Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2937 del 8 aprile 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 2937/XIII - Relazione conclusiva della Commissione consiliare speciale per la rideterminazione degli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti. (Reiezione di una risoluzione e approvazione di un'altra risoluzione).

Presidente - Chi è che intende chiedere la parola per relazionare? Il Presidente della commissione? La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Il mio intervento sarà particolarmente breve anche a ragione di come si sono conclusi i lavori della commissione speciale la settimana scorsa. Questa commissione è stata istituita nel mese di dicembre dell'anno scorso con come compito specifico quello di rideterminare gli indirizzi generali della gestione dei rifiuti in ragione del risultato referendario e dell'entrata in vigore della legge in questione. La commissione a fine dicembre ha relazionato in Consiglio regionale trovando tra l'altro un documento condiviso ed approvato da tutta la commissione e presentato appunto al Consiglio regionale in occasione del Consiglio regionale dei primi di febbraio. Successivamente la commissione si è riunita ancora 15 volte cercando di fare una panoramica generale sullo stato dell'arte dei vari sub-Ato della gestione dei rifiuti all'interno delle varie sub-Ato regionali nelle quali si suddivide il territorio regionale. Abbiamo poi successivamente audito alcune esperienze interessanti che venivano dall'esterno della Valle d'Aosta, tra cui l'Assessore della Provincia di Torino, l'equivalente della Provincia di Reggio Emilia, nonché un'esperienza molto particolare della Provincia di Trento, in particolare del Consorzio di Comuni della Val di Fiemme, nel caso specifico il Direttore della società Servizi Fiemme S.p.A.. Abbiamo poi audito anche i vari altri soggetti, tra cui l'Institut agricole...ed altri legati ad un progetto riguardante l'utilizzo del compost.

Successivamente, conclusi i lavori riguardanti le audizioni, purtroppo la commissione, per espressa volontà della maggioranza, non ha potuto approvare un documento da portare in Consiglio regionale di indirizzo, ma si è limitata appunto a portare in Consiglio il resoconto generale dei lavori della commissione stessa. Evidentemente, al di là del clima positivo che in questi mesi si è creato all'interno della commissione, nonostante il periodo post-referendario e pre-elettorale non si è potuto, come ho detto, per volontà della maggioranza, esprimere un indirizzo: quello che era poi il compito della commissione stessa. Oggi, pertanto, ci troviamo con una relazione generale sui lavori della commissione, che evidentemente non sto a leggere, anche perché sono circa 200 pagine: sono il resoconto di tutti i lavori della commissione e devo quindi... Il mio compito è finito e non ho molto da aggiungere rispetto ai lavori della commissione, se non appunto il rammarico per non essere riusciti ad approvare un documento di indirizzo, che era il compito di questa commissione speciale - che all'epoca era stata istituita per volontà di tutte le forze politiche presenti in commissione e alla quale tutti avevano dato una certa importanza, anche perché il tema è complesso e importante -, e che, purtroppo, negli ultimi giorni, nonostante, come detto, un clima tutto sommato positivo, si è poi rivelato impossibile, per volontà della maggioranza, approvare un testo condiviso, non soltanto un pezzo positivo, ma approvare un testo di indirizzo, pertanto tutto viene riportato in Consiglio e il Consiglio deciderà, se è il caso, cosa e quali indirizzi dare nella gestione dei rifiuti. Grazie.

Presidente - Grazie collega Bertin. Intanto vi comunico che è stato depositato un testo di risoluzione, appena ne avremo le copie, procederemo alla distribuzione e all'iscrizione all'ordine del giorno. Apriamo la discussione generale. C'è qualcuno che chiede la parola? La parola al collega Empereur.

Empereur (UV) - Sì, grazie Presidente.

Il Presidente Bertin, che ringrazio, ha ricordato un po' in modo sintetico i lavori di questa seconda parte di attività della commissione. Io intervengo a nome della maggioranza con un documento che lasceremo poi agli atti e riprendo alcune considerazioni che discendono direttamente dalla decisione di questo Consiglio di costituire una commissione speciale in materia di gestione di rifiuti, perché tra i compiti assegnati c'era quello di rideterminare gli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti verificando la fattibilità delle proposte elaborate dalla commissione speciale alla luce della normativa vigente.

Il secondo compito che la commissione aveva era quello di relazionare sull'andamento dell'attività al Consiglio entro la fine del mese di gennaio 2013, e così abbiamo fatto, e successivamente quello di rimettere al Presidente del Consiglio, entro il mese di marzo, una relazione conclusiva del proprio operato. Nella commissione, oltre alla Presidenza di un Consigliere di minoranza, in questo caso il collega Alberto Bertin, era presente in audizione permanente un rappresentante del Comitato promotore quale esperto di uno scenario alternativo a quello appena superato dal referendum e l'elemento di novità ulteriore era che le sedute della commissione si sono svolte in seduta pubblica. Noi abbiamo, a metà del nostro mandato, predisposto la prima relazione di cui il Consiglio conosce i contenuti che sono declinati in otto punti che naturalmente non vado a riprendere.

Vorrei ribadire il concetto che questa relazione finale della nostra commissione doveva sì rideterminare gli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti, ma doveva contemporaneamente verificare la fattibilità delle proposte elaborate dalla commissione alla luce della normativa vigente. Va sottolineato che, come forze di maggioranza, abbiamo sin da subito dimostrato la nostra disponibilità naturalmente nel condividere la Presidenza di un rappresentante dell'opposizione, naturalmente nell'audire tutti gli esperti indicati dal rappresentante del Comitato referendario, auspicando quindi che quello scenario alternativo così tanto evocato nella campagna referendaria, del quale erano stati vantati i costi, i vantaggi, impianti, benefici ambientali, fosse spiegato ed individuato anche in commissione in modo da poter indicare nuovi indirizzi sul sistema integrato di gestione dei rifiuti, per procedere all'adeguamento del piano regionale e quindi per passare alla fase esecutiva.

Nel corso della riunione del 2 aprile scorso, il Presidente della commissione ha presentato una bozza di relazione finale che, da una lettura sia degli obiettivi fissati dal Consiglio, sia del lavoro svolto nel corso delle audizioni, a nostro modo di vedere, non poteva rappresentare compiutamente gli indirizzi programmatici per un nuovo sistema di gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta, né possiamo affermare che abbia verificato quella fattibilità delle proposte in essa contenute e richiamata ormai due volte. Il risultato atteso quindi, dal nostro punto di vista, non è stato assolutamente raggiunto a causa probabilmente di una sottovalutazione della complessità del tema, di una carente conoscenza del problema e di quanto fino ad oggi è stato realizzato in materia di rifiuti nella nostra regione. Se una certa misconoscenza, diciamo così, può essere giustificata, perché non tutti evidentemente possono occuparsi di tutte le tematiche, e io ne sono certamente un rappresentante, non è però accettabile quanto questa scarsa conoscenza sia alla base poi di una posizione politica che ha sostenuto un referendum che oggi ci pone comunque in una situazione di incertezza; e di questo nuovo scenario tutti se ne fanno carico, perché tale è stata la volontà espressa dai cittadini, quindi, anche se in fondo dal punto di vista giuridico il referendum fosse giudicato incostituzionale, non è certo volontà di nessuno non tenerne conto nelle scelte future, chi afferma il contrario lo fa solo a fini strumentali e contestualizzato al periodo. Tuttavia, bisogna prendere atto che lo scenario alternativo non è stato per niente presentato o motivato, limitandosi ad audire una serie di esperti su alcune delle tematiche del sistema integrato, che se pur aspetti importanti, se non visti contestualmente a tutti gli altri, non possono rappresentare uno scenario alternativo.

Lo scenario che, secondo alcuni, emergerebbe dal lavoro della commissione peraltro è sostanzialmente quello già previsto dal piano regionale e che è stato oggetto di tutti gli studi comparativi e commissionati anche dalle commissioni consiliari competenti dal 2005 ad oggi. Questo scenario, che prevederebbe la promozione dell'autocompostaggio e della raccolta presso le utenze selezionate nelle aree densamente abitate, è già previsto dall'attuale piano e, come ci è stato illustrato in commissione, tale scelta è stata attuata dalla Regione sia per la parte dell'autocompostaggio anche con l'evoluzione di questi ultimi anni verso il compostaggio di prossimità, sia con il compostaggio della frazione verde, che rappresenta circa il 50 percento della frazione biodegradabile del totale. Oggi ci troviamo con molti interrogativi, che gli esperti non hanno dissolto, a proporre uno scenario aggravato da un notevole condizionamento, che è quello della chiusura totale del ciclo in Valle d'Aosta e quindi con un interrogativo sul destino di quanto residua comunque alla fine del ciclo e con una certezza: quella dell'apertura di una nuova discarica di rifiuti, discariche che peraltro sono destinate ad essere chiuse. Alla luce del quadro che si presenta oggi, si deve prendere atto che qualsiasi scenario sia proposto non potrà prescindere dal rispetto delle norme dettate dall'Unione europea e a cascata dalla normativa nazionale e regionale.

Nell'ampio dibattito referendario non sempre sono stati considerati alcuni principi che costituiscono un vincolo alla pianificazione del nuovo scenario e spesso si sono invocati principi che erano comunque già alla base delle scelte, ma che è bene ricordare. Io ne citerò alcuni per i quali il mancato rispetto potrebbe determinare una violazione e un'errata applicazione dei principi normativi o la necessità di deroga e che appaiono comunque fondamentali come indirizzi che si dovranno seguire per il nuovo scenario, senza declinarli, anche perché sono in qualche modo noti: naturalmente il principio di autosufficienza, il principio di precauzione, il principio del chi inquina paga, il divieto comunque del conferimento in discarica dei rifiuti ed è chiaro comunque che da parte nostra abbiamo l'intendimento di mettere sul tavolo delle proposte programmatiche, quindi nel dettaglio, tenendo conto dei principi enunciati che devono ispirare la nuova programmazione, si evidenziano alcune tematiche che costituiscono dal nostro punto di vista linee programmatiche da sviluppare.

Il primo aspetto per una corretta definizione della situazione della nostra regione che vorrei prendere in considerazione è avere una corretta visione dei dati inerenti alla produzione dei rifiuti, nonché della tendenza alla loro produzione. In questo senso, nella seduta del 21 dicembre scorso, l'assessorato ha fornito alla commissione un quadro sintetico sull'andamento della produzione che non andrò a declinare specificamente in aula, ma che rimane agli atti nell'ambito della nostra relazione e che è alla base anche della nostra proposta.

Il secondo aspetto è quello della frazione biodegradabile; su questo tema si sono spese parecchie ore di audizione e come già ricordato dal quadro delle audizioni emerse, una soluzione che è la conferma di quanto già contenuto nel piano attuale, con un aggiornamento che è dovuto all'evolversi della situazione tecnologica e normativa. Dalla relazione inviata alla commissione speciale dagli uffici competenti dell'assessorato, nonché dalle audizioni degli esperti, si ritiene che il quadro previsto dal piano attuale, nonché dalla delibera di Giunta del febbraio 2005 possa essere sostanzialmente riconfermato. Le azioni avviate sulla base delle previsioni del piano regionale hanno consentito di pervenire alla riduzione della componente organica del rifiuto indifferenziato conferito in discarica, che già soddisfa ampiamente gli obiettivi previsti dalla normativa nazionale al 2018, cioè 81 chilogrammi annui per abitante. L'importante novità che, a nostro giudizio, è stata colta dalla nostra Regione ed è in fase sperimentale su ampia scala anche a fronte delle difficoltà di ordine normativo che si ritengono superate, riguarda la presenza oggi di compostiere elettromeccaniche o manuali che possono offrire un valido contributo al compostaggio di prossimità, consentendo quindi di mettere in campo una vera e propria azione di forza per la riduzione della produzione dei rifiuti in aree più remote o dove vi sia la possibilità di praticare questa soluzione.

Per quanto riguarda la raccolta dell'umido nelle zone centrali e densamente abitate, la soluzione di realizzare un impianto o più impianti va affrontata sulla base di dati e valutazioni di ordine economico ed ambientale. Emerge che lo scenario dovrà evidentemente tenere conto che la norma introdotta con il referendum vieta il trattamento a caldo dei rifiuti e non si realizzano, né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi e gassificazione. In tal senso è necessario un approfondimento per valutare se sia possibile procedere in questa direzione magari prevedendo una modifica normativa. La sostanza organica contenuta nei rifiuti sia urbani, sia da attività agricole può essere degradata, stabilizzata ed eventualmente trasformata in fertilizzante in due modi: aerobico, quindi all'aria, ed anaerobico, quindi in assenza di aria. Come visto, il sistema oggi più moderno e consigliato è quello misto, in cui ad una fase di gestione anaerobica segue una fase di compostaggio aerobico. Gli scenari per la raccolta dell'umido che emergono sono quindi: impianto di compostaggio aerobico centralizzato, impianti di compostaggio anaerobico centralizzato, piattaforme decentralizzate sul territorio. Per poter determinare questi scenari, è necessario definire i quantitativi in gioco, i costi della raccolta, del trattamento, del riutilizzo, dello smaltimento, la possibilità di collocazione del compost, le aree destinate agli impianti, gli impatti ambientali. Definiti questi elementi, una volta adeguata la pianificazione, si tratterà di procedere alla realizzazione degli impianti tenendo conto delle necessità di rivedere in qualche caso i contratti di servizio con le imprese che effettuano la raccolta dei rifiuti nei sub-Ato per avviare il nuovo servizio.

Non si parla dell'ipotesi di conferimento della frazione organica ad impianti fuori Valle, poiché la chiusura del ciclo che aveva ispirato la scelta dell'impianto a caldo lo poneva come condizione alla base del sistema integrato e in quanto la commissione referendaria lo ha ribadito per il sistema a freddo. Su tale scenario giova ricordare che l'attuale legge regionale stabilisce il principio di autosufficienza nel trattamento dei rifiuti urbani. Per completezza, si potrebbe osservare che in realtà la frazione organica rientra nelle raccolte differenziate per le quali questo principio non è applicabile visto l'articolo 181 del decreto legislativo 152, il quale stabilisce che, per le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata destinati al riciclaggio ed al recupero, è sempre ammessa la libera circolazione sul territorio nazionale tramite enti o imprese iscritte ad apposite categorie dell'Albo nazionale gestori ambientali, al fine di favorire il più possibile il loro recupero privilegiando il principio di prossimità agli impianti di recupero. A tal fine, tuttavia, appare significativa una sentenza del TAR Piemonte secondo la quale l'eventuale conferimento fuori Valle della frazione organica necessiterebbe di una concertazione regionale preventiva al fine di determinare la coerenza con la pianificazione regionale e provinciale di quegli ambiti, nonché una valutazione degli impatti generati nel contesto e la destinazione del compost. Quale indicazione programmatica a cui devono seguire necessari approfondimenti e fermo restando la necessità di proseguire le attività di autocompostaggio sia domestico, sia di prossimità, si indicano i seguenti scenari in ordine gerarchico: realizzazione di un impianto di compostaggio anaerobico centralizzato con valorizzazione del biogas e compostaggio di qualità, realizzazione di un impianto di compostaggio aerobico centralizzato, realizzazione di piattaforme per il compostaggio aerobico decentralizzato sul territorio, conferimento fuori Valle.

Un capitolo lo abbiamo dedicato al tema del trattamento a caldo e a freddo. La modifica apportata alla 31 del 2007 dalla legge recente recita: "in considerazione delle ridotte dimensioni territoriali della regione e dei limitati quantitativi dei rifiuti prodotti in conformità agli obiettivi di cui all'articolo 10, al fine di tutelare la salute e di perseguire criteri di economicità, efficienza ed efficacia, nel ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani non si realizzano, né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi e gassificazione". Pare rilevante osservare che tale previsione normativa è stata ritenuta legittima dalla commissione referendaria per le motivazioni che conosciamo. Dalla lettura del nuovo comma 5 e dalle ragioni addotte dalla commissione referendaria, si desumerebbe che il fine sia quello di tutelare la salute, la quale ha carattere necessariamente generale, non limitato al territorio, dal che discenderebbe l'obbligo di concludere in Valle il ciclo dello smaltimento attraverso il solo trattamento a freddo dei rifiuti; questa finalità deve comunque perseguire criteri di economicità, efficienza ed efficacia. A tal fine, nel corso delle audizioni è stato posto il problema del biogas di discarica e conseguentemente della possibilità di valorizzare i rifiuti mediante produzione di biogas, ad esempio, dei rifiuti organici. Il tema dei trattamenti a caldo di frazioni particolari, (l'organico), del biogas da discarica e della frazione secca residua rimane aperto, poiché il conferimento in discarica di materiali potenzialmente ancora recuperabili dal punto di vista energetico non rispetta la gerarchia dei rifiuti e, dall'altra parte, la produzione di eventuale combustibile solido secondario, il cosiddetto "CSS", ed il conferimento fuori Valle ad un impianto (centrale di cogenerazione o cementificio) non sarebbe rispettosa del parere dei saggi che prevede la chiusura del ciclo in Valle d'Aosta.

Appare quindi necessario, a nostro avviso, che su questo tema si faccia chiarezza e, in particolare, che venga valutata l'opportunità, la possibilità di verificare se nei nuovi scenari sia possibile o condivisibile individuare alcune soluzioni ai problemi evidenziati, verificare il principio di autosufficienza al fine di definire la possibilità di conferire fuori Valle i rifiuti o i prodotti del trattamento a freddo, valorizzare energeticamente il biogas prodotto dalla digestione anaerobica della fase biodegradabile, della frazione biodegradabile, successivo avvio al compostaggio per produzione di compost di qualità, valorizzare il biogas proveniente dal compostaggio dei fanghi di depurazione, per poi avviarli a smaltimento, perché non è immaginabile utilizzarli in agricoltura. Quale indirizzo programmatico si ritiene quindi necessario procedere ad accertare la fattibilità delle ipotesi sopra elencate.

Per quanto concerne le raccolte differenziate, dai documenti in possesso della commissione, si evince quanto segue. Il rinvio operato dal nuovo comma 5 della 31 stabilisce gli obiettivi della raccolta differenziata per la nostra regione, tale disposizione regionale, così come ci è stato illustrato nel corso delle riunioni, delle audizioni, va letta alla luce delle modifiche normative intervenute successivamente all'emanazione della legge e, in particolare, alla direttiva 98/2008. La normativa nazionale, la 152, che ha recepito la 98, prevede nuovi obiettivi da coordinare con le disposizioni regionali. Come è emerso anche nei convegni organizzati ad Aosta dall'Amministrazione regionale, va sottolineato che deve essere posta l'attenzione sulla circostanza per cui, mentre nell'ordinamento italiano gli obiettivi fissati finora esistenti riguardano esclusivamente la raccolta differenziata, contenuti nell'articolo 205 della 152, in ambito comunitario gli obiettivi si riferiscono al recupero del rifiuto e indicano come strumento obbligatorio la raccolta differenziata. Ne deriva l'obiettivo comunitario e più ambizioso e presuppone un sistema di raccolta efficiente ed improntato al principio di differenziazione di qualità. Questa attività è considerata preparatoria rispetto ad un altro obiettivo: quello relativo all'effettivo riciclaggio e recupero della materia. Si stabilisce infatti che, entro il 2020, sia aumentata complessivamente almeno al 50 percento in termini di peso la preparazione per il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti domestici e possibilmente di altra origine nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici.

Oltre a questi traguardi, appare opportuno ricordare che, per specifici flussi di rifiuto, sono stabiliti specifici obiettivi di recupero e di riciclaggio. Anche se da tempo viene chiesto di definire, come previsto dal Codice dell'ambiente, metodologie condivise per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata, al momento permangono numerose differenze tra gli Ato, per cui si ritiene più virtuoso procedere secondo quanto stabilito dalla direttiva ed evitare il continuo confronto con le realtà che hanno sviluppato processi non sempre adattabili alla nostra realtà o che presentano numeri poco raffrontabili. Il piano regionale ha definito il sistema di raccolta differenziato dei rifiuti nella nostra regione, oltre quindi a definire le tipologie delle raccolte, il tipo di raccolta (stradale, domiciliare), ha anche previsto la realizzazione di una rete di raccolta costituita dalle stazioni intermedie distribuite sul territorio regionale e previste per l'ottimizzazione dei trasporti dei rifiuti verso il Centro regionale di Brissogne. A tal proposito è agli atti della commissione uno studio sul sistema delle stazioni di conferimento, che dovrà essere valutato in sede di definizione delle nuove linee programmatiche e per l'aggiornamento del piano sulla base degli indirizzi che il Consiglio regionale vorrà dare in ordine anche alla revisione dei sub-ambiti territoriali e l'esercizio delle funzioni. Naturalmente questo è un indirizzo importante da porre in essere tenendo conto della contestuale riorganizzazione dei servizi degli Enti locali e quindi anche della futura allocazione delle funzioni ad un'analisi sull'efficienza dei sistemi in essere in particolare dove sono stati realizzati investimenti di recente e alla possibilità di interventi per ottimizzarli.

Un aspetto che consideriamo molto importante è quello della prevenzione e della riduzione; dai documenti in possesso della commissione dei convegni organizzati, è evidente che la Regione ha già in atto da tempo azioni di prevenzione e riduzione dei rifiuti, peraltro, nel corso del 2013 ed in occasione del convegno organizzato il recente 21 marzo, è emerso che la Regione, che le Regioni dovranno predisporre il proprio piano sulla base delle indicazioni del piano nazionale che è tuttora in corso di elaborazione. Questa occasione permetterà, come previsto dal programma triennale in corso di attuazione, di consolidare le azioni sperimentate in questi anni, che sono molto simili a quelle illustrate, in realtà considerate virtuose. La nostra Regione proseguirà con il piano di riduzione dei rifiuti, che, di pari passo con l'aggiornamento del piano di cui potrà essere parte integrante, stabilirà una serie di azioni obbligatorie ed altre facoltative, con dei riconoscimenti economici da realizzarsi da parte di cittadini, imprese, enti ed associazioni, in tal senso l'indirizzo programmatico non può che essere confermato. È necessario anche fare riferimento al periodo transitorio; l'arresto dell'attuazione dello scenario approvato dal Consiglio regionale con deliberazione 1117 del 2010 e del conseguente appalto hanno determinato anche una modifica delle prospettive temporali della gestione attuale. La programmazione di interventi di ristrutturazione del Centro regionale di Brissogne, al di là dell'impianto di trattamento finale dei rifiuti, destinati a migliorare la gestione dei rifiuti differenziati, erano previsti nell'appalto. Oggi è necessario procedere ad un'analisi di quali interventi si rendano eventualmente necessari ed urgenti per poter garantire la corretta ed efficiente gestione dei rifiuti differenziati ed indifferenziati nel breve periodo transitorio, che sarà destinato a definire il nuovo scenario e a procedere agli studi di fattibilità e quindi a nuovi appalti. In tale direzione appare necessario, alla luce anche delle audizioni dei responsabili della società che gestisce il Centro regionale di Brissogne, acquisire uno stato dell'arte delle attività e delle strutture esistenti, nonché della durata e sostenibilità delle stesse, tenendo conto della necessità di migliorare la qualità dei rifiuti differenziati, come attuato con la realizzazione dell'impianto di selezione manuale delle plastiche. Sulla base di eventuali ed improrogabili necessità, bisognerà valutare gli interventi da realizzare tenendo conto dello scenario complessivo che si sta profilando.

Concludiamo con una sintesi di quello che è il documento programmatico quale l'indicazione operativa. Si ritiene necessario che tutte queste tematiche e le linee individuate nel presente documento siano oggetto di uno specifico approfondimento, che dovrà essere realizzato entro sei mesi dalla data di avvio finalizzato a definire quegli aspetti ancora non individuati del nuovo scenario. Il documento programmatico sarà oggetto di approvazione da parte del Consiglio regionale, che dovrà definire l'avvio dell'aggiornamento del piano e delle azioni operative realizzabili.

Il documento programmatico da sottoporre al Consiglio regionale dovrà nel dettaglio minimo affrontare le seguenti tematiche: tre capitoli con nella parte prima, le linee programmatiche per l'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti, con una serie di punti specifici, di linee programmatiche per la definizione del sistema organizzativo regionale, Ato sub-Ato, linee programmatiche per la definizione del piano di prevenzione e riduzione, per l'individuazione di sistemi di raccolta e trasporto, per la frazione biodegradabile, compostaggio domestico, di prossimità, raccolta e trattamento della frazione residua, per la tariffazione puntuale, per il sistema di trattamento dei rifiuti indifferenziati, per il sistema di trattamento dei rifiuti differenziati, per il sistema di smaltimento dei rifiuti secchi e dei residui stabilizzati, per la localizzazione di nuovi impianti, per la fase transitoria con particolare riferimento al sistema attuale e alla necessità di interventi, per la gestione dei rifiuti speciali quali fanghi da depurazione, rifiuti sanitari, carcasse di animali morti; nel secondo capitolo, le linee programmatiche sui modelli di costruzione e gestione, partenariato pubblico-privato, società, degli impianti necessari, degli obiettivi economici, sociali ed ambientali a cui tendere; nell'ultimo capitolo, la definizione degli obiettivi temporali a cui riferire la nuova programmazione. È nell'ambito di questo documento che, come forze di maggioranza, abbiamo predisposto una risoluzione che discuteremo successivamente.

Si dà atto che dalle ore 18,47 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.

Presidente - Adesso facciamo distribuire la risoluzione firmata dalle forze di maggioranza. Qualcuno vuol prendere la parola? Intanto è pervenuta anche un'altra risoluzione, che adesso vi distribuiremo e poi iscriveremo, che riguarda la composizione della Commissione esaminatrice per la selezione pubblica per operatore addetto alla sorveglianza con funzioni di guida museale, di cui dopo chiederemo l'iscrizione, intanto ve la facciamo distribuire. Qualcun altro vuol prendere la parola intanto? Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (Pd-Sin.VdA) - Grazie Presidente. Intanto consentitemi di dire che ringrazio i colleghi della maggioranza per l'enorme stima che hanno nei confronti dei colleghi della minoranza, nel senso che ci hanno illustrato in maniera ampia un documento di cui non ci hanno dato una copia cartacea, perché confidano nella nostra assoluta competenza nella materia e quindi non ritenevano così opportuno fino all'ultimo istante, fino all'ultimo secondo farci conoscere qual era questa straordinaria elaborazione che avevano portato a termine per fare sintesi dei lavori della commissione.

Noi abbiamo seguito con tutta l'attenzione necessaria e possibile questa relazione del collega Empereur, ma mi scuserete che su un argomento, che, insomma, è stato più volte detto, è un argomento estremamente complesso, estremamente tecnico, complicato, eccetera, si debba intervenire senza avere un documento davanti, è certamente una cosa che è in qualche modo antipatica, ma che fa parte un po' di quest'atteggiamento che sin da stamattina abbiamo visto: la prova muscolare della maggioranza! Vuole andare avanti fino all'ultimo istante, fino all'ultimo secondo, vuol far capire che c'è qualcuno che non sa abbastanza, che non è all'altezza, che non è in grado di dire la sua su questo argomento, spetta alla maggioranza tracciare la linea da seguire e anche con la presunzione assoluta che sia la linea che rispetta in toto quella che è l'aspirazione dei cittadini valdostani.

Consentitemi allora due considerazioni anche nel merito di questi lavori: è stata sicuramente un'esperienza interessantissima, come peraltro chi avrà interesse...e spero verranno rese pubbliche le pagine di questa relazione, è stata sicuramente un'esperienza interessantissima poter far parte di questa commissione, perché davvero tanti sono stati i contributi...direi tutti i contributi sono stati di vaglio, erano tutte persone esperte sull'argomento e in settori specifici relativi a questo argomento e per noi che facciamo, svolgiamo il ruolo di politici avere il contributo di tutte queste figure che stanno operando sul campo: amministratori, esperti, tecnici, agricoltori, ricercatori, è stato assolutamente un elemento fondamentale, quindi, da questo punto di vista, un'esperienza importantissima.

Dal punto di vista umano, consentitemi, un po' meno, perché, quando qualcuno esprime la propria opinione che è in dissenso con questa maggioranza, eh, non può farlo, allora si passa all'aggressione, anche con certi termini pesanti che, insomma, mi sono stati rivolti: penso anche all'espressione "saltimbanco". È un'espressione che mi è piaciuta molto, infatti l'altro giorno, saltimbancando qua e là, mi sono trovato ad una serata pubblica dove c'era la presentazione di un film, che invito davvero i cittadini valdostani ad andare a vedere, che illustrava la possibilità di ridurre i rifiuti ed illustrava tecniche di compostaggio. Mi sono trovato seduto ad una tavolata di persone e vicino a me c'era l'Assessore del Comune di Aosta, che fa parte della maggioranza, era naturalmente entusiasta per questo filmato, per la serata che era stata organizzata. Eh, capite, qualche mese fa me lo sono trovato di fronte che inneggiava al pirogassificatore e adesso è saltato dall'altra parte del tavolo ad inneggiare alla raccolta differenziata, a come la sta facendo bene il Comune di Aosta, a come sta lavorando bene e su questo non abbiamo dubbi. In fatto di saltimbanchi allora, ragazzi miei, qui ce n'è da ridere! C'è il giochino in cui qualcuno fa il duro e c'è l'altro che invece fa il buono, va in giro a raccontare...ma siccome abbiamo qui 200 pagine...

(interruzione di un consigliere, fuori microfono)

...che giustamente qualcuno ha ritenuto...e ringrazio il Presidente di non leggerci che come era opportuno...io però, consentitemi, qualche passo lo voglio davvero leggere, perché è estremamente utile per capire di che cosa stiamo parlando e mi riferisco in particolare alla questione che si riferisce all'Assessore del Comune di Aosta, che è stato audito anche direttamente dalla commissione: "la crescita del rifiuto - sono parole dell'Assessore - era minima finché non si è fatto il porta a porta, si cresceva di un punto o due al massimo, con questo sistema, cioè il porta a porta, che abbiamo avviato nel 2005 in maniera graduale, arrivando al completamento su tutto il territorio cittadino, nel giro di un paio di anni siamo arrivati ad ottenere risultati discreti: fino al 50 percento". Questo lo dice un amministratore che lavora sul campo, lo dice un amministratore della maggioranza che il porta a porta ha fatto la differenza, non lo sta dicendo un esponente della minoranza! Lo sta dicendo qualcuno che lavora sul campo, quindi non è un'invenzione che ci siamo tirati fuori noi su questo insistere rispetto alla questione del porta a porta, ma l'Assessore si spinge oltre e ci racconta di esperienze come quelle in cui ci saranno delle isole ecologiche in cui addirittura si farà il passaggio successivo: non ci sarà più neanche il porta a porta, ma i cittadini conferiranno in queste isole le varie tipologie di rifiuto. Ha detto: "questo comporterebbe un enorme risparmio, perché per la ditta che svolge il servizio un conto è fare il giro di tutte le frazioni per raccogliere i vari cestelli, un altro è andare in un'isola ecologica e raccogliere i rifiuti una volta alla settimana".

Più avanti su un altro argomento ancora, il pezzo più bello riguarda la questione Valle d'Aosta, non facciamo la raccolta ancora dell'organico...ha detto: "su questa frazione, su questa tipologia di rifiuto bisogna concentrarci. Parlandone in Giunta, a seguito di una mia richiesta, abbiamo dato mandato al Dirigente dell'assessorato, Framarin, di verificare la possibilità di poter effettuare la raccolta dell'umido, pur non essendoci in Valle attualmente un centro di smaltimento di questo tipo di rifiuti. Gli uffici stanno facendo una verifica anche per portare fuori Valle questi rifiuti organici in maniera tale da ridurre quella quantità di rifiuti che attualmente va in discarica. Si tratta di una quantità che riteniamo, dalle stime che ci sono a livello nazionale, intorno al 15 percento di rifiuti - l'altro giorno davanti ad una platea si è spinto anche a 18-20 - che potrebbero portare ad un aumento della nostra raccolta differenziata intorno al 60-65 percento. Questo non lo dice la minoranza, non lo dice chi era a far minoranza in commissione: questo lo dice un esponente che è al Governo del Comune di Aosta, che fa parte della maggioranza e consentitemi una curiosità: sulla base di quali indirizzi dati da questo Consiglio lui dà mandato al suo dirigente di andare a vedere di fare la raccolta dell'organico, di portarla fuori Valle? Esattamente le cose che noi volevamo chiedere attraverso una decisione unanime di questo Consiglio, che avrebbe legittimato l'azione di questo Assessore, che avrebbe legittimato la sua azione autonomamente, come è giusto che sia nell'autonomia di un Comune, non è che lo voglio limitare, però autonomamente sta percorrendo una strada che noi diciamo da tempo che è quella da percorrere! Io allora dico: siamo noi che abbiamo esagerato a dire: "bisogna fare il porta a porta, bisogna creare nuove situazioni, è urgente la raccolta dell'umido", ce lo siamo inventati noi, o non abbiamo fatto altro che riprendere parole che sono in capo ad amministratori che in questo momento vanno a fare le riunioni e le assemblee pubbliche insieme agli esponenti di ValleVirtuosa?

Ancora su questi aspetti naturalmente il Dirigente Framarin ci ha fatto notare che effettivamente bisogna fare attenzione e c'è un problema di costi, su questo poi magari ritornerò più avanti, perché quest'audizione è stata troppo interessante che abbiamo "raccolto"...e ovviamente ringrazio ancora per l'intuizione i colleghi della maggioranza, che hanno pensato bene di dire: "ma no, non portiamo solo gli estratti del lavoro della commissione", sarebbero state 20 pagine, che il Presidente Bertin ci avrebbe letto qui in aula, avrebbe fatto un riassunto complessivo, hanno detto: "no no, portiamo proprio tutti gli atti". Io ero un po' scettico all'inizio, invece no, è stata veramente una cosa opportuna portare tutti gli atti, perché più avanti rispetto al fatto che si è detto e si cerca di dire nelle considerazioni che noi avremmo voluto condividere con la maggioranza, che sono vagamente accennate nel documento di maggioranza...salvo che serve un ulteriore approfondimento...altri sei mesi di pensiero e riflessione: quello che riguarda la riflessione di un superamento del sistema dei sub-Ato.

A fronte di una mia domanda, l'Assessore ha risposto: "relativamente ai comuni limitrofi, al momento, non c'è niente di ufficiale, però qualche pourparler c'è stato, con il Comune di Sarre e anche con altri Comuni, a livello ufficioso, dove l'intenzione di passare ad un sistema di porta a porta indurrebbe questi Comuni a mettersi insieme ad Aosta, dove c'è già un sistema collaudato". Non abbiamo ancora fatto in tempo a dare l'indirizzo e i Comuni già si sono messi a lavorare in quest'ottica, ma tanto bene, tanto meglio! Forse allora siamo noi del Consiglio regionale che siamo in ritardo, pensiamoci ancora sei mesi visto che loro stanno già facendo i pourparlers e stanno già lavorando sul porta a porta intercomunale... "Credo - dice l'Assessore, di maggioranza - che il futuro sarà quello anche per un discorso di economicità dei costi - la cosa che sostenevamo noi, cioè ragionare in termini di fondo Valle, superare le logiche dei Comuni per fare degli appalti, che abbattono i costi, sono una cosa che non abbiamo inventato noi, ma che viene dagli atti, di gente che lavora sul terreno - un conto, infatti, è fare un appalto per un tot di abitanti - che può essere riferito ad Aosta - un conto è allargarlo, in maniera tale che questo porti anche, magari, a dei benefici ai cittadini". Parola di maggioranza, non della minoranza.

Naturalmente c'è da riflettere sul concetto di questa suddivisione e parcellizzazione, è "tornato" anche sui giornali di questi giorni che c'è una Comunità montana che qualche problema ce l'ha, non è che gli si rivolga un rimprovero alla singola Comunità montana, ma certo la mancanza di un coordinamento, di una visione dall'alto fa emergere questo problema, perché se noi abbiamo delle Comunità montane dove senza la raccolta dell'umido...la Grand Combin ci dice: "noi siamo al 55 percento" e non è che non è una Comunità di montagna, la Grand Combin, e non è che non ci sono i turisti nella Grand Combin, lei dice: "no" e io le dico: "sì, ce n'è di meno", però, insomma, ci sono piste da sci, ci sono comunque attività turistiche anche nella Grand Combin, non è un posto...adesso vicino all'Assessore...si sarà risentito che non è una località turistica la Coumba Freida e invece noi vediamo che nella Valle del Lys siamo addirittura a 10 punti indietro...oltre 10 punti indietro. Nella stessa regione a distanze non assurde troviamo dei riscontri così diversi, quindi la necessità di lavorare per omogeneizzare questo servizio, per renderlo più coordinato...ma ho anche sentito nei passaggi precedenti il collega Empereur, che diceva: "ma abbiamo fatto dei riscontri, ma la realtà valdostana è particolare", allora, scusate, se non mi invento io questi riscontri, ma vado a cercare un esperto internazionale, di fama internazionale, che abbiamo avuto il privilegio di avere in commissione e mi riferisco al dottor Favoino, che abbiamo avuto, e lo ripeto, il privilegio di avere in commissione - perché è stata una fortuna anche la sua passione per questo argomento, lo ha spinto a rientrare da lavori che stava svolgendo presso il Parlamento europeo, ed era da poco stato negli Stati Uniti, è venuto fin qui in Valle d'Aosta, nella nostra terra... -, mi sono sentito veramente onorato di poter avere a riferimento cotanta scienza davanti a me. Favoino ha detto - parole testuali del rendiconto integrale -: "mi sembra di capire che verranno invitati gli amici della Val di Fiemme, tanto per citare una situazione molto simile alla vostra dal punto di vista territoriale e della struttura del sistema produttivo - ma non lo dice Donzel, questa cosa, lo dice un esperto di fama internazionale che ci sono situazioni simili alla nostra - rammento che, prima ancora della Val di Fiemme, già nel 1998 aiutammo la Val di Non, che fu il primo comprensorio del Trentino ad adottare le strategie della raccolta differenziata domiciliare e lo dico molto laicamente: all'epoca loro avevano..."

Presidente - Un po' di silenzio, per cortesia, grazie!

Donzel (Pd-Sin.VdA) - ...le stesse perplessità che risuonano adesso in Valle d'Aosta sul fatto che il modello fosse applicabile ad un contesto montano con talune peculiarità", quindi la situazione simile...non lo dico io che è la Val di Fiemme: lo dice un esperto e nella Val di Fiemme siamo all'80 percento... C'è qualcosa che non va in Valle d'Aosta, nell'organizzazione della differenziata della Valle d'Aosta, dobbiamo ammetterlo e non abbiamo altri sei mesi da prendere, dobbiamo cominciare a lavorare subito.

Rispetto ad alcune questioni, alcune domande sono state direttamente fatte al dottor Favoino direttamente in commissione e direttamente in commissione gli ho posto la questione dei costi: se fosse vero che c'era un problema di costi, se fosse vero che avevamo dei problemi a fare la raccolta dell'organico. Che cosa mi ha risposto in commissione il dottor Favoino? "Dal punto di vista generale, il quadro di tendenza ci dice ormai a prova di qualunque dubbio e discussione - sottolineo queste parole dette da un esperto che sapeva che era registrato al momento che le diceva, quindi una persona che non è che va in giro a raccontare delle cose sapendo che queste cose sono registrate e, visto che ha una fama internazionale, non è che viene a raccontarci una cosa tanto per dire...non è un politico: è un tecnico che vive di questo mestiere, non può raccontar frottole - che fare raccolta differenziata significa risparmiare". Adesso dovete farla finita con questa storia dei costi, che non si può fare l'organico, il porta a porta, perché i nostri cittadini valdostani saranno costretti a pagare delle cifre impossibili, è esattamente il contrario! Per il futuro significa risparmiare, se non significa risparmiare rispetto a quello che si faceva l'anno prima, significa comunque risparmiare rispetto a quello che sarebbe stato se non si fosse fatto niente negli anni a venire, perché i costi degli smaltimenti aumentano. Quando noi diciamo queste cose...non le diciamo noi, le dicono gli esperti, non facciamo altro che fare eco, che ripetere delle cose che ci hanno insegnato.

Sulla questione dei sub-ambiti, sempre Favoino ha precisato: "i modelli - una cosa importante - di raccolta differenziata che sono stati fino ad adesso implementati in Valle d'Aosta, correggetemi se sbaglio - dice lui alla commissione - non hanno previsto finora la separazione dell'organico. Questo è un piccolo paradosso che ci siamo più volte rimandati con altri colleghi - quindi parlano anche fuori in Italia di noi, vengono a lavorare qui, prendono consulenze, poi si dicono tra di loro: "ma questi qui come li buttano i soldi, questi Valdostani, dalla finestra?" - perché, ad oggi, la Valle d'Aosta è l'unica regione in Italia dove non viene raccolto differenziatamente neanche un grammo di organico. Lo fanno la Sicilia, la Calabria e la Sardegna, che è arrivata al 50 percento di raccolta differenziata, ma ancora manca la Valle d'Aosta all'appello". Permettetemi che non è stato piacevole sentirsi dire queste cose qui!

Sempre Favoino, rispetto ad una domanda che gli avevo chiesto, perché ad un certo punto ci sono stati dei Comuni e degli amministratori locali che, aspettando i famosi sei mesi in sei mesi del collega Empereur, si sono mossi da soli: penso a quelli appunto già più sensibili della Grand Combin, che avevano cercato anche di mettere delle compostiere meccaniche e si sono scontrati di fronte allo scoglio della normativa nazionale, internazionale, mondiale, intercontinentale, cioè il Comune doveva assumere probabilmente 10 dipendenti per riuscire a formulare tutta la pratica burocratica necessaria ad una compostiera elettromeccanica. Ha riconosciuto anche il dottor Favoino la complessità della normativa e della burocrazia in atto, ha detto: "in un Paese come l'Italia, dove bisogna comunque prestare attenzione ad una buona codificazione e registrazione delle attività di gestione ambientale, questa cosa ha il suo significato", però poi ammette: "ci sono state diverse interpretazioni in merito e quella che, allo stato delle cose, tendo a preferire è quella della comunicazione, ovverosia della procedura semplificata, che consente di gestire queste cose secondo un percorso amministrativo e organizzativo relativamente semplice". Se proprio c'è una volontà politica - e questo avviene, per esempio, in Piemonte -, allora anche questi scogli così terribili della cartaccia da produrre, della burocrazia, se proprio c'è, guarda un po', si possono anche superare con la buona volontà.

Favoino poi è un agronomo e vengo al punto dove insomma...uno dei punti che è stato ampiamente discusso in commissione, ad un certo punto è risultato che il compost rischiava di essere una cosa piena di metalli pesanti, mi sono anche spaventato, ho detto: la mia piccola compostiera davanti a casa diventerà un luogo dove andranno a finire mercurio, piombo, c'è di tutto lì dentro, no?, poi ad un tratto mi sono chiesto: ma che cosa ci mettiamo lì dentro? Le cose che mangiamo, quindi, se uno mette dei prodotti che non contengono sostanze nocive nella compostiera, se ne desume che il compost sarà senza sostanze nocive. Naturalmente, dovendo gestire questa cosa in modo più complesso, eccetera, è normale che si facciano delle analisi di qualità del compost, prima di andarlo magari ad utilizzare in modo massiccio, si devono fare delle analisi.

Vorrei quindi tranquillizzare tutti quegli agricoltori che sono stati terrorizzati con una propaganda terroristica, che sarebbero stati obbligati a mettere nei loro terreni delle sostanze piene di metalli pesanti, che avrebbero distrutto i loro vigneti, le loro produzioni, non è affatto così! Se uno produce un compost di qualità che è controllato, questo tipo di compost - e non lo diciamo noi - è un compost che aiuta ed arricchisce i suoli. Fra l'altro, su una questione particolare sono anche intervenuto in commissione, siccome in passato la nostra regione è stata anche colpita da incendi, oltre...non ci sono solo i riordini fondiari, eccetera, dove, peraltro, un tecnico valdostano ha detto: "miseria, avessimo qualche trattore di concime in più nella zona dove stiamo facendo i riordini fondiari a Fénis, ci farebbe pure comodo!", abbiamo esaurito anche questa fonte diciamo di concimazione del suolo...ecco stavo dicendo: si sono verificati degli incendi in Valle d'Aosta, per esempio, quelle superfici sono delle superfici dove effettivamente potrebbe essere molto utile intervenire per arricchire di materia organica dei suoli in cui la materia organica, se l'incendio è stato particolarmente intenso, è stata fortemente compromessa.

Un'altra questione è stata quella...certamente ci sono delle esperienze che vengono fatte in centri grandi, ma noi qui abbiamo delle piccole realtà, allora è stato molto interessante anche vedere un altro amministratore come l'Assessore Tutino di Reggio Emilia, che ci ha portato un esempio, cito solo un passaggio, ma, secondo me, molto importante: "la piccola realtà - rispetto alla città, rispetto a Reggio Emilia, dove hanno incontrato delle difficoltà non indifferenti a fare la raccolta differenziata - può consentire l'abbinamento edificio-famiglia; quindi, essendoci tante case singole, è più semplice che ciascuno si organizzi con il proprio angolo in cui deposita il materiale. Peraltro, se ha il giardino, può anche utilizzare delle forme per l'autocompostaggio domestico, evitando di dover conferire anche la parte organica e i comuni di 6.000-7.000 abitanti della pianura o della pedecollina sono quelli che hanno questo contesto da subito. Per noi è stato relativamente semplice raggiungere percentuali così elevate - si riferiva alla raccolta differenziata - in poco tempo attivando il porta a porta e completare la dimensione di piano in quelle realtà. Indubbiamente, in realtà più ampie serve uno sforzo maggiore. Questa è la dimensione", cioè nei comuni di medie dimensioni - e qui in Valle d'Aosta ne abbiamo alcuni: penso a Châtillon, Saint-Vincent, Sarre, Saint-Pierre, Pont-Saint-Martin - effettivamente è più facile fare questo tipo di raccolta differenziata, quindi la nostra realtà non è una realtà che non ha, diciamo, degli esempi.

Ho recuperato questi passaggi relativamente soprattutto ad uno dei punti che, secondo me, è stato uno dei punti nodali della discussione di questa commissione e che il Presidente Bertin aveva bene messo in evidenza in una relazione, che era a disposizione di tutta la commissione e che sarebbe stato veramente un bene per questo Consiglio regionale che fosse arrivata qui in questa sede come un progetto comune, perché nulla di quella relazione era in antitesi, se non rispetto ai tempi di realizzazione, con le cose che poi in maniera molto più complessa, più articolata ha cercato di portare in questa sala il collega Empereur, ma con un intento dilatorio per prendere tempo che per noi ormai è inaccettabile! In quella relazione, in quella bozza di relazione, che non ha avuto la fortuna di essere allegata al testo delle audizioni, c'era proprio scritto che era una delle emergenze quella di cominciare ad attivare la raccolta dell'organico. Se noi riduciamo questa frazione, veramente possiamo cominciare ad immaginare un percorso, un cammino che certamente è complesso, perché poi ci mancano delle parti fondamentali nella fase, diciamo, successiva, ma è un percorso che dobbiamo assolutamente cominciare a percorrere con determinazione.

Se noi trasmettiamo ai cittadini valdostani un'idea secondo cui differenziare costa, differenziare è difficile, non ce la faremo mai, stiamo facendo un pessimo servizio a questa comunità, se invece...come tanti cittadini si sforzano di fare, stanno cercando di dire che questo è un percorso inevitabile, necessario, che in tanti luoghi ha successo, che dà soddisfazione anche alle famiglie che lo fanno e lo compiono, forse è questo l'indirizzo che questo Consiglio regionale doveva dare: dovevamo rassicurare sulle buone pratiche e sul fatto che queste buone pratiche con tutte le difficoltà, col fatto che tutti gli amministratori hanno ripetuto: "ma guardate che poi dovete spiegarlo bene ai cittadini, ma guardate che dovete andare, aiutarli in questo percorso"...nessuno quindi ha inteso minimizzare, però tutti sono stati chiarissimi nel dire che va fatto e va fatto subito. Questo era l'indirizzo che questo Consiglio regionale, secondo me, doveva dare, perché un conto è dire: "ah noi vogliamo rispettare la legge dei cittadini valdostani e poi cerchiamo di stare il più fermi possibili", quando tutti si stanno muovendo nei comuni, si stanno affannando, c'era bisogno che il Consiglio regionale anche venisse in aiuto a quelle realtà che già si stanno muovendo, aiutando a semplificare il meccanismo degli ambiti, superandoli completamente, venendo incontro a queste situazioni. Dal nostro punto di vista, è un'occasione mancata che speriamo però si compia pienamente nella prossima legislatura.

Presidente - Grazie. C'è qualche altro collega che intende prendere la parola? Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha la facoltà.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

La commissione aveva un compito che era quello di ridefinire gli indirizzi programmatici rispetto alla gestione dei rifiuti. Questo compito non è stato assolto per una scelta deliberata della maggioranza: questo ci tengo a sottolinearlo e anche il documento presentato oggi poteva benissimo essere presentato in commissione, che era il luogo adatto e, per la stessa indicazione del Consiglio regionale, il luogo nel quale questo confronto doveva avvenire. Non si è voluto aprire un confronto interno alla commissione e si è voluto poi spostare in Consiglio regionale questo dibattito. In realtà per evidenziare il fatto che non si vogliono dare degli indirizzi chiari, se non rinviare il tutto ad ulteriori approfondimenti, approfondimenti che evidentemente vanno fatti, ma che devono essere...come dire? andare nella direzione indicata dal Consiglio regionale. Gli approfondimenti ci vanno, ma devono seguire gli indirizzi che questo Consiglio e la commissione nello specifico avrebbero dovuto dare. La commissione in questi mesi ha cercato ed è riuscita a dimostrare che gli scenari alternativi all'incenerimento sono sia da un punto di vista economico che evidentemente ambientale, più che sostenibili, sono anche convenienti, tant'è che molte realtà che abbiamo audito...per esempio, la Provincia di Reggio Emilia ha deciso, pur senza un referendum, di abbandonare l'idea di costruire un inceneritore o un nuovo inceneritore, ma di realizzare soluzioni alternative, perché sono economicamente più vantaggiose, perché vanno nelle direzioni indicate dall'Unione europea, uno dei problemi che l'Europa ha di fronte è anche quello del reperimento delle materie prime ed è importante usare in modo razionale le materie a disposizione. Una delle indicazioni dell'Unione europea da questo punto di vista è appunto quello di riutilizzare tutto il possibile. È una questione geo-economica importante, anche perché delle nuove realtà economiche stanno sfruttando tutte le risorse a disposizione e in prospettiva una mancata scelta in questa direzione comporterebbe per l'Europa certamente delle difficoltà. Nel nostro piccolo è importante andare nella direzione giusta e, oltre che per dare ovviamente attuazione al risultato referendario, anche perché ci porteremmo in una situazione migliore e in prospettiva potremmo gestire correttamente i rifiuti in Valle d'Aosta. Come detto, dai lavori della commissione è emerso chiaramente che non vi sono problemi né economici...per la sostenibilità di uno scenario alternativo.

Illustrerò brevemente la risoluzione che abbiamo depositato, che riprende il documento portato in commissione che mi era stato chiesto da parte della commissione e che poi non ha fatto oggetto né di un confronto...ma che è stato semplicemente poi abbandonato e si è voluto...come dire? non si è voluto confrontarsi. La risoluzione è divisa in diverse parti: una parte riguarda la gestione dell'organico. La gestione dell'organico è una parte fondamentale nella gestione dei rifiuti più generale, l'organico rappresenta una cifra e una parte significativa, all'incirca, a seconda delle realtà, il 20 percento del totale dei rifiuti, e dà anche una difficoltà di gestione, che rappresenta comunque un elemento da tenere in considerazione. Da questo punto di vista, è essenziale un progressivo superamento del conferimento dei rifiuti in discarica, in particolar modo dei rifiuti evidentemente organici, questo nel rispetto della normativa nazionale ed europea, lo dobbiamo fare, pertanto una raccolta dell'umido diventa essenziale. Come sottolineato in precedenza, la Regione Valle d'Aosta è l'unica a non attuare nessun sistema di raccolta dell'umido, è l'unica regione in Italia e questo, come evidenziato anche dagli esperti, è, da un punto di vista economico, assolutamente irrazionale, anche perché si raccoglie, si fa una raccolta differenziata che non comprende l'umido, come, ad esempio, il Comune di Aosta, che in effetti giustamente sta andando in quella direzione, anche perché i costi sarebbero relativamente poco superiori, ma il vantaggio, come indicato in precedenza, sarebbe notevole da un punto di vista dei risultati; pertanto è importante da questo punto di vista agire per una raccolta differenziata. Ricordato anche del compost come ci è stato indicato durante i lavori della commissione da parte dei tecnici agronomi dell'Institut agricole, la produzione di compost previsto con le piccole quantità della nostra regione sarebbe tutta utilizzabile in loco: queste sono le indicazioni che ci hanno dato i tecnici dell'Institut agricole e che quindi non vi sarebbero problemi nell'utilizzo di questo materiale, l'importante evidentemente è che questo materiale sia di qualità e garantito.

Come detto, la raccolta dell'organico è un aspetto fondamentale, un secondo aspetto importante riguarda la prevenzione della produzione dei rifiuti e uno dei punti fondamentali come sappiamo per una corretta gestione dei rifiuti. La Valle d'Aosta ha un'elevata produzione pro capite di rifiuti, molto più elevata di quella di altre regioni simili come, ad esempio, la Provincia di Trento, che abbiamo audito in commissione, e gli stessi risultati delle varie politiche messe in atto in questi anni non sono particolarmente brillanti, tant'è che è una delle regioni che vede un calo di produzione dei rifiuti, nonostante la crisi economica, minore rispetto ad altre realtà. È pertanto necessario da questo punto di vista intervenire anche su quest'aspetto della prevenzione e della riduzione dei rifiuti, è essenziale poi il recupero di materia, come dicevamo in precedenza.

La Regione Valle d'Aosta è distante dal rispetto della legge riguardante la raccolta differenziata. La legge prevedeva il 65 percento entro fine anno, noi siamo a poco più del 40, siamo molto distanti e certamente, da questo punto di vista, bisogna intervenire. Abbiamo audito in commissione la Provincia di Trento, che ha raggiunto il 71 percento di raccolta differenziata, una provincia che non è particolarmente diversa dalla nostra dal punto di vista morfologico e come attività economiche e produttive e ciononostante, grazie ad un intervento mirato e organizzato in modo efficace, in poco tempo...in relativamente poco tempo ha ottenuto dei risultati in questa materia, in questo settore, tant'è che anche la Provincia di Trento ha recentemente ufficializzato la rinuncia a costruire un inceneritore, anche perché non avrebbe più un senso dal punto di vista economico.

Per quanto riguarda poi la parte finale, quello che è l'aspetto principale, se vogliamo, da un certo punto di vista, il trattamento finale dei rifiuti, bisogna ricordare la delibera del Consiglio regionale del marzo del 2010, che indicava come indirizzo generale quello della costruzione del pirogassificatore, che poi, in seguito al referendum del 18 novembre e la conseguente legge del 23 novembre 2012, è stato abbandonato per forza di cose, pertanto anche quest'aspetto dev'essere preso in considerazione.

Passiamo all'impegnativa, per quanto riguarda il punto A, vale a dire la gestione dell'organico, si impegna: "a potenziare l'autocompostaggio, innanzitutto, nelle zone decentrate, anche attraverso significative politiche di incentivazione tariffaria". È importante per una regione con una morfologia come la nostra potenziare quest'aspetto, che già di per sé fa parte della tradizione rurale, che può essere e deve essere potenziata in diversi modi, innanzitutto appunto con delle politiche tariffarie.

In secondo luogo è importante "promuovere la realizzazione di compostiere collettive facilitando il rilascio delle relative autorizzazioni". La commissione ha dedicato una parte significativa dei propri lavori su quest'aspetto e abbiamo verificato l'impossibilità pratica di realizzare alcune compostiere collettive elettromeccaniche per una serie di procedure amministrative oggettivamente sovradimensionate rispetto all'impianto che si deve realizzare: un impianto da circa 20 mila euro che viene paragonato alla costruzione di un inceneritore dal punto di vista autorizzativo. Abbiamo anche notato che in altre realtà le procedure sono facilitate e, da questo punto di vista, è un impegno obbligatorio se si vuole raggiungere degli obiettivi in questo settore che le compostiere collettive vengano promosse e facilitandone appunto il rilascio dell'autorizzazione, altrimenti evidentemente non si riuscirà a raggiungere gli obiettivi che ci dovremmo dare.

Come terzo aspetto "la raccolta separata della frazione umida nelle zone densamente abitate del fondo Valle". Come detto, siamo l'unica regione che non raccoglie l'umido in nessun modo e, per raggiungere appunto una gestione corretta dei rifiuti, è importante andare in questa direzione. Evidentemente la raccolta dell'umido deve essere fatta essenzialmente nelle zone densamente abitate del fondo Valle, anche perché altrimenti i costi e la difficoltà di realizzazione comporterebbero un'inefficacia di questa azione, ma la valle centrale, come abbiamo visto anche dalle audizioni, si presta a questo tipo di azione, per cui va fatta e va fatta in tempi brevi, anche perché questo è il primo passo per andare nella giusta direzione. Evidentemente la conseguenza di quest'aspetto è la realizzazione di "uno o più impianti per il trattamento di questa frazione". Detto ciò, è anche necessario "garantire un'elevata qualità del compost attraverso analisi chimiche e rilascio di certificazioni", anche perché uno degli aspetti che era stato sollevato in commissione era la garanzia di avere un compost di qualità che potesse adattarsi all'agricoltura valdostana.

In merito al punto 2, vale a dire la prevenzione e la produzione dei rifiuti, si impegna a "predisporre un nuovo piano di prevenzione e di riduzione dei rifiuti che preveda iniziative coordinate, monitorandone i risultati". Uno degli aspetti che abbiamo anche notato in commissione è che ogni sub-Ato agisce in molti ambiti, anche in questo, in modo autonomo, giustamente, ma che a volte con una maggiore coordinazione si otterrebbero risultati migliori e soprattutto è importante anche monitorare i risultati di queste politiche che, come detto, a volte non sono così efficaci.

Per ridurre la produzione dei rifiuti, è importante introdurre nelle proprie politiche "il principio di responsabilità ambientale basato sull'assunto "chi inquina paga"". Abbiamo verificato anche questo durante i lavori della commissione: che l'elemento principale per far diminuire la produzione dei rifiuti è evidentemente quello di introdurre dei meccanismi che premino i comportamenti virtuosi e penalizzino quelli non virtuosi, è essenziale da questo punto di vista e bisogna farlo al più presto, è un principio generale, ma che deve essere tradotto in meccanismi premianti sia per gli enti locali che per gli utenti, che prevedano tra l'altro, da questo punto di vista, la tariffa puntuale e la tracciabilità.

In merito al punto c), vale a dire il trattamento, il recupero di materia, si invita anche in questo caso "ad estendere il sistema di raccolta domiciliare (spinta) nelle zone densamente abitate del fondo Valle", è evidente oramai che, per raggiungere determinati risultati in materia di quantità e di qualità della raccolta differenziata, la raccolta domiciliare porta a porta è lo strumento più efficace, può essere visto come uno strumento transitorio, ma certamente in questo modo abbiamo notato, anche per l'esperienza esterna alla Valle d'Aosta, che in pochissimo tempo, introducendo la raccolta domiciliare e nel caso la tariffazione puntuale...in pochissimo tempo si raggiungono obiettivi significativi che portano a superare ampiamente i limiti di legge, inoltre "ad adottare politiche volte a razionalizzare i trasporti e a omogeneizzare i costi e le modalità di gestione del servizio, attraverso la riorganizzazione e il totale superamento dell'attuale suddivisione per sottoambiti del territorio regionale". In effetti, è emerso chiaramente che l'organizzazione in 9...

Presidente - Colleghi, per cortesia!

Bertin (ALPE) - ...sub-Ato della nostra regione porta ad inefficienze e ad un aumento di costi, oltre che al mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge, ad esempio, per la raccolta differenziata. Da questo punto di vista, sarà essenziale superare questa suddivisione ed organizzare in modo diverso anche per ragioni economiche e di uso razionale delle risorse...un superamento di questa attuale organizzazione.

Il terzo punto riguarda l'intensificazione di "azioni di informazione, coinvolgimento e di sensibilizzazione dell'utenza", evidentemente non si può gestire correttamente i rifiuti se non attraverso la partecipazione dei cittadini e, da questo punto di vista, un'azione d'informazione e di coinvolgimento è essenziale e deve essere intensificata.

In merito al punto d), che riguarda il trattamento finale dei rifiuti, si impegna "a massimizzare il recupero di materiali attraverso tecnologie di selezione e recupero basate su sistemi a freddo". Abbiamo audito in commissione diversi esperti e alcune realtà che stanno andando in questa direzione e sia da un punto di vista economico che organizzativo, perché gli spazi sono relativamente piccoli, è possibile organizzare un recupero di materia e superare il precedente indirizzo della chiusura del ciclo attraverso l'incenerimento e la pirogassificazione. Infine, "realizzare un impianto di stabilizzazione aerobica con la conseguente inertizzazione della frazione risultante dal suddetto processo", in tal modo che quella parte estremamente piccola che risulterebbe da questo processo possa essere usata, o comunque depositata senza problemi e nel rispetto della legge senza incorrere in sanzioni. Questa è sostanzialmente la risoluzione, che dà degli indirizzi precisi in ordine al sistema integrato di gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta; è importante che un indirizzo venga dato e che non si rimandi ancora, non si sa per quale ragione, una decisione in questo senso, non ci possiamo permettere ulteriori perdite di tempo.

Si dà atto che dalle ore 19,27 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.

Presidente - Grazie collega Bertin. Ha chiesto la parola il Vicepresidente Chatrian. Siete invitati a fare un po' di silenzio.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Qualche riflessione. Ho partecipato attivamente in commissione, è stata una commissione molto utile, interessante, il confronto di idee è utile, anzi indispensabile per individuare le soluzioni migliori, da tutta la legislatura lo stiamo dicendo come gruppo ALPE, anche se probabilmente anche su questo documento ci sarà un delta temporale che ci dividerà, probabilmente a livello di posizionamento. Vorrei però cercare di uscire dalla logica stretta delle soluzioni tecniche per ragionare sul piano più politico. L'evoluzione della società moderna ci pone sfide molto ardite e una riflessione generale che vale per tutti noi: è ormai chiaro che abbiamo vissuto uno sviluppo troppo rapido, che ha portato con sé insieme al benessere problemi nuovi e di difficile soluzione, probabilmente, quello dei rifiuti ha un rilievo particolare e straordinario, perché solleva il tema della civiltà degli sprechi. Come altre volte nella storia, ci troviamo di fronte praticamente ad un bivio che, da un lato, non ci porta da nessuna parte, dall'altro, ci apre una via di uscita e la strada non è tanto ragionare sulle tecniche per guarirlo, quanto sulle cause del male. Ecco perché oggi è necessario avviare e realizzare prima di tutto una progressiva, ma drastica diminuzione dei rifiuti come altri colleghi hanno ribadito.

Ho riletto con attenzione i resoconti dei lavori della commissione, con l'occhio non dell'esperto di rifiuti, infatti non lo sono, ma dell'ex sindaco, dell'amministratore e con il bagaglio delle mie origini contadine. La prima sensazione è la delusione per quanto poco è stato fatto fin qui, delusione rafforzata dal dato sulla percentuale di raccolta differenziata, non si riesce proprio a decollare malgrado l'introduzione del sistema porta a porta, che pure ha rappresentato un aggravio notevole di costi per il cittadino. Potremmo aprire una parentesi e dettagliare. Ad Aosta dal 2005 ad oggi si è passati dal 25/26 a circa il 50 percento ed è davvero poco considerando che in altre città questo sistema ha portato sempre a risultati comunque più rilevanti. Su questo dato deludente pesa la scelta di non differenziare indubbiamente la frazione organica.

L'altra leva per incrementare la percentuale di raccolta differenziata, che puntualmente indicano tutti gli esperti sentiti in commissione, è quella della responsabilizzazione dei cittadini, da incentivare, ad esempio, col passaggio al sistema a tariffa, leva del tutto inutilizzata. Mi ha deluso verificare, e preoccupato, come una regione come la nostra, in parte moderna, organizzata - e diciamolo pure ancora relativamente ricca di risorse - abbia fatto così timidi passi per raggiungere stabilmente gli obiettivi indicati dalle normative e anche da tutti gli esperti della commissione, aumentare la raccolta differenziata, separare la frazione organica ed incrementare la pratica del compostaggio, ridurre i rifiuti. Alcuni degli amministratori si lamentano del fatto che ogni tipo di raccolta che si va ad introdurre si traduce in un aumento di costo. Penso che la sfida forse più importante sia proprio su questo passaggio importante, ma è ovvio che, se non cambia l'ottica dell'intervento, quella è la conseguenza logica e naturale. Il compito degli amministratori, di noi amministratori, e degli amministratori della prossima legislatura, si dovrà comunque, se non legiferare, dare degli indirizzi a questo punto seri, pragmatici e soprattutto con un delta-tempo limitatissimo, non limitarsi a prendere atto di una realtà di fatto immutabile, ma intervenire, modificare o eliminare i fattori che determinano i maggiori costi e rendersi conto che solo riducendo i volumi di rifiuti si possono ridurre altri costi ineliminabili come quelli di selezione, trasporto, trattamento e probabilmente non c'è un'altra strada.

Mi sono concentrato in parte sul tema della frazione organica, anche perché il collega Bertin ha già ben illustrato sia la nostra risoluzione, sia il lavoro che la commissione ha fatto e comunque il percorso di questi cinque anni. Ripensavo alle buone abitudini delle nostre famiglie che non producevano rifiuti, ma li trasformavano in loco grazie a galline, altri animali e che si non preoccupavano di mescolare in deiezioni animali per poi riutilizzarle nei campi. Altri tempi, indubbiamente, ed è vero che oggi le normative impediscono di miscelare residui organici e agricoli e forestali e rifiuti organici comunque urbani, ma le cose cambiano rapidamente, ho letto che la stessa Comunità europea si sta muovendo per rivedere questa divisione, anche perché la tecnologia oggi permette di controllare ogni fase di produzione del compost da quelle preliminari di fermentazione a quelle successive di stabilizzazione. Esistono anche piccoli impianti di produzione di gas adatti a singole aziende agricole ed allevamenti. Non a caso ARPA e IAR stanno testando l'efficacia di alcune piccole compostiere collettive come possibile soluzione. Riflettevo su tutto questo e pensavo che compito della politica per affrontare e risolvere nel modo migliore nuovi problemi è spingersi più avanti rispetto ai confini noti, abbandonare le strade conosciute per affrontarne di nuove ed inesplorate, tanto più qui da noi dove la nostra Regione ha ampie possibilità di legiferare. Anche se non potesse farlo, in questo caso direttamente può, anzi deve approfittare di queste prerogative almeno per studiare e proporre in modo attivo nuove soluzioni adatte al nostro contesto montano, ripeto e ribadisco: adatte al nostro contesto montano, e non subire passivamente le decisioni altrui.

Il collega Donzel poc'anzi faceva riferimento alla Val di Fiemme, in commissione più volte io ho paragonato la Val di Fiemme come se fosse un nostro sub-Ato, la Monte Cervino: 20 mila abitanti, 10-12 comuni e soprattutto picchi, sbalzi nella stagione invernale, che vanno da 1.000 utenti giornalieri, o comunque residenti a 10 mila come forse nel caso di Valtournenche. Grazie anche al voto inequivocabile dei valdostani, penso che la Valle d'Aosta possa davvero diventare anche in questo campo un laboratorio nel quale sperimentare nuove strade, io ci credo, che poi in fin dei conti sono anche riproporre in forma moderna le antiche buone pratiche che le nostre famiglie rurali hanno praticato per secoli e non per decenni. Il terreno è fertile, anche per quanto riguarda le possibilità di collaborazione tra agricoltura ed amministrazione, basti pensare alle risorse che i Comuni stanno mettendo in campo per realizzare concimaie pubbliche al servizio di aziende che ne sono ancora prive, ma per quelle in corso di realizzazione perché non estendere la sperimentazione ora in corso nello IAR e nell'ARPA e coinvolgere anche agricoltori e Comuni che hanno realizzato queste opere in modo da verificare se, una volta miscelate le diverse sostanze organiche, il compost che da questo deriva è o meno idoneo a quell'utilizzo? Non si dica che una sperimentazione è impossibile, quanto meno dobbiamo provarci, dobbiamo comunque creare queste condizioni e sarebbe una strada utile per una collaborazione reale tra aziende agricole e collettività.

Forse c'è la necessità di integrare l'agricoltura con altre attività economiche, poi, quando ci capita l'occasione su un piatto d'argento, probabilmente non sappiamo né cogliere, né dargli gamba o corso. È vero che alcuni tecnici hanno manifestato dubbi, quindi noi siamo consci di non avere assolutamente la bacchetta magica sull'utilizzo, ma sui prati il compost da rifiuti organici civili ma nessuno ha mai provato a caratterizzare e testare invece il compost di varia origine organica. Certo, questa eventuale soluzione va ipotizzata, sperimentata, regolamentata, monitorata, ma consentirebbe di fermare - scusatemi il termine, forse non è molto elegante - in ambito locale migliaia di tonnellate di residui di natura organica, evitando costi e i rischi ambientali dei trasporti verso il centro e non ci sono solo prati e agricolture, ma ci sono, come in quest'aula è stato detto più volte e anche in commissione, bonifiche, sistemazioni, piste da sci da inverdire, discariche da risanare e riqualificare. Credo che a questo insieme di soluzioni si riferiscano i tecnici che in commissione hanno ipotizzato un'economia del riutilizzo e della differenziata delocalizzata e distribuita soprattutto sul territorio e non in maniera puntuale. So bene che si tratta di superare molti ostacoli, prima di tutto di natura normativa, ma, scusatemi, anche dal punto di vista culturale, compresa anche una certa rigidità di noi tutti.

Penso che la sfida sia proprio lì: in primo luogo per ribadire il ruolo sociale dell'agricoltura, peraltro già riconosciuto dalla legge, laddove attribuisce all'imprenditore agricolo la possibilità di diversificare la propria attività - termino -, ma anche e soprattutto per un motivo più profondo di natura culturale: trovare soluzioni ad una parte importante di un problema sociale complesso come quello dei rifiuti, mettere insieme cittadini ed agricoltori significherebbe creare un ponte solidale tra mondi che oggi si sentono purtroppo separati, nobilitare gli aspetti sociali ed ambientali dell'attività agricola e consolidare nell'agricoltura una coscienza civica ed ambientale, che oggi appare spesso più impostata che davvero...più impostata che utile, avremo così, da un lato, cittadini davvero coscienti del ruolo essenziale degli agricoltori, dall'altro lato, imprenditori agricoli più motivati a garantire la salvaguardia dell'ambiente a vantaggio di tutta la collettività e del nostro futuro. Qualche considerazione proprio probabilmente su una delle sfide più difficili che è quella dell'organico, che in questi due mesi di lavoro in commissione comunque mi sembra che è stata à la une della discussione in commissione. Grazie.

Presidente - Grazie. Ci sono altre richieste di intervento? Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo chiudere la discussione generale. La discussione generale è chiusa. La parola all'Assessore Zublena.

Zublena (UV) - Sì grazie Presidente.

Come ho già avuto modo di dire quando abbiamo esaminato in questo Consiglio la prima relazione, i primi di febbraio, ho sempre fortemente caldeggiato l'attivazione di una commissione speciale guidata da un rappresentante di quelle forze che hanno condotto la battaglia contro i trattamenti a caldo, perché ritenevo che all'indomani del referendum questa fosse la risposta più giusta a favore degli interessi dei valdostani, cioè delineare al più presto la soluzione alternativa al pirogassificatore e all'attuale conferimento in discarica. Quella soluzione di cui i valdostani avevano appreso costi, tempi di realizzazione, opportunità occupazionali, offerte, efficienza nella minimizzazione del rifiuto residuo, tutto dettagliatamente definito da ValleVirtuosa, e ripreso dal giornale politico di ALPE, riportando una tabella che confrontava nel dettaglio i dati dei due scenari, pirogassificatore e trattamento a freddo, e da cui parevano emergere con schiacciante chiarezza gli innumerevoli vantaggi del trattamento a freddo con sistema TMB. Quando poi i Consiglieri di minoranza hanno proposto la presenza alle audizioni di un esperto di ValleVirtuosa e del Comitato del Sì, ho personalmente considerato molto utile la cosa, così come la diffusione delle audizioni via web e ancora più interessante poter già avere una prima relazione nel mese di gennaio appunto, perché l'argomento è complesso, come abbiamo avuto modo tutti di sentir dire nelle relazioni, e i tempi sono sicuramente stretti. Già in quelle prime fasi di lavoro della commissione ebbi qualche perplessità, un po' di delusione, mi sembra che il mot d'ordre di oggi sia delusione; l'avevo anticipata, nel vedere che, dopo un bel numero di audizioni e tanto materiale inviato al Presidente, tra l'altro ricordo anche le numerose relazioni che gli uffici hanno inviato, prodigandosi nel fornire dati, valutazioni e quant'altro e rispondendo con sollecitudine a tutte le richieste che il Presidente Bertin ci inoltrava.

La prima relazione di fine gennaio, prodotta tra l'altro con un notevole contributo da parte dei consiglieri di maggioranza, stava solo iniziando ad abbozzare qualche dichiarazione di principio che oggi definirei eufemisticamente di larga massima e buon senso. Quello che da subito è parso evidente, non credo solo a noi, ma anche ai comuni cittadini che ce l'hanno manifestato, è che la commissione mancava di un indirizzo su cui lavorare, pur in presenza costante dell'esperto di ValleVirtuosa, cioè mancava...come dire? un obiettivo da raggiungere per poter definire quella soluzione che pure in campagna referendaria pareva proprio che fosse già in mano al Comitato del Sì. Malgrado anche un rimbrotto che mi venne inviato in questo Consiglio, ho comunque atteso fiduciosa in un recupero rapido negli ultimi mesi del lavoro della commissione per avere finalmente svelats la soluzione alternativa al pirogassificatore e alla discarica: quella che appunto ha convinto tanti valdostani a bocciare il pirogassificatore. Infine, è arrivata la relazione finale. Io la dividerei in due parti: il primo aspetto, che è stato anche ricordato dai colleghi, che emerge dalla commissione, è che tutte le misure indicate dai numerosi esperti in materia che sono stati auditi, tutte le misure di prevenzione e riduzione, differenziazione dei rifiuti erano già previste dal piano predisposto dall'Amministrazione regionale, già ovviamente ben prima del referendum, già attuate o previste dagli amministratori locali in varie zone.

È stata citata l'esperienza del Comune di Aosta, della Comunità montana Grand Combin e anche il controllo puntuale sul conferimento dell'indifferenziata. Ha ragione il collega Donzela richiamare l'esperienza di Aosta, perché è un'esperienza che c'è già ed è già a tutti gli effetti assolutamente legittimata, così come mi fa piacere che il collega Donzel abbia citato il film "Meno 100 chili", che è stato realizzato dal dottor Cavallo, che, come sapete, è consulente dell'Amministrazione regionale per condurre il piano di riduzione dei rifiuti, il quale proprio illustrando il libro "Meno 100 chili" da cui è tratto il film, cita esperienze positive ispirandosi ai suggerimenti che arrivano da chi si è mobilitato per recuperare questa cultura come la Regione Valle d'Aosta. Lascio a voi poi consultare su "Il Fatto alimentare", pagina disponibile su web, il commento appunto di Cavallo. Quello che poi è emerso comunque è che l'Amministrazione regionale ha già puntato sul compostaggio domestico, sul compostaggio collettivo o di prossimità, sulla raccolta differenziata di una frazione dell'umido, il verde, le ramaglie, che già è conferito e, come sapete, rappresenta il 50 percento dell'organico.

Credo quindi che appaia assolutamente falso quanto si affermava durante la campagna referendaria in merito alla volontà dell'Amministrazione regionale di puntare solo sul pirogassificatore per affrontare la questione dei rifiuti e questo credo vada detto, anche perché rivaluta l'esperienza già condotta, come è stato testimoniato nelle audizioni da tutti i tecnici ed amministratori valdostani che lavorano da anni con impegno proprio per affrontare la questione dei rifiuti. Nello stesso tempo è emerso dalle audizioni come il quadro sia estremamente complesso sia per le forti disomogeneità di distribuzione dell'abitato sul territorio richiamate in vari interventi, sia per quelle forti differenze di produzione di rifiuti legate alle presenze turistiche, che sono anche differenti a seconda delle varie località.

Un punto su cui le persone audite concordano è che aumentare la raccolta differenziata non su territorio omogeneo come la città di Aosta, ma anche e soprattutto nelle zone geograficamente più complesse comunque comporta un aumento dei costi, quindi in Valle d'Aosta occorrerà continuare a sforzarsi con impegno molto forte per identificare soluzioni diverse sul territorio per aumentare la differenziata, mantenendo un rapporto costi-benefici che sia sostenibile per le famiglie valdostane.

La generalizzata raccolta dell'umido presenta comunque criticità irrisolte sia per le modalità di raccolta legate a quanto detto in merito ai costi e modalità della raccolta differenziata in genere, sia per i trattamenti da fare a questo umido, cioè alla fine dei lavori non si è capito quali impianti, uno, tanti...centralizzato...tanti piccoli distribuiti, ubicati dove...con che costi, anzi qualche costo, sempre leggendo o ascoltando le audizioni, lo abbiamo letto: Favoino cita 140 euro per tonnellata annua, il pirogassificatore ne metteva 145 a base d'asta, quindi...come dire? i costi iniziano ad essere riallineati e ad essere abbastanza confrontabili e questo peraltro non ci stupisce.

Anche in merito all'utilizzo del compost prodotto io sono molto meno ottimista rispetto alle conclusioni cui è giunto il collega Donzel, perché va bene che gli esperti della Scuola agraria di Monza, che hanno davanti l'idea della Pianura Padana, hanno dato alcune indicazioni, ma gli attori e gli esperti locali hanno pareri molto discordanti e hanno espresso notevoli riserve all'utilizzo del compost derivato dai rifiuti per le attività di produzione agricola, frutticola e viticola; ricordo, per esempio, l'audizione di Grosjean, che è un viticultore molto attento alle tecniche della biodinamica, quindi alla qualità del prodotto e, del resto, in una regione in cui non si può fare quantità è la qualità del prodotto della terra l'unica chance. Non pare quindi davvero una grande idea utilizzare come concime il compost derivato non solo dai rifiuti differenziati, ma ancor peggio riguardo a quello derivato dall'umido dei trattamenti dell'indifferenziata. Ricordo, ed era presente anche il Consigliere Donzel all'inaugurazione della compostiera collettiva installata alla Fondazione Ollignan, quando il Direttore dell'Institut agricole, Augusto Chatel, ha messo in guardia rispetto ad una visione bucolica della produzione e dell'utilizzo del compost, proprio forte di un'esperienza non generica e teorica, ma legata a garantire la qualità dei prodotti del nostro territorio.

Mi rendo poi conto della complessità del problema, però non dimentichiamo che qualcuno ha anche stigmatizzato rispetto, per esempio, al compostaggio dei fanghi di depurazione, una frazione di rifiuto che non è stata minimamente considerata insieme a tutte le altre frazioni di rifiuti speciali, che restano comunque un problema irrisolto. In ogni caso, trovando anche una soluzione a tutti i punti che ho detto, che sono rimasti comunque ancora indefiniti, si resta con alcune decine di migliaia di tonnellate all'anno di rifiuti indifferenziati da smaltire: questo non lo dico io, ma sempre attingendo dalla preziosissima relazione, avendo anche sentito su web l'intervista, lo stesso Favoino, esperto internazionale di rifiuti giustamente, dice: "in Valle d'Aosta residueranno 20-25 mila tonnellate all'anno", qui mette anche 30 mila, ma insomma stiamo alla visione più ottimistica di 25 mila tonnellate all'anno: che farne di queste, cioè dove vanno? Nella campagna referendaria avevamo letto che si sarebbe scesi a 5 mila tonnellate; questi sembrano dei numeri in effetti un pochino più da esperti di rifiuti. Questi quindi continuerebbero, mi sembra di capire, ad andare in discarica, benché la normativa europea non lo renda più possibile. Siete arrivati a delle conclusioni che erano già ben evidenti anche prima che si iniziassero i lavori della commissione, per cui i punti a) e b) della risoluzione non fanno che dire: "continuate a fare quello che state già facendo".

Non mi sembra quindi ci siano novità sconvolgenti, ci conforta comunque che la commissione dica: "va bene, andate avanti così, perché è la soluzione, la via giusta". Arriviamo però al vero nodo, il cardine della questione...

Presidente - Colleghi!

Zublena (UV) - che fare dell'indifferenziata, perché la soluzione alternativa doveva dire l'alternativa al trattamento della frazione indifferenziata, cioè al pirogassificatore, non avrebbe certamente sostituito...

(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)

Presidente - Collega Donzel, per favore!

Zublena (UV) - ... né la riduzione dei rifiuti...

Presidente - Chiede la parola dopo!

Zublena (UV) - ... grazie Presidente.

Io ricordo che il pirogassificatore, contrariamente a quanto si è cercato di far credere ai valdostani, non avrebbe certamente sostituito né la riduzione dei rifiuti, né la raccolta differenziata, obiettivi cui l'Amministrazione regionale punta da anni e con forza dal 2008, in modo strutturato. Il ruolo del pirogassificatore sarebbe stato, e lo ribadisco, solo nel trattamento dell'indifferenziata che c'è oggi e, dalle previsioni di Favoino, ci sarà anche nel seguito, anche se è impegno dell'Amministrazione di continuare a ridurre il quantitativo di rifiuti indifferenziati. Qui sarebbe dovuto entrare in gioco il famoso trattamento meccanico-biologico, alternativa virtuosa ai trattamenti a caldo e allora arriviamo alla conclusione della risoluzione, ma anche della relazione, da quello che ho capito, che devo dire è sconcertante! A me spiace dirlo, ma è sconcertante, perché sostanzialmente si legge, dopo mesi di lavoro, avendo audito esperti internazionali: "bene, siccome la legge oggi ci vieta il trattamento a caldo dei rifiuti, ricorriamo ai sistemi a freddo", cioè questa è la conclusione, io davvero aspettavo che...

(interruzione di alcuni consiglieri, fuori microfono)

Presidente - Colleghi, per cortesia! Colleghi, però un po' di rispetto per chi parla e per chi ha voglia di ascoltare!

Zublena (UV) - ...quindi ho conferma che appunto questa è la conclusione e lo conferma il collega Donzel.

Alla commissione era richiesto di rideterminare gli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti, verificando la fattibilità delle proposte elaborate dalla suddetta commissione alla luce della normativa vigente, invece non è dato sapere nemmeno quali tecnologie utilizzare, cioè si dice trattamento a freddo, e si apre il mondo...né tantomeno avere una vaghissima idea di quanto costerebbero, che impatto avrebbero sul territorio, dove ubicarle, quali risultati dovrebbero raggiungere. Io dico: non tanto, ma almeno un esempio concreto, però legato alla nostra realtà, di uno di questi impianti; insomma, una proposta che io considero veramente molto molto generica e forse qualcuno pensa che però, appiccicandosi l'etichetta "Regione a rifiuti zero", zero waste, tutto si risolva per incanto, ma, come ha ricordato l'Assessore Ronco, di cui anche si può leggere l'interessante intervento, l'Assessore Ronco della Provincia di Torino, zero waste è ovviamente utopia.

Visto che condividiamo la delusione, faccio mio anche il commento di Roscio che a "La Stampa" ha detto: "un'amara delusione". C'era un'amara delusione alla fine dei lavori della commissione speciale, dove io credo che, con senso di responsabilità e serietà, i Consiglieri di maggioranza non se la siano proprio sentita di approvare il nulla, cioè il bluff, credo che giustamente un atteggiamento di responsabilità abbia loro imposto questa scelta. I dubbi che avevo manifestato a febbraio, che mi erano anche stati stigmatizzati con tanta veemenza, oggi si sono trasformati in amarezza profonda: quella di una cittadina valdostana, perché sono innanzitutto una cittadina valdostana, che si rivolge alle forze del Comitato del Sì qui presenti in Consiglio, rappresentando anche il sentimento di tutti quei valdostani che hanno capito di esser stati presi in giro, di essere stati veramente ingannati, perché abbiamo la certezza provata che una seria soluzione di ValleVirtuosa alternativa al pirogassificatore e alla discarica non c'è, soprattutto non c'è mai stata. La campagna referendaria quindi è stata veramente una grande montatura politica, quindi mi associo alla scelta fatta dai Capigruppo di maggioranza di non votare un documento vuoto; e non si tratta come dice Roscio...che stigmatizza e dice: "ma i Consiglieri di maggioranza potevano almeno proporre un emendamento!": è difficile emendare il nulla, è veramente difficile. Il modo semplicistico di pensare che ha manifestato ValleVirtuosa mostra in questa occasione che vengono al pettine i nodi di un approccio banalizzante ed irresponsabile su una questione che evidentemente pare che non si sia mai conosciuta nella sua complessità e totalità e neppure, devo dire, adesso dopo mesi di audizioni di cotanta levatura; le audizioni hanno dei contenuti di grande interesse, perché sono state audite persone molto esperte, che però sono amministratori, persone, che quotidianamente sono alle prese col dare risposte serie e concrete ai cittadini.

Certo, quanto è accaduto lascia la nostra Regione in una situazione molto complessa e di grande criticità, quindi noi oggi lasciamo al prossimo Governo una questione che dovrà trovare una soluzione. Pur vedendo azzerato il lavoro svolto negli anni passati, ribadisco, proprio per evitare equivoci, che a questo punto noi prendiamo atto della volontà dei cittadini valdostani espressisi nel referendum e, con senso di responsabilità e dell'istituzione e del ruolo per cui i cittadini ci hanno designato, ottemperiamo ai nostri impegni; come maggioranza, i consiglieri hanno predisposto un documento in tempi brevissimi un documento che indica un percorso chiaro da seguire per arrivare davvero ad una soluzione, perché oggi siamo di fronte a due evidenze: una, l'esito del referendum ha archiviato il pirogassificatore e questo indipendentemente dall'esito dell'impugnativa alla Corte costituzionale, che sia chiaro, non ci sia ambiguità in un periodo pre-elettorale che favorisce interpretazioni e giochetti; la seconda, è l'inesistenza di una concreta proposta alternativa al pirogassificatore e alla discarica, cioè quella promessa in campagna referendaria. Quindi, mi rivolgo al Consigliere Donzel: presentare una relazione così articolata non è prova di muscoli, non è certo sottrarsi al confronto, ma è cercare di colmare il vuoto cui siamo di fronte e lavorare con serietà, quindi sei mesi non sono certo perdita di tempo, al contrario è lavorare da subito per trovare un'alternativa, preso atto che siamo di fronte a quello che calcisticamente si può dire zero soluzioni.

Presidente - Grazie. Colleghi, adesso possiamo passare all'esame delle due risoluzioni? No abbiamo chiuso la discussione generale. Colleghi, vi chiedo un po' di rispetto! Possiamo passare subito all'esame della risoluzione, la prima che è stata presentata delle forze di minoranza. È già stata illustrata. Possiamo metterla in votazione? Mettiamo in votazione la risoluzione della minoranza.

La parola al collega Donzel, per dichiarazione di voto.

Donzel (Pd-Sin.VdA) - Personalmente...il Partito democratico-Sinistra VdA voterà convintamente questa risoluzione, perché ritengo che non sia affatto una risoluzione che parla del nulla, ma è una risoluzione che è stata...noi avremmo voluto lavorare con la maggioranza, è stato molto curioso che l'Assessore si sia rivolto unicamente ad una parte della commissione, perché questa è stata la rappresentazione, una parte era lì a fare ostruzionismo e una parte provava a lavorare. Certo, lei ha vissuto amaramente la sconfitta elettorale, ma lei doveva avere l'umiltà di mettersi al servizio dei valdostani, invece lei continua a dire che non esiste alternativa! Le alternative ci sono, le hanno raccontate in mille modi, lei non ha forse capito che il ruolo di questa commissione, ribadito mille volte dai colleghi di maggioranza, era unicamente un ruolo di indirizzo, non dovevamo indicare il nome dell'impianto, mi dispiace, ci sono gli indirizzi, è che lei non li vuole leggere e ha addirittura la presunzione di dire: "noi abbiamo fatto bene", quando tutti gli esperti le dicono che ha fatto male: male ha fatto a non far raccogliere l'umido, da subito, male ha fatto a non fare come fanno da altre parti...lei continua a rivendicare la bontà del suo lavoro quando è lei che ha fallito! Quando il nulla è stato segnato da un voto referendario, il pirogassificatore non era il nulla, ha ragione, era il male! Era il male e i cittadini valdostani hanno respinto il male, ora lei, anziché mettersi al servizio e lavorare per una soluzione alternativa, boccia ogni speranza, rinviando tutto ad una possibile elezione, ad un possibile ribaltone su questa situazione, io spero e lavoreremo con determinazione affinché questa cosa non avvenga: non avvenga che ci sia di nuovo un Assessore all'ambiente che lavora contro lo spirito che i valdostani hanno voluto esprimere in quella legge.

In questa risoluzione fatta molto bene, curata molto bene dal Presidente Bertin, insieme alla collaborazione di esperti che abbiamo avuto, visto che non c'è stata nessuna disponibilità della maggioranza a darci una mano, per fortuna, altri ci hanno dato una mano, questa risoluzione traccia un percorso che è un percorso efficace, è un percorso che è riconosciuto da altri territori, così hanno cominciato da altre parti per arrivare all'obiettivo. Lei ha un'unica idea in testa: una vendetta e non si può amministrare quando si ha in mente una vendetta! In politica o si vince, o si perde, bisogna accettare quando si perde, bisogna accettare di cambiare, lei non lo vuole accettare, non è un buon amministratore!

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Mi pare che l'intervento dell'Assessore Zublena confermi il fatto che sia rimasta al 19 novembre, traumatizzata dal risultato referendario, ancora non riesce a riprendersi e lì è rimasta, anche se i tempi stanno cambiando e stiamo andando avanti. Capisco sul piano personale che deve essere stato traumatico il suo risveglio il 19 di novembre, ma oggettivamente proprio quanto riferito oggi non sta proprio in piedi. Se la sua azione fosse stata così efficace come dice lei, come ha il coraggio di dire, che praticamente buona parte delle cose che vengono riportate in questa risoluzione sarebbero state già attuate dalla sua amministrazione, evidentemente non ci troveremmo in queste condizioni, non saremmo una regione con il 44 percento di raccolta differenziata, l'unica regione che non raccoglie l'umido, una regione che ha dei costi di gestione dell'intero sistema molto alti, che è alimentato nel tempo da denaro pubblico. Nel momento in cui finirà tutto in tariffa, oggettivamente avremo un rincaro altissimo, anche perché in questi anni è stato gestito tutto in modo approssimativo e nella speranza di non so che cosa potesse cambiare...una discarica che ancora è utilizzata in modo molto significativo quando sono anni che sappiamo che le discariche devono essere superate! Non si è voluto fare niente per superare il conferimento in discarica, che ancora oggi costa relativamente poco, anche perché si fa in modo che costi poco, per renderlo vantaggioso, così da non superare mai questo meccanismo: il conferimento in discarica, il che naturalmente comporterà nel lungo periodo gravi danni alla nostra regione, ma questo evidentemente non vi riguarda, perché vi limitate a guardare le cose nel breve periodo, il grande impianto da gestire per la realizzazione del pirogassificatore, quello era l'obiettivo e questo rimane...come dire? nei vostri sogni.

Mi pare evidentemente che non corrisponda alla realtà quanto da lei affermato in questi...questa risoluzione impegna la Giunta regionale ad andare in una direzione, ci sono degli indirizzi, evidentemente non era compito della commissione stabilire le tecnologie, tant'è che questo Consiglio regionale, e la sua Giunta, ha speso circa 2 milioni di euro in questa legislatura e nella precedente in consulenze, soltanto in consulenze per definire quali erano le tecnologie adeguate: questo lo ha riferito lei qualche tempo fa in Consiglio regionale e noi come commissione in 40 giorni avremmo dovuto definire anche le tecnologie...

Se lei avesse continuato la lettura dell'intervento del dottor Favoino, avrebbe potuto leggere che in quell'intervento vi erano le indicazioni da seguire nel trattamento finale dei rifiuti, indicazioni che sono state riportate in questa risoluzione, che farebbero sì che la Valle d'Aosta potrebbe fare a meno di un impianto di incenerimento e gestire, chiudendo anche il ciclo in Valle d'Aosta, i propri rifiuti. Evidentemente per fare ciò è necessario che tutto il sistema dei rifiuti venga ripensato e questa risoluzione va in questa direzione nell'indicare quelli che devono essere gli orientamenti nel ripensare tutta la gestione integrata dei rifiuti, nel quale l'elemento fondamentale...come detto, si parte dalla riduzione e la prevenzione dei rifiuti, alla gestione dell'organico, alla parte di recupero di materia, cioè alla differenziata, al trattamento finale dei rifiuti, tutti gli aspetti sono riportati e gli indirizzi sono presenti. Se l'Amministrazione regionale desse seguito a questi indirizzi, certamente in tempo relativamente breve ci troveremmo in una situazione da non aver bisogno di un inceneritore e nel superare questa impasse...evidentemente, se l'obiettivo è quello di perdere del tempo e non voler dare degli indirizzi, nel lungo periodo potrebbero poi verificarsi delle situazioni poco gradevoli.

Presidente - Grazie. Ci sono altre dichiarazioni di voto? Possiamo mettere in votazione la risoluzione? Mettiamo in votazione la risoluzione presentata da ALPE e Pd-Sinistra VdA. Votate colleghi. Tutti hanno votato? Possiamo chiudere la votazione? La votazione è chiusa.

Presenti: 30

Votanti: 30

Favorevoli: 8

Contrari: 22

La risoluzione viene respinta.

Possiamo passare ora all'esame della risoluzione presentata dalle forze di maggioranza. Credo che sia già stata illustrata, possiamo metterla in votazione? La parola al collega Bertin per dichiarazione di voto.

Bertin (ALPE) - Voteremo contro a questa risoluzione non perché non vi siano aspetti anche condivisibili, che tra l'altro in alcuni casi coincidono anche con quanto previsto dalla nostra risoluzione, ma con questa risoluzione non si danno indirizzi alla Giunta, o comunque in generale nella direzione nella quale deve andare la riorganizzazione del sistema integrato dei rifiuti in Valle d'Aosta, si posticipa soltanto di qualche mese e si dà alla Giunta regionale questo compito: di decidere poi quali sono gli indirizzi, con la programmazione che dovrebbe essere data dalla Giunta regionale, pertanto, oltre ad una perdita di tempo, non si capisce anche bene quelli che sono gli indirizzi in materia. Voteremo pertanto contro a questa risoluzione, che non chiarifica quali sono gli obiettivi e gli indirizzi che questa maggioranza vuole dare alla gestione dei rifiuti.

Presidente - Grazie. La parola al collega Donzel, per dichiarazione di voto.

Donzel (Pd-Sin.VdA) - Anche il Partito democratico-Sinistra VdA voterà contro questa risoluzione perché, proprio alla luce di quello che diceva l'Assessore: "noi facciamo già bene tutto", "noi stiamo già facendo bene" e quindi sembra un problema solo di soluzione finale, di smaltimento, cioè l'errore clamoroso che è stato compiuto in tutti questi anni...poi qui fa seguito una pagina che servono sei mesi ancora di approfondimento per ridefinire "linee programmatiche per la definizione del sistema organizzativo dei sub-Ato, linee programmatiche per la definizione del piano di prevenzione e riduzione...", ma se faceva tutto bene l'Assessore...scusa vi siete parlati tra maggioranza e Assessore? L'Assessore ha detto che era già tutto fatto, tutto scritto, qui invece si dice che bisogna riscrivere tutto, quindi, come diciamo noi, tutto era scritto molto male e non era fatto per niente bene.

È ovvio quindi che questa risoluzione è pretestuosa: è semplicemente prendere tempo, menare il can per l'aia e creare una situazione di difficoltà, ovviamente un solo soggetto verrà colpito da questa situazione: come sempre il cittadino, perché, non arrivando ad una soluzione efficace continuando a portare l'organico in discarica, a creare puzza...poi tanto saremo accomunati tutti, "la politica che non è stata capace di fare" e noi avremo un Assessore che andrà in giro a dire: "ve l'avevo detto, avessimo bruciato, avessimo fatto fumi...", cioè, ma vi sembra questo il modo corretto di presentare questo lavoro? Questa cioè è assolutamente la scelta più sbagliata: prendere altro tempo, continuare a girare in tondo, quando il problema è non portare l'organico in quella discarica, che è illegale, è una cosa pericolosa, continua a fare danni, da fastidio, creerà danni ai nostri figli, al futuro, dobbiamo tirar via l'organico da lì, ce lo stanno dicendo in tutte le salse, non c'è altra soluzione! Lo dicono gli stessi rappresentanti della maggioranza quando vanno a cercare gli applausi nelle serate organizzate da quelli che fanno gli ambientalisti...allora lì vanno a prendere gli applausi, a dire: "bisogna raccogliere l'organico da subito, lo portiamo anche in Piemonte, pur di portarlo via da qui" e l'Assessore viene da noi e ci tira le orecchie: "ma non ci avete dato una rispostina", ma, scusi, si parla col suo Assessore? Certo che si parla, fate il doppio gioco. Uno va a raccontare agli ambientalisti una favola, l'altro picchia duro dall'altra chi osa opporsi a questa situazione surreale. È una situazione surreale, questo sì che è un lavoro improvvisato nelle ultime ore, fatto unicamente per mettere il bastone tra le ruote ad una soluzione, che era una soluzione congiunta ed inevitabile e, qualunque soluzione verrà presa in futuro, sarà inevitabile raccogliere immediatamente la frazione organica, differenziare l'organico, smettere di portarlo in discarica, perché stiamo facendo un danno enorme all'ambiente Valle d'Aosta.

Presidente - Se non ci sono altre richieste, possiamo mettere in votazione il testo di risoluzione. La votazione è aperta. Tutti hanno votato? Possiamo chiudere la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 29

Votanti: 29

Favorevoli: 22

Contrari: 7

Il Consiglio approva.