare su questo.
(Breve discussione fuori microfono)
Presidente - Credo di capire che il Presidente ha proposto che successivamente, quando si potrà, ci sia l'impegno di modificare la tabella, per evitare che poi ci sia un problema di tecnica legislativa in questo testo di legge.
La parola al collega Gerandin per il secondo intervento.
Gerandin (UVP) - Chiedo scusa: penso che abbiamo condiviso qual è la volontà su questo. L'unico mio timore è che se facciamo riferimento e scriviamo questo 1,5, poi è un valore che... Faccio un esempio: se noi prendiamo la ricettività, il parametro può essere 0,230. Per cui, se noi scriviamo l'1,5 nella legge, abbiamo poi un vincolo anche sulla futura determinazione da parte della Giunta. Potremmo mettere invece "superiore" in base alla tabella, senza mettere qual è il riferimento, perché sennò il rischio mi pare sia quello di dire e poi...
Presidente - La parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Siccome, da quello che è stato detto qui, c'è l'assenso generale sul metodo con cui arrivare a questo risultato, se per caso vediamo che questo sistema ha delle lacune, lo portiamo in uno dei primi provvedimenti, una volta che hanno rivisto le tabelle di riferimento, perché sennò è vero che adesso questo 1,5 frena il tutto, ma possiamo anche considerare che nei quattro parametri che ci sono per arrivare in quella tabella, ci siano dei correttivi per cui si arrivi comunque a un qualcosa di serio. Quando abbiamo quello, se c'è da modificare, ci prendiamo l'impegno di farlo nell'assestamento o in una qualsiasi delle leggi e facciamo il correttivo. Perché così, sennò, viene pasticciato.
Presidente - Grazie Presidente.
Quindi poniamo in votazione l'articolo 2 com'è formulato. Possiamo dare lo stesso risultato dell'articolo 1? Stesso risultato. Articolo 3. Stesso risultato. Articolo 4. Stesso risultato. Articolo 5. Stesso risultato. Articolo 6. Stesso risultato. Articolo 7. Stesso risultato. Articolo 8. Stesso risultato. Articolo 9. Stesso risultato.
Dopo l'articolo 9, abbiamo l'emendamento che avete sotto mano, che introduce l'articolo 9 bis. Se il collega Gerandin vuole illustrare questo emendamento, perché va tolto un "non". Prego collega Gerandin.
Gerandin (UVP) - Più che illustrare, volevo condividere l'interpretazione che viene data a questo emendamento. Tenuto conto che questa legge entrerà in vigore dopo che verranno presentate le candidature per le prossime elezioni comunali, tanto per essere chiari, in questo momento rimane in vigore l'articolo 15 sull'ineleggibilità, per cui chiunque sia dipendente deve comunque andare in aspettativa. È solo per chiarire, Presidente, e per evitare i malintesi, perché siamo alla vigilia della presentazione delle liste e non vorrei che ci fossero delle attese che magari poi vengono disattese. È chiaro che questa legge entrerà in vigore dopo, per cui in questo momento se uno vuol presentarsi deve comunque andare in aspettativa non retribuita. Però, il significato di questo è che all'atto dell'entrata in vigore, dal giorno dopo, se qualcuno rientra in questi casi in cui presta servizio presso altri enti, decade il discorso dell'ineleggibilità. Vorrei essere chiaro per tutto il Consiglio, perché questo è quanto avevamo condiviso e interpretato anche a livello di uffici regionali.
Presidente - La parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Per dire che ci sono i tempi tecnici per farla pubblicare prima del 10 aprile, scadenza per le liste. Oggi siamo il 26 marzo e di solito dopo cinque o sei giorni è pubblicata. Facciamo il possibile per farla pubblicare prima.
Presidente - E l'articolo 11 prevede la dichiarazione d'urgenza, quindi...
La parola al collega Gerandin.
Gerandin (UVP) - Quello che ha detto lei, Presidente, va benissimo, anzi siamo ben felici che sia efficace già prima. Ciò non toglie il chiarire l'interpretazione che diamo, perché non ci siano eventuali problemi, per cui qualcuno nel dubbio richieda di andare in aspettativa non retribuita. L'aspettativa decade all'atto in cui io in quanto dipendente presto servizio presso un altro ente, anche in posizione di comando: per essere chiari.
Presidente - Poniamo in votazione l'emendamento che costituirà l'articolo 9 bis. Il testo, rispetto a quello che è stato consegnato, nell'ultima riga rimane "salvo che prestino servizio presso altri enti" e va tolto quel "non", che è un errore.
Possiamo dare lo stesso risultato? Stesso risultato. Articolo 10. Stesso risultato. Articolo 11. Stesso risultato.
Mettiamo in votazione la legge nel suo complesso. I colleghi sono pregati di votare. Votazione chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Cognetta e Ferrero)
Il Consiglio approva.