Oggetto del Consiglio n. 734 del 25 settembre 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 734/XIV - Reiezione di mozione: "Impegno della Giunta regionale ad intraprendere le necessarie iniziative per una maggiore condivisione del piano di controllo dei corvidi".
Presidente - Per l'illustrazione chi chiede la parola? Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio, ne ha la facoltà.
Roscio (ALPE) - Grazie Presidente. Sì, "còrvidi" o "corvìdi" va bene lo stesso: questo è il minore dei problemi.
Ritorniamo sull'argomento che è già stato trattato ieri con un'interrogazione, un'iniziativa del Movimento Cinque Stelle sul piano di controllo numerico dei corvidi in Valle d'Aosta, cercando però di dare un taglio un po' diverso, nel senso che con questa mozione non vogliamo entrare nel merito sul fatto che ci siano solide basi scientifiche a questo piano, né tanto meno ai suoi effetti auspicati o che sono stati ottenuti col vecchio piano, che, tra l'altro, erano già stati oggetto da parte della collega Morelli di un'iniziativa proprio per parlare di questo problema che questi uccelli causano principalmente ai frutteti e vigneti della Valle d'Aosta, ma che comunque costituiscono anche un problema per quanto riguarda il volo nell'aeroporto.
Il problema non è tanto qui di andare a studiare le abitudini comportamentali o riproduttive di questo tipo di uccelli, quanto un'altra cosa: c'è da un lato sicuramente la sacrosanta necessità di tutelare gli interessi di chi lavora nell'agricoltura, di chi vive di frutta e di vigne e questo è un qualcosa da tenere assolutamente in conto, anche se nella stessa delibera di Giunta si dice che, in termini assoluti, il danno arrecato da queste specie non è elevato economicamente parlando, ma è più un danno di percezione psicologica di questa cosa. Vi è però un altro aspetto da non sottovalutare: siccome a seguito dell'approvazione di questo piano per mille ragioni...perché ho visto nella delibera che comunque è stato fatto uno sforzo di condivisione anche con le associazioni ambientaliste per approvare questo piano, ma per qualche motivo questa condivisione non è passata ed è successo che - è già stato ricordato ieri - centinaia sono state le mail di protesta, centinaia sono state proteste vere e proprie che sono state scritte nei social network e questo invece, a nostro parere, può costituire un danno reale per la Regione, forse addirittura maggiore del danno che deriva dal fatto che questi uccelli possano o meno mangiare effettivamente i frutti o nelle vigne...ed è dovuto al fatto che si creano delle campagne mediatiche contro i prodotti della Valle d'Aosta e contro la Valle d'Aosta, come, per esempio, vorrei ricordare il fatto delle "Mele Insanguinate" o "non andate in Valle d'Aosta per questi motivi, perché la Valle d'Aosta non è amante del proprio territorio e dei propri prodotti". La mozione va in quest'ottica qui, se il danno che può derivare alla Valle d'Aosta e all'immagine della Valle d'Aosta a seguito di una comunicazione che non è riuscita a passare...l'invito è all'Assessore di ripercorrere un percorso...quindi neanche di ritirare la mozione...di riconvocare tutti gli attori, tutti i portatori di interessi, di modo che si possa avere una condivisione la più ampia possibile e una comunicazione migliore per evitare che si creino delle campagne denigratorie sulla Valle d'Aosta e si possa spiegare i contenuti di questo piano di abbattimenti, di controllo, ma magari di un altro piano migliorato, con altri metodi, magari non cruenti e magari che siano più condivisi anche con le associazioni ambientaliste o associazioni animaliste. Grazie.
Presidente - Grazie collega Roscio. Qualcuno intende prendere la parola? Siamo in discussione generale. Non ci sono richieste di intervento? Chiudo la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha la facoltà.
Testolin (UV) - Merci Président.
È un argomento che abbiamo già dibattuto nella seduta di ieri, ringrazio comunque il collega Consigliere Roscio per aver posto questa problematica sul tavolo, perché darà modo comunque di esporre tutta una serie di iniziative che, a livello di Assessorato, di Regione, si sono portate avanti in questi anni. Magari delle polemiche che escono, anche così estemporaneamente sui mass media o per motivi diversi da quelli di un'attenzione al territorio, molte volte degenerano poi in prese di posizione, dove magari qualcuno di coloro che partecipano a queste prese di posizione deficia un attimino in quella che è la conoscenza generale della problematica. Questo per dire che sono molte le iniziative in ambito ambientale e in ambito di tutela della fauna e dell'ambiente naturale in Valle d'Aosta che meritano di essere conosciute dal grande pubblico, anche da quel grande pubblico che poi magari ci penalizza scrivendo che si usano dei metodi cruenti, quando, in realtà, si cerca solo di andare a proteggere un'agricoltura di montagna che ha delle peculiarità che in altre regioni non ci sono, che ha delle difficoltà ad operare che in altre regioni non ci sono, che ha dei costi...
Presidente - Per gentilezza, chiederei un po' di silenzio, abbiamo difficoltà a seguire l'intervento dell'Assessore. Grazie.
Testolin (UV) - ...che in altre regioni non ci sono. È così con piacere quindi che comunque sottolineo come proprio da un incontro, che è comunque costante e ripetuto nei mesi, anche con le associazioni ambientalistiche, soprattutto, evidentemente, quelle regionali...si sono condivisi anche dei percorsi nella gestione della fauna, nella gestione ambientale in senso lato, che hanno portato a delle iniziative importanti.
Per quanto riguarda quelle soltanto dell'ultimo periodo, si sottolinea, ad esempio, l'istituzione di oasi di protezione della lepre, che sono proprio una conseguenza di un dibattito aperto con le associazioni ambientalistiche locali, così come la creazione di zone di bramito del cervo e interventi di recupero e di salvaguardia di specie a rischio effettuati dai competenti uffici regionali in occasione di sistemazioni ambientali, non ultimo quello al laghetto di Champlong di Verrayes nell'ambito della riqualificazione del lago, dove si è data molta attenzione comunque alla fauna locale, in particolare modo ad una specie molto rara di sanguisuga. Si evidenziano ancora molte attività realizzate dall'Amministrazione regionale, tese a coinvolgere attivamente la popolazione, in eventi di divulgazione e protezione faunistica. Proprio in questi giorni sono organizzati, infatti, dalla struttura regionale competente, in collaborazione con il Corpo forestale regionale, alcune uscite sul territorio per promuovere la conoscenza dell'attività del bramito del cervo nella Valle del Gran San Bernardo, attività che comunque fanno parte di una realtà particolare come quella valdostana e che mettono in evidenza tutta l'attenzione che c'è nei confronti della fauna e della flora locale. Altre iniziative erano state messe in campo nei mesi primaverili relativamente alla salvaguardia degli anfibi, soprattutto nei periodi di spostamento di questa specie, cercando di tutelarle durante questi spostamenti, appunto, che avvengono generalmente con l'arrivo delle prime piogge primaverili.
L'attenzione dell'Amministrazione dunque è massima in questo senso, tant'è vero che è stata recentemente istituita anche la prima riserva integrale in località Les Îles e sono stati dati attenzione e spazi molto importanti tramite un workshop relativamente alla biodiversità, in cui sono stati illustrati i risultati che le ricerche hanno portato in ambito ambientalistico in questi ultimi anni. Da questo però non si può prescindere per fare delle valutazioni nel merito di quella che è la situazione dell'agricoltura valdostana, un'agricoltura valdostana che va tutelata adesso, com'è stato negli ultimi dieci anni, anche nei confronti di queste situazioni, con dei piani di controllo che non nascono da una decisione unilaterale, ma nascono da una condivisione; una condivisione che, come ha detto lei, Consigliere Roscio, è il frutto di un incontro condiviso tra tutte quelle che sono le rappresentanze che hanno un'importanza all'interno di queste scelte, quindi gli agricoltori, gli ambientalisti, i cacciatori, i tecnici. Una riunione era stata organizzata, appunto, dall'Assessorato, cercando di coinvolgere tutte le associazioni ambientaliste valdostane e non valdostane, che si è tenuta il 22 luglio scorso nella sede proprio dell'Assessorato.
Da un punto di vista più tecnico, c'è a monte un piano approvato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale), quindi ci sono delle valutazioni anche di ordine tecnico che mirano a valutare che non ci siano danni per quelle che sono le popolazioni oggetto di quest'intervento. Si è ovviamente dispiaciuti che l'attività di controllo sia così profondamente avversata da una parte della popolazione, però credo che i presupposti di una salvaguardia, diciamo, di un'agricoltura difficile, come ho già detto prima, che, come ha detto lei, magari quantitativamente non viene toccata da pesanti perdite, ma sono perdite che molte volte sono focalizzate su tre, quattro, cinque appezzamenti, che vengono presi d'assalto proprio per la loro vicinanza alle zone boscate...credo sia stato fatto un grosso sforzo dall'agricoltura valdostana negli ultimi anni per recuperare del terreno, soprattutto del terreno che era stato riconquistato dai boschi, che anticamente era un terreno agricolo, che era stato oggetto di terrazzamento e quant'altro. In questo momento, grazie anche all'investimento e alla voglia di ridare ad un paesaggio un aspetto che sinceramente io trovo anche architettonicamente importante, oltre che da un punto di vista agricolo...si deve comunque cercare di salvaguardare in qualche modo...e con una conclusione che ci riporta anche ad altre realtà italiane, che non hanno magari le nostre criticità da un punto di vista agricolo e che comunque utilizzano i piani di controllo in periodi ben più lunghi e ben più importanti anche dal punto di vista della salvaguardia di questi volatili durante tutto l'anno. Porto solo alcuni esempi: la Regione Piemonte ha un piano di controllo che dura 12 mesi, la Provincia di Cremona ha un piano di controllo dal 1° marzo al 15 settembre, la Provincia di Bologna ha piani di controllo che durano tutto l'anno, la Provincia di Ravenna dal 15 marzo al 31 ottobre.
L'ottica quindi è quella sicuramente di tutelare un'agricoltura difficile, nell'ottica, comunque, di tenere sempre ben presenti quelle che sono delle indicazioni ambientalistiche e si sono fissati dei tetti omogenei a quelle che sono le necessità di abbattimento, non sicuramente si va ad intervenire per il piacere di intervenire. I tetti massimi peraltro fissati dal vecchio piano sono stati abbassati, sono decisamente contenuti gli abbattimenti e localizzati nelle zone che sono più a rischio.
Credo che, al di là di tutto, una decisione in questi casi vada presa, una decisione che è quella della delibera che viene citata anche all'interno della mozione, va a tutelare la nostra agricoltura, con questo si è comunque aperti ad un dialogo, però, per tutte queste considerazioni, diciamo che l'espressione di voto in merito a questa deliberazione sarà di astensione.
Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, chiede la parola il Consigliere Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.
Grazie Assessore per la risposta, ma vorrei sgombrare subito il campo dai fraintendimenti, nel senso che il taglio della sua risposta è stato: "eh, ma noi con questo piano vogliamo tutelare l'agricoltura". Io nelle premesse della mozione ho detto che l'intenzione è di tutelare i sacrosanti diritti di chi lavora e vive in montagna e pratica l'agricoltura. Ecco, io non vedo queste due cose in contrasto, non è che, per tutelare l'agricoltura, bisogna ammazzare i corvi, cioè forse le due cose potrebbero essere conciliate. Forse l'agricoltura di montagna si tutela maggiormente magari mettendoci dei finanziamenti, che invece negli ultimi mesi sono crollati in maniera drastica, tant'è vero che, rispetto ai vecchi investimenti e alle vecchie leggi di settore, mi sembra che questo settore sia stato abbastanza abbandonato, con un danno ben peggiore rispetto a quello che possono fare quattro cornacchie e qualche nocciolaia... A parte questo, il taglio che volevo dare...che volevamo dare con quest'iniziativa non era tanto quello di andare a dire: "cambiate la delibera", "non cambiate la delibera", era semplicemente ricordare che forse il danno che può derivare dall'immagine della Valle d'Aosta per una comunicazione che esce in maniera non controllata può essere addirittura superiore al danno che si crea all'agricoltura. Ecco, probabilmente...cioè è un peccato che non cogliate quest'occasione, noi riteniamo che questa sia un'occasione persa. Speriamo che abbia ragione lei, Assessore, e che non comporti dei danni alla Valle d'Aosta in un periodo in cui già il turismo è toccato in maniera pesante e che questa cosa non si vada ad aggiungere...a denigrare l'immagine della Valle d'Aosta, che è proprio una cosa di cui non si ha bisogno. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Grosjean, ne ha la facoltà.
Grosjean (UVP) - Merci Président.
Sì, questo è un problema che nella nostra regione forse è ancora più sentito che nelle altre regioni, come ha già accennato l'Assessore, proprio per l'abbandono di tanti terreni agricoli e quindi ha delle culture agricole a macchia di leopardo, cioè noi abbiamo dei pezzi incolti in mezzo ai terreni coltivati: questa è una delle cause principali dell'increscioso sviluppo di corvidi, chiamatele cornacchie, ghiandaie, nocciolaie, come volete.
Sulla delibera si parla di danni limitati, è vero, l'ha ripetuto anche l'Assessore, complessivamente...ma per chi si trova in prossimità di boschi ed incolti i danni possono anche essere del 100 percento. Non ci sono poi solo i corvidi, ci sono i cinghiali, i cervidi, i caprioli che fanno danni all'agricoltura, quindi va bene, tuteliamo il turismo, tuteliamo tutto quello che vogliamo, ma io vorrei anche chiudere il mio breve intervento facendo una proposta a tutti questi Signori, come li possiamo definire...a tutti quelli che protestano, che mandano le mail, i tweet, che ci denigrano, che dicono che gli agricoltori valdostani sono dei sanguinari. Ebbene, per un agricoltore la produzione è un po' come la busta paga. Allora, io inviterei tutti questi Signori a dire al loro datore di lavoro il primo del mese di mettere la busta paga in un paniere nell'atrio della loro sede di ufficio, dove tutti possono passare e servirsi e alla fine del mese raccolgono quello che avanza. Probabilmente poi incominceranno a capire quali sono i problemi dell'agricoltore, che, quando arriva per raccogliere, non c'è più niente. L'agricoltore produce una volta l'anno, se quando arrivo in cima alla scala per raccogliere una mela, è bacata, è bucata da una ghiandaia...sono esperienze che questi Signori, sovente anche proprietari di terre abbandonate, sulle quali io metterei delle tasse per fargli capire che l'agricoltura ha un valore...tutti questi Signori si permettono di lamentarsi. Io quindi sono perfettamente dell'idea che l'agricoltore vada tutelato prima di tutto e anche se qualche tweet che arrivano poi da fuori...non credo che perderemo turismo per questo motivo, il turismo possiamo attrarlo con la qualità delle nostre produzioni, ma se le nostre produzioni ce le mangiano le ghiandaie, ciao ai turisti.
Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha la facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Già nella scorsa legislatura ci eravamo occupati di questo problema con il mio dirimpettaio, il Consigliere Pino Isabellon, e l'approccio era stato esattamente lo stesso, io non so se voi avete letto la mozione...forse non l'avete letta! Avete letto quello che è l'impegno di questa mozione? Ve lo leggo: "impegna da subito la Giunta regionale ad intraprendere tutte le iniziative necessarie per addivenire alla maggiore condivisione possibile del piano di controllo dei corvidi - noi non entriamo nel merito del piano di controllo dei corvidi - finalizzata a recuperare un'immagine della nostra Regione rispettosa delle sue ricchezze naturali".
Io credo di aver ricevuto, esattamente come gli altri Capigruppo, un migliaio di mail, con cui ci lanciano appelli per salvare i corvidi. Allora, io non ho...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...ma io sono d'accordo per salvare le mele, ma, per carità, la mia testimonianza è di una persona che vive nel comune di Arvier, che è caratterizzato proprio dai problemi che dice il Consigliere Grosjean: da colture a macchia di leopardo, da un'invasione dell'incolto e di quello che noi chiamiamo "lo botsà" (traduzione letterale dal patois: "boscaglia") che è assoluta, quindi il problema delle ghiandaie lo conosciamo benissimo, ma quando in una delibera si dice: "anche se il valore economico dei danni arrecati da questa specie in termini assoluti non è elevato"...allora è elevato o non è elevato? Se siete voi i primi a dire che non è elevato...chiaritemi i termini del problema. "In realtà, la percezione soggettiva degli stessi da parte dei produttori risulta molto amplificata a livello psicologico", su questo magari qualche dubbio ce l'avrei...sul fatto che sia amplificata a livello psicologico. Come diceva giustamente il Consigliere Grosjean, per qualcuno i danni sono veramente ingenti, cioè mi sembra che qui non ci siano le idee molto chiare in questa delibera...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...no, Presidente, lei potrà intervenire e dire la sua, per me non è affatto chiaro...
(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...quindi i termini della questione che poniamo noi...semplicemente chiarite alle associazioni ambientali l'utilità di questi piani di controllo, sui quali, permettetemi, io ho dei grossi dubbi, perché sono anni che portiamo avanti questi piani di controllo e ogni anno il problema si ripropone nella stessa dimensione! Lo sappiamo benissimo poi quanto sia difficile la caccia alle ghiandaie, quanto tempo ci vuole per un forestale per uccidere cinque ghiandaie, mi hanno detto che ci va mezza giornata per uccidere cinque ghiandaie! Io non so che mira abbiano questi forestali...
(voce fuori microfono) - dipende dall'età...
Morelli (ALPE) - ...per non parlare dei cacciatori, a cui cacciare le ghiandaie interessa molto poco.
Non c'è quindi nessun approccio di tipo ideologico in questa mozione, è una questione molto semplice, noi diciamo: da una parte, c'è il danno alle ghiandaie, dall'altra, c'è il danno all'immagine, vedete voi di valutare qual è il danno più grosso.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Francamente è un argomento su cui non ero preparato, ma non mi posso sottrarre in qualche modo alla discussione. Un Consigliere di lunghissimo corso qui in Consiglio regionale mi ha insegnato che, quando una mozione presentata con garbo poi sostanzialmente alla fine si conclude con un "parliamone", generalmente viene accolta con uno spirito positivo e di solito il collega Roscio ha sempre garbo nel presentare le questioni...e, di fatto, poi si conclude con un "parliamone", però io direi che dobbiamo tra di noi dirci come stanno le cose. Una persona di cui, senza averla conosciuta personalmente, ho sempre nutrito - e continuo a nutrire - una grandissima stima per la professione che riveste, questo fotografo che fa delle fotografie meravigliose...Stefano Unterthiner un giorno ha deciso di sparare a zero sulla nostra Regione e, tra le tante cose che ci ha messo dentro - alcune con fondamento, altre basate su delle sue interpretazioni -, ci ha messo dentro le ghiandaie, e da lì è partita una "roba" nazionale, per cui un po' da tutta Italia, più che dalla Valle d'Aosta... Io francamente ho provato a vedere se conoscevo qualcuno che mandava mail, gli volevo parlare, dire...ho scritto pubblicamente su questo tema dicendo: "vorrei confrontarmi coi cittadini per capire se si sa di che cosa si sta parlando", così mi è capitato che mi ha scritto anche gente dal Piemonte e sono andato a vedermi il piano di Asti. Nel piano di Asti...ai Piemontesi che a migliaia hanno scritto: "piantatela lì di abbattere le ghiandaie" ho detto: "ma vi siete letti il piano della vostra Provincia?" C'è scritto: "il numero di capi totale da prelevare - della cornacchia, ghiandaia, eccetera - annualmente è pari a 4.050 corvidi sino all'anno 2009 e di 4.700 animali a partire dal 2010". Provincia, non Piemonte, Provincia di Asti...che hanno tutto un altro sistema di culture, di attrezzature, di attività agricole di un certo tipo. Se andate a vedere, queste cose le trovate in molte altre parti d'Italia, addirittura gente, che magari vicino a casa sua gli fanno l'abbattimento della ghiandaia, ha scritto a noi della Valle d'Aosta: "piantatela lì!". Questa è un po' la base conoscitiva di queste cose.
Non dobbiamo sottovalutare però quello che dicevano i colleghi, sicuramente quest'intervento di Unterthiner ci ha fatto male...eccome se ci ha fatto male! Purtroppo, caro collega Grosjean, queste cose fanno male, sono mediaticamente negative, perché siamo stati visti come quelli che ce l'hanno a morte con questi pacifici animaletti dalle piume azzurre: le ghiandaie, invece questa del contenimento di questi uccelli è una pratica abbastanza diffusa, anche perché le pratiche cosiddette anche...io sono andato a vedere alcune pratiche, come limitare la produttività di certi animali...sono ancora più invasive, ancora più...cioè francamente contenere questi animali non è così semplice, oppure prelevarli e portarli in un'altra zona, cioè ve lo vedete noi valdostani che portiamo giù in Piemonte, vedete...cioè prendono le nostre ghiandaie, dicono: "venite a portarle qua le ghiandaie a noi Piemontesi". In qualche modo la soluzione quindi...qualcuno dice: "mettiamoci dei soldi", sono stato uno dei primi a partire dal 2008 a sostenere che bisognava aiutare di più gli agricoltori con dei finanziamenti specifici, oggi mi spiace che siano scappati dall'aula i Grillini, forse avevano fretta di andare a casa...perché anche loro hanno presentato fior di interpellanze per l'abbattimento del cinghiale, il contenimento del cinghiale, però adesso sui corvidi, perché arrivano quattro mail, cambiano un po' posizione. È un po'...come dire? a seconda di chi abbaia di più, mi sposto, oppure mi dileguo dall'aula, secondo un criterio che probabilmente non...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...no, guerra tribale...sinceramente le mozioni sui cinghiali non le ho fatte io...quindi è il caso che ci sia una maggiore linearità nei comportamenti, quindi sicuramente adesso non si può far finta che nulla sia successo.
Il fatto di rincontrare le associazioni ambientaliste, riniziare un percorso è una fatica, Assessore, ma, secondo me, va fatta, perché lei lo stava già facendo, avrà già incontrato le associazioni...fermo restando un punto: che qui non sparirà la ghiandaia, ma sparisce il coltivatore di mele della Valle d'Aosta, questo è un punto certo, perché l'Assessorato non avrà i soldi per finanziare nuove reti. Fra l'altro, l'installazione di reti - l'ho scritto sul mio blog, quindi non è un segreto, non lo dico adesso - è una cosa onerosissima in termini di lavoro umano, non è che se anche l'Assessore dà il contributo per comprare le reti...chi la mette su la rete? Ci vogliono persone, ore di lavoro, ma voi pensate che un produttore di mele valdostano ha...se ha una famiglia numerosa, tutta la famiglia, come funziona in Valle d'Aosta, mette su le reti...sennò non mette su nessuna rete e il risultato è che, se gli viene distrutto il raccolto, gli va via pure la voglia di coltivare queste benedette mele, che già non gli rendono nulla o gli rendono pochissimo.
Sicuramente quindi bisogna riniziare un percorso di dialogo con le associazioni, cercare di ragionare, però inviterei gli intellettuali della Valle d'Aosta, quelli che hanno questo potenziale enorme, come Stefano Unterthiner, magnifici fotografi e naturalisti, ad amare e conoscere magari un po' più la loro terra prima di scaricare tutta la rabbia che hanno in corpo contro una popolazione che, francamente, ha visto - e i dati numerici sono sotto di noi - crescere la fauna selvatica come in nessun'altra regione, cioè come posso essere accusato di essere un non ambientalista quando dietro casa mia, a centro metri da casa mia - Charvensod è a tre chilometri da Aosta - c'è il cinghiale che ha distrutto tutti i prati? L'Assessore non riceve neanche più le domande dei danni dagli agricoltori, che sono ormai nauseati, dicono: "porto la richiesta dei danni..."
Presidente - Consigliere Donzel le chiederei di concludere, la ringrazio.
Donzel (PD-SIN.VDA) - ...ho finito...li portano negli alpeggi, perché ci sono superfici tali...ma nei piccoli prati non portano più niente...il capriolo distrugge i raccolti e ce l'abbiamo dietro casa. Allora cosa...cioè questa è la rassegnazione di un popolo a veder invaso il territorio agricolo dagli animali e di non avere le energie economiche per rispondere con questi mezzi considerati non violenti. Bisogna quindi riprendere un dialogo, avere la percezione di che cosa si sta parlando e sicuramente capire che non si può certamente prendere lezione da chi vicino a casa sua sta raccogliendo...cioè sta facendo certi metodi e cerca di indicarli a noi e insieme provare a costruire un percorso che sia quello di convincere i nostri agricoltori a non arrendersi, a tentare di nuovo di coltivare il loro territorio.
Fra l'altro - e ho concluso -, fra i metodi indicati in tutti i piani c'è il dissuasore acustico. Per esperienza, alcuni agricoltori che l'hanno usato qui nelle vicinanze hanno ricevuto la telefonata del vicino di casa, con la polizia che veniva a fermare il dissuasore acustico in orario giornaliero, quindi non serale, perché serale veniva spento, perché c'è il diritto alla pennichella pomeridiana...spiegatelo agli agricoltori il diritto alla pennichella pomeridiana!
Presidente - Bene, proseguiamo. Qualcun altro chiede la parola? Se non ci sono altre richieste, passerei alla votazione. La votazione aperta. Possiamo chiudere la votazione? La votazione è chiusa.
Risultato della votazione:
Presenti: 29
Votanti: 12
Favorevoli 12
Astenuti: 17 (Baccega, Bianchi, Borrello, Farcoz, Follien, Fosson, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Marco Viérin)
La mozione è respinta.
Punto 52 all'ordine del giorno.