Oggetto del Consiglio n. 2465 del 7 giugno 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2465/XIII - Disegno di legge: "Modificazioni alla legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta), e di altre disposizioni in materia di governo del territorio".
Presidente - Riprendiamo i lavori sospesi ieri sera. Siamo in discussione con il disegno di legge n. 189. Siamo all'articolo 21, dove ci sono gli emendamenti n. 10 e 11 di ALPE.
La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente. Buongiorno a tutti.
Gli emendamenti n. 10 e 11 proposti dal nostro gruppo vanno in una direzione diversa rispetto all'impianto di questo disegno di legge. La legge n. 11/1998 costituiva la Commissione edilizia in ogni Comune; la volontà della maggioranza ci sembra sia quella di lasciare la libera scelta, quindi il primo emendamento è di soppressione, cioè la Commissione edilizia ha un senso e dovrebbe rimanere in tutti i 74 Comuni. In subordine all'emendamento n. 11, invece, c'è un'aggiunta per la quale non possono far parte della Commissione edilizia i membri del Consiglio e della Giunta comunale in carica, andando a disciplinare quello che è sovente un conflitto di interessi, ma soprattutto un conflitto di ruoli. Quindi l'obiettivo dell'emendamento n. 11, se saranno ancora costituite le Commissioni edilizie, non possono far parte della Commissione edilizia i Consiglieri comunali e gli Assessori comunali.
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - In relazione all'emendamento, questo esprime una volontà diversa da quella che vogliamo perseguire, cioè quella di dare maggiore autonomia ad ogni Amministrazione comunale affinché decida se istituire o meno la Commissione edilizia. Questo manteniamo, perché diventa una scelta della singola Amministrazione; l'obiettivo è anche quello di cercare una maggiore semplificazione ed accelerazione dei procedimenti amministrativi.
Sulla costituzione della commissione sarà, anche in questo caso, autonomia del Comune decidere le modalità di composizione della stessa, quindi nell'ambito del regolamento edilizio ogni Comune potrà stabilire chi potrà partecipare alla commissione. Questa era la nostra volontà, quindi non accettiamo l'emendamento perché contrario ad un indirizzo che abbiamo preso.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Siamo ad uno di quei nodi apparentemente tecnici, in realtà molto politici, che devono vedere questo Consiglio consapevole di quello che sta facendo, della linea che assume, ed eventualmente poi ciascuno prenderà le proprie determinazioni ed assumerà le proprie responsabilità.
Secondo voi siamo pronti perché nei nostri Comuni si dia una deregulation totale dal punto di vista delle procedure amministrative? Abbiamo ristretto sensibilmente con questa legge l'ambito di intervento autorizzativo dei Comuni, ormai i momenti nei quali si procede attraverso un'autorizzazione formale ad edificare nel Comune si sono sensibilmente ristretti, ed in molti casi si procede attraverso normali dichiarazioni sulle quali si svolge poi un'attività di controllo da parte dell'Amministrazione comunale. Rimangono comunque momenti significativi, domande non prive di rilievo, di cambiamento del territorio, sulle quali l'esistenza di una commissione edilizia comunale a nostro avviso è un'assoluta salvaguardia. Non abbiamo sposato una linea di pensiero di liberalizzazione selvaggia, non lo abbiamo fatto in altri casi, non lo facciamo adesso; pensiamo che ci sia una giusta misura, un juste milieu tra le esigenze di controllo amministrativo e quelle di libertà del cittadino; pensiamo che l'autonomia comunale non voglia dire poter istituire o no organismi di questo genere, ma come istituirli.
Sull'ultima parte delle considerazioni dell'Assessore ci possiamo trovare; sul richiamo ossessivo ad idee di semplificazione, di accelerazione che in realtà fanno saltare delle salvaguardie e dei baluardi che, a nostro avviso, sono ancora indispensabili in una realtà come la nostra che, ricordo en passant, è oggetto di appetiti molto robusti di soggetti, anche che investono a livello speculativo molte risorse sul nostro territorio e portano ad uno spreco definitivo di vaste parti del nostro territorio, crediamo sia utile mantenere ancora delle salvaguardie.
La proposta che avanziamo è molto semplice: mantenere in tutti i Comuni della Valle, in forma singola o associata - questo ci vede d'accordo - delle Commissioni edilizie, che queste si sviluppino nel modo organizzativamente che ritiene utile il singolo Comune e tengano fuori dalla porta i conflitti di interesse. Abbiamo Commissioni edilizie altamente controllate da Sindaci nei nostri Comuni, da tecnici associati o strettamente legati dal punto di vista lavorativo a nostri Amministratori comunali. Noi abbiamo visto consolidarsi - questa è storia degli ultimi 15 anni - apparati amministrativi a livello comunale che monopolizzano il potere e la decisione. Abbiamo visto, rispetto ai tempi trascorsi, negli anni 1970-1980 nei quali il Comune era una realtà piuttosto leggera, formarsi dei nuclei di decisione di potere amministrativo molto forti, poco sensibili al negoziato ed al bilanciamento degli interessi, li vediamo rafforzarsi anche con l'ausilio di strutture tecniche e di rapporti non sempre trasparenti.
Chiedere che tecnici che esercitano in rapporto di collaborazione o subordinazione attività professionali collegate in via continuativa ai membri del Consiglio e della Giunta non facciano parte delle Commissione edilizie, a noi pare essere un principio sano che previene il conflitto di interessi. Questo è il discrimine di posizione che vogliamo enunciarle, Assessore, in modo molto netto, affinché lei sappia qual è la posizione politica del gruppo di ALPE. Grazie.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 10 di ALPE, che recita:
Emendamento
Il comma 1 dell'articolo 21 del d.l. è soppresso.
Consiglieri presenti e votanti: 30
Favorevoli: 8
Contrari: 22
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 11 di ALPE, che recita:
Emendamento
Al comma 4 dell'articolo 55 della l.r. 11/1998, come sostituito dal comma 2 dell'articolo 21 del d.l., è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Non possono far parte della commissione edilizia i membri del Consiglio e della Giunta comunali in carica, né i tecnici che esercitino, in rapporto di collaborazione o di subordinazione, attività professionale collegata in via continuativa agli stessi".
Stesso risultato.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 21:
Consiglieri presenti: 30
Votanti: 27
Favorevoli: 22
Contrari: 5
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 22:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 22
Astenuti: 8 (Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 23 ci sono gli emendamenti n. 12 e 13 di ALPE.
La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente. Per illustrare entrambi gli emendamenti.
L'emendamento n. 12 è molto semplice: per quanto riguarda l'inizio lavori, proporremmo per i fabbricati che risiedono sopra i 1.500 metri la possibilità, come nei lavori pubblici, dei due anni, come inizio lavori, proprio per un discorso di caratteristiche, di altitudine, di difficoltà. È un emendamento di buon senso.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 13, a nostro avviso è una chiarezza in più per quanto riguarda l'importo di oneri di urbanizzazione e costi di costruzione; scaduta l'ex concessione edilizia, non terminati i lavori in tutto il fabbricato, la parte rimanente, se deve essere ricalcolata...che si paghi solo la differenza, perché il privato ha già pagato tutti i costi di costruzione e se ci sono delle modifiche dal punto di vista economico legate al computo metrico, quello depositato all'ufficio tecnico, chiederemmo specificando bene che si paghi solo la differenza, per non far pagare due volte gli stessi oneri e gli stessi costi di costruzione.
Sono due emendamenti di buon senso che vanno nella direzione di chiarezza e di sostegno alla ristrutturazione.
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - In relazione al primo emendamento, cioè sul fatto di dare un anno in più per l'inizio dei lavori, la legge, che già così era dal 1998, prevede che ci siano due anni anziché uno soltanto per i lavori fatti da enti pubblici, perché si tiene conto del tempo necessario per l'appalto; quindi per i privati non c'è questo motivo. La gradualità dei tempi in funzione dell'altimetria, assolutamente corretta, è già prevista, tant'è che c'è una durata che varia da 48 a 60 mesi a seconda dell'altimetria, per cui non si ritiene che eventuali modifiche siano motivate, poiché non si tratta del tempo necessario per l'esecuzione dei lavori, che è sicuramente maggiore in alta quota in base alle condizioni meteo e climatiche, bensì dell'avvio dei lavori. Insomma, quando un privato ha un permesso di costruire, a quel punto può partire quando vuole, non ha bisogno di tempi legati a procedure di appalto. L'inizio lavori non appare motivato dall'altimetria, perché uno può iniziare dal momento in cui ha la concessione edilizia.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 13, il principio della norma già dal 1998 è quello di dare dei tempi certi per concludere i lavori, quindi si danno dei tempi abbastanza congrui per evitare una perennizzazione dei cantieri. Il senso è che, se si accetta l'emendamento, il privato può protrarre all'infinito i lavori perché comunque paga gli oneri una volta e poi si ritiene legittimato a non chiudere mai.
Quindi noi manterremmo la norma, perché il privato paga gli oneri di urbanizzazione, deve concludere i lavori in un tempo che è sempre stato in questi anni considerato relativamente congruo e, quando scade il permesso di costruire, pagherà di nuovo sulla parte residua dei lavori. Questa è una sanzione, perché l'obbligo è quello di concludere nei tempi della concessione edilizia, quindi non accettiamo l'emendamento.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente. Registriamo il posizionamento negativo.
Solo una riflessione: le questioni che poniamo in aula non sono delle questioni da porre agli uffici, ai quali avevamo già presentato le nostre perplessità. L'obiettivo è di modificare in modo da andare incontro alle esigenze del territorio, perché ci siamo confrontati con i suoi dirigenti, ma se noi proponiamo degli emendamenti le nostre proposte cercano di soddisfare delle criticità o creare delle condizioni diverse. Registriamo il suo no, ma le richieste non sono legate a problematiche degli uffici, bensì sono le esigenze del territorio. Faccio un passo indietro. Il primo emendamento, allora, sulla durata dei lavori, è inserita molto bene nel comma 5 questione della durata dei lavori, è sull'inizio dei lavori la nostra proposta. La volontà è solo sulla seconda parte, in caso di rilascio di un nuovo permesso di costruire, che riguarda casi molto sporadici, la gente lascia scadere le concessioni perché magari ci sono anche altri motivi, Assessore!
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 12 di ALPE, che recita:
Emendamento
All'alinea del comma 5 dell'articolo 60 della l.r. 11/1998, come sostituito dall'articolo 23 del d.l., dopo le parole "per i lavori pubblici e assimilati", sono inserite le seguenti: ", nonché per i lavori effettuati da privati sopra i 1.500 metri di quota".
Consiglieri presenti e votanti: 31
Favorevoli: 8
Contrari: 23
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 13 di ALPE, che recita:
Emendamento
Al comma 7 dell'articolo 60 della l.r. 11/1998, come sostituito dall'articolo 23 del d.l., è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "e limitatamente all'eventuale differenza rispetto all'importo già calcolato".
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 5
Contrari: 23
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 23:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 23
Contrari: 5
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 24 vi è l'emendamento n. 14 di ALPE.
La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - La proposta è molto semplice. L'articolo 60bis metterebbe: "Entro dieci giorni dalla presentazione della domanda di cui al comma 2, l'ufficio competente comunica all'interessato il nominativo del responsabile del procedimento il quale provvede, entro il medesimo termine, alla richiesta di autorizzazioni, nulla osta, pareri o altri atti di assenso comunque denominati alle amministrazioni competenti"...noi proporremmo: "venti giorni".
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - Sicuramente la proposta che lei fa incontra il favore degli uffici, perché si dà più tempo per espletare la pratica. Noi riteniamo invece, perché questo è il filo conduttore delle modifiche, di dare un servizio a favore del cittadino e della collettività, quindi riteniamo opportuno mantenere il tempo di dieci giorni, che è assolutamente congruo, tanto più se si va nella direzione di fare degli uffici associati fra i vari Comuni, garantendo una copertura del servizio rispetto all'attuale situazione.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 14 di ALPE, che recita:
Emendamento
Al comma 3 dell'articolo 60bis della l.r. 11/1998, come inserito dall'articolo 24 del d.l., la parola: "dieci" è sostituita dalla seguente: "venti".
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 5
Contrari: 23
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 24:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 23
Contrari: 5
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 25 c'è l'emendamento n. 15 di ALPE, che recita:
Emendamento
Le lettere f) e g) de1 comma 1 dell'articolo 61 della l.r. 11/1998, come sostituito dall'articolo 25 del d.l., sono soppresse.
L'emendamento è stato ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 25:
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 23
Astenuti: 8 (Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Articolo 26: stesso risultato.
La parola al Consigliere Louvin, sull'articolo 27.
Louvin (ALPE) - Sarei riconoscente all'Assessore se volesse dare un'interpretazione puntuale delle ragioni per le quali andrebbero, a suo avviso ed a modo di vedere della Giunta, soppresse le parole "i progetti stessi devono inoltre essere sottoposti all'esame della commissione edilizia comunale". Stiamo parlando di progetti di opere pubbliche comunali, per i quali ricordo bene la discussione che ci fu quando si scelse, all'epoca, di sottoporre i progetti di opere pubbliche comunali anche all'esame della Commissione edilizia, cioè un'alterità di visione rispetto a quella del progettista incaricato, e anche lo sguardo da parte di un gruppo di tecnici che è incaricato di avere una visione omogenea e coerente del territorio. Si parla di conformità del progetto alle prescrizioni urbanistiche o edilizie, nonché alle norme di sicurezza sanitarie, ambientali e paesaggistiche.
A nostro avviso era e continua ad essere un utile passaggio, non essendo straordinariamente numerosi i progetti di opere pubbliche che devono essere esaminati; molti non passano quasi più nei Consigli comunali, vengono discussi in Giunta fra tre o quattro persone, le cose vanno avanti ed il cittadino si trova ad avere un'opera pubblica magari molto importante dal punto di vista dell'impatto che non è stata valutata pressoché da nessuno, se non da chi l'ha progettata. La nostra piccola mise en garde è questa: lasciatelo, a nostro modo di vedere sarebbe utile lasciarlo. Glielo rappresentiamo perché è vero, togliamo tutti i freni, la frizione, togliamo tutto, perché ormai non serve più niente, ma ogni tanto uno sguardo di una Commissione edilizia su un progetto che può anche essere interessante, ma che per qualche ragione non è in linea con una complessiva valutazione degli impatti sul territorio comunale, a noi sembra utile per l'Amministrazione e per la cittadinanza che questo passaggio venga conservato.
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - Il timore che lei palesa che non vi siano tutte le valutazioni di competenza è un falso timore, perché soprattutto le opere pubbliche sono soggette a tutta una serie di valutazioni da parte di uffici competenti settorialmente a livello regionale, per cui non aggiunge nulla. Tanto più se si tiene conto che quelli che un tempo erano componenti di diritto delle Commissioni edilizie, in particolare dell'USL e dei vigili del fuoco, nella prassi risultavano sempre assenti dalle Commissioni edilizie e quindi oggi non sono più previsti come membri di diritto, tenuto conto anche di un'evoluzione della gestione dei progetti, per cui tutte le valutazioni di sicurezza per le norme igienico-sanitarie, di compatibilità con le varie normative di settore, sono poi espresse, e non c'è il dubbio che un'opera possa contrastare normative così importanti. Quindi non è rilevante questo.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - È disarmante la scarsa considerazione che ha questo Governo dell'autonomia anche normativa del Comune, perché è vero che intervengono nel procedimento i funzionari della Regione o i vigili del fuoco, ma la valutazione sulle proprie normative comunali chi altro la fa, se non la Commissione edilizia comunale? In questo modo, Assessore, non so se ha presente cosa succede nell'approvazione dei progetti di opere pubbliche, l'Amministrazione comunale e il suo apparato è totalmente ormai bypassato. Ho dei colleghi che sono stati Amministratori del Comune di Aosta e di altri Comuni, sanno bene che se si fa saltare il passaggio nella Commissione edilizia comunale, non c'è più uno sguardo sull'applicazione corretta delle normative interne del Comune, non c'è più una valutazione di accompagnamento di queste opere! Comunque questo è l'orientamento verso il quale ci si sta muovendo da parte di questa Giunta, e ne prendiamo atto!
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 27:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 23
Contrari: 5
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 28:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 24
Astenuti: 8 (Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Articolo 29: stesso risultato. Articolo 30: stesso risultato. Articolo 31: stesso risultato. Articolo 32: stesso risultato. Articolo 33: stesso risultato. Articolo 34: stesso risultato.
All'articolo 35 vi sono gli emendamenti n. 16 e 17 del gruppo ALPE.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Abbiamo un problema, o comunque una valutazione leggermente diversa su una questione temporale che riguarda il momento di applicazione, cosiddetto "dies a quo", il momento dal quale si applicano delle norme che riguardano l'entrata in vigore di queste disposizioni per quanto riguarda le procedure di revisione dei piani regolatori attualmente in corso (se non ho capito male la questione). Si dice: le disposizioni si applicano a decorrere dal 180° giorno successivo all'entrata in vigore della presente legge; allora, per le modifiche ancora da avviare, ci sono 180 giorni di tempo, invece ci pare di capire che con questa disposizione quelle in corso avrebbero 180 più 180, per un totale di 360 giorni. Nel comma 2 di questa disposizione transitoria all'articolo 15, ci sarebbero 45 giorni più 180. Ecco, perché questa differenza di trattamento, come la spiega il Governo regionale? A noi sembra che per tutti debba entrare in vigore questa disposizione con una identica durata per un'assoluta uniformità di trattamento. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - Sono motivate dalla necessità di dare una gradualità, cioè: avendo previsto i diversi livelli di penalizzazione, si sono dati anche tempi diversi per ammorbidire, se vogliamo dire così, la penalizzazione. È chiaro che l'accoglimento di questo emendamento non è possibile, perché si raccordava ai primi due.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Presidente, la nostra filosofia era alternativa dall'inizio, nel senso che non si condividevano le modifiche graduali legate alle varianti non sostanziali, legate al FOSPI e, in seconda battuta, legate al piano casa. Quindi il senso di questo emendamento era, non condividiamo quella filosofia: "modifichiamo"; pertanto tutti i Comuni possono partecipare sia al piano casa, sia al FOSPI, sia alle varianti non sostanziali, ma nella legge non c'è più la gradualità dei 180 giorni e si chiude lì.
Stesso ragionamento per l'emendamento n. 17, che andava ad individuare, nell'articolo 52, comma 4ter, il discorso dei Comuni che non solo possono, ma "devono"...ma a questo punto è come se fosse decaduto, perché non avendo accolto il nostro emendamento, l'emendamento n. 17 non ha più alcun senso.
Presidente - Quindi l'emendamento n. 17 viene ritirato.
Pongo in votazione l'emendamento n. 16 di ALPE, che recita:
Emendamento
I commi 1 e 2 dell'articolo 35 del d.l. sono soppressi.
Consiglieri presenti: 29
Votanti: 26
Favorevoli: 5
Contrari: 21
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Do lettura dell'emendamento n. 17 di ALPE, ritirato:
Emendamento
Dopo il comma 6 dell'articolo 35 del d.l. è aggiunto il seguente:
"6bis. Le deliberazioni del Consiglio comunale di cui al comma 4ter dell'articolo 52 della l.r. 11/1998, inserito dal comma 3 dell'articolo 19, devono essere adottate entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.".
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 35:
Consiglieri presenti: 29
Votanti: 26
Favorevoli: 21
Contrari: 5
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 36:
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 23
Astenuti: 8 (Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Articolo 37: stesso risultato. Articolo 38: stesso risultato. Articolo 39: stesso risultato.
La parola al Consigliere Louvin sull'articolo 40.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
A volte sono gli articoli che non sembrano portare nessun aspetto rilevante, come le abrogazioni, che dovrebbero essere una parte di semplice rifinitura o pulizia, che invece qualche volta contengono elementi di problematicità.
Assessore, articolo 40, lett. b): "le lettere d) ed e) del comma 2 dell'articolo 53" sono abrogate...cosa riguardano queste due lettere? Riguardano due ambiti di competenza di estrema importanza del regolamento edilizio comunale, cioè è il luogo dove il Comune si vedeva riservato dalla legge n. 11 l'inserimento ambientale, le tipologie, i requisiti prestazionali e la qualità del prodotto edilizio. Alla lett. e) si legge: "le prescrizioni costruttive e funzionali per i manufatti secondo criteri rispettosi delle esigenze di tutela dell'ambiente e di contenimento dei consumi energetici". Attenzione, questo non vuol dire che lo avrebbe fatto solo il Comune, ma vuol dire che il Comune avrebbe avuto la competenza a farlo. Noi gliela togliamo, con questo articolo gliela cancelliamo! Vantaggio per il Comune di non poter più normare nel regolamento edilizio questi aspetti introducendo delle norme eventualmente differenti, magari di maggiore salvaguardia rispetto a quello che vuole "mamma Regione".
Ecco, noi ci preoccupiamo molto di questo e vorrei risalire un po' in questo ad un altro aspetto del regolamento edilizio, nel quale ci sembra che la Regione abbia decisamente sbordato con questa modifica della legislazione. Vorrei ricordare, Assessore, che viene spostata, per il regolamento edilizio tipo, dal Consiglio regionale alla Giunta regionale la competenza ad emanare questo schema, ma poi avete voluto introdurre delle disposizioni che hanno stretto i bulloni, che fanno sì che alla fine a decidere del regolamento edilizio sia un solo soggetto: la struttura burocratica della Regione, perché l'ultima parola sul regolamento edilizio non ce l'ha più un atto approvativo del Governo regionale, che era fino a qualche forzatura di tempi recenti un atto molto morbido e molto mediato, no! È un impatto duro della struttura che stabilirà lei a che punto fermare l'autonomia comunale.
Questa è la nostra valutazione di sintesi negativa; voi state togliendo ambito di competenza al regolamento edilizio comunale, lo state restringendo e state mettendogli il morso e le briglie dell'Amministrazione regionale. Non abbiamo mai visto un'impronta così centralista dell'Amministrazione regionale e così centrata su una visione burocratica: questo è il punto focale per il quale voteremo contro questa norma abrogativa.
C'è un altro aspetto che lasciamo invece in termini ancora sospesi in relazione alla sua risposta, se vorrà chiarirci i termini della questione, e riguarda l'aspetto sanzionatorio e la sanzione di ripristino indicata dalla lett. d) di questa norma abrogativa, cioè il comma 2 dell'articolo 87, che prevedeva l'intervento del Presidente della Regione nel momento in cui l'intervento comunale non avesse avuto esito, il Sindaco avrebbe dovuto darne notizia al Presidente della Regione, il quale poteva, attraverso gli strumenti regionali, procedere alla remissione in pristino con i mezzi regionali stessi. Questo era stato scritto all'epoca perché Comuni piccoli non si dovessero fare carico di remissioni in pristino di una certa dimensione, avendo la disponibilità, la Regione, di mezzi per poter fare questo intervento, anche eventualmente tramite impresa se i lavori non fossero eseguibili in gestione diretta. Era fare intervenire in campo, in sostituzione del Comune, un soggetto più strutturato.
Non ci è chiaro il bisogno di eliminare questa procedura, forse ce ne sono delle motivazioni che sarebbe interessante conoscere più nel dettaglio. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - La lettura che lei dà delle modifiche che intervengono nella definizione del regolamento edilizio è un po' burocratico-amministrativa, nel senso che il regolamento edilizio sicuramente era un atto che 14 anni fa doveva intervenire a normare tutta una serie di aspetti di settore, che oggi invece trovano specifiche normative. Faccio riferimento al settore energia, dove oggi è addirittura inopportuno che il regolamento edilizio precisi aspetti che in modo più compiuto, e seguendo l'evoluzione tecnologica in atto a livello europeo, vengono dettati in modo puntuale dalla normativa di settore. Ieri si è parlato del discorso sismico, per dire che oggi intervengono una serie di norme che di fatto orientano e garantiscono la qualità dell'edificato dal punto di vista della sicurezza, della sostenibilità ambientale; quindi oggi, soprattutto per la parte energetica in un futuro, si andrà nell'ottica di una certificazione di sostenibilità ambientale.
Quindi la volontà è quella di alleggerire il regolamento edilizio, perché ci sono già le norme di settore ed è opportuno, per garantire una qualità migliore dell'edificato, che non si intervenga più a livello di regolamento ma si applichino direttamente le normative specifiche. Questo è il motivo per cui anche il regolamento tipo, su cui gli uffici stanno già lavorando insieme al CELVA, e...mi spiace che lei chiami, a seconda dei ruoli, i tecnici quali depositari dell'oggettività nella valutazione delle pratiche, ma quando fa comodo li si tratta da meri burocrati...io non amo queste diverse opinioni, credo che agli uffici vada riconosciuto il loro ruolo in un senso o nell'altro, sia quando dicono cose che possono piacere, sia quando danno indicazioni meno gradite. Gli uffici, insieme al CELVA ed insieme ai tecnici delle varie Amministrazioni comunali, ma anche le parti politiche, stanno redigendo un regolamento tipo, che volutamente - e guardando al bene collettivo - saranno dei regolamenti molto più snelli.
Questo è quanto è contenuto dietro queste abrogazioni e non è certo per esercitare una funzione più centralizzata, al contrario: la qualità dell'edificio in questo modo dovrà essere molto più coerente con l'evoluzione in atto, che nel settore dell'edilizia è molto accelerata e che proprio con la legge n. 11 abbiamo orientato verso i concetti di bioarchitettura, che erano carenti nel nostro apparato normativo.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Questa ultima risposta non è in tema, perché non stiamo parlando di fase di vigilanza, ma stiamo parlando di fase repressiva, di fase direttamente sanzionatoria attraverso remissioni in pristino...ma non è fondamentale, è un aspetto tutto sommato secondario.
Molto meno secondaria è la questione prima sollevata. Assessore, se quello che lei dice fosse vero, lei avrebbe inteso togliere dai Comuni solo la possibilità di interferire con ambito come quello energetico, in cui ci sono delle disposizioni particolarmente pregnanti nella legislazione, a partire dalle normative comunitarie in avanti. Non è vero. Questo è il punto c) che è rimasto in vita, i parametri e gli indici edilizi; credo che la classificazione di un edificio sia un indice edilizio ed in questo il regolamento comunale, stando al testo che uscirà oggi, è rimasto competente. Quello che lei sta togliendo è l'inserimento ambientale, sta togliendo dei requisiti di qualità del prodotto edilizio. Se viene richiesto che gli edifici siano in legno in una determinata località, o in pietra, o rivestiti con certi materiali, se ci sono delle prescrizioni costruttive tipologiche di un certo genere, fino ad oggi lo ha potuto fare il Comune...da domani non lo potrà più prescrivere nel proprio regolamento! Parliamoci chiaro: voi state tagliando le ali all'autonomia comunale con questo intervento, che è pesantissimo!
Il regolamento poi, le vorrei ricordare, era stato pensato come un aiuto dato ai Comuni per avere una traccia all'interno della quale fare un'attività regolamentare; voi li state inquadrando, non ci sarà più un regolamento comunale, ci sarà un regolamento regionale che i Comuni dovranno recepire e lo recepiranno o con la carota o - più spesso - con il bastone, per evitare che possano allontanarsi dalla visione regionale di come deve essere governato il territorio.
Noi non abbiamo due pesi e due misure nel valutare l'intervento dei tecnici, che è fondamentale nelle valutazioni di legittimità, di conformità a norme ed a prescrizioni tecniche dei progetti e dei piani, degli atti dei Comuni, ma non riteniamo che questa larghezza di poteri che state dando ai tecnici regionali nell'organizzare la normativa comunale sia una cosa accettabile.
Avete dimenticato un piccolo passaggio: nel 2001 c'è stata una riforma della Costituzione che ha introdotto un principio di sussidiarietà. La sussidiarietà con questa legge è fatta strame, è devastata; voi avete portato al centro della pianificazione territoriale le funzioni dell'Amministrazione regionale, in particolare le funzioni dei servizi della Regione. Avete, sì, proceduto a fare pulizia di una serie di passaggi burocratici, alcuni dei quali positivi, molti altri però pericolosi, ne abbiamo parlato in Commissione edilizia ed in altre circostanze.
Il nostro punto di vista è che con questa abrogazione, ed in particolare con la lett. b) del comma 1 dell'articolo 40, voi tarpate le ali alle possibilità normative dei nostri Comuni nell'ambito dei loro piani regolatori in uno dei punti più delicati, che è la tipologia di edifici e di manufatti edilizi che si possono realizzare. Questo ci pare gravissimo!
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - Prendo atto di questo punto di vista, ma faccio presente che la richiesta di un regolamento edilizio tipo è venuta proprio dai Comuni, che hanno chiesto alla struttura regionale di costituire un gruppo di lavoro, che è stato istituito da qualche mese a questo scopo. Rispetto il suo punto di vista, ma non è quello dei Comuni.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 40:
Consiglieri presenti: 29
Votanti: 26
Favorevoli: 22
Contrari: 4
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian, per dichiarazione di voto.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Un disegno di legge importante, è stato detto ieri pomeriggio nell'illustrazione da parte del collega Cerise, forma e sostanza che hanno il loro peso, come in tutte le modifiche. L'urbanistica è uno di quegli argomenti pesanti, interessanti, ma molto delicati, che intervengono direttamente sul nostro ambiente, sulla parte antropizzata, sulla parte da restaurare, da ristrutturare, sulla parte da armonizzare; quindi uno dei compiti più delicati, ma anche più stimolanti a nostro avviso.
La sostanza in questo caso è molto pesante e noi abbiamo cercato senza presunzione, come gruppo ALPE, con i nostri numeri e con la nostra territorialità, di portare un contributo innanzitutto di buon senso, perché nei 17 emendamenti c'era del buon senso, c'era un rispetto dell'autonomia comunale reale e non fittizia. Abbiamo per l'ennesima volta capito che i nostri contributi a questa maggioranza non interessano, tant'è vero che nulla è stato accolto! Ci rammarichiamo, perché soprattutto su quelle posizioni di buon senso pensavamo di trovare terreno fertile.
Pensiamo che sotto il cappello della semplificazione ci sia uno smantellamento del ruolo dell'Amministrazione regionale ottenuto con la legge n. 11/1998, che aveva il compito di coordinare l'ambiente, la parte antropizzata e l'urbanistica. Oggi si smantella con questa legge il coordinamento, e l'Amministrazione regionale impone al territorio non più le linee guida, ma una strada nuova imposta. È un principio che non condividiamo, quindi voteremo contro a questo disegno di legge, perché non possiamo nascondere sotto il cappello della semplificazione un non più coordinamento, ma un'imposizione.
Sarà quindi un voto convinto, purtroppo negativo. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Prola, per dichiarazione di voto.
Prola (UV) - Grazie Presidente.
Francamente, dalla discussione che avevamo fatto in commissione, sono stupito dalla presa di posizione del gruppo ALPE, perché nel merito abbiamo discusso profondamente con il vostro rappresentante in commissione, il quale aveva detto che, nel merito, non aveva grandi cose da dire, voleva approfondire solo alcune cose. Oggi siete arrivati con 17 emendamenti, chiaramente strumentali, per farci dire che andiamo a ledere l'autonomia comunale! Non è assolutamente vero, non interveniamo pesantemente, non siete i depositari del buon senso, lo siamo anche noi i depositari del buon senso, e credo che abbiamo fatto un buon lavoro.
Sono francamente stupito anche della presa di posizione che fate sulle Commissioni edilizie, quando sappiamo benissimo all'interno dei Comuni il ruolo che hanno svolto in questi anni le Commissioni edilizie. E voi andate a difendere la Commissione edilizia dove avevamo tutta una serie di professionisti che esercitavano nell'ambito dei loro Comuni anche probabilmente al di fuori delle competenze comunali! Francamente sono stupito del fatto che sulle opere pubbliche, le cui istruttorie vengono fatte dagli uffici urbanistici comunali, voi dovete dire che le Commissioni edilizie dovevano quanto meno avallare tutta l'istruttoria dell'ufficio tecnico comunale! O da una parte semplifichiamo, equando semplifichiamo ci dite: ma siete convinti di essere in grado di semplificare?...Cioè: c'è una continua contraddizione di termini.
Mi dispiace, sono francamente stupito da questa presa di posizione.
Presidente - La parola al Consigliere Comé, per dichiarazione di voto.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente. Molto brevemente perché ho già fatto la dichiarazione ieri nell'intervento prima dell'analisi dei diversi articoli della legge.
Ho sentito oggi solo una dichiarazione, poi ho seguito attentamente anche l'illustrazione da parte in particolare del gruppo ALPE su tutti gli emendamenti che sono stati presentati, e Chatrian, oggi, nell'intervento conclusivo, ha detto che questo è un disegno di legge importantissimo, certamente si va nella sostanza ad intervenire pesantemente e che voi avete fatto un confronto con il vostro movimento su questo disegno di legge. Io sono stupito, perché i colleghi che hanno vissuto con me nelle passate legislature si ricorderanno perfettamente degli interventi fatti in particolare da parte dell'ex collega nostro e oggi Consigliere comunale Carlo Curtaz, che ogni volta che si parlava di "Comuni" accusava di lobby comunale e che non dovevamo più ascoltare questa lobby comunale. Queste erano le accuse che ogni volta Curtaz sosteneva, che appartiene al vostro movimento. Non so se avete fatto il confronto anche con lui, comunque ritengo che noi oggi abbiamo dimostrato di ascoltare gli Enti locali, attraverso questo percorso dove abbiamo accolto gli emendamenti presentati dagli Enti locali. Forse questo vi sfugge! Oggi, invece, venite qui a presentare degli emendamenti con i quali volete imporre l'esatto contrario di quello che è stato vidimato dagli Enti locali, e parlate di "autonomia locale" dove invece voi volete imporre determinate posizioni che vanno nella direzione esattamente contraria alla posizione degli Enti locali.
Esprimiamo, come Stella Alpina, il nostro giudizio positivo sul disegno di legge.
Presidente - La parola al Consigliere Giuseppe Cerise, per dichiarazione di voto.
Cerise G. (ALPE) - Grazie Presidente.
Non era mio intendimento intervenire ma, chiamato in causa dal collega Prola, sono costretto a fare due considerazioni. Il sottoscritto non è abituato a polemizzare, specialmente quando si affrontano problematiche come quelle che si sono affrontate in questa legge, di grande rilevanza per i riflessi che hanno sulla comunità valdostana nel suo insieme, correggere o travisare le parole dette è semplice e facile. Il sottoscritto ha detto chiaramente, più volte in commissione, che nelle questioni di merito tutta una parte di questo articolato era pienamente condivisibile: ne è la dimostrazione dove abbiamo votato con la pallina bianca, credo la maggioranza degli articoli, per manifestare che non c'era una contrarietà, ma per dimostrare la contestazione nel metodo. Personalmente ho detto che una parte sostanziale della legge era condivisibile. Avevo manifestato la necessità di approfondimenti importanti su alcuni aspetti, ma questo è stato respinto dalla commissione e successivamente, ieri, anche la richiesta di rinvio che abbiamo avanzato in questa Assemblea. Di questo non possiamo rallegrarcene.
Si dice che la notte porta consiglio...abbiamo iniziato a discutere questo provvedimento ieri e la notte mi ha portato un consiglio, che è quello di ricalcare la posizione sul fatto che questa legge è, a nostro avviso, una legge nefasta per la comunità valdostana. E questo consiglio è stato implementato da parte dell'intervento dei Pretoriani.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi, per dichiarazione di voto.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
La democrazia è bellissima, perché ascoltando le parole delle opposizioni si possono avere conferme delle proprie convinzioni. Abbiamo ascoltato il dibattito ieri e oggi ed anche noi, questa notte, abbiamo riflettuto e concluso che eravamo nel giusto, anzi un po' in ritardo, quindi approviamo con piacere che quest'aula finalmente voterà una legge che non voglio non considerare addirittura "storica" per la nostra Regione, proprio per tutte le cose che avete detto.
Avete espresso preoccupazioni per le liberalizzazioni di processi, che noi vogliamo; avete espresso preoccupazione per le semplificazioni delle procedure, che noi vogliamo; avete espresso preoccupazione per il ruolo delle Commissioni edilizie, che è quello che noi vogliamo; avete espresso preoccupazione definendo "nefasta" la centralità della Regione nella velocizzazione delle procedure con eventuali danni a carico di chi non lavora con una certa qualità negli uffici tecnici urbanistici, che è esattamente quello che volevamo e che oggi otteniamo!
Credo che la maggioranza oggi esca vittoriosa perché ha avuto la capacità, in un momento difficile, di assumersi una responsabilità politica ed amministrativa, di accettare un confronto con i tecnici e con i Comuni, onesto, leale e corretto, ma soprattutto perché la maggioranza oggi porta a casa un risultato che è fortemente voluto dai cittadini. A questo facciamo riferimento: sono stati i cittadini ed i loro tecnici, gli architetti, gli ingegneri, i Comuni, quelli che si interfacciano con gli utenti, che hanno indicato le semplificazioni che si devono mettere a tappeto e che si devono portare a casa. Con questo disegno di legge oggi portiamo a casa una grande vittoria politica.
L'opposizione ha presentato 17 emendamenti, strumentali, perché li ho ascoltati, oggettivamente non esprimevate miglioramenti alla legge, ma arretramenti della legge rispetto alle procedure che volevamo semplificare, e quindi ci siamo ancora più convinti, proprio ascoltandovi e soprattutto ascoltando l'ultima dichiarazione del collega Cerise, che mentre a lui la notte ha fatto dire che questa è una legge nefasta per il vostro modo di vedere, noi diciamo che, per il ruolo delle amministrazioni pubbliche in materia urbanistica in particolare, e per l'interfaccia con i cittadini, oggi portiamo a casa un grande risultato politico.
Voglio ringraziare la maggioranza ed esprimo, a nome del PdL, il voto favorevole.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre, per dichiarazione di voto.
La Torre (FA) - Grazie Presidente.
Per esprimere il voto favorevole della Fédération, aggiungendo una riflessione. Di questi tempi si vive molto la politica che in alcune situazioni si combattono delle battaglie che si possono definire "di retroguardia". Mi dispiace, colleghi dell'opposizione, oggi la battaglia di retroguardia della politica l'avete combattuta voi, solo per rimarcare la vostra posizione e finendo ancora una volta per restare nell'ambito di un modo di vedere la politica e l'amministrazione paludata.
Oggi credo che i cittadini vogliano un linguaggio diverso, quello della semplificazione, non il linguaggio dei vincoli, ma delle opportunità. Un linguaggio che permetta di avere una politica del territorio gestita in modo omogeneo, un linguaggio che permetta di avere delle regole certe con delle semplificazioni che permettono, anche a chi vuole investire sul proprio territorio e sulle proprie proprietà, di farlo con tranquillità e con tempi certi. Questa è una legge che va in questa direzione, una legge che avete potuto dibattere all'interno delle commissioni, come ha ricordato Prola, una legge che semplifica ai Comuni la possibilità di creare un fil rouge anche in una Regione come la nostra, in regole che possono essere determinate nell'insieme di tutte le volontà dei Comuni. Quindi mi dispiace dirvelo, ma ha ragione Lattanzi quando dice che oggi voi dimostrate di rappresentare quella politica stanca e vecchia che non dovrebbe più esserci e che molte volte, come avete fatto oggi, avete ripetuto con questa sceneggiata dei 17 emendamenti.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel, per dichiarazione di voto.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Noi confermiamo quanto espresso ieri dal Capogruppo: ci poteva essere un approfondimento maggiore in commissione, abbiamo detto più volte che l'urgenza con cui si arriva in Consiglio regionale è spesso una "procurata urgenza"; poi, adesso, questa sceneggiata della legge rivoluzionaria e straordinaria che arriva in ultima battuta è uno spot bellissimo per rivitalizzare il Consiglio ed il muto silenzio di quattro o cinque mesi senza una legge da parte di questa maggioranza!
Quindi capisco che siate orgogliosi finalmente di aver prodotto qualcosa dopo mesi che non avete fatto nulla; però, ribadisco, le leggi poi devono camminare e sulla "legge casa" ci sono voluti sette mesi per passare dalla legge alla delibera attuativa! Quindi, per favore, non veniteci a raccontare che siete quelli del fare, perché abbiamo capito che non lo siete e non è con una sceneggiata dell'ultima ora che trasformate cinque mesi di inattività politica in un grande successo!
Abbiamo detto che avevamo perplessità sul fatto che non c'erano tempi per l'approfondimento di questa legge; pertanto manteniamo il giudizio di astensione che abbiamo già espresso, quindi una posizione tenuta ieri, maturata, costante, per dire che non è che tutta la legge è da buttare, ci sono tante cose positive. Alcune cose negative le abbiamo rimarcate, sostenendo vivamente gli emendamenti di ALPE, come quelle che mettono delle sanzioni esagerate che potrebbero rallentare l'economia in questo momento, quindi rimane su quegli emendamenti il totale sostegno anche nella votazione finale.
La nostra posizione è la seguente: il gruppo si astiene ed auspica che, quando farete di nuovo delle leggi così rivoluzionarie che trasformano la Valle d'Aosta, consentiate a tutti, anche a quelli che hanno meno strumenti di voi che avete un apparato che lavora per voi, di potersi confrontare con serenità in commissione, senza nessuna intenzione ostruzionistica, come dimostra il nostro voto di astensione sulla legge.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin, per dichiarazione di voto.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Credo che a nome di tutta la Giunta vogliamo dire un grazie a tutti i colleghi che oggi hanno preso la parola, che ieri hanno sostenuto ed illustrato il beneficio di questa legge.
Non credo che sia necessario adoperare termini assoluti per una legge che sicuramente ha un grande impatto, ma dobbiamo riconoscere che è sicuramente una legge apprezzata e voluta dai Comuni, assieme all'Amministrazione regionale. Per una volta, visto che puntualmente sembra quasi che questa Amministrazione vada contro il volere dei Comuni, le suggestioni, le riflessioni dei Comuni, sono state tradotte in 16-17 emendamenti che sono stati fatti propri ed inseriti nella legge, questo non è stato messo in risalto...l'aver accettato la riflessione positiva dei Comuni nell'insieme dell'impianto della legge con un'integrazione a volte per un'interpretazione corretta, a volte per chiarimenti, che è stata accettata... Allora vogliamo dire che la parte di riferimento, cioè i Comuni...perché questa è una legge che dice ai Comuni cosa devono fare, e porta su tre concetti fondamentali: regole certe.
Qualcuno correttamente lo ha sottolineato, anche il collega Cerise, i piani regolatori, l'esigenza di avere tutti un riferimento che non può più essere dilatato nel tempo, altrimenti si rischia sempre di essere borderline, è in deroga, ma non è in deroga e intanto tutto va avanti. Questo è un altro passo molto significativo, ma per tutti. Siamo partiti con questa legislatura che c'era un piano regolatore approvato, oggi siamo a 22 piani regolatori approvati, 23 che stanno per essere presentati, altri 12 che sono quasi pronti e gli altri daranno un'accelerata...e vi sembra poco?
La certezza delle regole è un altro aspetto essenziale. L'altro punto qualificante è la semplificazione, di cui tutti si riempiono la bocca: questa volta abbiamo detto come riuscire ad agevolare il cittadino attraverso una sburocratizzazione, una semplificazione, un evitare il rimando dal Comune alla Regione e viceversa, oggi che è stato fatto, non viene messo in risalto, anzi!
Nell'ambito delle giuste osservazioni fatte dai cittadini come dai Comuni, si è molto discusso sui bassi fabbricati da 20 a 25 metri, abbiamo anche partecipato a questo, ce ne rendiamo conto, ma il fatto di avere discusso anche di questi temi va nella logica di capirsi sul risultato che si vuole ottenere. Abbiamo cercato di spiegare perché a nostro avviso è sufficiente, ma è stata una discussione corretta, nel senso che si deve in questa sala stabilire delle regole sotto questo profilo.
L'altro aspetto è una delle basi su cui si è impostato questo rapporto di modifica di una legge sicuramente molto importante, ovvero la certezza per il cittadino di avere risposte in tempi brevi. Questa è una delle basi su cui la democrazia può fare passi avanti, in cui c'è credibilità per le istituzioni e la possibilità di avere dei risultati. In un momento, che tutti hanno sottolineato di difficoltà, aver raggiunto questo obiettivo è importante. Poi nei risultati positivi registrano anche che le palline bianche sono da leggere verdi...anche questo per noi d'ora in poi è un sollievo, e capiamo che alla fine bisogna dire che questa legge è nefasta, se poi guardiamo quante volte si voleva votare verde ma si è votato bianco...solo perché non si sono dati altri 15 giorni per fare non so che cosa...
Credo che il risultato non è positivo, ma ottimo, soprattutto per i Comuni e la gente che ha a che fare con i Comuni.
Presidente - Pongo in votazione la legge nel suo complesso:
Consiglieri presenti: 33
Votanti: 30
Favorevoli: 25
Contrari: 5
Astenuti: 3 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo)
Il Consiglio approva.