Oggetto del Consiglio n. 710 del 23 settembre 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 710/XIII - Elezione del nuovo Assessore alla sanità, salute e politiche sociali.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Come tutti i Consiglieri hanno potuto capire, nella presentazione, anche se non l'ho esplicitato, delle dimissioni nell'iniziare il dibattito ho inserito anche gli argomenti che erano direttamente conseguenti e che quindi portavano all'individuazione della scelta per la nomina dell'Assessore alla sanità e politiche sociali nella persona del dottor Alberto Lanièce.
Presidente - La discussione è aperta.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Nel '600 Shakespeare avrebbe sicuramente aggiunto ai grandi drammi storici, al Riccardo III e all'Enrico VIII, anche l'Alberto IV...
Augusto Rollandin, Presidente di questa Regione, mette in scena, oggi - e lo ha dipanato poco fa - il canovaccio di una vicenda che ci porta, per la quarta volta, a votare nell'arco di 15 mesi una stessa persona, uno stesso collega Consigliere per pochi mesi, che ha svolto in questo periodo le funzioni di Assessore alla sanità. Diamo la lettura cronologica che ha dato il Presidente, ma ne ricordiamo forse dei profili che sono rimasti leggermente in ombra: l'averlo votato insieme ai colleghi della Giunta, dopo che aveva avuto, rispetto alla questione dell'ineleggibilità che era parsa a noi - e non solo a noi - molto evidente, e quindi in seguito ad una pronuncia politica di questo Consiglio che lo graziava rispetto a questa condizione il 1° luglio 2008... Lo ricordiamo indecorosamente riproposto il 1° ottobre dello stesso anno, dopo che la Corte d'Appello con sentenza già esecutiva lo aveva dichiarato ineleggibile, riproposto a quest'aula e bocciato da quest'aula - vorrei ricordarlo - in una votazione che fu ripetuta dopo che, con autorità, il Presidente della Giunta richiese la convocazione immediata, successiva di una nuova seduta, che portò a forzare quelle resistenze interne che allora sembravano manifestare all'interno del movimento di maggioranza e dei suoi alleati delle obiezioni non di poco conto alla rinomina dell'Assessore Lanièce. Lo si rivota con un inedito assoluto per questo Consiglio, per quanto sia vero che abbiamo conosciuto tante volte degli assessori tecnici, e ne aggiungeremo magari anche qualcun altro alla lista che è stata fatta, partendo da Mario Andrione che sostituì Corrado Gex in quest'aula come Assessore all'istruzione, e tanti altri, ma... il punto non è un Assessore tecnico.
Il punto è: questo Assessore, questo collega rispetto al quale non un parere del prof. Bin richiesto dalla parte, ma un parere diciamo che fa Stato, che è quello della Corte di Cassazione, dice che questa vicenda dell'elezione del collega Lanièce ha portato un vulnus (traduco: una ferita) alla par conditio degli altri candidati. Gli altri candidati sono candidati di quest'aula, alcuni dei quali hanno ricorso contro l'elezione del loro collega Lanièce, e non sono Consiglieri di questa parte politica. Una ferita arrecata dalla partecipazione alla competizione elettorale per la carica regionale di un soggetto che intendeva spendere la sua qualità di organo di ente, eccetera, comunque facente capo alla Regione con il rischio che il titolare di detta carica amministrativa potesse indebitamente influire nella competizione attraverso forme di captatio benevolentiae (parlano latino i giudici) degli elettori, cioè utilizzando la sua carica. Non ci interessa calcare la mano su questo aspetto, ma ricordarvi che una Corte d'Appello e una Corte di Cassazione hanno sancito questa ineleggibilità, hanno detto che la partecipazione non era corretta e... non abbiamo sentito l'ombra di una parola di giustificazione da parte di una forza politica che si è avvalsa di questa partecipazione e che quindi ne ha tratto profitto!
Perché siamo qui, a votare di nuovo o, meglio, siamo qui sollecitati ad una richiesta di voto di nuovo per il dottor Lanièce per la quarta volta, nonostante dei cittadini abbiano pagato, dei Consiglieri abbiano pagato per far rispettare la legge, e una parola definitiva sia stata pronunciata? Perché ci sono due piani confusi! Qui, mentre il Presidente della Regione ci portava al pascolo nelle ampie praterie della storia degli assessorati tecnici e delle vicende amministrative dell'assessorato, lo ringraziamo comunque di questo ampio excursus, mentre ci portava in queste vaste praterie, noi ritenevamo una cosa molto semplice e quanto fosse distante dalla morale comune, dalla percezione della giustizia che hanno i nostri concittadini il fatto che la conclamata ineleggibilità potesse consentire di mantenere, senza soluzione di continuità, le funzioni di membro del Governo di questa Regione. Trattandosi di Assessore alla sanità è giusto parlare di "accanimento terapeutico" per tenere in vita questa posizione assessorile, ma in fondo questo pellegrinare del collega da Erode a Pilato, dal Conseil fédéral alle riunioni di maggioranza e all'aula di questo Consiglio per trovare una motivazione che ne conforti il mantenimento, è qualcosa di molto distante da quello che noi realmente dovremmo fare nella votazione di un Assessore: dare una fiducia politica a chi ha oggettivamente le condizioni per rivestire questo ruolo, sia esso tecnico, sia esso politico, il problema ovviamente va valutato dalle forze che esprimono il Governo.
Cosa c'entriamo, noi, con questa abluzione, questo bagno purificatore che si vuole fare nell'aula di questo Consiglio? Non siamo in India, non siamo nel Gange dove bisogna ripassare attraverso questa "prova purificatrice" per dimostrare che in fondo tutto è stato risolto? Nulla è stato risolto! Anzi, la vicenda si è conclusa nel senso opposto a quello che viene chiesto a questo Consiglio di avallare e noi non avalleremo! Non solo non l'avalleremo per la mancanza di fiducia politica che ovviamente non abbiamo dato e non diamo a questo Governo e a chi lo presiede, ma non la diamo come adesione nemmeno ad una procedura che è arbitrariamente utilizzata: quella di una rielezione dell'Assessore per superare dei problemi politici tutti interni. I panni sporchi, il movimento di maggioranza relativa, se li lavi in casa e non tenti di far dire a questo Consiglio ciò che questo Consiglio non ha da dire!
Crediamo - e lo abbiamo detto presentando parallelamente ai colleghi del Partito Democratico una mozione che invitava alle dimissioni - che fosse necessario, sì, fare quel gesto di dimissioni che è stato fatto, ma - e lo abbiamo chiesto espressamente - che dovesse esserci una nomina di un nuovo Assessore, perché ci vuole un Assessore legittimo e "legittimità" non vuol dire che sono stati superati tutti i requisiti di legge, vuol dire che sono stati superati i requisiti di giustizia, di ragione e i principi morali: questo è il senso della legittimità di un organismo politico! Altra cosa è la legalità. E qui, che di legalità che ci si faccia poco conto, lo sappiamo già da tempo. Ma qui è un problema di legittimità dell'azione di governo e noi crediamo che sia una sberla forte, decisa, non a noi dell'opposizione, non tanto e forse il problema, lì, riguarda direttamente i colleghi della maggioranza che soffrono, hanno sofferto di questa forzatura ulteriore, ma una sberla all'opinione pubblica di questa Regione, che non crederà più nel senso della giustizia, nel far rispettare determinate regole, e che attivandosi da liberi cittadini o da forze politiche per ottenere la restaurazione di questa par conditio elettorale e di questa regolarità dell'azione amministrativa si debba avere la conseguenza che nulla cambia... che si facciano quattro elezioni per non cambiare mai nulla!
Se abbiamo scomodato Shakespeare chiediamo scusa, non era sicuramente una vicenda all'altezza della sua statura letteraria, perché è più una pantomima che è stata messa in scena in questi due giorni, dando la sensazione all'opinione pubblica che qualcosa succedesse, per fare gattopardescamente in modo che nulla cambiasse, che tutto rimanesse come prima. Lo dico tranquillamente a nome dei colleghi del gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, non ci interessa, non ci ha divertito particolarmente questa sceneggiata, non ci stiamo ad avallare con una partecipazione a questa procedura di rielezione il superamento delle regole fondamentali e della morale comune con questo agire da superuomini!
Per questa ragione, checché ne dicano organi di altri movimenti, checché ne dica chi segue la linea che è stata enunciata dal Presidente della Regione, non possiamo prendere parte in una logica di uno stato di diritto a questa votazione, quindi non vi prenderemo parte.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Devo dire che l'imbarazzo della maggioranza mi sorprende, perché credo che una decisione, una proposta come quella che il Presidente della Giunta ha appena fatto, cioè della nomina ad Assessore tecnico di Albert Lanièce, credo dovrebbe essere sostenuta oltre che dai confronti e dai dibattiti nei partiti, anche da delle argomentazioni in sala consiliare. Mi scuso, chiedo scusa ai colleghi della maggioranza, ma politicamente non possiamo non rilevare questo... ci saremmo aspettati degli interventi a sostegno di alcune ragioni che peraltro il Presidente ha già anticipato.
Il Presidente dice che le ragioni per la conferma ad Albert Lanièce ad Assessore tecnico stanno in alcuni fattori: primo, la continuità. Ci permettiamo di registrare che una continuità in questo senso auspichiamo possa essere diversa; in questi 15 mesi non abbiamo avuto la sensazione, anche per oggettivi condizionamenti, che l'Assessore Lanièce abbia potuto lavorare con determinazione. La spada di Damocle di queste sentenze era evidente nel suo agire; noi, in questo senso, non auspichiamo una continuità, auspichiamo un'accelerazione su alcuni fatti importanti che la sanità valdostana deve affrontare! Ricordo il piano sanitario che presuppone però tre livelli: il primo, quello logistico, parliamo di ampliamento dell'ospedale, di tutte le strutture territoriali, parliamo di costi della sanità che diventano il vero totem da affrontare per i prossimi bilanci e della qualità del servizio che la sanità offre ai residenti cittadini valdostani, che purtroppo, ancora in maniera troppo numerosa, emigrano da questa Regione per sostenere cure che probabilmente potrebbero ottenere in questa Regione se ci fossero state delle decisioni che non sono state prese. In questo senso non auspichiamo una continuità operativa dell'Assessore Lanièce, in quanto l'inattività sostanziale, l'amministrazione standard che ha attuato l'Assessore Lanièce, ci pare debba trovare un nuovo impulso sotto questo aspetto.
Lei citava però altre due ragioni importanti alla luce di questa conferma: le competenze medico-scientifiche del dottor Lanièce, che non facciamo fatica a riconoscere, perché sono evidenti e che oggettivamente, guardandoci in quest'aula anche a qualunque parte politica appartengano, certamente possono essere riconosciute come sufficienti, anzi, adatte ad affrontare questo ruolo; e poi lei diceva la conoscenza territoriale della macchina della sanità sul territorio e sulle sue implicazioni: anche qui, a noi, non disturba prendere atto che queste caratteristiche il dottor Lanièce le ha. Allora tutta la questione diventa un fatto politico, perché se riconosciamo i meriti individuali e professionali del dottor Lanièce, se riconosciamo la sua competenza nella possibilità di poter sviluppare un'attività territoriale, se possiamo e se auspichiamo tutti che il dottor Lanièce possa utilizzare i prossimi tre anni e mezzo per portare a termine un programma di maggioranza, che peraltro non c'è, perché sulla sanità nel programma di maggioranza depositato all'inizio della legislatura non c'è un solo rigo sulle problematiche della sanità, delle logistiche, della qualità dei costi e del servizio da esprimere alla comunità valdostana... Lo faccio solo perché cercando nell'attuazione del programma di maggioranza ho rilevato che il programma di maggioranza non rileva un capitolo specifico per l'assistenza sanitaria, né rileva poche righe per l'assistenza sociale dicendo cose abbastanza ovvie come quelle di limitare la crescente situazione delle famiglie povere, dei poveri che anche in questa Regione stanno affrontando con difficoltà la loro vita e il loro benessere economico.
Noi, quindi, cosa auspichiamo dal prossimo Assessore alla sanità, qualunque esso sia? Un'azione incisiva di governo delle politiche sanitarie e sociali di questa Regione, cosa che noi, nel primo scorcio di legislatura, non abbiamo individuato pur riconoscendo competenza, pur riconoscendo al dottor Lanièce qualità, pur riconoscendo tutti quei talenti che certamente potrebbero essere messi a disposizione della comunità valdostana, che al momento però non abbiamo ancora rilevato, né ricevuto come dato. Quindi auspichiamo che il prossimo Assessore, se sarà l'Assessore Lanièce e se questo Consiglio lo vorrà confermare, possa iniziare finalmente, dopo un anno e mezzo di apprendistato - e in questo senso credo siano anche valutabili in maniera positiva le dichiarazioni del Presidente, cioè dire che mettere un nuovo Assessore significherebbe mettere un'altra persona che prenderebbe del tempo per poter comprendere la macchina complessa della sanità e dei disservizi sociali valdostani, su questo credo che possiamo essere d'accordo - noi, quindi, speriamo che il dottor Lanièce possa mettere a disposizione della comunità valdostana questi 15 mesi di praticantato condizionato, ma di praticantato che l'Assessore ha sviluppato.
Sotto l'aspetto politico è chiaro che non ha la nostra fiducia incondizionata. Abbiamo, già all'inizio di questa legislatura, assunto una posizione di minoranza costruttiva, che valuta di volta in volta i programmi e le attuazioni dei programmi sul fare e non sul dire di questa Giunta. Abbiamo rilevato che le elezioni regionali di un anno e mezzo fa hanno offerto alla Regione un governo di forze autonomiste, di forze che non sono a noi contrarie per ideologia e per valori; abbiamo rilevato che le sinistre sono all'opposizione come noi, ma ci siamo posti, nei confronti di questo governo di forze regionaliste di centro con le quali possiamo condividere molti dei lavori che ci accomunano, una posizione di minoranza costruttiva senza far venir meno la nostra attività ispettiva, senza far venir meno la nostra attività di critica là dove abbiamo votato contro parecchi provvedimenti di legge che non ci convincevano (ricordo il casinò piuttosto che...), così come abbiamo posto invece il nostro voto su provvedimenti che, come quelli anticrisi, hanno aiutato a nostro avviso la Regione ad affrontare le tematiche di governo. Ecco perché su questo Assessorato ci asterremo, nel senso che riteniamo che sia competenza e responsabilità del Presidente della Giunta di offrire alla Regione autonoma Valle d'Aosta, al popolo dei valdostani una squadra di governo capace ed efficace. Non abbiamo giudizi negativi sulla persona Albert Lanièce né come persona, né come professionista, né come potenziale Assessore, alla luce anche di quello che ho appena commentato di questi 15 mesi di sostanziale attività condizionata. Auspichiamo che ci sia un lavoro, su quel lavoro offriremo il nostro contributo, ma su quel lavoro offriremo anche la nostra critica, come sempre abbiamo fatto con questo Governo e con le attività che verranno di volta in volta portate nelle commissioni, prima, e in questo Consiglio, poi.
Noi quindi ci siamo astenuti nella fase iniziale per dare un senso chiaro di disponibilità, ma non siamo disponibili per altri mesi all'inattività, alla mancanza di riforme e alla mancanza di cambiamenti. Auspichiamo che il prossimo Assessore alla sanità inizi un percorso operativo concreto di riforma, perché le questioni - anche se non sono scritte nel programma - ci sono, sono sul tavolo, i valdostani aspettano delle risposte; in questo senso credo che il lavoro del prossimo Assessore dovrà andare. Ci riserviamo, come abbiamo fatto l'altra volta, un'astensione condizionata per giudicare il lavoro delle persone e non le persone.
Presidente - La parola al Consigliere Rigo.
Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Speravo anch'io che ci fosse un intervento alternato, così non è stato, mi dispiace.
Il dottor Albert Lanièce ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali; era proprio questo il senso della richiesta avanzata dal gruppo del Partito Democratico, unitamente al gruppo di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau attraverso una mozione. Una proposta quindi che non era né anomala, né impropria, non confliggeva rispetto ad una questione interna al movimento dell'Union Valdôtaine e non era un atto esterno ad un dibattito fra forze politiche della maggioranza; era invece la risposta formalmente corretta ad una questione che investe la sovranità del Consiglio regionale e mi fa piacere che lo abbia confermato il Presidente della Regione, che ha riconosciuto essere corretto spiegare le ragioni di una scelta politica, qui, in Consiglio regionale, ma alcune settimane fa - ricordo - non sembrava essere questa la posizione del Governo regionale.
Ecco, la mozione presentata aveva l'obiettivo di portare in Consiglio regionale, all'attenzione e alla volontà anche di discussione dei singoli Consiglieri, un argomento che è proprio di quest'Assemblea. Infatti il Presidente della Regione, intervenendo nella seduta del 1° ottobre 2008 affermava (lo ha già ricordato): "Suite à la sentence de la Cour d'Appel, on est maintenant appelés à décider comment gérer l'Assessorat de la santé, du bien-être et des politiques sociales pendant la période d'attente de la sentence de la Cour de Cassation."
Il Consiglio regionale del 1° e del 4 ottobre 2008 hanno discusso e successivamente approvato a maggioranza una soluzione a tempo determinato, soluzione che doveva essere ridiscussa dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione. E cosa si augurava allora il Presidente della Regione il 1° ottobre 2008? Cito: "Che la Corte di Cassazione si esprima nel più breve tempo possibile, non per risparmiare i soldi, ma perché si esca da tale ambiguità, su questo concordo in pieno e non condivido che questa sia una soluzione politica per escludere il fatto di fare oggi la scelta fra Consiglieri, perché non è questo. Chi fa tali affermazioni è fuori dell'atteggiamento tenuto fino ad oggi". E più avanti, sempre nella stessa seduta consiliare con forza ed autorevolezza, come è solito, il Presidente ribadiva che "tale esperienza" del dottor Lanièce, in qualità di Assessore tecnico - dico io - "ha un termine nella decisione che ci siamo detti, il pronunciamento della Corte, e auspichiamo che sia nel più breve tempo possibile".
Oggi possiamo constatare che le affermazioni fatte allora dal Presidente non sono coerenti con la proposta fatta questa mattina, anche se ha cercato di spiegarne le ragioni. Ho voluto, Presidente Rollandin, ricordare alcune affermazioni da lei fatte in quest'aula non con intenti strumentali, ma con l'obiettivo di spiegare il senso della nostra iniziativa a quei Consiglieri che attraverso dichiarazioni alla stampa l'hanno ritenuta inopportuna. Credo invece che inopportuno, non corretto sarebbe stato fare finta di niente e procedere nella continuità amministrativa come era balenato anche all'inizio del mese di agosto, senza tenere conto delle dichiarazioni e dei propositi fatti in quest'aula. Per questo riteniamo opportuna la lettera di dimissioni dell'Assessore Lanièce. Corretta, ma tardiva.
Personalmente, il giorno dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione, avrei consegnato nelle mani del Presidente della Regione il mio incarico. Il Presidente, considerata la lunga vacanza dell'attività consiliare, 45 giorni, avrebbe potuto congelare le dimissioni e chiedere al dottor Lanièce di continuare il suo mandato fino alla prossima adunanza del Consiglio regionale con all'ordine del giorno, come oggi, l'elezione dell'Assessore regionale, rendendo pubbliche quelle che erano le intenzioni del Governo e della maggioranza attraverso un comunicato stampa. Questi 45 giorni sono così trascorsi tra illazioni, pronunciamenti, fibrillazioni, che non hanno certo agevolato - questo lo voglio ricordare al Presidente - il lavoro dell'Assessorato regionale e di chi con esso si deve rapportare. Ed in considerazione di questo incerto navigare il nostro gruppo ha sentito la necessità di pretendere un momento di chiarezza all'interno dell'organo che ha il compito di eleggere il Governo della Regione, quello che noi oggi stiamo cercando di fare: rimettere quindi le cose e le parole dette al loro giusto posto. Una stagione è terminata, se ne apre un'altra.
Sono mutate le condizioni, le valutazioni fatte dal Presidente dieci mesi fa? Bene, il Presidente ha sentito la necessità e il dovere di chiarire al Consiglio la sua posizione e quella - penso - dell'intera maggioranza, al Consiglio e non solo al suo movimento. Ha spiegato qui, oggi, o ha cercato di spiegare le ragioni e i motivi per i quali, oggi, i Consiglieri sono chiamati ad eleggere non un nuovo Assessore, ma un Assessore tecnico. Non è la prima volta che accade ciò in questo Consiglio, di votare un Assessore tecnico: lo ha ricordato il Presidente, facendo nomi e cognomi, ma le motivazioni date dieci mesi fa non prefiguravano la scelta fatta oggi. Se questa già allora era l'indicazione, la prospettiva, forse sarebbe stato più logico come da noi anche prospettato - lo ricordano il Presidente e i Consiglieri - assumere la decisione di indicare il dottor Lanièce come Assessore tecnico per tutta la legislatura il primo ottobre. Senza condizionamenti, senza legare la scelta alla decisione della Corte di Cassazione. Una scelta dettata non da fatti contingenti, ma da una volontà politica suffragata dalla competenza, dalla capacità, dai meriti personali della persona indicata, tutto ciò che prima ha sottolineato il Presidente. Dieci mesi fa! Una scelta che avrebbe sicuramente avuto il merito di fare chiarezza nei confronti anche della gestione quotidiana di un assessorato che - lo ricordo - è difficile, complesso, delicato qual è quello della salute e del benessere. Riproporlo, oggi, dopo la sentenza della Corte, significa manifestamente non tenere in considerazione l'autorevole pronunciamento, nonché ignorare quanto a suo tempo detto.
Vede, Presidente, il nostro atteggiamento non è dettato da questioni strumentali, lo ricordavo prima, o di schieramento, siamo all'opposizione e quindi per principio siamo contro a questo e a quello. No, non è così e lei lo sa benissimo. Non è questo il nostro agire. Siamo preoccupati, siamo molto preoccupati, perché osserviamo che è profondamente incrinato - se non spezzato - il rapporto che gli italiani, i valdostani hanno con le istituzioni. La nostra democrazia è in mutazione, i partiti sono molto indeboliti come le tradizionali culture politiche; c'è un diffuso sentimento di anti-politica, una caduta di fiducia nei confronti degli uomini politici in generale. Si usa dire che sono tutti uguali, tutti corrotti, un sentimento forte. Ecco perché la democrazia della rappresentanza è in difficoltà. Ed allora ridare senso e valore alle cose dette in Consiglio, riportare in Consiglio le valutazioni sulle problematiche aperte da una sentenza significa rispondere alle leggi non scritte che si chiamano "coerenza nei comportamenti"... di questo ha bisogno la politica! Ma in considerazione del fatto, lo ha richiamato il Presidente nella sua relazione, che l'Assessorato assegnato al dottor Lanièce è, come dicevo prima, un settore delicato e importante per la vita quotidiana dei cittadini, ci permettiamo di fare una considerazione di prospettiva e di programma, anche il Presidente ha parlato di "programma".
Il dottor Lanièce, una volta eletto, potrà lavorare in serenità per quasi 4 anni ed allora voglio augurare a lui e indirettamente a tutti i cittadini valdostani di riuscire a dare una svolta ad una situazione complessa e paradossale. Chiediamo al dottor Lanièce e lo chiediamo al Governo nel suo complesso di impegnarsi per far sì che la sua azione riesca a marcare una netta discontinuità con quanto fatto fino ad oggi rispetto, in particolare, ad uno specifico e importante settore strategico. Da troppi anni stiamo cercando di sciogliere un grosso dilemma, una grossa questione: come armonizzare il contenuto di una scienza medica in piena evoluzione con un contenitore, una struttura edilizia, un ospedale, irrazionale e anacronistica. Oggi tutti concordano sull'idea che l'ospedale debba essere un luogo di cura a carattere "intensivo", con pochi posti letto, ad alta tecnologia, finalizzato al trattamento delle emergenze, degli eventi acuti con metodo multidisciplinare. L'ospedale deve essere anche luogo dove gli ammalati che non necessitano di assistenza continua e di cure intensive possono essere seguiti in regime diurno. È la direzione che stiamo seguendo, ma non possiamo essere soddisfatti rispetto ai tempi ed alla pianificazione degli interventi, ci sembra una direzione ancora un po' nebulosa.
Ci auguriamo che questo settore, che è affidato adesso a un Assessore che ha la possibilità di lavorare per 4 anni... che questo problema venga considerato prioritario e vengano assunte le decisioni corrispondenti. Il confronto sull'ospedale e sul suo futuro deve rappresentare però anche un'opportunità in più per tutti, il momento cioè per discutere dell'idea stessa del welfare e della rete dei servizi. Non deve essere quindi una discussione unicamente urbanistica o legata alla viabilità di questo o quel territorio, ma deve essere anche una discussione e un confronto culturale. Per noi, oltre agli investimenti, la rete ospedaliera deve tenere conto dell'esigenza di integrarsi con la medicina del territorio, con gli ambulatori, i centri per la riabilitazione, le strutture socio-assistenziali, i medici di medicina generale, per far sì che il percorso sanitario assistenziale di un paziente non sia spezzettato e crei disorientamento a lui e ai suoi familiari. Non è solo una questione pratica e organizzativa, non si conquista solo con i convegni e sulla carta; è un modo di vedere e di concepire la sanità, l'assistenza, il benessere in cui gli operatori ai diversi livelli e delle diverse organizzazioni si assumono la responsabilità di accompagnare i pazienti nel loro percorso di salute. Lo sforzo è davvero grande, ma quella che immaginiamo è una sanità capace di rispondere appieno agli obiettivi ambiziosi disegnati nel lontano 1978 dalla legge n. 833. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Grazie, Presidente. Non sono intervenuto prima, perché ritengo che il Presidente in aggiunta al suo intervento non abbia bisogno di un controcanto; quando il Presidente della Giunta parla, parla a nome di tutta la maggioranza. E poi non sono intervenuto perché non mi sembrava che fosse messa in discussione la figura di Lanièce e nemmeno dei programmi sanitari; d'altronde questo è un elemento che poi ha evidenziato anche Lattanzi nel suo intervento.
Sono rimasto un po' perplesso quando ho sentito l'intervento del Consigliere Louvin, che si erge quasi a difensore della morale, e qui si potrebbe aprire una grossa discussione su quella che è la morale in politica, discussione che riguarda evidentemente tutti. Forse è opportuno, anche in prospettiva, ragionare su questi temi e sulle "verginità", come giustamente qualcuno mi suggerisce all'orecchio. Certamente capisco però il suo intervento dalla sua posizione di opposizione, discutibile, ma comprensibile.
Non ce l'ho fatta, Consigliere Rigo, quando ho sentito il suo intervento, non ce l'ho fatta, non volevo intervenire, ma non ce l'ho fatta, ho dovuto chiedere la parola, perché lei mi dice che definisce la sua mozione o il suo intervento di oggi qualcosa che deve essere considerato non improprio e inopportuno, anzi utile, ma... secondo me qui c'è qualcosa che non quadra! Io, al contrario, io definirei la sua mozione, il suo intervento di oggi, ambiguo, addirittura subdolo - se lei mi consente -, perché quasi dopo una sentenza di una Corte d'Appello adesso scopriamo che in quest'aula abbiamo dei notai... ma che sorpresa! Abbiamo addirittura dei notai che ci ricordano non solo... perché questo poi è il tentativo che lei sta cercando di mettere in atto per uscire dal cul de sac politico dove si è messo... lei ci ricorda quasi che qui bisogna rispettare delle procedure, quasi come se le dimissioni non fossero arrivate... cioè bisognava che lo dicesse lei che, per poterlo rinominare, lui si doveva dimettere! Non è un fatto conseguente, no, era l'elemento centrale della sua mozione.
Invece no, secondo me la sua mozione aveva un carattere politico, molto forte, che lei adesso sta cercando di diluire. Il suo è un attacco preciso nei confronti del Presidente, e lo ha anche detto, perché poi ha detto che non è stato coerente, gli ha detto che non ha spiegato le cose nel modo giusto! Perché alla fine il galleggiamento interno è venuto fuori, anche se lei ha cercato di alleggerire la sua pressione, ma in realtà quando lei attacca... perché non era nei confronti del Presidente, ma del Presidente di questa maggioranza ed è qui l'ambiguità! L'ambiguità politica di chi pratica la "politica dei due forni" e questo, secondo me, di nuovo non rientra tanto nella morale, perché è facile riempirsi la bocca e sostenere e dire che le alleanze con questa maggioranza e con le forze regionaliste e autonomiste, magari pensando al Comune di Aosta, sono alleanze che contano, quelle che possono fare le cose. In realtà, poi, nel momento in cui bisogna tradurre in azioni concrete e dimostrare che c'è una volontà politica di perseguire i medesimi obiettivi, guardi, puntualmente voi non ci siete mai, puntualmente! A partire dalle europee, alle politiche, alle regionali, e via così, fino ad arrivare a momenti anche delicati dove cercate in modo subdolo di far fibrillare questa maggioranza! Però non ci riuscite, mi dispiace, non ci riuscite, ma anche dimostrando quella che non è una coerenza... perché, Rigo, lei è il primo firmatario di una mozione, ma lei è il Presidente della V Commissione, è il Presidente di quella Commissione che lavora spalla a spalla con l'Assessore proprio nella gestione dei programmi...
(interruzione del Consigliere Rigo, fuori microfono)
...questa è la verità! Perché lei non è il Presidente della... ah già, è vero, mi sono dimenticato di dire una cosa, che forse lei non si ricorda più, ma che io le ricordo sempre per coerenza: che aveva annunciato prima dell'estate che si sarebbe dimesso da quella Commissione, perché lo ha detto lei sui giornali; poi, se non si ricorda, io glieli vado a cercare... che si sarebbe dimesso perché non condivideva il modo di operare all'interno di quella Commissione. Infatti poi firma una mozione dove sfiducia l'Assessore, perché poi lo ha detto, l'Assessore non ha fatto, bisogna fare, non si è fatto niente... ma io invito lei a una coerenza! Lei faccia le cose che dice, ha detto che si dimetteva, si dimetta da Presidente della V Commissione e poi vedremo se la rieleggeremo con la stessa procedura che lei, da notaio, oggi ci ha chiamato in quest'aula!
Lei ha chiesto le dimissioni di Lanièce e sono arrivate... adesso lei si dimetta, così avremo anche noi modo di rieleggerla e, all'interno di quel dibattito, fare una bella discussione anche sul discorso sanitario! È una questione di coerenza, perché non si può fare sempre un discorso dove, da un lato, si getta il sasso e, dall'altro, si ritira la mano; non si può fare un discorso dove si occhieggia alle forze regionaliste e poi, dall'altra parte, si cerca di giocare nel manico cercando ogni volta di far fibrillare, di sollevare problematiche all'interno dei gruppi!
La discussione tecnica c'è stata all'interno anche del movimento di maggioranza, come era legittimo che fosse, come è giusto che ci sia all'interno di ogni partito, con persone d'accordo e con persone che possono essere anche meno d'accordo! L'importante e quello che conta per questa maggioranza, è che si sia ritrovata un'intesa e una coesione, ed ecco perché sull'intervento del Presidente nessuno è intervenuto: perché il Presidente, nel momento in cui parlava, era a valle di questo percorso dove si è trovata una coesione di questa maggioranza e molto serenamente, rispettando tutti i passaggi e le procedure, si è arrivati a ripresentare l'Assessore Lanièce. Lo so che questo non le piace così come si è svolto, perché lei avrebbe voluto altro... avrebbe voluto mettere in discussione il Presidente, la sua maggioranza, avrebbe voluto fare un discorso politico; non le è riuscito, mi dispiace. Se è coerente, glielo ricordo ancora, si dimetta da Presidente della V Commissione!
Presidente - La parola al Consigliere Rigo per secondo intervento.
Rigo (PD) - Per fatto personale, visto che mi ha chiamato in causa, per una precisazione rispetto a una cosa non esatta detta...
Presidente - ...ma il fatto personale non deve essere solo una risposta dialettica nella polemica politica, deve essere proprio qualcosa... altrimenti diventa tutto personale, capisce?
Rigo (PD) - ...per una precisazione rispetto ad una cosa non vera. Avrò diritto? Grazie.
Caro Leonardo, io non ho mai rilasciato nessuna dichiarazione ai giornali in merito a mie dimissioni dalla V Commissione...
(interruzione del Consigliere La Torre, fuori microfono)
...scusa... io non ho mai rilasciato dichiarazioni ufficiali ai giornali, non sono state riportate dai giornali le mie dimissioni, né pensate, né presunte, né scritte, né ritirate dalla V Commissione. In Commissione si fanno tante discussioni, tanti dibattiti, ma in Commissione, che è un'altra veste! Se però la volontà del Consigliere di maggioranza Capogruppo La Torre è la volontà dei commissari della V Commissione, disponibilissimo... trenta secondi dopo se chieste... a dare le dimissioni. Se sono d'impiccio, se urto la suscettibilità di qualcuno della maggioranza, me lo si dica; io, subito - alcuni colleghi mi conoscono - darò le dimissioni, però vorrei che questo fosse evidente e chiaro. Per quanto riguarda le altre questioni, sono valutazioni sue, io con la cerbottana non riesco ad affondare una corazzata che è quella del Presidente.
Presidente - Abbiamo preso atto del fatto personale.
La parola al Consigliere Agostino.
Agostino (UV) - Grazie, Presidente. Come il collega La Torre è stato stimolato a intervenire sull'intervento di Rigo, così sono stimolato io ad intervenire quando interviene il "Presidente Assessore Louvin". Sono stato stimolato ad intervenire proprio leggendomi un pezzo della Gazzetta Matin e mi pare anche sulla Stampa, dichiarazioni che ha fatto... questo secondo me è proprio un chiaro esempio di come si può predicare benissimo... come non si può condividere le parole che ha detto... però, dall'altra parte, razzolare un pochettino male. Perché, giustamente, cosa c'è scritto sulla Gazzetta Matin? dobbiamo dare l'esempio ai cittadini che dobbiamo rispettare le leggi, sennò dobbiamo veramente arrivare all'arbitrio personale... giustamente, condivido, come non condividere questo? Ma mi spieghi un po', questo penso che valga per tutti: come mai lei ha impugnato questa legge prima, quando ha visto che erano ineleggibili anche i professori universitari e si è subito premunito di intervenire e far togliere quella cosa? Allora valeva anche per lei, mi pare, quella... quando tocca agli altri bisogna rispettare le leggi e quando veniamo toccati, invece, bisogna... ecco!
Volevo solo intervenire su questo... poi leggendo la Gazzetta Matin dice che dobbiamo assolutamente rispettare le leggi e dobbiamo dare l'esempio ai cittadini che noi diciamo... quando ci interessa, invece, le impugniamo... mi pare che lei abbia fatto al contrario: lei si è premunito prima e quindi l'ha impugnata prima questa legge, per poter essere eleggibile, mentre gli altri che sono stati praticamente toccati e ne pagano le conseguenze tuttora, per quelli lì bisogna rispettare le leggi! Solo su questo, grazie.
Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Empereur per dichiarazione di voto.
Empereur (UV) - Merci, M. le Président. Chers collègues, après la sentence de la Cour de Cassation, après la prise d'acte de la part de ce Conseil des démissions de l'Assesseur Lanièce, nous avons conclu un parcours. Suite à l'intervention du Président Rollandin et à sa proposition nous sommes là pour en ouvrir un autre. Sur le thème, Assesseur technique ou Assesseur choisi parmi les élus, chacun, parmi nous et à l'extérieur a ses idées et quelqu'un, parmi lesquels le soussigné, au sein du groupe de l'Union Valdôtaine, au sein des organisations du mouvement, les a même explicitées.
J'appartiens, depuis 30 ans à l'Union Valdôtaine, nous appartenons, nous, les composants du groupe de l'Union Valdôtaine à un mouvement politique important qui a un rôle autant important dans l'explicitation de l'activité politique en Vallée d'Aoste. Un mouvement tellement important qu'il est à même d'exprimer au sein de ce Conseil 17 Conseillers. Heureusement au sein de notre mouvement une confrontation franche et sereine sur ce thème s'est développée et le mouvement de l'Union Valdôtaine, sur proposition du Président Rollandin, a tranché sur ce thème.
Nous, les élus, nous sommes ici à représenter le mouvement et ses décisions. Nous sommes ici pour respecter et pour traduire en action politique les volontés, les décisions de notre mouvement. Nous sommes en quelque sorte, nous les élus, des soldats et vous le savez très bien, mes chers collègues, les soldats sont d'habitude très obéissants et nous serons donc cette fois encore des soldats obéissants en soutenant et en votant la proposition du Président Rollandin. Merci.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Come immaginavamo, questa discussione non ci ha appassionato particolarmente.
Abbiamo già avuto modo di dire e di confrontarci all'interno della maggioranza, che quello dell'Assessore alla sanità era un problema che rientrava nell'ordine delle scelte che spettavano all'Union Valdôtaine, per cui non abbiamo voluto entrare nel merito più di tanto. Noi, su questo argomento, siamo partiti da un presupposto mi pare di una banalità scontata, cioè che il Presidente della Regione nomina la sua squadra, ha la possibilità giuridica di scegliere anche un Assessore tecnico, cosa che peraltro come è stato detto è avvenuta nella storia della politica da sempre, da destra, da sinistra, dal centro, e da tutte le parti politiche c'è stata una scelta di questo tipo, che non ha - credo - scandalizzato nessuno.
Oggi ho assistito, così come questa estate, a questi scoop giornalistici sulla questione che secondo me hanno più rivestito, appunto, lo scoop giornalistico che altro, perché obiettivamente non ho mai sentito da nessuno note di demerito su chi ha svolto il proprio ruolo alla sanità, nel dicastero di cui stiamo parlando, per cui su Lanièce non è mai stato detto niente e noi non abbiamo assolutamente nulla da eccepire. Noi abbiamo anche provato questa estate, molto modestamente, a sentire un poco la gente su questo argomento, adesso non so se io incontro persone diverse da quelle dell'opposizione, ma il più delle volte alla gente di questo problema proprio non gliene poteva fregare di meno... mi scusi l'Assessore!
Quello che interessa alla gente è il problema della sanità, sono i problemi che ci sono al Pronto Soccorso d'estate: c'è un flusso incredibile, dove la gente aspetta delle ore! Alla gente interessa sapere che ci sono iniziative per la sanità che siano all'avanguardia, queste cose interessano! Poi interessa il problema dei buoni della benzina, i problemi del trenino di Cogne... alla gente interessano questo tipo di problemi!
Noi siamo quindi un po' sorpresi anche dal tono scandalistico, che si vuole dare alla questione e non l'abbiamo assolutamente sentita così "forte" come qualcuno vuole farci credere. Dopodiché spero soltanto che il nuovo Assessore continui a svolgere il ruolo come finora ha fatto, magari anche migliorando qualcosa rispetto al problema del suo dicastero e siamo convinti che questo avverrà sino alla fine della legislatura.
Presidente - La parola al Presidente della Regione... la parola al Consigliere Donzel, per dichiarazione di voto.
Donzel (PD) - Scusi, Presidente, arriviamo spesso in ritardo non in termini polemici, ma la minoranza lascia parlare la maggioranza perché avendo più corpo, ha l'autorevolezza che le deriva dalla maggioranza dei voti in aula ed è normale che si replichi con le nostre argomentazioni; quindi è spesso per rispetto che non parliamo per primi... l'ultima parola spetta sempre alla Giunta, quindi non è una questione di ultima parola.
Ciò premesso, c'è un aspetto che riguarda intanto la legalità e io non penso che i cittadini siano così indifferenti, insofferenti rispetto al rispetto delle norme e alla legalità. Ho incontrato in questi giorni anch'io delle persone le quali si lamentavano molto perché... si trattava di un imprenditore che ha esposto un cartello che era più grande di circa 5 cm di lato e i vigili lo hanno multato per questa cosa. Lui ha rivendicato il fatto che non conosceva quella norma, che non ne era a conoscenza, ma da bravo cittadino ha pagato la multa, cioè ha rispettato la legge. Quindi la gente sa cos'è la legalità, per fortuna che abbiamo la stragrande maggioranza dei nostri cittadini che sono cittadini che rispettano le norme!
E quando noi diciamo c'è una sentenza della Cassazione, diciamo diamo l'esempio che noi politici rispettiamo le norme, quindi non era speciosa la nostra richiesta di dimissioni, era un atto dovuto sentito anche dai cittadini; dopodiché si fanno le valutazioni politiche, lo abbiamo più volte detto: non c'è nulla di personale, posso permettermi pubblicamente di dire che l'Assessore Lanièce è una persona squisita. Non c'è assolutamente niente di personale. C'era però, come ben ha illustrato, da parte del partito... e qui voglio fare una precisione: oggi abbiamo commemorato dei soldati veri, quindi non mi paragonerò ad un soldato, ma anche noi abbiamo un piccolo partito e lo rappresentiamo come persone che si mettono al servizio di questo partito, quello che abbiamo voluto rappresentare è proprio quella cosa, che i problemi che indicava prima il Capogruppo della Stella Alpina Salzone esistono. Lo ha detto lui che ci sono le code al Pronto Soccorso, è un problema. Questo noi chiediamo: che questa cosa venga risolta. È un problema reale, lo dice la maggioranza che ci sono cose che non vanno, noi di questo vogliamo parlare: rispetto della legalità e poi agire. Quindi abbiamo volutamente già nella nostra mozione detto che non ci appassionava la questione della persona, ma il rispetto della norma e la questione di dove va la sanità in Valle d'Aosta. Se ci sono quelle code al Pronto Soccorso è perché ci sono problemi di sanità sul territorio, ci sono dei territori che sono scoperti dal punto di vista ambulatoriale e dal punto di vista di un'efficacia di risposta; quindi la bassa Valle è spesso costretta a rivolgersi all'Ospedale di Ivrea oppure da Châtillon vengono ad Aosta e questo non va! Di queste cose vogliamo parlare, ecco perché si è detto: al di là della persona chiediamo discontinuità, quindi questo è l'atteggiamento, nel senso di un'accelerazione, di un'attività più efficace sulla sanità valdostana.
Riteniamo positivo, anche se tardivo, che siano arrivate le dimissioni, non diamo lezioni di coerenza, non ci siamo permessi di dare lezioni di coerenza, ma di richiamare al rispetto della legalità. Non pensiamo di essere noi i massimi interpreti del principio della coerenza, anzi, riteniamo un gesto di intelligenza anche quello di cambiare opinione, spiegare e motivare in aula il perché si è cambiato opinione rispetto ad una scelta che prima era stata indirizzata in un altro modo; quindi era questo che noi chiedevamo, che se si era cambiata opinione lo si dicesse non sui giornali, ma lo si dicesse in aula e lo si motivasse. Anche questo è un atto assolutamente coerente, dovuto e proprio in conseguenza di questi due aspetti: la richiesta di un segno tangibile che anche la politica - sebbene usi le sue procedure - è rispettosa della norma, della sentenza; non è questa la sede per rientrare in quel dibattito delicato che abbiamo avuto sulla difficoltà di interpretazione della legge, ma per fortuna gli operosi dipendenti regionali che trascrivono, mi complimento, gli interventi che facciamo... hanno trascritto gli interventi che il PD ha fatto nel 1° luglio 2008 e il 23 luglio 2008, in quegli interventi si legge chiaramente "non si può far finta di non vedere che ci sono difficoltà di interpretazione, è una norma sulla quale dovremmo tornare per correggerla". È una dichiarazione del 1° luglio 2008. Così come citando eminenti giuristi, il 23 luglio dicevo che le norme dell'ineleggibilità sono evase spesso in tutto il territorio nazionale, ma che questo fatto non è da sottovalutare, cioè cancelliamo l'ineleggibilità, ma è piuttosto un fatto che comporta di studiarle meglio perché delegittimano il voto e la partecipazione dei cittadini al voto, cioè se i cittadini hanno anche solo il sospetto che qualcuno possa violare la norma e farsene beffe, possiamo far eleggere chiunque in barba alle norme, i cittadini si demotivano, non partecipano. Poi guardiamo i dati elettorali e diciamo che è diminuita la partecipazione... non deve esserci questo sospetto, non può esserci dubbio sul risultato elettorale. Quindi non è una cosa superficiale, non è un dibattito all'acqua di rose perché parliamo di queste cose qui; parliamo dell'essenza della democrazia, parliamo del perché qui c'è una Regione che si autogoverna. Guai se ci fosse il sospetto che in quest'aula siede qualcuno che ha barato! Il danno sarebbe enorme non solo nei confronti della Valle d'Aosta, ma in un momento in cui la Valle d'Aosta si deve confrontare con l'esterno, si deve confrontare con un governo che sta mettendo in discussione i principi fondamentali dell'autonomia... della specialità più che dell'autonomia. Di fronte a queste cose è importante che ci sia un dibattito trasparente, che ci sia l'assoluta chiarezza che nessuno, qui, vuole barare. Questa è l'esigenza di aver riportato anche su questa questione, sapendo che proprio come è scritto nella mozione e come bene ha illustrato il collega Rigo, a noi sta soprattutto a cuore la soluzione dei problemi della sanità valdostana.
Capisco la difesa d'ufficio del Presidente, però so bene come non gli sfugga la necessità di rispondere al problema dell'ospedale e non dell'ospedale solo come edificio, ma della costruzione della sanità sul nostro territorio, di fronte a costi crescenti, ad un attacco che viene anche alle nostre realtà dal livello nazionale che dice di tagliare i costi, sappiamo che in un territorio come il nostro non sarà così facile l'operazione di ridurre i costi della sanità o... ce lo nascondiamo? Sono problemi delicati, questi. Di questo vogliamo parlare, ma sapendo che parliamo con un Assessore su cui non ci sia alcun dubbio rispetto al percorso che lo porta ad essere eletto Assessore. Avevamo individuato l'altra volta, in quel passaggio, una debolezza dell'Assessore, su cui pendeva la spada di Damocle di una sentenza. Oggi probabilmente chiunque sarà l'Assessore, ci viene detto Albert Lanièce, questo problema non lo avrà più, sarà più forte, legittimato dal voto della maggioranza. Noi, come gruppo di minoranza, voteremo scheda bianca.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i colleghi che hanno voluto intervenire nel dibattito e nelle dichiarazioni di voto, argomentando in modo diverso le posizioni.
Sicuramente cerco di capire che il richiamo anche all'essere soldati tiene conto dell'evoluzione che hanno avuto i soldati: da soldati di leva sono diventati soldati perché vogliono essere soldati, quindi è cambiato il modo. Sono dei soldati che partecipano direttamente alle azioni, sapendo di volerci partecipare, quindi non è più un obbligo essere soldati, ma è un'adesione volontaria, come è un'adesione volontaria essere oggi, qui, a dibattere e votare quello che l'organismo competente ha deciso su indicazione, come ho già detto. Sotto questo profilo vorrei solo richiamare due o tre aspetti che credo siano importanti. Quello che mi sembra corretto è richiamare un aspetto che più o meno tutti hanno evidenziato, cioè dell'importanza della sanità e che ci sia sotto questo profilo, qualcuno ha detto: discontinuità, intendendo se non ho capito male un'accelerazione. Qualcuno lo ha detto specificatamente, cioè dire: andiamo, acceleriamo, facciamo in modo che ci sia una velocità diversa in quanto c'è, è stato detto, una certezza.
Questo dobbiamo riconoscerlo; sicuramente, soprattutto nell'ultimo periodo, questi 45 giorni, come qualcuno ha detto molto bene, sicuramente non depongono a favore di un lavoro di un certo tipo, bisogna onestamente riconoscerlo, perché sarebbe non corretto sottovalutare questo aspetto. Ciò nonostante e come dico mi ero permesso - e a chi è interessato lo darò - di fare un piccolo promemoria di quello che è stato fatto, di quello che si lavora, di quello che è pronto. È corretto anche l'indirizzo di accelerare sull'ospedale e sono contento che questo richiamo ci venga anche fatto in quest'aula dal gruppo del PD. Voglio ricordare che sull'ospedale nella precedente legislatura c'era stata qualche piccola difficoltà per il fatto che c'era stato un referendum, che sicuramente ha un po' frenato, perché c'è stato un tempo che è stato dedicato a vedere come andava a finire questo referendum.
Oggi c'è stato, anche lì si è messo un punto fermo, e vorrei ricordare che al Comune di Aosta il 13 ottobre sarà presentata la proposta di accordo di programma per il nuovo ospedale. La Giunta su questo ha già dato incarico a Finaosta della costituzione della società di scopo come era la Finbard per andare avanti a seguire direttamente questo problema, che concordo è un problema molto importante, e che poi, tenendo conto che sarà gestita questa società, ci auguriamo che i tempi siano raccorciati rispetto alla gestione di solito purtroppo un po' più farraginosa dell'Amministrazione. Quindi sotto questo profilo credo che da parte di tutti ci sia stato un richiamo ad augurarsi che nel momento in cui l'Assessore prende queste funzioni, possa essere nella situazione di dirigere il tutto con una forza e un vigore che superi quello che è.
Sugli altri temi, ecco sul territorio, adesso non entro nel merito, alcune considerazioni sul Pronto Soccorso, su questo credo si dovrà dibattere quando verrà presentato il piano sanitario su cui si sta lavorando e su altri temi che faranno oggetto di un confronto specifico.
Due osservazioni vanno ancora fatte su un aspetto importante. Quando ho letto la valutazione del prof. Bin, non era una valutazione di parte, ci tengo a dirlo; questa era una valutazione fatta dagli uffici della Presidenza del Consiglio per portare il parere all'attenzione del Consiglio, quindi non era di parte, nel senso che sicuramente anche il Consiglio è una parte, però se uno sceglie un professore di parte poteva essere inteso come se fosse... lo dico solo per chiarezza... quindi era un parere che aveva la sua logica e il suo peso.
Tutto nasce da un'oggettiva difficoltà legata alla legge n. 20, che è vero dalla sua nascita, quindi prima ancora che venisse pubblicata, vorrei che fosse chiaro che prima che venisse pubblicata il Governo l'ha impugnata...
(interruzione del Consigliere Rigo, fuori microfono)
...sto dicendo quello che è successo... no, il collega chiaramente ha fatto un'allusione al fatto che essendo Louvin interessato alla professione universitaria, evidentemente non era fuori da questo obiettivo interesse, il che è altra cosa. Comunque chiarisco, per onestà e per quello che è giusto che venga fatto in quest'aula, che il Governo ha impugnato la legge, il Governo Prodi. A questo punto c'è stata la sentenza della Corte costituzionale che ha chiaramente detto che, per quanto riguardava i professori universitari, non si poneva il problema, mentre si poneva per il rettore; difatti il rettore è stato escluso. Quindi prima ancora che venisse pubblicata, questa era già stata impugnata, primo tassello, e l'impugnativa della sentenza della Corte è richiamata anche nell'ultima sentenza Norbiato, dove si ribadisce quello che è successo per i professori universitari. In tutte le forme si dice in modo chiaro la difficoltà interpretativa di questa legge.
Ora, questa difficoltà interpretativa cosa ci porta a dire? Che sicuramente - e tutti lo hanno riaffermato - la legge va rivista e il fatto che questa legge vada rivista, perché in molte zone... sono zone... tant'è che è stata oggetto di interpretazione e ancora oggi è soggetta a interpretazione, aspetto che il collega Louvin non ha sottolineato, i ricorsi sono stati tre: uno già subito la Corte d'Appello lo ha rifiutato, l'altro lo ha accolto e confermato in Cassazione, l'altro è ancora sub iudice alla Corte costituzionale. Quindi se fosse stato così chiaro fin dall'inizio, non saremmo in questa impasse, e paradossalmente questa impasse porterebbe a dire che anche fra i Consiglieri il discorso, come si farebbe a nominare fra i Consiglieri quando qualcuno è ancora sub iudice? Anche lì sarebbe una forzatura, perché c'è ancora una pendenza, per dire che se si vuole tirare la corda da una parte e dall'altra ci sono motivi sufficienti per dire: non decido ancora, non posso farlo, perché questa è la logica!
L'altro aspetto che credo, data la difficoltà che tutti hanno rilevato dell'interpretazione della norma: diverso è dire che non si è rispettato la legge; la legge, con le sue difficoltà, è stata rispettata. Per quanto ci riguarda abbiamo rispettato la legge e le sentenze. Ora, far passare questo messaggio è improprio e credo anche fuorviante. Noi abbiamo rispettato la sentenza della Corte fin dall'inizio, tant'è che abbiamo usato uno strumento che è quello dell'Assessore tecnico che è perfettamente legittimo! Il fatto che sia la persona che è oggetto di questo, non è che abbiamo messo in discussione la sentenza, abbiamo detto la sentenza c'è, l'applichiamo e utilizziamo comunque la figura di Lanièce come Assessore tecnico; ma mi dite qual è il problema? Tanto più che se non capisco male vorrete ammettere che questa scelta, almeno come proposta, è della maggioranza ed è legittima, è perfetta?
Poi le valutazioni che avete fatto sull'opportunità ci stanno, voi potete avere, anche all'interno, lo ha ricordato qualcuno, anche all'interno del gruppo c'era qualcuno che aveva nella prima versione. Perché qui ho affermato quello che, come movimento... adesso qualcuno può dire: "ma cosa ce ne frega di cosa decide il movimento?", io qui ho riportato la posizione del movimento che in quella decisione aveva detto, nel momento in cui c'è questa decisione, si va verso una scelta all'interno dei Consiglieri; cosa che è stata cambiata nell'ultima decisione, che io riprendo! Quindi non è che ho fatto un'affermazione per cui non sono coerente; io sono in perfetta coerenza con quelle che sono le decisioni del movimento. Se il movimento decideva da un'altra parte, ero qui a dirvi qualcosa di diverso in accordo con le forze di maggioranza: dov'è la mancata coerenza? Questo ci tengo a dirlo, perché su questo si è imbastito: ah, la credibilità... non si è corretti, si dice una cosa e poi se ne fa un'altra! No, si dice una cosa quando è finito un percorso che porta a quella conclusione, quando viene cambiato dico perché è cambiato e abbiamo detto perché è cambiato, dov'è il problema?
Un minuto solo per concludere, nel senso che le valutazioni conseguenti a questa disposizione ci portano a dire che la nomina proposta di Albert Lanièce è anche legata a quello - ringrazio i colleghi per averlo detto - all'attività svolta dall'Assessore e alla competenza. Credo che questi siano due aspetti importanti, la gente - questo posso dirlo con tranquillità - ho ricevuto in questi giorni lettere, ho ricevuto delle segnalazioni dove si diceva che i medici stessi sono d'accordo all'interno dell'ospedale come all'esterno, di mantenere una figura che capisce, che è competente e che è preparata. Ecco perché oggi credo che, con correttezza, abbiamo sottolineato l'esigenza di dare continuità al lavoro svolto dal Albert Lanièce.
Presidente - Prima di passare alla votazione voglio ricordarmi come si vota. Vi leggo testualmente cosa dice l'articolo 8 bis, perché su questo poi dobbiamo fare un po' di chiarezza. "L'elezione degli Assessori si effettua a scrutinio segreto a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati - il che significa che ci vogliono 18 voti - apponendo sulla scheda di votazione - che non so se vi è stata già distribuita... non ancora... - un segno nel rettangolo sottostante le diciture "SI/OUI" - "NO/NON". Sono considerate nulle le schede recanti i nominativi di persone o altre indicazioni". Vi ripeto, qui è testualmente scritto di apporre un segno, non si dice quale, nel rettangolo sottostante. Allora, da questo punto di vista, è molto vaga la dizione della cosa, per cui ne prendo atto; se avete su questo delle considerazioni da fare, per cortesia, facciamolo nei modi che vuole l'aula, altrimenti non ne veniamo fuori. Altrimenti rimango a questa dicitura.
La votazione, salvo richiesta fatta dai Consiglieri, viene fatta nella sede di ogni postazione dei Consiglieri. Ci sono delle richieste? Se non ci sono delle richieste, chiedo che si proceda alla distribuzione della scheda. Prego gli uscieri di voler distribuire le schede. Colleghi, le schede sono state tutte distribuite, il gruppo Vallée d'Aoste Vive-Renouveau non ha ritirato le schede, per cui si può procedere alla votazione. Invito il Consigliere Segretario di voler procedere all'appello per la deposizione delle schede.
Ricordo agli scrutatori che sono Comé, Impérial e Morelli, se possono gentilmente... ah già, Morelli non ha partecipato, occorre quindi sostituirla... la collega Fontana? Grazie. Guardate che non c'è nessun problema se la collega Morelli, non è che qui ci facciamo questo tipo di problemi; è un controsenso, non si partecipa alla votazione e si fa lo scrutatore? Non è con questo che volevo escludere la collega Morelli, ma era un atto di riguardo nei confronti di una persona che ha adottato un comportamento nei confronti di questa votazione. Voglio dire... poi, per carità, vedete voi, ma io fossi al posto della collega Morelli sarei imbarazzato di fare lo scrutatore là dove non ho voluto partecipare al voto, poi... per carità!
Consiglieri presenti e votanti: 30
Schede valide: 30
Schede bianche: 7
SÌ/OUI: 23
Presidente - Proclamo eletto Assessore alla sanità e alle politiche sociali il sig. Albert Lanièce e lo invito a prendere posto al tavolo della Giunta.
Il Consiglio prende atto ed il neo-eletto Assessore Albert Lanièce, su invito del Presidente del Consiglio, prende posto al banco della Giunta.