Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 906 del 11 dicembre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 906/XIV - Trattazione congiunta delle Relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e dei disegni di legge n. 43 (Legge finanziaria per gli anni 2015/2017) e n. 44 (Bilancio di previsione per il triennio 2015/2017). (Approvazione di sei ordini del giorno - Reiezione di due ordini del giorno - Ritiro di due ordini del giorno)

Presidente -Ricordo che siamo in discussione generale dell'ordine del giorno n. 3, che i colleghi hanno ricevuto, presentato da ALPE. C'è qualcuno che intende illustrarlo? La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Quest'ordine del giorno riguarda il terminal d'aerostazione dell'aeroporto di Saint-Christophe. Sono ormai anni che alle porte di Aosta un rudere fatiscente accoglie i visitatori della città e in generale chi transita sul quel pezzo di statale. Questo era stato progettato come terminal, come aerostazione per l'aeroporto commerciale che si sarebbe dovuto realizzare ad Aosta. Come ci ricordiamo, questa struttura è stata progettata dall'archistar Gae Aulenti ed è costata, se non mi sbaglio, finora intorno ai 5 milioni, qualcosa del genere, ma l'assessore potrà indicarci la cifra esatta. È ormai, come detto da tempo, abbandonata ed è un rudere fatiscente che certamente non è un biglietto da visita positivo per una regione come la nostra. Inutilizzata, è una struttura che ormai, appare evidente a tutti, non verrà mai riutilizzata per le finalità per le quali era stata progettata.

L'aeroporto commerciale in Valle d'Aosta, al di là di tutte le dichiarazioni fatte in questi anni - è evidente anche soltanto da un punto di vista economico e finanziario - insostenibile per una Regione come la nostra, soprattutto dopo i tagli e le riduzioni della finanza pubblica che abbiamo avuto in questi anni. Perciò l'idea di questo ordine del giorno è di mettere un punto finale su questa questione, impegnando il Governo regionale a sospendere, a interrompere ogni azione volta a portare a termine i lavori della progettata aerostazione. Questo è l'impegno evidentemente immediato; peraltro, la stazione appaltante sarebbe la società di gestione dell'aeroporto, neanche direttamente la Regione, e conosciamo i problemi che ci sono tra la Regione e la società in questione. È un impegno per il futuro a mettere in atto tutte le procedure necessarie ad alienare questo bene, per mettere un punto finale a questa grande opera costata circa 30 milioni e che ha, come buona parte delle grandi opere, dei costi di gestione che ci siamo resi conto tutti, credo, sono insostenibili per una Regione come la nostra. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Qualcuno chiede la parola? La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Nel merito non si può non condividere quello che c'è all'interno dell'ordine del giorno. Ci pare, però, un po' sbrigativo il dire: terminiamo i lavori e vendiamo l'aerostazione. Perché sbrigativo? Perché di mezzo c'è la questione aperta del contenzioso con AVDA. Noi abbiamo presentato alla IV Commissione, come Movimento Cinque Stelle, una richiesta: abbiamo fatto un incontro a Milano due settimane fa con l'amministratore delegato, il dottor Costantino, che si è detto disponibile a sedersi ad un tavolo per risolvere finalmente la questione del contenzioso che c'è tra la Regione e la società che gestisce l'aeroporto e che sovraintendeva ai lavori di realizzazione dell'aerostazione per conto della Regione. Ci sono dei problemi grossi: un problema con la ditta che è fallita, il problema di decidere cosa fare dell'aerostazione, il problema di decidere cosa fare dell'aeroporto, se declassarlo o continuare a tenere la destinazione commerciale. Dire "finiamo l'aerostazione e poi la vendiamo", per carità, può essere una soluzione, ma che dev'essere valutata dopo tutta una serie di atti e un esame di documentazione e di accordi che devono essere presi, perché se no andiamo a prendere una posizione che potrebbe anche essere condivisibile, ma non abbiamo valutato bene gli effetti e non sappiamo dove andiamo a parare con la questione.

Quindi, pur andando nella direzione di risolvere la questione, io dico: sentiamo prima la controparte e vediamo di bloccare questa emorragia di spese legali. Perché poi la questione strana è che la Regione paga i propri legali per difendersi contro AVDA, ma la Regione ha anche il 49 percento di AVDA, quindi poi paga anche una parte dei legali di AVDA. Noi paghiamo da una parte e paghiamo dall'altra: se magari ci mettiamo a un tavolo e troviamo una soluzione! Perché in ogni caso se chiudiamo l'aeroporto - dobbiamo mettercelo in testa, lo chiudiamo tra virgolette - lo rendiamo di nuovo un aeroporto ad uso turistico e non commerciale e dobbiamo risolvere la questione con AVDA che ha un contratto trentennale. Questa è un'azienda che ha preso degli impegni, ha fatto magari anche degli investimenti e di conseguenza da un giorno all'altro non gli si può dire: il contratto era di trent'anni, adesso andatevene via. È come se uno avesse affittato qualcosa e ti dicono: no, la macchina io me la riprendo e chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Quindi, pur andando in una direzione corretta, mi sembra una semplificazione troppo spinta della questione.

Io ribadisco - abbiamo mandato la lettera anche al presidente della IV Commissione, il collega Isabellon - di sentire l'amministratore di AVDA, troviamo una soluzione alla questione, la soluzione meno onerosa per la Regione. Ci metteremo tutti attorno ad un tavolo a decidere cosa fare dell'aerostazione, però non diciamo subito "vendiamo", perché potrebbe anche essere una soluzione di quelle che sono percorribili, però dobbiamo vedere se ci conviene. Io non so se voi avete già fatto tutte le verifiche, ma io e Cognetta siamo andati con la telecamera fare le riprese dentro quell'affare. Finiamolo? Ma dove li prendiamo i soldi per finire quella faccenda? Tra un po' quella costruzione si ripiega su stessa e c'è poco da finire. Lì c'è da andare con un Caterpillar, portare via i detriti e pulire la zona. Io direi ai colleghi - lo so che non devo chiederlo io - ma se dobbiamo fare un ragionamento assieme, sediamoci e troviamo una soluzione reale per concludere la faccenda. Non diciamo: vendiamo l'aerostazione e poi il resto della questione dell'aeroporto lo vedremo dopo, perché non possiamo distinguere le due cose, è un percorso che deve essere parallelo. Quindi, un momento per decidere definitivamente, sentita la controparte, che cosa bisogna fare. Ecco, io chiederei questo. Grazie.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Il collega Ferrero non ha letto bene l'ordine del giorno. L'ordine del giorno impegna il Governo regionale non a finire l'aerostazione, ma al contrario a interrompere i lavori per finire l'aerostazione. Da questo punto di vista, come sappiamo, al momento non c'è nessun appalto per finire l'aerostazione, dal momento che le società che avevano partecipato e vinto l'appalto non sono in grado di portare a fine i lavori, pertanto bisognerebbe riattivare un procedimento per assegnare i lavori e fare un appalto. La volontà di questo ordine del giorno è di non andare avanti con i lavori e di vendere il rudere, che si trova in uno spazio probabilmente interessante anche da un punto di vista commerciale, e questo anche per mettere un punto finale. È chiaro anche alla comunità che sull'aeroporto commerciale, del quale il terminal era evidentemente una parte integrante, si è deciso di mettere, come detto, un punto finale e di abbandonare questa ipotesi. Poi, evidentemente, i tempi per abbandonare questa ipotesi non sono indicati nell'ordine del giorno: questo è l'impegno e gli impegni poi si portano a termine con i tempi necessari. Grazie.

Presidente - Altri in discussione generale? Per la replica, la parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie.

Ascoltata la presentazione, ma ascoltato anche l'intervento del collega Ferrero, mi pare che quest'ultimo abbia assolutamente profilato correttamente la situazione e posso dire che la pensiamo nello stesso modo. Noi abbiamo un procedimento - lo ricordo anche al collega Bertin - che beneficia di un finanziamento statale e abbiamo il Ministero che ci sollecita a completare l'opera, quindi immaginare di mettere in atto delle procedure per l'alienazione è illegittimo, non è possibile.

Altro discorso è un ragionamento che dobbiamo fare in Commissione; peraltro avete visto che anche le forze sindacali hanno chiesto di essere auditi. Insomma, si deve partire da quella documentazione che è all'origine di questo progetto: tutti i master plan, tutti i progetti sono ancora attuali? Non sono attuali? Perché la convenzione dei trent'anni ha alla base questo tipo di documento.

Ho letto anch'io le considerazioni che sono state fatte in consiglio di amministrazione della società, la quale si interroga: abbiamo ancora delle prospettive? Facciamo un punto su questo tipo di funzione. Poi, attenzione: i lavori sono tutti completati all'infuori dell'aerostazione. L'allungamento della pista è stato fatto, la radioassistenza c'è, l'illuminazione c'è e non è che con una gomma noi cancelliamo tutto. Da questo punto di vista chiederei anch'io - mi unisco alle richieste del collega Ferrero - di ritirare questo ordine del giorno, per affrontare la questione in modo compiuto nella Commissione, incontrando anche il dottor Costantino che ha manifestato la sua disponibilità; sentiamo i nostri consiglieri di amministrazione che sono negli organi sociali e i sindaci, per poter fare tutte le valutazioni. Ovviamente, in caso di non ritiro, non potremo accoglierlo, quindi voteremo contro quest'ordine del giorno che - torno a dire - è inaccoglibile perché è illegittimo. Non possiamo immaginare di andare a fare delle procedure di alienazione su un progetto che è cofinanziato dal Ministero.

Presidente - Grazie. La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

L'intento di questo ordine del giorno, al di là della questione tecnica della vendita, per la quale tra l'altro non si determinano i tempi, era di far prendere al Consiglio regionale una posizione chiara già adesso rispetto a questa struttura, intendendo per tale l'aeroporto commerciale. Sappiamo che sono già stati spesi 30 milioni di euro, nell'intento di trasformare l'aeroporto di Aosta in un aeroporto commerciale. Rimane appunto l'aerostazione e l'ordine del giorno è per prendere oggi un impegno, coi tempi necessari: per fare tutti i passaggi utili al fine di alienare questo bene, i tempi evidentemente non sono così brevi. È anche dal un punto di vista simbolico e di chiarezza rispetto a tutti, di dire che questo capitolo dell'aeroporto commerciale in Valle d'Aosta si ha l'intenzione di chiuderlo e non abbiamo intenzione di acquisire all'interno del patrimonio regionale un altro immobile, del quale non sappiamo cosa fare e che rappresenta, lì com'è, il simbolo dell'inefficienza e della megalomania che ha caratterizzato questi anni. Pertanto lo teniamo come simbolo, appunto, e anche come la necessità che questo Consiglio prenda una posizione precisa rispetto all'aeroporto e all'aerostazione. Poi tempi per chiudere la vicenda, lo sappiamo, saranno lunghi, ma almeno che si sappia qual è l'approdo al quale si vuole arrivare. Pertanto viene mantenuto. Grazie.

Presidente - L'ordine del giorno viene mantenuto. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Rispetto a questo argomento che qui individua già in maniera puntuale una decisione, noi ci asterremo, non perché non riteniamo giusta nel merito l'azione proposta, ma perché riteniamo che, avendo chiesto un Consiglio straordinario su tutta la tematica dei trasporti, potremo trattare anche questo argomento in quell'occasione e tracciare definitivamente un punto di ripartenza di cosa vorremo sostenere o un punto di arrivo di altri progetti. La nostra astensione va in questa direzione e vi chiediamo, comunque, di riproporre l'argomento nel merito di quel Consiglio straordinario. Credo che alla fine dei lavori del bilancio si dovrà iniziare, Assessore, il percorso che abbiamo richiesto in Commissione per preparare i lavori del Consiglio.

Presidente - Grazie. La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Sicuramente come per altri argomenti posti in questo Consiglio, questo di risolvere la questione di un'aerostazione che doveva essere simbolo e porta d'entrata della città di Aosta, come fu concepita, mentre ora è nello stato che vediamo, è chiaramente una delle priorità che la politica valdostana si deve dare. È chiaro che il concetto e il ruolo che deve dare quell'aerostazione sta nell'ambito di che cosa vogliamo fare della scelta aeroportuale in generale: quale sarà l'aeroporto di Aosta, quali saranno le scelte, se un aeroporto solo per il volo a vela, se invece atterreranno alcuni aerei, se servirà o meno una stazione per accogliere viaggiatori.

Credo che in questo senso noi non possiamo esprimerci nel merito, rispetto a una decisione come questa. Abbiamo una nostra visione sul ruolo dell'aeroporto, del rilancio di tutti i sistemi di trasporto in Valle d'Aosta e credo che in questo senso apprezziamo il ragionamento di risolvere la questione dell'aerostazione nel più breve tempo possibile, perché in una località turistica come Aosta che nel weekend è stata invasa da turisti, quelli che arrivavano in automobile sicuramente si sono rifatti gli occhi nel centro della città, ma arrivando hanno visto e si saranno chiesti che cosa diavolo abbiamo lì.

Direi che la questione della soluzione del problema dell'aeroporto deve essere assolutamente affrontata e risolta in tempi molto stretti. Ripeto che la questione principale è quella dei trasporti e in modo non secondario di avere un aeroporto che è esclusivamente un costo e non dà benefici alla comunità valdostana: questo è un fatto molto grave e inaccettabile nel momento di crisi che stiamo vivendo. Quindi l'astensione ha queste motivazioni, con grande rispetto per come ha presentato la questione il collega Bertin.

Presidente - Grazie al collega Donzel.

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pregherei i colleghi di votare.

Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 25

Favorevoli: 5

Contrari: 20

Astenuti: 10 (Guichardaz, Donzel, Fontana, Nogara, Grosjean, Laurent Viérin, Bertschy, Rosset, Fabbri, Gerandin)

Il Consiglio non approva.

Passiamo all'ordine del giorno numero 4, presentato dal gruppo del Partito Democratico-Sinistra VDA, sull'utilizzo dell'ISEE per l'accesso ai benefici di legge. Chi chiede la parola? La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Molto brevemente, la valutazione che noi abbiamo fatto è che tantissime leggi e delibere regionali utilizzano e utilizzeranno lo strumento dell'ISEE per erogare dei benefici o prevedere delle esclusioni. Secondo un principio di equità fiscale, che è diffusissimo in tutti i paesi, quante più sono le fasce, ovviamente in modo ragionevole, tanto più è possibile evitare che ci siano distanze enormi tra i contribuenti. Il principio sostanzialmente iperliberale delle due fasce, quello usato spesso nei sistemi liberali e che fu in auge nel periodo Tremonti-Berlusconi, è quello che crea una grossissima discriminazione soprattutto all'interno del ceto medio, che in questo momento è quello che è colpito di più dalla crisi. I poveri, ahimè, quelli che sono sempre stati poveri, con alcuni provvedimenti l'Amministrazione regionale, giustamente, già li esenta dal pagare il ticket e quant'altro. Invece è nella fascia media che si collocano delle distinzioni abbastanza sensibili. Al di là del grosso lavoro che andrà fatto per qualificare l'ISEE, cioè per valutare se noi a livello regionale abbiamo la possibilità o meno di apportare accorgimenti all'ISEE, la cosa importante è che comunque sia accolto il principio - permettetemi se ve lo dico - socialdemocratico, delle socialdemocrazie europee, per cui si hanno più fasce che scaglionano, più fasce per valutare la possibilità o meno di accedere ai contributi. È una cosa che per certi versi, in prima battuta, può presentarsi come più complessa, ma in realtà poi crea un effetto di minore disequità tra i contribuenti e tra quelli che devono accedere a dei benefici.

Presidente - Grazie collega. La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

Per condividere con il Partito Democratico questa riflessione sulla necessità di dare risposte corrette, le più eque possibili, le più aderenti possibili alle situazioni reddituali dei cittadini. Lo abbiamo verificato quando si è trattato di discutere in V Commissione delle borse di studio, dove erano state fissate due sole fasce rispetto alle quattro precedenti e dove effettivamente si creano delle disparità, che in questo momento, anche se non enormi, possono però essere significative. Quindi effettivamente la richiesta di definire un numero di fasce, che io credo possa essere di quattro, ma anche più, ma minimo di quattro, sia assolutamente condivisibile e opportuna.

Presidente - Grazie collega,

Vorrei solo ricordare che sono arrivati altri sei ordini del giorno. Come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, gli stiamo distribuendo in modo da poterli discutere in mattinata. La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Per annunciare a nome dell'UVP che condividiamo il contenuto di questo ordine del giorno, anche se nella formulazione siamo convinti che il fatto di aumentare o comunque di adeguare il numero di fasce alle tipologie di reddito e di beneficio non sia l'unico parametro da rivedere. Sulla questione dell'ISEE abbiamo discusso in questi ultimi anni e abbiamo cercato di elaborare nel tempo delle soluzioni: la collega Morelli ricordava la revisione dei parametri per le borse di studio, oppure quel famoso gruppo di cui poi si dovranno discutere le risultanze all'interno della V Commissione, soprattutto applicate alle questioni sanitarie. Il vero problema è che applicare tout court l'indicatore nazionale non va bene e su questo dovremmo intanto chiarire se siamo tutti d'accordo, perché i tecnici che sono presenti nei gruppi hanno avuto la delega da parte degli amministratori, dopo di che pensiamo che ci debba essere un momento di sintesi per capire se quello che è uscito dall'applicazione è più indirizzato verso ciò che è la tendenza nazionale o se non si potrebbe fare come era stato fatto per la questione delle borse di studio, di scindere i fondi statali da quelli regionali: sui fondi statali spesso si è obbligati ad applicare le disposizioni nazionali dell'ISEE, mentre per le borse di studio relative ai fondi regionali avevamo fatto un bando diverso, applicando norme regionali. Questo perché, ancora una volta, se si applica tout court l'indicatore nazionale, spesso non è favorito chi vive nel proprio territorio, perché magari ha dei ruderi, magari ha dei terreni incolti, magari computano nella questione dei fondi questioni che invece chi non ha nulla, inteso che non è magari neanche di qui, ha una facilità ad avere.

Quindi noi sicuramente siamo favorevoli e voteremo questo ordine del giorno, chiedendo che poi nel confronto si tengano in considerazione anche queste questioni, perché altrimenti andiamo effettivamente ancora una volta a complicare la questione dell'accesso, limitando soprattutto chi poi produce sul territorio, vive qui da generazioni o comunque ha delle prerogative legate alla nostra comunità. Noi ci auspichiamo che ci sia una disponibilità intanto a discutere di tutte queste questioni. Come abbiamo fatto in altre occasioni, inviteremmo veramente a prendere quella parte di lavoro che era stato fatto per le questioni delle borse di studio regionali. Giustamente poi si andrà verso un aumento del merito, va bene, ma anche, applicato a certe tipologie di aiuti, tenendo conto di chi oggi ha ancora qualcosa qui in Valle d'Aosta, affinché non sia penalizzato. Addirittura esiste la questione dei soldi sul conto corrente: tante volte vengono stornati, poi vengono rimessi via, per poter accedere. Questo per dire che aderiamo a questa indicazione.

Si dà atto che dalle ore 9,40 la presidenza è assunta dal Vicepresidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Grazie collega Viérin, ci sono altri che intendono prendere la parola? Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Credo che i colleghi che sono intervenuti dopo l'illustrazione del presentatore, del collega Donzel, abbiano già in qualche modo spiegato che su questo tema c'è un approfondimento in corso, di cui credo che il collega sappia. Un'altra precisazione: se il discorso è legato al problema borse di studio, diciamo subito che c'è l'assenso a rivedere la questione delle fasce, però vi chiediamo di dare il tempo di chiudere quell'approfondimento che è stato fatto e che si sta facendo sulla tematica dell'ISEE modificato, perché adesso non è più il vecchio ISEE, ma sono stati modificati i parametri da prendere in considerazione, per poter verificare gli effetti che ha questa nuova tipologia, estendendolo come base a tutti, con i correttivi che devono essere portati in alcuni casi, proprio per evitare alcune situazioni limite che sono già state evidenziate. Quindi, ribadisco che c'è l'assenso a rivedere, non oggettivamente pensando che dappertutto siano necessarie più fasce: dove è necessario, per la scuola se è quello il caso, come ha ribadito anche la collega Morelli, siamo disponibili a rivedere la modalità con cui si possono attivare queste Commissioni. Tenuto conto che la V Commissione, come mi diceva adesso, ha già in fase di discussione questa tematica, vi chiederemmo se volete aspettare un attimo, altrimenti ci asterremo per questa ragione, concordando sulle prospettive riguardo a queste tematiche, se sono queste alla base, e per le altre dando la disponibilità a rivedere, però punto per punto, perché ognuna ha una tipologia che può essere diversa, quindi dall'ISEE modificata come base ci possono essere dei correttivi. Il collega Laurent Viérin ricordava quanto fatto a suo tempo per dare la disponibilità a tener conto di alcune situazioni, che adesso nell'ISEE modificato già si vedono, perché ci sarà il controllo trimestrale, cioè quel giochino che veniva fatto di chiudere il conto corrente alla fine dell'anno e riaprirlo dopo un po' per eludere il discorso della disponibilità finanziaria, tanto per dircela tutta. Questo non può più essere fatto, perché c'è l'obbligo ogni trimestre di presentare la situazione, quindi anche su questo tutti hanno capito che c'era una modalità troppo semplice per trovare il marchingegno per bypassare uno dei punti di riferimento. Allora vi chiederemmo, se siete disponibili, di lasciar concludere questo, dando da adesso la disponibilità a rivedere questi parametri.

Presidente - Grazie Presidente. Per la replica ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Presidente, forse è un mio limite e non sono stato molto chiaro. Quello che noi cerchiamo di affermare con questo ordine del giorno è un principio di equità. Ho condiviso totalmente l'intervento del collega Viérin, perché lui conosce la materia, l'ha affrontata bene in Commissione con i colleghi e condividiamo quel principio, cioè che bisogna rivedere l'ISEE.

Per esperienza sindacale, ho visto che i tavoli che hanno cercato di rivedere l'ISEE spesso si sono arenati, impantanati e non se ne veniva a capo: uno voleva mettere dentro il rudere, l'altro voleva mettere dentro la pensione di invalidità. Non è così facile affrontare quella questione, però è oggettivo che noi avremo uno strumento che si chiama ISEE e io auspico, come la collega Morelli e il collega Viérin in particolare l'ha spiegato bene, che ci sia un ISEE corretta a livello regionale per tener conto della peculiarità del nostro territorio.

Dato questo principio, quello che cerchiamo di spiegare è che si vada verso un'applicazione più equa dell'ISEE modificato regionale, se ce l'avremo modificato regionale, o di quello nazionale. Per dare un esempio, su alcune erogazioni di benefici, la moderata - come sempre - collega Morelli chiede che almeno in Valle d'Aosta si abbiano le quattro fasce, ma a Bolzano si è arrivati a tredici fasce: tredici, non so se ho reso l'idea! Questo significa che, determinato un ISEE nazionale o speriamo meglio regionale, per essere equi nei confronti dei cittadini si sono fatte tredici fasce. Io non dico di arrivare a tredici fasce, perché allora tutti i discorsi che facciamo di sburocratizzazione, poi magari chissà che uffici dobbiamo avere per entrare dentro queste cose qui. Ma quello che volevamo semplicemente dire è, valutando magari anche caso per caso, che se in un caso ci servono cinque fasce, ne facciamo cinque. È chiaro che se metto un'esenzione già alta, magari ho bisogno di un minor numero di fasce, ma qui semplicemente si dice: ci prendiamo in carico il principio di aumentare il numero di fasce per essere più equi? Questo è quello che chiede l'ordine del giorno, e lei lo sa meglio di me che cosa sono gli ordini del giorno: sono degli impegni politici. Allora io dico che per quanto riguarda noi del Partito Democratico, di fronte ad un momento in cui ai cittadini andiamo a chiedere di compartecipare in alcune situazioni, andiamo ad erogare meno contributi perché chiediamo più qualità ad esempio agli studenti, chiediamo più cose, diciamo nello stesso tempo che faremo attenzione a creare delle fasce che non determinino nel ceto medio delle distinzioni forti. Naturalmente, per essere chiaro fino in fondo, rispetterò anche un'eventuale astensione della maggioranza, che non mi crea nessun problema: noi affermiamo un principio e rispettiamo anche che voi su questo vogliate pensarci ancora un po'; noi probabilmente ci abbiamo pensato da tempo e lo vogliamo affermare con chiarezza.

Presidente - Ci sono altri che chiedono la parola? La parola al Presidente Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Solo per precisare che avevamo cercato di dire la ragione per cui ci sembrava corretto, però onde evitare che ci possa essere un'interpretazione non corretta del nostro pensiero, noi lo votiamo perché il discorso è che condividiamo l'esigenza di attivare i meccanismi che siano i più equi possibili, tanto per intenderci. Ci sarà il lavoro della II e della V Commissione e verrà fuori quello che riterremo sarà l'aspetto migliore, quindi votiamo questo ordine del giorno.

Presidente - Possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno? La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 34

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Passiamo all'ordine del giorno numero 5, proposto da ALPE, PD-Sinistra VDA, UVP e Movimento Cinque Stelle. Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio, ne ha la facoltà.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Illustrerò brevemente questo ordine del giorno, che riguarda la valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale. Questo è un argomento di cui si è già discusso in passato e dove le forze di minoranza hanno trovato una condivisione, soprattutto alla luce del momento che stiamo vivendo, dove la difficoltà economica è ormai ammessa e accertata da tutti, sia maggioranza sia minoranza, e che comunque il patrimonio immobiliare della Regione è consistente, comporta elevati costi sia per la sua conduzione ordinaria, ma anche per tutta la parte che riguarda le manutenzioni, gli affitti, le spese per la sorveglianza e quindi diventa una cosa che ormai non possiamo più permetterci in questo momento. Però su che fare, rimane la questione e prima di decidere cosa fare di questo patrimonio occorre avere un quadro completo e aggiornato della situazione. Un quadro che solo l'Assessore è in grado di poter realizzare, presentandolo in Commissione, cercando di reperire tutte le informazioni dove si trovano; questo, prima di prendere delle decisioni sul destino di questi immobili. Tra l'altro, ricordo che poco tempo fa si è tenuto un convegno interessante ad Aosta, organizzato proprio dall'assessorato, sul partenariato pubblico-privato, che potrebbe essere anche uno strumento interessante e che come tale va valutato, con l'obiettivo ultimo di fornire dei servizi alla collettività, senza però perdere una risorsa e una ricchezza che è il patrimonio pubblico.

Per questi motivi noi chiediamo che l'Assessore elabori - abbiamo messo entro sessanta giorni, ma su questo possiamo trovare un correttivo - elabori un piano e lo presenti alla Commissione, che sia di valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale ed eventualmente, laddove non sussista più un interesse al mantenimento di queste proprietà nel patrimonio, vi sia contestualmente un piano di dismissioni. Chiediamo che la Commissione sia ovviamente coinvolta in queste fasi propedeutiche alle future decisioni. Grazie.

Presidente - Grazie. Ha chiesto di parlare il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Naturalmente anche dalle firme presenti sull'ordine del giorno appare un nostro convinto e determinato sostegno a questa iniziativa. Ovviamente il gruppo PD-Sinistra VDA incoraggia l'adesione da parte della maggioranza, anche per l'impegno e per la discussione che questo tema ha comportato nel corso di questo anno e mezzo. È noto che noi, insieme ai colleghi di altri movimenti, abbiamo posto il problema della valorizzazione del patrimonio immobiliare, perché noi siamo proprietari, come Regione, di un immenso patrimonio immobiliare, che in alcuni casi rappresenta addirittura un costo e un onere a carico dell'Amministrazione regionale. Pensiamo che non sia più prorogabile il non prendere in considerazione questo patrimonio, anche ai fini di una realizzazione di valore. Abbiamo parlato anche, nella parte di impegno, di un piano di dismissione delle proprietà qualora queste non siano di interesse pubblico, che significa qualora le proprietà pesino, invece di essere produttrici di reddito, sul patrimonio pubblico e qualora non vi sia la necessità di mantenerle all'interno del patrimonio immobiliare pubblico.

È evidente che i termini sono tempi indicativi: noi li abbiamo messi perché non si può non mettere un termine. Su questo argomento si è prorogato e si è fatta - diciamolo apertamente - una melina per anni e non si è trovata una soluzione, quindi è necessario che, soprattutto nella situazione economica così grave come questa che stiamo attraversando, ci si prenda carico di fare un compiuto monitoraggio e di dare il via alle pratiche di valorizzazione da una parte, per quanto possibile, dall'altra parte alla dismissione. Quindi, pieno sostegno da parte del nostro gruppo.

Presidente - Grazie Consigliere Guichardaz. La parola al Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Il collega Roscio ha già ben illustrato questo nostro ordine del giorno. Dal punto di vista legislativo è già tutto scritto nero su bianco: le procedure all'interno dell'Amministrazione regionale per dismettere e alienare il proprio patrimonio se inutilizzato o se c'è una scelta dal punto di vista politico.

Con questo ordine del giorno volevamo, in questo momento comunque di grande difficoltà, per prima cosa fare la fotografia generale del patrimonio immobiliare e, come diceva prima il collega Guichardaz, entrare nel merito anche di patrimoni che oggi non sono utilizzati e sono dei costi. Seconda cosa, i patrimoni non valorizzati in questi anni per diverse ragioni: problematiche, indisponibilità di risorse, scelte anche di natura politica. Ma la parte più importante, a nostro avviso, è un cambio di marcia, nel senso che, nel momento in cui si decide a fotografia fatta e a carte scoperte totali, perché stiamo parlando di centinaia e centinaia di proprietà immobiliari, a quel punto si devono mettere sul tavolo delle idee e delle proposte per valorizzare tale patrimonio, soprattutto per non eventualmente svenderlo. È importantissimo avere, come dicevo prima, una fotografia compiuta e che metta nero su bianco anche i costi per l'Amministrazione in questo momento. Perché no, eventualmente altri conferimenti ai Comuni, come ne sono già stati fatti parecchi in questi ultimi anni, ma, a nostro avviso, la sfida più importante è il cambio di marcia dal punto di vista politico. Riteniamo che mai come in questo momento dovremmo affrontare la questione nel merito: se si decide di non utilizzarlo, prendere altre decisioni, che possono anche non essere quelle dell'alienazione, ma altre soluzioni che a oggi non sono ancora state esplorate o valorizzate per ovvi o diversi motivi, in primis quello di natura economica.

L'obiettivo di questo ordine del giorno va in quella direzione: per un cambio di marcia radicale anche dal punto di vista politico, perché mi sembra che negli ultimi tre quattro anni pochissime sono state le proprietà immobiliari alienate, anche se il piano vendite o il piano alienazioni è stato approvato da questo Consiglio, dalla Commissione o che cosa, ma mi sembra tutto molto in stand by, quindi cerchiamo di metterci un po' di energia e soprattutto un po' di idee. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Fabbri, ne ha la facoltà.

Fabbri (UVP) - Sì, grazie.

Per annunciare che sarà da parte nostra un voto positivo, perché questo ordine del giorno secondo noi va verso quella che è la posizione del buon padre di famiglia e del buon amministratore. Infatti, chi conduce un'azienda, chi conduce una famiglia e a maggior ragione chi conduce il nostro settore pubblico deve pensare che ciò che non è produttivo, anzi che è una spesa, va in qualche modo alienato. Naturalmente questo tipo di pensiero non è di adesso, perché come diceva giustamente il collega Chatrian, è da un po' che si pensa a questo tipo di alienazione, proprio per limitare i costi di gestione che ne derivano. Questo ordine del giorno va anche in quella direzione, cioè di dare dei paletti, dei tempi che siano fattibili e non rimandare di nuovo alle calende greche quello che può essere fatto in un tempo ragionevole, anche perché i tempi sono quelli che sono - è un giorno che lo stiamo dicendo - e queste risorse possono essere utilizzate molto più proficuamente. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Fabbri. Ci sono altri che chiedono la parola? Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha la facoltà.

Perron (UV) - Grazie Signor Presidente.

Sul tema posto si possono - ne convengo - registrare delle convergenze. Già a seguito di interpellanze e di iniziative avevo risposto in modo accurato che c'è da parte nostra una disponibilità a fare dei ragionamenti diversi sul grande patrimonio di cui la Regione si è trovata nel tempo ad essere proprietaria sia per costruzione, per acquisti o anche per donazioni, cioè dei ragionamenti che non vadano unicamente nella direzione di alienare ma che vadano anche nella direzione di valorizzare questi beni di cui siamo proprietari, immaginando di sfruttare anche le nuove formule che le normative consentono. Penso al partenariato: diversi di voi, che ringrazio, hanno partecipato a quella giornata che abbiamo organizzato, dove abbiamo cercato di spiegare anche con l'ausilio di esperti le nuove possibilità che sono offerte dalle leggi, per immaginare sul tema della valorizzazione dei percorsi nuovi di valorizzazione dei beni, che vadano in un'ottica un po' diversa dalla pura e semplice alienazione.

Questo per dire che io mi sono trovato, appena sono entrato in questa funzione, ad avere la possibilità di presentare - permettetemi di usare questa espressione - il canonico piano di dismissioni, che lei collega Chatrian conosce molto bene perché ha rivestito questo ruolo, da presentare in Consiglio regionale. Ho ritenuto opportuno su questo tema lavorare a dei ragionamenti diversi che, come si è detto e condivido, vadano non unicamente nella direzione di alienare i beni, cioè di approvare questo piano di dismissioni che il Consiglio dovrebbe e potrebbe votare e in seguito dar corso alle aste, ma di immaginare un piano e un percorso di valorizzazione di questi beni. Con gli uffici stiamo lavorando per presentare una situazione aggiornata dell'esistente, con un raffronto tra le disponibilità che abbiamo e quanto paghiamo in termini di locazioni passive. Questo è un ragionamento sul quale poi dirò cosa intendo fare e sul quale è bene che in qualche modo ci si confronti. Quindi, da quella giornata di studio, a mio giudizio, è nato uno spunto interessante, anche in termini di risposta in generale che esiste sul territorio: c'è una richiesta, c'è un interesse nei confronti della proprietà pubblica, circa un nuovo modo di approcciarsi e un nuovo modo eventualmente di utilizzarla.

Venendo all'impegnativa, io chiederei, manifestando una disponibilità a recepire questo tipo di proposta, a dilazionare i tempi entro cui mi si chiede di immaginare di predisporre un concreto e fattivo piano di valorizzazione, perché scritto così si presuppone che entro sessanta giorni si arrivi con una proposta concreta su tutti i beni di cui si ha la disponibilità, immaginando già quale futura destinazione noi vogliamo dare. Io penso che non si voglia, se non recepisco male lo spirito di questo ordine del giorno, avere soltanto un'elencazione delle disponibilità: non credo che sia questo che mi viene chiesto ma di mettere in piedi entro sessanta giorni un piano fattivo di valorizzazione, quindi immaginando e facendo già delle ipotesi di destinazioni finali, cioè di che cosa si intende fare di questi beni. Questo presuppone ovviamente delle valutazioni un po' più ampie, e faccio due esempi. Se io su un bene immagino di fare una concessione di valorizzazione oppure un contratto di disponibilità, sono due tipologie diverse che presuppongono dei tempi diversi.

Quindi, io chiederei ai colleghi di prorogare questo termine, prendendo un impegno, in tempi molto brevi, di fare all'interno della Commissione una prima fotocopia dell'esistente, di presentare una situazione sullo stato di fatto, di avere un rapporto di dialogo e di confronto con la Commissione, collega Roscio, magari immaginando dei percorsi comuni, ma di dilazionare. Lo dico come atteggiamento di serietà, nel senso che da qui a due mesi non è immaginabile mettere in piedi un piano concreto e fattivo di proposte, ma chiederei una dilazione di questi tempi, affinché sia possibile da parte mia lavorare con gli uffici, prevedendo un percorso di condivisione con la Commissione in questo tempo. Prendo l'impegno - non c'è il collega La Torre, ma lo dico qua - di presentare in termini ragionevoli una fotografia dell'esistente all'interno della Commissione. Altrimenti, recependo l'esprit che è condiviso, io non sono nella condizione, per dire le cose in modo serio ma avendo un atteggiamento di condivisione, da qui a due mesi di presentare una proposta così dettagliata e articolata. Quindi chiedo di diluire questo termine e di immaginare un confronto di raccordo con la Commissione, ipotizzando di predisporre in tempi ragionevoli un piano fattivo come viene richiesto all'interno di questo ordine del giorno. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola, per la replica, il Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Come è stato detto da tutti i colleghi, l'obiettivo è di trovare delle soluzioni, quindi accettiamo la proposta di non rimanere rigidi sui sessanta giorni. Eventualmente mettiamoci una scadenza a medio termine: la proposta potrebbe essere il 30 aprile 2015 e mi sembra che ci sarebbe già un lasso di tempo non indifferente.

(voci fuori microfono)

...mettiamo sei mesi di lavoro. Ma, al di là dei sei mesi, io penso che la parte più interessante sia il lavoro tra l'Assessorato e la Commissione. L'obiettivo è che comunque si vada in avanti sul lavoro, avanzando a step, in modo da confezionare un lavoro fatto entro i sei mesi. Al di là del piano dismissioni, noi dobbiamo andare oltre, come c'è già scritto nella legge e non dobbiamo inventarci nulla. Con questo nostro ordine del giorno andiamo oltre, quindi se siete d'accordo metteremmo i sei mesi, con un percorso tra Assessore, Assessorato e Commissione competente, che comunque percorrono a step, a lotti, oltre alla fotografia anche le idee da inserire, la valorizzazione, le proposte, le nuove soluzioni da mettere in campo. Quindi chiederei...

(voci fuori microfono)

...sì, direttamente; d'accordo.

Presidente - Non ci sono altri interventi? Possiamo aprire la votazione? Votazione aperta.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione: presenti, votanti e favorevoli: 35

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Passiamo all'ordine del giorno numero 6, presentato dal Movimento Cinque Stelle. Qualcuno intende illustrarlo? Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha la facoltà.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Finora in questo Consiglio abbiamo parlato soprattutto di massimi sistemi, di strategie, di sinergie, di tecniche e di cose che forse sono difficili da capire. Io vorrei per un momento, per cinque minuti, riportarvi ad una dimensione un pochettino più umana: umanizzare e far sì che ci sia un cuore anche in questo Consiglio.

Vi racconto brevemente la storia di una quindicina di valdostani, sostanzialmente quasi tutti disoccupati, che vedono in un bando regionale dell'Assessorato alle attività produttive un'occasione per riscattarsi. È una di quelle iniziative di cui la Regione deve andare fiera, perché noi critichiamo duramente quello che deve essere criticato, ma ci sono delle cose che la Regione fa e le fa bene. Questi quindici valdostani vedono in quel bando una possibilità di avviare una nuova attività: c'è un corso di formazione, c'è un piccolo aiuto che viene dato alla fine. Presentano quindi la domanda, fanno un colloquio, vengono accettati e sono felici, perché passare dalla disoccupazione ad avere una prospettiva è qualcosa di importante, e in questo momento una quindicina di persone che si mettono in gioco per aprire un'attività imprenditoriale - mi rivolgo soprattutto a chi è imprenditore, come la collega Marilena Péaquin Bertolin - non è una cosa da poco. E, allora, che succede? Succede che questi iniziano il corso. Il corso è interessante e fatto bene, si appassionano, vengono date tutte le nozioni che sono necessarie per poter continuare questa esperienza. Sono persone che hanno disponibilità economiche limitate, perché devono iniziare l'attività e si accollano anche le spese, poiché molti non sono di Aosta: si mettono assieme perché - purtroppo lo sappiamo come sono i trasporti! - gli orari non coincidono, la sede del corso di formazione è giù a Pollein; allora, si mettono assieme, prendono una macchina, dividono le spese, magari non vanno in autostrada perché costa troppo, magari si portano da mangiare da casa, perché però ci credono in questa cosa e quindi cercano di andare avanti.

Che cosa succede l'ultimo giorno? L'ultimo giorno succede che assieme all'insegnante entra nella sede del corso anche un dirigente regionale, il quale dà una notizia sostanzialmente agghiacciante e dice: non ci sono più i soldi. Quindi, avete fatto il corso, avevate magari già preventivato di acquistare qualcosa, avevate anche già messo in moto tutta una serie di cose, perché il piccolo aiuto ve lo davano quando voi portavate le fatture quietanzate. Qualcuno di loro doveva chiedere l'aiuto ai genitori, doveva chiedere l'aiuto alla suocera o al suocero per poter anticipare le spese ed ecco che in un attimo sfuma la questione. Perché? Perché non ci sono più soldi.

Io direi che alle volte dobbiamo dare come politica, al di là dei grandi sistemi e delle grandi strategie, anche qualche segnale, che abbia un valore simbolico, che riavvici la politica ai cittadini. Qui si tratta di persone che intendono avviare un'attività imprenditoriale, che intendono riscattarsi da una situazione, che può anche essere di assistenzialismo, e che quindi vogliono togliersi dalle croste della pubblica amministrazione e dello stato sociale, tentando questa esperienza. Secondo noi, vale la spesa di ripensare e di trovare quella manciata di denaro che, pur in un periodo così difficile come questo, secondo noi si potrebbe trovare. Non è, colleghi, un atto di propaganda, uno spot che viene fatto così. In questo momento in cui la politica, per tutto quello che è successo, è così lontana dai cittadini, qualche segnale dobbiamo anche darlo ed è un segnale che secondo noi è importante. Non deve essere un segnale che rimane da solo. Si parla di condivisione, avete parlato di condivisione; io sono un po' più maligno e diffidente: aspettiamo a vedere, perché prima le parole... Iniziamo! Questo può essere un atto che è l'inizio di un percorso, che va a vedere tutta almeno una serie di situazioni in cui la Regione ha sempre fatto bene. Qui, comunque, si danno anche gli strumenti ai piccoli imprenditori per iniziare, non li si butta sul mercato e gli si dice: vai allo sbaraglio, non sai quanto paghi di contributi, poi ti arrivano le tasse del Comune e il giorno dopo hai chiuso. No! Qui gli si danno gli strumenti per poter pescare e poi, se la persona è brava e riesce a pescare per conto suo, non ha più bisogno, perché se ha un reddito suo non ha più bisogno degli aiuti della Regione. Quindi è anche un investimento che va nel senso di alleggerire il bilancio ed è anche un discorso che, se vogliamo farlo a livello di puro portafoglio, a noi come Amministrazione regionale può convenire.

Io ho già avuto qualche scambio con l'Assessore Marquis. Noi avevamo impostato il nostro ordine del giorno individuando anche esattamente il capitolo dove andare a prendere le risorse, però ne abbiamo parlato e mi è stato detto che c'è una disponibilità di massima a venire incontro all'ordine del giorno, purché non sia predeterminato il fondo in cui saranno reperite le risorse. A noi questo sinceramente non interessa, essendo una questione più che altro contabile. A noi interesserebbe che, da parte dell'Assessore Marquis e dell'Assessore Perron che è l'Assessore alle Finanze e Bilancio, ci sia una disponibilità di massima, ovviamente con l'accordo di tutti i colleghi, perché questo deve essere un segnale che viene dato da tutto il Consiglio e non possiamo darlo in maniera parziale. Andare incontro ad una piccola prospettiva di sviluppo: è una piccola pezza che possiamo mettere, secondo me, rispetto ad uno scivolone che è stato fatto - lo capisco - in un bilancio che è terribile da affrontare e ce ne siamo resi conto tutti. Però ci sono alcune cose sulle quali, secondo noi, la sensibilità dei Consiglieri non può essere messa da parte. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Marquis, ne ha la facoltà.

Marquis (SA) - Grazie Presidente.

La proposta che è stata avanzata dal Consigliere Ferrero credo sia interessante, perché si tratta di un corso di formazione per la creazione d'impresa, cioè per favorire l'autoimprenditorialità. È un corso che è articolato in due fasi: la prima di formazione e di tutoraggio dell'iniziativa che si va a mettere in atto, l'altra di sostegno di tipo contributivo. Le fonti di finanziamento sono due: tradizionalmente la parte di formazione veniva finanziata dall'FSE e la parte invece contributiva dal piano delle politiche del lavoro.

Così come è stato detto in questi due giorni di Consiglio, avete potuto capire le difficoltà che ci sono state nell'affrontare il bilancio e come linea guida abbiamo cercato di ricondurre le iniziative e tutte le proposte di gestione del dipartimento, all'interno dei fondi comunitari, delle iniziative garanzia giovani, del piano giovani, quindi di un piano articolato e complementare di finanziabilità. Negli scorsi giorni è emerso che questo tipo di iniziativa non poteva essere ricondotta all'interno dell'FSE, pertanto la Giunta ne ha preso atto, abbiamo fatto delle valutazioni e quindi c'è tutto l'impegno per dare copertura e completamento a questa proposta, che tra l'altro è a scavalco tra il 2014 e il 2015: la fase di formazione è prevista sul 2014 e la fase di inizio dell'attività sul 2015. Pertanto questo afferisce al bilancio 2015 e c'è l'impegno da parte nostra di trovare una soluzione a questa problematica, così come è stato emendato il testo e andrei solo a ripetere "impegna il Governo regionale affinché siano reperite le risorse necessarie a finanziare l'iniziativa". A queste condizioni credo che possiamo esprimere parere favorevole e c'è piena condivisione dell'indirizzo. Grazie.

Presidente - Consigliere Ferrero, accettiamo quindi con l'emendamento? La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Confermo quanto già detto precedentemente e ringrazio per la disponibilità che è stata manifestata. Grazie.

Presidente - Posso mettere in votazione l'ordine del giorno con la modifica formulata? La votazione è aperta. Prego i Consiglieri di votare.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 34

L'ordine del giorno è accolto all'unanimità.

Passiamo all'ordine del giorno numero 7, formulato dal gruppo ALPE. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Ieri durante il dibattito generale in quest'aula abbiamo affrontato un tema non semplice e comunque complesso, tema che deve essere affrontato nel merito, cercando di valutare e poi di trovare delle soluzioni per dare una risposta al comparto unico, alla macchina amministrativa regionale. L'ordine del giorno va nella direzione di impegnare il Presidente della Regione e la Commissione consiliare competente a valutare e a trovare delle soluzioni. Per che cosa? Mi sembra che, anche a seguito delle dichiarazioni del Presidente della Regione di martedì pomeriggio, è stato evidenziato che vi sono eccedenze di personale nell'Amministrazione regionale, indubbiamente anche a seguito del fatto di avere in questo momento meno dossier sul tavolo, meno risorse disponibili, meno progetti e programmi, meno cose da fare e, come è stato detto in questi due giorni da tutti i gruppi consiliari, dobbiamo trovare nuove soluzioni.

Altre Regioni a statuto ordinario e a statuto speciale stanno studiando idee e soluzioni alternative. La Provincia di Trento sta mettendo in campo la staffetta generazionale e i leggo direttamente le proposte alle quali stanno cercando di dare corso e gambe all'interno della Provincia: lavoratori anziani vicini alla pensione che si riducono l'orario di lavoro, in genere passando dal full time al part time, così da generare un risparmio che viene impiegato per le assunzioni di giovani; è la cosiddetta staffetta generazionale che, con decisione assunta dalla Giunta provinciale, verrà sperimentata dall'amministrazione provinciale. Sono, come dicevo, delle prime proposte: i soggetti aventi diritto possono presentare domanda di riduzione dell'orario di lavoro, i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo pieno prestato in via continuativa da almeno tre anni possono chiedere la riduzione oraria a diciotto, ventuno, ventiquattro; i dipendenti che nell'anno di presentazione della domanda di adesione al ricambio generazionale abbiano in corso un rapporto di lavoro a tempo parziale... e poi ci sono delle casistiche, delle proposte e, come dicevo prima, delle idee. Quindi hanno messo in campo un patto generazionale, un ricambio generazionale, da una parte per accompagnare e creare quelli che io definisco degli scivoli per i funzionari o i dipendenti del comparto pubblico per accompagnarli alla pensione, dall'altra parte per creare delle opportunità rivolte ai giovani per giocare la loro partita dal punto di vista occupazionale.

Considerazioni simili le sta facendo la Provincia di Bolzano: non sono ancora delle leggi, sono solo - ribadisco il concetto - delle idee dal punto di vista politico, che vengono messe sul tavolo e lanciate. Vi leggo ad esempio, di quattro giorni fa, una prima bozza di riforma dell'ordinamento del personale provinciale, sul tavolo della maggioranza: "uno dei pilastri del progetto innovazione dell'amministrazione 2018 è pronto: si tratta della riforma dell'ordinamento del personale provinciale. La pubblica amministrazione è chiamata a fare un salto di qualità. Con il nuovo ordinamento del personale, vogliamo porre le basi per questa nuova sfida rivolta al futuro. I passaggi chiave della riforma vanno dallo sviluppo di sinergie positive tra generazioni, al riconoscimento economico delle prestazioni, alla mobilità, alla flessibilità dei dipendenti, al ruolo sociale della pubblica amministrazione". Poi c'è un passaggio, a mio avviso, importante: "per quanto riguarda il ricambio tra giovani e meno giovani, puntiamo sul già noto patto generazionale e sul pensionamento di quei lavoratori che hanno raggiunto i requisiti necessari. La buona amministrazione ha bisogno di creare il giusto mix tra l'esperienza di chi conosce da molti anni la macchina e gli impulsi provenienti dai più giovani, sotto forma di nuove idee e di nuovi stimoli".

Un'altra idea la sta mettendo in campo la Regione Toscana, la notizia è di qualche settimana fa. La Toscana sarà probabilmente la prima Regione a dichiarare esuberi tra il personale proprio e di tutti gli enti dipendenti: un taglio del 10 percento dai dirigenti in giù, sanità compresa, che significa complessivamente almeno cinquemila lavoratori.

Sono degli esempi che possono comunque, a nostro avviso, far fare delle valutazioni anche alla nostra amministrazione pubblica. L'obiettivo e il senso del nostro ordine del giorno va in questa direzione, di valutare diverse opportunità e trovare anche nuove soluzioni per asciugare da una parte la macchina amministrativa e dall'altra creare occupazione per i giovani. Grazie.

Presidente - Altri interventi? Per la risposta la parola al Presidente Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Il collega ha sottolineato e ha voluto illustrare un tema, con una serie di documenti che sono alla base di un dibattito aperto, a cui noi siamo molto attenti. Tutte queste sottolineature le abbiamo non solo presenti, ma abbiamo anche cercato di tradurle in alcuni emendamenti che poi troviamo nella legge, come lei avrà visto, nell'ambito degli interventi per asciugare - se posso usare questo termine che mi è stato suggerito - la pianta organica della Regione, al di là del riferimento puntuale al non riproporre, cioè a mantenere dal 15 al 10 percento la sostituzione del personale, al fatto di ridurre la dirigenza di almeno dieci punti, come vedremo nell'emendamento presentato per la legge stessa, a trovare le formule per vedere se ci sono anche in Regione i cosiddetti esuberi, cioè coloro che possono essere in qualche modo incentivati a lasciare il loro posto, senza però - e questo va sottolineato - la possibilità di sostituirli, che è diverso da quello che qui viene richiesto con il patto generazionale.

Arrivo a quest'ultimo aspetto del patto generazionale, per sottolineare che c'è un gruppo di lavoro che sta seguendo questa parte, che era uno dei tre punti richiesti dalle associazioni, dalle imprese e così via. Sono state già fatte due riunioni sotto la responsabilità del coordinatore Lucat, per quanto riguarda la parte tecnica, per vedere quali sono le diverse problematiche e per riuscire a capire quali possono essere gli impatti di questo tema del patto generazionale, cioè come fare in modo che ci siano quelli che lei ha chiamato scivoli, ovvero la possibilità di lasciare progressivamente alcune persone andare in quiescenza e sostituirle con altre. In questo caso si tratta di sostituirle, perché il patto generazionale è una sostituzione.

Però oggi ci stiamo confrontando con la prima fase, che è molto importante, cioè qual è l'azione che possiamo permetterci per in qualche modo asciugare - ripeto il termine - o dimagrire la pianta organica nel suo complesso, che permette già quest'anno una riduzione del 5 per cento dei costi del personale. Il 5 percento del totale, non è poco! Teniamo conto poi che c'è la possibilità di andare nella stessa direzione anche per l'altra situazione, che è stata fatta con l'aggregazione tra Comuni, perché nell'associare le funzioni tra Comuni c'è l'esigenza e la possibilità di utilizzare al meglio la disponibilità di personale e, anche lì, fare una riduzione.

Quindi, noi condividiamo di fare delle valutazioni su questa esperienza. Credo che anche lei abbia ricordato che su questa esperienza stanno provando e vedendo quali sono le possibilità operative, come stanno facendo altri, per capire le conseguenze e i benefici di fare questi scivoli. Non dobbiamo dimenticare che ci sono dei costi anche su questo, quindi credo che questa operazione verità, cioè questa operazione di approfondimento, possa essere completata e dovrebbe essere completata nei termini di due o tre mesi. Allora le chiederei, siccome condividiamo il concetto, se c'è la disponibilità a sospendere o a ritirare l'ordine del giorno. Poi presentiamo o vediamo la materia con la Commissione competente, per avere anche i risultati del gruppo di lavoro che è alla base di questo studio specifico. Ribadendo la nostra adesione al principio che qui viene formulato, le chiederemmo se fosse possibile aspettare questi due o tre mesi, per lasciare concludere questi lavori. Grazie.

Presidente - Grazie Presidente. Qualcuno intende intervenire? Il collega Chatrian per la replica, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie.

Come dicevamo prima la materia è non semplice, quindi va vista nel suo complesso. È normale che il mix finale, l'obiettivo finale è di creare anche delle condizioni di occupazione, non a saldo invariato ma a saldo negativo, nel senso di un costo inferiore per l'amministrazione pubblica, perché altrimenti non ha nessun senso, ma nello stesso tempo la sfida più difficile è di trovare comunque un mix in cui ci sia anche la possibilità di creare delle condizioni per i giovani. Da una parte gli scivoli, che però costano, e dall'altra però dobbiamo avere un delta negativo nei prossimi bilanci regionali, perché altrimenti... È lì la sfida e il cuore della questione.

Detto questo, noi possiamo anche ritirare questo ordine del giorno. Chiederemmo, però, che in questi due o tre mesi di lavoro la Commissione competente - valutiamo se la I o la II, lo decidiamo oggi - sia resa edotta di cosa state facendo, del prosieguo dei lavori, degli studi che state facendo e soprattutto delle proposte, perché gradiremmo portare le proposte in Commissione, proprio per trovare delle soluzioni. Ripeto, la sfida più difficile è quella di trovare un mix, in modo creare anche dei posti di lavoro, però con un saldo inferiore, cioè con un costo minore del personale dell'apparato pubblico: parliamo di dimagrimento o di asciugare, ma che sia inferiore, cioè in riduzione, perché altrimenti non possiamo più permettercelo; in più, noi dobbiamo essere più performanti come amministrazione pubblica ed è il ragionamento che facevamo comunque ieri nel dibattito generale. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

Ringrazio il collega Chatrian. Concordiamo su questa procedura. Noi, rispetto al gruppo di lavoro, chiaramente manderemo una lettera spiegando che, in forza di questo accordo, si chiede di inviare alla Commissione. Se debba essere la I o al II, decidiamo per quella che ritenete più opportuna, quindi non c'è problema: quella che volete. Alla II Commissione? Allora: di inviare alla II Commissione, in modo che ci sia un aggiornamento continuo sugli avanzamenti dei lavori nell'ambito di questa commissione. Va bene? Grazie.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Borrello, ne ha la facoltà.

Borrello (SA) - Grazie Presidente.

In virtù dell'accordo che abbiamo prodotto ieri nella Conferenza dei Capigruppo, di poter depositare delle mozioni e degli ordini del giorno per le ore 9, chiederemmo la disponibilità al Consiglio e al Presidente di una sospensione per poterci confrontare in maggioranza sugli ordini del giorno che sono stati depositati. Grazie.

Presidente - Sospensione concessa.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,39 alle ore 11,01.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori? Riprendiamo dall'ordine del giorno numero 8 presentato dai Consiglieri del gruppo Union Valdôtaine Progressiste. Ha chiesto la parola il Consigliere Bertschy, ne ha la facoltà.

Bertschy (UVP) - L'ordine del giorno è collegato al bilancio, chiaramente. Non per ritornare sulla discussione fatta ieri sera e che credo sarà un po' ridondante oggi, però avevamo fatto un lavoro sugli emendamenti, che poi non ha trovato la sua conclusione, per reperire delle risorse per portare un contributo strategico - chiamiamolo così, anche se sembra una parola importante - e per definire dove mettere delle risorse per portare avanti dei progetti nei quali crediamo.

Nel leggere il bilancio che avete presentato, non abbiamo ritrovato quello che per noi è un obiettivo prioritario, principale, fondamentale: possiamo usare tutti i termini che vogliamo, però quello dell'accessibilità della Valle d'Aosta è un problema sul quale non si può assolutamente più rinunciare a lavorare. Sono state trovate, da parte della maggioranza, soluzioni ad alcune delle vie di trasporto, che non abbiamo condiviso, ma che comunque sono andate avanti: una su tutte, l'acquisto dei treni bimodali. Rimane di fatto il grande problema delle infrastrutture che, anche se avremo i nostri nuovi treni bimodali, rimangono infrastrutture vecchie, datate, sulle quali è difficile intervenire, e soprattutto non abbiamo un progetto sul quale provare a investire a livello strategico.

Nello scorso Consiglio avevamo anche presentato una interpellanza in questo senso, che avevamo poi ritirato, in funzione di un lavoro che faremo nel Consiglio straordinario. Oggi però parliamo di allocare, di mettere delle risorse in bilancio, per quello che noi immaginavamo attraverso gli emendamenti che avevamo presentato, con lo scopo di trovare i primi soldi e indicando delle risorse per provare a definire un progetto strategico per la Valle d'Aosta del futuro. Secondo noi, il progetto strategico per la Valle d'Aosta del futuro è risolvere il problema dell'accessibilità, quindi in questo senso ripresentiamo un ordine del giorno per chiedervi, come avremmo chiesto nell'emendamento, di trovare delle risorse dal 2015. Una volta individuato il progetto strategico che uscirà dal Consiglio tematico sui trasporti, perché faremo sicuramente delle considerazioni su tutte le strategie che sono attualmente in atto, poi bisognerà definire su quale strategia e su quale obiettivo investire le risorse in via prioritaria, perché non potremo continuare a spalmare di risorse un po' di qua e un po' di là: dovremo definire come si può entrare in Valle d'Aosta velocemente, uscire dalla Valle d'Aosta velocemente e quale investimento fare in questa direzione.

La nostra proposta va nel senso di chiedervi un impegno a trovare le risorse - appunto perché non le abbiamo trovate - per cominciare a definire almeno a livello progettuale questo lavoro, visto anche che alcuni progetti sono fermi da qualche anno e ormai datati. Nel nostro bilancio ci sono somme in parte ordinaria, le definirei, nel senso che è vero che abbiamo i 23 milioni di euro per i trasporti, i 17 milioni di euro per il trasporto su gomma, però fanno parte del sostegno ai servizi che diamo e non sono risorse che vanno in parte investimenti. Noi chiediamo di lavorare per trovare delle prime risorse che poi faranno parte di un progetto futuro, che evidentemente non troverà soluzione nel 2015, ma in un lavoro da sviluppare negli anni. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz, ne ha la facoltà.

Marguerettaz (UV) - Grazie.

Il collega Bertschy e l'Union Valdôtaine Progressiste pongono all'attenzione del Consiglio un tema che è sicuramente condiviso, tant'è che abbiamo aderito molto volentieri ad un percorso che ci porterà, nel mese di gennaio, ad un Consiglio monotematico, che anche nella risoluzione vorrebbe essere un'adunanza che in qualche modo va a selezionare gli interventi pratici per poter dare delle risposte. Sicuramente, però, questo è un tema che dobbiamo affrontare d'intesa con il soggetto proprietario della linea ferroviaria, perché gli interventi di cui parliamo per l'accessibilità sono prevalentemente nei confronti della nostra linea ferroviaria, la quale non è di nostra proprietà, ma di RFI. Una linea ferroviaria per la quale abbiamo una norma di attuazione che impone allo Stato di contribuire, perlomeno, al suo ammodernamento, e rispetto a questo tema noi siamo consapevoli che c'è la necessità di rivedere quel vecchio e ormai datato progetto del 2004, dove vi erano tutta una serie di interventi per migliorare la linea, che probabilmente oggi dev'essere aggiornato.

Allora, colleghi, io credo che se l'ordine del giorno è un impegno politico, questo impegno politico l'abbiamo sottoscritto aderendo al Consiglio monotematico, dove dovremmo arrivare a delle conclusioni. Quindi vi chiederei di mantenere questo tipo di impostazione: anche la ricerca di fondi europei, tutte le idee e tutte le suggestioni saranno sicuramente colte e saranno esplorate, ma lasciamole all'interno di un percorso organico. L'impegno politico, se di impegno politico dobbiamo parlare, c'è all'interno, torno a dire, di questo percorso che possiamo affrontare in Commissione e in Consiglio. Messo così, estrapolato da un contesto rischia di non portare nulla e probabilmente anche di creare delle false aspettative. Da questo punto di vista vi chiederei di fare questo atto di armonizzazione dei vari interventi sui trasporti, esattamente come abbiamo detto prima per l'aeroporto: non è che non c'è la volontà di ragionare; ci ragioniamo, ma in modo organico.

Presidente - Grazie Assessore. Altri interventi? La parola al Consigliere Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Grazie Assessore.

Pur avendo compreso che la richiesta che ci fa non è per non stare nel tema che viene trattato, credo però che l'obiettivo politico del definire una strategia non vada confuso con l'obiettivo politico puntuale di trovare, già in questo bilancio delle risorse - poche o tante - per dire che da qui si parte con un progetto strategico. Noi non indichiamo, nel nostro documento, una strategia che è già un'azione da seguire, ma diciamo di mettere 500 mila euro, un milione, 100 mila, 10 mila, quello che si può mettere, per dire: con questi soldi, da qui si parte per un progetto strategico. L'impegno politico è differente rispetto al trattare poi le varie strategie dei trasporti, nel Consiglio tematico straordinario che faremo. Capisco la vostra posizione, però la nostra è che in questo bilancio noi vorremmo vedere scritto anche solo un euro per un progetto strategico.

È per questo che vi chiediamo di impegnarvi a reperire le risorse. Non abbiamo definito le risorse, perché immaginiamo che non si possa trovare in una discussione in Consiglio dell'ultimo minuto chissà quale grossa possibilità, però l'impegno è politico per dire che siamo tutti convinti che dobbiamo avere un capitolo del bilancio che dica: progetto strategico, accessibilità della Valle d'Aosta. Poi definiremo insieme qual è questo progetto strategico, se sarà l'intervento sulla vetusta nostra ferrovia o se sarà qualche cosa di nuovo e di differente, perché io spero che usciremo un po' dal binario della monotona discussione degli ultimi dieci anni. Speriamo che tutti insieme porteremo dei contributi nuovi per provare a uscire dalla logica della norma di attuazione, di tutto quello che abbiamo già detto un sacco di volte, e sono i problemi che abbiamo incontrato e che ha incontrato lei. Oggi noi vi chiediamo di impegnarvi politicamente per trovare i primi soldi e scrivere in bilancio "per l'accessibilità della Valle d'Aosta". Quindi manteniamo l'ordine del giorno, perché riteniamo che questo progetto debba trovare una sua prima allocazione nel bilancio del 2015 e nel futuro triennio. Lo porteremo al voto, pur comprendendo le ragioni che lei ha ben esplicitato. Grazie.

Presidente - Altri interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Sicuramente questo tema sarà oggetto di un Consiglio specifico e di dibattiti ulteriori, ma credo che sia fondamentale il concetto che ha espresso prima il collega dell'UVP, cioè se non prevediamo delle risorse, se non cominciamo a ragionare o perlomeno a prendere degli impegni, perché sappiamo che si tratta di un ordine del giorno in cui in qualche modo ci mettiamo del nostro in un progetto, mi rendo conto che alla fine rischiamo di fare degli incontri in cui ci raccontiamo di nuovo che abbiamo tutti una gran voglia di rendere più accessibile la Valle d'Aosta, di renderla più raggiungibile dai turisti, di consentire ai valdostani di muoversi con maggior facilità per ragioni di studio, di lavoro, familiari, per l'economia della nostra Regione, ma poi se non c'è sforzo economico a volte molti sogni restano nel cassetto. Quindi credo che lo spirito di quest'ordine del giorno sia non soltanto condivisibile, ma sia veramente, come diceva il collega, propedeutico a un certo tipo di dibattito, quando faremo un ragionamento sui trasporti. Noi sosteniamo questo ordine del giorno e votiamo a favore.

Presidente - Grazie Donzel. Ha chiesto la parola la Consigliera Certan, ne ha la facoltà.

Certan (ALPE) - Grazie Presidente.

Per sostenere anche come gruppo ALPE questo ordine del giorno che - è chiaro - è un inizio di un percorso e sicuramente sarà approfondito e sarà materia di un Consiglio straordinario. Però riteniamo che l'accessibilità e, come noi lo chiamiamo spesso, il non isolamento della Valle d'Aosta, siano una partita troppo importante e non possiamo lasciare cadere il discorso o comunque rinviarlo. Oltretutto questo ordine del giorno va anche nella direzione di un emendamento che noi abbiamo presentato, che ha proprio questo spirito e che comunque ha avuto la copertura finanziaria e il parere favorevole, quindi lo sosterremo Grazie.

Presidente -Se non ci sono altri interventi chiudiamo la discussione e mettiamo in votazione. È aperta la votazione.

Votazione conclusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 17

Favorevoli: 17

Astenuti: 18 (Baccega, Bianchi, Borrello, Farcoz, Follien, Fosson, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Marco Viérin)

L'ordine del giorno non viene approvato.

Ordine del giorno numero 9, proposto sempre dall'UVP.

Per mozione d'ordine la parola al Consigliere Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì, Presidente, per una segnalazione. Sono vari mesi che diversi colleghi segnalano la questione dello streaming e della diretta tv del Consiglio. Io non so che cosa stiate facendo all'Ufficio di Presidenza e ci rivolgiamo principalmente al Presidente Marco Viérin che si era impegnato su questo tema. Ogni volta che c'è una seduta del Consiglio Valle, continuano a segnalare che non si vede, che non si sente, che non si segue e noi vorremmo sapere oggi -visto che vi deleghiamo; noi anzi non l'abbiamo neanche delegata, si è delegato da sé stesso, ma si trova in questo momento a ricoprire questo ruolo - cosa state facendo.

Si è parlato questa mattina tanto anche di accessibilità. Anche questa è accessibilità. Viviamo in una regione di montagna, abbiamo un servizio che viene pagato, perché il Consiglio Valle paga un servizio, si affida a delle società, si affida attraverso dei servizi a delle persone che da un punto di vista professionale dovrebbero garantire questo servizio, ma non siamo neanche in grado noi stessi di garantire quello che è il canale delle istituzioni.

Voi avete accettato, come state accettando adesso, degli ordini del giorno; noi iniziamo veramente a chiedervi che cosa state facendo. Fate delle grandi riunioni, tre volte a settimana, dell'Ufficio di Presidenza: parlate almeno una volta di questa cosa. Grazie.

Presidente - Ma io passerei la parola al Presidente Marco Viérin. Comunque, ancora nell'ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza è stato messo dal sottoscritto in evidenza, in sostegno anche dei collaboratori, che in effetti la trasmissione non funziona. La parola al Presidente Viérin, ne ha la facoltà.

Viérin M. (SA) - Poteva benissimo rispondere anche il collega Rosset, perché ne abbiamo parlato più di due o tre volte e abbiamo fatto già tre incontri con i tecnici degli uffici, con i tecnici dell'INVA, abbiamo incontrato anche chi ha in gestione l'affidamento. Abbiamo deciso - la Conferenza dei Capigruppo ne è già al corrente - di fare un gruppo di lavoro che sta già lavorando, per vedere come impostare l'appalto per il prossimo anno. Abbiamo già prorogato, con alcune indicazioni ben precise, l'affidamento per l'appalto del 2015, perché per la procedura di appalto nuova occorrono i tempi: lei sa perfettamente quali sono per fare la procedura aperta. Stiamo valutando anche con la RAI per vedere se è possibile fare con loro un servizio di questo tipo, per migliorare questo servizio che a detta di tutti, non solo da parte sua, è carente in certi passaggi. Le cose che abbiamo fatto, le abbiamo fatte sempre in maniera condivisa: il percorso l'abbiamo fatto come Ufficio di Presidenza e come Capigruppo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Laurent Viérin, ne ha la facoltà.

Viérin L. (UVP) - Siamo pienamente soddisfatti della sua risposta Presidente: lo stiamo facendo, stiamo vedendo, abbiamo capito, ma non sta ancora succedendo niente! Prendiamo atto che probabilmente dal 2016 i valdostani potranno vedere in modo corretto, se tutto va secondo la procedura, come lei ha annunciato. Quindi la ringraziamo per essere come sempre solerte.

Presidente - Proseguiamo con l'illustrazione dell'ordine del giorno numero 9, presentato dall'UVP. Chiede la parola il Consigliere Fabbri, ne ha la facoltà.

Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.

Come già aveva detto il collega Bertschy, questo ordine del giorno si inserisce e riprende l'azione di miglioramento del bilancio, che era intenzione dell'UVP apportare attraverso i suoi emendamenti che, per ragioni di forma e di formalità, che però purtroppo hanno la loro importanza, sono stati rigettati. Questo provvedimento va inserito, come ho detto, in un progetto molto più complesso di intervento, che mirava ad apportare fondi consistenti in più settori vitali della nostra società.

Detto questo, nell'illustrazione dell'ordine del giorno prendiamo atto della diminuzione notevole, drastica, che è stata prevista nel finanziamento del settore degli asili nido e della prima infanzia. Prendiamo anche atto dell'impegno che l'Assessore ha espresso in Commissione, di volere discutere con tutta la Commissione stessa della razionalizzazione e della revisione di questo settore. È una presa di posizione giusta, perché si decide di un patrimonio sociale che è di tutta la comunità, di tutta la Regione e di tutta la società. Per cui, proprio per poter affrontare con i tempi giusti questo tipo di ragionamento, questo tipo di revisione e di razionalizzazione, chiediamo al Governo di reperire delle risorse, in modo da potere non essere così affrettati nel decidere queste cose. Questo non vuol dire procrastinare all'infinito una decisione che purtroppo dobbiamo prendere, perché come sappiamo è un settore che va assolutamente rivisto e razionalizzato. Però, magari sotto l'impulso della fretta, potrebbero essere fatti degli errori che poi vanno sulla pelle e sulla vita sociale di tutti i giorni. Per cui chiediamo che, rimpinguando in parte questo capitolo, si possa avere un tempo di discussione maggiore e di maggiore ponderazione su una cosa così importante. Grazie.

Presidente - Qualcun altro intende intervenire? Chiede la parola il Consigliere Borrello, ne ha la facoltà.

Borrello (SA) - Grazie Presidente.

Solo per portare un piccolo contributo rispetto a questa tematica che è stata particolarmente sentita all'interno della Commissione competente, perché è sicuramente importante. Ricordo - mi ha già anticipato il collega Fabbri nella sua nota introduttiva - gli impegni presi dall'Assessore all'interno della Commissione stessa e anche, tra virgolette, una condivisione con altri colleghi della maggioranza rispetto alla necessità di rivedere e riorganizzare questo sistema, cercando di produrre dei risparmi, ma cercando anche di aumentare il livello di qualità dei servizi, qualora questo fosse possibile. Io ritengo che al di là dell'impegnativa in sé, la tematica debba essere affrontata, quindi ritengo positivo il suo intervento, positiva la sua modalità di esposizione della tematica, su un tema così importante, che sicuramente sta a cuore in maniera trasversale a tutte le sensibilità presenti all'interno di questo Consiglio.

Presidente - Grazie Consigliere. Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Era solo per indicare il nostro pieno sostegno a questo ordine del giorno. Come già ribadito, essendo in fase di discussione e di ridefinizione tutto l'argomento degli standard e dei requisiti degli asili nido, per mantenere la qualità di questo servizio e per mantenere il servizio così come è stato costruito negli anni passati, è ovviamente necessario mantenere il finanziamento, fino a modifiche eventuali di questi requisiti e qualora si ritenga di modificarli, perché altrimenti va da sé che questo servizio non può essere mantenuto con le caratteristiche attualmente in uso. Quindi anche noi sollecitiamo il voto positivo e favorevole da parte anche della maggioranza e sosteniamo in pieno questo ordine del giorno.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha la facoltà.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

La nostra Regione è stata giustamente fiera, negli anni scorsi, per essere stata tra le prime a raggiungere gli obiettivi di Lisbona, per quanto riguarda l'assistenza e i sevizi alla prima infanzia, e dai banchi dell'opposizione abbiamo condiviso tutti questa soddisfazione. Attualmente è in atto, nella V Commissione, di concerto con l'Assessore e con le strutture, un lavoro per addivenire ad una riorganizzazione equa di questi servizi. Pertanto la proposta del collega Fabbri di non sospendere le attuali condizioni di finanziamento, ma di giungere alla fine del percorso per poi rivalutare quali sono le necessità finanziarie, ci pare assolutamente condivisibile e opportuna.

Presidente -La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie Presidente.

L'argomento è stato affrontato e discusso molto proficuamente in V Commissione, sia per l'emergenza sicuramente economica, ma anche, come ha detto correttamente il collega Fabbri, perché è un settore che ci sta molto a cuore, ma che comunque deve, anch'esso, intraprendere una strada di cambiamento e di modifica. Questo era un impegno su quanto era emerso da tutti, come ha detto il collega Borrello, in V Commissione e quindi il Governo vota questo ordine del giorno.

Presidente - Per la replica ha chiesto la parola il Consigliere Viérin, ne ha la facoltà.

Viérin L. (UVP) - Solo a completezza di quanto già è stato ben detto da altri e per ripercorrere un po' quello che è successo in queste ultime settimane su questo argomento, visto che siamo stati i fautori di una serie di richieste di audizioni e anche di una sollecitazione nel fermare una decisione che era già assunta. Nel merito e nel metodo due appunti: visto che dall'inizio dell'anno un certo gruppo di lavoro ha intavolato una eventuale riorganizzazione nell'ambito dei servizi della prima infanzia e visto che da alcuni mesi, e poi soprattutto nelle ultime settimane, erano insistenti le voci di tagli anche al personale, noi ci eravamo permessi di condividere in V Commissione delle audizioni, con l'impegno al contempo di stoppare una riorganizzazione già fatta. La nostra proposta, al di là di reperire le risorse finanziarie, come in parte è già stato detto, dovrebbe vedere anche durante il 2015 un gruppo di lavoro condiviso. La condivisione, quando si rivede un sistema, è fondamentale e, al di là del merito e delle posizioni che ognuno di noi avrà in quell'ambito, per noi anche semplicemente il Presidente della V Commissione rappresenta la commissione, quindi rappresenta implicitamente tutte le sensibilità che emergono all'interno della commissione stessa. Ma visto che questo è un dossier che coinvolge gli Enti locali, il territorio e l'Amministrazione regionale, che poi è quella che ha il badò (traduzione letterale dal patois: carico), nell'eventualità di fare certe scelte ci sembrava ponderato, quindi noi siamo contenti nel vedere oggi che questo rifinanziamento seppur parziale è stato ottenuto, perché se non ci fosse stato l'intervento delle forze di opposizione in commissione, questo era già fatto. Quindi, questo è il messaggio, anche su questo dossier e per il futuro: che se ci fosse a monte una maggiore condivisione, forse le idee potrebbero essere spese meglio e si potrebbe addivenire a una soluzione, senza arrivare a scelte drammatiche da un giorno all'altro.

Noi esprimiamo soddisfazione intanto per chi opera all'interno del settore, perché c'è stato tanto allarmismo, c'è stata tanta preoccupazione, per quelle persone che lavorano all'interno degli asili nido. C'è stata tanta preoccupazione per chi è oggetto del servizio, quindi gli utenti, perché chiaramente sono collegati questi due ambiti, e soprattutto soddisfazione per poter finalmente iniziare a intavolare un discorso su un'eventuale riorganizzazione non solo della prima infanzia, ma dei servizi socioassistenziali e sanitari nell'insieme, sapendo che almeno anche le diverse sensibilità sono accolte o perlomeno ascoltate. Una boccata d'ossigeno che non risolve un problema e che probabilmente lo rimanda solo, che però ci dovrà vedere impegnati tutti per trovare una soluzione che mantenga qualità, che mantenga l'occupazione per chi ha investito non solo soldi, ma anche tempo e professionalità in un certo settore; pensiamo anche e soprattutto ai giovani, a cui abbiamo detto per anni che quello poteva essere un settore effettivamente occupazionale. Questo sicuramente potrà, nel mantenere tutti questi crismi, addivenire ad una parziale revisione del servizio, mantenendo invece le parti che più ci interessano. Grazie.

Presidente - Grazie collega Viérin. Possiamo chiudere la discussione e mettere in votazione, l'ordine del giorno numero 9. Votazione aperta.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 33

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Ordine del giorno numero 10, proposto dal gruppo UVP. Qualcuno lo vuole presentare? Chiede la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Non starò a ripetere che quest'ordine del giorno è la diretta conseguenza del fatto che una serie di emendamenti non sono stati accettati. Noi, quando esamineremo emendamento per emendamento, diremo anche le motivazioni per cui non sono stati accettati. Ci pare un percorso corretto per spiegare che a volte i formalismi poi possono generare questo proliferare di ordini del giorno.

Per quello che riguarda il contenuto di questo ordine del giorno, per i motivi che abbiamo già espresso nei nostri interventi, noi crediamo che il futuro della Valle d'Aosta non possa che nascere dallo sviluppo economico generato dall'imprenditoria locale, dalla nostra piccola industria, dal nostro artigianato, dal nostro commercio, dalle nostre piccole attività che creano quel valore aggiunto ai fini delle entrate proprie della Regione, che creano valore aggiunto ai fini occupazionali, che soprattutto in una prospettiva futura sono quelli che chi si occupa di pubblica amministrazione dovrebbe cercare di far crescere. Quest'ordine del giorno è una diretta conseguenza, nel senso che era nostra volontà istituire un piano straordinario che durasse due anni, con ingenti risorse finanziarie - noi ipotizzavamo 30 milioni all'anno - per finanziare non nuove costruzioni, bensì tutta una serie di interventi che andavano dalla manutenzione straordinaria, al risparmio energetico, alla messa in sicurezza del territorio, a tutta una serie di interventi minori, per un importo massimo di 200 mila euro, più 50 mila euro di spese di progettazione o direzione lavori, un fondo da finanziare in gestione speciale Finaosta, in quanto era un fondo in conto investimenti. Poi questo emendamento - lo spiegheremo quando ne illustreremo le motivazioni - non è andato avanti, per cui noi chiediamo e crediamo che la situazione della Valle d'Aosta non possa prescindere da un segnale diverso che faccia crescere, che faccia ridecollare l'imprenditoria valdostana, quella sana, quella che di fatto copre tutto un settore anche occupazionale che in questo momento è in grandissima difficoltà.

Noi l'abbiamo scritto molto chiaro: noi pensiamo che il metodo per uscire anche da questo proliferare di imprese che poco o nulla hanno a che fare col tessuto valdostano, sia quello di effettuare interventi in economia, mediante cottimo fiduciario, tenendo conto del principio della rotazione degli incarichi. Diamo un respiro al sistema valdostano, proviamo a far crescere l'imprenditoria sana della Valle d'Aosta e soprattutto proviamo a far crescere anche le ricadute sul bilancio della Regione per i prossimi anni. Grazie.

Presidente - Grazie collega Gerandin. Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Credo che il tema che viene riproposto con questo ordine del giorno e con le motivazioni che sono state addotte, ha già fatto oggetto in qualche modo di interventi, anche dei colleghi, su quello che è lo sviluppo, su quella che è l'economia e sull'esigenza di trovare posti di lavoro. E naturalmente, una delle possibilità per creare posti di lavoro è che passino attraverso lo sviluppo dei lavori e quindi degli investimenti che vanno nelle varie direzioni. I lavori, vuol dire che ci devono essere comunque delle possibilità di intervenire, come ricordato, in particolare per delle opere di importo che sia non eccessivo, anche se, con importi che vanno dai 180-200 mila euro, come è stato detto, è chiaro che le regole devono essere rispettate. E le regole, vuol dire che ci sono una serie di esigenze di pubblicizzazione di atti che devono essere in qualche modo rispettate. Dico questo per correttezza, perché su questo ci sono stati molti interventi, in quest'aula, in questa direzione.

Voglio anche ricordare - credo che ne avevamo anche discusso col collega Nogara, quando parlavamo dei piccoli appalti per i lavori forestali - che l'idea era di poter in qualche modo arrivare a dei cottimi con degli importi piccoli. Però, anche lì, troviamo delle ditte del vicino Canavese, di altre zone o anche da più lontano, che si presentano per essere invitate e logicamente seguono un determinato percorso. Infatti ricordiamo che anche su questo c'è un certo numero di presenze: lo voglio dire per chiarezza. Perché non è che con questi pensiamo da una parte di dire che tutto dev'essere trasparente e poi diciamo: no prendiamo solo due o tre ditte; perché le due cose sono in contraddizione. Voglio ricordarlo, perché altrimenti non riusciamo a sposare il tutto.

Come ho già riferito, sulla cosiddetta modalità con cui reperire i fondi: vogliamo sottolineare che il limite del Patto di stabilità non guarda dove prendo, ma guarda come utilizzo, quindi se utilizzo in questo modo sono purtroppo anche gli investimenti sotto la forca del Patto di stabilità. Detto questo, nell'ambito delle disponibilità oggi presenti nel bilancio, riteniamo che sia giusto utilizzare e fare uno sforzo per andare a reperire comunque i fondi che possano in qualche modo far decollare un piano, chiaramente con interventi più modesti. Non sarà possibile avere delle cifre importanti, ma che comunque diano un segnale di attenzione al comparto e che vadano nella logica auspicata, credo da tutti, di poter avere una ripresa anche in Valle d'Aosta. Quindi concordiamo su questo ordine del giorno.

Presidente - Grazie Presidente. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Al di là del reperimento delle risorse che ci ha toccato anche come gruppo, perché lo stesso problema è stato posto sugli emendamenti che abbiamo presentato, e ne discuteremo dopo come ordine del giorno; quindi, al di là del reperimento delle risorse per gli emendamenti che sono stati presentati e non hanno avuto copertura, ma sicuramente per potere dare delle risposte a un comparto in grossa difficoltà. Come diceva il Presidente Rollandin, non è "la" soluzione, perché non si vanno a coprire le grandi necessità e le risposte puntuali: è una delle soluzioni che si possono mettere sul tavolo in un momento di grandissima difficoltà. Forse il comparto edile è quello che in questo momento soffre di più, quindi apprezziamo la proposta che i colleghi del gruppo UVP oggi esprimono e propongono con questo ordine del giorno.

Tre considerazioni su questa proposta. La prima. Innanzitutto, al di là del quantum o della soglia da presentare come proposta per i singoli lavori - magari è scontato, per noi no - è importantissimo che siano opere utili. Utili e prioritarie in questo momento, perché non possiamo assolutamente pensare in questo periodo di gaspiller neanche un euro. Quindi, partendo dal presupposto che diceva prima il collega Gerandin: messa in sicurezza del nostro territorio, il discorso ambientale... volevo fare questa precisazione. Noi come gruppo da sempre abbiamo fatto queste battaglie sui percorsi da intraprendere e sulle risposte da dare.

La seconda. In quest'aula da diversi anni abbiamo affrontato il tema del cottimo fiduciario, delle gare, entre guillemets, ristrette. Sappiamo perfettamente che sono un limite. Si parlava prima del sottostare a delle regole: ci mancherebbe! Ci mancherebbe! Facciamo però attenzione a una considerazione che è stata inserita in quest'ordine del giorno: la rotazione. La rotazione deve essere garantita a livello di inviti; deve essere garantita e codificata bene, sapendo perfettamente che ci sono lavori di serie A e lavori di serie B che non sono legati solo al valore del lavoro. Questo è il nostro punto di vista che da sempre abbiamo ribadito in quest'aula.

La terza è legata al fatto di liberare delle risorse, quindi riallocarle per poter dare, come dicevamo prima, non solo delle risposte puntuali, ad un settore che probabilmente in questo momento è quello più in difficoltà di tutti, per tantissimi motivi sui quali non voglio neanche entrare nel merito. Di conseguenza sosterremo questo ordine del giorno.

Presidente - Grazie Consigliere Chatrian. Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Bertschy ne ha la facoltà.

Bertschy (UVP) - Raccogliamo con soddisfazione l'apertura: finalmente un'apertura decisa rispetto a un tema concreto. Devo dire mi sarebbe che ci avrebbe fatto molto piacere anche un'apertura sul tema dell'accessibilità, però di qui a un mesetto ne riparleremo e avremo modo di capire se su questo argomento c'è una definitiva valutazione del problema che dobbiamo affrontare. Rispetto a ieri, è chiaro che un emendamento avrebbe avuto una forza maggiore, perché avrebbe inciso direttamente sul bilancio, ma è un impegno politico ed è quello che ci interessa. Quando ieri si chiedeva non solo parole, ma qualche fatto, questo di oggi lo riteniamo un fatto. Perché un fatto? Perché qui, tante volte, si è annunciato il tema dei 60 milioni del Casinò e abbiamo discusso dei 100 e passa milioni per fare l'ospedale, ma la gente, mentre legge questi grossi numeri che volano per intervenire su degli obiettivi, fa fatica - i valdostani che conosciamo tutti, perché qua sembra che i valdostani che sono in crisi li conosca solo qualcuno - fa fatica a capire perché poi non ci sono i soldi per fare andare avanti l'impresa di un artigiano che ha sette operai o un'altra che ne ha meno di venti e che sta facendo tutti gli sforzi per stare in piedi.

Il corto circuito noi intendevamo provocarlo, non immaginando che si possano spostare dall'oggi al domani risorse così importanti o fare a livello tecnico-amministrativo operazioni dell'ultimo minuto. Quello che ci interessava dire oggi era: prima di partire con l'ultima opera valutiamo bene che abbiamo bisogno di dare ossigeno al nostro territorio con qualche soldino. La sospensione, per ora dovuta a più fattori, dell'avvio dell'appalto dell'ospedale non ci permette di utilizzare quei soldi in un'altra maniera, però intanto proviamo a trovare altre risorse per centrare l'obiettivo che oggi per noi è prioritario in quel settore economico. È vero, c'è tanta crisi dappertutto, ma sappiamo che in quel settore c'è una crisi particolare ed è immediata.

Quindi, ripeto, un fatto concreto che ci fa estremamente piacere e che vogliamo accompagnare con le parole che ha detto lei, Presidente: ci mancherebbe che quei pochi soldi che inizialmente metteremo a disposizione non li utilizzassimo attraverso le regole che più volte abbiamo enunciato in quest'aula e che faranno parte di una buona amministrazione e di un buon governo politico del futuro, perché anche i nostri imprenditori dovranno capire che le regole del gioco, del nuovo gioco, saranno regole che rassicureranno tutti e saranno migliori per tutti, perché daranno a tutti la possibilità di mettere in gioco le proprie imprese e non le proprie conoscenze. Quindi, ripeto, in questi termini c'è soddisfazione.

Ieri si parlava di come agire per un piano di sviluppo economico straordinario e magari anche di collegarlo agli investimenti che sono già in corso. Intanto, si tratta di definire delle priorità, per non disperdere, per non gaspiller delle risorse. Se oggi una delle priorità che noi avevamo individuato era la messa in sicurezza del territorio, perché per tutta una serie di motivi dobbiamo continuare a investire sul nostro territorio e le cose ce le siamo già dette un sacco di volte, anche iniziare un percorso sul recupero del patrimonio energetico e del nostro patrimonio pubblico potrebbe avere un senso, perché mentre recuperiamo delle risorse facendo lavorare le nostre imprese, ne recuperiamo magari delle altre spendendo meno per gestire i nostri patrimoni. Possiamo lavorare insieme a un progetto, una volta che avremo definito un po' meglio quali risorse sono a disposizione, e coinvolgere poi bene o male le associazioni e chi avrà piacere di partecipare a un lavoro del genere. Quindi ringraziamo per l'accoglimento della proposta e lavoreremo con attenzione per far sì che diventi efficace per il territorio. Grazie.

Presidente - Grazie collega Bertschy. Ha chiesto la parola l'Assessore Baccega, ne ha la facoltà.

Baccega (SA) - Grazie Presidente.

Mi inserisco in questo dibattito così interessante, proprio perché in questi ultimi mesi abbiamo avuto modo di confrontarci con la Consulta regionale dei lavori pubblici, là dove abbiamo evidenziato tutta una serie di situazioni e grande attenzione da parte dell'amministrazione alle problematiche del comparto edilizio.

Volevo su questo punto fare due tipi di considerazioni. La prima è che comunque siamo alla ricerca di nuove risorse e del percorso che ci porterà probabilmente a ottenere... L'ho detto in Commissione, quando ci siamo confrontati sulla parte di bilancio che riguarda il mio assessorato: è un programma straordinario contro il dissesto idrogeologico annunciato dal governo e sulla base di questo abbiamo proposto al governo una serie di interventi; la cosa complicata e difficile sarà di trovare interventi che stiano al di sotto di quella soglia, al di sotto dei 300 mila euro, per poter dare risposte in quella direzione, perché tutti quegli interventi di dissesto idrogeologico, ahimè, hanno dei costi che sono fortemente più elevati, così come quelli di messa in sicurezza di stabili, eccetera.

Aggiungo un'altra cosa, che è un fatto curioso che emerge dai dati; all'interno del comparto edilizio si dovrebbe fare un po' più squadra, perché su 141 appalti che sono stati affidati nel 2014, solo il 17 percento è andato fuori, quindi 121 in Valle d'Aosta e 21 sono stati assegnati ad aziende di fuori valle. Al contrario, per i subappalti la tendenza è inversa, laddove il 52 percento dei subappalti è dato ad aziende di fuori valle. Quindi, se si costruisse maggiore attenzione anche in questa direzione, probabilmente sarebbe un bene. Questo era un chiarimento che intendevo dare, condividendo ovviamente tutta l'impostazione che avete dato a questo ordine del giorno. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Nogara, ne ha la facoltà.

Nogara (UVP) - Merci Président.

Mi volevo solo collegare a quanto aveva accennato prima il Presidente per i cottimi fiduciari. Io mi sono anche un po' confrontato con quello di cui abbiamo parlato per la situazione della forestazione, perché già in un precedente Consiglio l'Assessore Baccega aveva detto che circa 45 appalti erano stati dati in cottimo fiduciario. Mi ero trovato poi con la dirigenza della forestazione, la quale diceva che il cottimo fiduciario non si poteva fare. Adesso vorrei capire bene com'è la situazione, perché l'Assessore Baccega mi dice che sotto i 300 mila euro non ci sarebbe alcun problema a fare un cottimo fiduciario, ma gli appalti dei cantieri forestali sono molto più bassi di questa soglia. Allora, siccome siamo tutti nella stessa casa o famiglia, se da una parte va bene, vorrei capire se va bene anche dall'altra. Ecco, questa è una domanda che voglio fare. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Laurent Viérin, ne ha la facoltà.

Viérin L. (UVP) - Eravamo partiti bene con la risposta del Presidente Rollandin e l'Assessore Baccega, probabilmente sentendosi investito nel suo settore da questa disponibilità a vedere realizzati dei lavori, ha voluto precisare alcune cose che invece confondono ulteriormente il quadro. In premessa vorremmo dire - forse lei, Assessore, non ha letto bene il nostro emendamento, perché il collega Gerandin lo ha detto bene nell'illustrazione - quest'ordine del giorno è collegato a un emendamento che, al di là del tecnicismo della impossibilità di andare a risolvere in quella maniera con cui era codificato, però dava un indirizzo che non investe esclusivamente il suo settore, anzi! Così, visto che lei ha voluto parlare del suo settore, noi parleremo anche degli altri, come potrebbero fare i colleghi.

Questo è un emendamento che vuole fare ripartire l'economia e vuole farla ripartire con certi crismi, sui piccoli lavori che vogliono differenziarsi dalle grandi opere, come è stato per altro condiviso da tutti, Presidente in primis, nell'apertura di questo bilancio. Le opere che nell'ordine del giorno vengono definite come di piccola e di media entità, vengono collegate ad una possibilità di fare lavorare l'indotto locale e se possibile a rotazione, per cercare di spalmare sulla comunità, chiaramente sempre con i crismi e nel rispetto delle regole dell'amministrazione pubblica. Ma ciò che è oggetto di questo emendamento sono: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro conservativo, ristrutturazione di opere esistenti, interventi di messa in sicurezza, realizzazione di urbanizzazione primaria e secondaria, nuove realizzazioni finalizzate a garantire la sicurezza, lavori e indagini necessari per la redazione di progetti, interventi per la cantieristica forestale e valorizzazione dell'ambiente forestale. Questo per dire che ci sono tante tipologie di interventi che saranno, secondo noi, negli indirizzi che noi vi diamo, se possibile indirizzati e spalmati sui diversi settori per fare partire questi lavori. Quindi, non iniziamo già a dire "mah, è difficile perché la cifra è sopra..."; no! saranno applicati alla possibilità di farlo sui piccoli lavori. Tra l'altro, la parola investimenti regionali, che è ancora leggermente sfumata rispetto all'emendamento, significa che c'è la Regione e ci sono i Comuni. Per esempio, tutti i piani che erano stati fatti per l'edilizia scolastica nei Comuni erano delle piccole cifre e magari la piccola manutenzione ordinaria, dove si interviene con qualche centinaia di migliaia di euro, può essere un lavoro che fa ripartire nel singolo Comune la piccola impresa e che fa girare l'economia. Questo è lo spirito dell'iniziativa.

Concludo dicendo che se c'è la volontà politica, poi tecnicamente ci sediamo attorno a un tavolo e si costruisce qualcosa. Però, non iniziamo già, un po' come succede spesso nell'amministrazione quando si fa una bella riunione: ah no, perché qui c'è sto problema, là l'altro. Se siamo tutti d'accordo, lo vedremo nel voto, intendendo se c'è una condivisione, poi le cose si fanno, altrimenti...! Sintetizzando, se c'è una volontà, la cosa si può fare, come noi abbiamo intuito nelle parole del Presidente. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Noi ci atteniamo a quest'ordine del giorno molto chiaro, molto preciso che hanno fatto bene i colleghi dell'UVP a presentare, perché è un po' una cosa che rientra ancora nel programma elettorale, cioè la cosiddetta fine delle grandi opere e l'avvio di un piano straordinario di piccole opere. Il fatto che sia condiviso anche dal governo non può che rallegrarci, però quello su cui vorrei essere chiaro è che se mi si chiede di votare un ordine del giorno, che sia questo e non vaghi impegni o quant'altro. È un ordine del giorno chiaro: questo io voto e poi di questo chiederemo conto al governo, perché sarà poi il governo che avrà la responsabilità in primis.

Un piccolo suggerimento tecnico, come altri che seguono queste attività hanno giustamente introdotto per arricchire e qualificare questo dibattito. Visto che l'Assessore Baccega si è sentito chiamato in causa, allora anch'io vorrei lanciare qualche suggerimento. Ci sono una serie di ingegneri e di persone molto qualificate nel suo assessorato, che da un piano di piccole opere come queste potrebbero finalmente trovare uno sbocco occupazionale attivo, nel senso che anziché fare come sta facendo adesso, cioè esternalizza le direzioni dei lavori anche per importi molto importanti, superiori a due di questi cottimi fiduciari su cui noi vorremmo far lavorare le imprese... Tanto per parlarci chiaramente di dove va a finire... Qui non c'entra niente il Patto di stabilità! La direzione dei lavori, soprattutto intorno ad Aosta e dintorni, li affidi alle persone che sono ben remunerate nel suo assessorato e vedrà che ci saranno i soldi per le imprese, vedrà che ci saranno i soldi per fare piccoli cottimi fiduciari!

Io sono d'accordissimo su questa strategia, ma si vada a rispondere all'attività vera, concreta: noi vogliamo vedere il lavoro, vogliamo vedere le imprese, non vogliamo di nuovo un giro strano di denaro che non si sa a chi va a finire, ma non alle piccole imprese. E poi una cosa che hanno detto anche i colleghi e che ho molto apprezzato. Nel disegnare questo piano - Viérin citava l'edilizia scolastica - cerchiamo di fare interventi che non siano un generare lavoro per il lavoro, ma lavoro che abbia veramente un suo ragionamento, che sia un filone che va a qualificare questo tipo di intervento, magari frammentario e a macchia di leopardo, ma che risponde a una logica: messa in sicurezza delle strade, messa in sicurezza delle scuole, dare risposte di qualità all'offerta turistica, che poi ne nasce da questi lavori, cioè che sia generatore comunque di qualità e sviluppo. Questo è lo spirito con cui noi votiamo questo ordine del giorno.

Presidente - Grazie Consigliere Donzel. Ci sono altri interventi? La parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Chi mi ha preceduto lo ha già chiarito molto bene: è chiaro che noi chiediamo che le regole vengano rispettate e su questo non c'è ombra di dubbio. Quando noi parliamo di effettuare lavori in economia mediante cottimo fiduciario, noi facciamo riferimento alla legislazione regionale e alla legislazione nazionale. Togliamo ogni dubbio in merito, sul fatto che debbono essere sempre i soliti due o tre, perché altrimenti non avremmo introdotto il criterio della rotazione, e poi, secondo me, perché c'è una valenza molto importante in quest'ordine del giorno: al di là di tutto, la politica dà un indirizzo chiarissimo a chi si occuperà di gestire queste risorse. Si dice già che il metodo saranno i cantieri in economia mediante cottimo fiduciario. Fino ad oggi noi abbiamo avuto anche altre risorse disponibili, però avevamo lasciato un po' alla sensibilità del dirigente di turno e di chi predisponeva i bandi. Noi come politica, in questo caso, ci assumiamo la responsabilità di dire che il metodo è questo. Ci tenevo a sottolineare che questo per noi è particolarmente importante, perché è un indirizzo a cui dovrà attenersi chi gestirà queste risorse e chi predisporrà i capitolati e quant'altro. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Gerandin. Ci sono altre richieste? La parola al Presidente della Regione Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Speravo di aver chiarito quali erano le intenzioni, raccolte rispetto all'enunciazione fatta con molta chiarezza e non credo che aggiungendo sempre qualcosa si sia più chiari. Credo che molte volte è meglio stare ai primi danni, nel senso che la risoluzione ha delle indicazioni precise. Queste indicazioni vanno su due punti. Uno, c'è una crisi oggettiva delle piccole e medie imprese. Il tema è di come aiutare questi settori: al di là di quello di cui abbiamo già parlato ieri e l'altro ieri, o delle agevolazioni, c'è il discorso di creare lavoro. Per creare lavoro la condizione è di guardare alle situazioni già in atto, che quindi aspettano delle risposte (è stato fatto l'elenco puntuale che avete ricordato), con dei piccoli interventi che sono però importanti e che vanno nella direzione della messa in sicurezza di tutto quello che è già stato detto, che non voglio ripetere e che condivido. In questi termini saranno attivati tali lavori, tenendo conto di avere la possibilità della rotazione, cioè di non far sì che siano sempre gli stessi e che ci siano delle turnazioni, che giustamente sono state richiamate. Per rispondere anche al collega Nogara, è vero che c'erano delle difficoltà di seguire alcuni metodi, per cui sono state fatte delle riunioni apposite per riuscire a far sì che il metodo fosse in qualche modo tenuto nella dovuta considerazione per tutti. Questo è stato fatto proprio per garantire quello che lei chiedeva già in passato, che si ricongiunge in qualche modo col tema di oggi. Ultima annotazione, evidentemente il tutto deve essere rigorosamente legato a questo tipo di logica di base con cui è stata enunciata questa risoluzione che noi condividiamo. Grazie.

Presidente - Possiamo ritenere chiusa la discussione? Mettiamo in votazione l'ordine del giorno numero 10. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione: presenti, votanti, e favorevoli: 35

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Ordine del giorno numero 11 presentato dal gruppo UVP. Chiede la parola il Consigliere Grosjean, ne ha la facoltà.

Grosjean (UVP) - Merci Président, bonjour à tous.

Mille neuf cent septante et un, comme disent les valaisans, Commune de Miège: 120 hectares, remaniement parcellaire. Trois ans: le coteau a été complètement reconstitué. À la fin des trois ans les vignerons ont complètement replanté, mais sur leur propriété! Tout le travail a été fini, à niveau de cadastre. Valle d'Aosta, 1987/88 i primi riordini fondiari: ancora oggi aspettiamo l'accatastamento. Probabilmente non si è piantato vigneto, sono stati fatti dei prati e sul prato l'esigenza di avere i confini ben precisi era meno evidente.

Quest'ordine del giorno vorrebbe riportarci un attimino a prendere coscienza di questo fatto. Noi avevamo fatto un emendamento per portare in evidenza la problematica che ci tiriamo dietro ormai da venticinque anni! I primi riordini risalgono alla fine degli anni 80 e i proprietari o i conduttori non sanno ancora oggi esattamente quali sono i confini. Ne abbiamo discusso non so quante volte in Consiglio: forse già nella passata legislatura qualcuno aveva portato questo problema, ma continuiamo a trascinarci dietro questa situazione pregressa che sta diventando insostenibile. Ma sta diventando insostenibile per i conduttori! Perché oggi come oggi, con il famoso fascicolo aziendale e soprattutto con il sistema del controllo delle superfici con le foto aeree...Perché dovete sapere - lo dico per chi non vive nel mondo agricolo - che gli agricoltori sono ormai controllati da satelliti, aeroplani che passano, fotografie e balle varie. Sanno esattamente cosa si fa in campagna e siamo controllati in ogni movimento. Per poter sviluppare la nostra attività, per poter dichiarare i nostri terreni, dobbiamo avere dei contratti di affitto, ma io il contratto di affitto lo faccio in base a un numero di mappa e a un numero di particella; se poi non mi corrisponde la particella che io coltivo, ecco che vengono fuori i problemi. Tra l'altro, in tutto questo tempo, si sono creati anche dei problemi generazionali, di eredità. Ci sono problemi di utilità pubblica, dell'esigenza di fare strade; di gente che per vent'anni ha coltivato un pezzo di terreno che non è suo, convinto che poi sia diventato suo. Questa è una cosa che veramente non si può più rimandare! Abbiamo intuito che c'è una volontà di cambiare un po' il sistema e quindi qui bisogna veramente fare un atto - come possiamo dire? - di forza, per andare a recuperare queste situazioni che oramai sono insostenibili.

Parlavamo di burocrazia ieri e forse ne abbiam parlato anche oggi, ma pratiche che sono aperte da venticinque o trent'anni credo che siano veramente un problema di burocrazia. Come si può mantenere negli uffici delle pratiche per un tempo così lungo? Io non voglio trovare delle colpe o colpevolizzare qualcuno che ha fatto o che non ha fatto, ma è il momento di dire: mettiamoci una pietra sopra su tutto quello che è successo, ripartiamo e vediamo di trovare una soluzione.

Approfitterei, anche se non l'abbiamo scritto sull'ordine del giorno, per chiedere al Presidente della III Commissione e all'Assessore la disponibilità a fare un qualcosa come abbiamo fatto per il problema di AREA (PSR, pagamenti e tutte ste cose) e di indire magari una, due o tre commissioni dove si va a approfondire, dove si va a capire tutta questa problematica. Perché l'assurdo di tutto è che se il riordino non lo fa un consorzio ma lo faceva un privato, in quel caso addirittura gli venivano rimborsate le spese catastali: questa è la cosa più assurda che esista! Se lo si fa come consorzio non riusciamo a fare l'accatastamento, ma se un'azienda privata acquista un terreno o se mette insieme più parcelle e fa un riordino parcellare nella sua azienda, gli diamo il contributo. Adesso forse siamo in un momento che non ci sono fondi, ma fino a poco tempo fa era così. Questo io veramente non riesco a capirlo!

Assessore, qui dobbiamo veramente impegnarci a reperire dei fondi per mettere a posto queste situazioni che vanno avanti da troppo tempo. Noi lo chiedevamo con l'emendamento, lo ribadiamo con questo ordine del giorno, ma su questo veramente ci teniamo, perché l'agricoltura e gli agricoltori non meritano questo trattamento.

Presidente - Grazie Consigliere Grosjean. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Il tema è un argomento che abbiamo affrontato più volte in quest'aula in questi anni. È il tema che abbiamo affrontato nel mese di febbraio/marzo con una risoluzione proposta e scritta a più mani dai gruppi di minoranza. Penso che parecchi all'interno del Consiglio conoscano le criticità e riteniamo obbligatorio e necessario inserire in questa finanziaria quantomeno un inizio di percorso sul pregresso. Non riprendo le parole del collega: più volte abbiamo sollecitato e cercato di stimolare il Governo regionale in questi sette anni, sulla necessità di dare delle risposte puntuali ai consorzi per quanto riguarda l'accatastamento e i riordini fondiari. Quindi noi sosterremo questo ordine del giorno presentato dai colleghi.

Abbiamo letto che, come maggioranza, verrete a proporre un emendamento. C'è un nostro emendamento, il numero 18, che va a reperire delle risorse tutt'ora valide. Ci sembrava anche simbolico, l'emendamento 18: sciogliamo le due società costose e inutili in questo momento, perché abbiamo funzionari e dirigenti che possono fare questo lavoro come COUP e NUV. Questo è l'emendamento che abbiamo proposto, tutt'ora valido, che andava nella stessa direzione di quest'ordine del giorno. Riprendevo solo l'umile e semplice emendamento che abbiamo predisposto, con cui andavamo a reperire le risorse per i riordini fondiari, i pregressi dei riordini fondiari... comunque! Era per dire che la materia ci è cara e gradiremmo che si trovasse una soluzione da inserire da subito. Se, come mi sembra, c'è l'emendamento proposto all'Assessore Testolin che sarà discusso probabilmente domani, ci sia quantomeno un inizio per poi calendarizzare nel prossimo quinquennio o decennio, perché risorse ce ne andranno non poche, quantomeno per l'accatastamento dei riordini fondiari pregressi. Grazie.

Presidente - Altre richieste? Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Sì tratta di un problema che fa benissimo il collega Grosjean a sollevare con la sua passione, perché da anni ci confrontiamo con degli impegni molto vaghi e la realtà ovviamente ci sta portando ad avere i gravi problemi attuali denunciati, ma soprattutto quello che dovrebbe preoccuparci in questa sede è che le normative, che sono sempre più complesse e stringenti, già in passato hanno messo in difficoltà le nostre aziende rispetto a richieste di finanziamenti europei e internazionali, che assolutamente non riuscirebbero a capire che cosa significa "non è stato svolto un accatastamento, non ci sono...". Dobbiamo anche preoccuparci per il futuro: prima abbiamo - come dire - le carte in regola, più siamo tranquilli rispetto a eventuali nuovi scenari che possono crearsi nel momento in cui dobbiamo andare in qualche modo a sostenere delle aziende con degli aiuti oppure no. La certezza della locazione di una proprietà, di com'è gestito un riordino fondiario, a mio avviso è un problema è che non dovrebbe far dormire la notte un assessore! Abbiamo fatto dei bellissimi interventi - l'abbiamo detto più volte in aula - ne abbiamo fatti tanti, però il fatto che non si arrivi a chiudere e che si sia accumulato negli anni una cosa che ha quasi dell'ingestibile, è una cosa che deve preoccuparci. Quindi bisogna assolutamente vederlo come un problema di emergenza e dargli la priorità che quest'ordine del giorno chiede.

Presidente - Non ci sono altri interventi? Chiede la parola l'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Grazie Presidente.

È un argomento, quello dei riordini fondiari, che abbiamo già avuto modo di trattare più volte all'interno di questa assemblea e del quale abbiamo discusso anche in sede di presentazione del bilancio, sottolineando evidentemente l'opportunità di dare delle risposte il più puntuali possibile e comunque di cominciare un percorso per dare questo tipo di risposte a delle situazioni che si trascinano, così come già spiegato dai colleghi, da molti anni sul nostro territorio, per tutta una serie di motivi, più burocratici in questo momento, e anche finanziari.

Nei confronti di questa situazione - l'ha già citato il collega Chatrian ed era già stato presentato dal gruppo UVP un emendamento in tal senso - noi presenteremo un emendamento, quindi trovando delle risorse per iniziare a avviare un percorso di definizione di queste pratiche, che meritano, per tutta una serie di motivi, di arrivare a conclusione. Parallelamente si sta anche lavorando da un punto di vista amministrativo, per trovare le soluzioni e la strada per addivenire al compimento di questi dossier. Quindi da parte nostra questo impegno c'è, è tangibile e sarà espresso in un emendamento.

Se siete d'accordo, vi chiederei di ritirare quest'ordine del giorno, proprio nell'ottica di andare verso l'accoglimento di questa indicazione, che sarà resa tangibile proprio dal nostro emendamento che verrà presentato oggi pomeriggio o domani mattina. Grazie.

Presidente - Chiede la parola il collega Grosjean, ne ha la facoltà.

Grosjean (UVP) - Mi fanno piacere le sue parole e ho letto anche attentamente due o tre volte il vostro emendamento: manca una parolina. Io vorrei essere molto preciso: manca il pregresso! Qui si parla di concessione di contributi per riordini fondiari. Noi vorremmo partire dal pregresso, vorremmo proprio che questa parolina venga inserita e che si faccia veramente riferimento a questo, non che si vada a mettere altra carne al fuoco, lasciando indietro questa situazione, perché, sì, parliamo di riordini fondiari, ma in modo generico. Io vorrei che si specificasse bene che c'è l'impegno a chiudere tutte le situazioni pregresse, o comunque iniziare a chiudere le situazioni pregresse per quanto riguarda i riordini fondiari. A queste condizioni io credo che potremmo anche essere d'accordo di ritirare il nostro ordine del giorno.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha la facoltà.

Testolin (UV) - Grazie Presidente.

Solo per una precisazione sulla richiesta del collega Grosjean. È già previsto nella normativa che per il finanziamento dei riordini fondiari venga allestita una graduatoria, all'interno della quale vengono conteggiati dei punteggi, che vengono assegnati in funzione della data di inizio e di conclusione dei lavori, piuttosto che altro. Questa graduatoria va quindi a contemplare i 39 o 40 progetti che sono stati nel tempo presentati e in funzione della graduatoria stessa vengono finanziati. Generalmente vengono finanziati quelli più vecchi, perché hanno finito i lavori e non hanno più attività da sostenere, andando avanti con un décalage di quel tipo. Quindi le prime risorse saranno sostanzialmente per chiudere i progetti più datati e questo va totalmente nell'ottica di quello che è stato richiesto.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Grosjean, ne ha la facoltà.

Grosjean (UVP) - A queste condizioni mi ritengo perfettamente soddisfatto della sua risposta e quindi ritiriamo l'ordine del giorno.

Presidente - Grazie Consigliere Grosjean. Possiamo proseguire con l'ordine del giorno numero 12, presentato dai Consiglieri Farcoz, Bertschy, Borrello, Chatrian, Ferrero e dall'Assessore Perron. Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha la facoltà.

Perron (UV) - Merci Monsieur le Président.

Je veux remercier tous les Chefs de groupe qui ont mis leur signature sur ce document. Au-delà d'une certaine vision qui peut être différente sur l'emploi de l'argent, je crois que cela témoigne le fait qu'il y a dans ce Conseil, comme le débat de hier l'a en quelque sorte évoqué, une sensibilité commune pour ce qui est de la défense de nos droits, la défense de nos acquis et de nos prérogatives.

Je crois que l'ordre du jour photographe d'une façon très précise tout le parcours que la Région a fait sur la matière des rapports financiers avec l'État, et donc des ententes qu'à son temps on a signé. S'il y a un constat qu'on peut faire aujourd'hui c'est qu'il y a un État qui ne respecte pas les accords et ne respecte surtout pas les temps - les temps même des administrations publiques petites et périphériques comme la nôtre - qui puissent permettre non seulement à l'État d'un côté, mais aussi à ceux qui font de la politique et de l'administration d'avoir des certitudes et de pouvoir programmer. Aujourd'hui en quelque sorte nous imaginons de demander qu'il y ait un respect et de prétendre que les pactes qu'on a signé, suite à des lois - je souligne: suite à des lois! - soient en quelque sorte respectés de la part de l'État Italien. Donc, si aujourd'hui nous discutons ce bilan sans qu'il y ait un pacte, une signature sur le Pacte de stabilité, je crois pouvoir dire que ce n'est pas notre faute. Nous avons avancé nos propositions dans les temps requis et nous avons discuté avec l'État, notamment avec le Ministère, quand il y a eu des requêtes d'éclaircissement sur les propositions qu'on a avancées, concernant le Pacte de stabilité. Mais le point qu'aujourd'hui nous voulons souligner c'est que, en quelque sorte, nous dénonçons - passez-moi ce terme - le non-respect de la part de l'État des pactes qu'à son temps on a signé. Quand on signe, il y a une entente entre deux parties et je crois pouvoir dire que la Région, sur cet argument, a fait pleinement et complètement sa part. Nous avons contribué dans les années précédentes au redressement des difficultés de l'État italien en matière financière, mais nous avons été obligés de faire des recours à la Cour Constitutionnelle, et quand on fait des recours cela témoigne et signifie qu'il y a, de la part de l'autre sujet qui doit être dans un accord, le non-respect des accords mêmes qu'on avait à son temps pris.

Donc, dans ce sens, nous soulignons une attitude qui n'est pas collaborative et, s'il y a une criticité à souligner aujourd'hui, elle n'est pas exclusivement comptable, mais il y a aussi une criticité qui est politique. Je crois que la défense de l'autonomie - il me semble de percevoir qu'il y a un partage dans ce sens dans la salle du Conseil, même avec des visions différentes - ne passe pas exclusivement dans la matière financière, mais en quelque sorte aussi dans la matière financière, dans le sens qu'il doit y avoir un rapport correct sur un plan de dignité, qui se mesure aussi sur la capacité et sur la volonté de maintenir des règles claires, qui puissent permettre d'avoir des certitudes et permettre aussi, pour ceux qui administrent, de pouvoir programmer. C'est la difficulté que nous constatons aujourd'hui.

Cet ordre du jour, qui engage non le Gouvernement mais les forces politiques - dans ce sens je le lis comme supplémentaire, comme un renfort par rapport à cela, avec les Parlementaires qui, je le rappelle, soutiennent le Gouvernement et nous espérons puissent faire une action plus forte pour être une liaison entre l'Administration régionale, la Région dans son ensemble et le Gouvernement italien - afin qu'il y ait un travail commun dans ce sens, afin qu'il y ait la possibilité de représenter dans le Gouvernement italien avec force cet état de difficulté et même mettre en évidence que nous vivons dans une situation de rapports qui n'est pas dans la normalité. Dans ce sens, en espérant que cela soit accueilli, moi je demande aussi aux collègues qui n'ont pas signé cet ordre du jour, qu'ils puissent avoir un vote favorable, parce que j'imagine qu'un vote à l'unanimité sur un ordre du jour de telle portée peut être un signal, qui va dans une défense partagée de nos prérogatives, qui va dans la direction de travailler pour unir et non pas diviser les forces politiques, afin de représenter au mieux l'intérêt de cette communauté.

Président - A demandé la parole le Conseiller Bertin. À vous la parole.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Ha detto bene l'Assessore Perron: indipendentemente dalle valutazioni che si fanno su come si gestiscono le risorse a disposizione, avere la certezza delle risorse è fondamentale. Come sottolineava l'Assessore, in questi anni abbiamo visto un succedersi di avvenimenti e di situazioni, che purtroppo non garantiscono questa che dovrebbe essere addirittura una cosa preliminare. I rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione dovrebbero essere chiari, come lo sono in tutti i regimi federali, nei quali i rapporti tra centro e periferia devono essere all'insegna della lealtà. In questi casi, evidentemente, c'è anche un problema proprio di lealtà di rapporto tra centro e periferia. È necessario avere chiarezza e soprattutto avere certezza di cosa si ha nei propri bilanci.

Siamo assolutamente favorevoli a questo ordine del giorno e quel poco che possiamo fare lo faremo. Crediamo anche che questa sia la sede giusta per tali tipi di iniziative, come abbiamo già fatto in passato per quanto riguarda gli aspetti costituzionali, con un Consiglio straordinario monotematico sul tema della riforma costituzionale. Crediamo che questa sia l'assise giusta per prendere posizione rispetto a queste problematiche che nel merito ci vedono favorevoli ad una chiarezza nei rapporti: non potrebbe essere altrimenti tra centro e periferia in generale, e tra la Regione Valle d'Aosta e lo Stato centrale. Grazie.

Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Credo che, dopo il caloroso appello dell'Assessore Perron, una risposta sia dovuta. Intanto, sul merito del non firmare l'ordine del giorno, posso dire che noi non abbiamo mai firmato ordini del giorno congiunti con nessuno, se non su questioni che eravamo stati noi a promuovere in quest'aula. Quindi, non è assolutamente indirizzato in quel senso. Vista, poi, la natura di quest'ordine del giorno ed anche il piglio che aveva avuto il dibattito su alcune questioni generali di impostazione del bilancio - perché non dimentichiamo che questi ordini del giorno non sono sospesi nell'aria, ma sono collegati al bilancio - per evitare una confusione dei ruoli e delle parti rispetto al dibattito di ieri, ho indicato al collega Capogruppo dell'Union Valdôtaine che avremmo letto con attenzione, ma che era più opportuno che noi avessimo la possibilità di chiarire la nostra posizione in modo autonomo e non attraverso la sottoscrizione dell'ordine del giorno.

Questo mi consente di rispondere ad alcune questioni inerenti alla nostra posizione e di ribadire cose che più volte sono state dette in quest'aula, anche alla luce delle cose pronunciate soprattutto dal sensale dell'Union Valdôtaine, il collega La Torre, in merito al nostro atteggiamento rispetto al Governo e quant'altro. È opportuno chiarire che il Partito Democratico, il gruppo del Partito Democratico, anche quando era all'opposizione in quest'aula e a livello nazionale c'era in maggioranza il PDL, mentre in quest'aula c'era l'alleanza di Union Valdôtaine, Stella Alpina, PDL e Fédération Autonomiste, non ha mai avuto un atteggiamento ostile nei confronti dell'autonomia e, anzi, anche in quel contesto ha operato, limitatamente a quello che si poteva fare, nell'interesse dell'autonomia e della comunità valdostana. Non andavamo a suggerire di bloccare finanziamenti, o cose di questo tipo, per ricattare o per chiedere: questo non è il PD della Valle d'Aosta! Questo non è il PD-Sinistra VDA! Però non abbiamo neanche detto di voler arretrare rispetto a un'impostazione che ci siamo data a inizio di questa legislatura, di dire che certi passaggi devono essere meglio condivisi.

Qui si fanno delle affermazioni sulle quali, non avendo noi mai preso parte a tavoli di trattativa nazionale per capire dove arrivassero gli impegni, quali fossero gli accordi... Tant'è che le forze di minoranza tutte insieme chiesero addirittura se fosse possibile, su alcune delicate trattative, organizzare un gruppo congiunto e lavorare tutti assieme. La risposta è stata: non se ne parla, ognuno sta al suo posto! È chiaro? Allora, diventa difficile capire esattamente che cosa succeda a Roma, quale trattativa sta facendo il Senatore, che cosa dice il parlamentare, perché li vediamo come delle meteore che qualche volta passano, chissà come mai. Naturalmente - capisco anche questo - il Presidente va a Roma come una scheggia, perché il lavoro è questo, e ritorna. Noi non intratteniamo e non abbiamo tavoli di lavoro con i dirigenti che lavorano al Patto di stabilità, che hanno la continuità del lavoro. Non abbiamo neanche la qualità dell'informazione per poter seriamente dire che si possa fare un intervento preciso in una certa direzione, perché se uno non sa neanche qual è la posta in gioco! Alle volte - io lo capisco - un governo può dire: la posta in gioco è talmente delicata che non posso diffondere in giro questa informazione, perché chissà che fine fa; devo giocare una partita riservata. Ma se giochiamo una partita riservata, alla fine diventa uno sventolare di bandierina il dire: ci sono anch'io che faccio la mia parte! Questo è un po' delicato. Dire che con questa cosa "si dà mandato", può andare bene sul principio che riguarda soprattutto l'impegnativa: possiamo assolutamente condividere sull'impegnativa il dare mandato sul fatto che a noi serve una chiarezza puntuale per il 2014 e che serve anche un'impostazione per il lungo periodo; su questo siamo assolutamente d'accordo.

Certo è che - lo ribadisco - a inizio legislatura eravamo partiti da presupposti più alti, con una volontà di condivisione maggiore e non solo con quella di dire: vi diamo mandato di andare a Roma. Mi sento di dire questo con una certa chiarezza. Sul fatto del prendersi l'impegno di rappresentare l'oggettiva difficoltà, questo assolutamente sì! Devo dire che tutte, non solo le Regioni a Statuto speciale, ma tutte le Regioni e tutti gli Enti locali stanno avendo un duro braccio di ferro con il governo centrale, perché effettivamente c'è un'impostazione, soprattutto dell'attuale Governo Renzi, che deve fare fronte a delle emergenze incredibili e che ne ha affrontate alcune anche con un certo coraggio, questo bisognerà dirlo. Ha avuto anche il coraggio di abolire le elezioni delle Province: apparentemente si potrebbe dire che le Province sono rimaste e che sono stati nominati dei politici, però costoro sono senza alcun compenso! Solo per chiarirci e per capirci: se uno è consigliere provinciale, non ha nessun compenso. L'impostazione è cambiata mica da ridere! Si stanno facendo degli sforzi anche molto forti a livello nazionale.

Da parte nostra l'obiettivo principale, per quanto mi riguarda, è stato anche quello, ovviamente, con le poche forze che abbiamo, di rappresentare una visione federalista che noi abbiamo sempre cercato di rappresentare, seppure molto minoritariamente, all'interno del Partito Democratico. È una visione che in questi mesi, sotto le pressioni dell'Unione Europea che chiede certezze contabili molto dure, si è un po' appannata e si è presa la brutta strada di incominciare a dire che i conti non tornano perché c'è qualcuno che spreca denaro pubblico nelle Regioni e, magari, anche negli Enti locali. Questa cosa non la condividiamo per niente, lo abbiamo scritto in tutte le sedi e, per quanto mi riguarda, ho comunicato anche ai dirigenti nazionali che io rimango fermo all'impostazione federalista del Partito Democratico e non condividiamo questa deriva. Da questi ragionamenti consegue che anche noi possiamo assumerci questo impegno, però - lo ripeto - perché questo lavoro non sia semplicemente un formale atto sul Patto di stabilità, c'è bisogno di capire quanta volontà il Governo regionale ha di mettere a disposizione anche nostra alcune informazioni, se non tutte, e quanto noi possiamo, da quelle informazioni, essere in grado di avere la possibilità di tenere una posizione ancor più ferma di quella che sempre abbiamo tenuto, negli interessi della nostra Regione e della nostra comunità valdostana.

Presidente - Grazie, Consigliere Donzel. Ha chiesto la parola il Consigliere Viérin Laurent, ne ha facoltà.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Nous voulons exprimer, avant tout, notre satisfaction pour cette initiative qui vient du Gouvernement et surtout de la part des Chefs de groupe des forces de la majorité, adressée à toutes les forces politiques. Nous sommes aussi heureux qu'aujourd'hui le ton soit un peu plus conciliant, par rapport à ce qu'on a assisté dans la première partie du débat politique sur ce budget car, à un certain moment, il paraissait qu'ici on n'aurait pas pu parler de politique. Tout doucement, nous voyons que c'est important qu'on ait séparé les deux plans et que, finalement, tout le monde ait la capacité de percevoir qu'aujourd'hui le défi est très important. Donc, nous acceptons et nous avons accepté sûrement avec positivité cette initiative sur le thème pressant des règles du jeu.

Perché qui è di regole del gioco che si parla ed è per questo che noi, nei nostri interventi politici - puramente politici - di ieri, al di là dell'analisi tecnico-contabile del bilancio e delle poste che potevano e che avrebbero potuto, come si sta vedendo, cambiare o modificare leggermente l'impostazione del bilancio, il fatto, invece, di separare la possibilità di mettere un punto fermo ad una situazione di prospettiva a breve e media durata, sta e risiede proprio nel fatto che su questo tema bisogna fare fronte comune.

Qualcuno ha fatto bene a sottolineare che queste cose sono state dette da più parti non più tardi di qualche mese fa, quando invitammo - all'epoca c'era ancora l'Assessore Baccega alle finanze - a costituire una delegazione che andasse a Roma con tutti i Capigruppo, per fare fronte comune. È chiaro che proprio questa differenza dovrebbe fare capire che siamo in una fase nuova - almeno così noi la stiamo percependo - perché se solo pochi mesi fa questa cosa non veniva accettata per diverse motivazioni e se oggi, invece, è addirittura la maggioranza che richiede alle forze di opposizione che ci sia la possibilità di fare fronte comune su questo tema, noi lo leggiamo - sempre con beneficio di inventario - ma lo leggiamo positivamente. Noi lo ripetiamo: il cambiamento o lo si ottiene incidendo o si fa il canto del grillo e si continua, qui, a dire che tutto va male, che nulla si fa; però noi ci chiediamo noi che cosa facciamo per fare andare bene le cose?

Noi vogliamo riprendere il tema in questo senso, perché noi crediamo che sia qui, esattamente qui - qualcuno lo ha sottolineato - la sede dove parlare di certi temi. E noi, qui, non ci sottraiamo sicuramente al dibattito, anzi: il dibattito ci piace molto. Il fatto di non aver saputo, nei mesi scorsi, raccogliere un rassemblement delle diverse sensibilità principalmente autonomiste sul fatto di difendere l'autonomia a Roma, oggi lo rileviamo discretamente modificato in una disponibilità a farlo, però vorremmo arrivare anche a qualcosa di concreto. Al di là dell'ordine del giorno che impegna vagamente tutti ad impegnarsi in tutte le sedi ed in tutti i modi, noi vorremmo, dopo l'approvazione che noi speriamo sarà all'unanimità, perché rafforzerebbe effettivamente l'impatto fuori da quest'aula e soprattutto fuori dai nostri confini, noi gradiremmo che poi ci fossero delle azioni concrete. Sennò questo rimane il solito documento che si approva e poi ognuno rimane investito delle proprie responsabilità di governo o di ruolo istituzionale, ma manca quel raccordo che noi chiediamo, affinché ci sia un impatto forte e qualche cosa di diverso.

A livello nazionale c'è un dibattito che non è solo politico, ma è mediatico. C'è una grande operazione che sta mettendo in discussione le Regioni! Che il Governo sia rosso, verde, giallo o fucsia a noi proprio non interessa: noi vogliamo difendere l'autonomia chiunque ci sia a Roma! E questo, lungi all'imbarazzo di poterlo o non poterlo fare, ci deve vedere impegnati tutti: noi ci siamo! Qui, però, vogliamo anche capire che operazione si sta costruendo a Roma perché, al di là del New Deal, al di là del cambiamento, al di là di tutto ciò che oggi viene espresso in termini di razionalizzazione, come è giusto, non bisogna neanche banalizzare, perché, quando vediamo che anche qui in Valle e soprattutto fuori si banalizza il tema dell'autonomia, questo a noi non piace. Oggi, effettivamente c'è un'operazione, al di là del "Limonte", per cui tutte le trasmissioni televisive hanno ripreso il refrain del mettere in discussione le Regioni a Statuto speciale, le autonomie, tutto ciò che non è statalismo, tutto ciò che oggi pare essere uno spreco.

È chiaro che c'è - lo abbiamo sottolineato tante volte in questi mesi - una responsabilità nostra nel rendere oggi più forte il futuro di una comunità, attraverso la costruzione di un bilancio oculato. Però oggi esiste un secondo piano, che è quello istituzionale: non possiamo gestire tutti i rapporti nei corridoi, per le amicizie, per le segreterie dei partiti! Oggi il Consiglio regionale della Valle, attraverso la massima istituzione che rappresenta e i due parlamentari, deve scrivere una lettera, tutti i Capigruppo fare una delegazione - la buttiamo lì - ma fare qualche cosa e andare a Roma per fare sentire la nostra voce. Sennò è di nuovo alla politica dei rubinetti! Adesso c'è un governo di sinistra, cerchiamo di sentire se qui, quelli di sinistra, amici loro, possono parlare con Tizio, con Caio, con il sottosegretario, fissarci un appuntamento e magari sbloccare una certa situazione. Questo ci sta, ma noi rappresentiamo le istituzioni e dobbiamo fare sentire la voce delle istituzioni! Perché, se poi cambia governo: eh, non siamo più amici di quelli e adesso questi ci fanno i dispetti. Questo è successo nella scorsa legislatura perché, ad un certo punto, sembrava che qualcuno di destra dovesse aiutarci in certi modi e, oggi, lo facciamo a ritroso... Diamoci, intanto, anche delle idee dal punto di vista di un progetto politico per la comunità!

Ma, al di là di questo, sui rapporti istituzionali cerchiamo di muovere le leve giuste; e qui subentrano i due piani. Uno è il Consiglio regionale: noi rappresentiamo noi stessi intesi come istituzione e oggi, sicuramente, attraverso questo documento, se condiviso da tutti, è ancora più forte questa azione che finalmente giunge! Però esiste il livello parlamentare! Effettivamente lì - chi ci è stato lo sa - molto o tutto sta alla capacità di tessere, al di là dei rapporti di amicizia, rapporti istituzionali e fare sinergia con gli altri Peuples frères. Adesso non si capisce perché qualcuno sia nel gruppo della Lega, si sostiene il Governo: lì c'è un po' di fumus. Dall'altra parte, c'è il Gruppo delle autonomie, assieme ai colleghi ed amici del Südtiroler e del Trentino, dove c'è un impatto effettivo soprattutto sui rapporti numerici al Senato, cangianti ogni settimana che passa, però è qualcosa che effettivamente potrebbe essere fatto meglio, e questo lo diciamo in senso propositivo.

Per arrivare al concreto e concludere, dopo l'approvazione di questo documento, noi chiediamo veramente che ci sia un'azione incisiva, qualcosa di forte che possa far giungere la voce del Consiglio Valle a Roma. Perché l'anno scorso avevamo avuto l'idea della delegazione? Perché, effettivamente, la delegazione ha un impatto, se si è ricevuti e se si riesce a parlare con le persone giuste, intese per i ruoli apicali giusti, un impatto sia mediatico sia istituzionale che non è indifferente. Il fatto di coinvolgere i Parlamentari con un'azione forte: noi crediamo che, ogni volta che si schiaccia il bottone in Parlamento, si rappresenti un'intera Regione e che quindi si abbia un peso istituzionale non indifferente, al di là della visibilità che ognuno si gestisce a Roma, anche se noi non crediamo che sia una questione di visibilità. Abbiamo letto su certi organi di informazione che i nostri rappresentanti sono considerati come i meno incisivi! E, se leggevate bene quell'articolo, "meno incisivi" non significa "meno presenti". Anzi, è mortificante proprio per quello, perché abbiamo dei Parlamentari che sono molto presenti, ma poco incisivi e non è tanto per il rapporto numerico, ma nel senso di saper portare avanti e a compimento le istanze di chi si rappresenta.

Oggi, il discorso è un po' più globale e siamo felici che si innesti in un dibattito che è stato lanciato da più parti, che speriamo arrivi ad una sintesi e che non veda naufragare un certo progetto di idea di difesa comune dell'autonomia, solo perché l'ha presentato qualcuno: eh no, lasciamo che vada male questo e poi ne presentiamo uno noi così abbiamo la paternità...! Lo abbiamo detto tante volte: nessuno vuole una paternità e cerchiamo tutti assieme di trovare l'idea giusta che possa smuovere le cose e, soprattutto, ridare dignità all'autonomia valdostana. Altrimenti non ci sarà più niente da discutere, perché non ci sarà più l'oggetto che è il valore che noi tutti sentiamo, almeno a parole, che è quello della difesa di un'identità e, soprattutto, delle prerogative di un popolo.

Presidente - Grazie, Consigliere Laurent Viérin. Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha facoltà.

Ferrero (M5S) - Grazie, Presidente.

Non ci metteremo in gara con i colossi alla difesa dell'autonomia, perché vedo che siete già in troppi e vi spingete per arrivare primi. Per carità, noi non ci teniamo ad arrivare primi in questa gara! A noi interessa parlare di cose concrete, che in questo caso sono il rispetto dei patti: quando uno fa un accordo o un patto con il Governo nazionale o con chiunque, pretende semplicemente che questo patto venga rispettato.

La seconda cosa essenziale è che, nel momento in cui un qualsiasi Governo regionale fa un bilancio, deve avere la certezza delle risorse che va a mettere in campo, perché se tra uno o due mesi ci dicono che dobbiamo contribuire per altri dieci, venti, trenta o quaranta milioni di euro per risanare il debito pubblico, allora, qui, ci poniamo qualche problema! Ho sentito tanti ragionamenti molto politici e poco contabili e, allora, ne faccio uno anch'io perché, senza essere autonomista e strapparmi i capelli, dico però che mi sta bene contribuire al risanamento della finanza pubblica, ma quando, in questi giorni, il Governo Renzi stanzia ulteriori 110 milioni per Roma capitale affidandoli a quella gentaglia, allora, colleghi del PD, mi dispiace, ma non sono più d'accordo; perché bisogna prendersi anche le proprie responsabilità! Io capisco che non si può essere d'accordo con tutto quello che il partito dice, ma a questo punto bisogna anche prendere una posizione, perché qui effettivamente sono scelte politiche.

Quali sono le scelte politiche del Movimento 5 Stelle? Sono quelle che noi ribadiamo: la disponibilità dei nostri parlamentari - lo abbiamo già chiarito anche con i nostri due Parlamentari valdostani; oggi siamo qui per parlare di che cosa dobbiamo fare e non per criticare tutto quello che è stato fatto: parliamo di quello che bisogna fare - a fare un percorso per fare sì che siano rispettati i patti che sono stati presi e perché si sappia quanto abbiamo a disposizione da spendere. Questo noi vogliamo. Poi, ovviamente, sapete quale sia la posizione sul Patto di stabilità e su tutti gli altri lacci e lacciuoli che soffocano la finanza regionale e comunale: anche su queste cose potremmo agire di comune accordo. Se avremo dei problemi con l'Europa, noi fin d'ora diamo la disponibilità dei nostri parlamentari ad agire per gli interessi della Valle d'Aosta, ma per il rispetto degli interessi e non per un becero autonomismo. Sennò ci potevamo chiamare anche noi Mouvement 5 Étoiles, aggiungere un Gauche Valdôtaine o un droite, un peu plus à droite e un peu plus à gauche", ma non ci interessa né à droiteà gauche! Ci interessa effettivamente ottenere le cose e sapere quanto ci sia da spendere: questo ci interessa. Quindi, un discorso contabile, un discorso di disponibilità anche eventualmente a cambiare certe regole che non vanno bene. E se dobbiamo contribuire, come Regione, al risanamento della finanza pubblica, almeno da parte nostra, come Movimento 5 Stelle, il nostro contributo non vogliamo metterlo nella banda di ladri romani che nel Comune ha fatto - ne verranno fuori ancora: la metà indagati, la metà arrestati - perché quello è un contributo che non ci piace. Quei soldi ce li possiamo tenere noi, decidere come spenderli per la Valle d'Aosta, per il lavoro e non affidarli alla criminalità organizzata.

Presidente - Grazie Consigliere Ferrero. Consigliere Borrello, ne ha facoltà.

Borrello (SA) - Grazie, Presidente.

Un piccolo contributo in quanto ho siglato, come Capogruppo, questo ordine del giorno, perché credo che sia necessario e opportuno, al di là della finalità che lo stesso prevede, portare un minimo contributo a livello politico. All'inizio di questa seduta consiliare, quella che è deputata all'analisi del bilancio, abbiamo fatto tutti delle considerazioni di natura politica rispetto all'importanza dei temi che trattiamo ed anche un'analisi politica rispetto al contesto storico che stiamo vivendo, senza tralasciare quelli che sono gli aspetti più di carattere amministrativo.

L'analisi politica che si è effettuata all'interno di quest'aula è sicuramente un'analisi importante dell'aspetto più nobile legato al significato di autonomia. Io credo che, proprio in virtù di quello che sta succedendo a livello mediatico in ambito nazionale ed anche rispetto agli gli atti che vengono attuati a livello di governo centrale, noi dobbiamo dare un segnale rispetto a quello che è il nostro intendere l'autonomia. L'autonomia non deve essere vista come un privilegio: l'autonomia è un elemento di grande valorizzazione della gestione amministrativa e riconoscimento delle peculiarità e delle caratteristiche di un popolo. Questo è il significato che noi vogliamo dare all'ordine del giorno e il fatto che vengano descritti in maniera così puntuale gli accordi disattesi è un elemento che fa capire e che caratterizza l'onestà intellettuale di una istituzione rappresentante di un popolo come quello valdostano. È per questo che l'abbiamo sottoscritto ed è per questo che noi lo sosteniamo.

Presidente - Grazie Consigliere Borrello. La parola al Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Intervengo per chiarire, visto che il dibattito giustamente ha preso il suo corso e le forze politiche che hanno firmato il documento hanno chiarito le ragioni per cui l'hanno firmato. Io ero intervenuto subito per cortesia nei confronti dell'invito dell'Assessore Perron, ma, come accade per tutti gli ordini del giorno, io mi attengo a quello che c'è scritto. Le interpretazioni dell'ordine del giorno vanno molto al di là e qualcuno ne fa un riassunto della giornata politica di ieri - legittimamente, perché chi ha scritto questo ordine del giorno sa che cosa ha scritto - probabilmente deluso da un amore non corrisposto. Perché, francamente, io non sono corso dietro a Renzi come tanti altri, come dicono i giornali, abbracciandolo ed inneggiando al nuovo che avanza, ma ho sempre avuto delle resistenze. Vorrei chiarire che, se non bisogna banalizzare l'autonomia - mi scuso se l'ho banalizzata, non l'ho mai fatto in quest'aula - non bisogna neanche banalizzare un faticoso governo di centrosinistra con apporti di destra e con accordi sulle riforme a 360 gradi, etichettandolo come un governo di sinistra, perché ciò sarebbe veramente non onorare le analisi politiche in modo corretto e come vanno fatte: voi sapete che questo è un governo di emergenza, fatto per evitare di tornare, il giorno dopo, alle elezioni senza una legge elettorale; questo è. Si sta faticosamente cercando di fare una legge elettorale per poter andare dignitosamente a delle elezioni. Se vogliamo parlare di politica, parliamone: molto volentieri.

Quello che qualcuno ha messo in campo è uno strumento che, ovviamente, noi non condividiamo, perché, lo ripeto, siamo d'accordo sul fatto di fare chiarezza sul Patto di stabilità e sulla certezza delle risorse. Se dietro l'utilizzo delle risorse che ... Non mi sento di aprire adesso un dibattito per capire se le risorse che dà la Valle d'Aosta sono quelle che vanno a finire a Roma o se vanno a finire in altri canali, in altri rivoli: non è compito di questo ordine del giorno. Questo è un ordine del giorno che va a sostenere un bilancio. Ovviamente, mi scuso: avevo male interpretato le parole dell'Assessore Perron. Se, invece, questo ordine del giorno impegna a tutta la discussione di ieri, sulla quale noi abbiamo già preso le distanze, allora noi ci asteniamo e vi lasciamo creare tranquillamente il gruppo di lavoro che andrà a Roma a rappresentare gli interessi della Valle d'Aosta senza di noi, tanto credo che i parlamentari 5 Stelle saranno più che sufficienti per darvi man forte in questa crociata contro il Governo Renzi.

Presidente - Altri che chiedono di intervenire? Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Merci Président.

La présentation de cet ordre du jour avait comme but la possibilité de donner, encore une fois, un document qui de quelque sorte résume la possibilité de se présenter avec un projet qui est un programme, en soutenant que l'autonomie, qui évidemment se rattache au Statut, vit aussi de l'autonomie financière qui en découle et que je crois n'a jamais été mise en discussion de la part des mouvements et des partis qui sont dans cette salle. J'imaginais que ce rappel au fait que des accords signés doivent être maintenus - comme tout le monde a répété, sans faire des appréciations les uns sur les autres - pouvait avoir le consensus de toutes les forces, dans cette direction. On n'a pas ici prévu ni des groupes de travail - dans ce document on ne prévoit pas des groupes de travail - ni on prévoit des indications différentes sinon de dire: on demande qu'il y ait de la part de tous le respect de ce qui a été fait pendant cette période, en signalant un aspect, à mon avis pas du tout marginal, intéressant et important, c'est-à-dire que le budget peut être fait si on a la garantie de discuter sur des recettes qui sont sûres. Se non abbiamo le entrate sicure, noi non possiamo fare programmi. Correttamente, il collega Ferrero ha detto: vediamo quello che sta succedendo; se tutti i giorni mi dicono ... Già in questo bilancio noi abbiamo messo 10 milioni che si pensava fossero nel Patto di stabilità, perché questi ce li hanno annunciati e correttamente noi li abbiamo inseriti. Ma se domani mi fanno... cioè, io il bilancio non lo faccio più e nemmeno si possono fare dei programmi!

Io, onestamente, pensavo che questo si potesse fare con l'unanimità, perché credo che fosse e che rimane un segnale importante, che non è "nei confronti di", ma è un segnale "per", non è contro. Io vorrei che fosse interpretato così, e mi dispiace se non viene colto...

(interruzione di un Consigliere fuori microfono)

... mi permetto di insistere su un aspetto: questo documento, se ha un senso, è perché ha anche una rilevanza esterna, perché vale come segnale di espressione di un'aula che ha discusso e sta discutendo del bilancio, avendo queste difficoltà. È a questo punto che si colloca una logica preoccupazione di dire "teniamo conto che è difficile fare un tipo di azione", cosa che stanno facendo tutte le Regioni, non solo quelle amministrate da forze autonomiste: le Regioni in generale.

(nuova interruzione di un Consigliere fuori microfono)

Non voglio insistere! Quello che sto dicendo non è... e poi chiudo perché non voglio assolutamente ... Io non sono qui ad insistere per far cambiare idea a qualcuno: non mi permetto di dire questo. Voglio solo sottolineare ancora una volta, per essere chiari, qual è lo spirito del documento: io non vado oltre!

Il documento, nella sua sinteticità, è molto chiaro punto per punto. Come tale io lo leggo, come tale l'ha spiegato l'Assessore e come tale noi chiediamo che venga votato. Questo per quanto riguarda il documento. Poi si può fare una lettura più politica ed una lettura che, magari, minimizza alcuni fatti. Noi riteniamo che questo abbia una valenza politica, abbia una valenza importante per i riflessi di quello che viene detto, indipendentemente dal governo che c'è e indipendentemente da chi governa. Questo lo voglio sottolineare, perché, altrimenti facciamo il ruolo di chi va a chiedere o non chiedere. Questo è il punto. Per quanto riguarda tutta una serie di altre osservazioni, credo che avremo modo di ritornarci. Il documento credo che sia indicativo di una volontà dell'aula di sollecitare il rispetto delle regole a cui tutti noi ci atteniamo. Grazie.

Presidente - Grazie Presidente.

Possiamo porre in votazione l'ordine del giorno? La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Astenuti: 3 (Guichardaz, Donzel, Fontana)

L'ordine del giorno è approvato.

Vista l'ora, chiudiamo la seduta mattutina. Auguro buon appetito e ci vediamo alle 15,30.

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La seduta termina alle ore 13,07.