Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 207 del 23 luglio 1971 - Resoconto

OGGETTO N. 207/71 - Legge regionale concernente norme integrative della legge statale 18 marzo 1968 n. 444 riguardanti l'istituzione delle Scuole Materne nella Regione Autonoma della Valle d'Aosta.

Lustrissy (D.P.) - Lo Stato con legge statale n. 444 del 18 marzo 1968 ha regolamentato l'istituzione delle scuole materne statali.

La Regione, l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta, ha ritenuto di non poter applicare nella nostra Regione tout court la legge statale, in quanto, in riferimento alla nostra particolare situazione linguistica, la legge così come era formulata non poteva trovare applicazione in sede regionale, e appunto nell'esercizio, nell'interpretazione delle funzioni integrative previste dall'articolo 3 dello Statuto regionale in materia legislativa, l'Amministrazione regionale, la Giunta regionale, propongono oggi al Consiglio regionale, una legge modificativa e integrativa della legge statale riguardante la scuola materna regionale.

Evidentemente, si tratta di un settore di particolare importanza, oggi, è particolarmente dissestato, se possiamo usare questa parola, perché da una parte abbiamo la situazione degli insegnanti che sono retribuiti a carico dei Comuni, pur prevedendo un assegno regionale a loro carico che non soddisfa pienamente la categoria dall'altra, ogni Comune ed ogni Ente adotta in particolare dei procedimenti e degli orari diversi in rapporto al funzionamento della scuola materna e di più anche noi concepiamo che questo servizio debba essere un servizio sociale e di alta qualità e da erogarsi a favore di tutta la nostra popolazione.

Attualmente i bambini che si servono della scuola materna sono esattamente un terzo circa dei bambini che ne avrebbero diritto, pertanto i Signori Consiglieri si possono rendere conto di quanto ci sia ancora da fare in questo settore?

Con questo intendiamo affermare e riaffermare sempre di più la nostra volontà regionalistica in sede di legislazione scolastica, costituendo forse questo uno dei primi esempi di esercizio di potestà integrativa da parte della Regione in una particolare materia così delicata come quella della pubblica istruzione.

In particolare, la legge si fonda su alcuni presupposti; i presupposti fondamentali sono questi: da una parte viene sancito il diritto della Regione di adeguare il programma di attività delle scuole materne alla nostra particolare situazione regionale in rapporto all'insegnamento della lingua francese ed è questa una riaffermazione delle nostre volontà regionalistiche, e dall'altra si basa sul presupposto che tutto il personale dipendente, cioè tutto il personale della scuola materna, passerà entro termini brevi, appena approvata questa legge, con un'altra legge nei ruoli e negli ordinamenti del personale regionale.

Di più, sotto il profilo sociale, questa legge istituisce per la prima volta una novità e costituisce una novità ed afferma per la prima volta il principio che non è ancora codificato neanche in campo nazionale, cioè si aboliscono una volta per sempre le scuole speciali e le scuole differenziali e si propone con questo, è l'inserimento dei bambini, trovatisi in particolari situazioni fisiche, si inseriscono questi bambini nella normale attività della sessione della scuola materna.

Si tratta dunque di per sé di un provvedimento di grande portata che rimarrà uno dei pilastri della legislazione in campo regionale se verrà approvata dall'autorità che è preposta a questo.

Mi pare che altre cose significative possono in un secondo tempo essere sviluppate in rapporto alla discussione che potrà verificarsi sull'argomento ... dei Signori Consiglieri.

Sono a disposizione dei Signori Consiglieri per eventuali chiarimenti da dare.

Siggia (P.C.I.) - Questa legge che l'Assessore ha presentato come legge integrativa della legge nazionale 444 ha però una strana natura.

Ritengo che non si tratti di una legge integrativa, perché l'insieme degli articoli che compongono la legge regionale ne fa un testo nuovo rispetto alla legge regionale, perché la modifica in modo rilevante, contemporaneamente non si tratta di una legge nuova, perché alcune parti importanti della legge 444 non vengono affatto modificate e si può addirittura pensare che queste parti restino, continuino ad avere validità.

Il progetto presentato ha comunque carattere positivo, di affrontare a dimensioni regionali il problema della scuola per l'infanzia.

Sembra cioè abbastanza raffazzonato.

Ad esempio nella legge 444, gli articoli 9, 11, 13, 17, 18, 19, 20 e 23 parlano di ispettrici e vigilatrici, e poiché l'articolo 9 del progetto recita "tutto il personale delle scuole materne regionali è alle dirette dipendenze dell'Amministrazione regionale, dovrebbero essere inserite in ruoli regionali".

Nell'articolo 11 della legge nazionale si distinguono invece direttrici ed ispettrici da insegnanti e assistenti; per le prime si prevede un ruolo statale, mentre per le altre un ruolo, come legge regionale, provinciale, che per noi dovrebbe diventare regionale.

Quindi se anche le ispettrici e le direttrici devono appartenere a ruoli regionali, come sembrerebbe opportuno, allora è necessario stabilire come devono essere assunte, quante ne occorrono, ad esempio, un'ispettrice per tutte le scuole regionali e una direttrice per ogni dieci sezioni.

Si potrebbe anche pensare a una direttrice per circolo didattico, riferendosi a quelli già esistenti per la scuola elementare.

Non pare invece opportuno appoggiarsi all'ispettore, direttori didattici delle scuole elementari, perché già oberati di lavoro e con preparazione non specifica per questo tipo di attività.

Ma il problema della direzione didattica della scuola materna, ne richiama però uno più grosso, quello della gestione della scuola stessa.

All'articolo 20 della legge 444 sono costituiti dei Consigli di insegnanti, e dei Consigli di direzione, di cui non si fa cenno alcuno nella proposta di legge della Giunta.

Sarebbe stato opportuno, volendo servirsi delle potestà di legislazione integrativa della Regione, precisare i compiti e la composizione di tali consigli, in riferimento alla realtà valdostana.

Se è vero, come noi crediamo, che la scuola, anche quella materna, è un servizio della collettività, non possono essere solo gli addetti ai lavori ad occuparsi dei problemi della scuola.

Si potevano quindi prevedere nella gestione della scuola forme di intervento di genitori e di rappresentanti degli enti locali o degli organi di democrazia decentrata.

In questo senso, la proposta è molto carente? Su questioni come l'orario e il calendario scolastico, la consultazione degli interessati è doverosa se si vuole fornire alla collettività un servizio adeguato alle sue esigenze reali; soprattutto per quanto riguarda l'orario, non tutti i lavoratori e le lavoratrici possono portare i figli a scuola alle nove del mattino, soprattutto, non possono prevedere di tenerli a casa nei tre mesi estivi.

Se non si vuole precisare oggi, data anche la mancanza di uno studio di tutta la materia, bisogna almeno che attraverso la Commissione consiliare per la pubblica istruzione si preparino delle disposizioni integrative di questa proposta, del personale della scuola materna, in cui si parlerà necessariamente della direzione di tale scuola.

Ma il grosso altro limite della presente proposta è l'assoluta sua insufficienza per quanto riguarda caratteri e finalità della scuola materia regionale.

Molto semplicemente non se ne parla affatto, se si vuole allineare all'articolo 1 della legge 444 nazionale, tale legge considera ancora la scuola materna un luogo di custodia in assenza della madre, come d'altronde suggerisce la stessa dizione "materna" e forse meglio sarebbe oggi parlare di scuola per l'infanzia.

Noi crediamo oggi che in Valle d'Aosta sia maturo un discorso più avanzato, la scuola per l'infanzia deve essere un primo momento di un processo educativo, deve tendere ad agire contro gli effetti negativi dell'ambiente sociale di provenienza sulla personalità infantile, deve facilitare la capacità di espressione e comunicazione verbale, e non verbale dei bambini, deve proporsi di educarli ad una ordinata vita collettiva, deve tendere infine a far conseguire ai bambini un livello culturale il più possibile omogeneo, per evitare che differenze ambientali di partenza siano causa, come oggi accade di uguaglianza nelle carriere scolastiche nei destini sociali. Perciò la proposta della Giunta è molto povera sotto questo aspetto.

Occorre almeno che del programma di attività di cui all'articolo 2 si fa cenno, in questa legge della Giunta, si tenga conto di questa osservazione se non si vuole continuare su una strada che è poco innovativa, per avere una scuola per l'infanzia all'altezza dei compiti che questa dovrà affrontare, bisogna occuparsi anche della qualificazione del personale, per cui si dovranno prevedere nello stato giuridico corsi obbligatori di aggiornamento e di riqualificazione professionale.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Su questo disegno di legge riguardante la scuola materna nella nostra Regione, tenuto conto della potestà legislativa in materia che ha la Regione, devo dire di essere poco soddisfatto sia nel modo in cui è espressa la premessa sia il disegno di legge stesso.

In allegato vi è la situazione della scuola materna esistente nella Valle d'Aosta nell'anno scolastico 1970-71, benissimo, perché io dico a cosa serve questo prospetto, se non si indica cosa si vuole fare oltre che alla necessità di costruire altre scuole materne. Cosa si pensa di fare per quelle esistenti, in definitiva, quale altra concessione si vuole dare alla scuola materna.

Vi sono in Valle d'Aosta, secondo il prospetto, una scuola materna statale, 71 comunali, 18 enti morali, 24 scuole private.

L'allegato disegno di legge predispone se devono esistere ancora questi tipi di scuola materna, oppure non è forse meglio predisporre un unico tipo di scuola materna regionalizzata.

Il progetto di legge in questione a me pare che mescoli le scuole già esistenti con quelle che danno da fare e non si capisce bene dove si vuole arrivare.

Io penso che avvalendosi per l'appunto della potestà in materia, che occorre istituire con provvedimenti adeguati la scuola regionale dell'infanzia, gratuita obbligatoria, fornita di adeguate infrastrutture, trasporti celeri, se occorrono, mensa gratuita, personale specializzato, maschile e femminile, e tutto alle dipendenze della Regione.

Per esempio, l'articolo 10 - non riesco a capire bene quale sia questo tipo di personale di scuola materna, non dipendente dalla Regione, al quale viene corrisposto lire 50.000 al mese, se dobbiamo fare una scuola materna regionale tutto il personale deve essere dipendente della Regione.

Come si fa a ritornare ad un settore così importante lasciando del personale a carico della Regione e altro a carico di terzi.

Ecco, sono queste le cose che io non comprendo e che mi preoccupano, proprio per l'importanza che riveste la scuola materna, non solo nel lato pedagogico, ma proprio perché sin dai primi anni il bambino inizia un suo rapporto diretto tra la scuola e chi vi è attorno, e proprio riformando tale scuola, nel vero senso della parola, in tutti i suoi aspetti, che si può sperare che i bambini accedano alle elementari e alle altre scuole con maggior apporto e maggior profitto.

Andrione (U.V.) - Il s'agit d'un premier pas en matière de régionalisation d'école maternelle.

En réalité, aux termes du Statut, la Région n'a pas des compétences en cette matière, et c'est pour cela qu'il a été nécessaire d'intégrer une loi de l'Etat, la loi du 18 mars 1968, qui en réalité est une loi née morte, parce qu'elle n'a pas été appliquée, et presque pas appliquée dans le reste de l'Italie.

Il est bien de s'attacher à cette loi, de façon à pouvoir prendre les compétences qui ne sont pas encore reconnues à la Région et établir le principe que la Région s'intéresse de l'école maternelle.

Cela est très important, et nous croyons que la Junte a fait en ce sens un pas dans la juste direction, parce que elle a fait œuvre d'autonomisme et l'élargissement des compétences régionales.

Naturellement il y a le revers de la médaille, et c'est que cette loi de l'Etat n'était pas parfaite au départ et il reste quelque chose de ces imperfections dans notre loi; mais il est bien de commencer et s'il est nécessaire des modifications pourront être apportées après, et je crois que l'article plus important de cette loi est l'article 3, c'est-à-dire, au moi pour ce que nous avons compris, lors de la discussion dans la Commission de l'Instruction Publique, on procédera d'une façon progressive, en cherchant à englober, au fur et à mesure que la nécessité se présente les écoles maternelles déjà existantes, dans ce plan d'école maternelle régionale.

Cela est nécessaire également pour des questions budgétaires puisque nous ne pouvons pas affronter d'une seule fois, tout le problème.

Il reste un point à éclaircir et c'est celui-ci est-il vraiment nécessaire d'englober dans l'école régionale maternelle toutes les écoles maternelles existantes?

Cela devrait être l'expérience que le dira, en tout cas, la loi prévoit le mécanisme de contrôle, parce que c'est par décret de l'Assesseur à l'Instruction publique, après avis de la Commission consiliaire, que les différentes écoles seront déclarées régionales.

J'aurais une dernière information à faire et c'est que l'article 10, qui a déjà été évoqué par les orateurs qui m'ont précédé.

Je me suis renseigné après la discussion qui a eu lieu au sein de la Commission de l'Instruction publique où je sais ... il y a des écoles maternelles où le traitement des enseignantes, il s'agit normalement de femme, est supérieur au traitement du personnel de l'école élémentaire.

Or, il est évident que dans ce cas nous ne pouvons pas verser les 50.000 lires de plus, parce que ce serait une injustice, alors je crois que l'article 10 doit être amendé dans ce sens, préciser que l'on verse une contribution et la différence de contribution entre le traitement correspondant des enseignants de l'école élémentaire et ceux qui perçoivent, les enseignants des écoles maternelles qui ne sont pas encore régionales en ce moment, sinon nous risquons de créer une espèce de plus valeur pour certains tipes d'enseignants que ce serait quanto même une injustice.

Ramera (D.C.) - Io mi compiaccio che finalmente, dopo tre anni dalla legge nazionale, ci sia una legge regionale che inquadri la scuola materna, però, vorrei fare solamente alcune considerazioni all'articolo 2, il programma di attività delle scuole materne, desidererei che fosse sentito in Commissione, perché qui si parla della famosa Commissione mista prevista dall'articolo 40 dello Statuto, mai messa in vigore in 25 anni di autonomia, il che se volessimo andare in fondo al problema, dovremmo dire che nella scuola elementare, e nella scuola media sia inferiore che superiore, tutto quello che si insegna di francese è superfluo, perché non è mai stata stabilito un programma attraverso la Commissione mista, nominata secondo l'articolo 40 dello Statuto, perciò io vorrei che fosse visto attraverso la Commissione questo programma di attività, che naturalmente non può essere ampio, visto che è una scuola materna.

Qualcuno ha detto che ci vuole una cultura omogenea, non credo che a cinque anni o a tre anni ci possa essere una cultura omogenea, anche se i nuovi sistemi americani insegnano a leggere e a scrivere a tre anni.

Un'altra cosa, vorrei che all'articolo 3 venisse visto, anche attraverso la Commissione, perché dato che non variamo l'intera scuola materna in campo regionale, subito, io lo capisco anche, sarebbe bene che fosse esaminato una certa priorità, soprattutto, visto il prospetto, per cui esistono delle scuole, per esempio le comunali che hanno una media di 22 ragazzi, le scuole degli enti morali, addirittura 41 bambini, le scuole private 28 bambini, quindi tutto in contrasto con la legge che noi variamo oggi, per cui si va da un minimo, per le località disagiate di cinque, ma almeno una media di dieci, ad un massimo di venti.

Per quanto riguarda invece l'articolo 10, che è stato citato da un paio di Consiglieri, mi sembra abbastanza evidente che si tratta dell'indennità che continua ad essere corrisposta agli insegnanti delle scuole comunali per i quali i Comuni versano una modesta cifra, no? Tranne Aosta, è veramente vergognoso, perché qui abbiamo visto spesso la gara, la demagogia più sfrenata, ancora ieri si diceva il primo luglio del 1970, il primo gennaio del 1970, per certe cose, ma mai nessuno si è preoccupato delle nostre maestre delle scuole d'asilo che vanno in certi paesi a percepire 70 mila lire al mese, nel 1971.

Questo si vede che andava per tutti, naturalmente.

Io invece l'avevo sollevato attraverso un'interpellanza due anni fa, proprio la storia delle indennità alle insegnanti delle scuole materne.

Capisco l'opportunità dell'articolo 10 in quanto non tutto il personale può essere inquadrato immediatamente, però io mi auguro che questo inquadramento avvenga al più presto, perché altrimenti questi insegnanti potrebbero avere l'impressione di subire una certa discriminazione, perché ad un certo momento noi sappiamo che attraverso un articolo, che adesso non ricordo quale, il trattamento economico è uguale a quello delle scuole elementari, però è chiaro che quelli che continueranno a percepire 70-80.000 lire al mese o 60.000 si sentiranno discriminati nei confronti di altri.

Quindi, io avrei alcune domande da fare all'Assessore: primo, vorrei sapere quante sezioni si intendono istituire per l'anno scolastico 1971-1972, in quanti anni si prevede possa essere completato questa estensione della legge sul territorio regionale, terzo quale è il costo previsto dell'intero problema e se attraverso, diciamo, le trattative che sono state fatte per il riparto fiscale, sul quale io non ho niente da dire in quanto si è ottenuto il 50% in più dell'ultimo riparto, se è stata prevista anche questa spesa, perché dal prospetto mi risulta che i bambini nati negli ultimi anni sono 7.500, per cui seguendo quella che è la legge per cui il massimo degli alunni dovrebbe essere venti, arriveremmo ad oltre 350 maestre d'asilo che moltiplicato per un minimo, dico un minimo, tra stipendi e contributi arriviamo sulle 250.000, tra stipendi e contributi vari penso che si arrivi su quella cifra, noi arriviamo ad una somma talmente notevole che poi peserà sul nuovo bilancio nelle spese correnti.

Quindi vorrei avere anche qualche dato, io chiedo per sapere anche così qualche dato in merito, perché il problema è importantissimo, è logico che si faccia, anzi ci onoriamo di votare una legge di questo genere perché diamo veramente un esempio alle altre Regioni che non hanno ancora a tutt'oggi, dopo tre anni, messo in vigore la legge nazionale, però vorremmo anche sapere i tempi, i modi e i costi, non perché i costi ci impressionino, per carità, perché è logico quando una spesa è indispensabile bisogna farla, però sarebbe bene anche saperla perché appunto negli eventuali emendamenti da suggerire per il riparto fiscale si potrebbe anche tener conto di questa che sarà una notevole spesa che verrà a carico della Regione.

Dolchi (P.C.I.) - Mi è stato detto, e lo hanno ribadito i colleghi che mi hanno preceduto, che ci troviamo a discutere di un importante settore della scuola valdostana, quella che viene definita scuola materna, che noi vorremmo definire scuola per l'infanzia, e che si cerca con il provvedimento che è stato posto in discussione al Consiglio regionale, cioè con una legge regionale integrativa, di migliorare la legge statale 444.

Tendiamo, cioè, come nel passato, e come ci siamo sempre vantati e credo a ragione in Valle d'Aosta, di essere all'avanguardia nel settore scolastico. L'Assessore Lustrissy ha parlato di pilastro in campo scolastico regionale, ha parlato anche di affermazione di volontà regionalistica in materia di pubblica istruzione; si cerca oggi, cioè di dare attuazione anche a quell'ordine del giorno, a cui ci si è più volte richiamati nel corso dell'ultimo anno e mezzo, quell'ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio regionale sulla necessità del rinnovamento della scuola valdostana.

È una novità, ha detto l'Assessore Lustrissy, e lo ha detto anche il collega Ramera, è un esempio che possiamo dare alle altre Regioni; direi che non sono fuori tema se mi sembra che il tutto va inquadrato in una volontà politica della riforma della scuola valdostana se affermo che può sembrare, direi quasi anacronistico, oggi essere così bene intenzionati in un settore quando solamente l'altro ieri si è seppellito il biennio, cioè un altro settore della scuola valdostana per cui avevamo sentito in quest'aula risuonare le stesse frasi, cioè pilastro, esempio, volontà regionalistica di rinnovamento.

Ecco, noi richiamiamo queste affermazioni proprio perché riteniamo che anche per questa legge sia importante soprattutto una volontà politica da parte del Consiglio regionale.

Abbiamo stigmatizzato a suo tempo, abbiamo rilevato che per il biennio il Consiglio era stato posto di fronte al fatto compiuto nell'ottobre del 1970, e direi che in quell'occasione il Consiglio non aveva potuto portare nessun apporto costruttivo, direi che non aveva neanche potuto festeggiarne la nascita, così come oggi, in questi giorni, il Consiglio non ha potuto neanche dolersi della sua fine perché le decisioni sono state adottate al di fuori del Consiglio. Ecco, penso che sia importante sottolineare quando affrontiamo un settore della scuola che non può essere comunque avulso dal complesso della scuola che ancora una volta un problema che ha appassionato le forme politiche, sindacali, che ha investito l'interesse degli insegnanti, delle famiglie, degli studenti, è stato risolto senza una decisione consiliare, cioè senza che nessuno di questo Consiglio si sia pronunciato pro o contro, senza una assunzione direi pubblica delle rispettive forze politiche, delle precise responsabilità in riguardo a quella iniziativa per cui tante buone parole si erano spese, se pur con i suoi limiti, aveva attirato l'attenzione sulla necessità di fare qualche cosa per la scuola.

Abbiamo oggi una legge integrativa della legge nazionale 444, una legge integrativa e modificativa ha detto l'Assessore Lustrissy, che lascia però molti punti oscuri perché in alcuni casi tralascia addirittura di riprendere alcune norme che noi nella legge 444 ritenevamo abbastanza significative.

Ecco, non vorremmo che si ripetesse poi il caso del biennio e che con una circolare che spiega come deve essere applicata la legge o con una lettera che illustra come deve essere interpretato il decreto o con una facile acquiescenza alle ragioni del Ministro, si trasformi poi quello che è stato definito una novità o un esempio alle altre Regioni in un tentativo che viene abbandonato alle prime avvisaglie, ai primi, alle prime burrasche.

Noi in questa occasione stigmatizziamo, per quanto riguarda il biennio e l'ingerenza ministeriale che riflette con questo episodio la sterzata a destra del Governo, che riflette la poca volontà politica di attuare le riforme, anche quelle piccole, anche quelle modeste e quindi queste vengono vanificate.

Concludo su queste osservazioni di carattere generale, dicendo che noi sul problema del biennio, della scuola, avremmo preferito una decisione più democratica, più consapevole da parte del Consiglio regionale; se le forze politiche che compongono la maggioranza, se altre forze politiche interessate a non proseguire questo esperimento volevano rinnegare il proprio sforzo rinnovatore, ebbene, secondo noi, avrebbe dovuto essere il Consiglio chiamato a decidere su queste scelte con una precisa posizione, così come oggi con una precisa posizione su una riaffermazione di volontà regionalistica che secondo noi è venuta a mancare nel momento in cui il Ministro con la sua lettera dava una interpretazione che può essere considerata anti-regionalista, non si è avuto la forza politica o non si vuole ribadire la possibilità in campo scolastico di portare avanti un esperimento pilota, un esperimento che avrebbe fatto certamente onore alla Valle d'Aosta.

Noi riteniamo che non parlandone più il Consiglio regionale abbia abdicato alle sue prerogative e alle mie volontà autonomistiche.

Ho ribadito queste cose, questi nostri concetti proprio perché riteniamo, li riteniamo fondamentali e pregiudiziali anche per il provvedimento che discutiamo, cioè la legge sulla scuola per l'infanzia, che oggi ci apprestiamo a discutere e votare. È un documento valido se rappresenta una effettiva volontà politica del Consiglio di fare qualche cosa di veramente diverso e di nuovo sulla via della trasformazione della scuola, a tutti i livelli, nella nostra Regione.

Ecco perché per quanto riguarda il provvedimento in sede di discussione generale, io vorrei ribadire quanto ha già detto la collega Siggia e quanto hanno già detto altri colleghi, Andrione e Ramera, circa la poca chiarezza degli articoli, uno e dieci che io abbinerei nell'esame, in quanto è lì che si dice cosa si vuole. Dobbiamo sapere cosa vogliamo attuare con questa legge regionale nel settore della scuola per l'infanzia, in quanto all'articolo 1 della legge regionale si parla di nuove scuole, ma poi nella illustrazione si dice anche quante sono le scuole già esistenti e allora mi sembra che risulta conseguente che il Consiglio precisi nella legge quali di queste scuole soddisfano alle necessità e soddisfano alle esigenze che la legge e il Consiglio regionale richiedono perché queste scuole diventino scuole materne, scuole per l'infanzia regionali, e quindi una precisazione in questo senso, cioè relativa, non solo all'istituzione di nuove scuole come dice l'articolo 1, ma anche per l'assorbimento delle nuove scuole, ci siano delle norme precise in modo che automaticamente venga poi chiarito l'articolo 10, perché l'articolo 10 della legge regionale ha un suo valore se è un momento transitorio fra una scuola già esistente, una scuola per l'infanzia già esistente comunale, di ente pubblico, privata, che sarà assorbita dall'Amministrazione regionale e che nel frattempo gode di questo beneficio, ma se invece è una scuola, è una classe, è un parcheggio per bambini come si dice, se non soddisfa, se non potrà diventare regionale perché non soddisfa alle esigenze che la scuola regionale, che il Consiglio regionale che la legge regionale non prevedono e per queste ragioni non diventa regionale, per quale ragione, in base all'articolo 10 si deve provvedere al pagamento delle 50.000 lire mensili per una scuola che non ha queste caratteristiche, cioè che non è una scuola, se si vogliono dare sussidi e contributi in altro mezzo; ad iniziative assistenziali per la custodia dei bambini dai tre ai sei anni, o dai 4 ai 6 anni, è un altro argomento, ma se noi vogliamo integrare lo stipendio di quegli insegnanti cui accennava il Consigliere Ramera, bisogna che questo avvenga quando questi insegnanti assolvono alla loro funzione di insegnanti in scuole per l'infanzia che abbiano i requisiti per diventare regionali, se no non si vede il perché a questi insegnanti, o al Comune che gestiscono queste scuole, o agli enti privati o agli enti morali che gestiscono queste scuole, l'Amministrazione regionale debba dare 50.000 lire al mese, cioè, bisogna, secondo me, che all'articolo 10, che è una conseguenza della chiarificazione che si fa all'articolo primo, si definisca quali sono le caratteristiche di una scuola per l'infanzia come la vuole la legge regionale e il Consiglio regionale, che quindi di conseguenza abbia il diritto al contributo.

Un altro argomento su cui desidero attirare l'attenzione del Consiglio riguarda l'articolo 4 e cioè l'orario.

Ecco, noi pensiamo quando integriamo una legge dello Stato di andare più avanti, cioè di dare alla cittadinanza e alla collettività valdostana delle prestazioni, in questo caso di natura scolastica, migliori di quelle previste in campo nazionale. L'articolo 4 prevede che le scuole materne rimangano aperte per il periodo corrispondente a quello delle scuole elementari, per le caratteristiche nuove, moderne, che noi intendiamo debba avere la scuola per l'infanzia regionale, riteniamo che l'articolo 4, come proposto dalla Giunta, sia un passo indietro nei confronti dell'articolo 4 della legge 444.

L'articolo 4 della legge 444 recita testualmente "l'orario giornaliero delle scuole materne regionali non può essere inferiore a sette ore, e sono consentiti in relazione ad accertate esigenze locali, orari speciali"; ma quello che più ci interessa è l'altro comma, che dice sempre nella legge 444 "le scuole materne statali restano aperte per un periodo non inferiore a dieci mesi all'anno", cioè come capita già per alcune scuole private in Valle d'Aosta che svolgono la loro attività a pagamento, mentre la legge statale, la legge regionale parlano di gratuità, alcune scuole private in Valle d'Aosta, a pagamento, hanno già questi orari, e quindi hanno già questa durata, durano dieci mesi e mezzo, noi riteniamo che se vogliamo affermare il concetto della gratuità e soprattutto vogliamo affermare per la scuola valdostana un passo in avanti con la scuola regionale bisogna che almeno non si abbia un orario e una durata inferiore a quello che già la legge nazionale prescrive.

Noi dobbiamo fornire, ha detto l'Assessore Lustrissy nella sua introduzione, un servizio sociale di alta qualità e dove anche quello dell'orario e della durata si inseriscono in questo concetto, per quanto riguarda il settore della scuola per l'infanzia.

Altre osservazioni, semmai, mi riserverò di farle nel corso della discussione della legge articolo per articolo.

Fosson (U.V.) - Une seule remarque et une recommandation à la Junte.

Tantôt la Vice-Présidente Siggia a parlé de qualification et de requalification professionnelle pour les institutrices des écoles maternelles.

Je partage entièrement cette question, mais je voudrais vraiment rappeler à ces sujet qu'à l'article 9, on prétend qu'il y ait un titre d'étude et qui supère l'examen de français, il ne faudra pas seulement qu'on supère l'examen de français, un examen de français fait comme ça, tant pour pro-forma; il faut prétendre que surtout dans l'école maternelle on enseigne bien le français et qu'on donne une partie des heures qui sont nécessaire pour l'enseignement de la langue française, qui n'arrive pas, ce qui arrive maintenant dans certaines écoles maternelles, dans certaines écoles élémentaires, où il y a des institutrices qu'ils ont supéré l'examen de français, mais qui n'enseigne pas un mot en français, ceci, c'est la question que je voulais seulement dire, c'est une question générale qui sert pour ceci et pour d'autre, mais surtout dans l'école maternelle, c'est une question fondamentale, si nous voulons maintenir ce qui est notre ethnie valdôtaine.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola.

Allora si passa alla votazione, articolo per articolo.

Ah! Vuole rispondere. L'Assessore Lustrissy.

Lustrissy (D.P.) - Non mi dilungherò molto ... ritengo di poter dire questo che per tutto il problema che riguarda il programma di attività, ivi compreso l'orario di attività delle scuole materne, si rinvierà il provvedimento al programma di attività stabilito dall'articolo 3 al quale propongo una modifica, al termine, dell'articolo.

Montesano (P.S.D.I.) - Man mano che andiamo avanti negli articoli propone le modifiche, adesso lo annuncio...

Lustrissy (D.P.) - ... ritengo di accogliere il suggerimento anche del Consigliere Ramera e della Giunta stessa, nel quale oltre alla Commissione mista prevista di cui allo Statuto regionale, si è sentita la Commissione regionale per la Pubblica Istruzione e la Giunta regionale.

Per quanto si riferisce alle osservazioni svolte in merito all'articolo 10, dico questo: noi già attualmente, per delibera di Consiglio, abbiamo approvato l'anno scorso una delibera del Consiglio, nella quale è prevista l'erogazione di una indennità mensile di 50.000 alle insegnanti di scuola materna, perché sappiamo che tutti gli enti morali e gli enti comunali, non sono in grado di erogare alle insegnanti di scuole materne un compenso adeguato in base alle disponibilità del loro bilancio, di intervenire a favore delle maestre delle scuole materne con un assegno mensile di lire 50.000 per il periodo di attività previsto, comprensivo anche dell'indennità per l'insegnamento della lingua francese.

Per quanto riguarda le altre considerazioni svolte in rapporto al personale dipendente, e in riferimento in modo particolare a tutta la strutturazione del personale dipendente, ritengo di poter dire questo, che tutto il problema relativo al personale sarà visto poi nel successivo provvedimento legislativo e sarà oggetto di esame da parte della Commissione consiliare competente, da parte del Consiglio nel momento opportuno, e regolamenterà non solo i ruoli del personale insegnante, ma anche il ruolo del personale ausiliario della scuola materna, perché la scuola materna regionale avrà una sua fisionomia, una sua autonomia, e tutto quanto il personale che sarà impiegato, interessato alla scuola materna, sarà regolamentato con apposite norme, come è previsto espressamente dalla legge, e naturalmente devo dire anche questo, in rapporto anche all'intervento generale svolto dal Consigliere Dolchi, è chiaro che tutte le volte che il Consiglio regionale intende affermare una propria autonomia, una sua propria presa di posizione nei confronti dei problemi del genere, del problema della scuola in modo particolare, deve avvalersi delle possibilità che gli sono concesse dallo Statuto regionale, cioè deve esprimere questa sua volontà con appositi provvedimenti di legge, di modo che non si corra più il rischio per il futuro di affidarsi semplicemente a dei decreti ministeriali che oggi vanno bene e che domani non vanno più bene. Se vogliamo riaffermare questa volontà e dare compiutamente e realizzare quell'ordine del giorno che è stato espresso un anno fa dal Consiglio regionale, sarà compito nel prosieguo di tempo in questo anno di attività di esaminare tutte queste possibilità, di modo da interpretare fedelmente l'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale da assumere i provvedimenti legislativi necessari da parte del Consiglio regionale stesso.

Naturalmente se non si ha quello strumento legislativo a disposizione, si corre sempre il rischio di vedere a un certo punto, in base all'andazzo termico, oppure all'andazzo politico regionale o nazionale, di fare la danza del gambero, un passo avanti e un passo indietro e noi questi rischi non li vogliamo più correre, ma vogliamo codificare certe esigenze e certe nostre volontà di rinnovamento con appositi provvedimenti di legge regionale affinché questi episodi incresciosi non abbiano a ripetersi.

Ora dicevo, a parte le considerazioni generali che si sono svolte che ritengo di poter poi trasferire alla Commissione consiliare al momento opportuno proprio in sede di esame del programma di attività da una parte e dei ruoli dei dipendenti della scuola materna dall'altra e per questo mi impegno a trasmettere puntualmente l'osservazione fatta dal Consiglio regionale alla Commissione stessa, ritengo anche di poter accogliere il suggerimento di prevedere una modifica all'articolo 4, relativo all'apertura delle scuole materne, riferendosi a quella che è la disposizione della legge statale, per almeno un periodo di dieci mesi all'anno.

Questa modifica la possiamo fare, per quanto riguarda poi ... questi dettagli, questi particolari, li fisseremo, quando fisseremo il programma di attività.

Per quanto riguarda l'articolo 10, è necessaria una modifica, perché è vero quanto sostiene Andrione, che attualmente il personale insegnante delle scuole materne del Comune di Aosta, ha già un trattamento economico superiore a quello previsto dalla legge per gli insegnanti delle scuole elementari.

Allora per evitare inconvenienti nell'interpretazione dell'articolo, si formulerà una nuova dizione dell'articolo, che formulerò al momento dell'esame dell'articolo stesso.

Per quanto riguarda le osservazioni fatte dal Consigliere Fosson e da altri relativi ai corsi di aggiornamento, soprattutto, da una parte volti alla conoscenza della lingua francese, e dall'altra volti allo stesso aggiornamento professionale del personale insegnante, dirò questo che noi abbiamo ... l'anno scorso dei corsi speciali di lingua francese che terminano con esame ... che sono esami abbastanza seri, perché quest'anno hanno soccombenti quasi i due terzi dei candidati, sono esami seri, sulla conoscenza della lingua francese, intensificheremo la preparazione degli insegnanti, sia su questo profilo, sia sul profilo dell'aggiornamento professionale, e quest'anno, per il primo anno, abbiamo già previsto, proprio per venire incontro da una parte alle esigenze della scuola, e dall'altra alle esigenze degli insegnanti, di organizzare un primo stage di aggiornamento obbligatorio per gli insegnanti di scuola materna della durata di dieci giorni, di modo che si incominci, anche in quel settore, a prevedere un certo tipo di aggiornamento professionale che è essenziale per lo svolgimento dell'attività.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora si passa all'esame degli articoli.

Manganoni (P.C.I.) - Solo un'osservazione: io non entro in merito al fatto dell'orario, però vorrei attirare l'attenzione dell'Assessore ... capita in certi Comuni dove vi sono dei trasporti, dai villaggi, magari al capoluogo, sia da parte degli allievi della scuola elementare che di quelli dell'asilo, che vanno assieme, quelli che vanno all'asilo e quelli che vanno alla scuola elementare, tante volte il fratello maggiore che va alle elementari, che accompagna il fratellino che va all'asilo e poi quando esce se lo prende e se lo porta a casa; quindi, io, sia chiaro, non voglio entrare nel merito dell'orario, ma bisogna tener presenti questi casi, perché spostando l'orario, in modo che non coincida più quello delle elementari, con quello dell'asilo, si possono, sempre in questi casi, verificarsi degli inconvenienti.

Lustrissy (D.P.) - Risponderò brevemente al Consigliere Manganoni, il problema che è stato posto da lui e da altri, anche in riferimento all'orario di insegnamento e alla durata, io ricordo che quest'anno il Comune di Aosta ha svolto un'indagine tramite i genitori dei ragazzi che frequentavano la scuola materna, per vedere se era il caso di prolungare la durata delle scuole materne, il risultato di questa indagine è che nessuno ha chiesto, un minimo numero di genitori ha chiesto il prolungamento della scuola materna, questo anche per un altro motivo, la coincidenza dell'orario, è vero, esiste anche questa esigenza, soprattutto nella città, in modo particolare nei grossi centri, ci sia la coincidenza dell'orario delle due scuole, affinché i genitori possano in un solo giro ... però anche riferendoci alla precisazione di Andrione, perché da qualcuno era stata sollevata la questione dell'obbligatorietà della frequenza, in nessun caso è prevista l'obbligatorietà della frequenza alla scuola materna.

La scuola materna è libera e non è obbligatoria.

In nessun Paese esiste l'obbligatorietà della frequenza della scuola materna.

In riferimento a quanto chiedeva il Consigliere Ramera, quante sezioni per il prossimo anno, su questa una previsione di passaggio, nel complesso delle attuali sezioni esistenti, cioè delle attuali scuole materne, la previsione che noi abbiamo fatto così, grosso modo, si aggira sui 5-6 anni, come assorbimento completo da parte della Regione della struttura delle scuole materne oggi esistenti senza prevedere l'aumento di nuove sezioni e la spesa corrispettiva al trasferimento delle scuole materne completo delle attuali scuole materne alla Regione, considerando anche le sezioni di venti iscritti, comporterebbe l'assunzione di personale insegnante di 160 unità circa: attualmente sono in servizio 119 insegnanti di scuola materna, con questo passaggio graduale nel quinquennio delle attuali sezioni esistenti porterebbe questo a una spesa di 300-400 milioni di lire all'anno, grosso modo.

Per quanto riguarda le osservazioni fatte all'articolo 1 devo precisare questo che l'articolo 1 parla di istituzione di nuove scuole materne proprio in riferimento all'istituzione di nuove scuole materne regionali, perché nessuna delle scuole materne attuali è regionale, sono tutte scuole materne, dipendenti da enti locali o enti privati; è riferito alle scuole regionali, le nuove istituzioni, cioè il piano di trasferimento, come vi ho detto si attuerà nel quinquennio, perché è impensabile, così, oggi, trasferire tutto questo personale alle dipendenze della Regione, per il semplice fatto che il bilancio regionale oggi non potrebbe sopportare quell'aggravio di spesa, e di più, anche rispondendo al Consigliere Ramera, quando è stata fatta la richiesta di revisione del riparto fiscale e del contributo previsto dall'articolo 12 è stata tenuta presente proprio questa legge, nel complesso generali dei problemi, scuola, sanità e casa, è stata tenuta presente anche questa nuova legge di modo che abbiamo rappresentato l'esigenza delle spese corrispettive all'assunzione di questa legge regionale.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Alle osservazioni fatte testé dall'Assessore, sono belle affermazioni, io ho già avuto modo di dirglielo nel momento in cui ha illustrato il biennio, nelle sedute passate, affermazioni di principio molto precise, codificare tutto con leggi regionali, ecc. ecc. per riaffermare la nostra autonomia, ma se guardiamo ciò che è successo nel biennio, vediamo che l'affermazione di principio dell'Assessore va a farsi benedire, basta una circolare che viene da Roma, sollecitato magari da qualcuno di Aosta e tutto viene affossato senza che il Consiglio regionale possa dire una sola parola.

Questa in verità è la nostra autonomia regionale, il Consiglio regionale in questo momento.

Ramera (D.C.) - Io ringrazio l'Assessore per le risposte, vorrei suggerire all'articolo 4... (Montesano: ...quando arriveremo all'articolo 4) ...D'accordo.

Dunque ritorniamo allora su quanto avevo chiesto, cioè quante sezioni si apriranno al prossimo ottobre, noi come Consiglio regionale andiamo in vacanza ad agosto-settembre, quindi ad ottobre l'Assessore aprirà tot sezioni, noi vorremmo, io ho chiesto che l'istituzione di queste sezioni venisse portata alla Commissione Pubblica Istruzione, proprio per stabilire un primo quantitativo, secondo una certa logica di priorità, perché almeno ad ottobre abbiamo a funzionare un determinato numero di scuole, per i corsi di aggiornamento del personale, sarebbe bene; questo sarebbe un discorso molto ma molto lungo, mi riservo semplicemente di dire due cose: ogni insegnante ha la libertà assoluta in Italia, grazie a Dio, di insegnare come pare e piace, i sistemi della scuola materna sono tali per cui non occorre mobilitare con ... ma io gli darei facoltà di frequentare i corsi che meglio aggradano, perché nella scuola materna esistono vari sistemi di insegnamento, per cui decidere noi, se sia meglio un sistema ... o un altro sistema. Credo che andremmo dentro una discussione enorme, mi ha fatto piacere inoltre la risposta dell'Assessore in merito all'articolo 3, no 2, però io vorrei richiamare la Giunta, l'ho detto così, en passant, ma vorrei richiamare la Giunta sulla necessità assoluta che questa Commissione mista, prevista dall'articolo 40 dello Statuto, venga istituita perché sono trascorsi 26 anni dall'autonomia. Ora, io che sono stato insegnante, avessi dovuto fare l'insegnamento della lingua francese come mi pareva, sarebbe stato sufficiente, e scusate, la boutade, che io entrassi in classe e dicessi ai miei alunni, io oggi vi insegno semplicemente a dire: "bonjour, bonsoir" perché fino adesso non c'è un programma valido, stabilito secondo le norme dello Statuto, quindi gli insegnanti, e io questo, mi spiace polemizzare con qualcuno, non è vero che non insegnano niente, hanno insegnato perfino troppo data la carenza di regolamento in materia, hanno insegnato perfino troppo, perché se pensiamo che nel 1952, o '51, è stata nominata la Commissione mista per il programma di francese e che non ha mai funzionato, sono passati la bellezza di 20 anni, perché non ha mai funzionato, io vorrei sapere in base a che cosa noi possiamo pretendere da un insegnante ... l'insegnamento relativo alla lingua francese.

Quindi la scuola materna, quindi non è che si richiedano particolari nozioni, ecc. però sarebbe veramente ora di mettere in questa Commissione mista perché altrimenti, se un giorno o l'altro trovassero un individuo come me, che ha il caratterino strano, si becca i soldi della indennità di francese e non insegna niente perché i programmi che sono attualmente in vigore nelle scuole elementari, medie, non sono regolari e ogni insegnante ha insegnato sin troppo.

Andrione (U.V.) - Je regrette de devoir faire des polémiques avec Monsieur Ramera, mais ce qu'il dit n'est pas exact.

Mi dispiace fare delle polemiche con te, ma quello che dici non è esatto, mi permetto di leggere l'articolo 39 dello Statuto: nelle scuole di ogni ordine e grado, dipendenti della Regione, all'insegnamento della lingua francese è dedicato un numero di ore settimanali pari a quelle della lingua italiana.

I programmi sono di competenza regionale, quindi i programmi che esistono devono essere insegnati e molto sovente non sono assolutamente insegnati... (Voci) ...No, no, fai confusione e continuo a leggere, "l'insegnamento delle varie materie è disciplinato dalle norme e dai programmi in vigore nello Stato, con opportuni adattamenti alle necessità locali". Tali adattamenti non sono materie che possono essere insegnate in lingua francese, il che non è un insegnamento del francese, ma altre materie che possono essere insegnate in francese, queste materie saranno stabilite da quella Commissione di cui il Ministero non ha mai nominato i suoi membri, mai in 25 anni... (Voce) ...Cosa far funzionare se manca la metà dei membri, Ramera non venire a raccontare delle balle... (Voce)

Dujany (D.P.) - Il Consigliere Ramera ha sollevato un argomento che è opportuno chiarire, è opportuno chiarirlo perché mi pare che ci sia molta confusione.

Tanto è giusto quanto dice Andrione, che l'articolo 38 dello Statuto prevede la Commissione mista, non per l'approvazione... pardon, l'articolo 40, non per l'approvazione dei programmi di insegnamento della lingua francese, ma bensì per gli adattamenti delle materie che possono essere insegnate in lingua francese, le quali sono approvate e rese esecutive sentite le Commissioni miste.

Nel 1967, avevamo nominato questa Commissione mista, il Consiglio regionale aveva nominato i suoi rappresentanti e il Ministero della Pubblica Istruzione aveva nominato i suoi per cercare di iniziare questo lavoro.

E mi pare che i contatti erano stati presi con il Ministro Gui, questa Commissione è stata nominata per un periodo di un anno, purtroppo non ha concluso nulla, forse anche noi abbiamo sbagliato nella scelta dei nominativi, forse anche il problema non era sufficientemente maturo e quindi la Commissione è stata nominata, però non ha concluso nulla di concreto.

Per quanto riguarda invece i programmi inerenti alle scuole elementari, fin dal 1947, in periodo anti-statutario, cioè in periodo di adattamento dei decreti particolari del Capo dello Stato, era stata approvata da una Commissione mista, composta di rappresentanti del Ministero della Pubblica Istruzione e rappresentanti della Regione, un quadro di ripartizione degli insegnamenti in lingua francese-italiana nelle scuole elementari e materne della Valle d'Aosta.

E si diceva che la religione doveva essere insegnata in lingua francese, l'educazione morale e civile in italiano, il lavoro in francese in tutte le classi, la lingua italiana in italiano in tutte le classi, il francese in francese in tutte le classi, la storia e la geografia in italiano in tutte le classi, storia e geografia regionale francese in tutte le classi, aritmetica e geometria francese nelle prime tre classi, italiano nelle classi quarta e quinta, ecc., cioè mi pare che non sia lo strumento che manchi, mi pare che ci sia una serie di altre condizioni reali e concrete che vengono a mancare.

Ora, facciamo pure il possibile per nominare questa Commissione, però non dimentichiamoci che questa Commissione avrà la possibilità di lavorare in modo concreto su un terreno reale, quando ci siano determinate condizioni ambientali e di preparazione che trovino la possibilità naturalmente di dare esecuzione concreto al bilinguismo nelle scuole.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, passiamo all'esame di articolo per articolo della legge; prego i Signori Consiglieri e Assessore di ricordare gli emendamenti che sono stati annunciati, per poterli inserire poi, e per poterli sottoporre all'approvazione del Consiglio.

Articolo 1 - Consigliere Dolchi.

Dolchi (P.C.I.) - Non voglio far perdere del tempo al Consiglio, però sinceramente ho alcuni dubbi, faccio una richiesta di chiarificazione.

La legge si riferisce in base all'articolo 1 a nuove scuole materne, e non si fa altro riferimento all'assorbimento di scuole materne esistenti, se non all'articolo 10 quando si dice che in attesa del completo assorbimento delle scuole stesse, cioè implicitamente si dice che esistono delle scuole che potrebbero essere assorbite, in attesa di questo assorbimento si corrisponde questa integrazione dello stipendio.

Ora, io ho detto, così nel mio intervento, discussione generale che non è detto che tutte le scuole attuali debbano essere assorbite, mi sembra che la legge vuole appunto regolamentare le scuole che avendo determinati requisiti o nuove, cioè di nuova istituzione, o vecchie, ma trasformabili e quindi diventate regionali, ma se ci fossero delle scuole di un determinato tipo che, istituite come parcheggio dei bambini, tanto per usare oramai una definizione corrente, non avessero questi requisiti, e quindi non passassero mai, non chiedessero di passare o ... non fossero passate come scuole per l'infanzia regionali, ecco mi sembra che tra articolo 1 e articolo 10 rimane una certa confusione.

Non so se non vale la spesa per una chiarificazione.

... la spesa per una chiarificazione inserire nell'articolo 1, dopo aver parlato di nuove scuole materne, che le scuole materne già esistenti e che assolvono ai compiti e che hanno i requisiti per essere inserite come scuole regionali, lo saranno in base al piano a cui già accennato, cioè io non nego la volontà già espressa dall'Assessore che in cinque o sei anni vengano assorbite tutte o quasi tutte le scuole esistenti e quelle che non soddisfano attualmente a quelle caratteristiche che noi vogliamo diventando regionali, essendo assorbite, essendo guidate, a cui vengono assegnati degli insegnanti, avendo questi requisiti, assumano quindi tutte le caratteristiche per essere scuole per l'infanzia regionale, ma se non ce ne fossero, ecco mi sembra che si crea una certa confusione con l'articolo 10.

Non so se non vale la spesa, nell'articolo 1, precisare che le scuole materne già esistenti e che avranno i requisiti o che per parere della Giunta, della Commissione consiliare per la Pubblica Istruzione dovranno passare regionali, questo avverrà in un periodo di tempo o non so una cosa di questo tipo; cioè se noi parliamo sempre solo di nuove scuole materne si può creare questa confusione, a meno che l'Assessore non chiarisca questa che è una mia confusione e che forse non esiste.

Lustrissy (D.P.) - ... potrebbe ingenerare e portare alla confusione, ma il termine riferito al passaggio, cioè all'istituzione di nuove scuole materne riferite regionali, perché tutte quelle esistenti attualmente non sono scuole materne regionali, sono scuole materne o private o dipendenti da altri enti; pertanto nuove scuole materne regionali lo saranno una volta che saranno assunte con decreto e trasferite con piano annuale, diventeranno nuove scuole materne regionali.

Ramera (D.C.) - Praticamente la mia richiesta iniziale, no io vorrei chiedere all'Assessore che nel mese di settembre la Commissione Pubblica Istruzione, d'accordo appunto con l'Assessorato, stabilisse quante sezioni dal prossimo ... sì infatti, no, infatti io non sono molto d'accordo con il Consigliere Dolchi, perché il secondo comma praticamente dà la precedenza alle zone di particolare disagio alpino e di accelerata urbanizzazione ecc. ... quindi perciò io chiederei che nel mese di settembre la Commissione Pubblica Istruzione stabilisse quante di queste sezioni e quali, o scuole, diciamo, va beh può essere anche una sezione, diciamo scuola, debbono essere assorbite dalla Regione in maniera che dal 1° ottobre noi sappiamo che abbiamo ad esempio 20 scuole materne che sono passate alle dipendenze dell'Amministrazione regionale. Quindi non occorre questo, a me basterebbe l'impegno dell'Assessore, dato che però ad agosto e a settembre il Consiglio non si riunisce, vorrei questo impegno: che nel mese di settembre ci fosse questa riunione, perché altrimenti noi cadremmo, non dico come Tonino nella storia del biennio, perché quella non era una legge mentre questa è una legge, quindi in maniera che a ottobre si normalizzi una certa situazione con, diciamo, venti scuole sono passate alla Regione e stabiliremo noi la priorità o meno da portare poi in Consiglio come ratifica nel mese di ottobre.

Dolchi (P.C.I.) - Faccio un esempio concreto: l'articolo 22 della legge 444, per quanto si riferisce allo Stato, precisa come diventano statali le scuole materne annesse alle scuole magistrali, per esempio la legge nazionale si è preoccupata di regolamentare questo passaggio di scuole materne esistenti allo Stato.

Facciamo l'esempio di Aosta: ad Aosta esiste un certo numero di classi di scuola materna, in genere hanno tutte già il personale insegnante con il titolo, al primo ottobre queste scuole materne, queste classi diventano regionali? Rimangono comunali? E se diventano regionali o se rimangono comunali a chi aspetta di decidere? Cioè è il Comune che chiede - faccio l'esempio di Aosta, potrebbe essere un altro Comune, un ente morale o una scuola privata - è il Comune che chiede? È la Regione che ...

Lustrissy (D.P.) - ... alcuni degli enti e delle istituzioni private, su richiesta degli enti e dei comuni e su proposta della Commissione con decreto.

Andrione (U.V.) - Io volevo solo precisare quanto diceva Ramera; concordo con quello che dice Ramera, riunione della Commissione Pubblica Istruzione, però non solo assorbite, assorbite o create, cioè per esempio potrebbe essere, faccio un esempio, potrebbe essere un interesse.

Lustrissy (D.P.) - Io ritengo di poter studiare il problema attentamente non appena la legge sarà approvata, perché non nascondiamoci che l'iter legislativo, nonostante la consultazione avvenuta di costituzionalisti e di illustri giuristi, potrebbe avere degli intralci; naturalmente se la legge sarà approvata io mi riservo di studiare il problema e di convocare la Commissione appena possibile.

Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, un'altra volta che io dico che nessuna Commissione è convocata dall'Assessore, ecco io devo dire, scusate un po', perché in questo campo qui, in questo campo, c'è l'esempio lampante, qui negli allegati, che la convocazione della Commissione Istruzione senza che la Presidenza del Consiglio ne sappia niente, ecco poi gli Assessori si lagnano che le Commissioni vogliono entrare nel merito della Giunta, è colpa vostra cari signori! Eh no, perché scusate un po', io devo difendere questa prerogativa del Consiglio, della Presidenza del Consiglio, qui è stata convocata una Commissione e hanno ragione poi i settori dell'opposizione i quali pretendono di rifare questa prassi quando gli stessi responsabili convocano la Commissione; qui ne abbiamo un esempio.

Comunque sia passiamo all'articolo 1 - Nessun altro chiede la parola? Allora chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 2.

Lustrissy (D.P.) - Al termine dell'articolo bisogna aggiungere questo: ", la Commissione consiliare Pubblica Istruzione e la Giunta regionale", cioè "sentita la Commissione mista, la Commissione consiliare Pubblica Istruzione e la Giunta regionale".

Montesano (P.S.D.I.) - A che riga è?

Andrione (U.V.) - All'ultima.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora chi approva l'emendamento? Vuole ancora intervenire? Prego.

Ramera (D.C.) - Chiedo la parola perché prima avevo parlato due volte, non è che voglia polemizzare.

Montesano (P.S.D.I.) - È stabilito che per ogni articolo si può parlare due volte, intendiamoci bene ...

Ramera (D.C.) - Non è che voglia polemizzare, per carità, col Presidente della Giunta, il quale ha letto un documento ineccepibile, però prima io ho richiesto il funzionamento di questa Commissione mista; io capisco che può darsi che ci siano delle carenze del Ministero Pubblica Istruzione, però la Regione deve farsi parte diligente, almeno formare una Commissione con gli insegnanti, in modo da stabilire una volta per tutte un programma, perché quello che ha letto il Presidente della Regione è esatto, però io sfido chiunque a sapere in quale scuola è stato adottato quel programma, gli insegnanti che hanno sentito il loro dovere hanno fatto miracoli e altri non l'hanno fatto, proprio per la mancanza di un documento valido.

Se non altro, che almeno si chieda una Commissione mista, se il Ministero Pubblica Istruzione sarà carente, almeno che ci siano i rappresentanti della Regione e i rappresentanti degli insegnanti.

Quindi non era per polemizzare questo, per carità, era per cercare di facilitare una volta per tutte che questo insegnamento avvenga secondo le regole, non che ci siano degli insegnanti che se ne infischiano e degli altri che invece si fanno ...

Montesano (P.S.D.I.) - Allora c'è il Consigliere Freppaz che ha chiesto la parola.

Freppaz (U.V.) - A part que moi je demanderai qu'ici on voit "obbligatorietà dell'insegnamento della lingua francese", moi je demanderais que la langue française soit uniquement parlée à l'école maternelle, seulement la langue française, parce que malheureusement dans les familles valdôtaines on parle que la langue italienne.

D'autre part je voulais souligner que nous avons en Vallée d'Aoste des minorités de langue allemande et dans la loi même manque cela, et les minorités de langue allemande ils voudraient seulement parler l'allemand à l'école maternelle.

De l'autre côté j'ai rien dit à l'article un où il parle des institutions privées des institutions Ente Morale et institutions d'école maternelle communale; nous avons dans les même Communes, exemple Nus, il y a l'école privée, l'école in Ente Morale, et l'école communale maternelle.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Freppaz io devo farle presente che l'articolo 1 è stato approvato.

Freppaz (U.V.) - Sì, d'accordo - mais je profite, je voulais savoir de l'Assesseur qu'est-ce-que on va faire par exemple pour les minorités de langue allemande.

Lustrissy (D.P.) - Régler la question avec cette loi n'est pas possible parce que n'est pas réglée par le Statut régional et vous savez qu'il y a un ordre du jour, une motion approuvée par le Conseil régional qui actuellement n'est pas encore approuvée par la Commission de Coordination à l'égard de la question de la langue allemande; c'est un problème constitutionnel parce que le Statut ne prévoit pas l'enseignement de la langue allemande.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun'altra osservazione sull'articolo 2? Chi approva alzi la mano.

Fosson (U.V.) - Un momento, come lo approviamo? Con quale variante?

Montesano (P.S.D.I.) - Con l'emendamento presentato dall'Assessore Lustrissy. Ecco approvato con l'emendamento proposto dall'Assessore all'Istruzione. Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

(Voce del Consigliere Dolchi)

Andrione (U.V.) - No, ma qui è un decreto, è un decreto, ma no, ma tutti i decreti dei Ministri devono essere approvati in base ... o vincolante o non vincolante.

Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 3 - ha ragione, ha ragione il Consigliere Dolchi.

(Voci)

Andrione (U.V.) - Non è il parere a una delibera di Giunta, è il parere a un decreto.

Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 3 - Nessuno interviene? Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 4 - Allora legga l'emendamento e poi c'è il Consigliere Freppaz che vuol parlare.

Lustrissy (D.P.) - Dunque "Le scuole materne rimangono aperte per il periodo" - e si cancella la parte precedente dopo periodo - "non inferiore ai dieci mesi all'anno".

Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, Pramotton, per favore, scrive lei ...

Lustrissy (D.P.) - Dopo il periodo, cancellare la dizione precedente e inserire "non inferiore ai dieci mesi all'anno" "per un periodo non inferiore ai dieci mesi all'anno".

Freppaz (U.V.) - Moi ici je voulais simplement faire observer, on ne parle pas de réfection, ad exemple, parce que la réfection dans le même ... les enfants vont à l'école le matin et puis vienne peut-être le soir, l'après-midi, ils restent à l'école maternelle pendant la réfection; est-ce-que existe encore la réfection à l'école maternelle? Oui ou non?

Montesano (P.S.D.I.) - Allora chi approva l'articolo 4 così emendato? Alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 5 - Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 6 - Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 7 - Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 8 - Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 9 - Prego Consigliere Germano.

Germano (P.C.I.) - Proporrei al terzo comma "Le modalità di affidamento degli incarichi di insegnamento saranno stabilite con ordinanza dell'Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, sentita la Giunta regionale e la Commissione permanente di studio per la Pubblica Istruzione" "e i sindacati della scuola". In genere sono sentiti e mettiamolo.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora emendamento accolto dall'Assessore "e i sindacati della scuola".

Lustrissy (D.P.) - Questa è già la norma.

Germano (P.C.I.) - D'accordo, ma mettiamolo.

Montesano (P.S.D.I.) - Altre osservazioni? Chi approva con l'emendamento proposto dal Consigliere Germano alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 10 -

Lustrissy (D.P.) - Dunque l'articolo 10, dopo "l'Amministrazione regionale corrisponderà al personale delle scuole materne non dipendenti dalla Regione un compenso mensile" la parte primitiva viene stralciata dopo "compenso mensile" e viene costituita con quest'altra "pari alla differenza tra il trattamento goduto" no, "di cui hanno goduto".

Montesano (P.S.D.I.) - "hanno fruito".

Lustrissy (D.P.) - "hanno fruito nell'anno scolastico 1970/1971 e quello previsto al comma 5° dell'articolo precedente, con massimo di Lire 50.000".

Ramera (D.C.) - Mi accorgo adesso che praticamente l'articolo 5 dice "spetta il trattamento economico corrispondente al personale della scuola elementare", esatto, il Consigliere Andrione che ha proposto questo emendamento dice "con un massimo di 50.000"; se il Comune dà 20.000 noi ne diamo 50.000 quindi è in contrasto con il comma 5° allora.

"Al personale insegnante spetta il trattamento, al comma 5° no? E qui dice "un compenso pari alla differenza tra il trattamento di cui hanno fruito nell'anno ... e quello previsto al comma 5°.

(Voci ...) Io ho capito, però detto così non è chiaro.

Andrione (U.V.) - No, no, ma se fai la questione, insomma vuol dire questo: le scuole che non sono ancora regionali sono tenute in questo stato punto e basta, però dato che ci possono essere delle differenze, immaginiamo il Comune di Pont-Saint-Martin dà 100.000 lire, non se ne versano 50.000 se ne versano 30.000, è la legge che lo stabilisce; comunque si cerca di perequare, nient'altro.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora articolo 10 - Chi approva con l'emendamento proposto dall'Assessore all'Istruzione? Chi è favorevole alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 11 - Non ci sono emendamenti qui all'articolo 11. Chi approva alzi la mano? Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 12 - Chi è favorevole alzi la mano.

Ramera (D.C.) - Vorrei chiedere una cosa.

Montesano (P.S.D.I.) - Ma sull'articolo 12?

Ramera (D.C.) - Eh va beh lo chiedo qui, è l'ultimo articolo, me ne sono accorto adesso!

Montesano (P.S.D.I.) - Ah sì, sì.

Ramera (D.C.) - Vorrei chiedere chi dirige, cioè in tutti questi articoli non ho visto alcun riferimento a una direzione di scuola materna, a un ispettorato di scuola materna, per cui vorrei sapere, dato che è l'ultimo articolo, siccome non l'ho visto, vorrei sapere chi dirigerà in questo periodo le scuole materne.

Lustrissy (D.P.) - ... subito il provvedimento legislativo è corrispondente sullo stato giuridico.

Ramera (D.C.) - E in attesa?

Lustrissy (D.P.) - E in attesa c'è la legge del '28 che regolamenta la questione.

Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 12 conclusivo, chi l'approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Si passa alla votazione a scrutinio segreto.

Risultato della votazione: il Consigliere Ramera è stato chiamato e non si è presentato. Dunque risultato della votazione: presenti 32; votanti 32; maggioranza 17; favorevoli 24; contrari 4. Il Consiglio approva.

Ora io invito il Consiglio a fare quattro passi indietro nell'ordine del giorno per esaminare l'oggetto n. 18.

Andrione (U.V.) - ... 28, 28, è un errore mio; presenti 28, sì sono io che ho fatto un errore.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora rettifico, presenti 28; votanti 27 perché Ramera non ha votato.

Andrione (U.V.) - Allora presenti 29, lasci 28 perché sennò sarebbero 29 i presenti.

Montesano (P.S.D.I.) - 28 presenti, 27 votanti; 17 maggioranza, 24 favorevoli. Eh non ci siamo, non ci siamo... (Voce: si è astenuto Ramera, non ha votato si è astenuto) ...Allora lasciamo scrivere al Segretario e poi chiediamo il placet degli scrutatori e diamo l'annuncio della votazione, cioè io lo leggo: 29 presenti; 28 votanti; maggioranza 15; favorevoli 24; contrari 4 e non ci siamo.

Andrione (U.V.) - Uno è Ramera che non ha votato.

Montesano (P.S.D.I.) - E già ma astenuti allora devono essere. Mi spiace cari signori ma bisogna rifare, non ci siamo.

Andrione (U.V.) - A meno che non mettiamo un astenuto.

Montesano (P.S.D.I.) - No, c'è l'astenuto.

Andrione (U.V.) - No non c'è.

Montesano (P.S.D.I.) - Votanti 28, ecco giusto giusto: 29 presenti; votanti 28; astenuti 1; maggioranza 15; favorevoli 24; contrari 4. Va bene.

Allora si passa al punto 18. Allora vuol leggere per favore?

Un po' di silenzio per favore.