Oggetto del Consiglio n. 457 del 25 marzo 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 457/XIII - Reiezione di risoluzione: "Contrarietà rispetto all'ipotesi di ricostituzione del Ministero del turismo".
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Avendo appreso che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Sottosegretario al Turismo Michela Brambilla intendono proporre la ricostituzione e il reinsediamento del ministero del Turismo soppresso nel 1993 per effetto di un referendum popolare con il voto favorevole dell'82% dei votanti;
Ritenendo l'intenzione di ripristinare una regia ministeriale per rilanciare il comparto turistico illegittima, in quanto contraria al voto popolare, e contraria ai principi di autonomia, poiché la stessa riforma costituzionale del 2001 affida alle regioni le funzioni amministrative e legislative in materia, e con esse il compito di definire in modo autonomo le politiche del settore turistico, lasciando in capo allo Stato solo funzioni amministrative di indirizzo generale e di coordinamento;
Giudicando improbabile che l'istituzione di un nuovo ministero possa rappresentare lo strumento adatto per un'azione migliore e più flessibile da parte dello Stato per superare la crisi del settore, mentre questa scelta condurrà fatalmente, oltre che all'istituzione di nuovi posti di governo, alla moltiplicazione delle spese per le casse pubbliche;
Esprime
il proprio disaccordo rispetto all'ipotesi di ricostituzione del Ministero del Turismo;
Impegna
il Presidente della Regione e l'Assessore al Turismo a manifestare al Governo la propria assoluta contrarietà alla ricostituzione di questo stesso Ministero.
F.to: Louvin - Bertin - Morelli Patrizia - Cerise Giuseppe - Chatrian
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Decisamente il tema del turismo oggi è un tema di stretta attualità. Pochi giorni fa è stata lanciata con grande determinazione la proposta di reistituire in Italia il Ministero per il turismo, una proposta che è venuta dai vertici stessi della compagine governativa, dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal Sottosegretario al turismo, Michela Brambilla, ed è una proposta che ripristinerebbe, se fosse accolta, un ministero che tutti ricorderanno nel 1993 un voto popolare, cui diede il proprio assenso l'82% dei votanti, aveva cancellato. Non è stato quello del 1993 un voto casuale, era un voto che rispondeva ad un'istanza di autonomia e di federalizzazione in Italia, un'istanza a cui questo stesso nostro Consiglio regionale non fu estraneo. Correva l'anno 1991, quando i Consiglieri regionali Lanivi, Bich, Milanesio, Gremmo, Agnesod, Rusci, Dolchi, Perrin, Faval, Viérin, Mafrica, Pascale, Andrione, Rollandin, Monami, Riccarand, Chenuil, Lavoyer, Martin, Voyat, Stévenin e chi vi parla portarono in votazione in questa aula la richiesta di referendum abrogativo. Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta è stata una delle cinque Regioni promotrici di questo referendum, sottolineando in tale documento come un'iniziativa congiunta potesse portare all'abrogazione dei Ministeri che svolgono competenze proprie delle Regioni ed evidenziando la necessità che le Regioni stesse assumessero direttamente l'iniziativa per una trasformazione in senso sempre più autonomista dello Stato italiano. La spinta del voto popolare ha avuto poi un consolidamento in termini di competenza molto significativo nel 2001, quando l'intera competenza legislativa in materia turistica, oltre che in altri ambiti, è stata consacrata in capo alle Regioni non solo speciali, ma anche ordinarie in questo Paese. A noi pare obiettivamente indispensabile in questo momento che il Consiglio regionale non faccia un'improvvida retromarcia rispetto ad un cammino di lunga durata e che ha visto consolidare in capo alle Regioni questa competenza per quanto - e lo dobbiamo sottolineare - l'esigenza di coordinamento generale delle politiche turistiche in Italia sia un'esigenza obiettiva. È giusto e doveroso che vi sia un coordinamento nella proposta turistica nell'offerta che viene promossa sul piano internazionale in Europa ed extra Europa, non siamo certo da questa parte a ritenere che la promozione turistica di una nostra località, neanche dell'intera nostra regione possa fare sul piatto della bilancia del mercato statunitense, australiano, giapponese, un peso particolare. Non è questo l'obiettivo, non è questa una difesa di retroguardia, perché ci sono molti strumenti che possono consentire alla compagine governativa di coordinare le politiche turistiche delle Regioni, di individuare standard, cosa che per un verso sul piano amministrativo può essere fatta attraverso strutture di governo che già esistono a livello di sottosegretariati, ma soprattutto attraverso atti di indirizzo e attraverso strumenti di promozione turistica che non abbiano carattere ministeriale. Non pensiamo che la nascita di un nuovo soggetto ministeriale, di un ulteriore ministero possa aggiungere qualcosa di positivo per un'azione flessibile di stimolo e di rilancio del settore, non siamo gli unici a pensarlo; d'altra parte, abbiamo preso atto con piacere che la stessa Federturismo della Confindustria si è dimostrata nettamente contraria all'ipotesi di ricostruzione del ministero e che le stesse associazioni dei consumatori, in particolare l'ADUC, l'abbiano bollata in modo forte come un'iniziativa che tende solo al consolidamento di qualche poltrona. Non vogliamo scendere sul terreno della polemica, ma vogliamo andare sul terreno di una scelta nettamente politica di difesa di una prerogativa autonomistica, che abbiamo consolidato in un percorso ormai ventennale, che tutti posso dire in termini politici in quest'aula... perché fu un'iniziativa che abbracciò quasi tutto l'emiciclo... abbiamo sostenuto e riteniamo che questa soluzione prospettata dai vertici del Governo nazionale possa tradursi prevalentemente in un appesantimento degli oneri per le casse dello Stato sul settore turistico, più che in un vantaggio per questo settore e possa tradursi per le Regioni come la nostra in una nascita di un interlocutore pesante sotto il profilo amministrativo e anche legislativo, quando invece c'è bisogno di armonizzare le politiche senza con questo dare corso all'istituzione di nuovi organismi. Il senso della nostra risoluzione è molto semplice: "no" all'istituzione di un organismo a carattere ministeriale, "sì" alla promozione di organismi di coordinamento che possono essere adeguatamente rafforzati, ma soprattutto estrema chiarezza nei confronti di chi oggi viene anche in modo molto massiccio a presentare in questa regione la propria iniziativa a sostegno del campo turistico, con presenze congressuali molto marcate, ma che temiamo non abbiano questo effetto salvifico. Non crediamo, come è stato dichiarato dal Sottosegretario Brambilla, che sia responsabilità di questa assenza di un ministero il fatto che si sia persa progressivamente competitività nel settore, non crediamo che il calo del fatturato di questo comparto e il decremento della sua occupazione sia imputabile al fatto di non aver avuto in questi anni un ministro del turismo. Questo è un aspetto organizzativo, che ha una sua valenza politica, ma non è certo il motivo delle difficoltà di un settore, difficoltà che devono essere ricercate in ben altra direzione. Questa è la ragione per la quale portiamo all'attenzione dell'aula tale indicazione, tale risoluzione di indirizzi che dia forza ad un'iniziativa della nostra Giunta per scongiurare questa attivazione, questa ricreazione di un ministero del turismo in Italia.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Parlare di turismo in questa regione dovrebbe essere come parlare dell'acqua in mezzo al mare considerato che abbiamo più volte condiviso, al di là delle opportunità industriali che l'economia valdostana propone, che l'industria primaria non può che essere individuata nel turismo e nei settori economici ad esso collegati, come commercio, artigianato e la produzione di servizi e beni utili a contribuire alla crescita di quel prodotto interno lordo che è alla base delle risorse con cui la nostra comunità vive e nei prossimi anni tenterà di sopravvivere.
Sono sbalordito dalle convinzioni della Sinistra autonomista che propone questa risoluzione, Sinistra autonomista, Sinistra progressista... i progressisti autonomisti, come vi chiamate non lo so, comunque, dicevo, sono sbalordito dalla convinzione con cui si affronta questo tema, con convinzioni - permettetemi l'espressione - di basso cabotaggio, ossia convinzioni che partono da ragionamenti che oggi fanno fatica a trovare comprensione, ma ai livelli più elementari dell'economia di questa Regione. È sufficiente chiedere a qualunque cittadino, non necessariamente un cittadino che vive di turismo o di commercio quale possa essere l'atout che la nostra Regione si può giocare, certamente tutti rispondono: "il turismo in primis". Se poi allargassimo questo sondaggio sempre ai cittadini valdostani, chiedendo quale potrebbe essere per l'Italia un atout importante in termini di economia per attirare risorse, certamente direbbero la formazione, la ricerca, l'alta tecnologia, ma alla fine tutti condividiamo che il turismo ancora una volta fa del Paese Italia uno dei prodotti più straordinariamente unici da collocare nella competizione globale. È quindi straordinariamente incredibile come non ci si renda conto di quanto sia importante che le attività di promozione del turismo, di produzione dei servizi al turismo, di comunicazione dei servizi che il turismo italiano e valdostano possano offrire al mondo dei nostri mercati potenziali non necessitino come minimo di un coordinamento nazionale. Mi chiedo qual è il senso di una politica, poi il mio amico Benin in questi anni ci ha insegnato parecchie cose sotto questo aspetto, ossia quanto sia necessario presentarsi con campagne di promozione del nostro prodotto turistico culturale italiano e quindi anche valdostano, con politiche strategiche di massa, nei territori che devono conoscere la realtà italiana e quindi anche quella valdostana. Mi chiedo come si può immaginare di fare il bene della nostra Regione e quindi del nostro Paese pensando di andare con venti Assessori al turismo in giro per l'Italia a cercare clienti, cosa che naturalmente non si disdegna, ma qualunque Assessore al turismo - l'Assessore Marguerettaz lo potrà confermare - impatta contro una realtà della comunicazione globale, che impone alle varie Regioni di avere una forza della comunicazione, una forza della presentazione, una forza del presidio dei mercati di interesse nazionale e locale di dimensioni tali per cui una singola Regione - ma non sto parlando solo della Valle d'Aosta: sto parlando del Veneto, della Lombardia o del Piemonte, ossia di Regioni decisamente più strutturate in termini di risorse delle nostre - per potersi promuovere fa fatica ad esistere nel mondo della proposta turistica mondiale. Veramente quindi faccio fatica a capire quali sono i presupposti culturali e le conoscenze sulla base delle quali nascono risoluzioni come queste, che disconoscono una banalità, ossia quella che il nostro Paese e la nostra Regione che vive di turismo non possa che essere all'interno di pacchetti che nel mondo della globalizzazione abbiano forza di penetrazione nei mercati del turismo. Come si fa a pensare che l'Italia possa ancora presentarsi al mondo con venti Assessori al turismo e così fare il bene della propria economia? Il Presidente Berlusconi ha avuto proprio su tale tema l'acutezza, la capacità di cogliere qualcosa che fosse più nel sentimento degli operatori in questo caso, che magari dei politici che parlano di turismo, ma non se ne occupano, ossia della banalità di presentarsi al mondo del turismo con dei pacchetti e con una comunicazione molto importante e di grande rilievo istituzionale. Addirittura parlava qualche anno fa, quando parlava delle nostre ambasciate, che dovevano diventare non solo i punti di riferimento per i nostri cittadini nel mondo, ma i primi promoter nel nostro Paese delle nostre bellezze architettoniche e delle nostre unicità storiche e culturali. Parlo dell'Italia, perché è evidente che andare in Cina con la sola Valle d'Aosta si rischia di disperdere energie e risorse immense per non ottenere grandi risultati, se non in strategia. Questo non significa umiliare le politiche del turismo delle singole Regioni, ce ne guarderemmo ben noi che di Regioni autonome ne governiamo tre su cinque, lasciatemelo dire con un certo orgoglio! Noi, che governiamo tre Regioni autonome su cinque, come potremmo immaginare di togliere la prerogativa della gestione della politica del turismo alle Regioni anche ordinarie, piuttosto che a quelle autonome? Questo concetto non esiste, ma è sufficiente uscire dall'Italia per comprendere che l'Italia ha bisogno di competere ad un certo livello alto per poter competere proprio sui prodotti del turismo.
Quando si parla della necessità di tornare a ragionare sulla nascita di un ministero del turismo quale organo di coordinamento delle politiche regionali del turismo quindi si parla di scelte di buon senso che non sono di Destra o di Sinistra, che dovrebbero essere dei cittadini e degli operatori italiani che oggi lavorano con i turisti e che vedono i propri alberghi vuoti, i propri commerci deserti, che fanno fatica ad immaginare come portare turisti nelle proprie vallate e nelle proprie spiagge se non attraverso una politica di grande respiro internazionale che possa sfruttare al meglio i piccoli sforzi che ogni Regione può e deve continuare a fare per promuovere sé stessa! Come si può pensare di presentarsi a Mosca, a Pechino, a Shanghai, a Kuala Lumpur presentando una singola Regione, ma non parlo della Valle d'Aosta, del Piemonte! Non esisti! Sono mercati da milioni di persone dove, quando tu hai speso cento milioni di pubblicità, non hai fatto neanche dieci spot nelle televisioni nazionali, non esisti! Quando è nata l'idea di dare un coordinamento alla politica economica del nostro Paese in termini di turismo quindi si è ragionato fra le persone del fare... non fra le ideologie, pertanto è stupefacente con quale provincialismo affrontiamo tali temi, tra l'altro, disconoscendo politiche di apertura che questa Regione ha fatto in questi anni. Abbiamo continuato ad investire risorse nelle relazioni internazionali, come possiamo non pensare che tutte queste energie non possono aver bisogno di un coordinamento di grande respiro?
Permettetemi di sorridere sul tema dei referendum, che venti anni fa condannavano alcune decisioni che in quegli anni, contestualizziamole bene, hanno condannato il nostro Paese ad un'arretratezza culturale? Vogliamo parlare del nucleare? Certo, siamo ancora qui a discutere che c'è stato un referendum che ha condannato il nucleare, ma oggi siamo a riaprire quei temi. Non trovo quindi scandaloso che si parli di avere un ministero del coordinamento del turismo nazionale, lo dice Bocca, il Presidente degli operatori del turismo, che è necessario presentarsi nei mercati mondiali del turismo con un coordinamento nazionale per non fare la figura dei beduini che si presentano senza una politica di coordinamento! Lo fanno le Regioni che operano nel turismo più povere del mondo, non riesce a farlo l'Italia per il suo bizantinismo, per la sua burocrazia, per i suoi piccoli poteri. Abbiamo bisogna di fare salti di qualità e ci presentiamo con risoluzioni che "guardano ai propri piedi" senza avere un minimo di respiro? Ma questa cosa non è di Destra o di Sinistra: è essere o non essere per il nostro Paese... e in questo Paese c'è anche la Valle d'Aosta, che ha bisogno di valorizzare i propri investimenti! Ma come facciamo a valorizzarli se ogni iniziativa di apertura, di prospettiva, di crescita di questo Paese viene condannata come la boutade fatta dal Presidente, che dice che adesso bisogna fare il Ministero del turismo... "ah, no, gli Italiani hanno già detto no!". Gli Italiani purtroppo sono stati nei passati anni portati a fare molti errori, che oggi ci fanno essere fra i Paesi più arretrati in termini di organizzazione e di economia.
Vogliamo parlare della Valle d'Aosta in termini di economia? Cosa potrà portare un Ministero del turismo alla Valle d'Aosta? Potrà dare valore ai grossi investimenti che noi in turismo abbiamo bisogno di aumentare! Stiamo spendendo per il turismo cifre ridicole per la nostra promozione se vogliamo vivere di turismo ma, siccome siamo nella mediazione della burocrazia e dell'industrialismo, siamo ancora incerti su quale strada prendere. Abbiamo un patrimonio che ha bisogno di essere valorizzato e di certo non lo valorizziamo dicendo sempre "no" e facendo parte di quel partito del "no" che in Italia non ha fatto altro che far del male al nostro Paese!
Président - La parole au Conseiller Empereur.
Empereur (UV) - Merci, M. le Président. Tale risoluzione è stata iscritta questa mattina in tale riunione di Consiglio, quindi intervengo solo per chiedere al Presidente una breve sospensione della seduta, per permettere alle forze di maggioranza il necessario approfondimento e il logico confronto sulla tematica.
Président - La requête est accueillie. Le Conseil donc est suspendu pendant quinze minutes.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,21 alle ore 17,45.
Président - Collègues, nous reprenons nos travaux.
La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie, Presidente. Molto brevemente, questa risoluzione parte, come è stato indicato nella presentazione, da argomenti di attualità agli inizi degli anni '90, dove vi era un certo tipo di dibattito e di sensibilità. Sicuramente rispetto a questo il dibattito allora portò sia il Consiglio regionale della Valle d'Aosta a proporre il referendum, sia successivamente la popolazione a dare delle espressioni. Oggi, se questo è sicuramente un dato inoppugnabile, l'attenzione del Consiglio regionale si pone su una risoluzione che si fonda su delle dichiarazioni stampa che non hanno alcun tipo di elemento che ci possa portare a fare una riflessione approfondita e accurata. Mi spiego.
Oggi nessuno credo della maggioranza, del Governo, in Consiglio regionale si "stracci le vesti" per avere l'introduzione di un ministero che vada a diminuire e a ledere le competenze della Valle d'Aosta. Questo non c'è, non esiste, ma, rispetto a questo tema, non abbiamo alcun tipo di elemento per capire qual è la funzione che si vuole dare, anche perché un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri deve indicare le materie e le funzioni. Qualora queste funzioni siano tali da consentire di meglio esprimere le nostre specificità, come è stato detto, per valorizzare a livello anche europeo delle istanze di una comunità turistica come la nostra, perché precluderle?
Rispetto a questo tema, ricordo che anche a livello italiano esiste un coordinamento degli Assessori al turismo, che ragiona, coordina e immagina di fare delle azioni che sono delle azioni concordate. Ricordo una serie di incontri che facciamo a livello di coordinamento per l'ENIT, per il turismo estero. Noi riteniamo che questa risoluzione sotto alcuni aspetti anticipi troppo i tempi e si fondi su delle convinzioni che non abbiamo. A questo riguardo io non ho avuto modo né di confrontarmi con gli altri Assessori... questa fuga in avanti devo dire porrebbe e la nostra Regione, e il sottoscritto in una situazione di forte imbarazzo. Rispetto a questo tema, quindi non c'è nessun calo di attenzione sulle prerogative della Regione autonoma Valle d'Aosta, non c'è nessuna debolezza rispetto alla difesa delle nostre prerogative statutarie, ma vi è un'azione prudente come deve essere quella di un Governo e di un Consiglio regionale che deve cogliere tutte le opportunità affinché vi sia un adeguato e corretto sviluppo. Abbiamo parlato prima di IVA, abbiamo cercato di trovare un consenso e lo abbiamo trovato per cercare di dare delle opportunità ad un settore che è fondamentale per la nostra economia. Riteniamo che questa risoluzione anticipi esageratamente i tempi, che di fatto - mi perdoni - si anteponga lo scontro politico rispetto alla sostanza che non conosciamo, quindi la posizione della maggioranza è un invito ai proponenti di ritirare la risoluzione, in assenza del ritiro ci asterremo sulla risoluzione.
Président - La parole au Conseiller Louvin, pour deuxième intervention.
Louvin (VdAV-R) - C'è, Presidente, un vecchio detto latino che dice: "nisi caste,tamen caute" (se non puoi comportarti in modo casto, cerca almeno di essere prudente). Questo suo eccesso di prudenza, Assessore, suo e della maggioranza, perché evidentemente non è verbo individuale, è opinione apparentemente condivisa da tutta la maggioranza che siamo su un terreno anticipatorio e addirittura provocatorio, sembrerebbe, perché si andrebbe a cercare un contrasto, un conflitto politico anche laddove non ce ne sono i presupposti, si inserisce a nostro avviso in una linea che ormai da parecchie settimane l'Union Valdôtaine sta perseguendo in questa Regione. È la linea del non prendere posizione su temi che possono creare imbarazzo nei rapporti con le autorità di governo, ma più ancora con il partito di maggioranza sul piano nazionale, con il quale - non è mistero e non è anticipazione - i rapporti stanno intrecciandosi in modo sempre più intenso. Non siamo a perseguire obiettivi di carattere puramente tattico pur essendo alla vigilia o comunque all'antivigilia di una competizione elettorale. Siamo a perseguire una chiarezza politica che oggi la Valle d'Aosta intera richiede a tutti gli attori presenti sulla scena regionale.
Nei giorni scorsi non esponenti di secondo piano, ma il Sottosegretario al turismo era presente con le massime autorità di governo della Regione, il Presidente e l'Assessore competente a discutere i problemi di turismo in montagna. In quella circostanza sono stati evocati dei problemi strutturali del turismo, ma si sono anche richiamati in quelle stesse giornate delle opzioni politiche come quella della reistituzione del Ministero del turismo, che impongono a questa nostra Assemblea di avere un'opinione e di permettere a voi che siete rappresentanti della Regione, espressione fino a prova contraria della maggioranza politica di questo Consiglio, di poter dire tranquillamente qual è la vostra e la nostra opinione. Siamo preoccupati che questa ambiguità da parte della nostra Regione possa sottendere una quiescenza, un'accettazione di una svolta politica su tale tema, sul quale tornerò fra poco, in aperto contrasto e credo che faccia parte del nostro doveroso mestiere dire fino in fondo quando siamo d'accordo e quando invece ci opponiamo francamente... dire il nostro disaccordo rispetto a questa istituzione.
"Ministero del turismo fra un mese, il Premier: la Brambilla non molla l'osso", la Brambilla è credo il Sottosegretario Onorevole Brambilla, che dice: "il Premier è un'ira di Dio e la Signora Brambilla è una che non molla l'osso, faremo presto un Ministero del turismo credo nel giro di un mese", ossia crede il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... pochi giorni fa, Assessore, comunque non impedisce questo che il tema sia per noi, ma credo per tutta la comunità, per la stampa nazionale, poi possiamo fare qualche ballettino se vogliamo per prendere tempo, ma è un dato, è sul tavolo: il piatto è servito oggi.
In quest'aula poche settimane fa su un altro tema politico abbiamo assistito allo stesso balletto, sul tema delle ronde, per spostare fuori da quest'aula in altri incontri, in altre sedi discussioni che qui devono avvenire davanti a tutti, in modo che ciascuno di noi prenda le sue responsabilità e dica da che parte sta. Noi siamo di fronte, lo ripeto con puntualità perché il Presidente della Regione adesso ci ha raggiunti ed è giusto che condivida con noi le argomentazioni, ma non sarò noioso, il punto fondante della sollecitazione che rivolgiamo ai colleghi è di mantenere fede ad una linea che è stata assunta 20 anni fa da questo Consiglio regionale unanimemente nel chiedere la soppressione del Ministero del turismo, punto sul quale in termini personali continuo a mantenere la convinzione che non abbia nulla a che vedere con il coordinamento generale della politica turistica in Italia. Una cosa è istituire un Ministero, un'altra è coordinare, dare omogeneità e unitarietà di immagine e peso sul piano dei mercati internazionali alla posizione turistica dell'Italia. Che la Basilicata non debba essere necessariamente soggetto che fa una grande promozione a Camberra o il Comune di Perloz sia il soggetto principe di una kermesse a New York a noi sembra logico, non vorrei che il collega Lattanzi - che su questo ha provocato la nostra reazione - pensasse il contrario. Siamo assolutamente convinti che bisogna presentare campagne di promozione, ma non necessariamente nazionali: ci può essere una campagna di promozione delle Alpi che ci può vedere insieme ad altre Regioni, c'è una Euroregione in cammino e che credo avrà anche in campo turistico qualcosa da dire. Credo che abbia messo anche questo argomento sul piatto della bilancia. Ci sono vari modi per proporsi, non solo il modo nazionale e tanto meno solo il modo ministeriale.
Siamo stati tacciati di essere provinciali e di fare del basso cabotaggio, del bizantinismo, delle burocrazie, di essere il partito del "no". Collega Lattanzi, a prescindere, come si suol dire, dal fatto che ho parlato davanti a quattro poltrone vuote quando sono intervenuto, non ci avete concesso la grazia della vostra presenza in aula e mi rincresce, perché sicuramente il suo intervento sarebbe stato di altro tono rispetto a quello che è stato detto, ma, come si suol dire, a prescindere. Nel merito ribadiamo che siamo perfettamente d'accordo sul fatto che vi sia un forte e serio coordinamento della promozione della politica turistica italiana. Siamo fermamente contrari a che questo prenda la veste giuridica di una reistituzione di un ministero che abbiamo, come Consiglio regionale, come valdostani e come corpo elettorale in tutta Italia 18 anni fa voluto sanzionare. Nulla da dire a che il popolo si ripronunci sulla questione, di solito, quando parla il popolo, l'unico abilitato a smentire il popolo è il popolo, non il Parlamento, tanto meno l'Onorevole Silvio Berlusconi, per quanto ci riguarda, la gerarchia che va rispettata è in questa direzione. Siamo rispettosi delle sue competenze di Presidente del Consiglio dei ministri, non ci piace che vengano messe in discussione decisioni popolari che non vorrei poi investissero anche ulteriori altri aspetti, senza passare eventualmente attraverso una ridefinizione e una nuova espressione della volontà popolare. Il dibattito di oggi, colleghi - mi rivolgo non solo all'Assessore Marguerettaz che ha parlato in nome e per conto della maggioranza, ma a tutti voi colleghi della maggioranza come dell'opposizione -, questo tema è un tema di oggi, è un nodo che va sciolto, è un nodo che non possiamo eludere. Abbiamo il dovere di dire e sono già in attesa all'esterno di quest'aula di sapere qual è la nostra posizione su questo, perché questa è una china sulla quale possiamo noi come Regione essere la prima Regione d'Italia che mette la sua pietra nel dire esattamente cosa pensano anche le Regioni, che si sono rafforzate sul piano politico in un quadro federativo italiano negli anni scorsi e lo hanno consolidato con la riforma costituzionale del 2001, e che si vedrebbero oggi spossessate di fatto di questa posizione attraverso una decisione diversa. Il problema, ripeto, non è solo di difesa corporativa delle Regioni, è di avere un modo efficace di difendere il turismo che non passi attraverso l'istituzione di poltrone ministeriali. Che la Signora Brambilla o altre personalità più o meno eminenti della politica nazionale concorrano per avere oggi una poltrona in più non sposta l'ago della bilancia del turismo, non fa crescere il PIL, non fa crescere l'occupazione in questo settore; per noi è fondamentale che la politica turistica venga fatta efficacemente dalle Regioni nel corretto ordine dei fattori. Ci rincresce che su questo terreno non emerga con chiarezza la stessa forza politica che fu espressa da questo Consiglio non in una difesa di competenze vane, ma nella valorizzazione della propria possibilità di avere una politica turistica che non sia sotto il "cappello" di un ministero nazionale.
Président - S'il n'y a pas d'autres Conseillers qui souhaitent intervenir en discussion générale, je la ferme.
La parole au Conseiller Donzel, pour déclaration de vote.
Donzel (PD) - Intanto per dire che, anche se questo è un argomento che ha una caratterizzazione nazionale, è evidente la sua forte ricaduta in ambito regionale. Le ragioni per cui voteremo a favore di questa risoluzione stanno nel fatto che se accettiamo il principio che per coordinare bene qualcosa e per far funzionare bene a livello di sistema servono dei ministeri a livello nazionale, allora possiamo chiudere l'attività delle Regioni non solo autonome, ma anche normali, perché a livello industriale chiudiamo pure l'Assessorato dell'industria, perché lo coordinerebbe meglio un ministero nazionale con un coordinamento europeo. Via di questo passo finiremmo ben presto con l'avere ben poche prerogative sul livello territoriale, immaginatevi le politiche sull'energia: altro che la possibilità di gestire direttamente sul nostro territorio le fonti energetiche! Potremmo continuare di questo passo andando a togliere tutte le prerogative sulla base di una presunta necessità di un coordinamento. Soprattutto per tale ragione siamo a favore di questa risoluzione, naturalmente non nascondo che il tema dell'aggiunta dei ministeri e quant'altro... non ci nascondiamo che noi del Partito Democratico veniamo da una storia in cui il "Governo Prodi" fece il Governo più pletorico della storia della Repubblica! Le ragioni poi per cui si fanno e si chiudono i Ministeri... ma sicuramente questo è un aspetto delicato più sul ragionamento che sta dietro... è importante avere chiarezza sulle strade che si percorrono; quindi, da questo punto di vista siamo a sostegno della risoluzione.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Devo dire che i colleghi Louvin e Donzel mi potrebbero anche aver convinto, perché sono stati così abili che hanno spostato il tavolo della discussione da un discorso virtuoso ad un discorso virtuale. Il discorso virtuoso è la politica economica del nostro Paese e delle Regioni che vogliono e devono promuovere le loro attività turistiche nel mondo, il discorso virtuale è la competenza delle Regioni contro la nascita di un ministero, di cui solo probabilmente i Consiglieri Louvin e Donzel conoscono già gli articolati operativi. Noi non abbiamo... se non sentito... il bisogno da parte del Presidente del Consiglio dei ministri... della necessità di un coordinamento del turismo italiano nel mondo: questo è il motivo per cui nasce l'idea di coordinare a livello centrale la politica del turismo dell'Italia nel mondo, di cui la Valle d'Aosta, condividerete con me, è una piccola parte, ma comunque importante. Parlare della poltrona della Signora Brambilla è spostare il piano della discussione per andare a prendere qualche voto di qualche amico autonomista magari più favorevole alle posizioni della Sinistra rispetto a quelle di altre idee. Siete abili, vi faccio i complimenti, spero che non abbiate pescato gli illusi, ma che le persone di buona volontà si riconoscano nella validità della necessità che il nostro Paese si doti di un coordinamento nazionale e di uno strumento abile, utile ed efficace per il nostro Paese. Sarà un ministero, sarà un coordinamento, sarà la Brambilla o non sarà la Brambilla, ma secondo voi con la nostra risoluzione adesso noi stiamo discutendo la Brambilla? Potremmo fare una standing ovation sulle qualità della Signora Brambilla più o meno riconosciute, ma non sposta oggi il tema sul quale voi siete andati. Siete stati abili perché avete spostato il terreno sulla competenza delle Regioni, non ho mai sentito in queste settimane mettere in discussione le competenze delle Regioni, anzi mi pare di capire che in queste ore si stia votando qualcosa che sta dando al nostro Paese un'architettura esattamente contraria a quello che state dicendo, ossia di devolution delle competenze con la normale necessità di un coordinamento nazionale. Se volete immaginare venti nazioni, vi faccio gli auguri, andate pure, ditemi solo dove posso spostare la residenza, perché non rimango qui con la mia famiglia a morire insieme a voi! Non esiste questo concetto! Se vogliamo fare economia, dobbiamo fare sinergia; sinergia non vuol dire togliere competenze alle Regioni, ma vuol dire sinergizzare le energie, le risorse, gli investimenti e le politiche turistiche. Adesso volete fare una battaglia strumentale e politica su questo? Auguri e figli maschi!
Président - La parole au Conseiller Caveri.
Caveri (UV) - Non parlerò del Sottosegretario Brambilla, anche se devo dire che è una bella Signora, quindi l'argomento sarebbe gradito. Delle volte si assiste a dei dibattiti in Consiglio regionale che sono un po' sul filo del paradosso, perché su questo argomento venerdì c'è stata una sentenza della Corte costituzionale ed è una sentenza cagionata dalla Regione Veneto, che ha ritenuto che il "Governo Prodi" avesse invaso le competenze turistiche delle Regioni. Questo per dire come nel batti e ribatti della politica una Regione retta dal PdL abbia protestato contro un Governo di Centro-Sinistra, perché ritiene che questa competenza del turismo sia chiaramente - lo dice nella parte iniziale della sentenza la Regione Veneto - in capo alle Regioni. Credo che, da questo punto di vista, tale sentenza, la n. 76, uscita venerdì, sia interessante, perché si dice che qualunque decisione in questo campo deve avvenire d'intesa con le Regioni, perché in quel provvedimento di legge c'era esclusivamente il sentito. Credo quindi che da qui in poi la garanzia derivi da questa sentenza, ma soprattutto c'è un passaggio che leggo senza commentare, perché non sono un costituzionalista e prendo atto di cosa ha scritto il Giudice delle leggi, in questo passaggio si dice: "Un organismo quale il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri costituisce la struttura amministrativa idonea ad offrire a simili iniziative un supporto tecnico adeguato", la Corte si riferisce a quella necessità di coordinamento che è stata evocata tutto sommato da tutti gli intervenuti. Credo, senza essere ipocriti o apparire come degli imitatori di Ponzio Pilato, che esista una motivazione nell'astensione, perché è probabile che la discussione che si è effettuata sui giornali, sulle scelte che il Governo farà o meno - e se ne conosceranno gli ambiti e la configurazione nelle settimane a venire - la decisione non potrà non tenere conto di questa sentenza della Corte costituzionale.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Chiedo scusa se ero assente, ma credo che avremo modo di spiegare il perché in seguito con le comunicazioni. Devo dare atto che nell'intervento che ho ascoltato del proponente di questa risoluzione c'è la chiave di lettura di questa mozione stessa. Dove va l'Union Valdôtaine? Questa preoccupazione in politica è più che legittima e cercheremo di spiegare in questo caso cosa fa l'Union Valdôtaine al proposito, ma altra cosa è la politica turistica o il Ministero. Credo che le forze che compongono la maggioranza abbiano fatto, su questo argomento una valutazione sia di tipo politico che di tipo giuridico. Ringrazio anche il collega Caveri per aver portato all'attenzione del Consiglio queste ultime novità, che meglio spiegano un passaggio sia importante per giustificare poi l'atteggiamento che abbiamo proposto. Per quanto ci riguarda, non solo non c'è alcun imbarazzo o men che meno la voglia di fare chiarezza, anzi noi abbiamo detto fin dall'inizio con chiarezza cosa ne pensiamo. Su questo tema che è stato sollecitato, perché oggi ci sono state iniziative ... non ero presente alla discussione sull'IVA... 20 marzo, chiediamo che l'IVA... ma è già stato deciso, ossia c'è finalmente una decisione che va in tal senso: mi riferisco alla mozione appena discussa e approvata giustamente, ma per dire, 20 marzo c'era già una mozione che dice che noi andiamo a sostegno... ben venga!
Vi è quindi una certa attualità nei temi che vengono portati a questo Consiglio e mi sta bene, ma questa è una battaglia che si portava avanti da anni, benissimo, e arrivata a conclusione diciamo: "bene, lo dicevamo anche noi" e quindi via l'IVA. Sembrava quasi che partissimo noi a dire via l'IVA; io ho letto così sui giornali e ho detto abbiamo scoperto che l'IVA nella nostra regione è troppo alta, dobbiamo togliere l'IVA! Io l'ho letta così sui giornali, poi ho capito che invece era tutta un'altra roba, va bene.
Venendo al punto: mancanza di chiarezza sul Ministero, dovremmo anche qui capire con quale logica il Consiglio si pronuncia sulle fasi di impostazione dei Governi, su cosa succede man mano che vi è un ministero, dentro il ministero vi è un sottosegretario, e così via, perché allora ci potrebbe essere una logica diversa: andiamo tutte le volte ad esprimerci. Con molta onestà il collega Donzel ha detto cosa era successo per il Governo Prodi, che in una certa fase ha creduto opportuno avere un certo numero di ministri e sottosegretari, che ha fatto discutere, ma era la decisione di un Governo che ha ritenuto di fare certe scelte, questo Governo ne ha fatte altre, poi viene fuori la notizia che c'è la probabilità che nascano non uno, ma probabilmente due ministeri; di questo noi abbiamo preso atto sui giornali. Io non ho visto ancora alcun atto ufficiale, né a livello di Stato-Regioni è mai stato portato alcun argomento che si riferisse a questo; poi eravamo presenti a Courmayeur, era presente anche il collega Louvin, no?, allora gli hanno riportato quello che è stato detto, speriamo che gli abbiano riportato tutto, comunque, nell'ambito di questa discussione sul turismo e sulla montagna, abbiamo appreso che da parte del Governo (parole che sono state pronunciate lì) vi era l'attenzione particolare nei confronti del settore turistico, andando su un discorso più ampio di quello che era il turismo della montagna dicendo: "il turismo oggi rappresenta a livello di PIL il 12%", ma non è così, vale molto di più, si potrebbe fare molto di più. Il ragionamento era: probabilmente, rispettando le capacità operative e quello che statutariamente è riservato alle Regioni, possiamo fare qualcosa per meglio incidere a livello internazionale, e a livello nazionale per portare una massa critica che sia il risultato di un atteggiamento con le Regioni, non alternativo, ma con le Regioni e a giusto titolo viene questa chiarezza di impostazione anche sull'eventuale ministero o del dipartimento che si voglia fare, che deve lavorare d'intesa con le Regioni, quindi non c'è rischio che le competenze regionali siano messe in dubbio! Cosa che invece era molto di più prima, perché qual era la difficoltà di creare un ministero? Era quella di dire: "scusate, se creo un ministero, questo diventa concorrenziale con quelle che sono le competenze regionali!". Ribadiamo allora che questo concetto sicuramente rimane quello che è e rimarrà così, una delle cose che chiediamo è che sia rispettata questa volontà dell'intesa e non del "sentito", perché "sentito" è troppo poco. Sotto questo profilo, non abbiamo spostato di una virgola il rispetto che vogliamo delle capacità operative, che sono il rispetto dello Statuto e delle competenze primarie nel settore turistico; questo credo che non possa dare adito a strumentalizzazioni anche politiche, tipo "l'Union ha cambiato idea adesso vuole il ministero". No, l'Union non vuole il ministero: l'Union, se per caso verrà proposto un ministero chiederà che siano rispettati i ruoli; dopodiché, se c'è un elemento in più che va ad aggiungersi nella politica turistica che possa portare ulteriori elementi di validità ad un coordinamento, come può succedere... perché non dimentichiamo che in piccolo è quello che abbiamo cercato di dire: le AIAT piccole non bastano più, creiamo un'AIAT unica, in piccolo, allora perché creare l'AIAT unica?
Sotto un altro profilo, rispetto al referendum che è contemporaneo al referendum per l'abolizione del Ministero del turismo, ossia quello che aboliva il Ministero dell'agricoltura, mi risulta che il Ministero per le politiche agricole è stato ricreato senza un nuovo passaggio popolare o che nessuno abbia sollevato delle particolari reazioni, né si sia scagliato contro. Credo che nella discussione che abbiamo avuto con l'Onorevole Brambilla abbiamo capito che c'è la volontà di insistere sul turismo, apprendiamo di questa volontà e insistere su questo settore a noi va bene, basta che si aumenti la produttività e la messa a disposizione di risorse per far conoscere meglio le nostre realtà. Difatti abbiamo detto: benissimo; ci è stato detto, sul turismo di montagna, che si farà in modo da avere delle promozioni a livello di media per far conoscere meglio quel tipo di turismo, ben venga! Che problema c'è? Credo sia un giochino... che non riuscirà tanto facile dire: "l'Union accetta", perché poi la propaganda sappiamo quali canali può avere, però vogliamo dire chiaro che "non c'è trippa" qui e aggiungerò qualcosa d'altro. Quando abbiamo discusso poco tempo fa sull'adeguamento della Brunetta con tutti i limiti, creando anche dei problemi a livello di possibili interpretazioni e possibili ricorsi, abbiamo esercitato quello che riteniamo un diritto, poi lo abbiamo forse esteso troppo. Se c'è un'impugnativa lo dirà la Corte, ma abbiamo fatto una discussione perché volevamo sostenere le competenze della Regione e su questo non c'è stata alcuna presa di posizione che andasse contro esigenze che noi riteniamo importanti.
Il discorso delle ronde (e chiudo perché vi tornerò nella dichiarazione di voto) è un discorso che abbiamo portato agli interlocutori competenti: i Comuni, mentre qualcuno ha fatto la polemica e non mi riferisco né al collega La Torre, né al collega Salzone che hanno fatto una proposta di approfondimento di un altro tipo, mi riferisco alla mozione che è stata presentata qui sulle ronde, dove il giudizio che si cerca di dare è: "ecco, su quell'argomento non ci si pronuncia". Non ci si pronuncia su quell'argomento perché è ancora oggetto di discussione, tant'è vero che è passato oggi in prima lettura in Commissione; può essere del tutto cambiato e c'era la giusta attenzione da parte nostra di capire qual era l'intenzione dei Comuni. Non solo siamo chiari sulle esigenze, ma seguiamo i percorsi che riteniamo importanti e, siccome è prematuro esprimersi su una volontà che potrebbe esserci e su cui porremo tutta l'attenzione necessaria, ribadiamo che su questo abbiamo le perplessità che abbiamo enunciato, che non rinunceremo alle nostre potestà statutarie, ma che saremo attenti a far sì che vi possa essere una valorizzazione del turismo a cui concorrano tutte le Regioni.
Président - La parole au Conseiller Louvin, pour déclaration de vote.
Louvin (VdAV-R) - Non abbiamo l'abitudine di fare i giochini e i giochetti, ma ribadiamo, Presidente e colleghi, la necessità di non prenderci in giro se riteniamo ancora di avere qualcosa da fare in quest'aula. È curioso come costantemente, ogni volta che abbiamo sul tavolo questioni di una certa importanza, o sono premature, o sono tardive, o vanno trattate su altri tavoli. Capisco che sia più facile interloquire con altre categorie dove la "presa" della politica regionale, oltretutto anche prefettizia può essere pesante, ma questo è il luogo del dibattito, questo è il luogo dove è legittimo dove una forza politica inviti le altre ad esprimersi ed è tendenzialmente doveroso che vi sia una presa di posizione e un'assunzione di responsabilità. Maturiamo costantemente e sempre più il senso sfuggente di questo agire politico da parte della Giunta, che ogni volta che il tema diventa caldo si sottrae al dibattito, che ogni volta tende a spostarlo sul terreno amministrativo dove risulta più facile tirare le leve e stringere le briglie. Ci dispiace che una volta di più, con delle argomentazioni che ritengo speciose e poco pertinenti, si voglia dire: "bisogna vedere in concreto cosa sarà questo Ministero, quali competenze...". Qui c'è una questione di principio, sulla quale non richiamiamo un partito, piuttosto che un altro, ma abbiamo detto tutte quelle forze politiche che erano presenti in quest'aula... e ne possiamo esentare come forza politica il PdL, perché non era ancora presente il collega Tibaldi in aula, il collega Lattanzi non era ancora parte di questo Consiglio nel 1991. Potete quindi tranquillamente chiamarvi fuori dal dibattito, ma le altre forze politiche erano presenti e hanno posto un obiettivo, che ha un valore simbolico e politico al tempo stesso e lo hanno concretizzato attraverso un'azione di cui è stata fiera la nostra Regione di essere soggetto promotore. Questo rendere oggi tutto negoziabile... e a noi dispiace che il terreno del negoziato sia non una politica turistica alta, ma operazioni turistiche che riguardano anche la nostra Regione, anche Courmayeur, anche determinate iniziative dove il peso della speculazione edilizia potrà essere pesante e, se è in discussione la promozione televisiva del settore turistico, come dice il Presidente Rollandin, non vorremmo che fosse una promozione televisiva interessata e magari anche facilmente riconducibile ad una parte politica. Per noi è importante che le competenze siano rispettate, che la politica turistica venga fatta in modo alto e che non vi siano equivoci o doppie piste nel rapporto fra la politica regionale e la politica nazionale. Abbiamo il senso di questo avvicinamento politico generale dell'Union a Destra, per noi è lampante, ma non è questo il tema della discussione. Il tema della discussione è un altro: è sulla questione turistica e su come ci posizioniamo rispetto a questa e su come difendiamo una posizione di principio che abbiamo costruito nel tempo. Il Presidente della Regione, la maggioranza, l'Assessore al turismo accettano l'idea e l'eventualità, tanto ci basta; è un'accettazione di una situazione profondamente diversa da quella che abbiamo costruito come Consiglio regionale nel tempo, che abbiamo consolidato attraverso un voto popolare che per noi ha una sua importanza e che non è oggetto oggi di una particolare emotività. Noi siamo sufficientemente logici e razionali nel nostro agire politico.
Ci si rimprovera un'eccessiva premura nel prendere posizione? Sono i tempi della politica: o prendiamo posizione, o siamo superati. Abbiamo tutti di fronte un Governo nazionale che fa dell'annuncio e della rapidità un'arma che non ha saputo giocare il Governo precedente, questo è innegabile. Abbiamo dei temi, come quello del piano casa, che si rovesciano sul tavolo dell'attualità politica e che nel giro di poche settimane diventano un'iniziativa consolidata; allora o ci siamo come Consiglio regionale e diciamo la nostra su questo e su altri temi, oppure saremo un orpello inutile come Consiglio regionale. Questa è la nostra aspettativa: che questo Consiglio si scrolli di dosso tale atteggiamento attendista, questo nascondersi dietro preoccupazioni sul piano formale che nascondono una difficoltà relazionale: di essere netti nel dissenso, almeno su tali questioni rispetto al Governo nazionale e alle forze che lo compongono. Non chiediamo pronunciamenti che hanno carattere epocale, chiediamo solo di essere coerenti e fedeli con una posizione che è stata nel tempo la posizione di questa Regione e che doverosamente va conservata e rispettata. Per il resto, ripeto, la scelta di dire al Presidente della Regione e all'Assessore, a chiunque agisce e parla in nome della Valle: "quella opzione per noi è un'opzione da evitare" è un momento di chiarezza, è un momento che fa parte della doverosa espressione di un pensiero politico che in quest'aula deve ancora trovare posto.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin, pour déclaration de vote.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Per dichiarazione di voto. Credo che dopo aver ascoltato questa replica sia doveroso spiegare meglio perché il voto è di astensione. Se si vuole speculare su altri fronti, è sempre possibile. Abbiamo detto: ben venga il dibattito su questo tema. Abbiamo detto due cose fondamentali: la prima, che non devono essere toccate le potestà che lo Statuto ci riserva, questo mi sembra che nella sostanza sia il punto di riferimento. Che poi ci siano delle intenzioni che non sono state ancora concretizzate, e porto un esempio per suffragare il fatto che molte volte discutiamo qui di cose che, siccome sono in itinere, quando le troviamo sono già vecchie come sul piano casa, ma anche con riferimento al federalismo fiscale. Abbiamo esaminato qui una mozione, abbiamo solo detto in quel momento: "guardate, se ne sta discutendo, c'è un confronto che dovrebbe essere fatto e probabilmente alcune cose cambiano ancora" e questo è avvenuto, tant'è che, mentre ne parlavamo, c'era già un emendamento che andava in una certa direzione, poi è venuto fuori un cambiamento ancora dal tavolo che avevamo preannunciato completamente diverso.
L'unica sollecitazione che avevo cercato di dare è, che va benissimo che ci siano i tempi della politica da rispettare, ma se c'è una cosa che si sta ancora discutendo, è giusto che ci pronunciamo, ma non posso esprimermi su una cosa che non c'è; questo ho detto, perché oggi non ho ancora visto alcuna proposta che vada in tale direzione. Degli annunci ci sono stati, ma gli annunci erano già presenti dalla costituzione del Governo. Con questo non sono assolutamente dell'idea che non si debba discutere su cosa significa un ministero del turismo. Abbiamo detto cosa non vogliamo che sia e come vorremmo che fosse, se è una direzione che farà riferimento al coordinamento tecnico che esiste nel dipartimento sotto il profilo politico, perché quello è stato sottolineato, coordinamento tecnico...
(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)
... certamente, ma difatti! Quando diventa invece un ministero, c'è la parte politica, la differenza è quella! Nel momento in cui mi si farà un discorso di questa natura, analizzeremo come sono valorizzate le presenze delle Regioni, in particolare di quelle a statuto speciale; questo è il discorso.
Quindi ribadiamo che oggi non è perché c'è un annuncio che si farà... questo da un punto di vista televisivo, ormai il mercato televisivo è molto più ampio delle reti televisive che riceviamo, passa su altri canali, lo sa anche il collega Louvin, quindi il discorso non è tanto quello. Io ho fatto a mo' di esempio, non era per dire che quello ci ha convinto a dire "sì", non vorrei che anche qui si equivocasse. Ribadiamo che la nostra astensione oggi è legata al fatto che si parla di un'ipotesi di ministero, senza sapere con quale natura dovrebbe nascere, e con quale significato. Anche il Trattato di Lisbona parla della possibilità che vi sia l'istituzione, anche a livello europeo, del settore turistico che oggi non c'è, quindi in contemporanea dovrebbe esserci anche molto probabilmente un interlocutore a livello nazionale nel settore turistico. Lo faranno, non lo faranno? Oggi posso solo dire che non c'è alcuna proposta. Non ho mai detto che non si possa dialogare, ma mi piacerebbe discutere su una proposta che mi permetta di capire qual è il senso della proposta stessa, perché, se è stravolgente, sono il primo a dire "no", ma se ha qualcosa di legittimo che va nella direzione di valorizzare un settore in un momento delicato, che permetta di ottimizzare il lavoro delle Regioni, dico che lo possiamo analizzare, tutto lì. Vorrei che fosse chiaro che l'astensione non è la fuga dalla dichiarazione, perché abbiamo detto chiaro quali sono i principi a cui continueremo ad attenerci, quindi ci asteniamo.
Président - Je soumets au vote la résolution:
Conseillers présents: 32
Votants: 7
Pour: 7
Abstentions: 25 (Agostino, Benin, Bieler, Caveri, Cerise Alberto, Comé, Crétaz, Empereur, Isabellon, La Torre, Lattanzi, Lanièce André, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Rini Emily, Rollandin, Rosset, Salzone, Tibaldi, Viérin Laurent, Zublena Manuela, Zucchi)
Le Conseil n'approuve pas.