Oggetto del Consiglio n. 210 del 23 luglio 1971 - Resoconto
OGGETTO N. 210/71 - Iniziative per l'abrogazione delle norme penali di origine fascista. (Approvazione di Mozione)
Andrione (U.V.) - Je crois qu'il n'y a pas besoin d'illustrer longuement cette motion; il s'agit d'une initiative qui a été prise par une Association de magistrats et pratiquement cela recoupe le projet de nouveaux codes pénaux qui avaient été présentés au Parlement en 1953, représentés en 1960, représentés en 1968 et qui est toujours en quelques tiroirs, et qui n'a jamais été présentée à la discussion.
Cette initiative consiste d'un côté à chercher, à rassembler les 100.000 signatures nécessaires pour ouvrir un referendum sur le problème et, à ce propos, je signale aux Conseillers qui le voudraient que dans la salle préconsiliaire l'Avocat Sarteur, juge de paix de la Ville d'Aoste, est disponible pour recueillir les signatures des Conseillers qui voudraient signer pour le referendum et d'autre côté à prendre les initiatives parallèles afin de favoriser l'abrogation de ces normes pénales de régime fasciste.
Il s'agit, pratiquement, de tous les crimes qui vont sous le nom générique de vilipendio, des crimes syndicaux et des crimes d'origine pénale parce que on défendait les associations.
La Nation a été présentée pratiquement par tous les groupes du Conseil et je crois que nous pouvons sans trop discuter l'approuver dans le texte qui a été présenté, sauf, peut-être, un amendement qui n'avait été annoncé avant par le Président du Conseil.
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco io avevo preannunciato al Segretario del Consiglio un emendamento a questa mozione, che io condivido pienamente, mi pare posto al capoverso 4, ecco io mi faccio prestare dal collega Bordon, gratuitamente dice lui, l'allegato e indico bene quale è il punto al quale deve essere, per mia proposta, inserito l'emendamento, cioè quarto capoverso: "atteso che è tempo oramai che il popolo sciolga la contraddizione tra le norme fasciste che continuano ad essere applicate in suo nome e i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana, nata dalla lotta di resistenza al fascismo, che proclama come fondamenti del nuovo stato democratico le libertà politiche e sindacali di opinione, di associazione, di riunione e di sciopero". Io proporrei che dopo "di riunione, di sciopero e di lavoro", l'aggiunta di questa parola.
Milanesio (P.S.I.) - Io non vorrei che l'aggiunta di questa parola "di sciopero e di lavoro" venga a contrapporsi a quella che possiamo considerare una libertà di sciopero, perché mi pare che il lavoro non sia una libertà ma sia un diritto; la nostra Costituzione pone a fondamento dell'ordinamento del nostro Stato il lavoro.
Mi sembra quanto meno ridicolo inserire il lavoro come libertà. Non vorrei che l'aggiunta della parola "lavoro" volesse servire a controbilanciare quell'audacia che è contenuta in questa mozione, costituente nella libertà di sciopero.
Io quindi mi dichiaro nettamente contrario.
Caveri (U.V.) - Je ne suis pas d'accord avec ce que dit l'Assesseur Milanesio, parce que la question soulevée par Milanesio c'est une question qui a été déjà soulevée par d'autres; mais il ne me semble pas que cette théorie est un fondement, parce que la liberté du travail c'est une liberté naturelle qu'on ne peut pas contester, parce que qu'est-ce que c'est la liberté de grève? C'est la liberté de s'abstenir du travail, qu'est que c'est la liberté sur le travail, liberté de travail? C'est la liberté de ne pas s'abstenir du travail, c'est la liberté de travailler. Si on admet la liberté de s'abstenir du travail il faut aussi admettre la liberté de travailler.
En somme la liberté de s'abstenir du travail et la liberté de travailler se sont les deux recto et verso de la même médaille; de manière qu'il me semble que l'on puisse sans autre accepter l'amendement du Conseiller Montesano.
Milanesio (P.S.I.) - Se è importante l'unanimità di questa votazione io posso anche evitare di insistere sulla mia proposta, voglio però sottolineare in questo Consiglio come - e ribadisco quanto detto prima - ci sia una fondamentale differenza tra diritti e libertà.
La nostra Costituzione è fondata sul diritto al lavoro, evidentemente è inutile che noi cerchiamo di abolire, che noi cerchiamo di inserire nell'abolizione delle norme del codice fascista una norma che dica che esista la libertà di lavoro quando la nostra Costituzione è fondata sul diritto del lavoro.
Io faccio solo osservare questo che mi pare che questa proposta venga fatta in un contesto polemico nei confronti dei sindacati e delle organizzazioni sindacali; ecco perché avevo proposto di respingere questa aggiunta.
Comunque precisando, se qualcuno lo vorrà precisare che non ha e non vuole avere un significato polemico nei confronti delle organizzazioni sindacali e delle azioni sindacali che in questo momento vengono portate avanti, io però penso che il proponente e il Partito che il proponente rappresenta abbia espresso in molte circostanze in questi ultimi mesi delle posizioni, non voglio dire antisindacali, ma comunque molto critiche nei confronti delle organizzazioni sindacali, è per quello che mi è parso che questa proposta potesse avere un significato. Se però mi si dà assicurazione che questa proposta non ha questo significato, ma si vuole rafforzare quel concetto di, non lo so come definire, di diritto al lavoro, però chiamandolo in questo modo "libertà di lavorare"; se si dà a questa espressione l'interpretazione che ha dato l'Avvocato Caveri, cioè di dire sono due facce della stessa medaglia, allora sono d'accordo, altrimenti non sono d'accordo.
Montesano (P.S.D.I.) - Io volevo spiegare il significato preciso della mia proposta; è ben vero quello che dice Milanesio che c'è differenza fra diritto e libertà, ma io intendo dire, quando parlo di libertà del lavoro, intendo riferirmi all'impedimento che in molti casi avvengono nei riguardi della libertà di lavoro, ne abbiamo avuto un esempio, per esempio ultimo, alla stazione di Roma, stazione di Roma che ha le organizzazioni sindacali maggiori, CGIL, UIL, CISL, che sono state impedite da altre organizzazioni sindacali di minore importanza, ad esprimere il loro diritto di lavoro.
Ecco, in questo senso, io intendo esprimere il pensiero mio personale del mio Partito, salvaguardando tutte le prerogative e i diritti sindacali, i quali hanno la libertà di sciopero, però gli esempi che in questi ultimi tempi abbiamo notato nella coercizione della libertà di lavoro, mi hanno consigliato ad esprimere questa aggiunta e a specificare meglio il mio pensiero in riguardo anche a quello che ha detto l'Assessore Milanesio e quello che ha detto il Consigliere Caveri.
Quindi per ciò io mantengo questa mia proposta, specificando che l'aggiunta "di libertà di lavoro" va intesa per salvaguardare dagli impedimenti che possono venire da qualsiasi parte contro questo diritto, contro questa libertà.
Fosson (U.V.) - Qualcun altro che chiede la parola? Mi sembra che l'Assessore Milanesio abbia già detto prima che accettava questa variazione fatte le precisazioni in quel senso, quindi penso che si possa mettere senz'altro in votazione. Se nessun altro chiede la parola, metterei in votazione la mozione con l'aggiunta, con l'emendamento, piccolissimo emendamento fatto dal Presidente del Consiglio, cioè l'aggiunta "e di lavoro" sopprimendo quel "e" prima di sciopero.
Una dichiarazione di voto, allora la parola al Consigliere Dolchi.
Dolchi (P.C.I.) - Benissimo, noi siamo fra i sottoscrittori, fra i presentatori della mozione, il gruppo Comunista voterà a favore della mozione; riteniamo l'iniziativa altamente positiva, soprattutto in un momento in cui i rigurgiti fascisti si fanno sentire in Italia, e riteniamo altamente positivo che il Consiglio regionale, che io mi auspico all'unanimità, riaffermi in questa iniziativa di referendum popolare la sua partecipe, vigile e cosciente fede antifascista.
Ramera (D.C.) - La Democrazia Cristiana voterà a favore, non sono tra i firmatari, non so perché, ad ogni modo voterà a favore proprio perché è stata completata; il Consigliere Dolchi ha ricordato che in questi ultimi tempi ci sono stati certi rigurgiti e forse certi rigurgiti non sarebbero avvenuti se proprio noi, Partiti nati dalla Resistenza, avessimo saputo dare maggior ordine a certe nostre azioni.
Quindi, io ritengo che proprio questa aggiunta brevissima, ma che però è piena di contenuto, è piena di significato, serva proprio a dare maggiore peso al documento che noi votiamo per dire che noi siamo altamente democratici, rispettosi di tutte le libertà e consci soprattutto che la libertà che abbiamo saputo conquistarci lottando durante la Resistenza, vogliamo mantenerla nonostante certi rigurgiti.
Fosson (U.V.) - Allora mettiamo in votazione la mozione, non ci sono altre dichiarazioni di voto? Il Consigliere Tonino.
Tonino (P.S.I.U.P.) - Per dichiarazione di voto dirò che io ho posto molto volentieri la firma su questa mozione di particolare importanza, molto volentieri direi per diversi e svariati motivi. Tra tutti questi motivi ne voglio citare solo due che sono i più significativi.
Viviamo in uno Stato che si dice essere, naturalmente, democratico, nato dalla Resistenza antifascista, fondato sul lavoro ove ogni cittadino dovrebbe essere libero di manifestare la sua propria personalità, la sua propria opinione; vediamo invece come sovente il significato di queste libertà sancite dalla Costituzione Repubblicana, sovente finiscono per essere interpretate in un modo deforme al suo contenuto.
Perché questo non si è voluto sciogliere, perché questo è venuto? Perché non si sono volute sciogliere le grosse contraddizioni che esistono tutt'oggi tra le leggi fasciste ancora esistenti nei codici penali.
In questo modo vediamo che i liberi cittadini non sono invece tutelati nei loro diritti costituzionali, vediamo che il significato della libertà e della democrazia, specie nei luoghi di lavoro, sovente viene sovvertito in soprusi e altre cose del genere; secondo motivo fondamentale: è che l'esigenza di abrogazione delle leggi fasciste contenute nei codici, richiamate nella mozione, avvengono in un particolare e significativo momento, in un momento che oserei dire pericoloso per la Democrazia Repubblicana, in un momento in cui il fascismo, avvantaggiato dagli attuali squilibri politici, avanza proprio perché protetto e giustificato da forze reazionarie ed eversive, perché per la prima volta noi vediamo che in Italia, a destra della Democrazia Cristiana, in alcune forze della stessa Democrazia Cristiana va profilandosi una egemonizzazione fascista di tutte le forze più apertamente reazionarie, cioè un tipo di reazione che vede nel Movimento Sociale uno sbocco alla loro reazione.
E questo perché? Perché in Italia vige un malcontento generale, perché manca la volontà politica per affrontare le grandi riforme, quindi a questa affermazione fascista del 13 giugno vi sono molti responsabili, oltre che agli uomini, perché no agli uomini, anche alle leggi fasciste ancor oggi esistenti nel nostro Paese.
Sono convinto che estirpare queste norme fasciste nel nostro Paese è un passo avanti, anche se sono altrettanto convinto che occorrerebbe colpire i responsabili che fomentano, più o meno nascosti, il fascismo.
Considero comunque l'abrogazione delle norme fasciste della nostra Costituzione Repubblicana una conquista della democrazia e una via per allargarla con altri provvedimenti che devono trovare riscontro nella base; quindi io, per dichiarazione di voto, sono d'accordo su questa mozione e in indirizzo prego seguire i dettami deliberanti la stessa mozione.
Balestri (P.S.I.) - Noi voteremo a favore, siamo i firmatari, ma voterò ancora più a favore per le dichiarazioni di democrazia che ho sentito levarsi da questa Assemblea e che mi auguro possano raggiungere anche altri lidi.
Fosson (U.V.) - Altre dichiarazioni di voto? No, e allora mettiamo in votazione la mozione. Chi è d'accordo alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva all'unanimità. Si passa al punto 27.
Lo rimandiamo alla fine? Sì, in seduta segreta. Allora il punto 28.