Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2091 del 23 novembre 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 2091/XIII - Approvazione di risoluzione: "Sostegno alle iniziative per combattere la violenza contro le donne".

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Preso atto che il 7 aprile 2011 il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha approvato la Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, anche in ambito domestico;

Rilevato che la Convenzione è il primo strumento in Europa a creare un quadro giuridico completo per combattere la violenza contro le donne tramite la prevenzione, la protezione, l'azione giudiziaria e il supporto alle vittime;

Considerato che la violenza contro le donne costituisce un fenomeno in costante espansione;

Rilevato che in Italia circa 6 milioni di donne, tra i 16 e i 70 anni, sono state vittime della violenza di un uomo nel corso della loro vita e che circa il 14% delle donne con un rapporto di coppia, attuale o precedente, ha subito almeno una violenza tra le mura domestiche;

Considerato inoltre che, secondo i dati forniti dal "Primo rapporto sullo stato delle pari opportunità" presentato dalla Consulta regionale per le pari opportunità, anche in Valle d'Aosta la violenza contro le donne è in aumento e tocca età e strati sociali diversi;

Atteso che è sempre maggiore la consapevolezza della gravità del fenomeno della violenza sulle donne, sia a livello istituzionale che mediatico, e che sono necessarie, quindi, delle azioni coordinate sia a livello regionale, nazionale, europeo e internazionale per la prevenzione, la tutela delle vittime e la repressione del fenomeno stesso;

Atteso che il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita con la Risoluzione 54/134 dell'ONU, al fine di sensibilizzare i governi, le istituzioni e la società civile su questo drammatico fenomeno;

Atteso che una normativa che contrasti e reprima la violenza di genere, intesa come forma di sopruso, di riduzione della libertà personale, di sopraffazione sulla vita della donna, si pone tra gli obbiettivi prioritari di un sistema democratico;

Considerata la sensibilità del nostro Paese per il fenomeno della violenza sulle donne, anche alla luce dell'introduzione del reato di atti persecutori (c.d. stalking) all'articolo 612-bis del codice penale;

Considerata la sensibilità del nostro governo regionale che con altre istituzioni e soggetti della società civile non solo ha rafforzato le sinergie della "Rete del 25 novembre", ma ha aumentato i posti di accoglienza delle donne vittime di violenza da 10 a 15;

Invita

i Parlamentari valdostani a verificare le motivazioni per le quali il Governo italiano non ha ancora provveduto a firmare la Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 e ad oggi firmata da 17 Paesi, in considerazione anche dell'attiva partecipazione del nostro Paese alla stesura della Convenzione stessa e a sollecitare il Governo italiano affinché si provveda alla firma e alla successiva ratifica della Convenzione stessa;

Impegna

la Giunta regionale a sostenere iniziative che vanno nella direzione della prevenzione e della lotta contro la violenza sulle donne.

F.to: Emily Rini - Carmela Fontana - Manuela Zublena - Patrizia Morelli - Hélène Impérial

Presidente - La parola alla Consigliera Segretaria Emily Rini.

Rini (UV) - Prima di illustrarvi in maniera molto sintetica il contenuto di questa risoluzione, permettetemi di ringraziare le colleghe che con me hanno firmato e naturalmente condiviso tale testo. Quella della violenza sulle donne è una tematica troppo spesso banalizzata, invece merita per la sua gravità e per la sua crescente diffusione il massimo rispetto e la nostra massima attenzione. Per sottolineare brevemente l'importanza e la gravità di questo triste fenomeno, permettetemi di fornirvi velocemente solo alcuni dati relativi al 2010 in Italia: nel corso di tale anno sono state uccise per mano di uomini 127 donne, 8 in più dell'anno precedente e 15 in più rispetto al 2007. I dati poi confermano una circostanza aggravante particolarmente triste data dal fatto che è purtroppo sempre più spesso l'ambiente domestico il luogo dove la donna rischia maggiormente la sua vita. Infatti di queste 127 donne uccise nel 2010, il 78 percento è rappresentato da italiane e il 79 percento dei reati commessi sono stati commessi da soggetti italiani. Questo per smentire quel luogo comune in cui spesso si scarica la colpa sul fenomeno dell'immigrazione spesso clandestina. Nel 54 percento dei casi la donna trova la propria morte all'interno di una relazione di coppia e solamente nel 4 percento dei casi l'autore di questi fatti è uno sconosciuto.

Anche in Valle d'Aosta, seppure con dati notevolmente diversi, fortunatamente, il fenomeno è in continua crescita, perché, quando si parla di violenza, non si parla solo di violenza fisica, ma anche psicologica; nel 2009 infatti in Valle d'Aosta al pronto soccorso si sono presentate 153 vittime, circa 40 in più rispetto al 2006.

Mi preme sottolineare però come in questi anni tanto sia stato fatto nella direzione della prevenzione della violenza ai danni delle donne, una su tutte l'approvazione nel 2009 della cosiddetta "legge sullo stalking", che, introducendo l'articolo 612 bis al Codice penale, ha configurato il reato di stalking. Questa norma è uno strumento particolarmente efficace ai fini della tutela delle donne e anche degli uomini - dai dati risulta che i casi sono anche in crescita - vittime di atti persecutori.

Nel merito con questa risoluzione si prende atto che il 7 aprile 2011 il Consiglio d'Europa ha approvato una convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, con una particolare attenzione alla violenza compiuta proprio all'interno delle mura domestiche. Questa convenzione ad oggi è stata firmata da 17 Stati europei, l'Italia, pur avendo partecipato attivamente tramite il Ministero per le pari opportunità a tutto l'iter di approvazione, ad oggi non l'ha ancora firmata. La convenzione dopo la firma richiede una ratifica, quindi i tempi si allungano. Con la risoluzione chiediamo ai nostri Parlamentari di impegnarsi per capire anzitutto la ratio che sta alla base della scelta di non avere ancora firmato tale convenzione e di sollecitare per quanto sia possibile la firma della stessa, per poi avere la conseguente ratifica.

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie Presidente.

La violenza contro le donne continua a essere nel nostro Paese un fenomeno di pesantissima gravità. Secondo gli ultimi dati disponibili elaborati dall'ISTAT nel 2007 riferiti al 2006, sono 6.743.000 le donne dai 16 ai 70 anni che sono rimaste vittime di molestie o violenze, psichiche, fisiche o sessuali nel corso della vita; circa un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri, il 4,8 percento della popolazione femminile globale; il 14,3 percento delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal proprio partner, il 24,7 percento delle donne ha subito violenze da un altro uomo; 2.077.000 donne hanno subito comportamenti persecutori di stalking dai partner al momento della separazione. Va aggiunto che moltissimi episodi di violenza non vengono denunciati. I dati relativi alle denunce inoltre stimano che dal 45 al 70 percento dei casi siano da collocare nel contesto familiare o di coppia. Alla luce di questi dati, numerose iniziative parlamentari, risoluzioni delle Nazioni Unite, del Parlamento europeo e di organismi sovranazionali hanno sancito impegni degli Stati e dei Governi tesi a combattere tale piaga individuando comuni obiettivi e misure da attuare.

Nello scorso mese di maggio si sono svolti a Istanbul i lavori che hanno varato la Convenzione europea per la prevenzione e la lotta alla violenza sulle donne, trattato che rappresenterebbe il primo strumento giuridicamente vincolante in Europa per la creazione di un quadro giuridico completo per combattere la violenza tramite la prevenzione, l'azione giudiziaria e il supporto alle vittime. Nel testo sono indicate una serie di misure che gli Stati devono adottare per prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire gli autori dei reati, in particolare la convenzione prevede che siano sanzionate le violenze contro le donne, i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali, lo stalking, le violenze fisiche e sessuali. Nel documento è inoltre prevista la creazione di un sistema di monitoraggio.

La convenzione, frutto di due anni di lavoro, attiva se ratificata da almeno 10 Paesi, è stata approvata a Istanbul l'11 maggio 2011 ed è già stata firmata da 17 Paesi, mentre non risulta che il Governo italiano abbia provveduto oggi alla firma. Nel corso della diciottesima Conferenza internazionale contro la violenza di genere svoltasi a Roma dall'11 al 13 ottobre 2011, a cui hanno preso parte circa 500 donne di tutta Europa, rappresentanti istituzionali, centri antiviolenza, esperte, è stato chiesto al Governo italiano con un documento di rafforzare e sostenere le reti dei centri antiviolenza e di firmare la Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. Pochi giorni dopo, il 18 ottobre 2011, i Parlamentari del PD, prima firmataria Susanna Cenni, hanno interrogato il Governo per conoscere le motivazioni per le quali non aveva ancora aderito a tale convenzione, nonostante il documento rappresentasse il primo strumento giuridico internazionale vincolante per contrastare e prevenire con efficacia un gravissimo fenomeno che, dai dati citati in premessa, coinvolge direttamente circa un quarto della popolazione femminile, i cui reati rimangono per la maggior parte impuniti, e per sapere se aveva l'intenzione - e in quali tempi - di assumere iniziative per la firma e la ratifica di questa importante convenzione internazionale. Alla luce di quanto detto, se questo Consiglio oggi vorrà invitare anche i Parlamentari valdostani ad unirsi a tale appello, lo riterremo molto positivo, sperando nella maggiore disponibilità del "Governo Monti" e auspichiamo che altrettanta sensibilità venga manifestata dal Governo regionale visto che i dati sulla violenza anche nella nostra regione sono allarmanti.

I dati riportati dal primo rapporto sullo stato delle pari opportunità presentati dalla Consulta regionale per le pari opportunità infatti evidenziano, secondo un'indagine ISTAT del 2006, che più di un terzo delle donne nella sua vita è stata vittima di violenze. Nel 2009 in Valle d'Aosta al pronto soccorso si sono presentate 153 vittime, circa 40 in più rispetto al 2006. "Questi dati - si dice nel rapporto - sono di difficile interpretazione, perché mostrano un volto della Regione inatteso rispetto al livello di benessere complessivo che si registra". Si tratta di un segnale di incremento della violenza o piuttosto di una maggiore emersione del fenomeno, forse sospinta dalla fiducia nelle organizzazioni che si propongono di sostenere le vittime? Infatti molti sono i soggetti in Valle che si sono attrezzati per offrire tutela alle donne che con coraggio denunciano gli abusi e le violenze. Questi centri offrono servizi di ascolto, supporto sociale, prima accoglienza, soccorso medico e consulenza legale. Sono soggetti che si stanno interrogando sulle dinamiche che producono questa violenza e riflettono sulle situazioni, anche se sulla base di pochi casi. Ad esempio, le donne che nel corso dell'ultimo anno si sono rivolte all'Arcolaio sono coniugate, in sei casi su otto con figli, hanno subito prevalentemente violenza psicologica ed economica, ma anche percosse e molestie sessuali. Ai Carabinieri di Aosta sono arrivate otto chiamate per violenza fisica e una per violenza sessuale, sei di queste chiamate erano di donne giovani fra i 25 e i 34 anni; altre ventiquattro donne hanno contattato il Centro Donne contro la violenza, con diciannove di queste donne sono stati fatti dei colloqui e a quindici di loro è stata offerta la consulenza legale. Le statistiche elaborate su questi pochi casi ci mostrano ancora un quadro di violenza che tocca età e strati sociali diversi e che è poco visibile dall'esterno; si tratta infatti di violenze che per loro natura non implicano necessariamente manifestazioni evidenti. Sono coinvolte nella maggior parte dei casi donne italiane (68 percento) fra i 35 e i 44 anni, il 41 percento coniugate, il 65 percento con figli, il 78 percento donne che arrivano alla denuncia solo dopo periodi molto lunghi di abusi subiti. Nel 39 percento dei casi la violenza dura da tre a cinque anni, mentre nel 22 percento dei casi dura da oltre 10 anni.

È necessario avere in ogni caso presente che la violenza, con particolare riferimento a quella domestica, non è un fenomeno che trova le sue origini in una specifica condizione sociale, etnica o a livello di istruzione, ma è un problema che tocca tutti gli strati sociali e ciò rende ancora più difficile intercettare le vittime e soprattutto i molestatori. Rendo merito in tal senso alle mie colleghe Consigliere e a tutte le componenti della Consulta regionale per le pari opportunità, che lo scorso anno, grazie alla presentazione del primo rapporto sullo stato delle pari opportunità in Valle d'Aosta, hanno ancora una volta messo in luce questi dati, che ogni anno il gruppo inter-istituzionale sul disagio femminile bene evidenzia nella giornata del 25 novembre e nel suo lavoro costante. È importante quindi, visti i dati riscontrati e ottenuti grazie al lavoro del gruppo inter-istituzionale sul disagio femminile, chiedere un impegno sempre maggiore della Giunta per rafforzare la "rete del 25 novembre", valorizzando soprattutto le campagne di sensibilizzazione rivolte alla prevenzione e alla lotta contro la violenza sulle donne. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Grazie Presidente.

Non per entrare in un campo, che è quanto mai rappresentato in maniera ottimale e dignitosa in questo consesso da cinque Consigliere, ma mi permetto di evidenziare che nel documento innanzitutto non mi sarebbe dispiaciuto sentire un accenno più passionale - visto che voi donne siete capaci di trasmettere passione in molti momenti della vita - quando si fa riferimento al 612 bis del Codice penale, ovvero al reato di stalking riguardante le molestie alle donne. È un reato che è stato introdotto dal "Governo Berlusconi", in particolare dal Ministro delle pari opportunità Mara Carfagna; ho sentito qualche passaggio piuttosto superficiale e velato, invece credo che questa iniziativa dell'ex Governo, e in particolare dell'ex Ministro, abbia costituito una svolta significativa nella lotta dura - e non ancora vinta come avete sottolineato - contro la violenza di ogni tipo alle donne.

La seconda osservazione riguarda invece la parte impegnativa della risoluzione: è giusto invitare i Parlamentari valdostani, sicuramente come coloro che sono gli emissari del messaggio regionale nelle sedi parlamentari, ad effettuare una serie di azioni di collegamento relativamente a quanto viene votato dal nostro Consiglio e a proporlo nelle sedi competenti a Roma; mi pare però che nella lista dei Ministri del nuovo "Governo Monti" ci sia anche un Ministro che si occupa di pari opportunità, il Ministro Elsa Fornero, e ritengo sia doveroso inserirlo come destinatario di questa risoluzione che l'Assemblea si prepara ad approvare; non so se sia il caso di aggiungere una parte emendativa...a meno che le firmatarie non ritengano di coinvolgerlo.

Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.

Zublena (UV) - Grazie Presidente.

Di ritorno dal primo Forum delle elette nelle Assemblee legislative nelle Regioni e Province autonome, che si è svolto a Roma il 17-18 novembre scorso e che ha dibattuto dell'importanza di affermare una pari rappresentanza dei generi nelle istituzioni e nella politica, credo che appaia ancora più urgente e prioritario affrontare il problema della violenza contro le donne; un fenomeno che purtroppo interessa troppe donne e a partire proprio dal contesto familiare, quello più intimo e difficile da far emergere. Violenza che si manifesta sotto diverse forme, come è stato ricordato dalla collega Fontana, da quella fisica a quella psicologica, violenza che limita la libertà e la piena affermazione della donna nella società. È un fenomeno che non dà segnali di diminuzione, sulla base dei dati che abbiamo sentito, e che impone soprattutto a chi, come noi, si trova nelle sedi legislative e decisionali di farcene carico per porre in atto ogni utile iniziativa di contrasto. Per questo motivo appare urgente che questa Assemblea, per il tramite dei Parlamentari, promuova la ratifica della Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, che è stata approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa nello scorso aprile. Ritengo sia un atto di responsabilità e di presa di coscienza di un fenomeno che non può essere ulteriormente tollerato in una società democratica impegnata per una piena affermazione della parità di genere. Per quanto riguarda la proposta di coinvolgimento del nuovo Ministro, credo che questo sia implicito nella risoluzione.

Presidente - La parola al Consigliere Agostino.

Agostino (UV) - Grazie.

Volevo intervenire velocemente anche per "spezzare mezza lancia" a favore degli uomini, quando si parla di stalking in Valle d'Aosta, ricordiamo che ci sono anche le donne, anzi soprattutto! Mi confortano i dati della collega Rini, dove risulta che donne morte in Valle d'Aosta non ce ne sono, meno male! Centoventisette donne uccise in Italia, ma in Valle d'Aosta neanche una, qui - purtroppo - solo botte, ossia si sono presentate al pronto soccorso 153... Leggendo la storia dello stalking...guardate che tale reato viene commesso anche da parte delle donne verso gli uomini, anzi mi risulta che in Valle d'Aosta sono più le donne a perseguitare gli uomini! Magari le donne prendono più botte, ma lo stalking è molto più praticato da parte delle donne verso gli uomini. Con tutta la mia solidarietà quindi io questa risoluzione la voto e la stravoto, però spezziamo una piccola lancia a favore dello stalking verso i maschi...

Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Pongo in votazione la risoluzione:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Con questa votazione abbiamo concluso i nostri lavori.

La seduta è tolta.

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L'adunanza termina alle ore 16,18.