Oggetto del Consiglio n. 2264 del 23 febbraio 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2264/XIII - Reiezione di risoluzione: "Misure atte ad assicurare ai consiglieri di espletare in ogni momento le loro funzioni".
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Premesso che:
- alcuni Consiglieri regionali hanno informato il Presidente del Consiglio regionale che nel corso della seduta del Consiglio regionale dell'8 febbraio scorso, in occasione del voto conclusivo del disegno di legge 176 sulla rinotracheite bovina, sarebbero stati avvicinati in aula dal Capogruppo Diego Empereur che avrebbe comunicato loro - secondo quanto dallo stesso affermato anche a nome del Presidente della Regione- che in caso di voto a scrutinio segreto sul voto finale della legge non avrebbero dovuto partecipare alla votazione;
- la segnalazione, resa pubblica dagli organi di stampa, evidenzia che questa "astensione coatta" sarebbe un possibile metodo di controllo del voto segreto per individuare eventuali "franchi tiratori";
Ricordando come la ricerca di metodi per individuare Consiglieri dissenzienti sia stata presa in considerazione anche fuori dall'aula, nel corso di riunioni politiche dello stesso gruppo politico dell'Union Valdôtaine, dove sarebbe, a quanto dichiarato, "emerso un parere favorevole a forme di controllo";
Preso atto dell'iniziativa assunta dal Presidente del Consiglio regionale da cui emerge che il capogruppo dell'Union Valdôtaine avrebbe effettivamente "commesso una leggerezza, ma non agito in malafede" e delle spiegazioni fornite dallo stesso Presidente secondo cui "va preso atto delle scuse rivolte dal capogruppo Diego Empereur nel corso della riunione per le modalità utilizzate e l'invito a non partecipare al voto e della dichiarazione per cui l'iniziativa è stata improvvisata e improvvida, avanzata a fronte dell'antipatica situazione dei franchi tiratori";
Considerando come tutte queste circostanze evidenzino l'effettivo accadimento dei fatti denunciati dai destinatari delle pressioni;
Appreso altresì dell'invito rivolto dallo stesso Presidente ai Consiglieri autori della segnalazione di "voler considerare la vicenda con una disponibilità verso le attenuanti che tolgono al fatto i contenuti di malafede connotandoli come una leggerezza della quale lo stesso Consigliere Empereur non ha sul momento valutato le conseguenze";
Ritenuto che gli accertamenti in ordine alla commissione di eventuali illeciti commessi nell'aula del Consiglio, alle loro motivazioni psicologiche e alle loro eventuali attenuanti non competano né al Presidente del Consiglio né ai destinatari delle pressioni;
Invita
il Presidente del Consiglio:
- a procedere alla segnalazione di propria competenza alle competenti autorità dei fatti sopra ricordati;
- a promuovere con urgenza l'adozione di tutte le misure necessarie per assicurare che ogni singolo Consigliere ed il Consiglio nel suo complesso siano posti in grado di espletare in ogni momento le loro funzioni in assoluta libertà, senza condizionamenti esterni e con la garanzia di assoluta libertà e segretezza del loro voto, secondo quanto prescritto dal Regolamento interno del Consiglio.
F.to: Bertin - Giuseppe Cerise - Chatrian - Donzel - Carmela Fontana - Louvin - Patrizia Morelli - Rigo
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Cari colleghi, i gruppi ALPE e PD mi hanno affidato il delicato compito di illustrare una risoluzione che ritengo di massima importanza per questo Consiglio regionale. Mi accingerò a tale compito, ad illustrare il contenuto della risoluzione, conservando l'ultima parte dell'intervento per alcune considerazioni di carattere personale che attengono al mio modo di leggere tale vicenda. Preciso solo per far chiarezza che l'ultima parte del mio intervento sarà da attribuire al Consigliere Donzel e non all'interezza dei due gruppi. I fatti a cui ci riferiamo sono legati alla seduta dell'8 febbraio scorso, quando, chiamato il Consiglio regionale al voto segreto sull'articolo 1 della legge n. 176, riguardante la rinotracheite bovina, si verificò la presenza nelle file della maggioranza di un'assenza di voto. Da qui qualcuno interpretò questa mancanza di voto come franchi tiratori, ossia espressioni che sono nate soprattutto a livello di stampa e, successivamente a tale fatto, risulta, da una lettera inviata al Presidente della Regione, che i Consiglieri Caveri e Impérial sono stati invitati ad abbandonare quest'aula nel caso in cui si fossero ripresentate situazioni di voto segreto. È poi emerso che un partito, l'Union Valdôtaine, abbia riflettuto sulle modalità con cui si possa controllare il voto segreto e che abbia riflettuto su come riuscire a trovare dei meccanismi che permettano il controllo di questo voto. Per quanto ci riguarda, l'ho detto più di una volta anche su altre questioni, il Consiglio regionale non è un'aula di tribunale, il Presidente del Consiglio non è Re Salomone che deve emettere delle sentenze assolute, credo ci siano dei luoghi deputati per vedere se ci sono gli estremi per valutare anche eventuali reati, e di questo se ne deve far carico il rappresentante di tutto il Consiglio regionale - penso il Presidente del Consiglio -, non azioni che abbiano un carattere estemporaneo. Quello che vogliamo quindi è che questo Consiglio faccia il suo dovere come Consiglio, ossia trasmetta a chi si occupa di fare giustizia gli atti affinché giustizia sia fatta, quindi non ci trasformiamo noi in aula di tribunale, ciò che non siamo: principio che abbiamo usato non qui per questo caso, ma anche in altre situazioni. Ulteriore conseguenza è quella di valutare tutte quelle misure che possono garantire l'assoluta segretezza del voto e poi - aggiungo io - un clima di rinnovata legalità e serenità che deve essere parte di tutti noi: questo per quanto riguarda un sintetico riepilogo dei fatti e della risoluzione in questione.
Vengo ora ad un altro problema, che molto mi ha colpito in questi giorni, perché, invece di parlare della sostanza di tale questione, ossia l'impedimento all'esercizio del voto, giustamente i giornali e l'opinione pubblica si sono molto esercitati sul concetto del franco tiratore, che non è l'oggetto di questa risoluzione, l'oggetto è garantire l'assoluta libertà del consigliere nell'esercizio del suo voto. Si è invece molto parlato di franco tiratore, di traditori ed espressioni che sono abbastanza curiose; chi è che tradisce l'elettore: il franco tiratore o il palese uccellatore? Chi nel voto segreto rispetta il mandato degli elettori, oppure chi palesemente tradisce gli elettori che lo hanno portato qui con un'alleanza, una maggioranza autonomista...poi si fanno le alleanze di centro-destra. Per fare altri esempi, è un palese uccellatore quello che palesemente, dopo aver detto che l'ospedale deve costare 130.000.000 di euro e deve essere ristrutturato, poi lo porta a 200.000.000 e palesemente uccella tutti gli elettori? Le tirate moralistiche sui franchi tiratori quindi, per cortesia, risparmiatemele...tanto per parlare.
La questione della segretezza del voto poi...qualcuno ha teorizzato che il voto non deve essere più segreto, il consigliere deve dire apertamente quello che pensa. Io non ho la competenza per addentrarmi in tematiche di cui discutono eminenti costituzionalisti; ho cercato però di informarmi e c'è un interessante documento di lavoro a disposizione di chiunque sia interessato redatto fra il 2004 e il 2009 dalla Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo, la relatrice è Marie-Line Reynaud, una socialista francese. Si tratta di un documento molto interessante, perché fa vedere che la pratica del voto segreto è diffusa in molti Parlamenti, regolamentata in modo più o meno diverso, ma o non è ammessa, o, laddove è ammessa...come, ad esempio, in quasi tutti i Parlamenti, quando c'è da eleggere una persona a una presidenza o a una carica ad una commissione, il voto è segreto; è previsto anche dal Bundestag, che non ammette voto segreto sugli atti normali, ma sulle elezioni delle persone è obbligatorio e addirittura in alcuni Parlamenti è obbligatorio il voto segreto su elezioni riguardanti le persone. Noi ieri lo abbiamo dovuto richiedere il voto segreto, nel Bundestag è obbligatorio, non su altri atti, quindi c'è una regolamentazione molto interessante. Torno al principio: laddove c'è il voto segreto in Europa, ci sono anche dei Parlamenti che non hanno il voto segreto, ma, laddove c'è, nessuno si sogna di controllarlo, nessuno, perché è previsto dalla legge; allora se abbiamo una legge che prevede che si possa ricorrere al voto segreto e c'è un regolamento così, nessuno dovrebbe sognarsi di controllarlo e qui vengo all'aspetto estremamente grave: il problema della legalità.
Qui si è andati oltre al controllo del voto segreto, perché, come qualcuno che si fa prendere la mano da un certo meccanismo, si è arrivati oltre e si è detto ad un Consigliere che non poteva più votare. Questa cosa l'ho scartabellata dappertutto, non esiste neanche nelle dittature che uno non venga a votare, al limite lo portano dentro in aula e lo fanno votare, questo è un unicum del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Non può essere quindi che non ne parliamo, che "è questione di franchi tiratori, ne discutiamo in Avenue des Maquisards", ne discutiamo qua, perché tale clima di intimidazione ha delle ripercussioni gravissime...di dire: "guarda che ti controllo il voto". C'è qualcuno che ha il sospetto che nel voto elettronico si possa riuscire a sapere, attraverso chissà quale meccanismo, come ha votato il consigliere: è una cosa psicologica, non è così, ma c'è qualcuno che comincia a convincersi che potrebbe esserci un sistema di controllo. Ecco perché mi sono permesso di dire: torniamo alle palline bianche e alle palline nere, a parte che anche i Papi si eleggono così, pensate persino il Papa è eletto con il voto segreto e lì c'è di mezzo pure lo Spirito Santo! Ma, nonostante questo, la pallina bianca o nera non guasta mai. Questo per dire che il voto segreto è utilizzatissimo ed è sempre garantito, invece, quando parte un clima intimidatorio, le cose si mettono male, ma non tanto solo per noi del Consiglio regionale, perché questo caso Caveri-Impérial ha una ripercussione nell'opinione pubblica molto significativa. Ci sono persone che mi hanno detto: "ma se neanche voi siete liberi di votare in Consiglio regionale, come pensate che io elettore possa essere libero?". Ci sono persone che non se la sentono più di scrivere lettere firmate al Consiglio regionale per chiedere garanzie sul posto di lavoro, perché hanno paura di quello che gli può accadere nel caso lo facciano. Sì, Signori, perché se neanche un consigliere regionale può essere sereno nell'esercizio del proprio voto, mi dite come fa un cittadino di questa regione a vivere un clima di serenità, di partecipazione democratica e a dire: "la penso così", quando la gente è intimidita nel momento del voto in Consiglio regionale? Ma stiamo scherzando? Questo non è grave solo per noi: è grave per chi ci sta sentendo fuori e noi dobbiamo scemare ogni dubbio su tale questione della segretezza del voto.
Si dà atto che, alle ore 9.05, la Consigliera Hélène Impérial lascia l'aula consiliare e non partecipa alla discussione e alla votazione dell'atto.
Presidente - Se non ci sono più iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Devo esprimere il mio sconcerto per due fattori: il primo è che, forse per mia carenza, non ho sentito giustificare l'assenza del Presidente della Regione, che era parte in causa, chiamato in causa espressamente da una lettera che è stata scritta dal collega Caveri, il quale, nel denunciare di avere subito delle pressioni per quanto riguarda l'esecuzione di un voto segreto, scrive: "Empereur ci ha detto...secondo quanto da lui affermato, anche a nome del Presidente della Regione...". Non si potrà oggi far riferimento a questo, non lo si farà per ragioni di stile, si parlerà del Signor Enne, quindi avremo una discussione un po' monca.
Mi dispiace poi perché era stato annunciato un chiarimento da parte del collega Caveri, ma i chiarimenti si fanno in sede di discussione generale e non di dichiarazione di voto e si permette, collega Caveri, che, dopo che la risoluzione è stata illustrata dal collega Donzel a nome di tutti i firmatari, si apra la discussione. Se lei non gradisce che ci sia questa discussione, se lei preferisce che le questioni di tale calibro - che intendiamo come questioni istituzionali e non come questioni domestiche e caserecce dell'Union Valdôtaine - vengano definite solo in riunione fra un Presidente del Consiglio dell'Union Valdôtaine, due Consiglieri dell'Union Valdôtaine, un Capogruppo dell'Union Valdôtaine e non qui tranquillamente in tale seduta pubblica, di questo ce ne rammarichiamo e io le esprimo un mio personale e molto risentito rammarico.
Detto questo, alcune brevi considerazioni sulla vicenda. Per noi le istituzioni sono più importanti dei partiti politici, delle loro logiche interne e purtroppo in questo caso hanno dimostrato di tracimare rispetto alla regolare condotta delle istituzioni. Noi abbiamo da difendere quel clima di serenità, di libertà di opinione che è gravemente compromesso fuori da quest'aula, lo viviamo e lo sentiamo in ogni momento e abbiamo il dovere di farlo partendo da comportamenti che siano messi al di fuori di ciascuna possibile opinabilità, invece purtroppo vicende come quella a cui abbiamo assistito...e non è il caso di ricapitolarla, perché il filmato è stato riproposto più volte in questi giorni dalla stampa, un po' meno dalle televisioni, ma è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo un fatto di grave violenza psicologica nei confronti di alcuni consiglieri, che come tale lo hanno denunciato; la questione avrebbe investito anche altri consiglieri, oltre a quelli che hanno preso, correttamente, carta e penna per segnalarlo al Presidente del Consiglio regionale, ma a questo si è dato una risposta che credo lasci molto l'amaro in bocca e molte perplessità nell'opinione pubblica...un incontro domestico fra le mura dell'ufficio del Presidente del Consiglio regionale, che si è assunto un ruolo - questo mi permetto di dirlo, Presidente - che non coincide esattamente con il profilo che riteniamo debba avere e mantenere il Presidente di tale Assemblea, comprendiamo e apprezziamo lo spirito di conciliazione all'interno di quest'aula.
Una vicenda come questa - e non entro nei profili giuridici - chiaramente è tale da evidenziare dei profili di alta responsabilità da parte di chi l'ha condotta e di chi ne è stato il mandante. Certamente tale genere di situazione dovrebbe far ritenere che siamo su un terreno altro da quello dei rapporti personali, delle scuse, della pubblicità dell'ammenda che si fa in quest'aula e questo non per desiderio punitivo, non per particolare animosità nei confronti degli uni o degli altri, ma perché ci sono dei fatti in sé oggettivamente gravi, la cui segnalazione, come indicato nella risoluzione che abbiamo presentato con i colleghi del Partito Democratico, non può non essere considerata una precisa responsabilità da parte di chi ne ha diretta conoscenza. La comunicazione di questi fatti a mezzo stampa, la lettura ad alcuni colleghi del Consiglio regionale e non ad altri, anche più vicini per funzione alla Presidenza del Consiglio regionale, ci ha dato l'impressione che la vicenda venisse ricondotta nell'alveo di un braccio di ferro interno ad un partito politico, piuttosto che sui binari giusti del ristabilimento della correttezza.
Lei è convinto, Presidente Cerise, che competa a lei valutare il momento psicologico di questa vicenda? È veramente convinto che stia a lei valutare se l'invito a non partecipare al voto - che, fra l'altro, negli atti scritti figura con un punto esclamativo e non con un gentile condizionale - sia stato solo un'iniziativa improvvisata e improvvida e che le scuse tolgano al fatto i contenuti di malafede, connotandoli come una leggerezza? Lei ha fatto delle indagini molto sottili in questo campo, indagini che mi risulta competano ad altri organismi, a lei forse competeva solo verificare se il fatto ci fosse stato, oppure no. Implicitamente tutto quello che lei ha comunicato con la sua lettera lo avalla pienamente.
Non siamo qui sul terreno della disciplina di partito, ogni partito la gioca come crede, l'Union Valdôtaine continuerà a giocarla nei termini del controllo interno del voto con il nome e il cognome, il cognome e il nome, il nome il punto e il cognome, come già è stato fatto e come sembra anche non essere stato lontano da ciò che è avvenuto anche nel corso della votazione di ieri in piena discussione sulla segretezza del voto! Ci sono curiosi comportamenti che non sfuggono all'attenzione, forse nei limiti del legale se la Presidenza del Consiglio non si perita di dare indicazioni precise su come deve essere espresso il voto; poi anche nello svolgimento delle operazioni di accertamento certe cose non sfuggono a chi è incaricato di fare questo lavoro. Ne siamo molto rammaricati, c'è una questione di stile, di comportamento da parte di un partito politico che sta vivendo in questo momento delle sue obiettive lacerazioni, ma c'è anche una questione di forte attaccamento da parte nostra ai brandelli di democrazia che ci possono essere ancora in questa regione. Noi li difendiamo, continueremo a difenderli e la richiesta che abbiamo avanzato, Presidente Cerise - e che ci saremmo augurati, anche se non siamo troppo naïf da crederlo -, è che lei fra le tante cose che ha da fare trovi il tempo per assumere delle misure che ci garantiscano, che partono dalle piccole cose: nei voti che vengono effettuati su scheda, ma che vanno anche al controllo fisico che a volte c'è in quest'aula sul voto segreto, a cui si può rimediare con delle misure tecniche, ma soprattutto credo si debba rimediare con delle misure di comportamento diverso all'interno e fuori da tale aula. Questa è una brutta pagina, una pagina fra le peggiori che abbiamo letto in questi ultimi tempi della nostra vita politica regionale, e crediamo ci debba essere da parte sua per primo, e da parte di tutti in seguito, uno sforzo per girarla e molto rapidamente. Non possiamo in questo momento che affidarci alla intelligenza e alla sensibilità dei colleghi, ma credo che anche quelli che ci stanno ascoltando fuori da quest'aula abbiano orecchie per intendere ed occhi per vedere quello che sta succedendo. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
"Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero" questo diceva Oscar Wilde e credo che questa sia una delle espressioni più geniali per dire come la libertà e l'espressione del proprio pensiero possa meglio esprimersi in un voto segreto, che è stato pensato, come diceva il collega Donzel, anche nelle democrazie più evolute per garantire la libertà di pensiero. Diremo perché non voteremo tale risoluzione, collega Louvin, non la voteremo per due motivi: primo, perché abbiamo preso atto che i colleghi che hanno esposto i fatti di cui sono stati protagonisti hanno inviato una comunicazione all'Ufficio di Presidenza e al Presidente del Consiglio, non l'hanno inviata ad autorità competenti per fare chissà quali indagini, questo ci risulta. Mi chiedo quindi cosa possa fare il Presidente del Consiglio per andare oltre e segnalare cosa quando gli stessi protagonisti si sono limitati a mandare al Presidente la segnalazione di avvenuti comportamenti; ai quali comportamenti...mi risulta, perché lo abbiamo appreso ieri mattina all'apertura del Consiglio per conoscenza, ci sia stata un'azione da parte del Presidente di incontro fra i protagonisti di questi fatti. Quello che non mi risulta ancora è se i protagonisti si sono dichiarati soddisfatti di tale incontro e sarebbe il caso - colleghi Caveri e Impérial - che ci facciate sapere se l'incontro che il Presidente del Consiglio ha promosso fra voi e il vostro Capogruppo, voi che siete protagonisti di tali fatti, vi ha dato la soddisfazione del confronto.
Per quanto concerne la promozione di tutte le iniziative necessarie affinché il voto segreto in quest'aula si possa svolgere nella massima serietà e legalità, devo dire che tale invito lo ritengo irricevibile: per quanto ci riguarda, non abbiamo mai avuto pressioni di controllo del voto, altrimenti lo avremmo denunciato. Per cui ribadendo il principio che la votazione segreta è un baluardo di libertà di espressione, forse l'unico sincero che rimane in quest'aula, al di là di quello che si dice nei corridoi e di quello che si esprime poi in aula, noi rigetteremo tale invito, colleghi dell'opposizione, perché abbiamo capito su quale piano volete spostare il tema.
Certo, c'è un fatto, dei colleghi scrivono al Presidente, che incontra i protagonisti, c'è un confronto, non c'è un esito di tale confronto - aspettiamo di conoscerlo -, ma che questo significhi che ci sono delle azioni illegali...se voi le ritenevate illegali...voi o gli stessi protagonisti avreste già potuto segnalare alle competenti autorità presunti illeciti avvenuti, se non lo avete ancora fatto, evidentemente anche voi non avete ancora ritenuto sufficienti questi elementi per poterli esporre alle autorità competenti, dopodiché vi do una buona notizia: le autorità competenti sono già informate, non c'è bisogno di votare questa risoluzione.
Presidente - La parola al Consigliere Rosset.
Rosset (UV) - Grazie Presidente.
Mi limiterò ai fatti della risoluzione, senza divagare su eventuali allargamenti di maggioranza o programmi, sarà poi l'elettore, collega Donzel, a dare dei riscontri, se sono positivi o meno. Correttamente, siccome questa non è un'aula di tribunale, noi prendiamo atto dell'iniziativa assunta dal Presidente del Consiglio di incontrare i diretti interessati e, preso atto della lettera - perché abbiamo preso atto di una lettera dove si enunciava una conciliazione da parte dei diretti interessati -, credo che nulla ci sia da aggiungere, altrimenti poi saranno eventuali altri organi competenti.
Per quanto riguarda il gruppo dell'Union Valdôtaine, riteniamo che la cosa sia chiusa e respingiamo questa risoluzione.
Presidente - La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - È normale che chi è interessato ad una vicenda si esprima dopo aver ascoltato cosa hanno da dire gli altri, per cui non credo ci sia niente di scandaloso e mi spiace di non aver potuto parlare in discussione generale, perché avrei avuto un po' più di tempo. Non ritengo si possa fare un ragionamento nel senso di dire se si è soddisfatti o insoddisfatti, la nostra - parlo anche a nome della collega Impérial, che per motivi di lavoro stamani non può essere presente - era una questione di principio e non era una questione interna all'Union Valdôtaine. Questo ci tengo a dirlo, perché su questo si è molto detto, non era una cosa da risolvere a tarallucci e vino o con una casse-croûte in Avenue des Maquisards: era una questione interna a tale Consiglio, di garanzia del ruolo dei consiglieri regionali e, nell'indirizzare la lettera al Presidente del Consiglio, abbiamo fatto quello che ritenevamo essere il nostro dovere in una logica gerarchica. Non era neanche un capriccio, il nostro non è stato un comportamento isterico sulla base di chissà quale preoccupazione personale: è stata una sensibilità istituzionale e come tale mi pare essere stata riconosciuta nella risposta del Presidente del Consiglio.
Non posso mettermi nei panni del Presidente del Consiglio, il quale ha ascoltato le parti, esiste anche una rendicontazione verbale nella quale ci siamo limitati a ribadire gli avvenimenti che ci avevano colpiti e il clima d'aula che avevamo registrato, che non riguardava solo noi. Lo abbiamo fatto perché lo ritenevamo un nostro dovere e prendiamo atto delle decisioni assunte dal Presidente del Consiglio. La prima parte è un'assunzione di responsabilità del Presidente del Consiglio in quanto tale, nel suo ruolo istituzionale; la seconda è una parte che ci interessa, perché vengono ribaditi quei principi di libertà del consigliere regionale, ai quali ci eravamo attenuti nel presentare questa nostra questione.
Ci tengo a ribadire che non era neanche una foglia di fico, perché l'aspetto più sgradevole di tale vicenda era con un metodo totalmente empirico l'individuazione, o il ritenere di poter individuare dei franchi tiratori con una specie di sottrazione, di prova del nove, non so neanche in termini matematici come la si potrebbe definire, che è francamente ridicola, perché sappiamo che ogni votazione ha una sua storia e venire individuati noi e forse qualcun altro come i franchi tiratori attraverso questo metodo di non partecipazione al voto era quanto di meno scientifico esistesse. I franchi tiratori sono una malattia o una ricchezza della democrazia? Questo non lo so dire. I franchi tiratori sono nella vulgata del linguaggio politico a partire dagli anni '50, quando nel Parlamento italiano questo fenomeno si è manifestato con particolare virulenza ed è stato ricopiato tale termine, che aveva un significato del tutto diverso derivante dalla guerra franco-prussiana del 1870, per cui da cecchini o da guerriglieri ante litteram sono diventati, trasportati nella terminologia politica, qualcosa di molto diverso.
Il voto segreto è giusto o sbagliato? Non credo che siamo noi che dobbiamo discuterlo, questo Consiglio può in qualunque momento modificare i propri regolamenti. In parte la Camera dei Deputati, io ne fui testimone, modificò le modalità di voto segreto nel 1988 rendendo il voto segreto più rarefatto e creando questa figura, che esiste ormai nella politica italiana, della questione di fiducia, che rende il Parlamentare responsabile anche di fronte a voti che nulla hanno a che fare rispetto alla fiducia nei confronti del Governo.
È una pagina negativa, abbiamo preso atto delle scuse formali del Capogruppo Empereur. Ritengo che questa vicenda suoni come un ammonimento per il rispetto del consigliere, dei suoi diritti...ho l'impressione che mai come in questo momento la figura del politico e dell'eletto sia sotto la lente di ingrandimento dell'opinione pubblica, alla quale non siamo simpatici...e dei nostri comportamenti singoli e collettivi, sapendo che i gruppi consiliari sono riconosciuti come tali, quindi sono una parte integrante del Consiglio regionale. Credo che tutte queste vicende ci portino a dire che nessuno deve toccare quel territorio franco, visto che "franco" vuol dire libero, che fa parte della coscienza di ciascuno di noi.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Cari colleghi, l'argomento era di tale importanza e di tale portata che nulla accadde. Quando ero un mediocre giocatore di scacchi, quello che mi deludeva di più di una partita non era tanto perderla, ma era quella situazione che si chiamava stallo, in cui il vincitore non è in grado di vincere e quello che è in difficoltà non è più in grado di muoversi ed è la situazione più antipatica che possa succedere in quel gioco. È però la situazione più antipatica che possa capitare in un Consiglio regionale per l'attesa che c'era all'esterno, nell'opinione pubblica, ossia non si è capito cosa è avvenuto, se ci sono scuse formali, se la cosa è andata avanti. Una situazione dire antipatica che, se non fosse che per caso ho trovato questo libro di Don Luigi Ciotti, mi avrebbe lasciato ancora più perplesso, ma alla fine una sua considerazione mi spinge a dire che bisogna continuare, per quello che possiamo, ad agire nella direzione della legalità e dell'ordine pur sapendo che possiamo incontrare alle volte situazioni di stallo. Don Ciotti diceva: "la legalità è una tensione, non un'obbedienza acritica e passiva come ci hanno insegnato Danilo Dolci e Don Lorenzo Milani". Ecco io credo che o recuperiamo questa tensione non moralizzante verso la legalità e quindi ognuno si fa carico del rispetto totale della legalità, oppure il danno non lo facciamo nei nostri giochini interni e nei rapporti di forza, ma lo facciamo nei confronti dell'opinione pubblica. Se da tale vicenda non viene ripristinato con chiarezza il fatto che si entra qui sereni, si vota ognuno secondo coscienza nel voto segreto ed è finita questa storia del controllo del voto fino in fondo...se lasciamo che questa cosa "galleggi" così, torno a dire che le ripercussioni sull'opinione pubblica sono gravissime! Questa storia del controllo del voto anche nelle regionali è una cosa che c'è nella pubblica opinione ed è un fatto molto grave e tocca alla politica risolverlo.
Oggi di fronte ad un fatto grave per il Partito Democratico...fra l'altro, ho apprezzato anche una parte significativa dell'intervento del collega Lattanzi, non ho capito le conclusioni, ossia il negare la necessità che ci sia da fare chiarezza fino in fondo rispetto al voto segreto. Francamente ho condiviso, ma il fatto di dire: "noi non ci siamo accorti di nulla, non abbiamo visto nulla, non vediamo nulla"...naturalmente rispetto l'opinione del Popolo della Libertà, ma il fatto di dire: "qui non abbiamo visto nulla"...non vediamo che nelle schede uno scrive la maiuscola e l'altro la minuscola...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
...ho capito che non siete voi, ma dire: "noi non vediamo che magari si mette la maiuscola, la minuscola nelle schede dove si vota" è un fatto grave: è mettere la testa sotto la sabbia, noi non la mettiamo e quindi votiamo tale risoluzione.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Grazie Presidente.
Credo che un dibattito, quando è sereno come in questo caso, diventa utile perfino su un argomento delicato, anche perché l'intervento di Caveri in dichiarazione di voto è stato un intervento pacato che ha voluto fare un richiamo: ci ha ricordato quelli che sono i limiti dello stare insieme, come ci dobbiamo comportare. Credo che questo sia giusto, quando l'invito va nella direzione di gestire i lavori di un'aula, e comunque non sta a noi decidere se il voto segreto può considerarsi una ricchezza o un'anomalia.
Penso che il voto segreto resta anche una valvola di sfogo, forse l'errore sta a volte nel voler da una parte crocifiggere i Capigruppo che devono svolgere un lavoro di comunicazione fra le indicazioni dei partiti e il momento del voto, in cui ognuno ha la propria libertà, come bene ha risposto il Presidente del Consiglio, credo sia quello l'elemento su cui ci dobbiamo concentrare...una risposta che tutela tutti i consiglieri nel richiamo che faceva il collega Caveri. Non si può quindi gettare la croce sui Capigruppo, che spesso sono il trait d'union fra gli impegni politici che si assumono all'interno dei rispettivi schieramenti e il momento del voto. In questo senso credo che oggi, facendo tale dibattito, diamo comunque un contributo utile per il futuro.
Donzel diceva: "il voto segreto...", il voto segreto non è una cosa di cui dobbiamo stupirci, addirittura nel conclave per votare il Papa si vota segretamente e non mi risulta che alla prima elezione il Papa venga votato. Sono molte le votazioni che fanno nel conclave prima di arrivare alla fumata definitiva! Anche là si mettono d'accordo e spesso i nomi non sono quelli che...eppure sono illuminati dal Signore e dallo Spirito Santo! Non per questo non ho mai sentito parlare di caccia alle streghe, ma si accetta con serenità.
Il voto deve essere esercitato in libertà, come ci ha garantito il Presidente del Consiglio, deve essere accettato con serenità da tutte le forze politiche, facendo delle valutazioni eventuali su cosa può significare il voto segreto, che molte volte è una valvola di sfogo, che può fare riferimento ad un metodo di lavoro, alla necessità di qualcuno di sentirsi più partecipe e avere magari la possibilità di essere più incisivo nel suo ruolo di poter dire la sua. Penso che questo attenga ad un normale ragionamento di democrazia, in tale senso credo che venga il richiamo del collega Caveri: quello di sottolineare che ci sono dei limiti nei quali dobbiamo stare. Mi sembra di capire che con questo richiamo e con le dichiarazioni precise del Presidente del Consiglio, che tutela tutti i consiglieri nei loro diritti, si possa respingere tranquillamente tale risoluzione.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Brevissimamente, visto che sono intervenuti tutti i gruppi, per dire che noi non voteremo questa risoluzione e spiego il perché. Rimane fermo il concetto che per noi il voto segreto è un elemento di alta democrazia, quindi su questo non sto a girare intorno al problema. La vicenda che è avvenuta non riguarda il mio movimento, abbiamo già detto in altra occasione che è un fatto interno all'Union Valdôtaine. Proprio per tali motivi la richiesta di promuovere con urgenza l'adozione di misure necessarie è una cosa che non interessa noi. Sotto questo profilo, quindi non pensiamo di dover approfondire ulteriormente tale argomento.
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Grazie Presidente.
Ieri mattina, intervenendo sulle sue comunicazioni avevo auspicato che questo Consiglio prendesse le distanze dal controllo del voto, da tale pratica che non ci appartiene e che, a mio avviso, non appartiene alla cultura politica valdostana: una cultura autonomista dove ognuno è indipendente, libero, responsabile di prendere le proprie decisioni. Devo constatare che questo non avviene. Per la maggioranza mi sembra di capire che il controllo del voto sia un problema di metodi: c'è un metodo scientifico e c'è un metodo rozzo. Noi prendiamo nettamente le distanze da tali distinzioni che non condividiamo; anzi personalmente mi amareggiano molto, quella che scriviamo oggi mi sembra una brutta pagina.
Manteniamo fermi i propositi della nostra risoluzione sia per quanto riguarda la prima parte, il collega Lattanzi ci ha rassicurati sul fatto che le autorità competenti ne sono a conoscenza, ma soprattutto per quanto riguarda la seconda, perché riteniamo che sia necessario promuovere l'adozione di misure che assicurino ad ogni singolo consigliere la libertà del voto qualunque metodo di controllo venga messo in atto.
Presidente - Prima di dare la parola a qualche altro relatore, volevo fare due considerazioni. Mi sento particolarmente onorato dal fatto che, pur non avendo partecipato ai fatti in questione, sono diventato il capro espiatorio di tutta la vicenda; evidentemente ho sbagliato in qualcosa e me ne dispiace. Tengo a sottolineare che ho ricevuto una lettera da parte dei Consiglieri Caveri e Impérial nella quale essi segnalavano gli eventi che sono ben noti. Ora, se fosse costume di questo Consiglio controllare il voto in tale modo, non ci sarebbe stato l'episodio, caso mai l'episodio c'è quando la cosa non avviene...il fatto che sia stato segnalato vuol dire che era un evento del tutto episodico, censurabile e come tale giustamente denunciato. Dopodiché è prassi e buona educazione che, quando si riceve una lettera, si formuli una risposta. Prima di fare la risposta, però ho voluto incontrare tutte le persone interessate non in un'ottica di compagni di merende, come qualcuno vuol far passare, ma in un'ottica di parti dove ognuno esplicitasse la propria interpretazione dei fatti, il proprio malessere e laddove mi pareva anche giusto fra uomini ci fosse la possibilità di trovare un'intesa, un accordo e un chiarimento, cosa che mi pare sia avvenuta in quella occasione.
Dopodiché ho risposto in termini che volevano essere una risposta per quanto riguardava l'episodio in sé e soprattutto un sollecito, come è stato richiamato, a rispettare il diritto del consigliere: "ritengo doveroso nella mia veste istituzionale sottolineare che i consiglieri regionali esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato e che in ogni occasione deve essere ribadito il rispetto del loro status, che si manifesta in primis attraverso l'esercizio del diritto di voto, costituzionalmente garantito ad ogni eletto e che prescinde da ogni logica di disciplina di partito", con queste parole è stata sottolineata l'autonomia del Consigliere regionale.
Per quanto riguarda il sollecito fatto nella risoluzione, secondo la quale dovrei inoltrare presso altre sedi, mi dispiace dover deludere ma, da un'analisi fatta degli eventi, non ho trovato fattispecie di reato per le quali mi sentissi in dovere di inoltrare all'Autorità giudiziaria le circostanze; peraltro queste ultime sono sufficientemente note e, se qualcuno intende procedere, ha libero campo, me ne assumo tutta la responsabilità.
Volevo fare un'ultima considerazione riguardo al fatto che assolutamente sono certo e consapevole dei limiti della mia conduzione dell'aula, in questo senso so di essere particolarmente carente, ma ho sempre cercato di impegnarmi per fare in modo che in quest'aula vi fosse ordine e disciplina e il rispetto delle regole dei comportamenti, comprese le questioni che riguardano il voto. Potrei al riguardo, a costo di ribadire quanto fui ridicolizzato, ricordarvi che io stesso, in occasione di una votazione, richiamai come la stessa dovesse svolgersi, suscitando l'ilarità di qualcuno. Vuol dire che d'ora in poi sarà mia cura, a costo di far ridere tutti, ribadire fino in fondo come si dovranno svolgere le votazioni. Grazie.
La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.
Innanzitutto per scusare l'assenza del Presidente Rollandin, impegnato a Roma, quindi credo che capiate la sua assenza. Ritengo che la discussione sia stata molto serena e pacata e, se mi è permesso, è proprio la testimonianza che in quest'aula se c'è una libertà di espressione, noi la testimoniamo con tale discussione. Una discussione dove di soggetti di maggioranza hanno posto un problema, ognuno di noi ha delle valutazioni che possono essere positive o negative. Se diciamo che in Valle d'Aosta c'è un regime, oltre che dare un'informazione errata, facciamo il male di questa nostra comunità, che non si merita tali parole, perché, se c'è un luogo dove tutti possono dire quello che pensano, è proprio questo.
Noi anche al nostro interno abbiamo una discussione abbastanza importante e, ogni volta che vi sono delle espressioni che non sono in linea con le impostazioni del Governo e dei vertici, l'opposizione così come i commentatori dice: "ecco, si sono divisi, si sono spaccati!", invece abbiamo una discussione che è una discussione in un ambiente democratico.
Dopodiché, se dobbiamo fare un'analisi di quello che è il voto segreto - ma non è questo l'argomento -, credo che tutti noi possiamo avere delle valutazioni. Io vorrei andare a prendere, insieme al collega Donzel, le cronache degli ultimi mesi del "Governo Berlusconi" per capire qual è stato l'atteggiamento del suo partito nei confronti di coloro che hanno fatto il salto della quaglia, oppure di coloro che con il voto segreto hanno agevolato il "Governo Berlusconi" pur appartenendo all'opposizione; allora se qua spostiamo le carte, ce n'è per tutti. Sono d'accordo su quello che è stato detto: il voto segreto è una delle espressioni che il nostro ordinamento prevede, lo accettiamo, quando i risultati non sono come vorremmo, abbiamo certe espressioni e io ho visto esultare anche l'opposizione quando le votazioni hanno dato dei risultati negativi.
Direi quindi che da questa discussione possiamo uscire serenamente, che il lavoro che è stato fatto dal Presidente del Consiglio è stato un lavoro che ci soddisfa: c'è stato un chiarimento, ci sono le condizioni per lavorare e siamo, collega Morelli, responsabili. Il termine "responsabile" lei lo ha utilizzato con un'accezione positiva, solo qualche mese fa i responsabili lei li giudicava un po' male, forse giudicava qualcun altro, non so se Scilipoti o altri: qui siamo veramente responsabili!
Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.
Fontana (PD) - Per fatto personale, visto che ha nominato il mio partito a livello nazionale.
Non volevo intervenire, però, ogni volta che interviene Marguerettaz, mi fa veramente venire il nervoso, perché in tutta questa situazione sembra che siano le opposizioni ad aver creato tale problematica...non mi sembra! Le opposizioni sono state attente, hanno visto un malessere e hanno voluto chiarire questa situazione. Se per la maggioranza va bene, ben venga, ma non venitemi a dire che i problemi non ci sono in maggioranza, perché solo nel corso dell'altro Consiglio per una legge ci avete riunito due volte, perché avevate paura del voto al mattino che andavate sotto...
Presidente - ...si limiti al fatto personale...
Fontana (PD) - ...questa è la situazione, allora Marguerettaz, prima di offendere, pensi sempre a quello che dice, perché la minoranza sta facendo il suo lavoro! Noi voteremo con convinzione questa risoluzione per chiarezza, perché è veramente ora di finirla!
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione:
Consiglieri presenti: 33
Votanti: 32
Favorevoli: 8
Contrari: 24
Astenuti: 1 (Caveri)
Il Consiglio non approva.