Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2467 del 7 giugno 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2467/XIII - Reiezione di mozione: "Individuazione di soluzioni adeguate all'emergenza occupazionale nel settore idraulico-forestale per l'anno 2013".

Mozione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Ricordato che nel 2010 erano occupati a vario titolo e con periodi di assunzione differenti presso l'Assessorato all'Agricoltura e Risorse naturali nei cantieri idraulico forestali 820 addetti;

Ricordato, che nel 2011 presso la Società dei Servizi e nei cantieri straordinari, nonostante fossero state sensibilmente ridotte le giornate di lavoro, il numero degli addetti scendeva a circa 730;

Precisato che l'operazione di massiccia riduzione delle giornate lavorative e del numero di addetti non rispondeva a criteri di ridimensionamento rispetto a comportamenti disciplinari anomali o inadeguati;

Rilevato che a metà maggio del 2012, contrariamente a quanto annunciato, l'attuale sistema di esternalizzazione dei cantieri idraulico-forestali sta occupando meno di 50 addetti;

Riscontrato che le tempistiche e i ritardi per l'attivazione di tutti cantieri esternalizzati e di ulteriori attività internalizzate straordinarie rischiano di ridurre ulteriormente le giornate lavorative e i posti di lavoro, con un enorme perdita economica dei lavoratori e il rischio anche di non usufruire o beneficiare solo in modo parziale dell'indennità di disoccupazione;

Ribadita la necessità di intervenire per salvaguardare le foreste di protezione e garantire la qualità dei boschi e del territorio valdostano;

Verificata quindi la condizione di vera e propria emergenza per il settore dei cantieri idraulico forestali;

Impegna

la Presidenza della Regione e gli Assessorati competenti a confrontarsi urgentemente con la Commissione competente per trovare subito soluzioni adeguate all'emergenza occupazionale e ipotizzare, con la collaborazione delle parti sociali, un modello di intervento nel settore idraulico-forestale per l'anno prossimo.

F.to: Donzel - Chatrian - Bertin - Giuseppe Cerise - Carmela Fontana - Louvin - Patrizia Morelli - Rigo

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, prima di illustrare la mozione tengo a precisare è stata depositata, prima della decisione dei sindacati...di organizzare un presidio, che è stata un'iniziativa autonoma dei gruppi ALPE e PD, e poi naturalmente il fatto che c'è stata una mobilitazione ci ha confermato la delicatezza della situazione che stiamo vivendo, ed è proprio perché viviamo una situazione delicata che cercherò di rappresentare nel modo più oggettivo possibile questa situazione, senza voler forzare la mano su una situazione molto delicata.

Secondo i dati pubblicati dall'Amministrazione regionale, nelle raccolte che riassumevano i programmi degli interventi, nel 2009, 785 erano gli addetti che lavoravano complessivamente nei cantieri idraulico-forestali a vario titolo, a partire dai magazzini; c'era addirittura una persona addetta a seguire gli alberi monumentali, ma soprattutto c'erano i lavori di forestazione, che sono il nucleo qualificante di questa azione, le sistemazioni idrauliche e la sentieristica.

Per far fronte alla grave crisi economica, non certo legato al fatto che c'erano le elezioni comunali, nel 2010 questi operai arrivano a quota 820; non tutti lavorano lo stesso periodo, ma una gran parte di essi avevano un congruo numero di giornate lavorative - si lavorava anche sei-otto mesi all'anno - che consentivano ai lavoratori di vivere e far vivere la loro famiglia, integrando con altri lavori, integrando con la disoccupazione speciale, integrando con vari meccanismi il loro reddito, anche con una piccola attività agricola. A far crescere questi numeri nell'ambito della forestazione era stata nel tempo la grave crisi che aveva colpito l'industria di fondovalle, e quindi la necessità di ricollocare i lavoratori che avevano una certa età, ma allo stesso tempo si era investito molto su risorse anche giovani, che erano stati qualificati per svolgere quelle complesse attività all'interno della forestazione, come il taglio di alberi di grosse dimensioni, intervenire nelle foreste di protezione che si trovano su pendii scoscesi, utilizzando tecnologie moderne e complesse. C'è stata una grossa attività di formazione di questo personale, spesso nella narrazione quotidiana del bar viene rappresentato l'operaio forestale come quello che gira a vuoto nel cantiere, ma se ci sono state delle irregolarità, queste vanno imputate a chi aveva il dovere di controllare e far funzionare i cantieri, e non a tutti quei lavoratori che si sono specializzati e qualificati in questi anni e che per 20 anni hanno lavorato nei cantieri forestali.

La scelta della creazione di una società "salva-precari" sulla base di norme, sulle quali non voglio adesso riaprire una polemica se era giusta o non giusta, ha portato immediatamente ad una riduzione di circa 90 unità occupate, perché si è scesi a poco più di 700 addetti. Di questi, 660 erano quelli che risultavano presi dalla graduatoria in una prima battuta, poi alcuni si sono aggiunti con dei cantieri straordinari fino ad arrivare a 730 circa.

Poi arriva, come un fulmine a ciel sereno, la decisione di esternalizzare questi cantieri. In questi anni abbiamo assistito ad un balletto di cifre incredibile, soprattutto sul numero di occupati; si è parlato molto di numero di occupati, ci sono delle cifre che sono diventate mitologiche come il numero di 660, perché in realtà erano di più gli occupati. Quando è arrivata questa decisione, la nostra preoccupazione è stata, come sempre, di parlare di "numero di addetti", di "numero di lavoratori"; ci è stata ventilata una clausola sociale, che soprattutto da parte di chi è povero e disperato è stata interpretata come un'ancora di salvezza, ma in realtà subito fu denunciato che il rischio dell'esternalizzazione avrebbe portato - a parità di costi e di investimenti della Regione - ad una drastica riduzione del numero di occupati.

Siamo stati tacciati di allarmismo, di quelli che vogliono cavalcare sempre le proteste, ma oggi i numeri forniti dall'Assessorato parlano chiaro! Se andate a vedere gli articoli che ho scritto sei-sette mesi fa, dicevo prudenzialmente che si sarebbe arrivati al limite massimo di 300 occupati; oggi, a parlare di 236 assunzioni, è lo stesso Presidente della Regione: 236 circa, che potrebbero essere 250. Quindi prudenzialmente avevo detto 300; qui siamo scesi di oltre 50 unità, ma in questo momento saranno 50-60 quelli che stanno operando, sarà nei prossimi giorni che decolleranno questi cantieri.

Faceva molto ridere quest'aula quando iniziai un'interpellanza, mesi fa, dicendo: arriva la primavera, cantano gli uccelli, si sente il rombo della motosega; siamo in piena estate ed il rombo della motosega non si sente! Quindi siamo passati, da quella che poteva essere un'ironia, ad una tragica realtà perché il punto che voglio fissare è che qui, al di là del numero degli addetti, quello che verrà meno è il numero di giornate lavorate, e cioè il punto debole che vogliamo discutere con tutte le forze di maggioranza, una discussione seria, puntuale in commissione, è per capire bene se questo lavoro che stiamo offrendo è ancora quello che garantisce all'operaio ed alla sua famiglia di poter avere un reddito sufficiente a vivere per tutto l'anno! Non si tratta di dire: "ti do un mesetto di lavoro", per dire che ho un numero di occupati maggiore, ho raggiunto quota 600 occupati e quindi dormo sonni tranquilli. Ma bisogna vedere che tipologia di lavoro diamo, che strumenti diamo.

Avevamo chiesto da subito che ci fossero dei cantieri straordinari, perché sapevamo che c'erano delle persone in difficoltà; è uscita prima una voce di cantieri straordinari per gli over 55, adesso scopriamo e ce ne rallegriamo che agli over 55 si aggiungono le donne over 45. Allora ricordo all'Assessore Isabellon quando gli dicevo a gennaio che c'era un problema di donne occupate...ma siamo a giugno, e arriva adesso così, a ridosso di una manifestazione dei forestali, la decisione di dire: ci accorgiamo che ci sono gli svantaggiati, i disabili, quelli che non possono lavorare. Anche qui, si cerca di introdurre dei concetti che sono quelli...è per questo che dico che non possiamo affrontare una discussione così delicata in quest'aula.

La mozione chiede che la discussione avvenga in commissione, facendo delle audizioni, potendo approfondire con calma, perché non abbiamo il tempo di scendere nei dettagli. Ma quando mi sento dire: mettiamo in campo i lavori socialmente utili...ma i lavori socialmente utili non sono la stessa cosa della forestazione! Se uno si è costruito 20 anni di specializzazione nel taglio dei boschi, ha costruito una professionalità e dopo lo mando a bagnare i gerani...certo che lo farà, perché deve vivere e far vivere la sua famiglia, ma c'è qualcosa che non funziona! È un'operazione che ci costa molto più cara di quello che ci costava prima, che porta all'umiliazione del lavoratore che sapeva fare bene la sua professione; lo portiamo - dopo tutto quello che scriviamo nei piani dei lavori, come la formazione permanente, la professionalità che deve crescere - a fare un lavoro che non c'entra niente con quello per cui per 10 anni ha fatto formazione!

Altra cosa molto delicata: siamo i primi che vedono una possibilità nel fatto che i Comuni possano gestire questa fase, ma noi abbiamo anche ricordato come l'anno scorso, con un rimpallo di responsabilità straordinario, la Regione dice che è competenza dei Comuni, i Comuni la attribuiscono alla Comunità montana, eccetera, i lavori socialmente utili non hanno adempiuto completamente alla loro mission, non sfruttando completamente le risorse a disposizione...adesso dobbiamo lanciarci in fretta e furia - da qui la nostra preoccupazione sulla tempistica - perché dobbiamo far decollare i lavori!

C'era una volta una certa attenzione anche a guardare la collocazione dei lavoratori sul territorio, quindi a fare in modo che questi lavoratori non fossero quelli della Bassa Valle a lavorare a Courmayeur o quelli di Courmayeur a lavorare in Bassa Valle, incrociandosi con le auto ad Aosta, con tutti i problemi che abbiamo visto del rimborso delle tariffe; anche qui è delicato il fatto che, affidando la gestione ai Comuni, ci si trova di fronte all'evidenza del fatto che, chiamato dal Comune della Val d'Ayas un lavoratore che è in graduatoria e che si trova ad abitare a Villeneuve, poi viene fuori che questo ha rifiutato...perché se fa un lavoro socialmente utile, è il suo reddito, ma questo viene mangiato per metà nel trasporto, visto che non è previsto un rimborso del trasporto...rischiamo veramente grosso! Ecco perché vogliamo discutere in modo sereno, sincero, serio, di come risolvere questo problema con l'Amministrazione regionale.

Riteniamo che - si era detto è tutto risolto con 10.000.000 di euro - non è tutto risolto, il problema è grandissimo, c'è una difficoltà enorme di ricollocazione di questi lavoratori, non sono tutti in malafede, anzi, per la maggior parte sono in buona fede, si sono sforzati di trovare lavoro, ma hanno addirittura creato un polverone nel mercato del lavoro valdostano. Infatti, liberando queste risorse si è creato il fenomeno per cui le imprese nel settore edilizio, che una volta a gennaio-febbraio bloccavano i lavoratori e dicevano loro: tu, che sei bravo, stai tranquillo che ti assumerò io, cioè li fermavano subito per i grossi lavori dell'estate...sapendo che c'è tutto questo viavai di gente che chiama per avere un lavoro, non assumono neanche anticipatamene nessuno, tanto sanno che c'è manodopera a go-go! Quindi si è creato con questo meccanismo di esternalizzazione un grosso danno al funzionamento del mercato del lavoro in Regione e troveremo queste cose registrate dai dati di peggioramento non solo della disoccupazione, ma anche dei tassi di occupazione, perché avremo meno giornate lavorate anche in altri settori, proprio per questa situazione che si è venuta a creare.

Non esitiamo a dire che è una situazione di gravissima emergenza e chiediamo che non siano più improvvisate le soluzioni. Vorremmo che si rispondesse immediatamente all'emergenza con delle situazioni di emergenza, ricordando che siamo ancora lontani da quel numero 820 del 2010 e nello stesso tempo che, nel fare questo ragionamento di emergenza per quest'anno, ci siano le condizioni per discutere di cosa si può fare per l'anno prossimo. Cioè che le soluzioni che mettiamo in campo non siano: ma l'anno prossimo si rimescola di nuovo tutto, non si capisce più nulla, le imprese cosa fanno o non fanno...immagino anche gli imprenditori che hanno fatto degli investimenti.

L'altra cosa che vogliamo dire è che nel frattempo siamo preoccupati perché le risorse non sono infinite e ci risulta che continuano i cosiddetti "sprechi" che la spending review doveva eliminare; ci risulta che l'attrezzatura ferma nei magazzini sia un costo, e non vorremmo scoprire che magari tutti quei macchinari fermi nei magazzini, sono tutti trattori che hanno regolarmente pagato il prezzo dell'assicurazione per stare fermi in garage. Quindi le assicurazioni i soldi li hanno avuti, i mezzi dormono e gli operai sono nella condizione di non lavoro.

Chiediamo davvero di sedersi attorno al tavolo nel più breve tempo possibile e di lavorare, insieme, per trovare una soluzione. Gli annunci di queste ore non sono sufficienti per noi.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Qualche considerazione. Il collega Donzel ha illustrato la mozione che i gruppi ALPE e PD hanno presentato qualche settimana fa. Non farò altre premesse, nel senso che nelle sedi opportune e nei passati bilanci e finanziarie avevamo espresso una serie di perplessità, avevamo cercato di presentare una rotta alternativa e più graduale, con l'asticella magari troppo alta, due anni fa, ma senza presunzione ci avevamo provato, come gruppo ALPE, da subito, a mettere sul tavolo una proposta, perché è da lì che si deve partire. Qui non c'è nulla da cavalcare, anzi qui c'è da trovare delle soluzioni alternative, visto che un dovere di chi governa e di chi siede in questo Consiglio è di armonizzare la ricaduta in un momento così difficile ed opaco, in un momento dove la società sta cambiando, e le ricadute sono importanti anche in Valle d'Aosta.

L'obiettivo della mozione è di anticipare le future decisioni, avviando subito in commissione con le parti sociali, prima, e con il Governo regionale, in una seconda fase, un dibattito per iniziare ad articolare il bilancio di previsione per il 2013, prima dell'autunno e prima della chiusura del cerchio che avviene nella prima settimana di dicembre. Sappiamo bene che le macrolinee si decidono nel mese di settembre, quindi fra tre mesi neanche, una volta terminata la ricognizione dei capitoli e dei dettagli assegnati alle varie strutture, perché è lì che la boccia si può fermare in un settore piuttosto che in un altro.

La discussione della mozione avviene in prossimità dell'esame da parte di questo Consiglio del rendiconto 2011 e dell'assestamento di bilancio per l'esercizio in corso, quindi suddividerei in due le intenzioni dei gruppi di ALPE e PD: una per il 2013 e l'altra per il 2012. Nella prossima seduta entreremo nel dettaglio delle voci di bilancio e presenteremo qualche nostra proposta operativa, a valere sulla seconda parte dell'estate 2012; insieme cercheremo di confezionare una pezza robusta per ridurre i danni provocati da certe decisioni da noi non condivise. Quest'anno lo schema va comunque modificato, i risultati non sono eccellenti, il momento è di emergenza e la crisi economica è veramente pesante. Una parte di questa emergenza l'hanno provocata certe decisioni prese, a dir poco, in modo superficiale, senza valutare i reali risvolti a livello occupazionale e sociale. Se invece questi risvolti sono stati presi in considerazione, ma si è deciso di procedere ugualmente, l'obiettivo della mozione è di andare a riprogettare, ristrutturare. Penso che chi si occupa del bene comune e chi è chiamato a gestire un'amministrazione nell'interesse generale, ha il dovere non solo di compiere scelte logiche non discriminatorie, economicamente vantaggiose o almeno sostenibili, ma di farlo con cognizione di causa dopo un'attenta valutazione degli effetti positivi e negativi, e se c'è qualcosa da registrare, registrarlo in tempi certi, dando delle soluzioni alternative certe e confrontandosi attorno ad un tavolo per cercare soluzioni diverse.

Abbiamo cercato in ogni modo di farvi rilevare che la direzione presa era molto pericolosa, quindi termino dicendo che ascolteremo la posizione del Governo regionale su questa mozione, perché la situazione è difficile, stiamo parlando di centinaia di persone. Qualche giorno fa, il Governo regionale ha organizzato una conferenza stampa per mettere sul tavolo i risultati ad oggi, in questo momento, dei 600 operai che sono ben poco occupati...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...non è con spirito polemico! Siamo al 7 giugno e gli occupati sono solo qualche decina, quindi l'obiettivo non è quello di polemizzare; infatti, sia il tono che gli argomenti sono suddivisi in due tranches: quali soluzioni si possono mettere sul tavolo per il 2013 e quale pezza robusta si può mettere per il 2012, senza nessuno spirito polemico, ma con la volontà di creare qualche piccola condizione in più di lavoro. Grazie.

Presidente - Se non vi sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - Grazie Presidente.

Sul merito della disponibilità ad andare in commissione lo dirò alla fine di questo intervento, che credo possa essere utile per ribadire alcune informazioni che già sono state esplicitate in un momento di confronto con l'informazione. Probabilmente non è servito abbastanza, perché soprattutto quando si ha a che fare con dei numeri diversi, a volte si cerca di estrapolare questi numeri...mi riferivo ai numeri citati dal collega Donzel, per darne una chiave di lettura non complessiva. Sarebbe interessante, visto che è emersa un'informazione più generale, riportare il tutto alle considerazioni generali e non prendere dei numeri estrapolati. In ogni caso, a titolo di informazione, brevemente ripeterò quanto è stato detto in questo incontro.

Qui è importante dire che, per quel che riguarda le assunzioni, siamo in questi giorni nel momento clou di assegnazione dei lavori e delle relative assunzioni secondo le clausole definite per gli appalti, cioè le clausole sociali: 77 appalti nella prima fase sono stati espletati nel rispetto della clausola sociale, e qui tengo a dire che, per tutti gli appalti finora assegnati, questa clausola da parte delle ditte aggiudicatarie è stata rispettata. Qui si va in questi giorni ad assumere 236 persone legate a questi 77 appalti. Poi gli uffici hanno predisposto, sulla base dei lavori individuati in accordo con le richieste dei Comuni, come tutti gli anni, un terzo gruppo di appalti per il mese di giugno, per un ammontare di circa 1.500.000 di euro, dati anche dai risparmi che si hanno nelle aggiudicazioni, che portano altre 45 maestranze. Quindi il totale delle maestranze assunte tramite questi appalti è 281. Come già detto, è in fase di ultimazione la predisposizione del piano di interventi da condurre in amministrazione diretta per le maestranze con età superiore a 55 anni per gli uomini e 45 anni per le donne, che comportano un coinvolgimento di 110 uomini e 60 donne. Evidentemente di questo si è già parlato in altri momenti, l'attenzione è stata tradotta proprio anche legata al posticipo delle pensioni secondo i nuovi eventi a livello nazionale, proprio per dare attenzione a questo aspetto. Qui sono 170 persone che verranno impiegate nei due settori, risorse naturali e Assessorato agricoltura, per attività dislocate sul territorio in maniera distribuita, per evitare il fenomeno dello spostamento che ha richiamato il collega Donzel. Naturalmente in questo programma è previsto di andare ad individuare delle attività che vanno a coinvolgere delle persone che si trovano in quelle zone ed in quelle situazioni.

Per quel che riguarda l'assestamento di bilancio, la legge di assestamento non coincide con le dimostrazioni, perché la legge di assestamento non è che è iniziata dopo le dimostrazioni, in quanto le dimostrazioni lecite ci sono, ma non sono quelle che fanno scattare il meccanismo di andare ad inserire delle iniziative nella legge di assestamento, perché è da un po' che se ne parla. Qui, oltre alle risorse necessarie per questi interventi straordinari di cui dicevo prima, è prevista l'applicazione della clausola sociale anche in altri settori: per quel riguarda i fondi BIM 2.500.000 di euro, la legge n. 13, per attività che sono compatibili anche con la formazione che hanno avuto i nostri addetti in questi anni. In questo caso, per quel che riguarda coloro che ancora non rientrano nei numeri precedenti, che sono 451, possono poi usufruire di questa opportunità; non solo, evidentemente di questa opportunità ne potranno usufruire, visto che sono interventi che vengono successivamente, anche coloro che potranno andare ad incrementare le giornate che sono esaurite per qualche attività attualmente in corso. Queste sono le due opportunità. Quindi sui numeri dei 660 della graduatoria, riteniamo che ci sia la possibilità in questo modo di ottemperare a tutte le richieste.

Il discorso dei LUS: è stato detto in maniera marginale, nel senso che purtroppo abbiamo ogni anno delle situazioni di qualcuno che ha delle inidoneità che subentrano, quindi l'impossibilità di fare il lavoro che faceva prima. Quindi non bisogna generalizzare su questo; questa è un'opportunità che si può presentare per chi non ha la possibilità di inserirsi nelle normali attività lavorative. Bisogna essere chiari su questo, altrimenti si confonde ancora più di quello che si dovrebbe chi magari può essere interessato a queste situazioni.

Non ultimo l'esternalizzazione: tutti ci dimentichiamo che è rivolta comunque a delle imprese o ad artigiani che hanno, anche loro, delle difficoltà e soprattutto negli ultimi anni si aveva a che fare con richieste per poter essere presi in considerazione per le attività dei nostri cantieri anche da parte di soggetti che non avevano più la possibilità di lavorare in alcune ditte perché c'era la crisi anche in questo settore. Quindi l'attenzione è stata una prevenzione anche nei confronti di queste situazioni, che si sarebbero potute verificare. Anche qui, il fatto che ci siano 55 assegnazioni di appalti in questa fase, 55 ditte interessate perché gli appalti sono di più, sono delle situazioni che altrimenti avrebbero avuto necessità di attenzione anche queste. Quindi un'attenzione al mondo del lavoro più ampio di quello che a volte viene circoscritto quando si fanno delle analisi, perché, anche qui, abbiamo circa 165 persone calcolando mediamente tre persone interessate per ogni ditta che svolge dei lavori con l'esternalizzazione; sono comunque persone che hanno bisogno di attenzione tanto quanto chi già opera nei nostri lavori. Questa è la considerazione che avevamo fatto anche in sede di conferenza stampa.

Per quel che riguarda la disponibilità ad andare in commissione per dare tutti gli approfondimenti necessari, fornire i dati man mano che questi si consolidano, fare delle considerazioni relative al funzionamento del piano straordinario, perché è molto interessante, non è un discorso di andare a non prendere in considerazione la dignità di chi lavora, perché vedrete che dal piano straordinario ci sarà il giusto riconoscimento delle professionalità, ma anche un coinvolgimento ulteriore nella sperimentazione in campo agricolo su delle attività che, nella diversificazione delle attività delle aziende agricole, ci viene richiesto, a livello di sperimentazione, su colture minori che possono essere utili nel settore dell'agricoltura. Quindi non banalizziamo le cose, cerchiamo di farlo seriamente e la disponibilità a venire in commissione c'è, perché abbiamo interesse a far capire le cose e ad illustrarle nel modo giusto.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Questo dibattito sulla mozione che è stata presentata in merito agli operai forestali, anticipa una parte della discussione più ampia sulle politiche del lavoro, perché di questo stiamo parlando. Credo che in questi termini debba essere inquadrato anche il dibattito che stiamo facendo qui, altrimenti rischiamo di concentrarci su un settore dimenticando tutto il resto, dimenticando quello che succede a tutta una serie di lavoratori, di giovani in cerca di occupazione, che fa parte del piano delle politiche del lavoro che sarà presentato a breve. Non voglio anticipare quel dibattito, che completerà un'indicazione strategica che verrà discussa a breve, ma rimanendo al settore dei forestali vorrei ricordare ai colleghi che siamo stati costretti ad occuparci di questo problema perché c'è stata la legge n. 122, che ha convertito il decreto n. 78/2010, che aveva delle conseguenze immediate sulla riduzione della spesa del personale. Bisognava ridurre del 50 percento la spesa, quindi c'era l'esigenza di trovare un'alternativa; questo si è fatto con la creazione della Società di Servizi.

Non voglio richiamare la discussione che c'è stata sulla Società di Servizi e le alternative che a questa erano state presentate, allora molto criticata, dicendo: non serve a niente, un altro carrozzone, eccetera. Invece abbiamo visto che la Società di Servizi è servita non solo per i forestali, ma per gli assistenti alle mostre, assistenti di sostegno nelle scuole, custodi. Quindi è un punto di riferimento per una serie di lavoratori, e anche per la parte forestale. Per la parte forestale avevamo dovuto, in quel momento...teniamo conto che oggi si discute sulla possibilità di utilizzare i mezzi...anche lì, inventarci una serie di soluzioni che andassero nella logica di dare lavoro.

Qual è stata l'unica proposta presentata qui? È stata quella di costituire cooperative, unica soluzione alternativa presentata in quest'aula, perché non sono passati 10 anni, ma sono passati 2 anni! Abbiamo detto, in quella sede, che le cooperative erano da agevolare e c'erano le leggi per le cooperative, ma che in quel momento doveva essere trovata una soluzione che passava attraverso la Società di Servizi. Alla fine dell'anno abbiamo fatto una valutazione dell'impegno di quelle 660 persone nel 2011, abbiamo anche tenuto in considerazione che la crisi generale, invece di chiudersi, accresceva le sue dimensioni, andando a toccare anche il settore dei piccoli e medi artigiani che avevano fruito della cassa integrazione (ricordo che abbiamo esteso la cassa integrazione anche alle piccole e piccolissime imprese), quindi rischiavamo di avere la chiusura anche di quelle realtà, e all'inizio del 2012 molti artigiani hanno terminato la loro attività. A fronte di questa situazione molto grave, abbiamo deciso di fare un mix esternalizzando, di lasciare lavorare le imprese con i forestali che avevano le loro specializzazioni, seguendo i settori, quindi si è mantenuto il piano che l'anno precedente era servito per l'utilizzo dei forestali con la Società di Servizi e che quest'anno è stato fatto con gli appalti. È stato fatto per l'agricoltura come per i lavori pubblici, e credo che con la stessa logica si è andati a fare gli appalti.

Qual è stata la difficoltà che oggi riscontriamo? È stato un difetto di informazione anche nostro ed una difficoltà operativa che ha portato ad un ritardo oggettivo che abbiamo riconosciuto nei lavori, e che il responsabile coordinatore Cugnod ha specificato: che è dovuto a questioni burocratiche, ad accertamenti legati alle regole che oggi sono obbligatorie nel settore degli appalti, anche piccoli come quello degli artigiani, e a tutta una serie di documentazione arrivata in ritardo. Questa è la vera situazione che ha ingenerato difficoltà negli operai.

Secondo punto di difficoltà: cosa succedeva per le imprese che avevano vinto l'appalto? Da quando avevano vinto l'appalto a quando avevano la certezza di avere l'appalto, passava un mese e la ditta, all'inizio, sapendo di aver vinto l'appalto, contattava Tizio e Caio chiedendo se volevano lavorare con lei, ma non poteva tuttavia dar loro la certezza che li avrebbe assunti. Quindi questi rimanevano "a bagnomaria" senza sapere se erano utilizzati o no per un mese, e questo ha rappresentato una difficoltà che si è riverberata su tutti quelli che sono seduti in questo Consiglio, perché tutti sono stati sollecitati per sapere cosa succedeva. Lì avremmo potuto fare qualcosa di più, l'esperienza insegna...avremmo potuto avviare un contatto più ampio per dire cosa stava succedendo, ma non è avvenuto. Stiamo cercando di attivare adesso una comunicazione più attenta perché questo è avvenuto per i lavori pubblici ed ha portato a dei risultati positivi; lì sono di meno, sono 80 le persone che sono state prese e non ci sono stati problemi. Quindi questo è stato un fatto negativo che ha portato difficoltà per tutti. Detto questo, non come giustificazione, credo che la possibilità che abbiamo dato agli artigiani di utilizzare gli operai forestali nei singoli settori sia stata una cosa valutata positivamente dal mondo economico, che ha dato i risultati che sappiamo: 281 ad oggi.

Vorrei anche ricordare che quando abbiamo presentato questo piano, abbiamo detto alle forze sociali e sindacali - e anche in aula - che avremmo tenuto conto delle difficoltà che rimanevano per gli inidonei, perché ci sono delle persone che non possono sollevare più di 10 o 20 chili e che non sono prese dalle ditte. Per gli inidonei abbiamo fatto un piano straordinario, che è un mix fra pubblico e privato, che prende gli ultracinquantacinquenni inidonei e le donne con più di 45 anni perché, come sapete, nell'organizzazione dei cantieri c'era un utilizzo del personale femminile per un'organizzazione che non c'è più o che non tutti hanno, in quanto ogni artigiano si organizza in modo diverso. Questo è quello che è successo oggi, quindi mettendo i 281 più i 170 arriviamo a 450. I 660 sono oggi 610 perché 50 avevano già trovato un'occupazione (chi in alpeggio, chi in imprese), mentre altri hanno fatto impresa per proprio conto.

Fra il gap da 450 a 610...se consideriamo che abbiamo salvato le imprese artigiane, per cui i loro addetti, invece di ritornarci addosso come richiesta di lavorare nei cantieri, sono stati occupati...e sono altre 165 persone. Quindi è vero che questi ultimi non li consideriamo e non sono ancora in quei 610 che dicevo prima, ma per questo abbiamo detto: "le alternative ci sono", perché in generale quelle sono le persone inidonee, ed ecco allora perché abbiamo messo nel piano lavori anche la possibilità di utilizzare i LUS anche annualmente e non a gruppo, cioè individualmente, proprio per avvicinare il Comune ed avere queste persone occupate, cosa che si sta facendo adesso. In più, per chi ha un minimo di idoneità, abbiamo messo la clausola sociale che ci ritroviamo nell'assestamento di bilancio, dove c'è la deroga della legge n. 13 ai commi c) e d), che dice che possono essere utilizzati con la clausola sociale tutti i lavori fatti al BIM ed i lavori per il settore idrico-forestale. Quindi c'è ampiamente la possibilità di completare il quadro con le giornate necessarie. Questa è la realtà. Quindi questo è il quadro ad oggi, ci sono stati dei ritardi, sicuramente c'è stata una carenza nostra nell'avere un contatto con le persone interessate, di cui ci dispiace, perché avremmo evitato una serie di malintesi, ma oggi il risultato c'è.

Detto questo, c'è la voglia di approfondire in commissione? Siamo disponibili, non abbiamo problemi a discutere insieme sulle proposte, gli adeguamenti, le soluzioni; l'importante è che si capisca che quello che è stato fatto, è stato fatto con successo perché abbiamo responsabilizzato la gente.

Quando abbiamo fatto la Società di Servizi si è continuato a dire: è sempre l'Amministrazione che fa l'ennesimo carrozzone che vuole fare tutto lei, che vuole gestire, che vuole lottizzare...allora abbiamo fatto tutto alla luce del sole, lo dico per la prima volta, forse, ma tralasciamo... Vorrei anche ricordare che, grazie a questo impianto, abbiamo fatto lavorare tutti gli operai forestali che c'erano già (80) ed in più gli impiegati, altrimenti questi dovevano andare a casa - questo non va sottovalutato - e naturalmente con i ribassi d'asta abbiamo fatto lavorare un certo numero di persone. Quindi l'impianto è perfettibile, se ci sono migliorie da fare tutto è possibile; andiamo in commissione e discutiamone, però quello che non accettiamo è che si venga a demonizzare un impianto come se fosse improvvisato. È un impianto che aveva le sue radici nel mondo del lavoro, tant'è che noi sicuramente non abbiamo fatto incontri specifici su questo tema sul territorio, ma da quello che abbiamo saputo, quando qualcuno li ha fatti e dopo la bella spiegazione gli hanno chiesto: ma quali sono le vostre soluzioni? La risposta è stata: ma noi non siamo al Governo!

Adesso ci mettiamo in commissione, credo che c'è la possibilità di confrontarci e così vediamo qual è la possibilità, che è così! Io l'ho detto il primo anno...qual è stata la soluzione alternativa? Quella di creare delle cooperative, che con la possibilità che c'è, di cooperative ce ne sono tre o quattro, ben vengano, evviva, siamo ben contenti! Non abbiamo demonizzato quel sistema. Nel 2011 abbiamo detto che non era sufficiente e lo ribadiamo: i fatti ci hanno dato ragione. Quindi sicuramente l'impianto può essere perfezionato, possiamo recuperare sui tempi, andiamo in commissione e discutiamone.

Chiediamo però di ritirare la mozione per come è stata articolata, anche se, ripeto, siamo disponibili ad andare in commissione.

Presidente - Di fronte a questa proposta la parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Tutto mi sarei aspettato, meno che mi fosse venduto come un successo questo che è capitato in questi due anni! Comunque tengo a precisare che i numeri da me citati sono quelli presenti nelle pubblicazioni sottoscritte dall'Assessore, sono pubblicazioni disponibili a tutti; tutti possono andare a leggere gli operai previsti nel piano lavori 2010: 48, magazzino, officina, garage, laboratori; 142, forestazione; 1, alberi monumentali; 2, antincendio boschivo; 234, sistemazioni idrauliche; 15, magazzino officina garage, sistemazioni idrauliche; 227, sentieristica...e posso andare avanti, la somma fa: 820, più 105 impiegati...parliamo di un blocco di 908 persone.

Allora i numeri che ci sono rappresentati non ci convincono, non ci convince il fatto che noi non abbiamo personalmente mai preso posizione riguardo alla questione di cooperative, si cerca di ridurre questo dibattito in modo affrettato. La "122", peraltro contestata da molti sindacati, avrebbe portato, in un'applicazione rigida, a far lavorare 410 dipendenti da subito e non i 240 come sta succedendo oggi; quindi andrei molto cauto a dare questi numeri ed a vendere come un successo quello che sta avvenendo, che invece è un dramma sociale!

Se poi si legge una mozione che vuole ridiscutere il sistema della forestazione con un "andiamo in commissione che vi spiego meglio i numeri, perché non avete capito"...l'Assessore ha detto: a far capire, ad illustrare, sono parole che mi sono segnato dell'Assessore...

(interruzione dell'Assessore Isabellon, fuori microfono)

...non estrapolo, è registrato, lei ha detto: vengo in commissione a farvi capire, ad illustrare...non sono affatto disonesto, è registrato, non mi sembra che sia questo quello che chiede la mozione!

La mozione chiede qualcosa di più, ma non l'ho sottoscritta io solo. Chiederò cinque minuti per confrontarmi, dopo l'intervento del collega Chatrian, con i colleghi di ALPE, perché è una questione molto delicata. Certo, lavorano le imprese, lavorano imprese anche di Torino e di Rovigo, abbiamo contribuito a dare lavoro anche fuori dalla Valle d'Aosta; se questo era lo spirito di salvezza, la salva-precari sta diventando anche salva-imprese!

Mi sembra che se nel settore degli impiegati si è fatto uno sforzo, che riconosco all'Amministrazione, tant'è che gli impiegati sono assunti, come al solito gli ultimi degli ultimi sono gli operai, gli invalidi, cioè, per questi...vorrei ricordarvi che non possiamo riaprire un dibattito...è dal mese di gennaio che c'erano le interpellanze che dicevano: ci sono questi signori...ma siamo a giugno e dobbiamo fare il piano! Dobbiamo fare il piano dei LUS a giugno? Non si poteva partire con questo piano a gennaio?

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...il LUS lo fanno i Comuni...allora torno a dire è di nuovo questo bellissimo giochino: il LUS lo fanno i Comuni, i Comuni dicono che è la Comunità montana che programma. Ma chi c'è in Comunità montana? Ci siamo noi in Comunità montana? Ci siete voi della maggioranza in Comunità montana! Chi è che ha le Comunità montane? Non si poteva dire alla Comunità montana di fare questi piani già al mese di febbraio e quando arriva aprile ci sono già i LUS pronti da partire e la gente sta tranquilla? No! Tutto è da costruire, tutto è da fare e siamo a dare delle cifre che, ripeto, a noi non tornano, anche in un confronto con le parti sociali. Quindi se il ragionamento è: andiamo in commissione ad ascoltare di nuovo la tiritera di questi numeri...non è quello che abbiamo chiesto noi, perché vogliamo un confronto più ampio su queste tematiche!

Personalmente chiedo di confrontarmi cinque minuti con i colleghi dell'ALPE perché è una cosa congiunta e si decide insieme, ma mi sarei aspettato non soltanto un riconoscimento di problemi tecnici, perché questi ve li abbiamo segnalati al mese di febbraio e le interpellanze sono lì, depositate! Non potete dire: siete arrivati adesso a scoprire l'acqua calda, perché sono mesi che vi diciamo che questa cosa non funziona, non avrebbe funzionato. Abbiamo contestato il meccanismo della clausola sociale...allora, vendere questo come un grande successo...no, non è un grande successo! È, invece, un grave disastro per l'economia valdostana, per tanta gente che ha creduto in questo tipo di occupazione.

Ci confronteremo con ALPE su come interpretare questo "andare in commissione" a sentirci raccontare che tutto va bene.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Presidente, confesso che avrò difficoltà a parlare con la stessa calma e la stessa pacatezza del collega Donzel, che invidio per la misura con la quale è intervenuto. C'era una volta l'abitudine di dire che i medici chirurghi dopo l'intervento dicevano: l'intervento è stato tecnicamente condotto in modo perfetto, ma il paziente è morto.

Qui siamo di fronte a un caso conclamato e credo che non sia detto da tecnici delle politiche del lavoro, da grandi esperti, ma da persone che hanno vissuto e stanno vivendo sulla loro pelle una condizione da 24 mesi di assoluta drammaticità, che si sono visti drammaticamente restringere la coperta e vivere in una condizione esistenziale di assoluta precarietà, a cui si vuol fare credere che adesso si tratti solo di completare il quadro, un "impianto perfettibile" (cito testualmente) che ha responsabilizzato la gente e che si conclude il tutto in un successo.

Bene, bravi, complimenti per questo grande successo di politica del lavoro, che ha messo sul lastrico centinaia di famiglie in Valle d'Aosta! E non lo dico in termini demagogici, è una considerazione che stanno facendo le organizzazioni sindacali, che hanno dato un credito molto alto in questi ultimi due anni ai tentativi dell'Amministrazione regionale, di far credere che ci fosse da parte di questo Governo e di questa maggioranza una soluzione ragionevole a dei problemi che, essa stessa, in parte, ha creato. E questo, partendo proprio da quel decreto n. 78 che è stato ricordato come causa, ma che credo ormai in tanti si siano avveduti - basta fare il giro delle altre Regioni per vedere come siano andate le cose in questi anni nel settore forestale in particolare - che è stato mal gestito da questa Amministrazione.

Ci si è buttati su una S.p.A. Servizi o "salva-precari", che dir si voglia, di cui qualche giorno fa, al congresso di un partito politico della maggioranza, abbiamo sentito qualche "timido" accenno di critica che non sentiamo ripetere in quest'aula, che non sentiamo far proprio dai rappresentanti di quel movimento in questa sede. La S.p.A. Servizi è stato un "bidone" e oggi in modo spudorato il Presidente della Regione viene a dirci che sul tavolo ci sarebbe solo una proposta vaga di cooperative, che ci sono tre-quattro cooperative in Valle d'Aosta.

Noi, colleghi della Stella Alpina, amici dell'Union Valdôtaine, e soprattutto persone di buon senso che state ad ascoltare, credo vi sia evidente che la proposta che era stata messa sul tavolo era la proposta molto precisa di organizzare attraverso cooperative del territorio un lavoro da dare obbligatoriamente a quelle cooperative, avvalendosi della legge della montagna, e non dire: ah, potete organizzarvi tranquillamente in cooperative, vi mettete in concorrenza con qualsiasi altra impresa, da Rovigo, da qualsiasi parte d'Italia, poi vediamo...il più bravo vince! Naturalmente così avremmo salvaguardato il lavoro locale, invece non ci avete dato credito due anni fa, un anno fa; adesso raccogliamo i cocci e vediamo che questi frammenti di ipotesi di mandare ad occuparsi al mese di giugno e al mese di luglio di coltivare erbe officinali o cose simili, possono dare una soluzione al problema occupazionale dopo che avete smontato, pezzo dopo pezzo, un sistema organizzativo del lavoro forestale nella nostra Regione.

Però c'è un difetto di informazione. Intanto c'è qualche piccola "anomalia tecnica", ma sarà responsabile il dirigente, perché San Cristoforo è quello che si prende Gesù Bambino sulle spalle, noi abbiamo un Saint-Christophe qui, a l'Amérique, che deve prendersi sulle spalle i forestali e traghettarli! No, Saint-Christophe non ce la può fare, perché il Bambin Gesù, dal Palazzo regionale, non dà le indicazioni corrette per come affrontare questa situazione. Non le ha date, non le sta dando e sta mettendo adesso in piedi pezzi e pezzolini per cercare di tacconare la situazione, però questo ha responsabilizzato le famiglie che finalmente hanno riscoperto gli alpeggi. Signori, si torna ad un lavoro serio, mentre cos'erano queste storie della forestale!

Ecco, abbiamo qui non un grande capolavoro. Abbiamo avuto un danno molto pesante, commesso proprio nel momento peggiore per l'economia valdostana, nel momento in cui meno erano presenti opportunità alternative. Se si fosse fatta 5 o 10 anni fa un'operazione di questo genere, con le opportunità che offriva il mercato del lavoro intorno a noi, sarebbe stato tutto molto diverso e si poteva fare allora un'operazione di riduzione dei numeri. Ma allora non è stato fatto, lo si fa adesso dicendo che è tutta colpa...naturalmente sarà ancora Tremonti, eccetera...invece no! Sono stati fatti, Presidente Rollandin, degli errori drammatici in questa vicenda e la cosa più grave è che si ha la spudoratezza ancora di non ammetterlo, quando tutta la Valle d'Aosta vede cosa avete combinato...lo vedono tutti, ce l'hanno chiarissimo davanti agli occhi! Ce l'ha chiarissimo la signora di Charvensod, che scrive ai giornali la situazione drammatica della sua famiglia e nessuno ha il coraggio di risponderle nei termini di una risposta amministrativa seria. Si continua addirittura a far credere che si arriverà adesso a 615...insomma, abbiamo salvato anche le imprese artigiane! Eh già...mettendo insieme due zoppi, si fa uno che cammina bene? Abbiamo delle zoppie nel settore artigianale, le mettiamo insieme alle zoppie nel settore artigianale, ci mettiamo gli stessi soldi di prima, risultato: abbiamo meno impiego di prima! No, forse non è esattamente questo quello che consideriamo né un impianto perfettibile, né un successo, né una responsabilizzazione sociale! Sul piano della politica del lavoro ci confronteremo e ci misureremo perché lì si parlerà delle prospettive degli anni a venire, ma su questo terreno credo che non ci siano da parte nostra dei ripensamenti.

Trovo che sia di molto buon senso quello che le organizzazioni sindacali hanno scritto, in dieci righe hanno detto tutto l'essenziale: "Il nuovo meccanismo voluto dalla Regione per gestire i lavori idraulico-forestali non ha funzionato". È questo quello che non volete riconoscere! Non ha funzionato; non ha funzionato l'anno scorso, non ha funzionato quest'anno, soprattutto quest'anno, e ve ne sono stati illustrati ampiamente i motivi. Cosa chiedono le organizzazioni sindacali e che, per il terzo anno, voi non darete? Vi chiedono una prospettiva: dove andremo? La vostra prospettiva è a giugno dell'anno prossimo, è passare il capo delle elezioni regionali; passata la festa, gabbato lo santo...vi teniamo ancora sulla corda esattamente per 12 mesi, dopodiché lasciamo perdere tutto quello che potrà succedere!

Invece quello che ci trova d'accordo come gruppo di ALPE è che ci sia un piano per il futuro della forestazione, che ci siano delle opportunità lavorative, che si ricostruisca un tessuto organizzativo ed operativo senza questi sfaldamenti continui e queste politiche di privatizzazione selvaggia che sono state condotte in modo irresponsabile fino adesso.

Diranno meglio i colleghi Capigruppo sulla richiesta di sospensione, ma questo era quello che ritenevo doveroso fosse detto in questo momento, su un problema di tanta delicatezza, sul quale il silenzio, una volta di più, di quest'aula, nelle sue diverse componenti politiche, è assolutamente demoralizzante!

Presidente - Il Consiglio viene sospeso per cinque minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 11,56 alle ore 12,02.

Presidente - Riprendiamo i lavori dopo la sospensione.

La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Al fine di rimarcare l'interesse rivolto soprattutto alla soluzione del problema, i Consiglieri di ALPE e PD hanno condiviso un emendamento della parte di presentazione della mozione, tenendo ferma l'impegnativa, perché pareva che il Presidente avesse dei dubbi su come avevamo esposto la questione.

Le premesse risulterebbero essere solo il dato oggettivo che nel 2010 avevamo, 820 addetti; viene emendata tutta la parte centrale e viene mantenuta la parte finale: "Preso atto della condizione di emergenza per il settore dei cantieri idraulico-forestali, impegna la Presidenza della Regione e gli assessorati competenti a confrontarsi urgentemente con la Commissione competente per trovare subito soluzioni adeguate all'emergenza occupazionale e ipotizzare, con la collaborazione delle parti sociali, un modello di intervento nel settore idraulico-forestale per l'anno prossimo".

Questa è la nostra posizione, questo chiediamo sia messo ai voti.

Presidente - Dal punto di vista formale questo è impossibile perché la discussione generale era già chiusa. Si poteva solo accettare la proposta nel caso che tutti fossero stati d'accordo, perché gli emendamenti possono essere presentati solo prima della chiusura della discussione generale.

Se non ci sono interventi, pongo in votazione la mozione nel testo originario:

Consiglieri presenti e votanti: 31

Favorevoli: 8

Contrari: 23

Il Consiglio non approva.