Oggetto del Consiglio n. 613 del 17 luglio 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 613/XIV - Discussione generale congiunta degli atti: "Approvazione della proposta di programma investimenti per la crescita e l'occupazione 2014/2020 (FESR)" e "Approvazione della proposta di programma investimenti per la crescita e l'occupazione 2014/2020 (FSE)".
Presidente - Chi chiede la parola, colleghi? C'è qualcuno che chiede la parola sulla discussione dei due punti? Qualcuno che lo illustra? Allora la parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.
Credo che questa tematica meriti una presentazione nel suo insieme, in quanto è uno dei passaggi chiave nell'ambito di quello che è il giusto raccordo tra le politiche regionali e il piano 2014-2020...che poi lo discutiamo nell'altra parte, ma comunque adesso dico che nel discorso più generale intendiamo la programmazione...che poi va distinta per settori, come dico sulla parte più agricola, quindi si vedrà in un secondo tempo. Però credo che la sensibilità di tutti sia stata, anche attraverso queste interpellanze che sono pervenute, nell'ambito dell'indicazione specifica del settore che andiamo in qualche modo a sottolineare, come finanziamenti previsti in questo settennato, sono soprattutto per gli investimenti a favore della crescita. Ora, quando parliamo di un tema di questa natura, è evidente che è il problema cardine dello sviluppo per i prossimi anni.
Diciamo che l'architettura complessiva del programma è imperniata su un quadro strategico comune, che credo sia quello del regolamento, e un accordo di partenariato predisposto da ciascuno Stato membro per l'approvazione della Commissione europea, che deve, tra l'altro, definire un approccio integrato di sviluppo territoriale con il concorso di tutti i fondi. Proprio per quanto riguarda l'accordo di partenariato, voglio sottolineare che per la prima volta, quest'anno, non si sono concesse proroghe nei tempi, cioè tutte le Regioni devono presentare entro il 22 di questo mese tutte le programmazioni dei singoli settori, quindi non ci sono eccezioni, chi va fuori è fuori dal programma (questo è stato risottolineato ieri, c'erano alcune Regioni che sono in difficoltà). Questo per dire quanto ci sia utile, non solo, ma importante e soprattutto imminente l'arrivare a questo accordo, oggi, perché sennò saremmo fuori tempo massimo.
Infine, credo sia da sottolineare come il programma è stato costruito sulla base di un metodo che prevede la focalizzazione sui risultati attesi, fondato sull'individuazione di interventi dai quali far discendere azioni fattibili in tempi dati e con risorse certe, capaci di determinare cambiamenti per un gruppo più o meno esteso di beneficiari individuabili. Questo credo che vada e faccia pendant con quello che sottolineava il collega Chatrian prima, cioè il punto essenziale di capire in che tempi, con quali risvolti, con quali ricadute, si fanno questi investimenti nell'ambito della finanziabilità dei progetti. Ieri si è discusso sui cofinanziamenti, che, come sapete, sono diversi per il sud, con il discorso che per un 50 percento viene finanziato con i fondi europei e dell'altro 50 percento, per quanto riguarda le Regioni del sud, il 25 è per lo Stato, il 25 sono le Regioni, mentre per la parte delle Regioni del nord il 70 è per la parte dello Stato e il 30 è cofinanziamento regionale. Tale processo risulta peraltro particolarmente complesso, stante la necessità di tener conto delle nuove norme regolamentari e di orientamenti di vario genere, talvolta prescrittivi, della Commissione europea e dello Stato. In particolare, si è reso necessario effettuare un riferimento puntuale ai risultati attesi e alle corrispondenti azioni dell'accordo di partenariato per assicurare la necessaria coerenza con il programma.
Si evidenzia, inoltre, che nelle more dell'avanzamento del negoziato sulle proposte di regolamenti sul nuovo bilancio dell'Unione e delle bozze di accordo di partenariato, la Regione ha avviato la definizione della politica regionale di sviluppo 2014-2020 com'è avvenuto per il periodo precedente 2007-2013. A tal fine la Regione, analogamente a molte altre Regioni italiane, al fine di coordinare l'azione di diversi programmi cofinanziati previsti per la Valle, di contribuire con le particolarità regionali alla definizione dell'accordo di partenariato dell'Italia, ha avviato l'elaborazione di un quadro strategico regionale (QSR), improntato all'integrazione tra i livelli di governo, settori e politiche, programmi, strumenti, progetti e fondi, soggetti e territori, anche a livello sovraregionale. Le attività preparatorie sono state coordinate dal Dipartimento politiche strutturali e affari europei della Presidenza a cui sono affidate le funzioni di cabina di regia, principalmente nell'ambito del nucleo di valutazione dei programmi a finalità strutturale, di coordinamento delle autorità di gestione del programma.
Ricordo che, secondo quanto previsto dalla consolidata normativa europea e dallo specifico codice di condotta, la definizione dei nuovi programmi è avvenuta con il coinvolgimento attivo del partenariato; in particolare, la partecipazione attiva del partenariato è stata realizzata mediante il coinvolgimento diretto dei vari soggetti nella definizione non solo delle linee strategiche generali, ma anche nei contenuti del programma, al fine di garantire fin dall'inizio del periodo l'operatività e il forte orientamento al risultato. In particolare, sono stati organizzati numerosi incontri e tavoli specifici di approfondimento con rappresentanti delle categorie produttive, Dirigenti regionali responsabili delle politiche del settore, Amministratori locali, referenti dei gruppi di azione locale, esponenti di associazioni e fondazioni del territorio, rappresentanti del mondo accademico e di Enti di formazione. I numerosi contributi raccolti sono stati considerati alla luce dei vincoli normativi europei e statali, della strategia regionale, delle disponibilità finanziarie e sono stati tradotti negli obiettivi e nelle relative azioni specifiche di ciascun programma.
Inoltre, come richiesto dalla normativa europea, il programma è corredato da una valutazione ex ante per migliorare la qualità della progettazione effettuata da esperti funzionalmente indipendenti dall'autorità di gestione (questo, come ricordava il collega Chatrian, è previsto per normativa comunitaria, le autorità devono essere al di fuori di...lo ricordo, perché questo è un aspetto da sottolineare, nel senso che c'è una valutazione terza su quelli che sono gli impegni che vengono fatti). Infine, alla luce delle disposizioni della direttiva europea e della legge regionale 12 del 2009, la valutazione ambientale strategica è risultata necessaria per il programma investimenti per la crescita (FESR 2014-2020). Il processo di valutazione ambientale strategica si concluderà contestualmente alla finalizzazione del Programma operativo competitività regionale e le sue principali risultanze sono incluse nell'ambito del capitolo 2 del programma stesso. Si evidenzia che il programma investimenti per la crescita FESR deve essere presentato alla Commissione - come ho ricordato - indiscutibilmente entro il 22 luglio, cioè entro 3 mesi dall'invio della proposta di accordo di partenariato dell'Italia alla Commissione europea e che, stante la rigida relazione di accordo di partenariato e programmi, la definizione puntuale anche del predetto programma regionale è stato concentrato necessariamente tra fine aprile e fine maggio 2014.
Per quanto riguarda la strategia generale del programma, si declina nel programma operativo su 5 assi prioritari, coerentemente con le disposizioni riguardanti la concertazione tematica per le Regioni più sviluppate previste dal regolamento 1301/2013 (è l'articolo 4 che lo stabilisce), che prevede il vincolo di concentrazioni tematiche dell'80 percento delle risorse su obiettivi tematici 1, 2, 3 e 4. A questi 5 assi se ne aggiunge un sesto di assistenza tecnica volto a migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'attuazione e gestione del programma operativo. La dotazione complessiva del programma è pari a 64 milioni di euro.
Il primo asse è rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione. L'asse 1 concentra gli sforzi sugli ostacoli che frenano l'innovazione e gli investimenti nella ricerca e sviluppo delle imprese, secondo un modello basato su una più stretta collaborazione tra organismi di ricerca, sistema produttivo e amministrazione pubblica. In particolare, per la strategia dell'asse che assorbe il 22 percento della dotazione complessiva del programma, pari a 13.5 milioni di euro, ripropone l'esperienza della unità di ricerca anche attraverso il rafforzamento infrastrutturale dei centri di ricerca (un aspetto molto importante, perché tra i vari centri di ricerca molto spesso non c'è quel coordinamento che permetta di valorizzare quelli che sono i risultati singoli e, in qualche modo, di metterli in rete). La politica regionale della ricerca e dell'innovazione potrà in questo modo sostenere l'attuazione della strategia regionale di Smart Specialization, il supporto e la capacità di ricerca e innovazione delle imprese del sistema regionale nel suo complesso. La Regione intende inoltre promuovere gli investimenti delle imprese in attività di ricerca e sviluppo, mediante l'acquisizione di servizi innovativi e prototipi di soluzioni altrettanto nuove.
Il secondo asse è migliorare l'accesso alle TIC, nonché l'impiego e la qualità delle medesime. Allora, il programma si pone l'obiettivo di sviluppare in prosecuzione degli interventi previsti, nell'ambito del piano di Valle d'Aosta BroadBusiness, le reti di accesso alla nuova generazione banda ultralarga, e questo assorbe il 23 percento del programma, pari a 14 milioni di euro. Voglio sottolineare che in questo progetto noi abbiamo già avuto finanziamenti nel passato, programma che hanno permesso di sviluppare già un percorso di rete nella nostra Regione che supera i 350 chilometri di banda. La dotazione infrastrutturale della Valle d'Aosta, da completare entro la fine del periodo di programmazione, costituisce infatti una condizione indispensabile per lo sviluppo di applicazioni innovative per l'incremento dell'attrattiva del territorio per le imprese (questo è un dato essenziale). A tale obiettivo si aggiungono le azioni che contribuiscono all'agenda digitale valdostana e a garantire quelle precondizioni anche attraverso la realizzazione di un data center unico regionale (questo è un po' un punto di arrivo, da tanto se ne parla, non è così facile arrivarci perché i data center finora sono diversi e non sempre intercolloquianti), quindi il fatto di arrivare o di ipotizzare un centro di call center unico sarebbe sicuramente un salto di qualità importante, affinché ci sia una diffusione delle applicazioni e-government e dei processi di digitalizzazione delle attività della pubblica amministrazione e delle imprese.
Il terzo asse è accrescere la competitività delle piccole-medie imprese. Questo asse si pone l'obiettivo primario di rafforzare la competitività del sistema economico regionale promuovendo la nascita di nuove imprese e la potenzialità di investimento delle piccole-medie imprese incentivando i processi di aggregazione. Si è tanto parlato di "distretti di settori", si è fatto molto poco, il problema vero è trovare le modalità con cui aggregare le piccole-medie imprese, o trovare le motivazioni con cui far lavorare insieme queste microrealtà, che sono poi la parte principale della nostra realtà regionale. L'asse con una dotazione finanziaria pari al 12 percento del totale del programma supporta selettivamente, in linea anche con le indicazioni definite dalla strategia di Smart Specialization Strategy regionali, i settori a più elevata potenzialità di crescita. In questo ambito l'intervento di programma sostiene i programmi di investimento delle imprese, i servizi di incubazione e di tutoraggio a favore della nascita di nuove imprese, i pre-incubatori (Pepinières), post-incubatori, supporta finanziariamente chi intende avviare e/o consolidare nuove iniziative imprenditoriali e sostiene la capitalizzazione aziendale al fine di accrescere la patrimonializzazione delle piccole-medie imprese. Nello stesso tempo, vista la rilevanza che il settore turistico rappresenta per l'economia regionale, il programma sostiene, nell'ambito dell'asse, anche azioni di supporto delle imprese operanti in questo settore.
Quarto punto: promuovere la sostenibilità e l'efficienza energetica. Il programma, attraverso l'asse 4, dispone di una dotazione finanziaria pari al 23 percento del programma e contribuisce alla realizzazione degli obiettivi in materia di energia e di clima fissati nella strategia Europa 2020. L'asse prevede infatti, in primo luogo, misure a sostegno della potenzialità ed efficientamento delle strutture e degli edifici pubblici; in secondo luogo, il contributo del programma è orientato alla sperimentazione di iniziative pilota di mobilità urbana innovativa nelle aree urbane che pongano, al centro, la sostenibilità ambientale e la necessità di ridurre le emissioni e in qualche modo i gas (e sappiamo quali effetti negativi hanno).
Il quinto asse: preservare e tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse. La finalità generale di questo asse, che conta su una dotazione finanziaria del 20 percento del totale, è la valorizzazione, riqualificazione del patrimonio culturale e naturale della Regione, inclusa la valorizzazione integrata in termini turistici dell'identità stessa di tale patrimonio, contribuendo in particolare a sostenere il sistema regionale delle risorse culturali attraverso un approccio generale integrato, completando gli interventi avviati nel corso della programmazione precedente e inserendosi nell'ambito della strategia nazionale delle aree interne.
Queste sono, in sintesi, le principali azioni che sono previste con le capacità di spesa che, come vedete, si va dal 20 al 22 percento, c'è una integrazione comunque propedeutica ai risultati attesi e a quelle che sono già in parte le azioni portate avanti con il piano precedente e che, in parte, questo completa. Quindi su questo piano, con questa programmazione, riteniamo che ci siano le premesse, dopo aver fatto la consultazione partenariale con tutti gli operatori economici e sociali a livello regionale, per arrivare alla definizione di questi piani, che credo possano essere, per il futuro, uno dei punti di riferimento per quanto riguarda la crescita della nostra regione. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore Marquis...e vi comunico che sono stati presentati due ordini del giorno, che sono in corso di distribuzione.
Marquis (SA) - Grazie Presidente.
A seguito dell'illustrazione generale del programma FESR che è stata fatta dal Presidente, mi accingo a presentare il programma FSE, che fa parte delle misure strutturali per la crescita dell'occupazione. Il programma FSE della Valle d'Aosta avrà a disposizione un importo importante (55,2 milioni di euro) in cofinanziamento con lo Stato al 35 percento e al 15 percento della Regione. Questo rappresenta una misura che è stata predisposta e voluta dalla Commissione europea per fronteggiare la grave situazione di difficoltà alla quale dobbiamo dare delle risposte nell'ambito del rafforzamento dell'economia e dell'occupazione.
La via del rilancio che è stata individuata è quella di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Queste 3 priorità vengono articolate in 5 obiettivi concreti che sono stati definiti a livello di misuratori e indicatori. Di questi 5 obiettivi, 4 sono afferenti al programma FSE. Il primo, quindi, si propone di raggiungere il 75 percento delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni (diciamo che devono essere persone che devono arrivare ad avere un lavoro entro il 2020); il secondo punto è che il 3 percento del PIL dell'Unione europea dev'essere investito in ricerca e sviluppo; il quarto che il tasso di abbandono scolastico dev'essere inferiore al 10 percento (almeno il 40 percento dei giovani dev'essere laureato); il quinto è che 20 milioni di persone in meno in Europa devono essere sottratte all'area della povertà. All'interno di questi obiettivi che occorre raggiungere, vengono definiti 11 obiettivi tematici che costituiscono il riferimento per la programmazione FESR e FSE. La programmazione 2014-2020 che è stata predisposta è quindi armonizzata con le linee guida a favore del rilancio emanate dall'Unione in una serie di atti e soprattutto con l'accordo di partenariato che è stato sottoscritto tra Europa e Stato italiano.
Il programma che oggi presentiamo è un programma che è stato elaborato e che poggia su un'analisi di contesto e di posizionamento della Valle d'Aosta, che è stata indispensabile per individuare i punti di debolezza e di forza nell'ambito delle materie trattate dalla nostra Regione. Da questa analisi di contesto, sotto il profilo dell'occupazione, con riferimento al raggiungimento del 75 percento del livello del tasso di occupazione, c'è da dire che la Valle d'Aosta è posizionata meglio di altre realtà, perché siamo posizionati circa al 67-68 percento e quindi è un obiettivo che possiamo raggiungere attraverso le iniziative che verranno proposte. Maggiore difficoltà può esserci sulla ricerca e innovazione, in quanto siamo ancora distanti dal 3 percento che ci si auspica di investimenti in quest'ambito entro il 2020 da parte dell'Europa. Quanto agli abbandoni scolastici, anche qui, il lavoro da fare sarà significativo, così come nell'elevazione del livello di istruzione per quanto concerne la percentuale di laureati sulla popolazione compresa tra i 30 e i 34 anni. Analogo sforzo dovrà essere fatto per ridurre il numero di persone che rientrano nella fascia di deprivazione e soprattutto che rischiano di entrare nel target della povertà.
Il piano operativo che è stato predisposto è un piano multidisciplinare, e pertanto c'è stato l'apporto, oltre che del Dipartimento del lavoro, anche degli uffici e dei Dipartimenti delle politiche sociali e dell'istruzione e cultura competenti in materia, e quindi è un piano che è stato anche definito - come diceva prima il Presidente - attraverso l'apporto delle associazioni di categoria, attraverso il confronto con le parti sociali. In sostanza, il piano operativo 2014-2020 si prefigge e ambisce ad affrontare le principali sfide regionali; principali sfide che possono essere sintetizzabili nel combattere la crisi del mercato del lavoro della Valle d'Aosta, in un momento particolarmente difficile, sostenendo i soggetti relativamente più deboli, come i giovani, i disoccupati di lunga durata, i quali necessitano di misure finalizzate a sostenerne l'occupabilità e l'accesso al lavoro, così come altrettanto importante è rafforzare la coesione sociale attraverso il sostegno ai cittadini in condizioni di relativo svantaggio che hanno visto, in questi anni, diminuire significativamente le loro opportunità di inserimento lavorativo e di coloro che, pur lavorando, non riescono a raggiungere un livello di reddito sufficiente a coprire i bisogni primari e sono spesso inseriti in percorsi lavorativi senza delle grosse prospettive di miglioramento.
Altro punto è far fronte ad un incremento importante della domanda di assistenza e cura, che deriva dall'invecchiamento della società, ai cambiamenti della famiglia e, più in generale, a una crescita generale, come dicevo prima, delle aree del disabile. Combattere gli elevati tassi di abbandono scolastico, che sono stati registrati, associati a un livello ancora alto di popolazione priva di titoli e qualifiche di scuola secondaria superiore. Valorizzare il capitale umano di eccellenza, che è in grado di recepire e sviluppare nuovi saperi ed innovazioni (si tratta di saperi e competenze di cui il territorio valdostano risulta relativamente poco dotato e su cui è necessario, quindi, operare per sostenere la crescita attraverso la promozione e l'ampliamento delle opportunità di accesso a percorsi di alta formazione e attraverso lo strumento della mobilità territoriale). Rafforzare significativamente anche l'accesso e la partecipazione della popolazione della Valle d'Aosta ad un sistema di formazione permanente e continua (questa opzione va sostenuta nella consapevolezza che, attraverso la formazione, è possibile diffondere e condividere conoscenze e competenze nei livelli adeguati ad accogliere e gestire le innovazioni tanto di processo quanto di prodotto che una società della conoscenza richiede in questo momento). Così come altrettanto importante è rafforzare le capacità gestionali e di controllo del personale della Regione e delle altre Amministrazioni pubbliche locali, ritenendo che efficienza, qualità ed efficacia dei servizi offerti non possano prescindere dalle competenze di coloro che questi servizi sono chiamati a produrre ed erogare.
Il programma operativo si concentra su 4 degli 11 obiettivi tematici che fanno parte del programma crescita e occupazione, che sono gli obiettivi 8, 9, 10 e 11 rispetto ai quali sono state selezionate un numero limitato di priorità secondo i vincoli regolamentari. Le priorità poi sono declinate in azioni, un'importante innovazione di metodo che devo rappresentare e segnalare è che lo Stato si è preso degli impegni con l'Europa attraverso l'accordo di partenariato che è stato sostanzialmente sancito attraverso dei protocolli, che sono stati predisposti a seguito del nuovo approccio dove sono previsti degli indicatori basati sullo stato di fatto della situazione esistente e sugli obiettivi da perseguire. Pertanto, in funzione di questi accordi che ha preso lo Stato, sono stati dati anche degli obiettivi a tutte le Regioni, in maniera che si proceda in modo armonico e allineato per il raggiungimento e il perseguimento dei medesimi "fini finali". E quindi le azioni che vengono proposte in questa fase, all'interno del piano a titolo esemplificativo, sono azioni che fanno parte di un catalogo che è stato predisposto dallo Stato sulla base delle esperienze passate, sulla base delle esigenze, e quindi sono delle priorità che vanno scelte in funzione dello Stato in relazione agli indicatori sostanzialmente territoriali.
In sintesi, il programma viene declinato su 4 assi. L'asse n. 1 è l'asse occupazione, nel cui ambito si intende sostenere l'occupabilità dei soggetti deboli, in particolare disoccupati adulti di difficile collocazione e ricollocazione, e creare le condizioni necessarie ad assicurare un più rapido e migliore inserimento occupazionale dei giovani. L'asse 2, dell'inclusione sociale e della lotta alla povertà, è dedicato a sostenere i cittadini della Valle d'Aosta in condizioni di relativo svantaggio e a rafforzare i servizi dedicati alla prevenzione, assistenza e cura alla popolazione più disagiata. L'asse 3, istruzione e formazione, è inteso a contenere gli abbandoni scolastici e a sviluppare l'offerta di istruzione superiore e a potenziare l'accesso degli adulti a opportunità formative lungo l'arco della loro vita lavorativa. L'asse 4, capacità istituzionale e amministrativa, è volto a rafforzare l'efficienza e la qualità dei servizi dall'Amministrazione pubblica regionale e locale. Quanto agli stanziamenti, in relazione all'asse 1, occupazione, c'è una corrispondenza del 39 percento del totale dell'impegno finanziario del programma; l'asse 2, inclusione sociale e lotta alla povertà, prevede uno stanziamento del 20 percento; l'asse 3, istruzione e formazione, uno stanziamento del 16 percento; l'asse 4, capacità amministrativa e istituzionale, il 2 percento...con il 4 percento, infine, per l'assistenza tecnica.
I vari assi sono declinati e organizzati in priorità d'azione che poi, successivamente, sono articolati in azioni previste. Ritengo, in questa fase di presentazione, superfluo entrare nel merito delle singole azioni; se condividete, per agevolare il lavoro e la rappresentazione della situazione, potrei elencare gli obiettivi specifici in relazione a ogni singolo asse. L'asse 8, accesso all'occupazione, come obiettivi specifici prevede: aumentare l'occupazione dei giovani, aumentare l'occupazione femminile, accrescere l'occupazione degli immigrati, ridurre il numero dei disoccupati di lunga durata, favorire l'inserimento lavorativo e l'occupazione di soggetti lavoratori svantaggiati. L'asse 2, inclusione sociale (e quindi lotta alla povertà) ha come obiettivi specifici: la riduzione della povertà, dell'esclusione sociale e la promozione dell'innovazione sociale. Altro obiettivo specifico all'interno di questo asse è l'incremento dell'occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro, delle persone maggiormente vulnerabili, e quindi di tutti i soggetti che sono presi in carico ai servizi sociali. Sempre nel medesimo asse, un altro obiettivo specifico importante è quello del consolidamento della qualificazione dei servizi di cura socioeducativi delle infrastrutture rivolte ai bambini e dei servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell'autonomia. Quanto all'asse 3, qui gli obiettivi specifici sono: riduzione del fallimento formativo precoce della dispersione scolastica e formativa, miglioramento delle competenze chiave degli allievi (anche mediante supporto dello sviluppo e delle capacità di docenti, formatori e staff), innalzamento dei livelli di competenza e di partecipazione e di successo formativo nell'istruzione universitaria ed equivalente innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta, accrescimento delle competenze della forza lavoro e agevolazioni della mobilità, inserimento e reinserimento lavorativo. Quanto all'asse 4, capacità istituzionale e amministrativa, l'obiettivo specifico è il miglioramento delle prestazioni della pubblica amministrazione. Credo che queste, in linea di massima, possano rappresentare le priorità che occorre perseguire per dare un contributo importante per la crescita, lo sviluppo e l'occupazione per i prossimi 7 anni, e queste risorse rappresentano comunque un salvadanaio importante che occorre spendere bene per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi, e quindi è un'occasione da non perdere, soprattutto in un momento di grave difficoltà economica e generale.
C'è da dire che la situazione della Valle d'Aosta è allineata agli standard più elevati sotto il profilo del benessere e dell'occupazione del territorio italiano; tuttavia, la situazione di difficoltà si fa sentire anche da noi, e quindi la disoccupazione è un problema che ci assilla sempre di più, ogni giorno, non è sicuramente un momento facile. Ci sono diverse categorie, diversi target di popolazione che hanno difficoltà all'accesso al mondo del lavoro, e in questo momento vanno ricordati anche i giovani, che sono una categoria alla quale sono destinate parecchie attenzioni e delle risorse per superare le attuali difficoltà, e quindi per migliorare le condizioni di politiche attive e di occupabilità.
Voglio anche segnalare che questo è un programma integrato che è raccordato con gli altri strumenti, voglio dire, i programmi della politica regionale: è raccordato con il piano delle politiche del lavoro, con il piano giovani e della Youth Guarantee, e quindi occorre agire in sinergia proprio per fronteggiare queste situazioni di grandi difficoltà. Concluderei così questa mia relazione, lasciando spazio ai vostri interventi e riservandomi eventualmente di intervenire in fase di replica. Grazie.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale. La parola al collega Vicepresidente Rosset.
Rosset (UVP) - Grazie Presidente. Buongiorno, cari colleghi.
In merito a questo ordine del giorno, nel Consiglio del 27 settembre 2013 presentammo una mozione che fu votata all'unanimità da quest'Assemblea, una mozione che impegnava e riteneva indispensabile che il Consiglio regionale, per il tramite della commissione consiliare competente, venisse informato sulle azioni di concertazione condotte sinora sugli indirizzi programmatori identificati e sulle destinazioni delle risorse. Questo perché? Perché in una delicata fase economica come quella che stiamo vivendo, con Governi nazionali che hanno sacrificato le Autonomie locali sull'altare della crisi, le scelte relative alla futura programmazione e alle priorità regionali cui allocare le risorse europee, risultano di importanza strategica per la costruzione delle politiche e delle azioni di sviluppo dei prossimi anni. Sulla base di quanto peraltro indicato da un modificato regolamento CEE che ha introdotto l'obbligo della concertazione con le autorità locali, con le parti economiche e sociali - come citava correttamente il Presidente della Regione - e con gli organismi di rappresentanza della società civile, è quindi importante attivare un confronto anche in sede di commissione consiliare, e questo ben sapendo l'importanza che le risorse comunitarie significano per la Valle d'Aosta. Basti pensare l'importanza che rivestono appunto il Programma di sviluppo rurale, quindi agricoltura e risorse naturali, il Fondo sociale europeo, cioè la formazione delle politiche del lavoro, il programma di competitività, quindi crescita e sviluppo economico e innovazione, programmi di cooperazione territoriale, meglio conosciuti come "Interreg", in questi anni hanno sostenuto iniziative in tutti i settori di competenza dell'Amministrazione regionale, dal turismo alla cultura, dall'istruzione alla sanità, agli Enti locali, e molto altro ancora. Ora, la logica con cui si è deciso di giungere alla presentazione di questi programmi, che oggi dovremmo approvare, la dice lunga sulla volontà reale di coinvolgere questo Consiglio in una discussione di sostanza e non in una discussione di forma. Ebbene, ancora una volta, come per altre mozioni, non viene preso in considerazione ciò che questo Consiglio...
Io mi rivolgo a lei, Presidente del Consiglio, di tenere in considerazione questo fatto perché è ripetitivo: alle mozioni che vengono votate all'interno di quest'Assemblea non viene poi dato corso. Non cito i vertici della questione del Casinò, l'operato sulla sfiducia di questo Governo, quindi la disattenzione sulle determinazioni di quest'Assemblea non dando seguito alle decisioni del Consiglio...e, nello specifico, di portare le consultazioni sulla proclamazione 2014-2020 anche nelle commissioni consiliari, se non per l'approvazione che è arrivata oggi, dopo che, qualche giorno fa, è arrivata sui nostri tavoli dei mattoni di documentazione. Sia chiaro: non per la volontà degli uffici di questa Amministrazione, che hanno svolto un lavoro eccellente stante le direttive politiche, quanto la scelta di questo Governo di procedere verso opere e interessi già stabiliti, piuttosto che verso quelli che avrebbero potuto essere più sensati.
Allora, questa maggioranza non ha minimamente l'intenzione di condividere alcuna scelta con quest'Assemblea, in una logica di proposte di documenti già impacchettati, sui quali non c'è più tempo per intervenire perché trasmettere - come correttamente diceva il Presidente - le proposte dei programmi in ritardo a Bruxelles significherebbe, di fatto, perdere un anno di programmazione. Ma veniamo alle scelte, lasciamo da parte il metodo...è stato dichiarato che le ingenti risorse su tutti i programmi...purtroppo vediamo che, rispetto al precedente settennato, da 82 milioni noi scendiamo a 55 milioni, come correttamente l'Assessore citava.
Ora, io vorrei solo fare alcune domande, non entrerò nel merito di questi volumi che noi abbiamo dovuto in pochi giorni analizzare e valutare, ma...alcune domande specifiche e puntuali, in modo che si possa avere qualche risposta. Sul programma dell'occupazione vorrei sapere se quest'Assemblea, che decide di destinare le risorse...se c'è l'intenzione di incentivare assunzioni di giovani qualificati con titoli di studio spendibili. Nello stesso tempo, penso che sia disponibile destinare risorse dell'asse istruzione e formazione su borse di studio per giovani universitari (quindi io mi limito a fare alcune domande specifiche). Sul programma competitività, tanto il Presidente ha già tutto...ancora una volta (ho seguito), si è deciso di utilizzare fondi per puntare ancora sulla tecnologia della banda e della fibra, che ogni giorno vengono sorpassate da evoluzioni tecnologiche ben più interessanti, quindi secondo noi sarebbe stato da valutare altre forme di finanziamento.
Prendo spunto anche da un'interrogazione fatta ieri dai colleghi Roscio e Morelli: vorrei capire dove sono sparite le miniere di Cogne...si era discusso, se n'era parlato...non dovevano essere un progetto cantierabile con la programmazione comunitaria 2014-2020? Io non ho notato, per quel poco che ho potuto guardare, nulla in tal senso. Allora, io, su questi volumi presentati potrei parlare per dei giorni, forse anche delle settimane intere, ma credo che anche i colleghi abbiano molto da dire, e quindi non voglio togliere loro tempo su argomenti molto più interessanti. Ringrazio per l'attenzione.
Presidente - Grazie collega Rosset. La parola alla collega Fontana.
Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Il programma che oggi ci apprestiamo a discutere definirà per i prossimi 7 anni gli ambiti di impiego delle risorse del Fondo sociale europeo a sostegno dell'occupazione, dell'istruzione e dell'inclusione sociale in Valle d'Aosta. Affinché tali interventi si traducano in una strategia di sviluppo efficace e duratura e non sfumino nell'ennesimo, inutile e dannoso episodio di finanziamento a pioggia, riteniamo sia indispensabile investire prioritariamente nella valorizzazione delle persone, del patrimonio umano e professionale presenti nella nostra regione. Conosciamo tutti le difficili condizioni economiche che l'Europa e l'Italia, in particolare, stanno attraversando ormai da troppi anni. Negli ultimi tempi, del resto, la crisi non sta risparmiano neppure il nostro territorio. Quella che fino a ieri era considerata "un'isola felice" in cui il benessere, l'istruzione, il lavoro, parevano essere garantiti a tutti, mostra oggi gli impietosi segni della recessione. Anche da noi la disoccupazione, in particolar modo quella giovanile, ha raggiunto delle percentuali mai conosciute fino ad oggi e, allo stesso tempo, è aumentato il numero delle famiglie che si trovano in condizioni di grave emergenza economica o nelle quali nessuno lavora o percepisce un reddito.
Recentemente poi, il secondo rapporto della struttura regionale per la valutazione del sistema scolastico valdostano, ha fotografato il difficile momento che sta attraversando anche il mondo della scuola valdostana, caratterizzata da un elevato tasso di dispersione, da un calo del rendimento e delle valutazioni, che risultano ben al di sotto della media nazionale. È evidente che un sistema scolastico inefficiente e poco competitivo costituisca un fattore frenante che allontana future prospettive di ripresa occupazionale. Per questo motivo non sono ipotizzabili strategie e programmi di sviluppo che non prevedano anche adeguati investimenti nel settore dell'istruzione. In questo quadro caratterizzato da tale criticità si inseriscono anche i problemi legati alla tutela dei soggetti più fragili, alla promozione delle pari opportunità, alla lotta alla discriminazione e al contrasto alla violenza di genere. A tale proposito, mi preme sottolineare l'importanza di favorire piena partecipazione al mercato del lavoro delle donne, che più di tutti hanno subito gli effetti della crisi occupazionale. Anche il miglioramento degli standard quantitativi e qualitativi dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese costituisce, a buon diritto, un ambito di intervento di fondamentale importanza, specialmente nella nostra regione, dove è particolarmente marcato il supporto fornito dalle strutture pubbliche allo sviluppo del tessuto economico e produttivo.
Il programma operativo regionale 2014-2020, insomma, deve porsi l'obiettivo primario di avviare un percorso di crescita e di sviluppo sostenibile della società valdostana, fondato in primis sulla valorizzazione dei diritti di tutti i cittadini. Solo se verranno messe le persone al centro degli interventi che ci accingiamo a discutere sarà possibile intraprendere il cammino della ripresa, sarà possibile cioè dare una speranza a coloro che affrontano con fatica le difficoltà quotidiane e che, troppo spesso, vedono il futuro con timore o disillusione. Si tratta di un programma di grande respiro, che richiede il massimo coinvolgimento possibile tra i soggetti istituzionali e la società civile e che mi auguro possa essere il frutto di un'ampia condivisione e di una proficua collaborazione tra le forze politiche. Già l'Unione europea prevede che, tra le fasi della stesura dei programmi, sia prevista una concertazione con tutti gli attori in campo che dia vita a dei programmi condivisi realizzabili, e calati nel contesto in cui dovranno incidere per sostenere i territori nella prioritaria direzione di contrastare la disoccupazione attraverso gli strumenti possibili.
Ci preme sottolineare come non siano più rinviabili scelte strategiche fondamentali per il nostro territorio. Se si vuole davvero fare del turismo, il volano dell'economia valdostana, si deve agire di conseguenza. Secondo noi le scelte sia nella formazione che negli investimenti da fare con il sostegno dell'FSE e del FESR devono concentrarsi maggiormente in questo settore. Diciamo "maggiormente" perché, secondo noi, l'industria non va abbandonata, sosteniamo da sempre che ci debba essere una presenza equilibrata di tutti i settori economici: primario, secondario e terziario. Nel settore primario è chiaro che bisogna investire in un nuovo modello di agricoltura, fortemente collegato al turismo, modello che sia ecocompatibile e rispettoso dell'ambiente. Non è più possibile, anche in questo settore, continuare con interventi e contributi a pioggia, senza una visione del futuro e senza un'azione politica lungimirante, ma soprattutto condivisa con gli operatori e le categorie. E affinché gli obiettivi di questa programmazione siano raggiunti e gli strumenti siano davvero efficaci, sono necessarie - come richiamato più volte in tutti i documenti preparatori dell'Unione europea - delle condizioni di contesto chiamate appunto "condizionabilità".
Fra tutte le condizionabilità cosiddette ex ante, cioè quelle che devono essere oggetto di valutazione per decidere se approvare o meno i programmi, vorremmo ricordarne alcune: la presenza sul territorio di infrastrutture per la ricerca e l'innovazione; l'esistenza di un piano pluriennale per la programmazione di bilancio e la definizione delle priorità di investimento; la realizzazione di azioni volte a promuovere il miglioramento efficace in termini di costi dell'efficienza negli usi finali dell'energia e investimenti efficaci in termini di costi nell'efficienza energetica, in sede di costruzione o di ristrutturazione degli edifici; l'esistenza di uno o più piani o quadri generali per gli investimenti in materia di trasporti, conformemente agli assetti istituzionali degli Stati membri, compreso il trasporto pubblico a livello regionale e locale, che sostenga lo sviluppo delle infrastrutture e migliori l'accessibilità alla rete globale e alla rete centrale; l'esistenza nell'ambito di uno o più piani o quadri generali dei trasporti di una sezione specifica dedicata allo sviluppo delle ferrovie, conformemente all'assetto istituzionale degli Stati membri, compreso il trasporto pubblico a livello regionale e locale, che sostenga lo sviluppo dell'infrastruttura e migliori l'accessibilità alla rete globale e alla rete centrale; l'adattamento di lavoratori, imprese e imprenditori al cambiamento, e quindi l'esistenza di politiche mirate a favorire l'anticipazione e la gestione efficace del cambiamento e della ristrutturazione...senza citare anche tutte quelle trasversali, politiche di genere, antidiscriminazioni, appalti pubblici, disabilità, eccetera. Ne citiamo solo alcuni, come anticipato, solo per dare idea di quali dovrebbero essere le scelte che creano le condizioni per far germogliare ed attecchire le politiche previste anche nei programmi oggi all'attenzione di questo Consiglio. Non ci sembra che queste condizioni siano ad oggi garantite.
La nostra preoccupazione è quella - come ho anticipato all'inizio del mio intervento - che questi programmi si riducono al solo sforzo di ottenere delle risorse dall'Unione europea e dallo Stato, invece di impegnarsi a costruire un vero rilancio della nostra regione, utilizzando queste risorse, per un vero investimento sul futuro, che dia speranze concrete. Riteniamo, infatti, che per il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine debba esserci la volontà politica da parte della Regione di investire ulteriori risorse rispetto a quelle stanziate, per poter dare gambe a un programma di lungo respiro capace di incidere in modo concreto sull'occupazione, e quindi sull'economia già a partire dall'anno in corso. Solo così possiamo pensare di dare ai cittadini la speranza di un reale cambiamento fondato su fatti concreti e non solo su un programma dei sogni. Grazie.
Presidente - La parola alla collega Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Presidente.
La programmazione europea ha delle caratteristiche simili alla costruzione di una casa: alla sua realizzazione partecipano molti professionisti con dei ruoli diversi, che fondamentalmente dovrebbero seguire le aspettative e le direttive di chi ordina quella casa e che, in quella casa, vuole affrontare il futuro, vuole andarci ad abitare, così come recita la politica regionale europea, con la volontà di "promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione", che ha anche obiettivi di ridurre "il divario tra i livelli diversi di sviluppo delle varie regioni"; il ritardo delle regioni meno abbienti, con una particolare attenzione alle zone rurali, zone di transizione industriale, o che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici (questo aspetto, in qualche modo, anche il nostro Presidente l'ha già sottolineato). Questo è un po' il sogno di poter vivere in una "casa" che dia...diciamo queste priorità. In questa casa, in questa progettazione troviamo pilastri portanti, quadri strategici, assi, piani, piani di sviluppo, piani di crescita, dell'occupazione...insomma, come in ogni casa costruita su più livelli, troviamo una sincronizzazione e la sinergia tra i diversi elementi, tra obiettivi, priorità, regolati dai vari abitanti, dai vari piani, dallo stile e anche dalla filosofia di chi ordina e abiterà questa casa.
Troviamo anche - l'abbiamo sentito questa mattina - dei progetti pilota che, come ha definito oggi il nostro Presidente, sono utili "pour expérimenter et évaluer de nouvelles technologies, pour comprendre si elles peuvent, dans un deuxième moment, être employées dans d'autres cas aussi". Quindi possiamo dire che ci sono anche delle innovazioni all'interno di questa casa e dei "tester" che si provano, per vedere se poi possono essere utilizzati successivamente. Pour ce faire, e per riuscire a costruire solidamente questa casa, si parte naturalmente da un progetto, da una programmazione, che è quella che noi oggi affrontiamo a livello europeo, l'Europa ha proposto i pilastri portanti, i quadri strategici, è stato tutto analizzato con lo Stato, e in questo momento è al vaglio delle Regioni. Quindi c'è bisogno, per arrivare alla costruzione di questa casa, di un progetto, di una programmazione, oltre che dell'analisi delle strutture che si utilizzeranno, delle risorse e dei costi. Ecco, tutto questo oggi ci è stato illustrato; direi che, dopo questa premessa, possiamo dire che tutta questa parte può essere ritenuta quella precedente poi alla vera costruzione della casa, cioè quando si inizia davvero a entrare nel merito. Questa è, possiamo dire, la parte tecnica che oggi ci è stata illustrata dal Presidente (ma anche in commissione, ci avevano già illustrato questa parte sia il Presidente che l'Assessore) e fin qui...benissimo.
Ma dopo un'analisi approfondita della nuova programmazione ci pare di poter dire, cari colleghi, che se la parte che si occupa della parte tecnica ha compilato e ha riempito le caselle - come ci hanno detto gli Assessori e il Presidente - tramite le varie strutture e i vari uffici che chiaramente hanno collaborato, quindi se le parti burocratiche che erano necessarie per poter presentare il progetto, la programmazione...la programmazione europea-valdostana che andiamo ad analizzare oggi, che sarà presentata - come ha detto il Presidente - assolutamente entro il 22 luglio, ci pare manchi però di un'anima e uno stile. Mi spiego meglio: che essa abbia molto chiare le linee, le regole, i vari elementi della progettazione, ma manchi totalmente poi di una visione generale e di scelte politiche chiare, delineate, è evidente, manca soprattutto di coerenza col programma di legislatura di questa maggioranza. Perché a mio avviso è proprio questo che oggi mi aspettavo ci aspettavamo: se in commissione il Presidente e l'Assessore ci hanno presentato in qualche modo quello che potevamo leggere anche da soli negli investimenti a favore della crescita e dell'occupazione, per questi due progetti, FSE e FESR, è vero che oggi, nell'aula consiliare, mi aspettavo una spiegazione del perché di queste scelte, del perché siano state messe queste priorità o siano state scelte alcune priorità piuttosto che altre.
Leggendo le linee strategiche della Regione Trentino, ma anche di altre Regioni, giusto per fare un esempio simile al nostro, e per farne uno concreto, si intuisce subito quali siano le scelte politiche che ci sono dietro a questa progettazione, a queste linee strategiche: seguire il programma di legislatura, certo, all'interno della programmazione statale e europea, e affrontare la crisi sostenendo le parti critiche presenti sul territorio; a queste decisioni, però, vi è un seguito importante che, a nostro avviso, è quello che manca: cioè vi è una coerenza di predisposizione finanziaria, le risorse sono messe e stanziate secondo delle percentuali che accompagnano la scelta politica. Ora, è evidente che come movimento ALPE segnaliamo che, pur capendo tutti i paletti, tutti i vincoli, tutti gli incontri e le riunioni che sono state fatte sul territorio, non troviamo quale sia la strategia e la scelta che c'è stata a monte, cioè quella che è stata fatta per decidere e definire queste priorità e obiettivi e, soprattutto, le risorse da destinare a queste priorità e a questi obiettivi. Nella compilazione ci ritroviamo soprattutto nella scelta delle priorità e degli obiettivi, ma poi non troviamo più un nesso e un collegamento coerente con la decisione ultima delle risorse. Potremmo anche condividerle, ma non riusciamo (e userei anche quello che è stato già analizzato ampiamente questa mattina dal collega Chatrian) non riusciamo a trovare le "ricadute dirette" che queste priorità e questi obiettivi avranno sulla comunità, cioè l'impatto diretto sui cittadini e sul turismo. Troviamo delle belle intenzioni di cui non si conosce il rapporto tra costi e benefici che ci sembrano spesso degli una tantum isolati, non coordinati fra loro; bei progetti, bei corsi di formazione che poi però non si parlano!
Ripeto: ci saremmo aspettati questa mattina dal Governo un intervento molto più politico. Ritorno a fare un altro paragone, entrando anche più nel concreto, con lo schema operativo e finanziario della Provincia di Trento. Il collega Assessore Marquis ci ha molto ben spiegato come sono state fatte le tabelle di sintesi che seguono gli assi...hanno poi delle priorità di investimento, l'obiettivo specifico, le azioni esemplificative, e poi, in una tabella a parte, abbiamo la dotazione finanziaria indicativa. Ecco, ad esempio quello che io dicevo che manca e che è poco sviluppato nella nostra programmazione sono proprio le azioni esemplificative previste, mentre ad esempio nella Provincia di Trento, per quanto riguarda sia il FESR che il FSE, hanno definito l'asse, "l'obiettivo tematico" - loro lo chiamano così, ma potrebbe essere, all'interno delle priorità, la priorità generale - ma hanno poi aggiunto altre due voci, due sottotitoli, che sono a mio avviso fondamentali e che sono quelli che noi oggi sentiamo di non riuscire a dettagliare meglio: il risultato atteso da queste priorità e da questi obiettivi e, la proposta progettuale. Cioè della priorità "Promuovere gli investimenti delle imprese", eccetera, che abbiamo anche noi e che abbiamo chiamato sull'asse 1 la "priorità 1.b", con l'obiettivo tematico di rafforzare la ricerca e lo sviluppo tecnologico e l'innovazione, il Trentino indica già, in questa programmazione "l'incremento dell'attività di innovazione delle imprese e i progetti di ricerca per le imprese innovative, con priorità a quelli legati ai settori individuali", poi definisce della Smart Specialization, e poi mette l'impegno finanziario. Ecco, in questo modo ci pare essere già più chiaro quello a cui si vuole arrivare, cioè qual è l'azione concreta che giungerà sul territorio e di cui potranno fruire i cittadini che, in parte è quello che in effetti ha sintetizzato il Presidente quando ha detto: "All'interno di un quadro strategico comune, che è la parte alta, dobbiamo far uscire quali sono le azioni concrete che poi si fanno". Ecco, mi sembra che la nostra programmazione manchi di questa parte qua. Sì, le azioni concrete può anche darsi che poi nel dettaglio voi le abbiate, però noi non le abbiamo trovate, pur avendole tutte, pur avendo cercato di leggere quasi tutto, perché devo dire che la mole di documentazione da leggere e studiare è enorme.
Sempre per entrare nello specifico della parte economica (oltre alle priorità e agli obiettivi, noi avremmo voluto anche avere il risultato, che fosse già esplicitato quale risultato ci si attendeva e quali erano le proposte progettuali, chiare), notiamo anche che non ci sia una grande sinergia fra quello che poi viene detto ad esempio in alcuni programmi, nel programma di legislatura, ma anche in altri convegni a cui abbiamo partecipato, non ci sia una sinergia poi con la quantità di soldi, di risorse che vengono investite o vengono messe per investimenti su queste voci. Ritorno a fare un esempio pratico. Si parla di turismo, avete parlato questa mattina del turismo, della strategia 2020 che in particolare ha, come obiettivo principale, quello di avere una "crescita intelligente, sostenibile, inclusiva", quindi avete detto: "facciamo riferimento anche a queste linee da strategia "Europa 2020", ed è molto importante, perché prevede una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Benissimo, condividiamo, però poi, andando a vedere le risorse, non riusciamo a trovare una coerenza. Un esempio su tutti può essere, per quanto riguarda ad esempio l'istruzione, Assessore Marquis (faccio alcuni esempi) lei ha detto che è stato investito il 16 percento. Ecco, ad esempio per quanto riguarda l'istruzione, la Provincia di Trento ha investito il 39 percento...ecco, per dare l'idea della misura anche con cui certe priorità, certi obiettivi e quindi certe azioni verranno raggiunte, avranno sul territorio una fruizione se ci saranno anche delle risorse compatibili con quanto è necessario per poterle raggiungere, perché se si dice: "Noi crediamo che sia molto importante il recupero dell'abbandono scolastico, poiché lo poniamo come primo obiettivo della dispersione" (che, mi pare, in Valle d'Aosta sia anche molto alta per l'abbandono scolastico, ricordo...noi siamo la Regione con il maggior numero, in percentuale, di abbandono scolastico, nonostante tutti gli investimenti fatti a livello di istruzione in questa Regione) quindi è un dato che chiaramente ci deve preoccupare, l'avete in effetti segnalato. Però, poi, se da una parte devo dire riconosco che con la delibera di Giunta del 16 maggio sia stato fatto un tentativo di fare un'analisi del contesto del perché la dispersione scolastica e di entrare un po' nel dettaglio e di prevedere delle azioni, è vero che poi, però, non sono state messe a nostro avviso le risorse sufficienti, o comunque non abbastanza.
Mi rendo conto che la coperta è corta e quando bisogna far tornare le cifre, la matematica non è un'opinione, non è che si può decidere a piacimento! Le percentuali sono significative e parlano chiaramente. Non entro nel merito ad esempio delle percentuali decise con lo Stato e con l'Europa, però sicuramente se ci fosse stato da parte della Regione un coraggio maggiore, (uso questa parola: un "coraggio maggiore" nell'investire anche in questi progetti, decidere di mettere maggiori risorse) anche le percentuali dello Stato sarebbero cambiate, e quindi, di conseguenza, anche le cifre totali e l'investimento dell'Unione europea sarebbe stato diverso. Chiaramente ormai è tardi per andare a discutere su questo, ma anche quella è una scelta politica che noi non vediamo essere stata fatta a monte; nel momento di scelta e di primi contatti con lo Stato e con l'Europa, forse era lì che la parte politica doveva andare a decidere e a negoziare le percentuali con le quali si decideva di intervenire - le percentuali e poi anche le risorse - come Regione e, di conseguenza, sarebbero poi andate a caduta anche tutte quelle dello Stato e dell'Europa. Se da una parte non possiamo che non condividere la scelta diciamo più tecnica che è stata fatta, la scelta delle priorità e degli obiettivi, non possiamo non lamentare una carenza nella concretizzazione, da una parte, nella proposta dell'azione e, dell'altra, nella concretezza delle risorse.
Noi, come gruppi di minoranza, abbiamo poi presentato due risoluzioni, e in queste due risoluzioni cerchiamo proprio di andare a chiedere questo: capiamo che i tempi sono quelli del 22 luglio e quindi nulla si potrà oggi andare a cambiare, però lo auspichiamo poi sulla base del dibattito che è avvenuto qua, in aula consiliare...e mi permetto di dire anche di tutti gli altri dibattiti che (pare) avete avuto con le parti sociali, con le parti produttive, con gli Enti, con tutte le varie associazioni che avete incontrato. Chiedo di riuscire ad andare di nuovo a essere più incisivi, a essere eventualmente più puntuali nel dettagliare questi passaggi... Ecco, noi vi chiediamo veramente di porre attenzione al dibattito che oggi c'è stato, a questi incontri che avete avuto e a quello che ne è uscito, perché quando li abbiamo incontrati noi, in commissione le parti economiche o le rappresentanze sindacali non è che siano state poi proprio tutte in linea con quanto ha scelto il Governo! Quindi...forse sì, li avete ascoltati, però li avete ascoltati, ma non sentiti...no, è il contrario, li avete sentiti ma non li avete ascoltati! Quello che noi chiediamo con le due risoluzioni che andiamo a presentare dopo è un po' questo: nel momento della definizione "definitiva" del piano, di presentarcelo nuovamente in commissione, e poi chiediamo che alcune azioni vengano dettagliate in modo preciso. Entreremo dopo sulle due proposte in particolare. Grazie.
Presidente - La parola al collega Fabbri.
Fabbri (UVP) - Oui, merci. Grazie Signor Presidente e Signor Assessore.
Intervenire oggi sulla discussione relativa ai piani di sviluppo FSE e FESR e Piano di sviluppo rurale, che affronteremo dopo, è per me, che affronto tale argomento da neofita, come del resto anche tanti miei colleghi che sono alla prima esperienza (anche della maggioranza), una fonte di imbarazzo e anche di scoramento verso i cittadini, gli elettori, e verso anche la mia condizione di Consigliere. Ci viene infatti chiesto di approvare un documento di importanza fondamentale per la nostra economia negli anni a venire, senza però averci dato il tempo e gli strumenti per poter...non dico incidere operativamente, ma perlomeno di approfondire e condividere la strategia che ci viene ora proposta. Ci è stato dato un malloppone di circa 400 pagine, estremamente tecnico, difficilissimo da leggere per i profani; poi, per fortuna, anche se con estremo ritardo, ci sono state date delle sinossi, delle specie di "Bignami" - devo dire anche abbastanza facilmente consultabili - precedute da una rapida presentazione in commissione, dove sia il Presidente che l'Assessore sono fugacemente comparsi con una relazione supersuccinta in cui ci hanno dato delle cifre, ci hanno spiegato un attimino quelli che sono gli assi portanti dei piani FSE e FESR, dicendoci che i progetti, l'operatività reale vera e propria verrà poi costruita in seguito...sarà, ma un tema di così ampio interesse avrebbe meritato ben altro approfondimento! La logica dell'arrivare al fotofinish per programmare il futuro è stata determinante anche questa volta.
Con questo atto si riconferma la volontà di esautorare il significato della funzione del Consiglio Valle, negandone, ancora una volta, la sua centralità. Non è sicuramente la sede, questa, per andare a spulciare tutte le parti del programma, si tratterebbe di un ostruzionismo becero e anche improduttivo; inoltre, i tempi, come ci avete detto, sono estremamente limitati, per cui dobbiamo uscire da questa impasse nel più breve tempo possibile. Certo è, come dicevo prima, che se avessimo avuto la possibilità di acquisire delle delucidazioni esaustive in tempi utili da parte di tecnici - che pure ci sono, e sono estremamente valide - avremmo potuto affrontare la discussione dei documenti in un modo molto più proficuo. Vero è che i progetti attuativi dei piani si svilupperanno negli anni a venire, ma siccome la nostra non è una mentalità da Yes man (come piace tanto al nostro Presidente), tutto ciò crea un profondo disagio. Intervenire quest'oggi sulla discussione relativa alla prossima programmazione di fondi comunitari nella nostra Regione è un atto doveroso per tutti, sia per l'importanza programmatica che questi documenti rivestono, sia e soprattutto per il peso politico che ci impone un'attenzione speciale a questo momento.
Presidente, lei e il suo Governo, ancora una volta, non avete minimamente avuto intenzione di condividere alcuna scelta con quest'Assemblea, in una logica di proposta di documenti già impacchettati sui quali non c'è più tempo di intervenire, perché - come abbiamo detto - trasmettere le proposte dei programmi in ritardo comporterebbe la perdita addirittura di un anno nella programmazione. Comunque questa corsa ad ostacoli all'ultimo respiro che ci viene imposta direi che ha qualcosa di comico, se non fosse così mortificante. Fortunatamente, noi, dell'UVP, che è un movimento serio e che investe sulla formazione dei suoi eletti e dei suoi simpatizzanti, circa un mese fa abbiamo organizzato una giornata di approfondimento su diverse tematiche europee e, in questa sede, abbiamo avuto la fortuna di audire dei tecnici formati in Regione che ci hanno delucidato e messo a conoscenza di queste cose. Ancora una volta, come per la rimozione dei vertici del Casinò o la sfiducia all'operato dell'Esecutivo, questa maggioranza ha disatteso le determinazioni di quest'Assemblea - come diceva prima il collega Rosset - non dando seguito alla decisione del Consiglio di portare le consultazioni (che siano consultazioni degne di questo nome) sulla programmazione 2014-2020, anche nelle commissioni consiliari, se non - come dicevo prima - per una fugace comparsa. Ci è chiaro tutto questo, non è stato voluto dagli uffici, che sono estremamente attivi e che hanno svolto un lavoro eccellente. Ma veniamo al dunque, dopo il metodo passiamo ai contenuti, anzi, ai soldi.
È stato sbandierato ai quattro venti che vi è stato un aumento ingente delle risorse su tutti i programmi, sperando che nessuno si accorgesse che dagli 80 milioni di euro destinati al Fondo sociale europeo della scorsa programmazione, siamo passati invece ai 55 milioni di euro per il settennato che verrà. Non si racconti che sono ancora in ballo 18 milioni di euro su qualche programma operativo nazionale che verranno resi disponibili per la Valle d'Aosta. Non illudiamoci di potere aderire a questi tipi di ripartizione. Ancora una volta sono stati trascurati i negoziati con Roma e questo è il risultato! Rimanendo sempre sul programma dell'occupazione, mi auguro che le risorse destinate a favorire l'occupazione non verranno nuovamente indirizzate ad interventi tampone, mentre invece si deve avere l'intenzione di incentivare assunzioni di giovani qualificati, con titoli di studio spendibili, invece di incoraggiare l'abbandono scolastico, favorendo assunzioni solo di coloro che hanno conseguito l'obbligo scolastico. Pensa che sarà possibile destinare anche le risorse dell'asse istruzione e formazione a borse di studio per giovani laureati o si deve credere che ancora sia il tempo di finanziare decine di corsi dal dubbio risultato formativo e dallo scarso risultato occupazionale.
Per quanto riguarda poi i programmi di competitività, io mi auguro che vengano considerati attentamente quelli che saranno i programmi in questo punto e che non si debbano di nuovo finanziare...non dico dei "carrozzoni", ma delle costose iniziative che poi possono andare a rimpinguare delle azioni la cui utilità è piuttosto dubbia. La posta in gioco è altissima, tutti concordiamo che questi fondi sono indispensabili per progettare il nostro futuro. Ora, che a scatola chiusa dobbiamo accettare questa linea programmatica, ci batteremo affinché la sua attuazione generi dei progetti che possano essere realmente utili allo scopo che si prefiggono e che non siano solo la solita redistribuzione di fondi che non riescono a produrre qualcosa di efficace, duraturo e generatore di lavoro qualificato e di benessere. Considerati gli assi, le finalità in cui sono stati suddivisi e finanziati, sia nell'ambito dell'FSE che del FESR, mi pare di poter invitare il nostro Governo ad individuare il fil rouge che unisce tutti gli interventi, e cioè che se si vogliono aggredire le criticità evidenziate, che secondo il sottoscritto è solo attraverso il potenziamento di corsi altamente qualificanti, cioè puntando su quello che è il capitale umano, riusciremo veramente a portare fuori la nostra Regione da questo stallo in cui ci ritroviamo. Usiamo questi fondi soprattutto - come già qualche mio collega ha detto - sulla formazione, e su una formazione che sia qualificata e che possa essere duratura nel tempo, perché è il capitale umano che farà sviluppare la nostra Regione. Grazie.
Presidente - Grazie collega Fabbri. La parola al Consigliere Borrello.
Borrello (SA) - Grazie Presidente.
Alcune considerazioni in merito a due atti molto importanti, due atti di programmazione per quanto riguarda il settennio 2014-2020, con tutte le ripercussioni e le ricadute che questo può avere nell'economia valdostana per i prossimi anni, soprattutto per le categorie e i nostri concittadini. L'analisi che è stata fatta su dei documenti decisamente corposi...soprattutto se poi andiamo a fare anche un'analisi rispetto al documento che andremo ad approfondire successivamente, il Piano di sviluppo rurale...gli indirizzi sono decisamente tanti, e l'impegno per poter analizzare questi documenti è stato veramente elevato. Sono delle misure strutturali necessarie per cercare di determinare la crescita e l'aumento dell'occupazione e sono state promosse dall'Unione europea. I fondi a disposizione, come già sapete, come già citato all'interno delle relazioni, sono di 64 milioni per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale e 55 milioni per quanto riguarda il Fondo sociale europeo. Ovviamente l'obiettivo è stato già detto dai presentatori all'interno dell'Esecutivo, è proprio quello di rafforzare e ridare slancio all'economia delle Regioni europee. È da qui che parte il ragionamento dell'analisi programmatica, legata a una definizione di quelli che sono gli obiettivi tematici, obiettivi tematici che devono essere sviluppati affinché si possa andare ad affrontare la crisi, che, come abbiamo già detto più volte, in questo momento è una crisi aggressiva, che comporta sicuramente delle ripercussioni negative su tutto il tessuto economico regionale.
Una cosa che è sicuramente positiva all'interno dell'analisi di contesto di questi documenti, è la fotografia che si fa del contesto economico regionale, e questo dev'essere preso da spunto per continuare a migliorare quelle che sono le analisi di azioni da intraprendere all'interno delle economie da produrre all'interno di questa Regione. Sono diverse le analisi che sono state fatte, a partire dal discorso delle imprese e del sistema produttivo, per poi arrivare a una fotografia di quella che è la coesione sociale all'interno del nostro territorio, per poi fare una panoramica rispetto a quello che è il ragionamento legato all'occupazione e al mercato del lavoro.
Quali sono gli obiettivi principali che ci si pone all'interno di questi due programmi: da una parte, combattere la crisi del mercato del lavoro della Valle d'Aosta, rafforzare la coesione sociale, far fronte a un incremento importante della domanda di assistenza e cura dovuta all'invecchiamento, alle problematiche legate alle diverse sensibilità sul territorio, combattere gli elevati tassi di abbandono scolastico, e valorizzare il capitale umano di eccellenza presente all'interno della nostra Regione. Sono degli auspici, questi, che devono essere poi identificati all'interno di un programma, un programma che all'interno delle due linee di indirizzo sono presenti negli assi che si intendono sviluppare.
L'auspicio che noi poniamo in quest'assise, in questo momento, è che questi due programmi di sviluppo possano avere delle ricadute positive all'interno del tessuto economico valdostano e abbiano una concretizzazione dal punto di vista degli impatti positivi; ripeto: questo può essere visto sicuramente in maniera positiva, affinché ci sia uno sviluppo della Valle d'Aosta per quanto riguarda queste tematiche che sono importanti per la nostra Regione. Grazie.
Presidente - La parola al collega Cognetta.
Cognetta (M5S) - Sì, grazie Presidente.
Vorremo fare anche noi, come Movimento Cinque Stelle, un paio di considerazioni rispetto a questi documenti molto importanti; sono documenti che impegnano i prossimi 7 anni e parliamo di una cifra di circa 120 milioni di euro spalmati in questo periodo, che non sono pochi, e quindi sicuramente sono importanti dal punto di vista economico e di sviluppo, com'è stato detto sia dagli altri colleghi di opposizione che da quelli di maggioranza.
Io partirei da un assunto generale che ho trovato all'interno di un libro che ci è stato dato un po' di tempo fa, edito dalla Chambre Valdôtaine, il cui titolo è: "La Green Economy in Valle d'Aosta", dove nella prima parte si fa un excursus piuttosto approfondito di qual è la situazione economica e di come si è arrivati, diciamo così, ad oggi, a queste difficoltà nelle quali ci troviamo. Un passaggio naturalmente importante riguarda il modello, diciamo così, economico, e recita in questo modo: "Non sono noti modelli virtuosi di sviluppo economico trainati stabilmente dall'occupazione nel settore pubblico e della spesa pubblica". In questo caso si fa riferimento specificatamente alla situazione della Valle d'Aosta degli ultimi 10 anni. Noi abbiamo avuto un'economia esclusivamente trainata dal settore pubblico; il settore pubblico poi è andato in crisi, e ci troviamo nella situazione di oggi! Per dare delle cifre che tutti noi, tecnici o comunque Consiglieri assidui, conosciamo, ma anche per contestualizzare la situazione nella quale si muovono questi documenti - sempre dalla mole di documenti molto pesante che ci è stata data relativamente anche all'analisi di contesto - ho fatto una tabella riepilogativa rispetto al tasso di disoccupazione, totale o giovanile, e così via, e si nota che, tra il 2012 e il 2013 in particolare, c'è stato un peggioramento piuttosto elevato di tutta una serie di parametri: posso citare, ad esempio, i giovani tra i 15 e i 19 anni, che non sono né studenti, né impiegati al lavoro, sono passati dal 15 al 19 percento; il tasso di disoccupazione giovanile è passato dal 25 al 30 percento, e così via, il reddito pro capite è sceso di circa 1.000 euro all'anno...tutta quanta una serie di dati che ci fanno capire che nell'ultimo anno 2012-2013 c'è stato un peggioramento molto, molto importante dell'economia. Questo è quello che ha portato a creare questi documenti.
Sul primo documento, cioè quello sul FESR, per intenderci, ho notato che spendiamo tantissime risorse per modernizzare la macchina burocratica della Valle d'Aosta, e non so esattamente quanto questo poi porterà delle ricadute occupazionali o migliorative del tessuto economico della Valle stessa, perché alla fine, per accrescere la competitività, spenderemo nei prossimi anni 7 milioni e mezzo di euro, il che vuol dire un milione e qualcosa l'anno, mentre invece faremo un data center regionale, faremo una rete, diciamo così, di accesso a Internet particolarmente grande e infrastrutturata, ma che sarà comunque a pagamento per i valdostani, quindi, insomma, ci servirà fino a un certo punto, e così via...tutta quanta una serie di altre iniziative che, di fatto, io non so quanto saranno effettivamente importanti e decisive per migliorare la nostra situazione. Questo, quindi, è il primo grosso problema: facciamo tutta una serie di operazioni e, diciamo così, ci affidiamo a una serie di interventi economici che dovrebbero sviluppare la Valle, ma in realtà li bruciamo come Amministrazione regionale. Questo è un primo dubbio che mi viene e che vorrei appunto sottoporre all'attenzione di chi ha redatto questi documenti e di chi poi li fa approvare.
Se poi passiamo al Fondo sociale europeo...beh, la situazione è ancora...diciamo peggiore. Noi abbiamo da diversi anni, diverse istituzioni che si occupano sul territorio regionale di Fondo sociale europeo, però il primo problema è quello relativo - lo abbiamo già affrontato altre volte - alla certezza della spesa, noi sappiamo che è stato speso, fino adesso, rispetto alla passata programmazione circa il 36 percento, manca ancora, diciamo così, un 64 percento per arrivare ad aver speso tutto e quindi ad evitare il disimpegno...poi, se i dati non sono giusti, me li correggerà l'Assessore, senza problemi. Però una cosa è certa: già nelle passate programmazioni, sostanzialmente la popolazione attiva valdostana ha già fatto mediamente due corsi ciascuno (questo è un dato che arriva sempre dal Comitato di sorveglianza). Che cosa ha sortito? Beh, di sicuro non ha sortito occupazione, perché abbiamo detto prima che i dati dell'occupazione sono disastrosi; non ha sortito imprenditoria particolarmente forte, perché ci rendiamo conto che, anche questa, è una situazione che non ci fa piacere; non sappiamo effettivamente qual è stato il miglioramento a livello regionale, anzi, direi che c'è stato un forte peggioramento. Quindi pensare di fare un altro piano per i prossimi 7 anni con altri corsi, che alla fine non porteranno a nulla, io non so quanto effettivamente sarà utile...a parte passare risorse a chi se ne occupa per fare corsi, cioè nel senso che bisogna pagare gli stipendi a quelli che fanno i corsi...vabbè, può essere anche questa un'utilità...però, insomma, spereremmo che succedesse qualcosa di più!
Un'altra cosa importante che è accaduta nella passata legislatura, per esempio sono state quelle iniziative che per noi non sono state, diciamo così, le migliori che si potevano fare, quando abbiamo regalato Tablet o portatili...sì, sì, sono cose che possono essere servite, però, anche lì, che ritorno ne abbiamo avuto? Non si sa! Perché dovrebbero essere piani di sviluppo, questi eh, non ce lo dimentichiamo! Per questi motivi e per tutta una serie di altri motivi, quali ad esempio la frammentazione enorme, grandissima, di progetti che c'è stata (è stato uno dei problemi che anche in commissione è stato evidenziato), cioè troppi progetti piccoli che alla fine hanno creato un ingolfamento del sistema, oppure il grossissimo problema della rendicontazione, per il quale, quando c'è stato il discorso di insediamento della prima Giunta, un anno fa, anche il Presidente Rollandin aveva posto l'accento, dicendo: "C'è il problema nelle rendicontazioni e bisogna risolvere anche questo". Quindi, dicevo, tutta questa serie di problemi, alla fine speriamo che vengano corretti nel prossimo settennio, perché altrimenti butteremmo via un mare di risorse, non otterremmo nulla, e questo ci creerà dei grossi problemi.
Infatti, gli ordini del giorno che abbiamo presentato (io mi concentrerò di più su quello relativo al FSE) cosa chiedono? Chiedono di venire in commissione e darci delle indicazioni precise, puntuali, su determinati assi di intervento nei prossimi due anni, perché questo ci sembra l'elemento più importante, al di là del fatto che dobbiamo approvare questa roba assolutamente altrimenti perdiamo i soldi, e su questo voi siete d'accordo, noi anche, perché l'urgenza c'è, poi magari non la voteremo per quanto ci riguarda il "favorevolmente" per i motivi che vi ho detto, però neanche ci metteremo di traverso, perché ci rendiamo conto che sono soldi che servono alla Valle d'Aosta...ma, ecco, se vengono spesi bene ci farebbe piacere.
Quindi vorremmo che in commissione, in commissione, dove in genere siamo rappresentati tutti, no? ci fosse la possibilità di discutere con i Dirigenti, ci fosse la possibilità di intervenire efficacemente rispetto a ciò che si vorrà mettere in campo. Se, invece, saranno le solite cose fatte per gli amici o fatte perché bisogna sistemare "qualcuno" o "qualcosa", allora tutto questo piano di 120 e passa milioni, ahimè, non servirà ancora a nulla, saremo qui a discutere nei prossimi anni dicendo che fate i favori agli amici, non risolvete i problemi della Valle d'Aosta, e così via. Perché vedete, alla base di tutto quanto questo, c'è il discorso che vi avevo fatto all'inizio: noi siamo una società che è cresciuta esclusivamente sul pubblico e non possiamo più andare avanti! L'Assessore alle finanze ha detto: "Non possiamo più aiutare tutti" e in effetti ha ragione, tant'è che a momenti non possiamo più aiutare nessuno...altro che qualcuno, non riusciamo più ad aiutare nessuno, e questo ci sta mettendo in ginocchio! Quest'anno, il 2014, è un anno economicamente ancora peggiore del 2013, che è già stato un'ecatombe rispetto al 2012. Se questi fondi europei sono quelli che dovrebbero trainare, o perlomeno incominciare a trainare uno sviluppo futuro della Valle d'Aosta, vanno spesi molto bene. Ora, noi non pensiamo di avere tutta l'intelligenza per poterli spendere bene, però neanche potete pensare di averla solo voi! Quindi, nell'ottica famosa di "condivisione", nell'ottica famosa di "cercare di risolvere i problemi per il bene della Valle d'Aosta", vi invitiamo a votare a favore di questo ordine del giorno, nel quale l'unica cosa che chiediamo è di condividere le scelte.
Presidente - La parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Grazie Presidente. Direi che tante cose sono state dette su questi due programmi, quindi è inutile ripetersi anche per l'efficacia dei lavori.
Una sottolineatura ancora sul metodo adottato, come Capogruppo dell'Union Valdôtaine Progressiste, la voglio fare qui, in aula, come l'ho fatta in commissione. Evidentemente ognuno di noi pone al centro della propria azione politica i temi per i quali nutre maggior interesse, quando si parla di una pianificazione e di una programmazione lunga 7 anni, non si può non trovare degli interessi in ogni componente dei propri gruppi. Come Capogruppo voglio sottolineare e far rimarcare il fatto che il gruppo non è stato messo in condizione di poter lavorare efficacemente, e soprattutto di rispondere alla cittadinanza e alle persone che vogliono, qui, un lavoro serio e approfondito. Bene ha fatto il collega Fabbri a sottolinearlo, ma lo voglio rimarcare ancora, lo voglio rimarcare perché ci sono altri programmi. Pochi giorni fa, attraverso un comunicato stampa fatto dalla Presidenza, è stato sottolineato come la Commissione europea ha inserito la Valle d'Aosta nell'elenco dei territori ammissibili al finanziamento del programma "Mediterraneo" 2014-2020; ecco, speriamo che ci sia interesse per coinvolgerci anche un po' su queste azioni e che possiamo, anche su altre cose, dire la nostra. Il lavoro che abbiamo fatto in questi giorni è stato semplicemente un lavoro di verifica, è un lavoro che ci ha permesso quanto meno di conoscere i dati, soprattutto di andare ad approfondire le cose sulle quali, generalmente, si generalizza.
Il dato politico più importante e il dato di riferimento più importante, è che si sono coinvolti, nel senso del metodo, tanti partner: si fa accenno a tutta una serie di azioni di dialogo, il Consiglio regionale ha avuto la possibilità, attraverso i suoi Consiglieri, di lavorare da 20 giorni su questo piano; è da un anno che se ne parla, tutti ne hanno parlato, tutte le associazioni di categoria, i sindacati, tutti quanti i Consiglieri regionali che oggi lo approvano ne parlano da 20 giorni.
Detto ciò, il dato di partenza è che questa programmazione allunga la vita della strategia dal 2007 al 2020 ed è un momento di passaggio tra i due programmi politici; un momento di passaggio che, com'è stato detto, non può non cogliere le criticità che la Valle d'Aosta vive, che sicuramente i programmi europei potevano mitigare, ma non sono riusciti a mitigare: i tassi di disoccupazione, tutta una serie di dati negativi sono stati evidenziati. Noi riteniamo che attraverso i fondi europei si poteva fare comunque un lavoro migliore e più efficace per mitigare questa crisi, che evidentemente ci vede coinvolti come tutti gli altri.
Due sono gli aspetti che ci interessano in maniera particolare e in questo intervento li voglio sottolineare. Il primo è il fatto che i programmi europei, un po' come i programmi che in politica tutti noi cerchiamo di valorizzare e sviluppare, puntano, tendono a creare il benessere delle persone attraverso l'occupazione, attraverso il lavoro, attraverso la qualità della vita. E uno dei punti importanti che l'Europa si prefigge nel prossimo periodo è quello di ridurre l'inquinamento, di produrre un'attenzione, una valorizzazione maggiore delle energie alternative e di creare un benessere della qualità della vita cercando di riportare nei territori le persone ad abitare, evitando la concentrazione di grandi numeri di cittadini in pochi posti e disperdendo, invece, la possibilità di occupare i nostri territori. Rispetto a questo, da un lato, bisogna evidentemente investire nel lavoro, nell'accessibilità delle nostre valli e, dall'altro ancora, investire sull'accessibilità della Valle d'Aosta in generale. Nell'analisi di contesto, mi pare, quando si parla di accessibilità, fa sorridere che si dica che la Valle d'Aosta soffre - lo sappiamo tutti - di un problema di accessibilità, e come si risolve questo problema di accessibilità nell'analisi di contesto? Dicendo che le nostre strade sono comunque ben sviluppate, quindi si può arrivare in Valle d'Aosta attraverso il trasporto su gomma...se avessero aggiunto che l'autostrada era cara era perfetta come informazione, ma quella nota non è stata data. Allora, se sull'accessibilità dobbiamo lavorare, e se si capisce che attraverso i 7 milioni di euro che sono sull'obiettivo 4 non si possono risolvere i problemi della Valle d'Aosta, comunque una programmazione, un'indicazione politica più chiara al riguardo del grande problema che viviamo, che è quello della ferrovia, ma anche dei costi esagerati che ha l'autostrada, sarebbe stata utile (speriamo poi di ritrovarlo nel prosieguo delle discussione), mentre ci si concentra molto, ed è corretto, su Aosta, sulla Plaine, per cercare di trovare soluzioni al trasporto; trasporto che, attraverso i dati che ci sono stati forniti, dice due cose chiare: che, da un lato, abbiamo mezzi pubblici molto efficienti ma poco frequentati e, dall'altro, abbiamo un utilizzo della macchina privata molto frequente, però, purtroppo anche qui, con un'ottimizzazione rispetto all'utilizzo che non esiste.
Allora la domanda è come sempre: sono i mezzi pubblici che non rispondono alle esigenze della gente o è la gente che non ha cultura sufficiente per utilizzare i mezzi pubblici? In un dato che ci interessa, che è quello che ci dovrà vedere interessati nei prossimi 7 anni, perché la riduzione di scarichi di macchine e gas da combustione produrrebbero una riduzione della concentrazione d'ozono è uno degli obiettivi che ci dobbiamo dare, visto il pericolo che ha anche per la vita delle persone, forse un approfondimento maggiore sul nostro sistema di trasporto andrà fatto anche tenendo conto dei programmi europei.
Certo, i programmi europei non sono l'unica risorsa, e per fortuna, perché vengono sempre enunciati nel loro complesso; parliamo comunque, nei 7 anni, per quanto riguarda il Fondo sociale, di 55 milioni di euro: 27 milioni messi a carico del Fondo sociale europeo, 19 milioni a carico del Fondo nazionale statale e 8 milioni e qualche cosa della nostra Regione. Per quanto riguarda il FESR, si tratta di 64 milioni: 32 milioni del Fondo nazionale, 22 del Fondo regionale e il Fondo di rotazione statale di 9 milioni e 600 mila. Quindi sono risorse importanti che anche la Regione investe, che vanno spalmate nei 7 anni e messe come alcune sono già state indicate nei nostri bilanci, ricordando però che nei nostri bilanci, Presidente, visto che mi guardava con attenzione...nel 2014 abbiamo messo 220 mila euro per il FESR; nel 2015, 738 mila e, nel 2016, 840 mila. Quindi nel prossimo triennio non abbiamo impegnato ancora le risorse importanti, le risorse importanti dovranno...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...sicuramente, però è da ricordare per chi dovrà sviluppare la programmazione...dei 7 milioni 800 mila che dobbiamo indicare ne abbiamo messi, per adesso, un milioncino nei prossimi 3 anni, un milione...ebbè...per dire che la programmazione è lunga e che dovremmo tenere in conto di avere le risorse per sostenerla nel prossimo periodo, e se dobbiamo sviluppare dei programmi che diano risposte immediate nel 2014, nel 2015 e nel 2016, non ci abbiamo messo tanti soldi...era quella l'annotazione politica, Presidente!
(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...certamente, e quindi dovremo metterne di più nel 2015. Nel 2015 abbiamo messo 700 mila euro...
Quindi, per chiudere la discussione, le chiediamo Presidente di coinvolgere maggiormente le commissioni reciproche, e di fare in modo che questo programma e questi obiettivi rientrino anche nella programmazione e nel bilancio che, come Regione, ci stiamo dando per inseguire gli obiettivi che ci interessano. Il dato che più ci deve preoccupare è che i giovani sono passati da una disoccupazione che era modesta a una disoccupazione che è importantissima. E a questi giovani noi tutti ci rivolgiamo, tutti diamo delle attenzioni, tutti vogliamo vederli fare dei percorsi di studio, sono circa 3 mila giovani che stanno facendo il loro percorso fuori Valle, 1.300...un migliaio, qui, in Valle d'Aosta, che stanno cercando di ottenere una laurea. Allora cerchiamo di fare in modo che tutti questi sforzi, questi sacrifici che anche le famiglie fanno, trovino risposta nei programmi politici e negli obiettivi che ci diamo per far sì che i grandi investimenti, i grandi sacrifici che loro fanno trovino una risposta a partire dal proprio territorio di appartenenza. Grazie.
Presidente - Grazie collega. Altri? Siamo sempre in discussione generale. La parola al collega Farcoz.
Farcoz (UV) - Merci Président.
Je n'entrerai pas dans le mérite de l'importance évidemment de ces plans stratégiques, parce que je crois que bien a été déjà dit. J'entrerai simplement dans le mérite d'un certain point que j'ai entendu dans la discussion de ce matin, c'est-à-dire: pourquoi on a fait certains choix, pourquoi on a choisi certains objectifs thématiques, plutôt que d'autres. Il est évident que toute cette analyse part d'un document, c'est-à-dire l'analyse du contexte, l'analisi del contesto. Donc, comme on disait hier et même avant, l'école doit partir d'une photo de l'actuelle situation, c'est-à-dire le rapport SREV, et il est évident que tous ces plans d'action doivent partir évidemment de ce qui est une analyse du contexte, qui - nous l'avons dit aussi en commission - change très rapidement dans une période où la crise est en train de mettre en difficulté tout le système.
Volevo entrare solamente nel merito di due o tre punti che ritengo strategici per quella che potrebbe essere una programmazione futura di 7 anni. Il primo è la questione "innovazione e ricerca": ecco, credo che impartire ai giovani la possibilità di aprire uno start up attraverso un'imprenditoria giovanile sia fondamentale al giorno d'oggi, soprattutto perché nel settore ICT, con bassi costi d'investimento, si possono comunque avere delle enormi soddisfazioni in quello che può essere il mercato del lavoro, e credo che da questo punto di vista dovremo puntare com'è stato fatto.
L'altra parte - come correttamente ha sottolineato il collega Cognetta - è la questione della green economy. Le Onde di Kondratiev dicono che il prossimo settore trainante che ripercorrerà un po' quella che sarà la crescita dell'economia mondiale sarà appunto la green economy, di conseguenza tutto quello che è il settore dell'efficienza energetica e, parallelamente, quella che è la sostenibilità ambientale. Ecco, credo che da questo punto di vista, soprattutto come Valle d'Aosta, dove dovremo dare una tutela ambientale sempre maggiore, credo sia un altro settore strategico...parallelamente, proprio per anche revitalizzare quell'edilizia che al momento sta investendo non poco su quello che potrebbe essere la sostenibilità degli edifici.
E, ultimo punto, riprendendo anche quello che è stato detto ieri simpaticamente - ma credo che dobbiamo essere un po' più seri su questo punto - è il fatto che noi abbiamo deliberato il 16 maggio quelle linee di indirizzo guida prima ancora di presentare praticamente il rapporto SREV che è avvenuto poche settimane fa. Purtroppo è evidente che la situazione nel mondo scolastico valdostano non è cambiata, è per quello che ci volevano delle linee guida precise, che in qualche modo adottassero tutta una serie di istruzioni per l'uso a quello che è il mondo scolastico. Non si vuole puntare il dito contro nessuno, il sistema scolastico dev'essere ampiamente valorizzato in tutte le sue professioni, a partire dai dirigenti, professori e, ovviamente, gli studenti e tutto il comparto, ed è per questo che abbiamo cercato di avanzare tutta una serie di proposte che poi sono state recepite nel FESR. Ecco, credo che la scuola sia un settore altamente strategico su questo punto ed è proprio per questo che dovremo in qualche modo cercare di abbassare quelle che sono le criticità (non lo possiamo negare); al tempo stesso - come diceva anche correttamente ieri il collega Donzel - dobbiamo tener conto delle eccellenze che ci sono, e non possiamo neanche metterle in secondo piano.
Da una parte, quindi, cerchiamo di risolvere le criticità attuali e, dall'altra parte, cerchiamo di valorizzare le eccellenze anche dando loro la possibilità di andare ad investire in quelle che potrebbero essere delle start up, o comunque creare una nuova imprenditorialità, visto che anche dal rapporto Bankitalia si evidenzia l'importanza strutturale della Regione nell'intervento economico regionale, ma, allo stesso tempo, si evidenzia anche questa diminuzione delle risorse che, in qualche modo, fanno venire meno l'intervento regionale. Ecco, io non vorrei dilungarmi di più, semplicemente ribadisco la strategia che c'è in questi piani d'azione e vi ringrazio. Merci.
Si dà atto che dalle ore 12,14 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Siamo sempre in discussione generale. Ci sono colleghi che intendono prendere la parola? Non ci sono richieste? Se non ci sono richieste, chiudiamo la discussione...ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
In maniera molto sintetica, al di là invece della corposità che hanno questi documenti, per rilevare che queste procedure che noi mettiamo in atto...diciamo che hanno un grosso percorso di elaborazione, ma poi la partita vera si gioca nella loro applicazione pratica. Per curiosità, mi piace sempre provare a fare dei raffronti; sono andato a vedermi la situazione qual era quella descritta nel 2007 e, se devo essere sincero, nel 2007 molte delle criticità che oggi viviamo in modo drammatico già erano state evidenziate, non è che nel 2007 non si era visto che c'erano dei problemi enormi di sviluppo in Valle d'Aosta.
Prima di fare un ragionamento regionale, vorrei dire che questi piani, questi progetti discendono da analisi europee e nazionali, ma se dovessimo dare una valutazione...beh, l'Europa non ci ha visto molto lungo! Ha lanciato dei piani, degli obiettivi strategici, c'era mancato poco che un Paese come la Grecia venisse completamente sconvolto, e così, in difficoltà, sono altri Paesi europei...per dire che queste politiche di sviluppo e finanziamenti poi devono essere collegate a strategie macroeuropee, che sono, per esempio, quelle che hanno riguardato la politica di rigore, e cioè: da una parte ti do soldi per fare investimento e dall'altra però ti dico non ti faccio spendere. Allora, è stata un'Europa un po' schizofrenica in cui, chiaramente, i territori hanno avuto delle oggettive difficoltà ad operare. Faccio questa premessa perché non vorrei che fosse una visione unicamente centrata sulla Valle d'Aosta, quando invece queste politiche, queste strategie discendono da scelte fatte tutte altrove; i grandi obiettivi vengono scelti altrove e poi ti dicono che devi tradurli nel tuo territorio.
Allora, l'analisi di contesto che venne fatta nel 2007, era un'analisi che già ci diceva che c'erano delle cose che non andavano bene. Andatevi a vedere nel 2007: qui c'è ancora qualche Consigliere regionale che votò il Piano del 2007 e votò delle cose abbastanza evidenti. Adesso, recentemente, si parla molto di scuola...beh nel 2007 si diceva: "nonostante si osservi un progressivo innalzamento dei livelli di scolarità, abbiamo visto che la Valle d'Aosta presenta ancora differenziali di un certo rilievo se confrontati con altre realtà". E si precisava che c'era un problema di eccessiva licealizzazione della scuola valdostana, il problema dell'educazione degli adulti...se io vado a vedere, per esempio, che cosa è stato fatto in questi 7 anni sull'educazione degli adulti, io dico: ma se avevano scritto queste cose nel 2007, in questi 7 anni come mai sull'educazione per esempio degli adulti non si è dato corso a tutta una serie di politiche? ...tant'è che, recentemente, l'Assessore ha detto: "sulla base di un'iniziativa nazionale dobbiamo rivedere il programma complessivo e riorganizzeremo l'educazione degli adulti, naturalmente calando le scelte nazionali nel modo più opportuno a livello regionale"...quindi, come a dire: 7 anni per ritrovarsi leggermente peggio di 7 anni fa! Allora, ci sono degli argomenti che chiaramente non sono così facilmente affrontabili, laddove per esempio il confronto si fa in termini economici. È chiaro che se devo parlare di industria dovrò tener conto - magari lo farò successivamente - dello scenario internazionale, per cui io posso anche fare tutta una serie di investimenti, ma se poi il mercato viene sconvolto...ma sulla scuola non c'è stato lo sconvolgimento del mercato, bisognava fare delle azioni mirate! Licealizzazione: quindi faccio la riforma dell'IPR...7 anni per fare la riforma dell'IPR sono un numero di anni sufficienti? Vediamo se adesso ne abbiamo altri 7, cosa combiniamo nei 14 anni! È qui che dico: allora le risorse sono mirate, vado a colpire lì, vado a mettere lì, in quel settore? Cioè quando parlo genericamente, come ieri, della formazione dei docenti, della nuova didattica, vado a fare formazione mirata negli IPR perché ci sia didattica di laboratorio? Allora sì, utilizzo le risorse con progetti mirati.
Come hanno già detto bene i colleghi che mi hanno preceduto, noi non siamo stati coinvolti, non abbiamo potuto dire la nostra; avrete sentito in un anno fior di esperti, elaborato fior di teorie e ve la siete fatta per conto vostro, e oggi venite qui a presentarci questa mole di lavoro...vedremo nell'applicazione concreta se questi presupposti ci sono. Di agricoltura non parlo, perché ci sarà nel dibattito separato il modo di parlare a sé.
Vorrei però mettere in luce come, per esempio già nel 2007, si era vista la criticità del sistema Valle d'Aosta nel settore industriale. Qui il collega Assessore aveva detto che il settore industriale...ovviamente sarà sfuggita questa cosa all'Assessore Marquis, ma dice: "noi, in Valle d'Aosta, come industria siamo a posto, siamo allineati ai dati europei: 20 percento"...scusi, Marquis, se ci mettiamo a lavorare in questo modo...questa è una cosa che ha dichiarato ieri, ha detto che la Valle d'Aosta ha il 20 percento di produzione industriale, per la percentuale sul PIL siamo allineati ai dati europei che dicono che la media europea è del 15 e dobbiamo arrivare al 20. Se ragioniamo così siamo fuori pista, siamo fuori pista perché intanto si tiene conto e si mette dentro anche il settore delle costruzioni, che qui ha un'incidenza non indifferente. E già nel 2007, già prima del 2007 si diceva: "state attenti che il settore delle costruzioni è al capolinea, è al capolinea". Lo si diceva 10 anni fa, 10 anni fa, e oggi, di fronte a un documento in cui voi scrivete: tutela dei suoli, ambiente, paesaggio, non è che possiamo dare via libera all'edificazione selvaggia! Allora è un settore che, inevitabilmente, non potrà rifiorire se non attraverso il recupero di tutta quella che è la parte storica, la parte dei centri storici, cioè un patrimonio immenso che abbiamo e che lasciamo degradare. E qui verrà fuori l'aspetto che, in parte, è di gestione europea, complicata (le normative, eccetera), ma in parte è quella che ci complichiamo noi! Perché tutte le norme che ci siamo inventati di rispetto alla possibilità di intervenire sulla preservazione dei centri storici, eccetera...ebbè, quelle ce le siamo create noi, perché alle volte impediamo degli interventi significativi sulla base di interventi di salvaguardia, e allora lasciamo crollare le case piuttosto che modificare una porta, una finestra, così la casa crolla definitivamente, rimane rasa al suolo, e allora, a quel punto, si potrà decidere di salvarne le fondamenta e riedificarla.
Non è sempre l'Europa che è cattiva, lo Stato cattivo, la normativa...ci siamo anche noi che ci siamo complicati la vita, e questo è uno degli elementi più forti, che tra l'altro è stato denunciato dall'autorità esterna, che fa appunto la valutazione che noi abbiamo un sistema che deve essere assolutamente semplificato; ce lo chiede il CPEL, ce lo chiedono i Comuni: arrivare ad una semplificazione...cosa che siamo noi che abbiamo creato, perché? Perché il rischio è che noi di queste risorse, com'erano interpretate allora, nel lontano 2007...erano risorse che noi vedevamo come aggiuntive alle enormi risorse regionali.
Oggi, la novità che presentiamo, che spieghiamo ai valdostani, è che non sono più aggiuntive, ma in alcuni casi sono esclusive, sono tutto ciò che ci rimane del gruzzolo. Allora tutti dicono: adesso bisogna usarle bene...come adesso? Perché allora non dovevano essere usate bene? Le risorse sono sempre da usare al massimo della loro funzionalità, in chiave di sviluppo. Se andiamo a guardare il percorso dei 7 anni, dove già era segnalata la criticità del settore industriale...ebbè, io ribadisco quello che dicevo ieri in sede di dibattito su Vallée d'Aoste Structure: io, queste intuizioni, queste risorse messe lì per far ripartire lo sviluppo industriale valdostano, non le ho viste, e vedo, al di là dei bei documenti di analisi di contesto, ancora una certa refrattarietà a capire - salvo la nostra area politica, salvo il PD-Sinistra VdA - l'importanza di questo settore, che rimane lì, a livello di enunciazione, ma non è un granché amato. Se ne parla tanto per i Consigli di amministrazione, per i posti, ma non c'è la percezione di quello che significa in termini di ricadute occupazionali, perché in tutti i documenti si vedono tutte altre priorità rispetto a questa priorità che, ribadisco, è quella che più ha inciso sul declino occupazionale degli ultimi anni della Valle d'Aosta, perché sostanzialmente nel pubblico i posti sono rimasti quelli che sono e nelle grandi società - faccio un esempio, CVA - addirittura si è assunto, no?
È il settore industriale che è tracollato, casse integrazioni, disoccupazione, mobilità, e quindi era lì che bisognava avere delle intuizioni di prospettiva. Io non credo di vedere questa cosa qui, salvo quei generici "dobbiamo investire in ricerca" per poi leggere nei documenti che veramente la ricerca non si può fare in Valle d'Aosta, perché è un territorio di montagna, isolato...ma guardate che non è più vero questo concetto, ve lo dico con sincerità! Se voi scrivete nei documenti: l'Europa dice "devi fare ricerca" e poi voi scrivete che la Valle d'Aosta è un territorio piccolo e che la ricerca si fa meglio a Milano e Torino...allora, scusate, non funziona, c'è qualcosa che non va! Abbiamo creato il polo della meccatronica a Verrès proprio nell'idea di smontare il luogo comune che un certo tipo di ricerca possa essere fatta solo nei grandi centri urbani, sennò perché investiamo dei soldi in quella roba lì se già noi non ci crediamo?
La prima cosa, quando si fa un piano strategico, è che chi lo fa ci deve credere! Ci crediamo nelle cose che sono scritte? Al di là dell'analisi drammatica di contesto che finalmente viene fuori, quella che è stata mascherata completamente fino alle elezioni...adesso è un documento, tutti possono leggerlo: disoccupazione alle stelle, disoccupazione giovanile che straborda...eh, ma noi queste cose non è che abbiamo aspettato il dopo-elezioni per dirle, le denunciamo da anni che non si interveniva in modo opportuno. Per esempio, la formazione professionale, quante volte abbiamo detto che deve essere integrata, sì, col mercato del lavoro, ma anche integrata con l'istruzione professionale regionale. Non deve essere un luogo a sé, dove io sfrutto le risorse che mi arrivano dall'Europa per continuare a formare estetiste e quant'altro nella logica che quella roba lì sono soldi europei che mi arrivano! Non è possibile coordinarsi meglio? E, domanda: com'è possibile che esistano, non costruite in modo organico ed efficiente, una scuola di formazione professionale alberghiera collegata a quella di istruzione professionale alberghiera, senza che le due cose siano perfettamente integrate e funzionali, ma vivano come due corpi a sé, distinti, per cui non si capisce perché un alunno deve fare 3 anni da una parte per avere la qualifica e dall'altra in 2? Dopodiché uno che già non ha tanta voglia di studiare, dice: "se devo fare 3 anni da una parte, vado direttamente dall'altra e ne faccio 2", e se faccio 3 anni da una parte e non ho il titolo e non vengo promosso...questa è una curiosità, Assessore, che la invito, visto che spenderemo una miriade di soldi per inventarci delle cose...se faccio 3 anni di IPRA e al terzo anno non sono promosso, non ho diritto di fare l'esame finale che mi dà la qualifica, ma se faccio 2 anni di formazione alberghiera ho la qualifica! Voi capite che se uno dice: "boh, non è che sono appassionato dei libri, prendo la scorciatoia"...allora, se vogliamo parlare seriamente, credo che ci siano competenze diffuse in questo territorio, lavoriamo insieme, cerchiamo di utilizzare al meglio questi soldi, sennò veniamo qui a raccontarci che al primo posto mettiamo la scuola - esattamente come l'avevamo messa nel 2007 - e dopo arrivano i dati SREV, disastrosi, disastro, tutta colpa degli insegnanti che danno brutti voti...Assessore, vada a leggersi cosa c'era scritto nel piano di sviluppo del 2007, e poi ci ritroviamo, adesso, a dire che bisogna approvare questo piano!
Dite delle cose oggettivamente vere, ma per noi, il nostro consenso a questa progettualità sta se c'è davvero la convinzione di percorrere quelle strade, e la riprova dei fatti è che negli anni passati questa cosa non è avvenuta, non è avvenuta, non c'è una profonda autocritica. Nelle interpellanze precedenti che hanno anticipato alcuni temi su questo argomento, il fatto che sia stato messo in luce che dopo l'esperienza dei 7 anni non si siano create strutture interne all'Amministrazione regionale, nonostante ci siano risorse interne "liberate" dal venir meno dei fondi regionali, e non ci sia un chiaro progetto in questa direzione di autogestirsi in questo difficile percorso dei fondi europei per andare anche a supporto degli Enti locali che hanno già lanciato il grido di allarme "guardate che da soli non ce la faremo"...eh, allora questa cosa è quella che ci lascia perplessi e non potrà consentirci di dare un voto favorevole a questo programma, perché un conto sono le risorse, un conto sono anche, se volete, le corrette analisi di contesto dove ci raccontiamo quelle cose che abbiamo cercato di mistificare e nascondere.
Come si fa a dire "la Valle d'Aosta ha tenuto" e continuare a ripetere "la Valle d'Aosta ha tenuto", quando il dato occupazionale dimostra che il trend della Valle d'Aosta in termini di disoccupazione, sia assoluta, sia giovanile, è il peggiore d'Italia? Il trend, non la cifra assoluta...è chiaro che se vado a confrontarmi con la Sicilia, che partiva già con delle disoccupazioni stellari...però hanno fatto come trend meglio loro di noi, cioè sono peggiorati ma meno peggio di come siamo andati noi. Noi abbiamo raddoppiato le cifre, raddoppiato, quindi vuol dire che qualcosa non ha funzionato, qualcosa va corretto, e che il sistema imperniato sulle attività che generava l'Amministrazione regionale dev'essere rivisto. E non è soltanto quel luogo comune che creò...forse allora era Assessore...siete sempre gli stessi, ma vi cambiate le poltrone, però forse in quel periodo era...nella tombola dell'Assessore al bilancio, che è quello che gira abbastanza - si vede che siete molto competenti in bilancio - doveva essere capitato l'Assessore La Torre, che era uscito fuori con la dichiarazione: "Basta con questi contributi a pioggia, basta con i contributi"...io dico: ma abbiamo sperperato il denaro pubblico?
Allora, a me sembra da quello che dicono...non noi, PD-Sinistra VdA, ma da quello che dicono i valutatori esterni, che c'è troppa parcellizzazione, che ci sono troppi piccoli interventi, allora questa che cos'è se non la contribuzione a pioggia? Questa che cos'è se non è una mancanza di visione strategica, per cui dire "non sapendo dove devo andare, do un po' di qua, tengo in piedi questa cosa, quell'altro lì non devo proprio lasciarlo lì"...questa è la strategia che ancora poi alla fine c'è, quindi analisi di contesto drammatica, ma poi, al di là degli slogan "basta contributi a pioggia", si continua così. Poi l'altro slogan "basta contributi a fondo perso"! E certo che quando non li hai più...gli stessi imprenditori sono venuti e hanno detto: "Ah no, io non li voglio i contributi a fondo perso, non ne voglio neanche uno, a me basta che mi diate finanziamenti a tasso agevolato"...ma è ovvio che se ho la mano vuota, non te li posso dare, e quindi vieni a dirmi che non li vuoi, e vuoi il finanziamento a tasso agevolato! Però torno a dire: attenzione che non è così per tutte le categorie! Forse sono andato controcorrente un anno fa, ci andrò ancora questa volta, a dire: state attenti a demonizzare esclusivamente il cosiddetto "contributo a fondo perso", perché non è così per tutte le categorie e non è così per tutte le tipologie di intervento, bisogna avere una strategia, un progetto, e andare a guardare.
Il problema drammatico che evidenziano questi dati - credo il più drammatico di tutti - è quello dell'invecchiamento della popolazione, e quindi "questi pochi giovani" che abbiamo, ai quali non riusciamo a dar un lavoro, li stresseremo non poco negli anni a venire, perché noi abbiamo una popolazione che è drammaticamente invecchiata, questo è un grosso problema per l'analisi di contesto della Valle d'Aosta. Questo dovrebbe farci riflettere anche in termini di altri approcci al tema dell'immigrazione in Valle d'Aosta, perché è vero che c'è una disoccupazione altissima dei giovani in Valle d'Aosta, però è anche vero che questa disoccupazione non abbiamo la capacità di ricollocarla secondo specifiche capacità, qualità, attitudini al lavoro...c'è un grosso problema da questo punto di vista.
Allora, come risponderemo ai bisogni di una società che è molto invecchiata, avendo meno giovani? In alcuni settori questa cosa emergerà più chiaramente, nel settore dell'agricoltura è drammatica, perché chi è il responsabile dell'azienda è una persona molto in là con l'età, e quindi, spesso, il venir meno della sua capacità lavorativa si tramuta in una fine di un'azienda. E quindi lì sicuramente bisognerà andare a guardare con occhi forse diversi con quelli con cui abbiamo guardato finora queste cose, perché sennò i risultati sarebbero profondamente diversi.
Quindi il fatto che vi si richiami anche in sede applicativa a fare una riflessione congiunta su come gestire questi fondi è, secondo me, assolutamente necessario, sperando naturalmente che, parallelamente a come cerchiamo di usarli noi, cambino anche macrostrategie europee e nazionali che sono quelle che sicuramente non hanno favorito il nostro sistema.
Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Per portare un contributo alla collega Certan, che ha evidenziato tutta una serie di criticità e di proposte su questi due documenti importanti. Sono andato a rileggermi il dibattito fatto nel 2007, prima di programmare il settennio 2007-2014, certe criticità sono simili, ma affrontiamo il prossimo settennio con degli indicatori completamente diversi, a livello di modello Valle d'Aosta, tant'è vero che i due programmi in discussione vanno nella direzione di come mettere in campo delle azioni per invertire la rotta sul discorso soprattutto occupazionale. Nel 2006-2007 la Valle d'Aosta aveva delle percentuali che tendevano, possiamo dire così, allo zero...se non allo zero, a delle percentuali molto più basse.
I nuovi programmi, quindi, dovrebbero creare nel prossimo futuro delle condizioni tramite priorità, assi e investimenti per cercare di dare, con questo strumento, se non delle risposte, quanto meno creare delle condizioni per poter invertire, come vi dicevo, la rotta per quanto riguarda soprattutto il discorso occupazionale.
Sono rimasto molto impressionato, invece, dall'enormità di risorse che sono state assorbite nelle passata programmazione, direttamente dalle Strutture regionali e direttamente dalle società partecipate, fondazioni e altri Enti, cifre veramente impattanti che hanno praticamente assorbito decine e decine di milioni di euro della vecchia programmazione. La Società Autoporto ha assorbito un milione e 500 mila euro, l'Ente Parco un milione e la Finbard 12 milioni di euro, la Fondation Grand Paradis 850, la Fondazione Filliétroz 100 mila, la Fondazione Montagna Sicura 193 mila, il Politecnico 200 mila, Vallée d'Aoste Structure 13 milioni e 500 mila euro, la Chambre 538 mila euro e, per quanto riguarda anche le Strutture dipendenti direttamente dall'Amministrazione regionale, Aree protette 3 milioni e 6, Direzione restauro e valorizzazione 6 milioni, le Opere edili 200 mila euro, Restauro e valorizzazione 4 milioni di euro, Ricerca e innovazione 600 mila euro, Sistemi tecnologici e Segretario generale 7 milioni di euro, Sviluppo economico un milione e 100...e poi potremmo andare avanti. Tutto questo per dire: ma come facciamo oggi a sapere, dato che la situazione è completamente mutata rispetto al settennio passato, se i progetti finanziati con i fondi strutturali hanno portato beneficio a tutta la collettività e non solo a qualcuno? Questo era uno dei quesiti che noi ci siamo posti nell'affrontare proprio i due documenti messi in discussione. E sempre quel documento che, a mio avviso, fa la sintesi della passata programmazione e proietta le criticità per la prossima programmazione, cioè la voce.info, fa sintesi ad esempio sull'inclusione sociale; penso che questi dati debbano farci riflettere che non è sufficiente allocare delle risorse su degli assi, su delle priorità, se poi non ci sono benefici per la collettività e non ci sono risposte comunque per una criticità. Faccio solo tre esempi importanti, a nostro avviso.
Per quanto riguarda la spesa per l'inclusione sociale del FSE (partecipanti e occupati), nella passata programmazione, in Italia, ci sono stati 20.966 partecipanti, di cui 1.600 hanno completato l'attività, e gli occupati, dopo tutta la formazione e il completamento, sono 233...su 20.996. In Francia, su 250 mila partecipanti, 57 mila hanno completato l'attività, ma 49 mila hanno terminato il completamento del tutto e vi è stato il 19 percento degli occupati, dopo il completamento, che ha partecipato...questo per dire che le percentuali sono completamente diverse. In Germania 207 mila sono i partecipanti, di cui hanno completato l'attività 89 mila e gli occupati, dopo il completamento, sono 31 mila. Capite che la sfida della prossima programmazione sia proprio qui: nel non spendere in progetti inutili, nel non spendere risorse pubbliche in progetti inutili che vanno solo eventualmente ad ingrassare o ad oliare determinate sacche che non danno risultati. Questi sono dati ufficiali: in Italia, su 20 mila partecipanti 233 hanno trovato occupazione; in Francia, su 250 mila partecipanti 50 mila, cioè il 20 percento ha trovato occupazione. Penso che in Valle d'Aosta, non avendo però questi dati - questa mattina ci siamo confrontati su questo - non basta sovvenzionare e finanziare dei progetti pilota, ma i progetti pilota devono poi essere veicolo per poter occupare o accrescere quella che è la nostra competitività.
Termino quindi dicendo che non immaginavamo e non immaginavo che comunque decine e decine di milioni di euro fossero state utilizzate nella passata programmazione per finanziare direttamente delle operazioni, soprattutto nelle società partecipate direttamente e indirettamente ed Enti, non immaginavo che tantissimi finanziamenti fossero stati comunque utilizzati all'interno dell'Amministrazione regionale, e dicendo che nella prossima programmazione, per quanto riguarda il discorso occupazionale, non possiamo sbagliare, e quindi non possiamo finanziare progetti inutili che vadano solo a ingrassare eventualmente Enti che formano persone per poi non creare una possibilità di occupazione futura, ma mirare e centrare gli obiettivi dove c'è spazio, eventualmente per creare quelle condizioni di invertire la rotta, del trend, soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. Grazie.
Presidente - Altri intendono prendere la parola? Siamo sempre in discussione generale. Vi sono altre richieste? Se non ci sono altre richieste, considerata l'ora, le 12,50, potremmo eventualmente sospendere per aggiornarci sull'ordine del giorno, eventualmente...
Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; prego, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Sì, grazie Presidente. Abbiamo fatto una modifica agli ordini del giorno presentati...un attimo, mettiamo le firme e li presentiamo. Grazie.
Presidente - Allora, aspettiamo la presentazione degli ordini del giorno modificati, dopodiché chiudo la discussione generale. Nell'attesa che vengano consegnati e se non ci sono altre richieste di intervento, chiudiamo la discussione generale. Non ci sono altre richieste. Chiudo la discussione generale. Quindi riprenderemo i lavori alle 15,30. Buon appetito a tutti.
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La seduta termina alle ore 12,52.