Oggetto del Consiglio n. 2466 del 7 giugno 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2466/XIII - Reiezione di mozione: "Ricognizione delle domande presentate per la realizzazione di nuove centrali idroelettriche".
Mozione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Constatato l'elevato numero di domande proposte negli ultimi anni per la costruzione di nuove centrali idroelettriche nel territorio regionale;
Ritenuto necessario rafforzare la consapevolezza della necessità di un giusto equilibrio tra l'utilizzo delle risorse ambientali e la salvaguardia dell'integrità del nostro territorio nelle sue molteplici vocazioni e potenzialità, e in particolare di quelle legate all'uso dell'acqua potabile e delle attività agrarie;
Evidenziati gli effetti sempre più preoccupanti dei mutamenti climatici in atto sul pianeta ed in particolare sui territori montani, in primis sulle riserve idriche;
Ricordate le nostre molteplici iniziative sull'argomento;
Richiamate le affermazioni dell'Assessore Marco Viérin in occasione del convegno ''Share - Energia idroelettrica sostenibile negli ecosistemi fluviali alpini'', svoltosi ad Aosta il 24 maggio u.s., nelle quali si evidenzia la necessità di ''un sostanziale blocco della possibilità di presentare nuove domande di derivazione che interessano i pochi tratti di corso d'acqua ancora naturali'';
Impegna
1) la Commissione consiliare competente ad effettuare entro 90 giorni, attraverso l'audizione degli Assessori preposti, dei responsabili dei competenti servizi, di esperti e di soggetti pubblici e privati titolari di interessi qualificati, un'approfondita ricognizione delle domande presentate e dei possibili impatti complessivi della realizzazione degli interventi prospettati ed a valutare interventi che impediscano la possibilità di presentare nuove richieste di derivazione;
2) il Governo regionale a sospendere temporaneamente la concessione di sub concessioni.
F.to: Bertin - Giuseppe Cerise - Chatrian - Louvin - Patrizia Morelli
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Fin dall'inizio del secolo scorso la Valle d'Aosta è stata oggetto di un utilizzo idroelettrico delle acque; in effetti ad inizio '900 si sono viste le prime centrali idroelettriche; la Valle d'Aosta, da questo punto di vista, per la propria morfologia, per le fonti idriche piuttosto significative, ha rappresentato un elemento importante. Aosta, fra l'altro, è stata una delle prime città italiane ad avere una rete d'illuminazione pubblica moderna elettrica, in generale ci sono stati molti investimenti in questo settore ad inizio '900, per lo più investimenti fatti dall'esterno che hanno rappresentato un momento di sviluppo per la Regione. Per lo più la produzione idroelettrica valdostana è sempre stata indirizzata verso l'esterno e tuttora la stragrande maggioranza della produzione è inviata verso l'esterno della Regione.
Come dicevo, da inizio '900 questa possibilità è stata sfruttata in Valle d'Aosta, ha avuto un ruolo importante anche nel primo dopoguerra, in quanto ha rappresentato il polmone per il boom economico degli anni 1950-1960 per l'Italia nord occidentale. Questa risorsa ha visto negli ultimi tempi un notevole aumento di domande per l'utilizzo di questa derivazione di tipo idroelettrico, domande che sono cresciute nonostante le aste torrentizie valdostane siano per lo più già utilizzate. Domande che sono molte e ho chiesto in questi giorni agli uffici dell'Assessorato per avere il dato aggiornato; purtroppo non mi è stato fornito in tempo, ma sono sicuro che l'Assessore ha il dato aggiornato a ieri o ad oggi e potrà dirci quante sono le richieste di subconcessione ad uso idroelettrico. Come dicevamo, in questi anni sono cresciute e hanno provocato anche, diversamente dal passato, delle reazioni preoccupate delle popolazioni coinvolte; in effetti per la prima volta abbiamo avuto molte petizioni anche in Consiglio regionale su questo aspetto (ricordo le quattro petizioni da La Thuile, Barasson, ed altre). Anche perché c'è una consapevolezza da parte dei cittadini e dei residenti del fatto che questa risorsa deve essere gestita in modo corretto, perché è una risorsa scarsa. Fra l'altro, ci troviamo in un contesto nel quale i grandi mutamenti climatici hanno effetti soprattutto sulle riserve idriche, in particolare su territori montani come il nostro, ciò che renderà la risorsa dell'acqua sempre più strategica ed una corretta gestione sempre più importante. Anche le comunità locali hanno preso consapevolezza di questi rischi e della necessità di una giusta e corretta gestione di queste risorse.
Abbiamo visto tante domande in questi anni, molte delle quali a volte mancano anche di un significato economico; l'impressione è che la parte più importante di queste iniziative riguardi gli ex CIP 6, vale a dire i certificati verdi, che ora sono degli strumenti finanziari che vengono venduti ed acquistati sul mercato internazionale dell'energia dalla Borsa di Londra piuttosto che quella di Milano, e che sono una sorta di finanziarizzazione anche di questo settore. Di per sé, come abbiamo visto, in questi anni la finanziarizzazione non ha degli aspetti positivi, anche perché allontana quello che è l'aspetto concreto delle iniziative economiche ed è lontano dal territorio nel quale questi sono prodotti.
Ultimamente, oltre ad altre preoccupazioni venute da altri soggetti, anche l'Assessore alle opere pubbliche recentemente è intervenuto sull'argomento, dimostrandosi preoccupato dall'elevato numero di domande e chiedendosi se non era il momento di realizzare forse un blocco da questo punto di vista. Un'affermazione che condividiamo ed in effetti questa che presentiamo oggi è un'iniziativa che abbiamo già presentato altre volte, perché è da diverso tempo che giudichiamo preoccupante quello che sta succedendo intorno a questa risorsa. Non è questione di essere d'accordo o contrari all'utilizzo idroelettrico dell'acqua, la questione è di fare il punto della situazione perché c'è, da una parte, una richiesta sempre maggiore di subconcessioni e, dall'altra, un mutamento climatico ed un esaurimento delle aste torrentizie non utilizzate. Il che richiede da parte della politica, prima che sia troppo tardi, capire dove stiamo andando e valutare se non è il caso di intervenire in questo settore, che negli ultimi anni ha avuto un deciso cambiamento.
Pertanto la mozione ha come primo obiettivo quello di fare il punto della situazione ad oggi delle richieste, di valutare attentamente se non è il caso di bloccare momentaneamente la richiesta di concessione e di sospendere contemporaneamente le concessioni di subconcessioni per permettere un'analisi della situazione e poi valutare come procedere. Grazie.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
Se non vi sono colleghi che chiedono di parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Oggi viene ripresentata un'iniziativa analoga a quella di qualche anno fa. L'attenzione da parte del Governo regionale sul tema è sempre stata massima, al fine di introdurre, là dove necessari, i correttivi del caso; correttivi che non devono essere il frutto di considerazioni generiche, ma di attenta analisi di tutti i fattori che governano questa tematica, che sono più di uno: scientifici, per valutare gli impatti sui corsi d'acqua; economici, in quanto la produzione di energia da fonti rinnovabili è fortemente sostenuta sia normativamente, sia con incentivi specifici; sociali, in quanto stanno cambiando le richieste di fruizione dei corsi d'acqua, ma anche gli atteggiamenti verso il loro sfruttamento. Su questi temi non ci si può improvvisare esperti e gli atteggiamenti ideologici sono ancora troppo influenti.
La scelta del Governo regionale è stata quella di favorire la partecipazione dei tecnici ai progetti di ricerca e di sostenerli anche direttamente. Vorrei ricordare che in questo momento la Valle d'Aosta è considerata un punto di riferimento e di eccellenza per quel che concerne la gestione, la valutazione degli impianti di derivazione idroelettrica sui corsi d'acqua, per l'intensa attività di sperimentazione in corso, e per la legislazione in materia di istruttoria delle domande di deflusso minimo vitale. Anche a tutti i convegni che partecipiamo siamo riconosciuti per essere molto puntuali su queste tematiche. Il 24 maggio si è svolto, ad Aosta, l'ultimo di una serie di convegni, dove ricercatori e rappresentanti di amministrazioni hanno fatto il punto della situazione e, sui temi, il convegno ha affrontato il tema dell'energia idroelettrica sostenibile negli ecosistemi alpini, quello che richiamava il collega prima. La politica regionale verso questo tema è in costante evoluzione e proprio il 24 maggio ho annunciato un passo avanti sul quale stiamo lavorando. Nel piano regionale di tutela delle acque, nel 2006, sono state poste le basi per una rivoluzione del settore dei prelievi idroelettrici. Con la deliberazione di Giunta di aprile 2008 sono stati fissati i criteri di accettabilità delle nuove domande di derivazione direttamente discendenti dalle condizioni morfologiche dei corsi d'acqua.
Nel rispondere al collega Bertin, approfitto anche per dargli alcuni dati. Dobbiamo prendere atto che le richieste si sono evolute, andando a concentrarsi là dove venivano individuati i punti deboli e le possibilità via via offerte dalla normativa. Dopo la deliberazione del 2008 sono state presentate 62 domande di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico, delle quali 33 di potenza inferiore a 50 kilowatt, 2 di potenza compresa fra 50 e 100 chilowatt, 9 di potenza compresa fra 100 e 220 e 18 di potenza superiore a 220. Questi sono i dati che lei mi aveva chiesto e che le trasmetto direttamente.
Si sta quindi lavorando per un ulteriore passo in avanti, come fatto nel 2008, per riconoscere che sono indisponibili a nuovi prelievi ad uso idroelettrico tutti i corpi idrici presenti sul territorio regionale. Confermo quanto detto al convegno, per un primo periodo di tre-quattro anni non verranno concesse altre derivazioni per potere successivamente verificare gli effetti sull'ambiente e seguire l'evoluzione del quadro normativo e sugli incentivi al settore delle energie rinnovabili. Verrà fatta eccezione - ed è un ragionamento che stiamo facendo - per le piccole derivazioni e soprattutto sugli autoconsumi - faccio l'esempio del rifugio, o dell'attività agricola, o dell'artigiano - e sugli usi multipli, ad esempio interventi sugli acquedotti, sulle adduzioni dei consorzi di miglioramento fondiario per l'irrigazione a pioggia, eccetera. Quindi nel futuro si ritiene che gli aumenti di produzione idroelettrica debbano concentrarsi là dove già esistono o derivazioni idroelettriche, mediante loro potenziamento, ma con una maggiore compensazione a livello ambientale, o derivazioni di acqua ad altro uso, agricolo o acquedottistico, che possano essere convertite alla produzione idroelettrica nei medesimi periodi di prelievo, e sempre con le maggiori compensazioni a livello ambientale. Posso confermare che a breve sarà presentata alla Giunta una proposta di delibera che tenga conto di questi ragionamenti.
Rispetto alle domande già presentate, punto 2 della vostra mozione, non si può fare molto se non un'attenta istruttoria e valutazione ambientale, come stanno già facendo gli uffici e come abbiamo detto in passato. Un loro rigetto comporterebbe il riconoscimento al richiedente delle spese sostenute ed il rischio di lunghi contenziosi per il riconoscimento di danni. Quindi, come ho già detto la volta scorsa, sulle richieste già presentate non possiamo - come chiedete voi - sospendere le concessioni perché si correrebbero grandi rischi. Il nostro obiettivo è sospendere in maniera completa il discorso di nuova presentazione di domande.
Posso dire che sul fatto di venire in commissione, anche qui, abbiamo detto la scorsa volta che non è mai stato fatto come in tutti gli altri settori menzione o rigetto di richieste di dati o di confronto anche con i dirigenti direttamente, per qualsiasi istruttoria, in qualsiasi ambito, quindi siamo a disposizione a rendere noti i dati ai consiglieri che ne facciano richiesta, come ho sempre fatto. Nessuno ha mai fatto richieste in tal senso, ma gli uffici continuano ad essere disponibili, non solo a fornire i dati, ma anche ad illustrare l'attività in corso, anche perché sul fatto di andare in commissione - come richiesto al punto 1 - ci sembra che sia ripetitivo a quanto già il Consiglio aveva negato la volta scorsa.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Alla luce di alcune dichiarazioni rilasciate dal Presidente di Finaosta, in commissione, riguardanti il fatto che ci si sta trovando in una condizione di non possibilità di sfruttare ulteriormente le risorse idriche sul nostro territorio, tant'è che CVA si sta orientando sul vento, sta facendo sinergie con altri settori, a noi è parso singolare che di queste cose si parli in una sede dove il Presidente di Finaosta faceva riferimento rispetto ad investimenti, a situazioni economiche lodando il buon andamento economico di CVA, ma ha fatto riflettere questa sibillina affermazione che non c'è più spazio per sfruttare ulteriormente l'energia idroelettrica.
Siccome queste affermazioni che faccio sono registrate e documentate, le potete verificare, trovo che ci sia assolutamente la necessità, anche alla luce di dichiarazioni così forti, di fare una riflessione in commissione, perché mi sembra un elemento che non c'era fino a qualche giorno fa, che quindi non siamo alla riproposizione della solita domandina da parte dei colleghi di ALPE, ma che si sono aggiunti degli elementi da fonti autorevoli su questo tema, quindi vederci chiaro, approfondire. Non riesco a capire quale sia il problema che osta ad un approfondimento su temi che riscontrano sempre più la sensibilità dell'opinione pubblica, ma mi pare che anche funzionari importantissimi dell'Amministrazione regionale dicano delle cose che noi vorremmo fossero approfondite e chiarite in commissione, perché non sia sempre solo uno show in Consiglio fra chi è pro e chi è contro.
Noi siamo favorevoli allo sfruttamento delle energie rinnovabili, ma bisogna capire come si fa e con che rispetto dell'ambiente si fa. Da questo punto di vista sosteniamo questa mozione, perché più che mai deve essere fatta chiarezza sulla situazione che viviamo in Valle.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
In effetti questa è la riproposizione di una mozione già fatta in passato, anche perché alle considerazioni fatte allora si aggiungono nuove considerazioni. Avevamo notato con favore che anche l'Assessore esprimeva delle preoccupazioni in questo ambito, preoccupazioni che fino a due anni fa non aveva espresso, anzi, diceva che il sistema, così com'era, andava benissimo. In due anni vediamo che c'è stata una riflessione anche da parte sua, il che non può che farci piacere.
Le preoccupazioni sono diverse da più ambiti, come sottolineava il collega Donzel. Proprio per questo questa mozione non ha niente di ideologico...mi sembra che meno ideologica di così non potesse essere! L'idea è quella di aprire un dibattito su questo argomento, che deve essere anzitutto di tipo politico, per stabilire cosa vogliamo fare di questa risorsa al di là delle questioni tecniche, che vanno valutate attentamente, ma c'è - se vogliamo - una questione politica generale prima di tutto, perché le acque in Valle d'Aosta hanno sempre rappresentato qualcosa di molto importante dal punto di vista politico e anche dal punto di vista simbolico. Per questo crediamo che ci sia bisogno di un dibattito. Noi abbiamo identificato nella commissione questo strumento per aprire un dibattito, che veda coinvolta la politica, ma anche gli interessi qualificati pubblici e privati, per fare innanzitutto un punto della situazione su quello che rappresenterebbe lo sfruttamento di questa risorsa, spinto anche da ragioni a mio avviso non strettamente economiche, e le conseguenze che avrebbe sul territorio.
Questa risorsa costituisce un bene comune e va vista come una risorsa da gestire nell'interesse di tutti. Come dicevamo prima, è stata storicamente utilizzata dal punto di vista idroelettrico, la Regione ha giustamente sfruttato questa possibilità, ma oggi ci troviamo di fronte ad una situazione che è mutata perché buona parte delle aste torrentizie sono sfruttate, ormai rimangono questioni marginali, spesso anche dal punto di vista economico non sostenibili che hanno degli effetti gravi sull'ambiente, e le popolazioni interessate sono sempre più preoccupate. Proprio per questo bisogna fare un punto politico su come vogliamo gestire nei prossimi anni questa risorsa. La commissione è lo strumento che abbiamo identificato, per farlo evidentemente bisogna sospendere e fare il punto, per poi intervenire coinvolgendo il più possibile la popolazione e facendo un ragionamento politico che mi sembra ormai opportuno fare. I tempi sono maturi e anche il cambiamento di atteggiamento dell'Assessore negli ultimi due anni lo dimostra, tutti ci rendiamo ormai conto che qualcosa deve cambiare in questo ambito. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Per dichiarazione di voto.
Ringrazio i colleghi Donzel e Bertin per il loro intervento. Il collega Bertin dice - mi sono annotato la frase - "notiamo con favore"...io ritengo che il dibattito sia sempre proficuo quando si riesce a trovare delle linee condivise da tutti. In questo momento credo che su questo aspetto dire che confermo quanto enunciato, e che la Giunta e la maggioranza stanno preparando un ragionamento per andare a stoppare le domande di concessione, ponendo però un'attenzione particolare per tre-quattro anni e lasciando libertà alle richieste per autoconsumo e per uso multiplo, essendoci una razionalizzazione dell'uso dell'acqua, così come per la messa in efficienza delle strutture già esistenti mi sembra sia un discorso interessante e rispettoso dell'ambiente. Credo che oggi la politica abbia dato una risposta a questo, quindi nelle prossime settimane avremo questo atto all'approvazione della Giunta.
Chiedo al collega Bertin, dopo questo dibattito breve, ma importante, se ritira la mozione, altrimenti non la voteremo, perché gli impegni li abbiamo presi. Sul discorso della commissione ho già detto che faremo un ragionamento come sempre è stato fatto, cioè la massima disponibilità, anche perché i dirigenti del settore sono le persone più qualificate, come dimostrano ad ogni loro partecipazione a convegni, e quant'altro.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Per quanto riguarda la richiesta di ritirare la mozione non accettiamo la richiesta, anche perché riteniamo che sia venuto il momento di affrontare la questione dal punto di vista generale e politico nel senso migliore del termine, guardando alla Valle d'Aosta del futuro e coinvolgendo tutti su questa problematica. È importante immaginare cosa vogliamo fare negli anni prossimi, quando la risorsa dell'acqua diventerà sempre più strategica per tutti, anche in ragione dei mutamenti climatici, come dicevamo. Ed è venuto il momento, al di là degli aspetti strettamente tecnici, che sono importanti, di fare una valutazione politica complessiva sulla "risorsa acqua", in Valle d'Aosta essenziale.
Pertanto manteniamo la mozione, ritenendo che sia venuto il momento di fare questo ragionamento politico, e ci spiace che non si colga l'occasione per farlo ora. Grazie.
Presidente - Pongo in votazione la mozione in oggetto:
Consiglieri presenti e votanti: 33
Favorevoli: 8
Contrari: 25
Il Consiglio non approva.