Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2263 del 22 febbraio 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2263/XIII - Reiezione di risoluzione: "Interpretazione autentica dei compiti attribuiti alla Commissione speciale d'inchiesta di cui alla l.r. 11 agosto 1981, n. 48".

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Considerata l'istanza presentata da un cittadino it 9 febbraio 2012, con cui si chiede, ai sensi della l.r. 11 agosto 1981, n. 48 (Istituzione dell'anagrafe patrimoniale dei Consiglieri regionali) che si accerti la veridicità di quanto dichiarato dal Consigliere regionale Claudio Lavoyer circa il proprio reddito nel corso della corrente legislatura regionale;

Preso atto che la conferenza dei Capigruppo, a maggioranza, ha ritenuto inammissibile l'istanza stessa in quanto "non motivata né suffragata da dati di fatto, prove o elementi certi atti a far ritenere che le dichiarazioni prodotte dal Consigliere Lavoyer non siano veritiere" e in quanto la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza starebbero già provvedendo ad accertamenti relativamente alle movimentazioni finanziarie e alla situazione patrimoniale riconducibili al Consigliere Lavoyer;

Rilevando che

- il richiedente non ha chiesto di accertare la disponibilità su conti correnti del Consigliere Lavoyer, ma solo di verificare se la movimentazione anomala certificata dalla Banca d'Italia non possa nascondere l'esistenza di redditi eventualmente non dichiarati;

- la Conferenza dei Capigruppo ha semplicemente il compito di accertare che la richiesta sia regolare e motivata e non deve esprimersi sui contenuti della motivazione, per cui essa dovrebbe operare soltanto un vaglio di regolarità formale;

- non spetta al richiedente presentare, a supporto della propria richiesta, prove o elementi certi, essendo la loro ricerca compito precipuo della Commissione d'inchiesta;

- l'esistenza di indagini da parte della Magistratura e della Guardia di Finanza non ha alcun rapporto diretto con la competenza del Consiglio regionale, trattandosi di funzioni distinte e aventi finalità diverse fra loro;

Per questi motivi

Impegna

la I Commissione consiliare "Istituzioni e Autonomia" del Consiglio regionale a elaborare entro 30 giorni una proposta di interpretazione autentica da sottoporre al Consiglio regionale dell'esatta portata e del significato dei compiti attribuiti alla commissione speciale d'inchiesta di cui alla legge regionale 11 agosto 1981, n. 48 (Istituzione dell'anagrafe patrimoniale dei Consiglieri regionali), nonché dei poteri ad essa attribuiti.

F.to: Bertin - Giuseppe Cerise - Chatrian - Donzel - Carmela Fontana - Louvin - Patrizia Morelli - Rigo

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli, per mozione d'ordine.

Morelli (ALPE) - Grazie Presidente.

Per mozione d'ordine, giusto per definire quale può essere l'ordine della prosecuzione dei lavori: sono le 19,37 ed abbiamo ancora tre risoluzioni che richiederanno un dibattito abbastanza articolato. Da qui alle 20 e forse anche alle 20,30 dubitiamo che si possano esaurire le discussioni. La disponibilità è legata alla prosecuzione dei lavori; sono le 19,38.

Presidente - La parola al Consigliere Empereur, per mozione d'ordine.

Empereur (UV) - Grazie Presidente.

Nel corso dei lavori avevo chiesto la disponibilità di tutte le forze presenti all'interno del Consiglio ed avevo acquisito questa disponibilità da parte dei rispettivi Capigruppo. La disponibilità era quella di continuare nei lavori e provare a finire oggi. Dal nostro punto di vista, alla luce della disponibilità su una delle risoluzioni presentate, ci sono tutti i presupposti affinché questo succeda.

Presidente - Procediamo intanto con il punto n. 31.2.

La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

Questa risoluzione è stata introdotta e già in qualche modo annunciata al momento delle comunicazioni di questa mattina del Presidente del Consiglio regionale. È una risoluzione che pone il problema dell'accertamento dei redditi dei Consiglieri regionali, alla luce di una legge ormai trentennale di questo Consiglio, di cui penso la maggior parte dei presenti non abbia mai avuto cognizione o ne abbia perso memoria nel corso di questi anni. Una legge che fu fortemente proposta e sostenuta dal Consigliere De Grandis, che molti conoscono ed abbiamo apprezzato in questi anni come personalità di grande spessore e serietà, che si poneva, prima ancora che la legge nazionale si facesse carico delle problematiche relative alla trasparenza patrimoniale dei pubblici amministratori, il problema di questi accertamenti da parte del Consiglio regionale. Una parte di questa legge poi - abbiamo potuto appurare - è stata superata ed assorbita da una normativa nazionale molto più pregnante, contenuta in una legge del 1982, ma è rimasta in vigore ed è sicuramente operante la parte che affida alla costituzione di una commissione speciale, di una commissione d'inchiesta la possibilità di accertamenti ulteriori in relazione ai redditi dei Consiglieri regionali, qualora questo venga richiesto da parte di un cittadino. Uno dei Consiglieri regionali dell'epoca che votarono questa legge non ne aveva perso memoria ed è ricorso, come semplice cittadino, a questa legge, chiedendo un accertamento speciale in relazione alla vicenda che abbiamo già discusso in quest'aula e che ha condotto alle dimissioni del collega Lavoyer dalla funzione di Assessore regionale alle finanze, bilancio e patrimonio. È doveroso, siccome questa procedura ha avuto uno svolgimento interno ad organi del Consiglio regionale, che anche all'esterno si abbia cognizione di cosa sia avvenuto di così significativo...perché un singolo cittadino attivasse questo meccanismo.

Scrive il signor Tamone: "Ho appreso dai giornali che la Banca d'Italia avrebbe irrogato una sanzione pecuniaria ad un istituto di credito valdostano in relazione a presunte movimentazioni finanziarie, riconducibili in qualche modo alla persona del Consigliere regionale Claudio Lavoyer, all'epoca dei fatti ricoprente la carica di Assessore regionale alle finanze, bilancio e patrimonio. L'ammontare delle movimentazioni in questione, indicate dal verbale della Banca d'Italia nella cifra di oltre 40.000.000 di euro, rende non credibile quanto riportato dalle dichiarazioni rese dal Consigliere nelle sue dichiarazioni patrimoniali, ai sensi della legge regionale 11 agosto 1981, n. 48", che è la legge che istituisce l'anagrafe patrimoniale dei Consiglieri regionali. "In particolare - scrive ancora il signor Tamone - le risultanze dell'indagine bancaria fanno emergere possibili gravi omissioni nel dovere di rendere conto, come prescritto dalla legge, di tutti i redditi provenienti da attività di qualunque genere o natura. Il richiedente ritiene doveroso che il Consiglio regionale proceda pertanto ai necessari accertamenti e formula espressa richiesta che si accerti la veridicità di quanto dichiarato dal Consigliere Claudio Lavoyer in relazione al proprio reddito nel corso della corrente legislatura regionale". Questo è quanto chiede un cittadino; lo chieda un cittadino, lo chiedano mille cittadini o migliaia di cittadini - come abbiamo fatto poco fa per una petizione -, è doveroso che ci sia una risposta da parte delle istituzioni. Questa istanza non ha avuto accoglimento, è stata stoppata ieri dalla Conferenza dei Capigruppo, che a maggioranza - ovvero con il voto contrario del Partito Democratico e di ALPE - ha ritenuto inammissibile l'istanza, in quanto: primo, non motivata, né suffragata da dati di fatto, prove o elementi certi, atti a far ritenere che le dichiarazioni prodotte dal Consigliere Lavoyer non siano veritiere e, secondo elemento cardine della decisione, in quanto la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza starebbero già provvedendo ad accertamenti relativamente alle movimentazioni finanziarie ed alla situazione patrimoniale riconducibili al Consigliere Lavoyer.

Noi, come Consiglieri proponenti di questa risoluzione, abbiamo approfondito le motivazioni addotte dalla Conferenza dei Capigruppo e quattro punti, nei quali si articola la motivazione di questa nostra proposta di risoluzione, riflettono quattro diversi punti di vista rispetto a quanto è stato deciso in sede di Capigruppo.

Molto brevemente: il richiedente non ha chiesto di accertare la disponibilità su conti correnti del Consigliere, ma solo di verificare se la movimentazione anomala, certificata dalla Banca d'Italia, non possa nascondere l'esistenza di redditi eventualmente non dichiarati. Le semplici disponibilità su conti correnti, che siano modeste o ingenti poco importa, non sono in discussione nell'accertamento che viene richiesto. È solo l'eventuale non veridicità della dichiarazione dei redditi, che è stata resa dal Consigliere, che deve essere accertata. C'è stato, a nostro avviso, un fraintendimento da parte della Conferenza dei Capigruppo su quanto viene richiesto.

Secondo punto: la Conferenza dei Capigruppo ha un compito molto preciso, quello di accertare che la richiesta sia regolare - sotto questo profilo non sono emerse osservazioni, né obiezioni - e motivata, e non deve esprimersi sui contenuti della motivazione, per cui ha secondo noi l'onere soltanto di fare un vaglio di tipo formale. Questo esplicita la legge n. 48/1981 dicendo che "ne verifica la regolarità e l'ammissibilità ai sensi dell'articolo precedente". Quindi non doveva la Conferenza dei Capigruppo esprimersi sui contenuti della motivazione, che sono stati espressi in modo succinto, ma molto chiaro - e chiunque ci sta ascoltando ne può prendere atto, perché abbiamo dato lettura di documenti ufficiali e fonti di stampa che sono noti a tutti -, non spetta quindi alla Conferenza Capigruppo entrare nel merito della motivazione, cosa che avremmo dovuto fare, noi, oggi. Sarebbe stato nostro preciso dovere, se la Conferenza Capigruppo non avesse posto un filtro di questa natura, fare nella giornata di oggi, salvo poi respingere nel merito questa richiesta.

Terzo punto: non spetta al richiedente presentare, a supporto della propria richiesta, prove o elementi certi, questo è quello che si chiede alla commissione d'inchiesta. Quando leggiamo dalla decisione della Conferenza Capigruppo che l'istanza non è motivata, né suffragata da dati di fatto, prove o elementi certi...insomma, se uno avesse prove o elementi certi, non sarebbe certo qui a discuterne in questi termini; è una richiesta che viene fatta affinché la commissione si attivi. E, aggiungo, è una richiesta che riteniamo vada nell'interesse del diretto interessato di aver un luogo dove poter discutere, e discutere - sottolineo - "riservatamente, con la giusta riservatezza", questa questione.

Quarto punto: l'esistenza di indagini da parte della Magistratura e della Guardia di Finanza, che non ha alcun rapporto con quanto richiesto dal signor Tamone, perché si tratta di funzioni distinte e con finalità diverse. Questo è un punto politico, colleghi, questa commissione non ha una valenza di procedura di tipo giudiziale o simili, ma ha una valenza esclusivamente politica, di accertamento della veridicità ai fini dell'onorabilità dello stesso Consigliere. Sono due piani assolutamente distinti che non si sovrappongono, e quando si dice che la politica deve tenere i suoi spazi e non sconfinare in quelli della Magistratura e viceversa, si chiede proprio questo.

Quindi, in conclusione, Presidente, ringraziandola per la cortesia di avermi concesso qualche minuto in più per illustrare la risoluzione, la richiesta è che venga investita immediatamente la I Commissione consiliare, la Commissione "Istituzioni e Autonomia" del Consiglio, perché ci sia un'interpretazione chiara a beneficio di questo Consiglio, nell'eventualità di altre future iniziative in merito, sulla portata, sul significato dei compiti che sono stati assegnati dalla legge alla commissione speciale d'inchiesta - non abbiamo mai avuto per fortuna bisogno di ricorrere a questa procedura - ed ai poteri che siano ad essa attribuiti. E quindi di poter dire ai nostri concittadini: c'è una possibilità, ha determinate finalità, porterà a determinate conseguenze, nulla più e nulla meno. Questo chiedono i sottoscrittori di questa risoluzione, nell'invitare tutti i colleghi a sostenerla perché sia fatta piena chiarezza su questa procedura nuova in qualche modo alla nostra esperienza diretta. Grazie.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Presidente del Consiglio, Alberto Cerise.

Cerise A. (UV) - Ringrazio il collega Louvin perché ha parlato tanto, ha detto quasi tutto e così mi risparmia un bel pezzo di discorso. Cercherò di essere un po' più sintetico.

In questo lungo excursus c'è stata un'interpretazione del tutto soggettiva dei disposti della legge n. 48 e sono riportati quei punti che lei ha voluto sottolineare e che di fatto negherebbero l'operato della Conferenza dei Capigruppo. Basterebbe richiamare i contenuti di quella conferenza per capire come in effetti siamo fuori luogo, nel senso che lei trasforma la Conferenza dei Capigruppo in una specie di "comitato passacarte" al quale arriva un'istanza e bellamente questa l'accetta e, senza fare alcun tipo di esame, la passa al Consiglio. Non è così, perché l'articolo 4 dice che il Presidente del Consiglio sottopone l'istanza entro 15 giorni dalla data di ricevimento all'esame della Conferenza dei Capigruppo, che ne verifica la regolarità - e fin qui abbiamo stabilito che la domanda è regolare - e l'ammissibilità ai sensi dell'articolo precedente. Peccato che l'articolo precedente, al comma 2, dice che ogni cittadino può richiedere al Presidente del Consiglio, con istanza scritta e motivata, che si accerti la veridicità di quanto dichiarato da un singolo Consigliere. Ora questa parola, "motivata", avrà pure un senso...oppure è stata messa lì per caso? La contestazione più grossa viene fuori dal fatto che la domanda non è motivata, cioè si è sentito dire che ad un certo punto c'è stata infrazione da parte di una banca, che ci sono stati dei movimenti per quanto riguardava i risparmi oppure i conti correnti di un Consigliere, e da qui si è dedotto che...ma questa non è una motivazione, questo è un atto di presunzione! Ecco perché i contenuti dell'articolo 4 sono risultati fondamentali per dire che l'istanza era irricevibile.

Mi permetto poi di sottolineare che, qualora l'istanza sia ritenuta irregolare o inammissibile, la Conferenza dei Capigruppo deve motivare la reiezione ed il Presidente del Consiglio provvede a comunicarla per iscritto al presentatore dell'istanza, cosa che è stata fatta. Allora la legge contempla in maniera specifica la possibilità della Conferenza dei Capigruppo di rigettare l'istanza, non è un abuso quello che viene fatto, ma è una procedura e, come tale, del tutto legittima! Si va avanti...si dice: nel caso in cui fosse stata ammessa la commissione speciale, e quant'altro...non è del tutto vero quello che lei sostiene al riguardo del rapporto che c'è fra le procedure che sono previste dalla legge ed i rapporti con la Magistratura e gli organi finanziari, perché qui si legge che: "Qualora i fatti accertati dalla commissione speciale d'inchiesta possano costituire reato, l'intera documentazione relativa all'inchiesta deve essere trasmessa a cura del Presidente del Consiglio alla Magistratura ed ai competenti uffici finanziari dello Stato. La documentazione acquisita dovrà essere in ogni caso trasmessa agli uffici finanziari dello Stato nel caso che questi ne facciano richiesta". Quindi c'è addirittura la possibilità degli uffici finanziari di farne specifica richiesta, cosa che finora non è arrivata.

Questi sono degli elementi sufficienti a dire che la risoluzione è totalmente infondata, è sicuramente un contenuto anche elegante di motivazioni, che sono però prive di sostanza. Per questo motivo ed in funzione di quanto ho sostenuto prima, chiedo che venga respinta, proprio perché in contrasto con gli stessi dispositivi della legge.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, una prima considerazione che magari parte un po' da lontano, ma che è una volontà che, senza andare a prendere tempo inutile, serve solo a rendere compiuto un ragionamento, è che sin dall'antichità, anzi migliaia di anni prima della nascita di Cristo, si è posto un problema molto delicato. quello del rapporto della legge con il cittadino. E uno degli elementi da sempre visto come dirompente nella storia dell'umanità è il Codice di Hammurabi, perché ad un certo punto un sovrano decide di mettere per iscritto, naturalmente su una pietra con tanto di incisione, le leggi, in modo che i cittadini - quei pochi che all'epoca sapevano leggere - potevano leggere la legge e non essere più nelle mani di altri per conoscerla e sapere qual era. Quindi la stesura di una legge era ritenuto un passo avanti, sufficiente perché i cittadini fossero in grado da soli di leggere e di condurre una retta condotta. Erano indicate anche le pene per chi violava le norme, ma l'idea era quella di consentire al cittadino di accedere direttamente alla legge.

La prima cosa che balza all'occhio è che qui si sta dicendo che un cittadino ha letto male, ha capito male, ha scritto anche peggio e non ha formulato nel modo più corretto la sua richiesta. Io vorrei invece andare all'essenza della norma. La norma è stata votata da questo Consiglio regionale - guarda caso sono andato a vedermi per curiosità chi ha votato questa norma - dalla maggioranza di allora, composta dall'Union Valdôtaine, dall'Union Valdôtaine Progressiste, dalla Democrazia Cristiana e dai Democratici Popolari. Non è stata una legge dei barbari della sinistra che volevano fare chissà quali ispezioni...è stata una legge votata da questo Consiglio quando la maggioranza era - si potrebbe dire - una maggioranza di "moderati", per capirci. Devo dire che all'epoca c'era forse qualche assenteismo in più, perché non erano tanti i presenti quel giorno in Consiglio, la cosa forse non appassionava più di tanto, votarono in 24, voti favorevoli 18, passò al pelo la legge, 6 voti contrari, ma considerate che all'opposizione c'era allora il Partito Comunista, che aveva da solo 7 seggi. Questo per dirvi che questa legge fu votata con lo spirito di dire: la metto lì, a disposizione del cittadino valdostano che, quando vorrà, la utilizzerà.

Invece noi siamo nelle condizioni di dire ai cittadini: siete dei begli ignorantoni, bisogna rivolgersi ad una commissione molto particolare che deve interpretare quello che avete scritto. Altra cosa è dire: la legge arriva in Consiglio regionale, il quale si esprime contro perché la ritiene non opportuna; è diritto del Consiglio. Ma il cercare di far passare il cittadino come colui che non è in grado di leggere la legge e solo alcuni esperti sono così bravi da...è un cosa che ha sollevato in me una certa antipatia, un certo atteggiamento di amarezza nei confronti di una politica che, se può dire al cittadino "sei ignorante" glielo dice a ogni piè sospinto...perché questo gli stiamo dicendo: "sei ignorante della legge, non hai formulato bene la tua domanda"! Io non lo condivido questo, anche perché, Presidente Cerise, con tutto il rispetto che devo alla sua carica, lei dice: Louvin dà un'interpretazione soggettiva, ed io vorrei capire qual è l'interpretazione oggettiva! Anche la maggioranza dei Capigruppo ha dato la sua interpretazione...adesso non mi spingo a sollevare le teorie di Eco rispetto a fin dove può spingersi un'interpretazione, ma certamente è un'altra interpretazione rispetto alla nostra, che ha la stessa dignità della nostra, se non che si impone attraverso dei numeri, non attraverso dei ragionamenti oggettivi. E lei stesso poi riconosce che il soggetto cittadino che fa la domanda la motiva, ma definisce quella motivazione pretestuosa...allora mi consenta di leggere la motivazione. La motivazione è: l'ammontare delle movimentazioni in questione indicate dal verbale della Banca d'Italia nella cifra di...questo scrive il cittadino, che lo avrà letto su un giornale suppongo, non ha nessun elemento lui, lo legge su un giornale autorevole, e dice: siccome c'è una denuncia di questo tipo, vi invito a fare il vostro dovere, cioè ad istituire una commissione che verifichi questa cosa. Mi sembra che tutto fili liscio; poi, come succede in Parlamento sulle autorizzazioni a procedere, si può decidere di darle o non darle, questa è un'altra cosa. Ma dire che questo cittadino ha toppato...io dico di no! Questo cittadino ha fatto esattamente quello che chiede una legge regionale.

Allora il fatto che, anche qui, ha sollevato alcune perplessità da parte mia è che nel resoconto - che in moltissime parti è curato e fatto molto bene - della Conferenza dei Capigruppo c'è un passaggio che dice: "rilevato che sono state ritenute applicabili le disposizioni della legge nazionale n. 441/1982, in quanto contenevano adempimenti ulteriori o dettagliavano meglio i contenuti della legge regionale n. 48/1981"...cioè noi abbiamo votato una legge regionale, noi autonomisti convinti, dopodiché diciamo che lo Stato fa una legge che è meglio della nostra, per cui noi adesso applichiamo quella nazionale e, anche se quella nazionale non dice niente in merito a questa cosa, riteniamo non più esercitabile il diritto espresso dalla legge regionale? Quando ho letto questo ho detto: non ci credo! Non credo che un Consiglio regionale di una Regione autonoma non faccia prevalere la legge regionale, votata da questo Consiglio regionale, su un'evoluzione legislativa nazionale! Di solito rettifichiamo, interveniamo con un'altra legge regionale, andiamo a ribadire la nostra potestà legislativa, ma non diciamo che ormai c'è una legge nazionale e la nostra la buttiamo nel cassetto! Ma stiamo scherzando? O siamo autonomisti tutto l'anno...e non solo quando ci fa comodo, tanto per essere chiari! Anche questo passaggio non mi ha convinto per niente e, come vedete, non sono entrato nel merito della questione, cosa che non mi interessa. L'oggetto qui è che un cittadino fa una richiesta che a noi pare assolutamente rispondere ai requisiti di regolarità, come hanno condiviso tutti, ma individuare un vizio di forma nella mancanza di motivazione, su questo non ci stiamo, tanto più che andrebbe colto che lo spirito di questo cittadino è di voler utilizzare la legge e questo Consiglio ha tutta la potestà per rigettare l'iniziativa del cittadino in sede politica.

Allora, a me non sta bene che dovermi beccare delle "sparate" quotidiane sulla stampa di alcuni Consiglieri che dicono...

(interruzione del Consigliere Agostino, fuori microfono)

...mi sto proprio rivolgendo a lei, signor Agostino, che tutti i giorni ce l'ha con i franchi tiratori e non ha il coraggio di portare in Consiglio una legge! Se è così coraggioso come spesso rivendica, perché invece di accusare di ignoranza un cittadino, non porta qui la sua istanza e qui, lei, si alza e dice quello che pensa...lo dice solo nei corridoi e non lo dice qua, davanti a tutti...visto che lei la fa lunga su quello che bisogna dire in modo palese dappertutto! Allora lo faccia fino in fondo, e vediamo come vota su questa risoluzione, lei, che è così pronto a dire la sua davanti a tutti...non nei corridoi, lo dica qua!

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

È atipico, ma apprezzabile, che il Presidente Cerise - succede ed è successo - scenda dall'empireo nei banchi del Consiglio, per fare - come ha fatto con puntualità - una replica a delle argomentazioni dei colleghi. Lo ringrazio per averlo fatto dai banchi del Consiglio, questo mi permette di contraddirlo, cosa che cerchiamo di non fare quando svolge le sempre difficili funzioni di Presidenza dell'Assemblea. Tre sole sottolineature di dissenso rispetto alle sue argomentazioni, che sono peraltro argomentazioni di maggioranza e non presidenziali, non è il "Verbo fatto carne", è il punto di vista, nell'assenza di altri interventi da parte dei colleghi di maggioranza, della maggioranza politica in quest'aula. La Conferenza dei Capigruppo sarebbe ridotta al ruolo quasi umiliante di "passacarte"...direi proprio di no, ma a un ruolo molto contenuto nel momento in cui si presuppone che sia - come deve essere - servente dell'aula nel preparare il terreno e nell'effettuare un lavoro di accertamento formale che non compete a noi, all'interno di un'assemblea, fare, ma che in un luogo più ristretto si opera sul piano tecnico.

Noi interpretiamo in modo molto diverso da come è stato fatto questo obbligo di motivazione. Scusate, cosa ne può sapere il cittadino di queste vicende? Deve andare, lui, ad assoldare qualche investigatore privato? deve interpellare delle banche, dei soggetti economici, deve fare delle indagini? Credo che abbia un obbligo di motivare il perché chiede questo accertamento in modo plausibile, perché se la motivazione fosse irrilevante, bene avrebbe fatto la Conferenza dei Capigruppo.

Colleghi, dire che l'esistenza di una movimentazione finanziaria di queste dimensioni sia totalmente irrilevante, ininfluente, è dire un qualcosa che ciascuno di voi, nei suoi rapporti personali, con i suoi elettori, non dirà, dirà altre cose, ma non dirà per non essere considerato un minus habens o una persona di malafede, che il fatto che ci siano delle movimentazioni di queste dimensioni sia una cosa che non ha nulla a che vedere con la problematica reddituale, salvo pensare - ma non lo voglio pensare - del collega Lavoyer che si diverta a fare delle movimentazioni assolutamente fittizie! Ci saranno altre spiegazioni...lei stesso, collega Lavoyer, ha sollecitato la possibilità di dare queste informazioni e di fare chiarezza.

A noi pare che l'accertamento che doveva fare la Conferenza dei Capigruppo dovesse essere di altra natura, nella sostanza dovesse limitarsi ad un accertamento di generica fondatezza e motivazione: questo è il senso della motivazione. Noi non stiamo mettendo in dubbio la decisione dei Capigruppo, non la condividiamo, ma questa istanza di un singolo cittadino è finita qui; noi chiediamo di fare chiarezza per altre eventuali successive future vicende, semplicemente lo chiediamo perché non ci siano più equivoci e non si vada ogni volta a dire: manca anche questo, manca anche quell'altro, ti sei dimenticato una marca da bollo...no, che sia chiaro cosa vuol dire il Consiglio regionale della Valle d'Aosta quando ritiene che ci debbano essere dei presupposti di regolarità e motivazione!

Infine la questione dei rapporti con la Magistratura. Lei ha fatto benissimo, Presidente, a ricordarci che ci sono degli obblighi di trasmissione alla Magistratura, qualora vengano accertate delle questioni che possono avere una rilevanza penale. Forse ne parleremo anche domani su altre questioni, ma qui, a noi, non compete fare questo tipo di accertamento; a noi compete l'obbligo che ci pone in carico una legge regionale di verificare se una dichiarazione che ognuno di noi - trentacinque, più credo l'Assessore Lanièce come Assessore tecnico - fa, è una dichiarazione sull'onore e come tale è ritenuta adeguata...niente di più, niente di meno.

Lei, Presidente Cerise, a nome della maggioranza dichiara che sarà respinta questa richiesta - ripeto - di chiarificazione, di bonificare il terreno...ce ne rammarichiamo moltissimo! Riteniamo molto pretestuosa la scelta che ha fatto la maggioranza a nome della quale lei ha parlato, perché frustra una richiesta naturale da parte di un cittadino, che doveva vedere quest'aula, tranquillamente, con un voto trasparente, l'assunzione di responsabilità di ogni singolo Consigliere a fronte di quanto veniva richiesto. Questa è una garanzia per noi tutti, una garanzia che ciascuno di noi, domani, non venga ad essere oggetto di richieste assolutamente immotivate: che ci sia un filtro, ed un filtro anche elevato richiesto in questa Assemblea, ma non che il filo spinato sia montato da parte della Conferenza dei Capigruppo in un luogo oltretutto dove il cittadino non ha nessun accesso, nessuna visibilità, nessuna possibilità di interlocuzione e nemmeno di impugnativa.

Riteniamo che sia mancata in questo momento una volontà di rispetto della nostra legge, di rispetto di una volontà che fu espressa trent'anni fa, ma che, per quanto ci riguarda come parte politica, consideriamo assolutamente attuale, e che è quella che intorno alla trasparenza reddituale e patrimoniale dei singoli Consiglieri non ci siano ombre o possibili discussioni. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Credetemi, non è per far perdere due minuti che ho chiesto di intervenire, ma voglio capire meglio il senso del voto contrario e del voto favorevole a questa risoluzione, perché nella parte impegnativa ci sono alcune cose per me chiare, perché le ho firmate...quindi vi posso dare l'interpretazione autentica nel senso che do io rispetto alla nostra risoluzione.

Per la prima volta, mi sembra - non sono andato a curiosare nella storia -, dal 1981 un cittadino ha fatto riferimento alla legge n. 48 per chiedere al Consiglio di accertare la veridicità di quanto dichiarato da un Consigliere regionale; per la prima volta la Conferenza dei Capigruppo ha dovuto esaminare questa istanza, non avendo dei precedenti. La Conferenza ha assunto, a maggioranza, la decisione di dichiarare non ammissibile questa lettera perché - ha detto il Presidente riassumendo credo la discussione della Conferenza dei Capigruppo - mancano le motivazioni, quelle motivazioni indicate dall'articolo 3 della legge.

Non voglio qui mettere in discussione l'operato della Conferenza dei Capigruppo, ma sembra - dal dibattito odierno e dal dibattito che si è svolto nella Conferenza dei Capigruppo - che non sia chiaro il senso della motivazione. Cosa vuol dire "motivazione", come si stabilisce che un'istanza è motivata, quali sono gli elementi certi perché un cittadino possa ottenere "giustizia" attraverso la legge n. 48? Voglio capire perché non è possibile interpellare la I Commissione, perché questa dia un'interpretazione autentica dell'articolo 3 (lo fa anche il Parlamento); questo vuol dire non rigettare la decisione della Conferenza dei Capigruppo, ma indicare ai cittadini che volessero domani - io spero mai - fare riferimento a questa benedetta legge, quali elementi, oltre al certificato di cittadinanza italiana e quello attestante il godimento dei diritti civili e politici, deve allegare! Quindi non capisco perché non si voglia incaricare la commissione di confrontarsi su questo e vedere di modificare l'articolo 3 della legge n. 48; non possiamo essere fumosi davanti alla richiesta che sta venendo da parte dei cittadini di chiarezza e trasparenza degli atti amministrativi e, in particolare, degli atti che riguardano le nostre attività!

Ripeto: non ho firmato questa risoluzione per dire che hanno sbagliato, perché i Consiglieri capigruppo hanno verificato ed hanno preso questa decisione, punto e a capo; si tratta di vedere adesso l'insegnamento che viene da questa problematica che si è aperta in questi giorni, cosa è possibile fare per indicare con più chiarezza ai cittadini la forma con cui deve essere esplicitato l'articolo 3. Credo che dobbiamo sempre uscire in positivo dai problemi che ci troviamo davanti; in questo caso il problema è un problema di interpretazione, e allora superiamolo! Cerchiamo di affrontarlo accantonando la lettera del signor Leonardo Tamone per fare il nostro dovere e far sì che le leggi siano chiare ed interpretabili da tutti, con lo stesso metro di giudizio.

Presidente - La parola al Consigliere La Torre.

La Torre (FA) - Grazie Presidente. Intervengo perché ne sento la necessità di fronte a dei ragionamenti che cercano di creare un equivoco e l'equivoco sta proprio nel giocare fra quello che è l'argomento che stiamo discutendo e, invece, la risposta che ha dato la Conferenza dei Capigruppo alla legittima domanda.

La risoluzione è inaccettabile perché in sostanza cerca di delegittimare il lavoro della Conferenza dei Capigruppo, ma non solo: il lavoro degli uffici di Presidenza, il lavoro del Presidente del Consiglio, e mette in discussione le prerogative di un organo ufficiale com'è la Conferenza dei Capigruppo. In questo senso si cerca di delegittimarla, perché si va a richiedere un'ulteriore interpretazione autentica, e mi sembra di capire, da quello che dice Donzel, che l'unica interpretazione autentica che gli può andare bene è quella che gli dà ragione.

Allora se è vero quello che ha detto il collega Rigo, che questa risoluzione...quindi non stiamo parlando della risposta che ha dato la Conferenza dei Capigruppo...ma quello che lei dice è che questa legge non è comprensibile e deve essere discussa, allora il problema non è nella risoluzione - che a mio avviso è inaccettabile, perché tende a delegittimare -, il problema è diverso: se vogliamo o non vogliamo eventualmente discutere di questa legge all'interno di una commissione. Credo che sul fatto di andare a ridiscutere una legge del 1981 in una commissione per valutare quale strumento più moderno possa essere utilizzabile in funzione di...su questo non c'è nessun problema. Ma non è attraverso una risoluzione che tende a delegittimare quelli che sono degli organi che hanno una valenza in questo Consiglio...come se quegli organi, nel momento in cui danno una risposta, debbano essere poi riletti su un'interpretazione autentica...ma di chi? Scusate, se non è autentica l'interpretazione della Conferenza dei Capigruppo, allora perché dovrebbe essere autentica quella della commissione? Potremmo chiedere dopo la commissione un'ulteriore interpretazione autentica, fino a quando Donzel non ottiene l'interpretazione autentica che cerca, cioè quella che gli dà ragione! Se siamo coerenti, ed io ho ascoltato il suo discorso con serietà, credo che non ci sia da parte di nessuno l'indisponibilità di andare a discutere di una legge che è datata, che deve essere riletta aggiornandola ai nostri tempi. Ma ciò non c'entra niente con la risoluzione, che deve essere respinta perché è inaccettabile!

Presidente - Se non vi sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che essenzialmente andavano, gli uni, a dare sostengo alla risoluzione; gli altri, a dire perché comunque la legge, così come era stata letta dai Capigruppo e dal Presidente del Consiglio, non è giusta , ma doveva essere letta in modo diverso. Vorrei ricordare che la legge si riferisce all'anagrafe patrimoniale...ho sentito parlare qui di conti in banca, eccetera...ma non si parla di questo!

La motivazione portata è la lettura dalla stampa di una certa movimentazione che c'è stata, con tutto quello che sappiamo; questa non si riferisce ad uno degli obblighi dell'anagrafe tributaria, non è richiesto, tanto che nella richiesta si dice chiaro che tale dichiarazione deve essere corredata da copia debitamente firmata dei moduli che il Consigliere regionale è tenuto a presentare annualmente agli uffici delle imposte dirette: questa è l'anagrafe, e questo si chiede! Se domani viene fuori una notizia qualsiasi, non è che questo mi dà la possibilità di andare a chiedere conto, perché nella sua semplicità la legge è molto chiara, si riferisce allo stato patrimoniale ed a tutti i redditi provenienti. Invece qui si è fatto tutto il discorso sul tema: avendo questo, quindi la motivazione è sufficiente per...ma non è così! Questa è la dizione che la legge prevede.

Poi, l'altro aspetto, è a cosa viene impegnata la Giunta, perché qui non sto a ripetere quello che ha detto il Presidente del Consiglio, ma nel caso in cui ci siano motivazioni, se si portano degli atti probanti che possano dimostrare che tu non hai dichiarato il giusto, anzi emerge che tu hai dichiarato una casa e invece ne hai due, giustamente la commissione deve fare il suo compito, deve fare un'inchiesta e seguire tutto il suo percorso. Ma qual è l'impegno? L'impegno è: "dell'esatta portata e del significato dei compiti attribuiti alla commissione speciale". Ma chi discute dei compiti della commissione speciale? ma quando mai? Se si vuole fare questo, è altro discorso, non c'entra niente con l'oggetto di cui stiamo parlando! Si può fare, ma ad un altro tavolo, non c'entra niente con quello che stiamo facendo perché non è discutendo i compiti della commissione speciale che risolviamo questo problema, poiché questo problema è già risolto - come ha detto il Presidente del Consiglio - applicando quelli che sono i canoni e fatta la verifica...non c'è altro! Se poi si vuole vendere in modo diverso quello che non è, potete farlo; la realtà è questa: stato patrimoniale, è o non è, se ci sono elementi si portano, sono probanti, non sono probanti, la commissione speciale non è messa in discussione. La composizione è chiara, i compiti sono chiari, di accertamento, e là dove non può, manda agli uffici competenti e poi in Procura...finito! Ma qui cosa c'entra tutto questo? Dov'è l'argomento? Non abbiamo mai ricevuto niente nemmeno noi; l'unica cosa che si sa è da notizie di stampa e si ricarica su questo tema. Oggi dico quello che è. Qualcuno ha messo in discussione questo? No!

Allora la logica è quella che ha detto il Presidente del Consiglio: la risoluzione è irricevibile.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin, per dichiarazione di voto.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Tutto o quasi è stato detto, ma una brevissima puntualizzazione perché tutto rimanga agli atti.

Presidente Rollandin, lei ha una visione un po' semplicistica di questa problematica; naturalmente ognuno ha il diritto di posizionarsi nell'angolo visuale che ritiene opportuno. Ogni cittadino può richiedere al Presidente del Consiglio che si accerti la veridicità di quanto dichiarato da un singolo Consigliere. È vero che noi singoli Consiglieri depositiamo non solo una dichiarazione all'inizio della legislatura con il nostro stato patrimoniale e l'aggiorniamo ogni anno...abbiamo appreso oggi, dai giornali, delle barche, delle baite, dei titoli di cui dispongono i componenti del Governo nazionale, e noi lo facciamo da trent'anni e non abbiamo mai avuto di questi problemi.

Quello che a me pare, perché dovrebbe essere l'interessato a spiegarlo, di leggere dalle righe di una richiesta che è stata avanzata è che si accerti la veridicità di quanto dichiarato dal punto di vista reddituale di un nostro collega. Non entro nel merito della vicenda individuale, ma questo cittadino ritiene che ci possano essere in relazione a determinate vicende di natura bancaria delle posizioni reddituali diverse...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...lui ne ha dato informazione al Consiglio regionale, e chiede che si vada a verificare se...non ho da rivelare niente di straordinario, ma la dichiarazione dei redditi del nostro collega è pubblica come la mia, la sua, quella di ciascuno di noi...se l'ammontare del reddito e dell'attività di questa persona corrispondono effettivamente.

Qui siamo 27 a 8 a ritenere che non possa sollevare dubbio la questione che è stata sollevata. Noi la vediamo molto diversamente, ma non è così scontato come lei dice, non è così evidente; altrimenti, una volta assolto l'onere di buttare sul tavolo il nostro 740, tutto il resto sarebbe ininfluente e non esisterebbe neanche questa procedura!

Vorrei capire quali sono le circostanze che possono metterla in moto. Riteniamo che questa ne sia una e riteniamo che lo si debba precisare puntualmente. Però questo è il nodo della questione ed abbiamo cercato di trattarlo in modo asettico rispetto alla vicenda, perché non ci interessa fare illazioni o speculazioni. Ma fuori da quest'aula esiste o non esiste un mondo che si interroga e che si chiede se non ci sia necessità di dare chiarezza? A poca distanza da qui dei colleghi che seguono in Consiglio comunale una vicenda che è di natura parallela, se lo stanno chiedendo! Poi si chiedono anche come mai si possa, in Consiglio regionale, "mettere in panchina" un Assessore per 90 giorni...su questo la pregherei di essere fermo in una prossima occasione, per sapere cosa vuol dire questa dichiarazione. Lo chiederemo naturalmente all'interessato, ma siccome il Sindaco Giordano è del suo partito, siccome tante cose vengono discusse nelle "segrete stanze" del partito, magari possiamo avere qualche lume, cosa vuol dire che loro purtroppo non possono tenere in panchina l'Assessore! Chiusa parentesi, perché non è desiderio infierire.

La questione è molto semplice: la gente non capisce questa saracinesca tirata giù e, con grandissimo rammarico, prenderemo atto di un voto contrario a questa istanza. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, solo per ribadire che abbiamo subito anche qualche critica rispetto ad un tentativo di dare ragione del concetto di interpretazione, ma poi è arrivata in modo dirompente l'interpretazione del Presidente della Regione e, a quel punto, visto che è autorevole, è l'interpretazione vera. Mi scusi, collega La Torre, ma lei non può dire che la minoranza non interpreta e poi, qui, tutti si fanno interpreti di tutto...è normale, così come quel cittadino ha interpretato. Però l'istanza presentata dal collega Rigo, che dice: ai prossimi cittadini che vorranno interpretare questa legge, glielo diciamo cosa devono scrivere in questa domanda? No, non glielo vogliamo dire, vogliamo tentare addirittura di farci credere...venite in commissione con la legge che poi la abroghiamo! Ma questo è il clou della serata, scoprire che il tentativo non è quello di rendere traducibile al cittadino una legge, bensì quello di farla sparire dalla circolazione! Se si può capire che vengano date interpretazioni...però farci anche percepire che si potrebbe farla sparire, questa legge, qualche sospetto ce lo crea! Di interpretazione in interpretazione, forse ho capito male, ma si è fatto intendere che questa legge, visto che genera confusione, se la seppelliamo è la strada migliore! Se non la seppelliamo, dobbiamo dire - non fra sei mesi, ma in tempi brevi - ai cittadini come possono usare uno strumento che il Consiglio regionale ha messo a disposizione dei cittadini.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Le affermazioni fatte dal collega Louvin riprendono un punto molto delicato, cioè cosa pensa la gente di tutto questo? Allora c'è qualcuno che cerca di nascondere qualcosa e gli altri che vogliono fare uscire qualcosa? Posto così, il problema è sbagliato, perché la commissione speciale non può risolvere quel problema collegato alla domanda che tanti si sono posti, di come e in che termini è avvenuta questa movimentazione, su cui non entro nel merito e, nemmeno lei credo voglia entrare nel merito, e che sicuramente lascia perplessi. Ma voglio discutere qui della ragione per cui noi riteniamo valide le conclusioni a maggioranza della Capigruppo sul senso della legge, perché quando lei ha citato il passaggio "ogni Consigliere può", è giusto, ma deve farlo con un'istanza scritta - e risolvo il problema del collega Donzel - e motivata. Cosa vuol dire "motivata"? Che mi deve portare un argomento. Ma se l'argomento è la notizia sulla stampa, questa non è una motivazione! O mi porta una motivazione da cui si evince che nell'istanza presentata io ho detto il falso e hai degli elementi veri, allora io lo accerto...ma non mi basta una notizia di stampa per fare una commissione d'inchiesta! Secondo me è un'esagerazione. Nel momento in cui ci saranno le motivazioni, se ci sono delle situazioni da chiarire, bene; ma non è con questo, non bisogna pensare che qui c'è qualcuno che vuole nascondere qualcosa e qualche altro che dice: facciamo noi chiarezza.

I compiti della commissione speciale li sappiamo bene: sono solo quelli di capire se quell'istanza che ha presentato è motivata, cioè se le motivazioni sono valide oppure no, è questo che deve capire la gente! Non è che deve fare il lavoro che altri forse stanno facendo, io queste notizie non le ho...se stanno facendo accertamenti perché hanno il dovere, ma non è il nostro, perché la commissione speciale valuta i due capisaldi: stato patrimoniale e redditività. Se io ho delle notizie in tal senso, le presento e la commissione le valuta.

Non vorrei, su un tema così delicato, che si desse l'idea al cittadino che ci fossero, qui, due fazioni: una che tenta di far finta di niente perché vuole coprire un collega e, un'altra, che dice: siamo rigorosi, vogliamo fare chiarezza...ma chiarezza su cosa? Non c'è il punto da chiarire. Se mi si dice qual è il punto da chiarire...dov'è la motivazione? Una lettura del giornale...onestamente mi sembra poco! Attenzione, da tutto quello che compare ci sono sicuramente delle cose da chiarire, ma non è compito mio, né della commissione farlo, e spero che al più presto si possano chiarire, come ho sempre detto. Oggi voglio sottolineare che stiamo parlando di stato patrimoniale, di rispetto della dichiarazione dello stato patrimoniale e reddituale, punto! Noi a questo siamo ligi e vogliamo che sia fatta chiarezza. Diciamo che lo strumento è giusto, ma non c'è la motivazione e, non essendoci la motivazione, riteniamo che questa non sia presentabile; come la risoluzione non ha quel senso che è collegabile con la legge, perché non fa chiarezza. La risoluzione dice solo: andate a modificare, ma non risolve il problema di oggi...

(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)

...ah, ecco, è chiaro! Ma allora quel discorso...voi capite che qui abbiamo fatto due discorsi, io ho capito il tuo, ma non è l'interpretazione di cosa deve fare la commissione, che è indubbio, perché quello che deve fare la commissione è chiarissimo, non si è mai nemmeno presentato il caso! Vorrei dire che non è che ci sia stato l'equivoco, dice: qui non abbiamo capito cosa deve fare la commissione, allora rimoduliamo la commissione, cambiamo le funzioni...invece non è così, perché non si è mai posto il problema, e non è quello!

Quindi ribadisco che con queste motivazioni non abbiamo nulla da nascondere, né da salvare nessuno che non sia nella logica della correttezza dell'applicazione della legge.

Presidente - Pongo in votazione la risoluzione:

Consiglieri presenti e votanti: 34

Favorevoli: 8

Contrari: 26

Il Consiglio non approva.

Presidente - Con questa votazione, vista l'ora, dichiaro conclusi per questa giornata i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio regionale. I lavori riprenderanno domani mattina alle ore 9, con la discussione del punto n. 31.3 all'ordine del giorno.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 20,45.