Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 158 del 30 luglio 1970 - Resoconto

OGGETTO N. 158/70 - Disegno di legge regionale concernente: "Autorizzazione alla spesa per ricerche e studi tecnici integrativi e di aggiornamento necessari per la redazione degli strumenti di programmazione regionale (Piani di sviluppo economico-sociali)".

Montesano (P.S.D.I.) - Relatore il Presidente della Giunta.

Dujany (D.P.) - È un provvedimento di legge che chiede al Consiglio l'autorizzazione della spesa di 25 milioni per ricerche e studi tecnici integrativi e aggiornamenti necessari per la redazione degli strumenti per la programmazione regionale.

L'Amministrazione regionale, già nel passato, è stata interessata a questi studi attraverso lavori fatti da vari Enti che sono oramai superati e hanno necessità di un certo adeguamento e di un certo aggiornamento.

Si ritiene opportuno di provvedere a questo aggiornamento anche perché è stato chiesto dal Comitato Esecutivo della Programmazione che ha preparato nel giugno del 1970 un rapporto preliminare al programma socio-economico regionale per il 1971/1975.

Riteniamo di poter fare questo lavoro avvalendoci di tecnici durante questo periodo estivo, in modo da poter avere, speriamo nell'autunno, alcune proposte indicative e programmatiche che possano dare delle indicazioni sufficientemente chiare per impostare il bilancio della Regione su alcuni indirizzi di carattere programmato: vecchio problema che ogni Giunta e ogni Consiglio si pone alla vigilia dell'approvazione della discussione del bilancio regionale e che speriamo di poter avviare con questo nuovo bilancio, come erano già stati gli impegni in corso.

Montesano (P.S.D.I.) - Chi chiede la parola? Il Consigliere Tonino.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Per la verità è da tanti anni che si sente parlare del Comitato Tecnico della Programmazione, però questo comitato, io mi chiedo che cosa ha fatto e che cosa ha portato avanti fino a oggi.

Ha fatto certe ricerche, certi studi di carattere tecnico, avrà, io penso, in base a certi studi di carattere economico sociale, visto anche in prospettiva il futuro della Valle d'Aosta ma... questo cosa si è fatto fino a ora.

Io non dico che ha fatto niente, dico solo che ha fatto pochissimo per colpa di chi? Per colpa di chi non voleva programmare in un certo senso o di chi non voleva recepire alcune indicazioni, fra l'altro molto frammentarie, così che tutto il lavoro fatto di studi, sulla carta, di indagini, arrivati al 1970, erano ormai già sorpassati nel tempo, come è stato confermato tutt'ora dal Presidente della Giunta.

E così il Comitato della Programmazione, e so che certi problemi li aveva anche afferrati abbastanza bene ma non tradotti in pratica a chi di dovere doveva farlo, tutto è fallito miseramente.

La relazione al disegno di legge dice che il Comitato Consultivo per la Programmazione Regionale ha preparato nel giugno di quest'anno un rapporto preliminare al programma economico regionale 1971-75 che prevede una terza fase di formulazione dello stesso, inerenti a indagini relative alla situazione attuale, alle tendenze in atto e alle prospettive future.

Leggendo questo c'è da chiedere quali siano state le due fasi precedenti a questa terza e sarebbe bene che i Consiglieri sapessero tutto; quale sia stata la programmazione di quegli anni passati altrimenti, senza voler criticare nessuno, chiederci a cosa sia servito fino a ieri un certo tipo di programmazione.

Forse, che sul piano dell'industrializzazione si sia prevista la programmazione, abbia previsto che a Saint Vincent venga fuori uno stabilimento chiamato Fera, forse che sul piano della sanità, riguardo a opere ospedaliere, si sia previsto che sempre a Saint Vincent dovesse sorgere un nuovo ospedale che è negativo nei riguardi della distribuzione della popolazione.

Per prima cosa, in secondo luogo, la scelta di Saint Vincent è all'opposto del buon senso... questo comitato aveva forse previsto che nella sola città di Aosta ci sono centinaia e centinaia di famiglie che vivono in alcune case che sono orrende, per cui si doveva dar loro la possibilità di trovare altri alloggi, altre case con dei fitti che gli operai potessero pagarli senza dover fare la fame per pagare l'affitto e molte altre cose che dovranno essere affrontate e che sarebbe bene sapere se il Comitato della Programmazione le avesse almeno solo sfiorate, altrimenti non c'è un preciso impegno sia da parte dell'Ufficio del Piano e degli organi esterni sia da parte di chi traduce le indicazioni, in pratica a cosa serve un nuovo carrozzone?

Io sono d'accordissimo su tutto quanto recita questa relazione e dirò anche che è una relazione che, se si affronta con volontà, porterà senz'altro alcuni cambiamenti, specie alcune scelte che dovranno però essere ben definite, se si vuole veramente orientare verso il progresso della società valdostana in un senso di sviluppo culturale e civile.

Molti sono i problemi da affrontare con una certa celerità, ma se la celerità vuol dire l'esperienza passata e allora è inutile stare qui a perdere tempo, si continui pure ad andare avanti alla giornaliera come si è fatto fino a oggi.

Così i problemi si ammucchiano, alcuni non vengono affrontati, in un modo, alcuni vengono affrontati in un modo disorganico e tutto il programma inerente al rapporto preliminare socio-economico regionale, che ho letto e riletto con molta attenzione, e che, confesso, è un programma di un certo valore, anche se non ci sono quelle cose che la società proletaria vorrebbe, tutto finirebbe per lasciar le cose allo stato primitivo e anche questi orientamenti della programmazione finirebbero per invecchiare senza portare al popolo valdostano alcun beneficio.

Io penso che il banco di prova maggiore di questa Giunta sia proprio questo: questa Giunta ci può qualificare o meno con questo suo impegno. In Valle d'Aosta in modo particolare, noi vogliamo ricordare il centro sinistra passato, che è stato sconfessato e rilegato in un angolo e, se questa Giunta, a parere di noi social-proletari, non è ancora espressione di una vera democrazia popolare ma affronta in modo organico questo grosso problema, non fra dieci anni ma presto, tenendo conto di tutti coloro che possono portare un contributo di partecipazione per far cambiare le cose, tenendo conto delle spinte innovatrici che vi sono nei vari movimenti che scuotono il Paese e che rappresentano la parte più genuina della società, questa Giunta ha la possibilità di qualificarsi, anche se per noi social-proletari essa non rappresenta con la sua ideologia il movimento operaio e contadino, non per puri scopi integrativi della società ma che, a differenza del centro sinistra, anche se permangono delle discriminazioni a sinistra, è per me un passo avanti verso problemi urgenti.

Montesano (P.S.D.I.) - Chi altri chiede la parola? Consigliere Ramera.

Ramera (D.C.) - Ho appreso dai giornali che è stato fatto un nuovo Comitato di Programmazione. Dato che il Consigliere Tonino parlava adesso di discriminazioni a sinistra, ritengo, dai nomi che mi sono stati fatti, che esistano o siano state fatte delle discriminazioni da altra parte, perché almeno non tutti quelli che facevano parte del Comitato della Programmazione meritavano di essere presi a pedate, soprattutto per il contributo che essi avevano dato.

Naturalmente è un contributo modesto, ha ragione Tonino, quando si pensa che questo Comitato della Programmazione è stato fatto, se non vado errato, nel 1964, se non vado errato e, nello stesso anno, nasceva la Regione Friuli Venezia Giulia, che ho avuto il piacere di visitare questa settimana.

Direi che queste visite sono particolarmente interessanti perché il fascismo aveva inventato i treni popolari per far conoscere alla popolazione determinate località italiane, io vorrei suggerire al Presidente del Consiglio di organizzare qualche pullman popolare per i Consiglieri regionali perché vadano a visitare se non altro le Regioni consimili, non tutte e cinque le Regioni a Statuto Speciale, ma almeno le due consimili, per rendersi conto come la nostra, dopo ventiquattro anni, si trovi a programmare, mentre la Regione Friuli Venezia Giulia è nata quando nasceva il nostro Comitato della Programmazione e oggi la prima delle Regioni a Statuto Speciale, con delle leggi molto inferiori alla nostra, al nostro Statuto Speciale e, quindi, si vede che è questione di visioni diverse, di scelte operate politicamente per il benessere di tutta la popolazione, perché io leggo e approvo quanto si scrive in questa relazione che non sempre è stato, che all'accrescimento dei beni materiali non sempre ha corrisposto una altrettanto soddisfacente evoluzione ai valori della civiltà e che occorre naturalmente accrescere i beni naturali, ma io vorrei chiedere come sono stati accresciuti i beni materiali, mancando una programmazione.

Perché è mancata la prima base, è mancata l'industrializzazione della nostra Regione, in quanto gli stabilimenti esistenti erano esistenti anche prima della Regione a Statuto Speciale; quindi quali scelte ha operato chi ha distrutto questi 24 anni di autonomia? Io non lo so, perché sono entrato all'ultimo minuto, così come sarei anche d'accordo dove si dice: "la popolazione valdostana ha sempre partecipato attivamente alle scelte e alla conduzione della cosa pubblica". Su questa frase ci sarebbe da dire parecchio, ci sarebbe da dire che un partito come il nostro, che ha preso 24 mila voti, con tredici Consiglieri e, pur ammettendo una probabile emorragia, come è avvenuta in Aosta nelle elezioni recenti, viene addirittura emarginato come se fossero dei lebbrosi, tanto è vero che in nessuno degli organismi del Consiglio Regionale siede un democratico cristiano, questo quando, in qualunque altro organismo, questo non accade, comunque, su questa legge io sono pienamene d'accordo, ma io mi chiedo se in sei anni non si è fatto nulla, programmare fino adesso ha voluto dire occuparsi di sussidi di ogni genere, di un paternalismo che io imputo a tutti i gruppi politici, quindi anche al mio gruppo politico, perché si è riservato esclusivamente di falciatrici, tetti e balconi, barbatelle, mucche, alberghi, assistenza. Io vorrei sapere se è stata operata una sola scelta di programmazione, perché programmazione è una parola che è stata portata in Italia da quel gruppo di giovani studenti invitati dal compianto Olivetti a studiare nell'Università di Harvard in America e, naturalmente, che quando sono rientrati in Italia hanno propagato queste tesi che erano giustissime e che dovrebbero essere alla base di ogni Amministrazione.

Ma io ho dei forti dubbi che accada tutto questo, quando vedo le altre Regioni a Statuto Speciale, e proprio ieri mi è scappata una battuta a un amico che discuteva con me di questo, che, se il confronto può esistere con le altre Regioni consimili, e quando dico consimili sono il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, che confronto può esistere con noi? È il solo confronto sciistico che avviene ogni anno tra le tre Regioni alpine, perché altri confronti non possono esistere, in quanto siamo l'ultima delle tre Regioni alpine.

Montesano (P.S.D.I.) - Chi chiede la parola? Il Vice Presidente Fosson.

Fosson (U.V.) - Non entrerò in merito alla questione programmazione perché abbiamo avuto più volte occasione di dire in quest'aula il nostro pensiero in merito alla programmazione e, quindi, le critiche di quello che non è stato fatto sono condivise da noi, certamente.

E quando di parla di programmazione, auspichiamo che si faccia effettivamente qualche cosa nel senso voluto.

Però, vorrei ricordare un attimo al Consiglio e ricordare particolarmente al Consigliere Ramera che in questo momento mi pare che faccia anche dell'autolesionismo, nel senso che non si può dire quello che si è fatto in Valle d'Aosta in 24 anni di autonomia, perché o uno è cieco, o uno non ha presente quella che era la situazione della Valle d'Aosta nel momento della Liberazione perché non si è programmato. Sono d'accordo, la programmazione, noi siamo d'accordo di fare la programmazione, però, a un certo momento, si sono fatti due trafori alpini in Valle d'Aosta e, per uno almeno, è stato largamente sollecitato e c'è stato anche il contributo dell'Amministrazione regionale a fondo perso, e mi pare che da queste due opere grandiose, che ci sono state invidiate e su cui abbiamo avuto delle opposizioni da parte delle province confinanti piemontesi e, specialmente, da Torino, quindi sono due realizzazioni che ci sono invidiate dagli altri perché, quando si parlava del Monte Bianco, si parlava del Fréjus e il Fréjus è ancora da fare e il Monte Bianco è qualche anno che funziona.

Quindi, sono due grandi problemi.

Quale era la viabilità della Valle d'Aosta al momento della Liberazione?

Qui, se qualcuno di noi ha percorso e ha percorso tutte le Valli laterali, si ricorderà, e non andiamo a prendere le ultime Valli dove si stanno adesso completando le strade ma prendiamo quella di Gressoney, prendiamo quella di Ayas, prendiamo il Breuil, la Valle d'Ayas aveva una strada che era consorziale, larga tre metri e qualche cosa, e tutte queste strade hanno dovuto essere rifatte con un impegno, allora non c'era l'intervento dello Stato, con un impegno diretto della Regione, quanti erano i comuni della Valle d'Aosta non allacciati con il telefono? Quale era la situazione degli acquedotti? Quale era la situazione delle scuole nei nostri vari comuni? Tutto questo è stato fatto senza una programmazione probabilmente, questo ne do atto al Consigliere Ramera.

Però non andiamo a dire che ventiquattro anni di autonomia non hanno portato nessun progresso in Valle d'Aosta e siamo all'ultimo piano rispetto alle altre Regioni autonome perché la rete viabile del Trentino Alto Adige era una rete completa, che esisteva già fin dal tempo dell'Austria e questa stessa cosa possiamo dire per la Venezia Giulia, Trieste, tutto questo, Monfalcone, i cantieri di Monfalcone erano industrie che esistevano, oggi si è fatto di più perché è una piana che permette uno sviluppo industriale sia come localizzazione, sia come centro anche di smistamento superiore a quello che è la Valle d'Aosta.

Su quello possiamo convenire.

Con questo, io sono perfettamente d'accordo di fare dei confronti, di vedere quello che succede fuori dalla Valle d'Aosta, vedere di correggere quelle che sono le nostre manchevolezze e vedere quello che c'è di buono da copiare. Però, mi permetto di dire che, in certe occasioni, molti altri hanno fatto il discorso inverso e cioè hanno invidiato certe nostre realizzazioni e hanno cercato di vedere quello che si faceva in Valle d'Aosta.

Ora, io non voglio dilungarmi di più su questo punto, ma dico che è giusto che noi mettiamo a punto e a fuoco i problemi che ci interessano; è giusto che noi, in questo Consiglio, facciamo le critiche che bisogna fare per dare una maggiore spinta, per creare degli strumenti più moderni, per dare uno sviluppo più attinente e più moderno, questo perfettamente d'accordo ma, a un certo momento, non facciamo noi gli autolesionisti perché, allora, se noi guardiamo, le situazioni erano diverse e qualche cosa, molto, si è realizzato in questi 24 anni, non alla perfezione, ci sono molte manchevolezze, io sono il primo a dirlo, però, guardate che un grande passo avanti è stato fatto e chi viene in Valle d'Aosta dopo tanti anni di assenza, questo lo deve riconoscere e, quindi, lo dobbiamo tenere presente, non per farsi un vanto e non per dormire su degli allori, perché, effettivamente, in questi ultimi tempi c'era bisogno di una spinta e di una spinta maggiore e bisogna mettere in atto dei sistemi moderni, ma, se andiamo a vedere che i motivi reconditi che hanno portato a questo stato di cose e allora dovremmo fare una critica che è diversa, che è una critica anche politica, che è una critica dovuta a una cosa che è sempre esistita che, purtroppo, è un male della Valle d'Aosta, è che molte volte guardiamo di più alle cose che ci dividono che non a quelle che dovrebbero unirci per andare avanti nel progresso.

Quindi, se c'è un auspicio da fare in questo momento, è che, indipendentemente dal colore politico che ognuno di noi rappresenta in quest'aula, possiamo discernere quali sono i problemi principali e dare tutto il nostro apporto per la soluzione e per far fare un passo in avanti a questi problemi.

Io, in questo senso, ho voluto solo rispondere al Consigliere Ramera.

Montesano (P.S.D.I.) - Chi chiede la parola? La parola al Consigliere Germano.

Germano (P.C.I.) - Ma io apprezzo, almeno, ho apprezzato l'intervento del Consigliere Ramera.

L'unica cosa che devo dire è che questo intervento lo fa adesso all'opposizione, l'avesse fatto sei mesi fa, sarebbe stato...

(voce in lontananza)

Sì, ma molto abbondantemente devi addossarle al tuo stesso partito perché, guardiamo alla realtà, è vero che la programmazione è nata nel 1964, è vero anche che nel 1966, con l'insediamento del centro sinistra, è stata bloccata. Si sono persi anni, anni e anni.

Adesso c'è un avvio, questa è la realtà, e chi è che l'ha bloccato? È la Democrazia Cristiana. C'è poco da fare, noi abbiamo sollecitato con mozioni, in tutti i modi per poter smuovere per poter andare avanti e la destra D.C. era quella che si opponeva e, credi a me Ramera, è anche una delle cause di fondo della rottura della Democrazia Cristiana.

E poi, quando parli di discriminazione, anche lì bisogna stare attenti perché? Perché quando è stata fatta questa legge sulle procedure per la programmazione regionale, siamo stati noi che abbiamo fatto una battaglia perché nel Comitato Tecnico ci fosse anche la rappresentanza della minoranza.

E allora voi della Democrazia Cristiana vi siete opposti, avete detto: "il Comitato Tecnico deve essere una emanazione della Giunta, deve essere nominato dalla Giunta, il Consiglio non deve entrarci per niente" e noi a sollecitare che non era giusto, che era tutto il Consiglio, che dovevano essere rappresentate tutte le forze politiche.

La storia dice che chi è causa del suo mal pianga sé stesso; siete stati voi i responsabili di queste cose; voi che avete impedito questo e adesso dite: "sono... i nostri della Commissione Tecnica"... e, se emanazione della Giunta deve essere di quella Giunta, non deve essere di altre Giunte ma io ritengo ancora adesso che è una cosa sbagliata. Si è tentato di supplire a questo, investendo la Commissione degli Affari Generali che è diventata di Urbanistica e Programmazione, perché partecipasse ai lavori della Commissione Consultiva ed è questo uno degli aspetti che io voglio far rilevare alla Giunta; questo non è avvenuto.

Non c'è stata una discussione in Commissione Affari Generali, assieme alla Commissione Consultiva, al Comitato Consultivo. Il Consiglio è straniato. Secondo me, è sbagliato che la Commissione Tecnica sia emanazione della Giunta; ci dovrebbe essere anche una rappresentanza della minoranza ma, dato che questo non si è fatto, dato che si può vedere di farlo ma per ora non c'è, si era cercato di risolvere investendo la Commissione Affari Generali e dicendo che partecipa ai lavori.

Ora, noi siamo d'accordo con questa legge, secondo noi è già uno spirito diverso, però dovete tener conto che il Consiglio non è investito per nulla.

È una questione che per ora riguarda solo l'esecutivo e non è la forma più democratica, bisogna che, se il Consiglio deve domani adottare un piano, bisogna che il Consiglio partecipi all'elaborazione di questo piano, possa far presente quelli che sono i punti di vista che emergono fra le diverse forze politiche.

Quindi è necessario, secondo me, adesso non si tratta di dettare legge, si tratta di recuperare del tempo perduto, si tratta di fare in modo che il Consiglio, almeno attraverso la Commissione Affari Generali, Finanze e Programmazione, venga investita e che le diverse forze politiche possano portare avanti quelle che sono le giuste esigenze che loro rappresentano in questo Consiglio.

Quindi, io direi, bisognerà che la Giunta, se è possibile, sia anche un pochino più esplicita e il Presidente della Giunta aveva già parlato della questione, aveva già indicato cosa si intendeva fare.

Sarebbe bene precisare i tempi, cioè vedere in quanto tempo questi studi sono fatti e quando verrà riferito in Consiglio.

Bisognerebbe anche tener conto di una questione che il Presidente della Giunta allora aveva fatto presente, per questi studi, noi sappiamo che ci sono studenti di statistica, che hanno cominciato anche un determinato lavoro, che potrebbero essere interessati, mi ricordo allora il Presidente della Giunta, per quanto riguarda quelli di Grenoble, ci deve essere un professore di Grenoble, uno studente francese e uno studente italiano, possibilmente valdostano, del posto. Dico, ma questi studenti dove devono indirizzarsi? Io, per esempio, ne conosco quattro o cinque di diverse opinioni politiche che hanno iniziato degli studi che tendono in questa direzione.

Bisognerebbe sforzarsi di utilizzarli per arricchire le loro esperienze e perché domani siano i quadri locali che portano avanti queste questioni.

Quindi io chiedevo due questioni: la prima, i tempi in cui avvengono questi studi e, in secondo luogo, dove orientare questi studenti e, in terzo luogo, e, sottolineerei, il più importante, come la Giunta ha intenzione di investire anche il Consiglio su questi problemi, non dico mica nel mese di agosto, dico anche vedere a settembre come la Giunta intende investire il Consiglio, in modo che gli apporti siano i più larghi possibili e avvengano il più largamente possibile.

Chantel (P.S.I.) - Io mi permetterò di fare qualche osservazione: la critica, quando è costruttiva, è sempre utile però l'autolesionismo o almeno il non voler riconoscere quel che si è fatto, è a danno della comunità valdostana.

E allora vorrei ricordare a Ramera poche cose - che, probabilmente, lui giustamente ha detto. Io è poco tempo che sono entrato in questa Amministrazione, però le cose che sono di utilità di tutti e, in molti casi anche in campo nazionale, non possono essere dimenticate.

Ramera dimentica forse che la Valle d'Aosta rivendica le leggi sociali, come quelle della silicosi che ha anticipato a favore dei lavoratori di tutta Italia, una legge diventata nazionale dopo sei anni che era applicata in Valle d'Aosta.

E questo non si può dimenticare né l'hanno dimenticato le altre Regioni perché, a suo tempo, la Valle d'Aosta è stata la prima che ha preso l'iniziativa di fare delle riunioni interregionali, in cui ha invitato allora le quattro Regioni a Statuto Speciale per studiare i problemi sociali, proprio di problemi di sanità e di assistenza e allora potrei andare oltre e non voglio molto dilungarmi, potrei andare oltre perché io so molte leggi a cominciare da quella dei libri gratuiti agli studenti, alla legge sugli invalidi civili, alla... e al centro di medicina preventiva che ha preceduto l'attuale, diciamo così... di venire incontro alla popolazione meno abbiente, ai lavoratori, e oggi sono diventati di attualità, ma la Valle d'Aosta queste cose le ha impostate molti anni fa e, in certi casi, ha già ottenuto dei risultati positivi; se poi questi risultati positivi si sono arenati, bisognerebbe vedere e io non sono qui per dar delle colpe a nessuno, c'è solo l'augurio che qualunque iniziativa sia presa, sia in campo di programmazione, tenendo sempre presenti le necessità di venire incontro alla gente più povera, le necessità dei lavoratori, e allora, probabilmente, se ci metteremo di buona voglia, qualcosa otterremo e qualcosa faremo.

E, naturalmente... perché, effettivamente, in questo campo tempo ne abbiamo perso già perfino troppo.

Ramera (D.C.) - Molto probabilmente mi sono spiegato male, credo. Perché non si tratta di fare dell'autolesionismo, io riprendo la parola detta dall'Assessore Milanesio la volta scorsa, che a volte si formano delle maggioranze che passano orizzontalmente attraverso i gruppi politici, quindi, a un dato momento, noi siamo qua per portare un contributo che va a favore di quelli che stanno fuori, cioè della popolazione e non nostra, quindi nessun autolesionismo.

Mi sono permesso di fare dei confronti e scusi il Vice Presidente Fosson, non è che io voglia polemizzare, per carità, non avrei occhi se non sapessi i mutamenti avvenuti in Valle d'Aosta, no? Sarei un cieco.

Però questi mutamenti non crediamo che siano avvenuti solo qui, sono avvenuti anche in Regioni, intervento certo non della Regione stessa, dello Stato, diciamo, quindi l'Italia è cambiata notevolmente, tutta, anche se questo smentisce il gruppo della sinistra che, a un dato momento, dice che l'Italia non è cambiata per niente, lei, invece, dice che è cambiata molto in questi 24 anni... no, normalmente si dice che l'Italia non ha accresciuto, non è cresciuta molto, normalmente si dice, come avrebbe dovuto.

Guardi che ho visto un Paese socialista nei giorni scorsi, da cui non abbiamo certo da imparare.

Comunque, noi parlavamo di programmazione, di crescita nel campo economico che deve essere abbinata a una crescita di civiltà o di cultura.

Questo chiedevamo. Quindi, d'accordo con il Dottor Chantel quando dice che dobbiamo pensare alle classi meno abbienti e lo vedremo in un altro provvedimento come dobbiamo pensare alle classi meno abbienti, dato che viene subito dopo.

Però, io ritengo che non dobbiamo credere di essere i primi della classe, quindi di non avere contatti, io, quello che ho sempre lamentato, questo lo dico come democristiano o come... come valdostano, quello che ho sempre lamentato sono i veri contatti con altre Regioni, ma contatti che devono essere veramente di lavoro, per vedere quello che noi possiamo dare a loro e loro dare a noi, questo scambio di opinioni.

È vero sì che abbiamo fatto delle leggi sociali, infatti volevo dirlo, quello dei libri, caro Dottor Chantel, per caso strano chi ne parla fu quello che lo propose in Consiglio comunale per primo, poi venne adottato dalla Regione dopo, dato che questa iniziativa, caso strano, veniva dalla mia corrente di partito, ma con questo non vogliamo mica vantarci di nulla.

Abbiamo fatto delle cose ottime in determinati campi ma stiamo parlando di programmazione, programmazione soprattutto legata all'economia, a certe scelte politiche che dobbiamo fare nel prossimo futuro e, senz'altro, presto, proprio perché altre Regioni, su questo terreno, ci hanno preceduti.

Quindi, nessun autolesionismo quando facciamo della critica nel dire che vogliamo fare di più, che dobbiamo fare di più, nessuno incolpa nessuno.

Immaginiamo un po' se io devo venire a fare la colpa all'attuale Giunta, sarebbe veramente ridicolo.

Ho detto che in questi 24 anni si è fatto una politica di tipo paternalistico, e su questo insisto, senza alcuna scelta politica ben chiara e ben concreta nell'interesse collettivo, sempre in campo di programmazione.

Quindi, nessun autolesionismo ma semplicemente l'intervento di un Consigliere che modestamente siede qui da due anni, che di politica, però, se ne interessa da qualcuno di più ma crede di venire a parlare a dei colleghi e di portare il suo modesto contributo.

Se questo contributo non vi serve, vuol dire che saranno parole al vento, se vi serve, mettiamoci tutti insieme a fare queste cose perché la Valle d'Aosta ha bisogno di queste cose, quando io mi leggo, a un dato momento, per esempio, individuazioni di nuove zone industriali, vorrebbe dire che in passato si sono studiate delle zone industriali, vorrebbe dire ma quali sono? Io non lo so perché c'è scritto: individuazione di nuove zone - altre Regioni hanno fatto le zone industriali e, in quelle zone, si sono creati centinaia di stabilimenti e si stanno già studiando nuove zone.

Qui siamo ancora all'individuazione di nuove zone, quindi acceleriamo questi tempi, veramente, perché la crescita economica del nostro Paese avviene solo in questo modo, attraverso l'industrializzazione, lo abbiamo detto più volte che nel campo dell'agricoltura si spendono 4 milioni all'anno per un reddito di sei miliardi, all'incirca, così mi diceva un tempo il Presidente della Programmazione, quindi è solo sotto questo settore che noi otterremo una crescita nel nostro Paese, accompagnandola, giustamente, da quella crescita culturale di cui si fa cenno nella relazione che condivido pienamente.

Quindi, non è che io venga qui... io sono venuto qui a porre un contributo. Se sono stato frainteso e, se mi sono spiegato male, allora chiedo venia.

Bordon (D.C.) - Mi sembra che ci sia ben poco da aggiungere e, anche se dovrei dire molte cose, cercherò di riconquistare un po' il tempo che abbiamo occupato in una discussione che, invece di attenersi all'ordine del giorno, o per malinteso o meno, ci ha portato a delle divagazioni di passato sul progresso che la Regione ha fatto grazie all'Autonomia, grazie alla collaborazione di tutti, ma non è questo lo scopo mio.

Potrei invece polemizzare, perché è un po' il nostro mestiere, con Germano, anche con Tonino, quando si permette di fare certe affermazioni che non penso siano condivise neanche da quei signori, quei collaboratori, amministratori che siedono oggi sul banco del Governo, specialmente allorquando il Consigliere Germano dice che, se la programmazione non si è attuata, la colpa è della Democrazia Cristiana.

Vorrei innanzitutto aprire una piccolissima parentesi, non polemizzo quasi mai con Germano, perché Germano, qui dentro, non ha mai fatto niente di costruttivo, Germano qui dentro è venuto sempre soltanto per fare della demagogia, oggi, naturalmente, si trova in un terreno particolarmente favorevole; ci sguazza dentro e ne ha ragione.

Su questa scissione della Democrazia Cristiana però, dirò a Germano, se questa scissione ha fatto piacere a lui, forse ha fatto piacere anche a tanti altri, perché oggi, finalmente, qui dentro, mentre ci si sbagliava prima a dire che non c'era una Democrazia Cristiana di sinistra, oggi, con tutta tranquillità, vorrei aggiungere per prudenza fino a prova contraria, ma sarebbe un di più, la Democrazia Cristiana non è né di sinistra né di destra ma è una Democrazia Cristiana.

Mi consenta ancora una cosa il Consigliere Germano; mi è particolarmente gradito di poter constatare che la Democrazia Cristiana è, come sempre, l'oggetto degli strali più acuti del Comunismo e del federale Germano e questa è la nostra tradizione, la nostra continuazione e continueremo su questa strada senza nessun compromesso, senza appoggi con astensioni o senza astensioni, senza... voi dovete fare la vostra strada e noi facciamo la nostra, continueremo così finché Dio vorrà ma senza compromessi, perché la nostra strada non si è mai incontrata con la vostra e ci auguriamo veramente di cuore che non abbia mai a incontrarsi perché il giorno in cui questo dovesse accadere, la Democrazia per l'Italia sarebbe agli sgoccioli e sarebbe certamente liquidata.

Con questo, naturalmente, impediremo a certa gente che continua a votare comunista anche se di destra o di parere capitalistico ecc., perché è grazie alla Democrazia Cristiana che l'argine contro la vostra dittatura è stato costruito ed è mantenuto, questo chiedo scusa ma era giusto e passo invece all'argomento che devo dire e che devo discutere.

Mi rivolgo quindi al Presidente della Giunta e agli Assessori che siedono lì e mi rivolgo alla loro coscienza perché dicano se la Giunta, o meglio dal 1966, quando la Democrazia Cristiana ebbe a insediarsi alla Giunta, ha boicottato la Programmazione.

Quindi, abbiamo il piacere di avere il Presidente della Programmazione, gli Assessori che con noi hanno condiviso questa posizione, per cui gli Amministratori che oggi siedono lì, dovrebbero essere i primi a prendere la parola per dire a Germano "noi non andiamo a vedere le colpe di chi sono, di quello che si è fatto o che non si è fatto, ma garantiamo al comunista Germano che in Giunta non si è mai fatta opposizione alla programmazione, garantiamo al comunista Germano che tutte le volte che abbiamo potuto chiamare il Presidente della Commissione di Programmazione, dicendogli: siamo a sua completa disposizione per tutto il personale che necessita, per tutto quello che puoi fare", il Presidente è presente e ci potrà smentire, però è altrettanto vero, e ricorro alla coscienza di questi Amministratori nel voler dire, e qui entriamo sempre di più nell'argomento, che delle perplessità ci sono state, perché noi non diciamo che la programmazione non abbia funzionato e non vogliamo neanche esserne la colpa se non ha ancora dato i frutti che doveva dare e questo sarete voi che dovete rispondere se noi non abbiamo avuto colpe.

Ma è altrettanto vero che la programmazione per la quale abbiamo speso 200-300 milioni, non so quanti ne abbiamo spesi, questi risultati non li hanno dati.

E, tutte le volte, contrariamente al parere di certa gente che siede qui soltanto per fare dell'opposizione demagogica, quando abbiamo voluto impostare un bilancio che abbiamo chiesto, ma scusate, questa programmazione ci deve dare degli indirizzi di scelte, ci dovrebbe dire: "Appoggiate di più il settore agricolo o turistico e dei lavori pubblici" e, purtroppo, noi questo materiale non lo abbiamo avuto. Quindi, noi non vogliamo con questo accusare nessuno perché i risultati della programmazione non sono arrivati, ma respingiamo fermamente queste accuse che a noi ci vengono, di non aver voluto mandare avanti la programmazione, perché sarebbe stata la cosa più facile presentare qui un bilancio presentato in base a una programmazione, ma questo non è potuto accadere e noi ci auguriamo di cuore che accada adesso.

Naturalmente, io avrei voluto chiedere alcune delucidazioni al Presidente della Giunta, perché mi è parso che la sua relazione fosse un po' striminzita in questo senso, poi sviluppata.

Per esempio, io mi domando: dal 1964 che noi non abbiamo avuto i dati per impostare il bilancio su quelli che erano i piani della programmazione, io vorrei essere fiducioso come lo è il Presidente della Giunta quando mi dice: "Ma noi speriamo che attraverso questi mesi, o meglio, in autunno, ci pervengano tali dati, in seguito a questa raccolta, da consentirci di fare finalmente quel bilancio in base a una programmazione".

Ma ora mi sembra che sia un po' pericoloso cullarsi in queste illusioni, perché che mi descriva che cosa devono raccogliere questi ricercatori, perché giustamente è stato detto prima non so da chi, da un professore francese, c'è uno studente francese, c'è uno studente valdostano fra l'équipe, io penso che ci sarà una équipe numerosa che si divide tutto il settore della Regione, tutti i Comuni della Valle, non so se attraverso tutta questa raccolta di dati cosa ci potrà portare ma, indubbiamente, se noi con la fine dell'autunno potremo avere tutti questi dati e li avremo in modo tale da poter fare un bilancio nuovo programmato, noi avremo veramente speso bene questi venticinque milioni e ne avremo spesi male 200 o 250, perché non mi ricordo quanti siano.

Li avevamo chiesti in Commissione, poi non sono pervenuti, la colpa è mia.

Ma questo è il discorso che io voglio fare, cioè: mi sembra che noi tutti quanti non possiamo che essere d'accordo su questo, ma è strano come si possano avere dei dati, così in pochissimo tempo, in breve tempo, perché si tratta di pochi mesi, abbiamo parlato dell'autunno, vogliamo fare nel tardo autunno, vogliamo arrivare a ottobre, novembre, quando volete voi, ma con questo studio noi potremo impostare un nuovo bilancio, ma ben venga.

È segno che allora tutto quello che è stato fatto in diversi anni, ci si è tenuti con la testa nelle nuvole e non ci si è affidati al senso pratico della questione.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola all'Assessore Lustrissy. No, seguiamo l'elenco altrimenti... Manganoni, poi viene Germano.

In ordine Lustrissy, Manganoni, Germano. Chi vuol prendere la parola? Avanti.

Manganoni (P.C.I.) - Io non voglio trattare qui questo argomento che già ho trattato la volta scorsa, quindi non voglio ripetere. Voglio solamente puntualizzare alcune cose. Qui si insiste: "Individuazione di nuove zone industriali", ecc.

Ora, a me pare strano che queste cose le debba sentire da un Consigliere regionale, perché? Se la Valle d'Aosta avesse l'ampiezza della Sicilia, io posso ammettere che i Consiglieri regionali della parte occidentale della Sicilia non conoscano bene la parte orientale.

Ma questa Valle d'Aosta che è piccola, che è un budello, mi chiedo qual è quel Consigliere regionale che non conosce la Valle d'Aosta, che non si trova in condizione di valutare dove si devono impiantare gli stabilimenti industriali. Questo, per me, sembra un'enormità.

Ma c'è di più su quel po' di programmazione che si è fatta: un volume che tratta dell'industrializzazione, puntualizza anche questo fatto e dice che l'industrializzazione, gli impianti industriali, dovrebbero avvenire nella zona di Verrès, Arnad, in quella zona, poi tratta della media Valle, zona Nus, Chambave, Fénis dove, effettivamente, non ci sono degli stabilimenti industriali, e dove accenna all'alta Valle, che dovrebbe essere tutelata turisticamente, ecc. di piccoli stabilimenti che non producono fumo o altro.

Ora, a me pare che questi suggerimenti della programmazione vadano bene perché, effettivamente, la situazione è quella. Possiamo mica andare a impiantare degli stabilimenti a Pila o a Gressoney, quindi tutte queste discussioni sull'individuazione di nuove zone industriali per me sono delle chiacchiere inutili, perché qualsiasi Consigliere queste cose le sa perché conosce la Valle.

Pertanto, io direi che sarebbe bene che la piantiamo con queste discussioni assolutamente inutili.

Diamoci da fare perché quegli stabilimenti industriali vengano portati in Valle d'Aosta, però entro un numero limitato.

Perché? Perché noi sappiamo che la disoccupazione in Valle è oggi limitata ed è particolarmente nel campo femminile.

Guardate qui, Bancod che potrebbe saperlo meglio di me, potrebbe dirvi che solamente nella zona di Verrayes ci sono oltre 50 donne quest'estate che sono andate a fare les effeuilleuses in Svizzera. No? Allora, perché noi non ci preoccupiamo di dare del lavoro a queste donne in loco?

Questi sono fatti, sono dati che tutti noi sappiamo e, anche se non abbiamo dei grandi studi sulla programmazione, però, non so, il buon senso comune della gente comune, queste cose le capisce, sulla questione dell'agricoltura si è parlato, sia chiaro, sulla questione dei contributi, dei sussidi dell'agricoltura, si può discutere molto. No? E questo è stato il sistema iniziato nel 1948/49 e poi ha continuato fino a oggi.

Si può criticare un po' tutti, si può criticare obiettivamente un po' tutti, un po' tutte le Giunte, chi più, chi meno, ...che si è giudicato utile e necessario e che lo era forse in quel tempo, lo è molto meno oggi.

È necessario rivedere tutto questo sistema? È necessario. Rivediamolo, discutiamone, però, quando si parla di sei miliardi, tredici dell'agricoltura e la Regione ne spende quattro miliardi... Beh, qui è necessario fare anche una distinzione, perché, di questi quattro miliardi che la Regione spende attualmente sul capitolo dell'agricoltura, non vanno solo ed esclusivamente allo scopo di incrementare l'agricoltura ma, quando l'agricoltura costruisce delle strade, degli acquedotti, degli elettrodotti, quando porta la luce in certe frazioni, cosa succede? Serve solo all'agricoltura? No. E non vi cito solo un caso, ve ne posso citare a decine.

Prendiamo la strada interpoderale Seissogne-Les Druges gravate pienamente sul bilancio dell'agricoltura, io non so, saranno 20-30 milioni, non so quanti.

Ebbene, a Les Druges voi vedete che vi sono molte ville in costruzione e vi sono molte domande e progetti per la costruzione di altre ville in quella zona stupenda che si chiama Les Druges.

Quindi, a che cosa ha servito quella strada? Solo all'agricoltura di quella zona? No, ha servito a sviluppare il turismo in quella zona.

La pubblicità non... gli altri, sempre sui fondi dell'agricoltura, ma questa legge serve solo alle balze agricole? Eh no, perché là vi è già un albergo, vi è un bar, vi sono queste ville di cui io vi parlavo. Quindi questi fondi che gravano sul bilancio dell'agricoltura ma servono a chi, servono particolarmente, in questo caso, al turismo quindi, non ve ne cito altri casi perché ne avremo un'infinità, allora non bisogna essere così, non so, severi nei giudizi, bisogna essere più obiettivi e, se anche è vero che bisognerà rivedere, io su questo ne convengo, io non dico che va tutto bene, ne convengo, però non esageriamo, quattro miliardi solo per l'agricoltura, di questi quattro, quanti vanno solo per l'agricoltura? Una parte vanno per altri.

Strade poderali fatte, per esempio nella zona di Verrayes, servono anche per lo sfruttamento per le cave, per le cave di marmo che danno lavoro agli operai. E, pertanto, anche qui, coi fondi dell'agricoltura si è sviluppata un'attività estrattiva e su questo potrei continuare, ma io penso che questo basti. Io, comunque, per l'agricoltura, innanzitutto, molte sono anche case di abitazione primo; secondo luogo, noi sappiamo che nella casa rurale oggi non c'è la famiglia esclusivamente rurale, c'è la famiglia operaio-contadino che un membro della famiglia lavora in fabbrica o lavora altrove nell'attività industriale perché, se lavora solamente l'agricoltura non campa, il resto della famiglia si dà all'agricoltura quindi, in questo caso, sovvenzionando la costruzione di quella casa rurale, noi abbiamo ricostruito la casa rurale non solo per la parte, diciamo, della famiglia che si dedica all'agricoltura, ma anche per quei membri della famiglia che lavorano in fabbrica e che hanno avuto un'abitazione decente. Ma c'è di più, in molte di queste case riparate, sistemate, oggi il contadino può affittare alcune stanze nel periodo estivo ai turisti; quindi è un altro introito che gli si dà a quella famiglia ed è uno sviluppo turistico.

Comunque io concludo, non voglio dilungarmi su questi argomenti, dicendo questo: noi è da sei anni, è vero, è da sei anni che si parla di programmazione, è da sei anni che spendiamo decine, decine di milioni per questa programmazione, con quale esito? Io qui non voglio fare delle colpe a nessuno né al Comitato della Programmazione, perché sappiamo che fare la programmazione non è una cosa molto semplice, comunque abbiamo concluso ben poco fino adesso, abbiamo speso una fraccata di soldi e concluso poco. Qual è l'augurio che io mi faccio, che io non entro in merito dell'allegato, l'augurio che mi faccio è questo: che finalmente e dentro un termine regolarmente breve, si venga a delle conclusioni. Perché qui abbiamo già perso ore e ore in questo Consiglio discutendo di questa programmazione, discussioni che poi hanno approdato a che cosa? Praticamente a ben poco, perché di concreto oggi abbiamo niente e il mio augurio è che, io non dico due mesi, metta pure il tempo necessario però limitandolo, non seguendo le orme del passato in questo campo, però si venga a una conclusione.

Germano (P.C.I.) - Il Consigliere Bordon inizia sempre col dire che non vuole polemizzare, poi polemizza sempre e soltanto perché, per quanto riguarda i problemi, il tema legge non l'ha neanche affrontato, a me non dispiace che Bordon polemizzi, perché più polemizza, più ci permette di chiarire che cosa rappresenta, che cosa rappresenta. Bordon che dice Democrazia è restata Democrazia Cristiana e combatte, impedisce la dittatura comunista. Quando dice queste cose mi fa solo un piacere, perché credo che qui dentro tutti o almeno la stragrande maggioranza, lo consideri un po' il Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento, ormai tutti possono sorridere di queste frasi, lui vuole ripeterle, fa bene, permetterà anche a Ramera che mi parla di contributi da parte di tutti ecc.. Ramera che il suo problema non è questo, il suo problema è di essere lancia in resta contro i comunisti, piano piano lo comprenderanno in molti, quindi non mi dà un dispiacere.

L'altro aspetto, quando dice: "Chiedo alla Giunta testimone", non c'è bisogno della Giunta testimone, siamo stati noi qui dal 1966 a qualche mese fa, i bilanci sono sempre stati presentati dall'Assessore alle Finanze e lo ha ammesso lui stesso, nessun bilancio, nessun bilancio ha potuto essere collegato con la programmazione, ma perché questo? Ma perché la destra DC non ha voluto, e perché non ha voluto? Perché non voleva cambiare la politica che faceva, perché la sua politica era quella del clientelismo, era quella della discriminazione e doveva continuarla così. E, se fossero restati lì, non sarebbe neanche venuto al prossimo anno, siamo sicuri di questo.

Quindi, non è una cosa che ci faccia dispiacere a discutere di queste cose, ci fa piacere, ci fa piacere perché ci permette di chiarire, chiarire anche, per esempio, a Ramera che dice tanto anche dell'industrializzazione e delle zone di industrializzazione. Noi, in quest'aula, abbiamo fatto mezza giornata di battaglia sulla legge per l'industrializzazione; è nella nostra mezza giornata di battaglia che abbiamo perso perché non abbiamo ottenuto no. Cosa volevamo? Volevamo che l'industrializzazione fosse collegata con le zone industriali e con l'occupazione che produceva. Non l'abbiamo spuntata, non l'abbiamo spuntata sempre perché quelli non volevano, sempre perché quelli non volevano, perché invece c'erano altri del vostro gruppo che su questo sarebbero stati d'accordo. Questa è la sostanza delle cose. Quindi noi, io non mi prolungo, ma la sostanza delle cose sono queste.

Lustrissy (D.P.) - Io non avrei voluto prendere la parola su questo disegno di legge per il semplice fatto che la questione era già stata dibattuta in una precedente riunione di Consiglio e l'oggetto che noi discutiamo oggi giorno non è altro che la traduzione in pratica di quelle che erano state le conclusioni di quella discussione.

Però, devo fare alcune precisazioni, se non altro per il fatto che per un certo periodo ho presieduto i lavori del Comitato Tecnico Consultivo per la Programmazione regionale. Il Comitato Tecnico Consultivo per la Programmazione regionale non è stato istituito nel '64, come affermato dal Consigliere Ramera, ma la legge istitutiva degli organismi tecnici istitutivi risale all'aprile del '67, la legge, il Comitato poi, in pratica, è entrato in funzione nell'agosto del '67 con l'incarico di rivedere il piano di sintesi elaborato dalla SORIS e di presentare alla Giunta alcune considerazioni sul piano stesso e provvedere agli aggiornamenti del caso.

Nel gennaio del '67 il Comitato Tecnico, unitamente alla Commissione Consultiva per la Programmazione, ultimava la discussione relativa all'aggiornamento del piano di sviluppo e lo trasmetteva alla Giunta regionale. Non so per quale motivo, queste valutazioni esulano dalle mie considerazioni perché non facevo parte della Giunta regionale, non ha ritenuto opportuno di dare attuazione ai suggerimenti del Comitato Tecnico Consultivo per la Programmazione oppure riteneva che il piano stesso predisposto in quel determinato modo fosse di per sé non sufficientemente incisivo per modificare quello che era l'intervento della Regione nei diversi settori dell'economia. Comunque, se si volesse riaprire e perpetrare all'infinito questo discorso sull'attività di programmazione da parte della Regione e da parte degli organismi tecnici, io mi riservo, in un secondo tempo, di pubblicare la verità storica sulla situazione passata del Comitato della Programmazione, perché noi abbiamo agli atti tutta la documentazione, tutte le richieste che sono state inoltrate alle diverse Giunte regionali che si sono sedute e tutte quelle istanze, tutte quelle richieste che un organismo tecnico, che era di natura consultiva, doveva proporre alla Giunta regionale, sono rimaste fino a questo momento lettera morta. Dobbiamo dare atto però al Presidente Bordon, appena insediato, di aver ripreso il discorso della Programmazione e di aver dato la possibilità al Comitato Tecnico Consultivo appena insediato nuovamente, perché ha seguito anche esso le evoluzioni politiche delle varie Giunte che si sono succedute di poter continuare a verificare il lavoro compiuto fino a questo momento. Partendo da quelle considerazioni il Comitato Tecnico ha predisposto il nuovo progetto di ricerche, perché lo riteneva necessario, considerata la non più attualità dei dati contenuti nel Piano di Programmazione e di continuare quelle ricerche integrative che già erano state indicate in primo tempo alla Giunta regionale ma che non erano mai state condotte.

Pertanto, la conclusione di oggi è questa: che il piano proposto in quel periodo lì era gravemente lacunoso, mancavano molte ricerche, mancavano soprattutto delle proposte concrete in termine operativo.

Alcune proposte erano state fatte ma per diversi motivi non sono state portate in ... perché, perché ci siamo trovati di fronte a difficoltà insormontabili, difficoltà che non erano tanto insite nel Consiglio regionale quanto difficoltà che abbiamo trovato presso la Commissione di Coordinamento e presso il Governo Nazionale, perché per la prima volta che si era affrontato un problema in termini nuovi, che era il problema dell'industrializzazione, cioè dando alla Regione la possibilità di acquisire, di apprezzare delle nuove aree industriali, la Commissione di Coordinamento non ha vistato la legge e ce l'ha restituita e noi abbiamo poi abbandonato questa nostra iniziativa, iniziativa che, peraltro, è stata presa in questi ultimi mesi e si sta predisponendo una nuova legge che pensiamo possa essere più incisiva della precedente. Questo per parlarvi di una delle tante cose, di uno dei tanti ostacoli che abbiamo trovato sul cammino durante la nostra breve attività e, proprio rendendoci conto di queste cose, è necessario che, quando allorché si discute di questi problemi, si tenda a eliminare tutti gli aspetti demagogici del problema e veramente si cerchi di incidere di più su quella che è la realtà economica regionale, si cerchi veramente tutti assieme di fare un qualcosa di nuovo e di abbandonare il tradizionale metodo amministrativo del passato che ormai pare superato dai tempi e imboccare delle vie nuove e, su questo, il Consigliere Ramera ci trova consenzienti ma se, però, caro Ramera, hai queste idee, non so se la tua collocazione politica attuale ti permetta di superare queste scelte di tipo personalistico e dedicarti con maggiore vigore a questo tipo nuovo di problemi, che pone la realtà della società moderna.

Alcuni chiarimenti devo dare anche al Consigliere Germano che ha posto alcune questioni ben definite: una riguarda il funzionamento della Commissione Consultiva per la Programmazione; anche qui, con notevole difficoltà, noi siamo riusciti alcuni mesi fa a fare costituire la Commissione Consultiva per la Programmazione che affianca il Comitato Tecnico Consultivo, della quale Commissione fa parte anche di diritto la Commissione consiliare per gli Affari Generali e questi due organismi avrebbero dovuto collaborare assieme, elaborare assieme una serie di proposte, in pratica trattare tutto il problema relativo alla programmazione regionale. Noi, però, ci impegniamo come Giunta - il Presidente già me ne ha parlato - di verificare la costituzione della Commissione Consultiva per la Programmazione, procedendo a quelle sostituzioni di legge che sono i Sindaci da cambiare, da sostituire, i Sindaci che aveva designato il Consiglio forse sono da sostituire perché sono sopravvenute le nuove elezioni comunali. Però, è nel nostro intento quello di dare maggiore incisività a questo organismo e di metterlo nelle condizioni di operare al più presto possibile, affinché tutto questo programma di attività venga seguito dai Consiglieri regionali, in modo particolare dalla Commissione consiliare preposta a queste funzioni.

Per quanto riguarda l'attività di ricerca che noi pensiamo di condurre nel mese di agosto con questa équipe e relativamente agli studenti, io ricordo al Consigliere Germano che tutti gli studenti da lui menzionati sono stati interpellati, però quel certo gruppo, che già ha condotto delle ricerche di natura particolare, non ha creduto opportuno in questo primo momento di aderire alla fase di indagine e di ricerca perché hanno detto di averla fatta già per conto loro, cioè loro potrebbero partecipare caso mai in un secondo momento alla elaborazione dei dati, ma non si sentono di partecipare a questa prima fase di ricerca perché non li interessa, loro hanno acquisito dei dati che poi potranno essere confrontati con quelli che recupereremo adesso.

Germano (P.C.I.) - Alcuni a me invece hanno detto che partecipavano.

Lustrissy (D.P.) - No, se vuoi ti faccio vedere la domanda, ce l'ho lì, la domanda è lì nel mio Assessorato, perché la Giunta regionale mi aveva incaricato di ricercare questi nostri studenti da affiancare a quegli altri. Io ho fatto intervistare un numero considerevole di studenti di tutte le facoltà più o meno interessate a questi problemi, abbiamo avuto delle schede di adesione e abbiamo avuto una lettera collettiva di questi giovani studenti, i quali si dimostravano non molto interessati al problema della ricerca, della prima fase di ricerca, perché già fatta per proprio conto, ma erano più interessati a una seconda fase, cioè di elaborazione dei dati.

Pertanto, terremo presenti le esigenze anche di questi giovani studiosi che saranno in grado di dare il loro contributo di opera già svolta, contributo di esperienza, di una seconda fase di discussione degli elaborati che noi avremo a indagini ultimate. Come termine presumibile delle indagini, si pensa che, per la fine di settembre, un seminario possa discutere tutte le indagini e tutte le ricerche portate avanti nel mese di agosto, in modo da avere già per la fine di ottobre un rapporto conclusivo, con le scelte opzionali da operare da parte dell'Amministrazione regionale.

Questi più o meno dovrebbero essere i tempi tecnici di attuazione.

Bordon (D.C.) - Volevo solo richiamare l'attenzione su tre cosette, tre interventi: l'intervento di Manganoni, di Germano e di Lustrissy.

L'intervento di Manganoni è costruttivo, l'intervento è fatto con serietà, dove difende ampiamente questi miliardi messi per l'agricoltura, dove fa una discussione seria; l'intervento di Lustrissy obiettivo, lo ringrazio per quello che ha detto perché, in fondo, ha detto solo la verità, è vero Lustrissy, quindi io ti ringrazio. Abbiamo messo tutto quello che potevamo mettere per poter fare andare avanti questo problema, e l'intervento di Germano, il quale mi ha attribuito la figura di Don Chisciotte, che può essere anche simpatica, è come se, ad esempio, io la facessi in Olanda dove, effettivamente, ci sono i mulini a vento ma non sarebbe più molto simpatica se la dovessi fare a Praga, con i carri armati che lui augura di vedere arrivare qui in Italia; quindi, vedi che rimaniamo sempre in soggetto, perché non saremo mai fuori da questo binario. Il discorso invece è un altro, quindi lasciamo il discorso di Germano come "une quantité très trascurable" perché non serve proprio a niente e riferiamoci a quello che ha detto Lustrissy.

Ora, io vorrei la collaborazione di quelli che erano con me prima in Giunta come Assessori e poi successivamente quando, in quel periodo più o meno lungo o breve della Presidenza, che mi si dicesse perché la Giunta non ha adottato questi sistemi, queste proposte presentate, perché noi vi garantiamo che non abbiamo mai boicottato questa impostazione, d'altronde, se ciò fosse vero, la colpa dovrebbe essere di chi? Tutti noi che sedavamo in Giunta; quindi, il Presidente della Giunta risponderà anche lui a questo argomento ma io penso che il problema sia un altro, noi abbiamo preso atto di tutte queste cose, di tutti questi studi che sono stati veramente ponderosi, sono stati studi pesanti, tanto è vero che, se dovessimo fare il peso di tutti qui volumi della SOTIS che ci sono pervenuti, sono decine e decine di chili quindi, quando si dice che si è iniziato nel 1964, noi non abbiamo voluto distinguere 1964, 1968, perché non attribuiamo nessuna magagna, nessuna colpa al Comitato. Il Comitato ha agito bene attraverso i suoi organi, attraverso i suoi componenti, i suoi Commissari, soltanto noi siamo un po' perplessi per questo motivo: che, se effettivamente questo studio, Presidente della Giunta, che noi avevamo dalla programmazione, fosse stato completo e lo avessimo potuto adottare, io mi domando perché dovremmo fare questo, cioè dovreste fare questo, questo, obiettivamente, ed è in questo modo che voglio condurre avanti il discorso, non attribuendo delle responsabilità alla destra della D.C. o non della D.C., questo ce lo vediamo poi in campo politico, fuori da quest'aula, queste difese non richieste che, a un certo momento, vengono da quei banchi, lì devono preoccupare veramente, questo che ci preoccupa anche noi perché, arrivati a un certo momento qui, si fa solo della demagogia. Noi, il discorso lo conduciamo avanti su una basse costruttiva, diciamo, ma, se è vero che allora c'era tutto lo studio che noi potevamo adottarlo e la colpa sarebbe nostra se non l'abbiamo portato, allora Signori lasciate questo e portate quello là; invece la verità è un'altra: che forse si pecca di praticità, non ci sono tutti gli elementi, perché io avrei voluto vedere quando noi dovevamo impostare un bilancio - perché tutta la colpa è dell'Assessore alle Finanze, benissimo, mi fa piacere questo - ma io avrei voluto vedere se fossimo arrivati con voi in Giunta e avessimo detto, per esempio: "Tiriamo via due miliardi ai Lavori Pubblici" - certamente perché Rollandoz mi è meno simpatico adesso di prima - quindi avrei potuto dire: "Tiriamo via 2 miliardi e glieli diamo dove, questi due miliardi"? Avrei voluto vedere che cosa mi avreste detto! Perché è la pratica che conta, è inutile venire qui a fare delle chiacchierate che lasciano il tempo che trovano.

Quindi io ripeto, perché non ci siano dei giudizi non giusti, cioè dei giudizi o delle espressioni di malinteso come si sono verificate prima, noi siamo contenti che questo problema vada avanti e abbiamo preso atto con piacere dei tempi che ha precisato il Presidente della Giunta quando dice che questo studio ci darà la possibilità di impostare un bilancio finalmente su una determinata programmazione e questo io auguro che abbia a venire, perché allora sarebbe doloroso di veder spendere altri 25 milioni per arrivare, a un certo momento, alla fine di quest'anno e dover dire: "Signori, non sono ancora sufficienti questi elementi", perché allora dovremmo rivedere il tutto.

Questo è il mio punto di vista.

Dujany (D.P.) - Io ritengo di poter concludere questa ampia discussione ringraziando i Consiglieri per il loro intervento ed eviterò ogni accenno polemico perché mi pare che qui, attraverso questo argomento, si sono fatte le allusioni più strane e gli accenni più estranei all'argomento.

Dunque, all'inizio, mi pare di aver detto questo: si tratta di affidare a una determinata équipe, in collaborazione con del personale locale, la rielaborazione di determinati dati di ricerca che potranno servire per le scelte politiche che dovranno fare gli Amministratori; quindi, ho parlato non di uno studio nuovo ma di un adattamento e di un aggiornamento di studi che già in passato sono stati fatti, sperando e augurandomi che vengano fatti con uno spirito diverso e in un ambiente diverso, in modo che possano arrivare a delle concrete conclusioni, che possano dare agli Amministratori la possibilità di fare delle scelte valide che poi formino strumento utile per la redazione dei bilanci futuri.

I tempi già sono stati detti, il lavoro dovrebbe avere luogo nell'agosto e nel mese di settembre, la rielaborazione di questi dati dovrebbe farsi entro il mese di ottobre, pubblicazione ecc. al massimo entro il 15 di novembre, tutto il lavoro dovrebbe essere pronto per essere portato in discussione degli Organi del Comitato più ampio consultivo e del Consiglio regionale successivamente, in modo che si sappia qual è la realtà socio-economica e culturale della Valle d'Aosta e in modo che il Consiglio possa decidere quali sono, naturalmente, le nozioni a cui deve dare la precedenza.

Questo, naturalmente, è un discorso che può parere vuoto, perché è un discorso che si fa oramai da parecchi anni in sede di questo Consiglio e io non voglio dare la colpa a nessuno, perché qui mi pare che è un discorso che ripetiamo continuamente e continuamente ci troviamo all'inizio dell'anno finanziario nell'impossibilità, per delle ragioni concrete, per delle ragioni reali, di approntare un bilancio con queste basi di cui, per cui, ognuno, all'inizio o nel corso dell'anno, aveva sperato di poterlo fare. Io spero vivamente che questa volta sia la volta buona, la volontà di farlo c'è e speriamo di poter avere gli strumenti e di potere aver superato tutti quegli stadi di discussione per poter, dico, avviare questo discorso concreto in sede di approvazione del prossimo bilancio regionale.

Mi pare che ad altre cose non abbia da rispondere - e mi pare di essere stato sufficientemente chiaro - e, naturalmente, concludo rispondendo a quello che è l'argomento del giorno e rifiutandomi, naturalmente, di rispondere a delle polemiche che non mi paiono attinenti all'oggetto.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, chiusa la discussione, si passa alla votazione articolo per articolo, previa semmai dichiarazione di voto.

Chi approva l'articolo 1 alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Chi approva l'articolo 2 alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Chi approva l'articolo 3 alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 4 - che erroneamente c'è scritto qui art. 5 - Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Si passa alla votazione a scrutinio segreto.

Risultato della votazione: presenti 30, votanti 30, favorevoli 30. Il Consiglio approva.