Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2931 del 8 aprile 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 2931/XIII - Disegno di legge: "Modificazioni alla legge regionale 22 luglio 2005, n. 16 (Disciplina del volontariato e dell'associazionismo di promozione sociale. Modificazioni alla legge regionale 21 aprile 1994, n. 12 (Contributi a favore di associazioni ed enti di tutela dei cittadini invalidi, mutilati e handicappati operanti in Valle d'Aosta), e abrogazione delle leggi regionali 6 dicembre 1993, n. 83, e 9 febbraio 1996, n. 5) e alla legge regionale 23 dicembre 2009, n. 52 (Interventi regionali per l'accesso al credito sociale)". (Approvazione di un ordine del giorno).

Président - La parole au rapporteur, le Vice-président Lanièce.

Lanièce (SA) - Il mondo del volontariato si sta confermando, ogni anno che passa, un settore fondamentale per la nostra società, ricco di persone che si mettono in gioco per risolvere situazioni che, impigliate nelle maglie della burocrazia e della perdurante crisi, possono sembrare insormontabili. È per l'attenzione che da sempre portiamo al terzo settore che ci troviamo ad aggiornare la normativa regionale che lo riguarda. Si tratta di modificazioni tecniche rese opportune dopo un attento confronto con la Consulta, il Centro di Servizio per il Volontariato e il Comitato tecnico: ciò non toglie che in un prossimo futuro, anche alla luce delle eventuali modifiche apportate a livello nazionale, si possa mettere mano in modo più profondo alla normativa attraverso un ripensamento della filosofia che ne sta alla base, tenendo conto quindi del principio della sussidiarietà, previsto dal titolo V della Costituzione, e di quello della promozione della solidarietà, alla luce anche dell'attuale fase politico-economica che sollecita anche il mondo del volontariato ad intervenire in maniera puntuale, efficace e coordinata per sostenere la coesione sociale e il senso di comunità.

Pertanto le modificazioni alla legge regionale n. 16 del 2005, oggetto di questo disegno di legge, nascono da un duplice intento: da un lato si è reso necessario apportare lievi variazioni al testo per renderlo coerente rispetto a quanto introdotto dalla legge nazionale 383 del 2000 riguardante le associazioni di promozione sociale, dall'altro lato si è voluto rendere più snelle alcune procedure, introdurre maggiore omogeneità nel mondo del volontariato e prevedere precisazioni e novità utili, in modo particolare, a meglio riconoscere le differenze tra le associazioni di volontariato e quelle di promozione sociale e inoltre a rendere più puntuale la disciplina relativa all'iscrizione al registro regionale delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale e il ruolo del Comitato tecnico.

A livello nazionale, e in linea di massima anche nelle altre regioni, la normativa sul volontariato e quella sull'associazionismo di promozione sociale sono ben distinte: la legge 11 agosto 1991, n. 266 "Legge-quadro sul volontariato" e la legge 7 dicembre 2000, n. 383 "Disciplina delle associazioni di promozione sociale" si richiamano l'una con l'altra, ma hanno il loro ambito di intervento ben definito. In Valle d'Aosta esiste una sola legge regionale (la legge regionale n. 16 del 2005 appunto), che norma entrambi gli ambiti.

Con la legge regionale 29 marzo 2007, n. 4 "Manutenzione, per l'anno 2007, del sistema normativo regionale. Modificazioni di leggi regionali e altre disposizioni" erano già state inserite nella legge regionale 16 del 2005 alcune modifiche con riferimento alle associazioni di promozione sociale. Col tempo ci si è accorti di imprecisioni e di differenze tra organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale a livello normativo che con l'attuale revisione sono state precisate (vedi gli articoli 2, 3 e 4 del disegno di legge in oggetto).

Le modifiche di cui all'articolo 5 (pubblicazione elenco delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale), all'articolo 10 (gestione Centro di Servizio per il Volontariato) e all'articolo 11 (piano di attività triennale del centro di servizio) propongono lo snellimento di alcune procedure fino ad ora in atto.

Alcune modificazioni si propongono di meglio definire alcuni aspetti per garantire uniformità di metodo e coerenza tra i principi enunciati e l'applicazione concreta della legge da parte dei vari soggetti coinvolti nello svolgimento dei loro specifici compiti (all'articolo 6 si parla di organizzazioni neoiscritte al registro, all'articolo 8 riguardante la consulta regionale e all'articolo 9 relativo al Comitato tecnico). L'articolo 7 del disegno di legge (contributi per la raccolta e la distribuzione di beni per la situazione di povertà) definisce, con una copertura normativa di primo livello, che mancava, la possibilità di concedere contributi per la raccolta e la distribuzione di beni diretta al sostegno delle situazioni di povertà da parte di organizzazioni iscritte al registro.

Gli articoli 1, che riguarda la gestione di interventi in capo alla Regione, 12 (disposizioni transitorie) e 13 (disposizioni finanziarie) del disegno di legge definiscono alcuni aspetti fondamentali che è necessario inserire ex novo per la regolare applicazione della legge stessa.

All'interno del disegno di legge è stato poi anche inserito un emendamento che propone il differimento del periodo di sperimentazione della legge 52 del 2009, relativa a "Interventi regionali per l'accesso al credito sociale" al 31 dicembre 2013. La legge, infatti, è scaduta il 31 dicembre scorso e questo comporterebbe il blocco degli ultimi 280 mila euro stanziati, che quindi non potrebbero essere erogati. Nel primo anno e mezzo di attività, dal luglio 2010 a dicembre 2011, sono stati impegnati 608.900 euro per il microcredito e il prestito d'onore: di questi 365.000 sono stati erogati solo nel 2011. È chiaro il momento di difficoltà, ma è altrettanto evidente che chi si trova ad affrontare la crisi ha tutte le intenzioni di superarla a testa alta. Un emendamento che permetta di prorogare la legge fino alla fine dell'anno in corso, al 31 dicembre 2013, va quindi incontro alle esigenze e alle aspettative di chi ce la sta mettendo tutta per superare la contingenza. D'altra parte, i fondi già stanziati, di cui restano a disposizione circa 280 mila euro, troverebbero la loro naturale destinazione proprio in questo tipo di aiuto sociale di cui la Valle d'Aosta si è fatta testimonial, con una dimostrazione di apertura di pensiero e di lungimiranza rispetto al periodo complesso in cui ci troviamo a vivere.

Il periodo di sperimentazione (2010-2012), che ha visto l'approvazione di 364 pratiche fra microcredito e prestito sociale d'onore per un totale di 1.210.446,26 euro erogati ai cittadini valdostani, ha evidenziato gli esiti positivi degli interventi per l'accesso al credito sociale nel supportare le famiglie più bisognose. Anche in questo caso la prospettiva di una compartecipazione del volontariato all'implementazione del fondo per il credito sociale richiede una fase negoziale lunga e laboriosa, che non consente attualmente la presentazione di un nuovo testo di legge, che vada in questa direzione. Si è ritenuto però opportuno rispondere alle esigenze delle famiglie più toccate dalla crisi economica e sociale, proponendo la proroga della sperimentazione avviata con la legge regionale 52 del 2009 finanziandola con i fondi ancora a disposizione. Sarà il legislatore regionale della prossima legislatura a valutare l'opportunità, secondo me necessaria, di addivenire ad un nuovo impianto normativo che coinvolga maggiormente il privato sociale. A tal proposito vorrei anche aggiungere che abbiamo predisposto anche un ordine del giorno, firmato da tutti i componenti della V Commissione consiliare, che verrà in seguito illustrato, finalizzato, alla luce anche della discussione avvenuta nella commissione competente all'atto della presentazione della relazione sulle attività connesse alla sperimentazione degli interventi regionali per l'accesso al credito sociale, ad impegnare la Giunta regionale a togliere il requisito del valore minimo dell'IRSE per poter accedere al prestito sociale d'onore con restituzione in ore di attività.

Presidente - Grazie. Possiamo aprire la discussione generale. Ci sono richieste d'intervento? Qualche collega vuole intervenire? La parola al collega Rigo.

Rigo (Pd-Sin.VdA) - Visto che non prenderò tutti i minuti a disposizione, volevo solo replicare brevissimamente al collega Praduroux e al Presidente della Regione. Ringrazio il collega Praduroux per aver...come dire? introdotto degli elementi nuovi anche nella discussione e, giustamente, per aver precisato che i rappresentanti delle associazioni nulla hanno avuto da rivendicare nei confronti del disegno di legge alla loro attenzione.

Per quanto riguarda il Presidente della Regione, da buon saggio ha cercato di convincere l'opposizione che si tratta di un primo passo, che dovranno aggiungersene degli altri necessariamente rispetto ad un percorso che abbiamo visto è solo iniziato...

(interruzione di un consigliere, fuori microfono)

...sì, sì, lo so...però credo, Presidente, che l'osservazione del Consiglio permanente rispetto agli articoli 3 e 7 e all'istituzione di quegli organismi vada proprio in una direzione che bisogna approfondire. Siamo nell'era di internet, un conto è il Conseil des jeunes, ma che cosa c'entra il Forum regionale dei giovani, il Consiglio territoriale, come giustamente dice il Consiglio permanente degli enti locali: "non dobbiamo istituzionalizzare le politiche giovanili". Se le istituzionalizziamo, non riusciremo a dialogare; questo andava bene...forse 5-6 anni fa...oggi dobbiamo, credo, cambiare passo e quindi credo che anche nel contenuto e nel come noi pensiamo di rapportarci con il territorio e con i giovani sarà una discussione che...mi sarebbe piaciuto aprire nella competente commissione.

Torniamo a noi e alla legge sul volontariato. Personalmente mi riconosco nelle valutazioni espresse in sede di audizione dal rappresentante del centro di servizi per il volontariato, in particolare modo nelle considerazioni relative all'impianto generale del disegno di legge. Sono passati molti anni dall'approvazione della legge-quadro sul volontariato: la legge n. 266 del 11 agosto 1991 e dalla legge regionale 22 luglio 2005 n. 16, sono stati anni importanti sia sul piano dell'evoluzione legislativa che su quello dello sviluppo del volontariato nell'insieme di tutto il terzo settore. Il volontariato ha anticipato ed è alla base di questo processo, infatti la legge 266 è stata il provvedimento iniziale di un lungo percorso legislativo, che ha visto via via l'approvazione di provvedimenti sulla cooperazione sociale e sull'impresa sociale, sulle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (le ONLUS). Queste normative hanno sostanzialmente riguardato i soggetti del terzo settore, ad esse si sono aggiunti interventi normativi sui settori di impegno, infanzia, disabilità, adozioni, politiche per le famiglie, servizio civile, la riforma dell'assistenza.

In ultimo è ancora da richiamare l'importante modifica del titolo V della parte seconda della Costituzione, che impegna Stato, Regioni, città metropolitane, Province e Comuni a favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà. Questo principio, che ha integrato il preesistente valore del libero pluralismo sociale di cui all'articolo 2 della Costituzione, riafferma con sufficiente chiarezza la necessità che tutti i livelli istituzionali non solo devono rispettare, ma devono lasciare spazi adeguati alle forme espressive della libera vitalità sociale che operano nell'interesse generale. Tutto ciò detto, dopo 17 anni di applicazione della legge quadro e dopo quasi 8 da quella regionale, sarebbe stato auspicabile ripensare profondamente alla revisione della normativa regionale non solo alla luce delle novità legislative, ma anche dello sviluppo del rapporto tra organizzazioni di volontariato ed enti pubblici in un momento particolarmente difficile dell'attuale fase politico-economico-sociale. In questi anni è cresciuta nel mondo del volontariato la propensione a collaborare con le istituzioni locali e ad inserirsi nell'assetto dei loro servizi. Questa tendenza, tuttavia, ha messo in evidenza la difficoltà di alcuni soggetti a conciliarsi con la propria funzione creativa, critica e stimolatrice. Il volontariato organizzato in pratica si è più spesso ritrovato nel modello di integrazione, piuttosto che in quello della partecipazione, con un crescente rischio di istituzionalizzazione e di perdita di autonomia. Ecco il disegno di legge, a nostro avviso, doveva e poteva lanciare la sfida alla capacità del volontariato di sostenere una funzione partecipativa. La coscienza critica e la volontà di diffusione di alcuni fondamentali valori di riferimento richiamano un'ipotesi di cittadino che sia parte viva ed attiva del tessuto sociale, che partecipi attivamente ai processi della vita pubblica, favorendo la crescita del sistema democratico ed è proprio in quest'ottica che sarebbe necessario, anche attraverso una nuova legge regionale, in attesa della riforma di quella nazionale, potenziare anche un'altra funzione del volontariato e cioè quella promozionale sia per garantire la tutela dei diritti, sia per sostenere la capacità di autorganizzazione sociale delle persone.

Ho fatto queste brevi considerazioni per rappresentare una "visione dinamica", tra virgolette, del domani del volontariato, riprogettare significa pensare alla costruzione di qualcosa di ancora migliore da costruire sulle fondamenta già esistenti. È proprio in questa prospettiva che avrei visto e avrei condiviso la decisione di modificare profondamente ed integrare la legge regionale di disciplina del volontariato e dell'associazionismo di promozione sociale, per introdurre alcune innovazioni che l'evoluzione e il maturare dei tempi, nonché l'esperienza reale avrebbero potuto suggerire. Il volontariato non può rinunciare all'impegno di promuovere una nuova cultura della cittadinanza e della partecipazione, di sostenere i diritti dei gruppi sociali svantaggiati, di sperimentare nuove forme di intervento dove l'impiego di risorse economiche risulta limitato. Il disegno di legge alla nostra attenzione non affronta questi scenari, non definisce la rivendicazione esplicita della soggettività promozionale e politica del volontariato, originale e distinta rispetto anche alle altre forme di presenza nell'ambito del terzo settore, anzi in questo disegno è ancora forte la presenza della Regione, che, attraverso l'Assessore regionale competente in materia di politiche sociali, presiede la consulta, mentre in altre regioni questo organismo è autoregolamentato.

Come scritto nella relazione, questo è un disegno di legge che introduce precisazioni e novità utili in particolare a rendere più puntuale la disciplina relativa all'iscrizione al registro regionale delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale, ma, per la verità, due sono le vere novità: l'articolo 7 e l'articolo 13. Per il primo i contributi per la raccolta e la distribuzione di beni diretti al sostegno delle situazioni di povertà, questo articolo riguarda espressamente l'attività meritoria del Banco alimentare, sostegno assolutamente condivisibile, ma, a nostro avviso, avremmo preferito approvare oggi un provvedimento specifico relativo al sostegno alle povertà o con le modalità previste dalla legge nazionale n. 155 del 25 giugno 2004, la cosiddetta "legge del Buon Samaritano", relativa alla distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, ciò anche al fine - riprendo il commento fatto dal rappresentante del centro di servizio per il volontariato in sede di audizione - "di rilanciare la dinamica emancipatoria di tali interventi che è opportuno perdano la connotazione assistenzialistica e stimolino la sinergia tra pubblico e privato su progetti che prevedano un contrasto effettivo della povertà con valutazioni trasparenti dei risultati ottenuti", fine della citazione.

L'altro, l'articolo 13, è riferito al differimento del periodo di sperimentazione del credito sociale. Non siamo riusciti a legiferare in tempo e adesso ci vediamo costretti a correre ai ripari. I colleghi sanno bene quanto sia stata importante in questi anni per centinaia e centinaia di nuclei familiari la legge regionale sul credito sociale: una legge pensata per chi ha bisogno di un aiuto finanziario immediato per i tanti bisogni quotidiani di una famiglia, o per quelle spese impreviste che spesso mettono in ginocchio le persone. Interventi di aiuto che da gennaio di quest'anno però non sono più possibili, perché il periodo di sperimentazione è terminato. Più volte in quest'aula siamo intervenuti per ricordare alla Giunta regionale che si stava avvicinando la naturale scadenza e che occorreva al più presto passare dal regime di sperimentazione a quello definitivo. Tante promesse, ma pochi fatti ed oggi ci troviamo, attraverso un emendamento di commissione, a prolungare il periodo di sperimentazione. Ancora una volta abbiamo trovato una scappatoia, ma le polemiche oggi non servono, c'è bisogno invece di attivare subito la possibilità per gli operatori territoriali di accogliere le domande che, purtroppo, saranno da subito numerose: per questo facciamo nostro questo articolo, anche perché lo abbiamo fortemente voluto e suggerito, per il resto noi siamo favorevoli a tale provvedimento legislativo.

Président - Merci. Il y a quelqu'un d'autre qui souhaite intervenir? La parole à la collègue Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Madame la Présidente.

Questo è un disegno di legge atteso da tempo, ma che, dobbiamo ammetterlo, non ha suscitato grandi entusiasmi proprio nel mondo che in qualche modo lo auspicava, perché, al di là di alcuni aggiustamenti necessari, non esce dallo schema consolidato e verticistico della Regione che sovraintende anche al mondo del volontariato, senza promuovere invece una concezione di maggiore sussidiarietà che veda il mondo del volontariato muoversi in maniera più autonoma, più responsabile e matura. Si poteva intervenire più incisivamente visto il ruolo crescente delle associazioni di volontariato, come ha ben ricordato anche il relatore Lanièce, e quindi, se da un lato con questo disegno di legge si modifica la normativa esistente armonizzandola alla legge nazionale 338 del 2000, dall'altra non si coglie l'occasione per fare evolvere in modo sempre più autonomo il mondo del volontariato e dell'associazionismo e questo è stato esplicitamente ed onestamente riconosciuto anche dal relatore laddove dice che in un prossimo futuro si potrà mettere mano in modo più approfondito alla normativa attraverso un ripensamento della filosofia che sta alla base, per ora ci limitiamo ad una sorta di manutenzione, di adeguamento legislativo, ne siamo rincresciuti...ma comunque voteremo questo provvedimento.

Président - Merci. Il y a quelqu'un d'autre? S'il n'y a pas d'autres requêtes d'intervention, on peut fermer la discussion générale. La parole au Président Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Ringrazio il relatore André Lanièce per aver voluto evidenziare con il suo intervento i punti qualificanti dell'iniziativa e nel contempo per aver anche messo in risalto quelli che sono i limiti obiettivi di questo intervento che i colleghi Rigo e Morelli hanno poi sottolineato.

Sicuramente su questo tema il fatto di insistere sull'autonomia del mondo del volontariato, e vorrei ricordare che in Valle il mondo del volontariato è riconosciuto, ma è completamente autonomo, c'è un'associazione a sé stante, ci sono norme che dicono come devono essere aiutati, supportati, ma non c'è nessun tipo di altro, tra virgolette, "controllo", se non quello di rispettare i requisiti per essere un'associazione riconosciuta, cosa che è stata fortemente voluta proprio per dare serietà alle associazioni che si presentano con questo scopo e con queste finalità. Ora, la partecipazione quindi a questo cambiamento e come è stato detto questa nuova cultura della cittadinanza...che sicuramente è molto efficace per dire di come uno vive un ruolo che ha e che giustamente il collega Rigo aveva richiamato sui principi che il titolo V, quindi non solo la legge specifica 330, hanno voluto rafforzare, perché è in questo significato che va letto l'insieme del raccordo, della collaborazione tra le istituzioni e il mondo del volontariato. Non è che le istituzioni devono ingabbiare, o, per tornare al discorso precedente, essere eccessivamente sovradimensionate o comunque soffocanti, ecco, per dirla tutta, devono invece fare il giusto controllo per evitare che ci siano situazioni non governate, ma poi ogni associazione giustamente deve rispettare quelle che sono le sue funzioni.

È stato detto con dovizia di particolari...gli articoli, che sono i più qualificanti se mi passa il termine, c'è l'articolo 7 del Banco alimentare, sicuramente noi...voglio ricordare che in questi anni alla giornata del Banco alimentare la Giunta prevedeva un intervento a supporto che era debole, non era normato, oggi qui diciamo: che cosa si fa?, ma aggiungerei qualcosa anche ricordando l'intervento che aveva fatto sempre il collega Rigo su come noi possiamo intervenire in altri settori e voglio dirle che mi sto muovendo in quella logica per le scuole e per fare in modo che nelle mense ci sia la possibilità di recuperare quelle derrate per evitare che si faccia riferimento solo al Banco alimentare, perché questo è il punto: non si può concentrare su un'unica possibilità quelle che sono le difficoltà della povertà nel senso più generale. È necessario quindi che ci sia questa condivisione allargata, che pertanto può passare attraverso la nuova, come dicevo, cultura di una cittadinanza attiva e partecipata.

Questa quindi è un po' la situazione, come è stato sottolineato l'aspetto del credito sociale o gli interventi per il microcredito. L'hanno ricordato correttamente i colleghi: la legge sul microcredito è una legge che ha proposto soluzioni anche innovative, i dati che sono stati riconosciuti, gli interventi fatti, più di 1 milione di euro erogati, il fatto che ci sia ancora questa disponibilità ridotta e poterla utilizzare, perché la povertà non è che se scade la legge...purtroppo non è così, anzi è esattamente il contrario, ecco voglio dirlo, in questo caso che gli approfondimenti fatti per modificare la legge rischiavano di complicare la vita, mi hanno permesso di giudicare che forse il male minore in questo momento era quello di prorogarla fino alla fine dell'anno, lo dico con onestà, perché se no, andavamo a fare un discorso che era un po' analogo con quello che abbiamo appena in qualche modo analizzato in precedenza.

Nella sostanza quindi questa legge...ringrazio tutti i colleghi che hanno voluto illustrarla in modo specifico e su cui non torno, voglio solo dire che con questa norma abbiamo sicuramente meglio precisato gli interventi, qualificato quelle che sono le parti operative e dato una risposta che se pur, per carità, non esaustiva, è una risposta importante per quelle che sono le difficoltà di questo momento legate anche al quadro economico sfavorevole. Grazie.

Presidente - Possiamo passare subito all'esame dell'ordine del giorno. La parola al Vice-presidente Lanièce.

Lanièce (SA) - Sì, brevemente, abbiamo presentato un ordine del giorno firmato da tutti i componenti della V Commissione che va incontro a quanto è stato già discusso nella commissione competente in merito a questo importante disegno di legge, che è quello che riguarda il credito sociale. Già nel mese di settembre quando c'era stata presentata la relazione sull'attività connessa alla sperimentazione degli interventi regionali per l'accesso al credito sociale, e precisamente in data 27 agosto 2012, si era evidenziato che, oltre ai dati positivi, di cui io ho accennato nella relazione, quindi al fatto che in questo triennio sono stati quindi stanziati per questo importante intervento circa 1.200.000 euro a favore delle famiglie bisognose valdostane, c'era una criticità che riguardava in modo particolare il prestito sociale d'onore con restituzione in ore di attività. Infatti proprio nella relazione, che era stata consegnata in commissione, si rilevava che, nel caso di questa tipologia, vi era la criticità rispetto al possesso di una soglia minima di IRSE di euro 5.000, criticità che era stata sottolineata anche dagli operatori territoriali, e quindi era da tenere in considerazione in caso di passaggio a regime di questo tipo d'intervento; visto che abbiamo inserito questo emendamento che proroga i termini di scadenza di questa legge regionale importante, abbiamo convenuto di presentare quest'ordine del giorno, che invita la Giunta regionale a predisporre "entro 10 giorni dalla data di pubblicazione della legge, una deliberazione che modifichi le "Disposizioni relative agli interventi per l'accesso al credito sociale"...con la variazione del valore minimo dell'indicatore regionale della situazione economica (IRSE) da euro 5.000 a euro zero, quale requisito per poter accedere al prestito sociale d'onore con restituzione in ore di attività...", in modo di venire incontro a quanto si era convenuto durante la discussione nella commissione competente, e anche per venire incontro a tutte quelle persone che, facendo riferimento a questa tipologia di credito sociale, avevano visto la loro domanda rifiutata proprio per il fatto che il loro IRSE era inferiore al valore minimo inserito all'interno della delibera; d'altronde i soldi che vengono erogati a queste persone sono a fronte di una attività lavorativa, e quindi è ininfluente anche avere un valore minimo dell'IRSEE. Questo è stato discusso e concordato sia dall'Assessore sia dalla commissione consiliare: quindi noi tutti e sette componenti della commissione abbiamo ritenuto opportuno presentare quest'ordine del giorno in modo da mettere nero su bianco l'intenzione e la volontà espressa dalla commissione competente che è anche, come dicevo, quella che era emersa dalla relazione che ci era stata consegnata in commissione.

Presidente - Ci sono altre richieste? No? Possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno? La votazione è aperta, votate colleghi. Tutti hanno votato? Chiudiamo la votazione.

Presenti: 31

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Il Consiglio approva.

Possiamo passare ora all'esame del nuovo testo predisposto dalla V Commissione consiliare. Articolo 1. Ci sono delle richieste? Se non ci sono richieste di intervento, possiamo mettere in votazione l'articolo 1. Tutti hanno votato? Chiudiamo la votazione?

Presenti: 31

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Il Consiglio approva.

Posso dare lo stesso risultato per l'articolo 2? Stesso risultato. Articolo 3: stesso risultato. Articolo 4: stesso risultato. Articolo 5: stesso risultato. Articolo 6: stesso risultato. All'articolo 7 vi è l'emendamento n. 1 del Presidente della Regione. Vuole illustrarlo? No? Possiamo dare lo stesso risultato anche per l'articolo 7 comprensivo dell'emendamento? Stesso risultato. Possiamo dare lo stesso risultato per l'articolo 8 comprensivo dell'emendamento n. 2 del Presidente della Regione? Stesso risultato. Articolo 9: stesso risultato. Articolo 10: stesso risultato. Articolo 11: stesso risultato. Articolo 12: stesso risultato. Articolo 13: stesso risultato. Articolo 14: stesso risultato.

Mettiamo ora in votazione la legge nel suo complesso. La votazione è aperta. Tutti hanno votato? Possiamo chiudere la votazione.

Presenti: 31

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Il Consiglio approva.

Punto 17.4 all'ordine del giorno.