Oggetto del Consiglio n. 2109 del 5 dicembre 2011 - Resoconto
OBJET N° 2109/XIII - Illustration des lois de finance et de budget pour le triennat 2012/2014.
Presidente - Passiamo ai punti n. 16 e n. 17 dell'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Segretario Rigo, per questione pregiudiziale.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
Ai sensi dell'articolo 61 del Regolamento, la legge n. 5/2000 all'articolo 2, comma 3bis, recita: "Ogni anno, contestualmente alla presentazione del bilancio di previsione, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale quali obiettivi del piano sociosanitario vanno considerati prioritari nella successiva programmazione sanitaria regionale". Questo comma è stato inserito nel 2003, a dimostrare che questo Consiglio voleva affermare questo principio. I colleghi possono verificare che i documenti relativi al bilancio di previsione non sono accompagnati da questi obiettivi di cui all'articolo appena letto. L'Assessore Lanièce ha trasmesso alla commissione, poche settimane fa, un voluminoso documento crono-programma, riferito al piano sociosanitario.
A mio modo di vedere, il lavoro per il Consiglio era già pronto, bastava agli uffici, d'intesa con l'Assessore, stralciare alcuni degli obiettivi, presentarli in modo adeguato e con una relazione di accompagnamento venire in Consiglio rispettando l'indirizzo che ho prima letto. Stessa situazione è avvenuta negli anni scorsi, per questo avevo chiesto spiegazioni nel mio intervento di ordine generale sul bilancio, ma non ho avuto mai risposta. Lo scorso anno, il Presidente della Regione presentò contestualmente al bilancio due relazioni relative alla legge n. 6/2007 sulla cooperazione e n. 54/1998 sugli enti locali; non so se sono io non attento, può essere, ma non ho ricevuto questa documentazione.
Allora chiedo ai Presidenti del Consiglio e della Regione chi decide se queste relazioni devono venire o non devono venire in Consiglio contestualmente al bilancio di previsione, chi dovrebbe vigilare perché questo avvenga. A questo punto, o questi commi vengono abrogati, altrimenti non è positivo constatare che il Consiglio non rispetta disposizioni che lo stesso si dà! Non chiedo di mettere ai voti la questione pregiudiziale, ma vorrei stavolta una risposta.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Da un punto di vista formale il problema sollevato dal collega è corretto. Vorrei solo spiegare brevemente il perché, sul tema soprattutto sanitario, adesso sulla cooperazione c'è la relazione. Credo che sia per una forte disattenzione sull'applicazione di questi commi, lo riconosco e, dall'altra, perché negli obiettivi che sono stati fissati nel piano già si dava una progressione negli anni. Basterebbe - formalmente per assolvere a questo - o richiamare, o dire che quegli obiettivi strategici rimangono validi, perché il piano triennale lo abbiamo fatto con un po' di ritardo per la sanità e stessa cosa per gli altri, quindi adesso farò in modo che questo non succeda più, nel senso di trovare il modo che un richiamo formale dia la possibilità di capire se...perché il senso di quel comma era che uno fa un piano, se ci sono modifiche è giusto che siano sottolineate, sennò si danno per validi quegli obiettivi strategici che i piani, approvati da questo Consiglio, recitano.
Chiedo scusa ai colleghi, però questo è un aspetto che è risolvibile sotto il profilo di sostanza nel senso che ho appena detto.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - Forse per alcuni colleghi questa è fuffa, invece, mi permetto di dire che se ci diamo delle regole, e in questo momento particolare, dove il paese e la società hanno bisogno che tutti quanti rispettino le regole, deve essere il Consiglio per primo a rispettare le regole che lo stesso Consiglio si dà, molte volte, all'unanimità!
Presidente - Prendo atto del richiamo, saremo più rigorosi. La questione pregiudiziale è rimossa? Bene. Passiamo alla trattazione dei punti n. 16 e n. 17.
La parola al relatore, Consigliere Rosset.
Rosset (UV) - Grazie Presidente.
Cari colleghi, questa manovra finanziaria non avviene in un momento ordinario. È vero, questa frase la si sarebbe potuta pronunciare sin dalla finanziaria approvata nel 2008, nel 2009 e, ancora, nel 2010, ma proprio misurando il tempo trascorso tra allora ed oggi con l'impressionante mole di avvenimenti, allo stato attuale le difficoltà sembrano ancora più grandi e vengono accentuate non solo dal peculiare quadro economico-finanziario dell'Italia, svelato nella sua assoluta gravità, ma anche da una crisi della politica ben visibile a Roma, nelle vicende più recenti, che hanno portato all'estremo tentativo di salvataggio incarnato dal governo dei tecnici.
Tornando al bilancio, la ripartizione delle risorse resta un tema fondamentale perché, dalle scelte votate da questo Consiglio, si prefigurano indirizzi e priorità da trasformare nell'azione quotidiana, di cui dobbiamo poi rispondere ai cittadini valdostani. Ma sono diversi gli elementi che si incrociano in occasione di questa manovra finanziaria regionale, che si estende, come sempre, al triennio successivo, e non solo, perché certe scelte hanno una profondità ben superiore. Prima di entrare nella sostanza dei due disegni di legge, devo ancora ricordare il lavoro svolto dalla II Commissione, che ho l'onore di presiedere. Insieme ai componenti, che ringrazio per l'impegno ed il contributo dato, abbiamo proceduto all'analisi dei due disegni di legge ed abbiamo incontrato, durante le audizioni, i rappresentanti delle politiche sociali, sindacali, imprenditoriali ed economiche per valutare meglio le priorità, le urgenze ed i bisogni che le diverse categorie esprimono in questa fase delicata di crisi economica.
Consentitemi, fatta questa premessa, di proporvi una visione complessiva, che sottintende le risposte che il Governo e la maggioranza offrono - malgrado i diversi interventi restrittivi che impongono una riduzione di risorse rispetto al 2011 di 110.000.000 di euro - ai bisogni e alle necessità della comunità valdostana con elementi di ovvia continuità con l'azione degli anni precedenti e nel rispetto del programma di legislatura. È un bilancio che si muove in un contesto di crisi economica, di incertezze e di preoccupazione per la mancata crescita e la quasi totale assenza di ripresa, sia a livello internazionale che nazionale, soprattutto una preoccupazione anche per i delicati risvolti finanziari ed occupazionali nel mondo del lavoro. Va ricordato che dall'inizio di questa legislatura regionale ogni bilancio ed ogni legge finanziaria hanno voluto adottare misure e disporre politiche di sostegno e di investimento per far fronte ad un periodo di crisi, con l'obiettivo di preparare prospettive di rilancio e con la garanzia che, una volta conclusa la fase di crisi - auguriamoci nel più breve tempo possibile -, le risorse a bilancio potranno liberarsi e saranno disponibili come un volano per ulteriori opportunità di sviluppo.
Il bilancio che stiamo analizzando è un documento predisposto con rigore, che tiene conto non solo della situazione di crisi, ma anche di un periodo caratterizzato da un susseguirsi di manovre finanziarie, l'ultima è di ieri e non ancora ben definita, soprapponendo decisioni e provvedimenti che hanno modificato in modo sostanziale il quadro di riferimento e fortemente complicato il delinearsi di un percorso di prospettiva verso il futuro. A questo scenario si aggiungono gli effetti di una manovra nazionale che si situa nel contesto di una persistente crisi economico-finanziaria internazionale con un'Unione europea che ha appena fissato nuove e stringenti regole per il patto di stabilità e che sta facendo fronte alla crisi di diversi Stati europei. Il quadro europeo ingloba, per così dire, la crisi italiana in un delicato momento di passaggio irto di difficoltà per il vecchio continente. Pur in una crisi lunga e faticosa a livello mondiale, l'Europa spicca per due difficoltà: l'indebitamento pubblico con un effetto domino fra i paesi dell'Unione e, in secondo luogo, per una difficoltà irrisolta nel recente Trattato di Lisbona della governance politica.
La Valle d'Aosta, ovviamente, non è estranea al contesto descritto, molte regole nazionali e comunitarie agiscono sul nostro sistema economico e sulle decisioni politiche che spettano al Governo regionale ed al Consiglio della Valle d'Aosta. Pensiamo al patto di stabilità, di recente irrigidito a livello europeo - come già accennavo precedentemente - ed al suo impatto sulle linee importanti dei nostri documenti finanziari. Pensiamo al riparto fiscale, che ritenevamo essersi assestato con l'ultima norma di attuazione che recepiva il celebre "federalismo fiscale", mentre ci siamo trovati a subire l'incertezza degli effetti di misure drastiche, per qualche aspetto anche improvvisate - lo ricordava il Presidente questa mattina -, che hanno accentuato, ancora poche settimane fa, i tagli nei trasferimenti che ci spettano, questo senza l'uso del sacrosanto diritto all'intesa sulla materia con la nostra Regione autonoma.
Le risorse disponibili, ovvero le entrate al netto delle partite di giro, nel 2012 sono pari a 1.470.000.000 di euro a fronte dei 1.580 del 2011; per il 2013 le entrate previste sono pari a 1.458.000.000 e, per il 2014, pari a 1.450.000.000. L'andamento decrescente è la conseguenza dei vincoli imposti sulla spesa. Il totale della spesa corrente e per investimenti è pari a 1.423.400.000 di euro, di cui il 76,11 percento destinato alla parte corrente e il 23,89 a quella degli investimenti. Il settore delle spese per investimenti presenta, per il 2012, una previsione pari a 340.000.000 di euro.
Passando invece ad analizzare la struttura che compone la quota di spesa corrente per il 2012, va innanzitutto fissata la cifra che ammonta a 1.083.300.000 di euro in riduzione di circa il 3 percento rispetto al 2011, quando la spesa corrente era prevista in 1.117.200.000 di euro. L'analisi delle spese del bilancio regionale, con la prospettiva per legge, assume pertanto un particolare significato. Per fare ciò, si sono prese in considerazione per ovvi motivi solo le leggi più importanti, analizzando in particolare gli stanziamenti dell'anno 2012. Innanzitutto occorre osservare che quasi la metà del bilancio regionale è destinato alle prime tre funzioni obiettivo per stanziamenti previsti: personale, sanità e finanza locale.
Le spese per il personale, che rappresentano il 17,6 percento del bilancio, comprendono quelle del personale regionale, quelle del personale direttivo e docente delle scuole e quelle dei lavoratori assunti con contratti nazionali nel settore dell'agricoltura, delle risorse naturali e dei lavori pubblici. Le spese della funzione sanità rappresentano il 19,52 percento del bilancio ripartite in trasferimenti all'Azienda USL ed in spese di investimento nel settore sanitario. Alla finanza locale sono infine attribuite risorse pari al 17 percento del bilancio regionale, così suddivise: 109.800.000 trasferimenti senza vincolo; 116.200.000 trasferimenti con vincolo agli investimenti; 21.400.000 programma FOSPI.
Le risorse previste per lo sviluppo economico regionale rappresentano l'8,4 percento del bilancio e permettono il finanziamento per il 2012 nell'ambito del turismo e del commercio, degli interventi a sostegno delle attività turistico-ricettive di cui alla legge n. 19/2001 per 9.300.000, delle leggi n. 6/2001 e n. 9/2009 concernenti l'organizzazione turistica per 10.300.000 e degli interventi per lo sviluppo alpinistico ed escursionistico di cui alla legge n. 4/2004 per quasi 2.000.000. A questi si aggiungono gli interventi, previsti dalla legge n. 8/2004, finalizzati allo sviluppo ed alla riqualificazione degli impianti a fune che verranno effettuati tramite la Finaosta S.p.A..
Per quanto riguarda l'industria e l'artigianato, 5.000.000 sono destinati agli interventi volti a favorire la ricerca e lo sviluppo, previsti dalla legge n. 84/1993, e 6.000.000 contribuiranno al sostegno degli investimenti produttivi previsto dalla legge n. 6/2003. Vi sono poi da considerare le misure volte a sostenere i consorzi garanzia fidi, previste dalla legge n. 21/2011, per le quali sono stanziati complessivamente oltre 4.000.000.
Per quanto attiene alle politiche del lavoro e della formazione professionale, il piano triennale previsto dalla legge n. 7/2003 viene finanziato con 6.200.000, mentre 4.130.000 e 5.100.000 sono destinati rispettivamente alla Fondazione per la formazione professionale turistica (legge n. 20/1991) e a quella per la formazione professionale agricola (legge n. 12/1982). Gli stanziamenti iscritti in bilancio per finanziare i programmi europei si attestano sui 40.500.000 suddivisi tra il programma occupazione per circa 12.000.000, il programma competitività per 11.000.000, il programma di sviluppo rurale per 7.300.000, il programma cooperazione territoriale per 5.700.000 ed i programmi oggetto di finanziamento FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) per 4.500.000.
Alla funzione obiettivo governo del territorio è destinato il 4,14 percento delle risorse del bilancio, che consentono il finanziamento della tutela dai rischi naturali e la protezione civile, la gestione dei rifiuti e l'ambiente. Nell'ambito degli interventi di protezione civile e per la tutela dai rischi naturali, la principale legge di riferimento è la n. 5/2001 a cui sono assegnate risorse regionali per 12.100.000. Inoltre sono previsti 9.300.000 per la disponibilità del servizio di trasporto a mezzo elicottero di cui alla legge n. 35/1997 e 3.500.000 per il servizio di soccorso sulle piste di sci di discesa (legge n. 32/2001). In materia di gestione di rifiuti la legge n. 31/2007 è finanziata con 5.300.000, mentre le risorse a disposizione dell'ARPA di cui alla legge n. 41/1995 ammontano a 6.200.000.
Il finanziamento degli interventi previsti nella funzione obiettivo agricoltura è pari al 3,35 percento del bilancio. Per le politiche di sviluppo rurale, previste dalla legge n. 32/2007 che al Titolo III disciplina gli interventi in agricoltura, sono assegnati 35.000.000. Per quanto concerne la zootecnia le leggi di riferimento sono la n. 21/2001 e la n. 3/2002 che sono finanziate complessivamente per 10.000.000.
Le risorse previste per la funzione infrastrutture per mobilità e reti rappresentano il 3,50 percento del bilancio. La gestione della viabilità assorbe quasi 17.000.000, mentre le spese previste per i servizi di trasporto pubblico di linea di cui alla legge n. 29/1997 ammontano a 16.400.000. Per il finanziamento delle spese per impianti e attrezzature dell'aeroporto Corrado Gex previste dalla legge n. 78/1991 sono stati stanziati 2.800.000, mentre per il finanziamento dei servizi aerei e per la gestione dell'aeroporto è autorizzata una spesa di 5.600.000.
L'ammontare delle risorse assegnate alla funzione obiettivo politiche sociali è pari al 3,36 percento del bilancio. In particolare trovano finanziamento in questo ambito gli interventi di politica sociale a valere sull'omonimo fondo previsto dalla legge n. 18/2001 per circa 20.500.000 finalizzati alla realizzazione del piano regionale per la salute ed il benessere sociale 2011/2013, nonché le provvidenze economiche a favore di invalidi, ciechi e sordomuti previste dalla legge n. 11/1999 per 27.200.000.
La funzione obiettivo cultura e sport rappresenta il 2,50 percento del bilancio. In essa trovano finanziamento gli interventi per i beni culturali per 13.800.000, tra cui gli interventi per la promozione culturale e scientifica di cui alla legge n. 89/1993, per 6.700.000 ed il contributo al funzionamento dell'Associazione del Forte di Bard di cui alla legge n. 10/1996 per 3.300.000. Per quanto riguarda lo sport 3.100.000 sono destinati alla realizzazione di infrastrutture sportive previste dalla legge n. 16/2007 e quasi 2.700.000 agli interventi a favore dello sport di cui alla legge n. 3/2004.
La funzione obiettivo istruzione primaria e secondaria rappresenta 1,54 percento del bilancio e contiene le spese per il funzionamento al netto delle spese per il personale. Le principali leggi di riferimento sono la legge 19/2000 per quanto riguarda il finanziamento delle istituzioni scolastiche regionali che prevede risorse per 3.300.000 e la legge n. 55/1986 concernente il finanziamento delle scuole private, spese per 4.200.000.
Le risorse attribuite alla funzione obiettivo istruzione universitaria rappresentano 1,17 percento del bilancio e sono principalmente destinate al finanziamento dell'università della Valle d'Aosta, previsto dalla legge n. 25/2001, per 7.000.000, a quello della Fondazione Istituto musicale di cui alla legge n. 8/1992 per 4.600.000 e agli interventi regionali per favorire il diritto allo studio previsti dalla legge n. 30/1989 per 3.300.000. Queste sono le cifre, a grandi linee.
Alla luce di quanto analizzato, siamo di fronte ad una manovra che sconta le conseguenze derivanti da una finanziaria dello Stato. Sui tagli conseguenti quasi tutto è stato detto per ora; personalmente penso che, analizzando lo scenario complessivo, possiamo ancora contare su un bilancio che, proprio perché redatto in un periodo di crisi, si rivela equilibrato, nonché l'asse portante della progettualità politica, in grado di produrre effetti in un contesto in costante evoluzione grazie ai robusti provvedimenti anticrisi - non sto ad elencarli, tutti li conosciamo - ma anche in grado di porre grande attenzione agli investimenti nei settori strategici. A tal proposito, si sono allocati alcuni investimenti in capo alle partecipate regionali, con la previsione di uno specifico indebitamento necessario su opere già programmate, direi anche iniziate, come l'ospedale, l'università. È ovvio che tale strumento può essere utilizzato solo una tantum, per evitare in futuro un indebitamento eccessivo.
La manovra finanziaria regionale garantisce prospettive future con investimenti nei settori chiave dello sviluppo economico, nelle politiche del lavoro, rispetto alle quali assume rilevanza centrale proprio il piano triennale sostenuto con risorse autorizzate in questo bilancio, ma offre anche certezza di risorse al comparto della finanza locale. In questo periodo si è parlato molto dell'autonomia degli enti locali, ma questa finanziaria è stata approvata dagli enti locali, senza l'obbligatorietà di fare tanto. È chiaro che anche gli enti locali contribuiranno al contenimento della spesa: gestione associata, nuove deleghe, nuove competenze. Significativa, seppure in un periodo di crisi, l'attenzione rivolta all'istruzione, alle politiche sociali, alla salute ed alle politiche della persona. Sono questi gli assi sui quali continuare a puntare per dare respiro alle linee di intervento regionali e garantire, malgrado i ridimensionamenti e l'incertezza nella quale si è costretti ad operare, una prospettiva per il futuro dello sviluppo regionale.
Concludendo la carrellata dedicata alle cifre ed ai dati contenuti in bilancio, mi avvio rapidamente alla chiusura dell'intervento, sottolineando la centralità dei provvedimenti che stiamo per approvare. Inutile quindi ribadire che, proprio in un periodo di congiuntura economica negativa, quante siano le difficoltà e le incertezze che ci obbligano a continui aggiustamenti in corsa e ci indicano, come metodo, una programmazione di medio e lungo periodo come antidoto a questa maledetta crisi ed al rischio che essa incida sul benessere dei valdostani e sul modello di cui la Valle d'Aosta si è dotata con efficacia negli anni. Un atteggiamento, questo, che, al di là delle piccole polemiche, contribuisce a mantenere il bilancio ed i provvedimenti ad esso collegati in linea con le attese della popolazione in un momento gravemente appesantito dalla congiuntura negativa, e ad assicurare un adeguato sostegno al sistema Valle d'Aosta nel suo complesso. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie Presidente.
I colleghi del Consiglio hanno ricevuto copia della relazione, quindi cercherò di sottolineare alcuni punti essenziali, tralasciando eventualmente una lettura completa, soprattutto per non ripetere alcuni aspetti che già bene ha evidenziato il relatore. La relazione parte da un quadro di carattere economico più generale, internazionale: Zona euro e situazione economica italiana; salterei questi aspetti, perché penso che tutti i colleghi siano sufficientemente informati di cosa sta succedendo, sia a livello internazionale che nazionale, anche se per completezza della relazione mi sembrava importante fare alcuni riferimenti a queste situazioni.
Due cose velocissime relative alla situazione economica regionale. Il 2011, per la nostra Regione, è stato un anno dai due volti: nella prima parte dell'anno si sono avuti risultati che parevano far presagire una buona ripresa, dopo che dal 2009 aveva risentito di quanto accaduto al resto del paese; nella seconda metà dell'anno, l'intera congiuntura economica ha cominciato a dare segni pesanti di cedimento. In particolare nell'industria: la dinamica degli ordini e della produzione, ancora migliorata nei primi sei mesi, si è successivamente indebolita, risentendo del rallentamento del commercio internazionale e delle turbolenze dei mercati finanziari. Nel settore delle costruzioni si evidenzia come nel primo semestre dell'anno non siano emersi grossi segnali di ripresa, sia nel comparto delle opere pubbliche che in quello dell'edilizia residenziale; l'attività è rimasta abbastanza debole, riflettendosi negativamente sull'occupazione. Il commercio, che dovrebbe essere uno dei motivi trainanti dell'economia, ha sopportato una difficile fase congiunturale; in particolare le vendite nel commercio al dettaglio, dopo il lieve calo in termini nominali registrati nel 2010, hanno ancora mostrato un profilo tendente al negativo. Il turismo, a conferma della vocazione della nostra regione, all'accoglienza ed all'ospitalità, al contrario dei precedenti settori, mostra un trend positivo rispetto al periodo precedente, rilevando però un calo di presenze di turisti italiani (meno 4 percento circa), ma con un notevole aumento di turisti esteri, provenienti in particolare da Germania, Francia e Russia (più 10 percento). In generale, purtroppo, si deve registrare una - anche se leggera - flessione della forza lavoro dell'1,2 percento, che porta alla riduzione di un reddito pro capite sufficiente a mantenere alto il livello dei consumi.
Andando a pagina 13, facendo riferimento all'ordinamento finanziario ed al patto di stabilità, abbiamo gli elementi che hanno imposto il tetto di spesa per la costruzione di questo bilancio: la manovra estiva del 2010 che ha inciso per 24.000.000 di contenimento alla spesa, la manovra estiva 2011 per ulteriori 96.000.000, l'accordo per il federalismo fiscale per 135.000.000, pari alla differenza tra 118.000.000 e 104.500.000; compensati dalla regionalizzazione della gestione delle ferrovie (più 23.000.000). Questi dati portano praticamente ad un bilancio regionale per il 2012 che vede un contenimento della capacità di spesa di 110.000.000 di euro rispetto al bilancio iniziale del 2011, per effetto combinato delle manovre e del patto di stabilità. Su questo poi si dovrà verificare in questi giorni l'impatto dell'ultima manovra. Tralascio le parti più legate agli aspetti dei vari settori: sanità, politiche sociali, pacchetti anticrisi, anche perché bene il relatore ha evidenziato al riguardo.
Vado a pagina 20, a sottolineare invece uno degli elementi importanti e anche un momento di difficoltà del nostro bilancio, indicatori comunque di solidità del sistema finanziario regionale. La struttura finanziaria della Regione continua a rimanere ben solida nonostante il perdurare della crisi economico-finanziaria. Grazie ad un'oculata ed attenta politica di bilancio, a seguito dell'osservanza totale del patto di stabilità, la previsione delle spese è pari, per il 2012, a 1.470.000.000; per il 2013 a 1.458.000.000 e, per il 2014, a 1.450.000.000. Malgrado i vincoli di bilancio, la proposta che portiamo in Consiglio vede uno sforzo notevole per intervenire in modo particolare sul miglioramento dell'efficienza e sulla rimodulazione degli investimenti, al fine di renderli più coerenti con la dinamica della cassa. Questo è uno sforzo importante, soprattutto in un momento in cui le risorse, anche per le manovre ed il patto di stabilità, vengono a diminuire, è importante evitare il più possibile che la gestione del bilancio porti a dei residui.
Possiamo affermare fin da ora che la Regione Valle d'Aosta, con questo bilancio previsionale, sarà in grado di fronteggiare ulteriori crisi del sistema economico internazionale, non dimenticandosi però di salvaguardare il patrimonio ambientale, artistico e culturale presente nell'intera Regione. L'analisi di questo bilancio di previsione per il triennio 2012-2014 evidenzia quanto sia importante per la Regione la composizione delle entrate, più precisamente vogliamo sottolineare l'incidenza tributaria, pari a quasi il 90 percento delle entrate del nostro bilancio, contributi e trasferimenti statali, Unione europea ed altri soggetti, che si riducono particolarmente avvicinandosi allo zero (2,5 percento), come pure modeste sono le entrate extra tributarie (2,35) e il 6 percento è rappresentato da mutui e prestiti. L'oculatezza di spesa, la lungimiranza negli investimenti a medio e lungo termine, essendo sotto attenta osservazione, faranno sì che questa previsione di bilancio triennale possa rivelarsi tale con minimi margini di oscillazione.
Vogliamo sottolineare soprattutto in questo momento la stabilità economica della Regione Valle d'Aosta, è stata confermata anche dal fatto che la società di rating abbia confermato il rating di lungo termine AA+ e di breve termine F1+. Questo è reso possibile dal fatto che lo Statuto speciale di autonomia della Regione reca stabilità nelle entrate tributarie, nonostante il periodo di recessione globalizzata. L'agenzia di rating valuta positivamente la tenuta del margine operativo della Regione, sostenuto tra l'altro anche dalla tenuta dei consumi. L'agenzia inoltre evidenzia quanto l'economia locale abbia beneficiato nel periodo 2009-2010 di una manovra anticiclica di 200.000.000 di euro, che ha contribuito alla crescita del PIL ed al mantenimento di un basso tasso di disoccupazione. Ciò che tranquillizza nell'analisi condotta dall'agenzia è il fatto che l'assegnazione di prospettive stabili a livello AA+ riflette le aspettative di solidi risultati operativi nel periodo di medio termine. Sulla struttura delle entrate ha già relazionato in modo dettagliato il relatore Rosset, quindi non farei che ripetere la sua relazione, come pure sui capitoli relativi alle spese. Quindi mi avvio alle conclusioni.
Conclusions et considérations. L'année 2011 a été une année vraiment difficile, aussi bien du point de vue économique que du point de vue politique et social. La récession est désormais généralisée et nous sommes dans une situation de stagnation. Les scénarios sont alarmants et l'optimisme, qui avait caractérisé la fin de la période précédente, s'est transformé en un fort scepticisme et en un manque de confiance quant au fait qu'il soit possible de résoudre les problèmes macroéconomiques à la racine.
L'année qui vient de s'écouler n'a fait que démontrer à quel point les différentes économiques du monde et notamment de l'Europe sont fragiles; en Grèce, en Espagne, en Portugal, en Italie et en France il est évident qu'une restructuration est nécessaire, une réforme des politiques visant à améliorer le PIB, sans oublier les dettes accumulées au cours des périodes précédentes. Les tableaux qui brossent ce budget pour 2012-2014 soulignent les bénéfices que la Vallée d'Aoste peut tirer de son autonomie financière, fiscale et économique. Les différentes interventions prévues nous permettent, en dépit de la crise, de maintenir le niveau de consommation à la hauteur de la période précédente, ce qui signifie que l'emploi devrait rester relativement stable et de ce fait le niveau de vie des familles valdôtaines aussi.
Il 2012 dovrà essere l'anno della definitiva consacrazione di un'attenta politica di bilancio volta a contenere le spese, senza tralasciare quei settori dell'economia che meritano di essere valorizzati, evitando gli sprechi e tutte le spese che non generano crescita. Gli incentivi e gli investimenti nella ricerca e sviluppo si rendono necessari al fine di risollevare le economie di paesi, altrimenti destinati a dichiarare default.
La Valle d'Aosta risulta una Regione virtuosa andando in controtendenza, in quanto a risultati, a ciò che invece accade al resto del nostro paese; tutto ciò non sarebbe stato possibile senza una pianificazione accurata nel triennio delle entrate e delle spese regionali. L'attento lavoro svolto porta la Regione ad un ottimo risultato di rating, sia di lungo che di breve periodo. Analizzando la relazione dell'agenzia, ci si accorge di quanto rigore delle spese attuate; il continuo monitoraggio della situazione finanziaria ed il buon risultato in termini di PIL farà sì che anche nel prossimo triennio ci si possa distinguere rispetto sia alle altre realtà nazionali che estere. Fondamentale per la Regione Valle d'Aosta è - e lo sarà nel prossimo futuro - avere partecipazioni in imprese strategiche, che continuano a registrare, nonostante la congiuntura economica generale negativa, utili importanti con ritorni economici favorevoli. Nel corso del 2011 la Regione ha acquisito da ENEL il 51 percento del capitale sociale della società Deval e Vallenergie S.p.A.. Nell'ambito della finanza locale vi è stato un rafforzamento nella gestione dei servizi in capo agli enti locali. Alcuni interventi, fino al 2011 finanziati con fondi regionali, a decorrere dal 2012 verranno erogati mediante risorse di finanza locale, anche in relazione al fatto che gli stessi sono connessi ad attività di competenza delle autonomie stesse: ne sono un esempio il trasporto pubblico locale e parte della politica sociale. Anche quest'anno, tra i tanti obiettivi della Regione, vi è quello di aiutare il cittadino ad accedere ai servizi della pubblica amministrazione in modo semplice e veloce, senza imbattersi in inutili intoppi burocratici, che rallentano la fruizione dei servizi resi all'utenza.
La previsione di bilancio per il prossimo triennio, seppur rigorosa, rappresenta uno strumento concreto che lascia ben sperare per il futuro, con la consapevolezza che il duro lavoro ci permetterà di raggiungere obiettivi positivi a favore della comunità valdostana.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Anch'io ringrazio il relatore e l'Assessore per le relazioni svolte.
Vorrei aggiungere qualche nota, con riferimento ad alcuni punti specifici, per un inquadramento della situazione del nostro bilancio che oggi discutiamo in una situazione difficile; stiamo parlando di questo bilancio sapendo che è in arrivo questa manovra, tant'è che abbiamo dovuto adeguare, con un emendamento che è stato preannunciato stamani, l'esigenza di rivedere ulteriormente le nostre posizioni. Lo diciamo perché è la prima volta che succede in questa legislatura; abbiamo avuto, in un anno, tre manovre finanziarie e questa è la quarta. Enfatizzare le difficoltà non aiuta a capire cosa, come Regione, possiamo fare e quale ruolo possiamo avere, che è il compito di un'amministrazione che fa riferimento ad una Regione a Statuto speciale, e che di questo ha sempre fatto vanto per le sue autodeterminazioni, fin dove arrivano.
Oggi siamo sempre più in una fase di vincoli, oltre a quello che è stato detto, i vincoli europei, che dettano il calendario alle nazioni e che, di riflesso, traducono per le regioni e per gli enti territoriali i compiti a casa. Oggi siamo a questi livelli, cosa che non era mai successa prima! Questo mette in grande difficoltà l'impianto del federalismo, che invece puntava su una profonda responsabilizzazione, ma che andava con una logica diversa, riferita alle Regioni e agli enti locali. Responsabilizzazione che voleva dire che tutti dovevano concorrere a fare il meglio, seguendo alcune regole generali - livelli essenziali di assistenza, regole generali di costi standard - che permettevano di fare dei raffronti fra le realtà, per valutare in che termini e in che modo si usavano i soldi pubblici.
Il nostro è un bilancio diverso da tutti gli altri bilanci delle Regioni a Statuto ordinario ed è vicino ai bilanci, come quello con cui ci confrontiamo, del Trentino, che farà questa operazione la settimana prossima, con Bolzano, le altre Regioni sono un po' più in ritardo, dove in effetti abbiamo questa strutturazione di base che è legata a questa esigenza, di mantenere forte il collegamento della Regione vista come entità che si ricollega al valore dei propri comuni, all'attività che viene svolta sul territorio ai vari livelli. Questo credo sia un aspetto che per altre Regioni è poco considerato, tant'è che le politiche regionali svolgono un ruolo che non è sempre così attento, così vigile o così legato alle politiche dei Comuni: noi rispondiamo anche per i Comuni sui discorsi tipo quello del patto di stabilità, che invece per tanti Comuni è un discorso a sé stante.
Quindi gli impegni che oggi sono andati a stravolgere la logica di bilancio, che era quella di dire "programmiamo a lunga gittata, cerchiamo di fare dei piani strategici"...oggi non si sa come si arriva al domani, oggi siamo qui a dirci come saranno le politiche per l'anno prossimo tenendo conto di tanti "se" e di tanti "ma". Questa è la difficoltà, che coinvolge tutti; però non è il caso di fermarci solo e sempre a sottolineare questi aspetti, anche se incidono pesantemente sull'autonomia gestionale, perché ci troviamo ad avere un patto di stabilità che penalizza gli investimenti e noi abbiamo chiesto con forza, come Regione, la nettizzazione del piano degli investimenti. La "nettizzazione" vuol dire che se io investo, questo toglietemelo dal vincolo per quanto riguarda il patto di stabilità, altrimenti sono penalizzato due volte. Questo vale per evitare un indebitamento eccessivo in alcune realtà, ma nelle realtà che vogliono essere virtuose, e non sono solo le Regioni a Statuto speciale, questo deve essere un elemento che galvanizza le imprese, crea posti di lavoro! Invece noi ci troviamo con questo vincolo che diventa un handicap. Ecco che siamo a chiedere di trovare un equilibrio nuovo per quanto riguarda il futuro dello sviluppo.
Abbiamo fatto un lavoro importante, voglio ringraziare gli enti locali. Qualcuno ha parlato dei nostri Comuni che hanno avuto una riduzione dei fondi senza vincolo di destinazione, come è stato ricordato dal relatore...ma, attenzione! Se andiamo a vedere cosa sta succedendo per i Comuni, non per voler a tutti i costi guardare quello che succede da Carema in giù, bensì per capire qual è il principio con cui viene visto...prima di tutto c'è il discorso di ridurre il numero dei Comuni, e noi, su questo, abbiamo fatto una scelta di campo che credo sia unanimemente condivisa: quella di dire che i Comuni rimangono un'associazione di funzioni, su cui i Comuni già stanno lavorando. Ricordo che ne avevamo già parlato nella finanziaria dello scorso anno dicendo "possono"...quest'anno, purtroppo, rischia di diventare un "devono", perché senza associazione non c'è risparmio e non si può dimostrare che i Comuni possono operare correttamente anche senza mantenere l'apparato burocratico, soprattutto per i piccoli e piccolissimi Comuni. Questo è un aspetto che è giocoforza da portare avanti.
Per il resto, abbiamo mantenuto per i Comuni la gran parte degli investimenti, le azioni relative ai lavori utili per la difesa del territorio, quindi tenere conto dell'azione che quotidianamente i Comuni fanno e che è quella che ci porta a regolare in modo corretto il rapporto fra Regione, impresa, famiglia, perché il Comune è il primo che, a sua volta, risente di queste tematiche...quindi non sto a dire di questa esigenza di intervenire in modo oculato. Voglio ricordare ancora che i Comuni, per primi, hanno scelto la logica dei centri di costo, a cui stiamo lavorando anche come Regione. I centri di costo ci permettono di fare dei paragoni, di omologare i criteri con cui valutare; se un asilo costa 10 da una parte, non può costare 100 da un'altra parte, potrà costare qualcosa di diverso, ma dovremo trovare un modo per capire come mai certe cose non funzionano. Dovremo capire come mai anche in altri settori, sulla gestione di alcuni servizi, sul sistema idrico integrato, sul sistema dei rifiuti...adesso la raccolta differenziata funziona perché viene pagata dalla Regione, ma se lo deve pagare il cittadino...cosa succede? Dovremo pur rispondere a questi temi! Ecco perché abbiamo l'esigenza di collegarci con queste tematiche.
Abbiamo quindi uno schema di bilancio. Qualcuno ha parlato anche del bilancio in sé, cioè la proposta della legge di bilancio è una delle più moderne che ci siano, perché è per aggregazioni, per funzioni, e non è dispersa fra i mille rivoli, dando la possibilità di capire dove si va, quali sono le scelte strategiche. Abbiamo sicuramente un'infrastrutturazione della logica con cui stiamo lavorando sul bilancio che è il frutto di un attento lavoro, fatto dai responsabili dei servizi competenti, che hanno portato ad avere una legge snella, che ci permette di capire dove arrivare e cosa fare. Credo che questi siano segnali importanti, che vanno nella logica della riorganizzazione della macchina comunale, ma anche della macchina regionale, vedasi la legge n. 22 che abbiamo approvato, con la quale andiamo oggi a riorganizzare tutti gli assessorati; "riorganizzare" vuol dire ridurre o rivedere alcuni sistemi di lavoro, rivedere le logiche apicali e capire se i generali hanno l'esercito o se sono generali senza esercito - perché ci sono anche questi - e non sono generali in pensione, sono generali che sono ufficialmente in servizio con i gradi!
Stiamo quindi facendo un lavoro difficile, ma che è quello che più paga alla fine, perché dà la risposta sulla semplificazione e sulla sburocratizzazione, che sono quelle note che si vedono poco, ma che si captano quando c'è bisogno del servizio. Nel contempo, si è mantenuto un impianto molto attento, lo diceva l'Assessore - e non ci torno - fra investimenti e quindi fra le spese correnti e le spese di investimento, che è un altro dato molto importante. Siamo andati, con grande oculatezza, a cercare di valutare come rispondere in termini oggettivi al problema principale, a cui tutti si richiamano ed a cui tutte le azioni amministrative, sia interne che esterne, portano, cioè il problema del lavoro, come dare risposta al lavoro. La crisi ha solo aggravato un problema che conosciamo, la crisi peggiora un sistema che già aveva ampi spazi di difficoltà. Abbiamo un sistema di imprese, quelle legate alle lavorazioni alimentari o piccole imprese artigianali che - possiamo dire - sono collegate direttamente con il territorio, come le imprese del settore delle energie rinnovabili. Per il resto, le imprese della Media Valle sono strettamente collegate a qualcosa che esula dalle nostre possibilità, perché ci sono trasferimenti di aziende che non dipendono dalla volontà di mantenerle o no, dipendono da scelte strategiche che sono diverse e di cui paghiamo il fio. Credo che abbiamo fatto di tutto per mantenere questo rifermento molto preciso.
Pour soutenir la croissance des entreprises, pour ne pas faire manquer ni à celles-ci, ni à tous les citoyens en général les services nécessaires pour survivre dans une réalité petite et décentralisée, l'Administration régionale a investi et continue à investir avec des ressources considérables. Les restrictions imposées par la législation européenne avec l'introduction du pacte de stabilité et les dispositions financières qui en découlent, adoptées à l'échelon des Etats, nous ont porté à élaborer des stratégies spécifiques pour le maintien du tissu productif de la Vallée et de l'emploi de centaines de valdôtains, qui passent aussi bien par des mesures structurelles que par certaines mesures d'urgence et qui se sont imposées en ce moment particulier. Je pense notamment aux mesures pour l'essor des jeunes entreprises, aux nouvelles dispositions pour l'octroi de financements à taux avantageux en faveur des coopératives de construction, aux interventions pour l'essor des entreprises industrielles et artisanales, aux mesures en faveur des recherches et du développement et aux premières expérimentations de télétravail, ainsi qu'à l'élaboration du plan régional des politiques de l'emploi, qui est en train d'aller de l'avant. Le taux d'activité est de 71 pourcent, le taux d'emploi de 15 à 64 ans est de 67,6 pourcent pour le deuxième trimestre 2011, alors que le taux de chômage est établi à 4,8 pourcent, valeur qui est, toutefois, l'une des plus élevée de ces huit dernières années. Je crois que dans ce sens le taux de désoccupation est encore la moitié du niveau national par rapport au système actuel.
Je pense que les interventions importantes sont dans la formation professionnelle, pour les jeunes la formation de deux ans; pour la première fois, en Vallée d'Aoste, nous avons des cours de formation professionnelle sur deux ans qui vont dans la direction de préparer les jeunes à être embauchés, nous avons la préparation des jeunes qui ont reçu le bac qui ont des interventions spécifiques pour les entreprises. Je crois donc qu'on a fait le possible afin que les jeunes puissent trouver un essor pour le monde du travail.
Nell'insieme credo che il bilancio sia una proposta che vada nella logica che tiene conto delle difficoltà oggettive, sapendo che si è fatto il possibile a livello di investimenti e che le misure che dovranno essere adottate sono quelle che devono mantenere, per la Regione, quell'equilibrio che abbiamo sempre cercato di dare, fra quello che è un sistema che tiene a mantenere l'attenzione alla persona con i sistemi di assistenza sociale - che credo che sia uno dei sistemi più qualificati per quanto riguarda la nostra Regione - e con un servizio sanitario che credo sia all'avanguardia. Credo quindi che sia un bilancio che può essere portato come punto di riferimento per le azioni che la Regione porterà avanti per l'anno prossimo e per il periodo 2013-2014. Grazie.
Presidente - Con questo intervento si chiudono i lavori di questa giornata. Il Consiglio è convocato per domani mattina alle ore nove.
La seduta è tolta.
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La seduta termina alle ore 17,40.