Oggetto del Consiglio n. 139 del 13 luglio 1970 - Resoconto
OGGETTO N. 139/70 - Concessione all'Associazione Sports Invernali Valle d'Aosta (A.S.I.V.A.) di un ulteriore contributo per il finanziamento delle spese relative all'attività sciistica della stagione invernale 1969/1970.
Milanesio (P.S.I.) - Con deliberazione di Giunta n. 3819, in data 29 ottobre 1969, deliberazione che venne successivamente ratificata dal Consiglio regionale, si concesse un primo contributo di lire 15 milioni all'ASIVA (Associazione Sports Invernali Valle d'Aosta), affinché potesse provvedere al finanziamento delle spese più urgenti relative allo svolgimento della propria attività per l'anno sportivo 1969/1970.
L'ASIVA aveva chiesto, in sede di bilancio preventivo, un contributo di £. 17 milioni per poter fare fronte alle spese dell'anno 1969/1970.
Per opportuna conoscenza del Consiglio devo ricordare che nel 1968/1969, cioè per la stagione 1968/69 venne da parte della Regione corrisposto all'ASIVA un contributo di 28 milioni. Perché 28 milioni? Perché in questo contributo venivano inglobate anche le somme occorrenti per l'organizzazione del Trofeo Perolino che invece per ragioni tecniche non ha potuto aver luogo quest'anno.
Le cifre necessarie per il Trofeo Perolino ammontavano allora a 7 milioni di lire, telché il contributo ordinario corrisposto dalla Regione era di circa 21 milioni.
Ora, evidentemente occorre arrivare a coprire almeno tale cifra; l'ASIVA ha fatto presente con lettera successiva di aver maggiori oneri, maggiori costi, nello svolgimento della propria attività; ha collegato questa sua richiesta all'aumento del costo della vita, quindi all'aumento dei prezzi di materiali di cui essa si approvvigiona, e delle prestazioni di cui ha bisogno per la propria attività.
Io ho proposto alla Giunta regionale e la Giunta regionale è stata concorde, di concedere un ulteriore contributo di 6 milioni, portando così da 15 a 21 milioni il contributo previsto per l'anno 1969/1970. Devo doverosamente dire che da parte della Regione vi è uno sforzo per tentare di contenere determinate spese che sono certamente utili, sono certamente destinate a buon fine quali quelle del sostegno degli sports invernali e del reclutamento e della preparazione e formazione di atleti giovani, di giovani sciatori che tengono alto il nome della Valle d'Aosta, però noi notiamo, con preoccupazione, un fenomeno di, diciamo così, di rincaro, e di rincaro e quindi una maggiore richiesta, una maggiore pressione da parte di questi organismi per ottenere sempre maggiori fondi a loro disposizione. Evidentemente, se la Regione cede a queste pressioni si trasforma in un ente di elargizione benefica e non sempre riesce ad ottenere da parte di questi sodalizi quelle prestazioni e quelle attività che invece dovrebbero esercitare e svolgere. Quindi, nel proporre questi sei milioni e nel portare si 21 milioni il contributo della Regione, noi riteniamo di fare cosa opportuna anche se sappiamo non sarà accolta troppo favorevolmente dai dirigenti dell'ASIVA.
Del resto noi riteniamo di aver già raggiunto un plafond discreto e che pertanto non sia né opportuno, né possibile, in questo momento, procedere ad ulteriori aumenti.
Pedrini (P.L.I.) - Io prendo atto, signor Presidente e Assessore al Turismo, delle parole con cui l'Assessore ha voluto frenare diciamo, questo incalzante dilagare di richieste; però mi sia concesso di dire, e questo non per spirito di parte, ma perché durante l'inverno vivo parte dei problemi dell'ASIVA, che effettivamente credo che l'ASIVA sia l'unico organismo che debba essere aiutato; debba essere aiutato per una infinità di problemi, così come io criticai due anni fa quella specie di libretto che era l'obbrobrio dello sci italiano in cui venivano messe le manifestazioni valdostane, ed era un libretto ciclostilato, dove non si capiva niente, dove effettivamente davamo l'impressione, noi Regione Alpina, di essere alla retroguardia delle organizzazioni. Bisogna dare atto che in questi due ultimi anni è stato fatto uno sforzo notevole da parte dell'ASIVA, che l'organizzazione è diventata ottima, che vi sono degli elementi che gratuitamente prestano e perdono giornate intere e che potrebbero dedicare alla loro attività personale, per questo sport, e bisogna anche dire che da parecchio tempo purtroppo sui campi nazionali ed internazionali i nomi dei valdostani si fanno sempre più rari.
Ora, io vedo il contributo all'ASIVA non soltanto come semplice somma di denaro data a questa organizzazione, ma vedo anche questo contributo dato come pubblicità alla Valle d'Aosta, una pubblicità che evidentemente viene fatta dai nostri atleti, gratuitamente, una pubblicità che viene portata sui giornali e che quindi indirettamente rende all'Assessorato al Turismo e dico Assessorato al Turismo per dire tutta la Regione, dal lato turistico.
Avrei da aggiungere ancora una cosa. Noi siamo, come ha detto bene l'Assessore Milanesio, una Regione eminentemente alpina; è evidente che io ritengo il contributo dato non sufficiente ad una Regione alpina, perché se noi vogliamo guardare qualche altra Regione autonoma, e non facciamo nomi perché sappiamo tutti qual è, e ci vogliamo informare, così come io ho voluto prendermi la briga di informarmi, voi vedrete che le organizzazioni del Trentino Alto Adige, godono di facilitazioni e al cui confronto i nostri sci club e le nostre organizzazioni e l'ASIVA scompaiono, sono dei minuscoli puntini. Però dobbiamo constatare che nei campionati italiani mondiali, là ci sono i nomi dei grandi campioni. Noi purtroppo, i nostri campioni, i nostri grandi campioni, li abbiamo persi per la strada con i Chatrian, i Jammaron, non voglio fare nomi, Pellissier, eccetera eccetera va bene, li abbiamo persi con l'andar del tempo e oggi l'ASIVA si sta interessando proprio del vivaio dei giovani, così come hai detto tu Milanesio, del vivaio dei giovani che sono quelli che promettono per un futuro imminente il ritorno sulle scene nazionali ed internazionali dei nomi valdostani e quindi della nostra Regione.
Io vorrei, so che spendo una parola inutile, vorrei proprio pregare l'Assessore al Turismo e tramite esso tutta la Giunta di studiare, di vedere la possibilità, oltre questi sei milioni, di venire incontro con qualche altra cosa, non so come, cioè, si potrebbe trovare la soluzione, 6 milioni per quello, non so, compri la Regione un certo numero di sci, adesso faccio per dire, trovi una soluzione per intervenire ulteriormente... materiale sciistico, adesso ho detto sci, per dire, va bene, ma vediamo veramente di venire, ci sono dei raduni, l'ASIVA fa dei raduni, qualche raduno per atleti valdostani che si preparano per esempio per i campionati nazionali, qualche raduno può benissimo essere pagato dalla Regione e penso che questi raduni vengono poi a costare 300, 400, 500.000 lire al massimo, per 20, 25 atleti, quindi non sono somme folli, non sono somme mal spese, sono somme che servono per i nostri giovani per la loro formazione, per la disciplina che deve essere la primaria, disciplina valdostana e per la nostra posizione geografica e quindi prego proprio l'Assessore Milanesio di trovare ancora eventualmente una soluzione, una scappatoia, affinché l'ASIVA possa essere aiutata nella maniera migliore, e ripeto, questo non per spirito di parte ma solo ed esclusivamente perché seguo da vicino, personalmente gli sforzi dell'ASIVA e penso onestamente che debbano essere aiutati.
Germano (P.C.I.) - Io non so, forse il Consigliere Pedrini non è molto informato, perché quest'anno noi abbiamo due campioni italiani valdostani, quindi non è che non ci sono, ci sono due campioni nazionali italiani; lo slalom speciale e lo slalom femminile, slalom speciale maschile e slalom femminile; quindi non è quello il problema. Io vorrei porre però il problema... (voce) ...va ben, io ti dico, ci sono 8 campioni italiani, ne abbiamo due come Valle d'Aosta, insomma, non è che possiamo dire: quest'anno è proprio tutto a catafascio; no, quest'anno è il primo anno dove c'è qualche cosa, è una realtà, è una realtà storica... (voce) ...forse il Consigliere Pedrini ha solo il fondo davanti, il fondo ha la sua importanza, però abbiamo due campioni italiani, una donna e un uomo, quindi, qualche cosa c'è. Ma quello che interessa a me è questo: come l'Assessorato al Turismo esercita il suo controllo sull'ASIVA per quanto riguarda la formazione, chiamiamo così, di masse di giovani, cioè noi, va ben, ci hanno fatto una spiegazione, invece di 27 ne diamo solo 21, abbiamo tirato alla riduzione, ma questi soldi vengono spesi effettivamente, ha il controllo l'Assessorato al Turismo, per l'educazione di larghe masse di giovani a questo sport? Non si potrebbe fare meglio? Le società sono tutte considerate alla stessa stregua? Non vi sono delle società povere che vengono trattate peggio, o società più benvolute che vengono trattate meglio? Non si spende troppo per le manifestazioni, piuttosto che per le permanenze, per la scuola, per la formazione di questi giovani atleti? Voglio chiedere solo spiegazioni in questo senso all'Assessore.
Ramera (D.C.) - Già l'anno scorso, in occasione del primo stanziamento di 15 milioni avevo fatto osservare che forse lo sci meritava qualche cosa di più, perché dicevo, soprattutto che il fenomeno va visto, ci sono due modi di vederlo: se si finanzia lo sport a carattere sociale, o se lo si finanzia anche a carattere agonistico. Quindi, ero d'accordo allora, per i 15 milioni, come sono d'accordo per gli altri 6 di oggi, però effettivamente devo dare ragione a quanto detto da Pedrini, anche se Germano ha detto che ci sono due campioni italiani: uno è proveniente dalle fiamme gialle, anche se nostro, ma praticamente sono dei casi, mentre invece io pretendevo che proprio perché la Regione finanzia, che ci fosse una cifra proprio destinata a creare una scuola di sci agonistico, per creare una scuola dei campioni, perché sta tutto bene finanziare un sacco di gare, tanto è vero che, vorrei richiamarmi a quanto diceva stamane l'avvocato Caveri che anche questo problema dello sport va programmato un pochettino perché tutti chiedono e i soldi filano, filano in senso rivo, ma però noi vediamo nei calendari dell'ASIVA... Magari? Un sei gare di fondo? In sei paesi diversi, vorrei sapere con quale risultato, sì, di far fare bella figura a quell'Aci Club, a quell'altro di aver organizzato qualche cosa, ma allora questo è voler finanziare dello sport a tempo libero e sta bene anche questo.
Però, nelle finalità della Regione abbiamo sentito anche che l'ASIVA svolge una attività propagandistica a certi fini, io ritengo che debbono essere proprio stanziate delle cifre per lo sci agonistico, perché effettivamente l'unica ultima grande campionessa è stata Giuliana Minuzzo, che non è certo stata un prodotto dell'ASIVA ma un prodotto personale, grazie ai suoi sacrifici dopo di ché c'è il vuoto assoluto, mentre il Trentino Alto Adige fornisce il 90% degli effettivi delle squadre nazionali e si afferma anche in campo mondiale.
Ora, non stiamo a discutere sui 21 o sui 25, io desidererei proprio che l'Assessore al Turismo chiedesse o imponesse quasi all'ASIVA di stanziare un determinato numero di milioni, siano essi, 3, 4, 5, perché i migliori ragazzi, le migliori promesse dello sci valdostano vengano avviate e non siano lontani dalla scuola francese che oggi è la migliore esistente, perché effettivamente portino poi i colori della Valle d'Aosta, con onore, sui campi sportivi; quindi d'accordissimo, però desidero prima una certa programmazione dello sport, e secondo, che il problema venga esaminato, non solo come finanziamento di sport a tempo libero, ma anche come sport agonistico.
Savioz (P.C.I.) - Io vorrei spendere due parole, non per contrastare quanto è stato detto prima, ma da altri, ma vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio sul fatto che lo sci, siccome è una disciplina prettamente alpina e si manifesta in quelle Regioni dove le condizioni lo permettono, e noi siamo una di quelle Regioni, a mio modesto avviso lo sci ha principalmente un aspetto, cioè questo: irrobustire i giovani e prepararli per la disciplina stessa.
Io non sono molto d'accordo quando si pensa che sia bene mandare, dare dei contributi all'ASIVA perché l'ASIVA provveda a fornire dei campioni per lo sci nazionale o internazionale, e non sono d'accordo perché? Perché a mio modesto avviso noi avremo dei campioni soltanto quando tutti i giovani delle varie località della nostra Regione saranno messi nelle condizioni di avere la possibilità di fare dello sci, ma di farlo sul serio, non di fare lo sci come si sta facendo in questo momento, tramite alcune piccole associazioni di carattere locale, dove danno, si e no, un paio di sci mettono ai piedi e poi, buona notte ai suonatori, ognuno si arrangia come può; di questo passo qui noi non avremo mai la situazione del Trentino Alto Adige. Andate un po' a vedere che cosa succede laggiù; i campioni vengono fuori perché c'è una preparazione che parte fin dall'asilo, io dico, e continua nelle elementari e via di questo passo qui, e quando i ragazzi arrivano ad una certa età vengono selezionati naturalmente, da loro stessi e i campioni vengono fuori in questo modo. Quindi, non dare dei soldi perché si formino i campioni, dare dei soldi perché si arrivi a portare lo sci veramente là dove è necessario portarlo, con quelle regole deve essere fatto.
Un qualche cosa del genere avevamo tentato e, per metà riuscito in quel di Champoluc, grazie all'interessamento del Dr. Pinna Pintor di Torino, era stato portato lo sci nelle scuole, e quindi non soltanto nel sabato con l'organizzazione di quella che è l'organizzazione della Regione, ma si era fatto una organizzazione particolare, dopo l'orario di scuola i ragazzi erano presi, accompagnati da istruttori, seguiti personalmente anche dal medico, e quindi venivano fuori effettivamente con una determinata preparazione.
Se noi continuiamo ad andare avanti come siamo andati avanti fino adesso, non dobbiamo illuderci di preparare dei campioni, ma tanto meno dobbiamo illuderci di fare veramente la disciplina dello sci, perché non è sufficiente mettere gli sci nei piedi, ci vuole tutto un insieme di cose assieme; questa è la verità.
Io sono rimasto per sette anni l'Assessore al Turismo e ho avuto occasione di interessarmi, di vedere, non dico a fondo, non è che mi sia interessato a fondo di questo problema, però a forza di sentire a destra a sinistra, di vedere gli uni e gli altri ho finito per capire che se si vuole un qualche cosa in un determinato modo bisogna dare la possibilità che questo qualche cosa nasca e si fortifichi e riesca. Mi sembra che questo sia il problema? Qui non si tratta di fare delle grandi modifiche e delle grandi rivoluzioni nell'ambito dello sci, però bisogna arrivare al punto che ci sia una "pépinière" di giovani che fanno dello sci, ma che lo fanno sul serio; allora vedrete che i campioni vengono fuori, perché i valdostani sono sempre quelli: campioni ne avevamo una volta, li abbiamo ancora, è solo che oggi non c'è più quello spirito di sacrificio che avevano 10 anni fa, 20 anni fa, lavorando e sgobbando di più, quando si prendevano gli sci si andava su a Pila a piedi, si faceva una bella sciata lassù, si correva e si tornava giù. Adesso abbiamo invece che cosa? Impianti di risalita. Cosa succede nel campo e questo, ripeto parole dette dal medico, dal competente in materia, da questo Pinna Pintor che segue questo problema da circa 15 anni, lui mi diceva: "il pericolo di questi ragazzi è il fatto che le ossa non sono preparate per la disciplina stessa, perché sono fragilissimi in quanto che tutti gli impianti di risalita, impianti di risalita è soltanto discesa, slalom, non c'è più affaticamento, non c'è più irrobustimento degli organi", cioè delle gambe, in poche parole; e allora, fratture, difficoltà, cedimenti e via di questo passo qui. Quindi lui diceva: "prima bisogna rafforzare polmoni e gambe e questo si ottiene soltanto facendo della vera disciplina dello sci, togliendo di mezzo gli impianti di risalita"; ecco, questo è il problema, quindi, io non so, sono d'accordo, si diano pure questi soldi, si veda un po' questa situazione, ma penso che dovremmo vedere di indirizzarci verso altri sistemi e altri accorgimenti. Le gare sono delle bellissime cose, le competizioni sono altre bellissime cose, però non risolvono questi problemi di cui stiamo parlando.
Andrione (U.V.) - Je crois que s'il y a deux dangers qui menacent la véritable pratique du sport en ce moment c'est vraiment d'un côté le gigantisme et de l'autre côté un certain nationalisme que, dans notre cas, du moins à entendre Monsieur Ramera et Pedrini, devient un petit provincialisme.
Le sport, au niveau où l'on en a parlé est devenu un fait national, tellement qu'il est parfaitement inutile de penser qu'avec les fonds que la Vallée d'Aoste pourrait mettre à disposition des skieurs on puisse obtenir des équipes de valeur internationale, tant il est vrai que dans tous les pays, l'Autriche, la France, les Etats Unis, les athlètes sont payés et organisés par l'Etat au point que des Etats Unis choisissent tous les 4 ans un nègre, "colored" pour gagner la course des 100 mètres aux Jeux Olympiques. Après quoi, une fois qu'il a gagné il disparait dans quelque équipe de football professionnel et il ne fait plus de sport dans le sens athlétique et agonistique dont on parle maintenant.
Je crois que notre intérêt, l'intérêt de la Région valdôtaine est celui d'obtenir que le plus grand nombre de jeunes possible pratiquent le ski, mais nous ne pouvons pas nous mettre sur la pente de chercher à tout prix de créer des champions, alors que la création des champions aujourd'hui est un phénomène médical, sociologique et financier d'une portée qui dépasse certainement les moyens de la Région autonome.
Je crois également, et plusieurs conseillers pourraient porter des preuves à l'appui de ce que nous disons, que trop souvent les fonds de l'ASIVA sont dépensés d'une façon pittoresque et folklorique, en repas et en promenades, et autres choses de ce genre, mais qui ont à que voir assez peu avec la pratique de sport.
À mon sens nous pourrions chercher à faire quelque chose et cela a été dit ce matin par plusieurs Conseillers, en créant une équipe de skieurs, peut-être surtout pour le fond, à l'intérieur de l'administration régionale, dans le corps forestiers et là effectivement, en ayant des gens qui sont déjà payés par la Région nous pourrions obtenir quelque chose, mais avec ce système de petits subsides nous pouvons au maximum obtenir de maintenir quelques ski clubs et de faire marcher un peu plus les jeunes, mais certainement pas de nous mettre au niveau de l'équipe française qui est évidemment payé par l'Etat et qui coûte, je crois, quelque chose comme un milliard par an à l'Etat français. Nous ne pouvons pas suivre l'exemple de la Région sarde qui paye l'équipe du Cagliari, je crois que personne ne demande cela, cherchons plutôt à dépenser bien l'argent que nous donnons.
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consigliere Ramera voleva ancora aggiungere qualcosa.
Ramera (D.C.) - Io volevo ancora aggiungere questo a quanto ha detto il Consigliere Savioz, che, oltre ai fondi dell'ASIVA, l'Assessorato alla Pubblica Istruzione ha proprio il compito di istruire i ragazzi, e abbiamo visto un dépliant magnifico, l'anno scorso, dove 1500 studenti, settimanalmente praticano lo sci, quindi questa è una spesa che va al di fuori dai compiti dell'ASIVA, quindi ha ragione il Consigliere Andrione, quando dice che molto probabilmente questi fondi vengono spesi, non so in che maniera, forse molto pittoresco o folcloristico, ma poco sportiva.
Quello che chiedo io non è poi una rivoluzione, lo so anch'io Andrione che non si creano oggi i campioni, si creano da soli forse o si creano le promesse di un campione, però dobbiamo fare qualche cosa, abbiamo avuto Eddy Ottoz che naturalmente è diventato quello che è diventato perché ha avuto una società dietro di lui che lo ha creato per una certa parte, poi ci ha pensato la Nazionale a dargli il resto, ma noi questi giovani, queste giovani promesse, diciamo, dello sci, non è che dobbiamo farne dei Tilly e dei Perriat, perché questo ci penseranno altri dopo. Però lo stanziare in questa cifra globale alcuni milioni per raccogliere quella decina o ventina di giovani promesse, sia in campo maschile che femminile, non credo che turbino, se ci sarà effettivamente una programmazione da parte dell'ASIVA nel non farsi la concorrenza campanilistica attraverso una serie di gare che poi, alla fin fine non portano alcun risultato, se non la gara dopolavoristica, io la chiamo. Quindi non è che si voglia creare nulla di particolare, questo non avremmo le possibilità, questo è certo, si tratta oggi di pensare, dato che siamo la classica Regione alpina per eccellenza, di dare a questi giovani la possibilità di iniziare ad emergere, vuole dire che poi ci penserà il CONI, la FISI, eccetera a crearne dei campioni, se avranno le doti.
Milanesio (P.S.I.) - Dunque, io devo dire che mi sono attenuto ad una rigida e breve relazione economica e finanziaria, senza entrare nel merito del problema perché ritenevo non fosse il caso quest'oggi di farlo. Gli interventi però che sono stati fatti dal Consigliere Germano, Savioz, Ramera e Andrione, mi costringono a dire qualcosa di più.
Innanzitutto noi dobbiamo cominciare a decidere che tipi di sci vogliamo incoraggiare e sviluppare, perché mi pare che da parte dei Consiglieri siano state avanzate due ipotesi, due linee preferenziali. A sentire Ramera e Pedrini, per esempio, si direbbe che lo sci da sviluppare sia lo sci agonistico, cioè lo sci di prestigio, in poche parole, vorremmo creare un vivaio di campioni per poter portare alto il nome della Valle di Aosta, il che è una indicazione. invece a sentire, mi pare, altri Consiglieri, tra cui, ad esempio, Andrione, Savioz, Germano su questo non si è pronunciato molto, ma credo anche Germano, si dovrebbe puntare invece a sviluppare lo sci come sport di massa, come sport che consenta ad un più vasto numero di giovani di avvicinarsi, di praticarlo.
Ora, fino ad oggi l'ASIVA ha puntato essenzialmente sulla seconda soluzione, cioè sulla possibilità data a diversi giovani di praticare questo sport, con dei risultati che non sempre sono strepitosi, non sempre sono da prima pagina di quotidiano o da menzione nelle Olimpiadi invernali.
È certo che per sviluppare una, chiamiamola così, una scuderia per l'agonismo, per l'agonismo pure, occorrono dei mezzi ingentissimi e ha fatto molto bene Andrione a ricordarlo prima, in quanto ormai è diventato una questione di prestigio nazionale. La Francia, per i giovani sciatori e per gli sciatori sta spendendo fior di milioni di franchi. L'Italia ne spende un po' meno in verità e c'è il Canada, che sta spendendo tantissimi soldi in questa direzione, gli Stati Uniti incominciano adesso, e qui entra in gioco l'orgoglio e il prestigio nazionale, cosa che non ha fatto l'Italia in genere, o che ha fatto molto poco, cosa che non può fare da sola, evidentemente la Valle d'Aosta.
Il torneo del Trentino Alto Adige è anche un problema di substrato locale, e vi sono anzitutto più abitanti, la selezione avviene su un numero maggiore di persone e quindi è più facile estrarre da questo universo, che è più grosso del nostro, un numero di campioni superiore. Non dimentichiamo, però, che molti altri che non portano più il colore della Valle d'Aosta o perlomeno di club della Valle d'Aosta, corrono adesso nella squadra nazionale, nel fondo anche, mi pare che nel fondo ci fossero, la metà fossero valdostani, praticamente, non si sono qualificati così, in modo molto egregio, però una gran parte della squadra di fondo, traeva origine dalla Valle d'Aosta anche se non portava i colori degli sci club valdostani. Germano giustamente ha ricordato che il campione dello slalom gigante è della Val di Gressoney, maschile, slalom speciale, pardon e dello slalom femminile è una donna.
Ora, questo cosa significa? Significa che l'attività dell'ASIVA, è un'attività che può essere potenziata, che può essere migliorata, ma non è certo una cosa, così, da scartare da buttare via, da criticare eccessivamente.
Occorre fare uno sforzo superiore, e guardate, io ritengo di sì, però, perché io per il momento non propongo uno stanziamento superiore? Proprio perché vi sono delle questioni che sono state sollevate da alcuni Consiglieri e che sono state sollevate da me in un incontro avuto con i dirigenti dell'ASIVA. Effettivamente io ritengo che molte spese siano superflue; vi sono forse troppi pranzi, Andrione le ha chiamate spese folcloristiche, ci sono troppe spese che attengono di più ad una, così, ad una simpatica e brava compagnia di giovani, che però non dovrebbero essere caricate su un bilancio dell'ASIVA, bisognerebbe cercare di puntare di più ad utilizzare questi denari per l'istruzione dei giovani.
Il problema dei giovani - Io sento anche il problema della formazione di nuove leve che possono avere, che possono essere suscettibili di uno sviluppo agonistico pure, il quale non spetterà, ed ha ragione Ramera, tutto a noi, spetterà in parte, noi forse dovremo solo sgrossare questi probabili futuri campioni poi dovrà pensarci la nazionale, tra l'altro. Comunque, dicevo, il problema si deve porre fin dalle scuole elementari e questo è un discorso, così, da affrontare, un grosso discorso, perché effettivamente, a quell'età, preparare un campione significa anche sottoporre ad un tipo di allenamento, un tipo di vita, che forse può anche suonare come una costruzione al giovane che non ha ancora una libertà di scelta, una autonomia di scelta, una capacità, direi, proprio, di scelta, per quello che deve essere il suo futuro. Non c'è niente da fare, i francesi oggi, per avere dei campioni sono costretti a reclutarli nelle scuole elementari, e io dico, dalla terza elementare in poi, sottoponendoli ad un certo allenamento, il che, evidentemente modifica anche la crescita fisiologica del giovane e lo condiziona, devono trasformarlo in una macchina per correre, insomma, una macchina per correre.
Evidentemente, questo tipo di scelta deve essere anche fatta in accordo, io ritengo, con la pubblica istruzione, perché? Perché deve comportare una diminuzione di frequenza, inevitabilmente del giovane in certi periodi dell'anno, alla scuola. È inevitabile questo; perché non è sufficiente andare a sciare il sabato o la domenica, occorre un allenamento, non dico quotidiano, ma quasi, in certi periodi dell'anno, e in altri occorrono allenamenti in palestra, con degli sports complementari e preparatori allo sport dello sci.
Dove invece, io ritengo, si possa puntare ad ottenere dei risultati più considerevoli, è nella, diciamo così, nella categoria povera dello sci, cioè nel fondo. Nel fondo effettivamente, in Valle d'Aosta esiste la possibilità di avere degli elementi capaci, preparati, abbiamo un corpo di guardie forestali e dobbiamo cercare, a mio avviso, di incoraggiare la preparazione di costoro e agevolandoli in tutti i modi possibili ed immaginabili, essenzialmente reclutando dei giovani capaci e promettenti in questo corpo di guardie forestali. Ora, lo sport dello sci, nella specialità del fondo, non richiede grossi mezzi; richiede, d'accordo una scuola, ma richiede soprattutto dei muscoli forti e dei polmoni ancora più forti e io credo che non manchino certamente tra i nostri montanari, ed è in quella direzione che si deve fare lo sforzo maggiore, perché la discesa, la discesa e lo slalom sono delle specialità che richiedono molti mezzi e che la Regione non può avere e quindi non penso che dobbiamo puntare un risultato di prestigio in quella direzione.
È in questo quadro che io propongo per il momento questo contributo all'ASIVA, proprio perché ci sono tante cose da vedere assieme, proprio perché noi, come Regione, mediamente non siamo soddisfatti del risultato di questa gestione. Questo non significa che i soldi vengano scialacquati, noi vogliamo semplicemente che vengano meglio indirizzati e che ulteriori contributi che possono essere dati dalla Regione vengano dati sulla base di accordi presi precedentemente e non affidati, così, in bianco, alla gestione dell'ASIVA, che se è buona per certi aspetti, è discutibile per altri, e poiché il contributo regionale rappresenta grosso modo l'85% delle entrate, o comunque l'80% delle entrate dell'ASIVA, ebbene, io penso che noi dobbiamo poter dire qualcosa sulla spesa di questi denari. Io, con queste considerazioni, invito il Consiglio ad approvare questo ulteriore stanziamento di 6 milioni, e poi prometto al Consiglio, prometto a me stesso che, nella prossima adunanza in cui si discuterà di questi problemi, vi sarà un quadro più preciso della situazione, frutto di incontri che stiamo facendo e di accordi che vogliamo ricercare con lo spirito di dare allo sport dello sci quell'importanza che merita una Regione alpina come la nostra, perché più tardi, ad esempio, discuteremo del calcio, discuteremo del contributo da dare o non da dare all'Unione Sportiva Aosta. Io devo dire che, a parte il discorso dell'Aosta, la gran parte del bilancio dello sport dell'amministrazione regionale è assorbita da un numero infinito di squadre di calcio che molto spesso nascono, sorgono e vivono solo ed esclusivamente per il contributo regionale e grazie al contributo regionale, perché non vi è apporto di volontà e di operosità da parte dei dirigenti, o perlomeno, questo apporto è minimo, e quindi la loro nascita e la loro vita non sempre si giustifica e questo non è un discorso contro il calcio, ma in una Regione alpina, io penso che gli sports alpini dovrebbero avere la preminenza, cosa che non accade invece, e quindi è un indirizzo che occorre un po' alla volta modificare. Non è possibile fare delle rivoluzioni e almeno in questo caso, perché, poi, tra parentesi, queste rivoluzioni in Valle d'Aosta, purtroppo sono discutibili, perché tutti hanno l'amico Consigliere a cui ricorrere e allora quando si tratta di dare un taglio netto a certe cose, riescono ad infilarsi, così nella manica di tutti, dalla maggioranza alla minoranza, quindi bisogna modificare lentamente, quasi senza darsene ad accorgere.
Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Allora invito il Consiglio a votare la delibera di cui al n. 6. Chi approva alzi la mano, contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.