Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 705 del 29 luglio 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 705/XIII - Approvazione di risoluzione: "Impegno nella tutela delle produzioni tipiche e nella difesa del concetto di tracciabilità dei prodotti valdostani".

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Preso atto della comunicazione dell'Associazione Agricoltori della Valle d'Aosta, aderente alla Confederazione Nazionale Coldiretti, indirizzata ai Parlamentari valdostani, al Presidente della Regione e all'Assessore all'Agricoltura e Risorse naturali, nella quale le istituzioni valdostane sono sollecitate a sostenere la mobilitazione messa in campo dalla Coldiretti a partire dal 20 luglio 2009;

Richiamato il documento della Coldiretti allegalo a tale comunicazione, che illustra le ragioni della mobilitazione volta al riconoscimento della filiera agricola tutta italiana per il latte, i prodotti lattiero?caseari e il vero Made in Italy, addebitando l'attuale stato di crisi delle imprese zootecniche principalmente alla carenza di trasparenza in merito alle importazioni di latte e derivati da altri Paesi dell'Unione europea e denunciando il rischio che prodotti originati da latte e derivati provenienti dall'estero possano essere venduti come italiani;

Rilevato che, alla luce dei dati relativi alle importazioni del 2008 elaborati sulla base di dati del Ministero della Salute e resi noti dalla Coldiretti, la media italiana di "equivalente latte" importato, rispetto al latte prodotto, è del 77,30 percento, percentuale che in Valle d'Aosta scende drasticamente all'8,55 percento, a fronte di regioni con percentuali molto alte (alcuni esempi: Piemonte 87,34 percento, Trentino Alto Adige 47,57 percento, Liguria 152,35 percento, Toscana 290,82 percento);

Considerato che, in Valle d'Aosta la filiera lattiero?casearia è, per legge, oggetto di attenta verifica in ogni sua fase, dal controllo dell'anagrafe del bestiame e degli allevamenti al monitoraggio di mayen ed alpeggi, che rende possibile la conoscenza del bestiame allevato sul territorio e la sua movimentazione e di conseguenza, unitamente ai controlli funzionali effettuati dall'Association Régionale Eleveurs Valdôtains, la valutazione della produzione di latte a livello regionale;

Considerato altresì che, nell'ambito dell'applicazione del regime delle quote latte è prevista la completa rintracciabilità del latte, compresa la sua provenienza, e dei prodotti lattiero?caseari lavorati da ogni struttura di trasformazione presente sul territorio regionale;

Atteso che, la produzione lattiero?casearia valdostana è rappresentala perlopiù da produzioni DOP i cui disciplinari prevedono l'utilizzo esclusivo di latte proveniente da aziende agricole valdostane;

Accertato che, allo stato attuale, non sono conosciuti casi di latte prodotto all'estero e lavorato in Valle d'Aosta e che il dato sulle importazioni riportato dalla Coldiretti si riferisce a latte UHT già confezionato ed etichettato, pertanto non destinato a successive lavorazioni, a formaggi da affinare importati da aziende non dotate di caseificio, di casera o di altra struttura di trasformazione, ma solo di magazzini destinati a stagionatura ed ad una minima quantità di latte di capra trasformato da unico produttore;

Conferma

l'impegno della Regione Autonoma Valle d'Aosta nella tutela delle produzioni tipiche, nel sostegno agli agricoltori e nella difesa del concetto di "tracciabilità" dei prodotti;

Invita

i Parlamentari valdostani e le forze politiche rappresentate in Consiglio ad adoperarsi nelle sedi opportune sostenendo le richieste formulate dalla Coldiretti, in particolare:

? rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall'estero, disponibili presso i Ministeri della Salute e delle Politiche agricole, alimentari e forestali e presso l'Agenzia delle Dogane, oggi non liberamente conoscibili da parte dei cittadini?consumatori;

? rendere obbligatoria l'indicazione, in etichetta, dell'origine territoriale sia del latte a lunga conservazione, sia di latte e sostanze derivate impiegati per le produzioni casearie;

? rendere obbligatoria l'indicazione, nell'etichetta dei formaggi e dei latticini, delle sostanze utilizzate come ingredienti (quali le cagliate prelavorate nonché la loro origine territoriale);

? vietare l'uso di caseine, caseinati e proteine concentrate del latte nella fabbricazione dei formaggi.

F.to: Isabellon - Salzone - Empereur - La Torre

Président - Collègues, il nous reste à examiner le point 24.2, la proposition de résolution concernant l'agriculture. La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.

Isabellon (UV) - Grazie, Presidente. La proposta di risoluzione riguarda un argomento che ha avuto l'eco anche della cronaca nell'ultimo periodo, in quanto si sono sviluppate delle manifestazioni a seguito di una presa di posizione dell'Associazione agricoltori della Valle d'Aosta, per quel che riguarda il nostro territorio, che aderisce alla Confederazione nazionale della Coldiretti. Noi ne siamo stati coinvolti come amministrazione a seguito di una comunicazione, indirizzata al Presidente, al sottoscritto e ai Parlamentari valdostani, che presentava questa mobilitazione che veniva definita la salvaguardia del Made in Italy agroalimentare.

A seguito di questa presa di posizione si sono sviluppate anche, soprattutto in corrispondenza ai punti di ingresso del latte e derivati attraverso la importazione nei punti critici che sono il Brennero, il Fréjus e altri valichi e punti di collegamento, delle manifestazioni che hanno visto la partecipazione dell'Associazione Coldiretti e anche di molti agricoltori.

Il contenuto del documento che ci è stato trasmesso in allegato alla comunicazione è in parte recepito dalla proposta di risoluzione, ma nella sostanza diciamo che l'obiettivo è quello della salvaguardia del Made in Italy, come si suol dire, per quel che riguarda la trasformazione dei prodotti lattiero-caseari, ma anche della commercializzazione del latte. L'obiettivo è quello di andare ad avere piena luce sui dati relativi alle importazioni e tutto questo porta ad andare ad esaminare dei dati che sono attualmente disponibili, che sono riportati nel testo della risoluzione. È una rilevazione riguardante il 2008, che è stata fornita dal ministero della salute e resa nota dalla Coldiretti.

Vediamo qui alcuni esempi. La media italiana di equivalente latte: questo è importante dirlo perché magari semplicisticamente a volte quando si parla di dati, si pensa che si parli esclusivamente di latte, in realtà l'equivalente latte contiene sia i quantitativi di latte vero e proprio che di altri prodotti, che sono le cagliate o che possono essere i formaggi, che vengono riportati come quintali equivalenti. Comunque da questi dati vediamo che la Valle d'Aosta si trova in una posizione di bassa classifica per quello che è l'importato; siamo all'8,55 percento come percentuale rispetto al latte prodotto, mentre altre regioni hanno dei dati molto più consistenti. Questo è già un segnale positivo.

Poi nelle varie considerazioni dobbiamo dire che in Valle d'Aosta la filiera lattiero casearia è per legge oggetto di attenta verifica in ogni sua fase, dal controllo all'anagrafe del bestiame degli allevamenti, al monitoraggio di mayen e alpeggi che rende possibile la conoscenza del bestiame allevato sul territorio e la sua movimentazione. Di conseguenza, unitamente ai controlli funzionali effettuati dall'Association Régionale Eleveurs Valdôtains, la valutazione della produzione di latte a livello regionale.

Si può considerare altresì che nell'ambito dell'applicazione del regime delle quote latte è prevista la completa rintracciabilità del latte, compresa la sua provenienza, e dei prodotti lattiero caseari lavorati da ogni struttura di trasformazione presente sul territorio regionale, atteso poi che la produzione lattiero casearia valdostana è rappresentata per lo più da produzioni DOP, in particolare la fontina, i cui disciplinari prevedono l'utilizzo esclusivo di latte proveniente da aziende agricole valdostane.

In merito ai dati che sono stati comunicati, in particolare per quel che riguarda la Valle d'Aosta, da parte del presidente dell'associazione agricoltori della Valle d'Aosta, presidente Balicco, è stato comunicato un dato preciso che è di 37.812 quintali di equivalente latte. Noi abbiamo accertato che allo stato attuale non sono conosciuti casi di latte prodotto all'estero e lavorato in Valle d'Aosta, e che il dato sulle importazioni riportato dalla Coldiretti si riferisce: a latte UHT già confezionato ed etichettato, quindi importato in questo modo, pertanto non destinato a successive lavorazioni; a formaggi da affinare importati da aziende non dotate di caseificio, di casera o di altre strutture di trasformazione, ma solo di magazzini destinati a stagionatura, e a una minima quantità di latte di capra destinato da unico produttore. Faccio rilevare questo per un eventuale ulteriore dubbio che ci potesse essere, che una anche minima quantità di latte potesse finire in un circuito che può andare ad interferire con le produzioni DOP: naturalmente questo è importante dirlo, non si pone questo dubbio.

Quindi l'invito rivolto al Consiglio è di approvare questa risoluzione, che invita i Parlamentari valdostani e le forze politiche rappresentate in Consiglio ad adoperarsi nelle sedi opportune, sostenendo le richieste formulate dalla Coldiretti. In particolare: "rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall'estero, disponibili presso i Ministeri della salute, delle politiche agricole, alimentari, forestali e presso l'Agenzia delle dogane, oggi non liberamente conoscibili da parte dei cittadini consumatori; rendere obbligatoria l'indicazione, in etichetta, dell'origine territoriale sia del latte a lunga conservazione, sia di latte e sostanze derivate impiegati per le produzioni casearie; rendere obbligatoria l'indicazione, nell'etichetta dei formaggi e dei latticini, delle sostanze utilizzate come ingredienti (quali le cagliate prelavorate), nonché la loro origine territoriale; vietare l'uso di caseine, caseinati e proteine concentrate del latte nella fabbricazione dei formaggi."

Evidentemente queste sono richieste sostenibili, nel senso che è importante, a tutela della tracciabilità dei prodotti e a tutela dei consumatori, che vengano rese e concretizzate da appositi provvedimenti. Ci sono delle richieste provenienti dalle varie Regioni, che in questo momento stanno arrivando sui tavoli del ministero, affinché ci sia una azione forte anche da parte del Governo italiano nei confronti della Comunità Europea per quello che è di sua competenza. Noi ci proponiamo di associarci attraverso un coinvolgimento dei nostri Parlamentari e delle forze politiche qui rappresentate, affinché si vada in questa direzione, pur riconoscendo nella nostra realtà una situazione particolarmente controllata e particolarmente severa nei monitoraggi per quel che riguarda il circuito di garanzia della produzione delle DOP, in particolare della fontina.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Diciamo subito che noi condividiamo questa risoluzione proposta dall'Assessore e dalle forze di maggioranza. Abbiamo subito condiviso la preoccupazione della Coldiretti, fra l'altro anche specifica e non solo generale, per quanto riguarda le manifestazioni che si sono tenute in queste settimane per sensibilizzare nel nostro paese questa tematica che riteniamo di vitale importanza. Così la riteniamo noi e così la ritiene fra l'altro anche il Sottosegretario agli affari agricoli e all'agricoltura Zoia che in queste settimane si sta battendo per difendere la tipicità dei nostri prodotti dal rischio di una globalizzazione, di processi di globalizzazione che non sempre sono positivi soprattutto per un paese come il nostro che vive di tipicità e di particolarismo.

A maggior ragione la Valle d'Aosta ha la necessità, noi riteniamo fondamentale, di difendere i propri prodotti e i propri prodotti tipici. È vero che noi, come dice la risoluzione in premessa, abbiamo una serie di disciplinari, di regolamentazioni e di controlli che sono stati messi in atto per garantire la qualità e la tipicità dei nostri prodotti, sia dei prodotti diretti che derivati. È altrettanto vero che, pur essendo una percentuale inferiore al resto del paese, che addirittura ha delle percentuali di penetrazione dei prodotti esteri del 77 percento sulla intera quantità di latte consumato in Italia, quindi una percentuale veramente incredibile, la Valle d'Aosta in questo è meno colpita ed ha una percentuale più bassa. Però ci siamo preoccupati quando la comunicazione dei 37.000 quintali di latte è stata data con una mancanza, a nostro avviso, di una specificazione dell'informazione, cioè che questo latte era latte - come poi l'Assessore ha comunicato e fra l'altro è stato messo in premessa e lo abbiamo condiviso - prodotto impacchettato, non destinato alla produzione di prodotti da trasformazione. Quindi la preoccupazione è andata subito ai nostri formaggi, alla nostra fontina e a tutti i prodotti tipici della Valle d'Aosta.

Noi prendiamo atto degli accertamenti che sono stati fatti, delle notizie che l'Assessore ci ha dato e che sono state fatte proprie dal documento che condividiamo, e facciamo nostro l'invito alle forze politiche, ai Parlamentari e per quanto ci compete ai nostri gruppi parlamentari di Camera e Senato che stanno sostenendo il Sottosegretario Zoia in questa battaglia, per addivenire anche alla tracciabilità e alla comunicazione agli utenti di cosa bevono e di cosa mangiano, perché lì è la vera grande partita. Siamo convinti che le famiglie italiane, quelle valdostane in particolare, e i turisti che vengono a consumare prodotti in Valle d'Aosta, nel momento in cui sono consapevoli di quello che consumano, fanno le loro scelte spontaneamente, se messi in condizione di poter scegliere. Perché la vera questione è che oggi non sono messi in condizione di scegliere, perché non hanno le comunicazioni che dicono che quel prodotto è fatto con un latte che arriva dall'Ungheria piuttosto che dalla Bulgaria, che noi sappiamo essere paesi produttori magari con non tutti i controlli che noi facciamo in questo stato, e con non tutti gli investimenti che si fanno per produrre un certo tipo di qualità, e quindi crediamo che l'utente e il consumatore abbiano il diritto e la politica abbia il dovere di dare risposte in termini di tracciabilità della qualità dei prodotti.

È per questo che condividiamo questa risoluzione, è per questo che diamo il nostro voto convinto a questa risoluzione e aggiungiamo un impegno a sensibilizzare i Presidenti dei nostri due gruppi di Camera e Senato, portando loro la copia di questa risoluzione e facendo nostra la preoccupazione di questo Consiglio.

Président - La parole au Vice-président Chatrian.

Chatrian (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Il percorso tracciato in premessa di questa risoluzione ci porta a fare qualche passo indietro. Probabilmente la Valle d'Aosta aveva investito, negli ultimi trent'anni ha investito assolutamente nel controllo, nella tracciabilità, quindi non è un dato di oggi, e ripercorrendo questa evoluzione, penso che possiamo essere soddisfatti del lavoro fatto dalle categorie all'epoca e da chi si è occupato comunque di non dare solo delle risposte, ma di dare un contributo in più ai consumatori, quindi quella tracciabilità che va data e soprattutto quella informazione che va data, legandola all'AREV e non solo.

Non è solo questione di difendere i nostri prodotti, ma prima di difenderli dobbiamo avere un percorso a monte di lavoro che è stato fatto, quindi questo è un po' il risultato di questa risoluzione che condividiamo nella sostanza e soprattutto nel percorso, che è stato fatto finora. Di conseguenza la voteremo. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, ritengo che la sollecitazione degli amici della Coldiretti sia stata più che mai opportuna: questo della certificazione e della tracciabilità dei prodotti è un argomento di assoluta importanza. Adesso mi sfugge chi sia quel Sottosegretario Zoia, credevo che ci fosse un Ministro che si chiamava Zaia, però c'è sempre qualcosa da imparare...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

...scusa se ti ho toccato l'amico, però visto che non conoscevo quel personaggio, magari era un riferimento...

Premesso che alle volte ci si confonde fra battaglie di forte liberalizzazione, di abbattimento delle barriere di libera circolazione delle merci, e alle volte si torna al protezionismo più rigido, va detto che il testo di questa risoluzione è molto sensato, perché non implica un ritorno a una logica protezionistica, ma a una logica di chiarezza e tracciabilità del prodotto, che è il vero obiettivo da perseguire.

Sicuramente va riconosciuto che, grazie in particolare al disciplinare della fontina in Valle d'Aosta, questo è un lavoro datato ed è un lavoro che ha una storia molto importante. Però su questi appelli, in cui ci riconosciamo correttamente, io vorrei sottolineare che ci sono delle tipologie di problemi - visto che ci accingiamo a votare un documento di questo tipo e diciamo agli agricoltori: vi vogliamo bene, siamo con voi, vi siamo vicini! - che si tenesse presente che ci sono alcuni problemi di questo tipo. Cioè, dobbiamo vigilare perché il marchio Valle d'Aosta, più o meno direttamente, possa essere affisso su prodotti che magari non contengono latte o derivati di latte valdostano. Faccio un esempio: potrebbe accadere che c'è uno yogurt su cui c'è scritto "Valle d'Aosta", ma che non è fatto con latte valdostano. Certo, non c'è scritto sullo yogurt che il latte è valdostano, però è come indurre l'acquirente ad acquistare un prodotto con il marchio Valle d'Aosta, ma che dentro non ha la Valle d'Aosta.

Così vorrei sottolineare che esiste una riflessione da fare anche su tutto il turismo e l'agriturismo valdostano, rispetto alla presentazione di certi prodotti. Non è una cosa che risolviamo oggi, Assessore, con un colpo di bacchetta magica, ma è un percorso su cui lavorare. Faccio un esempio: in tutti i menu troviamo scritto bistecca alla valdostana, di valdostano non so cosa ci sia, alle volte neanche più la fontina, alle volte solo formaggio valdostano, fontina de secounda, come si dice. Però sarebbe opportuno che facessimo un lavoro non immediato, ma che andassimo a cercare di promuovere prodotti autenticamente valdostani all'interno di queste, altrimenti spesso si usa il marchio Valle d'Aosta per vendere un prodotto che è tutto importato dall'esterno. Il caso clamoroso dei sanguinacci: qui di maiali ce ne sono talmente pochi che il sangue di maiale è importato, le barbabietole sono importate, cioè il prodotto è fatto cento per cento con prodotti esterni alla Valle d'Aosta. Non so se rendo l'idea. La stessa cosa vale per alcuni altri prodotti, sicuramente utilizzando un modo non punitivo, perché non sono per un processo di limitazione, ma sono per un processo premiante di chi valorizza il prodotto valdostano e quindi merita di avere un marchio particolare sul suo prodotto, e non utilizza invece la sigla Valle d'Aosta o una montagna valdostana per vendere un latte, che non è valdostano.

Certo non c'è scritto latte valdostano su quel prodotto, però...

(interruzione fuori microfono dell'Assessore Isabellon)

...non sto dicendo che fa qualcosa di illegale, però usa una montagna della Valle d'Aosta. Noi dobbiamo fare in modo che chi utilizza queste cose qui, abbia un qualche atout in più.

In questo modo non siamo solo in una posizione di difesa, ma riusciamo a trasformare una risoluzione come questa in una cosa che promuove, che aiuta, che sviluppa il prodotto valdostano, lo valorizza.

Che in un menu gastronomico della Valle d'Aosta non ci sia quasi niente di prodotto valdostano, ci siano solo i nomi dei piatti, ma non ci sia dentro il contenuto che viene dalla nostra terra, questa è una cosa che ci deve indurre a una riflessione, non da risolvere nel breve periodo ma su cui bisogna lavorare, perché può diventare premiante per cui lavora la nostra terra.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.

Isabellon (UV) - Solo una breve replica. Innanzitutto il fatto che sia stata riconosciuta la valenza di questa proposta fa piacere, perché riconosce un percorso del passato ma riconosce anche che attualmente stiamo lavorando nella buona direzione.

Una piccola replica a quanto affermato dal collega Donzel. Recentemente ci stiamo muovendo anche in collaborazione con l'Assessorato al turismo, ricordo che dal 2004 quando è stata approvata la loi des Saveurs du Val d'Aoste, abbiamo inizialmente superato anche un certo scetticismo che c'era nel mondo anche del turismo, su quelle che potevano essere certe regole che collegassero la tracciabilità dei prodotti con quello che va a finire sul piatto. Ma attualmente verifichiamo una buona adesione a questo disciplinare, a questa ricerca del contrassegno dei Saveurs du Val d'Aoste. Abbiamo 33 operatori che già hanno aderito, ch hanno superato le necessità di adeguamento della loro attività e abbiamo altre trenta adesioni in corso; quindi c'è un buon movimento in questa direzione. Questo fa ben sperare perché passa quella idea che comunque, nel momento in cui si fa una proposta al turista e la si fa seriamente, ci può essere anche un riscontro dal punto di vista della soddisfazione per l'operatore.

Per quel che riguarda le garanzie che ci devono essere anche sull'utilizzo in particolare della fontina, ricordo che pochi giorni fa, appena prima della manifestazione di Valpelline della seupa à la vapelenentse, è stato riconosciuto ed è stato approvato dal ministero l'inserimento per esempio nell'elenco dei prodotti tradizionali della seupa à la vapelenentse, con chiaramente ben indicato che deve essere utilizzata fontina con marchio. Questo è quello a cui poi devono fare riferimento anche coloro che utilizzano questo piatto e lo presentano ai turisti. Quindi credo che è proprio attraverso questi passaggi che si riesce a far crescere anche una idea di quella che deve essere la serietà degli operatori nei confronti del cliente.

Credo che noi dovremmo attivare ancora di più tutte queste azioni, in particolare con una stretta collaborazione fra assessorati, e questo sta già succedendo, perché anche nella proposta di marketing che il collega Marguerettaz ha presentato recentemente, un capitolo molto importante era riferito anche alla valorizzazione dei circuiti di produzione e dei prodotti del territorio, naturalmente quelli che non sono di secondo piano ma sono quelli veri. Questo insieme a quello che avevamo detto, di un riconoscimento dello storico come è stato richiamato, ci dà delle garanzie affinché si persegua questo obiettivo.

Per quel che riguarda invece l'obiettivo della risoluzione, qui si tratta di andare a sostenere delle linee di chiarezza soprattutto nei confronti dei consumatori per quel che riguarda la tracciabilità, le etichettature e quant'altro, che però sono regolamentate da norme, a volte europee, che vanno magari modificate: questo non possiamo farlo direttamente, ma dobbiamo farlo attraverso i canali soprattutto che coinvolgono anche il ministero. Quindi questo è quello che proponiamo di fare.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Solo per sottolineare come su questo tema la risoluzione ha voluto innanzitutto fare chiarezza su una serie di informazioni non corrette che erano circolate negli ultimi tempi.

I colleghi hanno sicuramente posto l'accento su dei temi che non si risolvono con la risoluzione, ma hanno la possibilità attraverso la risoluzione di focalizzare alcuni temi e alcune responsabilità, perché ci sono degli atti che sono di competenza regionale e credo che se oggi c'è la tracciabilità, c'è l'identificazione nell'ambito zootecnico della garanzia sugli animali presenti in Valle d'Aosta, unica regione che ha questo tipo di garanzia su quello che succede, sulla filiera, quindi la garanzia anche del prodotto, lo dobbiamo a un'impostazione che nel tempo ha voluto fare questi controlli.

L'altro aspetto che credo sia da sottolineare è che il logo "Valle d'Aosta" ha avuto nel tempo un'evoluzione e anche una presa di responsabilità su cosa può significare e come può essere presentato. Quello che è stato fatto nel settore turistico, naturalmente può essere allargato, cioè il fatto di vendere il prodotto unico Valle d'Aosta, come è già stato: si è già cercato di andare per tappe per far valere cosa significa Valle d'Aosta, ma a livello di tutti i prodotti! Varrà per le piante officinali, varrà per altri settori che sono ancora tutti da evidenziare e da scoprire, che potrebbero dare dei posti di lavoro e risolvere tante situazioni che oggi sono non sufficientemente conosciute.

L'ordine del giorno va a specificare, anche grazie - voglio sottolinearlo - al contributo importante delle associazioni di categoria, in questo caso la Coldiretti come altre associazioni, che si sono fatte promotrici di questo impegno che ci deve essere di tutte le forze politiche per reggere un confronto, che altrimenti diventa impossibile. Oggi il discorso del lavoro di nicchia, dei prodotti locali, ha ancora un senso se effettivamente si vuole dare contezza di quello che significa. La battaglia che si fa a livello europeo per i vini, dove si vuole far sparire il DOC, il DOP e così via, è una battaglia epocale, perché questo significa altrimenti ritornare all'anarchia per quanto riguarda il riconoscimento dei prodotti! Questa è una battaglia vera che deve essere fatta non certo solo con le nostre forze, ma con il coinvolgimento delle forze nazionali che devono impegnarsi in tal senso. Quindi credo che ci siano una serie di problemi legati alla valenza dei prodotti a livello locale.

Giusta anche la sottolineatura che, quando si chiede questo, i prodotti devono essere effettivamente di valenza locale, perché se rimane solo l'etichetta è un po' poco, e questa è l'altra attenzione che va fatta nell'ambito del controllo che a livello regionale deve essere esercitato.

C'è insomma con questa mozione un impegno che credo sarà condiviso da tutto il Consiglio, per attivare dei meccanismi preventivi e di controllo che salvaguardino il buon nome di Valle d'Aosta.

Presidente - Se siete d'accordo, vi chiederei dopo la votazione se potete aspettare un attimo.

Pongo in votazione la risoluzione in oggetto:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Colleghi, con questa votazione abbiamo ultimato i lavori del Consiglio regionale, ringrazio tutti voi per la collaborazione, ringrazio e faccio a tutti i migliori auguri per le vacanze. Estendo anche a nome dell'Ufficio di presidenza gli auguri agli amici della stampa che ci seguono, a tutti i nostri collaboratori, e lascio la parola adesso alla collega Rini che ha da dirvi qualcosa.

Rini (UV) - Cari colleghi, come già vi avevo comunicato in precedenza, avrei il piacere di fare un brindisi insieme a voi in vista del mio imminente matrimonio. I lavori del Consiglio ci hanno portato a fare qualche piccola modifica, quindi siete tutti invitati, colleghi Consiglieri, la Giunta regionale, gli amici, gli addetti stampa, gli amici uscieri e i collaboratori del Consiglio a mezzogiorno al bar La Cave. Grazie.

Presidente - Grazie e tanti auguri alla collega Rini. Buone vacanze a tutti!

La seduta è tolta.

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La réunion se termine à 11 heures 22.