Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 140 del 13 luglio 1970 - Resoconto

OGGETTO N. 140/70 - Acquisto del complesso immobiliare costituente il "Castello di Aymavilles". Delega alla Giunta.

Milanesio (P.S.I.) - Io cercherò di essere brevissimo nella relazione e sarò a vostra disposizione per gli eventuali chiarimenti. Il castello di Aymavilles, ebbene, è noto a tutti, non voglio dilungarmi molto nell'illustrazione dei cenni storici, anzi, non mi dilungherò per niente, voi li avete come allegato all'oggetto, sono stati compilati dalla sovraintendenza con cura, e sono stati ricercati dati che prima non comparivano; ci sono tutte le notizie possibili ed immaginabili, sul piano storico, sull'origine di questo castello, le trasformazioni che ha subìto nel tempo e sui casati che l'hanno ereditato, e fino agli acquisti avvenuti recentemente da parte del Sig. Raffaele Bombrini che è legittimo proprietario di questo complesso immobiliare denominato "Castello di Aymavilles".

La ragione per cui la Regione intende procedere immediatamente all'acquisto di questo castello - La ragione è contingente; è da un po' che l'Amministrazione regionale aveva messo l'occhio, diciamo così, sul Castello di Aymavilles, e da un poco che la Regione voleva acquistarlo; però sono tante le cose che l'Amministrazione regionale deve fare in questo settore, e molto spesso si è presi, anzi, quasi sempre si è presi dall'urgenza di fare le cose più impellenti, di restaurare i monumenti che crollano e che cadono e si è sempre tralasciato l'acquisto di questo bene.

Recentemente, sono stato informato da diverse persone, tra cui anche il Consigliere Caveri che segue sempre con attenzione questi problemi e il Castello stava per essere venduto ad un signore svizzero che lo avrebbe acquistato per viverci, diceva lui, e per, probabilmente, mettere a frutto tutto quello che ci poteva mettere sul terreno circostante il Castello, e che ammonta, come voi avete potuto vedere dalla relazione, a ben 50.000 mq. circa.

Ci siamo subito preoccupati di questa situazione, innanzitutto perché il castello veniva acquistato da uno svizzero non ben identificato, il quale poteva avere magari delle mire sull'utilizzazione di questo castello, l'utilizzazione di questo castello, che non erano confacenti alla natura del monumento. Lustrissy diceva "mire territoriali", non credo, insomma, ad ogni buon conto, non penso che lo svizzero volesse costituire una extra territorialità in Valle d'Aosta; comunque l'Amministrazione regionale ha pensato bene di prendere immediati contatti con il Bombrini, per addivenire ad un acquisto dell'immobile che era oggetto di questa vendita.

Il Bombrini ha avuto un contatto con il sottoscritto e ha mandato, su mia sollecitazione, una lettera, io gli avevo chiesto una offerta, ha mandato una lettera nella quale si dice che è disposto a cedere, io leggo alcuni punti "a cedere all'Amministrazione regionale, al prezzo complessivo di 65 milioni, il Castello e le proprietà" ed elenca tutti i beni che sono compresi in questa vendita e quelli che non sarebbero compresi nella vendita.

Nella vendita sarebbero compresi i terreni, eccetera per circa 5.000 mq. terreni situati in località Pes, sopra la Fornace, nella quale vi è la sorgente che fornisce l'acqua potabile al Castello; i diritti d'acqua del Consorzio Ru Arberio, per l'irrigazione del comprensorio agricolo, immobili oggi esistenti nel Castello.

Escluderebbe invece dalla vendita gli arredi sacri della Cappella, i libri che si trovano nelle librerie e nelle cassepanche del Castello, gli attrezzi agricoli della cascina, gli attrezzi e le botti della cantina, i mobili del fattore situati nel fabbricato della cascina, eccetera eccetera.

Ora, la prima nostra, evidentemente il Bombrini ci dice che la sua proprietà è esente da peso o vincolo da parte di terzi, chiede che sia fissato un termine ragionevole per la stipulazione dell'atto notarile, e poi, soprattutto chiede che venga effettuato al più presto questo acquisto o che la decisione venga al più presto presa da parte dell'Amministrazione regionale, in quanto è in corso di trattative con questo signore svizzero interessato all'acquisto.

La prima cosa fatta dalla Regione è stata quella di nominare una Commissione di esperti che procedesse ad una valutazione dell'immobile e del monumento al fine di darci un elemento di giudizio sicuro per procedere all'acquisto.

La stima è contenuta nella relazione che è allegata all'oggetto in discussione e come voi potete ben vedere, si è proceduto nella stima secondo la tecnica usuale dei periti, cioè che si è prescisso dal valore storico dell'immobile e si è valutato invece la proprietà come una qualunque altra proprietà; si è passato a valutare il terreno, e sono 50.000 mq.; gli si è attribuito un valore di 400 lire al mq. che è poco a mio avviso, in una zona così panoramica, e per un terreno così cospicuo, attribuendo un valore di 20 milioni quindi al terreno, si è passati a valutare il fabbricato di pertinenza del Castello, attribuendo praticamente un valore di 7000 lire al mc. per cui risulterebbe di 4 milioni il valore del fabbricato; si è passato a valutare gli arredi, i mobili, eccetera eccetera per altri 8 milioni, la sorgente e si è arrivati ad un valore complessivo di 45.425.000 lire, escludendo il Castello, escludendo il Castello; questo perché? Perché risulta assai difficile, anche ad una commissione di periti quali sono la Dott.ssa Noemi Gabrielli, l'architetto Prola, l'architetto Bellone, il Geom. Levêque, risulta difficile anche a loro dare un valore venale ad un Castello che viene considerato un monumento, viene considerata una costruzione avente un particolare pregio storico e artistico; è chiaro che però, da parte dell'Amministrazione regionale, c'è una proposta nei confronti del Bombrini, una proposta al ribasso, evidentemente; questa proposta la Giunta la fa al Consiglio, cioè quella di dare, invece che 65 milioni così come richiesto, 60 milioni per il complesso denominato Castello di Aymavilles, e comprendendo però in questi 60 milioni, anche, cosa che escludeva il Bombrini, comprendendo gli arredi sacri della Cappella, che sono arredi di particolare pregio e i libri che si trovano nella Libreria, nelle Cassepanche del Castello, che sono anch'essi libri di un notevole pregio storico ed artistico.

A queste condizioni noi riteniamo che l'acquisto sia, non solo opportuno, ma sia, direi, un affare, un affare sotto tutti i profili, sia sotto il profilo storico che sotto il profilo economico, per l'Amministrazione regionale.

È vero che qualcuno ha detto: "ma, anni fa vendevano il Castello per 40 milioni"; probabilmente è vero, però abbiamo fatto male anni fa a non comprarlo per 40 milioni; oggi come oggi, con l'aumento del valore dei terreni che è registrato in Valle d'Aosta, come del resto in Italia in genere, noi dobbiamo capire che una proprietà di questa entità, con il fabbricato del Castello, con tutti gli oggetti storici, sacri e non sacri che vi sono, non può essere acquistata, una proprietà di questo tipo, per meno di 60 milioni.

Io, quindi, a nome della Giunta propongo al Consiglio l'acquisto del Castello di Aymavilles per la cifra di 60 milioni e propongo che si dia mandato alla Giunta di dare 20 milioni subito, al proprietario, all'atto della stipulazione, finanziandolo sul capitolo 825, acquisto di beni immobili per la valorizzazione del patrimonio archeologico ed artistico, sul bilancio di previsione della Regione per l'anno 1970; di dare 40 milioni sul capitolo di spesa del bilancio di previsione della Regione per l'anno 1971, corrispondente al sopracitato capitolo 825, e poi 6 milioni da imputarsi all'articolo 203 per l'anno 1970, riguardante le spese per l'atto notarile e di compravendita e accessorie, e di delegare la Giunta regionale per il perfezionamento e la conclusione delle trattative della compravendita e l'adozione di ogni successivo provvedimento deliberativo di esecuzione, per addivenire alla stipulazione dell'atto notarile di compravendita del complesso immobiliare, fabbricato terreno e altri, beni, eccetera eccetera e per la liquidazione delle relative spese, nonché per gli eventuali ulteriori accertamenti ed aggiornamenti catastali e per le precisazioni e rettifiche eventuali circa l'esatta descrizione e consistenza dei beni da acquistare e le intestazioni di proprietà.

Sono a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Dunque, io sono d'accordo a che la Regione acquisti quel castello; ritengo anche che il prezzo sia un prezzo conveniente; ritengo anche che la procedura per addivenire alla stima del valore complessivo sia stata fatta bene con una certa accuratezza, quindi non spendo per questo una parola in più se non quella di dire di essere d'accordo.

Vorrei dire invece qualcosa sull'allegato che contiene la premessa, la quale premessa, anche qui, trovo ricca di notizie di carattere sia storico, sia sulla situazione ambientale, sia sul tipo architettonico e sullo stato fisico del castello stesso, ma soprattutto vorrei soffermarmi sull'ipotesi di utilizzazione di quel castello, ed è proprio partendo dalla sua utilizzazione che ritengo importante sottolineare come in Valle d'Aosta si verifichi un impoverimento e una dispersione del patrimonio culturale, vale a dire, codici, documenti, libri, manoscritti, che è o era di una certa vastità e di originalità; infatti si verifica la seguente situazione: codici e manoscritti, resti delle antiche tradizioni culturali, oltre ai documenti che sono una testimonianza non indifferente per lo studio del passato, sono dispersi tra vari privati; in alcuni casi, e solo in alcuni casi sono raccolti in locali praticamente accessibili per ragioni di spazio e di struttura agli studiosi.

Poco o nulla vediamo che ha fatto la Regione per raccogliere questo materiale acquistandolo da privati o da enti, dando una decente sistemazione, cioè un centro di raccolta con personale competente qualificato, a vantaggio e profitto degli studiosi della cultura valdostana.

Oltre alla raccolta di questo prezioso materiale, che ha una testimonianza passata, si dovrebbe procedere alla raccolta in forma organica e qualificata di tutta la documentazione attuale sulla storia e sulla cultura locale. Questa raccolta, questa ricerca di valori inestimabili della vita culturale valdostana sia quella antica, sia attraverso le attuali documentazioni può favorire uno sviluppo di ricerche che nulla hanno a che fare con il sistema del patrimonio culturale attuale locale che favorisce una certa speculazione in tale senso; quindi io penso che una delle più importanti utilizzazioni del Castello di Aymavilles potrebbe essere quello di un centro di raccolta di tutta una documentazione sulla storia e sulla cultura valdostana. La sua vicinanza con il capoluogo faciliterebbe proprio per questo una sua funzione di collegamento fra i vari studiosi della città di Aosta e della Valle che di questi problemi vorrebbero interessarsi.

Io propongo l'uso di questo castello in questa maniera, e poi vediamo.

Savioz (P.C.I.) - Ritengo che sulla proposta di acquisto del Castello di Aymavilles non ci sia nulla da eccepire, che sia bene acquistarlo e penso che sia una realizzazione che sotto diversi profili indubbiamente è interessante per la Regione, non dimenticandoci però che i castelli, come tutti sappiamo, costano, non tanto per l'acquisto, quanto per il loro mantenimento e la loro sistemazione, però essendo un patrimonio di carattere culturale e storico, eccetera, è necessario che la Regione lo comperi. D'altra parte, le trattative per l'acquisto del Castello di Aymavilles risalgono già a diversi anni fa, poi furono arenate per una serie di cose che erano di interesse della famiglia Bombrini, e quindi oggi ritorna alla ribalta e ritorna in modo definitivo.

Quindi io sull'acquisto, sul prezzo, sul valore, eccetera, non ho nulla da aggiungere, niente da togliere. L'unica cosa che mi preoccupa è la sua sistemazione; l'interno del Castello di Aymavilles, purtroppo è stato a suo tempo manomesso in un modo barbaresco e distruttivo per cercare di farne una abitazione di carattere civile; ora, il pristino di quello che era il castello nella sua, non dico origine, ma nell'andamento della sua storia con le sue varie modifiche, prima ancora che fosse eliminato il ponte levatoio con il rispettivo canale, eccetera bisognerebbe però fare uno studio approfondito sulla possibilità della restaurazione, chiamiamola così, del castello e non dimentichiamo che uno dei pochi castelli della Valle d'Aosta che si presta per una serie di possibilità di vario genere.

Quindi, io penso che si possa benissimo accettare l'idea che ha dato il Consigliere Tonino per quanto concerne una possibilità di una biblioteca di carattere regionale, storico, eccetera e nello stesso tempo possiamo, nel Castello di Aymavilles, per esempio, usufruire dei saloni che ha per le conferenze, per i congressi, per una serie di cose che possono essere utilissime, ma, prima di tutto e soprattutto, io vorrei pregare la Giunta e l'Assessore competente che si faccia un immediato studio di restauro, perché mi ricordo bene, quando l'abbiamo visitato, le strutture portanti del tetto lasciano un pochettino perplessi in quanto che determinati puntali sono stati messi, ma voi sapete che quando si mettono dei puntali sotto i travi maestri, è perché i medesimi hanno un qualche cosa che non regge più, che non basta più. È come un vecchio che ha bisogno di un bastone; quindi stiamo attenti perché l'orditura di quel tetto è una orditura formidabile, bellissima, sotto tutti gli aspetti e direi con una architettura coraggiosa e avanzata per i tempi in cui fu fatto, con delle portate che sono delle portate non indifferenti e che ci lasciano un po' col fiato in sospeso. Ora, bisognerà stare molto attenti a intervenire rapidamente e radicalmente sulle portanti del tetto; questa è la prima cosa necessaria; poi uno studio approfondito per fare del Castello di Aymavilles un qualche cosa che serva e non diventi uno dei tanti manieri che abbiamo nella Valle d'Aosta che sono lì, spettacolari, che si vedono benissimo, perché illuminati di notte, ma che poi durante tutto l'anno non hanno una grande utilizzazione, salvo alcuni, tipo Fenis, tipo Issogne, però abbiamo la rocca di Verrès che è bellissima ed è lì, lasciata nelle condizioni storiche eccetera e che non è neanche visitata, non è abilitata a niente. Ora, ripeto, il Castello di Aymavilles, col suo bellissimo Parco, che purtroppo è stato spogliato dalle sue bellissime piante secolari, non ci sono più, e purtroppo non ci sono più, anche in quel caso bisogna provvedere immediatamente, dopo uno studio di carattere tecnico professionale, a ripristinare la bellezza del Castello di Aymavilles: se voi vedete delle vecchie fotografie di una volta, il Castello di Aymavilles era veramente bellissimo, col suo Parco che aveva intorno, di piante di vario genere, e che provenivano da varie località, anche mediterranee.

Queste sono le premesse per cui io pregherei la Giunta di voler proprio interessarsene a fondo perché questo castello diventi un qualche cosa di vivo nella Regione Autonoma della Valle d'Aosta.

Pedrini (P.L.I.) - Signor Presidente, così come noi siamo stati d'accordo con il Consigliere Andrione per il Castello di St. Pierre, evidentemente siamo anche d'accordo per il Castello di Aymavilles. Io vorrei pregare soltanto la Giunta, dopo le raccomandazioni fatte dal Consigliere Savioz che io approvo incondizionatamente, di trovare una soluzione, non soltanto come biblioteca, ma evidentemente ci sono altre soluzioni possibili, in sede di Commissione turismo io penso si possa parlare anche un momentino di questo problema e di vedere veramente che il Castello di Aymavilles serva alla Regione per quelle, anche quelle manifestazioni che evidentemente oggi si trovano ad essere costrette in un salone del Palazzo Regionale che non è più confacente con il 1970.

Andrione (U.V.) - Nous ne pouvons que nous féliciter avec la Junte pour la décision d'acheter le château d'Aymavilles.

Je voudrai détromper Monsieur Milanesio: les 40 millions avaient été offerts par moi personnellement, au moment où j'étais assesseur à l'Instruction Publique, à travers une tierce personne, et ils avaient été refusés de cette époque.

Ce qui nous intéresserait maintenant, ce serait que de la part de l'Assessorat au Tourisme, avec le temps, évidemment, on s'intéresse également à l'achat du château de Sarriod d'Introd et, en manière d'utilisation, je partage ce que Monsieur Savioz et Monsieur Pedrini ont dit: il faut faire une étude pour utiliser ces châteaux, mais il faudrait aussi étudier une utilisation collective des différents châteaux: Aymavilles, St. Pierre, La Tour, Introd, peuvent constituer un pôle d'attraction très intéressant.

Il faut qu'il y ait une liaison, il faut qu'il y ait quelque chose qui permette d'explorer aux touristes toute la Vallée et qui permette de valoriser ces châteaux qui ne doivent pas rester, Savioz a très bien dit, quelque chose de mort, mais qui doivent être vitalisés dans le présent.

Je crois que là la Commission au tourisme et même celle de l'Instruction Publique devraient exprimer, commencer à exprimer un avis pour empêcher que le gros patrimoine culturel et historique ne soit qu'une passivité pour la Région.

Milanesio (P.S.I.) - Brevemente. Io innanzi tutto ringrazio i Consiglieri per essere intervenuti nella discussione; hanno portato tutti gli elementi positivi alla discussione stessa. Condivido le indicazioni date da Tonino, del resto già l'indicazione di questo tipo era contenuta nelle possibili utilizzazioni e si parlava, va ben, di museo, sede di esposizioni temporanee o altre manifestazioni culturali, o per funzioni di rappresentanza della Regione.

Forse sono possibili in questo castello più di una di queste funzioni, più di una di queste funzioni. Ora, condivido anche le argomentazioni svolte dal Consigliere Savioz, cioè di intervenire rapidamente per il restauro; il restauro in questo castello è però diverso di quello che si deve fare in altri castelli; in altri castelli si tratta di garantire l'integrità fisica e la stabilità, diciamo così, del monumento. In questo castello invece, almeno pare, che l'integrità fisica e la stabilità non sia compromessa. Si tratta di togliere certe brutture che sono state fatte per renderlo abitabile si presumeva, e restituire ad esempio lo splendore, l'antico splendore a certe parti di questo castello, un restauro che lo abbellisca, non un restauro, diciamo così statico, ma un restauro conservativo e migliorativo. Verrà messo immediatamente allo studio, non appena ne entreremo in proprietà, il che dovrebbe essere tra breve.

Io penso che ci sia anche un altro problema da esaminare immediatamente, cioè il problema del Parco. Abbiamo un Parco grandissimo; questo Parco, a mio avviso, può essere diviso in due parti, una di pertinenza stretta del castello, l'altro potrebbe essere eventualmente dato in pubblico godimento, cioè ai cittadini, sistemandolo opportunamente in qualche modo con dei controlli e con, diciamo così, degli accorgimenti, per cui non venga compromesso il verde pubblico, non venga calpestato e non si arrivi a degli scempi. Giustamente Andrione ricorda il problema di Sarriod d'Introd; la Regione, la Valle d'Aosta che si può definire anche secondo me, soprattutto la Valle centrale, la Valle dei Castelli, perché ha proprio questa caratteristica, noi dobbiamo cercare di metterla in luce anche di reclamizzarla sotto questo profilo e l'autostrada è una eloquente, cioè il percorso in autostrada è una testimonianza della presenza di tutti questi castelli, perché se una cosa di bello ha fatto l'autostrada, è stata proprio quella di mettere in luce, con una visione centrale della Valle, tutti questi castelli, al lato sinistro e al lato destro, percorrendola.

Ora, il Castello di Aymavilles, che si presenta anche visivamente molto imponente e molto aggraziato, dovrebbe a mio avviso prestarsi, assieme ad altri castelli, a delle funzioni, così, che potremmo definire integrate, cioè, noi dovremmo cercare di studiare una utilizzazione di questi Castelli, di tipo evidentemente culturale, di tipo storico, anche di tipo, così, di rappresentanza, in modo tale da usufruire di questo patrimonio che la Regione ha e di non lasciare ammuffire questi castelli; bisogna vitalizzarli perché la cosa peggiore è quella di fare un monumento, sistemarlo e poi lasciarlo lì, così come è. Se non viene in qualche modo abitato, e per abitato io intendo dire frequentato dall'uomo, è chiaro che si degrada rapidamente, perde il significato che noi gli dobbiamo dare, perché se acquistiamo questi castelli non è per lasciarli lì, come dei monumenti intoccabili, solo da vedersi, ma li vogliamo utilizzare, vogliamo creare una compenetrazione tra lo spirito dell'epoca e la nostra epoca attuale, vogliamo rivitalizzarli, insomma, vogliamo di nuovo renderli attuali, o comunque trasformarli in una testimonianza visiva del passato.

Io ringrazio il Consiglio che mi pare abbia espresso un parere favorevole e sottolineo come ancora una volta il patrimonio della Regione, con questo acquisto si arricchisca di un monumento importantissimo che già tanto ha dato lustro alla Valle d'Aosta e ai suoi castelli.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro vuole intervenire? Consigliere Ramera.

Ramera (D.C.) - Vorrei semplicemente così fare una osservazione e un suggerimento all'Assessore al Turismo, dato che ha parlato di varia utilizzazione dei castelli, si potrebbe vedere per esempio gli spettacoli "Son et lumière", ma questi si possono vedere dopo.

Vorrei suggerirgli, se è possibile, scusi se esco un attimo dall'argomento, ma è l'utilizzazione di un patrimonio che abbiamo, del teatro Romano, in quanto basterebbe che chiedesse al nostro Ufficio di Roma, di mettersi in contatto con la Compagnia del Teatro Romano di Ostia in quanto quindici giorni fa io ho incontrato lo scenografo che mi disse che appunto stanno venendo a Torino, verso fine luglio o primi di agosto e per una cifra molto, ma molto modesta sarebbero lieti di fare almeno un paio di spettacoli al nostro teatro Romano. L'Avvocato Caveri mi diceva che però ci sono anche dei problemi di solidità o meno del teatro, però effettivamente sarebbe giunta anche l'ora di utilizzare quest'opera e di vedere se si può fare qualche cosa.

Milanesio (P.S.I.) - Brevemente. D'intento con la Sovraintendenza abbiamo già preso contatti con uno studio, mi pare di Torino o di Milano, non ricordo più bene, che ha compiuto sistemazioni di altissimo livello tecnico ed artistico per quanto riguarda utilizzazioni di monumento tipo teatri e antiteatri, perché l'utilizzazione di questi monumenti è estremamente problematica. Noi abbiamo visto, ad esempio, che recentemente, in un recente passato, a lasciare svolgere le manifestazioni in questo anfiteatro, in questo teatro Romano, se ne otteneva solo un degradamento, diciamo così, del monumento stesso, perché era gente che arrivava lì, asportava pietre, rompeva tutto, con grave incolumità, anche, da parte dei partecipanti; quindi si tratta di fare degli interventi molto delicati, in questo quadro abbiamo già preso un contatto preciso, e ci dovrebbero anzi presentare un progetto di massima per l'eventuale utilizzazione del teatro Romano, con opportune sovrastrutture, che poi si tolgono, in materiale, diciamo così, mobile, in sovrastrutture mobili, che potrebbe consentire l'utilizzazione del monumento senza degradarlo e senza mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini che lo frequenterebbero.

Io quindi voglio assicurare il Consigliere Ramera che una iniziativa in questo senso è già stata presa; siamo in attesa di questo progetto di massima, che ci veniva consegnato gratuitamente, perché queste furono le condizioni che io misi, noi vogliamo vedere un progetto di massima, però lo vogliamo gratuitamente. Se la cosa sarà di gradimento della Regione, allora affideremo lo studio per la sistemazione, per la creazione di queste sovrastrutture mobili che poi si tolgono e si mettono a seconda delle circostanze.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, chiudiamo la discussione e mettiamo in votazione l'oggetto n. 17; chi approva alzi la mano? Contrari? Astenuti. Il Consiglio approva.