Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2293 del 7 marzo 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2293/XIII - Approvazione di risoluzione: "Espressione di vicinanza ai due marò italiani incarcerati dalle autorità indiane".

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Visto la carcerazione da parte delle autorità giudiziarie indiane di due militari del Reggimento San Marco della Marina Militare Italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, imbarcati sulla petroliera Enrica Leixe e indagati per la morte di due pescatori nel Mar Arabico, al largo della costa del Kerala;

Considerato che la presenza dei due militari sulla petroliera è prevista dalla norma inserita nel decreto legge sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero in seguito all'adesione dell'Italia alla risoluzione contro gli atti di pirateria approvata all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU nell'ottobre 2011 e che, quindi, essi operano nell'ambito di un'azione di legittima difesa da detti atti di pirateria già causa di rapimenti, rapine e uccisioni;

Considerato ancora che, al di fuori di valutazioni sulla dinamica e sulla qualifica da darsi ed il ruolo delle vittime, l'episodio, avvenuto su una nave battente bandiera italiana e, pare in maniera inequivocabile, in acque internazionali, debba essere sottratto all'autorità indiane e assegnato alla giurisdizione italiana;

Tutto ciò premesso

Esprime

piena solidarietà ai due marò italiani ed

Invita

la Presidenza della Regione ad usare ogni canale utile per veicolare questa vicinanza ed a operare, nei limiti delle proprie competenze, per il ritorno in Italia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

F.to: Lattanzi - Salzone - La Torre - Empereur - Carmela Fontana

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente. Voglio ringraziare i Capigruppo che in rappresentanza dei loro gruppi hanno voluto sottoscrivere questa iniziativa, questa espressione di vicinanza ai due militari del Battaglione San Marco, comunemente chiamati "marò", che sappiamo dalle recenti cronache essere stati incarcerati in India, a seguito di avvenimenti - oltre che alla morte di due pescatori - legati alle operazioni nel Mar Arabico al largo delle coste di Kerala.

Ci teniamo in questa occasione ad esprimere, con questa risoluzione, la vicinanza a questi nostri due militari, perché il contesto nel quale loro si trovano è un contesto di profonda ingiustizia per quanto ci riguarda, ed è importante, anche se sappiamo che queste iniziative sono simboliche, che il nostro Consiglio possa esprimere la vicinanza a loro. Militari che erano in operazioni sulle petroliere, come previsto dalle norme inserite nei decreti legge di rifinanziamento delle missioni militari all'estero, in seguito dell'adesione dell'Italia alle risoluzioni contro gli atti di pirateria, approvati all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'ONU. Un'attività complessa e difficile, un'attività che ha visto degenerare la situazione con il loro arresto, diciamolo, anche per una disponibilità istituzionale dei nostri militari - che avrebbero potuto benissimo sottrarsi al confronto con le autorità giudiziarie indiane rimanendo sulla nave e che, invece, hanno dato la loro disponibilità a scendere - per tentare di chiarire, dinanzi alle autorità giudiziarie indiane, i fatti che hanno provocato la morte di due presunti pescatori (c'è chi dice pescatori, c'è chi dice pirati...). Oggi, in un contesto difficile della comunità di Kerala, questo fatto occupa nei media una grande attenzione.

Noi auspichiamo che il nostro Ministero degli esteri, così come sta facendo, possa fare anche di più, cioè riportare a casa i nostri militari Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a cui vogliamo esprimere la nostra vicinanza come Consiglio regionale. Speriamo che le autorità indiane riconoscano la piena autorità dell'Italia sui propri militari e soprattutto sul proprio territorio, appunto la nave, sulla quale i nostri militari lavoravano.

Ribadisco ancora il ringraziamento ai Capigruppo che hanno voluto sottoscrivere la risoluzione ed attendo di sentire dai colleghi di ALPE qual è la loro posizione...spero positiva, per quanto riguarda questo invito.

Presidente - La discussione generale è aperta.

La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Ringrazio il collega Lattanzi per avere cortesemente sollecitato una nostra espressione, naturalmente doverosa. Noi lo facciamo generalmente sulle iniziative, che siano di maggioranza come di opposizione, mentre non c'è mi pare una reciprocità di attenzione sulle mozioni e sulle risoluzioni presentate dalle opposizioni, non abbiamo spesso l'occasione di sentire la voce dei singoli gruppi di maggioranza. Ma fa parte del nostro modo di operare in questo Consiglio, forse un po' noioso, però abbastanza attento alle ragioni degli uni e degli altri esprimere il nostro punto di vista sulle differenti questioni che vengono trattate.

I colleghi Capigruppo delle altre forze politiche hanno ritenuto introdurre una risoluzione che esprime una solidarietà che, sul piano umano, non viene certamente a mancare da parte nostra. Siamo molto sensibili alle condizioni complesse e delicate nelle quali si stanno trovando due militari italiani in questo momento, ma come spesso succede, vicende di questa natura hanno delle implicazioni che vanno molto al di là dei riflessi umani e personali. Ne vorrei ricordare una in particolare, che ha visto l'Italia in una posizione speculare a quella di cui stiamo discutendo, che è stata la vicenda del CERMIS, in cui degli operatori di forze armate statunitensi provocarono, pare sulla base degli accertamenti fatti in Italia, in modo assolutamente colpevole, una gravissima strage. In quella vicenda ci fu una grande mobilitazione americana, perché i boys tornassero in casa e fossero sottratti ad un accertamento della verità da parte delle autorità italiane. Mi pare di ricordare che il Parlamento italiano si fosse espresso in modo piuttosto virulento sulla questione, che lo stesso Parlamento europeo avesse espresso sconcerto nei confronti di questa sottrazione alla giurisdizione di militari stranieri.

Ci sono quindi paesi che sono toccati direttamente o indirettamente, in questo caso direttamente, trattandosi di cittadini della Repubblica indiana che sono morti sotto il tiro di militari o comunque di persone che hanno reagito militarmente in quell'area, non si sa se si tratti di questi militari o di altri, e c'è una vicenda che credo abbia dei contorni molto complicati sul fatto che la si debba ancora approfondire sotto tutti i suoi aspetti. Si sono già espressi in tanti, lo stesso Sottosegretario De Mistura mi risulta che è impegnato in prima persona, in questo momento, in India e che si sta adoperando perché ci sono dei profili molto complessi di accertamento, ci sono scatole nere che pare siano non utilizzabili, addirittura si parla di cancellazione di scatole nere da parte del comandante di questa nave (una nave civile, intendiamoci), che è stata teatro di questa vicenda.

Ci sono problemi di diritto internazionale che si pongono sulla localizzazione e quindi sulla giurisdizione, su chi si deve pronunciare, quindi l'aspetto sul quale credo un po' sbrigativamente questa risoluzione fonda la propria radice, cioè: "considerato ancora che, al di fuori di valutazioni sulla dinamica e sulla qualifica da darsi ed il ruolo delle vittime"...ma come? Questo è il centro della questione! Se la dinamica è una dinamica che ha visto in acque territoriali indiane dei soggetti, civili o militari, sparare addosso a dei pirati o pescatori, questo compete alla giurisdizione indiana accertarlo, e non direi che sia una questione del tutto ininfluente. Poi il collega Lattanzi - che credo sia l'estensore - aggiunge: "pare in maniera inequivocabile" che "debba essere sottratto all'autorità indiane"; se pare, non è esattamente inequivocabile...o è uno o è l'altro! Forse per lei sarà inequivocabile, penso che in questo momento ci siano fior di magistrati e di giuristi che si stiano inerpicando.

Ma veniamo ad un altro aspetto, perché non è certo di diritto internazionale che siamo qui a disquisire; siamo a disquisire dei moventi di una mozione di affetti che si sta portando all'attenzione di questo Consiglio, e ripeto sull'aspetto umano non c'è il benché minimo dubbio. Ma questa mozione degli affetti sta rispondendo ad un movente politico molto preciso, che ha un soggetto ben identificato, che si chiama Ignazio La Russa, che twitta (io non twitto, ma qui pare che stiano twittando in tanti): "Il ritorno dall'India dei due marò è una priorità, per ottenerlo coinvolgiamo l'ONU, l'Unione europea e la NATO, mobilitiamoci! Difendere gli interessi della Nazione e mobilitarsi per salvare i due marò che hanno svolto il loro dovere, è prerogativa della gente comune e dell'opinione pubblica". Non riesco ad assumere il tono del soggetto twittante in questo caso, perché sarebbe anche simpatico farlo. "Quindi spetta alla giustizia italiana fare accertamenti ed indagini complesse. L'India si sta comportando in maniera discutibile ed alquanto arrogante. Il Governo Monti deve reagire e far sentire la propria voce per salvare i due marò, che hanno fatto il loro dovere fino in fondo, non lasciamoli soli!".

Collega Lattanzi, trovo che ci sia una distanza fra una mozione di affetti e di solidarietà e un rispondere ad un richiamo di questa natura, che ha una eco lontana, storica, che non ci piace e devo dire che suona anche un po' ridicola nei confronti di una potenza che ha 1.200.000.000 di abitanti, che è una delle grandi potenze mondiali, che credo sorrida di fronte a questo esercizio muscolare da parte di una parte della politica italiana, per fortuna non delle autorità, perché non ho sentito questi toni da parte del Ministro Terzi. Ci sono delle versioni in questo momento che si stanno confrontando, ci sono degli organismi internazionali che dovranno dirimere la questione, ma io credo che dobbiamo esercitare in questo momento l'esercizio laico del dubbio sulla vicenda, prima di lanciarci nazionalisticamente alla protezione di interessi della patria! È una questione che prescinde da valutazioni di altra natura, ma credo sia un dovere cercare di conoscere meglio le questioni.

C'è poi un altro aspetto che vorrei sollevare in quest'aula, perché non abbiamo fra le nostre competenze la materia militare, per fortuna dice l'Assessore Marguerettaz e "per fortuna" dico anch'io, in questo momento! Ma in questa vicenda, colleghi, a voi non è sembrato strano che su una nave civile ci fossero dei militari italiani? Io sono andato ad informarmi perché...

(interruzione del Consigliere Zucchi, fuori microfono)

...no, collega Zucchi, il personale militare non opera normalmente sulle navi civili, questo sta avvenendo in virtù di precise disposizioni di legge assunte dal precedente Governo, che ha creato la "Difesa S.p.A.", ha privatizzato un troncone dell'apparato militare italiano e lo ha reso disponibile ad attività remunerate da parte delle società commerciali. Su questo mi permetta, collega, di esprimere un'opinione personale, non avendo fatto in tempo a mobilitarci come ALPE per fare particolari approfondimenti: la privatizzazione delle forze armate non è una cosa che mi convinca particolarmente. L'uso di questi strumenti a protezione di interessi economici privati, italiani o multinazionali, non ci pare essere la soluzione migliore, tant'è che ce ne sono altre che sono praticate da altri paesi.

Noi, quindi, prima di chiudere il cerchio semplicemente dando per scontato che tutto sia proceduto nel modo migliore, che sia tutto stato fatto con il buon senso, la ragionevolezza ed il rispetto delle norme, gradiremmo avere un quadro più preciso. Siccome abbiamo anche delle riserve sui presupposti tecnici di queste operazioni di copertura di interessi economici, ci asterremo rispetto alla mozione che è stata presentata, distinguendo bene il piano della solidarietà personale e dell'invito ad operare perché vengano tutelati i loro diritti, dal piano invece degli interessi, sia di parte politica, sia di parte economica. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere La Torre.

La Torre (FA) - Grazie Presidente.

Personalmente, collega Louvin, non ho capito cosa lei volesse dimostrare con il suo intervento, al di là del richiamo alla maggioranza di mancanza di solidarietà nei confronti delle risoluzioni della minoranza, quasi come se il suo intervento dovesse essere una sottolineatura di questa mancanza...quindi un piccolo dispetto, non tenendo conto di un principio, vede, su cui io non ho nessuna difficoltà ad esprimermi, che è quello che i nostri soldati non si abbandonano mai, né vivi, né morti. Questo forse dovremmo impararlo anche dagli americani e da quello che lei citava del CERMIS, che è una cosa del tutto diversa, è stato un disastro che è accaduto sul suolo italiano. Mi stupisce il suo intervento, anche perché lei, essendo un giurista, dovrebbe conoscere il diritto internazionale, su cui non ci dovrebbero essere dubbi. Perché se si comincia a mettere in discussione anche il diritto internazionale, allora possiamo discutere di tutto, di tutti i sessi degli angeli e di quello che lei crede più opportuno!

Primo elemento: siamo in presenza di una palese violazione da parte dell'India del diritto internazionale; secondo elemento: siamo in presenza di un abuso da parte dell'India, fatto a scopi politici interni, chiunque lo può capire, e mi stupisco, e per quello non capisco il suo intervento, se non come dispetto a questa mancanza di attenzione nei confronti della minoranza...non capisco cosa vuol dimostrare...vuol dimostrare che ha ragione l'India? Vuol dimostrare che c'è il legittimo dubbio? Vuol dimostrare che i nostri soldati sono andati lì, di loro spontanea volontà, perché fanno parte de "l'esercito S.p.A."? Guardi, esiste una bandiera che è quella dell'Italia, esistono delle persone che sono destinate a difendere questa bandiera, e sono i nostri soldati. I nostri soldati, qualunque cosa abbiano fatto, avessero anche sbagliato, non si lasciano indietro, né vivi, né morti e li si difende fino all'ultimo!

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, dopo la ventata indipendentista del mattino, siamo passati ad una ventata nazionalista nel pomeriggio...vedrò di avere dei toni un po' più contenuti, perché noi abbiamo condiviso pienamente questa risoluzione. Riteniamo che sia corretto chiedere alla Presidenza della Regione di intervenire, per quello che può, nei confronti delle nostre autorità nazionali perché al più presto questi due ragazzi possano tornare a casa. L'ho detto in altre situazioni molto più delicate a livello regionale che il Consiglio regionale non è un'aula di tribunale, non siamo qui a discutere nel merito, a fare sottili disquisizioni nel merito di come funziona il diritto internazionale.

Sappiamo che esiste una copertura ONU a determinati interventi, alla possibilità di utilizzo di forze antipirateria, sappiamo che c'è stato un gravissimo incidente e che, quand'anche questi due ragazzi ritornassero in Italia, sarebbero sottoposti ad un regolare processo, quindi siamo in una situazione molto delicata. Naturalmente auspichiamo che il processo faccia luce e scagioni questi due ragazzi. Vorrei ricordare che il Presidente Napolitano ha espresso vicinanza soprattutto alle famiglie di questi due ragazzi e in questo senso, anche noi del PD, ci sentiamo molto vicini alle parole del Quirinale; in una lettera ai familiari ha espresso "la sua vicinanza e i più profondi sentimenti di solidarietà"...questo crediamo sia doveroso fare.

Si tratta di un caso delicato, in cui è stata coinvolta anche l'Unione europea, la quale si sta muovendo nella stessa direzione del Governo italiano, per ottenere - naturalmente nel rispetto del diritto internazionale, senza nessuna pressione - la possibilità del rientro in Italia di questi due giovani. È quello che noi auspichiamo con questa mozione, e quello che auspichiamo sempre è che questioni così delicate non siano solo l'occasione per delle schermaglie di parte, ma siano l'occasione per trovare quei rari punti di incontro che, alle volte, sono assolutamente indispensabili. Vorrei che non fossero solo le questioni che ci dividono ad animare i dibattiti, ma che qualche volta la maggioranza si animasse anche su questioni dove magari non c'è una divisione ideologica.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Vorrei solo chiarire, siccome l'invito è rivolto al Presidente della Regione...credo sia giusto dire che per parte mia mi farò interprete della sollecitazione che è venuta da quest'aula, con l'auspicio che la parte diplomatica lavori per ottenere il risultato che è la liberazione. Non entro nel merito delle disquisizioni del collega Louvin, che alle volte - se mi è permesso - su questo tema mi sembrano persino un po' ridondanti, nel senso di trovare qualcosa per non votare la mozione.

In questo caso credo sia abbastanza scontato il fatto che nessuno conosce più di quello che ha letto sui giornali, parlo per me, al di là dei twittori che sono i suoi amici che legge...

(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)

...io parlo per me, non per i compagni! Visto che lei ha letto qualcuno che twitta, non so che diavolerie fa...io credo che qui il discorso sostanzialmente sia che nessuno conosce quello che è successo, non lo conoscono gli inquirenti...figurati qui! Tutti hanno leggiucchiato giornali, hanno cercato di spulciare per venire a dire qualcosa di più.

Nella sostanza credo che questa mozione abbia una motivazione seria che è stata ripetuta: quella di augurarci che ci possa essere al più presto il rientro di questi due ragazzi e possa essere chiarita la vicenda nel modo migliore, con l'epilogo migliore.

Io mi fermo qui, perché andare oltre sarebbe ridondante per quest'aula, perché non abbiamo nessun elemento in più per esprimerci. Non ho elementi, quindi recepisco...questa mozione noi l'abbiamo firmata con questo spirito, che ribadisco, e credo che sia anche unanimemente valutato positivamente il fatto di augurarsi che questa situazione sia chiarita e finisca al più presto questo periodo per questi due ragazzi, che comunque erano impegnati in un certo lavoro. Credo che su questo si chiuda e, per quanto mi riguarda, farò presente alle rispettive autorità diplomatiche una preoccupazione emersa anche da questo Consiglio regionale. Questo lo vorrei chiarire, perché di più non è nelle mie competenze fare, tanto per non aspettarsi che domani siano liberati e che si dica che è la mozione che ha liberato i due! Sappiamo che non è merito nostro, magari c'è qualcun altro che sta volando da qualche altra parte e che riuscirà a fare quello che altri non riescono a fare; però, qui, rendiamoci conto dei nostri mezzi, torniamo per terra e cerchiamo di rientrare nella logica con cui a volte affrontiamo anche queste mozioni. Quindi votiamo questa mozione con questo spirito.

Presidente - Pongo in votazione la risoluzione:

Consiglieri presenti: 32

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 5 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Louvin, Patrizia Morelli)

Il Consiglio approva.

Presidente - Con questa votazione abbiamo esaurito l'ordine del giorno; i lavori del Consiglio sono terminati.

La seduta è tolta.

---

L'adunanza termina alle ore 18,07.