Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 75 del 26 luglio 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 75/XIV - Approvazione di mozione: "Sospensione dell'obbligo per gli Enti locali di adesione all'unica centrale di committenza per l'acquisizione di beni e servizi gestita dalla società INVA".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Vorrei iniziare con l'illustrazione di questa mozione partendo da quelle che erano all'inizio della richiesta le valutazioni che noi davamo a questa mozione. Dividerò l'illustrazione in due parti: la prima sarà legata, dicevo, a quelle che erano le nostre preoccupazioni, legate al modello con cui veniva presentata questa centrale unica di committenza; la seconda parte, vorrei riprendere e commentare quella che è la vera novità, ossia la sentenza della Corte costituzionale, la 220 del 2013, pubblicata il 19 di luglio. Non so chi mi risponderà, ma io mi rivolgerò, almeno per la prima parte, al Presidente, in quanto la scelta è stata una scelta deliberata nella passata amministrazione, quella di individuare nell'INVA il referente per la centrale unica di committenza. La mozione allora è stata presentata al fine di impegnare il Governo regionale a sospendere l'adesione ad INVA S.p.A. e a valutare in maniera attenta quale sia l'ambito ottimale per la gestione della centrale unica di committenza, in particolar modo per gli Enti locali della Valle d'Aosta.

Vorrei innanzitutto richiamare le novità introdotte dalla legislazione nazionale in materia di acquisizione di beni e servizi, quella che ha portato poi a questo tipo di scelta, vale a dire i provvedimenti dello Stato, della legge 214/2011, la cosiddetta "salva-Italia", che ha introdotto la centrale unica di committenza, e la legge 135/2012, conosciuta come spending review, le quali hanno modificato profondamente l'assetto di acquisizione di beni e di servizi da parte della pubblica amministrazione. In particolar modo, rispetto agli Enti locali, l'articolo 23 della "salva-Italia" prevede: "i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia affidano obbligatoriamente ad un'unica centrale di committenza l'acquisizione di lavori, servizi e forniture nell'ambito delle unioni dei Comuni...ove esistenti, oppure costituendo un apposito accordo consortile tra i Comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici". La successiva legge 135 del 2012, cosiddetta "spending review", prevede, come alternativa all'obbligo di acquisizione mediante un'unica centrale di committenza, la possibilità di effettuare acquisti mediante strumenti telematici gestiti da CONSIP o dalle centrali regionali, comprese le convenzioni quadro e il MEPA. I Comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti possono, in sintesi, procedere ad acquisire lavori e servizi e forniture mediante il ricorso alla propria centrale unica di committenza, o attraverso convenzioni CONSIP nazionali, MEPA nazionale e strumenti elettronici di acquisto gestiti da altre centrali di committenza. Questa scelta del legislatore nazionale si poneva i seguenti obiettivi: assicurare il massimo risparmio per la finanza pubblica attraverso la più ampia concorrenza possibile tra gli operatori economici, garantire una maggiore trasparenza attraverso la riduzione degli aspetti discrezionali.

A livello regionale sono intervenute la legge regionale n. 8 del 2013 e la deliberazione 865 del 2013 della Giunta regionale: "Approvazione delle linee di indirizzo attuative dell'articolo 3 della legge regionale n. 81 del 1987, finalizzate all'avvio della centrale unica di committenza regionale, per l'acquisizione di servizi e forniture". La scelta fatta a livello regionale, come noto, è stata quella di affidare ad INVA la centrale unica di committenza per servizi e forniture e di individuare un altro soggetto per la centrale unica dei lavori. Queste linee di indirizzo presentano, a nostro avviso, diverse criticità nei seguenti tre aspetti: primo, l'ambito di operatività della centrale unica di committenza regionale, da un punto di vista normativo, gli ambiti soggettivo, territoriale e strumentale della centrale unica di committenza sono chiari. Sotto il profilo soggettivo, è chiaro che la centrale unica di committenza debba essere costituita per tutti i Comuni con una popolazione fino a 5 mila abitanti; sotto il profilo territoriale, sono coinvolti i Comuni della medesima Provincia; sotto il profilo strumentale, a livello regionale possono essere utilizzate forme di collaborazione fra Enti locali previste dalla legge regionale n. 54 del 1998, o società a totale partecipazione pubblica. Il profilo che invece è assolutamente poco chiaro è quello oggettivo, la norma prevede di affidare ad un'unica centrale di committenza l'acquisizione di lavori, servizi e forniture. Si pone quindi il quesito di come sia possibile istituire, così come previsto dalle linee di indirizzo generali, due centrali di committenza: una per i servizi e le forniture e l'altra per i lavori. Si ritiene a questo proposito che quanto previsto dalle linee di indirizzo regionali, assegnazione ad INVA S.p.A. delle funzioni di centrale unica di committenza servizi e fornitura, possa creare dei problemi di illegittimità per i Comuni, in quanto sarebbero costretti ad aderire ad una seconda centrale unica di committenza lavori, cosa che, seguendo la norma nazionale, non è possibile. Da questo punto di vista, la norma è chiara, i provvedimenti adottati in violazione all'articolo 23, comma 4, del decreto legislativo 6 dicembre 2011 devono essere ritenuti annullabili e quindi suscettibili di impugnazione. Concludendo quindi siamo così certi che i provvedimenti adottati da una centrale unica di committenza di questo tipo non saranno oggetto di impugnativa per illegittimità della stessa centrale unica di committenza?

La seconda considerazione è sui principi su cui si fonda la centrale unica di committenza regionale. Una prima considerazione generale è connessa al fatto che, seppure si tratti di linee di indirizzo, queste sono piuttosto approssimative, soprattutto se si tiene conto della portata dell'iniziativa, che modifica sostanzialmente le procedure di acquisizione di tutta la pubblica amministrazione valdostana. I principi su cui si fonda la centrale unica sono riportati nel primo paragrafo delle linee e indirizzi, che leggo: "la centrale di committenza rappresenta uno strumento a disposizione delle pubbliche amministrazioni per semplificare l'attività svolta dai propri uffici e per razionalizzare la propria spesa, poiché accentrando le procedure di acquisizione di lavori, servizi e forniture presso un'unica struttura si evita la parcellizzazione delle gare, si rendono più agevoli la redazione degli atti di gara, il controllo dei requisiti e la verifica delle offerte tecniche, si ottiene un notevole risparmio nell'impiego di risorse umane e strumentali dedicate". I principi sono condivisibili: riduzione della parcellizzazione delle gare, semplificazione delle procedure di acquisto da parte dei Comuni, risparmio delle risorse umane e strumentali nella gestione della centrale unica di committenza. Esiste una forte contraddizione tra i principi elencati e le scelte operative fatte dalla Regione. Innanzitutto ribadisco che, come si è precedentemente detto, il principio di accentrare le procedure di acquisizione di servizi, forniture e lavori in un'unica centrale non si è realizzato, in quanto sono previste due centrali a livello regionale: una per forniture e servizi e l'altra per i lavori, con possibili risvolti sulla legittimità dei provvedimenti assunti.

Altro elemento su cui persistono forti dubbi è la garanzia di ottenere notevoli risparmi da quest'operazione. È vero che i piccoli Comuni hanno problemi nel riuscire a razionalizzare le risorse umane e strumentali per l'acquisizione di servizi e forniture, ma l'ipotesi di affidare ad INVA la centrale unica di committenza prevede costi fissi rilevanti, per 160 mila euro annui di gestione della struttura, 60 mila euro annui per la piattaforma informatica, più tutti i servizi, dunque, per il semplice fatto che abbiamo delegato ad INVA le funzioni, abbiamo generato un costo fisso annuale di 420 mila euro, senza parlare dei costi amministrativi per la gestione delle gare di cui ad oggi risulta di difficile quantificazione l'entità delle spese che saranno sostenute. In questo modo potremmo trovarci in una situazione di eccedenza di personale degli Enti in virtù della nuova organizzazione delle procedure e potrebbe essere necessario per INVA procedere a nuove assunzioni. In un momento come quello attuale in cui gli Enti locali si propongono di riformare il loro sistema di gestione dei servizi e delle funzioni comunali, si poteva e forse si doveva fare in modo che all'interno della riorganizzazione trovasse spazio la costituzione della centrale unica di committenza lavori, servizi e forniture. Da questo punto di vista, ci si chiede perché non si siano attivate delle centrali uniche di committenza degli Enti locali con personale dei Comuni e delle Comunità montane, in questo modo non si sarebbero generati nuovi costi e si sarebbero garantiti gli stessi benefici.

La terza considerazione è sulla modalità organizzativa della centrale unica di committenza regionale. Le linee di indirizzo regionali descrivono tre funzioni assegnate alla centrale unica di committenza regionale sulle quali vorrei brevemente soffermarmi: la prima, centrale unica di committenza con funzione di CONSIP regionale, la centrale unica di committenza in questo senso interverrà sulle procedure di acquisizione di quei beni e servizi ampiamente diffusi e con caratteristiche omogenee. È dunque possibile ipotizzare che, per beni come gli arredi, il carburante, l'energia elettrica, la cancelleria, i computer, venga individuato attraverso una convenzione un unico fornitore per Regione, Azienda USL e gli altri 83 Enti locali valdostani? Questa procedura sarà con molta probabilità sopra soglia ed è altrettanto immaginabile che il soggetto aggiudicatario sia un operatore economico non valdostano. Ci si chiede a questo punto quale sia il reale vantaggio di questo strumento, che, di fatto, si sovrappone alla CONSIP nazionale e che non dà nessuna garanzia di favorire in modo legittimo le aziende valdostane.

Seconda funzione: centrale unica di committenza con funzione di gestione della piattaforma MEVA, anche in questo caso il bacino territoriale sarà ampio e l'attrattiva importante. MEVA sarà unico per Regione, Azienda USL ed Enti locali. Il MEVA conterrà dunque numerose ditte anche di fuori Valle, probabilmente le stesse presenti a livello nazionale sul MEPA e anche in questo caso non potrà riservare un trattamento speciale per le imprese valdostane. Qualcuno ha fatto il giro della Valle dicendo che la centrale unica di committenza era una sorta di albo dove avevano diritto di iscriversi le imprese valdostane, le ditte valdostane, non è così...mi dispiace, ma non è così, al MEVA valdostano potranno iscriversi ditte di qualunque parte d'Italia. Non si capisce dunque l'utilità di avere un MEVA regionale se poi la concorrenza è ampia e variegata come il MEPA nazionale.

Terza funzione: centrale unica di committenza con funzioni di stazione appaltante. In questo caso la centrale unica di committenza interviene per quei beni e servizi non standardizzabili, la situazione in questo caso è complessa, perché deve essere fatto il principio del non frazionamento, dunque si deve immaginare un unico appalto per il verde pubblico di tutta la Valle? Un unico appalto dello sgombero neve per tutti i Comuni valdostani? Un unico appalto per le mense scolastiche di tutta la Valle? Avete valutato bene i costi-benefici di tale operazione?

In conclusione noi ribadiamo che la strada da percorrere è la realizzazione di una serie di centrali di committenza di dimensioni ridotte rispetto a quella regionale, il fatto di ragionare su contesti più piccoli diminuirà l'interesse a partecipare agli appalti da parte dei grandi operatori nazionali e aumenterà la possibilità per le aziende locali di non rimanere escluse dagli affidamenti pubblici, inoltre verrebbe garantito un maggior legame tra il singolo Ente locale e la stazione appaltante, che potrebbe in questo modo maggiormente recepire i bisogni effettivi dei Comuni coinvolti.

Prima di entrare nella grande novità, nella vera novità, quella della sentenza della Corte costituzionale, volevo fare un breve passaggio su INVA, quella che noi riteniamo una grande risorsa da valorizzare. Volevo iniziare questo breve passaggio su INVA partendo da quelli che sono dei dati accessibili a tutti che fanno parte della relazione sulla gestione riferita al 2012, allora qua si dice che la normativa riguardante le società che adottano il modello in house sono oggetto di costante aggiornamento sia a livello comunitario, sia nazionale e si mette a rischio per la società di dover interrompere l'attività qualora il legislatore nazionale dia delle interpretazioni leggermente diverse su quello che è il futuro delle società in house. Sempre nella relazione sulla gestione, leggo: "l'esercizio 2012 è stato caratterizzato da una riduzione di ricavi di circa 2.420.000 rispetto all'esercizio precedente. Si evidenzia come tale variazione riguardi principalmente il cliente Regione che ha dovuto rinunciare, per la riduzione dei fondi a sua disposizione, ad una serie di progetti di informatizzazione ed il cliente Azienda USL che ha riconosciuto alla società un corrispettivo sensibilmente più basso...". La sua positività di bilancio 2012 "è stata favorita soprattutto da alcune partite di carattere straordinario e fiscale", alcuni ambiti di carattere strategico su cui si punta sono: "l'istituzione di una centrale unica di committenza regionale da effettuarsi in INVA e al servizio di tutto il settore pubblico regionale...", beh, questo è prima ancora che il Consiglio regionale deliberasse...che il bilancio 2011 era di 20.321.000, che il bilancio 2012 è 17.901.000, per cui c'è una diminuzione del 16 percento e che "in particolare, l'ambito dei nuovi sviluppi e progetti ha subito una contrazione significativa, che continuerà anche per l'anno in corso, e questa sembra essere la prospettiva per gli anni a venire".

C'è poi un passaggio molto importante che noi condividiamo nella relazione, ecco, è quello del piano di sviluppo delle reti di nuova generazione, noi crediamo che INVA sia veramente un soggetto su cui puntare, pensiamo che questo sia il futuro di INVA, pensiamo che il fatto che l'Amministrazione regionale gli abbia dato quasi 24 milioni di euro da gestire per questi reti di nuova generazione da concludere entro il 2017 sia una buona prospettiva, sia questo il futuro di INVA. Leggiamo però, sempre nella relazione di bilancio, che, per far tornare i conti, perché sapete che le società in house hanno dei problemi, in quanto se hanno tre esercizi di bilancio in passivo, devono essere poi messe in liquidazione...allora, per arrivare ad avere i conti in ordine, come si usa dire, "sono state ridotte del 50 percento le spese di aggiornamento del personale", questo a fronte di questo famoso piano di sviluppo delle reti di nuova generazione che dovrebbe riguardare e rivalorizzare quelle che sono le competenze del personale. Si legge anche che "i prezzi fatti ai soci sono il 20 percento in meno rispetto a quattro anni orsono", beh, se così sono, non voglio immaginare quali siano effettivamente i prezzi che la Regione ha riconosciuto negli anni precedenti, perché leggo da una delibera di Giunta regionale, la 1087, che a giugno, per servizi di front office ed archiviazione ottica per la gestione di leggi regionali, sono stati assegnati per tre anni 756.000 euro e il compito di INVA è quello di garantire cinque unità di personale e, leggo qua, cinque PC, due stampanti, tre scanner. Certo che, se questi fossero i conti della pubblica amministrazione, nella gestione degli Enti locali probabilmente avremmo ancora più difficoltà a far chiudere i bilanci.

Leggo anche nella relazione che il 2012 c'è stato "il servizio di gestione del bon chauffage e normali servizi amministrativi erogati ai clienti istituzionali". Ora, noi crediamo che INVA sia una risorsa da rilanciare, una risorsa nella quale bisogna veramente avere un settore, un fiore all'occhiello per quello che riguarda il settore informatico e non crediamo che il futuro di INVA sia quello di call center, o addirittura, se gli affideremo anche la centrale unica di committenza, di postalmarket!

Vorrei ritornare allora un attimo sulla parte legata a quelle che sono le conseguenze della vera novità, vale a dire la sentenza della Corte costituzionale. Allora è stata pubblicata, in data 19 luglio, la sentenza della Corte costituzionale n. 220 del 2013, che, come un fulmine a ciel sereno, si è abbattuta sul panorama politico-istituzionale valdostano. La sentenza, dopo aver dato ragione alla Regione autonoma Valle d'Aosta per quanto riguarda la possibilità di titolari di cariche, uffici e organi di natura elettiva di Enti territoriali non previsti nella Costituzione di percepire i compensi, emolumenti sotto altra forma, è intervenuta sul ricorso presentato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, quello del "salva-Italia", che aveva introdotto l'articolo 33 bis del Codice dei contratti, in forza del quale tutti i Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti avrebbero dovuto affidare ad un'unica centrale di committenza provinciale le procedure contrattuali in materia di lavori, servizi e forniture. La sentenza pesa come un macigno per tutti quelli che fino ad oggi avevano ritenuto, più o meno consapevolmente, che la norma fosse direttamente applicabile anche alla nostra realtà autonoma. Finalmente, e in maniera del tutto chiara, esaustiva e forse perfino ridondante, la Corte ha chiarito che la norma sulla centrale unica di committenza non si applica alle Regioni a Statuto speciale. Leggendo la sentenza, basta leggere il punto 7 della parte del diritto, evito di...chiunque potrà rendersi conto che qualcun altro ha indirettamente combattuto anche per la nostra autonomia e ci ha garantito, e lo ringraziamo, ancora un po' di autodeterminazione. Ne abbiamo fatti ad iosa di ricorsi alla Corte costituzionale, forse non abbiamo fatto l'unico che aveva senso di essere fatto! Non serviranno costosissimi pareri di esperti, costituzionalisti per svelare gli oscuri concetti celati dietro parole incomprensibili, non ci sono espressioni complicate di moderni azzeccagarbugli, la Corte è stata lapidaria, alla luce del combinato disposto dell'articolo 4, comma 5, e dell'articolo 33 del decreto legislativo 163 del 2006, deve escludersi l'applicabilità di quest'ultima norma alle Regioni a Statuto speciale.

In realtà, la portata della sentenza è ancora superiore, perché lascia intendere un altro concetto fondamentale per la situazione politica della Valle d'Aosta. La norma inapplicabile alle Regioni a Statuto speciale era contenuta in un provvedimento legislativo d'urgenza di carattere prettamente economico. In realtà, come già chiarito in diverse pronunce...una su tutte la sentenza n. 193 del 2012, che qualcuno ha volutamente ignorato a tutt'oggi, che dice che, se le norme relative al contenimento della spesa si riflettono sul modello organizzativo degli Enti locali, le Regioni a Statuto speciale mantengono le proprie competenze primarie non potendo dette norme essere applicate se non nel pieno rispetto e secondo la modalità previsti dai rispettivi Statuti. Così stando le cose, la conclusione deve essere la stessa con riferimento all'obbligo ad esercitare in forma associata le funzioni per i Comuni che non superano i 3 mila abitanti, quella norma non è direttamente applicabile alla Regione Valle d'Aosta, Regione autonoma, che, come tale, ha il diritto e il dovere di legiferare in materia senza rifiutare il contributo cui tutti gli Enti territoriali sono tenuti per migliorare lo stato della finanza pubblica, ma allo stesso tempo senza rinunciare alle difese delle proprie attribuzioni costituzionali e statutarie.

Noi nella mozione chiediamo di sospendere l'adesione ad INVA e valutare attentamente quale sia l'ambito ottimale della centrale di committenza, lo chiediamo anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale, per non decidere con la fretta, magari andando incontro a costi su delle scelte tipo quelle di INVA di avvio di struttura...di costi che per noi in questo momento, per gli Enti locali sarebbero insopportabili. Lo chiediamo anche in linea con quello che è il programma di legislatura che lei ci ha illustrato, io cito alcuni passaggi: "lavorare in ogni momento e in ogni ambito nella convinzione che l'autonomia speciale è sia "valore", a riconoscimento delle nostre peculiarità, sia "strumento", essenziale per costruire il nostro autogoverno ed assumere scelte e responsabilità in favore di tutti i valdostani...valorizzare il sistema valdostano delle autonomie, fondato su due livelli di governo - i Comuni e la Regione - entrambi impegnati, con pari dignità e responsabilità, ad operare per il bene della Valle d'Aosta e dei valdostani...riconoscimento e valorizzazione del ruolo degli Enti locali...chiedere, in ogni sede italiana ed europea, il pieno riconoscimento delle specificità della montagna...la montagna ha necessità di regole specifiche...e per non correre il rischio di sviluppare tutte le conseguenze negative generate dall'abbandono della montagna...continuare ad intervenire, in questa particolare fase, per controbilanciare gli effetti negativi della crisi...per un nuovo sviluppo in grado di creare lavoro, benessere, fiducia nel domani soprattutto per le giovani generazioni...improntare i rapporti con lo Stato secondo i principi di pari dignità e di reciproco rispetto dei ruoli...attivare ogni opportuna forma di tutela del nostro ordinamento in caso di presunta violazione delle nostre prerogative di autogoverno". Potrei continuare.

Il terzo aspetto per cui noi chiediamo veramente un momento di riflessione, di pausa è quello di lasciare da parte le convinzioni personali nell'interesse degli Enti locali e dei cittadini valdostani. Io non ho difficoltà ad ammettere che uno dei motivi per cui politicamente ci siamo allontanati, Signor Presidente, è che avevamo una visione diversa sul futuro degli Enti locali. Avevamo una visione diversa, probabilmente ognuno aveva delle convinzioni personali, io le chiedo veramente di mettere da parte queste convinzioni personali e di avviare un momento di confronto. È uno dei motivi per cui...dicevo, questo perché? Perché dobbiamo tutti assieme, in un momento così delicato, fare le scelte più giuste per salvaguardare le ditte, le imprese, i fornitori della regione Valle d'Aosta. Io mi ricordo quando lei ci disse, diciamo con toni anche trionfalistici, il fatto di aver riportato in Valle d'Aosta i 10 decimi, ma i 10 decimi noi li abbiamo da ridistribuire se quelle che sono le imposte...se quella che è la fiscalità viene pagata in Valle; se noi abbiamo grandi fornitori, grandi ditte che operano fuori Valle, noi avremo 10 decimi in minori risorse da distribuire.

Abbiamo anche una grande opportunità quella di condividere tutti assieme in Consiglio regionale quello che è il nuovo modello organizzativo degli Enti locali, la loro gestione associata, decidere insieme quali sono i contenitori e dove collocare, come riempire questi contenitori. Abbiamo la possibilità di impegnarci a discutere, contestualmente con la riforma degli Enti locali, un piano di rilancio di INVA, affinché diventi il punto di riferimento e il fiore all'occhiello dell'informatica in Valle d'Aosta. Non dobbiamo abbandonare questa realtà, è una realtà importante, dobbiamo crederci, ma non dobbiamo limitarci a fare dei servizi di secondo ordine, dobbiamo puntare sulla qualità, e qua io veramente termino provando a toccare quella che è la sensibilità di tutti gli ex amministratori seduti in questo contesto, in questo Consiglio, voi lo sapete quelle che sono le difficoltà che gli Enti locali hanno in questo momento, voi sapete che non è possibile spendere un euro di più, anzi, la gestione associata dovrebbe andare nel senso di diminuire questi costi. Ebbene, se questo è l'inizio, se questo è il primo atto di questa gestione associata, sono molto preoccupato sul futuro della gestione associata, per cui io vi chiedo veramente un momento di riflessione, un momento in cui tutti dobbiamo spogliarci di quella che è la casacca politica che in questo momento ricopriamo per fare le scelte nell'interesse dei cittadini valdostani, degli Enti locali della Valle d'Aosta e per avere un minimo di prospettiva futura con la quale tutti assieme saremo in grado di difendere l'autonomia della Valle d'Aosta, perché la sentenza della Corte costituzionale una volta per sempre mette fine anche a, diciamo, quell'interpretazione di comodo di qualcuno che ha girato la Valle d'Aosta dicendo che l'articolo 19 si applicava. Guardi veramente non so cosa dire...probabilmente la Corte costituzionale in questo momento è più autonomista di alcuni amministratori. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 10,13 assume la presidenza il Vicepresidente Lanièce.

Lanièce (Presidente) - Grazie. Dichiaro aperta la discussione generale, c'è qualche collega che intende prendere la parola? Ci sono richieste di intervento su questa mozione? Ha chiesto la parola la Consigliera Certan Chantal, ne ha la facoltà.

Certan (ALPE) - La relazione del collega Gerandin è stata molto precisa, aggiungo alcune considerazioni, osservazioni che forse servono proprio per il confronto in aula, perché la sentenza della Corte costituzionale su ricorso della Regione Friuli Venezia-Giulia credo sia stato un passaggio molto importante anche per il perfezionamento del documento proposto all'interno dell'organismo del CELVA...e credo che quest'argomento permetta di dire che sia molto importante il confronto, per poter poi arrivare ad un documento finale, a delle linee guida sicuramente più precise. Pongo l'accento su tre elementi, in particolare: uno, beh, è stato evidenziato già bene precedentemente, certo è necessario il risparmio, è necessario rivedere e razionalizzare; il secondo, proprio perché abbiamo l'autonomia, deve esserci per forza un modello che faccia crescere e che salvaguardi in modo chiaro, chiarissimo direi, anche le nostre imprese; terzo, questi modelli devono essere assolutamente chiari, trasparenti, con regole che siano chiarissime...non sempre questo sta avvenendo.

Su quest'argomento pongo un altro aspetto che, secondo me, invece in Valle d'Aosta, e anche per le questioni riguardanti gli Enti locali, sta diventando imperante: agire con tempestività in amministrazione non vuol dire continuare ad agire sempre con urgenza, si dice sempre: "è urgente" e bisogna fare le cose con urgenza, probabilmente bisogna farle in modo tempestivo, ci sono dei tempi, ci sono, certo, dei momenti in cui bisogna agire tempestivamente, ma non con urgenza, perché poi spesso l'urgenza è una cattiva consigliera, porta invece a delle azioni che sono poi controproducenti, ad esempio, i passaggi che ha già citato precedentemente il collega con INVA...su INVA noi riteniamo che siano stati fatti non con tempestività, ma con un'urgenza che non era necessaria.

Presidente - Grazie. Sempre in discussione generale, c'è qualche altro collega che intende prendere la parola? Non vi sono altre richieste da parte dei colleghi? Ha chiesto la parola il Consigliere Grosjean, ne ha facoltà.

Grosjean (UVP) - Grazie Presidente.

Mi permetto di intervenire su quest'argomento anche se io non ho nessuna esperienza nelle amministrazioni comunali, ma volevo semplicemente fare una semplice riflessione, io mi chiedo: il concetto di autonomia dove lo abbiamo messo? Io credo che solo salvaguardando e rafforzando le autonomie dei Comuni, anche di quelli più piccoli, noi potremmo veramente rafforzare il concetto di autonomia della nostra Regione. Questo sistema di gestione globale, tutto accentrato sullo stesso sistema - poi ha spiegato Elso sufficientemente le motivazioni - veramente a me preoccupa. Grazie.

Presidente - Grazie. Vi sono altre richieste di intervento? Se non vi sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi e, in particolare, la disquisizione che è stata fatta nell'illustrare la mozione e, a questo proposito, voglio ripercorrere l'analisi che è stata fatta, esplicitando quelle che sono, innanzitutto, le scelte fatte per tempo e, volutamente per tempo, tenendo conto che la normativa a suo tempo era molto stringente. Le evoluzioni poi sono state diverse, ma tutti i Comuni, voglio sottolinearlo, erano preoccupatissimi dall'inizio dell'anno per dover applicare da subito la normativa. Questo deve essere chiaro, perché sennò noi non ci muovevamo con la legge, quella che è stata ricordata: la legge 8, che è poi di aprile, e che è stata fatta tenendo conto delle sollecitazioni dei Comuni, delle associazioni dei consumatori, di tutte le associazioni degli artigiani, delle varie imprese, della Confcommercio, di tutte le diverse componenti che vedevano in queste norme, dall'inizio, una giusta preoccupazione su quello che poteva essere il ruolo delle piccole realtà. Ora, a fronte di questo, noi avevamo adottato la legge 8 che - ripeto - è dell'8 aprile 2013, che semplicemente andava ad indicare un percorso che autorizzava di fatto l'INVA, che ha come oggetto sociale quello che lei ricordava, piuttosto ampio, di svolgere anche questo ruolo, a scelta dei Comuni che potessero svolgere questo ruolo.

In luogo delle riunioni, degli accordi consortili di cui all'articolo 33, comma 3 bis, del decreto 163, quindi i Comuni possono avvalersi delle forme collaborative di cui al titolo primo della legge regionale 54, quindi viene richiamata e detta esplicitamente, e/o di società a totale partecipazione pubblica che svolgono le funzioni di centrale di committenza in ambito regionale. Noi quindi abbiamo dato una possibilità, abbiamo detto: "guardate, se per evitare di doversi rivolgere alla CONSIP nazionale", che era l'alternativa...lo sa bene, perché l'ha ricordato. A fronte di questo, allora il tentativo è stato quello di evidenziare la possibilità di riportare, con legge regionale, quelle che sono le nostre competenze. Noi quindi siamo già andati più in là, quella è l'autonomia, siamo andati più in là, e abbiamo detto ai Comuni: "voi potete fare questo", invece di obbligarli a fare ricorso alla CONSIP, questa è l'autonomia e noi l'abbiamo esercitata fin dall'inizio.

Per quanto riguarda il discorso della mozione, che attiene all'applicazione in ambito regionale, come disciplinato dalla legge che ho appena ricordato, dell'obbligo della 163 - i commi che poi sono stati oggetto di impugnativa - per gli Enti locali la cui popolazione non sia superiore a 5.000 abitanti, della gestione in forma associata delle procedure di gara per l'acquisizione di beni, servizi, lavori... La legge, al fine di assicurare maggiore gradualità nell'attuazione nella gestione associata delle procedure di gara, aveva già differito allora il termine al 31 dicembre 2013, cosa che non era banale allora, tant'è che questa procedura è stata impugnata dal Governo, che poi è caduto. La legge quindi è stata impugnata proprio per questo differimento, ma qualche giorno dopo l'impugnativa il decreto 43 dello Stato, convertito nella legge 71, ha a sua volta differito il termine al 31 dicembre 2013, quindi ha fatto quello che noi avevamo fatto con la legge regionale. In ragione di ciò, abbiamo formalmente richiesto alla Presidenza del Consiglio di rinunciare al ricorso promosso davanti alla Corte, e questo è avvenuto. Il Consiglio dei ministri, nella seduta del 19 luglio, ha deliberato la rinuncia all'impugnativa dell'articolo 28, comma 1, della legge 8.

La legge regionale, peraltro, oltre a spostare il termine stabilito dalla legge statale per la gestione obbligatoria in forma associata delle procedure di gara, consente soprattutto agli Enti locali di aderire, come ho detto, o alla committenza costituita in ambito regionale, oppure alla CONSIP nazionale, in assenza di strumenti alternativi a livello regionale. L'adesione alla CONSIP o il ricorso al MEPA, va ricordato giustamente che si chiama MEVA, non il MEPA, costituirebbe in ogni caso un obbligo, con risultati negativi per il mercato locale. Non può quindi ritenersi in qualche modo fondato il suggerimento contenuto di suddivisione del territorio in centrali di committenza, perché non cambierebbe nulla, centrali di committenza più ne fai peggio è, non è che distribuisci sul territorio, aumenti solo quelli che sono i punti di riferimento, è come oggi il ragionamento che abbiamo fatto con i punti per il lavoro, dove ne possiamo fare tre ne possiamo fare uno, ma non cambia nulla. Ciò in quanto le centrali di committenza possono considerarsi valide, alternative a CONSIP, solo se istituite in ambito regionale, ciò che peraltro è accaduto in quasi tutte le regioni, che hanno istituito con propria legge dei modelli centralizzati di acquisto anche in ragione del fatto che le centrali di committenza, che operano per lo più in relazione a beni, servizi standardizzati, hanno necessità di ambiti significativi di operatività, al fine di garantire l'economia di scala, che è quello che è già stato detto.

Va anche aggiunto che il limite territoriale dei 5.000 abitanti non è riferito alla centrale di committenza, che costituisce un modello di gestione associata della procedura di gara, ma agli Enti locali i quali, se aventi popolazione non superiore ai 5.000 abitanti, hanno l'obbligo di ricorrervi e quindi quello che è il riferimento secondo il comma 3 bis. Occorre infine considerare che la legge regionale 8, non impugnata per quest'aspetto, ha applicato il comma 3 bis, articolo 33, attenuando in parte l'obbligo della centralizzazione delle procedure di acquisto proprio in relazione alle esigenze anche di salvaguardia del mercato locale, escludendo dal predetto obbligo le acquisizioni di lavori, servizi e forniture di importo non superiore ai 40.000 euro. Questo non è stato detto, però questo credo sia un fatto molto importante, perché tutte quelle piccole spese dei Comuni sono proprio riferite a qualcosa sotto i 40.000 euro e questo non si dice, perché non conviene dirlo, non è stato impugnato quest'aspetto, quindi oggi è legge, è vigente, e quindi procedere per gli Enti locali potendo quindi effettuare in autonomia gli acquisti sia per lavori, sia per beni e servizi.

È stata fatta una distinzione dei lavori, perché noi abbiamo previsto un'altra centrale unica per gli appalti e noi riteniamo che sia importante, in accordo con i Comuni che l'hanno sollecitato, e se ne ricorda bene, perché, quando si era partiti con l'idea, prima ancora del centro unico di committenza, della centrale unica di appalto, si era detto dell'esigenza di avere a livello regionale un punto di riferimento. Se lo si vuole attivare, lo si farà comunque per quanto riguarda la Regione, dando la possibilità di aderire ai Comuni, in modo tale da avere degli esperti che lavorino su questo tema, per evitare che continuino a fiorire ricorsi come sta succedendo oggi: non c'è lavoro pubblico, non c'è appalto che non veda ricorso, vince A, B ricorre, il secondo ricorre, in tutta la Valle succede così. È necessario quindi sempre più avere un centro unico di appalti che garantisca la possibilità di avere gente molto preparata per questo tipo di attuazione.

Per venire all'attualità di questi giorni, la correttezza dell'impostazione legislativa regionale intervenuta per adattare l'obbligo statale alla realtà costituzionale appare confermata dalla sentenza della Corte costituzionale, la quale ha infatti stabilito che il comma 3 bis dell'articolo 33 del Codice dei contratti, bisogna leggerlo tutto, non è direttamente applicabile alle Regioni speciali, nascerebbe piuttosto un obbligo di adeguamento e non di immediata cogenza della norma ivi contenuta. Cosa significa? Che quindi vale il principio, ma, come abbiamo fatto e come hanno fatto tutte le Regioni, deve essere con norma che si stabilisce, quindi non è immediatamente applicabile, ma deve essere fatto con legge, come abbiamo fatto noi, come hanno fatto anche qui. Ne consegue che l'obbligo esiste, ancorché necessitante del recepimento mediante l'adattamento da parte della legislazione regionale. A tal proposito paiono pertanto in qualche modo non abbastanza chiare quelle che sono le difficoltà che verrebbero a coprirsi con quello che è stato fatto credo da tutte le Regioni. Il fatto quindi che sia stato fatto da tutte le Regioni è chiaro, né è comprensibile che si accusi la Regione, che con la stessa sentenza ha ottenuto un esito favorevole per l'impugnativa della norma della gratuità delle cariche delle Comunità montane e, su un altro punto sempre della stessa sentenza sulla declaratoria di legittimità dell'articolo 149 sui meccanismi sanzionatori e premiali, si accusi la Regione di non aver censurato una norma che tutte le Regioni speciali hanno applicato nei rispettivi Statuti. L'impugnativa di una norma è il frutto di una serie di valutazioni e quindi, sotto quest'aspetto, credo che non ci siano altre considerazioni.

A fronte delle criticità segnalate, con riguardo alla tempistica di adeguamento, la Regione ha esercitato la propria competenza legislativa, come ho detto, nell'interesse dei Comuni, e quindi sull'applicabilità diretta o meno di questa norma, i dubbi erano più che fondati, in ogni caso è bene rammentare che la norma regionale costituisce un'alternativa all'obbligo di acquisizione che costituisce il principio. Tutte le pubbliche amministrazioni, infatti, devono acquisire i beni, i loro beni, attraverso la CONSIP o rispettare i parametri di prezzo-qualità, oppure attraverso il mercato.

In conclusione quindi io credo che sia gli obiettivi che sono stati raggiunti attraverso questa norma, sia la legge che dà la possibilità ai Comuni di organizzarsi attraverso questo criterio giustifica la scelta di INVA, fatta perché, come società, pur condividendo il fatto che la sua mission sia soprattutto di seguire il discorso dell'informatizzazione, è in grado di mettere a frutto alcune conoscenze sulla parte più in piattaforma, che dovrà essere affrontata per gestire quest'insieme di criteri. Il discorso di INVA è già stato chiarito, non ci sono dubbi sulla possibilità di mantenere INVA come società in house, ultimamente è stato chiarito ancora da una sentenza, ma già da allora noi avevamo tutti i requisiti per mantenerla come società in house. A questo proposito, credo che, condividendo le sue affermazioni sul fatto che ci sia - ed è la ragione per cui abbiamo fatto la legge - un legame stretto fra territorio e consumo legato alle disponibilità di fornitura di servizi locali, quindi i dieci decimi sono in relazione a quello che viene pagato come IVA a livello locale, quindi condividiamo in pieno questa parte.

Sulla posizione degli Enti locali credo che avremo modo a breve di discutere di questo tema per vedere ancora una volta che forse ci sono state io spero solo delle incomprensioni, perché nessuno ha mai messo in discussione il ruolo dei Comuni, il discorso delle associazioni dei Comuni è un principio che dovrà essere affrontato e risolto tenendo conto di queste problematiche e soprattutto tenendo conto che, per quanto riguarda l'esigenza di economie, noi riteniamo che debbano essere fatte senza dimenticare assolutamente il ruolo che i Comuni svolgono. Mi sembra quindi che il fatto che abbia riletto quello che ho detto sui Comuni risottolinei l'impegno che c'è in questo senso e mi fa piacere che sia apprezzato; d'altra parte, per quanto ci riguarda, l'abbiamo fatto con quello spirito, noi riteniamo che non ci siano elementi per sospendere obiettivamente. Io sono disponibile su questo, in qualsiasi momento, se lei lo ritiene, ad andare nella commissione competente a chiarire quest'aspetto, ma non ci sono elementi tali da dire che bisogna sospendere in quanto è applicazione diretta della legge che ne fa obbligo.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel per dichiarazione di voto, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, "la gatta frettolosa fece i gattini ciechi" è un'espressione che si usa spesso in queste situazioni. È chiaro che chi segue questi dibattiti e non è addentro alla materia si trova sconcertato, perché si trova di fronte ad affermazioni che sono di buon senso, sono alle volte giuste, ovvie e molte delle considerazioni fatte dal collega Gerandin e dal Presidente Rollandin non sono in contrasto tra di loro, dicono anche delle cose in comune, anche se ci sono prospettive diverse.

Io vorrei ritornare al merito di questa mozione, cioè la mozione chiede di sospendere l'adesione all'INVA, quindi non entra drasticamente nel merito della questione, dice: "si sospende per fare chiarezza", e perché, a mio avviso, questa cosa è importante? Non so se è successo solo a me...insomma, ho qualche amico che lavora nelle amministrazioni comunali, è consigliere comunale e, Assessore, alzano il telefono, mi telefonano e mi dicono: "Raimondo che facciamo su questa cosa qua?", cioè noi abbiamo messo in condizione degli amministratori - penso non saranno soltanto quelli magari amici miei, può darsi che siano un po' più incompetenti quelli della mia parte politica... - a votare delle delibere con l'idea che bisogna fare in fretta, c'è un'urgenza: "entro..." e quindi loro sono in imbarazzo, dicono: "ma io vorrei saperne di più...", addirittura in un Comune hanno deciso di fare un seminario di approfondimento sul tema e di far venire un esperto da Roma, cercando di coinvolgere anche il CELVA in quest'operazione, perché fosse il CELVA stesso a fare un seminario di formazione per gli amministratori affinché facessero una scelta consapevole...non si può fare, il CELVA rinvia il seminario a settembre, ottobre, no?, però nel momento...alcuni Comuni hanno già deliberato, stanno deliberando...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...ma ho capito, Presidente, quella è la sua visione, lei dice: "questa è la scelta migliore del mondo", io voglio mettere in condizione gli amministratori comunali di esercitare quella autonomia di cui diceva Grosjean e per metterli in condizioni...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...sì, ma le posso dire...lei sa già tutto e nessuno mette in dubbio...lei è quello che sa tutto, sa qual è il bene e sa distinguere il bene dal male; ci sono altri che fanno l'amministratore comunale facendo magari il metalmeccanico, facendo l'impiegato, facendo altri lavori, facendo l'agricoltore e magari non è che conoscono tutte le leggi del mondo! Arrivano in Consiglio comunale e bisogna votare questa cosa qua. Ci sono delle persone che dicono: "io vorrei essere un po' più consapevole di quello che sta succedendo", nel mentre a non fare chiarezza, ma a complicare un po' le scelte dei nostri amministratori comunali arriva una riforma degli Enti locali..."ci associamo così...ma perché se ci associamo in una unité des Communes, dobbiamo però fare la centrale dell'appalto all'INVA e non farla nella unité des Communes?", cioè molte sono delle domande a cui io stesso, che magari sono per dovere obbligato a studiarmi questa materia, non sono in grado di dare delle risposte serene...lei sa sempre tutto, è il più bravo di tutti, sa tutto... Io francamente vedevo in questa mozione un'esigenza che poteva essere anche della maggioranza di dire: "vabbè, alcuni hanno già votato, hanno fatto, cosa ci costa fermare un attimo questa macchina, consentire di creare un clima più sereno degli amministratori comunali, dargli le informazioni di cui hanno bisogno" e poi non sarà il Consigliere Donzel a votare per il Comune di Fénis o per il Comune di Pollein, voteranno quegli amministratori, ma diamogli gli strumenti di un voto consapevole, diamogli la possibilità di capire che rapporto c'è fra queste scelte che facciamo sull'INVA, le centrali uniche di appalto e le nuove associazioni dei Comuni e come si crea quest'intreccio. Io non credo, ma non perché ripeto...proprio perché i nostri amministratori sono bravi e vogliono fare un voto consapevole, avendo così avuto nell'orecchio un dibattito anche recente che c'è stato al CELVA sugli Enti locali, ho come l'impressione che c'erano...tutti hanno votato con una certa idea, però, leggendo i commenti, tutti avevano un'idea anche molto diversa l'uno dall'altro, molte opinioni anche da mettere insieme contrastanti.

Dal mio punto di vista, quindi stiamo al merito della mozione, che non dà un giudizio, ma chiede maggiore chiarezza prima di far fare la scelta e scaricarla sui Comuni, perché poi a votare sono i Comuni.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il collega Viérin, ne ha facoltà.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Cette discussion est utile pour insérer cette question de la centrale d'INVA à l'intérieur de ce verdict intéressant que la Cour constitutionnelle a exprimé non seulement sur ce sujet, mais aussi notamment sur la question des rétributions aussi aux Présidents des Communautés de montagne. Cela pour dire qu'à travers la Cour constitutionnelle des questions viennent...et ont des répercussions aussi sur la vie administrative et politique de la Vallée d'Aoste. Nous aurions aimé aussi entendre dans les déclarations ces communications sur des aspects importants, donc de la renonciation de...vis-à-vis de notre loi...mais une sentence surtout d'un point de vue politique qui confirme la validité de nos propos, les propos que l'Union Valdôtaine Progressiste a tenu dans ces mois surtout sur la défense de nos droits, de nos prérogatives. Nous croyons, nous l'avons dit, que nous avons un peu renoncé dernièrement à défendre ces droits et donc simplement pour dire que nous nous souhaitons que l'attention sur la défense des droits continue à être très haute. Nous avons déjà vécu ça pour les chantiers forestiers, nous avons vécu ça pour les supermarchés, on se souvient très bien, nous avons fait une bataille et à la fin nous avons évité certains passages. Evidemment après il y a probablement, d'un point de vue légal, même l'Etat qui procède, mais c'est quand même une façon de marquer notre autonomie; nous le voyons pour l'article 19 de la spending review, heureusement que le Friuli a fait recours même seulement d'un point de vue des principes.

Lei ha parlato di intervento che è stato fatto tempestivamente, quindi che è stato fatto. Qui ci sono due aspetti: intanto noi crediamo che sia importante essere autonomisti quando si ricorre e quindi si afferma un diritto, al di là poi del fatto di come sia l'esito di questa sentenza e poi di come si interviene, essendo autonomisti anche e soprattutto nella configurazione che si prevede qui in Valle d'Aosta. Noi non vorremmo appunto che si passasse ad un centralismo regionale, che noi combattiamo come concetto di centralismo nei confronti dello Stato, che poi invece riproponiamo qui in Valle d'Aosta.

Monsieur le Président, moi je vous reconnais historiquement un rôle et une fonction même politique, vous avez après 1981 et la question de la répartition fiscale, hérité, même d'un point de vue politique, une situation qui a vu une idée de faire passer la centralisation, qui était Aoste, pour, disons, faire vivre notre communauté, faire vivre nos Communes et vous avez eu à l'époque ce rôle, qui était un peu dans une logique de bourgeoisie de la ville...auparavant centralisé sur la ville d'Aoste. Le territoire a vécu à travers ces années...mais aujourd'hui nous ne comprenons pas cette phase de changement, une métamorphose que nous ne reconnaissons pas et dans laquelle nous ne reconnaissons pas, car nous voudrions effectivement qu'il y ait encore cette autonomie communale et non seulement à travers ce passage, non seulement à travers ces aspects de la centrale, mais il y a une tentative de faire mourir nos Communes, les Communes sont réduites d'un point de vue financier vraiment d'une façon négative et il y a de l'autre côté par contre des grands investissements qui vont seulement sur des grandes ?uvres et souvent sur la ville d'Aoste. Nous croyons donc qu'il y a un peu une inversion de tendance et nous le disons avec un peu d'amertume, car nous croyons que les principes qui sont à la base des idéaux que nous sentons, qui sont justement ceux de l'autonomie communale, qui sont ceux des petites réalités, aujourd'hui ne se retrouvent pas dans l'action administrative et c'est cela principalement ce que nous contestons et aujourd'hui nous avons vécu à travers ce recul un moment de recul de défense de nos droits. Même seulement au niveau des principes, mais souvent la forme devient substance et nous croyons que le fait de défendre les droits de la communauté valdôtaine doit être...et doivent être des droits qui sont défendus non seulement d'un point de vue personnel, mais au niveau de représentativité de toute la communauté, donc je crois et nous croyons que nous avons perdu une occasion vraiment pour défendre l'autonomie des valdôtains.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian per dichiarazione di voto, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Esistono delle mozioni che forse incidono in maniera drastica...le posizioni di quest'aula nella passata legislatura...più volte c'è stata la volontà di approvare delle mozioni perché avevamo delle idee completamente diverse, quindi, quando un'opposizione presenta una mozione che va in una direzione e la maggioranza non approva, il dibattito è franco e forte, ci si divide e si prendono delle strade alternative. Il collega Guichardaz la scorsa settimana ha fatto questo passaggio su diverse mozioni che noi oggi quattro gruppi consiliari presentiamo in quest'aula...sovente queste mozioni che noi abbiamo presentato, tante di queste mozioni sono accettabili, perché è scritto in maniera semplice, nero su bianco, che invitano, non impongono, invitano: "a valutare attentamente quale sia l'ambito ottimale della centrale di committenza, oltre che dare indicazioni precise agli Enti locali", è un invito. Presidente, lei oggi a questo nostro invito garbato, ma nero su bianco, ci risponde dicendo: "io do la mia disponibilità a venire in commissione", no, non ci è sufficiente la sua risposta garbata, non ci basta, noi vogliamo un invito a valutare attentamente quale sia l'ambito ottimale da centrale di committenza! Ecco, la differenza è sostanziale tra un eventuale suo passaggio dal secondo piano al primo per venire in commissione ed essere audito ed invece voler cercare attentamente un ambito ottimale della nostra centrale di committenza.

Ho fatto un calcolo poc'anzi: siamo in 35 in quest'aula e, spero di non essermi sbagliato, 15 di noi hanno ricoperto la carica di sindaco o di vicesindaco, 15 su 35 in epoca diversa - io nascevo e lei faceva il Sindaco di Brusson, nel 1975 mi sembra, quindi ho fatto il Sindaco dopo di lei, altri l'hanno fatto negli anni '80, altri ancora negli anni '90 ed altri ancora negli anni 2000 - abbiamo ricoperto una carica importantissima...e, da autonomista convinto, le dico, Presidente, che una mozione del genere...io chiedo ai Consiglieri di maggioranza veramente di ripensarci, perché ne va della dignità delle nostre comunità. Nel passato quinquennio si è demolito l'impianto degli Enti locali, abbiamo avuto delle posizioni diverse, il Presidente Rollandin ha deciso una strada in solitaria e, soprattutto, ha centrato volutamente un percorso di natura politica, che è veramente un ritornare indietro e mettere in campo un modello di centralismo regionale e quindi è quasi come prosciugare tutto quello che si era costruito per far crescere gli Enti locali dal punto di vista politico, dal punto di vista amministrativo, ma dal punto di vista delle singole comunità...la singola comunità poteva e doveva scegliere le proprie esigenze, mettere in campo le proprie esigenze e decidere quali erano i percorsi ottimali e le azioni da mettere in campo nella propria comunità.

È una mozione ricevibile, Presidente Rollandin, noi invitiamo ancora veramente i colleghi di maggioranza ad accettare questa piccola sfida: dico "piccola" perché invitiamo veramente a valutare attentamente quale sia l'ambito ottimale, proprio perché concordiamo con lei che dobbiamo trovare un modello per risparmiare, concordiamo che dobbiamo creare le condizioni per salvaguardare il substrato produttivo nelle località. Siamo rimasti in pochi forse ad abitare nelle vallate laterali 365 giorni all'anno e non solo il sabato e la domenica, siamo rimasti in pochi e sempre meno, Presidente Rollandin, glielo assicuro, e sono i numeri a dirlo e non Chatrian, purtroppo, perché la montagna è bella, ma non solo nel week-end, bisogna viverla e abitarci in montagna.

Terzo passaggio - e a noi di ALPE sta a cuore questo passaggio -: non è solo sufficiente il risparmio, non è sufficiente la salvaguardia delle nostre imprese e della fornitura, ma ci deve essere un certo modello che rappresenti legalità, pubblicità e anche un po' di concorrenza, in modo che il risparmio vero sia creato, ci siano le condizioni create da chi si occupa del bene collettivo...quando parliamo dal punto di vista autonomistico, è sicuramente l'Ente locale l'Ente più vicino al cittadino, l'Ente che è più vicino soprattutto nelle vallate laterali, dove i servizi sono inferiori e le difficoltà sono maggiori e dove sinceramente forse giocarsi la propria partita per un giovane o meno giovane in questo momento è sempre più difficile. Tocca a noi rivedere quei modelli e, scusatemi, questa mozione va in quella direzione, vi chiedo, Consiglieri di maggioranza, di pensarci, perché l'obiettivo è di trovare delle soluzioni migliori e non accentrare tutto ad Aosta quello che è il sistema demolito degli Enti locali. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Bertschy per la dichiarazione di voto, ne ha la facoltà.

Bertschy (UVP) - Monsieur le Président, je suis étonné de votre position sur cette question, comme j'étais étonné dans le passé sur d'autres questions qui ont concerné notre autonomie. Je suis étonné parce que je voudrais toujours reconnue une claire et forte identité autonomiste, qui au contraire je ne vois plus aujourd'hui, peut-être aussi pour les changements qui se sont passés dans le mouvement et dans cette majorité. Je me demande donc comme notre communauté peut...et surtout comme nos dirigeants, les administrateurs de nos Communes puissent trouver la force de réagir et de travailler avec un esprit autonomiste, qui est l'esprit des valdôtains.

Noi non sosteniamo di andare fuori legge, non vogliamo fare delle cose che non mettano tutti a riparo, sosteniamo che si debba, nel limite del possibile, continuare ad insistere a valorizzare le battaglie del passato, di chi ha voluto uno Statuto, di chi ha voluto delle competenze primarie, di chi ha lottato soprattutto distante da qua in situazioni molto più difficili per dire che l'autonomia non è la deregulation, è un sistema di legiferare su un territorio differente. È da lei quindi che speriamo che possa ripartire sicuramente il confronto, ma le battaglie giuste per dare quella scossa di cui abbiamo parlato nella seduta del primo Consiglio regionale, quella di ridare un po' a tutti la voglia di sostenere che questo territorio si amministra si difende, si lavora, si gestisce con delle regole che devono essere adattate alle differenze che andiamo ad amministrare. Un territorio che - e l'ha ripreso bene il collega Gerandin nel suo intervento - che non ha altro che bisogno di essere un po' rassicurato, perché è ancora più evidente che la crisi qui può fare dei danni peggiori che da altre parti. L'idea di una centrale di committenza mista sul territorio non è un'idea che vuole togliere la possibilità...è un'idea che vuole valorizzare quelle competenze che ci sono...mista e piccola sul territorio, che, tra l'altro, appunto, è stata confermata possibile dalla Corte costituzionale. È un'idea che vuole valorizzare tutte quelle professionalità che negli Enti locali si sono formate, quelle professionalità che abbiamo la possibilità di mettere insieme a lavorare. Non è un'idea che va messa in contrapposizione e il fatto che queste norme possano essere non applicate perché abbiamo competenza primaria...ma giustamente, come dice lei, deve portarci ad uniformare le nostre norme...deve essere visto con un atteggiamento diverso, un atteggiamento che vuole dire obblighi che non esistono, ma principi, come sostiene giustamente lei, che vanno un pochettino adattati.

Provare allora una volta a farcele le leggi, a farcele anche impugnare, cominciare a fare un lavoro diverso, dall'inizio, e fare qualche cosa che sia...si evita anche di fare perdere del tempo, perché, il collega Elso Gerandin l'ha ricordato, abbiamo fatto tante riunioni in questo periodo dicendo delle cose, scritto dei documenti che poi la Corte non ha confermato e non è evidentemente un problema legato solo alla Presidenza, è il problema anche di chi vuole rappresentare a volte con troppo anticipo esigenze che da altre parti non hanno neanche cominciato a discutere. Pensiamo quindi ai nostri Enti, pensiamo alla nostra autonomia e diamo la forza e l'energia ai dirigenti affinché possano aiutarci nel nostro governo politico e soprattutto possano sostenerci adattando alla nostra situazione le leggi che con troppa frequenza, con troppa urgenza e con troppi riferimenti esclusivamente all'economia e pochi riferimenti alle persone vanno diritte a colpire un sistema, il nostro, che è debole, fragile, abbiamo parlato cinque minuti fa di trasporti, un sistema che va difeso e valorizzato con degli esempi concreti e la forza che deve partire è quella del Presidente della Giunta, della Giunta, del Governo regionale...di non essere deboli, di essere forti nel difenderci. Grazie.

Presidente - Grazie. C'è qualche altra richiesta di intervento per dichiarazione di voto? Non vi sono altre richieste? Se non vi sono altre richieste...ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Era per riprendere alcuni dei passaggi che il Presidente prima ha voluto toccare. Mi è stato detto che nella mia illustrazione non avevo toccato due aspetti molto importanti: quelli riferiti a quella che è stata l'impugnativa da parte della Corte costituzionale legata alla scadenza...e legato al discorso dei 40 mila euro come soglia minima. Io non ho nessuna difficoltà a riconoscere che la soglia dei 40 mila è un ottimo biglietto da visita per la riorganizzazione della centrale unica di committenza, mi dispiace non averlo toccato, l'avrei voluto toccare, poi ritornerò sul discorso dei 40 mila, però volevo solo aggiungere che poi lei, di conseguenza, non mi ha risposto sui costi aggiuntivi, ecco, quelli che io ho ipotizzato come riferiti al fatto che...mi ricordo bene che sui costi, quando noi stavamo dialogando sulla proposta riorganizzativa, era un concetto che avevamo condiviso...il risparmio con la gestione associata.

Ritorno sul discorso dei 40 mila: io penso che, come dicevo prima, sia un'ottima base di partenza, è per quello che noi non abbiamo chiesto di revocare la legge, ma bensì di fare un ripensamento su questo tipo di legge, stoppando un attimo quello che era il...questo continuo richiamo che viene fatto agli Enti locali..."ma come non avete ancora deliberato in Consiglio regionale l'adesione ad INVA?"

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...no, lo fa qualcun altro tramite lei, adesso non lo so se poi è imbeccato o meno, ma lo stanno facendo, glielo posso garantire guardi...le telefonate che partono agli Enti locali le sappiamo tutti, ecco, ci vengono riferite... Volevo però partire da questa buona base di partenza, perché io penso che veramente dove l'Amministrazione regionale ha un po' di coraggio a ribadire qualche differenza rispetto al modello nazionale poi viene premiata, allora il discorso dei 40 mila...avete avuto coraggio, avete scritto una norma fuori dalle regole nazionali, qualcuno non ve l'ha impugnata e questa è una base di partenza buona, ottima, però, Presidente, io le dico solo: che futuro possono avere gli Enti, i Comuni se ogni spesa, lavori compresi...perché io le dico: lavori compresi, 40 mila valgono anche per i lavori...dovranno essere in un futuro ipotizzato gestiti da un soggetto unico.

Lei mi ha detto che condivide la necessità di mantenere le risorse in Valle, che è stato contento che io abbia citato la coerenza con i suoi programmi di legislatura, allora lei non può dirmi che ha voglia di mantenere le risorse in Valle e si è coerenti con il programma di legislatura, non può dirmi che non è sensato frazionare in più centrali, ma lo sa benissimo che un soggetto unico significa importi più alti, appetiti più alti e risorse fuori Valle, avere la possibilità...perché non è vero, quello che ha detto, mi scusi, che non è possibile avere ambiti di 5 mila abitanti, superiori ai 5 mila...è possibile mediante convenzione anche, lo dice la legge, non lo dico io, allora io su questo dico: mettiamoci intorno ad un tavolo, facciamo l'interesse dei valdostani, in modo che ci sia un futuro per gli Enti locali, ci sia un futuro di mantenere quelle poche risorse che hanno ancora disponibili gli Enti locali nel contesto, nell'ambito di appartenenza dei Comuni, nell'ambito della gestione associata, per questo io le chiedo veramente: bocce ferme un attimo e mettiamo la centrale di committenza all'interno di quel processo di riorganizzazione e di riforma degli Enti locali, di gestione associata. È un punto fondamentale, trattiamoli assieme questi, non le chiediamo nulla d'altro, non le chiediamo di dire che tutto quello che è stato fatto è negativo. Diamo un'indicazione ai Comuni dicendo che l'ambito è quello superiore a 5 mila abitanti, che siano liberi di scegliere qual è il modello più idoneo alla loro realtà. Con questo non significa assolutamente che chi in un futuro abbia magari l'intenzione di aderire al modello INVA non possa aderirvi, però diciamolo che non è l'unico modello, lei l'ha detto: possono, allora con il concetto di "possono" bisogna dare ai Comuni anche l'altra versione, dicendo che non è obbligatorio, possono fare delle aggregazioni superiori ai 5 mila abitanti ed identificare all'interno di questo modello organizzativo la centrale unica di committenza. Questo le chiediamo, non le chiediamo di tornare indietro, non le chiediamo di rinnegare, le chiediamo bocce ferme e ne discutiamo tutti assieme e rinnovo di nuovo veramente l'invito a chi ha fatto parte di amministrazioni comunali: voi non potete svendere quelle poche risorse che sono ancora disponibili in un'unica centrale, in un modello aggregante che alla fine farà sì che gli appalti siano sopra soglia...è veramente un sistema per penalizzare il sistema economico valdostano. Grazie.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel...ha già fatto la dichiarazione di voto, collega...

Donzel (PD-SIN.VDA) - A nome dei gruppi della minoranza, vorrei chiedere il voto segreto.

Presidente - Ah, è per il voto segreto...

Donzel (PD-SIN.VDA) - Chiedo scusa Presidente.

Presidente - ...okay, va bene, voto segreto. C'è qualcun altro per dichiarazione di voto? Non vi sono altre richieste per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

È sicuramente singolare sentirsi dire da Laurent Viérin che io ho cambiato idea, io non ho mai cambiato idee politiche, ho sempre mantenuto le mie idee, sarà un difetto, ma ho sempre mantenuto le stesse e, per fortuna, io le idee che ho sono abbastanza chiare. Su questo tema non si tratta di cambiare idea, su questo tema io voglio solo far notare che tutti hanno riconosciuto che quella legge è stata tempestiva e ben fatta. La legge dice che i Comuni possono aderire, allora, se c'è qualcuno che sa indicarmi altri modelli, ben venga. Io quello che so è che chi non aderisce a questo si trova nell'obbligo di ricorrere a CONSIP: questa è l'alternativa, se ce ne sono altre, i Comuni sono liberi di fare quanto vogliono e non si tratta di appalti sopra soglia, gli appalti hanno una logica diversa da quelli che sono gli acquisti e i lavori che noi abbiamo indicato con quella logica.

Per quanto ci riguarda, quindi noi non riteniamo che ci sia da sospendere l'adesione ad INVA, noi abbiamo chiesto ad INVA di fare un certo lavoro, ed è un lavoro che va fatto, se ci sono altre idee che noi non abbiamo visto e che possono essere discusse, c'è ancora tempo fino alla fine dell'anno, l'applicazione è prevista per la fine 2013. L'avevamo anticipato, poi lo Stato ha fatto la stessa cosa, quindi non riteniamo che questo leda nessun tipo di logica. Noi, tutti quelli che abbiamo fatto i sindaci, e non solo, siamo sicuramente per i Comuni, lo dimostreremo coi fatti e mi spiace che in quest'occasione si cerchi di dribblare il discorso, quasi che queste leggi le avessero fatte le Regioni, non è la Regione Valle d'Aosta, la Regione Valle d'Aosta ha fatto con questa legge qualcosa per evitare che succeda che tutti ricorrono alla CONSIP, cosa che hanno fatto tutte le altre Regioni, volenti o nolenti. Non è quindi un'iniziativa della Regione, perché come viene fuori quasi quasi sembra che alla fine è la Regione Valle d'Aosta che ha voluto fare qualcosa contro i Comuni, ma è tutto l'inverso e la dimostrazione è quello che è stato detto sulla bontà della legge. Allora, si vuole fare una scelta diversa, lo si faccia, quello che è sicuro è che con questa possibilità noi riusciamo comunque a mantenere sul territorio quell'insieme di occasioni di acquisto che prima non erano possibili: questa è la realtà delle cose e per questo che noi chiediamo di non votare questa mozione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Viérin, per fatto personale.

Viérin L. (UVP) - Sì, sono stato chiamato in causa. Solo brevemente per dire che lei, Presidente, non ha cambiato idea, è cambiato lei, o forse ha finito di mimetizzarsi e ha svelato la sua vera natura. Lei, Presidente, di fatto si è impossessato, ha occupato un movimento che era patrimonio di tanti valdostani e l'ha occupato per i propri scopi e oggi lo sta portando alla deriva, quindi questa è la situazione reale e noi ne prendiamo atto.

Presidente - Mettiamo in votazione segreta. Siete invitati a votare. Dichiaro aperta la votazione. Tutti quanti avete votato? Dichiaro chiusa la votazione.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 18

Contrari: 17

Il Consiglio approva.

Punto 57 all'ordine del giorno.