Oggetto del Consiglio n. 2059 del 9 novembre 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 2059/XIII - Interpellanza: "Revisione dei parametri previsti dall'indicatore IRSE ai fini dell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica".
Interpellanza
Informato che due Comuni della Bassa Valle non hanno potuto assegnare gli alloggi liberi di edilizia residenziale pubblica che hanno a disposizione;
Evidenziato che le persone che hanno risposto al bando per l'assegnazione di due alloggi predisposto dal Comune di Bard avevano un reddito troppo alto rispetto ai limiti ISE fissati con deliberazione della Giunta regionale n. 2087 in data 24 luglio 2009, e che il bando per tre alloggi emanato dal Comune di Pontboset è andato deserto;
Sottolineato che i due bandi, come prevede la legge regionale, erano stati estesi anche ai residenti dei Comuni limitrofi;
Rammentato che l'indicatore di reddito per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica è stabilito dalla legge regionale n. 39 del 4 settembre 1995 che ha introdotto l'Indicatore della Situazione Economica (ISE);
Ricordato che l'inadeguatezza di tali limiti è stata evidenziata anche dall'ultimo bando emanato dal Comune di Aosta;
Richiamato l'impegno assunto nel Consiglio regionale dell'11 giugno 2009 con l'approvazione dell'ordine del giorno relativo all'applicazione dell'ISE e dell'IRSE sui diversi servizi gestiti dalla Regione, dagli Enti locali, dall'ARER;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale per sapere:
1) se è intenzione dell'esecutivo rivedere le soglie dei limiti dell'indicatore ISE del nucleo familiare per poter accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica;
2) quando ottempererà all'impegno assunto con la risoluzione approvata dal Consiglio regionale dell'11 giugno 2009.
F.to: Rigo
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - L'interpellanza - come avrete visto - è diretta conseguenza di un fatto a voi tutti noto: "Le case popolari ci sono, ma mancano gli inquilini". Questo è l'incipit dell'articolo della giornalista Daniela Giachino, apparso su La Stampa di qualche settimana fa. Nell'articolo i Sindaci dei Comuni di Bard e di Pontboset ne spiegavano le ragioni e la loro amara conclusione era questa: "Lasciarli vuoti comporta al Comune spese; rifaremo il bando, ma l'iter è talmente lungo che sono destinati a rimanere vuoti ancora per parecchio e, se la Regione non modificherà i parametri, penso che andrà di nuovo deserto". E i parametri sono quelli indicati nella deliberazione di Giunta n. 2087/2009, una persona valore ISE 7.000, due persone valore ISE 11.000, tre persone 15.000, e così via.
L'indicatore della situazione economica è stato introdotto, per la prima volta, con l'approvazione della legge regionale 17 maggio 2009, ai fini proprio dell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Oggi non voglio mettere in discussione questa innovazione, ma la recente esperienza dei Comuni della Bassa Valle ci obbligano a ripensare quei limiti per l'accesso. Con rammarico abbiamo dovuto prendere atto che nessun residente nei comuni interessati, né in quelli limitrofi, come prevede la legge, possedeva i requisiti necessari. "In realtà, persone interessate c'erano - così diceva il Sindaco Chanoux - ma superavano la soglia del reddito. In particolare una ragazza, che ne aveva bisogno urgentemente, aveva 1.000 euro in più rispetto al limite". Conti alla mano, 1.000 euro l'anno vogliono dire un po' più di 2,50 euro al giorno. Per la verità questa discrasia era già balzata agli onori della cronaca ad aprile dell'anno scorso - come ricorderete - con la pubblicazione della graduatoria provvisoria per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica per il Comune di Aosta. Allora 1.340 nuclei familiari ritirarono i moduli di domanda, ma, poi, ne furono presentati 652.206 domande furono accolte, ma ben 207 escluse, proprio per il requisito del reddito.
Certo, aveva ragione l'Assessore Marco Viérin quando, rispondendo ad un'interrogazione, affermò che: "A noi non interessa creare false aspettative", ma da qui a dover prendere atto di bandi che vanno deserti ci deve essere necessariamente una via di mezzo! Undicimila valore ISE per due persone, ad esempio una mamma con un bambino, significa non superare un reddito lordo di 16.164 che, togliendo le tasse, vuol dire vivere con poco più di 30 euro al giorno. Vi sembrano cifre tali da non poter accedere agli alloggi popolari? L'introduzione dell'ISE con i valori attuali significa che, per lo stesso nucleo familiare, il reddito complessivo per accedere ai bandi è stato ribassato dalla vecchia normativa del 48 percento per un componente, del 25 per due, e via dicendo. A voi la riflessione... Lo stesso Assessore, in Consiglio regionale, manifestò l'intenzione di considerare "l'opportunità di apportare eventuali correttivi non solo eventualmente alle soglie di reddito, ma anche - se necessario - ad altri requisiti, quali il punteggio, oppure la discrezionalità dei Comuni". Perché allora non valutare, oltre alla modifica del valore ISE, l'introduzione di una forbice minimo e massimo, alla quale i Comuni potrebbero fare riferimento? La realtà della Bassa Valle può essere diversa da quelle di altre comunità montane e di Aosta, quindi perché non lasciare alla valutazione dei Comuni interessati stabilire quel limite ISE secondo loro più consono al loro territorio? Insomma, coinvolgere direttamente gli enti locali interessati alla definizione di quel corretto equilibrio fra la necessità di occupare gli alloggi liberi e la fascia di popolazione che può accedervi.
Il tema oggetto dell'interpellanza mi dà anche l'opportunità di chiedere notizie in merito ad un ordine del giorno, approvato dal Consiglio l'11 giugno 2009, che impegnava "il Governo regionale a predisporre una metodologia per la valutazione della condizione economica dei soggetti che richiedono agevolazioni pubbliche, contributi economici, accesso e partecipazione alle spese di funzionamento di tutti i servizi previsti nelle varie politiche di settore, basata su criteri che tengano conto congiuntamente del reddito, del patrimonio, di condizioni sociali e di parametri familiari, da sottoporre all'esame delle competenti commissioni consiliari". L'obiettivo era quello di definire un indicatore valutativo della condizione economica e sociale unico per tutti i servizi resi da Regione ed enti locali.
Oggi abbiamo l'ISE con una sola "e", l'ISEE e l'ISEEU con le due "e", in particolare per la scuola, abbiamo l'IRSE, e poi per alcuni servizi ancora facciamo riferimento al solo reddito lordo imponibile. Si parla spesso della necessità di politiche familiari, ma a volte parametri disomogenei o parziali inficiano indirizzi politici che invece sono stati pensati per garantire l'equità e la giustizia sociale. Insomma, l'obiettivo dovrebbe essere quello di definire una cornice normativa omogenea per tutte le aree dell'amministrazione pubblica, adattandola ovviamente con specifici parametri, in relazione alle diverse prestazioni, cioè un indicatore che vale con parametri diversi per la casa - in questo caso -, la microcomunità, la famiglia numerosa, le giovani coppie, l'asilo nido o i centri estivi.
Durante la discussione dell'ordine del giorno il Presidente della Regione, nel concordare sulla necessità di lavorare in questa direzione, precisò che non era opportuno stabilire una data precisa - il testo faceva riferimento alla fine del 2009 - per un lavoro così impegnativo e burocraticamente difficile. Da allora molti mesi sono passati e mi sembra corretto chiedere conto del lavoro fino ad oggi fatto e quando la documentazione potrà essere all'attenzione delle commissioni consiliari.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie. Il collega Rigo ha, come al solito, toccato un argomento molto importante, che sta a cuore alla nostra società e quando si parla di "casa", come fanno la collega Fontana ed altri colleghi, la cosa tocca molto più da vicino le necessità.
Vorrei precisare, per non creare polemiche, che quando si leggono articoli come quello che ho visto di Daniela Giachino... il collega Rigo ha ben fatto a ricordare il titolo: "Redditi troppo alti... nessuno guadagna meno di 6.500 euro lordi all'anno", quando sappiamo che per il singolo il reddito complessivo è di 11.200 che parametrato ISE con canone di affitto scende ad un valore di 10.000, mentre per la coppia il reddito sale a 16.000 e "rotti"; mi sembra che non sia un titolo appropriato anzi è fuorviante. Poi, che ci siano difficoltà nei piccoli Comuni, perché si è cambiata l'impostazione nel cercare di dare più opportunità a chi ha più bisogno rispetto ad altri è vero, bisogna cercare dunque di equilibrare le questioni, e di questo abbiamo parlato quando abbiamo fatto quella modifica alla legge richiamata dal collega Rigo, dove abbiamo inserito delle responsabilità per gli enti locali, dando loro la possibilità di scegliere, all'interno del bando del proprio Comune, l'opportunità di assegnare 5 punti ulteriori.
Detto questo, vorrei solo ricordare che il comportamento serio e rispettoso della Giunta regionale è finalizzato a non creare false aspettative ai cittadini interessati e non penalizzare i nuclei più bisognosi; è quello che ha ricordato il collega e mi sembra che questa sia anche la sua posizione. Quindi bisogna tener conto a maggior ragione del periodo di crisi nel quale siamo oggi inseriti, un periodo dove sia cassaintegrati, sia persone in mobilità hanno un forte calo di reddito, quindi avremo più nuclei familiari che si approcceranno a queste richieste proprio in questo momento di forte crisi. Allora, rispetto alle 206 domande accolte dal Comune di Aosta dell'anno scorso, per la prossima graduatoria credo che il numero andrà a crescere, anche se si stanno affrontando adesso delle assegnazioni che ci porteranno ad avere risolto il problema per circa il 60 percento delle famiglie che sono risultate idonee. Quindi, dare troppe aspettative ed avere graduatorie di 7-800 idonei e poter assegnare 40 alloggi, è chiaro che non è la cosa migliore in questo momento sulla base della serietà della pubblica amministrazione.
Detto questo, è evidente che i limiti vigenti, invariati da due anni, dovranno essere rivisti, e noi lo avevamo già detto in questo Consiglio, ma per non creare false aspettative è intenzione della Giunta ragionare sulla soglia ISE in occasione della prevista modificazione della legge n. 28/2007, che riguarda l'accorpamento delle leggi regionali n. 39, n. 40 e n. 28, per le quali siamo tutti d'accordo e per le quali stiamo già lavorando anche con strutture esterne all'Amministrazione (Consulta della casa, eccetera). Si potrà in quella fase, in inverno ed in primavera, prendere in esame la possibilità di prevedere una maggiore autonomia dei Comuni, come diceva Rigo, sulla determinazione dei limiti di reddito; ricordo che avevamo dato questi 5 punti a discrezione degli enti locali, avevamo detto che ogni anno il Comune poteva rivedere la propria graduatoria in base alle condizioni mutate di nuclei familiari, eccetera; anche lì potremo ragionare per dare dei punti in più e dare una forbice, come diceva il collega Rigo, sul discorso del reddito dove i Comuni possono essere più responsabilizzati. Tutto questo va però discusso in un progetto unico, che è il progetto che non chiamo "legge quadro", ma razionalizzazione delle tre leggi sulla casa: la n. 28, la n. 39 e la n. 40. Questo è per rispondere al punto uno, che ci trova molto concordi.
Sul punto due, dove veniva richiesto quanto è stato fatto per l'impegno assunto con la risoluzione approvata in Consiglio nel 2009, cioè semplificando l'indicatore unico. Rispondo a nome del Presidente. La predisposizione di una metodologia per la valutazione economica dei soggetti che richiedono agevolazioni pubbliche, basata su criteri che tengono conto congiuntamente del reddito, del patrimonio, delle condizioni sociali e dei parametri familiari, è stata avviata non appena approvata la risoluzione del Consiglio regionale con la raccolta dei relativi dati a disposizione dei diversi servizi regionali interessati. A tale proposito, nel corso del 2010, il Coordinatore del Segretario generale dottor Malfa, su richiesta del Presidente della Regione, ha convocato tre riunioni intrassessorili nelle quali è stato possibile rilevare le situazioni di fatto, le peculiarità e le potenziali criticità di ogni servizio regionale in merito. Da tali incontri sono emerse, da una parte, l'opportunità di individuare criteri di equità nel metodo di calcolo della situazione economica e, dall'altra, la necessità di differenziare l'applicazione dei risultati di tale calcolo in funzione dei bisogni per i quali sono concesse le agevolazioni pubbliche: diritto all'assistenza, alla casa, allo studio... era una cosa emersa anche nel dibattito, se ricordo bene. Contemporaneamente, è risultata evidente la necessità di disporre di una banca dati comune ai diversi servizi, in fase preliminare, per fornire agli organi politici idonee simulazioni delle conseguenze pratiche dell'applicazione dell'indicatore della situazione economica e nella successiva fase operativa per assicurare la corretta, uniforme ed equa applicazione dello stesso.
Nel prendere atto di un prossimo avvio di una banca dati IRSE e IRSEE idonea allo scopo, si è rinviata la conclusione dei lavori in attesa di disporre di tale strumento. Nei mesi scorsi si è conclusa l'implementazione del sistema e, con il progressivo coinvolgimento dei Comuni, è stata avviata la sua sperimentazione, sarà quindi quanto prima possibile riprendere la predisposizione di una proposta della metodologia richiesta, e non appena la stessa sarà definita, verrà sottoposta - come deciso dalla risoluzione citata - all'esame delle competenti commissioni consiliari. Mi sembra che il percorso lo si stia facendo, lo sta seguendo correttamente la Presidenza della Giunta, si sta cercando chiaramente di non sbagliare troppo, perché fare tutto perfetto non è possibile. È questo l'obiettivo di tutti, quindi credo che tutti insieme riusciremo a dare un prodotto più confacente alle aspettative, che non penalizzi ulteriormente chi ha più bisogno.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - Grazie.
Rispetto al primo punto, quello della modifica dell'ISE per poter accedere ai bandi per l'assegnazione di case popolari, l'Assessore ci ha detto che questa problematica verrà inserita nel confronto già in atto, sull'aggiornamento delle normative in vigore rispetto alle politiche abitative. Quindi assieme al problema di rivedere i requisiti per la permanenza all'interno degli attuali alloggi di edilizia residenziale pubblica, si tratta di rivedere anche i limiti per l'accesso.
Assessore, per carità, ci saranno tempi stretti; credo che la modifica dell'ISE per l'accesso ai bandi sia importante, è un elemento da non confondere con gli altri, che sono i parametri per assegnare le case popolari, la graduatoria; quindi la modifica dell'ISE si può semplicemente fare con una modifica della deliberazione di Giunta. Comunque mi va bene se questo tempo non sarà eterno, se sarà entro qualche mese, anche perché sono in scadenza provvedimenti entro questo anno per scongiurare il pericolo che alcuni attuali inquilini delle case popolari vengano messi alla porta in quanto superano i requisiti di reddito; quindi la necessità di una modifica della normativa è urgente.
Per quanto riguarda l'altro problema molto più complesso e di difficile realizzazione, cioè un indicatore unico che valga come criterio per tutti i servizi dell'Amministrazione regionale e degli enti locali, capisco che la soluzione non è immediata. Però, per una Regione che ha gli abitanti di una città media, non è possibile che una famiglia media debba avere 5 indicatori del suo reddito: uno per accedere all'asilo nido, un altro per accedere alle possibilità offerte dall'istruzione, per i contributi, diciamo così, l'altro per rivolgersi alle politiche sociali e, l'altro ancora, per fare domanda per gli alloggi popolari, e se frequenta un centro estivo, c'è la possibilità che ci sia bisogno di un altro documento! Mi sembra uno spreco di energie e di tempo, che non agevola il lavoro dell'equità e della giustizia sociale. Ripeto, credo sia un lavoro difficile, ma dobbiamo fare il possibile per superare questa anomalia.
Per quanto riguarda l'osservazione corretta della necessità di una banca dati, convengo. Però non mi si può tirare in ballo la banca dati attuale che sta costruendo l'Assessorato delle politiche sociali come raccolta di indicatori IRSEE, perché quella non può essere una banca dati omogenea. Se abbiamo altri servizi che non utilizzano l'IRSEE, quella banca dati ha difficoltà a colloquiare con gli altri servizi. Credo che dobbiamo intenderci per cosa intendiamo per "banca dati unica" per quanto riguarda i servizi messi a disposizione dalle amministrazioni pubbliche.
Cercheremo di seguire con attenzione anche questo provvedimento. Grazie.
Presidente - Prima di dichiarare conclusi i lavori, volevo far presente che è pervenuta alla Presidenza una risoluzione firmata dai Consiglieri dei gruppi ALPE e PD in merito alla petizione che sarà oggetto di discussione al punto n. 22 all'ordine del giorno. Con questo dichiaro conclusi i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.
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La seduta termina alle ore 13,01.