Oggetto del Consiglio n. 913 del 2 dicembre 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 913/XIII - Disegno di legge: "Bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste per il triennio 2010/2012". (Approvazione di un ordine del giorno, reiezione di un ordine del giorno e ritiro di altri tre ordini del giorno).
Articolo 1
(Bilancio di previsione per il triennio 2010/2012)
1. È approvato lo stato di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio di previsione della Regione per il triennio 2010/2012, allegato alla presente legge, nell'importo complessivo di euro 1.874.400.000 per l'anno 2010, euro 1.916.700.000 per l'anno 2011 ed euro 1.937.400.000 per l'anno 2012.
Articolo 2
(Quadro generale riassuntivo)
1. È approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione per il triennio 2010/2012, allegato alla presente legge, che indica il riepilogo delle entrate ripartite per titoli e il riepilogo delle spese ripartite per funzioni-obiettivo.
Articolo 3
(Ammontare presunto dei residui attivi e passivi)
1. L'ammontare presunto dei residui con riferimento ai volumi complessivi del bilancio al 31 dicembre 2009 è determinato in euro 954.000.000 per i residui attivi ed in euro 1.014.000.000 per i residui passivi.
Articolo 4
(Previsioni di cassa)
1. Il totale delle entrate delle quali è prevista la riscossione e il totale delle spese delle quali è autorizzato il pagamento per l'anno 2010 è fissato in euro 1.830.000.000.
Articolo 5
(Ripartizione tra diversi settori di destinazione degli interventi finanziari per il recupero del patrimonio storico e architettonico del borgo di Bard)
1. Ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge regionale 1° dicembre 1992, n. 68 (Interventi finanziari per il recupero del patrimonio storico-architettonico del borgo di Bard), l'autorizzazione di spesa di annui euro 250.000 per ciascuno degli anni finanziari 2010, 2011 e 2012, di cui all'UPB 1.7.3.20 "Contributi per investimenti per i beni culturali" dello stato di previsione delle spese, è così ripartita:
a) acquisizione da parte del Comune di immobili:
1) anno 2010 euro 25.000;
2) anno 2011 euro 25.000;
3) anno 2012 euro 25.000;
b) concorso nelle spese di restauro e recupero di immobili:
1) anno 2010 euro 200.000;
2) anno 2011 euro 200.000;
3) anno 2012 euro 200.000;
c) interventi pilota su immobili di proprietà privata e pubblica:
1) anno 2010 euro 25.000;
2) anno 2011 euro 25.000;
3) anno 2012 euro 25.000.
Articolo 6
(Erogazione al Consiglio regionale)
1. I fondi per il programma annuale di attività della Consulta regionale per la condizione femminile, di cui alla legge regionale 23 giugno 1983, n. 65 (Istituzione della consulta regionale per la condizione femminile), sono periodicamente trasferiti al Consiglio regionale su richiesta della sua Presidenza, in relazione alla realizzazione dell'attività stessa (UPB 1.1.1.12 "Spese per istituzioni diverse" parz.).
Articolo 7
(Accensione di prestiti)
1. Per il finanziamento di spese per investimento previste nei settori beni culturali, viabilità, rischi naturali e antropici e per la realizzazione di infrastrutture ricreativo-sportive, la Giunta regionale è autorizzata a contrarre, per l'anno finanziario 2010, uno o più prestiti, a medio o lungo termine, con le modalità ritenute più opportune, per un ammontare massimo di euro 50.000.000 ad un tasso non superiore al tasso IRS a dodici anni, aumentato di 1 punto percentuale, per un periodo di ammortamento non superiore a venti anni (UPB 1.05.01.10).
2. L'onere derivante dall'applicazione del comma 1, previsto in complessivi euro 1.850.000 per l'anno 2010, euro 3.800.000 per l'anno 2011 ed euro 3.750.000 per l'anno 2012, trova copertura per la quota interessi nella UPB 1.15.1.10 "Oneri per interessi" e per la quota capitale nella UPB 1.15.1.30 "Quota capitale per ammortamento mutui" dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione per il triennio 2010/2012 e alle corrispondenti UPB dei bilanci successivi.
Articolo 8
(Istituzione di nuove unità previsionali di base)
1. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare, nell'ambito del bilancio di previsione per il triennio 2010/2012, con proprie deliberazioni, le variazioni necessarie per l'istituzione di nuove unità previsionali di base sia per la gestione dei residui sia per la gestione degli stanziamenti di competenza di risorse assegnate con atto amministrativo.
Articolo 9
(Variazioni concernenti autorizzazioni di spesa relative a leggi regionali entrate in vigore dopo la presentazione al Consiglio regionale del bilancio)
1. Ai sensi dell'articolo 29, comma 3, della legge regionale 4 agosto 2009, n. 30 (Nuove disposizioni in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e principi in materia di controllo strategico e di controllo di gestione), la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con proprie deliberazioni, le variazioni al bilancio disposte da leggi regionali entrate in vigore dopo la presentazione al Consiglio regionale e la cui copertura finanziaria sia adeguatamente prevista nel medesimo.
Articolo 10
(Allegati al bilancio di previsione)
1. Sono approvati i seguenti allegati al bilancio di previsione per il triennio 2010/2012:
a) Allegato n. 1/A: Stanziamenti di competenza delle spese correnti e relativi finanziamenti;
b) Allegato n. 1/B: Stanziamenti di competenza delle spese di investimento e relativi finanziamenti;
c) Allegato n. 2/A: Elenco delle proposte e dei disegni di legge regionali che trovano finanziamento nei fondi globali di parte corrente;
d) Allegato n. 2/B: Elenco delle proposte e dei disegni di legge regionali che trovano finanziamento nei fondi globali di investimento;
e) Allegato n. 2/C: Elenco delle proposte e dei disegni di legge regionali che trovano finanziamento nei fondi globali di investimento della finanza locale;
f) Allegato n. 3: Elenco delle garanzie fideiussorie principali o sussidiarie prestate dalla Regione;
g) Allegato n. 4: Quadro dimostrativo dell'equilibrio economico del bilancio.
Articolo 11
(Entrata in vigore)
1. La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione ed entrerà in vigore il 1° gennaio 2010.
Allegati
(omissis)
Président - Chers collègues, nous reprenons nos travaux. Je vous rappelle que nous sommes toujours en discussion générale pour ce qui est du point n° 12 à l'ordre du jour: le projet de loi n° 70. Le Parti Démocratique a présenté 5 propositions d'ordre du jour à ce sujet.
La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Seguiamo l'ordine con cui ce li ha assegnati l'ufficio? Così abbiamo un ordine...
Président - Je donne lecture du premier ordre du jour présenté par le Parti Démocratique:
Ordine del giorno
Preso atto che l'Azienda USL della Valle d'Aosta quest'anno ha sperimentato il progetto "Lavorare meglio per vivere meglio: la conciliazione come occasione di innovazione organizzativa";
Ricordato che il progetto consisteva nella realizzazione di un centro estivo rivolto alle figlie e ai figli dei dipendenti dell'Azienda;
Tenuto conto che l'obiettivo era quello di fornire il modello organizzativo di un servizio extrascolastico di sostegno ai genitori nella gestione dei loro figli durante le vacanze estive della scuola;
Valutato che il progetto oltre ad essere preziosa risorsa per le famiglie aveva lo scopo di essere stimolo per il gioco, la creatività, la fantasia dei bambini e dei ragazzi;
Preso atto che il periodo di vacanza delle attività scolastiche è stato indicato dai dipendenti al Comitato Pari Opportunità della Regione come uno dei problemi aperti di conciliazione;
il Consiglio regionale
Impegna
il governo regionale ad esaminare l'opportunità di avviare, con il coinvolgimento del Comitato Pari Opportunità, per il periodo delle vacanze scolastiche del prossimo anno, una sperimentazione di un servizio extrascolastico per i figli dei dipendenti regionali, anche sulla base delle risultanze del servizio sperimentato dall'Azienda USL.
F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo
Rigo (PD) - ... allora discutiamo dell'ordine del giorno relativo ai servizi extrascolastici, che è il primo in elenco.
Voglio ricordare che la conciliazione - è stato detto qualche volta - fra lavoro e famiglia è un tema di stretta attualità, una delle questioni centrali del dibattito non solo sindacale; promuovere un forte sostegno alle responsabilità familiari e ai compiti di cura dei genitori significa avere una politica per la famiglia. Ricordavamo che tutti lamentano la bassa natalità nel nostro Paese e in Valle d'Aosta, ma pochi ricordano che le donne e gli uomini non riescono ad avere i figli che desiderano: secondo alcuni dati ISTAT, il 63 per cento delle donne vorrebbe avere 2 figli, il 28 per cento ne vorrebbe 3 e solo il 9 per cento vuole fermarsi ad 1 figlio. Nei fatti invece, come sapete, ogni coppia ha in media solo un figlio, perché gli ostacoli che si frappongono al desiderio di maternità e di paternità sono enormi. Nel nostro Paese, non ho dati riferiti alla sola Valle d'Aosta ma non credo che la situazione sia molto diversa, nel nostro Paese, dicevo, c'è una assimmetria fra donne e uomini nella cura dei figli e nel lavoro familiare che, nonostante i passi in avanti fatti e confermati dall'utilizzo del congedo parentale anche da parte degli uomini (molto basso per la verità in Valle d'Aosta), sembra poco scalfita. Secondo l'ISTAT, il 50,4 per cento delle donne con bambini piccoli (sotto i 5 anni) lavora 60 o più ore alla settimana; tale numero di ore è condiviso solo dal circa 20 per cento dei padri. Un gran numero di donne abbandona il lavoro dopo la nascita del primo figlio, il 20 per cento delle madri occupate al momento della gravidanza ha smesso di lavorare per motivi diversi. È il momento, forse sarebbe meglio dire una necessità, ma anche un'opportunità quella di sperimentare una politica, dicevamo ieri, che sia davvero amica nei confronti della famiglia e che l'accompagni e la sostenga davvero. Ricordavamo che in questi anni le istituzioni valdostane si sono impegnate, hanno costruito leggi e attivato i servizi: la legge regionale sulla famiglia in primis, quella sul sistema regionale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, la legge sugli oratori, la presenza capillare della scuola per la prima infanzia, i centri estivi, le ludoteche, i soggiorni marini, il centro per la famiglia e così via. Gli enti locali, l'Assessorato regionale sanità, salute e politiche sociali, d'intesa, hanno attuato via via esperienze significative attraverso una politica integrata con il volontariato e la cooperazione. Dobbiamo quindi continuare a sostenere la paternità e la maternità, promuovere i diritti dell'infanzia, sostenere il costo economico dei figli, cose che ci siamo detti.
Occorre riaffermare un ultimo principio: quello della conciliazione fra la vita familiare e la vita lavorativa, l'ho accennato sopra, sono le donne a farsi carico in prevalenza dei ruoli familiari anche quando lavorano a tempo pieno. Dobbiamo promuovere la cultura della parità dei diritti e dei doveri anche all'interno della coppia e cambiare gli stili di vita non solo all'esterno della casa, del proprio alloggio, perché una società è realmente democratica se la partecipazione di donne e di uomini nel lavoro e nella famiglia è equilibrata e condivisa (vorrei anche aggiungere: così come nella politica). Oggi non è così, questa è una ragione in più che ci ha portato a presentare questo ordine del giorno. In Regione lavorano in maggioranza donne, quindi sono i soggetti su cui maggiormente ricade la responsabilità della gestione dei figli anche durante le vacanze scolastiche. Conciliare le ferie dei colleghi, gli impegni dell'ufficio e la difficoltà spesso di trovare disponibilità nel periodo necessario nei servizi gestiti dalle Comunità montane non è a volte così facile. Perché quindi non dare una mano e sostenerle in un periodo ancora più difficile nella conciliazione fra lavoro e cura dei figli piccoli? Perché non porci l'obiettivo di definire un modello inizialmente sperimentale, di sostegno alla gestione dei servizi extrascolastici, che risponda ad esigenze di conciliazione tra i tempi di cura dei bambini e degli adolescenti e i tempi di lavoro delle madri e dei padri con quelle dei colleghi e di un ufficio che non può essere sguarnito? Servizi extrascolastici che siano anche capaci di promuovere la realizzazione di laboratori multiattività nei quali i bambini e i ragazzi possano sperimentarsi liberamente; servizi quindi anche capaci di promuovere la realizzazione di attività di vario genere, attraverso le quali i bambini possano esprimere la propria creatività, socializzare e condividere le esperienze.
Certo, abbiamo la consapevolezza che la realizzazione di questo progetto non sia così immediata e semplice, vale però almeno la pena di provarci, "esaminare l'opportunità di avviare..." come abbiamo scritto nell'ordine del giorno - non abbiamo scritto: "dobbiamo assolutamente promuovere" -, sarebbe opportuno coinvolgere da subito il Comitato pari opportunità, conoscere il percorso seguito dall'Azienda USL della Valle d'Aosta che quest'anno ha sperimentato questo servizio, attivando anche con intelligenza fondi europei, individuare il soggetto esterno che potrebbe affiancare l'Amministrazione - crediamo non sia certo il caso di una gestione diretta da parte dell'Amministrazione di questo percorso - e alla fine una sperimentazione sul campo. Sono sicuro che all'interno della Regione ci sono le forze, le intelligenze, le capacità per sperimentare e affrontare questa avventura, o almeno per pensare di esaminare l'opportunità di avviare tale servizio. Grazie.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Come il collega Rigo ha detto, sicuramente l'impegno femminile nell'ambito del "problema famiglia" - quindi seguire, attivarsi per essere a sostegno dei ragazzi - è un impegno gravoso, importante, nessuno lo sottovaluta. Credo che nel contempo vi sia da tenere in considerazione che l'Amministrazione regionale ha personale non solo di Aosta, ma praticamente di tutta la Valle, quindi ci sono situazioni estremamente variegate nell'ambito delle esigenze collegabili al discorso dei figli. Non dimentichiamo che i ragazzi, quando entrano nell'ambito scolare - non diciamo scuola superiore, ma per quanto riguarda anche le medie -, sono seguiti da tutta un'organizzazione. Qui è stato portato l'esempio dell'USL, che aveva fatto una nursery a suo tempo per seguire i bambini più piccoli; sotto questo profilo, abbiamo dato la disponibilità ad attivare questo servizio in collegamento con la struttura di Pont Suaz, con cui c'è già la disponibilità a fare una convenzione per dare un sostegno a questo tipo di problema; pertanto una risposta è già stata data.
Per quanto riguarda le attività estive, che mi sembra sostanzialmente si vogliano tenere in considerazione... prevedere che vi sia da parte della Regione un'attività che possa risolvere i problemi delle lavoratrici in modo particolare, anche sempre di più c'è l'utilizzo della paternità, ossia dell'assegno di paternità e quindi del ruolo dei padri da non sottovalutare, va bene la parità, ma non sottovalutiamo anche questo ruolo. Nell'ambito di tale tema comunque c'è la disponibilità ad esaminare questo problema in accordo con i Comuni, perché quando si dice: "la sperimentazione del servizio extrascolastico per i dipendenti regionali", vorrei dire che a questo punto è meglio che, se questo tema deve essere affrontato, lo sia tenendo conto del possibile coinvolgimento anche degli enti locali, perché per loro il discorso dell'estate potrebbe essere legato a soluzioni anche viste assieme. Il collega ha ricordato quello che succedeva nei tempi... le colonie marine, anche le colonie estive, ci sono diverse organizzazioni che ancora oggi provvedono ad attivarsi per dare una risposta alla possibilità di avere i figli impegnati in modo serio, nel senso di avere la serietà di chi li segue durante il periodo delle vacanze, però noi non crediamo sia possibile avviare già da subito per il periodo delle vacanze del prossimo anno questo tipo di soluzione. Chiediamo di avere il tempo per analizzare questo discorso, per avere la possibilità con i Comuni di fare una riflessione, per vedere anche con il personale che lavora in Regione quali possono essere le idee o le suggestioni che possano essere valutate, per vedere dov'è la massa critica, in che zone, perché penso che per quelli delle valli le situazioni siano meno pesanti, per alcuni, perché bene o male "operano" questioni familiari per i parenti che possono ospitarli durante l'estate, quindi c'è una disponibilità a seguirli durante le vacanze, forse per il discorso... in particolare per Aosta si pone in termini sicuramente diversi dalle altre situazioni.
Ritengo che un esame di questa situazione possa essere fatto e credo sia corretto anche esaminare se ci sono a disposizione dell'ente pubblico dei fondi da utilizzare, finalizzandoli a tale scopo; poi reputo altrettanto condivisibile il fatto che non può essere l'Amministrazione a mettere in piedi un servizio a gestire: ritengo sia corretto utilizzare, se c'è, qualche servizio che possa funzionare e aiutare. Non dimentichiamo che, sotto il profilo del servizio ludico, per i dipendenti c'è già un'organizzazione come il CREL, che lavora e che gestisce le vacanze estive e invernali, tutti gli incontri. Non so se anche sotto questo profilo ci possa essere un coinvolgimento per avere un supporto nell'ambito del fatto organizzativo, che è legato ad un fatto regionale e in accordo con gli enti pubblici.
Se il discorso è messo in questi termini, non possiamo votare, perché dire per l'anno prossimo di impegnarci... francamente non riteniamo ci siano i tempi tecnici per utilizzare questa formula; se il discorso è che noi ci prendiamo l'impegno di portare all'attenzione o del Consiglio, o della commissione che si vorrà coinvolgere sotto tale profilo quello che emerge da tale analisi, per esaminare cosa questo può comportare, quali soluzioni possono essere prospettate e esaminare assieme quale soluzione definitiva dare a questo problema, che sicuramente esiste. Non voglio assolutamente sottovalutare tale problematica, ma vorrei che fosse inquadrata in modo più ampio e non di fretta, per fare qualcosa che non è all'altezza delle aspettative delle persone direttamente coinvolte. Sottolineo ancora che credo che ai vari livelli, anche a livello scolastico, a livello di attività secondaria vi sia già una serie di proposte e di impegni che vanno nella direzione di sostenere l'attività dei ragazzi durante il periodo estivo, ma possiamo fare un ulteriore sforzo per analizzare se ci sono soluzioni che vanno nella direzione auspicata con questo ordine del giorno. Se i colleghi insistono nel farlo votare, ci asteniamo; se invece vale questa proposta, ci impegniamo a trovare il modo di raccordarci su delle idee da proporre e poi analizzarle insieme per vedere cosa si può attivare, con l'ottica che viene proposta da questo ordine del giorno.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Non voglio dare l'impressione che la Regione debba essere il tutto-fare, che sulle spalle di essa carichiamo tutti i bisogni dei cittadini valdostani. Non sono favorevole all'apertura di un asilo-nido regionale come è stato per l'Azienda USL, perché l'Azienda USL ha altri tipi di problemi e di organizzazione del lavoro; c'è una diffusione capillare dei servizi per la prima infanzia in Valle d'Aosta che può benissimo soddisfare per l'asilo-nido esigenze anche dei dipendenti regionali. Qui si tratta invece di conciliare alcuni momenti della vita di un lavoro d'ufficio nei mesi estivi con l'attività delle colleghe, riferite ai bisogni familiari, al fatto che molte giovani coppie non hanno altre alternative, o perché non ci sono i nonni, perché lavorano tutti e due in quel periodo, o per molte ragioni dovendo conciliare la completa gestione delle vacanze scolastiche dei bambini; vacanze scolastiche che non riescono ad essere, anche se i Comuni si attivano, completamente coperte dai servizi pubblici e privati. Noi abbiamo voluto porre all'Amministrazione un problema, sappiamo che esiste: se c'è l'impegno da parte dell'Amministrazione regionale di sentire il Comitato delle pari opportunità, di sentire i sindacati, gli enti locali, di farsi un'idea di come potrebbe essere costruita la risposta a questo bisogno, siamo pronti a ritirare l'ordine del giorno; se c'è tale impegno e se, nel giro di qualche mese, ci sono delle risultanze in commissione, nella riunione dei Capigruppo, insomma se c'è qualche modo di interloquire fra il Consiglio e la Giunta regionale su questo problema.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Quanto avevo detto in precedenza andava in questa direzione: di impegnarci a fare tale riscontro con i soggetti che sono stati qui ricordati, in modo da verificare delle proposte da analizzare insieme per vedere in che modo dare delle risposte credibili e soprattutto attuabili per quanto riguarda i giovani durante il periodo estivo.
Rigo (fuori microfono) - ...va bene, lo ritiriamo...
Président - Le premier ordre du jour présenté par le Parti Démocratique est retiré.
Il Consiglio prende atto del ritiro.
Président - Je donne lecture du deuxième ordre du jour présenté par le Parti Démocratique:
Ordine del giorno
Premesso che la legge regionale 2 marzo 1992, n. 3 "Interventi per la riqualificazione di Aosta quale moderno capoluogo regionale" è stata uno strumento importante per la modernizzazione della città, riconoscendo al Comune di Aosta gli strumenti finanziari per affrontare gli oneri derivanti dai servizi svolti per tutta la regione in quanto centro di importanti servizi di carattere regionale;
Tenuto conto che la citata legge regionale ha messo in campo una proficua concertazione tra il Comune e la Regione, mediante una programmazione degli interventi che oggi si può dire conclusa con il finanziamento delle ultime opere inserite nei piani pluriennali;
Ribadita la necessità di dotare il capoluogo regionale di mezzi e strumenti che consentano l'ordinato sviluppo dei servizi, il miglioramento della qualità urbana, ed il finanziamento delle opere pubbliche di interesse regionale;
in previsione del prossimo rinnovo dell'Amministrazione comunale di Aosta;
il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a:
- presentare una proposta di revisione della legge su Aosta Capoluogo, tenendo conto dell'esperienza trascorsa, per salvaguardare il metodo della programmazione condivisa sulle opere di interesse generale e la continuità dei finanziamenti;
- valutare nuove procedure per l'appalto dei servizi di progettazione ed esecuzione delle opere che consentano di ridurre in modo considerevole i tempi di realizzazione degli interventi previsti dai piani pluriennali.
F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo
La parole au Conseiller Rigo sur le deuxième ordre du jour.
Rigo (PD) - Da qualche parte ho letto che la città di Aosta - scusate, parliamo dell'ordine del giorno riferito ad Aosta capoluogo - è sospesa fra declino e fiducia e sempre in un'intervista si diceva che Aosta non ha un'anima, non è un'industriale, né turistica, non è città di servizi avanzati, allora potrei dire che è una città un poco anarchica. La legge regionale del 2 marzo 1992 - ne abbiamo parlato questa mattina -, concernente interventi per la riqualificazione di Aosta quale moderno capoluogo regionale, era nata con la finalità di dare risposta agli interrogativi sopra ricordati. Ed allora cos'è Aosta? È una città che sta cambiando, profondamente, ed aveva bisogno, ha bisogno, di una cornice di riferimento, una legge e quella legge è stata importante tre "motivi": si riconosceva la funzione di capitale valdostana della nostra città, prevedendo finanziamenti destinati a migliorare la qualità dei servizi a disposizione di tutti i valdostani e non solo per gli aostani; si riconosceva l'autonomia della città nella definizione di un programma pluriennale di opere che nel loro complesso dovevano garantire il miglioramento della qualità, in particolare della qualità urbanistica e ambientale di Aosta; si riconosceva la programmazione come metodo per la realizzazione di una serie di interventi che dovevano nascere attraverso un processo di concertazione fra istituzioni diverse, in particolare fra la Regione e il Comune. Non è stato un processo facile, non è stato un percorso semplice, non è stato possibile rispettare i tempi sia di progettazione sia di realizzazione previsti nel piano (ne abbiamo discusso, ricordava stamani l'Assessore Marco Viérin, a ottobre dell'anno scorso). La legge regionale aveva predisposto generosi flussi finanziari per un periodo di dieci anni, mentre stiamo "chiudendo" - ne abbiamo discusso anche stamani - gli effetti di tale legge e questo è un primo motivo di riflessione.
L'ordine del giorno che richiamo vuole guardare al futuro di una città che sarà oggetto di grandi trasformazioni: l'area megalitica, lo Splendor che aprirà fra poco, la valorizzazione del comparto di Sant'Orso, il teleriscaldamento, l'università, per citare solo alcune delle grandi trasformazioni urbanistiche. Crediamo allora che occorra ridisegnare una nuova cornice, perché non possiamo lasciare domani, al termine di tutte queste operazioni, la città da sola, ci vuole un'azione di sistema che veda coinvolti tutti i protagonisti del territorio, attori che devono tutti remare dalla stessa parte (non avviene così normalmente). Ma quali sono i nodi da sciogliere e cosa dovrebbe indicare la legge secondo me? Un'attenzione particolare alla città turistica, ricca di testimonianze storiche e archeologiche preziose, una città che ambisca ad entrare in un circuito europeo delle città d'arte. Questa funzione deve essere rafforzata non solo con grandi testimonianze, ma con una rete di servizi che valorizzino questo patrimonio. La città dei servizi avanzati, per tutti i valdostani, impone una concertazione fra attori diversi fra i Comuni de La Plaine, fra la Regione, per migliorare il sistema viabile, l'insieme di edifici che ospiteranno le diverse attività a valenza regionale e la città universitaria che sa offrire infrastrutture di qualità, non solo il campus, alle ragazze e ai ragazzi che arriveranno da tutte le regioni italiane, ma anche speriamo dall'estero. Chiediamo quindi al Governo regionale di cominciare a delineare una nuova proposta, ovviamente frutto dell'esperienza maturata dalla precedente, con la collaborazione dell'Amministrazione comunale; una proposta che sia poi concertata con l'assemblea cittadina che uscirà dalle elezioni comunali del prossimo anno. L'ordine del giorno ci sembra sufficientemente chiaro: una proposta di revisione della legge su Aosta capoluogo, tenendo conto delle cose che dicevo prima, ma anche nuove procedure per ridurre i tempi della progettazione e della fase degli appalti, insomma cercare di non ripetere gli errori della legge precedente. Grazie.
Président - La parole à l'Assesseur aux ouvrages publics, à la protection des sols et au logement public, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Ringrazio il collega Rigo anche per aver ricordato la parte del dibattito in merito a questo tema durante la mattinata, argomento che era stato toccato dal collega Louvin. Riprendendo quella discussione, Rigo ben conosce il deliberato che questo Consiglio ha votato ad ottobre, ossia ha votato un deliberato per arrivare alla conclusione di questo accordo del 1992, ben datato, e questo Consiglio ha voluto precisare in maniera chiara il fatto di dire: "non mettiamo scadenze, diamo chiavi in mano al Comune di Aosta di agire per arrivare al collaudo di quelle opere entro una certa data, ma senza che la Regione possa mettere un euro in più". Questo è stato un discorso di piena autonomia data al Comune e di riconoscimento, ma allo stesso tempo anche di responsabilità. Ad oggi possiamo dire che su 29.000.000 che in ottobre scorso erano ancora da spendere siamo arrivati a circa 22 e nel bilancio triennale di quest'anno le somme sono ben visibili su quello che è stato l'intento di questa Giunta; basti pensare che abbiamo messo 16.855.000 nei tre anni per cercare di far capire anche ad Aosta che deve chiudere questi lavori anche da un punto di vista finanziario. Rimarranno ancora 6.000.000, che, se la città di Aosta accelererà un po' i tempi, si potranno anche inserire nei prossimi anni per chiudere tutto nel triennio.
Detto questo, sono da condividere le osservazioni: è una città turistica, il coinvolgimento anche del Consiglio de La Plaine, città universitaria, eccetera, ma sull'intento che il Consiglio regionale ha dato l'anno scorso: quello di mettere la parola fine, chiusura dei lavori su quello che è stato, più che una revisione come viene chiesto, andrà eventualmente ridefinito un altro accordo che riprenda da zero tutta la questione. È chiaro che in questo momento, con le difficoltà di ordine finanziario, di gestione delle risorse finanziarie da parte della Regione, andare ad aprire un capitolo, come diceva anche Rigo, senza aspettare che ci sia anche la nuova Amministrazione comunale... perché noi decideremmo oggi e andremmo poi ad iniziare un confronto con un'Amministrazione comunale, che entrerà in senso efficace nel pieno potere delle funzioni a fine del prossimo anno; quindi questo sarà un argomento che potrà essere ripreso nella discussione del bilancio del prossimo anno. Se il collega ritira l'ordine del giorno... altrimenti ci asterremo.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Su una cosa concordo: non può autonomamente il Consiglio regionale dotarsi di una legge che riguarda la città di Aosta, senza un pieno coinvolgimento, un rapporto nella costruzione stessa della legge con il Comune capoluogo. Voi sapete meglio di me che per una legge di questo genere occorre tanta pazienza, tanta buona volontà, tante riunioni, tanti incontri non solo fra i tecnici, ma anche fra le forze politiche che governano le varie istituzioni, che si trovano a confrontarsi. Una legge di questo genere comporta un accordo con il Comune capoluogo, ma deve trovare anche il coinvolgimento almeno dei Comuni del Conseil de la Plaine e quindi una legge che non vedrà realizzato il suo percorso in tempi brevi. Si tratta ora di documentarsi, di fare delle valutazioni anche dell'esperienza passata, di mettere attorno ad un tavolo i tecnici e cominciare ad esaminare quelle che potrebbero essere le nuove funzioni, i nuovi compiti e anche le reciproche intese fra l'Amministrazione comunale e l'Amministrazione regionale. Per andare a stringere un'intesa ci vuole il tempo, per quello che dicevamo di avviare una revisione, una valutazione sull'esperienza di Aosta capoluogo, per arrivare in tempi relativamente brevi, nel giro del prossimo anno e con il bilancio pluriennale del prossimo anno con l'indicazione di questo percorso. Per questo c'è urgenza, non certo per vedere realizzato fra qualche mese il disegno di legge, ma perché in questi mesi sia data la possibilità alle Amministrazioni di un confronto effettivo; quindi manteniamo l'ordine del giorno.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Qualche anno fa un comico, che adesso si sta aprendo alla politica e che si chiama Beppe Grillo, teneva un programma che si intitolava "Te la do io l'America" ed era molto simpatico; ho l'impressione che invece qui vi sia qualcun altro che pensa "Te la do io Aosta capitale", perché l'approccio che vediamo nel rapporto Regione-Comune di Aosta in questo momento non ci sembra essere molto in linea con lo spartito musicale di questo ordine del giorno che il collega Rigo, con motivazioni nobili e con grande conoscenza di causa della questione, sottopone all'Assemblea. Su Aosta capitale le grandi partite sono già in corso e le grandi decisioni non passano sul piano della concertazione, sul piano del dialogo, tra i due palazzi, ma passano attraverso una corrente a senso unico che va dalla Regione al Comune. Crediamo che dall'ospedale - fortemente voluto nella sua ricollocazione ed ampliamento sull'insediamento esistente - all'università - per la quale la decisione è già stata assunta senza troppe concertazioni di Aosta capitale e viaggia anche questa su direttrici ben conosciute -, alla questione stessa del metrò, rispetto alla quale il Sindaco di Aosta allarga le braccia, dice di non saperne niente, mentre procedono spediti i preparativi su questo versante, crediamo che la preparazione di Aosta di domani in questo momento si giochi all'interno di queste quattro mura e non nel dialogo fra i due palazzi.
Se dobbiamo in questo momento fare una valutazione di revisione della legge su Aosta capoluogo, legge per la quale ci dice l'Assessore Viérin c'e questa coda che la porta sicuramente al 2012, se non ho capito male, perché nel triennale lei ha parlato di un impegno spalmato di questa natura, il bambino di Aosta capitale sulla base della vecchia legge arriva oltre la maggiore età ed avrà 20 anni quando, ipoteticamente, si concluderà con la possibilità del Comune ancora di recuperarsi i 6.000.000 di euro che ballano. Ora, se fossimo stati in regime di applicazione di normative europee, ci sarebbe già stato il meccanismo di disapplicazione e il Comune di Aosta si sarebbe già visto ritirare 5, 6, 7 anni fa tutti i suoi fondi, amen. Non è così, non è certamente un intento punitivo che c'è da questa parte dell'emiciclo, ma ci chiediamo come possa ancora reggere questo impianto e se abbia un senso parlare oggi di revisione della legge su Aosta capoluogo.
Concordo in termini generali sull'opportunità che vi sia qualcosa di totalmente nuovo, noi siamo preoccupati sulle basi che questo può avere in questo momento, quando il Sindaco di Aosta è nell'ambito delle sue numerose funzioni... di fatto anche la funzione svolta dal Presidente della Regione per quanto riguarda le decisioni più importanti che riguardano questa città... riteniamo quindi che questa esortazione, pia nella sua concezione, ma non risponda ad una valutazione realistica di come sono oggi strutturati i rapporti fra i due palazzi. Non ci sentiamo, quale che sia la posizione che adottano la maggioranza e il Governo su questo ordine del giorno, di innestarci su tale logica e voteremo contro questa espressione di richiesta di impegno alla Giunta regionale. Riteniamo che debba essere ricostruito su altre basi il rapporto e il dialogo fra la città e la Regione, ma credo che ormai, dato il calendario che è già innescato, la questione si ponga prevalentemente in termini di opinione che sarà espressa all'interno della cittadinanza, da parte del corpo elettorale, su questa vicenda. In questo sicuramente il tema sarà più opportunamente riaggiornato dal calendario dopo le elezioni comunali di Aosta.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Non so, collega Louvin, se sono già fatte ipotesi politiche per il futuro di Aosta; so che ci sono grandi progetti, tu li hai ricordati. Mi interessa relativamente questo fatto. Credo che, al di là delle maggioranze che avrà Aosta nei prossimi anni, la questione fra Aosta capoluogo, la Regione, i Comuni del Conseil de la Plaine, diventa centrale non solo per Aosta, ma per tutta la regione. Credo che un accordo politico-istituzionale su come le istituzioni vogliono lavorare, su quale base ci debba essere una reciproca collaborazione, questo va al di là secondo me, ma sono un po' un vecchio sognatore, degli accordi politici di governo dei rispettivi ambiti territoriali. Ritengo che la funzionalità di Aosta, la sua crescita dipenda non solo da una buona amministrazione della città, ma da quale rapporto c'è fra la città, i Comuni vicini e l'Amministrazione regionale. Se veramente tutti crediamo nella valorizzazione di Aosta, città capoluogo, e che questa valorizzazione possa essere anche una valorizzazione dell'intera regione, dobbiamo lavorare in quella direzione al di là delle posizioni che occupano le singole forze politiche. Per questo chiedo comunque alla Regione di pensare a questo fatto, perché tale problema è un problema centrale della vita politica e amministrativa di questa regione.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Il porsi il problema di Aosta capitale credo non sia di oggi, noi lo abbiamo riconosciuto in tempi non sospetti, le forze politiche che sono qui tutte hanno riconosciuto che ci deve essere un'attenzione particolare per Aosta, che svolge una serie di funzioni sicuramente che non sono solo per Aosta o per la Plaine, ma sono per tutta la regione. Come politica in senso generale stiamo andando verso una situazione che crei i presupposti per far sì che non vi sia un eccessivo afflusso ad Aosta dalle valli laterali che vada ad appesantire i problemi di viabilità e tutto il resto, ma che Aosta svolga la funzione di capitale moderna, turistica, ricettiva, eccetera; questo è sicuramente un aspetto condiviso da tutti. Il problema che è stato qui evocato ha due profili importanti: il primo, il piano a suo tempo approvato ha avuto dei tempi di realizzazione eccessivamente lunghi, che hanno svilito quello che era un piano strategico, perché, se piano strategico è, deve andare su opere che non sono i marciapiedi, che non sono la rettifica delle strade, ma che è qualcosa di obiettivamente serio. Questa è l'autocritica che ci facciamo, per quanto ci riguarda, ci prendiamo la dose di responsabilità che è giusto assumersi. Qui in Regione oggi abbiamo ben presente questo problema e, a dispetto di Louvin, che quando sente parlare di Aosta, ha un "prurito" che non so a quale animale avvicinarlo come sensazione... perché il mammut, che ha così impressionato la folla solo forse perché è un animale estinto, di cui nessuno può dire la velocità, nessuno può dire perché è stato estinto, nessuno può valutare la forza di reazione... il che per noi è un onore... difatti, quando Louvin ha detto: "un mammut", avevo inteso che fosse un bel complimento rivolto alla Regione, perché un animale così importante da cui è derivata la gran parte delle bellezze degli animali che vediamo era un complimento! Ho poi visto che invece l'interpretazione è più riduttiva e questo mi dispiace. In questo caso, quando si parla di Aosta, immediatamente scatta il sistema: "ma l'università, l'ospedale, non c'è dialogo...". Possiamo dimostrare, atti alla mano, che non solo il dialogo c'è, ma portiamo anche tutte le risposte che sono state date in questo periodo in termini assolutamente positivi. Con riferimento all'ospedale, in Comune si è discusso e approvata una procedura ben chiara; per l'università, si sta portando avanti insieme al Comune di Aosta e adesso attraverso la società ad hoc il tema che è frutto di un accordo con il Ministero, Aosta e Regione secondo un piano condiviso da tutti. Si sono discussi e risolti molti dei problemi della viabilità, si è discusso e risolto il problema delle scuole, sia per l'Institut agricole e non solo per le scuole polmone, ma per la localizzazione delle scuole per il futuro, quindi dando un assetto importante sotto questo profilo. Si è discusso e risolto il problema di individuare una soluzione alle tante sedi disperse dell'Amministrazione regionale nel comune di Aosta: 200 piccole sedi periferiche distribuite su tutto il territorio da parte degli uffici regionali credo che fossero esagerate. Il tema di vedere una localizzazione specifica all'interno di un'area, che noi conosciamo, l'area vicino alla Cogne, con una possibilità di avere un palazzo regionale, va nella direzione auspicata ed è frutto di un accordo con il Comune di Aosta. Questo è il dialogo che c'è stato e c'è su tutti i problemi più importanti che li coinvolge. Vale per il discorso che è stato fatto per l'approvvigionamento idrico, vale per il discorso fatto per i parcheggi per Pila e per la riorganizzazione della strutturazione necessaria per un collegamento stretto fra Aosta e Pila, che è una ricchezza per la città, oltre che per Pila. Questa è la dimostrazione che il dialogo c'è, è fruttifero, oltre che fruttuoso, ricco di ricadute positive che noi crediamo siano all'attenzione di tutti e abbiano dato degli ottimi risultati. Questo non esclude che sicuramente ci debba essere un'attenzione particolare al problema di Aosta vista come una capitale che deve avere dei punti strategici da presentare e che possano essere oggetto sotto questo profilo di quello che un'amministrazione vuole portare avanti, insieme con l'Amministrazione regionale. Credo sia corretto dire che a pochi mesi dalle elezioni si discute... si può discutere adesso, ma sicuramente se ne discuterà anche dopo, è corretto questo, io non credo vi sia nulla da dire... Quello che voglio dire è che l'attenzione e la ragione per cui noi oggi diciamo che non ci sembra giusto e non ci sentiamo di approvare questo ordine del giorno è perché, a nostro avviso, va in una direzione che... condividiamo l'opportunità di studiare una soluzione per Aosta che abbia qualcosa di strategico, difficilmente riusciremo a farlo con questi tempi, questa è la sostanza, ma deve essere qualcosa per Aosta di strategico. Ritengo che non potremmo più accettare di andare a presentare un programma per Aosta che si riferisca a dei semplici aggiustamenti o a qualcosa di assolutamente secondario: questo sarebbe perdere il rispetto verso la capitale o sminuirne il valore. Crediamo che tale astensione espliciti la volontà, che ribadiamo: avere un'attenzione particolare per Aosta capitale, ma occorre farlo nel momento giusto e con la collaborazione di tutte le forze che in questo credono e vorranno contribuire con delle idee allo sviluppo.
Certo ci sono dei temi che sono ancora in grande discussione, il Puchoz sicuramente è un tema su cui si discute da anni, che si fa? Non credo che su questo sia possibile discuterne o raggiungere un'intesa in poco tempo, però è un obiettivo che abbiamo tutti di valorizzare quello che ha il Comune di Aosta. Così quando qualcuno ha detto: "il metrò", noi abbiamo già cercato di correggere che questo tipo di atteggiamento che... con un trasporto leggero a livello di People Mover che, al di là della sigla, vuol dire attivare un meccanismo di trasporto leggero, che non è il metrò per dimensioni, utilizzo, forma di gestione, ma che serve ad un trasporto di tragitto ridotto. Nel caso di specie avevamo indicato il passaggio dalla zona vicino a La Pila, quindi alla partenza della funivia, fino all'ospedale passando per il centro di Aosta, come una possibilità che in pochi minuti permetta di avere questo tragitto e riportare al centro di Aosta la gente che poi può decidere dove andare ad Aosta. È una scelta che sta per essere approfondita per portare all'attenzione del Consiglio, come del Comune di Aosta che è già stato messo in condizione di discutere questo... quali sono le soluzioni ottimali. Ecco le ragioni per cui non riteniamo di fare oggi dei passi che devono essere portati avanti con le opzioni giuste e le valutazioni necessarie.
Président - Je soumets au vote l'ordre du jour n° 2 présenté par le Parti Démocratique:
Conseillers présents: 31
Votants: 8
Pour: 3
Contre: 5
Abstenus: 23 (Agostino, Bieler, Alberto Cerise, Comé, Crétaz, Empereur, Isabellon, La Torre, André Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rollandin, Rosset, Salzone, Tibaldi, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je donne lecture de l'ordre du jour n° 3 présenté par le Parti Démocratique:
Ordine del giorno
Premesso che su tutto il territorio nazionale le imprese agricole non riescono più a sostenere i pesanti costi produttivi, contributivi e burocratici, 30.000 aziende hanno chiuso i battenti nel 2009 e 100.000 sono a rischio nel prossimo anno, sotto la pressione congiunta della globalizzazione e della crisi finanziaria.
Rilevato che la situazione in Valle d'Aosta, in particolare nel settore zootecnico, è ulteriormente aggravata dalle difficili condizioni di un contesto di montagna, con tutti i costi aggiuntivi legati allo sfruttamento di territori con forti pendenze, a pascoli alpini che richiedono onerosi spostamenti e che sono disponibili solo per poche settimane all'anno, alla sempre maggiore pressione abitativa sulle aree coltivabili, alle piccole dimensioni di molte aziende rispetto alla media europea.
Riscontrato che, al di là dell'impegno profuso, perdurano i ritardi nell'erogazione di importanti contributi a sostegno dell'attività agricola;
Il Consiglio regionale
Impegna
La Giunta regionale ad intervenire tempestivamente per:
- completare i lavori di ristrutturazione nel caseificio di Saint-Marcel con la realizzazione di un reparto adibito a burrificio per la lavorazione delle panne e del siero prodotti nelle aziende e nelle latterie della nostra Regione, che abbiano difficoltà a garantire standard di qualità al prodotto finale;
- installare in Bassa Valle, nel Centro Valle e in Alta Valle impianti efficienti per la pastorizzazione del latte che consentano di trattare il latte delle aziende, che non producono la fontina o il formaggio tradizionale valdostano, e il latte degli allevamenti sottoposti a vincoli sanitari, al fine di garantire i consumatori;
- ricalibrare, dopo l'erogazione delle misure anticrisi, un pacchetto di misure strutturali per garantire alle aziende la certezza delle risorse necessarie a sostenere la competizione di chi opera in montagna con i territori avvantaggiati dal punto di vista ambientale e soprattutto socioeconomico.
F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo
La parole au Conseiller Donzel sur cet ordre du jour.
Donzel (PD) - Volutamente abbiamo risparmiato ai colleghi una serie di considerazioni sulla mucca valdostana, che hanno caratterizzato anche il dibattito di questo Consiglio regionale e che sembrano essere di grande interesse, perché avevamo deciso di concentrare le nostre energie sul settore agricolo rispetto ad un ordine del giorno che permettesse di evidenziare la gravità della situazione non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale. Come è stato messo in evidenza anche dalla relazione dell'Assessore al bilancio, bisogna avere presente qual è la situazione non solo della Valle d'Aosta, ma qual è la situazione in cui versa il Paese Italia e vi assicuro che i dati che ho presentato qui sono i dati di un'associazione nazionale, quindi non me li sono inventati, hanno chiuso 30.000 aziende, poi darò altri dati, che vi daranno l'idea di com'è gravissima la situazione a livello nazionale. È chiaro che in questo contesto verrebbe da attendersi che, come hanno auspicato in buona fede alcuni agricoltori valdostani, che hanno potuto ammirare i tentativi di trasformare anche le mucche valdostane in portabandiera di forze politiche, tentando di alterare un concorso amicale in una sfida politica agghindando le bovine con una tradizione che non ci appartiene, con simboli politici e quant'altro... molti agricoltori valdostani si sono rivolti all'esterno, perché convinti che fuori il Ministro Zaia sarebbe arrivato a braccia aperte ad accogliere gli agricoltori. La situazione fuori invece è molto diversa, le imprese agricole non riescono più a sostenere i pesanti costi produttivi, contributivi e burocratici; oneri che pesano come macigni sulla gestione aziendale. Oltretutto c'è un continuo e drammatico accollo dei prezzi praticati sui campi, un mix esplosivo che sta tagliando inesorabilmente i redditi dei produttori, che incontrano sempre più difficoltà ed ostacoli; uno scenario drammatico, al quale bisogna porre al più presto gli adeguati ripari. Cosa succede? Non è una divagazione, questo serve per arrivare a noi. La finanziaria varata dal Governo addirittura tagliava le risorse, ossia il fatidico Ministro Zaia, a cui si rivolgevano alcuni agricoltori valdostani convinti di avere, tagliava le risorse al mondo agricolo: 550.000.000 di euro in meno. Successivamente un maxi-emendamento approvato al Senato ha solo mischiato le carte in tavola; sono previste risorse per il Fondo di solidarietà per calamità naturali e per la fiscalizzazione degli oneri sociali, ma i soldi sono stati sottratti ad altre voci già destinate agli agricoltori, una vera beffa! Negli ultimi dieci anni, ecco i dati, circa 500.000 imprese agricole, in particolare quelle che operano in zona di montagna e svantaggiate hanno chiuso i battenti; il rischio è che i prossimi 3-4 anni altre 250.000 aziende possano cessare l'attività. Senza interventi mirati e straordinari, sarebbe una tragedia per l'intero settore! Cosa fa il Governo? Questa è voce della Coldiretti: "i fondi stanziati nella finanziaria per l'agricoltura sono del tutto insufficienti, ben lontani dagli impegni assunti dal Governo e dal Parlamento nei confronti degli agricoltori italiani". Questo è quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, in riferimento alla legge finanziaria: "Le risorse proposte non coprono affatto le esigenze del settore, con il paradosso che la nostra agricoltura rischia di diventare l'unico settore in Italia e in Europa in cui, in un momento di particolare crisi, con la finanziaria si aumentano le tasse e i costi". Questa quindi è la situazione a livello nazionale ed è chiaro che i soggetti più colpiti da tale disattenzione che vive l'intero settore nazionale sono le realtà di montagna come la nostra.
Vi è poi anche un altro problema: il problema che a livello europeo non si tiene conto del fatto che ci sono delle realtà che dal punto di vista socio-economico possono avere nei confronti nostri una competizione molto più alta. Di recente per esempio affluiscono anche in Valle d'Aosta bovini che vengono dall'est Europa, che hanno dei prezzi assolutamente bassi e rendono impossibile per i nostri bovini, anche se hanno una carne di qualità migliore, essere competitivi con questi territori, che sono dal punto di vista socio-economico avvantaggiati, nel senso che vivono in condizioni di maggiore povertà, quindi possono essere più pronti ad una competizione nei nostri confronti. Siamo di fronte ad una crisi davvero grave nel settore della carne bovina, perché ci troviamo di fronte ad agricoltori che potrebbero addirittura non sapere cosa fare di un animale da abbattere, neanche lo possono regalare, costa eliminare quell'animale dalla loro azienda! La situazione della Valle d'Aosta quindi si colloca in una situazione drammatica a livello nazionale. Dallo Stato sarà difficile avere risposte adeguate, viste le condizioni in cui ci troviamo, sarà difficile avere risposte adeguate soprattutto per i territori di montagna.
È chiaro che quello che chiediamo è una maggiore accelerazione nei tempi di risposta rispetto ad alcune questioni; non ritorno su una questione a cui ha già risposto l'Assessore in un confronto con il collega Chatrian, ma è evidente che ci sono ritardi nell'erogazione di importanti contributi e quello che chiediamo è un impegno ad una maggiore risposta rispetto a questioni come quella del burrificio, che potrebbero evitare che alcune aziende si trovino in difficoltà a rispondere agli standard di qualità che il prodotto deve avere a livello finale; la stessa cosa vale per gli impianti di pastorizzazione del latte: che siano immediatamente operativi.
Per fortuna non verrà fermato il provvedimento anticrisi, per fortuna che l'anticrisi agli agricoltori va avanti, però noi chiediamo, come hanno chiesto già altre forze politiche, che dopo queste misure anticrisi si passi ad una serie di interventi strutturali che possano dare maggiori garanzie di stabilità al settore agricolo, perché questo settore possa guardare un po' più in là dell'anno per anno. Non è più un settore, anzi molte aziende si stanno chiedendo se ha senso continuare ad investire o se non conviene percorrere altre strade, quindi abbandonare questo settore. Servono quindi misure, non semplicemente questo importante anticrisi che viene fatto, ma misure di tipo strutturale che garantiscano agli agricoltori la possibilità di dire: "ce la farò nei prossimi cinque anni e non dovrò aspettare cosa succede in autunno se finalmente arriveranno i contributi, oppure no".
Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.
Isabellon (UV) - Grazie, Presidente. Per quel che riguarda la premessa della proposta dell'ordine del giorno, non si può che condividere un'analisi a livello generale e io credo che l'analisi a livello generale sia una cosa, ma valga anche un'attenzione alla nostra situazione particolare. Non sto a ripetere, ma credo che l'intervento del collega Prola in sede di dibattito in analisi di bilancio abbia ben rappresentato un raffronto fra alcune situazioni a livello generale e quelle locali. Questo non è consolante, ma può dare un'impressione anche più veritiera della situazione con cui ci dobbiamo giornalmente confrontare anche a livello di mantenimento di prezzi e, se vogliamo, anche di prospettiva.
Io quindi entrerei subito nel merito delle proposte inserite sull'ordine del giorno e in particolare questo mi permette di fare il punto della situazione su delle attività che già in questo momento sono oggetto di attualità. Per quel che riguarda la ristrutturazione del caseificio di Saint-Marcel con la realizzazione di un reparto adibito a burrificio, qui si può dire che il burrificio è pressoché completato in quanto lì c'è una convivenza anche con l'attività dell'ISECO, la scrematrice e il maturatore delle panne sono già collocati presso ISECO, mentre il collaudo della panettatrice è in fase di ultimazione, quindi siamo in dirittura di arrivo. Il problema rimane per quel che riguarda la gestione, nel merito sono state coinvolte la Fédération des coopératives, che rappresenta i caseifici regionali, e anche la Cooperativa produttori latte e fontina, che a giorni dovranno esprimersi su una possibile ipotesi di gestione anche per quel che riguarda la finalità di questo intervento. Per quel che è della lavorazione del burro da panne fresche, allo stato attuale tutti i caseifici distribuiti sul territorio regionale già hanno la possibilità di operare in questo campo, quindi producono burro da panne fresche, con tutte le garanzie del caso per quel che riguarda il prodotto finale e non sono naturalmente dotate di sistemi di pastorizzazione delle panne, che riguardano il latte che non ha questi requisiti specifici.
Arrivando al punto due, quasi tutti i caseifici presenti sul territorio regionale possono effettuare la pastorizzazione del latte in caldaia, questo è molto importante, perché già è stato molto utile nelle fasi anche recenti, dove tante aziende sono state coinvolte, si trovavano in situazione di sospensione o di revoca, quindi hanno trovato sbocco in questo senso, cito: Arnad, Châtillon, Champagne, Villeneuve, Valpelline e Morgex, già in caldaia possono fare questa operazione. Ci sono poi due pastorizzatori presenti, Arnad per la bassa Valle, Villeneuve per l'alta Valle, che intervengono direttamente sul latte per la pastorizzazione, quindi siamo coperti da questo punto di vista. In questo caso anche le aziende sottoposte a vincolo possono avere un punto di riferimento e non sono nella situazione di non sapere a chi rivolgersi.
Sull'ultimo punto, le misure anticrisi, evidentemente le misure anticrisi sono una cosa e le misure strutturali sono un'altra. Le prime, proprio per la loro natura, hanno necessità di avere dei tempi rapidi di applicazione e a questo abbiamo già risposto in altre occasioni come è stato ricordato dal Consigliere Donzel. Quando si parla di misure strutturali, questo va reso compatibile con le risorse disponibili da un lato, che sono di possibile utilizzazione, e anche le normative di riferimento, perché è in evoluzione anche la determinazione a livello europeo, che attualmente è stata con una comunicazione già approvata, di de minimis portato fino a fine 2010 per la situazione anticrisi a 15.000 euro e questo ci permette di dare uno sbocco alla nostra misura anticrisi, manca solo il decreto a livello nazionale, comunque è in dirittura di arrivo. Mentre per il futuro questo va valutato, non tempestivamente, ma con le dovute attenzioni. Credo quindi, da questo punto di vista, di prendere un impegno, mio e della Giunta, di valutare questi aspetti più strutturali con il giusto coinvolgimento anzitutto di tutto il Consiglio attraverso la commissione consiliare competente e quindi anche con il contributo fattivo dei consiglieri che vogliono partecipare a queste iniziative.
Devo riconoscere in particolare al Consigliere Donzel un comportamento sempre serio, responsabile e collaborativo proprio nelle situazioni in cui ci siamo trovati anche sul territorio a affrontare queste problematiche, anche in riunioni specifiche con gli allevatori, e questo lo devo dire pubblicamente. Alla luce però di quello che ho detto in precedenza, quindi sui primi due punti, e su quello che è dell'analisi di eventuali possibili discussioni e proposte su quelle che sono misure strutturali - che sicuramente andremo ad affrontare, ma con una tempistica regolare e non più con quella tempistica tempestiva che poteva essere quella dell'anticrisi - e alla luce delle normative che si andranno a sviluppare anche dal punto di vista della Comunità europea, questo impegno lo posso prendere. Alla luce di tutto questo, proporrei di ritirare l'ordine del giorno, in quanto la tempestività, fatti salvi i due punti, per il terzo non sussiste. In subordine noi come Giunta su questo punto saremmo orientati verso un'astensione.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Vorrei essere chiaro: sicuramente il termine "tempestivamente" può aver suscitato una preoccupazione eccessiva da parte dell'Assessore, ma il termine che avevamo usato "ricalibrare" non voleva dire inventarsi completamente tutto nuovo, ma voleva andare nella direzione di dire: "qui ci sono delle misure che vanno rimesse a punto, tenendo conto che alcuni di questi punti sono in via di ultimazione... questo collaudo della panettatrice verrà...", mi sono segnato tutto, la richiamerò in causa per vedere come va la questione della gestione. Sappiamo quanto sia difficile in questo momento trovare qualcuno che gestisca delle attività in un settore che non è certo quello dove si fanno gli affari d'oro, quindi va riconosciuto che non è un'operazione che si può concludere in fretta e furia. Mi permetto di dire che su questo torneremo alla carica. Segnalo la necessità, al di là della possibilità di pastorizzare in caldaia, di avere anche nel centro Valle la possibilità di un pastorizzatore, ne abbiamo due, ma uno è a Villeneuve e l'altro è a Arnad, se dobbiamo far viaggiare il latte, i costi di trasporto sono quelli che sono, quindi se si potesse valutare la possibilità del pastorizzatore nella zona centrale. Torno a dire, probabilmente ha ragione lei: non può essere un'operazione per cui nel giro di un mese ricalibriamo tutte le misure del settore agricolo, ci vuole uno studio e un'elaborazione. Ritirando questo ordine del giorno però sicuramente mi prendo l'impegno di arrivare, anche se nessuno del PD fa parte della III Commissione, in commissione per chiedere al suo Presidente di prendere immediatamente in esame questo tipo di problema, per vedere nei tempi dovuti di chiudere un percorso secondo me importante.
Président - L'ordre du jour n° 3 présenté par le Parti Démocratique est retiré.
Il Consiglio prende atto del ritiro.
Président - Je donne lecture de l'ordre du jour n° 4 présenté par le Parti Démocratique:
Ordine del giorno
Ricordato che tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie;
Ricordato inoltre che quell'appello fu raccolto dalle forze politiche che votarono all'unanimità la legge 109 del 1996 e quindi l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate;
Preso atto che un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi;
Ritenuto che la vendita di quei beni significa che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale come prevede la legge e il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan, a cui sono stati sottratti grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle Istituzioni;
il Consiglio regionale
Chiede
al Governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento alla finanziaria sulla vendita dei beni confiscati;
Invita
i parlamentari valdostani a farsi interpreti della preoccupazione dell'Assemblea regionale e a dare il loro sostegno a norme che facilitino il riutilizzo sociale dei beni confiscati.
F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo
La parole au Conseiller Rigo sur cet ordre du jour.
Rigo (PD) - Giuliano, Provincia di Napoli, avamposto del clan Nuvoletta-Polverino, una piscina coperta lunga ben 25 metri era una parte del bagno monumentale di un camorrista, oggi vi nuotano e si riabilitano ragazzi con handicap. Nella palazzina a fianco, dove abitavano i guaglioni addetti alla sicurezza del boss, si trova una caserma della guardia di finanza. Quattro anni di processi, quattro anni per la destinazione al Comune, due anni di lavori del Consorzio Sole della Provincia, ma oggi in quella zona, in quel Comune lo Stato c'è. Risultati simili sono stati raggiunti grazie all'impegno di alcuni ed alla legge del 1996 per la destinazione ad uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Non è una legge qualsiasi. Qualcuno è morto per conquistarla. Pio La Torre voleva le norme sulla confisca dei beni ai mafiosi e Cosa Nostra lo ammazzò. Con questo omicidio i boss tentarono di bloccare le leggi, che dettero il via a una nuova stagione della lotta alla criminalità organizzata. Da quel momento la prima preoccupazione dei mafiosi fu di escogitare sempre nuovi modi per nascondere le proprie ricchezze dietro facce e società apparentemente pulite. Negli anni si sono affinate le capacità delle forze di polizia e della Magistratura per rintracciare l'origine dei soldi sporchi, ed anche la società civile è stata capace di diventare protagonista di questa battaglia: prima raccogliendo le firme per la legge che prevedeva che i beni fossero riutilizzati anche per fini sociali, poi costruendo anche tanti progetti che hanno reso evidente che i beni tolti alle mafie potevano trasformarsi in ricchezza per i territori sotto la schiavitù delle mafie. È questo quello che purtroppo il Governo e la maggioranza vogliono cancellare con un emendamento che consentirà la vendita dei beni dopo soli 90 giorni dalla confisca. Si vuole distruggere lo strumento principale con il quale lo Stato e i cittadini possono infliggere una sconfitta duratura alle mafie: perché i capi arrestati si possono sostituire, ma il simbolo della vittoria dello Stato e delle scelte libere dei cittadini rappresentato dai beni riutilizzati non può essere cancellato. Non è vero che così si raccoglieranno soldi da destinare alla sicurezza e alla giustizia, perché la maggior parte serviranno a pagare le ipoteche accese dai mafiosi con le banche; non è vero che si riuscirà ad evitare la vendita a prestanome dei mafiosi: quale privato cittadino onesto potrebbe partecipare ad un'asta per comprare una palazzina appartenente ad un boss e sperare di non subire ritorsioni? Non è vero che i beni che andranno all'asta non li vuole nessuno, è così perché i mafiosi li hanno distrutti e lo Stato non ha stanziato risorse sufficienti per renderli funzionanti.
Quando "Libera" propose di utilizzare le centinaia di beni confiscati grazie alla legge antimafia, sviluppò un pensiero semplice, ma efficace: le mafie non si combattono solo con la repressione, ma anche con gesti di alto valore simbolico, oltre che pratico. Con la destinazione a fini socialmente utili dei patrimoni confiscati si riafferma la legalità e si restituiscono alla comunità i beni sottratti con l'intimidazione e la violenza. In questi giorni "Libera" ha anche avanzato al Governo richieste precise: l'istituzione di un'agenzia centrale nazionale per i beni confiscati, così come indicato dal CNEL e dalla Commissione parlamentare antimafia nel 2007; un testo unico in materia di beni confiscati che elimini le contraddizioni fra le diverse leggi esistenti al riguardo; il rafforzamento degli strumenti per le indagini patrimoniali; la confisca dei beni estesi in tutta Europa: il Parlamento europeo ha stabilito lo scorso maggio che i beni confiscati negli Stati membri siano destinati ad uso sociale, ho letto in questi giorni che il Parlamento ha stanziato un finanziamento per questo fine, si tratta di una decisione nata anche sulla base del lavoro svolto in Italia da "Libera"; interventi mirati a rendere fruibili i beni confiscati. Ad oggi il 36 per cento di questi presenta ipoteche a volte troppo onerose per gli enti locali, mentre il 30 per cento è ancora occupato.
Don Ciotti, Presidente dell'Associazione "Libera", è il primo firmatario di un appello che sta raccogliendo adesioni in tutta Italia per far ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati. In questi giorni anche Comuni, Province e Regioni stanno approvando ordini del giorno che vanno in quella direzione. Non è solo per questo che abbiamo a nostra volta presentato l'ordine del giorno alla vostra attenzione, c'è un motivo in più: nella nostra regione da anni insegnanti, professionisti, forze di polizia, istituzioni, la nostra Regione in primis stanno facendo di tutto per diffondere nelle scuole la cultura della legalità. La Regione credo stia valutando la possibilità di sottoscrivere uno specifico accordo con l'Associazione "Libera" per una corretta fruizione di un bene confiscato alla mafia (ricorderete l'incontro a Courmayeur del Presidente Rollandin con Luigi Ciotti), allora mi chiedo come non fare nostra da parte del Consiglio la mobilitazione per fermare un emendamento che, a mio avviso e ad avviso di tanti, riporterebbe indietro il nostro Paese?
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Su questo tema ringrazio il collega Rigo per aver voluto ancora una volta riportare all'attenzione del Consiglio una situazione molto delicata. Credo che il collega abbia riassunto una parte dei dati emersi dalla relazione del dott. Maruccia, che è il Commissario responsabile nominato per i beni confiscati, il quale, facendo un'esposizione dei risultati dal 1999 ad oggi, ha potuto dire che il 75 per cento dei beni confiscati sono inutilizzati. Ci sono tutti gli esempi che vanno nella direzione purtroppo di dire quali sono le lungaggini per poter entrare in possesso dei beni, con dei casi clamorosi di affidamento di questi beni ad associazioni, che a loro volta erano coinvolte in organi mafiosi, per cui hanno dovuto rendere questi beni o sono fallite. Nella sostanza, malgrado tutte le difficoltà, il collega Rigo ha voluto ricordare l'impegno preso nei confronti di un bene presente in Piemonte con l'Associazione "Libera". Quando c'è stato l'incontro con Don Ciotti, avevamo rappresentato la disponibilità ad un intervento che andasse nella direzione formativa e propositiva - parte di quei fondi, dei 250.000 euro che dicevo... non ho allargato il discorso... che sono stati oggetto di chiarimento oggi da parte di Robert Louvin -, quando si diceva "parte formativa", era proprio collegato con questo tipo di impegno di parte dei 250.000 euro: vanno a favore di tale impegno con "Libera" per attivare dei meccanismi di utilizzo di questa cascina in Piemonte. Il tutto per dire che il discorso della lotta alle mafie passi attraverso tanti sistemi, ma soprattutto attraverso una presa di posizione la più rigida possibile e che escluda ogni forma che vada nella direzione di non utilizzare al meglio gli strumenti esistenti. Vorrei ricordare che sempre il Commissario Maruccia ha lamentato il fatto che non ha poteri tali da agire tempestivamente sui beni confiscati, in modo da darli ad associazioni che poi li utilizzino nel modo migliore.
In sostanza credo sia condivisibile l'ordine del giorno, che va nella direzione di evitare che tali beni siano messi all'asta con tutti i rischi che questo comporta; questo non vuol dire... credo vi siano anche stati esempi clamorosi di beni che hanno seguito dei percorsi strani pur non essendo messi all'asta, però, da quello che emerge dalle relazioni sia della Commissione antimafia, sia del Commissario ricordato, tutti si sono espressi contro questa possibilità di attivare il meccanismo dell'asta, perché la probabilità che tornino a mafiosi o prestanome è altissima; questo non vuol dire che non ci siano anche delle eccezioni, ma questa è la triste realtà che emerge dai dati oggi in nostro possesso. Per quanto ci riguarda, accogliamo questo ordine del giorno, che va nella direzione di evitare che vi sia questo ulteriore pericolo di appesantire questa già difficile lotta alla mafia. Non credo sia il caso di entrare più nel merito dicendo cose che sono patrimonio comune di quest'aula: l'impegno che c'è e che deve essere a titolo individuale, ma a maggior ragione delle istituzioni, di supportare tutti quegli elementi anche con la cultura del diritto e della legalità. So che ci sono già proposte di legge che vanno nella direzione di entrare più tempestivamente e in modo più organico nella lotta contro la mafia. A nostra volta come Governo regionale stiamo presentando un progetto che va nella stessa direzione, quindi credo che a breve ci sarà un dibattito molto serio e compiuto, in modo che vi sia la possibilità di addivenire ad un testo il più possibile condiviso. Dico questo perché mi sembra corretto ricordare che c'è un impegno serio da parte delle forze politiche per fare il possibile per collaborare in modo attivo alla lotta alla mafia.
Président - La parole au Conseiller Bertin.
Bertin (VdAV-R) - Solo per dire che aderiamo all'ordine del giorno. Crediamo sia importante un ripensamento da questo punto di vista. In questi anni sono stati confiscati circa 900 immobili con questa legge e solo una parte: il 70 per cento è stato assegnato con la finalità prevista, si rischia che la parte non assegnata venga in mano di nuovo alle organizzazioni mafiose, anche perché la caratteristica principale di queste organizzazioni è essere presente nella società, nella politica, nell'imprenditoria, eccetera, quindi diventa difficile impedire una riacquisizione da parte delle organizzazioni mafiose di questi beni. Anche da un punto di vista simbolico è importante che questi beni siano riutilizzati con finalità che vanno nella direzione opposta a quella utilizzata fino al momento del sequestro e della confisca. Noi su questo argomento, come diceva prima il Presidente della Regione, abbiamo presentato una proposta di legge che ad inizio anno inizierà il suo iter, pertanto voteremo favorevolmente questo ordine del giorno.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Reggio Calabria, mercoledì 18 novembre 2009, ore 10,25: "È importante e necessario mantenere l'emendamento - già approvato dal Senato e passato al vaglio della Camera dei deputati - riguardante i beni confiscati alla mafia sulla possibilità di essere venduti e il ricavato utilizzato per la sicurezza e per la giustizia". È quanto afferma in una nota il Presidente del Comitato interprovinciale per il diritto alla sicurezza (CIDS) Demetrio Costantino. "È auspicabile perciò - sostiene ancora Costantino - la conferma della norma giacché la Calabria - dove ci sono circa 1.000 beni già confiscati sui 3.215 complessivamente in tutta Italia - è particolarmente interessata essendo questo territorio ad alto rischio criminale e con la più alta densità mafiosa del Paese e bisognosa di risorse sufficienti per combattere il triste fenomeno malavitoso e per amministrare efficacemente la giustizia. E il giudizio pesantissimo - prosegue Costantino - espresso nell'audizione alla Commissione parlamentare antimafia dal Presidente della Giunta regionale Agazio Loiero, sulla penetrazione profonda che subiscono alcuni apparati, in particolare sanità e pubblica amministrazione, conferma l'urgenza di interventi incisivi. Sbaglia chi, semplicisticamente, afferma che, ponendo anche in vendita i beni confiscati, si farebbe un regalo alla mafia, perché verrebbero ripresi dai mafiosi. Essi sono interessati alle ricchezze e il denaro verrebbe investito meglio - anche per non far sorgere sospetti - acquistando immobili in luoghi e modi diversi. D'altronde lo Stato potrebbe scongiurare questo possibile rischio adottando alcune misure e poi anche vigilando nelle aste per garantire sicurezza alle persone interessate all'acquisto di questi beni e intervenendo per assicurare estrema trasparenza... Sarebbe bene - conclude il Presidente del CIDS - evitare di creare divisioni anche su questo problema con la conferma dell'emendamento approvato dal Senato sulla possibilità di vendita dei beni; utilizzare le entrate dalla vendita dei beni esclusivamente per le forze dell'ordine; impiegare le risorse esistenti nell'ambito della pubblica sicurezza; attuare trasparenza nell'assegnazione dei beni; garantire il funzionamento dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati".
Noi la pensiamo esattamente come il Presidente del CIDS Demetrio Costantino, quindi bocceremo questo provvedimento.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Non ho voluto scientemente collegare questa proposta di emendamento alla finanziaria e con il teorema più generale, che appare sui giornali in questi giorni sui rapporti fra la mafia e le istituzioni. Non conosco, Presidente, la relazione a cui fa riferimento, ho solo letto un po' di giornali, mi sono connesso a internet per avere degli elementi. Sono convinto che ci sono dei problemi per il riutilizzo di questi beni, credo che vi siano proposte da parte dell'Associazione e della Commissione antimafia per dare una rilettura più moderna e più attuale a questa legge. A noi sembra che introdurre un emendamento nella finanziaria, bloccandolo, non si fa il bene di nessuno, non si fa il bene di una legge che vogliamo rendere più moderna e più attiva nell'attacco alla confisca dei beni mafiosi, non si fa bene alle forze politiche e al dibattito su tale tema. Separiamo questo tavolo da quell'altro, altrimenti c'è solo confusione, quindi per questo chiediamo di togliere tale emendamento, non perché non ne vogliamo discutere e la stessa Associazione "Libera" ha avanzato delle proposte in merito.
Visto che lo ha sollevato il collega Lattanzi: il testo dell'ordine del giorno non è corretto, perché fa riferimento al Senato dove è già stato votato, bisognerebbe fare riferimento alla Camera, dove adesso lo stanno votando. Grazie.
Président - Je soumets au vote l'ordre du jour n° 4 présenté par le Parti Démocratique avec les corrections formelles souhaitées:
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Ricordato che tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie;
Ricordato inoltre che quell'appello fu raccolto dalle forze politiche che votarono all'unanimità la legge 109 del 1996 e quindi l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate;
Preso atto che un emendamento approvato, in Senato, alla legge finanziaria prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi;
Ritenuto che la vendita di quei beni significa che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge, e il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan, a cui sono stati sottratti grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle Istituzioni;
Chiede
al Governo e al Parlamento di ripensarci e di modificare il testo, all'esame della Camera dei Deputati (AC n. 2936), che prevede la vendita dei beni immobili confiscati alle organizzazioni mafiose;
Invita
i parlamentari valdostani a farsi interpreti della preoccupazione dell'Assemblea regionale e a dare il loro sostegno a norme che facilitino il riutilizzo sociale dei beni confiscati.
F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo
Conseillers présents et votants:32
Pour: 31
Contre: 1
Le Conseil approuve.
Président - Je donne lecture de l'ordre du jour n° 5 présenté par le Parti Démocratique:
Ordine del giorno
Premesso che il turismo è un comparto economico-produttivo molto importante per la nostra regione;
Tenuto conto che da una recente iniziativa promossa dall'Associazione degli Albergatori Valle d'Aosta è emersa una carenza strutturale in questo settore dei trasporti regionali;
Ricordato che il tema dei trasporti e dei collegamenti tra località è stata una delle indicazioni poste con forza dall'Associazione stessa in sede di audizione sul bilancio 2010/2012 nella Commissione competente;
il Consiglio regionale
Impegna
1'Assessore regionale competente a predisporre, con il coinvolgimento degli operatori, un progetto capace di migliorare l'attuale rapporto in essere tra il sistema dei trasporti, le imprese alberghiere e le attività turistiche.
F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo
La parole au Conseiller Rigo sur cet ordre du jour.
Rigo (PD) - Più volte è stato detto che la promozione e la gestione delle attività turistiche di una Regione come la nostra, che vuole puntare sul turismo come veicolo trainante del settore economico-produttivo, sono certamente un tema importante e qualificante del dibattito che ha visto recentemente il Consiglio regionale esprimersi. Ricordo le direttive che ha presentato l'Assessore Marguerettaz rispetto a questo tema. Il tema è stato giustamente all'attenzione anche dell'Associazione degli albergatori della Valle d'Aosta, che, attraverso diverse iniziative, ha cercato di dare il suo contributo, prima di tutto di interrogarsi e poi presentando alcuni elementi per migliorare l'attuale modello offerto dalle diverse imprese tutto ciò attraverso alcune proposte, alcune indicazioni frutto di iniziative presentate anche in questo periodo: l'indagine conoscitiva di un campione di albergatori, un incontro di approfondimento fra le strutture ricettive, il questionario sulla base di indicazioni emerse dalle interviste stesse, che hanno dato spunto per indicazioni, la redazione di un documento complessivo.
L'Assessore conosce molto bene queste cose, perché è stato presente e sa bene che, dai colloqui, dalle interviste e dagli incontri, è emersa una concordanza su alcuni problemi, fra cui il tema dei trasporti e dei collegamenti tra le attività è stato uno di quelli più gettonati. Un problema che si traduce in tre aspetti: trasferimento da e verso gli aeroporti, collegamento fra località in particolare non dotate di infrastrutture per la neve e stazioni sciistiche rinomate, trasferimenti interni, trasferimenti comunque all'interno della regione stessa. Una sostanziale unanimità di giudizio sul fatto che il sistema di trasporti non è sufficientemente sviluppato rispetto a questo settore. Ritengo sia un tema importante, che è stato in sede di audizioni posto dal Presidente dell'associazione - lo voglio sottolineare - con pacatezza, con garbo e anche fiducia, quella fiducia che è stata espressione anche dell'intervento dell'Assessore Lavoyer, che ha detto: "abbiamo sentito le categorie e abbiamo dato loro fiducia rispetto alle azioni che farà il Governo regionale". Il Presidente ha posto quindi questo problema cercando di chiedere all'Amministrazione regionale un sistema più organizzato e capillare, un sistema anche capace di raccogliere il contributo degli operatori, delle società di impianti, di tutti i diversi attori che con le loro particolarità possono essere in grado di fare rete. In sostanza un sistema di trasporti che sia un atout anche per il turismo della nostra regione. Questo è il motivo della presentazione dell'ordine del giorno, dove si dice: "predisporre, con il coinvolgimento degli operatori, un progetto...", quindi fare una valutazione assieme e indicare alcune tendenze, alcune possibilità concrete. Grazie.
Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Il Consigliere Rigo pone l'attenzione su un tema decisamente corretto e su un'esigenza che più volte gli operatori turistici e non solo hanno messo sul tavolo ed è stato oggetto di confronti. Rispetto a questo tema, due informazioni: la prima, noi abbiamo il nostro piano di bacino di traffico, che dovrà essere oggetto di approvazione in Consiglio regionale. La Consigliera Fontana nell'ambito della sua presentazione lamentava una non approvazione; sicuramente noi abbiamo ben presente i nostri obblighi e, collega Fontana, l'appalto con gli attuali concessionari scade il 31 dicembre 2010, quindi in questo momento l'approvazione del piano di bacino di traffico non avrebbe nessun riflesso sul trasporto del 2010. Tant'è che oggi abbiamo già elaborato una bozza del piano di bacino di traffico che è oggetto di approfondimento presso gli enti locali. Gli enti locali hanno voluto prendere un po' di tempo per poter esprimere il loro giudizio e ho già avuto modo di fare un incontro con i Presidenti delle Comunità montane, che rappresentano i collettori delle esigenze trasportistiche, quindi il documento esiste, la bozza di documento che vorrebbe essere trasmessa di fronte a tutti gli altri attori, albergatori, Patto per lo sviluppo, Confindustria, eccetera. In quel piano di bacino di traffico sono state inserite tutte quelle nuove esigenze trasportistiche, turisticamente parlando, che hanno un riflesso, mi faccia dire: il piano del bacino di traffico di dieci anni fa non aveva le terme di Pré-Saint-Didier come punto di attrazione, le terme di Pré-Saint-Didier oggi fanno 120.130.000 ingressi annui. Capisce quindi che, come polo di attrazione, dobbiamo riconsiderare le esigenze, in modo da dare un servizio. Si immagini, già solo le attività dei campeggi che gravitano nella Valdigne, che generalmente sono stanziali, utilizzano dei mezzi pubblici, perché hanno dei camper, quindi stiamo facendo un'azione mirata su questo aspetto. Queste valutazioni sono inserite, e avremo modo di confrontarci, dove ci sarà il trasporto sistemico, quello dei dipendenti e degli studenti, e poi tutti gli altri e le esigenze turistiche, quindi nella direzione del suo ordine del giorno.
La seconda considerazione che volevo farle è rappresentata da una modifica della legge, che andrà al Governo regionale se non questa settimana, la prossima, dove abbiamo introdotto una modifica nell'ambito della compartecipazione. Oggi nell'ambito del trasporto poteva esserci solo una compartecipazione da parte dei Comuni e solo per le tipologie dello ski-bus e dello track-bus, ma il track-bus non credo sia mai stato attivato e lo ski-bus sicuramente è stato attivato, ma con oneri solo a carico dei Comuni. Ogni volta che gli operatori avessero ritenuto di avere delle esigenze quindi non potevano neanche dire: "ci crediamo e ci mettiamo anche delle risorse", perché non c'era lo strumento legislativo. Facendo questa modifica, introduciamo la possibilità per gli albergatori, ma anche per altri soggetti di compartecipare a delle iniziative, rispetto a questo, sempre le terme di Pré-Saint-Didier, avevano introdotto una navetta che andava a prendere le persone nella Valdigne e anche a Chamonix, oltralpe, poi tutto questo è venuto meno. Lì potrebbero esserci delle situazioni dove i Comuni, la Regione e gli operatori fanno la loro parte e con questa modifica, ripeto, il disegno di legge è pronto, stava aspettando i pareri delle Finanze, del Legislativo, i soliti pareri per arrivare in commissione, quindi, informandola di questo, le dicevo che stiamo andando in tale direzione, se quello che le ho detto poteva essere sufficiente la inviterei a ritirare l'ordine del giorno.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Grazie, Presidente. La ringrazio, Assessore, lei è stato, oltre che esaustivo, cortese. Siamo convinti che è il piano di bacino il contenitore degli indirizzi e delle azioni che vogliamo mettere in campo in questo settore; ci sembrava però che il problema sollevato in sede di audizione da parte dell'Associazione degli albergatori fosse corretto e meritasse da parte del Consiglio un'attenta valutazione. Le due questioni che ci ha illustrato poc'anzi l'Assessore, il piano e la modifica della legge, vanno in quella direzione, dice; noi ci crediamo, vogliamo essere fiduciosi che vi sia non solo il coinvolgimento e la condivisione degli enti locali, ma anche il coinvolgimento e la condivisione - perché ognuno deve fare la sua parte e deve essere contento di fare quella parte - degli operatori. Detto questo, ritiriamo l'ordine del giorno.
Président - L'ordre du jour n° 5 présenté par le Parti Démocratique est retiré.
Il Consiglio prende atto del ritiro.
Président - Collègues, nous pouvons continuer maintenant l'examen du projet de loi n° 70 article par article.
Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 22
Contre: 5
Abstentions: 5 (Donzel, Carmela Fontana, Lattanzi, Rigo, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 2:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 22
Contre: 5
Abstentions: 5 (Donzel, Carmela Fontana, Lattanzi, Rigo, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - Article 3: même résultat. Article 4: même résultat. Article 5: même résultat.
Je soumets au vote l'article 6:
Conseillers présents: 32
Votants: 22
Pour: 22
Contre: 5
Abstentions: 10 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Lattanzi, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 7:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 22
Contre: 5
Abstentions: 5 (Donzel, Carmela Fontana, Lattanzi, Rigo, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - Article 8: même résultat. Article 9: même résultat. Article 10: même résultat. Article 11: même résultat.
Président - Je soumets au vote l'annexe comme a été amendée par la IIe Commission:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 22
Contre: 5
Abstentions: 5 (Donzel, Carmela Fontana, Lattanzi, Rigo, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi pour déclaration d'intention.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Eviterò ai colleghi l'analisi dei quadri mondiali di economia, per concentrarmi sulla dichiarazione di voto, so che siete contenti, i giornalisti potranno esprimere la loro soddisfazione massima. Presidente della Giunta, colleghi assessori, colleghi consiglieri, anche se quest'anno ci aspettavamo una discussione più breve in realtà nei tempi, così come è stato fino ad ora, non credo che quest'anno sia stato meno interessante o meno profondo il dibattito sulla finanziaria. Certo la nuova impostazione impone forse un ragionamento più politico sulle scelte, sui capitoli di spesa che una discussione analitica. Avrete notato che il gruppo Il Popolo della libertà ha evitato di assumere delle posizioni specifiche sui singoli capitoli, avendo partecipato nelle commissioni alle audizioni e essendosi fatto una visione di questo bilancio, sulla quale adesso esprimeremo un parere, sufficiente per poter posizionare il nostro voto all'interno di quest'aula con una certa correttezza, anche perché la nuova impostazione strutturale, tecnica e finanziaria del bilancio è stata pensata per evitare quello spasmodico teatrino della politica che ha stancato non solo i consiglieri e i deputati al Parlamento, ma gli stessi elettori, che vedevano riunioni fiume, le notturne, la presentazione di migliaia di emendamenti, risoluzioni e ordini del giorno, che non avevano nulla a che fare con la realtà dei cittadini. Questa non vuole essere un'accusa nei confronti dei colleghi dell'opposizione, che invece hanno voluto puntualizzare la loro presenza sui singoli capitoli; è stata una nostra scelta, una scelta che credo sia coerente con la necessità di lasciar governare un Governo, di fargli fare le sue scelte, di lasciargli assumere le proprie responsabilità per quelle scelte perlomeno nel momento della finanziaria, limitando il nostro intervento ad un giudizio politico sulle scelte di questo bilancio.
La prima cosa che ci sentiamo di dire è che noi non ci vergogniamo della solidità del bilancio della Regione Valle d'Aosta, anzi non ci sentiamo in nessun modo in imbarazzo nei confronti delle altre Regioni, perché la nostra Regione ha un bilancio finanziariamente importante, ricco di risorse; questo non ci imbarazza, anzi ne siamo contenti per la nostra comunità. Una posizione diversa ci vedrebbe in una posizione di autolesionismo incomprensibile. La quantità di risorse che questa Regione ha a disposizione per far fronte ai propri bisogni noi quindi la riteniamo importante, credo sufficiente per affrontare le problematiche del nostro territorio e della nostra comunità e in nessun modo auspichiamo che queste risorse possano venire meno. Su questo tema sappiamo che c'è un dibattito e un dialogo aperto anche con il Governo nazionale, affinché questa Regione possa mantenere le sue peculiarità di entrate, delle quali abbiamo parlato ieri mattina, visto che la fonte principe dalla quale recepiamo le risorse sono i 9/10 dell'imposizione fiscale che c'è su questo territorio.
Abbiamo anche commentato come questa imposizione meriti un'attenzione anche nell'orientamento di prospettive auspicabile perlomeno da tutti i cittadini di una riduzione delle tasse. Sappiamo che, per mantenere i livelli di incasso fiscale importanti in presenza di un'ipotesi di riduzione fiscale da tutti auspicata, non c'è che una sola via: l'aumento della creazione dello sviluppo, del PIL, della ricchezza delle imprese e dei cittadini su quale applicare, magari invece che il 43 per cento di imposizione fiscale, il 33 per cento, per mantenere maggiori risorse. Per fare questo è necessario adottare una politica dello sviluppo, che evidentemente non è stato il 2009 l'anno sul quale si è potuto incidere per lavorare in prospettiva; tutti i Governi del mondo, compreso quello dell'Italia, e tutte le Regioni, soprattutto quelle che hanno maggiore manovrabilità sul bilancio, si sono impegnati sul salvataggio di quello che c'era da salvare in un momento di grande crisi. Ritengo sia stato un atteggiamento di buon senso, credo che tutte le iniziative sia a livello regionale, sia nazionale che sono andate sulle attività anticrisi per mantenere i consumi interni, per compensare la (speriamo) temporanea disoccupazione, per far fronte ai bisogni delle famiglie che non arrivano a fine mese... tutte quelle manovre sono state manovre che a livello nazionale abbiamo applicato, al momento siamo al governo noi, ma credo lo avrebbero fatto anche i Governi di centro-sinistra, perché nel 2009 gli interventi di tutti i Governi si sono concentrati sul salvaguardare la loro comunità in un momento di crisi globale.
Non possiamo quindi che aver condiviso, lo abbiamo fatto nei decreti legge del 2009, la riproposizione di alcune manovre anticrisi per il 2010, ricordiamo i mutui per la casa, la sospensione delle rate dei finanziamenti Finaosta per le imprese, soprattutto una simbolica, ma importante riduzione dell'IRAP per le imprese, che è stato il desiderio di Tremonti non realizzato, mentre invece la "Giunta Rollandin" ha potuto farlo grazie alla qualità delle risorse che abbiamo a disposizione. Credo siano stati interventi legittimi, contestualizzati alla situazione di crisi, interventi che in questo bilancio abbiamo ritrovato e che abbiamo condiviso, come abbiamo apprezzato gli investimenti nella ricerca. Certo, lo abbiamo detto nel dibattito di ieri mattina, su questo tema riteniamo che si possa e si debba fare di più, il Presidente Rollandin aveva accennato ad alcuni investimenti specifici nella ricerca e nella scuola per quanto riguarda la bassa Valle, crediamo che quella sia una via importante sulla quale credo siano state messe ancora troppo poche risorse. Bisogna fare lo sforzo di "raschiare il barile", ma di trovare risorse per andare nella direzione di incentivare le aziende, sia quelle valdostane, ma anche quelle di fuori, di venire a fare sperimentazione, di trovare nuovi servizi, nuovi prodotti, nuovi mercati dove collocare l'attività economica della nostra regione.
Un altro sforzo che riteniamo vada fatto in maniera più incisiva... purtroppo qui, essendo il bilancio un documento finanziario, non ce n'è traccia, ma in termini politici c'è un'apertura, l'abbiamo sentito dal Presidente della Giunta e su questo siamo totalmente favorevoli... è la battaglia per la zona franca della montagna. Chiamiamola come vogliamo: zona franca della montagna, territorio di montagna al quale va riconosciuta un'agevolazione fiscale, magari l'IVA, piuttosto che altre formule di fiscalità di favore, come è giusto che si abbia dove si fa fatica a lavorare e a produrre reddito, dove costa di più portare le materie prime, dove costano di più i servizi. Questo è un altro tema dove ho visto le forze autonomiste unite, quindi, come PdL, vogliamo ribadire il nostro favore a questa politica, che va nella direzione di aiutare una comunità di montagna, la nostra, a creare le condizioni di competitività sul mercato.
Vogliamo anche riconoscere agli Assessori alla cultura, della scuola, della sanità e dell'assistenza sociale lo sforzo su due argomenti che sono molto delicati, argomenti che richiedono maggiori risorse; tutti sono d'accordo sul fatto che bisogna riformare la competitività della formazione, della scuola, dell'università, investire nello sfruttamento dei nostri beni culturali, siamo tutti d'accordo, ma poi bisogna fare i conti con i bilanci e bisogna saper fare questo bene, razionalizzando gli sprechi, indirizzando bene le risorse, creando sinergia fra i comparti. Dobbiamo riconoscere che almeno nel 2009... e vogliamo nel bilancio riconoscerlo anche per una prevista azione di governo in questo senso considerati gli investimenti ancora importanti... vogliamo riconoscere in questo senso in quella direzione un'attività a noi congeniale, è la direzione che abbiamo per anni auspicato e finalmente, dopo un primo anno di rodaggio, questa Giunta, nonostante la difficoltà di mercato, ha iniziato un percorso. Così come non si può non riconoscere che qualcosa è cambiato nel settore del turismo. Dobbiamo dirlo con l'Assessore Marguerettaz le battaglie nei tempi passati non sono state delle più morbide, ci siamo confrontati in maniera durissima con l'Assessore Marguerettaz quando sui temi non eravamo sintonizzati su un progetto, piuttosto che su un altro. Certo però non possiamo non rilevare che ci sono ancora troppe cose che non hanno ricevuto la sterzata decisiva e liberale che il nostro partito si aspetta da questa Giunta e dalle forze autonomiste tutte. Gli enti locali sono da rivedere, perché la 54 è uno strumento straordinario di stabilità degli enti locali, ma è uno strumento molto costoso, pertanto bisogna affrontare una riforma generale di questo tema. Altra cosa: sul turismo abbiamo iniziato, ma bisogna andare avanti, lavorando sulla filiera e sulle proposte a pacchetto. No ai contributi a pioggia all'agricoltura, Assessore Isabellon, lei ha una sfida mortale da giocare, ma la comunità valdostana su questo argomento investe 120.000.000 di euro all'anno e non è possibile dopo 20 anni essere ancora qui a dirci che, se non c'è l'assistenza, gli allevatori chiudono, noi vediamo una prospettiva diversa.
Sulle spese correnti abbiamo già espresso il nostro pensiero, siamo sufficientemente garantiti dalle parole del Presidente della Giunta, che ha detto: "è necessario fare una riforma seria del pubblico impiego, della sua efficacia e dei suoi costi". Non ci bastano le parole, su tale bilancio ci sono costi che salgono anche per il prossimo triennio e questa cosa a noi non sta bene, perché alle parole devono corrispondere i fatti, ossia le misure finanziarie. Per questo Il Popolo della libertà, pur riconoscendo un inizio di sterzata importante verso gli obiettivi che avevamo condiviso, su questo bilancio, speriamo sia l'ultimo, si asterrà.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Il bilancio 2010 ha squarciato qualche velo e al tempo stesso ha dato delle conferme, proprio perché redatto in modo più leggibile e immediato nella sua percezione, ha dato conferma di un assetto molto pesante e rigido della nostra Regione e anche di una non volontà di cambiare rotta, nel senso delle indicazioni che avevamo già proposto in quest'aula l'anno passato. Se ci siamo permessi, ma in modo tutt'altro che disdicevole, di associare all'immagine del mammut questo bilancio, è stato pensando più ad un cartone animato in voga in questi anni, quello dell'era glaciale, che non a vicende risalenti nella preistoria. La vicenda dell'era glaciale peraltro ha avuto un seguito con un disgelo e poi con una terza puntata che si chiama "l'alba dei dinosauri"; non so cosa succederà nella nostra vicenda futura, ci auguriamo che ci sia questo disgelo, ma al momento il piccolo pachiderma regionale è molto statico, è rigido e non va con la dovuta rapidità e soprattutto con la dovuta duttilità incontro alle esigenze di rilancio che pure anche altri colleghi hanno invocato. In questa discussione abbiamo registrato un inizio di disgelo e ce ne rallegriamo da parte dei colleghi dell'Union Valdôtaine, che hanno preso coraggio; noi li invitiamo a perseverare, perché abbiamo sentito cose intelligenti nel dibattito e il dibattito è sempre utile in quest'aula quando è aperto e franco.
Sul bilancio abbiamo complessivamente già illustrato in discussione generale le nostre riserve, purtroppo dobbiamo riscontrare che il dato più significativo è rimasto in qualche modo fuori dal dibattito e da quest'aula ed è emerso nella disamina del documento contabile nella serata di ieri quando, nell'affrontare il tema delle entrate, abbiamo evocato due questioni: la questione della partita del cosiddetto "tesoretto", questo sospeso di credito della Regione nei confronti del Governo centrale, che con il suo oscillare fra i 4 e i 600.000.000 di euro è una gustosa carota per la Regione di poter incrementare le proprie disponibilità e, dall'altra, su un tema sul quale l'Assessore Lavoyer si è appellato più a sentimenti religiosi di speranza, che non a concrete certezze: mi riferisco alla questione della quota forfetizzata dell'IVA da importazione di 308.000.000 di euro per il 2010, in crescita ipotetica negli anni successivi, legata ancora all'abbattimento delle barriere doganali. Perché ripeschiamo queste due voci - che non sono così evidenziate, anzi una non è per nulla evidenziata, l'altra è a nostro modo di vedere non correttamente evidenziata in questo bilancio -? Perché proprio in questi giorni la Provincia di Bolzano e la Provincia di Trento hanno stretto un accordo, che vorrei richiamare in quest'aula per la sua particolare aderenza alla nostra realtà. In questo accordo la Provincia di Bolzano ha sacrificato il 30 novembre scorso la somma sostitutiva dell'IVA da importazione - per loro 330.000.000, c'è una certa consonanza con i nostri 308.000.000 -, li ha sacrificati, li ha azzerati per il futuro, ossia ha detto: "non li potremo più pretendere dal Governo centrale" - vedo cenni di assenso in quest'aula - e dall'altra parte ha avuto lo sblocco degli arretrati che le competevano, ossia è in gioco proprio in questi momenti a livello nazionale questa partita fra le speciali e il Governo su tale terreno. È una partita che è rimasta totalmente assente dalla discussione di questi giorni: è la partita del cambiamento totale dello scenario per i prossimi anni, che può essere ancora a nostro favore, ancora positiva se si consumeranno forse delle condizioni di particolare feeling, di particolare sintonia con il Governo... o potrebbero essere trattate diversamente se così non fosse... Noi siamo preoccupati, intanto perché come per la questione buoni di benzina, dove per anni abbiamo avuto un silenzio tombale in questa Regione, nonostante negli uffici alti si sapesse esattamente quale ne era il destino, si sta consumando oggi la stessa situazione: quella di un silenzio assordante, su un tema come questo che cambierà i connotati del bilancio nei prossimi anni e nel quale si giocherà quella corresponsione di amorosi sensi, di cui oggi abbiamo avuto un avant-goût nell'intervento conclusivo anche del collega Lattanzi, di questa fiducia, di questa astensione di speranza che ha pronunciato poco fa e che segna in modo molto evidente un percorso di avvicinamento, che ormai si va a concludere.
Abbiamo visto, Presidente, qualche atteggiamento di disagio nel corso del dibattito, è difficile incassare degli attacchi come quello al parassitismo dei dipendenti regionali, uno che lavora e quattro che non fanno niente! E lei sta a capo di questa situazione. Capisco il peso con il quale lei assorbe un attacco come quello al mondo agricolo, di cui si dice sono degli hobbisti questi qua, stanno lì soltanto perché gli date i contributi... Noi non siamo né nel primo, né nel secondo caso su questa linea e capiamo il suo disagio, ma capiamo anche che è in corso una partita molto accesa, una partita che forse Sky trasmetterà in differita di qua a qualche mese, quando si concluderà. Questo è il sottointeso del bilancio attualmente in corso, questa è la partita pesantissima sulla quale non tutti in quest'aula abbiamo la stessa percezione: c'è chi la vive ancora con disagio, con sofferenza, quasi come di un amore che non può trovare piena corresponsione. Noi capiamo oltretutto anche i lunghi percorsi di collaborazione che ci sono stati e in parte ci sono ancora in questo momento nelle amministrazioni, in particolare nell'Amministrazione comunale di Aosta, ma quella collaborazione che ha dato frutti nel tempo è ormai considerata da qualcuno un limone spremuto. Bisogna saperlo, bisogna dirlo e bisogna che anche sulla partita regionale ci sia questa aperta consapevolezza.
Qui siamo comunque e, per quanto ci riguarda, non a occuparci delle piccole vicende, piccole ma per noi importanti, delle amministrazioni locali dell'anno prossimo. Siamo ad occuparci della grande partita Regione Valle d'Aosta, Comunità valdostana e Governo centrale. Siamo ad occuparci della nuova "politica dei rubinetti" che, senza scomodare il ricordo di Fanfani ad Aosta, oggi ci viene riproposta da Tremonti e Calderoli in altro modo. Abbiamo chiaro che il Governo centrale darà con una mano e riprenderà dall'altra, ma sarà comunque generoso e benevolo nella misura in cui ci sarà un atteggiamento molto più aperto e favorevole nei confronti delle forze del centro-destra a livello locale. Noi non condividiamo questo, noi siamo autonomisti di lungo corso, naturalmente le vicende hanno trovato dei percorsi diversi, ma credo che siamo fermamente radicati nella concezione autonomistica da non considerare positivamente questo tipo di subalternità.
Questa è la nostra preoccupazione, tutta finanziaria, legata ad un bilancio nel quale abbiamo iscritto in prospettiva ancora il mantenimento di determinate voci che vedranno sicuramente il loro stravolgimento nel quadro della discussione sul federalismo fiscale. Questo bilancio per il 2010 non dà le risposte che ci aspettavamo, ma soprattutto non è veritiero per quanto riguarda le prospettive future. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Cari colleghi, ci siamo espressi con serenità lungo tutto il corso di questo dibattito, quindi non cambieremo il nostro stile nel finale, nonostante qualcuno si preoccupi molto dei nostri matrimoni futuri, il che ci rallegra, perché vuol dire che qualche interesse intorno a noi c'è. Volevo ricordare che il Presidente dell'ANCI Giovane ha dichiarato che la finanziaria attualmente in discussione alla Camera massacra letteralmente i Comuni, il contesto delle proposte riguardanti gli enti locali li penalizza; finanziaria, Codice delle autonomie, federalismo fiscale, i Comuni diventano poveri di risorse, energie, poteri e prospettive. Questo è quello che ci regala il Governo nazionale, la situazione internazionale ci dice che la disoccupazione in Europa è a livelli record, è ai massimi dal 1999, a livello italiano era dal 2004 che non eravamo in una situazione così con un 27 per cento di disoccupazione giovanile, la situazione valdostana l'abbiamo ampiamente descritta, ci troviamo in una situazione difficile dove di certo nessuno ci farà regali. Non saremo poi noi a lamentarci se verrà chiuso un accordo positivo con il Governo nazionale, ho detto che a Trento governa il Partito Democratico, il primo partito dell'autonomia trentina, il quale ha stretto un accordo con il "Governo Berlusconi", dunque non ci scandalizza che si debba fare un accordo con il Governo nazionale per garantire delle risorse alla nostra realtà, sapendo che certamente non siamo visti come una realtà a cui si può ancora dare, ma piuttosto una realtà a cui qualcuno immagina di prendere e noi giudichiamo questo sbagliato, giudichiamo questo scorretto.
Quando sento parlare di inni alla zona franca montana o di fiscalità in favore delle zone di montagna, vorrei invitare di nuovo ad andare a vedere le proposte di legge depositate dal Partito Democratico, che parlano di agevolazioni fiscali nelle zone di montagna e confrontatele con quelle del PdL per vedere quali sono quelle più vantaggiose. Noi quindi preferiamo che parlino gli atti che non le chiacchiere, le fanfaronate, per dire: "noi siamo in una certa direzione", quando tutti remano invece per andare da un'altra. Per noi quindi la situazione è più difficile, perché siamo una realtà di montagna, siamo una realtà penalizzata da un contesto produttivo più difficile per deficit strutturali, che nel settore industriale e agricolo vengono da lontano, ma abbiamo un oggettivo vantaggio: un bilancio che ha ancora delle importanti risorse e non possiamo negare che spunti di tipo keynesiano siano stati messi in atto in questo tipo di bilancio. Non è quindi un atto di fiducia, di speranza per quanto ci riguarda, noi ci atteniamo agli atti; il "Governo Berlusconi" non riduce l'IRAP, non abbassa le tasse per i soggetti produttori, qui invece lo si fa. Ci sono più soldi...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
...ma questi sono i fatti reali, un bilancio lo approvi se ha certe cose, oppure no; qui vengono presi importanti provvedimenti a sostegno dei più deboli in una logica che non è di tipo assistenzialistico. Assistenzialismo è dare a chi può lavorare, assistenzialismo è dare a chi può produrre; aiutare una donna di 58 anni separata dal marito, casalinga, che si trova senza reddito non è assistenzialismo, ma è dare la possibilità ad una persona di sopravvivere. Noi pensiamo che sia giusto dare dei soldi a queste persone e lo diciamo con chiarezza; questo non è assistenzialismo o clientelismo. Clientelismo è dare a chi può lavorare, a chi può fare per non fare e questo è un altro discorso, noi siamo contrari a quel modello. Riteniamo quindi che ci siano dei segnali in questa direzione.
Perché con un bilancio di questo tipo noi ancora non ci esprimiamo a favore completamente? Perché ci sono delle zone di ambiguità, che attendono delle risposte concrete e faccio degli esempi. Ci sono degli impegni interessanti e importanti sulle politiche del lavoro, che è la cosa che ci interessa più di tutte, ma di questi documenti già in passato ne abbiamo scritti. Bisogna vedere come questi documenti verranno tradotti in fatti concreti, in azioni reali. Abbiamo importanti allocazioni di risorse sulla ricerca, sullo sviluppo dell'università, ma non è ancora chiaro qual è il disegno dell'università, è da discutere, è da decidere e bisognerà vedere che tipo di risposte daranno questi investimenti che immaginiamo di fare sulla ricerca per lo sviluppo industriale.
Un altro elemento che secondo noi merita un'attenzione è che è ancora tutta da giocare la partita degli ammortizzatori sociali, quelli ulteriori; si è parlato, si è tentata una concertazione con i sindacati, ma ancora non si è deciso esattamente cosa fare. Noi staremo a guardare con uno spirito di collaborazione e di proposte, anche perché se oggi in Italia qualcuno dice che anche il "Governo Berlusconi" ha difeso posti di lavoro e cassa integrazione... ma guardate che gli ammortizzatori sociali li abbiamo conquistati con le unghie e con i denti, con lotte sindacali che sono durate per anni! E adesso per fortuna ci sono e qualcuno, anche un Governo di centro-destra li sta usando bene, speriamo di non sfasciarli, di non mandarli a ramengo e io sono molto preoccupato, come è preoccupata anche una parte del PdL per fortuna! Gli ammortizzatori sociali, che erano delle cose che si diceva: "questa gente, sempre in cassa integrazione, non ha voglia di lavorare!"... per fortuna che ci sono e per fortuna che abbiamo lottato affinché ci fossero, perché avrei voluto vedere senza quegli strumenti oggi cosa avremmo fatto in questo Paese nella nuova realtà! Bene che in Valle d'Aosta si siano utilizzati e si parli di utilizzazione anche di cassa integrazione in deroga e ulteriori strumenti da creare.
La cosa che più mi ha interessato, e qui mi rivolgo al Presidente, perché davvero questa è una cosa che guarderemo con grande attenzione, è la possibilità di questa... che adesso chiamo agenzia, non so come chiamarla, ma che possa dare una risposta al precariato, in particolare a tutte quelle figure che lavoravano nelle mostre, oppure a quelli che hanno fatto per anni, parlo di oltre 10 anni, nelle scuole, personale handicappato, gli educatori, gli operatori di sostegno, perché negli anni hanno cambiato tre o quattro volte il nome, ma la loro vita è rimasta legata alla loro esperienza lavorativa, ogni 2 anni un concorso, l'incertezza del posto, eccetera, queste persone devono avere una risposta seria, perché svolgono la stessa identica mansione da più di 10 anni, non è possibile definire questo un lavoro precario. Non è un lavoro flessibile, è lo stesso lavoro, inizia lo stesso giorno, finisce lo stesso giorno da 10 anni, non è normale che queste persone vivano in tali condizioni, bisogna sbloccare questa situazione.
Per finire una legge che ho chiamato legge antipovertà, qualcuno trova che questo termine suoni male, anche se tale termine lo usa la Caritas e, quando ci fa comodo, siamo pronti ad ascoltare la Caritas, quando fa meno comodo, non l'ascoltiamo, però cambiamole il nome, non chiamiamola legge antipovertà, ma penso che in una regione ricca, dove la maggior parte delle persone stanno bene, non si può immaginare di abbandonare delle persone in condizioni di povertà.
Infine l'impegno, preso già l'anno scorso dal Governo regionale di una norma che sia più vicino alla sicurezza dei lavoratori, ma che venga incontro alle imprese rispetto ai costi della sicurezza. Troppo spesso assistiamo a controlli unicamente punitivi, bisogna immaginare un percorso che dia risorse alle imprese, che possano in qualche modo nella fase di installazione del cantiere avere dei controlli perché tutto sia a norma, che noi andiamo verso una logica della prevenzione dell'incidente e non dell'intervento quando è troppo tardi.
Vi sono poi gli altri impegni presi sugli ordini del giorno che non ricorderò; si tratta di impegni, non ancora di scelte completamente assunte, questo è il motivo per cui ci asteniamo e nell'anno a venire verificheremo tutti questi impegni. Grazie.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances et au patrimoine, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie, Presidente. Una piccola considerazione: nei miei ricordi scolastici il mammut è un animale peloso, quindi può essere simbolicamente usato per un cappotto caldo per i valdostani e questo bilancio con tale simbologia penso possa essere un bilancio di garanzia per la popolazione valdostana, soprattutto se si deve preparare per l'ipotetica era glaciale, che ipotizzava il collega Louvin e che intravedeva in uno stravolgimento del federalismo fiscale. A noi pare che il regime del federalismo fiscale valdostano sia garantito da una legge costituzionale, quindi diciamo che anche gli osservatori esterni, indipendentemente dalla politica, guardano con tranquillità al futuro dei bilanci valdostani su questo versante. La partita aperta non può essere quella dell'IVA da importazione, del trasferimento sostitutivo dell'IVA da importazione, mi pare di percepire questa come una partita aperta auspicata. Allo stato delle cose non vi è una partita aperta su quel versante, tutt'al più vi è una partita aperta per vedere di allentare il Patto di stabilità, e su quella politicamente ci stiamo muovendo a 360 gradi. Non può essere preso a riferimento il rapporto di Trento e Bolzano, perché l'intesa del Governo con le Province autonome di Trento e Bolzano non è riferita all'IVA da importazione sostitutiva, come quella che regola il trasferimento indicizzato al bilancio regionale; quello di Trento e Bolzano è un cambio alla rinuncia di una quota dell'IVA da importazione, cosiddetta "quota variabile": in contropartita Trento e Bolzano ottengono la compartecipazione al 90 per cento su tutte le imposte incassate in loco, inclusi i giochi che finora non erano compresi. L'informazione quindi deve essere data totalmente e non può essere fatto un parallelo di questo accordo con scenari catastrofici per il bilancio della nostra Regione.
Da un punto di vista politico, invece voglio sottolineare la forte coesione delle forze autonomiste di questa maggioranza nel sostenere e nel proporre tale documento finanziario, che è andato nella direzione, da un lato, di sostenere la crisi in atto, dall'altro, di pensare fortemente al futuro della nostra Regione. Ringrazio ancora tutti i colleghi consiglieri per il lavoro svolto in commissione, per il lavoro di grande approfondimento che è stato fatto, per l'esame attento che è stato fatto durante le audizioni, per i qualificati e puntuali interventi. Penso che tutti insieme, anche se con ruoli diversi e diverse posizioni, (di maggioranza o di opposizione) abbiamo svolto un lavoro serio e, con altrettanta serietà, soddifatto gli interessi dei valdostani con l'approvazione di questo documento finanziario di programmazione, che può far sì che si creino i presupposti per progettare una base solida e far guardare ad un futuro sereno per la Valle d'Aosta e per la nostra popolazione.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Anch'io mi permetto di ringraziare tutti i colleghi, quelli del gruppo dell'Union Valdôtaine, della Stella Alpina e di Fédération, che hanno voluto come maggioranza dare un contributo importante del dibattito e che sono stati alla base di una giusta sottolineatura nei diversi aspetti e nelle diverse sfaccettature, evidentemente a supporto di un bilancio qui presentato, per meglio illustrare le sfaccettature di un bilancio importante. Per il resto, se ci atteniamo ad un discorso serio e concreto sulle finalità della presentazione di una finanziaria e di un bilancio, credo che le considerazioni in parte siano già state svolte. Se vogliamo tradurlo tutto nel futuribile politico, ritengo che facciamo un esercizio interessante, ma credo che troverà i suoi spazi e i suoi tempi. Io di matrimonio parlerei solo di quello del collega Chatrian, che è imminente, e gli facciamo gli auguri, per il resto mi riservo di entrare nel merito quando ci saranno gli sposi.
Il discorso di fondo credo sia interessante sotto due profili. Credo che tutti abbiano apprezzato la concretezza con cui abbiamo cercato di tener conto di una difficoltà del momento, che si traduce in crisi, che si traduce in un momento ancora in evoluzione. Dati ne sono stati portati, sono stati enunciati i rischi, le difficoltà soprattutto nell'ambiente del lavoro. Qui voglio tornare, perché su questo credo vi sia un impegno trasversale di tutti per cercare di attivare dei meccanismi che anche con dei metodi come quelli delle zone franche... voglio ringraziare anche per i supporti e gli aiuti che vengono a tutti i livelli... per far sì che questa diventi realtà, l'importante è che si arrivi a fare qualcosa anche nella nostra regione, che vada in questa direzione.
Sulle dichiarazioni finali abbiamo già fatto alcuni interventi, penso che le sottolineature... il dibattito sugli enti locali si imporrà, credo che, sotto questo profilo, sappiamo che c'è un'attesa, un'esigenza di chiarimento che va nella direzione di trovare un modo perché ci sia sempre più rappresentatività, sempre più esigenza anche nei piccoli Comuni, con la sostenibilità ci sia una coralità di interventi. Credo che nel contempo, per quanto riguarda le spese correnti, ci debba essere una giusta attenzione, per evitare che sfugga di mano il percorso che alcuni di noi vogliamo fare.
Importanti poi le sottolineature, al di là delle osservazioni che possono essere fatte a supporto di immagini più o meno colorite, credo sia giusto sottolineare nella discussione del bilancio un aspetto importante come quello degli accordi che sono stati fatti fra la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano. Siccome non possiamo entrare nel dettaglio, mi permetto solo di dire che ci sono delle valutazioni importanti che vanno nella direzione di dire che, per quanto riguarda l'IVA da importazione, che era prevista per la Provincia di Bolzano, 137.000.000 di euro e non 300.000.000, mentre 300.000.000 erano i dati relativi alle spese che attualmente la Provincia andrebbe a sostenere... quando erano spese connesse con i finanziamenti non percepiti... questo è il resoconto...
(interruzione di un consigliere, fuori microfono)
... questo è lo sviluppo del dibattito che c'è stato in Consiglio. Al di là di questo, credo sia importante sottolineare che a fronte di questo eventuale sforzo, che alla fine si traduce in 400.000.000 di euro per la Provincia di Bolzano, che ha 4 volte la disponibilità nostra, con finanziamenti fatti con leggi nazionali e lo sblocco dei fondi... voglio ricordare che come fondi sono stati sbloccati 4.000.000 di euro, legati a finanziamenti già in itinere.
Come posso dire che non siamo preoccupati di valutazioni che qui sono emerse sulla modalità con cui intervenire a livello dell'organizzazione della macchina regionale; tutti riconoscono che è necessario intervenire, a noi spiace che si parli di fannulloni o si generalizzi, noi abbiamo parlato di meritocrazia. Noi riteniamo che sia giusto andare verso il concetto di riconoscere chi lavora e di intervenire per chi non lavora. Come per la malattia, abbiamo dovuto prendere atto che anche in Valle d'Aosta c'è stata una riduzione con i provvedimenti attuati dal 36 al 40 per cento di malati in meno; io non voglio commentare, prendo atto che questi dati sono all'attenzione di tutti. Dobbiamo entrare nel merito di un discorso sul personale che deve essere corretto, nel senso che a scalare dal coordinatore al dirigente ognuno faccia la sua parte, perché la politica altrimenti non risolve nulla. Se non c'è una presa di coscienza anche delle responsabilità... perché si è voluto giustamente responsabilizzare la pubblica amministrazione, ma responsabilizzare vuol dire che non è che il circolo alla fine arriva che la delibera è della Giunta per quello che viene fatto dal dirigente! Ognuno si assuma le responsabilità, ci sia una giusta valutazione di colui che opera con diligenza, venga premiato e così credo che vada la responsabilizzazione nella possibilità di premiare chi lavora.
Sui buoni benzina noi non solo non abbiamo voluto nascondere nulla, ma abbiamo voluto dire con chiarezza che non potevamo andare oltre su un tema che era già previsto nel 2003; quindi non è che oggi abbiamo inventato qualcosa e abbiamo voluto di colpo stravolgere un'abitudine dei cittadini valdostani. Abbiamo voluto evitare di fare quello che è successo per il Friuli, di voler andare avanti e far finta di nulla, per poi trovarsi con la procedura di infrazione e dover restituire i fondi. Noi abbiamo creduto importante dire la verità, dire che non si poteva andare oltre, che c'è l'abrogazione della legge come a livello statale viene fatto in parallelo, perché l'interlocutore è quello e permettere di valutare in parallelo la possibilità di avere una presenza importante a livello di famiglie con il bonus riscaldamento, con questo strumento che riteniamo importante. Non siamo a dire che nel tempo non c'è stata un'utilità per quanto riguarda la presenza del buono benzina, ma se questo non era più possibile, non è che noi abbiamo scelto di non darlo, perché questo si sta cercando di dire: "vedete, hanno abolito i buoni benzina", ma non siamo noi che abbiamo abolito! Pubblicheremo questo perché bisognerà far conoscere alla gente qual è la verità, bisogna che si dica nel 2003 cosa è successo con tutti i passaggi che ci sono stati. Non abbiamo nulla da nascondere, quindi credo che abbiamo fatto bene.
Sull'agricoltura, brevissimamente, credo che l'impostazione sia molto serena. Come tutti noi siamo molto preoccupati di quello che sta succedendo, perché, quando c'è qualcuno che non rispetta le regole, porta danno a tutti; per pochissime unità, per gente che non è stata corretta paghiamo tutti, paga l'immagine della Valle, ne pagano i proprietari e chi lavora. Rispetto al fatto che in agricoltura, se non c'è l'intervento pubblico, non c'è una remunerazione sufficiente, noi riteniamo che debba essere fatta una valutazione più attenta e più coscienziosa, nel senso di riconoscere che molto del lavoro che viene fatto è in condizioni di disagio tale, per cui la redditività non è quella della pianura. Cose scontate? Certo, lo facciamo pubblicamente! Ma questa è una valutazione che abbiamo fatto perché, laddove in Svizzera avevano messo una legge per pulire i prati e, se l'interessato non lo faceva, veniva fatto pubblicamente, abbiamo visto che il costo era dieci volte tanto, quindi sull'agricoltura è un dibattito molto sereno che deve essere fatto. Non ci siamo mai permessi di intervenire nel merito dell'iter che sta andando avanti delle inchieste, non ci siamo mai permessi di dire se non che c'è un'inchiesta in corso, non abbiamo elementi da sottoporre, al di là di quello che già si conosce. Oggi siamo arrivati ad un primo punto, ci sono ancora degli approfondimenti, speriamo che si arrivi presto alla conclusione per togliere quelle macchie e andare a fondo di un tema, che ha sconvolto tutti noi; sotto il profilo di questo tema ci torneremo presto.
Due brevissime note ancora per dire che sul precariato siamo molto sensibili e vogliamo mantenere gli impegni che ci siamo dati, vogliamo andare nella direzione di sostenere con correttezza un intervento che vada a stabilizzare laddove è possibile il lavoro. In conclusione riteniamo di avere avuto occasione di discutere un bilancio che correttamente ha affrontato dei temi con grande severità... e cosciente che... quando si discuterà del federalismo fiscale, non ci saranno sorprese per la Valle d'Aosta. Grazie.
Président - Je soumets au vote le projet de loi dans son ensemble:
Conseillers présents: 33
Votants: 27
Pour: 22
Contre: 5
Abstentions: 6 (Benin, Donzel, Carmela Fontana, Lattanzi, Rigo, Tibaldi)
Le Conseil approuve.