Oggetto del Consiglio n. 2060 del 9 novembre 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 2060/XIII - Petizione per la salvaguardia dell'area naturale dell'Alpe Courtlys-Sikken-Salzen nell'alta Valle del Lys. (Reiezione di una risoluzione)
Petizione
Venuti a conoscenza dei seguenti fatti:
- che la società The Power Company s.r.l. ha conseguito una sub-concessione per la captazione di acque dal torrente Lys per la produzione di energia elettrica a Staffal, nel comune di Gressoney-La-Trinité;
- che detta società ha già presentato domanda per un drastico ampliamento di tale impianto idroelettrico;
- che la stessa società ha presentato domanda per l'apertura di una pista di cantiere nel bosco di Sikken, ignorando e contravvenendo alla delibera della Giunta Regionale n. 472 del 27 febbraio 2009 che proibisce espressamente la realizzazione di piste di cantiere per la costruzione di tale impianto idroelettrico;
In base all'articolo 36 del Regolamento del Consiglio Regionale della VdA, i sottoscritti nati o residenti in Regione, abitanti, proprietari di beni immobili o affezionati turisti nei Comuni di Gressoney-La-Trinité e del resto della Valle del Lys indirizzano al Consiglio Regionale la seguente
PETIZIONE
Considerato che:
- l'area interessata dalla realizzazione di detto impianto idroelettrico è una preziosa risorsa per il turismo della Valle del Lys; è un territorio di assoluto e intatto pregio paesaggistico e naturalistico, che conserva importanti memorie degli illustri personaggi che lo visitarono nel passato, quando era una riserva di caccia; è meta frequentissima di piacevoli e non impegnative passeggiate; incorona e impreziosisce la conca di Staffal, perno del comprensorio del Monterosa Ski e polo del più recente sviluppo del Comune di Gressoney-La-Trinité;
- la realizzazione delle opere per la costruzione dell'impianto, comportando il sacrificio di notevoli porzioni di pascolo, metterebbe in pericolo il mantenimento dell'attività agricola nell'Alpe di Cortlys-Sikken-Salzen, che contribuisce al mantenimento ambientale dell'area e costituisce essa stessa motivo di attrazione turistica;
- le opere in oggetto e il prelievo di acqua dal torrente Lys, in un tratto ancora completamente naturale, comprometterebbero in modo irreparabile un'area che presenta caratteristiche geomorfologiche e ambientali rarissime, e a tratti uniche, nell'intero Arco alpino occidentale: l'anfiteatro morenico integro, le preziose aree torbose e la pregiata e pittoresca forra sono il campo di importanti ricerche per la valutazione dell'odierno cambiamento climatico e hanno meritato alla zona nella letteratura scientifica la definizione di "museo a cielo aperto";
- il manufatto per la captazione delle acque è da realizzare in una zona geologicamente assai problematica, interessata da molteplici frane attive;
- la centrale per la produzione dell'energia verrà edificata a Staffal, a poche decine di metri da un residence e da un albergo, producendo un livello di inquinamento acustico non tollerabile e incompatibile con l'attuale destinazione residenziale e ricreativa della zona;
segnalato che:
i progetti della società The Power Company s.r.l. diretti alla realizzazione dell'impianto idroelettrico di Courtlys-Staffal hanno suscitato una diffusa preoccupazione, come attestano
- la campagna della Delegazione del FAI di Aosta per segnalare l'Alpe di Courtlys-Sikken-Salzen, nel quadro del Censimento FAI de I Luoghi del Cuore 2010, con la raccolta di 2346 firme (all.1)
- la dichiarazione del Centro UNESCO di Torino (all. 2)
i sottoscritti chiedono a codesta Amministrazione
di considerare l'interesse meglio inteso del territorio e delle sue comunità e di non autorizzare gli interventi richiesti dalla The Power Company s.r.l., diretti alla realizzazione della centrale idroelettrica Courtlys-Staffal e di opere connesse, e di riconsiderare quelli già assentiti.
Seguono le firme di 304 cittadini
...(omissis)...
Président - Le 20 juin 2011 une pétition signée par 304 citoyens concernant la sauvegarde de la zone naturelle de l'Alpe Courtlys dans la haute Vallée du Lys a été présentée à la Présidence du Conseil aux termes de l'article 36 du Règlement intérieur.
Le Bureau de la Présidence, par sa délibération n° 87/2011, a décidé de la recevabilité et admissibilité de la pétition et a ouvert l'instruction, en demandant des informations et des éclaircissements au Président de la Région, à l'Assesseur à l'agriculture, à l'Assesseur aux ouvrages publics, à l'Assesseur au territoire et aux Commissions du Conseil "Aménagement du territoire" et "Essor économique".
Par sa lettre en date 5 juillet 2011, l'Assesseur au territoire a envoyé des observations et en date 24 août 2011 l'Assesseur à l'agriculture a transmis son rapport à la Présidence. Le 28 octobre 2011 les Présidents des Commissions troisième et quatrième ont transmis un rapport conclusif sur la question et en date 7 novembre 2011 ont fait parvenir une note complémentaire.
Aux termes du 4e alinéa de l'article 36 du Règlement intérieur, la pétition est soumise à l'examen du Conseil. Je vous rappelle qu'il y a aussi une résolution qui a été présentée par les groupes ALPE et PD sur cette pétition.
La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente. Intervengo per illustrare il documento conclusivo anche a nome del Presidente della IV Commissione, Empereur, con il quale abbiamo lavorato insieme per analizzare i contenuti e la richiesta di questa petizione.
Come è stato detto dal Presidente, la petizione è stata assegnata alle due commissioni, che hanno deciso subito di effettuare delle audizioni; abbiamo sentito una rappresentanza dei firmatari e il Sig. Beck-Peccoz, la prof.ssa Roberta Aluffi, la Sig.ra Nicoletta Cavaliere, il dott. Mattia De Amicis e il Sig. Dante Squinobal. Il primo firmatario, il Sig. Antonio Peccoz, ha richiamato l'attenzione sull'assoluto e intatto pregio naturalistico e paesaggistico dell'area naturale dell'Alpe Courtlys-Sikken-Salzen nel comune di Gressoney-La-Trinité e sulla sua rilevanza scientifica e culturale, testimoniata dalla ricca serie di ricerche passate e attuali e ha quindi sollevato una serie di preoccupazioni che sono state sottoscritte dai diversi firmatari.
Ha aggiunto che tale preoccupazione è stata sottoscritta dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), che ha inserito l'area nella lista delle emergenze territoriali e ha puntualizzato che con la petizione i 304 firmatari chiedono: di considerare l'alto valore ambientale, culturale e scientifico; di valutare comparativamente i benefici economici che la società concessionaria della captazione trarrebbe dall'esercizio della centrale e i costi ambientali e culturali; di considerare il reale interesse del territorio e della sua comunità; di non autorizzare gli interventi di ampliamento della centrale idroelettrica Courtlys-Staffal e di seguire e di sostenere piuttosto l'attività scientifica in corso nella zona.
La Sig.ra Aluffi ha illustrato le caratteristiche del territorio dell'area, ha spiegato che la società The Power Company nel mese di settembre ha conseguito una sub-concessione di 174 KW di acqua dal torrente Lys e nell'autunno dello stesso anno ha presentato una domanda di ampliamento dell'impianto idroelettrico. Ha sottolineato quindi che il progetto, essendo previsto per un limite inferiore a 176 KW, non è stato sottoposto alla valutazione di impatto ambientale. Ha evidenziato altre criticità della progettata edificazione della centrale in questione, in modo particolare in merito: alla captazione, in quanto l'opera di presa è da realizzare in una zona sovrastata da molteplici frane attive; alla condotta forzata e alla pista di cantiere, in quanto i relativi tracciati sono difficilmente compatibili con il mantenimento dell'attività agricola; alla centrale di produzione, che verrebbe edificata a Staffal, a poche decine di metri da un residence e da un albergo. Ha espresso alcune considerazioni in merito al deflusso minimo vitale del torrente.
Il Sig. De Amicis ha illustrato le motivazioni per le quali la zona dell'Alpe Courtlys viene considerata dagli studiosi un "museo a cielo aperto" per la presenza di elementi rilevanti quali l'anfiteatro, le torbiere, la forra del torrente Lys, la vegetazione ed i suoli.
La Sig.ra Cavaliere ha sottolineato la necessità della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio ambientale.
Il Sig. Squinobal ha evidenziato, sia in qualità di albergatore, sia in qualità di ex amministratore, la necessità di mantenere intatte le bellezze naturali dell'Alpe Courtlys.
Le Commissioni hanno deciso di proseguire le audizioni sentendo anche gli Amministratori del Comune di Gressoney, l'Assessore regionale alle opere pubbliche, l'Assessore regionale al territorio e ambiente e l'Assessore regionale all'agricoltura e risorse naturali.
Abbiamo iniziato a sentire il Sindaco Girod, che ha messo in evidenza il fatto che l'istruttoria relativa alla domanda di realizzazione di una centralina idroelettrica a Courtlys è stata avviata nel 2004. Il Sindaco Girod ha aggiunto che il dossier relativo alle fasi successive dell'iter di subconcessione è stato seguito direttamente dall'Amministrazione regionale e che pertanto il Comune di Gressoney-La-Trinité ad oggi non è a conoscenza dei progetti di dettaglio e ha espresso l'augurio che le strutture regionali competenti in materia abbiano tenuto conto, nel corso delle loro valutazioni in merito al progetto in questione, del pregio naturalistico ed ambientale della zona dell'Alpe Courtlys.
L'ing. Rocco ha riferito in merito al quadro normativo che disciplina la materia delle concessioni di derivazione d'acqua. Ha poi fornito una dettagliata ricostruzione in merito all'istruttoria, approntata dalle strutture dell'Assessorato delle opere pubbliche e difesa del suolo, della domanda di subconcessione di derivazione d'acqua. Ha evidenziato che, mentre il progetto iniziale presentato nel 2004 aveva ricevuto un parere favorevole, nel 2009 l'ufficio competente ha comunicato alla società che l'Amministrazione regionale non poteva accogliere la successiva domanda. Ha ricordato che la Giunta regionale ha stabilito gli indirizzi agli uffici per l'esame delle nuove domande di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico, che fissano dei criteri più stringenti rispetto alla situazione preesistente nel rilascio delle subconcessioni, questo al fine di contemperare l'esigenza di derivare acque superficiali ai fini di produzione di energia con l'esigenza di tutelare il bene pubblico primario. Ha sottolineato che sulla zona interessata dalla domanda di subconcessione, pur essendo un'area di pregio naturalistico e paesaggistico, non grava alcun vincolo di tutela ambientale.
Il dott. Bagnod ha fatto presente che, essendo stata questa una richiesta al di sotto della soglia minima, non è stata sottoposta alla normativa per quanto riguarda il VIA.
Il dott. Cugnod ha informato che, come già comunicato dall'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon, le strutture dell'Assessorato hanno espresso dei pareri tecnici favorevoli in considerazione della verifica del rispetto delle leggi di tutela del settore, tant'è vero che la Direzione flora, fauna, caccia e pesca ha pronunciato una valutazione positiva in merito al progetto. Ha aggiunto che, per quanto riguarda il vincolo idrogeologico della zona, il progetto ha ricevuto un parere favorevole della Direzione foreste e infrastrutture sulla realizzazione di una pista di cantiere per la derivazione d'acqua e per la condotta forzata.
Il dott. Pasquettaz ha evidenziato che, per quanto concerne il Dipartimento agricoltura, non si riscontrano rilievi particolari in merito al progetto in questione, che garantisce il regolare svolgimento dell'attività agricola della zona, avendo una superficie di circa 80 ettari di pascolo.
Nella seduta in data 25 ottobre le Commissioni, venute a conoscenza di un elemento di novità rappresentato dalla sentenza con la quale il TAR della Valle d'Aosta ha accolto in parte il ricorso proposto dal Sig. Antonio Beck Peccoz, hanno deciso di fare ulteriori approfondimenti in merito alla questione, per poi presentare un documento più dettagliato e preciso al Consiglio regionale.
A seguito delle audizioni che abbiamo effettuato dei funzionari regionali, che erano state richieste e concordate a livello di commissioni, si sono sentiti la dott.ssa Fanizzi e il dott. Rocco, le commissioni, a maggioranza, sono pervenute alle seguenti conclusioni - vi leggo tutto il documento conclusivo -:
"La vicenda oggetto della petizione indica come vi sia una complessità del procedimento amministrativo che porta ad autorizzare non solo la possibilità di derivare acqua pubblica per la produzione idroelettrica, ma anche per costruire poi materialmente le opere necessarie a rendere effettiva la concessione di derivazione.
Come è stato illustrato dai tecnici, il procedimento è regolato da una normativa che risale all'inizio dello scorso secolo, che aveva come finalità principale quella di favorire lo sfruttamento idroelettrico delle acque, alla quale sono state portate modifiche ed integrazioni, specie nell'ultimo decennio, per tener conto della mutata sensibilità verso gli aspetti ambientali che comunque la produzione di energia idroelettrica presenta. Il piano regionale di tutela delle acque approvato nel 2006 ha introdotto elementi innovativi importanti in tale senso, venendo incontro alle esigenze di tutela ambientale che la direttiva europea 2000/60/CE in materia di acque ha chiaramente stabilito.
La successiva deliberazione della Giunta regionale n. 976/2008 ha ulteriormente disciplinato la materia introducendo elementi maggiormente restrittivi nella valutazione delle domande di derivazione di acqua ad uso idroelettrico.
Il conflitto però fra esigenze di tutela ambientale dei corsi d'acqua e incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili, entrambi obiettivi anche della politica europea, permane ed emerge ad ogni istruttoria di domanda di derivazione di acqua a scopo idroelettrico. In tutto il procedimento il ruolo degli enti locali e dei singoli cittadini sembra sufficientemente tutelato dalle procedure di pubblicità, alle quali le domande di derivazione devono essere sottoposte sia nel procedimento di VIA, sia nell'istruttoria delle domande di derivazione. La recente introduzione poi del procedimento di autorizzazione unica per la realizzazione degli impianti energetici ha introdotto un ulteriore livello di pubblicità e di partecipazione pubblica, senza contare i meccanismi di partecipazione pubblica ai quali sono sottoposti i piani di settore.
Il caso in esame dimostra però che tutte queste procedure sono poco fruibili e fruite dai cittadini, o dagli stessi enti locali, che intervengono spesso a procedimento concluso e con iniziative pubbliche, quali le petizioni, come dimostrano altri casi già esaminati dalle due commissioni. La vicenda oggetto della petizione è resa ulteriormente complicata dal fatto che la concessione di derivazione non può essere oggetto di discussione, dal momento che il procedimento relativo è già concluso da tempo e che la richiesta per l'incremento delle portate di subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico, presentata in data 21 agosto 2009 da parte della società The Power Company, non è stata accolta dalla struttura regionale competente in data 2 ottobre 2009; si potrebbe quindi intervenire solo sul procedimento finalizzato a consentire la realizzazione delle opere che possono rendere effettivo il diritto di concessione. Il TAR Valle d'Aosta con la sentenza n. 69/2011 ha evidenziato questo aspetto, imponendo di rivedere la parte di procedimento edilizio per la realizzazione della pista di servizio.
Le Commissioni non possono quindi che rilevare che l'unica risposta alla petizione è il rinvio alle conclusioni della sentenza del TAR e quindi la revisione del procedimento di autorizzazione edilizia secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. I tecnici hanno spiegato infatti che il procedimento edilizio va reimpostato come autorizzazione unica, con la possibilità di applicazione della normativa sulla valutazione di impatto ambientale se richiesta dal Comune, relativamente alle opere da realizzare per rendere concreto il diritto di derivazione acquisito con la concessione, che - come detto prima - non è sicuramente posta in discussione".
Questo è il documento conclusivo, io voglio solo aggiungere per maggiore chiarezza, proprio perché in questi mesi abbiamo avuto delle informazioni e anche una lettera che ci è stata trasmessa da parte del Presidente del Consiglio, al quale era stata inviata dal Fondo Ambiente Italiano...e in modo particolare anche le denunce che sono state pubblicamente scritte da parte di Legambiente sulla centrale Courtlys...il FAI ci scrive in una lettera (pervenutaci il 21 ottobre 2011): "Rispetto alla società che prevedeva la costruzione di un impianto per la produzione di energia di dimensioni ridotte, si è chiesto l'ampliamento in un momento immediatamente successivo; questo consentirebbe una produzione di dieci volte superiore, facendo venir meno gli aspetti di sostenibilità che il progetto iniziale dichiarava di perseguire". Su tale questione...la Regione aveva già non accolto la possibilità di ampliamento da parte della società The Power Company.
Infine richiamo l'attenzione su quanto viene pubblicato sui giornali, ovvero che "l'autorizzazione per un impianto piccolissimo, talmente ridotto - questo è quanto scrive Legambiente - da non essere neppure assoggettabile a VIA, salvo richiedere subito dopo un robusto potenziamento dell'impianto stesso, sottoposto poi a VIA e autorizzato a marzo di quest'anno"...ebbene vorrei capire da Legambiente di quale autorizzazione parla, perché non è assolutamente vero in quanto l'Amministrazione regionale ha negato la possibilità di ampliamento. Grazie.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Abbiamo ripercorso le audizioni effettuate nelle Commissioni III e IV in questi ultimi mesi; sono stati auditi diversi attori come citava il collega Comé. Vorrei fare qualche considerazione di ordine generale sull'argomento in discussione. Quello delle centrali idroelettriche è un argomento di peso e di interesse diffuso visto che questa è la terza petizione che giunge all'attenzione dell'aula in tale legislatura; a nostro avviso, è il caso di dedicargli un po' del nostro tempo, oltre alla lettura ordinaria del lavoro fatto in commissione: direi che è il caso di concentrare un po' della nostra attenzione al settore della produzione di energia idroelettrica. Sono passati cinque anni dall'approvazione del piano regionale di tutela delle acque e tre anni e mezzo dall'ultima modificazione apportata dalla Giunta agli indicatori da prendere in considerazione per il rilascio delle concessioni. È arrivato il momento di fermarci, di fare il punto della situazione ed eventualmente rivedere almeno in parte le procedure di rilascio di queste nuove subconcessioni; ecco perché con i colleghi del Partito Democratico ripresentiamo, in una forma a mio avviso più aperta, questa risoluzione con un unico intento: avere più elementi per poterci confrontare, per analizzare ed eventualmente rimodificare. È una risoluzione assolutamente non ideologica, non ottusa, ma propositiva, con il duplice intento di monitorare la situazione dello sfruttamento a fini idroelettrici della nostra acqua e valutare l'impatto sul territorio valdostano derivante dalla costruzione degli impianti. È necessario fare un'analisi puntuale, una ricognizione seria che metta in risalto eventuali criticità e punti di debolezza. È infatti legittimo chiederci fino a che punto possiamo lasciar andare le cose, quanta parte del nostro territorio siamo disponibili a sacrificare per permettere lo sfruttamento dell'oro bianco. Dopo avere approfondito, se dovesse risultare necessario o opportuno, dobbiamo avere la forza e la determinazione per definire i siti, le zone in cui questi impianti non si possono fare. Apro su questo una piccola parentesi di tipo personale: dieci anni fa ero Amministratore del Comune di Torgnon, dove scegliemmo di realizzare un piccolo impianto idroelettrico, una società con un privato, e lo facemmo con la collaborazione del consorzio di miglioramento fondiario avendo due consorzi su tutto il territorio. Il caso può essere comunque di equilibrio fra il sacrificio ambientale e il profitto...può essere trovato a condizione che le ricadute positive per la collettività siano reali ed eventualmente proporzionali al sacrificio stesso. Ci sono vallate e torrenti che devono essere salvaguardati totalmente dal punto di vista ambientale e forse non è possibile lasciare al caso certe ipotetiche nuove scelte. Come potete constatare, non abbiamo pregiudizi su questo argomento, abbiamo però delle preoccupazioni per il nostro ambiente naturale, ribadisco "nostro ambiente naturale". Non ci si può semplicemente trincerare, come in questo caso, dietro al rispetto delle procedure o, peggio ancora, ad una sentenza del TAR; ecco perché riteniamo che nel percorso debbano essere coinvolti anche gli enti locali, primo livello istituzionale presente sul territorio, che questo percorso lo conoscono molto bene e di cui sono anche responsabili. L'obiettivo è quello di trovare il giusto equilibrio fra sussidiarietà, sacrifici, salvaguardia dell'ambiente, qualità della vita e rispetto delle nostre comunità. Questa nostra proposta può essere anche emendata, ma deve mantenere chiaro lo scopo per cui l'abbiamo scritta: registrare - ribadisco il termine "registrare" - dove ci stanno portando queste regole per poi decidere se e dove è il caso di "tirare le briglie". Siamo a favore dell'energia pulita e anche dell'energia idroelettrica a patto che siano garantiti lungimiranza ed equilibrio e non solo che tutto sia ricondotto al mero profitto.
Chiedo al Consiglio, a nome del gruppo ALPE, un voto favorevole, perché l'argomento è fondamentale e non deve essere affrontato alzando le barricate, sobillando le tifoserie, ma cercando di dare più voce agli enti e alle nostre comunità locali; penso possa essere una buona strada da intraprendere con coraggio e determinazione. Noi montanari amiamo le nostre bellezze, ne siamo fieri e anche un po' gelosi, ma ogni tanto deleghiamo troppo facilmente la salvaguardia dei nostri gioielli di famiglia. Domando ancora che non ci si soffermi alla situazione attuale, perché le generazioni future e i suoi abitanti potrebbero eventualmente pagarne le conseguenze. L'acqua è forse la prima risorsa della nostra regione, confrontiamoci e troviamo insieme la giusta via per tutelarla e al contempo valorizzarla. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Cari colleghi, intervengo su tale questione, perché il tema delle energie pulite è un argomento molto delicato che personalmente mi ha appassionato fin dai miei primi interventi in questo Consiglio. Naturalmente un ringraziamento doveroso va al lavoro dei colleghi, non sono membro di tali commissioni, ma, grazie ai report puntuali e veritieri che hanno prodotto, ci è stato possibile seguire tale discussione.
Faccio prima una premessa che mi interessa molto dal punto di vista dell'impostazione di tale problematica: intanto la questione delle petizioni presenta delle criticità per il Consiglio regionale, vorrei sempre che, nell'ambito di uno strumento previsto dal nostro Regolamento, non vi fosse quell'atteggiamento...come per dire: "le petizioni arrivano troppo tardi" o "troppo presto", perché le petizioni arrivano quando i cittadini sentono che c'è il bisogno di farle, quando hanno preso coscienza di un problema. Semmai il meccanismo è come noi - ma non lo imputo a nessuno, me ne faccio carico - riusciamo a rispondere in modo corretto alle petizioni, probabilmente il cittadino si aspetta qualcosa di più da esse e certamente non è sempre in nostro potere dare puntuale risposta a quello che è un bisogno di partecipazione alla vita democratica, un'attenzione dei cittadini al loro territorio, che è un fatto da sottolineare sempre con positività. In un momento di menefreghismo totale e di abbandono dell'interesse per la vita pubblica, è positivo che dei cittadini si interessino e vogliano capire. Starà poi a noi spiegare se le loro ragioni sono più o meno fondate, se le cose che sostengono sono meritevoli di attenzione. Le due commissioni peraltro hanno detto che erano meritevoli di attenzione e lo hanno rilevato dando ampio spazio ai loro interventi. Ribadisco quindi che l'attenzione è stata massima, però è anche importante che questo rapporto fra politica e cittadini si rafforzi e non si disperda. Sicuramente c'è il problema che, qualora si tratti di opere con una natura pubblica, è più facile per l'Amministrazione compiere scelte pubbliche, eventualmente rinunciare a delle progettazioni; quando invece si tratti di attività con natura privatistica, si deve affrontare la complessità della normativa, per cui non è che la politica possa agire facilmente.
Vengo ad uno dei problemi che maggiormente abbiamo rilevato nella nostra attività consiliare riguardo allo sfruttamento delle energie pulite. Non vi nascondo che un po' naïvement, convinto contestatore delle energie nucleari, delle energie che bruciano combustibili fossili, guardavo con entusiasmo - e quante volte ho sollecitato l'Assessore alle attività produttive in proposito - all'energia eolica, solare, idrica, perché energie pulite, visto che c'è un'enorme possibilità per noi di sfruttare queste energie. Ci siamo poi però scontrati con la realtà: non è così facile istallare impianti eolici, bisogna fare mappature, riuscire a definire...abbiamo visto che la stessa Amministrazione regionale ha fermato gli impianti di sfruttamento dell'energia solare, altrimenti la collina di Aosta probabilmente sarebbe diventata un enorme parco solare. Abbiamo ritenuto opportuno dire: "no, aspettiamo un attimo". Altre Regioni hanno trasformato l'entusiasmo verso lo sfruttamento di queste energie in una consapevolezza ambientale maggiore, quindi non siamo solo noi che abbiamo tale problema nei confronti delle energie pulite. Da parte di tutti ci si sta rendendo conto che è bello sfruttare l'energia pulita, ma sicuramente gli impatti ambientali stanno diventando evidenti e tengo a precisare questa stessa Amministrazione ha avuto interesse a limitare lo sfruttamento dell'energia eolica, a limitare lo sfruttamento dell'energia solare. Vedendo emergere sempre più perplessità da parte di molti cittadini rispetto allo sfruttamento dell'energia idroelettrica, non possiamo dire che ci sono delle norme e a quelle norme ci si attiene...e ci mancherebbe - lo abbiamo detto più volte - che non rispettiamo le leggi in vigore! Ma probabilmente arriva una sollecitazione maggiore o una riflessione maggiore su queste norme che ci siamo dati, tant'è che la stessa Amministrazione regionale interviene con una delibera di Giunta nel 2008 a fissare criteri più restrittivi. L'esigenza di cercare di vederci più chiaro in questo sistema di concessioni e di affidamenti è quindi sentita non solo dai gruppi PD e ALPE, perché uno degli aspetti che sta emergendo è che, al di là delle norme scritte sulla carta, poi c'è la realtà pratica. Lo sfruttamento dei nostri torrenti, che magari in questi giorni di alluvione sembrano imponenti e impetuosi, è reso difficile dal fatto che ci sono periodi dell'anno in cui l'acqua non c'è. Abbiamo visto come i ghiacciai si sono nel tempo ridotti e come questi corsi d'acqua sono in alcuni periodi dell'anno quasi in secca. Da qui il fatto che le norme che prevedono il deflusso minimo vitale ci sono...ma chiunque abbia avuto a che fare con i torrenti e lo sfruttamento dell'acqua sa che nei momenti di crisi idrica c'è uno sfruttamento selvaggio di tali risorse. Io questo l'ho sperimentato sul torrente Comboé: una guerra fra agricoltori, quelli di un comune e quelli dell'altro, per attingere l'acqua al torrente, altro che deflusso minimo vitale! Per cui dovremmo istituire guardianie per controllare se l'acqua defluisce o no e questo complica molto la vicenda. Di fronte a queste situazioni, di fronte alla richiesta dei cittadini...da una parte, alcuni che dicono: "sfruttiamo queste energie pulite"; dall'altra, quelli che richiamano l'attenzione su tali problematiche, mi sembra che la normativa vigente offra degli spazi di interpretazione troppo ampi che ci rendono difficile dare una risposta e la risposta: "se ne occupa il TAR" è una risposta che deriva verso altri il fatto di dire "ci sono delle leggi, applichiamole". Probabilmente il problema è il ripensare alle norme, altrimenti i cittadini non arriveranno in ritardo, ma noi saremo sommersi da un'infinità di richieste e di petizioni che hanno a cuore il territorio.
Noi non siamo in questo momento in grado di dare garanzia certa rispetto a questi deflussi minimi vitali, possiamo dire che si sono fatti tutti i calcoli, ma da lì all'applicazione concreta penso che ci voglia anche un senso di pragmatismo: l'applicazione concreta è molto lontana da quella che è prevista dalle norme. Anche il fatto che in un singolo sito vadano poi a confliggere più progetti ci dice che c'è una certa rincorsa verso questi strumenti e dobbiamo anche chiederci se non sia opportuna una riflessione più allargata ai nostri enti locali, i quali ogni anno, peraltro, si vedono ridurre le risorse economiche e aumentare le loro difficoltà. Forse è il caso di chiederci se una proprietà al di là del diritto di concessione e tutto quanto previsto dalle norme esistenti...se un bene pubblico come l'acqua - nel referendum appena approvato abbiamo detto che l'acqua lo è - non debba avere in questo momento una gestione più oculata e più attenta. In tale senso abbiamo aderito volentieri all'invito dell'ALPE a condividere una risoluzione: riteniamo sia necessario fare questa riflessione perché non vogliamo essere noi quelli che hanno a cuore...sappiamo che tutti hanno a cuore l'acqua come bene pubblico, lo abbiamo riaffermato in un referendum ed è il caso che su questo si apra una puntuale riflessione e non ci sia un rincorrersi di petizioni in cui non siamo in grado di dare quella risposta che vorrebbero sentirsi dare i cittadini: un "sì", o un "no" chiaro e non un rinvio a norme esistenti, o quant'altro. Questo, secondo me, è auspicabile sia dal punto di vista del processo democratico che si mette in atto, sia dal punto di vista dell'interesse collettivo per un equilibrato sfruttamento delle risorse che non metta a repentaglio lo straordinario patrimonio naturale di cui disponiamo.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Ringrazio il collega Comé per aver voluto illustrare con dovizia di particolari come si è svolto l'esame della petizione, che, fra l'altro, solo marginalmente interessava la concessione edilizia, ma quello che interessa di più in questo caso è il nesso con la concessione edilizia. La preoccupazione che poi viene fatta propria con tale risoluzione sulle centrali, sull'uso dell'acqua, è legittima, però la petizione diceva una cosa diversa: si voleva fermare una strada di accesso, che era più che giustificata da una serie di motivazioni, dalla possibilità di riconoscere non solo i lavori svolti, ma anche l'eventuale pulizia dell'alveo con tutto quello che ne consegue.
Fatta questa premessa e detto che sulla petizione in sé non ci sono molte cose da dichiarare, visto che le varie tematiche sono già state illustrate...sulle considerazioni effettuate dai colleghi sulla risoluzione...perché, di fatto, andiamo a discuterla, in quanto la petizione si chiude con la sintesi fatta dal collega Comé, per il resto credo che si discuta sulla risoluzione presentata e illustrata dai colleghi...il fatto di appoggiarsi impropriamente a questa discussione sul Courtlys...è la costruzione della centrale, che è a sé stante e non ha nulla di particolare, se non per richiamare un'attenzione nei confronti dell'ambiente rispetto a questo tipo di concessioni. Ora, la delibera del 2008 - che riprende puntualmente le modalità con cui l'Assessorato dei lavori pubblici e il sistema che ad esso è collegato operano, con anche le valutazioni ambientali laddove sono necessarie - è già chiarissima sulle possibilità operative in tal senso e sull'autorizzazione collegata con una valutazione a seconda del tipo di intervento o meno. Questo tema è stato più volte discusso in quest'aula, correttamente il problema dell'acqua...la petizione...abbiamo detto di tutto e di più, diciamo che ci sarebbe un invito a voler fare una revisione delle procedure.
Premesso che le procedure previste siano molto attente all'aspetto ambientale...non solo, sono all'origine del lavoro che si sta concludendo sul minimo deflusso vitale, che il collega Donzel richiamava: una serie di sperimentazioni sono state effettuate in maniera precisa per il minimo deflusso vitale per vedere le articolazioni rispetto alla portata delle acque, che non è immutabile, anzi drammaticamente si sta riducendo. Di questo ne siamo ben consci, tant'è che la valutazione del minimo deflusso vitale va nella logica di non tener conto di dati storici, ma di un'attualizzazione che ci deve essere e a cui tutti devono adeguarsi con certe regole. Il nostro è già un sistema molto prudente e attento e anche molto vincolante rispetto alle autorizzazioni, con una nota ulteriore: ad oggi le domande che si presentano per le eventuali piccole centraline idroelettriche sono sempre meno sia di numero sia di portata...perché le grandi non esistono più, in quanto sono già tutte vincolate dalle centrali esistenti. Il problema di fatto quindi è marginale, perché se andate a vedere le domande che vengono presentate...se si vuole fare una riunione della commissione per esaminare l'insieme delle domande, non c'è alcun problema. Come è sempre stato fatto, non c'è alcun problema se si chiede una riunione della commissione, ma questo è diverso dal dire: "facciamo una revisione del metodo"; riteniamo che il metodo sia valido e corretto e che sia applicato in tutti i suoi termini, quindi ribadiamo: condividiamo le preoccupazioni, ma esse hanno già trovato una soluzione nel metodo di lavoro attuato. Non reputiamo dunque che vi siano esigenze di cambiamenti particolari.
Il collegamento con gli enti locali: laddove c'è acqua, anche i Comuni si sono fatti parte attiva, ma solo alcuni sono fortunati ad avere una disponibilità di acqua per partecipare nelle società che hanno costruito piccole centraline. Una serie di Comuni devono andare a prendere anche l'acqua potabile da altri Comuni, quindi non ne hanno certamente in abbondanza e, laddove questo è avvenuto, entro l'anno prossimo ci sarà da fare una riflessione sulla partecipazione dei Comuni in queste società, anche se per la maggioranza erano partecipazioni minoritarie. Indipendentemente da questo, entro il 31 dicembre 2012, bisognerà valutare come trasformare queste partecipazioni eventualmente in royalty, o in altre forme che in qualche modo diano beneficio ai Comuni.
Francamente di tutti i problemi ai quali si è voluto allargare il discorso...il solare, il fotovoltaico o l'eolico...condivido quanto è stato detto, le attenzioni ci sono state tutte. Abbiamo fatto una prima legge sull'eolico che è stata impugnata...in tale senso eravamo molto drastici, ci è stato detto che non potevamo disciplinarlo a livello regionale, perché spettava allo Stato farlo. Abbiamo fatto tutto quello che era possibile per raccomandare che non venisse sottratto l'uso corretto del terreno agricolo per realizzare dappertutto impianti fotovoltaici, come è avvenuto in alcune zone del Piemonte, dove le vigne sono diventate sede di tali impianti. Credo quindi che in tema di energia rinnovabile si sia fatto tutto quello che era possibile fare.
Concludendo, ci asteniamo su questa risoluzione per le ragioni che ho esposto, ma non perché non siamo disponibili a portare in commissione quello che è necessario come conoscenza, ma perché tutto quello che è stato fatto è già oggi condiviso e condivisibile, quindi non ci sono grandi cose da aggiungere se non tutto quello che già conoscete. Grazie.
Si dà atto che, dalle ore 16,15, assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.
Presidente - Il Consiglio regionale prende atto della petizione.
Il Consiglio
Premesso che:
- in data 20 giugno 2011 è stata presentata alla Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'articolo 36 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio, una petizione popolare, sottoscritta da 304 cittadini, per la salvaguardia dell'area naturale dell'Alpe Courtlys-Sikken-Salzen nell'Alta Valle del Lys.
- a norma del suddetto articolo 36, l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 87/2011 del 27 giugno 2011, nel decidere sulla ricevibilità ed ammissibilità della petizione, ne ha avviato l'istruttoria con richiesta di informazioni al Presidente della Regione, in quanto legale rappresentante della Regione, agli Assessori all'agricoltura e risorse naturali, alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, al territorio e ambiente e alle Commissioni consiliari competenti Assetto del territorio e Sviluppo economico;
- l'Assessore al territorio e ambiente, con lettera in data 5 luglio 2011, prot. n. 6944/TA, ha provveduto a fornire delle osservazioni in merito alla petizione in oggetto;
- l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, con lettera in data 24 agosto 2011, prot. n. 24812 AGR, ha trasmesso una relazione sull'argomento in questione;
- i Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti "Assetto del territorio" e "Sviluppo economico", con lettera in data 28 ottobre 2011, prot. n. 8512, hanno comunicato alla Presidenza del Consiglio le risultanze degli approfondimenti svolti, e, con lettera in data 7 novembre 2011, prot. n. 8816, hanno trasmesso una nota integrativa.
Ai sensi del quarto comma dell'articolo 36 del Regolamento interno,
Prende atto
della petizione e della documentazione ad essa relativa.
Presidente - Passiamo all'esame della risoluzione.
La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
In prima battuta vorrei leggere cosa si chiede nella petizione, l'abbiamo letta tutti e l'abbiamo riletta anche noi...perché mi sembrava di non aver letto bene la richiesta: "di considerare l'interesse meglio inteso del territorio e delle sue comunità e di non autorizzare gli interventi richiesti dalla The Power Company S.r.l., diretti alla realizzazione della centrale idroelettrica Courtlys e di opere connesse...", questo è quello che si domanda nella petizione...solo per sintesi rispetto alla discussione che lei, Presidente, prima citava.
Per quanto riguarda la nostra risoluzione, lei liquida la discussione tranchant dicendo che non ci sono cose da aggiungere; noi abbiamo posto tale iniziativa in maniera molto...non so se può essere utilizzato il termine "propositiva", ma in questo caso lo utilizzo, perché non mi sembra fuori tema. Il nostro obiettivo non era andare in commissione a fare la chiacchierata su com'è la situazione, era più nel merito: era quello di fare una ricognizione sulle domande di subconcessione pervenute, dato che una ricognizione probabilmente non termina in una o due ore in commissione, ma forse si va a monte...ecco perché si chiedeva al Governo regionale di "effettuare nel più breve tempo una ricognizione completa delle domande di subconcessione pervenute...", perché questa è la terza petizione che viene discussa in aula. È una petizione con la quale i cittadini domandano all'Amministrazione regionale una certa attenzione. Lei ci ha detto che il metodo tuttora è valido e che quindi non ci sono gli interessi, non c'è la volontà dal punto di vista politico di mettervi mano; noi invece facciamo un passo indietro e vorremmo fare una ricognizione completa di tutte le domande di subconcessione pervenute. Lei ci ha detto che stanno presentando poche domande in questo momento, la nostra richiesta invece è quella di avere una ricognizione completa delle domande di subconcessione, unitamente ad una valutazione dei prevedibili effetti sul territorio conseguenti alle domande. In terza battuta abbiamo inserito la dizione "di concerto agli enti locali" perché...si ricorda che un anno fa due Comuni della Coumba Freida hanno posto una serie di richieste? È per quello che nella risoluzione inseriamo la dizione "di concerto con gli enti locali": perché diversi Comuni hanno difficoltà a mettere sul tavolo le loro preoccupazioni; ecco dove voleva "andare" la nostra risoluzione, che - ribadisco - non è ideologica. Eravamo e siamo preoccupati delle ricadute. Il Presidente ci ha risposto che il metodo è valido, ma ha condiviso le nostre preoccupazioni, pertanto c'è un rammarico dal punto di vista politico. L'obiettivo era quello di analizzare - non di chiacchierare - nel dettaglio lo stato dell'arte per poi eventualmente modificare qualcosa in quest'aula circa la validità di tale metodo. Vi è il rammarico dal punto di vista politico che non vi è la volontà, perché il metodo è valido...e le nostre preoccupazioni probabilmente sono condivise solo come chiacchiere... Merci.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Anche noi rimaniamo un po' perplessi, perché qui non si parla di stravolgere la normativa esistente, vorrei leggere ad alta voce come termina il testo della risoluzione: "in modo tale che la Commissione consiliare competente - di concerto con gli enti locali - possa valutare l'eventuale revisione delle procedure di rilascio di tali subconcessioni", quindi non vi è alcuna presunzione di dire: "siamo già certi che è tutto da rifare, tutto va male", ma c'è scritto: "l'eventuale". Siccome abbiamo dei colleghi in commissione anche competenti rispetto a tali questioni, si voleva riguardare insieme e avere un quadro della situazione non per frenare, ma per dare la certezza ai cittadini che stiamo operando in un modo che garantisce il territorio. Vorrei incontrare il pescatore e dire: "stai tranquillo, la tua trota salmonata continuerà a nuotare e a riprodursi nel torrente senza problema". In questo momento arrivano altri tipi di segnalazione, adesso ho fatto un esempio per dire di come possiamo essere noi stessi più garantiti nel rilasciare tali concessioni. Questo era l'atteggiamento molto aperto, disponibile a vedere...e mi sorprende sempre, quando tutte le cose vanno bene, che non ci sia neanche la volontà di dire: "adesso vi faccio vedere come facciamo bene il compito"; che problema c'è? Qualche riunione di commissione non è che...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...appunto Presidente, è questo che dico: dite che siete disponibili a venire in commissione...sembra quasi che ci vogliate tarpare le ali su una richiesta di tale tipo! Mi sfugge questa cosa, quindi non lo so...mi lascia molto perplesso, perché la volontà è quella di rassicurare i cittadini, di evitare che alla prossima centralina abbiamo di nuovo delle petizioni. A fronte di questo francamente io...ma è un mio limite, non sono in grado di dire: state tranquilli, il deflusso minimo vitale è tutto a posto, è tutto sotto controllo. Ci sono delle norme che meritano un attimo di attenzione e di riflessione: questo era l'intento della risoluzione, fatto salvo che su alcune situazioni, come ad esempio il solare, siamo dovuti intervenire all'ultimo momento, perché, lasciando all'iniziativa privata, giusta stando in un quadro di regole, questa cosa aveva preso una strada che poteva andare molto più in là di quello che immaginavamo. Se, relativamente ad un torrente, da una piccola centralina ne viene fuori una molto più grande, che addirittura confligge con un'altra centralina ancora, c'è da chiedersi cosa sta succedendo in quel torrente! Almeno io la percezione ce l'ho, perché se la piccola centralina diventa grande, se la grande confligge con un'altra...tali concessioni hanno una possibilità di dilatarsi che è una cosa che ci sfugge di mano, altrimenti non avremmo un conflitto fra centrali e non avremmo questo tipo di situazione che si è venuta a creare.
Sicuramente, come ho detto in commissione riferendomi ad altre questioni, andrebbe ripensata una mappatura del nostro territorio regionale per vedere se ci sono delle aree da salvaguardare, di cui forse in passato non tenevamo così conto, ma che oggi sono diventate aree con un alto valore ambientale. Probabilmente evolve anche la sensibilità: una volta bastava fare un parco, oggi probabilmente la sensibilità dei cittadini è di avere anche delle aree protette più vicine ai loro ambienti; questo è un atteggiamento che merita una riflessione da parte nostra, non è che possiamo dire: "abbiamo il Parco del Mont Avic e il Gran Paradiso, siamo a posto così".
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Mi sembra che qui, come ha ben detto il Presidente, si voglia parlare di un argomento utilizzandone un altro, tanto valeva fare un'iniziativa molto chiara su questo tema, ma credo che anche chi sta sostenendo alcune questioni sappia perfettamente che un'iniziativa ad hoc non avrebbe raccolto plausi o applausi. Dobbiamo cercare di fare un ragionamento di questo tipo, cioè di richiamare l'attenzione che è giusta tenere, mantenendo serietà anche a riguardo del lavoro svolto. Io parto da quello che oggi mi sembra il tema, ho parlato con gli uffici competenti, con quei 30-40 che lavorano lì, i quali hanno detto: "non è che dovete fare i lavori di commissione, venite 15 giorni in ufficio così lavorate, state in ufficio con i dipendenti, vedete tutte le pratiche, anche le virgole, e non c'è alcun problema!". Quello che ha detto prima il Presidente è molto chiaro: 2005 piano di tutela, 2008 delibera di Giunta, siamo la Regione più virtuosa sui vincoli di deflusso minimo vitale. Il concetto è che sul caso specifico la domanda di potenziamento è stata rigettata dagli uffici, altre questioni sono invece le questioni edilizie, che non sono da mescolare. Se si vuole avere l'elenco di tutte le concessioni, lo si può avere. Possiamo dire che dal 2008, quella delibera, oltretutto già approvata nella passata Giunta - e che noi condividiamo -, ci ha permesso di bloccare praticamente tutte o quasi tutte le centrali di una certa importanza, perché 40 delle 80 domande presentate in questi ultimi tre anni sono per rinnovi e adeguamenti, le altre 40 sono da 20 a 50 kW, uso personale, e qualcuna da 250 kW in su, ma è tutto lì. Oltretutto le norme hanno già definito varie situazioni di quelle aree che sono vergini dal punto di vista urbanistico e dove non si può fare niente. Ben venga allora un chiarimento su tale discorso, perché è da un po' che questa cosa "gira" e sembra che venga utilizzata per un mero fine di dibattito politico.
Su tali argomenti, hanno detto bene i colleghi, bisogna mettere il buon senso. Relativamente all'utilizzo per fonti alternative energetiche bisogna d'altra parte essere rispettosi dell'ambiente e questo è condivisibile da parte di tutti. In questo settore si era partiti da tempo, le cose stanno dando dei risultati, mentre sulle questioni del fotovoltaico e dell'eolico - hanno detto bene il Presidente e i colleghi - "si è arrivati all'ultimo minuto", ma siamo una Regione che, rispetto alla Toscana e ad altre citate, ha messo una barriera forte. Se si vuole poi utilizzare il momento per dire: "ma noi non siamo informati", questo non è un problema. Ho sentito prima il dott. Rocco, si farà la commissione in Assessorato fra 15 giorni, fissiamo fra due settimane l'incontro con voi così si capisce come viene portata la lettera, cosa si fa da parte degli impiegati...insomma, si fa gli impiegati per 15 giorni e questo non guasta.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Faccio alcune brevissime riflessioni per evitare malintesi in chi ascolta o per chi questi problemi non li ha discussi a fondo. Non vi è ad oggi alcuna difficoltà a mettere a disposizione quello che si chiede, il problema non è mettere a disposizione i dati: il problema è nel merito dell'ultima parte, laddove si dice: "di concerto con gli enti locali possa valutare l'eventuale revisione delle procedure di rilascio di tali subconcessioni". Abbiamo spiegato che la procedura, a nostro avviso, tiene conto di tutto quello che anche voi avete affermato, perché tutto quello che è stato detto, e che non voglio ripetere, rientra in canoni che vengono puntualmente utilizzati per valutare l'accoglimento delle domande; questo è il punto. Non è che non vogliamo fare la discussione, o dire che tanto in commissione si fanno chiacchiere, la discussione è chiacchiera da quando nasce a quando finisce, il problema è se essa è utile per capirsi, com'è sempre stato e com'è il senso delle riunioni. Noi riteniamo che non ci sia l'esigenza del riesame: questa è la differenza sostanziale; sappiamo benissimo quali sono gli impatti sui comuni, quali sono le ricadute, tutto quello che avete detto lo sappiamo: è tutta lì la differenza. Non vi è quindi alcuna volontà di escludere tale passaggio in commissione, dove, al di là di questa analisi, non so cosa si possa fare. Per il resto vi abbiamo spiegato correttamente, in modo che tutti potessero capire, che non vi è alcuna volontà di andare al di là di regole da noi riconosciute - ma non solo da noi -, e che sono quelle che tutelano Comuni e Regione.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione, che recita:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Vista la petizione per la salvaguardia dell'area naturale dell'Alpe Courtlys-Sikken-Salzen con cui si chiede all'Amministrazione regionale di non autorizzare gli interventi richiesti dalla società The Power Company nel 2009;
Vista l'importanza dei temi sollevati dai firmatari della petizione;
Richiamata la crescente preoccupazione di cittadini e associazioni civiche al corretto utilizzo dei beni comuni e più in generale, per il rispetto dovuto all'ambiente e al territorio naturali;
Ritenuto di dover mantenere alta l'attenzione sul corretto utilizzo dell'acqua e sul suo sfruttamento per la produzione di energia idroelettrica;
Preoccupati dall'alto numero di richieste di sub-concessione presentate negli ultimi anni per la captazione dei nostri corsi d'acqua e per la costruzione di impianti idroelettrici e opere annesse;
Ritenuta non più procrastinabile una valutazione approfondita e imparziale del settore che prenda in considerazione prima di tutto l'interesse del nostro territorio e della nostra comunità;
tutto ciò premesso
Impegna
il Governo regionale
ad effettuare nel più breve tempo una ricognizione completa delle domande di sub-concessione pervenute, unitamente ad una valutazione dei prevedibili effetti sul territorio conseguenti alla realizzazione delle opere di captazione connesse, in modo tale che la Commissione consiliare competente - di concerto con gli enti locali - possa valutare l'eventuale revisione delle procedure di rilascio di tali subconcessioni.
F.to: Chatrian - Patrizia Morelli - Bertin - Rigo - Donzel - Carmela Fontana
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 6
Astenuti: 26 (Agostino, Benin, Bieler, Caveri, Alberto Cerise, Comé, Crétaz, Empereur, Hélène Impérial, Isabellon, La Torre, André Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rollandin, Rosset, Salzone, Tibaldi, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena e Zucchi)
Il Consiglio non approva.