Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2090 del 23 novembre 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 2090/XIII - Relazione sulle "Cause di ricovero in Valle d'Aosta 2000-2009", ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie Presidente.

A distanza di dieci anni dalla precedente pubblicazione, l'Assessorato pubblica un'analisi epidemiologica sulle principali malattie che hanno portato al ricovero dei valdostani fra il 2000 e il 2009 e la pone a confronto con quella condotta sul periodo 1997-2000 per conoscere come siano evoluti nel tempo e fra i distretti i bisogni di salute e di assistenza. L'analisi, che considera i ricoveri dei residenti nei quattro distretti, oltre che ad Aosta, ovunque effettuati, valuta anche alcune variabili sociali (stato civile, livello di istruzione, reddito) che potrebbero avere influito sia sull'insorgenza della malattia, sia sulla tempestività dell'accesso al servizio e per questo aver prodotto dei differenti esiti sulla salute. In generale, rispetto alla fine degli anni '90, si è ridotta in modo significativo sia la frequenza con cui i cittadini sono stati ricoverati, sia la durata del ricovero in ospedale, questo indipendentemente dalla patologia che lo ha generato. La riduzione si è verificata per tutti i residenti della regione, anche se in percentuale disomogenea tra i distretti: da un massimo del 16 percento per gli uomini residenti in Aosta, che fanno registrare anche una riduzione di un quarto delle giornate di ospedalizzazione, a valori inferiori al 2 percento per le donne residenti nel distretto quattro. La flessione dei ricoveri è stata maggiore in quegli ambiti territoriali che alla fine degli anni '90 avevano tassi di ospedalizzazione più elevati, da cui si deduce che c'è una maggiore omogeneità nel ricorso al ricovero per i residenti dei quattro distretti di Aosta a parità di bisogno. Nonostante ciò, i residenti ad Aosta continuano a registrare tassi di ospedalizzazione superiori alla media regionale, data anche la maggiore accessibilità al presidio, ma in misura inferiore rispetto alla fine degli anni '90.

Negli ultimi dieci anni si sono ridotte anche le differenze sociali che incidevano per durata, tempestività e gravità sul ricorso al ricovero dei valdostani. Permane, come alla fine degli anni '90, a parità di bisogno, un minore ricorso al ricovero da parte delle persone sole o con ridotte reti sociali, verosimilmente a causa di maggiori difficoltà a trovare aiuto o ad accedere correttamente ai servizi di cura.

Sotto il profilo epidemiologico, rispetto agli anni '90, le malattie dell'apparato cardiocircolatorio costituiscono ancora la causa di ricovero più frequente in entrambi i sessi, pur registrando tra il 2005 e il 2009 una riduzione di circa il 15 percento. Per quanto riguarda i tumori maligni, la riduzione del ricovero è stata consistente: il tasso si è ridotto del 18 percento per gli uomini e del 7 percento per le donne, con riduzioni ancora più significative per quanto riguarda le giornate di ricovero. Le malattie dell'apparato digerente mostrano un'importante riduzione in entrambi i sessi rispetto al quinquennio precedente pari a -17 percento nel tasso di ricoveri e - 29 percento nella durata degli stessi. Le malattie dell'apparato respiratorio rappresentano invece uno dei pochi casi in cui non si sono registrate riduzioni di rilievo nel valore degli indicatori. Per quanto riguarda le altre cause di ricovero più frequenti, si segnalano eccessi di ricovero significativi per le malattie del sistema nervoso nei residenti ad Aosta, mentre non si osservano differenze fra i residenti nei quattro distretti, ad Aosta nell'ospedalizzazione per le malattie dell'apparato osteomuscolare, quarta causa fra le donne.

Credo che questi dati siano importanti per fare una considerazione: negli ultimi dieci anni il fatto che si sia ridotta in modo significativo sia la frequenza che la durata dei ricoveri vuol dire che le politiche socio-sanitarie che stiamo portando avanti sul territorio hanno centrato l'obiettivo postoci: quello di deospedalizzare il più possibile, di rendere la struttura ospedaliera sempre più un presidio per acuti e soprattutto cercare di ridurre i ricoveri in modo da rendere più appropriata la presenza nella struttura per acuti e parallelamente decentrare il più possibile sul territorio i pazienti. Questo è avvenuto anche perché, oltre a rafforzare le strutture per gli anziani, sono nati una serie di servizi per gli ammalati psichiatrici, per i disabili e questo ha permesso di potersi appoggiare per quanto riguarda i reparti acuti dell'ospedale relativamente a tutta una serie di pazienti che potevano essere già dimessi. Ricordo che negli ultimi dieci anni sono nate le due RSA sul territorio, oltre ai due nuclei Alzheimer, questo ha permesso di effettuare quella politica di deospedalizzazione e di riduzione il più possibile dei ricoveri. Parallelamente è nata e si è sviluppata una rete di servizi nella struttura ospedaliera di day hospital e di day surgery, che ha permesso di andare a trattare i pazienti caratterizzati da patologie cardiovascolari o tumorali in modo più corretto, evitando ricoveri incongrui. Si tratta di un risultato che ci conforta e ci permette di pianificare meglio la nuova struttura ospedaliera, tant'è vero che abbiamo detto come, rispetto allo studio di fattibilità, non si sia previsto un incremento di posti letto e questo va a sostenere tale ipotesi. Credo che tale pubblicazione, molto preziosa anche per i tecnici, perché, come vedete, si entra nel merito di tutte le patologie per quanto riguarda i ricoveri e le caratteristiche delle patologie...questi dati da me citati sono dati significativi che ci fanno capire come siamo in linea con i piani sanitari nazionali e con gli indirizzi che abbiamo dato anche con l'ultimo piano socio-sanitario 2011-2013. Grazie.

Presidente - La discussione generale è aperta.

La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.

La connaissance de la réalité sur des bases scientifiques est une condition essentielle pour tous ceux qui sont censés devoir prendre des décisions, qui ont des retombées sur la communauté et cela vaut d'autant plus quand il s'agit du domaine de la santé. Chaque prise de position, chaque détermination ayant des retombées sur la communauté censée pouvoir en quelque sorte modifier la vie des citoyens doit être fondée sur des analyses scientifiques, sur des données objectives et non seulement sur la connaissance et sur la sensation. La connaissance profonde du territoire de la communauté humaine, des aspirations que cette communauté exprime est importante, mais elle n'est pas suffisante: il faut que cette connaissance soit accompagnée, soit de quelque sorte légitimée par l'étude. Or les rapports annuels de l'Observatoire régional d'épidémiologie et des politiques sociales sont des instruments précieux - comme vient de le dire l'Assesseur - pour tous les décideurs administratifs et, en particulier, pour les conseillers régionaux.

Le fait qu'on en fasse une présentation un peu hâtive au Conseil est une limite à mon avis, elle ne rend pas mérite avant tout aux personnes qui s'en sont occupées, mais ne permet pas de saisir la véritable portée de ce document. Je crois qu'une présentation préalable faite par les experts qui ont contribué à rédiger le document et qui pourrait expliquer les raisons du choix de certains indicateurs plutôt que d'autres...comme cela vient fait régulièrement - là je dois rendre mérite à l'Assesseur Laurent Viérin - dans le domaine de l'école, où les études sont présentées dans des séances publiques, qui évidemment favorisent la compréhension de la portée de ces documents. Documents qui doivent tracer le cadre de la réalité et qui doivent permettre ensuite de tirer les conséquences et de bien administrer dans le but d'améliorer les conditions de vie des valdôtains. Je crois qu'une présentation préalable tout au moins à l'intérieur de la Ve Commission pourrait être utile, je pense que l'examen successif au Conseil s'en trouverait enrichi et amélioré. Nous constatons qu'il n'est pas ainsi, mais nous proposons à l'Assesseur d'agir en ce sens pour les prochains rapports. Je pense que cet instrument soit important et je me demande jusqu'à quel point en réalité les rapports de l'observatoire sont effectivement pris en considérations par les décideurs vrais, par le Gouvernement régional. Je fais un exemple pratique: je me demande combien l'atto aziendale - lequel vient d'être approuvé dernièrement par la Junte régionale, qui a réorganisé les structures hospitalières -, combien cet acte important est basé sur ces études, sur cet examen. Je me demande s'il y a réellement un lien entre la connaissance et ses effets. Je ne suis pas à même de le dire, le document est assez complexe, il faudra du temps pour l'examiner et donc aujourd'hui nous ne pouvons que prendre acte de manière assez superficielle des conclusions quant aux différences géographiques, aux différences sociales, aux différences culturelles qui sont mises en évidence par le rapport. Des conclusions qui nous montrent comme les habitants de la ville font recours plus souvent et plus facilement à l'hôpital et aux services hospitaliers par rapport à ceux du territoire. C'est des réflexions sur lesquelles il faudra se pencher et comme le niveau d'instruction par exemple puisse influencer également le recours à l'hôpital: les catégories les plus cultivées ont un recours beaucoup plus fréquent par rapport aux catégories plus défavorisées du point de vue culturel...ainsi que les conditions de vie familiale, là où les couples ont un recours plus fréquent par rapport aux personnes qui vivent seules, ce qui nous fait penser que peut-être il y a moins d'information, il y a une attention inférieure à la santé. Je conclus rapidement M. le Président, car je crois que nous devrons revenir sur ce rapport et sur ses modalités opérationnelles.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, il Consiglio prende atto della relazione.

Il Consiglio

Premesso che:

- l'articolo 4 della legge regionale n. 5 del 25 gennaio 2000, concernente "Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella Regione" prevede che l'Osservatorio Regionale Epidemiologico e per le Politiche Sociali (OREPS) predisponga, annualmente, una relazione sullo stato di salute e di benessere sociale della popolazione valdostana;

- si tratta, in questo caso, della versione strategica della relazione, riguardante un insieme di approfondimenti specialistici di rilevanza per la programmazione sociale regionale, consistente nell'analisi epidemiologica e nel confronto geografico dei dati relativi al campione di residenti valdostani intervistati nel corso dell'indagine omonima svolta dall'Istat a livello nazionale;

- l'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, Albert LANIÈCE, ha presentato al Consiglio regionale l'allegata relazione "Cause di Ricovero in Valle d'Aosta 2000-2009", ai sensi dell'articolo 4, comma 3, della legge regionale n. 5/2000.

prende atto

della relazione stessa.

Relazione

(omissis)